Incontrarsi per la prima volta

Evento di inizio anno

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    Ametrin
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    Aibileen Beatrix
    Ametrin | 17 anni


    Aibileen aveva salutato la Prefetta Lilith Clarke e poi l'insegnante Eva Ivanova con un educato cenno del capo e, infine, con un sorriso ed un cenno della mano, Blake Barnes.
    In ordine di arrivo, insomma! Ma ognuno di loro sembrava così fomentato e concentrato, a modo suo, su quanto aveva da dire all'amico o all'alunno Aidan Hargraves, che non osò provare a manifestarsi di più. Salutò infine, con un cenno del capo e un altro sorriso, il Professor Olwen, osservando come, dopo aver richiesto la mazza dell'amico Dioptase, questi ridusse le dimensioni di quest'ultima con un incantesimo.
    Poi, un messaggio arrivò. O una sorta di Cavallo di Troia virtuale. Come un fulmine a ciel sereno, per molti dei presenti a quella festa. Quel che era sicuro, era che aveva la ragazza proveniente dalla Terra dei Canguri con un'espressione pensierosa ben impressa sul suo volto.
    Aveva agrottato la fronte, lasciando riaffiorare alla sua mente i ricordi degli articoli che aveva letto sul mittente di quel messaggio.

    Cora Delaine...

    Restò ferma lì dov'era, a leggere il suddetto messaggio svariate volte, fino a quando lo slancio di Aidan Hargraves verso lo scoprire che cosa nascondesse quel seme, non la portò a seguirlo, non senza lasciare prima un bacio sulla fronte di Mia Freeman.

    << Anche tu mi sei mancata... Tanto. Vado a vedere che cosa vuole combinare questo Dioptase! >>

    Le fece un occhiolino, e sventolò una mano nella sua direzione, prima di scomparire insieme ad Aidan, ancora con la mano nella sua, alla volta dell'acquisto dell'occorrente per piantare il seme. Si sentiva ancora un po' stordita dal nome del mittente di quel messaggio, e tenne il magifonino stranamente (vista la sua abitudine a consultarlo piuttosto raramente) stretto in mano, mentre sentiva di condividere in parte, con l'amico Dioptase, la sua genuina curiosità ma, al contempo, aveva la netta sensazione che stesse accadendo qualcosa di veramente importante.
    Non consultò, però, alcun tipo di social. Semplicemente, quando capitava, rileggeva le parti del messaggio che l'avevano colpita, fino a che non lo rilesse proprio per intero.
    All'improvviso, proprio quando si stava accingendo a scrivere qualcosa, il suo magifonino vibrò: le era appena arrivato un messaggio da Benjamin D'Angelo. Sorrise alla sua dedica, così inaspettata e carina. Era un compagno e concasata che aveva incrociato e con il quale aveva scambiato qualche parola davvero volentieri, durante lo scorso anno scolastico (dopo quanto accaduto quell'estate, le sembrava decisamente trattarsi di una vita fa..). Si era decisamente affezionata a lui. Lo mostrò subito ad Aidan, e ad Emma Lewis (se lei fosse effettivamente venuta con loro), mentre il video era in corso, con un sorriso intenerito:

    << Me l'ha inviato Ben.. >>

    Gli rispose così:

    “Grazie per il video, Ben, è fatto molto bene! Ma fai attenzione a quanto sta accadendo adesso, e cerca di non metterti in pericolo..”

    Non sapeva se fossero effettivamente in pericolo, in realtà, ma non si poteva mai sapere. Ma non pochi dei suoi docenti e dei suoi compagni più grandi si stavano preoccupando di tenerli al sicuro, in particolare, le parve, Lancelot Olwen e Erik Foster, ma sicuramente ve n'erano anche parecchi altri! Virò nuovamente gl'occhi verso il suo magifonino e, infine, scrisse il messaggio che aveva incastrato trai suoi pensieri da quando era arrivato, a tutti loro, quello di Cora Delaine:

    “Signora Delaine... È vero che lei vorrebbe un'inclusività maggiore, nella comunità, dei licantropi?”

    Infilò nuovamente il magifonino nella tasca, di scatto, sentendo che il cuore le batteva all'impazzata. Alzò nuovamente il capo verso l'amico Dioptase, prima di chiedergli:

    << Tu che cosa ne pensi di quanto sta accadendo, Aidan? >>

    Solo i suoi familiari stretti sapevano, per forza di cose, che era diventata una licantropa, quell'estate... Stava davvero rischiando di “rivelare la sua condizione” a colei che, ufficialmente e a pieno titolo, era considerata una Terrorista? Che cosa le prendeva?

    La sua ferrea volontà di credere nel lato buono presente in ognuno andava, spesso e volentieri, aldilà del buon senso. Verso l'infinito e oltre.



    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda - Stat.
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    SPOILER (click to view)
    Interagisce o mezzo-interagisce con Lilith Clarke , Eva Ivanova , Blake Barnes , Lancelot Olwen , Mia Freeman, Emma Lewis e Benjamin D' Angelo, e prova a scrivere a Cora Delaine.



    Qui è Doris che vi parla: non ho veramente modificato il post... Ho solo sbagliato a pubblicare il nuovo post, non copia-incollandolo in una nuova finestra. Chiedo venia!



    Edited by Aibileen Beatrix - 19/9/2021, 20:30
     
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    Victoria E. Burke | Preside
    Gli studenti si erano messi subito a protezione dei primini, gli insegnanti avevano deciso di andare a raccolta dei suoi protetti. Lancelot da bravo runista quale era, ma soprattutto da bravo “papino” quale si era sempre dimostrato, decise di chiamare a raccolta, ancora una volta i suoi prediletti alunni, e lasciare che entrassero nella sua linea di protezione così da erigere una barriera che si costruì dinanzi a loro in maniera veloce ed efficace. I suoi alunni, specialmente quelli nuovi, si sarebbero potuti sicuramente meravigliare per la velocità e prontezza di spirito con la quale era stata eretta.

    Ma davvero tutti temevano qualcosa di così brutto? Cora faceva così paura ai densiriani? Certo era che non aveva una reputazione da santa donna, ma era stata pur sempre chiara, aveva detto esplicitamente che non c’era nessun pericolo e l’ultima volta non lo aveva detto affatto. Quindi, magari, una differenza potevano notarla!

    Ma se per Lancelot fu essenziale proteggere i suoi cari studenti, per i densiriani era molto più importante la segretezza dell’isola. E fu così che Jason scelse un incanto per comunicare in maniera tempestiva qualcosa di estremamente importante. Fu pronto, fu propositivo ed il suo incanto andò a buon fine comunicando nel vento il messaggio per intero, forse con un po' di interferenze di qua e di la, ma comunque sarebbe arrivato a destinazione.

    E la stessa sorte non toccò alla docente di magia verde della scuola di Hidenstone che volendo a tutti i costi scoprire la natura di quel seme, era stata presa troppo da adrenalina ed un insano senso di vendetta, tipica di quelle parti. Il catalogus fu un piccolo flop, ma osservando meglio il seme Kàra si sarebbe potuta accorgere di quanto fosse innocuo. Poteva rassicurare chi di dovere: non c’era alcuna traccia di magia nera.

    Blake, dal canto suo, avrebbe eseguito un incanto quasi perfetto, ma avrebbe comunque potuto notare come vicino a se non c'era nessuno.
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    Skyler Mave
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    “In qualunque altro momento lo uscirei, Markab, ma credo che qui conti già come lavoro - e insomma, ribadisco come me ne serva uno. Non voglio tornare a fare l’esc… l’escavatore (?), come appena uscito da Hidenstone! E comunque, tu sei un rito di passaggio - non ricordi la sera del ballo con Katie Comecazzosichiamava?”
    Forse non la ricordava neppure Skyler, ma di certo l’esempio era, se non calzante, almeno lontanamente correlato.
    “Perché io effettivamente non la ricordo - avevo bevuto come un drago”: ridacchiò, guardando il suo compare. Sperava che ciò facesse iniziare una sfilza di racconti sui bei vecchi tempi, in cui combinavano casini e si ubriacavano.
    Così diversi, in fondo, dai bei nuovi tempi, in cui facevano le stesse cose, ma avevano più responsabilità e quindi i casini ed il tasso alcolemico erano di grado minore.
    “Ehi - tutti i miei sorrisi sono migliori dei tuoi!” rimbeccò in maniera divertita Skyler, prima di eseguire l’ordine di Markab; “Voglio una copia della foto anche io, è possibile Lucas? Potrei avere qualcosa di utile e divertente per te, in Infermeria…”
    Parlava forse di droghe? Nah, conoscendo Skyler o era un gattino appena nato da allevare come famiglio o era qualche oggetto riguardante la sfera sessuale (sex toys, preservativi o quant’altro).
    Sarebbe probabilmente stata una giornata tranquilla, se Blake Burn-It-To-The-Ground Barnes non si fosse intromesso (‘Devo smettere Insatiable, quella serie ha una brutta influenza sulla mia abilità di dare soprannomi’) nella Coppietta d’Oro; non era certo la prima rissa a cui assistiva, e pensava sempre e comunque che il 90% dell’outcome si dovesse alla reazione del primo picchiato. Ora, il pugno l’aveva preso Adamas, quindi c’era un buon 50%, se non di più, di probabilità che non si finisse in un pestaggio selvaggio.
    Quando i due si separarono, in un modo alquanto anticlimatico (anche se sentire Adamas dire, pur coi suoi modi, un bel “Va’ all’Inferno” era un insospettabile piacere), l’Infermiere tirò tutto sommato un sospiro di sollievo, girandosi poi verso Markab: “Oh, ma ti ricordi di quanto mi avevi rotto le palle sul fatto che Amy fosse infedele e come l’ho lasciata?”. Era stato dopo aver scoperto che andava a letto con mezza squadra dei Corvonero, e avevano organizzato lo smascheramento; certo, non c’erano ancora le dirette Instagram, quindi avevano semplicemente portato le tipe dei ragazzi fedifraghi nel punto di ritrovo dei loro tradimenti.
    “Poi abbiamo consolato le altre direi, no?"
    Era stata una delle rare occasioni in cui Skyler e Markab avessero quasi litigato, visto che il primo non si fidava dello scoop del secondo.
    “È stato quando ho imparato che le notizie del mio bro sono sempre veritiere, anche se a volte un poco gonfiate - come lui, del resto.”
    Se i suoni dei messaggi e lo sconcerto degli studenti non lo avessero avvisato sui nuovi eventi, ci avrebbero pensato la compostezza e la grazia del suo Markabatai a farlo; certo, Skyler non sapeva come reagire in questi casi, ma si mise sullo sfondo della diretta dell’amico a fare facce sconvolte per dare credito alla situazione.
    Insomma, videobombing puro.
    Quindi Skyler si sarebbe allontanato per ritrovare la ragazza che aveva visto alla discesa dalla nave, colei che aveva distribuito i semi. Comunicò il suo piano a Markab, in uno dei rari momenti liberi da telecamere: per muoversi più agilmente nel villaggio impazzito, e per non dare troppo nell’occhio della tipa se per caso l’avesse effettivamente trovata, si sarebbe trasformato in Golden Retriever.
    ‘Cavolo però, prima devo chiedere ad uno studente se mi fa annusare il sacchettino - potrebbe essere più semplice…’
    Si sarebbe avvicinato ad uno qualunque degli studenti con il sacchettino, anche di quelli che non conosceva alla perfezione, per chiedere quel favore: in caso di positivià, avrebbe proseguito col proprio piano.
    "Se senti bruciare la runa parabatai, sono nei guai - di' a Vicky di venire a salvare il suo toy boy!"
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Markab Castlewine Lucas Jughed Jones

    Skyler chiede un favore ad uno studente (annusare il sacchettino del seme) per poi trasformarsi in Golden Retriever.

    Azione 1: cerca la ragazza che ha distribuito i semi trasformato in cane.
     
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    Jessica Whitemore
    Per la prima volta da quando aveva scritto a Cora, le parve di vedere dei puntini, tipici di quando l'altro stava scrivendo. Sorrise, decidendo di mandare l'ennesimo messaggio; forse rompendole le scatole a sufficienza, avrebbe ottenuto la sua risposta. Non importava se affermativa o negativa, avere un contatto con la Delaine non era da tutti e loro avevano avuto quella possibilità.
    Allora decido io, okay? Tipo la settimana prossima? Ammiro ciò che fate ed inviò, mettendo momentaneamente in tasca il magifonino, dirigendosi dov'erano radunati tutti e proponendo una cosa al loro docente senza, invero, molta convinzione. Parla come se fosse una stalker -e forse un po' sì- serial killer che vuole ucciderci sbuffò, per nulla intimorita dalla donna che aveva palesato diverse volte non voler far loro del male, per quanto i tentativi fallimentari del passato.
    Secondo me non torcerebbe un capello agli studenti diretti ad Hidenstone, ma faccia un po' come- si bloccò, vedendolo erigere una barriera a loro protezione. Fu quasi lusingata, ma sospirò. Addirittura una barriera? Non le sembra di essere un po' melodrammatico? Domandò a Lance con nonchalance, come fosse suo fratello e non un suo insegnante.
    Non si capacitava del perché tutti stessero reagendo in quel mondo, non ci vedeva proprio nulla di male in questa nuova apparizione di Cora, soprattutto perché fino a quel momento non aveva visto strani incantesimi volare, né altro. Sa cosa? Agirò per conto mio. Si allontanò, uscendo dalla barriera runica ed allontanandosi in direzione della scuola, anche se non era proprio quella la sua meta, infatti si fermò una volta abbastanza distante da tutti, oltre le bancarelle principali. Prese nuovamente il magifonino. Detector sussurrò. Era un tentativo abbastanza blando ma ehi, se ci avesse creduto abbastanza, magari le avrebbe rivelato il numero di Cora.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY


    Manda un terzo mess a Cora, interagisce con Lancelot Olwen

    Azione 1: dopo essersi un po' allontanata, usa detector per vedere se riesce a scoprire il numero di Cora (Intuito 22)
     
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    Cameron Cohen
    Cazzo, le dovrebbe bere le tisane della tranquillità, non venderle... sussurrò in uno sbuffo, in modo che solamente Elisabeth e Mia avrebbero potuto sentire cosa stesse effettivamente dicendo.
    Che palle Liz, quello che spara stronzate è lui. Ma lo sa che avete almeno trent'anni di differenza? Domandò, non facendosi proprio due domande sul fatto che forse il druido non fosse così anziano da passarsi trentanni con la Lynch. Afferrò comunque ciò che lei gli aveva dato, sospirando.
    No, effettivamente non dovrebbe esserci campo commentò Cam, come se avesse fatto la scoperta del secolo, corrucciando lo sguardo ed estraendo il magifonino dalla tasca, leggendovi il contenuto con crescente scetticismo.
    Strinse di rimando la Mano di Mia, carezzandole il palmo con il pollice, per tranquillizzarla quanto più possibile. Ehi, tranquilla... ci sono io la rassicurò, spostandole una ciocca di capelli dal viso, allontanandosi momentaneamente dalla sua migliore amica che sembrava essere impegnata a studiare i semi. Avrebbe comunque seguito la biondina verso il punto di raccolta senza troppo entusiasmo. Cora stava rovinando la sua giornata più di quanto lo avessero già fatto altri e questo non gli andava per niente giù. Doveva essere un nuovo inizio per lui, per lei, per loro. Ed invece si ritrovavano ad avere una minaccia pendente sulla loro testa come la spada di Damocle, anche se effettivamente non era una minaccia tangibile e forse non si sarebbe mai concretizzata. Era solamente un dubbio fumoso nelle loro menti. Ascoltò le parole di un po' tutti i presenti, avvolgendo Mia in un abbraccio. Non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. Cora ci ha solo fatto un paio di regali, tutto qui. Non ci ha attaccati, non ci sta attaccando e non credo abbia intenzione di farlo, ma anche se fosse le posò un bacio tra i biondi capelli ci sono io a proteggerti.
    20 y.oStudenteDioptaseII annoFrom Oslo


    Jason K. Byrne Mia Freeman e Elisabeth Lynch
     
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    Howard H. Van Leeuwen
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    Aver appena ricevuto una limonata da parte di Markab, in qualche modo, era qualcosa di estremamente piacevole, e non appena poté prendere in mano quella bibita Howard decise di berne giusto un sorso, così da poterne assaggiare il sapore. Assaporò quella bomba di gusto per qualche secondo, per poi fermarsi immediatamente e scegliere di non berne ulteriormente, conscio del fatto che se avesse continuato la bevuta difficilmente avrebbe potuto intendere e volere per almeno qualche ora. Sì, era una delle persone meno resistenti al mondo, e preferiva quindi riconoscere i propri limiti e placarsi. Lo sguardo azzurro cielo si poggiò su Markab per un primo istante, andando a sorridergli in maniera molto simpatica e disponibile, per poi rispondere con molta timidezza e delicatezza, proprio come farebbe un dolce fiocco di neve. “Grazie mille per la limonata! Stavolta credo che possa bastare così…” E, non appena terminò la frase, il suo magifonino ricevette una notifica. Quel momento fece raggelare per qualche secondo il sangue nelle vene di Howard, il quale sembrò istantaneamente non comprendere la situazione, e si apprestò quindi ad afferrare il telefono per leggere il messaggio, spalancando appena la bocca nel comprenderne il contenuto a tutti gli effetti. “Non posso credere che abbia profanato una simile terra con simili radici e tradizioni.” Si disse a bassa voce, andando successivamente a leggere il messaggio di Lilith, puntandosi quindi la bacchetta contro la gola ed aiutandola con l’annuncio. “Sonorus. Ragazzi del primo anno, matricole voi tutte! Venite alla bottega del fabbro, useremo quel luogo come punto di raccolta!” E, nel dire quelle parole, il ragazzo si sarebbe diretto da Lilith, pronto ad esporre la propria teoria che aveva in merito e porgendole il cadeau che Cora aveva destinato ad ogni studente. “Lilith, posso provare ad azzardare una teoria?” E cercò di raggiungerla, sperando di poterle parlare e di potersi far ascoltare, affiancandola e cercando di spiegarsi nel migliore dei modi. “Nel messaggio c’è scritto che il fiore, una volta cresciuto, avrà una connessione speciale con i magifonini. Lilith, secondo me vogliono usare i fiori per spiarci, per monitorare i movimenti degli studenti e dei professori, e per acquisire informazioni. Lo sai, Cora è pazza.” E poi cercò di ricordare i momenti che aveva vissuto nella cerimonia di inizio anno di qualche anno prima, passandosi una mano sul petto e grattandosi successivamente il capo, come fosse in preda ad un momento dominato da tic nervosi. “E poi, se ci fai caso, i fiori hanno la tipica forma a ‘padiglione’. Una forma simile raccoglie meglio le onde magiche e le amplifica sicuramente, tipo i nostri padiglioni auricolari. Sono certo che voglia usare i fiori per monitorarci.” Disse quelle parole un po’ di fretta, ma cercò in qualche modo di essere il più chiaro possibile, così da spiegarle cosa intendesse.
    RevelioGDR


    Aiuta Lilith Clarke con il Sonorus per radunare i primini coccolosi, e poi le espone la propria teoria in merito ai fiori, speranzoso che sia un minimo giusta. <3
     
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    Black Opal
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    Brooks O'Connor
    Non si ricordava l'ultima volta che avevano litigato fino a quel punto, ma forse non era mai avvenuto. In quel momento la situazione pareva delle peggiori e sembrava che non si sarebbe mai risolta, soprattutto quando la ragazza annunciò che lui, per lei, era morto. Brooks non fu capace di aggiungere altro, di infierire o di chiedere scusa; rimase là ad osservarla correre via. Non fece niente. Non fece assolutamente niente. Solo in quel momento si rese conto che aveva esagerato, che la sua migliore amica combatteva da tutta la vita contro le persone che le rivolgevano solo insulti, mentre lui si batteva per difenderla -persino Fitz, in qualche estremo caso, lo aveva fatto- da tutto e tutti, trovandola bellissima nonostante quello che altri dicevano. Si morse il labbro a sangue, accorgendosene solo quando la sua bocca assunse un gusto metallico, costringendolo quindi a smetterla di martoriare quel povero labbro, con i denti. Scosse la testa e proprio in quel momento il suo magifonino trillò, avvisandolo di un messaggio che non avrebbe dovuto esserci, visto il luogo in cui si trovavano. Il suo primo pensiero volò ad Amalea nonostante avessero litigato. Vedendo tutti preoccupati, sebbene non sapesse esattamente il motivo, si sentì in dovere di muoversi. Per prima cosa, domandò ad un prefetto chi fosse questa Cora Dilana e dopo aver ottenuto la risposta che voleva, sì che si sarebbe davvero preoccupato per la sua amica. Si guardò attorno e la vide poco distante, affianco ad un uomo biondo. Non aveva l'aria burbera da denrisiano, quindi Brooks suppose che fosse un loro docente. Si avvicinò lentamente, pentendosi ad ogni passo della sua decisione. Che cosa avrebbe detto ad Amalea, dopo averle rivolto bruttissimi insulti? Infatti si bloccò, rimanendo a guardarla da dietro, senza quindi che lei potesse accorgersene, mentre attorno a lui sembrava il finimondo. Gente pronta alla guerra, prefetti agitati, biondini che innalzavano barriere. Non riusciva proprio a capire il perché di tutto quello, ma forse questo derivava dal fatto che stesse per iniziare il suo primo anno e non fosse consapevole di tutto ciò che era accaduto e che sarebbe potuto accadere. A lui, per il momento, importava solo della sicurezza di Ama e vista l'agitazione tutta intorno a loro, forse si trattava di una cosa grossa. Si avvicinò ad un muro ed estrasse un foglietto di carta stropicciato -e macchiato di latte e nesquik della colazione- che trovò in tasca, assieme ad una Lamapenna. Sono un coglione. Perdonami fu tutto ciò che scrisse, per poi darlo tra le zampine di Popcorn, che iniziò ad, appunto, zampettare nella direzione di Amalea per consegnarle il bigliettino. Rimase quindi ad osservare, aspettando che lo leggesse.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland
     
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    Ametrin
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    Emma Lewis
    Aveva vissuto ben due anni senza che il suo telefonino prendesse, al di fuori della scuola, e ci era talmente abituata che aveva persino smesso di guardarlo, se non entro i confini di Hidenstone. Per i primi mesi, ad essere completamente sinceri, ci aveva provato. Ogni tanto inviava un messaggio a qualcuno dei suoi contatti Londinesi o Parigini, tuttavia si ritrovava sempre una X bianca all'interno di un cerchio rosso, segno che il messaggio non era partito. Alla fine, aveva smesso di provarci. Quindi ora, quando nell'area una delle canzoni delle Mermaid Melody iniziò a risuonare, capì che stava succedendo qualcosa di strano. Afferrò il magifonino ed aprì la casella dei messaggi, rischiando un infarto quando lesse il contenuto e, soprattutto, chi le aveva scritto.
    Certo, sarebbe stato peggio se il mittente fosse stata Naga, n'altra che aveva solo creato problemi, ma nemmeno con Cora c'era tanto da scherzare.
    Quasi perse la presa sul cellulare, visto che le mani avevano iniziato a sudarle e la preoccupazione si dipinse evidente sul suo viso. Il sacchettino con dentro il seme aveva iniziato a pesare sulla sua tasca, ma onestamente era la sua ultima preoccupazione. Una volta giunta a scuola, l'avrebbe piantato.
    Quando la voce di Lilith si espanse in tutta l'area, anche lei si diresse vicino alla baracca di Philipp dov'erano radunati tutti, cercando di capire cosa stesse effettivamente succedendo.
    All'improvviso, sentì qualcosa sfiorarle la spalla ed ebbe un sussulto, facendo un saltino sul posto. AIUTO CORA MI STA ATTAC- la sua frase si bloccò, quando si accorse che non era affatto Cora, ma si trattava semplicemente di Thomas, il ragazzo strano ma tenero che aveva conosciuto poco prima. Io.. sì. Sì sto bene, grazie e tu? Mi sembri... stanco? Si e gli domandò, osservandolo da capo a piedi. Aveva davvero un qualcosa di familiare nei lineamenti del viso, negli occhi e nella zazzera castana, ma proprio non riusciva a capire cosa fosse, ma qualcosa la spingeva a non ignorare questi segnali e diventarci amica; sicuramente prima o poi avrebbe scoperto il motivo. Ovviamente non lo faceva solo per quello, ma il ragazzino le sembrava davvero simpatico ed era un primino, mentre lei sarebbe dovuta essere del terzo... perciò una guida non gli sarebbe certo guastata. Senti... stammi vicino, okay? Non credo sia qualcosa di grave, questa Cora è sì imprevedibile, ma non credo ci torcerebbe mai un capello, ma è meglio stare all'erta gli propose, prendendogli la mano con la massima naturalezza.
    17 y.oStudenteAmetrinII annoFrom Dublin


    Thomas S. Roberts
     
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    Denrise
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    Philipp Garlic
    Predone | 27 anni
    "Boh io di queste vostre cazzate non so una fava..." Gerald a sentir parlare di magifonini mostrò tutti i limiti che un dernisiano Doc aveva con ciò che stava oltre il mare, tuttavia era pur sempre un predone, pronto all'ignoto, e se comunque seguì fino in fondo il discorso della biondina, lo stesso fece con la misteriosa ragazza "DANAAAAA, DOVE CAZZO VAIIIII!" urlò lui, inseguendola fino ad imprecare, comprendendo che, avendola persa, non restava che riferire tutto a chi di dovere.

    Chi di dovere, in vero, si stava non poco divertendo, specialmente a vedere lo scontro Jason K. Byrne vs Elisabeth Lynch "O Jason, che ti fai spaventare da un vocabolario alto quanto... un metro e mezzo?" manco a dirlo, il fabbro tifava ovviamente Lynch, godendosi e non poco il disagio dell'altro che sfociava persino in rabbia.
    Poteva essere una bellissima giornata: Kenna tutta per lui a mortificare Morrigan, Jason a sclerare, i suoi ragazzi intorno senza che lui dovesse mostrare il minimo di simpatia, tutto stava andando per il verso giusto, ma poi, ad un certo punto, ecco tutti i cellulari risuonare nel mentre era rapidamente raggiunto da Gyll e Gerald.
    "Quella troia della Delaine si merita di essere divisa in due da due anni fa" ringhiò verso Kenna, rigirandosi il seme in mano senza gran successo, tanto da darlo alla giovane Gyll "Tienilo un attimo" gli chiese, andando poi ad analizzarlo ora che era in mano alla giovane.
    Sembravano un'allegra familiola: papà Phil, mamma Kenna, Gerald e Gyll come figli e Jason come cane. Uniti, per assortiti, e capaci di gestire anche un branco di studenti, dentro o fuori una barriera.
    Philipp osservò l'incanto del runista con far interessato, ma non espresse opinioni, limitandosi al massimo a cercare con lo sguardo Blake e Erik, ascoltando le parole della mezza-veela, che mostrava preoccupazione per eventuali altri infiltrati.
    "Nessun denrisiano darebbe ascolto a quella pazza della Delaine" chiarì il fabbro, facendo probabilmente starnutire Morrigan "Quindi ora vai da Erik e stai con lui, va bene? E tu, Gerald, bada al negozio" disse, lasciandosi dietro la giovane e raggiungendo Sigurd.
    "Quella troia della Delaine ha mandato un messaggio dei suoi ai ragazzi: Gerald e la sua fidanzata hanno visto Dana battersela dall'isola... non so... la cosa non mi convince... anche perché dicono che non era per niente preoccupata, e invece dovrebbe sapere che se la prendiamo - e la prenderemo - la scorticheremo viva" concluse lui, osservando poi Jonathan e quindi udendo le disposizioni del Capovillaggio.
    "Vado anch'io al porto... e lei viene con me" senza mezzi termini l'uomo si avviò verso il porto cingendo per il fianco Kenna e portandosela dietro "Sempre che tu non voglia che il sangue si tinga di rosso col sangue degli inglesi troppo coglioni per capire che devono girare al largo dai cazzi nostri" le suggerì, gelido come la verità.
    RevelioGDR


    Ciao a tutti, il listino di Brugnir Forgen è a vostra completa disposizione (lo trovate linkato dal rolescheme).
    A questo, aggiungo qualche cosa di extra u_u

    Armi da allenamento (d20+3): armi in legno smussato benedetto dal dio freyr in maniera tale da infliggere un considerevole danno, ma senza lesioni permanenti in nessun caso inclusa la rottura (l'attacco non causa mai malus, status o morte).
    Prezzo: 150G

    Lacrime d'inverno (consumabile): se bevute rendono gli effetti delle magie di ghiaccio eseguite nel turno corrente Permanenti.
    prezzo: 30G

    Il PP ottenuto dipende dal tipo di arma acquistata.
    Le lacrime garantiranno +1Intelligenza.
     
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    Denrise
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    Nothing is absolute

    Si stava svolgendo tutto troppo velocemente. Non appena aveva udito i trilli dei telefoni levarsi tra i presenti, la donna aveva avvertito il senso del pericolo. Da un anno aveva dovuto realizzare come il suo magifonino fosse utile al villaggio come un fermacarte piuttosto che per la funzione per cui era stato creato: comunicare. Il senso di pratica l'aveva portata a chiudere baracca e burattini, agire con fare non curante in direzione dell'ennesima promessa di Maverick sul sabato successivo. Probabilmente l'avrebbe raggiunta solo per la cosa migliore che avrebbe fatto: darle noia, era un re per quello. Quello che in realtà però la storica stava dimenticando era la fresca professione dell'uomo -fresca solo per vicendevolezza dei tempi- preferendo raggiungere Garlic Senior, Junior e la di lui amante. La scozzese assorbiva informazioni, ascoltando con fare attento tra gli sproloqui di studenti, denrisiani e persino Sigurd che aveva dato sfoggio dell'etichetta del posto. Mettere i tasselli insieme, nonostante la calca nei pressi dell'attività economica di Phill, non fu poi così difficile: Cora aveva colpito ancora, questa volta manipolando l'antenna presente sull'isola, manomettendo la barriera e chissà che altro. Vide gli altri proporre cose, prendere in mano le redini per settori, ma notò anche una assenza. Fu come un colpo di frusta il suo quando sollevò il viso per consentire allo sguardo di fendere la folla per cercare quello che più le importava al momento: Morrigan Maverick. Lui così egomaniaco, esperto del settore, ex auror e chi più ne ha ne metta non era lì a dire la sua, a spandere in lungo e in largo le sue fottutissime competenze in materia, a mettersi in mostra. Quel fottutissimo uomo era nel bel mezzo degli stand a chiedere dei cazzo dei materiali per le sue costruzioni. «Sta mettendo su una fottutissima segnaletica luminosa su di lui, perché cazzo lo fa? Perché nessuno lo vede?» I pensieri nella donna si rincorrevano, le domande si accumulavano e i dubbi crescevano. La via più facile sarebbe stata quella di affrontarlo di petto, davanti a tutti, con un'atteggiamento più da Grifondoro che da Serpeverde. Doveva agire d’astuzia e soprattutto trovare prove a sostegno della sua teoria. Farlo ora a caldo avrebbe significato solo mettere su ancora troppa carne a cuocere. Indi prese una decisione: se il magitecnico non si sarebbe presentato sabato sarebbe andata lei a cercarlo. Non un messaggio sarebbe giunto prima da parte sua, per non destare sospetti.
    Pertanto si preoccupò di sfiorare l’avambraccio del compagno per avere la sua attenzione. «Dubito che la Delaine sia qui, ma qualcuno dei suoi sì. Credi che oltre alla barriera per la connessione rete abbia fatto qualcosa anche per la smaterializzazione?» Quella, tra le due cose, sarebbe stata la più pericolosa per l’isola e i suoi abitanti, perché diciamocelo che Denrise entrasse nel ventunesimo secolo era anche ora. Lo sguardo poi intercetto quello della consorella che richiese un manipolo di uomini per trovare gli intrusi. «Un'occhiata al ripetitore ci sta tutta e potrebbero essere richieste conoscenze runiche e sui sigilli, e lei sembra essere sul pezzo...» La Stoneburg non era la sua prima scelta ma i suoi ninnoli erano andati letteralmente a ruba e forse qualcosa poteva essere utile anche per lei, senza dimenticare il fatto che fossero legate da vecchi e rispettabilissimi colori. «Tu che fai?» Ribatté pronta. Già, era davvero pronta ad andare da Marina e chiedere la sua collaborazione, peccato però che il compagno sembrava essere di tutt'altro avviso. «Garlic» iniziò dura, sibilando il suo cognome, digrignando i denti sul fatto che lei non aveva assolutissimamente voglia di macchiarsi col sangue di sedicenti ministeriali che sarebbero giunti al porto solo per metter naso negli affari dell'isola. «Vaffanculo, Garlic, perché mi stai mettendo in seria difficoltà», andare con lui per evitare un incidente diplomatico o affiancarsi a chi sarebbe salito fin su al ripetitore con la possibilità di rintracciare eventuali tracce magiche dell'ex auror? Alla fine dovette mettere sui due piatti della bilancia i pro e contro in una manciata di secondi, vedendo come la cazzimma di Garlic, la sete di sangue di Baker, neanche fosse un vampiro, sarebbero stati capaci di dar vita ad una nuova guerra magica. «Mi dovrai più di un orgasmo e di un simpatico monile», acconsentì infine superandolo per avvicinarsi a Baker. «Se ci saranno inglesi lasciate parlare me, prima» e non solo perché poteva fornire malus con la sua favella.

    Everything changes, everything moves, everything revolves, everything flies and goes away



    Kenna si interroga sui comportamenti di Morrigan Maverick, poi avanza l'ipotesi con Philipp Garlic e chi c'è lì intorno su una eventuale manomissione anche per la smaterializzazione, invita lui e jonathan baker a lasciar parlare lei nel caso ci dovessero essere stranieri al porto.


    Edited by Eilidh Mae Aileanach Rheon - 16/9/2021, 22:21
     
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    ex Corvonero

    Dioptase



    Raise your words, not your voice.

    Tu mi sai fare male, sì, tu mi fai impazzire

    L'umore non era dei migliori, si trascinava da una parte all'altra neanche fosse stata in balia delle onde, alla ricerca di uno scopo che non fosse focalizzarsi su O'Connor e le sue orribili parole. In suo aiuto venne popo'dimenoche una sedicente terrorista, con un messaggio più lungo dei rotoloni Regina ed un semino che onestamente non sapeva cosa farsene. Per cui, da buona lecchina, era andata alla ricerca di un adulto, sperando di fare centro con il biondino dall'aria gentile cui affidò il dono che non poteva rispedire al mittente. «Prego», ciancischiò, scrollando le spalle nelle direttive che le vennero date, ovvero di seguire uno brunetto che si sarebbe presa cura di lei. Un brivido la percorse nella sovrapposizione del Prefetto Ametrin -anche se al momento non aveva idea fosse lui- e il più ben familiare Brooks. «Sembra di essere in io e la mia ossessione».

    Ma se non ci sei attorno, qua mi va tutto storto
    E a lui lo vorrei morto e invece ancora ti scrive

    Si fermò ad osservare i presenti: c'era chi usava un linguaggio che era davvero scurrile, la preoccupazione sul volto di alcuni e in talaltri la più totale delle indifferenze; qualcuno sembrava star vivendo una vera e propria crisi di panico, alternando un tono basso a dei picchi di stridulità tali da far provare invidia persino a Mariah Carey -e sì, stava guardando proprio Jesse Lighthouse- qualcun altro che bofonchiava e chi cercava di raccogliere l'acqua con lo scolapasta, metaforicamente parlando. Quanto a lei... era ancora così piena delle immagini degli ultimi minuti: lei che reagiva male alle osservazioni di Brooks, lei che baciava uno sconosciuto, Brooks che la sminuiva e le dava della troia, lei che come ultima cosa gli aveva detto che per lei fosse morto. Si portò le falangi alle tempie, massaggiandole per alleviare la tensione, con Yume che quasi scivolò, punzecchiandola dolorosamente con le sue zampine, graffiandole la pelle. «Proprio come lui, eh?», pensò sistemandoselo meglio sulla spalla.

    E non esiste un dottore per i tagli sul cuore
    Colmo il vuoto con dei tagli di diverso colore

    Qualcosa le stava dando fastidio alle caviglie, a tratti anche lungo il polpaccio, tanto che come prima reazione ebbe quella di smuovere l'arto. Il sollievo durò poco visto che qualcosa tornò alla carica. Si costrinse ad abbassare lo sguardo e riconoscere lo scoiattolo che teneva stretta in una delle zampine un piccolo pezzetto di pergamena. «Popcorn!» Si chinò per prendere l'animaletto, tentare di calmarlo con gesti rassicuranti per poi accettare la missiva che portava. Compiuta la missione il famiglio scivolò via dalla sua presa, sicuramente per raggiungere il suo padrone.

    Quante volte ho detto: "È l'ultima", ma poi invece no
    Quante volte ci siamo scambiati il peggio di noi

    Non ci mise molto a leggere le tre parole messe nero su bianco -okay, a voler essere puntigliosi erano quattro- ma la strega lo fece almeno tre volte prima di sollevare lo sguardo per cercarlo tra la folla. Lo vide lontano, gli occhi su di lei e, se la vista non alterava le apparenze, sembrava esser ridotto a pezza quasi quanto lei. «Ben gli sta!» fu il suo primo pensiero, carico di rabbia. Non poteva passare su con facilità a quanto era stato detto. Non era come il loro soliti bisticci di livello quattro. Quello di poco prima volava, su una scala da uno a dieci, intorno a undici-dodici. Appallottolò il bigliettino, rificcandolo nella prima tasca utile, senza interrompere lo sguardo con lui. Non sarebbero bastate quelle parole per metterci una pietra sopra, erano troppo poche, ma rappresentavano pur sempre un inizio. Sapeva che se davanti a lei ci fosse stata un'altra persona non ci avrebbe pensato su due volte a far parlare la sua bacchetta per lei, a metter su un tiro mancino, a servire su un piatto freddo la sua vendetta. Peccato però che Brooklyn Ryan O'Connor rappresentava il suo punto debole, il suo contatto con l'empatia che per tanto aveva imparato a soffocare.

    Perché sapevi che non me ne sarei andato mai
    Tu mi fai impazzire
    Sì, tu mi fai impazzire

    Marciò verso di lui, aprendosi un varco tra le persone senza neanche degnarsi di chiedere scusa, fino ad arrivare davanti a lui. Rimase in silenzio, a scrutarlo nell'anima tramite la finestra che da sempre era stata identificata come lasciapassare. «L'importante è che tu sappia di esserlo», il chiaro riferimento alla prima parte del suo messaggio, aka che fosse un perfetto coglione. Quanto all'ultima parola aveva deciso di lavorarci su dato che al momento la strada per il Grifondoro si era appena fatta il salita. «Ce l'hai ancora il tuo seme? Io il mio l'ho dato a quello lì», il mento ad indicare il docente di Rune, di cui ancora non conosceva il nome.

    It is rain that grows flowers, not thunder.



    Interagisce con Lancelot Olwen e Brooks Ryan O'Connor.
     
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    Black Opal
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    Jesse A. Lighthouse | Black Opal
    Il dovere per Jesse non era solo un piacere, ma proprio una soddisfazione personale: fare la differenza facendo la propria parte era qualcosa di insito nel suo dna, lo sentiva nelle sue ossa, e si poteva benissimo vedere dal suo sorriso "Vengono annunciati il giorno della cerimonia di apertura" ammise lui con un sorriso sicuro, piacevole, ben diverso dal solito sguardo spaurito che lo contraddistingueva "Anche se... non dirlo troppo forte o mi sale l'ansia!! Comunque... se vorrai essere dei nostri, io ne sarò felice" concluse con un cenno del capo, congedandosi da Thomas.
    Essere d'aiuto lo rendeva felice, completo, così come essere un protettore: come anche Erik, avrebbe dato la vita per gli altri, e proprio per questo non riusciva a passare oltre a quel pugno dato ad Adamas; forse era proprio per punirsi che aveva approcciato con tanta dedizione il Barnes: ferendo Blake, del resto, lui non stava forse anche ferendo il proprio stesso cuore, come sarebbe dovuto succedere, visto che lui avrebbe dovuto, nella sua testa, frapporsi e incassare il colpo al posto del fidanzato.
    Fece un lungo discorso a Blake, forse troppo lungo per un ragazzo arrabbiato, e infatti la risposta che ricevette la trovò tanto scarna quanto vaga, ma non per questo meno tagliente "Prima di uscire dalla tua allora forse vorrei uscire dalla mia" levò lui gli occhi al cielo, abbastanza spazientito da come il ragazzo volesse archiviare il tutto come un o con me o contro di me "E lo so che non mi hai mai chiesto niente: con me non ne hai mai avuto e mai ne avrai bisogno. Ma sono io che ora chiedo qualcosa al mio migliore amico: ti sto chiedendo di non toccare Adamas, e prendertela direttamente con me."
    Forse un discorso più breve sarebbe stato più chiaro, non ne aveva idea, quello che però voleva fosse chiaro era il suo tono di voce, fin troppo serio per tradire incertezze o ripensamenti: quello era e restava un ultimatum. Un altro gesto del genere e Jesse, prim'ancora che Blake, non avrebbe mai potuto perdonare sé stesso.

    Fu doloroso per il ragazzo staccarsi da un Adamas ferito, ma lo fece, finendo nella cacofonia della confusione causata da Cora 'Maledizione' pensò lui, nel mentre si facevano teorie su cosa fare e cosa non fare "I migliori generali puntano sul dividi et impera: rimaniamo tutti insieme. Siamo più forti" rispose lui a Jessica, sospirando poi quando alcuni docenti, tra cui Summer gli diedero ragione 'Sembra che qualcosa lo abbia imparato da papà' si gongolò lui, sgranando poi gli occhi davanti alle titubanze di Brooks.
    Il ragazzino pose una domanda semplice, ma a tratti complessa, tant'è che il ragazzo dovette pensarci su "Cora Delaine è una terrorista... si batte per i babbani e altre cause in cui crede... il che sarebbe anche bello, non fosse che lo fa nel modo sbagliato, ovvero uccidendo persone" disse, guardando l'altro dritto negli occhi "Comunque secondo mio padre, Cora uccide solo politici e personaggi di alto profilo perché si racconta come una salvatrice... quindi.. sì, penso saremo al sicuro da lei..." rifletté ad alta voce, osservando poi il sopraggiungere del capovillaggio, chiedendosi se anche lui potesse essere un bersaglio della Delaine.
    'E papà... sarà tra i suoi bersagli?' si chiese lui, sentendo un gelo nel cuore che quasi lo fece tremare e certamente lo fece sussultare alle parole di Nicholas "Uh, agitato, chi uh! IO?" disse lui, giusto per fugare qualsiasi dubbio "Sì, no, beh, insomma, dai sì, cioé, come dire... dai... nella media... mia... nel senso, uh, sì, un po', insomma, devo pensare a tutti voi, ma uh, ho visto di peggio... sì, insomma... diciamo che sono sempre così... un po' meno, ma sono sempre così agitato io!" concluse con doverose spallucce, osservando i denrisiani organizzarsi con tanto di spedizione punitiva verso il porto.
    'Oh no!' e fu così che si gettò in avanti "Professoressa MacEwen " strillò lui un po' istericamente, similmente a Morrigan che cercava pezzi per il suo megazord "M-mio padre, Jason Lighthouse, credo... sì insomma, penso verrà sull'isola, è nel nucleo antiterrorista... ma... non ha la bacchetta... per favore, lo aiuti!" supplicò il ragazzo con enormi occhioni, osservando il mare con un velo di terrore 'Non anche lui... non dopo il casino con Adamas!' si disse lui, tornando poi dai ragazzi, affiancando ancora Erik "Senti... ma se..." e a quel punto, non sapendo bene che dire, notò Howard "Cantassimo una canzone?" affermò lui, sparando la prima cosa che gli era venuta in mente.
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    Jonathan Baker | Canto della Sirena
    La vita di predone era colma di rischi già di suo e in tutta sincerità Baker non aveva proprio intenzione di aggiungerci anche tutte le conseguenze dovute alla globalizzazione e agli inglesi. La carne de megalondonte è bona, devi farla cuoce molto pecché sennò è fibrosa. Affermò a Kuhaku prima che questo potesse scagliare il suo Periculum, facendo così arrivare Sigurd. Oltre alla situazione spiegata - diciamolo, non molto bene ma Jonathan avrebbe fatto di peggio - da Jason, l'oste ci tenne a sottolineare al Capovillaggio come le sue decisione negli ultimi anni provocarono non pochi dubbi sulla sua leadership. La risposta che ottenne parve essere convincente, ma da buon commerciante Jonathan attendeva i fatti poiché decisamente le parole non sarebbero bastate.
    Quando ricevette il comando di rispedire a Londra qualunque auror sarebbe arrivato, annuì con decisione. Corse così verso il porto, passando però per il Canto della Sirena dove avrebbe preso l'arpa trovata nell'ice-bearg. Lì se nessuno fosse ancora arrivato cominciò a strimpellare l'arpa, concentrando la sua magia sull'oggetto. L'unico modo che avevano gli auror per arrivare era via mare e per tale motivo Jonathan aveva intenzione di evocare uno spirito d'acqua che potesse essere in grado di sfruttare il mare come arma, magari creando vortici d'acqua o onde anomale opposte alla spiaggia che avrebbero potuto inglobare gli auror.
    L'unica cosa che em fa rosicà è che la stronza ce mette tempo! Nel frattempo se fosse riuscito ad avvistare un auror non avrebbe avuto problemi ad abbatterlo con un ferose: Bombarda!


    RevelioGDR


    Azione 1: Cerca di evocare Siren (ho un bonus di +2 per l'arpa)
    Azione 2: Bombarda se avvista un auror (+4 per duellante nato) +1d8 (per descrizione dell'incantesimo

    Arpa di Siren: oggetto iconico dello spirito eroico Siren, che, come lei, esiste su molti piano di esistenza. +1 nelle azioni di Percezione sugli spiriti; se suonato +2 se impiegata per invocare o evocare in funzione di carisma. Permette di evocare in maniera sicura Siren

    Coraggio: 45
    Empatia: 20
    Intelligenza: 24
    Resistenza: 41
    Tecnica: 20
    Intuito: 40
    Destrezza: 40
    Carisma: 34


    Bevande SICURAMENTE analcoliche
    Sono boccette da 33 cl contenenti un liquido colorato e dal sapore incredibilmente fruttato. A ogni sorso è necessario sottrarre un d6 alla resistenza del mago. Il master esiterà la sbornia man mano che proseguirà.

    Lista bevande (verranno tutte servite con del ghiaccio) al costo di 10 galeoni

    Limonata -> Tequila, limone, soda
    Cedrata -> Mezcal, bourbon e succo d'ananas
    tè freddo -> Rum bianco, rum scuro e succo alla pesca
    Coca cola -> Rum scuro, cachaca e cola
    Aranciata -> Whisky, idromele e succo di arancia rossa

    Bodypainting Pittura Scaccia-Sfiga al costo di 20 galeoni
    normalissima pittura che sfrutta la superstizione per essere venduta a prezzo più alto. La pittura conferisce +1 ai lanci di dado su carisma per il resto della giocata.

    Per gli acquisti presso questo negozio garantiranno ai PG +1 in Resistenza

    [/QUOTE]
     
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  14.     +1   -1
     
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    Denrise
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Lancelot era dell'opinione che fosse impossibile far passare in sordina ciò che stava accadendo alle orechie dell'opinione pubblica, così il docente di Difesa Contro le Arti Oscure non poté far a meno di sospirare. Beh, se rimaniamo fermi con le mani in mano non di certo. Brian alzò la bacchetta, avvinandosela alla gola. Sonorus. Per quanto apprezzo la dolce melodia di una moltitudine di studenti che urlano spaventati all'unisono, sono obbligato a chiedervi di far silenzio. Il tono era calmo e pacato. Poiché se Cora è ancora qui avrà più possibilità di sentirvi e di attaccarvi, mentre noi che dovremo essere qui a difendervi ne avremo meno di sentire lei, magari nascosta chissà dove. Il discorso era semplice: volevano morire? Che facessero casino. Volevano vivere? Allora si chiedeva un attimo di calma. Detto ciò, come già riferito ai miei esimi colleghi, non sarebbe nel modus operandi dell'Excalibur intervenire con la forza, specialmente qui dove ci sarebbe un intero popolo pronto a chiedere la sua vita.
    Avanzò di un passo verso un gruppo di studenti. Per non chi non mi conosce sono Brian Ensor, docente di Difesa Contro le Arti Oscure. Nel mio corso imparerete quanto importante sia mantenere la lucidità nei momenti di tensione. Tenete tutti gli occhi ben aperti e prestate attenzione a qualunque cosa. Ogni piccolo dettaglio potrebbe essere importante. Non doveva essere proprio una rassicurazione, infatti l'obiettivo del docente era finalizzato al silenzio. Il caos generava solo caos e a meno che non fosse un caos organizzato o controllabile, allora non avrebbe portato a nulla di buono.


    RevelioGDR


    Brian usa sonorus e parla con tutti gli studenti riuniti dai prefetti ù.ù

    Azione 1: Sonorus (+2 per Incantesimi Avanzati)


    Coraggio: 49
    Empatia: 23
    Intelligenza: 42
    Resistenza: 47
    Tecnica: 21
    Intuito: 33
    Destrezza: 41
    Carisma: 38
     
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    Ametrin
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    Erik Foster | Ametrin | IV anno
    Mentre Erik avanzava a gran velocità in direzione del Fabbro rispose alla domanda di Nicholas. Non voleva tenere nulla nascosto ai suoi due nuovi amici, così prese un grande respiro e si buttò. Abbiamo avuto già modo di avere una cerimonia di inizio anno rovinata da Excalibur. Appunto mentre cercava di rubare la Dragone degli Abissi, tuttavia non fece in tempo a dirlo a causa di Lilith.
    Lì sia Nicholas che Clive volevano rendersi utili in qualche modo, così il prefetto annuì con fermezza. Perfetto, allora rendiamoci utili, potremo tipo, non so, potrebbe essere una buona idea, mh. Scosse rapidamente il capo, salvo poi notare uno Jesse assolutamente in panico. Ehi, ehi, ehi, Nicholas ha ragione, respira e dimmi tutto. Non sapeva come e per quale motivo la proposta che fece fu quella di cantare una canzone. Erik crucciò lo sguardo e si avvicinò alla fronte dell'amico per controllarla. Ti hanno dato un colpo in testa? Sì, insomma, non ricordava l'ultima volta in cui Jesse aveva proposto di cantare qualcosa. A ogni modo se ciò poteva far sentire meglio il suo amico perché non farlo?
    Sospirò. Ho sognato che non so dove c'è una nuova terra e sta aspettando me. Ebbene sì, aveva scelto per una canzone di hercules. Dalla gente mia quando passerò, mi saluterà dicendo: "Questa è casa tua" In quel preciso istante un'idea balenò nella testa di Erik. IDEA! Si avvicinò così a Jesse, Nicholas e Clive. Amici partiremo in missione: operazione portiamo il buon umore ai ragazzi intorno a noi! Insomma, se gli altri sono giù di morale si lasceranno sovrastare dalla paura, mentre noi abbiamo bisogno che ognuno sia sereno per poter sprigionare a pieno il proprio potenziale magico in caso di necessità! Nonostante fosse un'idea malsana, Erik era davvero convinto che fosse ottima.





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    Interagisco con Nicholas Mc Callister Clive Greenwell Jesse Lighthouse
     
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