LEZIONE BIENNIO - MAGITECH

2020/2021

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +7   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Insegnante
    Posts
    534
    Reputation
    +192

    Status
    🗲
    Scheda 32 y.o. Morrigan Hidenstone Stats
    Always leave a place better than you found it
    Morrigan Maverick
    Long may I reign!
    Morrigan raggiunse il centro dell'aula e i suoi occhi esaminarono le pareti mentre l'indice sinistro accarezzava l'anello che portava sul mignolo destro. Si trattava di un oggetto semplice che di magico aveva ben poco. Anche ad un occhio poco esperto sarebbe risultato facile riconoscere il materiale che lo componeva: ferro. Quel gioiello di regale non aveva nulla fatta eccezione per il giuramento che c'era dietro "Come ingegnere, io, Morrigan Dragomir Maverick, mi impegno a praticare l'integrità e la correttezza riconoscendo come la mia abilità porti con sé l'obbligo di servire l'umanità facendo il miglior uso delle ricchezze preziose della Terra." Il cerchio, una forma semplice che rasenta il complesso e l'infinito. Il ferro, un materiale umile come dovrebbe essere umile ogni professionista. Un cerchio di ferro a ricordare quei calcoli sbagliati sul dosaggio del ferro che portarono al crollo del ponte del Quebec. Due volte. Settantacinque morti durante il primo crollo e altri tredici durante il secondo.
    Eppure, in quel giorno Morrigan non avrebbe dovuto ereggere ponti o progettare grattacieli. Al magitecnico sarebbe spettato un compito ben più complesso. No, non sto parlando del reggere una lezione il Mercoledì mattina dalle 10:30 alle 11:30. Mi riferisco al lavorare con integrità e correttezza la ricchezza più preziosa di Hidenstone: la mente degli stessi studenti.
    Da lì a poco, gli studenti avrebbero varcato l'entrata dell'aula superando le due statue a forma di orso alte quattro metri l'una. Quelle bestie colossali avrebbero sorretto l'arco tuonando offese contro i ritardatari e ringraziando chiunque avesse lasciato cibo ai loro 'piedi'.
    L'aula sarebbe risultata gigantesca ai nuovi arrivati. Tre delle quattro pareti erano ricoperte di schermi su cui fuochi blu danzavano emanando un tiepido calore. L'ultima delle quattro pareti era formata da una serie di lastre di vetro oscurato che avrebbe impedito ai curiosi di sbirciare dall'altra parte. Al centro di quest'ultima parete si trovava una porta a forma di semicerchio. Gli studenti del secondo anno con una buona memoria avrebbero avuto modo di ricordarsi come dietro alla parete di vetro si trovasse il laboratorio (Ma per vostra fortuna, avremo modo di raggiungerlo in un secondo momento).
    Per l'occasione, Morrigan aveva scelto un abito tre pezzi blu scuro in lana vergine e una camicia bianco latte in cotone. La cravatta che gli cingeva il collo era formata da linee giallo limone e nere che si alternavano tra loro. Il magitecnico si era posizionato al centro della stanza che, come gli studenti più diligenti avrebbero potuto leggere nella descrizione che avrebbero potuto trovare QUA, era disposta su due piani. Il primo rialzato e il secondo, in cui si trovava Morrigan, più basso.
    Il mago avrebbe atteso l'arrivo degli studenti per poi iniziare a parlare «Buongiorno, ragazze e ragazzi. Per alcuni di voi il mio è un volto nuovo. Mi chiamo Morrigan Maverick ma chiamatemi semplicemente Morrigan. Del resto, anche io vi chiamerò per nome» Il suo tono era caldo e calmo, non sembrava esserci alcun intento di sfida. Le sue spalle erano aperte come del resto l'intero linguaggio del corpo da lui adottato.
    «Prima di cominciare la lezione vorrei farvi notare due cose» Il pollice avrebbe disegnato un arco andando ad indicare una delle diverse panche in pelle marrone presente nell'aula «Vi inviterei a restare in piedi se non avete un valido motivo per sedervi» Chiunque avesse fatto altrimenti avrebbe provato una sensazione grottesca come se dei vermi gli stessero strisciando tra la pelle e i vestiti. Un incanto illusorio che sapeva andare dritto al sodo. In quanto ex auror, Morrigan riconosceva l'importanza dello stare sempre sull'attenti. Ogni angolo può nascondere un criminale pronto a lanciare maledizioni senza perdono senza il minimo rimorso (E qualcuno tra gli studenti lo sapeva bene).
    «Inoltre, come avrete potuto notare, questa stanza è priva di tavoli. Per evitare che possiate perdervi parti della lezione vi chiederei di non prendere appunti. Loro lo faranno al posto vostro.» L'indice di Morrigan avrebbe indicato il soffitto. Agli studenti sarebbe bastato alzare il capo per notare cinque sfere bianche levitare a mezz'aria. Erano grandi quanto palloni da basket ma si muovevano seguendo traiettorie geometriche «Vi presento gli automi che registreranno la lezione, la trascriveranno e poi ve la manderanno come pdf per email.»
    Un leggero clap e i due palmi del mago si congiunsero tra loro «Per rompere il ghiaccio, vi porrò alcune domande. Sappiate che a queste domande, come tutte quelle che porrò da ora in poi, non esiste una risposta corretta e una risposta non corretta. Bensì solo risposte ben motivate e risposte non motivate. Dovrete rispondere alla domanda numero 1 o alla domanda numero 2. Dunque, vi chiederei di rispondere anche alla domanda numero 3.»
    Il docente alzò il pugno sinistro per poi rilasciare l'indice come a voler simboleggiare il numero '1' «Primo. È migliore un fucile i cui proiettili siano più grandi o un fucile i cui proiettili siano più piccoli?»
    Dunque all'indice si aggiunse il medio «Secondo. In un combattimento sarebbe meglio utilizzare un lanciafiamme o un cecchino?»
    Infine, al medio e all'indice si sarebbe unito il pollice «Terzo. E vi prego di rispondere tutti. Ipotizziamo uno scenario. Gli alieni invadono la terra dando la possibilità ad ogni essere umano di scegliere un superpotere. Sfortunatamente, gli stessi esseri umani dovranno ammazzarsi tra loro fin quando ci saranno soltanto centomila sopravvissuti sulla terra. Quale superpotere vorreste scegliere?»
    Il pugno si chiuse ancora «Potete scegliere di rispondere alla prima e alla terza domanda. Oppure, alla seconda e alla terza domanda. Ancora una volta vi ricordo che non esistono risposte corrette o sbagliate. Scegliete saggiamente perché a fine lezione darò un premio a coloro che riusciranno a farsi notare. Ah, dimenticavo, prima di rispondere vi chiederei di presentarvi perché non mi ricordo minimamente i vostri nomi.»
    Gli studenti sarebbero stati liberi di utilizzare il magifonino per effettuare ricerche o cercare cose.

    CITAZIONE
    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    Benvenuti alla prima lezione Off game del Biennio. Per molti di voi questa sarà la vostra prima lezione di magitecnica in assoluto. Come potrete leggere in questo topic, le lezione avranno una durata off game mensile e saranno divise in tre parti. Ad ogni parte corrisponderà un mio post e un vostro. Infine, Morrigan effettuerà un quarto post in cui farà uscire anche i voti. Poiché la lezione è divisa in parti, saranno previste delle scadenze. Eventuali ritardi corrisponderanno ad una penalità nel voto finale.

    In questa prima fase della lezione che chiameremo Entrata vi limiterete a descrivere la vostra entrata in aula, eventuali interazioni con altri studenti e la vostra risposta alle domande di Morrigan.
    Ricordo che dovrete rispondere o alla domanda 1 e alla domanda 3, o alla domanda 2 e alla domanda 3. Il vostro pg potrà scegliere di non rispondere ma ciò graverà molto sul voto finale :v
    Le domande non hanno una risposta corretta o sbagliata ma serviranno a dare a Morrigan un assaggio del modo in cui i vostri pg ragionano.

    On game, la lezione sarà ambientata il Mercoledì 2 Settembre del 2020. Sempre on game, durerà dalle 10:30 alle 11:30 (Mi dispiace, mattinieri). Ricordo agli studenti del primo anno che questa sarà la prima lezione in cui avrete modo di conoscere Morrigan. Al contrario, gli studenti del secondo anno avranno già avuto modo di incontrarlo lo scorso semestre.

    Questa LEZIONE sarà una COMPRESENZA tra gli studenti del PRIMO e del SECONDO ANNO <3




    Qui sotto vi allego un'immagine abbastanza attendibile della stanza (L'unica differenza è che mancherà la struttura circondata da piante al suo centro).

    5K7eS3t



    Vi chiederei di avvisarmi in caso vogliate editare qualcosa nel vostro post. Qualora vi dia il permesso e dobbiate apportare modifiche al vostro post vi pregherei di segnalarlo specificando anche cosa avete modificato. La ragione dietro a questa piccola regola è evitare che si creino incongruenze.

    Come sempre, vi pregherei di taggare altri studenti con cui deciderete di interagire (Per farlo vi basterà digitare il simbolo "@" accompagnato dal nickname legato all'account dello stesso studente).

    Infine, vi chiederei di segnare in uno spoiler finale un piccolo riassunto del vostro post. Leggerò sempre i vostri post ma il riassunto finale mi aiuterà a mantenere tutto sotto controllo molto più facilmente.

    Ricordo che in QUESTA sezione troverete informazioni utili sia sull'aula che sul programma.

    Ricordo a tutti che chi otterrà un voto alto otterrà anche diversi PP e punti exp. In poche parole, performare bene ad una lezione di 3 post potrebbe garantirvi l'equivalente di 46 punti exp ottenibili altrimenti attraverso 23 post :^).

    Per qualsiasi dubbio, mandatemi un Messaggio Privato ʕ•ᴥ•ʔ su questo account

    Scadenza 09 Settembre alle 22:00

    ✕ schema role by psiche


    EDIT Martedì 1 Settembre ore 16:36, sono un fattone e mi sono sbagliato sulla data della lezione. On game, la lezione prenderà luogo il mercoledì 03 settembre dalle 10:30 alle 11:30

    Edited by Morrigan Maverick - 1/9/2020, 16:37
     
    .
  2.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    1,200
    Reputation
    +323
    Location
    Holyhead, Galles

    Status
    🗲
    giphy
    Elisabeth Lynch
    Black Opal | II anno
    Primo giorno di lezioni e l'opale faceva ancor più fatica a carburare rispetto ai suoi colleghi. Ritrovarsi a camminare per i corridoi di Hidenstone era alquanto destabilizzante e al tempo stesso affascinante; sembrava tutto così uguale eppure, in piccoli dettagli, tutto era così diverso. Alcune facce più o meno note che associava per lo più ai colori delle case che ai nomi di battesimo, altre completamente sconosciute, altre ancora che la incuriosivano come i nuovi insegnanti che aveva potuto scorgere al banchetto di inizio anno la sera precedente. Ed era uno dei nuovi insegnanti che avrebbe affrontato in quella terza ora del primo mercoledì di lezioni. Stando all'orario il professor Maverick era il nuovo docente di Magitecnica, che aveva soppiantato una giovane docente di cui non ricordava neanche il nome. Non le interessava neanche recuperarlo dal groviglio dei suoi ricordi. L'unica informazione utile, al momento, era ricordarsi l'ubicazione dell'aula per raggiungerla in tempo prima dell'inizio delle lezioni. E di sicuro non era in ritardo, poiché non aveva fatto alcuna sosta dopo la lezione di Ensor né, tanto meno, si era attardata nel parlare con qualche studente. Con il solo rumore bianco nelle orecchie la strega aveva individuato la stanza che l'avrebbe accolta per la prossima ora notando immediatamente i cambiamenti che il docente aveva apportato: un arco sorretto da due orsi era alquanto difficile da non notare. «Ehm, salve?» La voce titubante fece pendant con il sopracciglio sinistro sollevato in una chiara espressione dubbiosa mentre superava l'ingresso e... arciderbolina era un vero proprio teatro high-tech quello che stava osservando. Buongiorno, professore. Avanzò verso quella che sembrava più una loggetta che una comune aula dove tener lezione, tanto che i banchi erano stati eliminati per far spazio a delle panche di pelle. Doveva forse sedersi? O bisognava rimanere in piedi? Non aveva ricevuto alcun suggerimento su Maverick tanto che qualunque sua azione avrebbe potuto urtare il suo sistema nervoso. Non sedersi sarebbe stato scortese, ma farlo quando ancora mancavano dei minuti all'inizio della lezione la privava della possibilità di sgranchirsi le gambe. Alla fine cercò una via di mezzo: la tracolla, contenente libri e pergamene, avrebbe svolto anche la funzione di segnaposto mentre lei avrebbe avuto modo di perlustrare l'ambiente che la circondava. Ed erano tante le cose che stimolavano la sua curiosità, ad iniziare dalle strane piante sparse qua e là lungo il perimetro. La singolarità di quegli oggetti indussero l'ex Serpeverde ad avvicinarvisi e nel mentre, come se la pianta fosse dotata di vita propria, un kit per la manutenzione dei manici di scopa si materializzò davanti ai suoi occhi. L'odore del lucido era penetrante ed inconfondibile, tanto che la Lynch sobbalzò all'indietro neanche si fosse scottata col fuoco. Quella stregoneria la stava leggermente terrorizzando. Per quanto avesse sempre trovato come tranquillizzante e familiare quel piccolo box, in quel preciso momento ed in quel contesto era alquanto destabilizzante ed inopportuno. Non doveva crollare proprio ora sotto il peso schiacciante del dolore e del lutto.
    Voltate le spalle a quella pianta mutaforma, la Lynch si lasciò andare contro la balaustra in vetro, vicina alla panca dove era posata la sua borsa, poggiandovi il bacino ed incrociando le braccia sotto il seno in attesa dell’inizio della lezione.
    E quando alla fine iniziò l'opinione che aveva dell'uomo sembrò crescere esponenzialmente alle sue parole e premesse: sinonimo di profonda intelligenza e sicurezza di sé era il volersi scostare il più possibile dalla rigida formalità prevista nel rapporto docente-discente, in più quelle "deliziose" piante altro che non erano che degli automi che avrebbero fornito loro delle perfette sbobinature in formato pdf direttamente sui loro device tagliando gran parte del lavoro standard in presenza. E se quelle erano le premesse la Lynch non vedeva l'ora di scoprire come sarebbe finito il primo viaggio in quell'aula iper-tech. E per farlo avrebbe tentato di mettere a tacere i suoi oscuri pensieri per dedicarsi, come ai vecchi tempi, sulla singola ora di lezione. «Un passo alla volta. Posso farcela.» Ed il primo passo, in senso figurato, fu quello di sollevare la mano con il fine di attirare l'attenzione del docente e prendere parola. «Elisabeth, Elisabeth Lynch, Black Opal.» Con la mancina a sorreggerla alla balaustra, l'opalina avrebbe cercato lo sguardo di Morrigan. «Vorrei rispondere alla seconda domanda. Credo che in primo luogo sia più utile delineare il tipo di combattimento in cui ci si trova. Se il nemico mi circonda e sono sola a fronteggiarlo il lanciafiamme sarebbe un'ottima soluzione per far fuori un paio di nemici ed aprirsi un varco.» Una piccola pausa prima di procedere con il suo ragionamento fu fatta, utile soprattutto per tentare di rendere più umide le labbra rese secche dall'ansia di prestazione. «Invece, se sono in un team o in una posizione isolata rispetto agli avversari il cecchino è decisamente più utile ed efficace. Concentrazione, mira e rapidità possono mandar giù più persone prima di poter essere colpito, a differenza del lanciafiamme. Più spettacolare, senza dubbio, ma anche più facile nel cadere nella trappola della morte.» Al pronunciare la parola morte istintivamente la sua mano libera, che fino a quel momento aveva gesticolato per rafforzare i concetti finora espressi, venne serrata in un pugno stretto, con le unghie che pizzicavano la pelle dei suoi palmi dolorosamente. «Per quanto riguarda un'ipotetica invasione aliena sarei propensa per la manipolazione mentale.» Lasciò libere le dita della destra di muoversi, facendo tornare a far circolare il sangue liberamente, prima di posarla accanto alla mancina. «Credo che più di qualsiasi arma potenzialmente distruttiva la persuasione sia un dono molto più proficuo in termini di risultati.» Il capo si mosse leggermente su e giù, come in un piccolo cenno di assenso. «Con la possibilità di plagiare gli alieni sarebbero almeno tre le cose che obbligherei loro a fare: primo, circuire gli altri umani per non farmi uccidere; secondo, far riportare tutto allo stato iniziale pre-invasione da parte degli alieni, quindi piante, animali, persone tornerebbero in vita; terzo, costringerli ad abbandonare la Terra e solo in quel momento riprendersi i loro superpoteri.» Lei non avrebbe voluto nessun dono se macchiato di sangue. «Molto utopico ma almeno si eviterebbe un'inutile carneficina di innocenti.» E su quell'ultima considerazione la Lynch avrebbe puntato le sue iridi chiare sulla balaustra che era tornata a stringere con forza, mentre sul viso appariva un sorriso mesto.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    by Lance


    Recap: Elisabeth non interagisce con nessuno se non con Morrigan per salutarlo quando arriva.
    Risponde alla seconda ed alla terza domanda.
     
    .
  3.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Ametrin
    Posts
    489
    Reputation
    +232

    Status
    🗲
    THEN, EVERYTHING RETURNS AS BEFORE BUT IT IS NO LONGER THE SAME THING »

    Emma Lewis

    Okay, quell'anno aveva i MAGO e doveva iniziare già da subito ad impegnarsi per ottenere buoni voti e passare con alte valutazioni, anche se tutto ciò le procurava un'ansia non indifferente e che avrebbe scaricato, giorno dopo giorno, su ogni malcapitato che avesse la sfortuna di parlare con lei. E nella maggior parte dei casi, quelle persone erano suoi compagni di casata e in particolare Mia, visto che stavano nella stessa stanza e stava provando a creare un legame con l'altra bionda perché le pareva tanto simpatica e dolcina ed aveva bisogno di un'amica tra quasi solo amici maschi, no?
    Sorrise allo specchio mentre si sistemava il colletto della camicia in modo perfetto, così come fece anche con la cravatta e il resto della divisa. Non le piaceva particolarmente indossarla, ma sapeva che non indossare la divisa potesse voler dire perdere dei punti e non poteva permettersi nemmeno quello, quindi si era rassegnata ad essere impeccabile e sperava che lo sarebbe stata anche in qualsiasi cosa il docente avrebbe deciso di far fare loro. Dopo essersi data una sistemata anche ai capelli biondi che, ormai le arrivavano oltre metà schiena, si avviò al proprio letto dove erano ammassati libri, quaderni, astucci ed uno zainetto... blu ovviamente. Se non fosse stato chiaro che il blu era il suo colore preferito -insieme a tutte le sue sfumature-, calcò in testa anche quel cappello blu chiaro che le aveva regalato Lucas a Parigi, poi aprì lo zainetto e cercò di fare ordine nella sua testa per non metterci dentro cose inutili. Alla fine ci buttò un quaderno con la stampa di alcuni pinguini cicciotti carinissimi e uno con un orsetto polare con la faccia un po' tonta ma che ispirava davvero tanta tenerezza... poi aggiunse, ben impacchettati, due cupcakes al cioccolato che avrebbe offerto ai due orsi all'ingresso dell'aula di magitecnica, per finire mise in un astuccio una matita unicorno ed una gomma arcobaleno, quindi lo buttò nello zaino e lo chiuse, issandoselo in spalla e sentendosi pronta più che mai. Ciao Luly, mi raccomando non fare tardi a lezione! Lo salutò con un bacio a fior di labbra, poi lasciò una lieve carezza al pelo riccioluto di Mirtillo, per poi lasciare la comodità della propria stanza e della propria sala comune. Si diresse, quindi, quasi saltellando verso l'aula di Morrigan, quasi euforica di poter riprendere le lezioni che, a dir la verità, la appassionavano tutte. Già sei anni tra i maghi e ancora non si capacitava di quanto meraviglioso potesse essere quel mondo, quindi si impegnava per carpirne al meglio ogni minimo particolare.
    Una volta arrivata, come al solito si fermò a guardare le due statue a forma di orso polare che così tanto la affascinavano. Anche oggi siete fantastiche! Si complimentò, anche se non sapeva se rivolgersi a loro al femminile -essendo statue- o al maschile -essendo orsi- quindi sperava non si sarebbero offese. Vi ho portato un piccolo regalino! Detto questo, prese il pacchettino con i cupcakes e lo scartò, posandone uno davanti a ciascuna statua. Spero vi piacciano! Rivolse ad entrambe un sorriso smagliante, chiedendosi che fine avrebbe fatto quel cibo, se sarebbe rimasto là o se davvero le statue l'avrebbero preso e mangiato in un qualche modo! Ma non aveva troppo tempo da perdere, siccome non mancava troppo alla lezione e non voleva certo arrivare in ritardo, avrebbe iniziato malissimo l'anno, quindi varcò la soglia dopo aver salutato un'ultima volta gli orsi. Ci vediamo dopo! Ricordate che vi voglio bene! Emma voleva bene pure alle pietre, a dire la verità, ma era una ragazzina così tanto genuina che le veniva spontaneo esternarlo pure nei confronti di un paio di statue.
    Come al solito, rimase a bocca aperta davanti alla bellezza e grandezza di quell'aula che, sebbene non fosse la sua prima lezione di magitecnica, continuava a stupirla ogni volta.
    I suoi occhi si incatenarono agli schermi che ricoprivano quasi tutte le pareti e guardò quei fuochi blu con emozione. Io adoro il blu! Esclamò con lo stesso entusiasmo. Ha scelto un colore troppo bellooo! Disse ancora, quasi saltellando, nella direzione di Morrigan, salvo poi rendersi conto che non erano più al Molo che sembrava un parco divertimenti, bensì a scuola. Oh, mi scusi... buongiorno! Salutò quindi poco dopo, lievemente imbarazzata, grattandosi la guancia e guardandosi intorno. Ma anche il suo vestito è molto bello si azzardò a dire, zampettando poi nella direzione del vetro oscurato, anche se non poté vedere nulla dall'altra parte, perciò vi perse da subito il suo interesse.
    Le piaceva il fatto che quell'aula sembrasse avere -almeno, così era chiamata tra i babbani- una specie di soppalco, rendeva il tutto più intrigante ed affascinante.
    Quando l'uomo cominciò a parlare, Emma rivolse a lui tutta la sua attenzione con gli occhi che brillavano -e non solo grazie alla droga che aveva dovuto assumere a forza un mese prima-. Aveva sempre ammirato quel docente, il suo modo di fare e la sua materia, ragion per cui si sentiva spronata a dare il massimo, in quella lezione.
    Un'altra particolarità di Morrigan, come lui stesso fece notare, fu che avrebbero dovuto stare in piedi, salvo ottime motivazioni per non farlo. Fu solo concentrando le iridi cristalline su quelle panche, che notò una persona che le suscitava emozioni contrastanti. Sapeva essere stata una ex di Lucas, sapeva che era quasi annegata nella sua piscina e sapeva avesse un cappello come il suo, anche se di diverso colore. Tuttavia, non riusciva a provare qualche forma di odio o di forte antipatia, non era nella sua natura e odiare qualcuno la faceva star male, anche se non si poteva dire che fossero migliori amiche. Tuttavia Lucas sembrava tenerci, in teoria, quindi forse avrebbe potuto provare ad andare d'accordo con lei. Mentre faceva questi pensieri, comunque, imbambolata quasi in mezzo alla stanza, la voce del docente tornò a farsi sentire. Già, non avrebbe dovuto prendere appunti, quindi che si era portata i quaderni a fare? Era proprio sbadata!
    Neanche un promemoria piccino picciò? chiese comunque, sfoderando sia il quaderno con i pinguini, sia quello con l'orso polare con la faccia poco intelligente.
    Detto ciò, si guardò attorno decidendo dove mettersi, iniziando a girovagare per la stanza senza meta(?) fino a fermarsi ad un posticino non troppo distante da Elisabeth, ma nemmeno troppo vicino per poter conversare, sempre affianco ad una delle balaustre, iniziando quindi ad ascoltare l'inizio di quella lezione.
    Aspettò che la compagna parlasse, poi alzò la mano. Io vorrei rispondere alla 2! Dunque, in realtà dipende. Perché sono due armi utilissime! Ma a seconda del contesto... per esempio il cecchino -suppongo intenda il fucile- è inutile a distanza ravvicinata. Direi che potresti usarlo a mo' di mazza da baseball, perché sarebbe impossibile prendere la mira e sparare, visto che sicuramente l'altro non ti lascerà tutto questo tempo. Perciò va usato per la lunga distanza, magari con un compagno che si apposta in un edificio alto da dove può avere una visuale ottimale sul combattimento! Però io "combattimento" lo intendo proprio come un qualcosa a distanza piuttosto ravvicinata, quindi direi lanciafiamme! Sicuramente molto utile ad abbrustolire i nemici! Concluse, soddisfatta di ciò che aveva detto, regalando un ampio sorriso anche al docente. Non aveva mai provato armi vere e mai avrebbe voluto provare, tuttavia era una patita di serie tv, né divorava davvero tante e tra loro vi erano anche dei polizieschi.
    Poi toccò rispondere alla terza domanda che, invero, le impiegò un po' più di tempo poiché dovette pensare attentamente a quanto da dire. Dopo qualche minuto di riflessione, riprese la parola. Beh innanzitutto, non so quanto possa essere piacevole vivere in un mondo invaso dagli alieni e guardare gran parte della popolazione mondiale morire, magari anche tra i propri cari, ma avendo l'essere umano un grande istinto di sopravvivenza ed autoconservazione, io penso che sceglierei l'invisibilità! Lo ammetto, forse non avrei nessuna possibilità in una lotta per la vita -anche se magari potrei abbattere qualcuno col mio arco!- e quindi questo mi permetterebbe di non essere notata finché non finisce tutto. Fece una pausa, storcendo un attimo la bocca sperando che una cosa del genere non succedesse mai. Bisogna riconoscere i propri limiti ed io sono più brava in altre cose piuttosto che esulino dalla forza. Non so se mi sono spiegata. Quindi sì, l'invisibilità è la mia scelta. Finì di parlare, convinta di aver fatto tutto per bene, ma poi... cavolo! Mi scusi, io sono Emma Lewis, Ametrin al secondo anno! Si batté una mano in fronte, riconfermando quanto fosse sbadata.
    Scheda | Stat. | Ametrin
    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    Emma si limita a guardare Liz senza interagirci, poi risponde alle domande 2 e 3!
     
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    1,668
    Reputation
    +102
    Location
    Plegia

    Status
    🗲
    emily-1280x720
    Ayla Holmes
    Dioptase | 17 anni

    Settembre. Il mese dei buoni propositi, in cui gli studenti si impegnavano ad arrivare sempre puntuali a lezione, a studiare, a prendere sempre il massimo dei voti, a crescere e comportarsi con responsabilità.
    Ma, ovviamente, i buoni propositi non sempre corrispondevano alla realtà e molti studenti dimenticavano gli impegni che si erano presi già al secondo giorno di scuola. Ma Ayla non era così.
    Ayla era una fiera ex Corvonero e una fiera Dioptase e come tale fin dal primo giorno di scuola si svegliò presto la mattina per arrivare puntuale a tutte le lezioni, e lo stesso fu quel 3 Settembre.
    La divisa messa ordinatamente sulla sedia accanto al letto, i gioielli che aveva deciso di mettere sul suo comodino pronti per essere indossati.
    Si alzò quindi di buon orario andando a lavarsi e indossando la sua divisa, per quel giorno aveva scelto una collanina con una fata sperando le portasse fortuna (rimaneva sempre molto scaramantica) e legò i capelli che si era lasciata allungare durante l’estate con un elastico azzurro abbinato alla divisa. Aveva già la borsa pronta per le prime lezioni di quel secondo anno.
    A fine anno ci sarebbero stati i M.A.G.O ed era piuttosto nervosa. Avrebbe significato, l’anno dopo, dover iniziare a pensare alla sua carriera, a ciò che voleva fare in futuro. Ma ce ne erano tante di cose che le sarebbe piaciuto fare...
    Mi piacerebbe tanto diventare magizzologa. Ma anche la carriera da magibotanico non sarebbe male... Pensava mentre usciva dalla camera e dalla Sala Comune. Un lavoro al ministero? Perché no? Non ci ho mai pensato ma potrebbe essere una buona idea...
    Andò a fare colazione e non si dimenticò di portarsi dietro qualcosa da mangiare.


    Arrivò di fronte all’aula di Magitecnica. Non era una materia che le andasse particolarmente a genio ma quell’anno voleva aiutare i Dioptase a vincere la coppa delle case quindi avrebbe fatto del suo meglio anche in quella materia.
    Prima di entrare, ovviamente, posò i tramezzini che aveva recuperato dal tavolo della colazione davanti alle due statue d’orso poste all’ingresso, quindi entrò.
    Buongiorno professore.
    Si guardò attorno, notando fin da subito che non vi erano banchi. Questo la mise a disagio. Era abituata a sedersi e prendere appunti. Non apprezzava molto l’idea di non essere lei stessa a prenderli a mano, gli appunti, ma era una decisione del professore quindi non disse nulla e lo assecondò.
    Ascoltò attentamente le domande del professore, rimuginandoci sopra.
    Inizialmente pensò di rispondere alla prima domanda piuttosto che alla seconda ma quando sentì gli altri allievi presenti rispondere per lo più alla seconda domanda dovette per forza dare il suo parere.
    Ayla Holmes, secondo anno, Dioptase. Fece un passo avanti. Concordo che spesso la scelta dell’arma dovrebbe dipendere dalla situazione che si deve affrontare ma ritengo che un cecchino, in confronto al lanciafiamme, si può adattare a più occasioni. Contro qualunque avversario si ci trovi, anche se contro più nemici, attaccare a distanza con un cecchino può essere la migliore soluzione. Permette di restare nascosti e quindi colpire anche un gran numero di nemici, uno alla volta si ma correndo un rischio minimo essendo anche un arma più discreta di un lanciafiamme.
    Prese fiato prima di rispondere alla terza domanda. Personalmente... non so se accetterei di partecipare a tale sfida. Non credo avrei mai il coraggio di uccidere qualcuno pur di sopravvivere. Credo che non sceglierei nessun potere e morirei pur di non dover uccidere qualcun altro con le mie mani. Morirei, si, ma avrei la coscienza pulita e la consapevolezza di non aver fatto del male a nessuno. Non le ci era voluto neanche tanto tempo per pensarci, aveva risposto istintivamente, ma temeva che il professore non avrebbe accettato una risposta simile. Ma, se è obbligatorio scegliere per forza un super potere, credo che opterei per qualcosa di difensivo. Non tanto per proteggere me, ma per proteggere i miei cari in modo che possano sopravvivere almeno loro. Quindi, magari, il potere di creare degli scudi di energia o qualcosa del genere per proteggere il prossimo.



    Parlato - Pensato - Ascoltato | Scheda | Stat.
    RevelioGDR
     
    .
  5.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    252
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Quella mattina Howard non era nella pelle: Magitecnica era una delle materie che lo entusiasmava maggiormente, e questo sicuramente perché Howard amava comprendere cosa ci fosse dietro il funzionamento dei vari oggetti, e soprattutto adorava potersi dilettare con teoria e pratica relativa alla costruzione di eventuali marchingegni. Non sarebbe stato sicuramente uno dei migliori ingegneri magici, questo era anche piuttosto chiaro, ma comunque adorava il fatto di poter dare sfogo alla propria fantasia, creando dunque delle combinazioni che potessero dare origine a macchinari del tutto innovativi e soprattutto utili per la vita degli esseri umani. Si stava recando dunque in aula con il suo solito modo di agire, camminando dunque con fare molto tranquillo ma piuttosto cadenzato, sinonimo che gli erano stati impartiti degli insegnamenti di disciplina molto rigidi e ben impostati. In mano non aveva, stranamente, nessuna tipologia di libro: questo perché sapeva che il professore era molto più un uomo che sapeva come mantenere viva l’attenzione in classe, rendendo lo studio autonomo molto più leggero e semplice. Per quella motivazione, dunque, il ragazzino si diresse verso l’aula e sostò davanti alle statue a forma di orso: sapeva che le donazioni di cibo erano ben accette, e di conseguenza si limitò a dare una confezione incartata con estremo garbo ed eleganza, dalla carta rosa e dal fiocco ancor più fucsia, alle statue stesse. “Queste sono delle brioches allo yoghurt, ci ho messo anche della frutta fresca, così si possono consumare insieme. Sono davvero buone, poi fatemi sapere se vi sono piaciute!” Ed il tono di voce del Dioptase è quello del classico ragazzo che è molto buono, e soprattutto che è estremamente dolce e sensibile. Era davvero una delle persone più tranquille sulla faccia della Terra, per quello molto spesso le persone tendevano ad approfittare della sua bontà; era qualcosa che gli dava fastidio? Sì, ma comunque non riusciva a non aiutare gli altri, era ciò che gli veniva propriamente dall’anima.
    Gli bastò entrare in quell’aula per sorridere dallo stupore, come ogni volta, osservando inizialmente il professore e poi tutti gli altri compagni. Rivolse al primo un saluto molto educato, seguito da un sorriso cordiale, adottando il solito tono di voce molto delicato e disponibile. “Buongiorno professore, come sta?” E, ricevuta o meno una risposta, avrebbe deciso di prendere posto nell’aula, rimanendo comunque in piedi in seguito alla richiesta esplicita del docente. Si passò una mano nei capelli, adocchiando la sua amica Emma e lanciandole un delicato sorriso, subito dopo averla salutata con un cenno della mano, attendendo in silenzio che la lezione iniziasse: la sua postura, sebbene fosse rimasto in piedi e fermo per qualche minuto, sembrava del tutto perfetta, caratterizzata da una schiena dritta e da una postura più che precisa. Attese l’inizio della lezione, lanciando anche qualche sguardo di piena meraviglia agli automi disposti sopra le teste della scolaresca, per poi iniziare a seguire con interesse, trovandosi immediatamente di fronte ad un paio di domande proposte dal docente. Si prese qualche minuto per rispondere, ma subito dopo decise di rivolgersi al docente stesso con educazione e rispetto, sbattendo appena le palpebre come era suo solito fare durante l’esposizione. “Professore, sono Howard Hielke Van Leeuwen, secondo anno, Dioptase. Ho scelto la combinazione ‘domanda 2, domanda 3’. Nel primo caso, ci sarebbe da effettuare una valutazione su più ampio raggio: il lanciafiamme è un’arma che viene utilizzata più in contesti ravvicinati, essendo il raggio del getto di fuoco ridotto, ed è per questo che io la utilizzerei più nel caso in cui dovessi trovarmi in una condizione di assalto fisico, o magari nel caso in cui mi stessero accerchiando, unendo la possibilità di lanciare delle fiamme alla capacità di poter girare su me stesso, colpendo più nemici allo stesso tempo. Tuttavia, la mia scelta ricade sul cecchino: conosco le mie attitudini, e tenendo contro della mia puntigliosità e della mia precisione preferirei mettermi in disparte nel campo da battaglia, configurandomi come una vera e propria minaccia a lunga distanza per il nemico che difficilmente potrebbe individuarmi, preso dal combattimento. Forse agirei da codardo, sebbene nella mia visione l’utilizzo di una strategia vincente in guerra non sia sinonimo di poco coraggio quanto esempio di ottima logica e razionalità anche in condizioni più movimentate.” Terminò quella risposta, prendendo immediatamente l’aria per poter annunciare la sua soluzione personale al secondo quesito, per poi iniziare a rispondere a quanto richiesto dal docente. “Considerando che dovrei cercare di sopravvivere il più a lungo possibile, opterei per un potere che mi suggerisce la fantasia: la capacità di riflettere al mittente il potere utilizzato contro di me, il tutto per mezzo della semplice imposizione mentale e della creazione di eventuali barriere riflettenti. Questo potere mi permetterebbe di rispedire poteri di attacco e visibili, come ad esempio dei proiettili di fuoco o di ghiaccio, così come quelli mentali e più subdoli, imponendo alla mia mente una barriera riflettente non sfondabile, così da rivolgere l’attacco a colui che l’ha scagliato. Per quanto riguarda i poteri fisici, che comunque meritano di essere enumerati per via della loro spietata letalità in alcune occasioni, mi servirei di una barriera per generare nell’attaccante una forza contraria a quella imposta, così da colpirlo con il suo stesso gioco. Ho terminato.” E tornò tranquillamente in silenzio, aspettando le risposte degli altri ed ascoltando quanto aveva da sentire.

    RevelioGDR
     
    .
  6.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    24
    Reputation
    +9

    Status
    🗲
    source
    Emily Nanteen
    Dioptase | I anno
    Emily si vergognava nel mostrarsi spaesata e ammaliata: faticava molto perché era estremamente difficile non alzare continuamente lo sguardo ed osservare con il nasino all'insù tutto ciò che la circondava: ogni scalinata, ogni quadro, ogni porta era una conquista dopo il suo duro impegno.
    Nonostante odiasse comportarsi come una primina continuava a guardarsi intorno, tentando, tra le altre cose, di trovare la stanza della sua primissima lezione. Chi meglio di lei, cresciuta in mezzo ai babbani, sapeva di cosa trattava Magitecnia?
    Fu tentata più volte di fermarsi a parlare con Gloggi, che sembrava solo attendere che qualcuno gli domandasse qualcosa per iniziare a chiacchierare all'infinito. "Si vede proprio che sono una primina" pensò lagnosamente.
    Quella mattina non era riuscita a fare colazione perché sapeva che altrimenti le sarebbe risalita durante la lezione.
    Le prime sono sempre un'incognita, sia per il professore che per il modo di interagire e spiegare. Il suo libro di Magitecnia, sotto il braccio, sembrava essersi fatto più pesante.
    La ricerca dell'aula proseguiva corridoio dopo l'altro, a tratti fu quasi tentata di rincorrere qualche volto familiare che aveva visto nel dormitorio dei Dioptase e chiedere aiuto. Ma non sarebbe stato di certo da lei, non farcela da sola.
    Al massimo avrebbe vagato tutto il giorno saltando persino la lezione. Oppure avrebbe seguito qualcuno sperando che fosse un suo compagno di lezione.
    Dopo il girovagare si imbattè quasi per caso nell'aula quadrata a due piani: le piaceva l'armonia della stanza, ma soprattutto le piaceva come il professore si muoveva in essa: era impossibile distogliere l'attenzione da lui, che si muoveva in modo accattivante e parlava con voce chiara e sicura. Le ricordava vagamente un gatto selvatico.
    Alle domande del professore, Emily gongolò soddisfatta: le armi erano uno dei suoi argomenti preferiti.
    <<emily Nanteen, buongiorno. Vorrei rispondere alla prima e alla terza domanda, sebbene mi piacciano tutte e tre. I proiettili grandi sono indubbiamente necessari per un avversario di grandi dimensioni o che ci sovrasta, ma i proiettili piccoli, essendo molto più leggeri, hanno una precisione e velocità di traiettoria che i proiettili grandi non hanno, o che non riescono ad avere, per via del peso. Quindi indubbiamente dipende dalla fisicità dell'avversario, ma i proiettili più piccoli sono preferibili.
    Mentre invece per quanto riguarda la terza domanda, dato che verrebbero in ogni caso sterminati molti umani, mi sembra di capire che finché questo non avverrà gli alieni non se ne andranno, io opterei per l'invisibilità: con essa agirei in segreto vicino agli alieni, scoprirei le loro intenzioni, saboterei i loro piani senza che essi se ne accorgano.>>

    Sperò di aver fatto una buona impressione, accennò un sorriso al professore e attese.




    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR
     
    .
  7.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ametrin
    Posts
    563
    Reputation
    +133

    Status
    🗲
    oU1fETR

    Nathan Parker King
    Ametrin I anno | 17 anni | parlato | pensato | database: | scheda: | stat.:

    La sera precedente era stata a dir poco emozionante: aveva quasi innescato una rissa mentre era in fila per lo smistamento, valutato di dare un calcio alla statua gigante dello Snaso dorato per avere la sua spilla ed esultato come un ultras quando aveva visto che la pietrina era viola e gialla. Con un abbraccio stritola ossa aveva condiviso la sua gioia con il prefetto degli Ametrin, arrivando ad intimare ad un ragazzino di farsi più in là per potersi sedere vicino al suo amico. «Circe! Mi sembra una vita fa!» Pensò, strattonandosi i capelli e ciondolando verso la lezione, con le mani infilate nei pantaloni della divisa viola, e lasciandosi andare a qualche sbadiglio. Il suo corpo ancora non aveva superato il jet-lag sebbene fosse passata una settimana dal suo arrivo in Inghilterra, finendo con l’essere perennemente stanco nei momenti meno opportuni ed iperattivo di notte quando le persone normali dormivano. Un rompiballe in tutto e per tutto. E credette sul serio di avere qualche allucinazione dovuta alle scarse ore di sonno perché altrimenti non si riusciva a spiegare il motivo per cui alcuni studenti stessero lasciando del cibo ad una delle due statue orsesche. Ne sentì persino uno raccomandarsi di fargli sapere se avrebbero gradito delle brioche allo yogurt con tanto di frutta fresca! E se senza dargli da mangiare non sarebbe riuscito ad entrare in aula! Merda! A tastoni cercò tra giacca e pantaloni della divisa un pacchetto che aveva messo distrattamente quella mattina prima di scendere a fare colazione in Sala Grande, esultando quando le dita riuscirono ad identificare il parallelepipedo stretto e lungo. «Ehilà orsacchiotti! Vi piacciono le gomme bolle bollenti, vero?» Chiese adagiando il pacchetto sulla zampa dell’orso alla sua sinistra. «Per la prossima volta cercherò di sgraffignare un paio di fette di torta al cioccolato e noci pecan. Promesso!» Era la sua torta preferita e di sicuro gli orsi marmorei l’avrebbero apprezzata più delle gomme che aveva rifilato loro.
    Superato l’arco gli occhi di King si sgranarono per la sorpresa: «Ma questa è l’avengers tower nascosta! Guarda c’è anche Iron Man!» Con il naso all’insù vago per tutto il piano superiore apprezzando i pannelli tecnologici, l’ambiente ultra moderno ed inspirando l’aria carica di tecnologia magica. «Benvenuti nel futuro!» Mormorò entusiasta, scorgendo poi il docente al piano inferiore in attesa dell’arrivo degli altri studenti. «Bella, prof!» Che idiota patentato che era, perdinci. Vicino ad una delle quattro rampe di scale King individuò la chioma bionda di Lewis sebbene fosse nascosta da un cappellino blu chiaro così simile a quello più scuro della drama-girl che era poco distante. «Vi hanno mai detto che vi somigliate? Sembrate due veline, la mora e la bionda!» Osservò mantenendo bassa la sua voce in modo tale da non essere intercettato dalla bruna, lasciandosi cadere su una delle panche lì vicino, incurante dei campanelli d’allarme che indicavano come gli altri fossero tutti in piedi. Rilasciate le sue regali membra il senso di beatitudine e conforto durò una manciata di secondi. «Emma, aiuto! Toglimeli di dosso!» In preda ad una crisi isterica, il grosso e grande King balzò in piedi cercando di scrollarsi di dosso la sensazione di tante e piccole zampette che gli camminavano per tutto il corpo, scatenandogli anche un forte senso di nausea, tanto che ebbe il terrore di rovesciare le uova e il bacon con cui si era ingozzato quella mattina. «Il prof dovrebbe disinfestare quei cosi!» Mugulò di protesta, mentre prendeva -finalmente- la saggia decisione di stare in piedi come tutti gli altri.
    Il motivo per cui quei così mammuttosi erano offlimits venne presto chiarito dal docente una volta che diede inizio alla lezione, suscitando in Nathan una duplice reazione: irritato, perché avrebbe voluto saperlo prima di fare quella figuraccia; divertito perché... dannazione quell’uomo era un genio!
    E lo adorò ancora di più sapendo che non avrebbe dovuto prendere appunti come un forsennato grazie agli automi sparsi per la stanza che avrebbero fatto il lavoro al posto suo. «Sia ringraziato il progresso!»
    E poi... beh semplicemente era venuto il momento di mettere in mostra il proprio cervello attraverso deduzioni e ragionamenti. Un gioco da ragazzi per uno come lui che pensava solo a come portarsi a letto una ragazza, costringere qualcuno a fare i compiti per lui, respirare il Quidditch e... poi era finito il tempo a sua disposizione.
    «Nathan King, Ametrin, primo anno. Vorrei rispondere alla prima domanda...» Cercò di guadagnare tempo pescando un po’ di conoscenza appresa grazie ai videogiochi. «In realtà dipende da cosa intende per proiettile, se il termine usato generalmente come sinonimo di cartuccia o se proprio una delle componenti della cartuccia stessa, quella che di fatto viene espulsa dalla canna del fucile. Perché nel secondo caso... non è solo questione di grande o piccolo sulla lunghezza, ma anche del materiale e della forma, che ne sembra essere direttamente proporzionale. E poi... dipende anche dal tipo di fucile e dalla sua canna. Non si può dire se un proiettile è meglio dell’altro a scatola chiusa.» In sostanza Parker non era riuscito a dare una risposta che facesse pendere l’ago della bilancia verso una delle due opzioni messe sul piatto. Una cosa però ci teneva a dirla comunque. «E usare il lanciafiamme è più figo rispetto a fare il tiro al piattello!» La sua non era una risposta ma solo una piacevole constatazione dei fatti, sperava che il prof l’apprezzasse piuttosto di sbatterlo fuori dall’aula o togliere dei punti ai giallo-viola. «Oh, ad Erik sarebbe piaciuta tantissimo questa domanda!» E lui quale super potere avrebbe scelto? Essere il nuovo dio del tuono, il siero del super soldato, un mini doctor Strange? Ah, se solo avesse avuto le gemme dell’infinito! «Per quanto riguarda gli alieni che vorrebbero far lottare gli umani tra loro come neanche gli imperatori romani facevano nei loro anfiteatri... beh... probabilmente chiederei loro di trasformarmi in Scarlet Witch, in un colpo solo avrei tra gli altri i poteri di telecinesi, volo, creazione di campi di forza, alterazione della realtà e la possibilità di controllare i poteri degli altri. E, ovviamente, creerei un team per cercare di sconfiggere quei brutti musi verdi e rispedirli nel loro lontanissimo pianeta. Però, ecco, se dovessi scegliere uno e solo uno dei poteri di Wanda Maximoff... direi il controllo sulle abilità dei poteri altrui.»


    Just do it
    CODICE ROLE SCHEME © dominionpf


    Recap:
    - cerca di rifilare un pacchetto di gomme bolle bollenti agli orsetti;
    - si siede su una delle panche di mammut perché è un deficiente col culo pesante;
    - interagisce principalmente con Emma Lewis;
    - risponde alla prima domanda: alla fine non sceglie nessuno dei due proiettili;
    - risponde alla terza domanda: vuole creare gli avengers e trasformarsi in una sexy Elizabeth Olsen Scarlet Witch.
     
    .
  8.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ametrin
    Posts
    292
    Reputation
    +168

    Status
    🗲
    tumblr_phc1g0wHXm1qdt2dio7_r1_500
    Adamas Vesper
    Studente | 18 anni

    “Mi manchi già… a pranzo riusciamo a beccarci? Spero che le lezioni vadano bene!”
    Aveva mandato quel messaggio a Jesse, perché doveva ancora elaborare il “lutto” di non poter più seguire più le lezioni insieme a lui. Non si era mai reso conto di come il Black Opal fosse stato un suo punto di riferimento durante i corsi dell’anno precedente; durante qualunque materia, l’aveva sempre cercato con lo sguardo. Ora, forse, l’Universo aveva deciso che avrebbe dovuto tornare agli antichi fasti scolastici: serietà, dedizione e studio.
    “Ehm… buongiorno, begli orsi polari…”: si accertò di non essere in ritardo, terrorizzato all’idea di essere insultato da due statue giganti e sospirando, mentre entrava a lezione. Stranamente, non provava quella solita eccitazione che lo aveva permeato ogni qual volta ricominciavano le lezioni; forse, l’estate era stata troppo entusiasmante e troppo piena di Jesse per non rimpiangerla almeno un poco.
    ‘Dai, su - Jesse lo vedrai più tardi… e poi, ricordati del tuo fioretto…’
    Si era ripromesso di diventare più socievole nei confronti dei suoi compagni, e ora poteva effettivamente tener fede a quel patto. Entrò in aula, salutando cortesemente come al suo solito il docente (“Buondì, prof… ehm, Morrigan...” ‘Quanto è strano chiamare un insegnante per nome…’), e ricordò che durante le lezioni di Magitech era fortemente sconsigliato sedersi. Come avrebbe fatto a resistere all’impulso di prendere appunti restava un mistero, per il povero Adamas. E poi, parole come pdf ed e-mail avevano iniziato ad avere senso solo da poco.
    Rivedere i volti dei suoi compagni fu emozionante, a modo suo: salutò brevemente quelli con cui non aveva più parlato da qualche mese, come Elisabeth ed Ayla. Si avvicinò quindi cautamente ad Emma, ricordando gli avvenimenti del Magic, per chiederle come stesse e se avesse bisogno di aiuto; non nominò Valentina, perché il pensiero di ciò che gli poteva essere accaduto pesava ancora sulla sua coscienza, e in fondo al cuore sperava ancora che gli Auror la trovassero. Si limitò quindi a fare un cenno di saluto ai primini sconosciuti (‘Uh, quel ragazzo alto e... beh, carino! starebbe bene con Howie… ma forse è etero? Nah, ormai gli etero etero ad Hidenstone sono estinti…’), per poi avvicinarsi ad Howard.
    “Ehilà - quanto tempo… sai, ti devo raccontare qualche novità! Hai tempo per un tè, dopo le lezioni? Beh… piccola anticipazione - Jesse… è il mio ragazzo - anche se da solo non sono ancora riuscito a cucinare qualcosa di decente da offrirgli!”; sorrise imbarazzato all’amico Dioptase, prima di iniziare la lezione.
    Dopo aver pazientemente ascoltato le risposte dei suoi compagni, Adamas prese parola.
    “Adamas Vesper, Ametrino, secondo anno. Direi che la scelta tra lanciafiamme e fucile da cecchino dipende dalla strategia che si ha in mente - e dal carattere. Tendenzialmente, un lanciafiamme credo sia più adatto in uno scontro ravvicinato e per una personalità, ecco, un po’ sadica… insomma, l’odore di carne bruciata e le ustioni strazianti non farebbero per me. Preferirei di gran lunga un fucile da cecchino, per un’uccisione stealth -si dice così nei videogames, no?- a distanza e, forse, più… rapida e clemente. Non che voglia uccidere nessuno, cioè...”; ammutolì, mentre cercava di trarsi dall’imbarazzo di quelle affermazioni impulsive.
    “Per quanto riguarda il superpotere… ecco, forse… sceglierei la manipolazione delle probabilità. Mi spiego: potendo manipolare a mio piacere anche le probabilità di sopravvivenza, potrei avere la certezza di sopravvivere - e di far sopravvivere anche i miei cari; basterebbe decidere chi sopravvive al 100% ad un eventuale attacco… anche se forse è un’affermazione arrogante, perché mi ergerei a giudice dell’umanità. Ma, sinceramente, in questo modo potrei anche decretare che la probabilità che gli alieni proseguano nel loro piano dopo aver dato i superpoteri all’umanità sia uguale allo 0%... certo, forse sarebbe un potere, ehm… powerplayer? Però potrei prevenire lo scontro, senza che ci siano paradossi come col viaggio nel tempo… che, a dirla tutta, sarebbe stata la mia prima idea. Sì, insomma, per prevenire l’arrivo degli alieni già in prima battuta.”
    Ok, forse i poteri di Domino dai fumetti Marvel lo avevano affascinato a tal punto da fargli fare un viaggio simile senza l’uso di droghe, però il detto “Homo faber fortunae suae” era diventato il motto della sua vita. Quale modo migliore per scegliere il proprio destino, che non la manipolazione totale della probabilità?
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Adamas saluta tutti (inclusi gli orsi polari), parla con Emma ed Howard, e risponde alla seconda e terza domanda, seminando un po' del suo disagio, ma con più fiducia in se stesso di prima.
     
    .
  9.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ametrin
    Posts
    82
    Reputation
    +40

    Status
    🗲
    "Thought"|«Spoken»|narrated
    Livs
    Thefake
    Ametrin I anno Scheda stat
    Mama, we all go to Hell
    POP.
    Un suono abbastanza frequente nelle sue vicinanze, per qualche motivo non in ritardo ma sempre sull'orlo della cuffia mentre passeggiava tranquilla per il posto. Doveva ancora effettivamente capire l'ambiente, non era riuscita a capire se effettivamente quel posto le piaceva o meno, ma per il momento stava tranquilla con le cuffie nelle orecchie.
    POP.
    Con la gomma da masticare resa viola dai coloranti, si gonfiava mano a mano per poi esplodere in un irritate pop più di una volta, prima di tornare tranquillamente a masticarla in modo da riportarla in condizione dell'ennesimo palloncino.
    La camicia color sabbia infilata all'interno della gonna, portata invece che sui fianchi più su della vita, lasciando giusto un paio di centimetri sotto il seno, in modo da farla quindi apparire più corta ed arrivare a metà delle cosce invece che poco sopra al ginocchio. La camicia sabbia comunque non del tutto abbottonata e la cravatta annodata tanto per, ma con un classico nodo, quello dei lacci per le scarpe perché non ha idea di come si faccia quello per la cravatta, passati anni da Hogwarts l'ha bellamente dimenticato. I lunghi capelli biondo finto sono legati in una coda alta, il trucco pesante sugli occhi - completamente nero e le labbra tinte di un rosso scuro. La camicia è arrotolata sulle maniche, lasciando visibili diversi bracciali in stoffa, pelle o cuoio, mentre le falangi sono decorate da diversi anelli e le unghie laccate in nero. Porta anche delle parigine a rete autoreggenti - rendendo in questo modo la giarrettiera di pelle attaccata ad una di queste puramente decorativa.
    Le scarpe invece la alzano ancor di più, essendo le classiche demonia che arrivano al ginocchio.
    POP
    E' quindi così che entra tranquilla a lezione, guardandosi intorno con le sopracciglia alzate. Insomma, Hogwarts è diversa e si aspettava un po' lo stesso, non di certo di entrare in un film ambientato nel 2050.
    La borsa a tracolla comunque, ha anche dentro la giacca, quindi la divisa dietro in qualche modo ce l'ha tutta.
    L'attenzione va quindi al professore quando comincia a parlare, ed un sopracciglio si alza a sentire che invita a non sedersi sulle panche.
    "Poco male."
    Motivo per cui si sistema tranquillamente sulle scalette che dividono i due piani, andando a posare un gomito sul ginocchio su cui posare successivamente la testa.
    "Più che perderci parte della lezione, per non distrarci a scarabocchiare. Davvero c'è gente che prende appunti?"
    Mai fatto in vita sua, ma sarà anche che ha una buona memoria sotto alcuni punti di vista. avrebbe una buona memoria.. se almeno ascoltasse.
    Però rimane in silenzio inizialmente, ascoltando quasi in modo annoiato le risposte dei compagni. E da quando è entrata per il momento non ha ancora fatto nessuna bolla.
    Quindi perché non farne una giusto proprio prima di parlare?
    POP
    «Livs.» Se tanto doveva chiamarli per nome, era inutile dire il nome, mentre la casata poteva benissimo capirla dagli abiti che indossava, visto che ce l'avevano diverse giusto per questo motivo.
    «Scelgo la seconda domanda. Quindi... lanciafiamme. E semplicemente perché è una cazzo di figata. Insomma, fare il cecchino è un lungo e noioso incarico. Se invece si parla dell'oggetto in se lo userei più per mazza da baseball che per quello che è.» ovviamente, risponde come se dovesse immaginarsi la scelta e quello che farebbe lei. «Invece il lanciafiamme è più semplice da utilizzare, più intuitivo, e l'odore del barbecue penso che tiri su il morale.» Stira appena le gambe, chinandosi appena in avanti, il tono è sempre strascicato, come se le tirasse fuori con e pinze le parole e decisamente controvoglia. «Per il super-potere.. fili. C'ha presente quel.. vabbé, creare fili indistruttibili dove e come voglio. Anche direttamente un filo collegato dal mio dito fino all'interno della sua scatola cranica, così che con un leggero movimento.. » andando quindi ad imitare il movimento con l'indice un paio di volte «...potrei praticamente tagliarle il cervello a metà. O ricucirmi se mi faccio male, o ricucire qualcun'altro. O imprigionare qualcuno. O muoverlo come una marionetta ed avere un simpatico scudo umano. Quindi difesa, cura e attacco.»
    POP
    No, di fare bella figura o cose del genere non le interessa particolarmente. E' lì solo per ascoltare e rispondere alle domande, no?
    |like wat?| code by ms athelophobia
     
    .
  10.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    318
    Reputation
    +192
    Location
    Highlands, Isola di Skye

    Status
    🗲
    Gyll McKenzy
    Black Opal | Mezza-Veela | Stat
    quello che desideri, io già lo so.
    «Uffa. Uffa. Uffa. Uffa.» - ogni scalino era un uffa, con tanto di sbuffo finale. La ragazzina stava risalendo le scale per arrivare a lezione e ogni passetto che faceva era un lamento.
    Tra i suoi piedi aveva notato da poco che si era messa a giocare Pixie, che nel frattempo aveva notato come la sua padrona non era per niente di compagnia, da quando era iniziata la scuola. «Niente Jessica. Niente Alex. Niente di niente. Io mi annoio. Non ci voglio più stare qui.» - si lamentava per i corridoi, mentre ogni passo era fatto a gamba tesa e lo sguardo della mezza-veela era chinato verso il basso, con un broncio a tirarle giù le labbruccia carnose. Pixie cercava di precedere ogni passo e di attirare l'attenzione della biondina per poter cercare di tirarle sul il morale, ma per Gyll, quella volta era come se non esistensse, la pandina.
    «Niente compiti con Jessica. Niente lezoni con Jessica. Niente di niente!» - si fermò sbattendo i piedi a terra come una bambina che faceva i capricci, incrociando anche le braccia al petto, come se quei muri potessero fare qualcosa.
    Guardò i due orsi alzando lo sguardo ancora imbronciato «Non ci voglio stare qui, ok?! Tenetevi Pixie!» - disse a quelle due statue, che erano tre giorni che la sopportavano con le lamentele, mentre si calava, prendeva la panda e la lasciava addosso alle statue. Dopo questa piccola scenata, con lo stesso broncio, entrò in aula e trovò i suoi compagni già abbastanza sistemati.
    E ora?
    Gyll sgranò gli occhi e le si riempirono di lacrime: com'era dura per lei quell'anno? Ancora una volta capì che quest'anno nessuno le avrebbe tenuto il posto, che nessuno avrebbe aspettato che lei arrivasse e che... «Voglio tornare a casa...» - mormorò bonfonchiando, sperando che nessuno sentisse, mentre si teneva in disparte.
    Ascoltava con le braccia incrociate ogni parola di quel docente, ma in realtà non stava guardando nessuno, se non la punta dei suoi piedini.
    «Ecco, iniziamo anche con le domande... io non ci voglio stare qui...» - parlottava tra sé e sé, talmente a voce bassa che solo chi aveva avanti a sé o dietro di sé poteva sentirlo. Quindi quel povero figlio di Nathan era stato casualmente prescelto per averla dietro, senza che nemmeno lei sapesse chi fosse.
    Sentì le domande e sbuffò, non per noia, ma per tristezza. Doveva rispondere? Jessica rispondeva sempre a lezione, ma lei... beh, lei era un'altra storia. Non le piacevano nemmeno i fucili e non sapeva nemmeno la differenza tra un lanciafiamme e un cecchino.
    «Primo. Non mi piacciono i fucili e non lo so. Secondo: cos'è un cecchino?» - il suo tono era imbronciato, così come le sue labbruccia, non tirava ancora su lo sguardo di ghiaccio, perché voleva essere lasciata in pace e «... voglio tornare a casa...» - bofonchiò di nuovo tra i denti.
    Riguardo la terza domanda, probabilmente si sarebbe anche divertita in un altro momento, con quel quesito e avrebbe iniziato a fantasticare, probabilmente con Jessica che la teneva con i piedi a terra, ma questa volta «Io non ci voglio più stare sulla Terra, quindi che gli alieni si prendano tutto. Non ci voglio stare nemmeno qua, voglio tornare a casa. Perché non posso stare in stanza con JeJe?!» - il suo broncio era aumentato e anche il lucido dei suoi occhi. Si stava trattenendo dal piangere?
    non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.
     
    .
  11.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Dioptase
    Posts
    532
    Reputation
    +278

    Status
    🗲
    foto-aidan-gallagher
    AIDAN HARGRAVES
    Dioptase | 16 anni
    Tre settembre. Quel giorno per Aidan (e ovviamente per tutti gli studenti di Hidenstone) cominciava ufficialmente l'anno scolastico. Oggi, secondo il calendario, avrebbe partecipato alla prima lezione di magitecnologia. Aveva scoperto che quell'uomo che aveva incontrato al tiro a segno era proprio il professore di quella materia. In effetti gli sembrava uno che aveva a che fare con la tecnologia. Aveva la faccia simpatica, per il giovane Hargraves e gli ispirava fiducia.
    Aidan quella mattina si svegliò presto. Sapeva che la lezione cominciava alle 10:30 ma a lui piaceva fare le cose con calma e arrivare puntuale a lezione. Si alzò quindi dal letto, si mise la sua divisa con lo stemma dei Dioptase e andò a fare colazione. Fece una colazione piuttosto abbondante e poi, verso le 9:30, si diresse verso l'aula. O almeno provava a dirigersi...
    Ecco perché si era svegliato presto. Era il primo giorno di lezioni e non conosceva ancora bene il posto. Ad un certo punto chiese spiegazioni anche ad uno studente che passava di lì, di cui non conosceva proprio il nome. Il ragazzo gli spiegò la strada e gli disse anche che l'ingresso dell'aula era "sorvegliato" da due orsi giganti e gli aveva anche detto che quegli orsi lo avrebbero ringraziato se avesse lasciato qualcosa da mangiare ai loro piedi.
    Aidan si guardò nelle tasche e controllò se magari si era intascato qualcosa a colazione (qualche attacco di cleptomania potrebbe sempre capitare), ma niente.
    Allora, per non fare la parte del maleducato tornò in sala grande per prendere qualche Muffin al cioccolato e poi di corsa andò verso l'aula.
    Quando arrivò, prima di entrare sbirciò da fuori per vedere che si trattava proprio dell'aula di Magitech. Lì, fortunatamente vide il professore e quindi entrò dopo aver lasciato due muffin al primo orso e altri due muffin al secondo salutandoli cordialmente ('non so se è più ridicolo salutarli o lasciargli il cibo...ma vabbè').
    "Buongiorno Professore!" Lo salutò, avvicinandosi. C'era già un gruppo di ragazzi che non ricordava di aver visto (a parte due ragazze della sua stessa casata che aveva visto in sala comune e che quindi ricordava ma non sapeva il loro nome). Il professore ricambiò il saluto e si presentò. 'Ah! Si chama Morrigan!' pensò accennando un sorriso 'ha anche un bel nome!'
    Poi cominciò la lezione, spiegando ai ragazzi che non c'era bisogno di prendere appunti, in quanto la lezione era registrata da degli aggeggini che fluttuavano sul tetto e poi fece delle domande a cui i ragazzi dovevano rispondere. Lui si era messo nella fila davanti, per seguire meglio la lezione. Magitecnologia gli sembrava una materia interessante. Attese che i compagni finissero di rispondere e poi sarebbe toccato a lui (tra l'altro aveva finalmente scoperto i nomi delle due ragazze della sua stessa casata, che, doveva ammetterlo, entrambe non erano niente male nemmeno loro: Ayla ed Emily).
    Appenaarrivò il suo turno, fece un passo avanti e parlò tranquillamente: "Mi chiamo Aidan Hargraves, sono della casata Dioptase e sono del primo anno. Anche se mi sarebbe piaciuto rispondere a tutte e tre le domande ma visto che devo sceglierne due...scelgo la seconda e la terza...avevo anche la risposta alla prima...ma vabbè. Riguardo la seconda domanda io preferirei il cecchino perché, e varie sessioni di Call Of duty con amici babbani, mi hanno insegnato che i cecchini, se sanno usare bene l'arma, possono essere molto avvantaggiati rispetto ad uno che gira con un lanciafiamme. Si immagini la scena: Un tizio con il lanciafiamme e uno col cecchino. Quello col lanciafiamme girerà per tutta la 'mappa' senza riuscire a trovare l'avversario. Il cecchino nel frattempo si è appostato su un punto molto alto, nascosto dietro ad un muro può vedere tutto stando fermo. Chi è più avvantaggiato? Il cecchino o il lanciafiamme? Io sceglierei sicuramente il cecchino: Più coperto e più preciso.
    Riguardo invece alla domanda numero tre...beh...è una domanda molto interessante...io, tanto per essere coerente con quello che ho detto nella domanda di prima, sceglierei il superpotere dell'invisibilità...così, mentre gli altri si ammazzano io sto tranquillo.
    Ecco...spero di aver risposto in modo completo, professore."

    AIdan quindi finì di parlare e fece un passo indietro. Non aveva nemmeno cercato informazioni da internet. Anche perché non lo aveva portato in classe.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    RevelioGDR
     
    .
  12.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Se qualcuno le avesse chiesto se fosse agitata avrebbe fieramente risposto di no, per quanto avesse passato parte della sua notte insonne. Una Farley come lei non avrebbe dovuto avere bisogno di provare ansia o di sentirsi in modo che non fosse perfettamente tranquilla, non aveva ragione di preoccuparsi più di tanto per quel che sarebbe successo quella mattina. Era una primina, questo era vero, e non conosceva ancora quasi nessuno ad Hidenstone eccetto Nashiria Bergon, che l’ultima volta le aveva lasciato una strana sensazione alla bocca dello stomaco, una sorta di fastidio che aveva faticato parecchio a scacciare.
    Non aveva intenzione di essere qualcosa che non fosse puntuale, quella mattina, per cui era uscita presto per correre nei giardini dell’Accademia –tenersi in forma era fondamentale, sua madre le aveva fatto venire la nausea a furia di ripeterglielo e sapeva che Ashley, sua sorella, era solita fare yoga ogni singola mattina- e poi si era fatta una doccia, tanto che al momento profumava di qualcosa di simile al muschio bianco unito ad un leggero sentore di fresco e caldo, simile all’odore delicato e piacevole della rugiada di prima mattina. Aveva intrecciato con cura i capelli in un’acconciatura complicata e aveva storto abbastanza il naso all’idea di dover per forza indossare la propria uniforme: se avesse dovuto essere sincera avrebbe volentieri sfoggiato qualcosa di più raffinato e meno spartano, ma era lungi da lei mostrare la sua ribellione in un ambiente come quello della scuola.
    Si era quindi vestita di tutto punto, indossando anche la sua maschera di sicurezza e convinzione, per poi dirigersi verso l’aula. Era sicura di essere addirittura in anticipo e quasi si sorprese quando vide altri alunni già presenti: l’idea che fosse una lezione mista, primo e secondo anno, in qualche modo la entusiasmava, convinta che le persone più grandi di lei avrebbero potuto rivelarsi un ottimo trampolino di lancio per la sua vita ad Hidenstone.
    L’aula di Magitecnologia la colpì parecchio, a dire il vero, ma sarebbe stato difficile affermarlo guardandola in faccia. In realtà tutta quella tecnologia la affascinava, non escludeva di poter lavorare in un ambito del genere in futuro, le sarebbe piaciuto orientarsi verso quel genere di settore, non le dispiaceva affatto l’idea di concentrarsi sul lato più innovativo e moderno della magia ma di certo aveva tempo per pensarci.
    Lanciò un’occhiata agli altri studenti presenti, guardando Nathan con una certa curiosità mentre parlava praticamente con tutti i presenti, chiedendosi se fosse proprio necessario fare tutto quel rumore. “E’ prima mattina, potremmo evitare di urlare per nulla?” domandò senza peli sulla lingua.
    Le domande di Morrigan non la preoccuparono, anzi cominciò dal primo istante a sentirsi elettrizzata all’idea di immaginare quel genere di ipotesi. Si arrovellò subito su che cosa avrebbe potuto dire e scelse di rispondere per prima alla seconda domanda , guardando con un sopracciglio alzato i suoi compagni che avevano risposto in modo abbastanza simile e discordante da lei. Lanciò soprattutto un’occhiata gelida a Gyll, che sembrava decisamente fuori luogo e che non fece altro che irritarla. “Combattere è necessario per sopravvivere, è corretto immaginarsi questo genere di scenario per essere pronti in ogni situazione.” osservò brevemente per poi rivolgersi al professore. “Amelia Farley, primo anno. Rispondo alla seconda domanda e alla terza.” annunciò per poi continuare. “Dipende dalla situazione, ovviamente, ma se il cecchino è una persona esterna la mia scelta ricade sul lanciafiamme: un solo cecchino può essere rapido e preciso ma può anche cambiare la sua posizione, tradirmi, voltarmi le spalle o arrendersi. Rimane un essere umano. Se sono io ad avere il controllo del lanciafiamme so che sarò infallibile. osservò, per poi concentrarsi sulla terza domanda, la più complessa. Ora, Amelia non era un persona troppo empatia o altruista, e questo era chiaro, quando poteva non faceva altro che sognare in grande. “Io opterei per controllo molecolare: avere la possibilità di modificare la struttura molecolare degli oggetti e degli essere viventi sarebbe fondamentale, un modo per accelerare la guarigione o anche la morte del prossimo, quando e se necessario, oltre che magari agevolare nel caso ci fossero problemi a sopravvivere. Immagino che gli umani non combatterebbero in modo “pulito”, di certo si scatenerebbe un conflitto su larga scala con risultati catastrofici anche sul nostro ecosistema.” spiegò quindi per poi sorridere orgogliosamente.
    code made by gin




    Interagisce principalmente con Nathan Parker King e Gyll McKenzy , oltre che lanciare occhiatacce in giro. Risponde alle domande 2 e 3.
     
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Master of Graphic
    Posts
    1,126
    Reputation
    +356

    Status
    🗲
    Mia Freeman
    Ametrin

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Si era svegliata allegra quella mattina, la sola prospettiva di andare alla lezione di Morrigan l’aveva rinvigorita abbastanza da permetterle di svegliarsi ben prima della sveglia e riorganizzare qualche appunto prima di avviarsi verso l’aula. Inutile dirlo, le lezioni mattiniere non erano affatto un problema o un dispiacere per lei, anzi era sempre più che contenta di avere un motivo per svegliarsi presto, essere attiva e non avere solamente tempo da perdere o poco da fare.
    Era quindi saltata giù dal letto, e dopo aver dato il buongiorno a Zeus e Eir li aveva lasciati a giocare nella sua stanza, con la promessa di tornare dopo lezione per passare del tempo assieme. Si era fiondata in sala colazione per mangiare un brownie prima del suono della campanella, e proprio durante la colazione aveva scritto anche a Cameron, fosse anche solo per accertarsi che fosse sveglio e che avesse intenzione di presentarsi a lezione. <u> “Ehilà, il sole è alto e la giornata è appena cominciata! Pronto per Magitecnica?! ;)” gli aveva scritto per poi scorrere nelle chat precedenti e tentennare giusto un secondo. Non voleva risultare pedante, e comunque sapeva che li avrebbe visti lì. Era comunque così entusiasta dell’inizio del nuovo anno e di tutto quello che stava per arrivare, nei prossimi mesi, che alla fine vinse contro la sua vocina che la convinceva sempre a trattenersi e scrisse sia a Blake che a Jessica, chiedendo ad entrambi se sarebbero venuti a lezione.
    Dopo aver finito la sua colazione e aver preso un paio di cookies in più con sé, si diresse verso l’aula, controllando infinite volte che l’orario fosse quello giusto e che non fosse ancora in ritardo. Arrivata all’ingresso sorrise ai due orsi all’ingresso e gli allungò i biscotti, uno ciascuno: la sua intenzione non era affatto quella di corromperli, era l’ultima delle sue intenzioni, ma voleva essere gentile e carina e gli sorrise gioviale prima di fare il suo ingresso.
    Una volta dentro avrebbe avanzato fino a raggiungere Morrigan, ancora una volta sorpresa dalla struttura di quell’aula: ci era già stata ovviamente, eppure ogni volta si ritrovava a pensare che si trattasse di un luogo estremamente peculiare, di certo molto più tecnologico di quello che era abituata a frequentare di solito. Le faceva un po’ strano tutta quella tecnologia, era una persona molto più “tradizionalista” e abituata agli ambienti più classici dove fare lezione, ma doveva ammettere che risultava quantomeno affascinate nella maggior parte dei casi.
    Sorrise vedendo Morrigan al centro dell’aula e lo salutò con un cenno gentile e si sistemò poi avvicinandosi. Lanciò un’occhiata a tutti i presenti, scorgendo qualche faccia nuova, e avrebbe cercato di rivolgere un sorriso gentile a tutti quanti senza alcuna eccezione, mentre Morrigan spiegava ai nuovi arrivati le caratteristiche dell’aula e poneva le sue domande.
    Le faceva strano sapere che non avrebbe dovuto prendere appunti, era abituata a farlo in ogni situazione. Cercò comunque di farsene una ragione e accettare ancora una volta quella situazione, lo aveva già fatto l’anno prima no?
    Quelle domande la misero in difficoltà, non era solita preoccuparsi per quel genere di cose e di certo non era la persona giusta a cui fare domande di quel tipo. Drizzò la schiena quindi, ma non si tirò troppo indietro, non era da lei evitare di rispondere del tutto. “Mia Freeman, secondo anno, buongiorno professore. Ammetto che queste domande mi mettono un po’ in difficoltà…” ammise candidamente per poi impegnarsi comunque per rispondere, per quanto poco ne sapesse di quelle cose. “ Penso…proiettili grandi, così da avere una morte rapida e più possibile indolore. Immagino poi possa essere più facile prendere un organo vitale no? Un proiettale grande dovrebbe concedere più margine d’errore… aiutare un tiro migliore.” mugugnò piano alla fine, comunque poco convinta che quella potesse essere la vera soluzione per un conflitto.
    La terza domanda, se non altro, non prevedeva necessariamente l’uso della violenza ma la mandò comunque in crisi. Mia non era il tipo che badava troppo alla sua sopravvivenza, ma avrebbe fatto di tutto per salvare le persone a cui teneva e non avrebbe sopportato l’idea di contribuire all’uccisione di una sola altra persona sul pianeta Terra. Rimuginò sulla risposta per parecchio e dopo l’indecisione iniziale fece la sua scelta. “Io… ha presente il potere di Bella Swan, in Twilight? Quello di creare una barriera mentale sia per sé che, soprattutto, per le persone a cui teneva, per proteggerle? Ecco, a me piacerebbe qualcosa del genere, magari in grado di creare una barriera anche fisica intorno a quella persona, per difenderla dalle minacce. Temo che gli uomini, con la possibilità di uccidersi a vicenda, non seguirebbero un criterio… io penso che la morte non dovrebbe mai essere la soluzione, non in modo così brutale, ma se davvero così tante persone devono morire… allora penso che bisognerebbe fare di tutto per salvare per lo meno coloro che non lo meritano.” mugugnò piano per poi cercare di spiegarsi meglio. “I bambini per esempio, o tutti coloro che non hanno commesso gravi crimini e in vita sono stati buoni… insomma so che non c’è un criterio sensato per deciderlo ma meglio di nulla no?” provò a dire, anche se non era affatto convinta di quella interpretazione.
    Capiva bene l'atteggiamento di Gyll, e per quanto non fosse proprio la sua compagna di lezioni preferite le dispiacque per lei, per quanto le sembrasse una scenata non troppo appropriata per una lezione. Si avvicinò comunque a lei, provando a guardarla con gentilezza e sorriderle appena. "Ehi... potresti andare a chiedere in segreteria, che dici?" si sforzò di chiedere perchè infondo chi era lei per giudicarla?
    code made by gin



    Mia è una pasticcina, sorride a tutti i presenti e parla con Gyll McKenzy. Risponde alla domanda 1 e 3.
     
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    85
    Reputation
    +26

    Status
    🗲
    gif
    Smaug Daingus | CASATA I anno
    Non si è ancora integrato alla perfezione, ne con la propria casa ne tanto meno con il resto della scuola, dopotutto è passato meno di un giorno dalla sua assegnazione. Nonostante questo, la mattinata pare iniziare ben seppur la sua mente ancora non si capaciti di come la scelta del giorno prima era ricaduta proprio sui Black Opal, non perché non gli piacessero ma semplicemente non se l’aspettava e tutti i suoi studi e letture su Hidlenstone lo avevano portato a fare congetture diverse da quelle verificatosi, probabilmente aveva sbagliato nell'autovalutazione di se stesso. Immerso nei suoi pensieri divora una ricca colazione consumata di fretta nella sala comune, sul tavolo con i compagni, rimanendo però leggermente defilato e pensieroso; poi di corsa a seguire le lezioni.
    La cosa che più gli preme è conoscere tutte le personalità della scuola in particolar modo quelli che lo accompagneranno nell'apprendimento, i professori, dove lui è certo di poter e di dover fare buona impressione. Indossa il pantalone nero degli Opal che copre la totalità degli arti inferiori ed anche la parte superiori delle nuove scarpe scure, lucenti e sgargianti - segno che qualcuno ci tiene che vada in giro curato - una cravatta troneggia sul busto, stringendo sul collo e oscillando ad ogni suo passo con infine i colori rosso scuri di cui è ornato tutto il vestiario che risaltano agli occhi esaltati dalle luci del luogo. Per ultimo uno zainetto blu notte che poco si abbina al resto, mantenuto solo con il braccio sinistro coprendo la parte manca della schiena e l'intera spalla interessata mentre la mano destra che si riordina sistematicamente i capelli dato che continuano a tornargli davanti. La bacchetta in tasca.
    La “mezza” scatta e fortunatamente la sua puntualità ne gioisce, varca la porta dell’aula di Magitecnica e gli si para davanti un arredamento alquanto insolito seppur curioso ed intrigante. Come è solito fare volge un segno rispettoso al professore che aspetta l’affollamento, chinando solo appena il capo verso il basso ed accompagnando il gesto con un altrettanto rispettoso saluto <buongiorno> educato e sorridente, scoprendo solo la dentatura superiore impeccabile. Le iridi mutano il loro riflesso interno muovendosi sui contorni della stanza, i dettagli lo appassionano da morire e questa è decisamente una sala che vale la pena di osservare per intero. I passi si muovono automatici in contemporanea a tutti gli altri e si porta vicino le sedute quasi in procinto di accomodarsi. Il discorso del professore inizia come da programma, dalla presentazione iniziale svaria invece a cose piuttosto insolite. Smaug si acciglia nel sentirlo, il suo sguardo che ruota all'indietro puntandosi su di un sedile vuoto e contemplandolo come comodo "Non possiamo sederci e non ci sono tavoli per scrivere" elaborando in parafrasi ciò che è appena stato riferito, nella sua mente ciò non è che gli vada molto a genio "Che ne sanno questi di cosa voglio scrivere io negli appunti" additando mentalmente gli automi e guardandoli con una smorfia di disapprovazione. Era solito farseli alla perfezione e non gli va giù che a farlo per lui siano altri, seppur macchine, dato che trascrivere lo aiuta e non poco nel ricordare: la sua memoria è per lo più fotografica ma a quanto pare deve arrendersi alla tecnologia. <rispondo alla prima Morringan> la mano si leva in aria per catturare l’attenzione della stanza, è strano chiamare per nome un insegnante ma era stato lui a chiederlo <sono Smaug e sono del primo anno> tanto per darsi un'inquadratura <rispondo alla domanda 1:...> ripete <può trarre in inganno, faccio un esempio, se si ha intenzione di tirare da distanza siderale, se l’intento è di mirare punti vitali, se il fucile che si ha è di alta precisione e se chi lo manovra è un'esperto, bhè se tutti questi requisiti vengono rispettati il proiettile di piccole dimensioni è decisamente il più adatto, penetra e uccide con più facilità; mentre se ci si trova a distanza ravvicinata o non si è del tutto esperti direi che equipaggiarsi con con proiettili grandi aumentando cosi il perimetro del colpo e la probabilità di colpire il bersaglio, potrebbe essere una soluzione.> espone sicuro di se, ha rinunciato a prendere appunti ma saltuariamente occhiatacce vengono lanciate di continuo agli automi che lo fanno per lui. <per quando riguarda la terza invece…> prende respiro ed un ultimo piccolo attimo per pensare bene <scusami se glielo faccio notare ma la domanda risulta un po’ banale posta in questa maniera. Da come esposta infatti niente vieta agli uomini di poter scegliere lo stesso potere. Di conseguenza se ogni essere umano scegliesse lo stesso super potere ovvero quello dell’immortalità non ci sarebbero ne morti ne scontri di nessun genere, forse solo inizialmente ma senza ovvie conseguenze ed in questa maniera non ci sarebbe nessun dimezzamento sul numero della popolazione, in questo modo l’invasione aliena non avrebbe più senso.> sorride fiero della sua esposizione. <...Smaug Daingus, primo anno> ripetendo ancora la sua presentazione per farla entrare bene in mente a Morringan. La mano tenuta alzata per tutto il tempo si abbassa di getto e viene riportata lungo il fianco con gli occhi che invece si mantengono vigili e che scrutano l'ambiente, cercando di captare in qualche modo i suoi pensieri sperando quantomeno di essersi fatto notare.

    <parlato> - "Pensato" - 'Ascoltato' | Scheda PG - Stat
     
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    1,234
    Reputation
    +54
    Location
    Gallifrey

    Status
    🗲
    Lindsey-Stirling
    Addison Dannel
    Ametrin | 16 anni

    La ragazza varcò la soglia dell'aula con passo sicuro come se sapesse dove andare.
    Aveva indossato la divisa della casa d'apparteenza, una gonna viola a pieghe lunga fino al ginocchio, una camicia bianca con una cravatta color sabbia, lasciata larga al collo. Sopra aveva una giacca viola con i bordi delle maniche e del bavero dello stesso colore della cravatta. Ai piedi portava degli anfibi neri ben allacciati.
    La fluente chioma rossa era racchiusa in una coda alta, gli occhi grigi come il cielo d'inverno si volsero a guardare l'aula e la piccola bocca rosa formò una piccola "o".
    A tracolla portava una borsa di pelle da dove spuntava una penna d'oca.
    Stava per sedersi, ma a sentire le parole del professore rimase in piedi e volse lo sguardo verso l'alto notando le sfere bianche fluttuanti. Annuii quando il professore smise di parlare ed alzando la mano per chiedere la parola si rivolge direttamente a lui per rispondere alle domande.
    Salve, professor Morrigan. Sono Addison Dannel ho sedici anni e frequenterò il primo anno in questa scuola. Rispondendo alla seconda domanda direi che in un combattimento userei un cecchino, il lanciafiamme è vero che potrebbe prendere più persone, ma un cecchino di sicuro non sbaglierà mai un colpo. One shot one kill. Per la terza domanda direi che sceglierei il potere per uccidere nei sogni, alla fine tutti abbiamo bisogno di dormire e nessuno sospetterebbe mai che qualcuno possa morire davvero, penserbbero tutti a terribili incubi. E poi usando il sogno ci sarebbero anche vari modi di ucciere perchè il nostro inconscio non ha più freni...
    Disse tutto questo con tono molto serio e sicuro, mentre un sorrisetto le saliva sulle labbra e gli occhi grigi brillavano di un lampo di cattiveria. Guardò il resto della classe per poi puntare lo sguardo verso Morrigan ed attendere una sua risposta. Le mani andarono ad infilarsi dentro le tasche della giacca, piegando il piede sinistro verso l'esterno.
    Spero di non aver esagerato... Mi raccomando non farti riconoscere alla prima lezione, meno male mi ero detta questo stamattina allo specchio...
    Pensò mentre un leggero rossore le saliva sulle guance a far risaltare gli occhioni grigi.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda Stat.
    RevelioGDR


    Edited by Alexander Olwen - 8/9/2020, 16:07
     
    .
62 replies since 1/9/2020, 11:59   2179 views
  Share  
.
UP