L'amico su cui poter sempre contare

Compiti | Nick&Brooks

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    Brooks O'Connor
    Brooks non si sentiva proprio in forma, stavano succedendo un sacco di cose strane nella propria vita e non capiva come conciliare le cose. Aveva ritrovato un sacco di persone che conosceva e gli erano amiche, ma quel giorno aveva solamente bisogno di vedere Nick. Il ragazzo era un concentrato di positività assurda e di norma lo era anche il riccio, ma in quel periodo tra il ritrovo con Marlee, la dichiarazione di ed a Amalea, lo scontro con Adrian e la pressione crescente per il duello che di lì a poco avrebbe dovuto affrontare con il gemello, lo facevano andare fuori di testa.
    Nick. Aveva bisogno di lui. Non fece altro che prendere il magifonino, mentre si recava fuori dalla propria sala comune, ed iniziò a scrivergli un messaggio.
    Nicky che ne dici di fare i compiti di Magia Verde insieme? Dobbiamo recuperare tutto il tempo perduto! Ti aspetto in aula, non osare dirmi di no! Sorrise mentre inviava e soprattutto sorrise a quel nomignolo che usava spesso per appellare l'amico; era tenero e Brooks non si vergognava di non sembrare proprio un "maschio alpha", anzi, non gliene poteva fregare di meno.
    Sorrise ancora tra sé, sentendosi già un po' meglio, mentre varcava la soglia dell'Aula di Magia Verde. Aveva chiesto il permesso alla docente che glielo aveva concesso senza nessun tipo di problema, quindi avrebbero potuto ben presto iniziare a fare i compiti: mancava solo il dioptase.
    Una volta percorso il breve corridoio rialzato, si trovò proprio dentro la stanza. Quel posto lo affascinava davvero tanto, era molto caratteristico e perfetto per delle lezioni come quelle di Magia Verde. La cosa che gli piaceva di più era quel laghetto al centro e da quel che gli era stato raccontato, doveva essere una passaporta per la Riserva, ma lui non aveva nessuna intenzione di provare da solo ad immergersi e vedere se le voci erano vere. Decise di sedersi a terra in un angolo ed aspettare l'amico.
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    La testa di Nick non era a posto. Era stato un periodo bello pieno, quasi troppo per i gusti del ragazzo, che non aveva neanche avuto il tempo per decifrare cosa stesse succedendo. Sentì il magifonino che vibrava in tasca e lo tirò fuori facendo scorrete il pollice sullo schermo, rivelando un messaggio di Brooks. Sospirò. Non era ancora riuscito a vedere il ragazzo, non da quando era successo tutto con il gemello, e non sapeva come comportarsi. Glielo avrebbe detto? No? Scosse la testa, scacciando quei pensieri, e rispose al messaggio con un “Ehy Roo, per me va bene, ci vediamo li!” Per poi mettersi il telefono in tasca e avviarsi. Chissà, magari una chiacchierata con il ragazzo gli avrebbe fatto bene…o forse era meglio non dirgli nulla, considerato che Fitz poteva arrabbiarsi…oh, Merlino era il suo migliore amico, al diavolo quello che voleva Fitz! Percorse i vari corridoi dell’accademia e si ritrovò davanti la porta dell’aula di Magia Verde, materia che affascinava e al tempo stesso annoiava un po’ Nick. Il ragazzo sorrise tra se, pensando che Mia lo avrebbe preso a bastonate se lo avesse sentito dire una cosa simile, e attraversò la porta dell’aula notando il migliore amico seduto in terra. Si avvicinò e si sedette anche lui, posandogli la fronte su una spalla e sospirando.
    -Ehi. Spero tu stia bene, perché io sto un po’ di merda e una mente sana ci serve per fare i compiti - rialzò il viso - o se stai anche tu uno schifo facciamo metà cervello io e metà tu e abbiamo fatto.
    Si guardò un po’ intorno, scrutando l’aula e sorridendo alla vista della fontana, per poi rigirarsi verso il ragazzo seduto al suo fianco.
    -Lavoriamo e nel mentre che lavoriamo facciamo il momento confessionale, che ho troppe cose da dirti. Se poi non basta continuiamo fuori. - gli sorrise, sinceramente felice di trovarsi Brooks affianco - mi sei mancato, Merlino.


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    Brooks O'Connor
    Brooks aveva sorriso nel leggere il messaggio di Nick. Adorava quando le persone a cui teneva, gli davano qualche nomignolo o lo chiamavano con un diminutivo. A parte quando lo faceva Fitz, visto che per la maggior parte erano insulti velati da un sorrisetto ironico.
    Si era seduto in terra ed aveva aspettato che l'amico arrivasse ed intanto la sua mente aveva preso a viaggiare, rifugiandosi nei suoi tormentati pensieri.
    Solamente il sospiro e la fronte contro la spalla, lo avevano ridestato.
    Il suo volto si aprì in un ampio sorriso e per un secondo dimenticò qualsiasi altra cosa che non fosse Nick. L'ex grifondoro era in assoluto il suo migliore amico, colui che lo capiva meglio di tutti anche solo con uno sguardo, al di fuori della famiglia. C'erano cose che non poteva dire ad Amalea, cose da ragazzo, che poteva confidare a Nick. C'erano addirittura cose che non poteva dire a Fitz!
    Direi che... possiamo fare un quarto di cervello. Un neurone stanco in due propose Brooks con una risatina, rilassando completamente il corpo e beandosi del lieve contatto con una delle persone più importanti della sua vita.
    Okay replicò guardando l'altro negli occhi e senza smettere di sorridere, chiedendosi cos'avesse da dirgli e preoccupandosi che non fosse successo qualcosa di grave, anche se certamente -viste le sue parole- non doveva nemmeno essere qualcosa di troppo allegro. Allora direi di iniziare! Adoro il contatto con le creature magiche e gli animali, però non mi fa impazzire l'idea di fare i compiti confidò, tirandosi su le maniche della divisa e guardandosi attorno, cercando di capire che cosa potesse fare. Allora, le creature a nostra disposizione sono l'asticello, il ghoul e... il bundimun annunciò, rabbrividendo al pensiero degli ultimi due. Insomma... non è che siano le mie creature preferite, però suppongo possa essere interessante capire cosa fare per loro. Ricordiamoci però che dobbiamo usare il legno rimembrò sia a sé stesso che all'altro, in modo da aver ben chiare sia le creature sia le regole. Sorrise. Mi sei mancato anche tu. Spero non saremo più costretti a separarci sospirò il riccio, esternando ancora una volta quanto tenesse al dioptase.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland
     
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    Sempre con la testa posata sulla spalla dell’opale, Nick ridacchiò alla sua affermazione, sentendo il ragazzo rilassarsi e sorridendo.
    -Apposto, ce lo dovremo far bastare. - alzò lo sguardo e inclinò il viso in una velata forma di domanda - cos’è che ti aggroviglia la massa celebrale?
    Sorrise al sorriso di Brooks, cercando di rassicurarlo. Insomma, non era di certo nulla di grave o incredibilmente orribile o simili, solo che certamente la sua vita aveva avuto una bella svolta da quel pomeriggio di un paio di giorni prima. Copiò i movimenti del migliore amico, tirandosi su le maniche della divisa e passandosi la destra tra i capelli, scompigliandoli leggermente.
    -Io non sono proprio un fan delle creature, in realtà. Ma che ci devi fare, ci tocca…
    Si prese il mento tra le dita, pensando a cosa poter fare.
    -L’asticello è un sacco antipatico, e sinceramente non ho molta voglia di vedermi cavato un’occhio solo perché mi sono provato ad avvicinare al loro albero preferito. E poi, non so proprio cosa potrei costruire per loro, sinceramente. - Magitecnica era una delle sue materie preferite, e voleva pensare a qualcosa di davvero bello per la creatura che avrebbe scelto. Diede uno sguardo alle gabbie dentro la sala, che contenevano tutti gli animali utili al compito e si girò verso Brooks.
    -Potremmo prendere il Ghoul e creargli qualcosa tipo una racchetta di quelle prendi farfalle, magari con una rete di fili di legno fini fini…per aiutarlo con il cibo! - si grattò una guancia, pensieroso - se hai un altra idea dimmi, che la mia mi sembra un po’ stupida…
    Sorrise poi alla risposta del ragazzo, battendogli un pugnetto sulla spalla. Sospirò, ripensando a Fitz, e si fece serio di botto.
    -Io…ho praticamente dimenticato Clive, sai? Non ci penso neanche più.

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    Il rapporto con Nick era una delle cose migliori che gli fosse successa e sospettare che ci fosse qualche problema, lo impensieriva molto.
    Non saprei nemmeno da dove iniziare, a dire la verità sbuffò il ragazzo dopo che si furono alzati, pronti a dare il peggio di loro per quel compito.
    Te l'ho detto che ho baciato Amalea e le ho detto che mi piace? Lo disse di getto, anche se la consapevolezza lo spaventava moltissimo e non sapeva esattamente come affrontare la situazione, tanto che aveva deciso di metterla da parte e non pensarci esageratamente.
    Sono d'accordo con te. Non ho voglia di ritrovarmi sotto attacco da parte di un asticello annuì, incrociando le braccia al petto e guardando le gabbie presenti nell'aula, riflettendo su ciò che avrebbero dovuto fare e soprattutto su quale creatura scegliere, finché non fu lui a proporla.
    Credo sia la scelta migliore, l'altra mi mette troppo i brividi acconsentì, ridacchiando alla sua idea forse insolita ma a suo modo geniale.
    No a me sembra un'idea bellissima! Dobbiamo solo trovarli, i fili di legno si portò una mano sotto al mento, riflessivo. Possiamo anche mettergli vicino alla gabbia dei pezzetti di legno e spalmarci qualcosa di super appiccicoso sulla superficie. Così quando gli insetti ci si posano sopra, se li mangia! Propose quindi, in aggiunta alla sua idea. Si affrettò a specificarlo.
    Possiamo farle entrambe. Così se la Onfroy si dimentica di rinnovare l'incantesimo della colla, può procurarsi il cibo lo stesso! Annunciò sorridendo, prima di vedere l'altro farsi serio serio, come se un pensiero triste fosse calato su di lui.
    Annuì. Sapeva di Clive. Sapeva che ne fosse innamorato e lui dal canto suo aveva sempre fatto di tutto per sostenerlo, spronandolo anche a farsi avanti, ma alla fine capiva potesse essere una cosa difficile. In effetti non lo vedo nemmeno più in giro rifletté, stiracchiandosi ed avvicinandosi alla gabbia del Ghoul per poter iniziare a lavorare.
    Spero non abbia fatto nulla commentò, rivelando come fosse sempre protettivo con le persone a cui voleva bene, anche se suonava ben poco minaccioso visto che non avrebbe fatto male nemmeno ad una mosca, poi gli venne un'illuminazione. C'è qualcun altro? Domandò con un sorrisetto malizioso, senza immaginarsi potesse trattarsi del gemello, prendendo in una mano la bacchetta e nell'altra un pezzetto di legno trovato su un tavolo.
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    Lo sguardo di Nick si posò sulla figura del ragazzo, sentendolo sospirare, e si preparò ad ascoltare quello che Brooks aveva da dirgli. Non immaginava però che avrebbe sentito proprio quelle parole. Sgranò gli occhi e li portò al viso di lui.
    -Cosa?! Merlino Brooks e me lo dici così?! - si portò una mano al peto, sospirando di felicità - Siano ringraziati Godric, Merlino e Morgana, la mia coppia preferita finalmente ha fatto passi avanti! - si rese conto che però l’entusiasmo di Brooks non corrispondeva nemmeno a un quarto di quello che avrebbe dovuto essere, e così si diede una calmata, guardandolo interrogativo.
    -Ehm. Volevo dire. Hai fatto questo e sei confuso o triste perché…?
    Riportando poi l’attenzione sul compito si trovò a poggiare le mani su un tavolo da lavoro li vicino, annuendo alle parole dell’amico e ridacchiando anche lui alla menzione dello schifo dell’ultima creatura.
    -Si, mi piace un sacco come idea! - annuì anche alla proposta di realizzarle entrambe, battendo le mani insieme e decretando la seduta tolta.
    -Perfetto, abbiamo deciso. Prima facciamo le cose e poi ci avviciniamo, direi. Io mi occupo del retino e tu delle strisce, si?
    Decise di mischiare il legno di tasso a quello di melograno per la rete, creandosi delle piccole strisce di legno morbido grazie all’incantesimo mutaforma, incrociandole fino a fare un bastone con un cerchio all’estremità, perdio utilizzare il legno di canna per creare delle piccole sbriciolino che si mise ad intrecciare, per farne una simil rete. Mentre lavorava si rivolse di nuovo al ragazzo, cominciando a scoprire le carte. Sorrise al commento dell’amico, scuotendo piano la testa. Di certo non c’era bisogno che Brooks si preoccupasse.
    -No, non è stata colpa sua, diciamo.
    Annuì alla successiva illuminazione del migliore amico, arrossendo come un dodicenne messo sotto torchio dalla madre.
    -Ecco…ehm…potreiessermipresounacottaperFitz.
    Strinse gli occhi, e si rese subito conto che aveva parlato davvero troppo in fretta perché il ragazzo comprendesse qualcosa. Forse solo il nome del gemello. Si schiarì la gola e riprovò.
    -Potrei essermi preso una cotta per tuo fratello, ecco.

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    Brooks O'Connor
    Nick accolse la notizia con una certa gioia, in effetti molto più di quella che provava lui. Amalea era la sua migliore amica fin dal primo anno ad Hogwarts ed insieme ne avevano passate tante, i primi baci non ufficiali erano stati con lei per esercitarsi, sebbene il primo vero bacio fosse poi stato con Marlee.
    Non lo so, Nick. Ho paura che se andasse male, potrebbe rovinarsi tutto. Era molto più facile essere Ama e Brooks. E basta. Migliori amici, nient'altro. Eppure... sentivo di averla ferita, su alla Guferia e... volevo rimediare. Fece una piccola pausa, gonfiando il petto e sospirando, cercando di vedere i lati positivi della cosa, anche se a suo avviso non avrebbe fatto altro che ferirla ancora di più. Certo, mi piace e mi infastidisce vederla con qualcun altro, però... scosse la testa, tentando di focalizzarsi sui compiti e non su quella matassa di fili sconnessi che aveva in testa.
    Andata! Dovrebbe esserci tutto qui, sennò ci intrufoliamo nell'aula di magitecnica oppure andiamo a cercare il legno nella foresta ridacchiò il ragazzo, non riuscendo a mantenere il malumore in presenza del migliore amico.
    Quindi, si misero al lavoro e mentre Nick si occupava del retino, Brooks iniziò a guardarsi attorno in cerca di qualche pezzo di legno della dimensione giusta. Dopo aver girovagato un po' per l'aula senza risultati, adocchiò, addossati su un angolo, alcuni pezzi di legno rovinati, come in procinto di essere bruciati ed usati per la stufa. Vi ho trovati! Sussurrò, avvicinandosi e sedendosi in terra, alzando una discreta quantità di polvere. Ne prese tre ed iniziò a limarli con un pezzo di carta vetrata in modo che diventassero lisci e perfetti, adoperando quindi il metodo babbano e non quello magico per raggiungere il risultato sperato, sentendosi sicuramente meglio così, come se faticare potesse far defluire dalla sua mente tutte le preoccupazioni. Per ora. Una volta che fossero stati lisci come desiderava, prese la bacchetta e la puntò verso la superficie che aveva reso migliore. Colloshoo pronunciò, notando la sostanza verdognola ricoprire il legno, rendendolo quindi appiccicosissimo. Stando attento a non toccarlo e non farlo cadere al rovescio, si alzò e si diresse verso l'amico. Ecco fatto! Tu come sei- non riuscì a completare la frase, incuriosito da quella rivelazione. Aveva parlato veramente troppo veloce, ragion per cui Brooks non era sicuro di aver capito bene ciò che volesse effettivamente dire. Aveva giusto appreso che ci fosse Fitz di mezzo, essendo un nome poco comune. Cos'ha fatto stavolta, mio fratello? Domandò, aspettandosi che avesse fatto uno dei suoi stupidi scherzi a Nick o qualcosa del genere. Sarebbe stato capace di tutto... ed in effetti tutto si aspettava, meno che ciò che gli disse. Rimase immobile e senza parole per la prima volta nella sua vita, forse. Se non avesse poggiato precedentemente il pezzo di legno, gli sarebbe sicuramente caduto a terra. Tu... cosa? Era frastornato, era la prima volta che gli veniva detta quella cosa. Nessuno gliene aveva parlato. Non sapeva nemmeno che passassero del tempo insieme quando lui non c'era! Nick era stato più volte a casa sua e viceversa, erano migliori amici, di conseguenza Brooks conosceva Cam e Mary Lou, mentre Nick conosceva Fitz e la sorellina più piccola dei gemelli. Sapeva che erano nati in maniera non convenzionale, avendo una famiglia composta da due padri. Sapeva praticamente tutto, di lui. Ma il riccio non sapeva proprio di ciò che stava succedendo tra il gemello e l'amico. Una cotta... per mio fratello sembrava realizzarlo in quel momento, come se l'altro gli avesse tirato una secchiata d'acqua gelida in faccia. E lui...? La voce del ragazzo si era raffreddata molto, ma cercò comunque di mantenere un sorriso naturale, avvicinandosi al Ghoul ed approcciandosi a quell'essere stupido. Ti abbiamo costruito qualcosa per gli insetti. Potrai mangiare quando vuoi. Gli spiegò ed in effetti essendo un'aula piena di piante e di animali, gli insetti non sarebbero certo mancati.
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    Nick cercava con cipiglio concentrato di capirci qualcosa del discorso di Brooks. Insomma, non aveva propriamente senso quello che stava dicendo, ma se il migliore amico era convinto…provò a ragionare.
    -Insomma, non dirmi che l’hai baciata per senso di colpa! Chiunque ha le tue paure, Roo, ma la vita non può fermarsi a questo…se non ti butti, chissà cosa potresti perderti! - sorrise leggermente, cercando di rincuorare l’amico - magari andrà male, si, ma invece magari andrà bene! E sono sicuro che ne varrà la pena, sempre.
    Sospirando leggermente, cercando di non sovrapporre quel discorso con il casino che aveva lui in testa, si concentrò sui compiti. Finì di intrecciare la rete e la assicurò al sostegno, finendo di applicare le rune. Si avvicinò poi al piccolo animaletto nella gabbia, sorridendogli - sperava - in modo rassicurante.
    -Ehi, piccoletto! Tieni, questo è per te! Se te lo agiti intorno - fece una piccola dimostrazione pratica - riuscirai a catturare tutte le mosche che vuoi!
    Completato finalmente il compito, potè dedicarsi alla cosa che lo spaventava di più, ossia informare Brooks della sua cotta. Scosse la testa quando il ragazzo - ovviamente dopo la sua farfugliato dichiarazione - chiese cosa centrasse il fratello. Prese fiato e ripronunciò la frase. Notò come l’intra postura di Brooks si congelò. Irrigidito in quel modo, con quel cipiglio leggermente scocciato in viso, era davvero la copia perfetta Fitz. Nessun dubbio sul fatto che fossero gemelli. Distrattamente, Nick si chiese se anche Fitz, una volta lasciata cadere quell’aura di indifferenza e rancore fosse così rilassato come Brooks. Sembrò rendersi conto in quel momento che il migliore amico stesse avendo una sottospecie di crisi esistenziale, e si rabbuiò. Non voleva ferirlo, ne farlo star male. Aveva semplicemente pensato che metterlo al corrente della situazione fosse più giusto di non farlo.
    -Si…ecco, è piuttosto strano, certo, ma è successo…
    Un piccolo brivido gli attraversò la schiena al gelo che correva nelle parole di Brooks. Sentì gli occhi pizzicare leggermente, ma ricacciò la tristezza e rispose anche alla seconda domanda di lui.
    -Non…so. È difficile capire quello che pensa.
    Brooks non rispose. Non lo guardò neppure. Si avvicinò al ghoul, gli disse qualche strozzata sugli insetti, si voltò e uscì dall’aula, lasciando Nick a guardare il punto dove si trovava prima con uno strano dolore nel petto. Il Ghoul fu l’unico testimone delle sue lacrime.

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