Incontrarsi per la prima volta

I go crazy cause here isn't where I wanna be

Non si fidava della riuscita del suo incantesimo sul seme. Probabilmente il suo favellio era uscito troppo debole o il potere della Delaine era così smisurato da indurre una potenziale pianta a mentire anche a distanza. Da una parte c'era ammirazione, se il suo pensiero si fosse dimostrato veritiero, dall'altro era incazzata perché la strada per arrivare dove voleva era ancora lunga e lontana, molto più di quello che credeva. Strinse con forza quel dono indecisa se lanciarlo e poi centrarlo con un Bombarda o tenerlo e provare a studiarlo. Alla fine optò per il secondo, forse perché voleva batterla o semplicemente cercare di capire cosa volesse la donna e tentare di anticiparne le mosse. Ad ogni modo lo rimise nel sacchetto e poi lo cacciò nel fondo del suo zaino, recuperando il bastone che aveva creato ed abbaiando verso i primini che non entravano nella barriera protettiva creata dal Runologo. Non aveva più una spilla ma questo non fermava le sue intenzioni nel proteggere i suoi compagni di scuola, anche se non l'avrebbe sbandierato ai quattro venti come gli altri. «Idioti», balenò quella parola nella mente prima di sentire un enorme risucchio e poi una esplosione. «Cos'era?» Probabile qualche rappresaglia denrisiana. Ad ogni modo non si curò di rispettare gli ordini di Foster e di mettersi in fila come una pecora al macello, così come non si perse nel leggere il messaggio di Victoria. Quella strega poteva marcire all'inferno.
Comunque decise di avanzare e attirare l'attenzione forse del nemico più grande che avesse nella scuola: ah, cosa faceva un bel birillo! «Io chiuderò le fila degli studenti, tu e la Whitemore potete andare anche avanti», dopotutto ad un soldatino come Lighthouse andava più che bene una comunicazione così rapida.

and satisfaction feels like a distant memory

Nothing is absolute

Le ultime parole famose: aveva chiesto a Baker di lasciar parlare lei con eventuali inglesi ma lui, non solo non lo fece, non ascoltò neanche una sua cazzo di parola. Era furiosa. Anche Filippo Aglio pensò bene di seguire il locandiere che evocò una Sirena -e forse comprese che era il suo feticcio visto il nome della sua locanda- che usò per affogare i ministeriali. «BASTA!», un urlo nella sua mente mentre sentiva la magia ribollire nelle vene. Fece quasi per levare la bacchetta su Baker per fermarlo e non peggiorare i rapporti già fragili tra Denrise e il resto del mondo quando arrivò Sigurd che una occhiata dura, ma non troppo, la arrestò dal compiere qualsiasi intento. Dopotutto avrebbe visto solo la bacchetta sollevata ma non in direzione di chi. Rimase ferma, vicino al suo compagno, decidendo di studiare quella che era il suo passato pronta a difendere il suo futuro, perché il gioco delle parti era stato così rapido che solo in una frazione di secondo aveva potuto scegliere. E scelse l'isola che, nonostante tutto, l'aveva accolta e che cercava di proteggere e migliorare da oltre un anno. Mettersi contro Sigurd, i denrisiani, ma anche lo stesso Garlic significava perdere molto di più di quello che pensava. Per cui strinse i denti, focalizzando la sua attenzione sul bracciale e mormorandogli parole che ridestassero il mercurio alchemico per una eventuale, possibile difesa. Difesa che forse sarebbe arrivata, soprattutto quando le parole di chi governava il villaggio andavano facendosi man mano sempre più taglienti, sempre più chiuse verso lo straniero. Poteva capire l'istinto di protezione verso quel territorio ma non sempre le barriere erano la giusta difesa. In quel caso, con la magia chiamata a raccolta attraverso una spada scintillante, con lei che aveva lo spettacolo in primissima fila, assistette ad una magia potentissima, l'impossibilità di smaterializzarsi dal porto e la possibilità di andare e venire dall'isola solo via mare. Era la fine di un'epoca. Ma solo lei stava vedendo gli ingranaggi della storia muoversi inesorabili? La taglia su Cora poi sarebbe stato solo un passo verso il baratro, così come in pericolo era la spia che li aveva aiutati dall'interno. Un rivolo di sudore le scivolò lungo la schiena pregando che Dragomir non rientrasse in quel quadro, mentre lo sguardo si fece di ghiaccio nel sentire un rimprovero di Garlic verso un paio di studenti, tra cui la Whitemore. «Sempre lei, non impara mai», sibilò potendo essere udita solo dal biondo, mentre la bacchetta nella sua mano fremeva, in attesa di una eventuale reazione degli esterni.

Everything changes, everything moves, everything revolves, everything flies and goes away