Indiana Jones

Aveva letto dei compiti di Alchimia e, sinceramente, non ne era per nulla entusiasta. Non che non fosse sportivo o cose del genere, non che non gli piacesse correre qua e là visto la sua iperattività, ma gli piaceva di più farlo con un fumetto Marvel tra le mani e non per inseguire un essere che il docente si era lasciato sfuggire. Aveva deciso che non avrebbe mai e poi mai fatto quei compiti ed invece eccolo lì, vestito come un novello Indiana Jones, con tanto di cappello. Si trovava nei pressi della Sala da Tè perché con la coda dell'occhio gli era sembrato che uno delle copie di Rubin, fosse sgattaiolato proprio in quella direzione. Un sonoro sbuffo lasciò le labbra del giovane black opal, ma armato di pazienza e di bacchetta, si gettò all'Avventura.
La sala sembrava normalissima, alcuni studenti erano sparsi a gruppetti qua e là e quindi Brooks si chiese se forse non si fosse sbagliato nel vedere, ma poi si avvicinò per bene al gruppo a lui più vicino. Era misto, c'erano studenti e studentesse di diversi anni ma tutti più grandi e alti di lui, quindi dovette mettersi in punta di piedi e sbirciare, cercando di afferrare qualcosa delle loro conversazioni o di ciò che stavano guardando. Quando finalmente un ragazzetto del secondo anno -sbuffando- si scostò dopo il suo chiedere insistente, vide cosa scaturiva così tanto interesse. In mezzo al capannello di studenti, c'era un intero servizio da thè ridotto praticamente in briciole, come se un uragano lo avesse investito. Ma Brooks non ci mise molto a capire che quell'uragano aveva un nome preciso: Rubin.
Quando è successo? Domandò come un detective che cerca le prove per risolvere un efferato omicidio. Ci volle qualche minuto prima che qualcuno si degnasse di considerarlo abbastanza per rispondergli. Si trattava di una ragazza del quinto con spettinati capelli biondi, il trucco sbavato e due occhi troppo piccoli per essere reali. Stava masticando una cicca e prima di parlare, produsse una bolla fragolosa che le esplose in faccia. Ma alla fine lo assecondò. Circa cinque minuti fa, è passato un... una specie di diavolo della Tazmania. Hai presente no? Il cartone babbano... insomma, lui. Brooks annuì, fingendo di annotare le informazioni su un taccuino immaginario, tanto che sicuramente la ragazza lo considerò pazzo, ma non gli importava. Era passato poco tempo, quindi doveva essere ancora nei paraggi. E come se lo avesse chiamato, sentì altro rumore di porcellana in frantumi. Si voltò di scatto e vide il "diavolo della Tazmania" che saltellava da un tavolo all'altro, fregandosene di chi colpiva e cosa rompeva. Sei mio! Esclamò Brooks a mo' di urlo di guerra e si lanciò al suo inseguimento, sfoderando la bacchetta e ridendo in preda all'adrenalina. Anteoculatia! Esclamò, ma correndo non riuscì a prendere esattamente bene la mira, quindi invece di colpire Rubin, colpì un ragazzino del primo anno che in pochi secondi, si trovò un palco di corna così pesanti da farlo sbilanciare in avanti e cadere contro un tavolo. Prevedibilmente, si mise a piangere e Brooks si sentì dannatamente in colpa, ma non c'era tempo per quello. Scusami! Ti prego perdonami pregò, saltellando tra i tavoli nel tentativo di colpire l'obiettivo giusto stavolta, magari con un incantesimo che avesse fatto meno danni colpendo uno studente. Avis! Gli piacevano gli uccellini e sorrise nel vedere uno stormo cartaceo uscire dalla punta del suo catalizzatore. Si lanciarono contro Rubin ed ovviamente non lo fermarono, ma lo rallentarono dal suo obiettivo distruttivo. Era già qualcosa l'averlo rallentato, ora Brooks poteva concentrarsi meglio e prendere la mira. Stava saltando da un tavolo all'altro e sembrava divertirsi un mondo, perciò Brooks puntò il bordo in un tavolo. Engorgio! Ed esso iniziò ad ingrandirsi abbastanza perché la creatura ci sbattesse contro il muso, rovinando a terra stordito. Non gli diede il tempo di rialzarsi ed utilizzò su di lui l'inverso dell'incantesimo appena usato. Reducio! E così, Rubin diventò così minuscolo da poter tranquillamente stare in un pugno. E Brooks lo raccolse, sollevandolo in aria vittorioso.