La maledizione di Lykos

In un modo o nell'altro tutti trovarono un modo per entrare all'interno della struttura all'interno della quale doveva trovarsi il Pastore. Xander, Thomas e Madison sfruttarono una trovata che sicuramente avevano sperimentato un milione di volte, permettendo loro di entrare all'interno del campanile senza essere notati o percepito da nessun babbano. Riuscirono a entrare tutti e quattro. Aspettate, come quattro? Un agilissimo Skyler riuscì a intrufolarsi con un'agilità felina degno del portavoce della Dea Gatto. Incredibile, senza contare che prima di ciò era riuscito ad aver il tempo di applicarsi addosso un Teneo e una runa che avrebbero perdurato per qualche minuto. Fu una fortuna che gli incantesimi da lui scelti fossero proprio quelli, poiché il gruppo all'interno della base del campanile non ebbe il tempo per far molto: due fasci di luce si abbatterono sui nostri eroi. Uno aveva come bersaglio lo stesso medimago e l'altro il caposquadra intento a percepire suoni o individuare nemici. Il teneo riuscì ad assorbire interamente quello che pareva essere un Everte Statim, mentre il Protego di Thomas riuscì a proteggere Xander da un Glacius riuscito particolarmente bene.
Il caposquadra fu colto alla sprovvista, ma non inutilmente. Concentrandosi, gli sembrò di aver udito urla strazianti chissà quanti metri più in alto. Stava accadendo qualcosa di molto brutto all'interno di quel campanile e al momento era impossibile comprendere di cosa si trattasse.
L'uomo che aveva cercato di colpire Xander e Skyler scattò in direzione degli intrusi, ma arrivato a metà strada si bloccò, salvo poi accasciarsi a terra. Compì movimenti rapidi e del tutto irregolari per un corpo umano. Poi, eccolo, un ululato riecheggiò all'interno della chiesa. L'uomo lentamente si stava trasformando in un licantropo, mentre un forte rumore di passi dall'alto si stava avvicinando in direzione degli auror e del medimago.
Aleksey e Bloom si incrociarono e interagirono con un uomo che pareva conoscere la chiesa. Certo, vieni anche tu. Un ghigno sornione mostrò sul volto, ignorando poi Aleksey che cominciò a parlare in russo con suo padre dei mille modi per distillare la vodka e delle olimpiadi (I russi parlavano d'altro?), finché non aprì la porta del campanile. L'omaccione si ritrovò davanti al quartetto che riuscì a introdursi per primo e a un suo compagno in preda alla trasformazione. Cazzo! CI SONO DEGLI INTRUSI! Non doveva essere molto sveglio se non era riuscito a udire il suono dei passi che stavano scendendo con estrema rapidità, tuttavia chiuse rapidamente la porta e parve cercar qualcosa dalla propria tasca. Non si trattava della bacchetta, bensì di una daga di ottima fattura. Scattò in tal modo verso Aleksey, purtroppo per lui l'auror era sull'attenti e mentre cercava di assestare un affondo micidiale il russo riuscì a indietreggiare di lato per schivare l'attacco.
Dal campanile scesero altri tre licantropi, anche se le loro dimensioni non si avvicinavano minimamente a quelle della bestia combattuta durante il primo incontro con il Pastore. Si trattava di uno scontro sei contro cinque.

Il potenziale offensivo di Krasus non era da sottovalutare. Il suo bombarda riecheggiò all'interno di tutta la chiesa e chiunque fosse al suo internò ne poté udire l'esplosione. Tra questi c'era uno dei licantropi che si stava dirigendo verso il campanile a seguito dell'intrusione, ma venne prontamente colpito alle spalle da un everte statim accurato. Il licantropo scontrò impattò violentemente contro il muro, ma in preda a uno scatto d'ira caricò contro l'auror. Sfruttò la sua incredibile velocità, fin quando bastò per arrivar di fronte a lui e lo colpì dritto in faccia con un pugno così forte da scaraventarlo in aria e a terra. Si preannunciava una sfida alla pari.

Non riuscendo a ottenere informazioni utili da parte della chiesa, Aaron e Anthony cambiarono radicalmente il loro modus operandi: se la chiesa non diceva chi ci fosse al suo interno, allora loro sarebbero entrati nella chiesa. Sfruttarono una delle finestre e riuscirono a intrufolarsi senza essere né visti né notati, ma non prima di una runa ben eseguita da parte del medimago. Anthony percepì la sua capacità offensiva accrescere, mentre all'interno della chiesa riuscì a percepire ben altro: il pastore era nei pressi dell'abside, ma in realtà non stava pregando come poteva sembrare da una certa distanza, bensì stava cancellando dei simboli incisi a terra. Prestando particolare attenzione ai suoni, Anthony si accorse anche di alcuni passi che lentamente si stavano avvicinando verso il centro della chiesa, eppure dai suoi occhi nulla fu visibile. All'interrogativo riuscì a rispondere il Sequitui di Aaron: divennero visibili non solo le tracce della donna disillusa, ma anche quelle di Charles nei pressi della finestra.
Dal centro della stanza i passi della donna ruotarono verso destra, dove si trovava uno Charles intento a pensar alla maniera più efficacie per agire. Nel frattempo Samuel era riuscito ad avvertire i suoi amici auror e anche il quartier generale che manco a dirlo aveva modo di captare i messaggi del gruppo che avevano creato a hoc. Due squadre auror si occuparono di evacuare l'intero quartiere, mentre il resto degli obliviatori pensò al resto. Nel giro di pochi minuti l'intera area sarà sgombra. Fu la risposta che Starosta ricevette.
Grazie alle sue grandi abilità tecniche, riuscì a sfruttare al meglio il pelo del demiguise, diventando così invisibile all'occhio umano. I suoi movimenti furono così silenziosi che nessuno sarebbe riuscito a notarlo. La via più semplice per introdursi all'interno della chiesa era quella di unirsi al gruppo di Eilidh e Annie, cosa che notò e di cui approfittò anche Wyatt. In questo periodo il calendario del Pastore è occupato fino a novembre. Rispose seccato uno dei due, l'altro uomo però respirò profondamente e si leccò il labbro inferiore. Se però vuoi prenotare lo stesso ti porteremo da lui.
Il teatrino messo in atto dalle due medimaghe parve invece convincere quei brutti ceffi. La disperazione di Annie parve essere reale anche se più che quelle a smuovere i tizi furono le parole della suora, forse perché seguiva gli ordini diretti del Pastore. Sì, bene, come dici tu. Vi accompagniamo dal pastore per la solita pratica e poi l'accompagni al campanile con gli altri della sua comunità. Fu così che entrando per il portone principale, il quartetto si ritrovò dinnanzi al pastore. Samuel ebbe un'ottima idea nel seguirli a debita distanza, poiché il sequitui di Aaron rese visibili anche le sue tracce. Alla fine quella chiesa era più affollata di quel che sembrava.
Cosa abbiamo qui? In quel preciso istante Charles fece la sua mossa, eseguendo un legilimens sul Pastore Che per un secondo parve perdere l'equilibrio e si resse sui gomiti per resistere. Charles ebbe modo di vedere i simboli che stava cancellando. Era un linguaggio antico, ma anche se si trattava di un alfabeto che non conosceva parve riuscir a leggerlo affidandosi all'intuito. Leggeva le parole Lykos, maledizione, sangue, ascesa. Lo sguardo del vecchio venne rivolto al centro di tale cerchio runico. V'era la tipica acqua santa che per qualche strano motivo era di colore verde acido. Non riuscirai a vedere oltre. Il Pastore si concentrò affinché Charles venisse cacciato a forza dalla sua mente, lasciandogli però un regalino: un sussurro. Credi davvero di poter entrare all'interno della mia chiesa e agire come tu voglia? Batté le mani con forza e i due uomini che avevano scortato Annie e Eilidh divennero anch'essi licantropi, nel frattempo il Pastore unì le mani in preghiera nel tentativo di chiedere aiuto alla sua divinità per ciò che da lì a breve sarebbe accaduto.
Incarceramus! Una voce femminile colpì Charles in contro piede, la quale oltre che al vetro rotto, si accorse delle tracce che da lì non si erano mosse. Le corde avvolsero le braccia di un Charles invisibile e contro ogni aspettativa, quando le corde lo avvolsero una fortissima scarica elettrica lo avvolse. Vecchio, l'ho trovato! E senza starmene tutto il giorno a pregare la vergine. Vedi? Se vuoi far qualcosa bisogna A-G-I-R-E! Con un capo della corda fece per trascinare Charles verso il centro della chiesa, dopodiché lo spinse in direzione del Pastore. Solo perché sei un membro di spicco di un'organizzazione criminale non osare mancarmi di rispetto a casa mia. E ora Finite Incantatem. L'invisibilità svanì e tutti videro che quella figura invisibile fosse Charles. Il volto del pastore si illuminò. Tu... Si inumidì le labbra, facendo cenno ai due licantropi di portar via le ragazze. Perdonatemi, avrei voluto far la vostra conoscenza, ma vi raggiungerò. Devo prima occuparmi di una vecchia conoscenza. E con ciò avrebbe indicato ai licantropi di scortar via le due medimaghe. Lui no. Puntò il dito contro Wyatt. Anche con te non vedo l'ora di disquisire. Mai il suo tono riecheggiò così minaccioso.

Le ombre erano il suo velo e fluttuando, più che camminando, raggiunse il resto del gruppo. Fece per sporgersi ma si appiattì al muro quando riuscì a scorgere la figura del pastore e i polmoni presero a riempirsi con regolarità in modo che nessun affanno o fiatone potesse rivelare la sua posizione.
"Per tutto l'acciaio di Toledo!" Sperava che la presenza degli altri, o il fatto che non fosse un minorenne, potesse sollevarlo dalle attenzioni del Pastore. Qualcosa, in quell'oceano di fattori, parve giocare a suo favore.
Quando l'evocatore perse l'equilibrio, le dita si strinsero attorno alla bacchetta e il capo si spostò da una parte all'altra ricercando la fonte di quella distrazione.
Il resto accadde nell'arco di pochi secondi. Nel momento in cui i licantropi si mostrarono nella loro forma, Samuel comprese di dover agire.
Strisciò tra le ombre allo scopo di sfruttare fino all'ultimo la sua furtività. Poi, con decisione, il braccio si tese verso uno dei Licantropi "Oppugno". Non ci furono parole per quell'incanto non verbale, ma solo pensieri.
Samuel era un esperto di creature magiche e di fronte a sé aveva un esemplare stupendo. Metà uomo, metà canide, i licantropi avevano un forte senso della gerarchia e una devozione a proteggere i membri del proprio clan: l'alpha prima di tutti. Proteggerlo dalle sfide, fisiche o meno, e dai tentativi di detronizzazione.
Fu tenendo a mente ciò che convogliò il disprezzo che provava nell'incanto. In quella stanza, assieme a lui, si trovava una donna invisibile. Non aveva problemi con il gentil sesso, ma quando sentì il pastore dire "... Solo perché sei un membro di spicco di un'organizzazione criminale non osare mancarmi di rispetto a casa mia..." la bile prese fuoco. Chi sceglie di diventare auror lo fa per un motivo o più, tra i tanti di Samuel vi era il disprezzo per i criminali.
Sarebbe stato il disprezzo il cemento con cui avrebbe eretto il suo ponte empatico con il licantropo. Licantropo che, secondo la sua natura da lupo, avrebbe dovuto disprezzare chi aveva mancato di rispetto il suo alpha: il pastore.
E se c'era qualcuno in grado di individuare qualcuno di nascosto, quel qualcuno era un licantropo, accompagnato dall'olfatto e l'udito più micidiali del mondo magico.
Ma se ciò non fosse bastato a scovare la donna, Samuel avrebbe chiamato in aiuto qualcun altro.
«Corpusfiguro» Il ragazzo si concentrò sulle corde che avvolgevano il signor Charles. Le vide acquistare spessore e volume nella sua mente, tingendosi di rosa e scaglie a formare uno splendido, quanto letale, boa. Nel forgiare la creature Samuel tentò di sfruttare le sue conoscenze in ambito di Magia Verde per impiantargli in mente un ordine ben preciso: neutralizza la donna invisibile. L'auror sapeva a grandi linee l'area in cui questa si trovava, ma non poteva notarla in quanto invisibile.
Non sarebbe valso lo stesso per un boa e la sua termovisione.
Approfittando del caos generato, il ragazzo sarebbe scivolato ancora una volta tra le ombre e il colonnato della chiesa. Le prime lo avrebbe aiutato a restare celato, il secondo gli avrebbe offerto copertura qualora non ci fosse riuscito.

«Parlato»
"Pensato"
"Messaggio"
Narrato

the sea in storm, a night with no moon, and the anger of a gentle man

©

Scheme role by Amphetamines'
Vietata la copia anche parziale.

Aleksey Konstantin Golubev

Aleksey aveva fatto benissimo a rimanere indietro, tanto che effettivamente l’omone che si era diretto verso l’ingresso era a tutti gli effetti un nemico, motivo per il quale aveva avuto la giusta intuizione di non fidarsi neanche minimamente del comportamento e dell’aspetto particolarmente strano di quell’uomo. Non appena il suo sguardo si poggiò sul tizio che tornò indietro, le iridi notarono immediatamente una specie di daga che teneva in mano e fu proprio in quel momento che il ragazzo smise quella chiamata-copertura che stava facendo con il padre, riuscendo quindi a spostarsi lateralmente e a schivare l’attacco che aveva appena ricevuto. La situazione che si stava prefigurando era quella di una vera e propria battaglia, quindi il russo sapeva che, bacchetta alla mano, doveva fare di tutto e di più per poter riuscire in quella missione e per portare onore alla propria professione di Auror. Nonostante fosse riuscito a schivare quell’attacco, tuttavia, non aveva ancora avuto modo di notare se ci fosse qualcuno nelle vicinanze, motivazione per la quale in quel momento si sarebbe dedicato unicamente al nemico che aveva tentato di tirargli quel colpo con l’arma da lui posseduta, un tentativo di colpo che fece fuoriuscire la natura più virile e mascolina del russo, che improvvisamente iniziò ad avere sete di sangue e di vendetta. Non era una persona cattiva, ma comunque non prendeva molto bene i tentativi di attacco, tanto da rimanere spesso volenteroso di infliggere forti danni e ferite consistenti così da immobilizzare e far agonizzare il proprio nemico.
Avendo guadagnato quel poco di distanza che gli bastava per lanciare un paio di incantesimi contro quell’essere, il russo puntò la bacchetta contro quello che sperava sarebbe da lì a poco diventato una vittima dei propri incantesimi, andando quindi ad eseguire una rapida stoccata nella sua direzione, pronunciando sempre a gran voce l’incantesimo da scagliarvi contro. “Everte Statim!” Quell’incantesimo gli era da sempre stato molto utile perché, oltre che essere particolarmente potente, permetteva di scagliare indietro un avversario potenzialmente pericoloso così da guadagnare del tempo sufficiente a compiere un altro incantesimo che avrebbe potuto rivelarsi di importanza vitale. Se l’incantesimo avesse avuto effetto e quell’omone fosse stato dunque soggetto agli effetti di quell’incantesimo offensivo, a quel punto Aleksey avrebbe optato per un incantesimo più tattico ed avrebbe appunto approfittato del momento di knockback del suo nemico per lanciare un incantesimo che, se fosse riuscito, sapeva che l’avrebbe aiutato in qualche modo a guadagnare del tempo o, quantomeno, allontanarsi da quel punto per aiutare i suoi altri compagni. Emise quindi un movimento ondulatorio con la propria bacchetta, andando poi a tirare una stoccata in direzione della pavimentazione sottostante al suo nemico, esclamando ancora una volta l’incantesimo che avrebbe voluto lanciare. “Cumtello!” Se fosse riuscito, Aleksey avrebbe tentato di approfittare della situazione che sperava si fosse creata per mezzo dell’everte statim così da generare quella pozza di terreno morbido che, qualora fosse riuscito, avrebbe iniziato ad inglobare il suo nemico.