Posts written by Brooks O'Connor

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    Quasi saltellando, il ragazzino eseguì gli ordini, affiancandosi alla rossa. Purtroppo avrebbe dovuto lavorare anche con Regina, ma non si sarebbe mai perso d'animo. Non gli stava molto simpatica la sorella della sua ex, ma era sicuro che fosse reciproco... non ne sapeva il motivo, era qualcosa che riusciva a percepire a pelle. Ma sospirò, perché lui era sempre buono e generoso con tutti e soprattutto non avrebbe messo a repentaglio qualcun altro per le sue antipatie.
    Sarà un onore lavorare con lei, dottoressa Welsh annunciò con sincerità, prima di avvicinarsi al ragazzino -doveva essere più piccolo di lui- che era ancora vestito in tenuta da quidditch e sembrava piuttosto agitato.
    Ehi, Roan! Per che squadra giochi? Gli domandò, regalandogli un sorriso dolce e solare, com'era solito fare, mentre si chinava per arrivare alla sua altezza. Anche a me piace tanto il Quidditch anche se per ora non gioco aggiunse poi, facendogli un check up con lo sguardo ed estraendo la bacchetta con discrezione.
    Adesso stai tranquillo che ci siamo noi... gli sussurrò, sollevando il catalizzatore e posandoglielo con delicatezza sulla fronte. Disegnò quindi una goccia. Passio prohibenda. Avrebbe fatto sì che il dolore un po' si anestetizzasse e, quindi, sperava che ciò unito alle parole di Giada, avrebbe contribuito a calmarlo.
    Aspetta, questo incantesimo serve per le microfratture sussurrò a Giada. Non abbiamo idea di come sia la sua. Inoltre... Indossò dei guanti e guardò in direzione di Regina. Io estraggo la scheggia, qualcuno dovrebbe bloccare l'emorragia subito dopo. Non lo ordinò, chiedendolo come sempre con il suo tono basso e rilassante. Era abbastanza preparato perché quando lui ed Amalea erano al secondo anno di Hogwarts, avevano letteralmente sfondato una porta di vetro con lo skateboard ed un grosso detrito si era conficcato sul braccio della ragazzina. Stupidamente, non aveva aspettato i papà o la magimabulanza, ma aveva provato ad arrangiarsi... e magicamente non aveva fatto alcun danno. Prese la scheggia con entrambe le mani e tirò con forza, perché se lo avesse fatto lentamente, avrebbe solo peggiorato il danno.
    Brooks O'Connor


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    Dal momento in cui la Ivanova aveva annunciato una "gita" al San Mungo, aveva capito che sarebbe stata una lezione diversa, se sempre di lezione si sarebbe potuto parlare.
    Una volta arrivati in quell'ambiente asettico, Brooks iniziò a guardare con curiosità ogni cosa, divorando con gli occhi qualsiasi particolare diverso da ciò cui era abituato. A differenza, magari, di qualche suo compagno, a lui gli ospedali non dispiacevano. Dei medici, tanto tempo prima, avevano dato a lui e a Fitz la possibilità di avere una sorellina che adoravano nonché la possibilità ai loro padri di avere una famiglia, nonostante tutto.
    Tese le orecchie, comunque, in ascolto delle parole della docente.
    A quanto pare avrebbero contribuito ad aiutare qualcuno e questo lo eccitava, perché amava aiutare gli altri, mettendo sempre il bene delle persone, avanti al suo. A quella domanda, gli ingranaggi del suo cervello cominciarono a girare.
    La sua mano scattò in aria come una molla e quasi si mise a saltellare, aspettando il suo turno.
    Secondo me sono due le caratteristiche che dovrebbe avere iniziò quando gli fu data la parola, abbassando la mano. Per prima cosa l'empatia. Perché ancora prima di saper trovare una cura per un paziente o saper individuare i sintomi nel migliore dei modi, un medimago deve saper trattare il paziente come un essere umano e non come una malattia, capendo se ci saranno momenti di rabbia per esempio e capendo che non è rivolta al medico, solo che lui è l'unica persona su cui sfogarsi. Non umiliandolo facendolo sentire difettoso e tenere sempre il sorriso, essere comprensivo. Fece una pausa soprattutto perché questa player si è dimenticata -mentre scriveva- quale fosse la seconda caratteristica. E sicuramente umanità, che può coincidere con molte caratteristiche dell'empatia ma credo che siano due cose separate concluse, sviando lo sguardo per osservare i due medimaghi che erano a disposizione quel giorno, tornando a sorridere.
    Brooks O'Connor


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    Vedere Amalea gli migliorava sempre la giornata, anche e soprattutto quando di mezzo c'era una lezione sinistra e tenebrosa come quella di Brian Ensor. DCAO non era male come materia, ma forse la Burke doveva prestare più attenzione alle proprie assunzioni, perché c'era il rischio di trovarsi qualcuno che voleva solo disintegrare tutti gli studenti sul pianeta terra. Ed Ensor rispettava perfettamente quel profilo. Il suo sorriso si ampliò nel vederla arrivare, pronta a sgraffignargli quel delizioso tortino che aveva portato appositamente per lei.
    Oh non ho dubbi. Ma avresti pensato prima al cibo, ne sono sicuro la canzonò, perché in fin dei conti erano similissimi, in quello.
    Afferrò poi il dolcetto che lei gli stava porgendo, un ampio sorriso sul volto, quindi addentò a sua volta il morbido cioccolato. Aveva proprio sperato che lei lo condividesse, anche se non poteva esserne certo. La osservò, di sottecchi mentre esaminava il piccolo regalo che aveva pensato appositamente per lei.
    Se mio padre non avesse sposato mio padre iniziò, con una risata, scuotendo la testa. Non saresti come stata il suo tipo concluse, prendendola al volo e cingendola tra le braccia. Quei momenti di calore erano preziosi, soprattutto se precedevano l'ingresso in un'aula glaciale come lo era quella di Difesa.
    Ehi, così faremo tardi le sussurrò tra le labbra, sebbene lui per primo non avesse nessunissima voglia di lasciare quell'alcova per dirigersi a lezione. Sai com'è Ensor con i ritardatari. Non gliela fa passare liscia una. Si dovette far violenza per allontanarsi dal muro ma era giusto così o, nel migliore dei casi, sarebbero rimasti chiusi fuori. Nel peggiore... beh, non voleva nemmeno pensarci. Quindi, dopo averle messo addosso il proprio cappotto, la prese per mano ed insieme a lei si diresse verso l'ingresso dell'aula, entrando dopo aver bruciato la solita salamandra.
    Quando furono finalmente seduti, la lezione poté iniziare.

    Dopo che tutti ebbero risposto, Brooks osservò con orrore Tortura alzarsi in volo ed avviarsi verso l'armadio. Chissà che cosa bolliva in pentola.
    Osservò anche il docente con estrema attenzione, seguendo con lo sguardo ogni movimento della sua bacchetta, che trasformò la domanda fiammeggiante, in qualcos'altro. Poi, a suo ordine, sollevò la penna, segnandosi ogni parola su un quadernino.
    Scrisse qualsiasi cosa ma quando sollevò la testa, vide Tortura svolazzare sopra di loro e smollare un osso inquietante sui loro banchi. Lo guardò, restio a toccarlo.
    Sobbalzò alla richiesta del docente ed il suo sguardo volò subito ad Amalea. Era certo che non fosse entusiasta dell'idea di ritrovarsi da sola faccia a faccia con dei goblin armati, perciò allungò la mano a prendere la sua per darle forza, facendo seguire il gesto da un bacio a fior di labbra. Ti aspetto qui. Ce la puoi fare la rassicurò, toccando la sua passaporta ed in un batter d'occhio, sparì.

    Quando riaprì gli occhi, istintivamente si guardò la mano, una speranza infondata ma profonda di trovarsi ancora con Ama. Ma ovviamente questo non era possibile... al suo posto, comunque, trovò tre mostriciattoli orribili ed armati. Simulò un conato di vomito di cui Fitz sarebbe stato profondamente orgoglioso. Voi... sareste i goblin, eh? Ovviamente non risposero ma gettarono un gutturale suono stomachevole e si gettarono all'attacco contemporaneamente. Uno aveva un'ascia, un altro aveva quella che sembrava una rudimentale lancia, mentre il terzo aveva... una sciabola? Non riusciva bene a capirlo, aveva una forma ricurva e scintillava, ma si capiva che anch'essa fosse rudimentale.
    Accio torcia! Iniziò, facendo un balzo per schivare i tre gnomi che, fortunatamente, non erano molto alti mentre lui era molto atletico. Una delle fiammeggianti torce appese alle pareti, schizzò in sua direzione e la afferrò al volo, per fortuna senza bruciarsi. Iniziò ad agitarla verso i mostri, cercando di allontanarli mentre pensava ad una strategia. Non dovevano ucciderli, aveva detto Ensor. Dovevano solo metterli in fuga.
    Pensa, Brooks, che cos'è che temono i goblin? Si chiese, sventolando il fuoco per continuare a tenerli a debita distanza.
    Ehi no, ti stai avvicinando troppo. Stupeficium!
    Il suo cervello stava quasi fumando a furia di pensare, ma finalmente ci arrivò. Gli elfi! Sì certo, avevano paura degli elfi, quindi avrebbe dovuto trovare un modo per farne comparire lì.
    Più si sforzava di pensarci, più non gli veniva proprio in mente. Probabilmente c'erano incantesimi che avrebbero asservito allo scopo, ma lui non li conosceva.
    Accio arma! E lo ripeté per tre volte, in modo che le tre armi dei goblin, finissero tra le sue mani. Quando le ebbe, iniziò a sventolarle in loro direzione, per spaventarli. Quindi, si misero a correre per quelle gallerie.
    Brooks O'Connor


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    Dire che non ci rimase male per la risposta -o meglio, la non risposta- del fratello, sarebbe stato raccontare una grande bugia. Lo osservò allontanarsi e lasciarlo solo con Zuleyka. Sbuffò ma come al solito preferì non riprendere il gemello, forse perché la preoccupazione per la sua situazione sentimentale, superava il fastidio di essere stato ignorato. E proprio di quello voleva parlargli. Forse lo aveva intuito ed era per quello che lo aveva ignorato? Non lo sapeva e sarebbe potuto rimanere a fare congetture per tutta la serata o per tutta la vita ma non sarebbe arrivato a comprendere come esattamente funzionasse il cervello di Fitz. Forse avrebbe fatto meglio a fermarlo e chiederglielo, ma qualche cosa lo bloccò. Se avesse saputo cosa sarebbe successo dopo, probabilmente lo avrebbe addirittura abbracciato.
    Aveva dato ad Amalea tutto il tempo per recuperare e seguirlo, la mano sempre stretta nella sua, ma forse col senno di poi sarebbe stato meglio rimanere su quelle panche al limitare della pista.
    Arrivo, Am sussurrò con lo sguardo basso, raggiungendo in un attimo la propria ragazza tentando di sorriderle, anche se ormai il suo umore era ai minimi storici. Non dimostravano mai il reciproco affetto, i gemelli O'Connor, ma Brooks sarebbe morto per Fitz, che era la persona più importante della sua vita, se solo lui glielo avesse chiesto o ne avesse avuto bisogno. E non riuscire ad instaurare quel rapporto da film natalizio di terza categoria, uno di quelli che aveva visto a ripetizione con la dioptase, lo demoralizzava. Probabilmente era una cosa stupida, la vita non era un film e lui doveva accettarlo.
    Sospirando, sollevò lo sguardo su Amalea, riprendendole la mano. Ti fa ancora male? Glielo domandò con premura, anche se il suo cervello aveva completamente rimosso dove le facesse male, completamente assorbito dal fratello. Alla caviglia, forse? Oppure era il ginocchio? Decise di rimanere generico, in modo da non fare alcuna gaffe.
    Avrebbe voluto aggiungere altro, ma poi semplicemente... il mondo venne giù.

    Aprì gli occhi, scuotendo la testa. Non sapeva come ci fosse finito a terra. Mosse gli arti ma non c'era niente di rotto né fiumi di sangue ovunque... forse il rombo che aveva scosso la sala, lo aveva fatto barcollare fino a cadere ed a giudicare dal martellio incessante alla testa, doveva averla battuta a terra e questo gli aveva fatto perdere i sensi per un po'. Trovò conferma ai suoi sospetti, tastandosi la nuca e percependo un bernoccolo che stava uscendo.
    Subito dopo, prese coscienza della realtà e di ciò che era successo. Un terremoto. Un fottuto terremoto aveva fatto piazza pulita delle splendide decorazioni, delle prestigiose incisioni sui muri, di quella sala così bella. Ma non fu quella la sua preoccupazione principale.
    Amalea. Fitz.
    La prima, per fortuna, non era molto distante. A dividerli, solamente un gigantesco pezzo di soffitto... sì, come se fosse stata una cosa totalmente normale.
    Si avvicinò a lei, impolverata ma, ad un primo check, non sembrava ferita. Lo sperava, per lo meno.
    Stai bene le sussurrò, avvicinandosi e prendendo il suo viso tra le mani, sorridendole commosso di vederla là, viva e vegeta. Ma, conoscendola, doveva essere terrorizzata a morte. In quell'istante, si ricordò -apparentemente senza motivo- che a farle male, era proprio il ginocchio. Fitz sussurrò contro le sue labbra ad un millimetro dal bacio. Devo trovare Fitz piagnucolò, prendendola in braccio senza preavviso. La sollevò come una piuma, infischiandosene di tutte le sue pare sul peso, sui fianchi troppo larghi o qualsiasi altra cosa si fosse inventata per vedersi imperfetta. La portò verso la porta, dove c'erano alcuni altri studenti, tra cui i suoi prefetti. Non vedeva quelli dei dioptase, quindi decise di affidare la ragazza ad una casata non sua, ma sapeva che, quando si trattava di proteggere qualcuno, erano affidabili. O almeno, lo sperava tanto.
    Elisabeth, Blake li apostrofò, un po' in soggezione. Gli avevano sempre suscitato un certo timore, forse per il fatto che fossero così grandi, quasi inarrivabili per uno come lui. Amalea si è fatta male al ginocchio, tenetela d'occhio, vi prego. Forse una raccomandazione inutile, ma conosceva la Davidson come conosceva il proprio fratello e meglio di se stesso, quindi aveva bisogno di qualcuno che la tenesse d'occhio per stare ferma.
    Io... vado a cercare mio fratello disse come ultima cosa, immergendosi di nuovo nel caos di polvere che lo fece tossire e gli si appiccicò ai ricci. FITZ gridò, tra lo sporco che gli impediva di vedere ed i ragazzi un pelo traumatizzato.
    Gli sembrò di vagare un'ora tra la calca, ma finalmente intravide i suoi colori che avrebbe riconosciuto ovunque. Si sarebbe quasi commosso se avesse veramente sentito il suo pensiero, ma purtroppo, contrariamente alle aspettative, la telepatia non era ancora tra le loro qualità. Però era come se fossero legati da una runa pari alla Parabatai, perché era come se potesse sentire ciò che provava. Non era scientificamente possibile, lo sapeva, ma lui era convinto che ci fosse una spiegazione che andasse oltre a tutto.
    Quando finalmente lo raggiunse, gli buttò le braccia al collo senza dire una parola.
    Forse quello era il loro primo abbraccio dopo diciassette anni di vita.
    Fitz. Fitz sei tutto intero sussurrò, stringendolo con tutta la forza che aveva, desiderando che quell'abbraccio durasse per sempre, sebbene una parte di lui voleva tornare dalla sua bella, anche se sapeva che era in buone mani. E sperava lei capisse che la preoccupazione era trovare il suo disperso gemello.
    Brooks O'Connor


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    Fitz G. O'Connor
    Amalea Davidson Elisabeth Lynch Blake Barnes
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    Abbiamo già detto che l'entusiasmo fanciullesco di Amalea nell'apprendere le notizie, era adorabile? Lo trovava così autentico, per nulla artificiale, che gli faceva venire voglia di mollare tutto ed andare a coccolarla. Ma erano in una sala piena di gente, perciò ci si limitò ad uno dei suoi sorrisi più caldi annuendo quasi sorpreso di se stesso, ma non era mai stato più serio di così.
    Ho la faccia di uno che scherza? Domandò, indossando un'espressione buffissima che avrebbe fatto rispondere "sì" persino a chi non lo conosceva affatto, infatti poco dopo scoppiò a ridere.
    Sono serissimo, Am. Solo io e te. Niente gemello noioso, niente papà invadenti. Sorrise ancora, sapendo quanto in realtà i loro padri adorassero Amalea, probabilmente più di quanto adorassero loro. Il che era piuttosto indicativo del bene che le volevano, visto che consideravano Brooks, Fitz ed Emily, un dono di Dio. O di Merlino, a seconda se si stesse parlando del padre magico o di quello babbano.
    Partiamo domani mattina dall'aeroporto di Londra. Quindi stasera vedi di farti la valigia, non come tuo solito che la fai un'ora prima della partenza!
    Avevano già fatto diversi viaggi insieme ma mai da soli né in città così "significative"; erano stati perlopiù viaggi che vedevano le loro due famiglie, costrette a badare ad un branco di figli iperattivi, che contava più minorenni che adulti. Persino Fitz aveva mostrato un lieve accenno di entusiasmo, durante il loro ultimo viaggio, qualche tempo prima.
    Ho preparato un sacco di cose da fare, ti piacerà le assicurò, convinto. Nemmeno lui era mai stato a Parigi, ma si era informato abbastanza da poter preparare un itinerario che scandiva quasi ora per ora la loro permanenza. Avrebbero fatto tutto ciò che lei aveva in mente ed anche di più.
    Potrò sopportare questo dolore le ammiccò, mentre si dirigevano alla volta della pista di pattinaggio, dove poco dopo la sua ragazza avrebbe fatto un divertente capitombolo che avrebbe portato la coppia a fare qualcosa di simile all'amicizia con due primini.
    All'epoca replicò, facendole il verso e sollevando il dito indice, tu eri una bambina petulante molto più di quanto non sia ora. La stava chiaramente prendendo in giro, anche se era vero che per un periodo aveva pensato che fosse realmente una lagna, ma ovviamente le aveva voluto bene lo stesso.
    Non cadi più come un sacco di patate, eh? Le chiese retorico e non senza una certa ironia ad accarezzargli il tono. La dioptase, le regalava sempre qualche sorpresa.
    Pronto? Ci sei? Domandò Brooks ad Amalea, sventolandole la mano davanti agli occhi, aspettando che la prendesse. Era evidente che non avesse ascoltato una sola parola del suo discorso, ma non aveva per nulla idea del motivo, non si immaginava che si fosse persa negli occhi di qualcun altro.
    Non sei molto credibile. Dai, ti accompagno sospirò, reggendola finché non avessero raggiunto l'uscita della pista. La loro permanenza era stata breve ma intensa. Pazienza, c'era ancora tempo.
    Arrivarono alla panca, quindi Brooks prese le proprie scarpe e quelle di Ama, aiutandola a togliere i pattini e rimettersi i tacchi, anche se probabilmente avrebbe preferito rimanere a piedi nudi, piuttosto che indossare ancora quegli strumenti di visibile tortura.
    Fu il suo turno di mettersi le scarpe, quindi si alzò porgendole la mano ed aspettando che la afferrasse ancora.
    Andiamo, troviamo un posto più tranquillo... le sussurrò, notando che un po' troppa gente si stava affollando in quella zona e per quanto amasse stare in mezzo alle persone, persino lui era in grado di percepire l'energia elettrica che si consumava nei dintorni. E voleva levarsi di torno prima che la carica elettrostatica finisse per esplodere.
    Se Ama avesse accettato, l'avrebbe accompagnata un po' più in là, facendo attenzione che non affaticasse troppo il ginocchio.
    Lungo la pista, per usare le parole della sua player, "fermo a guardare, come i vecchi coi cantieri, gli avvenimenti della pista di pattinaggio con disgusto", il suo gemello, affianco a Zuleyka. Almeno aveva trovato qualcuno con il quale passare la serata e non si sarebbe annoiato, tuttavia... il suo istinto di protezione, gli disse di percorrere le transenne fino ad arrivare da lui, sempre tenendo la mano alla sua ragazza. Non era sicura che loro due avrebbero sotterrato l'ascia di guerra per il suo bene, ma ci avrebbero dovuto provare. E, dal canto suo, lui ci sperava.
    Ehi, Fì lo appellò, avvicinandosi e posandogli una mano sulla spalla con un sorriso appena accennato, osservandosi involontariamente attorno. Di Nicholas nessuna traccia.

    Non farlo soffrire, Nick. Ti prego. Lui... lui non lo dice, ma è più fragile di quel che sembra. Si nasconde dietro la corazza di quello duro, di quello che non può venire scalfito da niente e da nessuno, ma sarebbe così facile... spezzare il suo cuore per sempre. Te lo affido.
    Gli aveva detto.
    Io…ci provo, Roo. Ci ha messo tanto per aprirsi con me, così tanto che credevo non lo avrebbe mai fatto. Il suo cuore è al sicuro, promesso.
    Aveva risposto l'altro.


    Strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche, sospirando piano, sperando che per una volta il fratello mettesse da parte lo scudo che si era costruito attorno. Per quanto potesse nasconderlo, erano gemelli, si conoscevano meglio di chiunque altro, nessuno avrebbe potuto capire l'altro come si capivano loro. Ehi, Zul salutò anche la sua compagna di casa, inclinando la testa in un microsorriso. Non tanto perché lei gli stava antipatica -anzi, tutto il contrario- ma perché la preoccupazione per il gemello plagiava qualsiasi cosa.
    Possiamo parlare? Da soli gli sussurrò in una muta preghiera.
    Brooks O'Connor


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    pensieri per Fitz G. O'Connor
    è alla pista con Amalea Davidson
    Zuleyka.
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    Era passato un anno e qualche mese da quando aveva iniziato Hidenstone, eppure non avrebbe saputo dire che Difesa rientrasse tra le materie che gli piacevano, oppure no. Sicuramente il professore era parecchio inquietante e non aiutava gli alunni a farsi piacere la materia, eppure c'era dell'altro.
    Una parte di lui, la considerava una materia brutale e molte cose sarebbero potute essere evitate. Ma nonostante ciò, un'altra parte di lui era convinta che servisse più di molte altre materie e che fosse grazie a quella se avevano imparato a proteggersi e se sapevano fare quello che sapevano fare, visto che in quella scuola pareva succedere di tutto. In fin dei conti, erano stati accolti per il loro primo sbarco, con un messaggio di Cora Delaine.
    In quel momento si stava preparando per la lezione di Difesa. Era precisamente metà dicembre e faceva piuttosto freddo, quindi oltre la divisa, aveva indossato anche il mantello pesante, non voleva prendersi un accidente quando mancava così poco al ballo e lui era riuscito ad invitare Amalea. Sarebbe dovuta essere una serata perfetta ed un forte raffreddore era tutt'altro che previsto dal suo programma.
    A proposito della ragazza, le inviò un messaggio proprio in quel momento.

    CITAZIONE
    Ci vediamo alla fine delle scale su, al terzo piano.

    La conosceva abbastanza da sapere che avrebbe potuto essere intimorita dall'uomo che insegnava loro - o forse era solo una sua impressione?- quindi le diede appuntamento al piano dov'era situata l'aula e, per l'occasione, rubò un accendino al gemello (chissà dove se lo era procurato, tra l'altro), lasciandogli un biglietto ed un biscotto che recitava più o meno: "Grazie fratello, questo l'ho rubato per te a pranzo". Era un semplicissimo cookie ma chi è che non amava i cookie? Lui di sicuro era uno dei suoi fans più accaniti, infatti ogni tanto lui e la fidanzata replicavano quelle serate dove si rimpinzavano di biscotti, nascosti dalle ombre in qualche anfratto dell'accademia.

    Camminando per i corridoi del castello, si accorse che il suo fiato si condensava in nuvolette ed in quel momento pensò che nonostante fosse un luogo molto più tecnologicamente avanzato rispetto ad Hogwarts, certe cose non cambiavano mai, come la possibile assenza di un riscaldamento. In effetti riscaldare il castello intero, sarebbe stato piuttosto oneroso per le tasche della preside ed aveva la sensazione che già avesse fatto molti tagli, in quella scuola.

    Arrivò finalmente al terzo piano, mettendosi contro il muro ad aspettare la sua dolce metà. Non era lei ad essere in ritardo, ma lui ad essere in anticipo, perché era passato per le cucine a fare gli occhi dolci agli elfi per ottenere un muffin. Un semplicissimo tortino con il cuore di cioccolato fuso bianco.
    Quando la vide arrivare, saltellò lontano dal muro ed indossò un sorriso a trentadue denti, che se lo avesse ampliato ancora un po', sarebbe potuto sembrare inquietante.
    Ti ho preso questo, e... intanto le porse il dolcetto, reclamando un bacio, però, prima che lei potesse prenderlo. Era un equo scambio, no? Dopodiché, quando ebbe le mani libere, si frugò nello zainetto che portava sempre con sé. ...questo! Le porse un modellino di una scopa con finiture così precise da sembrare vera, solo che molto piccola. Iniziò a svolazzare sulla sua mano, ma non si allontanò mai, rimanendo sempre sospesa sopra il piccolo piedistallo in marmo. Me l'ha regalato papà ed ha detto di dartelo. Io... ho voluto aggiungere un tocco personale. Arrossì appena, mentre girava il piedistallo, mostrando una piccola incisione sul retro. "Affronterò con te ogni tua paura perché sei la cosa più bella che potesse mai capitarmi".
    Smielato? Molto probabilmente, ma era anche da Brooks una cosa del genere.
    La guardò, gli occhi pieni d'aspettativa. Sapeva quanto a lei piacesse il Quidditch ma sapeva altrettanto bene che non avesse mai avuto il coraggio di salire sulla scopa, infatti uno dei suoi obiettivi era di farla partecipare ai provini per il Quidditch, qualora li avessero aperti. Sarebbe la migliore giocatrice della squadra, ne era certa.
    Hai freddo? Una piccola pausa come se si aspettasse un "sì", ma alla fine si rispose da solo. Ma certo che hai freddo, qui dentro si gela. Volse per un secondo lo sguardo all'esterno, dove la neve fluttuava a grossi fiocchi depositandosi dolcemente a terra, dopodiché si tolse il mantello per depositarlo sulle sue spalle. Così va meglio, vero? Stava facendo tutto da solo, ma ci teneva ad essere premuroso, sentendosi anche un po' in colpa per quello che le aveva fatto passare l'anno precedente.
    Ma erano quasi le cinque, ragion per cui dovevano affrettarsi o sarebbero rimasti chiusi fuori dall'aula. Fece scivolare la mano verso il basso per afferrare la sua, se avesse riposto il modellino in modo di averla libera, intrecciandovi le dita ed iniziando a trascinarla verso l'aula.
    Fece scattare l'accendino, avvicinandolo alla salamandra, la quale prese velocemente fuoco. Brooklyn O'Connor esclamò e quando anche lei avesse detto il suo nome, avrebbero varcato la soglia insieme, trovandosi in un'aula dall'aria glaciale, niente a che vedere con il freddo esterno. Lì era come trovarsi in Siberia. Si sentì ancor più soddisfatto di aver dato il proprio mantello ad Amalea, in aggiunta al suo. I bracieri, ovviamente, erano spenti, come se fossero lì solo per bellezza. In effetti, forse era così.
    Erano arrivati appena in tempo e Brooks la condusse ad un paio di banchi in seconda fila, di modo da poter seguire la lezione ma di non essere sotto il diretto controllo di Ensor, che continuava a mettergli i brividi.
    Buongiorno, professore lo salutò una volta che si fu seduto, perdendosi qualche secondo ad osservare l'aula, prima che iniziasse la lezione.
    Finalmente, i bracieri vennero accesi e forse avrebbero portato un po' di tepore in quella stanza.
    Oh no, come possono essersi lamentati della LEGGERISSIMA mole di compiti che ci assegna? Sussurrò, rivolgendosi alla sua compagna, abbassando abbastanza la voce perché potesse sentire solamente lei e chi, eventualmente, si fosse trovato nei pressi. Non di sicuro il docente.
    Comunque, con le fiamme compose una domanda, un classico. La lesse, pensando ed aspettando il suo turno prima di rispondere. Alzò la mano in attesa di essere chiamato ed anche un po' timoroso di sbagliare.
    I suoi compagni avevano già detto tantissime cose, quindi non avrebbe saputo cosa aggiungere in più, perciò si spremette le meningi il più possibile.
    Uhm riprendendo la loro origine iniziò, appunto riprendendo le parole dei suoi compagni. Sono originariamente provenienti dalla cultura europea ed in particolare germanica, hanno persino avuto un'apparizione in Italia... in Sicilia precisamente, sull'...Etna mi pare. Là attorno c'è una pianura, la "Val di Demone". Non so se ci sia ancora, in realtà. Ma si diceva fosse abitata da dei demoni. Quindi... si può dire che siano delle creature presenti in tantissimi folclori, anche se spesso hanno nomi diversi, un po' storpiati a seconda della lingua. Ed è una cosa che mi stupisce, perché pensavo che ogni luogo avesse una serie di proprie creature, ma ho scoperto che a quanto pare, ce ne sono alcune che uniscono ogni popolo. L'ingenuità di Brooks era deliziosa, si era gettato in quel discorso sebbene potesse suonare una stupidaggine alle orecchie d'altri.
    Brooks O'Connor


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    Brooks era così preoccupato per il gemello che non riuscì nemmeno a rispondere per le rime, come avrebbe fatto in un'altra occasione. Si limitò a scuotere le spalle e prendere il cellulare, che nel frattempo aveva emesso un paio di vibrazioni.

    CITAZIONE
    Eddai, sta male. Anche se non me lo dice.

    I gemelli, ormai, avevano quell'innata capacità di decifrarsi il cuore a vicenda, così come il linguaggio non verbale, anche se nessuno dei due diceva una parola. Ed aveva capito quanto lo scottasse il fatto che Nick si fosse allontanato da lui senza una spiegazione né un perché. Naturalmente, questo faceva male anche a Brooks: era il suo parabatai.
    Tuttavia, quella sera desiderava che nessuna tristezza intaccasse il suo volto, finendo per rovinare l'occasione anche alla sua bella ragazza.
    Quindi, uscì dalla propria sala comune per dirigersi davanti a quella di lei ed aspettare che uscisse, già pregustandosi la sua meravigliosa vista.
    E non ne rimase deluso.
    Quando lei uscì, gli si mozzò il fiato, gli si svuotarono i polmoni, mentre il suo cuore si riempiva di lei. Stava incredibilmente bene, era regale, era... fantastica. Non avrebbe saputo cos'altro aggiungere.
    Credimi, l'ho già pagato profumatamente. E non me ne pento commentò, quasi con la bava che gli scendeva fino a terra. Le sorrise per smetterla di fare la figura del cretino.
    La osservò a trecentosessanta gradi, approvando ogni rifinitura del vestito e di come le stava addosso, come le ricadeva sui fianchi e come la rendeva ancora più bella di quanto fosse di solito.
    Posò la mano sulla sua, a sua volta posata sul suo braccio per non perdere l'equilibrio. La accarezzò. Tu devi già restituirmi quattro o cinque felpe, signorina ridacchiò, sapendo che quelle felpe non le avrebbe riviste mai più ma nemmeno le avrebbe richieste seriamente indietro. Lo rendeva felice che Amalea avesse le sue felpe e che usasse quelle. Insomma, almeno nessuno oltre a lui poteva sapere cosa si celasse al di sotto, no?

    Una volta arrivati in Sala Grande, volle immediatamente darle il proprio regalo e voleva farlo in modo spettacolare, trascinandola quindi sotto il vischio. Appena lo aveva visto, gli era sembrato il posto perfetto per farle quella sorpresa.
    Ho solo fretta di farti vedere una cosa la rimbeccò, facendole la linguaccia, mentre si posizionavano sotto il vischio e tirò fuori quella foto della Tour Eiffel, senza aggiungere una parola, aspettando che arrivasse da sola al significato di quel gesto. Spero che tu non abbia altri impegni a Natale riuscì a malapena a risponderle, prima che lei gli si gettasse addosso. Le sue mandi andarono automaticamente ad avvolgerle i fianchi, stringendola contro di sé e ricambiando quel bacio. Non trovi che sia un po' banale? Le rispose in un sussurro, preoccupato che potesse trovarlo scontato, nonostante lui si fosse impegnato ed avesse organizzato una serie di sorprese, per quei giorni, che lei nemmeno si sarebbe mai immaginata. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere anche il più piccolo sorriso ad illuminarle il viso. Si fece trascinare via prima che quella coppietta potesse effettivamente fulminarli. Si diressero verso la pista da pattinaggio. Per fortuna, l'O'Connor era uno sportivo, quindi non avrebbe avuto problemi di sorta nel gettarsi in quella nuova impresa.
    Si sedette accanto a lei e rise, afferrando i propri pattini dalla lama super affilata. Credo il terzo. E non l'ho fatto apposta! Poi però ti ho salvata. Non mi sembra ti sia dispiaciuto aggrapparti a me. La prese in giro di rimando, ricordando quella scena come se fosse successa il giorno prima. Era scivolato sulla neve e nella foga di tenersi in piedi, era andando a sbandare contro di lei, che non aveva avuto la sua stessa fortuna ed era cozzata contro uno strato di ghiaccio troppo fragile, che aveva retto per qualche miracolo. Dovremmo fare un po' di lezioni sulla coordinazione e l'equilibrio, cosa ne dici? Le propose. Ce ne sarebbero state molte occasioni sia quel giorno su quella pista, sia quando fossero stati a Parigi.
    Sollevò la testa e guardò chi intendeva, individuando il compagno coreano. Sorrise, mollando anche lui la barriera ed addentrandosi al centro della pista, per andare incontro ad Amalea che sicuro come nient'altro lo era al mondo, sarebbe caduta.
    Ama! La chiamò, vedendola capitombolare. Si spinse sui pattini per raggiungerla, trattenendosi a stento dal ridere, girandole attorno. Credo che parlare e pattinare contemporaneamente, non faccia per te la redarguì bonariamente, notando di nuovo Joo-Hyuk. Ricambiò il cenno e poi allungò una mano alla sua ragazza perché si aggrappasse per sollevarsi, quindi non la lasciò più, mettendole un braccio attorno ai fianchi per evitare che cadesse di nuovo. Devi piegare le ginocchia e tenere il baricentro leggermente in avanti, non all'indietro. Sennò continuerai a cadere le spiegò, prestando poi la sua attenzione al suo compagno ed alla rossa che stava loro presentando.
    Lei invece è Amalea. La presentazione fu fatta più a beneficio di Erin che di Joo, visto che a quanto pare, Ama già lo conosceva almeno di vista. E mi sa che sfiderà Erin per il titolo, nel 2030 ridacchiò, giusto per sottolineare che anche lei fosse un disastro. Ma forse pattinare col vestito, non era una delle cose più semplici da fare. Piacere di conoscerti, comunque, Erin. Le rivolse uno dei suoi sorrisi in grado di sciogliere il ghiaccio sopra il quale si trovavano. Non sentì la necessità di dire lo stesso al coreano, visto che condividevano gli spazi vitali ormai da quattro mesi. Ti sei fatta male, comunque? Glielo chiese con qualche minuto di ritardo, ma era troppo impegnato a non ridere della sua caduta.
    Brooks O'Connor


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    pensieri per Fitz G. O'Connor
    è alla pista con Amalea Davidson
    Interagisce con Joo-hyuk Kwon ed Erin Murphy, alla quale presenta Amalea
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    La osservò per un solo ma intenso minuto con serietà, prima di scoppiare a ridere. Posso e lo avrei fatto replicò, scompigliandole i capelli lunghissimi. Ci sono eccezioni alla regola aggiunse in tono solenne, osservandola di sottecchi. Forse per molti quella sarebbe potuta sembrare una regola stupida ma per loro era qualcosa di molto, molto sacro.
    Ricordava una volta, quando erano al terzo anno, che avevano litigato proprio su quel tetto, che era sempre stato il luogo dove i due migliori amici passavano le loro giornate, quando non sapevano cosa fare. I suoi padri ci avevano addirittura piazzato un divano ed una televisione per le serate d'estate. In quel momento, ovviamente, non erano presenti. Insomma, avevano litigato per un motivo talmente remoto che non se lo ricordava nemmeno se si impegnava. Quel che ricordava, era il fatto che sembrasse qualcosa di irreparabile, impossibile da dimenticare. Ed il tutto, poco prima che arrivasse la pizza che avevano ordinato.
    Brooks era furioso ed aveva iniziato a mangiarsi tutta la pizza, ignorando Amalea e la sua isteria -così la vedeva, ai tempi-, ma quando era rimasta l'ultima fetta, una morsa di senso di colpa lo aveva pervaso nel ricordo di quella regola che si erano imposti, stringendosi la mano.
    Lei era giù in salone con Emily, se lo ricordava, che aveva a malapena qualche mese forse. Era sceso con lo scatolone della pizza e glielo aveva porto senza parlare. Da quel momento, avevano ripreso ad essere i soliti Brooks ed Ama senza il bisogno di aggiungere altro. La regola della pizza era insormontabile. Sorrise.
    Ti guarderanno tutti le disse, accarezzando il pregiato tessuto di quell'abito che tanto si era premurato fosse perfetto. Ed il sarto non aveva sbagliato nemmeno una piega, restituendogli le sue idee formato vestito.
    Adorava il suo modo di esternare felicità. Era dolce, fanciullesco, puro. Non c'era nulla di ostentato, non si sforzava di non sembrare una bambina davanti ad un giocattolo nuovo o ad un pacco di caramelle. Lei era naturale e basta.
    Per distrarla dal fatto che ancora non si sentisse pronto a rispondere ai suoi sentimenti, la prese per stenderla sopra la coperta e mettersi affianco -per ora- a lei.
    Rise. Sei ben accetta a casa mia ogni qualvolta vorrai. I miei papà sono un po' strani ma ti amano come se fossi loro figlia. Sorrise, convinto. Conoscevano Amalea fin dalla prima estate dopo Hogwarts, quando l'aveva invitata a casa sua per un campeggio improvvisato nel giardino. Erano ancora due bambini e si divertivano davvero con poco.
    Al pub, eh? Beh, allora davvero non torneranno per un bel po'. Quella frase, un po' maliziosa, lasciò intendere più di un sottinteso.
    Si fermò dal torturarla, a quella domanda, sollevandosi sopra di lei ed osservandola. No sussurrò, cercando cosa potesse aggiungere. Non voleva pensasse che preferiva nascondere ai suoi la loro relazione, ma era tutto ancora molto fresco, voleva che prima si stabilizzassero. Sarebbe stato sincero, con lei.
    Non ho ancora trovato l'occasione di dirglielo, è che... voglio aspettare di vedere come va. Si alzò a sedere, frapponendo le mani tra loro come a volersi scusare. Non che non sia sicuro di noi, però li conosci... penso ci rimarrebbero più male di noi ridacchiò per smorzare qualsiasi tipo di tensione, chinandosi per darle un bacio in fronte. In realtà, aveva un piano ben preciso per comunicarlo alla propria famiglia. Persino Fitz ne era ignaro, per ora. Lo avrebbe saputo probabilmente agli inizi della scuola visto che avrebbero condiviso ogni spazio, ma per il momento nessuno ne era a conoscenza. Ora mangiamo la pizza, ti va?
    Brooks O'Connor


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    Verrai al ballo oppure starai rintanato qui, come al solito? Domandò Brooks al gemello, lanciandogli un'occhiata obliqua. In teoria l'altro avrebbe dovuto presenziare, in pratica non lo sapeva... era troppo imprevedibile. Ad ogni modo, non glielo disse con tono duro, di rimprovero, bensì con un'inflessione più morbida. Sebbene desse a vedere i suoi sentimenti molto, molto meno di lui, Brooks lo conosceva come nessun altro e sapeva che il fatto che ancora una volta Nick non si facesse sentire, lo faceva stare male. Litigavano e se ne dicevano di ogni, ma era pur sempre una parte del suo cuore e non lo avrebbe lasciato solo, sicuro che ad Amalea non sarebbe dispiaciuto. Ed anche se fosse stato, per lui il fratello veniva prima di qualsiasi cosa e la ragazza, accettando di stare con lui, aveva preso tutto il pacchetto.
    Non era mai stato quello dei discorsi profondi, ma il suo unico desiderio era che non rimanesse là da solo a rimuginare, quindi se non si fosse presentato, probabilmente sarebbe tornato indietro a trascinarlo.
    Vado da Ama, chiamami se hai problemi, okay? Lo osservò, la voce tesa e preoccupata, quindi si allentò un po' il nodo della cravatta, che aveva stretto troppo, poi gli diede le spalle e si diresse verso l'uscita, il telefono con la suoneria, posizionato nella tasca più a portata di mano.

    CITAZIONE
    Sto arrivando. Sono preoccupato per Fitz. Gli ho proposto di unirsi a noi, più tardi. Spero non ti dispiaccia

    Digitò velocemente quelle parole, rimettendo il cellulare nella tasca in seguito. Non vedeva l'ora di incrociare lo sguardo con Amalea, di vederla con indosso il vestito che lui le aveva regalato qualche tempo prima, come pegno del suo amore -anche se non le aveva risposto al suo "sono innamorata di te"-, sicuro che le sarebbe stato divinamente.
    Si asciugò i palmi sui pantaloni del completo totalmente nero, mentre arrivava a destinazione. Ormai conosceva l'ubicazione della sala comune dei Dioptase, Ama glielo aveva svelato tempo prima, anche se ovviamente non aveva il potere di accedervi, per quanto gli sarebbe piaciuto.

    CITAZIONE
    Sono qui fuori

    Veloce e senza troppi giri di parole, quindi si sedette su una panchina posta a poca distanza, in attesa. Era stranito dalla strana evoluzione che avevano preso gli eventi, a partire dalla sua sbandata colossale per Nicholas Mc Callister, che si era trasformata prima in fredda accettazione per la relazione col gemello e poi in tiepida approvazione. Vedeva che entrambi erano felici, quindi non aveva nessuna intenzione di distruggere la loro bolla... per quanto ci pensasse Nickie ogni due per tre. Lo avrebbe picchiato, non appena lo avesse rivisto.

    I suoi pensieri distruttivi -si fa per dire- non poterono andare oltre, poiché sentì dei passi leggeri e sollevò lo sguardo, che per il momento aveva fatto vagare da tutt'altra parte. Gli si mozzò il fiato. Per prima cosa, il suo sguardo nocciola si incastonò perfettamente in quello color oceano di Amalea, con la bocca mezza aperta, incapace di pronunciare anche la sillaba più elementare. In seguito, abbassò gli occhi per osservarla nel suo complesso. Aveva avuto ragione: il vestito le stava perfettamente, abbracciando ogni sua curva, senza coprirla con pieghe eccessivamente larghe, nascondendo tutto quello che aveva da offrire. E che ora era solamente suo. Prima che potesse fare la figura del completo idiota, scattò in piedi ed allungò una mano per prendere la sua. Credo di aver appena visto una Dea disse senza nemmeno rendersene conto, le pupille dilatate ed il respiro lievemente accelerato. Ovviamente, in tasca aveva il regalo che aveva preparato per lei... sperava solo che non lo considerasse banale, anche se forse avrebbe potuto esserlo. Non era un granché nel fare regali, lo aveva già detto no?
    Non era ancora entrato in Sala Grande ma immaginava ci sarebbe stato un albero di Natale, quindi le avrebbe dato il suo regalo proprio là sotto.
    Vogliamo andare? Le sussurrò, ritrovando finalmente il dono della parola ed avvicinandosi a lei per lasciarle un leggero bacio sulle labbra. Se hai freddo, dimmelo. Osservò la parte superiore del vestito che le lasciava scoperte le spalle, prima di assottigliare le labbra in un piccolo ghigno. Era una nota rovina-sorprese, ma era sicuro che quella che aveva preparato, non se la potesse essere spoilerata, aveva accuratamente fatto tutto ancora tempo prima, il giorno stesso in cui le aveva chiesto di andare al ballo insieme, mentre lei era alla cena bizzarra della sua altrettanto bizzarra famiglia.
    Mano nella mano, l'avrebbe condotta verso la Sala Grande, impaziente di vivere finalmente quella serata, quel sogno che diventava realtà.

    Una volta varcata la soglia della stanza, il suo occhio cadde subito su una specie di cupola con il vischio in alto, quindi gli venne un'idea ancora migliore. Le strinse la mano, indicandoglielo con il mento. Vieni, andiamo là. Non le avrebbe di sicuro dato il tempo di protestare o fare altro, perché la trascinò direttamente là, fermando poi un ragazzino spaurito e senza accompagnatrice. Ehi, ci faresti una foto? Gli domandò, porgendogli il suo magifonino come se il "no" non fosse contemplato ed in effetti era così. Si mette in posizione ed avvicinò le labbra alle sue fin quasi a toccarle, ma senza fare il passo decisivo. Anzi, tirò fuori un foglio di carta patinata e glielo porse. Proprio in quel momento, si udì il "click" della foto che veniva fatta. Se Ama avesse abbassato la testa, avrebbe visto una foto più lunga che larga, della Tour Eiffel. Sorpresa sussurrò. Lasciò che al resto ci arrivasse da sola, pregando con lo sguardo il ragazzo, di immortalare con una foto la sua reazione. Sempre che avesse capito. Quindi, il terzo ed ultimo "click" avvenne quando Brooks premette le labbra contro quelle di lei.
    Brooks O'Connor


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    Fitz G. O'Connor Amalea Davidson
    E' al vischio con Ama
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    La curiosità era una delle cose che amava, in Amalea. Sì, nonostante rovinasse sempre tutte le sorprese, incapace di non ficcanasare dove non doveva.
    Si ricordava il quattro marzo di tre anni prima, il loro ultimo anno ad Hogwarts. Aveva provato ad organizzarle una festa a sorpresa in una delle aule in disuso, ma ovviamente era riuscita a rovinare persino quella sorpresa, ficcanasando tra gli appunti che aveva cercato accuratamente di occultare. Probabilmente fallendo. Ma andava bene così, la accettava in ogni parte di lei, perché senza non sarebbe stata la sua Amalea.
    In ogni caso, la sorpresa per invitarla al ballo era riuscita piuttosto bene e lei sembrava felice, perciò non c'era motivo di lamentarsi. La accolse tra le sue braccia e lasciò che sfogasse la sua eccitazione, rischiando ogni tanto di prendersi qualche testata. Era così bella quando sprigionava energia da tutti i pori!
    Se mi avessi detto di no, mi sarei mangiato tutta la pizza da solo. E ti avrei costretta a guardarmi.
    Un'altra cosa che adorava del loro rapporto che fosse l'amicizia prima e la relazione poi, era la spontaneità ed il fatto che potessero scherzare di qualsiasi cosa: non c'era imbarazzo, non c'erano tabù e soprattutto non c'erano cose che non potessero dire.
    Le accarezzò i capelli e la strinse a lui un po' di più, mentre quel plaid gigante della Marvel, riusciva egregiamente a coprire entrambi, tenendoli al riparo dal freddo Irlandese.
    Lasciò che le loro labbra si incontrassero per baci via via sempre più intensi, dolci ma allo stesso tempo pieni di amore e passione. Ma non aveva ancora finito di sorprenderla, ci sarebbe stato tempo più tardi per le effusioni.
    Se vuoi vado a regalarlo a Fitz. Te lo immagini? Rise prima di beccarsi un angolo del coperchio dritto dritto nello stomaco, cosa che gli procurò un gemito più per la sorpresa che per il dolore. Scosse la testa alle sue scuse: non erano necessarie. La prossima volta sarò costretto a punirti annunciò con la massima serietà prima di ridere a sua volta e scivolare all'indietro, reggendosi sul tetto con i gomiti per lasciarle maggiore spazio di manovra e non rischiare di venire ucciso.
    Sono pazzo di te replicò, forse un po' cringe. Ma, andiamo, i gemelli O'Connor erano gli esponenti del cringe più assoluto (Sì, Fitz, anche tu!) ed i rispettivi partner li accettavano anche per quello, quindi non doveva proprio farsi problemi.
    Mi hai scoperto! Scherzò, scuotendo la testa. In realtà aveva costretto entrambi i suoi padri a sedute interminabili affinché il nodo non divenisse perfetto. E c'era voluto molto più tempo di quel che si crede per fare un'operazione di quel genere.
    Quando finalmente posò il vestito di lato, tornò a sorriderle con dolcezza. Ti piace? Non sono un granché a fare regali ma... ho dato disposizioni ad un sarto, mi sono affidato alle sue mani. Gli ho mostrato una tua foto e mi ha detto che quel colore ti starà D-I-V-I-N-A-M-E-N-T-E. Sì, esattamente con questa enfasi. Tornò ad abbracciarla per tenerla stretta a se, mentre i baci ed i tocchi venivano approfonditi sempre di più, rendendo l'atmosfera sempre più calda senza l'ausilio di coperte varie.
    E poi arrivò quella frase.
    Cercò di non irrigidirsi troppo per non ferirla.
    Non è che non ricambiasse, è che non si sentiva ancora pronto a ricambiare apertamente. Perché dirle a voce alta che l'amava, sarebbe significato prendersi un impegno che aveva una profonda paura di non saper rispettare, nonostante sembrasse sempre così allegro e spensierato.
    L'ultima volta che aveva confessato a qualcuno di amarlo, era finita male. Precisamente, si era dovuto abituare a vedere quella persona con il proprio fratello ed immaginarselo tra le sue braccia quando non poteva tenerli d'occhio. Ora, non che rimpiangesse che sopra di lui ci fosse Amalea e non Nick, ma lui era rimasto così scottato che non voleva che succedesse anche a lei. Ma non voleva nemmeno ferirla cambiando argomento o rimanendo nel silenzio più totale. Quindi, pensando rapidamente, allargò un sorriso caldo come il sole d'agosto e la prese per i fianchi. Con un colpo di reni, sollevò se stesso e lei -sembrava magrolino ma in realtà era dotato di una discreta forza- e la stese sopra la coperta, mantenendo il plaid sulle proprie spalle per continuare a godere di quel calore. Si posizionò affianco a lei, girato su un fianco, gli occhi però rivolti al cielo.
    Sono felice di essere qua con te gli sussurrò, posandole una mano sulla pancia e tirandola un po' più a sé. Avvicinò le labbra al suo collo per lasciarle tanti piccoli baci, seguendo poi il profilo della mandibola fino a spostarsi per arrivare alle labbra. In un attimo fu sopra di lei, reggendosi sempre con i gomiti per non pesare troppo su di lei. Fitz è... non lo so, da qualche parte. Credo a scuola. I miei invece non ci sono. Per caso hai incontrato papà mentre usciva? Non dovrebbe essere passato tanto Lo disse con uno sguardo sorridente ed anche un pelo malizioso.
    Brooks O'Connor


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  11. .
    Era nervoso mentre aspettava Amalea. Sperava che tutto fosse al proprio posto e che apprezzasse cos'aveva fatto ma, cosa più importante, sperava che fosse felice.
    Quando vibrò il cellulare ed il nome della Dioptase apparve sullo schermo, sussultò così forte che per poco non cadde dal davanzale verso il tetto; aveva paura che per un imprevisto non potesse più raggiungerlo... e proprio per quel motivo, aprì la chat con dita tremanti.
    Quando lesse il contenuto, sospirò forte. Un sospiro che presto si tramutò in una risata altrettanto forte. Anche quella lo stava per far cadere gambe all'aria.

    Direttamente da una scadente serie tv americana

    Lo digitò con il cuore molto più leggero, ora che sapeva che non c'erano imprevisti che le avrebbero impedito di presentarsi. Ipotesi avvalorata dal messaggio successivo.

    Ehi, diventeremo zii! Dovresti essere felice.

    Posò il telefono sul davanzale ed iniziò a far penzolare le gambe in attesa che la sua bella si presentasse, ridacchiando al ripensare ai messaggi. In effetti la sua famiglia non era mai stata normale, tuttavia non pensava che sarebbero arrivati fino a quel punto. In effetti quando aveva conosciuto la sua famiglia, si era sentito un po' più normale con i suoi due padri omosessuali.
    Ma a parte quel piccolo dettaglio, Amalea in generale era in grado di non farlo sentire in difetto per tutte quelle piccole anomalie che distinguevano la sua famiglia dalla maggior parte della popolazione, argomento per il quale era stato costantemente preso di mira da piccolo, anche se col sorriso è sempre riuscito ad ignorare il fastidio finché crescendo ha smesso completamente di provarlo.

    Era completamente immerso nei suoi pensieri profondi quando la porta venne spalancata ed un'Amalea arrossata, entrò in camera sua.
    Hai corso commentò. Non era una domanda ma un'osservazione, perché aveva le guance rosse ed i capelli scarmigliati, anche se lui la trovava meravigliosa anche in quelle condizioni. Era perfetta in tutto ciò che lei vedeva come un difetto.
    Un'idea allettante, ma io ne ho trovata una migliore le assicurò criptico, allargando appena le gambe e le braccia mentre si avvicinava, per cingerla ed attirarla a sé in un bacio veloce ma profondo, seppur a stampo. Ci sarebbe stato tempo per il resto. Ehi, non essere curios- non fece nemmeno in tempo a finire la frase che venne sbilanciato e scivolò in avanti, cadendo giù dal davanzale e posando i piedi sul parquet della camera, mentre lei, impaziente come al solito, si precipitava verso la sorpresa che aveva preparato.
    Sospirò esasperato -ma ridacchiò- e scavalcò il davanzale con un balzo, seguendola dopo aver afferrato la sua mano. E per chi sennò, scema? La redarguì bonariamente, lasciando che svelasse tutti i dettagli del suo piano, anche se prematuramente rispetto al suo piano originale ma ha ottime capacità di adattamento. La raggiuse e si sedette sulla coperta, incrociando le gambe ed osservandola, sperando in una reazione positiva.
    Quando ebbe capito che la pizza non era una pizza normale ma uno strano invito al ballo, la abbandonò per fiondarsi su di lui, che la prese al volo, trattenendola con due mani sui morbidi fianchi. Se ho ben capito, vieni al ballo con me rise, ricambiando quel bacio ed avvolgendole tutta la schiena con le braccia per stringerla a sé ed inspirò profondamente il suo profumo. Non desidererei andare al ballo con nessun'altra a parte te le sussurrò a fior di labbra, non accennando a lasciarla andare. Allungò solo un braccio armato di bacchetta per appellare un plaid ed adagiarlo attorno ai loro corpi uniti.
    Ti ho preso anche un regalo, aspetta... si allungò per afferrare la scatola e porgergliela, sperando con tutto il cuore che le piacesse. Il suo stava battendo all'impazzata contro le costole, minacciando di uscirgli fuori dal petto da un momento all'altro oppure schizzargli in gola. Non era bravo a fare regali, ma ci aveva provato.
    Aspettò che aprisse e tirasse fuori il bel vestito azzurro, principesco. Non avrebbe nemmeno aspettato la sua reazione prima di cominciare a parlare, come se volesse mettersi al sicuro da eventuali critiche.
    Vorrei che te lo mettessi al ballo. Sollevò il dito indice e glielo posò sulle labbra, prevenendo eventuali parole prima che lui avesse finito il suo discorso, altrimenti avrebbe perso la concentrazione. Ed in quell'occasione, non poteva permettersi di fare gaffe. Lo so che te ne ho già regalato uno, l'anno scorso più o meno in questo periodo continuò, accennando a quello che l'altra pignola player, ci ha gentilmente fatto notare. Tuttavia... te ne regalerò uno per ogni occasione, pur di farti sentire la più bella di tutte. Anche se per me lo sei persino con una semplice divisa. Sei la stella che brilla di più nel mio cielo, noterei solo te in un corridoio affollato dopo la fine delle lezioni. Un'altra pausa grave, pretenziosa. Si indicò il petto, ma non in corrispondenza di cuore. Per te ho addirittura imparato a fare il nodo alla cravatta. Lo hai notato?
    Brooks O'Connor


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    Brooks era tutto ma non un tipo romantico. Non che non lo volesse ma non ne era proprio capace, era una frana con le ragazze... bastava vedere il disastro che aveva combinato l'anno precedente.
    Ma appena aveva sentito che Victoria stava organizzando un ballo per concludere l'anno, aveva pensato da subito alla sua bella.
    Si ricordava ogni singola cosa di lei ed ogni singola conversazione che avevano avuto, si ricordava di averle detto che avrebbe dovuto valorizzare il proprio corpo anziché nasconderlo con vestiti troppo larghi.
    Qualche pomeriggio prima, si era preso la libertà di scrivere ad uno dei fratelli di Amalea, chiedendogli di sbirciare la taglia di uno dei probabilmente pochi vestiti che possedeva. Probabilmente non erano cose che andavano fatte ma, come già detto, Brooks è una frana enorme.
    Quindi, dopo aver saputo la taglia, le aveva acquistato un vestito da un sarto professionista e molto, molto famoso -grazie ai soldoni degli O'Connor-, di un bell'azzurro che, secondo lui, avrebbe valorizzato la sua ragazza. Aveva intenzione di rendere la serata del ballo il più speciale possibile e doveva fare di tutto perché anche l'attesa lo fosse.
    Il vestito, comunque, non era eccessivo, era lungo come si addiceva ad una principessa, con uno spacco sulla gamba, ma aderiva perfettamente al corpo, permettendole di mostrare ciò che andava mostrato ma con la giusta eleganza.
    Sempre sull'onda di chi non sa essere romantico, aveva ordinato una pizza chiedendola specificatamente a forma di cuore -faceva molto cliché, ma era sicuro che a lei sarebbe piaciuto- con su scritto "Vuoi venire al ballo con me?".
    Se Brooks aveva imparato un minimo a conoscere la sua ragazza, sapeva che probabilmente non aveva messo in previsione di andare al ballo. Forse si riteneva troppo brutta, grassa, sbagliata. Era sempre stato così, anche se lui non aveva mai smesso di farla sentire perfetta e speciale, nemmeno quand'erano migliori amici.
    La loro grande villa aveva una parte di tetto piatta ed era collegata direttamente con la finestra della stanza di Brooks, perciò là aveva preparato una coperta stesa al suolo, con tutt'attorno delle candeline all'aroma di fragola, leggere perché non infastidissero l'olfatto. Ovviamente, le aveva posizionate a distanza di sicurezza. La pizza era posata sulla coperta, chiusa nel suo cartone. E vicino a quello, c'era la scatola con dentro il vestito.
    Tutto era perfetto, mancava solamente l'emblema di quella perfezione. Si era vestito con uno semplicissimo smoking nero e le aveva mandato un messaggio, qualche ora prima.

    CITAZIONE
    Alle 22 a casa mia, ti aspetto in camera. Ho ordinato cibo spazzatura ed ho rinnovato l'abbonamento a Netflix.

    Okay, non era proprio tutto vero. Quello era il piano della serata, sì, ma non subito, Prima avrebbe dovuto dirle qualcosa di molto importante. Le stelle, in tutto ciò, sembravano vegliare su di lui, alte nel cielo.
    Si sedette sul davanzale con le gambe rivolte all'interno della camera in modo che il suo corpo nascondesse cosa il tetto celava e la aspettò, visto che tempo prima aveva dato ad Amalea, una coppia delle chiavi di casa.
    Brooks O'Connor


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    Gli occhi nocciola si posarono con lentezza sul gemello, mentre un'espressione di desolazione gli si dipinse sul viso.
    Non sentiva Nick da un po' e la cosa lo faceva arrabbiare, perché era già la seconda volta. Non sembrava aver capito che avrebbe dovuto condividere con lui i suoi problemi, nonostante glielo avesse ripetuto fino allo sfinimento, quando si erano ritrovati. Scosse la testa, triste sia per se stesso che per Fitz. Sapeva quanto importante stesse diventando il Mc Callister per lui e non desiderava fosse infelice, ma non poteva mentirgli.
    No Fitz, è da un po' che non mi scrive né risponde ai miei messaggi. Forse Mary Lou sta di nuovo male. Le ultime parole le disse a voce bassissima, come se fosse un segreto di stato e nessuno dovesse saperne nulla, se non loro.

    Andò poi a sedersi, la domanda del gemello che ancora gli fluttuava per la testa. Nicholas era parte della sua anima e gli mancava così tanto da far male. Era tutto cambiato dal Natale precedente e ciò era fin troppo estenuante. Non aveva le forze necessarie per star dietro a tutto.
    Ma per il momento avrebbe dovuto concentrarsi sulla lezione e sulla sua bella, seduta accanto a lui.
    Ma il prof non è così bello le sussurrò di rimando, ammiccandole. La storia con Amalea era stata piuttosto complicata, tuttavia sembravano aver trovato il loro equilibrio ed era felice così.
    Le diede un pizzicotto fintamente indispettito, come se lui fosse un angioletto. Si contenga, signorina le sussurrò con una mezza risata, l'indignazione fake solo un lontano ricordo.
    Credo sia un fan del macabro replicò, stringendosi nelle spalle. Avevano fatto solamente un anno in quella scuola ma era noto a chiunque che Ensor fosse inquietante e non avesse poi molti comportamenti normali. Quindi non c'era da stupirsi se avesse servito loro delle carcasse di animali morti, per quanto avrebbero potuto essere di molto peggiori rispetto a quel che erano già.

    Osservò il corpo di uno scoiattolo e si trattenne a stento dal lanciarlo via dal banco. NO non Popcorn! Si lagnò, visto che quell'esserino era praticamente identico al suo famiglio che, per fortuna, era al sicuro nella sala comune. Anche se, a dirla tutta, gli venne una strana voglia di controllare che fosse realmente così.
    Comunque si alzò per prendere il corpicino senza vita di un riccio. Rabbrividì perché gli dispiacque così tanto per quell'essere, che avrebbe voluto gettare alle ortiche il suo proposito di una buona media. Ma i suoi padri avevano già minacciato i gemelli di una crudele punizione se non avessero preso voti esemplari.
    Sospirando, puntò la bacchetta verso la zampetta inferiore tranciata e la sventolo. Elego... recresci. Ma il suo tono non fu molto convinto, tanto che il contorno del moncone si illuminò debolmente di una lucetta d'oro, ma non successe nulla. Imprecò mentalmente e sbirciò Amalea, chiedendosi cosa le passasse per la testa. Non voleva ne uscisse troppo impressionata.
    Elego recresci. Stavolta lo disse con più sicurezza, pensando intensamente alla zampa di una papera, riuscendo finalmente nel suo intento.
    Brooks O'Connor


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    EhhvB5x



    ROLE IN CORSO:



    Love to hate it - Brooks&Nick
    Doubt - Brooks&Fitz (Compiti di Rune)
    Lezione di DCAO - Biennio 22/23
    Jingle Ball - Evento


    ROLE CONCLUSE:



    Ogni giorno è una scoperta - Amalea
    Incontrarsi per la prima volta - Evento
    Valutazioni di DCAO - Compiti
    Lezione Magitech - Biennio - Lezione
    Nuotatina? - Mars
    Compiti Magitech - Biennio 21/22 - Compiti
    Stop the world I wanna get off - Thomas, Mars, Fitz
    L'amico su cui poter sempre contare - Nickie
    Lezione di antiche rune - biennio 21/21 - Lezione
    Compito Magia Verde - novembre 2021 - Compiti
    Brooks vs Natasha - Duello
    Cercando la tranquillità (Ma quando mai?) - Nickie
    Tu che rimani sempre la mia password del Wi-Fi - Mars
    Tu che rimani sempre la mia password del wi-fi pt.2 - Mars
    Deep end - Nickie
    Toxic - Thomas
    Every moment is a fresh beginning - Amalea
    Another love - Mars
    All I want for christmas is you - Nickie
    Lezione di incantesimi e pozioni, biennio 21/22 - Lezione
    Indiana Jones - Compiti
    E pesano, uccidono sti cazzo di "ti amo" - Nickie
    Il passaggio - Quest
    Softly - Amalea
    Compiti di Alchimia 21/22 - Compiti
    Si perde il pelo, ma non il vizio! - Adrien
    Cookies - Gyll
    Un altro amore - Amalea
    L'unico amore - Amalea
    Compito Biennio Antiche Rune 21/22 - Lezione
    Lezione Magia Verde&DCAO Biennio 21/22 - Lezione
    I need help - Lilith
    Lezione di Divinazione - Biennio, Settembre, Anno scolastico 2022/23 - Lezione
    Lezione di Pozioni - Biennio 22/23 - Lezione
    Evento di inizio anno 2022/2023 - Hidenstone Games - Evento
    In a dream - Amalea
    Lezione di Alchimia - Biennio 22/23 - Lezione
    Ti porterò a ballare, finché non sorge il sole - Amalea
    In a dream pt. 2 - Amalea

    CODICE
    <div style=" margin: auto; color: #666; line-height: 130%; font: 12px helvetica; "><table cellspacing="0" cellspacing="9px">

    <tr>
    <td style=" padding: 10px; width: 250px; height: 250px; background: url(https://media1.popsugar-assets.com/files/thumbor/4vf2Svi-OyVPmGeCOeuKK5Iszb4/fit-in/1024x1024/filters:format_auto-!!-:strip_icc-!!-/2018/09/14/816/n/1922398/8e1c4115fdf17710_tumblr_pf0d6cQbGT1s4ckpo_400/i/When-He-Took-Off-His-Jacket-You-Did-Double-Take.gif) no-repeat center; background-size: cover; background-color: darkred; background-blend-mode: multiply; vertical-align: bottom; "></td>
    <td rowspan="2" style="background: #111; padding: 10px;"><div style="max-height: 500px; overflow: auto; padding: 10px; color: #888; font-size: 14px;"><div style="text-align:justify">TESTO QUI </div></div></td>
    </tr>

    <tr>
    <td style=" background-color: darkred; padding: 10px; "><div style="font: 38px helvetica; font-weight: 900; text-transform: uppercase; text-align: right; line-height: 35px; color:#fff;">Brooks O'Connor</div>
    <div style="font: 11px cambria; font-style: italic; text-align: justify; color:#fff;"><div style=" font-size: 20px; margin-right: 10px; float: left"></div><div style=" font-size: 20px; margin-left: 10px; float: right"></div></div>
    <div style=" display: block; padding: 3px; margin: 3px; font: 10px calibri; text-transform: uppercase; border: 1px solid; border-radius: 10px 0px 0px 10px; text-align: right; color:#fff;">[URL=?t=78648558][size=2][color=#fff]scheda[/color][/size][/URL]</div> <div style=" display: block; padding: 3px; margin: 3px; font: 10px calibri; text-transform: uppercase; border: 1px solid; border-radius: 10px 0px 0px 10px; text-align: right; color:#fff;">[URL=?t=78658648][size=2][color=#fff]stat.[/color][/size][/URL]</div> <div style=" display: block; padding: 3px; margin: 3px; font: 10px calibri; text-transform: uppercase; border: 1px solid; border-radius: 10px 0px 0px 10px; text-align: right; color:#fff;">Black Opal</div><div style=" display: block; padding: 3px; margin: 3px; font: 10px calibri; text-transform: uppercase; border: 1px solid; border-radius: 10px 0px 0px 10px; text-align: right; color:#fff;">II Anno</div><div style=" display: block; padding: 3px; margin: 3px; font: 10px calibri; text-transform: uppercase; border: 1px solid; border-radius: 10px 0px 0px 10px; text-align: right; color:#fff;">Bisex</div></td>
    </tr>

    </table></div><p align="center">code by [URL=https://fuckyeah.blogfree.net/?act=Profile&MID=67163]©#fishbone[/URL]</p>


    CODICE
    [color=darkred]Il post in breve:[/color] <i>//</i>
    <b>[color=darkred]Azione 1:[/color]</b> <i>//</i>

    <b>[color=darkred]Azione 2:[/color]</b> <i>//</i>

    <b>[color=darkred]Mezza-azione:[/color]</b> <i>//</i><hr><b>[color=darkred]Quirk Attivo:[/color]</b> <i>-</i><hr><b>[color=darkred]Skill:[/color]</b>-<hr><b>[color=darkred]Inventario:[/color]</b> -<i> Mirai
    Geko del Vento - X - addomesticato

    Caratteristiche: Geko di colore dorato piuttosto schivo, che ama stare nella tasca del suo padrone. Ama camminare sulle pareti, sui soffitti e… per aria. Balzando, infatti, genera dei piccoli cuscinetti d’aria solida che resistono qualche minuto, abbastanza forti perché il padrone (e solo lui) vi si possa aggrappare o appoggiare per massimo 5 secondi.</i>

    <hr><b>[color=darkred]Coraggio:[/color]</b> 12
    <b>[color=darkred]Empatia:[/color]</b> 10
    <b>[color=darkred]Intelligenza:[/color]</b> 9
    <b>[color=darkred]Resistenza:[/color]</b> 08
    <b>[color=darkred]Tecnica:[/color]</b> 06
    <b>[color=darkred]Intuito:[/color]</b> 09
    <b>[color=darkred]Destrezza:[/color]</b> 08
    <b>[color=darkred]Carisma:[/color]</b> 08


    Edited by Brooks Ryan O'Connor - 10/12/2022, 21:23
  15. .
    CITAZIONE (Lydia. @ 13/11/2022, 20:58) 
    Numero di partecipanti: //
    Sezione in cui aprire: Da decidere
    Info aggiuntive: In attesa dello smistamento, mi piacerebbe organizzare qualcosa per la mia piccola peste. Venghino signori, venghino. Giuro che non mordo (ma non posso garantire lo stesso per Lydia).

    Guarda, se apri tu, volentieri v.v

    Rispondo con codesto account ma dai pure un'occhiata al mio database e scegli pure tu chi preferisci ùù
133 replies since 26/8/2021
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