Every moment is a fresh beginning.

Brooks&Amalea

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    188
    Reputation
    +110

    Status
    🗲
    reply-arrow
    musical
    icq
    Brooks O'Connor
    Era stato difficile? Sì. Se ne pentiva? No!
    Si trovava nella Sala delle Necessità, pronta dopo un'intera giornata. Aveva saltato le lezioni, aveva evitato qualsiasi suo amico quando lo incontrava nei corridoi, limitandosi ad un saluto sfuggente, schizzando via. Non era stato facile nemmeno convincere gli elfi a preparargli tutta la lista di cibi che lui gli aveva portato, scegliendo accuratamente ciò che piaceva di più alla sua migliore amica.
    Desiderandolo intensamente, aveva completamente trasformato la Stanza delle Necessità: su un angolo c'era un computer collegato a delle casse piuttosto potente, al centro c'era un piccolo palco adibito a pista da ballo, circondata con dei vasi pieni di fiori dai mille colori, dalle mille tonalità e mille tipologie diverse. Un profumo si innalzò nell'aria, mescolandosi a quello delle pietanze distribuite su un tavolo lungo, di quelli che usavano i nobili una volta o, in alternativa, le famiglie purosangue fissate con la purezza della stirpe... o almeno è così che me le sono sempre immaginata.
    Un caminetto scoppiettava su un altro angolo e davanti ad esso vi erano un paio di poltrone ed un divano in tessuto rosso, morbidissime. In mezzo alla stanza c'era un banchetto, accanto alla pista da ballo, mentre nel terzo angolo vi era una vasca in perla bianca piena di schiuma e con dei petali di rosa che galleggiavano con delicatezza sull'acqua. A completare il tutto, una dolce e bassa melodia faceva da sottofondo, mentre Brooks sedeva nervoso su una sedia. Aveva chiesto un favorone ad un suo amico Dioptase, che quindi aveva mandato dato appuntamento alla ragazza per le 20 di venerdì 29 ottobre davanti la Stanza delle Necessità, dove attaccato al muro, Amalea avrebbe trovato le istruzioni per entrare: c'era una foto di Brooks. Era chiaro ciò che dovesse fare; solo se si fosse concentrata almeno un secondo pensando a lui, le porte si sarebbero aperte sulla stanza che lui stesso avrebbe preparato. Lo avrebbe trovato, quindi, seduto ad un'estremità del tavolo con un outfit non eccessivamente elegante ma comunque che addosso a lui donava particolarmente. Se Amalea si fosse avvicinata anche solo per inveire contro il ragazzo, avrebbe trovato una lettera dispiegata proprio al lato del tavolo opposto a quello di Brooks.

    Amalea,
    in queste settimane ti ho vista soffrire e quando succede, una parte di me muore e sapere che la causa sia io, mi uccide. Voglio rimediare, voglio ricominciare. Permettimi di porre rimedio al mio comportamento stupido. Ti prego.
    Tuo, Brooks.


    Questo recitava la lettera, se la ragazza l'avesse letta. Solo quando questo fosse avvenuto, il ragazzo si sarebbe alzato in piedi, avvicinandosi alla ragazza. Permette un ballo, madmoiselle? le domandò formulando un piccolo inchino come gli uomini d'altri tempi.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland
     
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Dioptase
    Posts
    144
    Reputation
    +78

    Status
    🗲
    Era seduta su una poltrona della Sala Comune, la stessa del giorno in cui aveva realizzato -grazie a Nicholas Confessore Mc Callister- di provare dei sentimenti per il suo migliore amico. Le gambe penzolavano molli al di là del bracciolo, i suoi occhi si muovevano veloci a rincorrere parole nere su bianco. Era lo stesso libro che aveva visto leggere dal ragazzino, per cui si era fidata dei suoi gusti. E non aveva sbagliato. Leggeva di due ragazzini che si erano scelti; leggeva di due ragazzini che da amici erano diventati amanti; leggeva di due anime che si erano riconosciute ed amate nel profondo. E lei, ingenuamente, si rivedeva nel giovane Patrocolo, in quell'amore forte e viscerale per Achille. Si rivedeva in quel ragazzino figlio di re ritenuto stupido ed inutile, troppo poco per suscitare l'interesse di qualcuno, l'affetto di qualcuno.
    Aveva divorato quel libro pagina dopo pagina, imprimendo nella mente quelle frasi che proprio non ne volevano sapere di lasciarla stare. Quei secondi, quei mezzi secondi, in cui i nostri sguardi si toccavano erano gli unici momenti della giornata in cui sentissi qualcosa. L’improvvisa morsa allo stomaco, la rabbia che prendeva a scorrere. Ero come un pesce che fissava l’amo. Era forse la diapositiva perfetta per descrivere il suo rapporto momentaneo con Brooks. Le uniche volte che riusciva ad intrecciare lo sguardo con il suo lei si sentiva viva, confusa dai mille sentimenti che provava ma viva. Chiuse il libro, dopo aver girato l'ultima pagina. Quella storia antica quasi quanto l'uomo l'aveva lasciata impotente, in balia del dolore e dell'amore più potenti. I suoi occhi erano lucidi ed il libro era stretto al petto, come un figlio. Fu così che la trovò Jack, primino come lei, che si avvicinò un po' titubante dandole un'appuntamento per quella sera alle venti alla Stanza delle Necessità. Era confusa. Eppure una vocina le suggeriva di presentarsi, che forse non sarebbe stato l'ennesimo atto di schernimento nei suoi confronti. Da quando aveva chiuso con Brooks, infatti, aveva iniziato a perdere peso, guadagnando però delle occhiaie profonde ed uno sguardo privo di quel brio che lo contraddistingueva. Così, dopo aver messo a disposizione quel libro agli altri Dioptase, salì nel suo dormitorio per una doccia veloce e per indossare un abito semplice, bianco, con dei fiorelli giallo ed arancio; per coprirsi un chiodo di pelle nera e gli anfibi ai piedi. Aveva lasciato liberi i suoi capelli indefiniti tra ricci e molto mossi. Non un accenno di trucco sul viso, già le sembrava tanto costringere le sue forme in un vestito del genere. A pochi minuti alle otto la strega aveva lasciato la sala comune per dirigersi verso quella delle necessità senza troppe aspettative. Era solo un'opportunità per conoscere altre persone e fare amicizia, nient'altro. Vero? Ma quando arrivò al muro non c'era Jack ad attenderla, bensì la foto di una persona che mai si sarebbe spettata di vedere. «Ah ah, simpaticissimo scherzo», digrignò i denti, pronta a fare dietrofront e tornarsene da dove era venuta. Ma altre furono le parole di quella canzone che aveva letto, precisamente quel paragrafo che ruotava sul riconoscimento. Patrocolo si era detto forte così tanto da riconoscere l'altra metà di sè anche nel pieno della follia. Che il suo inconscio avesse fatto il resto? Perché il pensiero alla fine era volato su Brooks, su quello che erano stati, su quanto le mancassero le loro mani intrecciate, gli abbracci goffi e le sue battutine imbarazzanti. E nel pieno delle cose che più odiava di lui -e che più le mancavano- che la porta si materializzò e a lei non restava da far altro che spingerla per entrarvi. Solo che si era aspettata tutto tranne che quello. Amava le lucine calde a rischiarare gli esterni, non ne aveva mai fatto segreto con lui, così come adorava dondolare sulla pista da ballo o scatenarsi come una pazza perché lui era così carismatico da riuscire persino in quell'impresa. Lo sguardo si spostò ad accarezzare fiori, tra cui spiccavano orchidee e tulipani, inebriandola con i loro profumi. Profumi che si mischiavano al caminetto scoppiettante con tanto di divano e poltrone rosse, così come passavano parte delle vacanze natalizie fuori da Hogwarts. E poi una vasca, bellissima, che fu capace di tingerle le gote di rosso. Sembrava stonare ad un occhio poco allenato, ma in un certo qual modo qualcuno aveva cercato di riprodurre i suoi luoghi di comfort. Avrebbe voluto manifestare qualcosa ma era presa troppo in contropiede che il massimo che riusciva a fare era respirare e guardarsi intorno, fino a superare il banchetto -era certa di aver visto qualche suo piatto preferito, tra cui i suoi amati cavoli- fino a raggiungere lui. Broos era lì, con le sue camicie dalle fantasie strane, con quel viso sbarazzino e l'occhio furbo. Era lì e la guardava. La guardava apertamente e non com'era solito fare a lezione. Ed il cuore di Amalea Davidson si spezzò. Era doloroso reggere quello sguardo, poteva sentire le lacrime iniziare a formarsi, ma aveva giurato -oh, se l'aveva fatto- che da lei, lui, avrebbe avuto solo indifferenza. Recuperò la forza, guardandolo ed avvicinandosi al tavolo, pronta a lasciarsi sfuggire la più lunga sequela di improperi che la sua mente fosse in grado di partorire. Peccato però che nel suo campo visivo comparve la grafia dell'amico e la curiosità, si sa, è la più grande nemica, soprattutto di una donna. Si abbeverò di quelle parole come acqua fresca nel deserto. Le fece proprie, le amò e le odiò. E poi fece quello che sapeva fare meglio. «Visto che dici che farmi soffrire ti uccide, perché sei ancora vivo?» Aveva rialzato lo sguardo per incontrarlo ma non era più seduto sulla sedia, era proprio lì, accanto a lei, a farle un inchino e a chiederle di ballare. «Broolyn, perché? Perché stai facendo tutto questo?» mentre la testa si era pronunciata con un segno di diniego per quell'invito. «Vuoi forse darmi il colpo di grazia? Mi odi così tanto?»
    Amalea Davidson

    "
    Fill your paper with the breathings of your heart.
    "

    Dioptase
    Corvonero

    code by ©#fishbone

     
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    188
    Reputation
    +110

    Status
    🗲
    reply-arrow
    musical
    icq
    Brooks O'Connor
    Quando la vide entrare, la stanza si illuminò dei colori dell'arcobaleno.
    Quando la vide entrare, il suo cuore iniziò a battere con violenza contro le costole.
    Quando la vide entrare, la notò per la prima volta. Era bella. Era bellissima. Aveva un vestito semplicissimo ma era così bella.
    Lasciò che esplorasse la stanza con lo sguardo, che leggesse e metabolizzasse questa parola. Se si aspettava di veder comparire un sorriso sul suo volto, un sorriso di riappacificazione, beh si sbagliava di grosso, visto che dalle sue labbra uscì solo veleno. Accusò il colpo. Se lo meritava. Si limitò ad alzarsi ed avvicinarsi a lei con un sorriso mesto, chiedendole di ballare. Io non ti odio affatto, Ama! Si difese, uno sguardo da cucciolo ferito venne rivolto verso la ragazza, ma non aggiunse altro, non subito. Le mani gli sudavano; sapeva cosa doveva fare ma non ne aveva il coraggio, era come un fiore prezioso ma anche delicatissimo, una sola mossa sbagliata e l'avrebbe distrutta per sempre.
    Aveva passato più di un mese a riflettere sui suoi sentimenti. Aveva parlato con Fitz -era stato proprio di grande aiuto-, con Nick -suo ex compagno grifondoro-, persino con Marlee. Aveva riflettuto sui suoi sentimenti, sul perché gli avesse dato così fastidio quel bacio apparentemente innocente, perché avesse reagito in quel modo meschino. Si era fatto un esame di coscienza, facendo chiarezza sui suoi sentimenti e, sebbene non ne fosse completamente venuto a capo, era arrivato alla conclusione che Amalea non poteva essergli indifferente, che non potesse vederla "solamente" come la sua migliore amica, come una sorella... no. Ci doveva essere altro e lui aveva tutta l'intenzione di scoprirlo. Uhm... ti sei vestita così nella convinzione di vedere Jack? Le domandò, mentre un lampo di gelosia gli illuminò gli occhi castani, indurendone appena lo sguardo. Non aveva nessuna intenzione di ripetere le terribili parole che aveva usato al porto, anche perché non le pensava proprio per niente. Però ti sta davvero bene cercò di correggere il tiro, temendo che la precedente domanda le riportasse alla mente ricordi spiacevoli. Sei bella, Am, sei così dannatamente bella... sussurrò, cercando di prenderle una mano, sorridendole dolce come avrebbe fatto il verso Brooks nei confronti della sua migliore amica, l'unica per la quale valesse la pena lottare contro tutti e tutto. La guardò con intensità e senza nemmeno rendersene conto, la mancina andò a posarsi sotto il mento, sollevandole il volto in modo che si guardassero negli occhi. Erano così vicini che poteva sentire il suo respiro infrangersi contro la propria pelle. Quella di lei era porcellana, liscia e priva di imperfezioni, morbida ed estremamente profumata.
    Brooks si avvicinò.
    Si avvicinò.
    Si avvicinò ancora.
    Ora le loro labbra si sfioravano ma non gli bastava.
    Distrusse definitivamente le distanze, togliendole la parola in quel gesto che avrebbe dovuto fare molto tempo prima. Non osò, il bacio fu casto, uno scontro tra labbra che esprimeva tutta la dolcezza di un'amicizia tramutata in qualcosa di più, per quanto Brooks non sapesse ancora definire cosa, con esattezza.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland
     
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Dioptase
    Posts
    144
    Reputation
    +78

    Status
    🗲
    Quella stanza era affollata. Non si riferiva tanto al numero spropositato di set volti a farla stare bene, non parlava neanche di loro due. In quella stanza c'erano così tante sensazioni, così tanti sentimenti da farle venire un senso di claustrofobia. C'era l'accortezza, la gentilezza, la speranza, la volontà di recuperare, ma anche la rabbia, la delusione, la frustrazione, l'illusione che tutto potesse ripararsi in un batti baleno, la certezza che quella sera ci sarebbe stato un punto.
    Non sapeva se era un punto che dava inizio ad un nuovo capitolo o se metteva fine a quel racconto una volta per sempre. Non sapeva perché il suo migliore amico avesse organizzato tutto quello dopo le settimane che avevano passato ad ignorarsi. Non sapeva proprio nulla se non che era stanca, sfibrata dal provare sentimenti così grandi che non riuscivano a farla dormire, a farla vivere.
    Quelle parole che affermavano quanto in realtà già sapesse -perché erano anche le stesse che usava lei per spiegare parte di quel racconto- erano come stilettate. Cosa voleva esattamente da lei? Voleva corromperla con le loro attività preferite, il suo cibo preferito per ricordarle cos'erano stati e cosa sarebbero potuti essere? Oh, eccome se lo sapeva. I ricordi, di cui erano fatti, erano stati i suoi migliori amici, confidenti, carcerieri e torturatori. Aveva rivissuto gli ultimi cinque anni della sua vita, più e più volte, solo per capire quando si era innamorata di lui, per tornare a quel momento preciso e cercare di cancellarlo con un colpo di spugna. Una risata amara l'aveva accolta quando aveva compreso come non era un singolo episodio ad averla fregata, bensì tante piccole cose che l'avevano cotta a puntino. Ecco perché lei risultò fredda nel rifiutare un ballo; ecco perché lei gli fece quelle domande dolorose; ecco perché lei cercò di trattenersi alla difesa di lui. «Non si direbbe», commentò, aprendo le braccia ad indicare tutto quello. Ma lui continuava a guardarla, a scavarle dentro, a cercare chissà cosa nei suoi occhi. Si era accorto di come solo in quel momento si erano illuminati? E poi aprì bocca, rovinando tutto, di nuovo. «Sul serio, Brooklyn? Mi chiedi davvero questo dopo due mesi?» Il tono alzato di un paio di ottave, il nasino ad arricciarsi e le guance a tingersi di rosso furia. Furia perché aveva visto di nuovo quello sguardo con cui l'aveva investita dopo che lei aveva baciato Thomas. Fece per ribattere ma lui, forse comprendendo l'antifona, cercò di recuperare. «Che cosa s-» Le sopracciglia sollevate, aggettivi che aveva già sentito pronunciargli ma mai in quel modo. Quando le prese la mano Amalea si sentì di nuovo intera, a casa. Morgana, quanto le era mancato il loro toccarsi e cercarsi continuamente. Quella sensazione era così travolgente che si accorse solo all'ultimo di quella mano a posarsi sotto il mento, solo quando si trovò a specchiarsi nello sguardo dolce di O'Connor. Erano vicini, così vicini che poteva sentire l'odore del suo dentifricio, le noti legnose del bagnoschiuma che usava, il profumo della sua pelle. «Brooks», un nome sussurrato che sembrò di troppo. Perché Brooks si avvicinava, sempre di più, senza distogliere lo sguardo, fino a far sfiorare le loro labbra. Un contatto fugace che però le fece allargare le pupille che iniziarono a consumare il chiaro dell'iride. Il cuore prese a battere all'impazzata, forse l'aveva sempre fatto ma se n'era accorta solo ora perché rischiava di uscirle fuori dal petto. Era il suo o quello dell'irlandese?
    Non lo seppe mai con certezza perché il suo perse un battito quando Brooklyn Ryan O'Connor la baciò.
    Un bacio leggero, casto, solo un millimetro più intenso a quello che le aveva dato lei in guferia. Lei che poi gli aveva lasciato la scelta di darglielo o scappare. Lui che aveva scelto la seconda opzione. Staccò le labbra dalle sue, ne sentiva già la mancanza, ma dovette farlo perché la speranza in lei era già pronta a far partire un trenino stile capodanno. Ma prima di dare il via voleva la certezza, perché la possibilità che finisse schiantata al suolo era alta. Questa volta non ci sarebbe stato il mare ad attutire l'impatto, ma solo terra arida e brulla, la terra dell'oscurità. Solo una parola riuscì ad uscirle, fievole: «Perché?»
    Amalea Davidson

    "
    Fill your paper with the breathings of your heart.
    "

    Dioptase
    Corvonero

    code by ©#fishbone

     
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    188
    Reputation
    +110

    Status
    🗲
    reply-arrow
    musical
    icq
    Brooks O'Connor
    Si era reso conto tardi di provare qualcosa per Amalea che andasse oltre l'amicizia, ma se ne era reso conto. Aveva preparato tutte quelle frivolezze per farla star bene e farsi perdonare il suo comportamento imperdonabile. Non si aspettava di essere accolto con ammirazione, ma nemmeno con quella freddezza, sebbene sapesse esattamente di meritarsela.
    Non controbatté sull'odio che lei credeva lui provasse perché qualsiasi parola sarebbe stata inutile, solo con i fatti glielo avrebbe dimostrato, si concentrò di più su com'era vestita. Non vedeva spesso la ragazza vestita così -o forse non lo aveva mai notato- ma in quel momento lo colpì come un fulmine e non riuscì proprio a staccarle gli occhi di dosso per diversi secondi.
    Una risata divertita gli sfuggì dalle labbra nel vedere la sua indignazione. Era bellissima con le guance tutte rosse, il suo piccolo ed adorabile naso arricciato e lo sguardo fiammeggiante. Brooks non desiderò essere in nessun altro posto se non quello, in compagnia di lei. Avrebbe voluto abbracciarla in quel preciso momento, senza starci troppo a pensare.
    Amalea ricambiò il sussurro quando ormai erano così vicini che sarebbe stato impossibile tornare indietro, anche perché il riccio aveva preso una decisione e non avrebbe fatto dietrofront per nessuna ragione al mondo, quindi... la baciò, semplicemente. Fu una sensazione di indescrivibile freschezza, come riemergere dopo intensi minuti di oblio, l'unico rumore ad avvolgerli era quello dei loro cuori che battevano all'impazzata contro le costole, viaggiando all'unisono come se fossero una cosa sola, un'unica entità che vibrava per la stessa cosa.
    Quando si staccò, il freddo lo avvolse, stringendolo in una morsa quasi dolorosa ma bastò puntare gli occhi nei suoi perché quella salda presa sullo stomaco si allentasse. Perché sussurrò di rimando senza mai allontanarsi dalla sua fonte di calore, tenendole stretta la mano, impedendole di spostarsi anche solo di un millimetro. Forse sono impazzito, Ama iniziò con una grandissima serietà che lei certamente aveva visto davvero in rare occasioni, nei suoi occhi, solamente quando l'argomento gli stava veramente a cuore. Forse sto facendo una cazzata, forse rischio di rovinare la nostra amicizia definitivamente continuò senza dar possibilità all'altra di capire dove volesse andare a parare con quel discorso che non pareva certamente molto allegro. Però... mi piaci, Amalea. L'ho capito tardi ma l'ho capito propose con una piccola risatina nervosa. Era sempre stato più o meno bravo ad empatizzare con gli altri ma quando si trattava dei suoi di sentimenti, ci capiva veramente poco e l'errore era sempre dietro l'angolo. Inaspettatamente, la attirò a sé, stringendole le braccia attorno ai fianchi e posando il mento sulla sua testolina che lo aveva fatto impazzire fino a quel momento. Mi piaci ripeté in un sussurro appena udibile, tenendola così stretta.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland
     
    .
  6.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Dioptase
    Posts
    144
    Reputation
    +78

    Status
    🗲
    Non erano mai stati separati per così tanto tempo da quando i loro cammini si erano incrociati. Sì, avevano bisticciato, tenendo su il muso, per ore e giorni ma mai, mai, più di una settimana. Quella volta però tutto sembrava essere diverso. I giorni si erano accumulati, la caparbietà della Corva era divenuta granitica. Le era mancato, più di quanto fosse disposta ad ammettere, cercandolo nelle piccole cose della vita quotidiana. Quante volte aveva sentito il peso della sua mano nella sua mentre camminava solitaria per i corridoi; quante erano le volte che scopriva qualcosa, notava un minimo particolare e si voltava per condividerlo con lui. Troppe, infinite. Puntualmente arrivava a darsi della stupida perché Brooklyn non c'era più e la colpa era solo e soltanto sua. Perché non era stata in grado di accontentarsi di quanto le offriva, lasciando vincere il suo egoismo. Lo voleva per sé e non più come migliore amico. Quello non le bastava più.
    Ma se da una parte sperimentava il senso dell'abbandono, con alti picchi di rimorso e con una volontà sempre più forte di fermarlo e chiedere di dimenticarsi tutto per iniziare di nuovo ad essere Ama&Brooks, dall'altra veniva divorata lentamente dalla gelosia. Vederlo interfacciarsi con Marlee era sempre più un pugno nello stomaco, perché lei stava prendendo quel posto che era sempre stato suo. Non era tanto la possibilità che fossero tornati insieme, che facessero l'amore ogni volta che potevano nella loro sala comune. Ciò che la distruggeva era vedere il modo con cui lui scherzava con lei, dimostrando a tutti una complicità profonda.
    E che complicità. Forse più di quella che lei aveva condiviso con O'Connor. Era stata la rabbia, era stata la solitudine ad accettare l'invito di Jack, per non rimanere a piangersi addosso, nascondendosi -almeno in parte- dietro i feels che le avevano lasciato Achille e Patroclo. Aveva indossato un vestito ma non aveva davvero perso tempo nel cercare di essere più carina. Farlo sarebbe stata solo una facciata, farlo avrebbe significato davvero chiudere con Brooklyn. Ma il concasato le aveva tirato un tiro mancino, anzi chi l'aveva fatto davvero era stato il fulcro di tutti i suoi pensieri, quella persona verso cui aveva cercato di applicare la sua indifferenza come un cerotto che però non faceva altro che staccarsi continuamente. Ritrovarselo lì, nella sala delle necessità, circondato dalle cose che le piacevano aveva scatenato una forte razione. Sorpresa, rabbia, sgomento, confusione. Incertezza. Ryan sapeva che tutto poteva essere frainteso, vero? Che lei avrebbe potuto leggervi in quelle accortezze qualcosa di più, qualcosa che richiamava la speranza. Non poteva permettersi di lasciarsi andare ad essa ad occhi chiusi, neanche per lui, perché non poteva permettersi il lusso di affondare sempre di più in quel pozzo freddo ed oscuro. Aveva fermato qualsiasi sua iniziativa, a partire dall'invito a ballare, perché tutto quello di cui lei aveva bisogno era di avere risposte ai suoi mille perché. Qualcuno era iniziato ad arrivare nel tipico stile dell'irlandese, sfoggiando ancora una volta una gelosia che, per lei, non poteva permettersi. Ma forse il Grifondoro sapeva cosa stesse facendo, perché se non aveva intenzione ferirla che senso aveva toccarla di nuovo, avvicinarsi a lei e... baciarla? Si sarebbe persa nel bacio, ancora qualche secondo e lo sfarfallio del suo cuore avrebbe lasciato la realtà per immergersi in quello che sembrava davvero un sogno. E mentre lei chiedeva lui cercò mai di interrompere il loro contatto fisico. «Morgana, perché deve essere tutto così perfetto, di nuovo?» Perché l'unione delle loro mani tornava a farla sentire intera? Si concentrò sulle sue parole, sulle sue micro espressioni, sul suo calore, pronta ad immagazzinarle per sempre nella sua memoria. I dubbi di lui che prima erano stati i suoi, il senso di attrazione come una calamita, e poi quelle parole. Parole che aveva scioccamente continuato a sperare di udire. E comprese come fosse reale e non un sogno dal modo in cui lui prese a stringerla con forza in un abbraccio. Era il suo cuore a battere così forte? O era quello di lui? Brividi sconquassarono il suo cuore quando quelle due parole vennero pronunciate in un sussurro. E allora si riscosse aggrappandosi a quelle spalle larghe ma ancora un po' acerbe. Ricambiò la stretta, appoggiando il viso sulla sua spalla, respirando a fondo il suo profumo. Sogno o realtà non voleva nessuno a ridestarla. «Mi piaci anche tu». Si allontanò da lui, tirando un po' su col naso e sbuffando una risata. «Ma questo lo sapevi già». Un sorriso sempre più largo sul suo volto mentre si allontanava da lui, accennando appena un inchino. «Per caso, l'invito a quel ballo è ancora valido?»
    Amalea Davidson

    "
    Fill your paper with the breathings of your heart.
    "

    Dioptase
    Corvonero

    code by ©#fishbone

     
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    188
    Reputation
    +110

    Status
    🗲
    reply-arrow
    musical
    icq
    Brooks O'Connor
    Brooks, se doveva essere completamente sincero, non era ancora del tutto sicuro di ciò che stava facendo, aveva paura che un solo passo falso potesse rovinare tutto ciò che avevano costruito fino a quel momento... stavolta per sempre. Ma non poteva vivere con la paura di commettere uno sbaglio che gli facesse perdere una parte così importante della sua vita, era un adolescente e doveva buttarsi. Per questo motivo aveva organizzato quello, mettendo insieme tutto ciò che più piaceva alla ragazza, sperando che apprezzasse. E subito non sembrò essere così, forse perché scocciata dal fatto che avesse mandato Jack fingendo che volesse fare qualcosa con lei, forse perché esigeva delle più che giuste spiegazioni. Quindi alla fine decise che avrebbe lasciato parlare il suo corpo e le sue labbra, dandole un bacio dolce e leggero ma molto più intenso di quello che lei aveva dato a lui quando si erano trovati in Guferia. Poi aveva preso coraggio e le aveva detto che gli piaceva. Ed ora una strana e frizzante sensazione lo pervadeva da capo a piedi, come se avesse appena superato una delle fatiche di Ercole.
    Iniziò a carezzarle i capelli, quando lei posò la testa contro la sua spalla e, di rimando, posò il mento sui suoi capelli, inspirando il suo profumo. Sai di buono replicò come se le sue parole non fossero mai esistite e come se non gli avesse appena detto che anche lui le piaceva. Ma aveva ragione, questo lo sapeva già.
    Ehi non ti allontanare protestò, riprendendola con la mano, intrecciando le dita a quelle di lei, iniziando a dondolare sui talloni, incerto su come continuare e cosa dire. La sua unica relazione l'aveva avuta con Marlee ma con lei era tutto completamente diverso, forse complice il fatto che abitassero su due continenti diversi e che lei fosse oltreoceano... o forse semplicemente i sentimenti che provava per Marlee e che ora provava per Amalea, erano diversi. Sospirò, senza però sciogliere il contatto tra le loro mani. Accodandosi alla sua dimostrazione d'altri tempi con l'inchino, Brooks le sollevò la mano e se la portò alle labbra, fingendo di essere un gentiluomo. Fingendo di essere Nicky, in poche parole. Sorrise appena all'idea del suo migliore amico. Sì, è ancora valido annunciò, tirandola a sé e posandole entrambe le mani sui fianchi, trascinandola dov'era apparsa una pista da ballo. In un attimo, partì una musica lenta che Brooks non aveva mai sentito, ma sembrava fin troppo perfetta per quella situazione. Mi permette questo ballo, mademoiselle? Le sussurrò, cercando di ricordarsi delle parole che Nick usava per descrivergli situazioni di quel genere. Se avesse acconsentito fino alla fine, avrebbe iniziato a muoversi con lentezza, tenendola stretta al proprio corpo con l'intenzione di non mollarla più. Era bellissima ed era sua, almeno per quella sera.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland
     
    .
6 replies since 11/10/2021, 20:49   111 views
  Share  
.
UP