La maledizione di Lykos

Un campanile solitamente era abituato a sentir riecheggiare il solenne suono delle campane, tuttavia quel pomeriggio d'estate erano i fragorosi rombi delle esplosioni, gli ululati e le urla di dolore a caratterizzarlo. Mentre un licantropo era in preda alla trasformazione venne bersagliato da un magistrale Fumi Clausae di Skyler che non solo gli fece perdere contatto con la realtà per qualche secondo, ma lo colpì con tentacoli immaginari che solo il lycan vedeva per poi essere preso di mira dalle fatture di Madison, lo Stupeficium di Thomas e il Bombarda di Bloom. Il licantropo completò la sua trasformazione, ma non era più cosciente.
L'uomo che attaccò Aleksey mantenne la sua forma umana. Attaccava col suo coltellaccio e da come lo brandiva si evinceva come fosse ben pratico nell'usarlo. La lama riuscì a graffiare il russo, ma non si trattava di un taglio profondo. In un primo momento Aleksey addirittura non se ne accorse, richiamando la sua attenzione solo quando percepì il sangue colare. Usar la magia fu una scelta saggia, infatti l'Everte Statim che sfoggiò riuscì a scaraventarlo contro il muro e quando si accasciò a terra il Cumtello parve risucchiarlo per renderlo inoffensivo. Quando più di metà corpo parve in preda alle sabbie mobili, l'uomo riuscì a far richiamo a tutte le sue forze per alzare con irruenza il braccio che brandiva la lama e con essa riuscì a portar a segno una grave ferita all'altezza del polpaccio del mago che dovette accasciarsi su un ginocchio per mantenere l'equilibrio, mentre Bloom complice di una magia di cui parleremo a breve riuscì a mettere anch'esso fuori gioco.
Riguardo ai tre licantropi che entrarono in concomitanza agli altri non ebbero il tempo di far pressoché nulla. Il Diffindo Maxima del caposquadra inflisse una profonda ferita all'altezza del petto e subito dopo tutti e tre vennero colti alla sprovvista da una forte scarica elettrica che parve averli paralizzati sul posto e pertanto incapaci di schivare il secondo stupeficium di Thomas e e l'esplosione del flipendo causata dalla magia aritmantica dell'auror. L'incantesimo offensivo si abbatté contro tutti i licantropi, ponendo la parola fine a quello scontro di benvenuto.
Le urla che precedentemente aveva udito Alexander si intensificarono al punto tale che tutti i presenti avrebbero potuto udirle. Provenivano dall'alto, ma a causa dell'eco era complicato comprendere quale fosse la precisa posizione. Se si fossero avviati verso le scale che conducevano alla torre, si sarebbero imbattuti in un grande portone che sulle ante mostrava la testa di profilo di un licantropo. Se avessero ignorato le urla di disperazione avrebbero potuto superare una semplice porta dietro alla quale udirono un forte tonfo. La via portava a un corridoio che in seguito li avrebbero condotti alla chiesa dove stava avvenendo un altro scontro.

Anche all'interno del corridoio centrale stava avvenendo uno scontro: inizialmente tra un auror e un licantropo, successivamente tra due forze della natura. La muscolatura del drago di Komodo era parecchio nerboruta. La stazza e il peso crebbero a livello esponenziale e a nulla parvero servire gli sforzi del licantropo per scrollarsi Krasus da dosso, poiché dopo esser stato atterrato nessun suo movimento parve abbastanza forte da liberare il suo arto inferiore da quella possente mascella.
Quando venne scaraventato contro il duro muro, il tonfo riecheggiò nell'edificio. L'auror attese che il licantropo si rialzasse per un possibile secondo round, purtroppo per lui ciò non avvenne. Da ciò il drago poté comprendere che con molta probabilità non aveva affrontato un licantropo adulto. Quello che aveva messo fuori gioco doveva essere un ragazzino e forse ciò spiegava anche la scarsa tecnica con cui ti aveva sfidato e i movimenti dovuti più all'istinto che a una vera capacità combattiva.
Ora c'era una scelta da compiere: la porta verso nord l'avrebbe condotto nel campanile, quella a sud nella chiesa.

Il motivo per cui la messa in scena ideata da Eilidh e Annie pareva riuscire tanto bene era in grossa parte merito della complicità che le due amiche avevano. Tutto di ciò che dicevano pareva coerente e sensato ed entrambe riuscirono a sfruttare il caos generato in seguito alla cattura di Charles per lanciare i loro incantesimi che fortunatamente non prevedevano fasci di luce. Il Pastore effettivamente cominciò a sudare in seguito alla magia della rossa e le mani messe in preghiera ruppero la loro posizione. Il vecchio in un primo momento non comprese di essere vittima di un incantesimo, tuttavia era certo che in quello stato non sarebbe riuscito a completare la sua evocazione. Doveva esserci qualcun altro. Ciò fu evidente quando delle corde in lontananza tentarono di arrivare a lui, senza però grande riuscire a intrappolarlo. Nonostante l'incantesimo fosse ben riuscito, la distanza tra Anthony e il suo bersaglio era talmente grande da permettere a un licantropo di spezzare la corda con un'artigliata ancor prima che raggiungesse il Pastore. Anthony proseguì con la sua intenzione e con perseveranza alcune delle corde riuscirono ad arrivare alle gambe del pastore che probabilmente avrebbe avuto più difficoltà ad evitare i colpi. Il silencio, invece, non parve sortire nessun effetto.
Eilidh col suo Finite Incantatem, rendendo così visibile la donna che aveva catturato Charles. Tutti gli auror presenti nella chiesa non ebbero difficoltà a riconoscerla, preferendo forse che fosse rimasta invisibile. Era Margot Dubois, una dei protagonisti più ricorrenti della scena criminale inglese. Si trattava di una serial killer e stando ai fascicoli il Ministero è certo che collaborasse con l'Acromantula Scarlatta. Se gli auror avevano bisogno di un ulteriore motivo per incriminare il Pastore lo avevano trovato. La sfida più ardua sarebbe stata catturarli o uscire vivi da lì.
Eilidh sapeva bene come per il suo Illacrimaris per riuscire necessitava di una condizione imprescindibile: un netto confronto di potenziale magico. Nell'eseguirlo fu lampante come tra le due ci fosse uno squilibrio abissale e che mai sarebbe potuto riuscire. Eppure in quel momento i suoi amici erano in pericolo. Vedere Charles legato, osservare Annie far i salti mortali per distrarre e intrattenere il pastore, aver la consapevolezza che la riuscita di quella missione dipendeva anche da lei, diede alla medimaga la forza di riuscire in un'impresa così titanica da far fallire chiunque altro ci avesse provato. Numerose lacrime fuoriuscirono dal volto di Margot, la quale aveva abbastanza consapevolezza del suo corpo per comprendere che non si sarebbe mai lasciata commuovere da una qualsiasi storia strappalacrime. Con rabbia strinse la bacchetta, la puntò contro Charles, ma poi desisté, rinfoderandola nella tasca, ma estraendo una pistola. Non ho idea di dove voi siate, ma vi troverò.
Intanto un Oppugno eseguito magistralmente da Samuel centrò un licantropo che per qualche secondo dovette mantenersi il capo. La magia dell'auror era forte, ma il licantropo era già soggiogato e ora in testa aveva un conflitto tale da impedirgli di agire con lucidità. Lo stresso causato da Annie sul Pastore gli fece perdere la presa sul lycan, il quale si scagliò contro il suo simile. I danni da lui causati non furono ingenti, forse a causa di quella lotta interiore non riusciva a combattere come suo solito, mentre colui che veniva colpito si rifiutò di attaccare quello che per i nostri eroi sarebbe potuto essere uno sconosciuto, un amico, un fratello.
Complici anche i due incantesimi di Wyatt il licantropo ferito era allo stremo, ma era ancora presto per lasciarsi andare al dolore. Era ferito dappertutto, perdeva sangue in più punti, ma il suo cuore ancora batteva forte. Facendo richiamo a tutte le sue energie si gettò verso Charles - il più vicino - e affondò i suoi artigli affilati nella schiena più e più volte. I vestiti dell'uomo vennero lacerati e fiotti di sangue scorrevano a non finire. La vista del sangue mandò il licantropo in frenesia, così balzò verso colui che prima l'aveva ferito: wyatt. Scattò verso di lui, assestò una ginocchiata poderosa che sbalzò in aria l'auror, lo afferrò per una gamba, scaraventandolo contro il muro. Ululò ancora nel mentre Charles dopo essersi visto sfumare l'effetto del craveo tra le mani, usò un bombarda con il quale lo stese.
Samuel pensò bene di liberare l'auror ferito, così con il suo incantesimo trasfigurò la corde in un boa rosa - estremamente affascinante - che tentò di cogliere di sorpresa Margot, ma con scarso successo. Per quanto la creatura fosse rapida Margot non era da me e in seguito a un avvitamento riuscì a sfuggire alla morsa del serpende che si stava stringendo su di lei.
IGNARO, RICORDA CHE LA VERGINE TI STA GUARDANDO! Ogni peccatore può redimersi e il tuo percorso verso la luce non ammette deviazioni. Il tono del Pastore era imperativo ed estremamente convincente, tanto da far tornare il licantropo in quel limbo di confusione e cambiar nuovamente bandiera. Samuel che aveva studiato in maniera approfondita la Magia verde riconobbe ciò che stava facendo il Pastore. Era in un certo senso la sua antitesi, il vecchio non entrava in empatia con le creature, ma col suo fortissimo ascendente le dominava.
Sorella, lei conduca la nostra nuova ospite nel campanile. Vi assicuro che mi prenderò cura di lei, ma come vedete questo non è il momento per conversare. Il tono fu imperativo e uscendo dalla porta le due ragazze avrebbero visto un drago di komodo scaraventare contro il muro un licantropo.
Qualcuno doveva essere ancora invisibile, ma non sapendo dove si trovasse, Margot cambiò bersaglio, anche perché notò a sinistra altre due persone. Beccati. Puntò la pistola contro Anthony e sparò. Il Protego Maxma di Aaron riuscì a bloccare per un pelo il primo proiettile, ma il secondo impattò contro la gamba sinistra dell'auror che cominciò a sanguinare copiosamente. Non proteggere. Così non è divertente. Sospirò. So che ci sei anche tu, invisibile, cosa ne diresti di affrontarmi faccia a faccia?
Il pastore non aveva grandi scelte sul da farsi: doveva ripristinare la pace all'interno della sua chiesa, ma non avrebbe sparso sangue. Si sarebbe preso il suo tempo per osservare il combattimento dinnanzi a lui, pronto a generare barriere su se stesso o chiunque ne avesse avuto bisogno.