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by SPOILER (clicca per visualizzare)Allora bella gente! Benvenuti alla primissima lezione di Arti Alchemico-Trasfigurative!
In On-Game come in Real è mercoledì 29 gennaio. La lezione però, come segnato qui, inizia alle 10:30. L'orario, come potete vedere segue quello del primo anno, quindi gli studenti del secondo anno frequenteranno questa lezione di Alchimia al posto della solita lezione di Divinazione.
Giocatevi l'entrata come più credete: potete soffermarvi sull'arco d'ingresso un po' di più, chiacchierare, guardarvi intorno , cercare di chiamare un Rubin che intanto saltella qua e là per gli armadi, osservare Nig ed anche interagire col professore, che vi ricordo che per il momento è una taccola. ( cosa che non dovrebbe stupirvi dato che teoricamente siete suoi studenti da settembre e non è la prima volta che si presenta a voi come animagus.)
Vi consiglio caldamente di leggervi la descrizione completa dell'aula.
Ricordo che qui è possibile trovare il manuale di alchimia.
Ogni mio post sarà seguito da uno specchietto riassuntivo come questo in cui sarà anche segnata la data di scadenza.
Vi richiedo, come se fosse una quest, di fare un piccolo spoiler riassuntivo alla fine di ogni vostro post. Basta che contenga, in modo molto schematico, le principali azioni fatte dai vostri pg.
Criteri di valutazione:
1) lunghezza minima dei post: Come da regolamento del forum riterrò validi unicamente i post da 300 parole in su. Cioè, potete farli benissimo, ma saranno valutati con zero punti.
2) coerenza: Con il vostro pg, con l'ambientazione e sopratutto con i miei post. (LEGGETELI BENE E SE CI SONO DUBBI SCRIVETEMI)
3) correttezza: sopratutto grammaticale ma anche nei confronti della divinità tempo. Si devono seguire i limiti temporali che porrò.
4) originalità: stupite me e Sam e sarete premiati. ( anche con qualche abbraccione, solo da parte mia però)
Scadenza 2 febbraio alle 23:59
Detto ciò divertitevi e per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi qui per mp oppure su telegram
Edited by SamuelBlack - 2/9/2020, 22:10. -
.17 YO ✕ Black Opal ✕ young mother“this may be the night that my dreams might let me know. All the stars approach you ♪Schifo. Era la sola parola adatta a descrivere come stava proseguendo il percorso scolastico di Jessica quell'anno. Davvero, doveva smetterla di farsi distrarre da tutto quello che era successo e stava succedendo, perché dai voti massimi che aveva preso i primi mesi dell'anno, stava drasticamente calando. Quella mattina, al posto di Divinazione, avrebbero avuto una lezione combinata con il primo anno, un'altra delle tante. Non che le dispiacesse, c'era gente simpatica, ma anche più persone sulle quali primeggiare. La corvina doveva riprendersi e rialzare i suoi voti che voleva fossero perfetti e, quindi, sperava che vi fosse fatto un recupero almeno per Aritmanzia ed Erbologia. Era passato quasi un mese ma quel voto così basso ancora non le andava giù, oltre al fatto che aveva fatto perdere cinque punti ai Black Opal. Non aveva più replicato, ritenendo saggio lasciar stare anche se non era troppo sicura che la prof fosse stata imparziale, ma ormai era acqua passata! Erano quasi le dieci e mezza, doveva avviarsi alla lezione di Trasfigurazione-alchemica del professor Black. Le stava simpatico quel professore, sebbene avesse un non so che di strano. Forse la sua idea era condizionata dal fatto che al loro primo incontro si era palesato come Taccola e lei l'aveva pure accarezzato. Beh, non che non lo avrebbe rifatto, se se ne fosse presentata l'occasione! Comunque, si avviò verso il castello dopo aver fatto la lezione di Cura, intenzionata a darsi una ripulita veloce prima della prossima lezione, in fondo avevano solo dieci minuti! E già una buona metà l'avrebbe spesa per tornare nella loro sala comune. Sbuffò leggermente e il suo respirò si condensò in una nuvoletta di vapore gelido, ma per fortuna a poca distanza vide l'ingresso del castello e accelerò il passo. Fortunatamente l'aula dove si sarebbe tenuta la lezione di Samuel era allo stesso piano della Sala Comune Black Opal, quindi ci avrebbe messo molto poco a raggiungerla.
Varcò la soglia e si diresse verso le scale che salì a velocità sostenuta, arrivando quindi al terzo piano quasi senza fiato. Non sarebbe successo solitamente, però a causa dell'inverno non era andata troppo a correre e quindi era fuori allenamento in quanto a resistenza fisica, non ci teneva proprio a diventare un ghiacciolo. Non più. Arrivò quindi alla sua sala ed entrò, lasciando per un momento vagare lo sguardo, fermando poi le sue iridi scure sul caminetto. Sarebbe stato bello potersi sedere su una poltrona e scaldarsi davanti al fuoco, ma non poteva e non voleva perdersi quella lezione, altrimenti non avrebbe preso un bel voto nemmeno per miracolo. Percorse anche le scale che l'avrebbero portata al dormitorio e, una volta dentro, salutò gentilmente l'elfo che si stava occupando di Alex, ricordandogli che a breve avrebbe avuto un'altra lezione, quindi poteva restare. Andò in bagno e, come deciso in precedenza, si diede una sciacquata -soprattutto al viso e alle mani sporche di terra- poi si sistemò la divisa, per quanto poco le piacesse metterla. Insomma, non era alla moda per niente! Sbuffò per l'ennesima volta e raggiunse il figlio che, sul suo lettino, stava giocherellando con il sonaglio regalatogli da Lance mesi prima. Sì, lo aveva ancora. Non si butta nulla! Soprattutto con quello che costano le cose per bambini. Guardò quindi il magifonino, mancavano appena due minuti all'inizio della lezione, quindi prese la borsa, salutò Alex con un bacio sulla fronte ed uscì fino a ritrovarsi nel corridoio. Ci mise esattamente un minuto ad arrivare davanti all'aula dove avrebbero svolto la lezione, ed osservò l'ingresso. Come di consueto, non vi era alcuna porta, sostituita da un grande arco che non smetteva mai di affascinarla. Ormai il prof doveva averla vista, no? Varcò la soglia e si fermò ad osservarlo. Le piaceva sempre come la cornice di esso fosse divisa in tre parti distinte ma che, a suo parere, erano perfette. Sale, mercurio liquido e zolfo. Le prime lezioni si chiedeva sempre come mai quei tre elementi, ma ormai era passato tempo e non se lo chiedeva più, dal momento che era stato tutto minuziosamente spiegato dal professor Black. Concentrò anche un secondo l'attenzione sulle animazioni presenti in ognuno dei tre elementi. Rispettivamente Saturno che mangia i figli dopo averli catturati (che crudeltà), delle belle ninfe raccolte attorno ad una conchiglia che avrebbe dato alla luce Venere e Marte in assetto da guerra, indistruttibile come dovrebbe essere nell'immaginario collettivo. Per quanto le piacesse, però, non poteva soffermarsi troppo ancora sull'arco, in quanto doveva iniziare a breve la lezione. Non poté, una volta entrata, sfuggirle quello scheletro nero incastonato in una nicchia sopra l'entrata, come fosse messo a vigilare sull'aula e sui suoi occupanti. Era un po' inquietante, ma Jess trovava che avesse dei magnifici occhi verdi.
Tornò a guardare i banchi e non gettò che un'occhiata alla loro disposizione che ormai conosceva; però le saltò subito all'occhio il fatto che sopra ogni banco vi fosse un foglio. Oh, no. Sperava non ci fosse un test. Probabilmente era pronta, ma non voleva scoprirlo fallendo e prendendo magari una T. Con la coda dell'occhio, tuttavia, non vede la figura del prof che la maggior parte delle volte avrebbe trovato vicino o dietro la cattedra, bensì una taccola. Non si stupì né spaventò nel vedere un uccello al posto di un uomo, era già stata battezzata al lago, quindi si limitò ad avvicinarsi con un sorriso. Buongiorno professore! esclamò, solare, usando l'indice e il medio per fare qualche carezza -o i grattini che dir si voglia- esattamente come quel giorno sulla riva di quel lago popolato da chissà quali creature. Dopodiché si allontanò un poco. Spero che questi fogli non servano per un test a sorpresa ridacchiò, per poi andarsi a sistemare su un banco in seconda fila. Si sedette sulla panca di legno, posando la borsa, invece, sul banco di pietra e chiedendosi a cosa servisse effettivamente quel foglio. Ricambiò anche il saluto di Rubin, uno dei guardiani, un diavoletto che, invero, lei trovava davvero grazioso. Solo allora si accorse della frase alla lavagna:
"Sono un pozzo la cui profondità continua ad essere scavata dall'impegno e la mia acqua rinfresca la mente ed il mondo. Sono un albero la cui altezza continua a crescere per ogni radice che si intreccia a quelle degli altri e la mia ombra può essere pesante ed oscura. Cosa sono?"
Riflettè a fondo su quelle parole, intanto che aspettava arrivassero tutti. Si chiese per qualche secondo se avesse senso alzare la mano, quindi si limitò a prendere la parola.
Se posso tentare, prof cominciò, leggermente pensierosa, Quella frase potrebbe riferirsi alla conoscenza in sé? tentò, sperando di non aver completamente cannato. E in caso, sperava che lui apprezzasse il tentativo. Ma non era da lei non tentare. Perché impegnandosi costantemente è possibile arricchire il proprio sapere, che in questo caso è paragonato ad un pozzo e l'impegno sarebbe un po' come la "pala" che lo scava no? Stava rischiando di fare una colossale figura di merda, ma continuò. Per quanto riguarda la seconda parte della frase... si fermò per un attimo, cercando di mettere insieme i pensieri. ...vale più o meno lo stesso concetto. Qui la conoscenza è paragonata ad un albero che, per ogni nozione che si apprende, esso cresce all'infinito, perché così è il sapere... Mentre l'ultimo pezzo lo interpreto in questo modo. Fece una piccola pausa. La conoscenza è qualcosa di grandioso ma può essere anche estremamente pericolosa, perché secondo me deve essere presa "a piccole dosi". L'essere eccessivamente affamato di conoscenza, può portare anche ad atti malvagi che, per riprendere la frase, "gettano un'ombra" sugli altri qualora quella persona voglia conoscere troppo anche sovrastando gli altri. Non so se mi sono spiegata... sospirò, capendo in quel momento che era andata completamente a ruota libera seguendo i suoi pensieri, senza pensare di connetterli in un pensiero realmente logico, sebbene ci avesse provato. Quindi, in sostanza, la conoscenza è un po' come un potere che non tutti sono in grado di padroneggiare al meglio e, soprattutto, per giusti scopi. Un leggero sospiro lasciò le sue labbra, prima di distogliere un attimo lo sguardo. Osservò per un momento le enormi gabbie contenenti il tronco e quindi diverse specie di uccelli. Quello era davvero strepitoso!
Oh, ciao Alba sorrise alla bellissima ragazza, girandosi verso il suo quadro.[code by psiche]
SPOILER (clicca per visualizzare)Jess entra in aula e saluta il professore e Rubin, fa i grattini alla Taccola xD Poi va a sedersi in seconda fila e tenta di decifrare il significato della frase alla lavagna (tutta la parte rossa, quindi la trovi facilmente) e per finire saluta Alba. -
.18 YO ✕ Dioptase ✕ Big bro“NEVER TRUST ANYONE TOO MUCH, REMEMBER THE DEVIL WAS ONCE AN ANGELMercoledì. Posò la testa sul banco mentre la lezione di Pozioni si stava lentamente trascinando verso la fine. Durante l'ora successiva avrebbero avuto una lezione di Alchimia o qualsiasi altro nome assurdo avesse voluto trovarvi il prof per rendere più figa ed interessante la sua materia. Sbuffò controllando il magifonino. Mancavano appena cinque minuti alla fine di quella lezione e si stava davvero annoiando a morte, oltre al fatto che si stava proprio pentendo di essersi presentato là. Era stanco, quella notte non aveva dormito che non una manciata di minuti, probabilmente. Avrebbe potuto restare a letto tutta la mattina, chi glielo aveva fatto fare di alzarsi così presto? Per lui il mercoledì o qualsiasi altro giorno erano un po' come la domenica, poteva fare assolutamente ciò che più gli piaceva. Mentre faceva quei pensieri, finalmente scoccarono le dieci e venti e il ragazzo poté alzarsi senza nemmeno ascoltare i compiti che la docente stava dando e si diresse fuori dall'aula, prendendo una boccata d'aria e sentendo l'umidità del sottosuolo invadergli i polmoni. Sospirò e si trascinò lentamente verso l'aula della prossima lezione che sarebbe stata combinata con quelli del secondo anno. Quell'anno ne stavano facendo davvero parecchie, chissà se avevano un qualche scopo. Boh, ad ogni modo aspettò anche che miss perfettina finisse la di tempestare la prof di domande o qualsiasi altra cosa stesse facendo, andando a passo davvero lento, quindi. Quando sentì la sua voce salutare la prof, si girò fermandosi. Ehi Freeman, ti va di andare ad Alchimia con me? Sai, non vorrei ti perdessi ghignò, prendendola in giro com'era solita fare. Quindi, si avviarono insieme alla lezione del professor Black. Cameron non parlò molto durante il tragitto che dai sotterranei portava al terzo piano, lasciò che fosse di Mia l'onore, se avesse voluto, di rompere quel silenzio che, per quanto lo riguardava, al dioptase non dispiaceva per niente. Come aveva immaginato, ora il rapporto con l'ametrina era completamente cambiato rispetto a settimane prima, da quando si erano incontrati in quei corridoi bui e silenziosi, proprio davanti alla Stanza delle Necessità. Non avrebbe saputo definire come fosse cambiato e non poteva certo dire che ora fossero amici per la pelle, semplicemente si sopportavano un po' di più. Ed era strano, per un ragazzo abituato a stare alla larga da tutti, isolarsi ed immergersi in un bozzolo di solitudine.
Quasi mancò l'entrata dell'aula da quanto era sovrappensiero, ma era talmente ampia che se ne accorse in tempo. Era un grande arco senza nessunissima porta. Cameron lo aveva osservato diverse volte, quel giorno non gli andava troppo di perdere tempo all'ingresso, anche se erano le dieci e mezza giuste. Non sarebbe mai riuscito ad arrivare in ritardo con Mia, era troppo precisina.
Come talvolta accadeva, il professore si presentò loro sottoforma di taccola. Si ricordò che la prima volta che lo aveva visto, si era chiesto se potesse essere buono da mangiare o se portasse qualche malattia; insomma, non era solito mangiare le taccole. Non perse tempo a salutare il professore e andò a sedersi in ultima fila, invitando Mia a raggiungerlo con un cenno del capo. Sapeva che la ragazzina era una da prima fila, ma doveva pur divertirsi un po' nella vita!
La panca di legno, per quanto comoda, non era certamente paragonabile alle fantastiche poltrone della sala comune e il banco di pietra sapeva tanto da carcere, ma non fece commenti. I suoi occhi si illuminarono quando videro il foglio di carta posto davanti a sé. Con pochi ed abili gesti, trasformò esso in un cigno. Visto che ti piacciono i cliché... sussurrò a Mia, qualora avesse preso posto vicino a lui, allungandole la creazione. Si riferiva al fatto che i cigni origami fossero il gran classico. Ridacchiò e mosse le sue iridi nocciola verso la lavagna, leggendo la frase scritta dal prof."Sono un pozzo la cui profondità continua ad essere scavata dall'impegno e la mia acqua rinfresca la mente ed il mondo. Sono un albero la cui altezza continua a crescere per ogni radice che si intreccia a quelle degli altri e la mia ombra può essere pesante ed oscura. Cosa sono?"
Non perse troppo tempo a rifletterci, in tutta onestà. Non lo so, potrebbe trattarsi dell'essenza dell'Alchimia stessa o qualcosa del genere Scosse le spalle, come a non dare peso alle proprie parole. Aveva risposto senza pensarci molto, che fosse giusta o meno, a lui poco importava!
Dopodiché si voltò nuovamente verso Mia e ghignò, indicando il quadro di Alba con il pollice. Se ti impegnassi un pochino, potresti diventare bella almeno la metà di lei la canzonò, com'era sua abitudine. Quindi incrociò le braccia ed attese che arrivassero tutti per poter ufficialmente dare inizio alla lezione.[code by psiche]
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.“Se devo avere poco scelgo di avere nienteLe feste infernali erano finite, lui e Lilith avevano ripreso a parlare come due persone normali, Lilith si era tranquillizzata e Blake, di conseguenza, riusciva a stare quasi più tranquillo del solito. Aveva litigato con Aaron tutto il tempo in cui era stato a casa - cosa normale per il piccolo e giovane Barnes, visto che Aaron era un bacchettone allucinante, rispetto a lui - e quasi poteva dirsi soddisfatto della sua carriera scolastica. Aveva promesso di recuperare i vari compiti mai fatti prima di quel giorno ed aveva deciso che quell'anno sarebbe stato all'insegna dell'efficienza. Ma ovviamente una cosa era pensarle tutti questi bei propositi, una cosa, invece, era metterli in pratica. Blake aveva dei disturbi comportamenali che erano evidenti, aveva sempre crcato di agirare il problema o comunque di controllarsi in maniere alternative come ad esempio la corsa, la boxe, la musica, il sesso, ma quel periodo era stato un concentrato di cose che erano successe che non era riuscito assolutamente a gestire, cominciando dal rapimento delle ragazze, poi di Lilith, poi il suo ritrovamento, poi lei che gli diceva dello stupro, poi le risate dei suoi compagni al ballo, poi suo fratello che gli levava la bacchetta, poi alcuni dei suoi compagni incazzati con lui per il fatto che aveva attirato l'attenzione di Naga, poi Annie che non andava più a casa loro, suo fratello che usciva con una ragazza che non gli piaceva minimamente... lui che faceva 18 anni. Insomma Troppo stress sulla persona sbagliata. Blake era semplicemente esploso e sempre, costantemente fuori controllo. Lo sapeva? Certo che se ne rendeva conto, non era una persona stupida, ma non sapeva controllarlo. Quando gli venivano quegli attacchi di rabbia non riusciva veramente a capire niente, era come se il suo cervello si spegnesse completamente. Aveva intenzione di chiedere scusa a quel ragazzo al ballo? No, assolutamente no. Lo aveva rincontrato e massacrato di botte. Si, lo aveva fatto. Ma questa volta, aveva cercato di evitare un pubblico ben esteso ed essendo un ragazzo della sua stessa casata, era stato facilissimo prenderlo in disparte. Infondo non aveva poi tanto senso essersene andato dal ballo in quel modo, dopo che i suoi amici avevano cercato di fermalo per non farlo cacciare nei guai. In realtà anche gli amici di Blake volevano il meglio per lui, ma Blake era un individualista, le cose non le diceva prima, le faceva e poi si venivano a scoprire. Che poi... due cazzotti non hanno mai fatto male a nessuno! Pensò guardandosi la mano e mettendola sotto l'acqua fredda. Guardò di nuovo l'orologio. Era tardi. Corse verso l'aula di Alchimia e sorrise per quell'arco enorme. Gli piaceva quella materia, gli piaceva il fatto che fosse tutta una cosa fa scoprire ed anche se la trovava particolarmente difficile era sempre curioso di scoprire come il professore gli avrebbe reso la vita difficile. Blake non era uno che andava particolarmente bene a scuola e neanche particolarmente male, Blake era uno che faceva solamente quello che gli andava. Se il professore riusciva, vagamente, a catturare la sua attenzione allora seguiva la lezione, se no, evitava completamente di rispondere ed anche la sua presenza poteva benissimo non essere... beh no, ad essere notato comunque veniva notato. Diede un rapido sguardo all'arco enorme e si soffermò sul terzo principio dell'alchimia, forse quello che gli piaceva di più e che lo rispecchiava. Infondo Ares era il suo gatto. Altro nome per dire Marte, il dio della guerra. Blake che come persone da ammirare aveva sempre persone poco raccomandabili, aveva scelto quello che secondo lui, aveva il carattere più simile al suo. Blake che sapeva che poteva essere riassunto con un'unica parola, ossia Caos, che aveva scelto di sposare un orientamento tutto suo, Blake che non sapeva che di li a poco sarebbe stato incatenato per davvero e tutta quella indisciplina che mostrava sarebbe stata ridimensionata. Entrò in classe sorrise alla taccola. Buongiorno Prof! Quella mattina era particolarmente di buon umore, e non era un buon segno per qualcun'altro, ma si andò a sedere in prima fila, sperando che lo avrebbe raggiunto Lilith di li a poco, ultimamente non si sedevano più vicini a lezione, ma infondo un pò gli mancava averla a lezione vicina... si guardò intorno e poi prese il foglio di fronte a lui e lo alzò. No... la prego un compito a sorpresa no. Potrei morire. Infondo non era maleducato, era solamente un ragazzo spontaneo e che si sentiva a suo agio da per tutto, l'importante era che c'era lui. Poi guardò la lavagna. "Sono un pozzo la cui profondità continua ad essere scavata dall'impegno e la mia acqua rinfresca la mente ed il mondo. Sono un albero la cui altezza continua a crescere per ogni radice che si intreccia a quelle degli altri e la mia ombra può essere pesante ed oscura. Cosa sono? Lo lesse ad alta voce, infondo poteva essere utile a tutti no, poi si voltò a sentire quello che disse Jessica e le sorrise. Oh Jess... Hai ritrovato la tua brillantezza di recente? Infondo Blake era un rompi coglioni di natura e Jessica, più di un sacco di altre persone, lo aveva subito costantemente sulla sua pelle, specialmente negli ultimi periodi. Poi sentì il commento di Cam a Mia. Alzò un sopracciglio, ma non si intromise, la sua dose di pugni l'aveva data quella mattina, non era una sua priorità, in quel momento, sfogarsi con Cameron. Tornò a guardare il professore, prese la sua penna e cominciò a mordicchiare il tappo. Infondo stava pensando ad una risposta, il che era solo sintomo che, effettivamente, era attento a quello che sarebbe successo. Sono un pozzo la cui profondità continua ad essere scavata dall'impegno e la mia acqua rinfresca la mente ed il mondo. Sono un albero la cui altezza continua a crescere per ogni radice che si intreccia a quelle degli altri e la mia ombra può essere pesante ed oscura. Cosa sono? rilesse un'altra volta, ma questa volta in maniera più introspettiva. Poi guardò la taccola. Professore, scusi se mi permetto, ma non riesco a prenderla sul serio se è in forma di uccello. Lo aveva detto davvero? Non poteva fare come i suoi compagni e rispondere alla domanda senza dire altro? Doveva per forza dire quello che pensava? Scosse il capo. Comunque, io penso che possa essere riferito anche al nostro io interiore. Infondo se ci impegnamo per ottenere qualcosa che desideriamo possiamo sempre ottenerla, volere è potere no? Il pozzo la cui profondità continua ad essere scava dall'impegno, potrebbe essere riferito al fatto che.. il piede cominciò a muoversi freneticamente sotto il banco. La profondità dell'anima...ognuno di noi ha una parte buona ed una cattiva, quella buona potrebbe essere rappresentata dall'acqua che rinfresca la mente ed il mondo di conseguenza, invece l'albero che crescendo in altezza e si intreccia con quella degli altri, genera un'ombra pesante e oscura... mi fa pensare al lato oscuro che ognuno di noi ha. Pensi a quanto l'egoismo possa generare qualcosa di estremamente potente ed oscuro! Quel barlume di introspezione, che magari non centrava assolutamente niente con quello che era stato scritto sulla lavagna, era qualcosa che capitava raramente a Blake! Ma infondo Blake era fatto così, passava a dei punti di egocentrismo altissimi a dei punti di egoismo medio alti. Il fatto che si comportasse come se non avesse fatto niente di assolutamente grave solamente un'ora fa, era veramente preoccupante. Perchè la verità era solamente una: veramente nessuno si aspettava che il fatto che quel ragazzo avesse riso di lui, in quel modo, davanti a tutti, e che la sua vendetta non fosse stata quella da lui designata, lo avrebbero lasciato completamente indifferente? Beh... pensare una cosa del genere, voleva dire non conoscere abbastanza il giovane Barnes, tornò a guardare la toccola in attesa che tornasse ad essere un professore come da lui, gentilmente, richiesto!✕ schema role by psiche.
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.CODE&GRAPHIC BY HIME.
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.₪ Lucas Jughead Jones« IN UN MONDO QUALUNQUE »«Merda! Sono di nuovo in ritardo! Cazzo!» schizzava da una parte all'altra della stanza, cercando, mentre saltellava infilando la gamba del pantalone della divisa, di fare tante altre mille cose, come per esempio, recuperare tutti i quaderni he aveva sparso a terra vicino il suo letto, mettendoli nella tracolla che non avrebbe chiuso nemmeno per sbaglio!
Si era svegliato tardi anche oggi, come sempre, perché aveva passato la notte a scrivere pezzi del suo romanzo, che aveva ripreso, insieme la voglia di scrivere che era andava via mesi prima.
Non aveva fatto nemmeno colazione, ma aveva sfrecciato per i corridoi scansando gente che usciva ed entrava nelle aule.
«Ma perché non riesco mai ad essere puntuale! Dannazione! Così quest'anno non lo supero!» si stava lanciando contro tante di quelle maledizioni, che ci avrebbe potuto fare un'appendice e pubblicarla, probabilmente vendendola a qualche casa editrice che avrebbe rubato i suoi soldi, dandogli nemmeno il dieci per cento degli incassi.
Sbuffò, varcando gli archi favolosi dell'aula di alchimia.
Si guardò intorno, rendendosi conto che non era in ritardo. Sgranò le iridi chiare e quasi sorrise a se stesso, come se fosse soddisfatto di quella sorpresa.
Iniziava sicuramente meglio di tutte le altre mattine, togliendo il fatto che si fosse svegliato tardi.
Senza pensarci due volte, aumentò il passo verso la seconda fila, ficcandosi nel posto libero vicino a Jessica «Ho sentito che ti mancavo, vero? Eccomi qui, cara...» la osservò con la coda dell'occhio, mentre l'angolod elle labbra si sollevò appena.
Lesse la frase alla lavagna e strinse gli occhi in due fessure «Sicuramente la cultura potrebbe essere una tra le risposte plausibili. Allarga le menti, scava nel profondo e si incrocia con altre culture, aumentando il nostro bagaglio intellettivo.»
Fece scivolare la tracolla a terra, prendendo una cosa dentro di essa e allungandola verso Jessica. Abbassò la voce, sporgendosi verso il suo orecchio «Ho trovato questo, ieri sera... è tuo?» e lasciò scivolare un cioccolatino sul suo tavolo.code © psiche. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)[spoiler_tag]Howard entra, saluta il professore ed i compagni, si siede al primo banco e, dopo aver interagito visivamente con i fogli davanti a sé tenta di dare una propria interpretazione a quell'indovinello, coerentemente con quanto lo caratterizza.[/spoiler_tag].
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Knight's Will.
User deleted
16y - 1St Years- Black Opal - ChaoticGood
Il giovane Knightfall ultimamente aveva riscontrato lievi problemi nelle ore notturne per sua grande sfortuna. La notte, che solitamente portava un dolce sonno sotto l'attenta osservazione di sorella luna e le sue compagne stelle non risultava più calma e pacata. Vari incubi difatti tenevano impegnata la mente di Mordred impedendogli di dormire adeguatamente. Quella mattina difatti risultò ancor di più stancante per il poveretto che dopo la precedente lezione di Pozioni si recò all'aula dove si sarebbe tenuta la lezione successiva, era mercoledì quindi ... Alchimia! Il giovane Opale giunse quindi al terzo piano dopo aver affrontato tutte quelle scale per poi voltare a destra e solamente una volta passata l'aula dei trofei si poteva intravedere l'arco che conduceva all'aula dove si sarebbe svolta la lezione di Alchimia.
Come suo solito il ragazzo si fermò ad osservare le raffigurazioni del Titano che aveva dato origine a tutto, alla Dea della bellezza e dell'amore e nell'ultimo riquadro il Dio della guerra e del massacro. Crono mangiava i propri figli per paura che un giorno uno di questi prendesse il proprio posto, forse era stata la paura stessa che aveva mosso i figli contro il padre? Scosse il capo in un lieve sospiro mentre gli occhi del giovane si spostavano dal Titano alla forma sicuramente più piacevole e armonica di Afrodite nata dal mare. Ancora una volta il ragazzo non sembrava convinto del tutto, certo, la bellezza era innegabile ma ... no! Conoscendo quante quella divinità ne aveva combinate era meglio tenersi ad una buona distanza! E infine ... Ares, gioioso e estasiato del dolore che stava provocando annichilendo i propri avversari. Forse questo era il Dio che più disturbava l'Opale che non concepiva come si poteva trarre piacere nell'uccidere così a cuor sereno. Solamente in quel momento Mordred si rese conto che ... era rimasto fermo all'ingresso con lo sguardo diretto sui bassorilievi così si mosse mostrando che non era stato colpito da un qualche incantesimo bloccante ma che aveva ancora la capacità di muoversi e una volta " entrato " si volse verso il professore, questo non era in forma umana e per qualche secondo il cervello di Mordred non aveva realizzato il tutto così una espressione confusa si era presentata sul volto del giorno, solamente dopo qualche secondo arrivò la lampadina che si accese rivelando il mistero così come anche un sorriso illuminò il volto del ragazzo - per comodità daremo la colpa dell'attimo di disattenzione al sonno mancato e non al suo essere ancora con la testa alle vicende delle divinità -. Buona giornata professore. salutò quindi, abbassando appena il capo in un chiaro segno di saluto per poi trovare posto ad un banco, così si rivolse a Howard con un lieve sorriso. Posso sedermi vicino a te? la domanda era chiara e posta con calma e gentilezza, in caso di una risposta negativa non avrebbe certo trovato problemi nel trovare un posto libero nel quale poteva sedersi ma nel caso la risposta da parte del compagno fosse stata positiva Mordred non avrebbe fatto altro che sedersi evitando di creare troppo rumore con la sedia per non disturbare gli altri compagni che stavano cercando di dare una propria interpretazione al quesito posto sulla lavagna.
L'Opale poggiò una mano per sorreggersi il mento mentre il gomito era poggiato sul banco mentre il busto, come il capo si sporgeva appena verso la lavagna, leggendo."Sono un pozzo la cui profondità continua ad essere scavata dall'impegno e la mia acqua rinfresca la mente ed il mondo. Sono un albero la cui altezza continua a crescere per ogni radice che si intreccia a quelle degli altri e la mia ombra può essere pesante ed oscura. Cosa sono? "
Molte idee valide vennero dette, molte possibilità ma quella che sembrava corretta per Mordred era la conoscenza. Socchiuse gli occhi, ripetendo la domanda nella propria mente cercando di trovare una propria risposta.Tutto per sfortuna sembrava aver poco senso ma decise comunque di tentare. La fantasia. disse dopo aver aspettato il proprio turno. La fantasia, può come l'acqua scavare un percorso approfondendosi dato il suo non avere fine, può rinfrescare come l'acqua alleviando le giornate, può portare al progresso dato che molte invenzioni sono nate dalla mente di grandi uomini. Come un albero ha un enorme quanto infinito cielo può crescere ... anche se questo l'ho già detto ma .. è per evidenziare il concetto, credo- si prese qualche secondo per poi annuire e continuare con il suo pensiero. E certamente la fantasia può unire, cuori e menti tra loro di diverse persone! non sarà stata una grande spiegazione al livello delle altre, di questo ne era certo ma sperava di aver espresso il suo pensiero chiaramente, così da renderlo comprensibile anche agli altri.Mordred Knightfall [ sheet ] So what if it seems hopeless? if it were me, I still wouln't give up. Embrace your dreams.[ code by psiche ]. -
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.“Come on skinny love what happened hereIl mercoledì era uno dei suoi giorni preferiti, sempre che ce ne fosse almeno uno che le piaceva meno, parlando di materie da frequentare. La lezione di Pozioni si era dimostrata come sempre illuminante, e si era attardata per porre qualche domanda extra circa alcuni dubbi che aveva elaborato durante la mattinata. Aveva ordinato i suoi appunti con cura, per poi sistemare il quaderno nella borsa e, una volta recuperati anche penna e calamaio si era sistemata la borsa sulla spalla e si era diretta verso l’uscita. Era abituata ad andare a lezione da sola, non pensava certo che Cameron Cohen si sarebbe messo ad aspettarla per andare a lezione assieme. Non per nulla alzò un sopracciglio sorpreso quando si rivolse a lei con tutta quella leggerezza e lo guardò decisamente presa in contropiede.
Sapeva anche lei che il loro rapporto era cambiato parecchio dopo la loro avventura notturna, era difficile vivere qualcosa del genere e non cambiare prospettiva, eppure non si aspettava un cambiamento così evidente anche da parte del ragazzo. Non potè evitare di accennare un sorriso verso il ragazzo, perché la sua scusa non era altro che questo ed era palese: sapeva anche lui che non si sarebbe persa, conosceva la strada ormai, non c’erano dubbi sul fatto che sarebbe arrivata sana e salva. “Wow, ora ti preoccupi per la mia incolumità, Cohen?!” domandò con leggerezza, sentendo il suo lato da ragazza in cerca della sua personale autoaffermazione e autonomia gridare: era in grado di andarci da sola, non era una principessa in cerca del suo principe azzurro, eppure non voleva davvero essere scortese né tanto meno rispondere male a Cameron per partito preso. Segretamente trovò quel gesto carino e il loro silenzio confortevole, lo affiancò fino ad arrivare all’aula di Alchimia con una tranquillità che non pensava nemmeno di poter avere al suo fianco. Per una volta non penso a tutte le cose che sarebbero potute andare male se avesse permesso a qualcuno come lui di avvicinarsi, ritrovò piuttosto la chimica e l’alchimia che avevano sentito in quella stanza, da soli.
Se c’era qualcosa che Mia adorava di quella lezione, oltre alla materia stessa, era la stanza nella quale si svolgeva: l’aveva sempre trovata estremamente affascinante e le prime volte aveva perso tempo a osservare lo spazioso arco tripartito che governava l’ingresso, almeno fino a che non aveva scoperto gli occhi vitrei di Nig a fissarla. Quello scheletro le aveva provocato un netto brivido lungo la schiena, la prima volta, con il suo corpo nero come la pece e il suo sguardo inquisitore, ma ora non ci faceva quasi più caso, nonostante l’idea che fosse sempre lì e sempre così silenzioso non era certo molto rassicurante. Aveva sentito dire che quel guardiano apriva bocca solo quando vedeva qualcosa di anomalo o sospetto, e lei si augurava davvero di non avere mai occasione per sentire il suo urlo nelle orecchie.
La parte che preferiva di più erano comunque i due enormi tronchi ingabbiati, con tutte quelle specie di uccelli colorati a popolarli, che si era soffermata ad osservare ben più di una volta, incantata. Visto il suo amore per la natura e gli animali era chiaro che un posto simile poteva solamente piacerle.
Quel giorno però non si soffermò sull’ingresso, lo superò insieme a Cameron e si ritrovò a trovarlo nuovamente dubbiosa quando il ragazzo si infilò nell’ultima fila di banchi con una certa sicurezza. Lui era un tipo da ultima fila, lei si era abbonata ai primi posti davanti alla cattedra da inizio dell’anno, non aveva mai abbandonato la sua postazione e rinsaldò la presa sulla tracolla della borsa, dubbiosa. Sapeva che non voleva dire niente, avrebbe potuto ascoltare anche da infondo all’aula, e infondo era da sciocchi rimanere sempre ancorati alle proprie abitudini. Lei non era stupida, e i cambiamenti non le dispiacevano e poi Cameron non l’aveva solo offerto un posto in ultima fila, ma le stava porgendo un cigno. Era dannatamente un clichè ma era una cosa carina…poteva pensarlo giusto? Alla fine sospirò e alzò gli occhi al cielo, lasciandosi scappare un mezzo sorriso. Si avvicinò al ragazzo e prese posto accanto a lui. ” Sei proprio un clichè…” borbottò, giusto per rimanere fedele a sé stessa, anche se non era arrabbiata o infastidita quanto avrebbe dovuto. Si rigirò il cigno tra le mani e gli rivolse un leggero sorriso. “…grazie comunque..” mugugnò poi piano, per poi sedersi al suo fianco. Lanciò un sorriso di saluto agli altri suoi compagni, lanciando un cenno a Jessica, Adamas e Blake, per poi cercare di focalizzarsi sulla lavagna.
“"Sono un pozzo la cui profondità continua ad essere scavata dall'impegno e la mia acqua rinfresca la mente ed il mondo. Sono un albero la cui altezza continua a crescere per ogni radice che si intreccia a quelle degli altri e la mia ombra può essere pesante ed oscura. Cosa sono?"”
Ascoltò brevemente le teorie dei suoi compagni e si trovò ad annuire piano, era d’accordo almeno con parte di loro. “Io penso che possa trattarsi della conoscenza, come dicevano alcuni miei compagni. L’impegno nella continua ricerca e nell’approfondimento permettono di scavare sempre più a fondo, e dopotutto i Babbani sono soliti dire frasi come “un pozzo di conoscenza”. La conoscenza delle cose rinfresca la mente e il mondo in generale perché permette di andare oltre le semplici credenze ed effettivamente permette di cambiare il proprio punto di vista” cominciò, e si ritrovò inevitabilmente a pensare che in effetti conoscere Cam la stava portando a cambiare parecchio il proprio atteggiamento. “E poi l’immagine dell’albero mi ricorda l’albero della Conoscenza, nella religione Babbana è l’albero del Bene e del Male, quindi esso rappresenta sia tutto il buono che si può conoscere, che tutto il male che deriva da questa conoscenza. La coscienza non fa altro che ampliarsi attraverso le opinioni e le ricerche di più persone che, riunite assieme, collaborano tra loro ma, allo stesso tempo, conoscere ti riempie di responsabilità e ti espone a dei rischi: alle volte vieni a sapere cose che forse preferivi rimanessero oscure, e una grande conoscenza porta con sé un grande peso.” terminò poi, cercando di essere il più precisa e dettagliata possibile, anche perché aveva sempre sentito quella doppia natura della conoscenza pesare su di lei, che tanto bramava sapere tutto su ogni cosa ma che aveva imparato a saggiare anche le conseguenze di quel bisogno.Mia Freeman-SHEET-
"Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"[code by psiche]
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Jesse si perde per la scuola, ma arriva in orario, saluta il prof, Alba e Rubin, poi prende posto vicino ad Erik, dopo aver importunato un po' di gente (vi taggo sotto).
Risponde alla domanda.
Howard H. Van Leeuwen Giadì Erik Foster Blake Barnes Cameron Cohen Adamas Vesper. -
.»Ryu Okami [X]codice role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT«The Dragon God Rises!»
Alchimia. Questa era la lezione a cui in cotal momento avrei dovuto presenziare: a Mahoutokoro avevo seguito il corso, e varie nozioni mi erano state spiegate, ma, seppur come in altra materia, ero uno dei migliori, la preparazione che mi era stata impartita era stata alquanto... basica. Nella scuola principale del Giappone, vi erano altre materie su cui si puntava di più, una tra tutte le Difesa Contro le Arti Oscure, mentre le formule alchemiche, per quanto spiegate ed insegnate, erano di rilevanza decisamente inferiore; non potevo negare d'esser curioso in merito a ciò che avrei imparato tramite le lezioni di tal materia, seppur in ogni caso non fosse qualcosa che mi interessava particolarmente. Mi ero preparato con la massima cura nell'abbigliamento e nell'aspetto, per portare rispetto al professore che in quel dì avrei conosciuto: chioma ben acconciata e pettinata, divisa linda e senza il minimo segno di sgualcitura, mentre la spilla dei Black Opal, ben lucidata scintillava sul mio petto all'altezza del cuore, il tutto con la bacchetta in Nocciolo ben riposta nel fodero che portavo al fianco sinistro, pronto ad estrarla nel caso ve ne fosse stata la necessità.
Non avevo ancora stretto particolari legami con i compagni nell'istituto, motivo per cui non mi accompagnai a nessuno per giungere all'aula, potendo quindi osservare con calma il magnifico ingresso della classe: un'arcata alta e lunga due metri, in cui più e più figure mitologiche occidentali erano dipinte. Rimasi particolarmente affascinato dalle figure di Marte e Saturno, che vedevo al pari dei miei consanguinei: esponenti della purezza che divoravano o distruggevano il sangue impuro ed indegno di brandire una bacchetta, un immaginario davvero meraviglioso, e che mi faceva scintillare d'oro gli occhi ogni volta che vi pensavo; in ogni caso però dovetti accantonare quel meraviglioso viaggio mentale quando entrai nell'aula, visto che di lì a poco la lezione avrebbe avuto inizio.
Konnichiwa Sensei, sentenziai, salutando il professore di Alchimia con un inchino, prima di portarmi velocemente a primo banco, ed osservare lo scritto sulla lavagna. "Sono un pozzo la cui profondità continua ad essere scavata dall'impegno e la mia acqua rinfresca la mente ed il mondo. Sono un albero la cui altezza continua a crescere per ogni radice che si intreccia a quelle degli altri e la mia ombra può essere pesante ed oscura. Cosa sono?", un indovinello filosofico, pensai, ripetendo mentalmente lo scritto sulla nera superficie della lavagna; i miei compagni, uno dopo l'altro diedero le loro interpretazioni, chi asserendo si potesse trattare di Conoscenza, chi dicendo che poteva esser l'Alchimia stessa, chi ancora che poteva essere l'Anima, tutte interpretazioni differenti, a cui, una volta che gli altri ebbero finito di esporre, aggiunsi la mia: Io credo che la risposta sia un elemento che ci accomuna tutti qui: la Magia, iniziai, La Magia è un qualcosa che ogni mago possiede e che migliora con l'impegno, e che se usata bene può portare a grandi benefici; cresce con ogni mago o strega, e può essere combinata tra più utilizzatori di bacchette, inoltre con le maledizioni ed in generale con gli incanti oscuri, può rabbuiare l'anima di colui che la usa.
Questa è la risposta che io reputo essere corretta, Sensei, conclusi quindi, dando la mia soluzione di quell'indovinello.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
Stato Psicologico: //
Casata: Black Opal
Abilità: Metamorfomagus
Edited by DarkSuperSayan - 3/2/2020, 08:00. -
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Ormai era passato più di un mese dal nuovo inizio anno, e Lilith si sentiva decisamente meglio rispetto a quando aveva lasciato la scuola durante le vacanze di Natale. Stava sicuramente cercando di rimettere i pezzi al proprio posto, ma le cose andavano migliorando.
Per cominciare era riuscita a sbloccarsi, a parlare di nuovo con la gente, seppur con molta più riservatezza rispetto a prima ma aveva sicuramente cercando un modo per entrare in contatto con tutte le persone che aveva trascurato i mesi addietro.
Con Blake, le cose stavano decisamente migliorando, sia dal punto di vista del loro rapporto mentale, che sul fronte fisico. Sembrava quasi una maledizione, la loro, quella di non riuscire a trovare il giusto punto di inizio per poter fare gli adolescenti normali e dare libertà ai loro ormoni.
Tuttavia, per quanto ci stessero provando per risollevare l'approccio fisico, Lilith era fiduciosa. Ciò che più la preoccupava, in realtà, erano proprio le reazioni che l'Opale aveva negli ultimi mesi. Probabilmente il carico di stress ed emotivo che aveva accumulato, lo aveva fatto sbarellare e Lilith si incolpava di essere il novanta per cento della causa del suo non essere tranquillo come avrebbe dovuto.
Oggi c'era la lezione di Alchimia, unificata con i ragazzi del primo anno e Lilith si era preparata per tempo, cercando di recuperare quante più pergamene possibili per poter avere il giusto materiale per prendere appunti e si era diretta verso l'aula. Le piaceva quella stanza, era diversa rispetto alle altre e aveva un qualcosa di molto tranquillizzante, forse perché era uno spazio molto più aperto delle classiche quattro mura a cui erano abituati.
Varcando la soglia degli archi, la Dioptase si mise a cercare con lo sguardo il suo Opale preferito, per poi dare uno sguardo al docente, in forma di taccola. A lui, con tranquillità, concesse un sorriso «Buongiorno professor Black, la vedo in gran forma oggi.» quindi prese posto vicino alla sua metà, cercando di avvicinarsi alla sua guancia per lasciargli un leggero e innocuo bacio su di essa «Buongiorno anche a te...» lo sguardo scivolò verso le sue mani, mentre si stava sedendo e cercò di avvicinare le dita affusolate verso le sue nocche. Cercò lo sguardo di Blake, quasi ammonendolo in silenzio, poi si avvicinò al suo orecchio con estrema tranquillità e sussurro un semplice «Basta, ti prego...» lui sapeva a cosa si riferiva, mentre le dita si poggiavano su quelle nocche rotte da chissà quale altra rissa.
Probabilmente questo non sarebbe servito a molto, eppure Lilith sperava che negli occhi che ora guardavano l'Opale, egli riuscisse a capire quanto quel suo modo di fare che era ritornato peggio di prima, la facesse soffrire.
Lo sguardo cristallino della ragazzina, dopo essere stato dedicato a Blake, si spostò verso la lavagna, sorridendo a quelle parole che sembravano molto più che un indovinello. Ascoltò le risposte date in giro e su molte si soffermò a pensare più profondamente.
Non sapeva se volesse rispondere o meno, dando apporto anche della sua opinione, quindi prima lasciò che il giro finisse, quindi schiuse le labbra «Anche io mi trovo d'accordo con il sapere, come risposta a tale indovinello, professor Black. Alla fin dei conti, grazie al sapere e alla conoscenza, ognuno di noi riesce a trovare risposte ed ampliare il bagaglio culturale che portiamo sempre con noi. Anche se, a volte, sapere non è indice di pace e tranquillità.»
A queste sue ultime parole chinò lo sguardo: era successo lo stesso con Blake, dopo che gli aveva rivelato quello che aveva sopportato, la sua frustrazione era aumentata. Allora, perché lottiamo tanto per sapere?.