Cercando la tranquillità. (ma quando mai?)

Brooks e Nick

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    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
    16 | I ANNO | Dioptase


    Era sera tardi, e effettivamente non era il momento migliore per allenarsi. Certo, l’aria era più fresca e quindi migliore per non morire di caldo, ma Nick sapeva che l’ora di cena si stava avvicinando, così come lo sapeva la sua pancia. Ma, oramai, Nick aveva deciso che si sarebbe allenato, e così sarebbe stato. Aveva messo la tuta, completa di giacca per quando sarebbe stato sudato come un lottatore di sumo, aveva preso mazza e palla e una bottiglia di succo di zucca, per avviarsi poi verso il campo da Quidditch, in un passo già abbastanza accelerato. Dopo pochi minuti si ritrovò sulla sabbia del centrocampo, dove posò felpa, acqua, mazza e palla, e si mise a correre. Aveva parecchi pensieri per la testa, con tutto che sembrava che a lui non succedesse mai nulla. Aveva conosciuto un sacco di nuove persone e incontrato vecchi amici, aveva aiutato con delle questioni sentimentali - con tutto che lui ne sapeva davvero poco - ma lui…mah. Si le lezioni, si gli amici, si Jess che si era rivelata l’ultima persona che avrebbe mai pensato di rivedere a scuola, però…nulla di eccitante. Nulla che gli facesse dire “Ehi, si, sto vivendo anche io le mie avventure!”.
    Sospirò, accelerando il passo e completando un altro giro di campo, per poi riconvertire verso il centro e prendere la sua mazza da battitore, incantando nel frattempo la palla perché tornasse verso di lui. Si guardò intorno, sentendo che lo stomaco cominciava a brontolare, e lasciò andare la sfera di cuoio, che cominciò subito a volargli accanto. Alla prima mazzettata, sorrise. Magari così avrebbe scaricato un po’ di tensione, giusto?

    Parlato - Narrato - "Pensato"- Ascoltato
    | Demons run, when a good man goes to war | code by ms. atelophobia



    Brooks Ryan O'Connor
     
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    Brooks O'Connor
    Era tardi, la cena era prossima, lui però non aveva per niente fame. Il litigio con la Davison era fresco nella sua memoria, troppo perché non fosse ancora doloroso. Lui proprio non le riusciva a capire, le donne... una volta facevi una cosa ed eri l'uomo migliore del mondo, un'altra volta facevi la stessa cosa, ed eri una grande merda. Così era successo a lui: fino all'arrivo ad Hidenstone si era comportato come se Amalea fosse la miglior amica che potesse mai avere, cosa vera, ma dal loro arrivo, nonostante avesse fatto la stessa cosa, non sembrava più che l'altra si accontentasse. Perché i sentimenti erano così complicati?
    Quella sera aveva preso una mazza, nonostante fosse forse troppo gracilino per fare il battitore, ma aveva una gran voglia di sfogare le sue energie senza fare del male a nessuno -cosa che certo non era nella sua natura- e stancarsi fino ad essere madido di sudore, finché i suoi polmoni non avessero gridato pietà, finché non si sarebbe più retto in piedi.
    Aveva indossato una tuta da ginnastica nero e rosso scuro, i colori che regnavano nei black opal, aveva preso Mirai -il geko- e Popcorn -lo scoiattolino- e si era diretto al campo di quidditch, fiducioso che non ci fosse nessuno che potesse udirlo. Ovviamente non si accorse del ragazzo quasi al centro del Campo né del bolide che stava colpendo, ancora troppo lontano per udirne il rumore. Declan, uno dei due padri, gli aveva insegnato che quando stava male, doveva andare in un posto isolato ed urlare, urlare fino a farsi scoppiare i polmoni. Il posto ideale sarebbe stato il mare, con le onde a cullare i suoi pensieri e portar via la negatività, ma certo a quell'ora uscire dalle mura era decisamente fuori discussione, almeno per lui che era un primino e non conosceva bene l'isola. Una volta all'entrata del campo, gonfiò per bene la trachea, assorbendo tutta l'aria che poté, riflettendo. VORREI CHE TUTTO TORNASSE COME PRIMA TRA ME ED AMALEA sputò fuori in un urlo che rimbalzò per le pareti del campo ed inaspettatamente, si sentì quasi meglio e talmente su di giri che cadde a terra di culo, lasciando andare la mazza. Sollevò la testa al cielo, osservando le stelle.
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    La palla continuava a fare avanti e indietro, colpita alla perfezione dalla mazza che Nick teneva in mano, e così continuavano a fare i pensieri di Nick. Il flusso di pensieri lo aveva addirittura portato ad un paio di giorni prima, forse - non ricordava con precisione quando - alla chiacchierata che aveva avuto con Amalea, e a tutto il disastro che erano entrambi. Sorrise al ricordo del suo viso quando si era resa conto di essere innamorata del migliore amico, e di come lui si fosse sentito sulla stessa barca. Diede un altra mazzetta alla palla, poi una voce lo fece letteralmente saltare in aria (tipo gatto con cetriolo). Nel momento in cui riposò i piedi per terra, ovviamente, la palla tornò verso di lui a velocità non elevata ma comunque decisa. Si ritrovò quindi il cuoio spiaccicato sulla guancia, e gli occhi a guardare il firmamento, visto che la botta lo aveva fatto ribaltare. Fortunatamente, a differenza dei bolidi, la palla se non colpita si fermava. La raccolse velocemente, rialzandosi e girandosi verso la direzione da cui aveva sentito provenire il suono, vedendo una sagoma ben seduta sull’erba. Dato il contenuto della frase urlata poco prima, Nick poteva solo presumere che si trattasse di nientemeno che Brooks O’Connor, un suo ex compagno di casata. Erano diventati amici quasi subito, a scuola, considerato che avevano un carattere simile sul punto di vista puramente di estroversione. Sinceramente gli faceva piacere avere un altro compagno Grifondoro in quella scuola, con tutto che erano finiti - anche loro, incredibile - in case diverse. Sospirando, in qualche modo però rincuorato dalla presenza dell’altro, raccattò mazza, palla e succo di zucca e si avviò verso di lui, ridacchiando tra se. Arrivato accanto al ragazzo si buttò a terra accanto a lui, e gli mise una mano sulla spalla, sorridendogli.
    -Non ti chiedo come va, considerato che mi sono beccato la palla in faccia per il tuo urlo - rise, per poi porgergli un po’ di succo di zucca - bevi, altrimenti ti farà male la gola…dopo quell’urlo, insomma…
    Si appoggiò a terra con entrambi i palmi delle mani, alzando lo sguardo sul firmamento, per poi sospirare leggermente.
    -È successo qualcosa con Amalea, a quanto ho capito. - spostò lo sguardo verso il ragazzo - vuoi parlarne? Se non ti va, potremmo passarci la palla a mazzate! Giuro che aiuta un sacco con la tensione.

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    Brooks O'Connor
    Brooks non aveva pensato nemmeno per un secondo al fatto che potesse non essere solo, quella sera, quando aveva cacciato quell'urlo liberatorio come molti tiktoker consigliavano di fare. Si era levato un peso dal cuore, come se quell'esclamazione fosse bastata a far realmente tornare come prima le cose tra lui ed Amalea, anche se effettivamente era quanto di più lontano dalla realtà ci potesse essere, eppure era stato catartico. Si era seduto di peso a terra, sollevando qualche filo d'erba ed aveva reclinato lo sguardo verso l'alto, incurante di tutto ciò che gli succedeva attorno. Fu così che non si accorse per niente dell'ex compagno grifondoro, almeno finché non sentì qualcuno sedersi accanto a lui ed una mano sulla spalla. Sussultò appena, ma poi il suo viso si illuminò di un bellissimo sorriso.
    Ti sei... fatto male? Domandò, sentendosi immediatamente in colpa di aver causato qualche potenziale ferita nell'altro con il suo urlo sconsiderato. Nick era una delle persone più importanti che potesse reincontrare ed era seriamente felice di rivedere il suo volto sorridente anche ad Hidenstone, dove gli avrebbe fatto compagnia per almeno altri cinque anni.
    Accettò il succo di zucca mentre le sue gote si dipingevano letteralmente di rosso. Distolse lo sguardo, imbarazzato, prendendo un sorso di succo. Non sapeva bene come replicare perché si sentiva colto in fallo in un suo momento estremamente intimo e sapeva anche che la colpa era solo sua, non certo di Nick.
    Quando l'altro parlò, si trovò nella situazione di dover replicare, ma sentì la gola riarsa proprio come Nick aveva previsto, sebbene avesse appena bevuto una generosa quantità di succo di zucca. Io... sì, le donne non le capisco! Non era vero per niente, con Marlee era sempre filato tutto liscio -certo, i litigi c'erano stati anche tra loro, ma mai di quella portata- eppure la sua migliore amica sembrava completamente diversa dalla sua ex. Espresse quel pensiero a parole. Non capisco perché sia tutto così difficile con lei. Qualsiasi cosa che io faccia o dica, rischia di ferirla non so per quale ragione. Eppure le ragazze non sono tutte così complicate! Marlee, per esempio, lo era molto meno. Litigavamo ma facevamo pace poco dopo! Nick sapeva a chi si stesse riferendo perché glielo aveva raccontato, quando ancora frequentavano Hogwarts. Tu sei nella sua stessa casata... si comporta sempre così? Non capisco... sospirò sconsolato, anche se ancora non tirava in ballo il bacio che si erano dati alla guferia, né la litigata il primo giorno di scuola. Si alzò, spolverandosi i pantaloni e provando a sorridere ancora. Osservò l'amico, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi, anche se probabilmente non ne aveva affatto bisogno. Accetto l'offerta, comunque... forse mi aiuterà di più che urlare facendo spaventare le persone! Scherzò con una risatina, guardandolo negli occhi. Gli voleva proprio bene.
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    Era quasi sicuro che il ragazzo non si fosse minimamente accorto del suo arrivo, tanto che non si sorprese dal vederlo sobbalzare leggermente. Sorrise e scosse la testa, passandosi una mano sul punto colpito.
    -Nah, niente di che, tranquillo.
    Lo guardò mentre si accomodava meglio e arrossiva leggermente, e sorrise, contento di essere semplicemente li con lui. Rivedere Brooks era felicità pura, essendo il ragazzo uno dei suoi migliori amici di scuola, insomma. Ridacchiò alle sue successive parole, alzando leggermente le spalle e annuendo.
    -A chi lo dici…non me ne parlare, ne di ragazze ne di ragazzi. Non so proprio come fare!
    Lo guardò mentre si arrovellava su Amalea, sorridendo tra se e se. Si fece più attento al suo nominare l’ex. L’aveva vista qualche volta in giro per i corridoi, ma non conoscendola non si era azzardato a rivolgerle parola. Che a Brooks…nah, non era fattibile, impossibile proprio…eppure…chissà, forse la sua incapacità di relazionarsi con Ama negli ultimi tempi era data da qualcosa in più, o forse no. Scosse la testa.
    -Mica sono tutte uguali, Brooks! Anche io e te siamo entrambi ragazzi, ma di certo non la pensiamo allo stesso modo…persino tu e tuo fratello avete modi completamente diversi di pensare!
    Sorrise e scosse la testa.
    -Ah, nono! Io ci parlo perché è simpatica e essendo ora una mia concausata la vedo più spesso, ma non posso riferire in giro quello che mi dice - sorrise sornione - neanche se lo dice su di te! - Si poggiò su entrambi i palmi - però almeno sai che non dirò nulla neanche a lei. Hai idea del perché ultimamente non riesci a capire come comportarti con lei?
    Lo vide alzarsi, poi, e porgergli la mano, che accettò con un sorriso. Una volta in piedi gli diede una pacca sulla spalla, sorridendo.
    -Sono davvero felice di ritrovarti, amico!
    Prese la mazza e la piccola palla di cuoio, per poi allontanarsi di qualche metro e toccarla con la bacchetta. La palla ora non sarebbe più tornata indietro, permettendo ai ragazzi di lanciarsela.
    -Dì un po’ Brooks! Tuo fratello è finito negli Opal, si?

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    Brooks era un sognatore. Aveva spesso e volentieri la testa tra le nuvole, ragion per cui capitava molte volte che qualcuno lo cogliesse impreparato con la propria presenza, anche se alla fine il ragazzo accoglieva di buon grado le novità e la rottura della sua solitudine. Anche quel giorno fece così, spostandosi per far spazio a Nick sebbene di spazio ce ne fosse già a volontà. Si passò una mano tra i ricci, assimilando la sua risposta e sentendosi rincuorato all'idea che non fosse l'unico ad avere problemi di quel genere. Persino l'infallibile e bellissimo Nick fa fatica in campo sentimentale, eh? Lo canzonò con un sorriso sornione, conscio di potersi permettere molta confidenza con quello che era stato forse il suo migliore amico in assoluto ai tempi di Hogwarts.
    Ridacchiò alla sua risposta, annuendo e massaggiandosi le tempie con i polpastrelli. Hai completamente ragione, in effetti nemmeno Fitz lo capisco. Quel ragazzo è un vero e proprio enigma... eppure siamo cresciuti insieme! Beh, era ovvio... erano gemelli, quindi per forza di cose si conoscevano fin dalla nascita, sebbene Brooks faticasse tutt'ora a capacitarsene, visto quanto fossero diversi: erano praticamente il giorno e la notte.
    Sospirò, rassegnandosi a non riuscire ad estrapolare a Nick nessuna informazione utile su ciò che diceva Ama. Lo conosceva da poco più di cinque anni e sapeva benissimo che fosse una tomba, quando si trattava di confidenze altrui. Non sarebbe di certo riuscito a cavare un ragno dal buco, insistendo. Decise di lasciar perdere. Va bene, non insisterò Nicky! Si arrese, volendo quindi rispondere alla sua domanda, cercando di mettere in ordine le proprie confusissime idee in merito alla sua migliore amica.
    Ci siamo baciati annunciò, arrivando subito al sodo e senza inutili giri di parole, cercando un contatto visivo con l'altro. O meglio, lei ha baciato me ed io... io mi sono paralizzato. Le ho detto delle cose... le ho detto che sarebbe stato meglio non rovinare tutto, che la nostra amicizia era troppo importante. Non l'ha presa bene e forse io l'ho persa del tutto spiegò, sconsolato, alzandosi e calciando un sassolino che si trovava sulla sua strada, prima di aiutare l'altro ad alzarsi.
    Oh sì, non hai idea di quanto... mi sei davvero mancato! Se c'era una cosa che Brooklyn non aveva paura di esternare, questi era proprio l'affetto che provava per le persone che lo circondavano, Nick in primis.
    Sì sì anche Fitz è negli opali confermò, afferrano al volo la palla e rilanciandola al proprietario, sentendo come tutta la tensione iniziasse a defluire dal suo corpo, abbandonandolo. E non è cambiato affatto da Hogwarts, come ti dicevo. Ancora adesso è un grandissimo mistero ridacchiò lui, rivolgendo poi a Nick uno sguardo furbo. Come mai questo interesse?
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    La risata di Nick riempì l’aria dello stadio, mentre con la mano chiusa a pugno toccava la spalla del compagno.
    -Ma quando mai…infallibile, come no… - sorrise all’aria della sera, leggermente malinconico - Clive non mi calcolerebbe neanche a pagarlo, etero com’è. E le ragazze…- alzò le spalle, passandosi una mano tra i capelli e ripensando a Siria - anche solo il fatto che mi piacciano due persone contemporaneamente mi fa sentire strano, sai?
    Sorrise poi alla vista del ragazzo che si massaggiava le tempie come cercando la pace interiore, a quanto pare senza ottimi risultati. Scosse la testa, piegandola verso di lui interrogativo.
    -Di certo, anche per lui spesso sei un enigma. - disse, sorridendo a metà -è la natura stessa dell’uomo. Se pensassimo tutti uguale sarebbe super facile, ma anche super noioso, no?
    Alzò l’angolo sinistro della bocca alla rassegnazione di Brooks sulla questione Amalea, per poi farsi attento quando il ragazzo si lanciò nella spiegazione. Man mano che il ragazzo raccontava, Nick annuiva lentamente, o faceva dei piccoli versi di assenso per far capire al ragazzo che stava ascoltando. Prese la mano del ragazzo e si alzò con il suo aiuto, dandogli poi una pacca sulla spalla.
    -Allora, con ordine. - diede una schicchera sulla fronte dell’amico - ma che vai a dire?! Merlino Brooks, capisco perché tu stia una merda…- lo scrutò leggermente - e Marlee in tutto questo come si colloca? Hai ancora uno strano luccichio quando dici il suo nome…- si avviò verso il centro del campo, camminando lentamente accanto al migliore amico - più che altro, devi capire per chi provi i sentimenti che si vede provi.
    Sorrise all’affetto dimostrato dall’opale, per poi passarsi una mano tra i capelli e colpire la palla, per poter cominciare il gioco tra loro. Ascoltò la risposta alla sua domanda e alzò le spalle, ricolpendo la palla con forza e guardando Brooks sorridendo.
    -Mah, in realtà nulla in particolare. L’abbiamo nominato e mi è venuta la curiosità, tutto qui. - lo scrutò dalla lontananza - non farti venire strane idee, sai.


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    Era divertente prendere bonariamente in giro il suo migliore amico, soprattutto quando c'era di mezzo qualche casino. Almeno così riuscivano a sentirsi più spensierati, anche se il tono malinconico di Nick, fece cessare il riccio di ridere.
    Clive non sa che si perde annunciò solenne, osservando il ragazzo, addolorato dal fatto che non avrebbe potuto fare di più, visto che obbligare le persone a stare con qualcuno, è considerato moralmente scorretto.
    Ti capisco disse Brooks, sospirando. Sentiva di provare qualcosa sia per Marlee che per Amalea, anche se non poteva dire con precisione di che sentimenti si trattassero ed avrebbe voluto fare chiarezza... forse stare lontano dalla sua migliore amica, lo avrebbe aiutato a ragionare a mente lucida. Penso sia una cosa normale alla nostra età, però... immagino Clive ti piaccia un po' di più. Sospirò dicendolo. Non era una domanda quanto più una mera constatazione rassegnata. Non sopportava vederlo soffrire a causa dell'ex tassorosso, avrebbe preferito che riuscisse a dimenticarlo, ma Brooks era troppo buono per non augurarsi che un giorno Clive si accorgesse del suo migliore amico.
    Voltò lo sguardo verso Nick, smettendo di massaggiarsi le tempie ed assumendo un'espressione piuttosto torva. Ehi ma tu da che parte stai?! Domandò, guardando il ragazzino ma non riuscendo a rimanere serio per più di cinque secondi, quindi alla fine scoppiò a ridere. Va bene, te lo concedo... ma converrai che Fitzzy sia un poco più strano! Protestò, cercando consenso ma al contempo, sentendosi sempre più leggero all'idea di essere lì con lui, sebbene nessuno dei due stesse davvero bene. Almeno potevano stare male insieme.
    Alla fine aiutò l'altro ad alzarsi finché non si ritrovarono entrambi a discutere circa Amalea ed ancora una volta, Brooks rimase quasi paralizzato dall'impeccabile intuito del ragazzo. Infatti quando pronunciò il nome di Marlee, sbiancò un poco. Ahi! Si lagnò, annuendo però ad ogni sua parola, attento.
    Marlee è... beh lei è fantastica e siamo pure nella stessa Casa! Trovo che sia ancora più bella, intelligente e... speciale dell'ultima volta che ci siamo visti spiegò, rendendosi conto che così facendo stava confermando le parole dell'amico, cosa che lo rendeva ancora più confuso. Voleva davvero bene alla sua ex nonostante si fossero lasciati. Invero, era impossibile non provare affetto per la ragazza. Ma non sapeva proprio cosa pensare.
    Quando la palla arrivò a lui, la colpì per rispedirla al mittente, ridacchiando. Non mi faccio nessuna strana idea! Lo so che il tuo cuore è già occupato annunciò, colpendola nuovamente, ignorando che poco tempo dopo quelle sue insinuazioni si sarebbero avverate e ci sarebbe rimasto male.
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    Il tono spensierato del ragazzo si spense mentre parlava di Clive, riportando a galla i sentimenti contrastanti che provava per il ragazzo. Ingoiò a vuoto e si girò a guardare l’amico, allungando la mano e stringendogliela con un sorriso a metà. Brooks sapeva sempre cosa dire per cercare di sollevarlo, e sapere che per lui Clive era quello che si stava perdendo “qualcosa” era confortante.
    -Grazie, Roo.- gli disse, e poi piegò la testa verso destra, aspettando di ascoltare cosa il ragazzo avesse da dire.
    Annuì, sorridendo alle rotelliste del cervello di Brooks che giravano, riuscendo praticamente a vederle mentre il ragazzo rimuginava.
    -Si, direi di si.
    Rise poi alla sua espressione cupa, portandosi i polpastrelli della mano destra sul petto e assumendo un espressione fintamente oltraggiata.
    -Io?! Dalla parte del giusto, ovviamente, come sempre.
    Rise insieme a Brooks, per poi annuire leggermente alzando le spalle. Fitz era strano, si, ma forse era anche perché in realtà non lo conosceva quasi affatto. Dopo essersi alzato notò come Brooks fosse quasi morto al solo pronunciare quella frase e ridacchiò, lanciandogli la palla e facendogli una linguaccia scherzosa alla sua esclamazione di dolore. Si fece poi serio a sentire quelle parole, e si mise due dita sotto il mento, ponderando la questione.
    -Magari, visto che sei confuso prova a passare un po’ di tempo con lei. Magari capisci bene boh…qualcosa. E poi puoi comportarti di conseguenza!
    Sorrise, pensando che effettivamente la testa di Brooks era decisamente incasinata, e ridacchiò anche alla sua successiva affermazione, arrossendo leggermente e colpendo la palla.
    -Già! Poi, ridendo e scherzando non l’ho ancora visto, ci credi? - diede un altro colpo alla palla - cioè in sala grande e a lezione si, certo, ma non ci siamo praticamente mai parlato ancora!
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    Non aveva mai provato niente di simile per un altro ragazzo che non fosse Nick. Lo adorava, gli voleva così tanto bene che si sarebbe buttato nel fuoco, per lui, avrebbe persino ucciso, se la situazione lo avesse richiesto. Sembrava estrema come circostanza, ma lui non era troppo un tipo da mezze misure.
    Non avrebbe ucciso Clive per non ricambiare i sentimenti del suo amico, quello no, ma certamente gli avrebbe fatto una bella lezione su cosa contasse davvero e, soprattutto, su chi contasse davvero! Nick era una di quelle persone che si incontravano una volta su un milione, quelle persone da tenere strette fino a farle mancare il respiro. Scosse la testa.
    Gnegnegne gli fece il verso Brooks, prima di scoppiare a ridere. Era così bello quando le loro teste si svuotavano ed i loro pensieri lasciavano spazio a risate genuine e piene di vita, ancora inconsapevoli di cosa sarebbe toccato loro di lì a poco tempo, forse poco più di un mese.
    Quando l'argomento virò su Marlee, si fece un po' più cupo e cominciò a rigirarsi nervosamente la palla tra le mani, pensieroso. Quella ragazza era da sempre il suo tallone d'Achille, la sua croce e delizia. Non sapeva veramente come comportarsi adesso che si erano rivisti, tuttavia era tutto tremendamente naturale quando gli si trovava vicino. Era il suo personale lago di felicità.
    Gli rilanciò la palla.
    Se capissi di essere ancora innamorato di lei... sarebbe una tragedia! Cosa succederebbe se Ame lo venisse a sapere? Nonostante il loro litigio, lui teneva davvero tantissimo alla sua migliore amica e vederla soffrire ancora, era l'ultima cosa che desiderava.
    Forse ignorava ancora il forte sentimento che provava per il ragazzo davanti a lui.
    Già, in effetti -e non capisco come sia possibile- non sei mai venuto a casa mia, venivo sempre io da te! Ma fidati che è una fortuna che tu non abbia incontrato Fitz ridacchiò ed i due ragazzi continuarono a lanciarsi la palla ancora per diverso tempo, almeno finché non venne l'ora di rientrare.
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