Incontrarsi per la prima volta

Evento di inizio anno

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    Dioptase
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    Cameron Cohen
    Hidenstone significava compiti e lezioni. Persone. Interazioni sociali. Persone con cui interagire. In poche parole: sfiancante. Forse la Tisana della tranquillità sarebbe servita anche a lui.
    Non è per me, la persona a cui devo regalarla ha una passione per le tisane, sono certo che ne sarà capace. Sbuffò, irritato che venissero messe in dubbio le sue magnifiche capacità. Comunque mi serve google traduttore per capire che dice sto qua pensò, roteando gli occhi al cielo ma allungando senza problemi i galeoni -sigh era povero- verso l'omone, scuotendo la testa. Non aveva abbastanza soldi, lui, per permettersi altro. Allungò un sorriso tirato. No no grazie, devo rimanere... sano, sennò chi li sente quei coglioni di Hidenstone sbuffò, anche se una di quelle canne strane se la sarebbe fatta volentieri. Comunque, dopo aver pagato, si avvicinò a Mia che non era poi troppo distante.
    Qualcosa che mi piace? No, qui vendono solamente cose stupide, brutte e noiose... penso che mi farò un giro finché non è ora si salire ad Hidenstone. Dovresti venir- stava proponendo, prima che arrivasse la sua migliore amica, alla quale regalò un sorriso decisamente più naturale di quello per Jason.
    Ue, bellissima la salutò, simulando un falso tono viscido, ridacchiando poco dopo ed ammiccando alla ragazza, avvolgendo un braccio attorno alle sue spalle. Forse non era esattamente ciò che andava fatto, davanti alla propria ragazza, ma sebbene le cose tra loro spesso fossero state ambigue, Cameron non era innamorato di Elisabeth, la vedeva solo come qualcuna in grado di tenergli davvero testa, un'amica irrinunciabile ma certamente diversa da Mia, alla quale non avrebbe rinunciato mai. Non vedo l'ora di potermi buttare a letto, sicuramente più morbido di quello che ho a casa mia... fece una pausa, allungando la mano libera a cingere le dita di Mia, stringendole forte. Ehi ma che ne dite se, quando ci siamo sistemati, facciamo qualcosa insieme? Lo stava proponendo ad entrambe. Forse era pazzo a proporre un'uscita a tre -magari ne sarebbe scaturita una cosa a tre?- ma lo aveva fatto.
    20 y.oStudenteDioptaseII annoFrom Oslo


    conclude con Jason K. Byrne ed interagisce con Mia Freeman e Elisabeth Lynch
     
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    ex Corvonero

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    Raise your words, not your voice.

    Il fatto che O'Connor si dimostrò risoluto nel voler condividere con lei la coppia gemella di geki diede speranza alla giovane, anche se non era perfettamente consapevole. Infatti era troppo impegnata a tentare di sottrarsi alla presa di lui e alla mano nella sua chioma per tentare poi di sistemarla. «Ma cosa ti hanno fatto di male i miei capelli?» Mugugnò, scoccandogli un'occhiata sinistra dopo che l'altro sottolineò che Mirai e Yume erano l'ennesimo legame ad unirli. Gli altri si perdevano in stupidi gingilli loro compravano cuccioli elementali. Valli a capire. «Ed io che pensavo che cinque anni di amicizia fossero più che sufficienti», in realtà, come detto prima, era piuttosto felice delle sue parole ma da lì ad ammetterlo ce ne sarebbe voluta.
    L'idillio però cessò causa attivazione del vero cervello del Grifondoro che non si trovava nella sua testa, bensì nelle parti basse. «Il solito superficiale», la spalla a sbattere contro quella del ragazzo con l'intento di fargli perdere l'equilibrio con il rischio di perderla lei stessa con quella frase tagliente ed orribile che l'altro pronunciò dopo che lei aveva replicato le sue stesse osservazioni però con la compagine maschile. «S-» Per la prima volta Amalea Davidson si trovò senza parole. La carnagione divenne più pallida, le spalle si abbassarono e il suo senso di sconforto ed inadeguatezza le accompagnò. Aveva appena toccato un nervo scoperto e lei era rimasta ferma, immobile, tanto che in primis non ascoltò sul serio il riferimento al lancio da un ponte e al sesso -sul serio- oltre che l'altro non ebbe neanche difficoltà a trascinarla verso la bancarella della Stoneburg. «Non proprio tutti», si ritrovò a pensare mentre la negoziante si presentava, finendo con il porgerle un contenitore in cuoio di Occamy -le scaglie valevano più degli occhiali stessi- glissando sulla richiesta di Brooks. «No, prendiamo anche questi, grazie», strappò di mano le lenti al moro per porgerle, con delicatezza, alla donna.
    Dopo aver pagato per entrambe le lenti, la strega fece per avviarsi andando a scontrarsi contro uno dei ragazzi che poco prima aveva indicato. Massaggiandosi il naso abbaiò verso l'amico:
    «Smettila di chiamarmi Amaela, Bridge. Un sibilo che solo lui avrebbe udito, anche perché una volta che si soffermò sul serio sulla figura del ragazzino contro cui si era andata ad abbattere beh le cose cambiarono. «N-no, è colpa mia», l'imbarazzo ora a colorarle le gote, il massaggio a terminare. «Sì, tu?» Un lieve accenno d'ansia nella sua domanda, mentre la sua mente, molto più attiva di tutto, iniziò a macchinare un piano così velocemente che se solo si fosse soffermata a ragionarci si sarebbe decisamente spaventata. Infatti le sue mani si sarebbero sollevate e poi avvicinate al collo del futuro Opale, avvicinandosi lei stessa. «Ti prego, reggimi il gioco», sussurrò prima di impattare le labbra sulle sue e coinvolgerlo in un bacio. Non durò tanto, solo il tempo necessario affinché Brooks e la biondina -era la sua ragazza?- si rendessero conto di quello che, se l'altro avesse acconsentito, stava succedendo proprio sotto i loro occhi. «Beh, sì, ciao», lesta, nonostante tutto, li superò non curandosi se l'altro la seguisse verso la postazione della libraia. «Proprio tutto?» Chiese conferma prima di indicare alla libraia un astuccio in pelle di Clabbert, una di pergamene-pizzino oltre ad un Memoriae ed una confezione di Motivational quotes. «Ha detto che paga tutto lui, signora». Mai, mai far incazzare una ragazza. Mai.

    It is rain that grows flowers, not thunder.




    Conclude l'acquisto da Marina Stonebrug, interagisce con Brooks Ryan O'Connor e Thomas S. Roberts. (sorry <3). Inizia un acquisto da Kenna.
     
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    Denrise
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    Philipp Garlic
    Predone | 27 anni
    Si era già detto che Sigurd aveva minacciosamente ordinato ai Denrisiani di fare i bravi? "Ah, ci date i vostri soldi solo per evitare che ce li prendiamo con la forza, e tui ho cambiato i connotati abbastanza volte perché tu abbia imparato a stare al tuo posto, Blake Barnes " Philipp salutò in questo modo Blake, decisamente poco interessato a soddisfare il suo ego, specialmente nel mentre la soap opera in salsa denrisiana andava in onda con tutti i colpi di scena e gli insulti del caso.
    Teso come una corda di violino, il fabbro osservò la risoluzione della vicenda, conteso tra la voglia di intervenire, il rispetto che provava per suo cugino e il tenerezza nei confronti di Gyll McKenzy, talmente dolce da sentire pure il bisogno di difendere l'uomo, nonostante egli avesse fin troppi modi per farlo da solo. Sentì il suo arguire e osservò attento lo scherno di Aidan, il quale alla fine dovette cedere alle scelte della giovane, limitandosi ad inveire contro Gerald, il quale però, di gente che latrava ne sapeva fin troppo.
    "Non prendertela con lei o con me, se non sei capace di soddisfare la tua donna" fu la scoccata che gli rifilò il denrisiano, lasciandolo andare via e spostando i propri occhi solo sulla bella ragazzina, ancora preda di fin troppa gente, dalla quale alla fine si liberò. Semplicemente, si mise al fianco di lei e la scortò ovunque volesse andare, ascoltando tacitamente il suo lamentarsi "Tra poco partite, mi sa... possiamo andare al porto, magari c'è meno gente" propose il Garlic minore, scortando la ragazza verso la Dragone degli Abissi, per voi svoltare senza un vero perché di lato. Fu a quel punto che, dal nulla, le afferrò la mano, si voltò e la baciò "Detesto quando hai tutta quella gente intorno" ammise lui, quando infine, sazio di lei, staccò le labbra per carezzarle i capelli "Quando ti toccano... mi viene voglia di mozzargli le mani" ingiunse infine, facendo anche una smorfia col naso.

    'Mhf, era qui per assicurarsi che io non ammazzassi qualcuno vè?' Philipp osservò la coppia svanire col libro che Kenna gli aveva affidato; la cosa ovviamente gli scocciò, ma dato il contesto lasciò correre, soprattutto perché la donna aveva dimostrato il suo amore in maniere ben più fisiche di qualche parola su di un libro, giacché si servì della sua lancia per minacciare Aidan 'E' proprio la mia donna...' pensò lui, tanto che quando la donna avesse per disgrazia incrociato i suoi occhi, in essi avrebbe letteralmente scorto due occhietti a cuore.
    Leggero come una nuovola, il denrisiano sarebbe rimasto alla sua postazione a braccia conserte, studiando la donna e occupandosi del proprio stand, salvo poi scorgere in avvicinamento la persona che forse al mondo più odiava 'Maverik...' pensò lui con ira, osservandolo avvicinare come sempre Kenna, nel chiaro intento di solleticare il proprio ego con quella che per lui era la più bella donna di Denrise nel mentre ovviamente lo infastidiva 'Stronzo di merda... e fanculo a sigurd per non averlo tenuto al suo posto: IN ESILIO!'
    Forse l'unica persona per cui avrebbe rischiato l'ira di Sigurd era proprio Morrigan, tuttavia Kenna spense con un sol gesto tutta la rabbia frustrata del Cacciatore: una sua smorfia di disprezzo e Phil si ritrovò a bocca semiaperta, stupito, ovviamente, ma soprattutto divertito 'Ben ti sta, pallone gonfiato' pensò lui, che in vero non aveva grandi dubbi nella donna, non essendo lui un tipo insicuro o comunque geloso, essendo quello un ruolo che interpretava per gioco, possibilmente in maniera creativa, e che comunque, se assecondato, poteva anche regalare qualche perla, a addirittura qualche fitta di paura, come quando la donna si servì della sua lancia per pungolare e scacciare Morrigan.
    'E' proprio la mia donna!' si trovò ancora a pensare, talmente allietato dal fatto che ella stesse facendo in piccolo quello che lui due anni addietro avrebbe volentierissimamente fatto sul serio che forse, incrociandone lo sguardo, Kenna avrebbe avuto un infarto: Philipp stava sorridendo.
    E no, non era un'esercitazione!
    A risentire di tutto questo buon umore fu anche Jason, il quale avvicinò il predone con la solita finezza Tsk... i ragazzini li detesto, sopporto solo mio cugino affermò lui "Ma sono ottimi sacchi da boxe... sti cazzo di inglesi sono così coglioni che più li picchi più ritornano... è perfetto!" propose lui "Ma che te lo dico a fare... sono vivi, a te interessano solo se gli do una cartella troppo forte e gli giro il collo! E pensa, sarebbe un salto di carriera per te: scopacadaveri e pure pedofilo!" concluse lui, allargando le braccia e indicando, a casissimo, uno dei tanti studenti attorno a lui. La mano, a questo giro, cadde su Elisabeth.
    RevelioGDR


    Ciao a tutti, il listino di Brugnir Forgen è a vostra completa disposizione (lo trovate linkato dal rolescheme).
    A questo, aggiungo qualche cosa di extra u_u

    Armi da allenamento (d20+3): armi in legno smussato benedetto dal dio freyr in maniera tale da infliggere un considerevole danno, ma senza lesioni permanenti in nessun caso inclusa la rottura (l'attacco non causa mai malus, status o morte).
    Prezzo: 150G

    Lacrime d'inverno (consumabile): se bevute rendono gli effetti delle magie di ghiaccio eseguite nel turno corrente Permanenti.
    prezzo: 30G

    Il PP ottenuto dipende dal tipo di arma acquistata.
    Le lacrime garantiranno +1Intelligenza.

    [/QUOTE]
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Il dioptase, per la prima volta dopo mesi, forse, si era ritrovato da solo ad osservare gente che faceva cose, senza interagire e senza parlare con qualcuno. Aidan Hargraves aveva appena subito ciò che i più romantici (o babbei, che dir si voglia) definivano 'grande delusione d'amore'.
    Per lui era invece una grande, gigante presa per il culo. Fosse stato qualcun altro sarebbe corso via da quel posto di merda piangendo come un bambino che era caduto sbucciandosi il ginocchio. Per fortuna non era così, ma era pur sempre incazzato e deluso. Perché non solo era stato tradito, era stato preso in giro, ma lei era pure tranquilla! Come se fosse stata una cosa normale.
    “Ma sì ha il cazzo più grosso del tuo, quindi sto con lui! Ma certo!” Aidan scosse la testa sbuffando più volte e resistendo alla tentazione di tornare e spiaccicare la testa del tizio con la mazza. Ed avrebbe voluto fare la stessa cosa anche con chi stava difendendo la ragazzina, come quella negoziante che lo aveva rimproverato, dicendogli che lei non era di sua proprietà. “Ma poi non è mica un oggetto! Che diamine di discussioni ha fatto quella?! E perché si è intromessa?!”. Quasi un ringhio, a denti stretti, gli uscì dalla bocca del giovane ragazzo. Aveva voglia di rompere qualcosa, per davvero. Ma ci fu qualcuno che lo distrasse da quel desiderio. Prima arrivò il professor Lancelot che gli offrì una bibita. Aidan lo guardò annuendo, prendendo la bibita e ringraziandolo “Credo che per il momento, stare solo sia la cosa migliore...o sennò farò del male a qualcuno.” Accennò un lieve sorriso al professore “Soprattutto perché ho la mazza.” disse poi, bevendo tutto d'un sorso quella bibita. Poi arrivò Emma, che, senza dir nulla lo abbracciò. Aidan rimase sorpreso da quella sua reazione ma non poté fare altro che dirle un “Grazie, Emma. Almeno non mi hai rimproverato perché ero nel giusto!”. Ed infine si voltò, quando venne toccato sul braccio. La sua migliore amica, Aibileen, era venuta da lui e Aidan ne fu sinceramente contento. “Aibi! Menomale che sei qui. Che succede? Te lo dico io che succede!”
    Aidan alzò un tantino la voce quando parlò ma decise di prendere un profondo respiro, prima di continuare.
    “La mia ragazza -che possiamo praticamente definire EX ragazza- Mi ha appena mollato per un denrisiano del cazzo” e al 'denrisiano del cazzo' strinse i denti dalla rabbia “Con cui molto sicuramente ha scopato mentre stava con me! Ora...io non so se lo ha fatto davvero. Ma io sono più che sicuro che loro due abbiano scopato. Ed il bello! Il bello è che mi ha detto che sono fastidioso e che ho esagerato! Tutti stavano dando la colpa a me! La mia prefetta perfettina, l'armaiolo di sto cazzo, la negoziante dei miei coglioni e credo che anche qualche professore aveva intenzione di rimproverare me. Pensa un po', Aibi: Io sono il cornuto, a lei è sembrato tutto normale...ed io sono quello che ha torto! Che figo eh? Si è innervosita per la mia scenata! Si sarà sentita in imbarazzo, poverina!” Disse, enfatizzando con sarcasmo l'ultima parola.
    La povera australiana non c'entrava nulla con tutto ciò...ma comunque dovette sopportare tutta la sua frustrazione, tutta la sua incazzatura, con tanto di parolacce piuttosto colorite.
    Fece un respiro profondo, ascoltando Emma ed annuì “Ci vorrebbe proprio. Prima o poi ci organizzeremo. Scusatemi per le parole, comunque. Ma giuro, mi ha fatto incazzare un casino, tutto questo”.
    Finita quella sua discussione, Aidan, senza sapere come, si ritrovò mano nella mano con la sua amica, di fronte ad un negozio di animali.
    Guardò la farfalla che lo fece distrarre un po' da tutta quella situazione e un leggero sorriso scaturì finalmente dalle sue labbra.
    “Elementali...sembra figa la carpa. A te piace la farfalla? Bene allora! Scusi?” Cercò di attirare l'attenzione della negoziante “Vorrei prendere la farfalla di fuoco per lei” Disse indicando Aibileen “E la carpa per me per favore.” Si voltò, poi, venendo attirato anche da un mezzo-Kneazle “Posso prendere anche quello? Se sì, pago io tutti e tre gli animali” Guardò l'amica “Non dire niente. Ho visto che quella farfalla ti ha attirato. E questo è il mio regalo per il tuo compleanno. Ancora non te lo avevo fatto, mi sa...ed è anche un modo per ringraziarti per essere venuta da me. Avrei potuto distruggere qualcosa con la mazza, se fossi rimasto solo un altro minuto in più”.
    Guardò nuovamente Emma, rivolgendosi a lei “Se vuoi la carpa tu, allora io prendo solo il mezzo Kneazle”.
    L'incazzatura ovviamente non era finita. Si era solamente messa momentaneamente in pausa perché Aibileen aveva un talento per rialzare su il morale dell'amico, anche se non faceva nulla di particolare.
    Aidan Hargraves

    "
    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

    Dioptase, 17 anni

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    Interagisce con Lancelot Olwen, Emma Lewis Emma Lewis_ e Aibileen Beatrix a cui regala la farfalla di fuoco. E poi compra per se la carpa e il mezzo Kneazle. Ma, se la carpa la vuoole Emma...prende solo il mezzo-kneazle al negozio di Gerd Kaleel Gerd Kaleel Gerd Kaleel
     
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    Jessica Whitemore
    Quanto era faticoso conversare con Kenna, così noiosa. Avevano da sempre un rapporto di amore ed odio -più odio che amore- ma uno dei suoi obiettivi per quel suo quarto anno, era proprio quello di appianare ogni divergenza con chiunque, comportarsi da vera prefetta e rispettare le regole. Okay, ci avrebbe provato davvero.
    Avrebbe provato anche ad appianare le altrui divergenze, anche se per quelle non era esattamente il top, troppo egoista per aiutare davvero gli altri.
    Quando Gyll le sbatté addosso, il suo sguardo si fece ancora più duro. Era tenera, ma ora la mora voleva farle capire quanto fosse scontenta degli avvenimenti.
    Gyll. A me non interessa ciò che dice Aidan, mi interessa riuscire a sentire ciò che mi dicono le persone che ho attorno. Annunciò, palesando che il suo problema non fosse certo la sua relazione-non-relazione con Aidan. In fin dei conti, lei nemmeno lo conosceva, non rientrava nella cerchia di quelli che lei definiva popolari -in poche parole, i suoi amici- e quindi che Gyll scegliesse lui o meno, non le interessava poi così tanto. E non mi va che un membro della mia casa, si metta in mostra per essere al centro di una scenata. Ok, quella tutto sembrava tranne che Jessica. Sorrise, alla fine, alla ragazza. Io non sono nessuno per dirti di non andare le annunciò -e non era nessuno anche perché non era esattamente un esempio di fedeltà e monogamia- però posso chiederti di fare attenzione. Mi preoccupo per te sospirò, fingendo di afferrare quel bacio volante con una smorfia infantile.
    I suoi occhi scuri si rivolsero verso Gerald, osservandolo. Non posso negare, però, che tu abbia buon gusto! Le sussurrò prima che si allontanasse verso Garlic Junior, facendo tornare tutti -in teoria- ai propri affari. Ciò le ricordò che anche Olwen l'aveva completamente ignorata. Sì, mesi prima l'aveva messa nella merda più totale ed ora la ignorava. Ma se ne sarebbe pentito. Stupido biondino... pensò ma non disse, caricando il peso sul piede destro, mirando a pestare quello di lui, fulminandolo con lo sguardo. Fa pure lo snob stronzo, ora? Inutile dire che Jessica, quando era arrabbiata, ferita o nervosa -quindi molto spesso- non aveva nessun tipo di filtro, nemmeno se davanti si ritrovava uno dei suoi docenti, uno di quelli che avrebbero potuto mettere fine alla sua brillante carriera accademica. Ma che non lo avrebbe fatto perché la adorava troppo, palese. Incrociò le braccia al petto, mentre questa narratrice diceva mentalmente addio alla spilla. Ma due persone che la ignoravano a distanza di pochi minuti, era davvero troppo. Confidava solo che l'aver visto nascere suo figlio, li legasse in qualche maniera e lo facesse passare sopra questo piccolissimo affronto (?)
    A proposito di suo figlio... alla luce degli avvenimenti dei tre anni appena passati, aveva ben pensato di lasciarlo alle cure dello zio almeno fino al primo weekend disponibile, dove sarebbe passato a prenderla. Si posò con il gomito sul banchetto di Kenna, aspettando delle scuse da Lancelot. Esatto, delle scuse. Le pretendeva.
    18 y.oStudenteBlack OpalIII annoFrom NY


    Lancelot Olwen Gyll McKenzy LANCELOT OLWEN, HO DETTO. QUINDI CAGAMI.
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Afferrò il martello e lo girò tra le mani. Philipp aveva insegnato a Lilith ad apprezzare l'utilizzo delle mani armi e doveva ammettere che aveva sottovalutato - fino all'allenamento con lui - quanto queste potessero essere utili e versatili in un combattimento. Rise alla favolosa soluzione che trovò il Cacciatore, scrollando poi le spalle e pagando quello che gli doveva nel mentre «Indubbiamente. Ma sai bene che non mi basta mai allenarmi. Ho sempre qualcosa da migliorare e chi meglio di te può aiutarmi a farlo?» - gli sorrise appena, con le labbra che disegnarono più un ghigno dispettoso, verso il cacciatore «Non avrai mica paura che l'allievo superi il maestro, vero?» - assottigliò lo sguardo, lanciando quella piccola provocazione al suo tutor solo per rendere le cose più divertenti qualora avesse accettato di nuovo di allenarla «Ti ho avvisato il primo giorno Philipp, voglio imparare tutto da te. Io scelgo solo i migliori per me e se sono venuta a bussare alla tua porta un motivo c'è.» - il suo sguardo era serio e determinato e non avrebbe lasciato spazio a nessun cambio di direzione. Da Philipp voleva imparare molto più che il solo combattere, voleva imparare il suo temperamento e il suo sembrare tutto d'un pezzo davanti alle situazioni più fuori controllo. Da Philipp avrebbe accettato qualsiasi critica perché riconosceva in quelle ogni minimo dettaglio per la sua crescita personale e - a dimostrazione di questo - quando lui la richiamò per il modo in cui si era rivolta a Gyll, Lilith sussultò e incrociò lo sguardo bicromo del Cacciatore per alcuni secondi. Annuì, con in volto un'espressione di chi aveva capito di aver sbagliato e che ora poteva solo evitare di controbattere. Ma non perché aveva paura di Philipp, quella reazione fu semplicemente perché se lui lo aveva detto, allora le stava insegnando che quello non era il modo giusto per risolvere un problema. Sì, aveva preso anche quel suo rimprovero come un insegnamento e non era certa che Philipp l'avrebbe capito dal suo annuire fiera a quelle parole, rimanendo con il sorriso delicato che aveva dedicato al suo tutor; Lilith aveva appena mostrato che c'era qualcuno da cui si faceva zittire senza battibeccare: Philipp Garlic. Rimproverò che invece fece voltare la riccia in maniera gelida vero la Whitemore. No, da lei quella ripresa non l'avrebbe accettata e il suo sguardo le aveva parlato decisamente più di mille altre parole.
    Ascoltò il modo con cui il ragazzo si rivolse alla mezza-veela, provando un moto quasi di fastidio, poi seguì le parole su Aidan, prima di andare a tuffare il naso nei libri di Kenna. Incontrare l'ex docente, fu per Lilith un toccasana. Con lei era possibile toccare dei tasti di elevata cultura e Lilith era grata di questo; notò come il tono che utilizzò con lei e quello usato con Jessica venne a prendere una piega leggermente differente e questo la fece sentire ancora più fiera, lei che amava essere migliore degli altri. Annuì alla docente «Io verrò sicuramente. Non posso garantirle di portare troppa gente, come ben sa amo condividere le parole dei libri con me stessa e poi... non so quanti possano reggere un'elevata giornata del genere.» - era sempre la solita altezzosa e spocchiosa e l'anno precedente e tutto quello che l'era successo, le avevano fatto capire cosa aveva messo da parte per badare più agli altri che a se stessa «Tuttavia, sono certa che potrebbe essere, per noi Dioptase, un ottimo punto di inizio per poter leggere libri che nella nostra biblioteca non ci sono.» - sorrise leggermente.
    L'arrivo del professor Olwen fece voltare la riccia in sua direzione «Professor Olwen, è un piacere rivederla. Spero che abbia passato un buon periodo di riposo e si senta pronto a quest'anno che ci sta aprendo le porte.» - sembrava quasi na minaccia se non fosse che Lilith lo aveva detto davvero per sincerarsi delle condizioni del suo professore. Tuttavia non ebbe molto tempo per poter far altro se non ascoltare la risposta del docente, prima di dedicarsi al suo ruolo istituzionale «Iniziamo già prima di entrare... e io che pensavo fosse un anno diverso, questo...» - pensò mentre cercava la calma per poter affrontare situazioni di cuore che non erano le sue. In mezzo a quella coppia strana era già la seconda volta che ci si ritrovava e la prima non era stata per niente piacevole, soprattutto per i suoi amati capelli.
    Sfiorare il braccio di Jey le venne quasi istintivo e quando i loro sguardi si incrociarono alla mora concedette un sorriso sincero, seppur appena abbozzato, forse trattenuto con la paura di sbilanciarsi troppo e rimanere nuovamente ferita.
    Il fatto che Aidan la ignorò, quando lei intervenne, la fece innervosire e non poco, tuttavia cercò di mantere la calma, tanto da chiudere gli occhi e respirare profondamente «Aidan, basta... Ho bis---» - il ragazzo straparlava e lei poteva ben comprenderlo nel suo stato d'animo, ma aveva davvero la necessità di dirgli delle cose. Niente da fare, tra lui e Gyll avrebbe volentieri ammazzato entrambi con il suo martello nuovo che portava dietro le spalle. Per non parlare dello spocchio di Gerald, che Lilith osservò da capo a piedi con un sopracciglio alzato «E questo sarebbe parente a Philipp? Beh, non possono uscire tutti intelligenti in una famiglia.» - pensò vedendolo fare il grosso per portarsi via la McKenzy «Che Merlino lo benedica.» - mormorò a bassa voce, in maniera tale che rimanesse solo uno sfogo che potesse sentire lei stessa, prima di voltarsi da Aidan e... non trovarlo.
    «Merlino, Morgana e Silente! Oggi mi faranno venire i capelli bianchi!» - sbottò alzando lo sguardo al cielo per poi cercare Jessica. Annuì e indicò con la testa Aidan, per dirle la medesima cosa però sulla controparte.
    Avrebbe coperto grosse falcate per cercare il ragazzino e guardò a destra e sinistra per individuarlo; tuttavia chi individuò per primo fu Blake, proprio dove si aspettava di trovarlo: a bere. «E due.» - bisbigliò, credendo fosse il caso di riprendersi la sua metà prima che combinasse casini a cui lei non avrebbe potuto badare. Quindi arrivò alle sue spalle e poggiò le mani sui fianchi «Blake Barnes.» - nome e cognome, sibilo perentorio, avrebbe atteso che il ragazzo si voltasse e notasse il suo sguardo di ghiaccio davvero molto contrariato e i suoi capelli virare sul rosso «Ho bisogno di te. A-d-e-s-s-o.» - e i suoi occhi chiedevano davvero aiuto. Se lui si fosse avvicinato, lei avrebbe parlato, altrimenti lo avrebbe tiraro per il braccio «Aidan e Gyll, hanno messo su na scena pazzesca. Gyll se n'è andata con Gerald, dev'essere parente di Philipp, non so di che specie. Aidan ha una mazza ed è molto arrabbiato. Quindi...» - guardò verso il bancone «Direi che io ho più bisogno di te. Che ne pensi?» - l'aveva lasciata sola, nel suo immaginario, e vedete cos'era successo?
    Avrebbe lasciato la possibilità a Blake di scegliere dove andare (quasi dello 0.0001%) poi lo avrebbe tirato verso la piazza alla ricerca di Aidan.
    Una volta trovato, avrebbe avvicinato il Dioptase «Aidan.» - si fece spazio tra i presenti, guardandoli con freddezza e distacco, da Aibileen ad Emma, senza davvero salutarle se non con un cenno del capo e raggiungendo solo il suo concasato «Come stai?» - la domanda un po' spiazzante e un po' inutile, quindi si sarebbe posta alla sua destra, facendo segno a Blake di mettersi dal lato opposto (povero, circondato da quella coppia, non portava niente di buono) «E' stata una stronza.» - commentò senza mezzi termini e senza Philipp a rimbeccarla «Dopo tutto quello che hai fatto per lei, cazzo Hargraves!» - diciamo che Lilith non era il massimo della dolcezza in quei casi «Ascolta, meglio ora, che più in là. Credimi. I tradimenti e meglio scoprirli subito, Aidan. Lo dico per esperienza. Più tardi li scopri, più fanno male ed è difficile scollarseli di dosso. Almeno lui non lo conosci, poteva capitare a scuola con qualcuno che conoscevi e che magari ti stava anche simpatico. Invece, avrai solo lei da evitare nei corridoi.» - gli abbozzò un sorriso, mentre i suoi capelli tornavano ad una colorazione normale «Ti aiuterò io a non pensarci quest'anno. Sono arrivati un sacco di ragazzi e ragazze nuove, non avrai il tempo di pensare a lei. E mi aiuterai a non far perdere per i corridoi le ragazze del primo anno, che te ne pare?» - non sembrava divertente la cosa.
    Numero cinque Giadì Kenna MacEwen Philipp Garlic Blake Barnes Emma Lewis Aibileen Beatrix
    Lilith Clarke

    "
    La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati.
    "
    Dioptase, Prefetto

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    Mia Freeman
    Prefetto Ametrin

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    parlato - pensato- ascoltato

    Non si aspettava tanta sensibilità da parte di Cameron, così come non si aspettava nemmeno che così tante persone avessero voglia di salutarla o di perdere un po’ del loro tempo per chiacchierare con lei.
    Di certo l’abbraccio di Erik portò il suo cuore dritto dritto in gola: per quanto avesse imparato a conoscerlo e i due si fossero avvicinati parecchio, soprattutto rispetto all’inizio, Mia continuava a nutrire per il ragazzo una profonda stima e non poteva fare proprio a meno di idealizzarlo. Il fatto che una persona che lei reputava così capace e intelligente la supportasse così tanto non poteva fare a meno di farla sentire ogni volta speciale e realizzata. “Erik!” replicò subito con allegria, stringendolo a sé con una certa incredulità. “Oh grazie… spero che tu abbia ritrovato il tuo bagaglio. E se sono una brava Prefetta è solo merito tuo.” aggiunse poi, impacciata ma sincera, arrossendo leggermente.
    Salutò subito dopo Benjamin, che si avvicinò ai due, rivolgendogli un altro sorriso luminoso e un cenno gentile. “Ciao Ben! Ben arrivato. Direi di sì, tutto sommato. E tu?” domandò a sua volta, aspettando una risposta da parte del ragazzo e osservandolo intenerita quando mostrò il proprio regalo ad Erik.
    Non avrebbe mancato di rivolgere un cenno di saluto anche a Jess, se l’avesse anche solo vista da lontano, e Aibileen ovviamente, alla quale avrebbe cercato di avvicinarsi se possibile. “Ehi, ti stanno benissimo i capelli così sai?” avrebbe osservato con un notevole entusiasmo, seppur le bancarelle di Denrise pullulassero di persone cose da fare e la sua ansia non se ne fosse andata del tutto.
    Stava provando a distrarsi con le persone che la circondavano, convincersi che non si trattasse di un presentimento e provare se non altro a comportarsi nel modo più allegro e naturale che conosceva. Non voleva contagiare nessuno con la sua preoccupazione e aveva paura che mostrarla l’avrebbe resa ancora più tangibile e difficile da ignorare.
    Nel suo attuale stato d’animo l’arrivo di Elisabeth e il commento di Cam scalfirono brevemente le sue sicurezze, ma per una volta era abbastanza sicura che fossero le sue paranoie a parlare e che non ci fosse niente di concreto. Quell’anno voleva essere ancora più dalla parte di Cam, supportarlo in tutto, anche in legami nuovi e amicizie, senza che questo la facesse sentire sempre come se la relazione dovesse finire da un momento all’altro. “Ehi, Elisabeth! Come stai?” avrebbe quindi chiesto con un sorriso gentile, e chiunque avrebbe potuto affermare che quando Mia faceva quel genere di domande era perché era interessata davvero alla risposta.
    Sorseggiò quindi la sua tisana, e non era sicura se Cameron avesse sviluppato la capacità di leggerle nel pensiero, ma di certo aveva appena contribuito a fare una proposta che avrebbe messo subito alla sua prova le sue buone intenzioni. Si ritrovò ad annuire quasi subito, con convinzione. “Perché no? Non ne abbiamo mai avuto modo prima.” affermò, rivolgendo un sorriso timido e quasi di scuse ad Elisabeth, perché era abbastanza sicura che fosse colpa se non lo avevano mai fatto prima e non certo dell’altra ragazza.


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    Interagisce con Erik Foster, Benjamin D&#39; Angelo1 , Aibileen Beatrix , Cameron Cohen e Elisabeth Lynch .

    Acquisto: cannocchiale con Lenti Falco.
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Era davvero molto agitata per quell'inizio ed in parte, si scoprì che faceva pure bene. Insomma, non c'era stata una cerimonia od un evento dove tutti gli studenti presenti non avessero combinato casini e quello non poteva essere da meno.
    Ma prima dello scoppio, Eva stava facendo quello che più normale potesse essere, conversare con una vecchia amica che non vedeva da molto e più tempo. Prese un respiro leggero, che venne accompagnato da un dolce sorriso sul volto della docente «Quest'anno, sono certa, che riuscirò a liberarmi più facilmente dai miei impegni. Verrò a bussare alla tua porta molto presto, promesso.» - e Kenna sapeva che la rumena manteneva le sue promesse, tuttavia erano ignare di cosa spettava alla metamorfa di lì a breve. L'arrivo di Olwen aumentò quel sorriso «Lancelot, ben trovato. Un altro anno ricomincia, direi che siamo pronti per le nuove reclute, vero?» - sorrise al collega, sperando di trovare man forte anche in lui «Non ho visto Brian, e non sono certa se sia un bene o un male.» - scoppiò poi a ridere per quella battuta che era esplicitamente una battuta «E' davvero un piacere rivedervi tutti, finalmente. Victoria come sta? Non l'ho trovata da nessuna parte, sai?» - questa volta aggrottò lo sguardo, come se fosse davvero preoccupata di non vedere Victoria; in combo con Brian chissà cosa stavano facendo nella mente di Eva.
    Ma ritornando al momento più caldo del primo giro di questo valzer, Eva guardò Samuel preoccupata e poi Gerald che sembrava essersi armato «Per la barba di Silenti, Sam. I nostri ragazzi potrebbero farsi male.» - ed era questa la preoccupazione con cui il cuore di Eva si sentiva a tremila in gola, le mani vennero portate a cono alle labbra, come se volesse soffocare la paura sul suo volto, manco fosse l'urlo di Munch. Le due prefette cercarono di fare il loro meglio per appianare la situazione e sembrò che il loro intervento un tantino ruppe quel dualismo. Tuttavia il biondino era di temperamento denrisiano e il timore di Eva non si spense fin quando non vide Gerald e Gyll allontanarsi. Guardò verso Kenna «Sta in buone mani, la McKenzy, vero?» - lasciare una studentessa nelle mani di un denrisiano armato. Il povero cuore di Eva non reggeva più, l'ansia che succedesse qualcosa ai suoi studenti si era fatta tangibile e ora cercava conferma in Kenna, che sicuramente conosceva molto meglio di lei, quella parte della famiglia.
    Lo sguardo, poi, tornò su Samuel «Amore, scusa... ma sono troppo preoccupata per Aidan. Lo raggiungo per accertarmi delle sue condizioni.» - manco fosse stato preso a pugni da Gerald.
    Quasi si mise a correre per raggiungere le persone che avevano attorniamo Aidan e guardò preoccupata Lancelot «Sta bene? E' ferito?» - disse per poi, se Aidan glielo avesse permesso, di rivolgere il suo sguardo al dioptase. I capelli della rumena erano di un rosso accesso, quasi fossero stati appena tinti, rispetto al biondo a cui tutti erano abituati. Le mani della rumena vennero portate, se fosse stato possibile, sul volto del ragazzo, spostandolo prima a destra e poi a sinistra, per sincerarsi che non avesse segni «Aidan. Tutto bene? Come ti senti? Oh, Aidan, quanto mi dispiace per quello che è successo!» - quindi lo avrebbe tirato a sé, se lui lo avesse concesso, portandolo nel suo morbido petto per un abbraccio materno «Non è stato per niente delicato da parte di Gyll. Non avrei mai immaginato, Aidan.» - lo strinse a sé, se glielo avesse concesso. Eccola, la docente mamma che tanto si preoccupava in maniera esagerata dei suoi studenti. E mentre Aidan era quasi soffocato dai seni di Eva, lei guardò gli altri presenti «Voi? State tutti bene? Avete bisogno di un po' d'acqua? Vi siete agitati?» - ma in verità, quella più agitata era lei.
    Numero cinque Kenna MacEwen Samuel Black Lancelot Olwen
    Eva Ivanova

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    Pensa, credi, sogna e osa.
    "
    Doc. Incantesimi, Resp. Diop

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    Amelia Farley
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    parlato - pensato- ascoltato
    Era sempre difficile prevedere che cosa avrebbe fatto Nathan, forse perché la sua natura per Amelia era così estranea e fuori dai suoi schemi che non riusciva a mettersi nei suoi panni e comprendere i suoi piani. E forse proprio quello contribuiva a renderlo così attraente ai suoi occhi: era così diverso che rappresentava un mondo nuovo, ancora tutto da scoprire, e non aveva alcuna intenzione di lasciarselo scappare. Avevano già avuto quella discussione in precedenza, e aveva intenzione di non essere gelosa e possessiva con Nath, non nei confronti di tutti se non altro, per quanto una parte di lei ancora non approvasse del tutto i suoi gusti in fatto di amicizia –e gli conveniva fare in modo che fosse solo amicizia.
    Questo non la obbligava ad essere gentile e accomodante con le persone, in ogni caso, e avrebbe arricciato il naso sempre più sconvolta dalle avances di Julian, finendo per distogliere alla fine lo sguardo, sforzandosi davvero per non mettere su una scenata. In quel caos di persone e convenevoli, Amelia scoprì che in realtà non le dispiaceva affetto avere intorno Nathan: lei non era quella che socializzava con chiunque, in genere non ne aveva bisogno, nelle sue precedenti esperienze erano gli altri a cercarla, e non aveva intenzione di cambiare improvvisamente le sue tradizioni. Aveva intravisto Lilith ed Elisabeth tra la folla, le avrebbe anche salutate se solo si fossero incrociate, ma non aveva motivo per andare da loro e instaurare una conversazione vera e propria.
    “Non sono qui per fare domande di circostanza. Non ne ho affatto bisogno” si ricordò, e anche se in parte forse le sarebbe anche interessato ricevere qualche risposta, una parte di lei continuava a ricordarle che ad una Farley non serviva di certo lemosinare attenzioni, se avesse avuto modo e tempo avrebbe parlato con qualcuno più tardi. E poi Nathan parlava già abbastanza per entrambi, il che non era mai stato un punto a suo favore come in quel momento.
    Il cambiamento della bionda sarebbe stato comunque evidente fin da subito: se avesse avuto modo di incrociare Emma non le avrebbe rivolto un’occhiata al vetriolo ma avrebbe cercato di salutarla decentemente, rivolgendole magari anche un mezzo sorriso seppur non troppo solare –ma ehi, Amelia non era solare quasi con nessuno!-.
    Travolta però dall’energia di Nathan, non avrebbe avuto tempo e modo di concentrarsi su qualcuno che non fosse lui, nel bene o nel male. Alzò un sopracciglio mentre si stavano già allontanando dalla bancarella di Gerd, lasciando che il gatto le si sistemasse in braccio –e dannazione se quello non era un miracolo per una Farley!- inclinando la testa e rivolgendo a Nathan un mezzo sorrisino ironico. “Verrò a trovarla in negozio” scimmiottò il ragazzo, prendendolo in giro e per quanto quella fosse ancora una punta di gelosia se non altro risultò più ironica e scherzosa del solito, segno che forse aveva imparato qualche cosa negli ultimi tempi.
    Arrivati al Canto della Sirena non potè fare altro che essere piacevolmente dall’ordine del ragazzo, che sembrava ricordarsi perfettamente i suoi gusti. “Ottima scelta.” gli fece notare con una sorpresa nella voce per poi sbattere un paio di volte le palpebre quando l’altro la trascinò, con rinnovato entusiasmo, in un angolo, spogliandosi della maglietta in tempo record. Amelia inclinò leggermente la testa verso destra, i lunghi capelli che seguirono i suoi movimenti, mentre si passò la lingua sul labbro inferiore, alzando appena un sopracciglio, distratta solo per qualche secondo dalla sua scelta. Non impiegò molto a incrociare il suo sguardo e rimase per qualche istante in silenzio, a processare quella domanda improvvisa. Ora, avrebbe potuto rispondere in modo normale, dirgli la sua opinione, ma l’ametrino era in grado di tirare fuori una parte di lei che nemmeno lei conosceva e che lo portò a guardarlo intensamente negli occhi. “Se lo fai con me, bene.” replicò, e stranamente la sua voce non tradiva nessuna possessività o gelosia o niente di “negativo”, Nathan avrebbe potuto vedere solo l’Amelia ribelle che lui stesso stava aiutando a risvegliare del tutto.



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    Amelia è di poche parole, per di più rivolge un cenno di saluto a distanza a Lilith Clarke
    e Elisabeth Lynch e parla solo con Nathan Parker King


    Acquisti:
    - Gatto persiano della tempesta.
    Vanesio e pigro esemplare di persiano, dotato di un lunghissimo pelo bianco che accumula elettricità, tramite il quale può addensare nubi e richiamare in punti desiderati fulmini.

    - Aranciata -> Whisky, idromele e succo di arancia rossa

    Ha con sè:
    - Bastoncini per capelli in acciaio ᚺ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Elementali.
     
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    Black Opal
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Le parole di Jessica erano sicuramente interessanti ma Gyll aveva solo un pensiero in testa e aveva il nome di Gerald, per questo quando lei parlava, la ragazza annuiva senza molto da controbattere anche perché sapeva che non avrebbe potuto dire molto, visto lo sguardo di Jeje, tuttavia, quando lei ipotizzò che si fosse voluta mettere in mostra lei, Gyll la guardò arrabbiata «Io non ho fatto niente! E' Aidan che ha iniziato ad urlare e fare qua qua! Io mi ero allontanata da lui già prima e gli avevo detto di non seguirmi!» - sembravano le giustificazioni di una bambina alla madre, ma Gyll con Jessica poteva essere anche infantile, poteva anche cercare di piagnucolare, tanto la mora conosceva ogni lato del suo carattere ed era per questo che lei poteva accettare anche critiche dalla Prefetta. Quando la vide sorridere, Gyll chinò lo sguardo e sospirò «Gerald non è pericoloso, Jeje. E' fantastico. Sono al sicuro, davvero!» - le sorrise davvero felice che lei avesse capito che non aveva altro da fare che seguire Gerald prima di chiudersi tra le quattro mura. Sgranò gli occhi e divenne completamente rossa alle parole ultime della Prefetta «Mi hai insegnato tu a scegliere, no?» - disse facendole un occhiolino, prima di venir affiancata nuovamente dal suo bello.
    Era chiaro che le parole di Gerald ad Aidan non fecero altro che alzare di più la sua prestanza. Quando poi le dedicò tutto il suo sguardo, Gyll non potè far altro che sentirsi soddisfatta e fiera di aver finalmente conquistato il suo obiettivo: rimanere con Gerald.
    Sentire quel tra poco partite mise dentro la mezza-veela un senso di angoscia e tristezza che quasi non aveva conosciuto fino a quel momento. Non badò molto alla strada, annuendo appena all'idea di andare verso il porto «Sì, ma non ricordarmi che tra poco devo andar via...» - sbottò quasi miagolando, come se volesse fermare per qualche istante il tempo, allungarlo ed evitare che terminasse da lì a poco (tipo boh, meno di 24h vista la scadenza dell'ambientazione).
    Mentre camminavano, quasi inciampò nei suoi stessi piedi, quando il ragazzo svoltò di lato improvvisamente «Op--» - il suo commento si fermò non appena la mano di Gerald afferrò la sua e i suoi occhi si sollevarono quasi rapidamente al suo volto, mentre le dita si chiudevano attorno a quella mano. Si ritrovò con un bacio schioccato all'improvviso, il cuore che l'era arrivato forse nelle orecchie e gli occhi che si chiusero per godersi al meglio tutte le sensazioni di quel contatto che sembrò durare un'eternità. Le guance erano diventate bordeaux per quel gesto, ma ormai a Gyll importava davvero poco, godendosi il sapore del ragazzo che aveva voluto dall'inizio di quel suo sbarco a Denrise. Le sembrò quasi come se stesse riacquistando l'ossigeno perso per le parole inutili della scenata di poco prima, quindi provò a tornare lucida quando lui si staccò.
    Chinò lo sguardo, imbarazzata per quelle parole e beandosi di quelle attenzioni, per poi guardare di sottecchi Gerald, senza alzare però di nuovo la visuale su di lui, con un sorriso interrotto dal suo mordersi il labbro inferiore. Sbuffò una risata, per poi alzare i fanali celesti sul volto del biondo. Una mano avrebbe cercato di sfiorare il suo petto, se glielo avesse concesso, rimanendo poi ferma su questo «Non succederà più...» - ammise in un flebile sussurro, sorridendo poi per quella smorfia del ragazzo che trovò adorabile. Gli occhi celesti di lei si posarono su quelli del denrisiano, quindi si sollevò sulle punte anche solo per provare a raggiungere la sua altezza «Sarà solo tuo il permesso di toccarmi...» - bisbigliò appena, provando a ricercare nuovamente le sue labbra per guadagnarsi un altro bacio, se lo avesse permesso, provando a prendere iniziativa, seppur con il cuore che le faceva tremare l'anima «Posso venirti a trovare più spesso, quest'anno? Intendo... fuori dal tirocinio, anche.» - il suo sguardo sfuggì per l'imbarazzo a quello di Gerald, scostandosi a destra, mentre il labbro inferiore veniva martoriato dal morderlo per la paura di una risposta negativa.
    Philipp Garlic Giadì
    Gyll McKenzy

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    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
    "
    Black Opal, III anno

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    Black Opal
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    Thomas S. Roberts
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    parlato - pensato- ascoltato
    Okay, Thomas aveva decisamente sottovalutato quel primo incontro con tutti i suoi futuri compagni e con Emma. Era convinto di essere pronto ma dal sudore delle sue mani e dal modo in cui il suo cuore cominciò a battere freneticamente nella gola era evidente che non lo fosse affatto, tutte le prove che aveva fatto davanti allo specchio erano diventate ora un ricordo fumoso e inafferrabile e aveva la sensazione di non aver mai nemmeno sognato quel momento, neanche una volta.
    Aveva già fatto un casino, non era nei suoi piani riversare addosso alla ragazza tutto quel mare di informazioni, non voleva nemmeno tirare fuori l’argomento “gemelli” in una situazione come quella, ma la sua bocca aveva preso il sopravvento, come faceva fin troppo spesso, e la sua lingua era andata a briglia sciolta, fagocitando una serie di parole che non pensava nemmeno di aver formulato nella propria mente. Non era pronto a quel discorso, non ora, e anzi una parte di lui era convinta che Emma non ne sapesse proprio nulla, e diciamocelo per lui sarebbe stato meglio: sperava che la ragazza fosse inconsapevole, che avesse vissuto tutto quel tempo senza quel peso addosso, e da un lato aveva più senso pensare che non lo sapesse perché in caso contrario perché non lo aveva cercato?
    E invece eccola che ammetteva la verità, con sguardo cupo e occhi più lucidi. ” Oh nononono horovinatotuttohorovinatotuttohorovinatotutto. Idiota. Non potevo starmene zitto no?! No, dovevo per forza di cose parlare. Dannazione, sono proprio uno scemo. Cosa mi è preso?!” Deglutì a vuoto, gli occhi più grandi e lucidi e il viso che perdeva la luminosità di poco prima. Sentì il cuore spezzarsi, e anche se aveva di fronte quella che avrebbe dovuto considerare una sconosciuta non riuscì proprio a non sentirsi profondamente in colpa per averla appena rattristata. <i> “Oh…mi spiace…io… Ma magari è la fuori, che ti cerca! Cioè io non lo so, non ne so niente… mai dire mai, chi lo sa! Però…sono sicuro che se avessi una gemella come te io ti cercherei. UN ESEMPIO. E’ solo… un <i> esempio.” -ripete la stessa parola, rendendosi conto di aver alzato la voce la prima volta. Fu costretto a schiarirsi la voce e prendere un respiro profondo prima di ricominciare, allungando timidamente una mano verso la spalla di lei. “Andrà tutto bene.” disse alla fine, sentendo comunque un macigno sullo stomaco: non poteva dirle tutto adesso, non era così che doveva andare, non poteva proprio rovinare tutto al primo istante. Provò a riprendersi alla sua seconda domanda, accennando un sorriso poco convinto. ” Uhm…sì…sì lo so… voglio dire… certo, ho già fatto altri smistamenti… io… sono al primo anno ma mi hanno bocciato, storia lunga… Non so proprio… forse Black Opal?” borbottò per poi provare a riprendersi in fretta. “Thomas! Cioè… Tom, è Tom per tutti.” rispose provando a ritrovare il suo entusiasmo, lasciandola comunque andare, seppur con tristezza, quando lei sembrò distrarsi con altri. “Bravo idiota. Magari ora si dimenticherà per sempre il tuo nome, ti odierà per chissà quale ragione e addio. Fine dei giochi. Game Over. Adios”.
    Ma ecco che mentre lui si struggeva con i suoi non detti ci pensò qualcun altro a rivoluzionare tutto: si ritrovò a scusarsi con la ragazza che lo aveva urtato,rispondendo che sì, stava bene, quando se la ritrovò troppo vicina per trattarsi di un incidente. “Quale gio-“ avrebbe provato a domandare, trovandosi le sue labbra incollate alle proprie e sbattè un paio di volte le palpebre prima di ricambiare, seppur per una frazione di secondo, il bacio, spiazzato. Aveva avuto altri baci prima, certo, ma di certo quello era il più strano di sempre. “Wo-“ sussurrò a mezza voce, per poi voltarsi verso la ragazza, confuso. “Ehm…ciao anche a te, piacere di averti conosciuta…credo.” le rispose abbastanza ad alta voce da permetterle di sentirlo, con Mr Erminio che lo guardava confuso almeno tanto quanto lui. Ed ecco che ora aveva davvero bisogno di qualcosa bere: sarebbe andato quindi al Canto della Sirena e avrebbe ordinato a jonathan baker o a chi per lui una cedrata, in realtà ignaro di qualsiasi cosa potesse contenere di extra al suo interno.



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    Interagisce con Emma Lewis e Amalea Davidson.
    Acquista una cedrata al Canto della Sirena


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    - Lenti del Serpente montate sugli occhiali.
     
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    Denrise
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Gli inglesi erano odiosi, facevano casino e risolvevano i loro problemi starnazzando come oche, anche gli uomini. Jason non vedeva l'ora che quella festicciola imbastita per loro finisse, voleva tornarsene alla tranquillità e già l'idea che avrebbero dovuto rimettere a posto tutto quello che gli inglesi avevano rovinato lo stava davvero infastidendo «A JO, COME TE VANNO LE COSE LA'?» - richiamò l'attenzione dell'altro amico, che era stato sommerso da ragazzini ubriaconi e pronti a mostrare quanto sapessero reggere l'alcol.
    Cameron invece sembrò quello più tacito nel confrontarsi per la tisana, quindi Jason lo servì, seppur poco certo che quella tisana fosse servita per non stuprare gente, visto che la faccia del dioptase sembrava quella di un figlio di papà pronto a tutto, agli occhi di Jason. Ma questo tralasciò e ascoltò le parole del ragazzo «Siete proprio noiosi voi inglesi.» - sbottò prendendo una piccola sigaretta magica e allungandola verso Cameron «Se smetti di frignare per quanto sia brutta la scuola te la regalo.» - disse, ritirando indietro il braccio prima allungato da Jason «Non te sto dicendo di fumartela ora, visto che hai paura di mamma e papà di Hidenstone, ma almeno provala.» - il suo fu quasi un guanto di sfida verso il ragazzo «Nun me la devi pagà. Se te piace tonni da me quanno poi.» - disse scrollando le spalle e osservandolo come se volesse vedere se accettasse la sfida.

    Quel suo voler stuzzicare Philipp era divertente perché prima o poi gli tornava indietro in maniera sempre più fantasiosa da parte del cacciatore. Le braccia incrociate al petto non si mossero, mentre Jason rise sommessamente «Te c'hai un cuore d'oro, Garlic.» - ribadì l'uomo, ancora canzonando l'amico, che subito partì all'attacco divertendo il druido che avrebbe seguito con lo sguardo il gesto di Philipp verso Elisabeth «Scommettiamo 10 galeoni e un'arma fatta da te, che mi aggrazio la ragazzina.» - disse abbassando la voce e facendo sì che lo sentisse solo Philipp.
    Attese, prima di tornare alla sua bancarella e iniziare a trafficare con qualche fiore qua e là. Fece passare pochi attimi, affinché - se la ragazza avesse visto il gesto di Jason - potesse almeno tentare di non collegarlo a quello successivo del druido. Quindi una volta pronto, sarebbe uscito di corsa per raggiungere la ragazzina indicata prima dal Cacciatore, guardò Mia e Cameron lì vicino e concesse un sorriso all'ultimo che era venuto prima da lui. Una mano del druido era dietro la schiena e se gli fosse stato concesso, si sarebbe piazzato davanti ad Elisabeth «Jason Kratos Byrne, signorina.» - disse con un mezzo inchino d'altri tempi all'Opalina, per poi risollevarsi e guardare con un dolce sorriso la ragazza «Non ho potuto far a meno di rimaner colpito dal colore dei suoi occhi, quindi se mi fosse concesso, ho fatto questo per lei.» - e mostrò alla ragazza una coroncina di fiori, legati con un ramo di foglie. Tutto totalmente naturale «Rosa canina di Denrise, coltivata nel mio giardino: la sua profumazione è unica ed eterna. Delicata ma pungente allo stesso tempo, da rimanere impressa anche solo al primo assaggio.» - lo sguardo di Jason non si spostò dal volto della ragazzina, quasi a voler imprimere in lei l'idea che stesse parlando delle somiglianze di quelle piante a lei «Poi c'è della menta piperita selvaggia, raccolta in pieno inverno, al primo gelo, che ha donato alle sue foglie questa colorazione che di tanto si avvicina alla tinta dei suoi occhi.» - e se avesse permesso avrebbe allungato il dono alla ragazza «Se volete, posso...» - e avrebbe provato a fare un passo verso di lei, indicando i suoi capelli dove avrebbe potuto mettere la composizione.
    Philipp Garlic jonathan baker Elisabeth Lynch Cameron Cohen Mia Freeman

    Regala a Cameron l'L'herbe de guérison.

    Il listino dello speziale lo trovate nel code del role scheme, alla voce "Speziale" accanto a "Druido" e solo per voi, abbiamo due magiche erbe favolose, modificate solo per l'occasione dal vostro druido di fiducia:

    Les Fleurs du mal: una volta fumata, per due turni, vesti i panni di un poeta maledetto. I tuoi atteggiamenti sono pomposi, sei concentrato sul filosofeggiare, sull'ammirare la natura e le sue bellezze, ti distacchi dalla compagnia che hai per chiuderti nel tuo mondo di estetismo.
    Prezzo 15 Galeoni

    L'herbe de guérison: la fumi e... Per due turni diventi mamma chioccia. Sei apprensiva, agitata, nevrotica. Ogni cosa che vedi potrebbe essere un pericolo per chi ti circonda, anche il semplice bere un bicchiere d'acqua. Ti guardi attorno e tutto è pericoloso, tanto che devi mettere in sicurezza anche gli angoli dei tavoli ancora qualcuno ci sbatte vicino.
    Prezzo 15 Galeoni
    Jason K. Byrne

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    Macché davero?!
    "
    Druido, Speziale

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    Dioptase
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    Invece gli occhi chiari del ragazzo, sembravano incuriositi dal dramma di Aidan e Gyll. Li conosceva direttamente? No, assolutamente. Ma ogni informazione fa brodo, insomma, deve ancora decidere che articolo scrivere per inizio anno. Quelli sul gossip gli vengono particolarmente bene, ma allo stesso tempo preferirebbe fare qualcosa più d'impatto... Solo, che viene distratto, decisamente, da qualcuno che non si aspettava di vedere. Perfino la piuma per il momento si ferma - cosa più unica che rara - passando la punta dal padrone allo sconosciuto, neanche aspettasse in qualche modo di avere qualche informazione. Lui si allontana e l'altro lo segue. Bene, fantastico, l'idea di essere lasciato in pace a spiare probabilmente va a farsi friggere anche per colpa di quella frase che gli viene rivolta. S'inumidisce le labbra con la lingua, prima di sospirare e fare un breve fischio, alzando un pazzo della borsa a tracolla in modo che la piuma torni dentro. < Squallido. > è il semplice commento, mentre alza un sopracciglio, lo sguardo che si fa più curioso a quel tono imperativo, mentre andrebbe a posare una mano sul petto altrui per poterlo allontanare un minimo. < Non rifiuto mai da bere. > informa semplicemente, andando quindi a seguilo dopo essersi sistemato i capelli con un gesto meccanico, andando quindi poi ad alzare un sopracciglio alle sue parole. Non risponde al sorriso altrui, semplicemente andando a guardare l'ordinazione mentre viene fatta. < Potresti semplicemente dirmelo, il tuo nome.. > afferma quindi, sembra non andargli tanto a genio non ricordarsi questo piccolo dettaglio. Ma poi viene distratto dal nome del cocktail, andando poi a sorridere "Girone dei dannati", il nome non gli era familiare ma sembrava interessante. E non è proprio per quello che si beve? Per finire ad ammazzarsi? < Pronto a finire all'inferno. > risponde, teatrale, come sempre. Si rigira quindi il bicchiere dal contenuto verde scuro tra le dita, non sembra invitante, ma la prima volta niente di quello che è sconosciuto lo è. Sguardo quindi a Julian, mentre alza appena il bicchiere. < Staremo attenti a non sprecarne. > Le regole vanno rispettate, no? E si ringrazia che comunque il ragazzino sia un bevitore, o una volta mandato giù il contenuto oltre alle lacrime a pizzicargli gli occhi, ed una smorfia, non sarebbe riuscito a mandare giù il liquido, mentre porta la mano libera alla bocca a bloccare qualche colpo di tosse, mentre le guance diventano più rosse ogni momento che passa, respira a bocca aperta, come a cercare di prendere aria all'interno del palato bruciante e trovare un senso si sollievo alla bocca. Almeno il miele aiuta, per quanto già la testa, finisca a girare. < ...mh... > non dice altro, al momento, probabilmente non è capace. Reggere l'assenzio è una cosa - reggere poi, la luna viole dell'ultima sera a Mosca lo guarda ancora con sufficienza - mentre ora la mano va a reggersi al bancone. Ma ehi, non si butta via niente, giusto? Quindi, un ultimo sforzo, per mandar giù il restante del liquido tutto in un sorso - fa peggio, ovviamente, arriverà a vedere le stelle di giorno, ma o così o è quel minimo di consapevolezza a dirgli che non lo finirebbe proprio per niente. E in realtà non avrebbe bevuto, ma non può far mica brutta figura davanti all'altro. E no, il suo nome non lo ricorderà, probabilmente non ricorderà neanche il proprio. Ma l'importante è riuscire a tenersi in piedi. Grazie al banco.

    Interagisce con Julian Miller e jonathan baker
    Di base beve l'intruglio, e per cercare di non mollarlo a metà decide di finirselo in un colpo solo dopo il primo sorso. Per camminare avrà bisogno del bastone.

    Dermot G.

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    Every shadow is a lie. I am the Light. Don't get burned
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    Dermot Gareth Barker - 17 anni
    Pureblood
    All I need is my mind, don't you think too?

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    I go crazy cause here isn't where I wanna be

    Delle volte l'omissione era capace di salvare il mondo e, in quel caso, stava salvando la Lynch da un qualcosa che neanche lei sapeva cosa. Poteva limitarsi a dire di aver semplicemente conosciuto la ragazza alla lezione di Olwen con l'intrusione di Magnus, di come aveva avuto modo di vederla nuda e... Per fortuna che l'uomo continuò a presentare suggerimenti che ruotavano sulla sua richiesta per una nuova arma, con Elisabeth che scosse impercettibilmente il capo nel sentire del pagamento anticipato. «Denrisiani», schioccò nella sua mente l'insulto allo stesso modo che un autoctono faceva con uno straniero. «Immagino che le forme che assumeranno saranno una sorpresa», commentò sganciando la grana per affidarla al biondino. «A te», nel suo sguardo avrebbe avuto modo di leggere come si aspettava davvero la consegna l'indomani e che il solo ritardo l'avrebbe portata al villaggio decisamente non calma ed accondiscendente come si stava dimostrando al momento. «Nulla da avere in pegno anche io?» avrebbe infine richiesto decisa, lasciando all'uomo se liquidarla con un scrollata di spalle, accontentarla o rimarcare la fama del posto.
    Ad ogni modo la strega avrebbe poi raggiunto la nuova negoziante, chiedendole qualcosa di appropriato per quelle lenti davvero interessanti che aveva scelto qualche istante prima. «Proprio perché leggere desideravo che la montatura avesse lo stesso effetto», ribatté piccata, apprezzando la custodia in cuoio di Arpia.
    «Interessante la sua capacità di lettura, dubito che sia solo grazie ai suoi manufatti», perché quante possibilità c'erano che sapesse di tanti piccoli particolari che la legavano a quella creatura? Inoltre sapeva di essere un libro aperto sulle sue aspettative, ma lo era davvero così tanto? «Buon lavoro», avrebbe salutato con educazione, cincischiando da una parte all'altra fino ad incrociare il cammino con Cameron e Mia. «Principessa», salutò l'amico caro pizzicandogli il braccio che cingeva le sue spalle, rivolgendo gli occhi al cielo per poi cercare la complicità della di lui ragazza. «Al solito, entusiasmante, vero?» avrebbe risposto alla sua domanda, scuotendo il capo, quasi inorridita al doppio senso celato dalle parole del norvegese. «Spero non sia quello che immagino, Cohen», apprestandosi ad avvicinarsi alla bionda e a sottrarsi quindi alla presa di Cam. «Dovremmo esplorare qualche volta quest'isola. Quest'estate non ci sono riuscita come avrei voluto», già perché era stata impegnata in altro tipo di allenamento con un mezzo-gigante che aveva deciso di far perdere le sue tracce nelle ultime settimane. «Problemi suoi», pensò rivolta ad Hinds, accorgendosi solo all'ultimo di un uomo altrettanto imponente che si fermò davanti a lei con tanto di inchino. «Hm», le labbra si schiusero per lasciar passare quel verso improvviso scatenato dal druido, rimanendo sempre più confusa tra le parole ed i suoi gesti. «Dov-» ancora una volta le sue parole si persero, ma non le sue azioni. Infatti, nel tentativo e nella richiesta di posarle una corona di fiori davvero femminile, la figlia di Salazar indietreggiò di un passo, sottraendosi all'eventuale tocco indesiderato ed indicando con l'indice la negoziante che per ultima l'aveva servita. «Può donarla a quella bellissima signora», completò per lui la frase, continuando ad indugiare su Marina, «sono convinta apprezzerà il gesto più di me». All'ultimo, quasi si fosse presa a cuore dell'omaccione e per salvarlo da una probabile derisione generale, si avvicinò a lui quel tanto che bastava per ascoltare le sue parole rapide. «Peccato, se mi avesse allungato qualche altro tipo di erba forse...» Lasciata volontariamente in sospeso quella possibilità la strega avrebbe preso sottobraccio Mia Freeman, invitando lei e il fidanzato ad allontanarsi da lì. «Allora, dicevamo? Sì, esattamente cos'avevi intenzione di fare Principessa C'era un threesome da organizzare, forse, mentre un cenno del mento salì a mo di saluto per Amelia Farley, una Dioptase che non le dispiaceva per la sua freddezza.

    and satisfaction feels like a distant memory




    Interagisce con Philipp Garlic, Marina Stonebrug, Cameron Cohen, Mia Freeman, Jason K. Byrne e Amelia Farley.
     
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    Skyler Mave
    Infermiere | 25 anni

    “Non sapevo che le lusinghe facessero parte del tuo arsenale, ma immagino di dover dire grazie per il complimento - è difficile riceverne, qui a Denrise”: Skyler sorrise alle parole della ragazza, tentando di capire quanto oltre potesse spingersi nel provarci, a questo giro.
    “Insomma, sai - ormai sono un po’ un tuttofare. Infermiere pompiere, barista, gattaro… posso anche darti una mano se devi montare un altro stand, se serve. Mi chiamano Servizio IKEA a Domicilio per quel motivo…” rise alla sua allusione, facendo però un mezzo occhiolino. Bloody Mary fortunatamente era distratta dalle coccole della Prima Mamma, per cui non si diede troppo cruccio sul momento.
    ‘Ma che cazzo, possibile che i denrisiani non si ricordino mai un cazzo?’: salutò velocemente, con un pollice bene bene in alto, l’Armaiolo Biondo che Fa Impazzire Tramortisce il Mondo, per poi continuare nelle sue ricerche.
    “Ma certo, Erik - fatti pure sotto, penserò a qualcosa di carino e divertente da farti fare”: probabilmente avrebbe insegnato all’Ametrino a prendersi cura di micini appena nati, conoscendosi.
    Se travolgere col suo disagio era uno dei suoi talenti, travolgere in una carica di coccole come un Pokémon Folletto era IL Talento per eccellenza.
    “EHI - NON CACCIO ANIMALI PUCCIOSI, SONO LORO CHE TROVANO ME! E poi non è vero: sto sempre attento a non mostrare Skyler Junior, né in una forma né nell’altra - a meno che non sia consensuale, intendo…”. Si sarebbe rivolto ai ragazzi, per dir loro “Ricordate: dev’essere sempre consensuale qualunque cosa. Anche le gare di insulti, Adamas - smettila di stuzzicare Blake, non ho voglia di tirare fuori il mio, di idrante”: fece un gesto allusivo alla bacchetta, ben consapevole del doppiosenso.
    “E Blake, ricordatelo: dico le parolacce solo perché vi voglio bene e vorrei che arrivaste all’età adulta interi, e non in fiamme o storpi. Anche perché le scartoffie sono una rottura di biiip” (NDR: non è il narratore a censurare la parolaccia, ma Skyler stesso: fece il rumore caricaturale della censura).
    Al complimento del suo migliore amico, gli saltò ancora al collo dandogli un bacio fraterno sui capelli… se non ché “Minchia bro ma lavati ogni tanto - ci credo che sei sempre nudo. Sudi come un toro, che cazzo! Che è, ti devo bagnare davver-OH, il Gin Tonic! GGWP bro!” (a dimostrazione che le cellule cerebrali di Skyler, a contatto con Markab, diminuivano a vista d’occhio, facendolo regredire allo stadio di Tamarro Uscito dal Geordie Shore).
    “Meno male che sei pieno di fan - dovresti smetterla però di fare così tante foto erotiche, o ci sarà un’impennata delle partenogenesi. Sono abbastanza sicuro di aver visto almeno 10 OnlyFans di imitatori, e una marea di retwit - possibile?”
    Mentre assaporava il GinTonic tarocco o qualunque cosa fosse, trovandolo comunque adeguatamente alcolico per i suoi gusti, non poté fare a meno di pensare che i nuovi studenti sembravano se possibile ancora più arrapati degli ormai non più novizi: “Ehi ehi ehi - Markab è come la patente: bisogna aspettare i 18 per prenderlo. Calmate i bollenti spiriti, studentelli, che Vicky altrimenti ci fulmina tutti quanti. E a me serve un lavoro fisso, grazie!”
    Il tono fu fintamente bacchettone, mentre pensava a come distogliere l’attenzione eventuale dalla scena.
    ‘Beh, piuttosto mi trasformo in GoldenSky e mordo le gambe di qualcuno: potrebbe funzionare. Certo, non Brian. O Jonathan. O qualunque denrisiano.’
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR

    Erik Foster Gerd Kaleel Philipp Garlic Blake Barnes Markab Castlewine Brooks Ryan O'Connor
     
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