Lezione di Alchimia Biennio 22/23

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    Era la sua seconda lezione che coniugava più anni, poiché per un imprevisto inderogabile, l'anno precedente non era riuscito ad organizzare la lezione per il triennio, lasciandola ad altri. Ma finalmente era tornato libero di organizzarla.
    Per quella lezione, aveva pensato fuori dagli schemi del programma preparato dal suo predecessore, trovandolo leggermente obsoleto e privo di spunti interessanti, con tutto il rispetto che provava per chi lo aveva anticipato nell'insegnamento.
    Quel giorno aveva preparato qualcosa di diverso e sperava che nessuno si sarebbe scandalizzato troppo, che qualcuno non fosse troppo sensibile.
    Al contrario della lezione precedente, quella si sarebbe svolta in aula e sarebbe iniziata nel più banale dei modi, per quanto la domanda avrebbe dato modo a tutti di dare una risposta diversa dall'altra e permesso loro di esprimere tutto ciò che gli veniva in mente.
    Come per altre cose, non aveva fatto in tempo a rendere l'aula più sua, ma ci avrebbe pensato con calma, più avanti. Intanto gli studenti avrebbero dovuto accontentarsi della disposizione vecchia, ma era certo che a pochi interessasse veramente fermarsi ad osservare l'aula.
    Quel giorno Keegan era seduto dietro la scrivania con addosso dei vestiti trasandati come suo solito -si era vestito bene unicamente il giorno della lezione di prova- e la barba forse meno curata del solito, ma sul suo viso era perennemente incastonata l'espressione allegra e gentile che aveva sempre accolto tutti gli studenti fin dal primo giorno in cui li aveva visti. Amava quei ragazzi ed era convinto che avessero un ottimo potenziale.
    Dietro le sue spalle c'era una grande lavagna ove campeggiava una scritta: Chimere. Le lettere erano di un blu elettrico vivace e sembravano delle fiammelle che ardevano.
    Il docente avrebbe aspettato che i suoi studenti iniziassero a sciamare dentro la stanza, dedicando a ciascuno di loro un caloroso sorriso ed un saluto, rispondendo anche ad eventuali domande o a qualsiasi cosa avessero da dire, ritardando anche l'inizio della lezione se fosse stato necessario.
    Quando tutti avessero preso posto, si sarebbe alzato per andare davanti la scrivania, sedendosi sul bordo, allargando le mani ad abbracciare tutta l'aula. Buongiorno ragazzi, spero abbiate dormito bene. Non abbiamo idea se ci fosse un orario di quell'anno, ma fingiamo che si tratti di un venerdì mattina alle 9. Al massimo abbiamo chiesto a qualcuno di fare cambio orario, non rompete.
    Vorrei iniziare la lezione con una domanda: cosa ne sapete delle chimere? Vorrei che ognuno di voi mi facesse l'esempio di una creatura che segua quella definizione e me la spiegaste. Perché potrebbe essere una chimera, insomma.
    Incrociò le braccia al petto e, sempre senza smettere di sorridere, aspettò che gli alunni rispondessero uno ad uno.
    Keegan Mac Aodhagàin


    Hogwarts
    Druido
    Eterosessuale?

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    Buongiorno o buonasera a tutti! Perdonatemi per il ritardo, ma eccoci qua!

    La lezione è ambientata venerdì 04 novembre alle 9 di mattina, la descrizione dell'aula è sempre la stessa ma non perdete punti se non vi mettete ad osservare le finiture dei banchi (?)

    La richiesta è molto semplice: fatemi un esempio di chimera e ditemi il perché. Se non ricordo male, non c'è niente sul manuale... usate pure internet ma PER FAVORE, non copia-incolla, perché me ne accorgo e sarà penalizzante. Rielaborate e rendete vostra ogni risposta. A fine lezione, poi, l'argomento verrà implementato al manuale.

    Scadenza: giovedì 10 novembre 2022 h. 23:59
    Divertitevi e divertitemi!
     
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    Giada McCarthy Stundentessa

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    Poteva essere Alchimia tra le sue materie preferite? Se lo era, era anche per il fatto che fosse il sexy professore dietro quella cattedra poteva essere assolutamente un sex symbol del castello e questo rendeva il tutto sempre più bello e piacevole da seguire. Quella mattina di venerdì non poteva iniziare meglio che con il professor Mac Aodhagain. Si diresse quindi verso l'aula dopo una lauta e piena colazione in sala grande, voleva essere puntuale e fare bene fin dall'inizio dell'anno e ogni lezione era importante e decisiva per prendere un bel voto finale ai suoi esami, voleva dare il meglio di se. Entrata nell'aula vide il docente a sedere alla sua scrivania, e per prima cosa lo salutò con un sorriso evidente sul volto.

    Buongiorno professore. Come sta?

    Dette un occhiata alla scritta sulla lavagna, la parola era decisa e unica, non dava abito a interpretazioni diverse, il tema erano le chimere. Interessante anche come il testo era stato scritto in maniera magica, lo adorava. Si mise quindi a sedere prendendo posto in un banco alla destra della cattedra, poi attese l'inizio della lezione. Quindi alla domanda del docente rispose quello che sapeva in merito.

    La ringrazio molto, ho dormito molto bene se devo essere sincera. Riguardo alla sua domanda la chimera a livello mitologico è un misto di più creature nel suo corpo, la più nota la testa da leone. Se applico questo concetto al mondo animale potrei dire che gli animali ibridi sono quelli che si avvicinano di più alla definizione di Chimera. Io mi ricordo di aver visto che hanno fatto un ibrido tra una zebra e un asino, corpo di asino e zampe di zebra. Ha tutto per essere una Chimera.

    Concluse quindi il suo intervento lasciando lo spazio e il tempo di rispondere anche agli altri studenti per aggiungere delle cose magari in più o totalmente differente da quanto lei stessa aveva detto poco prima.

    RevelioGDR


    Giada entra in aula, saluta il docente, si mette a sedere e risponde alla domanda del docente.
     
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    ? James Beauvais ?
    « La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.»


    Il venerdì mattina, l'ultimo giorno di lezioni che affrontava sempre al meglio dato che solo poche ore dopo avrebbe avuto un sacco di tempo libero da sfruttare per se stesso, per stare con Mar, e fare quello che poteva. Aveva preso tutto quello che gli serviva per le lezioni del giorno. La torta di mele alla colazione era stata fenomenale e di fatto se ne era preso anche un pezzetto extra per fare una piccola merenda a metà della mattinata, un plauso assoluto per il lavoro degli elfi nella cucina. Il tempo di raggiungere l'aula di Alchimia per la lezione delle nove, all'incirca 5 minuti a piedi gli bastarono per ciò, e vide la porta dell'aula stessa. Entrò nella stanza senza pensarci due volte. Un saluto al docente che era alla cattedra.

    Buongiorno professore.

    Un saluto semplice ma sincero. A quel punto si diresse a un banco libero verso il centro dell'aula e iniziò a sistemare le sue cose in attesa che la vera lezione iniziasse. Aveva penne, il manuale della materia, dei fogli per prendere appunti e tutto quello che serviva. Quando il docente iniziò a parlare iniziò a pensare alla sua risposta sulla domanda messa in ballo dallo stesso. Attese il suo turno poi iniziò a parlare alla classe.

    Aggiungo a quanto detto dalla mia compagna di classe, che la chimera è conosciuta sia nella mitologia greca, che etrusca che romana. Non tutti i filosofi gli hanno dato un corpo preciso, ognuno aveva la sua idea in merito. Sinceramente se devo trovare una creatura che assomigli a una chimera nella sua definizione direi l'ornitorinco dato che è un caso veramente unico tra i mammimeri.

    Una piccola pausa poi riprese.

    Ha i piedi palmati, la coda derivante dal castoro, l'anatra invece gli concede il suo becco e infine un bel pelo come quello di una lontra. Non vedo un possibile esempio migliore di chimera.

    Concluse in quel modo il suo intervento.

    ? Scheda Pg ? 16 anni ? Ametrin ? Ricco ?

    © psìche



    Risponde alla domanda del professore dopo averlo salutato al suo ingresso nell'aula.
     
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    Tra tutte le materie che aveva avuto modo di apprezzare da quando aveva scoperto di possedere potenziale magico, l'Alchimia era sempre stata la sua preferita.
    Tra le mura di Mahoutokoro aveva potuto godere degli insegnamenti di alchimisti eccezionalmente preparati e la sua passione per la materia l'aveva sempre portato ad avere ottimi voti almeno in quella.
    Approdato ad Hidenstone, in realtà, non sapeva cosa aspettarsi di preciso.
    I metodi d'insegnamento seguiti in occidente erano ben diversi da quelli ai quali era abituato, tuttavia non era un tipo che si scoraggiava facilmente. Si era detto che ci avrebbe messo tutto l'impegno di cui disponeva e affrontato gli ostacoli che sicuramente avrebbe incontrato scavalcandoli in un modo o nell'altro.

    Buongiorno.

    Un breve inchino a mezzobusto in direzione di Keegan e sarebbe dunque andato ad occupare, da solo, uno dei banchi cercando di non posizionarsi né troppo indietro né in prima fila, così da non suggerire l'idea di essere un secchione, ma neppure uno scansafatiche.
    O almeno così sperava di riuscire a fare.
    Liberatosi della tracolla con le sue cose, si mise a sedere tirando fuori un blocco per gli appunti, sul quale prese a segnare silenziosamente la data di svolgimento della lezione e quanto di utile il docente stava per dire.
    Nell'udire la domanda che venne posta alla classe, sollevò il braccio destro, attendendo di ricevere parola e prestando allo stesso tempo orecchio a quanto veniva detto dai suoi compagni di corso.
    Ricevuto il permesso a parlare, non avrebbe ripetuto la definizione di Chimera che Giada aveva già fornito, ma si sarebbe focalizzato piuttosto su un particolarissimo tipo di chimera tipica delle sue zone d'origine, sperando che potesse risultare di interesse al docente e al resto della classe.

    In Oriente è molto famoso il Qilin. Simbolo di eleganza, saggezza e virtù.

    Il tono di voce calmo e controllato lasciava intendere quanto fosse sicuro di ciò che stava dicendo. Non gli importava degli occhi addosso a sé che avrebbe potuto attirare, era lì per imparare e dare il suo contributo e poco gli interessava se tutti continuavano erroneamente a scambiarlo per un cinese (?).

    Ha testa di cavallo, busto di cervo e coda di bue. Viene anche chiamato l'unicorno cinese proprio per il corno di carne che ha sulla testa. La sua comparsa è considerata solitamente presagio della nascita di un leader virtuoso.

    A quel punto tornò in silenzio, stringendo le labbra tra loro ed abbassando poi lo sguardo sul blocco degli appunti. Avrebbe anche potuto aggiungere altro a riguardo, ma non voleva strafare né bloccare la lezione a causa dei suoi sproloqui.
    Joo-hyuk
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    If I was you, I'd wanna be me too.
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    black opal - I anno

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    Irina Meier I - Dioptase
    Se c'era una cosa che più di tutte Irina odiasse nell'arco della sua giornata, quella era di sicuro il momento delle lezioni. Lei le trovava così finte e piene di artifici sociali, bastava guardarsi attorno per capirlo: pochi studenti avevano la voglia di alzarsi dal letto per partecipare standosene seduti sui banchi, zitti e attenti alle parole dei professori.
    Questi ultimi erano anche peggio; Irina lo sapeva, li guardava, li studiava, aveva gli occhi puntati su di loro. I finti sorrisi lei li notava, la convinzione di star facendo bene il loro lavoro anche, per poi scoprire che la maggior parte degli studenti era lì contro il proprio volere. Chi per i genitori, chi per fare bella figura, chi per trovare la dolce metà e chi per passare del tempo intimo con i primi che capitavano. Aveva senso continuare in quell'oblio? Aveva senso mettere tutti gli studenti nella stessa aula per ascoltare le vane parole di lezioni infruttuose?
    Alchimia sarebbe stata la sua prima lezione del venerdì, una lezione mediocre e piena di contradditori. La ragazza voleva diventare magipsicologa e studiare le menti, cosa poteva centrare lei con quella materia? Quali i benefici per la sua persona se non la perdita di tempo?
    Superò l'ampio arco d'ingresso per fare la sua comparsa all'interno dell'aula. Nessun cenno con la testa, lo sguardo basso a contare i propri passi, non una parola nei confronti del professore o dei suoi compagni. Niente di niente. Soltanto lei che si sedette in fondo in un posto non ancora occupato nella speranza che vicino non si fosse seduto nessuno. O quanto meno che non le avesse parlato. O guardata. O neanche che avesse respirato, il rumore del respiro le dava fastidio. O neanche fatto rumore con i piedi. O giocato con la penna. O preso appunti scrivendo. Un cadavere le sarebbe andato più che bene; era un giorno tranquillo e si sarebbe accontentata di poco.
    Cominciò a tirare fuori il quaderno che non aprì e il manuale, strappando una pagina a caso per osservarne i disegni. Inavvertitamente sentì come una presenza, gli occhi addosso quando toccò a lei parlare. Doveva farlo, il professore stava aspettando una risposta da tutti. Ma era veramente necessaria la sua partecipazione a quella domanda? Ma poi... quale domanda? Non aveva neanche ascoltato le parole del docente ma al suo orecchio arrivò, da parte degli altri ragazzi, qualche accenno a una chimera. Ripetuta più volte. Chimera. Chimera. Lei sapeva cosa fosse, l'aveva vista una volta nei libri delle creature magiche.
    Deglutì.
    Di nuovo.
    L'ansia di dover parlare era tanta; il silenzio attendeva la sua voce.

    «Vampiri.»

    Quella singola parola riecheggiò per tutta la stanza. Aspettò qualche secondo prima di riprendere il discorso.

    «Le dolci creature della notte che nelle credenze popolari sono associate ai pipistrelli.» con la mano cominciò a stropicciare la pagina del manuale, «Si dice che abbiano i canini appuntiti e gli occhi rossi come il sangue.» di nuovo una pausa, «Ma soprattutto... che si trovino in un continuo limbo tra la vita...» per la prima volta da quando fece il suo ingresso a lezione la ragazza alzò lo sguardo lentamente, ricercando gli occhi del professore, «... e la morte.» un sorriso quando pronunciò quell'ultima parola.

    Chi aveva avuto a che fare con lei sapeva benissimo che sorrideva in rare occasioni, ancor meno in pubblico. Riprese a guardare il banco e in particolar modo il suo foglio di carta che ormai era stato graffiato dalle unghie.


    «Parlato»
    RevelioGDR


    Irina fa il suo ingresso in aula senza salutare e si siede all'ultima fila. Prova a rispondere a qualsiasi cosa abbia chiesto il professore basandosi sull'intuito delle risposte dei suoi compagni.
     
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    Zuleyka
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    Il venerdì mattina prevedeva delle regole precise che, se infrante, portavano all'ira di Zuleyka nel giro di mezzo secondo. Una delle principali era il silenzio. Tutte le mattine in generale, ma per quella che concludeva la settimana era ancor più fondamentale per preservare la sua tranquillità d'animo, se mai ne aveva posseduta in vita sua.
    Zuleyka aveva spalancato gli occhi al suono della sveglia, anticipata di qualche minuto rispetto alle compagne per potersi concedere di utilizzare il bagno senza la fretta di qualcuno che attendeva fuori dalla porta.
    Aveva lasciato che i capelli - metà neri e metà blu - ricadessero liberi sulla sua schiena. In un arcobaleno di colori freddi, il viola andò a ricoprire le labbra e le palpebre. Dal momento in cui indossò la divisa non si guardò più allo specchio, rifiutandosi di associare la sua immagine ad un indumento così comune.
    Afferrò lo zaino che aveva preparato la sera prima e, senza degnare nessuno dell'ombra di uno sguardo, si diresse prima alla colazione e poi verso l'aula di Alchimia.
    In genere Zuleyka se la cavava piuttosto bene con i nomi, tuttavia non aveva ancora memorizzato quello dell'insegnante; in parte perché non era di suo particolare interesse, in parte perché era un susseguirsi di vocali fastidioso. Professor A. era più che sufficiente.
    "Buongiorno" un saluto che rivolse unicamente all'uomo, sforzandosi di elargire un sorriso minimamente gentile, che nel suo caso assomigliava sempre a qualcosa di simile al sorriso prima di una seria malefatta.
    Un rapido sguardo all'aula le comunicò che più o meno ogni zona era già stata occupata, quindi lei - e il suo egocentrismo - si piazzarono in prima fila, esattamente di fronte alla cattedra dell'insegnante.
    In parte il centro dell'attenzione, in parte il posto che il docente di solito controllava di meno: chi mai avrebbe potuto combinare disastri, dalla prima fila?
    Esposto e quindi al sicuro.
    Solo a quel punto si accorse dell'argomento della lezione appuntato alla lavagna e questo riuscì finalmente ad attirare la sua attenzione.
    Ascoltò qualche risposta dei compagni, per poi alzare la mano.
    "Credo che dovremmo fare una distinzione tra le Chimere esistenti in natura e quelle che invece vengono create. L'ornitorinco, ad esempio..." ed abbozzò un cenno indifferente della mano in direzione del ragazzo che l'aveva nominato. "... esiste così come l'ha descritto. Se prendiamo anche in considerazione le chimere che si possono creare con l'Alchimia, si aggiunge la questione di quanto questo sia etico. L'unione di due o più specie differenti non sempre favorisce l'adattamento della nuova creatura e può portare anche a farla soffrire."
    Fu un sorriso a condire l'ultima parola. Nel caso non fosse sufficientemente chiaro, a Zuleyka dell'etica importava meno di un calzino bucato.
    "Credo che qualcuno la definisca manipolazione."
    Non aggiunse altro, non perdendosi in esempi. Ne avevano già fatti a sufficienza e lei era già stanca di parlare.

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Le lezioni erano un toccasana per Julian: erano un ottimo momento di aggregazione, certo, uno strumento per imparare, ovvio, ma soprattutto un modo per aggiornare il suo catalogo di gente da conoscere. Julian si stava concentrando il più possibile su tutto tranne che sul fatto che Regina fosse ancora troppo sfuggente. Ce la stava mettendo tutta a non finire a letto con gente a caso solo per poter tappare quel buco (o il buco di altri), ma doveva ammettere che dopo tutto quel tempo la situazione si stava complicando. Insomma, non era mica facile per uno come lui. Quindi il modo migliore per poter colmare quell'enorme vuoto, era concedersi momenti di tranquillità nello studio, che certamente era un'altra delle cose che gli riusciva meglio, dopo il sesso.
    Andare a lezione era un rituale a cui non poteva rinunciare, visto che quello era l'anno decisivo prima di passare al triennio, che sapeva perfettamente essere migliore di quei due anni, già solo per il fatto di poter distanziarsi dal percorso univoco dei ragazzini del primo.
    Quella mattina la prima lezione era di Alchimia e Julian fu felice di ritrovare Keegan con il suo aspetto da barbone: ricordava ancora la prima lezione con lui, era come se avesse trovato il professore perfetto per mettere alla prova la sua capacità di essere insopportabile.
    Quella mattina non sarebbe cambiato il suo obiettivo.
    Dopo aver indossato alla meno peggio la sua divisa, con tanto di cravatta slacciata a pendergli dal collo, si era palesato alle porte dell'aula di Alchimia «Buongiorno a tutti, splendori!» - così aveva fatto il suo ingresso, allargando le braccia quasi a voler abbracciare l'intera aula. Quindi il suo sguardo iniziò a virare sui presenti, volti davvero interessanti, sicuramente del primo anno, oltre i soliti noti Giada e James. Giada, la sua nemesi per quel che riguardava la sua astinenza dal sesso. Aveva necessità di stargli distante o per come stava in quel momento avrebbe mandato a puttane tutto il suo grande sacrificio. Incrociò il suo sguardo ed abbozzò un sorriso, per poi dirigerlo verso Irina e Zuleyka. Sollevò un sopracciglio sulla prima, forse l'aveva vista in sala comune, ma il fatto che non la ricordasse voleva dire che non aveva attirato la sua attenzione, mentre l'altra...
    Doveva trovare al più presto un posto dove sedersi, ma prima cacciò dalla tasca un pezzetto di carta strappato da una pergamena e una penna, su cui scrisse il suo numero di telefono, quindi iniziò a camminare lungo il corridoio di banchi e una volta passato accanto a Zuleyka lasciò andare quel bigliettino sul suo banco e se avesse sollevato lo sguardo su di lui, le avrebbe rivolto un occhiolino «Se ti servono appunti, scrivimi.» - quindi volse lo sguardo verso Irina, no, ancora niente e poi... L'orientale! Sì, lui sarebbe stato la vittima prescelta, lanciando la borsa sul posto accanto a lui «E quindi ti tocca avermi accanto, sei un uomo davvero fortunato. Miller. Julian Miller.» - disse, accomodandosi sulla sedia e scivolando di poco per riuscire a mettere le gambe sotto il banco, rigorosamente aperte «Professor Keegan, come state? Vi vedo in forma smagliante!» - il suo tono era serio, mentre iniziava a giochicchiare con la penna.

    Interessante argomento si prospettava quello del giorno. Riuscì ad avere l'attenzione di Julian che lasciò spazio agli altri studenti prima di prendere parola lui, senza troppe cerimonie «Le chimere. Figure mitologiche presenti in quasi tutte le culture, antiche e non. Greca e romana, come è stato per l'appunto detto. Ma nei giorni nostri quando si parla di chimera, si fa riferimento ad un'utopia, in senso figurato. Ah, che ignoranza. Le chimere sono la trasfigurazione più complessa, soprattutto quando queste tentano di unire elementi umanoidi a quelli animali.» - fece una pausa e guardo verso Joo-Hyuk «Giappone, Korea o Cina?» - poi tornò al docente con lo sguardo «C'è un vecchio manga, Full Metal Alchemist. Qualcuno conosce? Lì si parla tantissimo di trasfigurazione e chimere. Esseri ibridi creati con l'alchimia, ma che richiedono uno scambio equivalente da parte dell'alchimista...» - sbuffò e ancora prese una lunga pausa.
    «Beh, comunque. Un esempio di chimera, potrebbe essere la famose Sfinge egizia. Metà leone, con testa di donna.»
    Julian Miller

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    Light my fire.
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    Studente, I anno - Dioptase

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    Dimenticavo di dire chi molestavo: Zuleyka. Keegan Mac Aodhagain Joo-hyuk Kwon


    Edited by Annie-Macrae Welsh - 7/11/2022, 13:15
     
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    Erin Brighid MurphyAmetrin

    Era quasi in ritardo, se si considerava la sua collocazione nella parte di accademia diametralmente opposta rispetto all’aula della lezione, eppure perfettamente in grado di arrivare in orario, se si valutava invece l’abilità a correre sviluppata in tutti gli anni di disorganizzazione cronica.
    Si lanciò in aula con il fiato corto di un maratoneta esausto, una mano a spingere indietro i capelli rossi e l’altro braccio occupato da tomi e taccuini che non aveva ancora avuto il tempo di riporre nella tracolla.
    «Buongiorno.»
    Aveva raggiunto praticamente il centro dell’aula, impegnata in un’ispezione generale che le permise di riconoscere qualche volto ed apprendere dalla lavagna l’argomento protagonista della lezione. L’istinto a quel punto la portò a fermarsi accanto ad uno dei banchi già occupati, la solitudine non l’aveva mai attratta.
    «Posso?»
    Un bisbiglio ed un sorriso caldo d’Irlanda vennero rivolti direttamente al Black Opal dai tratti orientali: neppure la distinzione tra casate l’aveva mai attratta particolarmente, avrebbe avuto tempo e modo di assaporare il patriottismo, per ora continuava sulla più famigliare strada dell’anti-pregiudizio.
    Talora avesse ricevuto un qualche cenno d’assenso Erin avrebbe allora preso posto, tentando di impilare ordinatamente le proprie scartoffie per non occupare più spazio del necessario, avrebbe quindi aperto il manuale alla pagina giusta ed impugnato una penna di fagiano dorato, pronta ad appuntare solo quello che non si fosse rivelato abbastanza interessante da affascinarla al punto da distrarla dalla scrittura.
    «Il riassunto dell’ambizione umana...»
    Sussurrò tra sé, esalando un sospiro interessato e combattuto al tempo stesso.
    Chimere. Un argomento che ad Hogwarts non aveva ancora trattato, ma di cui le era sempre piaciuto leggere in romanzi e racconti antichi.
    Lasciò che fossero altri ad aprire la strada delle considerazioni, ascoltò tutto ed annotò qualche aneddoto particolarmente originale, quindi si soffermò sulle parole esposte dalla ragazza dai capelli bicolore, di cui ricordava nome ed aspetto per via dell’inconfondibile peculiarità. Era sempre stata molto più brava a memorizzare le persone rispetto agli argomenti scolastici.
    «Il concetto etico di cui parla Zuleyka in riferimento alle creature coinvolte è espandibile anche al mago stesso che si cimenta nella creazione della chimera, secondo me, parlando strettamente di fusione alchemica.»
    Aveva alzato una mano, avrebbe preso la parola solo una volta assegnatale dall’insegnante.
    Aggrottò la fronte rispolverando conoscenze vecchie di qualche anno, ben più disposta a sbagliare che a tacere come in ogni altro aspetto della sua vita. Idea non applicabile ovviamente all'ornitorinco, la sua, al quale aveva pensato il più insindacabile parere della natura.
    «Egli è obbligato a sacrificare una parte di sé per stabilire un legame con l’ibrido generato, di conseguenza dovremmo chiederci cosa ne sarà della sua anima nel caso in cui scegliesse di abusare dei suoi poteri, esagerando con i sacrifici.»
    Qualcun altro aveva già accennato a quella sfumatura, Miller di Dioptase, le parve - e lui lo ricordava per l’ingombrante ego che si portava dietro come bagaglio - ma se la sua esperienza si limitava a quella di un fumetto, Erin si interrogava su un’etica più compromettente nella pratica, lei che il mistero amava indagarlo sempre toccandolo con mano.


    RevelioGDR

    Tenta si sedersi accanto a Joo-hyuk, e risponde alla domanda del prof con riferimenti a quanto detto da Zuleyka e Julian.
     
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    Black Opal
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    Amava i primi freddi, quell'aria gelida del mattino in grado di resuscitare persino i morti, di schiarire anche i pensieri più confusi. Quello che però il suo corpo non apprezzava era l'umidità: un manto a gravare sulle sue spalle già provate dal carico scolastico per quella giornata. Seppur avesse organizzato il suo zaino neanche fosse stato un vassoio operatorio, bilanciando i pesi per non affaticarsi troppo, quella mattina si sentiva più curvo del solito. Eppure le spalle erano dritte, le braccia sincrone alle gambe che lo stavano portando all'aula di Alchimia, il capo in una inclinazione tale da dare sempre l'idea di star guardando gli altri sempre dall'alto verso il basso, un luccichio sprezzante nei suoi occhi che sarebbe scomparso solo se nei pressi ci fosse stato Mc Callister.
    Non quel giorno, però.
    Entrò in aula, un «buongiorno» al docente privo di calore e le sue fredde membra si diressero verso quel primo banco occupato da una dei nuovi acquisti per i Black Opal di quell'anno. Un cenno del capo in direzione della consorella seguì i movimenti canonici di chi sceglieva un posto, fregandosene altamente se la ragazzina avesse preso posto per qualcun altro. Non era un problema suo. Non era lui quello gentile degli O'Connor. Il gemello non era ancora nell'aula a rumoreggiare con la sua risata troppo forte e la sua bocca troppo larga -gli voleva bene, ma quel giorno sembrava volersene dimenticare- e lui poteva tranquillamente posare gli avambracci sul tavolo di lavoro, i gomiti oltre il bordo e le dita intrecciate tra loro a non disperdere il calore. Nonostante non fosse la prima lezione che seguiva con Mac Aodhagàin, Fitzgerald ancora non riusciva ad inquadrare il docente in qualche macroinsieme. Al momento oscillava tra quello dei brillanti, con la sacra triade Ensor-Olwen-Maverick, e il vorrei apprezzarti di più dov'era la Onfroy. Di certo si teneva ben lontano dalla docente di Pozioni che non riusciva proprio a sopportare. Pochi mesi e si sarebbe liberato di quella docente.
    La lezione iniziò, con il consueto dibattito sull'argomento del giorno: le chimere. Creature affascinanti, di solito nell'immaginario comune associate alla mitologia quando invero il miscuglio di razze e specie lo si poteva incontrare in qualsiasi parco assediato dai cani.
    Ascoltò quasi passivamente gli interventi dei colleghi, voltandosi incuriosito dalla mora quando prese parola. Si chinò quel poco che bastava ad essere udito con un bisbiglio ma senza invadere il suo s.s.p. sacro spazio personale. «Non ti facevo un'animalista, Zuleyka», un punto dato dallo sguardo che ne percorse l'intera figura non nascosta dalla posizione che erano obbligati ad assumere. Non vi avrebbe trovato alcuna traccia di lascivia, solo una piccola scintilla di curiosità. Aveva detto qualcosa che aveva stuzzicato il suo cervello, risvegliandolo un po' da tutto quel piattume. Manipolazione, una evoluzione che aveva la necessità di esser compiuta in fretta, poco sforzo e con migliori risultati.
    Poi si volse a guardare la Murphy che aveva tirato in ballo qualcosa che poteva essere classificato fino ad un certo punto. «Le conseguenze sarebbero la perdita dell'identità? Della ragione? Il mago, la strega, non diventerebbero altro che larve, no?» Prese parola, rimuginando sulle sue stesse parole. «Il problema poi diverrebbe il quando e il come, non solo il cosa. Potrebbe avvenire dopo una creazione, una decina o una doppia dozzina ma se fossero su creature, come dire, utili? E non distruttive? La rottura dell'alchimista avviene in base alla quantità o alla qualità? Secondo quale etica? Quella della società occidentale o della tribù africana?» Man mano la voce si abbassava, quasi a voler inglobare quelle parole nella sua sola testa per un prossimo film mentale dei suoi. «Comunque assodato che la chimera sia l'ibrido di più animali -per farla breve- potrei indicarle dei comunissimi ligre o tigone, incroci tra tigri e leoni in base ai vari accoppiamenti». Che i primi fossero frutto di un leone ed una tigre femmina ed i secondi di una tigre e di una leonessa poco importava. Così come l'incrocio tra i vari ibridi.
    Fitz O'Connor

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    I etched the face of a stopwatch on the back of a raindrop and I did a swap for the sand in an hourglass.
    "

    Black Opal
    Serpeverde
    Bisex

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    Fitz spara un po' di cose a caso. Si siede accanto a Zuleyka., si incuriosisce anche per la risposta di Erin Murphy.
    Cita il fratellino Brooks Ryan O'Connor nel post.
     
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    Dioptase
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    Guarda qua 'sti due maledetti. A quel messaggio l'ex corva allegò una foto di Yume e Mirai che sonnecchiavano all'interno di uno dei cassetti del comodino, usando come materasso e coperta allo stesso tempo una delle sue magliette preferite. Maglietta che guarda caso aveva come padrone originario il destinatario di quei messaggi: Brooks. Sto arrivando le dita digitavano frenetiche sul magifonino caratteri che neanche vedeva. Alla Sala Trofei tra tre minuti. Ancora non poteva crederci che quei due geki del vento li avevano fatti penare negli ultimi giorni, non trovandoli da nessuna parte, quando le sarebbe bastato aprire il terzo cassetto del mobile accanto al letto per ritrovarseli vicini. E per fortuna che erano stati venduti quasi come animali da taschino. Quasi era meglio sottolinearlo. Non voleva immaginare la proprietaria con quel suo boa così inquietante che veniva a cercarla per quel pensiero assurdo.
    I tre minuti che aveva impiegato per raggiungere il Black Opal in realtà furono sei ed erano quasi in ritardo, tanto che nella corsetta verso l'aula di Alchimia aveva rallentato solo per prendergli la mano e tirarselo dietro verso la meta finale. «Dobbiamo prendere il posto a qualcuno?» Chiese, prima di varcare la soglia e rallentare di botto. «Buongiorno, prof» salutò, prima di vedere che gran parte dei posti strategici fosse occupata. Con l'indice indicò i posti liberi nel banco accanto a quello di Julian Miller, verso cui marciò prima che qualcun altro potesse adocchiarlo. Non era una grande fan delle lezioni di alchimia, ci capiva ben poco, non si impegnava neanche poi tanto, giusto quello che poteva servire per portarsi a casa un accettabile o un oltre ogni previsione quando si sentiva in vena. Sapeva che dopo i M.A.G.O. quella sarebbe stata una delle materie che avrebbe lasciato fuori dal suo futuro scolastico e professionale. Svogliata aveva perso l'entusiasmo man mano che la lezione avanzava, con il focus sulle chimere, con pipponi che le facevano solo venire sonno. Se qualcuno si fosse voltato a guardarla avrebbe trovato, tatuato sulla fronte, quattro lettere intervallate da tre trattini: N-O-I-A. Il punto esclamativo sarebbe stato uno spreco. Così come una definizione di chimera o un suo esempio. Non aveva nulla di intelligente, di arguto o di nuovo da dire, per cui preferì tacere piuttosto che far volare parole inutili.
    Amalea Davidson

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    Fill your paper with the breathings of your heart.
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    Dioptase
    Corvonero

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    Interagisce con Brooks Ryan O'Connor.
     
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  11. Adrien Beauvais
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    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    Se vuoi che mantenga la promessa che ti ho fatto, ci vediamo in aula tra esattamente cinque minuti.

    Fu quello il messaggio che Adrien digitò sulla parte bianca della chat whatsapp con Cassedy. Fu diretto, schietto e secco, non molto propenso, in generale, a esternare dolcezza, cuoricini rossi e stelline. Se Cassedy avesse voluto uno come lui, avrebbe dovuto accettare anche e soprattutto quello.
    E, poi, Adrien non voleva cascare di nuovo in un tranello da femmine, né in isterismi come quelli di cui cadeva preda Gyll Mckenzie. No, avrebbe testato la rossa, avrebbe capito di che pasta fosse fatta e poi, e solo poi, avrebbe preso una decisione in merito. Certo era, però, che la ragazzina gli piaceva e anche parecchio.
    - Buongiorno prof! – salutò l’uomo che era seduto sulla sedia posta dietro alla scrivania.
    Si fermò sui suoi passi e sgranò gli occhi non appena notò la “magia” compiuta sulla scrivania.
    - Wooooooah, che figata pazzesca! – si ritrovò a commentare, nonostante non fosse necessario e richiesto.
    Adrien, comunque, era passato da una totale chiusura in sé stesso dell’anno prima a un’anarchia e una ribellione in quegli stessi mesi che nessuno si sarebbe spiegato come fosse stato possibile.
    Sorrise, non esitando a mostrare un bel pizzico di esuberanza.
    Prese posto su una panca in legno, occupando il posto al suo fianco con il suo zaino. Chiunque non fosse stato Cassedy e avesse provato a sedersi lì avrebbe ricevuto un’occhiataccia coi fiocchi dall’opale.
    Nel frattempo, dopo aver estratto il libro di testo e un quaderno, il diciottenne strappò dalla metà di questo un foglio di carta, che divise a sua volta, in modo tale da ottenere un quadrato perfetto. Cosa ci avrebbe fatto? Semplice! Un origami a colori!
    Piegò le estremità come ricordava di aver fatto da bambino, colorò velocemente i triangolini superiori con alcuni pennarelli che aveva inserito nel suo astuccio e scrisse all’interno otto frasi, ognuna per il colore scelto:
    1) Sei bellissima, cazzo! (Te la ricordi eh?) [Rosa]
    2) Mi strappi i baci di bocca! [Rosso]
    3) Obbligo o verità? [Verde]
    4) Giochiamo a tris. [Giallo]
    5) Ti va di uscire questa sera? [Arancione]
    6) Preferiresti cinema con popcorn al burro e cena con hamburger e patatine o ristorante di lusso? [Azzurro]
    7) Mi devi un bacio davanti a tutti! [Ocra]
    8) A sentimento! [Blu]
    Non riuscì a trattenersi dal sorridere ferino quando, poco dopo, Cassedy fece la sua comparsa in aula.
    - Ma chi si rivede! -
    Tolse lo zaino dal posto occupato e, con un – Prego! –, invitò la ragazza a sedersi al suo fianco.
    - Visto che hai deciso di avere la mia compagnia – esordì – non potevo non pensare a una lezione un po' speciale… -
    Tirò fuori l’origami a colori e glielo mostrò.
    - Scegli un colore! – disse, ma fu costretto a mimarle con l’indice un “dopo”, quando la lezione ebbe inizio.
    Decise di sbrigarsi subito e togliersi davanti il peso della risposta che doveva dare. Si lanciò a capofitto nell’impresa.
    - Io, prof, penso che si possa definire, in qualche modo, “chimera” il totem dei Nativi d’America. Sa quei fusti di legno scolpiti? Ecco, a volte consistono proprio nella fusione di teste stilizzate di uomo con quelle di vari animali che ne costituisco il corpo. -
    Non aveva voglia di dire altro. Non voleva impegnarsi troppo, erano le 9 di mattina, dopotutto!
    Dopo quella breve esposizione, si rivolse nuovamente a Cassedy. Di nascosto, nascondendo la mano sotto al banco, le mostrò l’origami e le sussurrò: - Scegli un colore… -

    ADRIEN BEAUVAIS
    n(ST):02.05.2004
    2043:18 ANNI
    once:BLACK OPAL
    year:II ANNO


    Risponde velocemente alla domanda e distrae di nascosto Cassedy Hartmann
     
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    Ametrin
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    CASSEDY (CASSANDRA) HARTMANN
    Non si vive per accontentare gli altri! Davvero? Non lo avevo capito!
    30.07.2006, BERLINO - 16 ANNI - AMETRIN
    Dopo una serata come quella che aveva passato, era veramente giusto andare a lezione? no, non le andava per niente, aveva mal di testa e soprattutto non voleva andare a sentire qualcuno che le spiegava qualcosa. Inoltre l'alchimia non la capiva, in realtà nessuna delle materie che faceva li le piaceva, o comunque capiva, o comunque era davvero brava a fare. Sospirò appena e quando vide il messaggio di Adrien rizzò le orecchie. Quello fu l'unico imput che aveva per alzarsi. Era sempre lei dopotutto! Stava facendo qualcosa per compiacere qualcuno e non perchè davvero ne avesse voglia. Si morse appena il labbro, si infilò la sua divisa e corse verso l'aula di alchimia. Si guardò intorno, c'erano moltissime facce nuove, sorrise a tutti quanti, specialmente alle ragazze. Finalmente non era l'unica primina ad entrare in un'aula, almeno non era l'unica di quelle che interagiva veramente. Si mise seduta vicino ad Adrien e lo salutò. Buongiorno! E non serve che scrivi quel tipo di messaggi, comunque! Posò la sua cartella per terra e poi sentì quello che avesse da dire il professore. Non mi distrarre, già faccio pena in tutte le materie! Sussurrò poi all'opale prima di alzare la mano e cercare di rispondere a quello che aveva chiesto il professore ed ascoltando attentamente tutto quello che i suoi compagni avevano appena detto. é chiaro che le chimere siano un intruglio di razze non sempre bene assortite e che quindi ci siano dei problemi etici legati a loro. Ma sono pur sempre degli esseri che vivono ed in quanto tali perchè bisognerebbe mettere in discussione la loro anima? In realtà quella non era una vera e propria risposta ma una domanda a quello che i suoi compagni avevano detto. A lei piaceva tantissimo il dibattito, era una ragazzina curiosa e comunque sempre umile e gentile, ed infatti il suo tono era curioso e comunque lei si sentiva un pò un mostro a tre teste, quindi una chimera fatta apposta per essere uccisa. Se poi utilizziamo il termine chimera a livello letterario, si intende qualcosa di assurdo, di impossibile. Professore, oggi vedremo realmente una chimera? Chiese poi adesso un pò spaventata. Una volta sentita la risposta, avrebbe ascoltato Adrien. Guardò i colori che aveva messo. Arancione, è il mio colore preferito. Esprime positività! Sussurrò poi in maniera che potesse sentire solamente lui.
    do it for the aesthetic -- ms. atelophobia
     
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  13. Louise De Maris
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    LIBERTÀ
    Stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza.
    Ecco l’ennesima lezione dell’anno! – non che non la interessasse, eh! Avrebbe voluto dormire di più quella mattina, visto che si sentiva letteralmente stremata ed era sull’orlo di un esaurimento nervoso. Aveva i nervi a fior di pelle e non si sarebbe stupita se, per caso, le sarebbe scappata qualche brutta risposta nei confronti di compagni di classe che non avrebbero esitato a rompere le palle di prima mattina. Scurrile l’ametrina nei pensieri quel giorno, vero? Ebbene sì, non riusciva a contenersi neanche su quello.
    Avrebbe fatto come al suo solito: avrebbe preso posto in ultima fila, per evitare di concentrarsi totalmente sulla spiegazione. Capiva che il suo cervello avesse bisogno di un momento di pausa… anche se la lezione non era propriamente il momento adatto per farlo. La nuova prefetta, però, l’avrebbe fatto comunque.
    Varcata la porta di ingresso, mormorò uno stanco – Buongiorno -, troppo basso perché qualcuno la sentisse e trascinò i suoi piedi fino a una panca che vide vuota. Vi prese posto e un grosso sbadiglio si fece largo, che coprì educatamente con la sua mano. Nel mentre si strofinava gli occhi assonnati, si rese conto di non essere poi così sola su quel banco, poiché, affianco a lei, vi era la dioptase che aveva incontrato nel labirinto.
    - Oh, scusami… non avevo visto ci fossi tu… È libero? – domandò, senza accennare ad alzare il sedere da quella panca. Sperava vivamente che le rispondesse di sì. Non aveva voglia di rimettersi in piedi e di trovare un altro posto.
    Se la risposta fosse stata affermativa, avrebbe poggiato la testa sulle braccia e avrebbe chiuso gli occhi per qualche secondo.
    - Se mi addormento, chiamami – disse alla sua compagna di banco. Aveva serio timore di prender sonno durante la lezione. Non fu così, perché un secondo dopo il professore cominciò a parlare.
    Che palle!” pensò. Cercò di rimettersi composta, ma lasciò che la sua schiena rimanesse incurvata. Non aveva voglia di rispondere alla domanda del docente, quindi, lasciò che gli altri parlassero, per pensar meglio cosa avrebbe dovuto esporre lei a breve.
    Al suo turno, alzò la mano per prendere parola e seguire il filo del discorso improntato da colei che aveva appreso presto volesse essere chiamata da tutti Zuleyka.
    - Vorrei aggiungere una cosa su quello che ha detto Zuleyka, se me lo permette –.
    Rivolse un veloce sguardo all’opalina.
    - E’ giusta, a mio parere, la distinzione che ha fatto lei tra chimere naturali e chimere create e, a proposito delle prime, io so che esiste una scienza, la “teratologia”, che studia proprio le anomalie e le malformazioni di animali e vegetali ed è strettamente legata ai miti propri delle diverse epoche storiche: egizi, greci, romani… Nel medioevo, poi, le illustrazioni teratologiche sono divenute parte del quotidiano con i marginalia, nome con cui erano chiamati i disegni sui bordi dei libri miniati. È proprio a queste anomalie e malformazioni che si è ispirato l’immaginario collettivo per l’invenzione di chimere, secondo me! Comunque, sulla Cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, è rappresentata la Strige, conosciuta anche come Vampiro, un uccello notturno di cattivo auspicio, proprio della mitologia romana, che era solito succhiare sangue e mangiare carni umane. Secondo il mito, si tratta di una donna maledetta e vittima di una metamorfosi. E’ rappresentata con il corpo di un umano e una testa da demone, che ha pure due corna in cima e due ali sulla schiena. -



    18 ANNI
    AMETRIN
    SCHEDA PG
    STATISTICHE
    LOUISE DE MARIS
    Una donna è libera nel momento in cui desidera esserlo.


    Interagisce con Irina Meier e risponde alla domanda del professore, in continuità con quanto affermato da Zuleyka
     
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    Era in ritardo come per la maggior parte della sua vita e non sapeva nemmeno come fosse possibile. Si stava infilando i pantaloni quando il suo magifonino vibrò, rischiando di scivolare al di fuori della sicura superficie del comodino, per poi rompersi a terra. Lo salvò per un pelo, sbloccando lo schermo e controllando il mittente: Amalea. Sorrise con affetto, osservando la foto che gli aveva mandato.
    Sono dei gran dormiglioni. Proprio come te :P scrisse velocemente alla sua ragazza, prima di finire di sistemarsi la divisa, compresa di cravatta. Era stato McCallister, anni ed anni prima, ad insegnargli a fare il nodo alla cravatta. Era un piccolo lord, lui... era naturale che sapesse farlo.
    Arrivo digitò ancora, in un'ulteriore risposta al suo "ultimatum". In realtà non era esattamente vero, ma si sarebbe sbrigato per arrivare in ritardo solamente un pochino. Pop Corn stava dormendo -anche lui- tranquillamente appollaiato sul cuscino, perciò uscì pensando bene di non svegliarlo, era così dannatamente tenero che non aveva bisogno di essere svegliato.
    Iniziò a correre, una volta fuori, in direzione del luogo dell'appuntamento, prima di dirigersi verso l'aula della lezione. Arrivò solo qualche secondo dopo di lei, perciò nessuno dei due era stato poi così puntuale. Sorrise mentre le si avvicinava. La baciò velocemente sulle labbra e le prese la mano, intrecciando le proprie dita con le sue con un sorriso a trentadue denti.
    No, non penso... Fitz si arrangia e Nickie non risponde ai miei messaggi. Lo disse con un tono così infranto, che veniva proprio voglia di coccolarlo. Nonostante fosse stato innamorato di lui, non era quello il motivo del suo dispiacere: era pur sempre il suo migliore amico, fratello non di sangue, una delle persone migliori che avesse mai conosciuto in tutta la vita.
    Buongiorno professore sussurrò anche lui, lasciandosi trasportare da Ama verso un paio di posti liberi che, miracolosamente, non erano ancora stati occupati da nessuno, nonostante fossero abbastanza occultati agli occhi del docente.
    Quasi per solidarietà, nemmeno lui disse nulla, troppo distratto dall'osservare Amalea. Iniziò a disegnarle cerchietti sul palmo con l'indice della mano. A cosa pensi? Le sussurrò, avvicinando le labbra al suo orecchio, sorridendole in una maniera che avrebbe fatto invidia a chiunque. Era adorante.
    Brooks O'Connor


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    Era tutto pronto, mancava solo che la sua special guest, portasse il materiale per la parte più pratica di quella lezione. Sorrise all'arrivo dei primi studenti.
    Buongiorno Giada. Va tutto benissimo, è una magnifica giornata cinguettò, ottimista come lo era la maggior parte dei giorni della propria vita. L'unica cosa che ancora lo straniva, era che gli si rivolgessero con tanto rispetto. Il "Lei" non era proprio nelle sue corde e lo faceva sentire vecchio, ma doveva accontentarsi, visto che ora era un docente. Ecco, quella forse era un'altra delle cose che lo faceva sentire strano e quasi fuori posto.
    Ad aggiungere un elemento a quella lista mentale di cose strane, ci fu il saluto di Joo-Hyuk. Dovette sforzarsi non poco per ricordarsi che la cultura orientale era quella e quindi non stava facendo niente di assurdo ma solamente qualcosa che aveva nel sangue fin dalla nascita. Si limitò quindi ad un altro caldo ed incoraggiante sorriso, non ricordava di averlo visto l'anno precedente, era certamente un primino e doveva essere incoraggiato.
    Continuò a salutare gli studenti senza perdere il sorriso -che al contrario di ciò che pensava Irina dei professori, il suo era tutt'altro che falso. Amava il suo lavoro- fino all'ingresso di Julian Miller, che era un po' la sua croce. Ma sorrise anche a lui. Julian. Ti vedo sempre in forma commentò, ammiccando e sentendosi particolarmente a disagio quando utilizzò addirittura il "voi". Ma lo chiamò per nome. Strano più strano. Ti ho già detto che non servono tutte queste formalità tentò senza troppa convinzione visto che molto probabilmente non lo avrebbe mai ascoltato. Abbassò le palpebre per qualche secondo, rassegnandosi. Tornò a concentrarsi sulle new entry di quella lezione. Arrivarono anche i ritardatari, ai quali dedicò gli stessi smaglianti sorrisi che aveva dedicato agli altri, allargandolo un po' davanti all'esuberanza di Adrien. Ma era ora di cominciare la lezione, quindi ascoltò con estrema attenzione tutte le risposte. Ecco, forse avrebbe dovuto -o questa player avrebbe dovuto- essere un po' più chiaro sulla sua domanda, tuttavia essendo una sua mancanza, decise che avrebbe comunque premiato le risposte di chi si era impegnato.
    Ottimo lavoro, Giada. Iniziò, convinto. Credeva molto nel gratificare chiunque uscisse dalla propria zona di comfort, buttandosi senza la paura di sbagliare. Un ornitorinco? Keegan sbatté le palpebre per qualche secondo, prima di annuire con attimo di esitazione. Buon esempio concesse alla fine, girando poi la testa verso il primino orientale. Grazie per aver condiviso parte della vostra cultura con noi, non avevo mai sentito parlare del Qilin. O forse sì ma voleva solamente premiarlo? Non lo sapremo mai -in realtà è tutto per coprire l'ignoranza di chi sta scrivendo.
    Uh? I vampiri... molto interessante, come risposta. Non aveva mai pensato a loro come chimere, ma in effetti poteva esserci una certa similitudine, anche se non ne era sicurissimo. Apprezzò comunque molto la sua uscita e la valorizzò con uno dei suoi sorrisi più luminosi, a dispetto del suo credere fossero falsi. Un singolo applauso entusiasta seguì le parole di Zuleyka. Bell'osservazione. In effetti creare una chimera e poi lasciarla libera in natura, può essere definita anche crudeltà. Era come lasciar libero un animale cresciuto in cattività, soprattutto se domestico. Non sarebbe mai riuscito a sopravvivere troppo a lungo in un ambiente così selvaggio.
    Inclinò la testa di lato al bizzarro intervento di Julian e si trattenne dal ridacchiare. Solo lui poteva citare quell'artefatto babbano del quale Keegan aveva sentito parlare dai suoi studenti ma, essendo denrisiano, non aveva mai conosciuto davvero. Là i libri li bruciavano, per la maggior parte. Infatti si stupiva di come fossero riusciti a costruirci una libreria e di come essa fosse ancora incolume, soprattutto perché tutta di legno.
    Hai perfettamente ragione Erin. Ma l'etica in queste... attività, è un argomento talmente ampio, che ci faremo una lezione a parte più avanti durante l'anno. Le sorrise caloroso prima di spostare la testa in direzione di Fitz, che fu il successivo a parlare. Gli faceva piacere quando i suoi studenti avevano un dibattito costruttivo, ma era davvero un argomento fin troppo ampio ed avrebbero potuto argomentare per ore, tuttavia quella lezione non riguardava la parte etica. Fu felice lo stesso che fossero da soli arrivati a quel concetto e non li redarguì per averlo tirato in ballo. Non era stupito che l'O'Connor avesse dato una risposta tanto arguta, sebbene alcuni tendevano a sottovalutarlo. Lo avrebbe tenuto d'occhio, era parecchio intelligente, anche se a volte sembrava volerlo nascondere. Molto bene, Fitzgerald. Continuò a muovere lo sguardo per spostarlo sui ragazzi che prendevano la parola man mano.
    Nessuno aveva mai paragonato una chimera al totem americano, quindi fu particolarmente colpito ed annuì, sorridendo.
    Non proprio, Cassedy. Ma ci lavoreremo replicò alla ragazza, perché riteneva fosse troppo presto per far vedere loro la chimera. Si complimentò, alla fine, anche con Louise. Ognuno di loro aveva dato una risposta diversa ed arguta in egual modo, ma finalmente sarebbe stata ora di entrare nel vivo. Batté le mani un paio di volte ed allargò le braccia a voler avvolgere figurativamente tutta la stanza ed i suoi studenti.
    Siete stati tutti molto bravi ragazzi, ma è ora di sperimentare un po' con la parte pratica... Schioccò le dita (non è vero, mosse la bacchetta) ed un misterioso telo cremisi, cadde da un tavolo rivelando una serie di... animali morti. Storse la bocca alla loro vista. Non era proprio nella sua natura presentare un esercizio così, ma il giorno precedente Ensor aveva accennato ad una serie di creaturine che aveva trovate morte al limitare del bosco e beh, gliele aveva gentilmente concesse. Sul tavolo, le diverse creature avevano una caratteristica comune, oltre ad essere minute: gli mancava un arto.
    Okay, come vedete, a quegli animali manca un arto. Voi dovrete semplicemente farlo ricrescere. A patto che sia quello di un altro animale. Ora vi do una dimostrazione... si avvicinò ad uno scoiattolino al quale mancava tristemente la coda. Ovviamente la parte tranciata era stata ripulita con la magia così bene che non sembrava che mancasse qualcosa e l'unico motivo per cui era evidente, era la conoscenza mentale di quell'animale e di come sarebbe dovuto essere.
    Elego Recresci pronunciò, disegnando in aria una spirale concentrica in senso antiorario, concludendo il tutto con una stoccata. Sul sedere dello scoiattolo, comparve una simpatica coda da maialino. Sorrise. Vi servirà molta concentrazione ragazzi, quindi se al primo tentativo non viene... non preoccupatevi! Si fece da parte per far sì che fossero loro i protagonisti della lezione.
    Keegan Mac Aodhagàin


    Hogwarts
    Druido
    Eterosessuale?

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    Buongiorno o buonasera a tutti!
    La lezione è ambientata venerdì 04 novembre alle 9 di mattina, la descrizione dell'aula è sempre la stessa ma non perdete punti se non vi mettete ad osservare le finiture dei banchi (?)

    Edit. per chi avesse già letto... niente special guest lol

    Ciò che dovete fare è molto semplice: usare l'incantesimo che vi metterò sotto per far ricrescere un arto agli animali. Ho deciso di lasciar piena libertà a voi ed alla vostra fantasia sia sul tipo di animale su cui lavorerete, sia sull'arto che gli manca, a patto che:
    1. Gli animali siano effettivamente di piccola taglia, come lo scoiattolo appunto;
    2. L'arto che decidete di far ricrescere, non deve essere quello effettivamente mancante all'animale. (Come, quindi, lo scoiattolo con la coda da maiale)

    Nome: Incantesimo di chimerificazione animale
    Classe: Trasfigurazione
    Formula: Elego recresci
    Movimento: eseguire una spirale concentrica in senso antiorario e poi compiere una stoccata al suo centro
    Effetto: dalla bacchetta viene sparato un fascio di luce rossa che se colpisce una determinata parte di un animale trasfigura o ricrea una parte mancante. NB: non funziona la ricreazione su animali della stessa specie.
    Esempio: un cane con testa da serpente sì, ma testa di carlino no
    Note: Con Empatia ≥ 25, si può usare su animali di taglia media, con Empatia ≥ 35, si può usare con animali di taglia grande.

    Scadenza: venerdì 18 novembre 2022 h. 22:00
    Divertitevi e divertitemi!


    Edited by Keegan Mac Aodhagain - 13/11/2022, 18:42
     
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