1° Lezione Biennio_POZIONI

[Marzo]

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    Il potere logora chi non lo ha
    Valentina Vestrit
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    «Prego, fai pure.» Il tono della voce della giovane strega si era fatto caldo nel momento della risposta. Valentina non nutriva alcun tipo di interesse per Erik Foster, eppure, uno studente del secondo anno accanto le avrebbe fatto molto comodo. Per quanto la ragazza ne sapesse qualcosa di pozioni, la sua mancanza di manualità l'aveva trascinata più volte in situazioni di goffaggine.
    Al contrario, decise di ignorare tutti gli altri presenti limitandosi, a sorridere ai membri della propria casata. Non era molto in vena di chiacchiere. Persino l'intercalare strafottente di quel ragazzo dagli zigomi spigolosi e dal passo silenzioso le passò attraverso. "Spesso chi si lamenta del disordine lo fa perché la sua mente, troppo limitata, non sa affrontare situazioni minimamente complesse. Non mi stupisce che stia dando ragione a quell'incosciente di un 'piromane'".

    Valentina era assorta nei suoi pensieri e fu la voce melodiosa della professoressa O'Neill a riportarla nel mondo dei maghi. Così, con fare metodico, la ragazza tirò fuori dalla sua borsa il libro di testo scelto dalla professoressa, un piccolo quaderno dalle pagine gialle e la copertina in cuoio e, infine, un set di penne ed evidenziatori di diversi colori.
    Accortamente, la strega iniziò a prendere appunti sul contesto e sui materiali che avevano spinto mister Budge a creare quel repellente. Era così concentrata che si limitò a sorridere sfoggiando un'impressione interessata alla battuta del suo compagno di banco. La sua attenzione vacillò quando la docente lanciò quell'incantesimo illusorio. Eppure, data la relativa distanza, solo Erik avrebbe potuto notare quell'attimo di esitazione.
    Il fatto è questo. Durante le prime settimane di lezione, il simpatico professore di alchimia, Samuel Black, aveva evocato una vipera a pochi piedi di distanza dalla ragazza. L'esperienza l'aveva traumatizzata. E, ora, anche il più semplice gesto dei professori avrebbe potuto metterla in guardia.

    Finito di prendere appunti, Valentina intrecciò le dita per ascoltare le domande dei suoi compagni. Fra queste, a colpirla di più furono le domande di Mia. Colei che vuole creare pozioni necessita di saper sia come mischiare i componenti, sia quanti ingredienti mischiare. Sbagliare un dosaggio era più che sufficiente per creare un incendio.
    "Fegato di drago. Dovrebbe essere questo l'elemento che ha provocato la combustione spontanea." Valentina iniziò a puntellare i suoi appunti all'altezza di quell'ingrediente aspettando la risposta della professoressa.
    Nel mentre, alzò anche lei la mano sinistra per fare delle domande. Quando la professoressa le avrebbe dato il permesso, avrebbe dunque cominciato a parlare. «Professoressa, anche io ho delle domande. Se fosse possibile, vorrei chiedere, prima di tutto, di indicarci le conseguenze su un umano nel caso questo finisca per assumere questa pozione. Dunque, data la loro affinità col fuoco, vorrei chiedere se un mezzo veela finirebbe per subire gli stessi effetti. Per concludere, vorrei chiedere, dato che ha fatto notare come spesso sia lei stessa a trovare gli ingredienti, quale sia, più o meno, il costo di quest'ultimi. Grazie.»

    CITAZIONE
    Narrato
    «Parlato»
    "Pensato"

    ✕ schema role by psiche


    Valentina risponde al compagno di banco (Erik), prende appunti e fa domande.
     
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    Emma non era esattamente quella che si poteva definire una studentessa modello. Certo, a scuola se la cavava con voti decenti e in classe stava più attenta che riusciva, ma non era sempre facile. Soprattutto se le lezioni si tenevano in un sotterraneo, per quanto potesse essere interessante la lezione. Perché come già detto, adorava quella materia ma avrebbe preferito si svolgesse in un posto aperto, per quanto bella e suggestiva potesse essere l'aula.
    Comunque aspettò che arrivassero tutti e quando lo fecero, la lezione poté finalmente iniziare. Osservò, prima, la donna scrivere qualcosa alla lavagna usando la bacchetta a mo di gessetto, ma non vi badò eccessivamente. Era concentrata a guardare tutti i vari materiali ed ingredienti presenti sia sul tavolo che sparsi per tutto il resto dell'aula, tanto concentrata che per un niente non si perse l'inizio della spiegazione della prof, ma per fortuna ciò non avvenne.
    Quel giorno avrebbero parlato di Doxy, degli esserini che non era così difficile trovare in casa, anche se a lei non sembrava di averne mai visto uno. Fece spallucce e lasciò che la donna continuasse la spiegazione, cercando di carpirne ogni parola.
    La professoressa fece un movimento di bacchetta e, in men che non si dica, tre di quegli esseri di cui aveva parlato, apparvero nell'aula. Tuttavia non erano reali, bensì delle semplici proiezioni che svolazzavano in giro senza fare alcun male a nessuno. No, decisamente non ricordava di averne mai visti.
    Quindi quel giorno avrebbero dovuto fare una pozione per stordirli, figo! Ma non era ben chiara una cosa alla giovane biondina, cosa che avrebbe senz'altro chiesto alla donna, ma prima ascoltò le domande dei suoi compagni di classe. Tutte domande pertinenti e che le dissolsero molti dubbi, tuttavia qualcuno rimase lo stesso ed Emma, per quanto timida, non era solita rimanere con i dubbi che le giravano in testa. Mi scusi chiese, alzando a sua volta la mano. Quindi l'unico modo per sbarazzarsi di questi esseri è la Doxycida unita all'incantesimo di esilio? Non esiste nessun veleno universale che possa sterminarli? Ucciderli proprio? Non so se mi sono spiegata... voglio dire, ho ascoltato le sue parole... ma mi chiedevo se proprio non esistesse qualcosa di questo genere concluse, iniziando a ricopiare gli ingredienti sul proprio quaderno, tenendo contemporaneamente aperto il libro, affianco a lei. Forse era una domanda estremamente stupida, ma a volte chiedere ciò che sembra ovvio, poteva aiutare a chiarire molte cose... o no? Invero, non sapeva se questo ragionamento se lo stesse inventando, ma tentar non nuoce e lei non aveva intenzione di fare la figura di quella che se ne sta zitta, senza mai intervenire... la figura della semplice comparsa passiva in classe.
    Emma Lewis-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Fa una domanda alla prof (segnata in blu) e scrive gli ingredienti sul quaderno)
     
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    Black Opal
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    this may be the night that my dreams might let me know. All the stars approach you ♪

    Certo Blake, non vedo l'ora... replicò al ragazzo, quando le annunciò che doveva dirle qualcosa. Beh, non era mai un buon segno. Okay, era il suo migliore amico e gli voleva bene, però... era assai imprevedibile, chissà cosa voleva dirle stavolta! Ad ogni modo, non fece più troppa attenzione al biondino, notando che una ragazza si sedette accanto a lei. Oh ciao, Mia! salutò, sorridendo. Certo che puoi!
    Il rapporto tra l'opalina e l'ametrina si stava evolvendo in fretta, soprattutto da quella fredda giornata di metà gennaio. Ancora non aveva detto a Blake che aveva messo mano alla sua riserva degli alcolici. Beh, prima o poi glielo avrebbe detto, ma in fin dei conti che cosa importava? Non avevano su un'etichetta con scritto "Blake Barnes" e se anche l'avessero avuta, lei non l'avrebbe notata... ma se l'avesse notata, beh, l'avrebbe tranquillamente ignorata.
    Ad ogni modo, non vedeva l'ora di scoprire cos'avrebbero imparato quel giorno a lezione. Finché aspettava che arrivassero tutti, lasciò vagare ancora qualche attimo il suo sguardo per la stanza, finché la voce della professoressa e la sua relativa spiegazione, attirò la sua attenzione. Avrebbero parlato dei Doxy, ovvero dei parassiti che, beh... per certi versi potevano somigliare alle formiche! Estremamente fastidiosi...
    Guardò le proiezioni degli esserini che svolazzavano per l'aula e le venne da sorridere. Sembravano così innocui! Ma probabilmente solo perché quelli non erano reali. Jessica non avrebbe mai voluto trovarseli in casa!
    Ascoltò attentamente ogni parola della professoressa, così come ascoltò le domande dei suoi compagni. E, pensando ai vari antidoti, le venne alla mente una domanda, quindi alzò la mano. Quando ella le avesse dato la parola, Jess avrebbe posto il suo quesito.
    Professoressa, mi scusi, lei ha detto che è necessario assumere un determinato antidoto per le ferite che i Doxy possono causare, giusto? Ma è l'unico esistente? Voglio dire, so che anche le lacrime delle fenici hanno capacità curative, andrebbero bene anche quelle per far rimarginare la ferita?
    Certo, probabilmente era molto più facile trovare gli ingredienti per quella pozione, piuttosto che una fenice in carne ed ossa, ma la loro abilità curativa la incuriosiva e non poco, quindi si chiedeva se fosse efficace su qualsiasi tipologia di ferita o solo su una determinata categoria.
    Successivamente a quella domanda, prese il proprio quaderno ed iniziò ad appuntarsi tutti gli ingredienti e le quantità con chiarezza, per essere sicura che non sbagliasse le dosi! Mise giù la penna, una volta fatto, e sorrise soddisfatta.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Jesse non era un ragazzo incline ad uscire. Stava spesso all'aperto, certo, ma non usciva con le persone: si allenava. Non era quindi normale per lui richiedere un'uscita, specialmente al diavolo che indossava Rolex, che conduceva una vita decisamente sopra le righe di molte persone, incluso lui, eppure lo aveva fatto; l'adoloscenza stava travolgendo l'aspirante, o era solo la primavera?
    Forse era semplicemente voglia di cambiare, di stare con le persone cui voleva bene, di godersele fino in fondo senza rimpianti 'Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti' non ricordava chi l'aveva detto, eppure lo aveva sperimentato sulla sua giovane e vergine pelle con Joshua, che aveva lasciato nel suo cuore un vuoto che ad un certo punto aveva pensato fosse incolmabile, ma che via via si era riempito con qualcosa di dolce, che lui avrebbe definito nostalgia: pensare al giovane gli faceva ancora male, eppure, nonostante tutti i disastri, i drammi, i problemi, nonché il fatto che tutto fosse accaduto tanto in fretta, lui non poteva negare di non essersi pentito di nulla, se non, forse, di non aver osato ancora di più.
    Allo stesso modo, voleva vivere Blake e Erik: non poteva sapere quando qualcosa o qualcuno li avrebbe separati, quindi voleva goderseli al meglio delle sue possibilità, sperando che, nel caso, quella stessa dolce sensazione colmasse la loro atroce mancanza.
    Avrebbe avuto occhi solo per chi voleva bene, e per il suo obiettivo di diventare un marine, ma era difficile essere un ragazzino ormonato e non notare Airwen, non trovate?
    La voce melodiosa della donna lo catturò quasi subito, quasi quanto le sue parole 'Uh!' pensò brevemente, sorpreso che ella stesse citando dei temi che stavano giusto affollando i suoi pensieri, come Denrise e lo stare all'aperto, anche se poi la sua attenzione si tenne accettabile anche quando fu introdotto l'argomento del giorno.
    Prese appunti con calma, nella sua pessima grafia, segnando il nome della pozione e quindi scribacchiando qualche appunto sulle fate mordaci, che in effetti avevano già trattato a Difesa, ragion per cui segnò solo alcuni punti fissi nel discorso, concentrandosi maggiormente sul doxicida, che, apprese, non uccideva le fate uscite male, né dava loro fuoco. Non più almeno.
    'Uh, in pratica il primo doxycida era come una punizione per Blake!' pensò lui, incapace di non fissare l'amico quando sentì parlare di cose in fiamme. Inconsciamente, controllò di avere ancora la bacchetta dell'amico al fianco, poi riprese a scrivere appunti, concludendo con l'elenco degli ingredienti, anche se ad un certo punto dovette, quasi nel panico, alzare la mano "Mi scusi professoressa, l'ultimo ingrediente è... essenza di cubone?" chiese lui perplesso, qualora la donna gli avesse consentito di aprire (a sproposito?) la bocca, visto che lo avrebbe potuto tranquillamente leggere sul libro, ma quel nome che non riusciva ad afferrare assomigliava troppo a quello di un pokemon perché lui non si ritrovasse con la mano in aria prima di realizzare quella semplice soluzione.
    Forse, in vero, Airwen glielo avrebbe concesso, visto che era aperta a delle domande, prima di esibirsi nella preparazione.
    Molte mani schizzarono al cielo, chiedendo se vi fossero alternative per scacciarli o ucciderli, nonché su antidoti ed eventuali impieghi del veleno di Doxy 'Uh, bravo Erik: buona domanda da esame o verifica!' rifletté lui, scoccando un'occhiata orgogliosa al suo parabatai, nel mentre scribacchiava alcune note salvo poi alzare a sua volta la mano "Mi chiedevo... i doxy infestano tende e divani" e fin qui c'erano tutti, visto che Airwen lo aveva appena detto "E' possibile spruzzare il doxicida sulle tende o i copridivani per tendere loro una trappola? E nel caso quanto resiste il doxicida prima di perdere il suo effetto?"
    Prevenire era meglio che curare, si diceva, e Jesse, essendo disagio e caos, preferiva sempre agire prima che il momento lo cogliesse impreparato, sperando così di far meno danni.
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    Jesse non capisce l'ultimo ingrediente alla lavagna, poi pone una domanda sul potere residuo del doxicida su stoffa
     
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    Blake Barnes
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    Era completamente differente dal fratello, su quello nessuno aveva nessun dubbio, ma provarlo proprio sulla sua pelle era qualcosa che quasi gli dava fastidio. Blake che pensava che Aaron fosse la perfezione, Quasi detestava essere così diverso da lui, ma Pozioni era una di quelle materie che non era nelle sue corde. Sicuramente si impegnava, sicuramente era attento a quello che faceva, ma non era una cosa che lo entusiasmava. Fors aveva visto troppi telefilm per sentirsi veramente così vicino a quella materia, ma immaginava più le streghe con un cappelo a punta, e verdi con il naso bitorzoluto che giravano con una cucchiarella di legno sporca i loro intrugli, per guardare quella materia con interesse ed occhi diversi. La professoressa in questione, invece, era bella, agile e gentile, e si era interessata a lui nello spiegargli cosa avrebbero fatto nel tempo che dovevano passare insieme. Era interessante sicuramente ma in quel momento l'insegnate di divinazione gli stava prosciugando ogni minima energia. Sorrise alla risposta della docente e si rese conto solamente in quel momento che le finestre davano un effetto molto carino a quella stanza. Ma venne seriamente distratto quando il suo Socio gli si mise vicino e gli parlò. Sgranò gli occhi azzurri. Certo che si! Va benissimo! Lo sai che io adoro andare in giro! E poi penso che sabato possa chiedere almeno due ore di permesso per uscire un pò da qui dentro, se no impazzisco! Aggiunse poi sentendosi seriamente claustrofobico in quelle mura dell'accademia. Non riusciva neanche più a vedere la sua ragazza! Tra le lezioni, i suoi compiti da prefetto, le sue dannatissime lezioni private e compiti in ogni dove... Fece un respiro prima di prendere la sua penna e sentire la spiegazione prendendo qualche appunto. Ascoltò le domande degli altri, scrisse i vari ingredienti sul suo foglio e poi si mozzicò un pò il tappo della penna prima di alzare la mano anche lui. Quando la professoressa gli diede la parola fece la sua domanda. Perchè dovremmo neutralizzarli quando potremmo ucciderli? Insomma se sono degli esserini così brutti, petulanti e fastidiosi, io li caccio dal mio divano per far infettare un altro divano? A che scopo? Non c'è qualcosa che li uccisa direttamente? Chiese mostrando quanta logica ci fosse in quello che diceva. Infondo si sareva che Blake non aveva certamente mezze misure e la domanda era quasi del tutto scontata se lo si conosceva veramente bene. Attese semplicemente che gli venisse data una risposta prima di mettersi a disegnare un piccolo Doxy sul suo foglio. Che esserini brutti che erano!
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    Howard H. Van Leeuwen
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    Aveva preso posto ed era prontissimo per affrontare quella lezione che, a suo parere, si sarebbe potuta rivelare particolarmente interessante. Dopotutto era affascinato da quella materia, e la sua curiosità non aveva mai fine quando si trattava di imparare cose nuove! Non appena il ragazzo riuscì a prendere posto, sentì la voce di una ragazza che stava approcciando con lui: era Emma, la conosceva solamente di nome e non aveva mai avuto la fortuna di approfondire la conoscenza con lei. Uno smagliante sorriso sulle labbra del ragazzo si dipinse, a dimostrazione del fatto che effettivamente gli faceva piacere che quella ragazza si fosse avvicinata a lui. “Ciao, certo che puoi sederti! Io sono Howard, non abbiamo mai parlato prima, ma so che ti chiami Emma! Piacere mio.” Una piccola vena di estroversione che, in un ambiente di pre-lezione, non guastava mai. Si passò ancora una volta la mano tra i capelli, andando a respirare lentamente e con la solita calma che lo contraddistingueva.
    Aprì il quaderno con fogli di pergamena ben infilati, sorridendo ad Emma come per mostrarsi aperto ad un’eventuale amicizia, per poi iniziare a seguire per bene tutta la lezione. Il ragazzo scrive ogni parola proferita dalla professoressa: era chiaro quanto amasse essere preciso e puntiglioso in tutto ciò che eseguiva, e se la teoria era alla base della pratica, allora Howard aveva sicuramente bisogno di seguire con grande attenzione specialmente la prima parte della lezione per poter affrontare con decisione e padronanza la seconda parte della lezione. Il ragazzino accennò un piccolo colpetto di tosse per riscaldarsi la gola, seguendo con attenzione quanto la docente riferiva ed annuendo ad ogni suo concetto, per poi iniziare a macchinare una nuova domanda che gli si martellava continuamente in testa: quelle sottospecie di fate lo stavano interessando come non mai. Quegli esserini erano così affascinanti quanto spaventosi, ed Howard avrebbe sicuramente voluto saperne di più a riguardo, dopotutto le creaturine magiche lo appassionavano particolarmente ed adorava ogni forma di specie animale. Stava anche valutando l’idea di diventare vegetariano, così da non consumare la carne che dopotutto non amava neanche molto, ma era sempre abbastanza confuso a riguardo e non riusciva a stare per troppo tempo senza poter mangiare una polpetta o una salsiccia: purtroppo, nonostante prediligesse le verdure, quelle due pietanze a base di carne lo facevano diventare un licaone affamatissimo, un lupacchiotto affamato e voglioso di riempirsi lo stomaco come non mai. Nonostante ciò, tuttavia, non si poteva assolutamente dire che Howard fosse grasso! Si prendeva molto cura del proprio corpo, specie della forma fisica delle gambe e dell’addome, parti da lui predilette e stimate; erano quelle che, a suo parere, davano una prima impressione migliore ai ragazzi!
    Segnò con attenzione tutti i vari ingredienti, rimanendo stupito dall’utilizzo di alcuni ingredienti che, a suo parere, gli sembravano abbastanza rari. Il fegato di drago lo colpiva particolarmente, ed infatti gli sorse immediatamente una domanda a riguardo; alzò la mano, attendendo che la docente gli concedesse la parola, esponendo di conseguenza la sua questione. “Professoressa, ma il fegato di drago, provenendo da creature così pericolose e difficili da domare, non è un ingrediente di inestimabile valore? Oppure si può estrarre facilmente dai draghi i quali, successivamente, sono comunque in grado di auto-rigenerare un fegato per loro stessi?” Alla fine era un po’ quello che succedeva anche con gli esseri umani? Questo non lo sapeva di per certo, ma comunque decise di esporre quel dubbio che gli era sorto. Successivamente completò quella serie di domande con una che fu lievemente più articolata, ma che era chiaramente dettata dal suo animo desideroso di conoscenza e di sapere. “Professoressa, mi scusi ancora, ma non sarebbe possibile sfruttare il fatto che queste Doxy prediligano gli ambienti freddi per tentare di imprimere alla pozione un effetto aggiuntivo che possa creare un calore così da infastidire le creaturine? Perché magari, essendo più inclini ad ambienti freddi, non amano quelli caldi! Così, ipotizzo.” E rimase con i suoi occhioni azzurri sognanti su quelli della docente, mostrando un sorriso delicato e sincero.
    RevelioGDR



    Howard interagisce con Emma, poi pone due domande alla professoressa! <3
     
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    Sospirò, piantando le iridi nocciola contro la nuca di quella biondina saputella. Era quasi tentato di ignorarla e concentrarsi su qualcos'altro di più interessante, ma alla fine un piccolo sorrisetto si disegnò sulle sue labbra. Parli con me? chiese, sebbene la risposta fosse parecchio palese. Se vuoi ti ci porto, in camera mia, magari la vedi di persona le sussurrò, provocandola. Stava certamente scherzando, oltre al fatto che era un'ametrina mentre lui un dioptase; non avrebbe mai potuto entrare nella sua Sala Comune. Ad ogni modo, perse quasi subito interesse per la Freeman -almeno temporaneamente- per dedicarsi all'ascolto della lezione. Strano ma vero. Pozioni gli piaceva; poteva creare tanti di quegli intrugli strani e dai mille effetti -tipo uccidere delle persone, il che non sarebbe stato affatto male- che cercava di stare il più attento possibile durante le lezioni della professoressa O'Neill. Alla fine cosa gli costava?
    Quel giorno avrebbero trattato i Doxy e un metodo per neutralizzarli. Essi erano degli esserini, dei parassiti, che infestavano le case e sicuramente non erano molto piacevoli come coinquilini, sebbene a lui non fosse capitato mai... ma non era così sicuro che si trovassero anche in case babbane... e, nel caso, non di certo nella sua.
    Per una volta, comunque, dovette dare mentalmente ragione a Blake. Sicuramente non lo disse a voce alta -già il suo ego era abbastanza smisurato- ma... perché stordire quei bastardi invece di ucciderli? Insomma, non saranno certo immortali!
    Ma questi così, i Doxy... dove vivono e di cosa si nutrono? Va bene, si stabiliscono nelle case, ma... verranno fuori da un qualche luogo specifico, no? E, appunto, cosa mangiano? Inoltre... ha detto che si stabiliscono nei luoghi freddi perché li preferiscono, ma c'è una temperatura indicativa? Perché sennò non capisco che interesse possano provare per divani e tende, non mi risulta siano così freddi, a meno che non sia una casa abbandonata o qualcosa del genere.
    Nemmeno Cam si sarebbe aspettato da se stesso tutte quelle domande, in realtà. Cioè, pensava che sarebbe stato zitto e basta, e invece... beh, era pur sempre un corvonero, no? Almeno, lo era stato... e se qualcosa gli interessava, non esitava di certo a fare domande, anzi. Come in quel caso. Se doveva essere onesto, non aveva per nulla ascoltato le domande poste dai compagni -forse tranne qualcuna- quindi non sapeva esattamente se quella domanda fosse già stata posta e, francamente, non gli interessava.
    Cameron Cohen -Scheda- -Stat.-
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    1° Lezione Biennio__POZIONI
    Argomento lezione: DOXYCIDA

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    Le domande arrivarono a raffica, che fossero curiosità o prettamente di genere didattico, alcune non se le aspettava, e denotavano attenzione da parte degli studenti oltre a conoscenze pregresse.
    Questo loro interesse dell'argomento della lezione le fece un gran piacere, oltre al vederli prendere subito nota degli ingredienti.

    << Wow avete veramente tante domande!
    Ok, andiamo per gradi e intanto che vi scrivete gli ingredienti e aprite la pagina del vostro libro per i quantitativi, risponderò a tutti...>>


    Prese un profondo respiro e iniziò:

    << Per prima cosa rispondo alla Signorina Mia: No, non ci sono incantesimi utili ed è inutile provare a catturarli senza l'uso del Doxycide. Sono troppo piccoli, veloci. L’incanto “Flipendo” li allontana momentaneamente poiché spinge indietro anche più creature insieme, ma è utile in caso di attacco e non siete preparati, non risolve il problema.
    Sempre sulla linea "pacifista" c'è il Signorino Adam che vorrebbe liberarsene con solo l'incantesimo di Esilio... Il problema è che, nel momento in cui hai lanciato l’incantesimo loro sono già volati da tutt’altra parte e da dietro altri ti stanno per attaccare. Queste creature sono numerose, piccole e veloci, infestano le case creando letteralmente degli sciami, è impossibile neutralizzarle con un incantesimo pressochè a bersaglio se sei circondato da un fitto sciame di questi esserini arrabbiati perché cerchi di sfrattarli da casa loro.
    Alla fine cosa c’è di più semplice di spruzzare contro di loro un po’ di Doxycida? Se ne prendono di più alla volta, restano paralizzati il tempo necessario per raccoglierli in un sacco o buttarli in un secchio per poi liberarsene anche senza l’incantesimo di esilio.
    Come ho già spiegato, il filtro Doxycida li stordisce e paralizza, non li uccide, quindi ipoteticamente parlando, quando sono in quello stato, li potresti portare dove preferisci, il più lontano possibile da casa tua... Attenzione, quando si riprendono dallo stato di stordimento e paralisi sono sempre più aggressivi e più difficili da prendere.
    - guardò con la coda dell'occhio Blake e con un sorrisino sulle labbra riprese - Non li uccide, con gran dispiacere del Signorino Blake che invece li vorrebbe ammazzare tutti dritto e diretto. Della stessa idea mi pare anche la Signorina Emma che invece andrebbe di veleno universale per sterminarli proprio.
    Per ucciderli così direttamente ci sono certo veleni potenti, che però sono nocivi anche per noi.
    Non so quanto convenga comprare, illegalmente se per uso di privati, veleno di Acromantula o Drago o un veleno del XXX gruppo di tossicità e spargerli per tutta casa, specie se poi rischi di morirci anche te per le esalazioni tossiche o nell'intento di ripulire.
    Per di più la loro consistenza non permette di esser comodamente spruzzati come il Doxycide, quindi risulterebbe impossibile ucciderli tutti prima che lo sciame non abbia avuto il tempo di attaccarti più e più volte.>>


    La sua attenzione tornò sulla ragazza che per prima le aveva posto le domande...

    << Non so a che punto del programma di Erbologia siete arrivati, ma avreste dovuto riconoscere anche altri ingredienti nocivi nella lista scritta alla lavagna.
    Pressochè tutti gli ingredienti sono velenosi o dannosi e possono contribuire allo stato di stordimento e paralisi che li induce. Non solo l’Essenza di Cicuta, ma anche quella di Cowbane, pianta simile alla Cicuta, è velenosa, e il Secreto di Bundimun è un potente acido capace di corrodere anche le superfici, evitate di rovinare i vostri banchi possibilmente.
    I gusci di Streeler, che dalla forma assomigliano a conchiglie, hanno le punte estremamente avvelenate come lo è la scia della bava lasciata da queste lumache.
    Solo la Tormentil è innocua e tecnicamente il fegato di drago.>>
    detto ciò guardò verso Valentina e continuò: << Puoi capire, che dal mix di veleni e acidi che questa pozione contiene, è decisamente sconsigliata l’ingestione se non vuoi finire al San Mungo, o peggio…
    Anche se la Tormentil è un’erba medicinale e il fegato di drago usato spesso per le pozioni di guarigione, non sappiamo come il nostro organismo potrebbe reagire all'enorme controparte nociva del filtro… Sinceramente non sono a conoscenza di casi di persone che hanno avuto la brillante idea di bersi questo filtro e preferirei che voi non siate i primi a sperimentarlo.
    Ma... conosco casi di persone che hanno ingerito le uova Doxy, principalmente per colpa di stupide scommesse perse. Sono state così male da non riuscire ad alzarsi il giorno dopo e so che un ragazzo che aveva ingerite tante da esser ricoverato in ospedale. >>


    Era successo ad un suo concasato di dover mangiare per scommessa persa le uova di Doxy ed era stato ricoverato al San Mungo tra atroci dolori.
    La successiva domanda della bella ragazza l'aveva lasciata un poco spiazzata, non si aspettava che uno studente le chiedesse il costo dei materiali... Ci penso su un momento, proprio perchè lei se li creava a casa molti degli ingredienti era da un po' che non prestava attenzione al costo sul mercato.

    << Posso dirti il costo che potrebbero avere sul mercato, comprati alla Farmacia Misurino o in un’Erboristeria magica… L’ultima volta che mi è capitato di dare un’occhiata venivano: 16-17 Falchi al pezzo di fegato di drago, ma di solito lo si trova già tritato in contenitori da 3 Galeoni in tutto.
    La Tintura di Tormentil 15 pezzi a 2 Galeoni, stesso prezzo per l’Essenza di Cicuta, invece quella di Cowbane 25 pezzi a 2 Galeoni, ma queste erbe per esempio io le raccolgo nella foresta e me le lavoro da sola.
    Il secreto di Bundimun dipende dal quantitativo che si compra, di solito con la bottiglia da 4 Galeoni si fanno un po’ pozioni proprio perché è così potente che ne basta poco.
    - attese un attimo per poi rispondere anche curiosa domanda di Howard - Questa domanda andrebbe posta al vostro insegnante di Cura delle Creature Magiche, ma comunque non mi risulta proprio che ai draghi si rigenerano gli organi, soprattutto se sono stati esportati, hanno una rigenerazione alle ferite sorprendente Sì di solito. Gli ingredienti un po’ “particolari” di solito provengono da allevamenti approvati dal Ministero che rispettano specifiche e severe norme anche etiche sul benessere degli animali e l’abbattimento di queste creature solo in caso di necessità, infatti le scorte per materiali simili sono limitate e non ci vuole niente che non si possa creare una pozione perché alcuni ingredienti non sono reperibili in certi periodi dell’anno.
    Hidenstone è un’accademia facoltosa che può permettersi spese ingenti per l’istruzione dei suoi studenti, ma io per prima evito lo spreco d’ingredienti, soprattutto se deteriorabili come la carne e altre parti anatomiche fresche.
    Per questo selezioni accuratamente le lezioni da insegnarvi a seconda della disponibilità degli ingredienti.>>


    A malapena trattenne una risata sentita la curiosità di Erik sulla tossicità dei Doxy e possibili utilizzi alternativi, così si trattenne e si limitò a sorridergli mentre raccontava:

    << Un po' di tempo fa’ furono create, da dei simpatici burloni, degli snack, le “Merendine Marinare” che contenevano una dose di veleno di Doxy e, a seconda di quella che sceglievi di mangiare, ti faceva star male il giusto per mostrare i sintomi di un malessere da poter saltare una o più lezioni, ma non troppo forti, così da riuscire a prendere “lo snack-antidoto” che faceva passare i sintomi.
    Naturalmente sono state ritirate e vietata severamente la vendita.
    Anche perché avevano il pericoloso difetto che ogni persona poteva reagire in modo diverso, c’era chi soffriva meno e chi invece così tanto da richiedere l’intervento di altri per somministrargli l’antidoto, proprio come fossero stati morsi dalla creatura in carne ed ossa.
    Considerate che il veleno di Doxy fa sì parte del X (1°) raggruppamento di 3, quello più basso tra i veleni nocivi, ma se vi ricordate da una nostra precedente lezione, è nella posizione più alta, è il veleno limite oltre il quale si passa al XX (2°) gruppo. >>


    All'aneddoto sulle Merendine Marinare si collegò all'interrogativo di Jessica, a cui rivolse il proprio sguardo:

    << Certo, in natura ci sono antidoti potentissimi come le lacrime di Fenice e il sangue di Unicorno, ma a menochè lei non ne abbia uno in casa, non sono facilmente reperibili essendo creature alquanto “rare e speciali”.
    L’antidoto utilizzato per il morso di Doxy è l’Antidoto Polivalente per Veleni Comuni, lo studierete per il vostro compito a casa. E' di bassa e media tossicità e come detto prima, il veleno di Doxy è classificato nel X gruppo, sul limitare del XX, ma c’è un Antidoto Universale che tutti voi dovreste ricordare, una pietra magica rara e che per fortuna si può anche comprare per 10 Galeoni a Diagon Alley: il BEZOAR. Anche solo ingerito cura i veleni del XXX gruppo considerati i più letali tanto che non si trovano in natura.
    Qui in aula ho dei Benzoar pronti per voi nel caso vi venga la curiosità della vostra compagna di "assaggiare" le vostre pozioni anche quando vi dico di non farlo. Non fatelo e basta.>>


    Il dubbio grammaticale di Jesse le fece alzare un sopracciglio, eppure la sua scrittura si era sempre capita, una risata generale si sollevò dalla classe, così lasciò perdere e si limitò ad un'alzata di spalle:

    << No, Signorino Jesse, è Essenza di Cowbane.
    Ti consiglierei di venire prima la prossima volta e di metterti in un banco un po' più vicino alla lavagna...
    - nascose con la mano destra quella che stava diventando una risata, troppo contagiosa quella della classe per resistere... - Comunque posso capire il tuo ragionamento, ma purtroppo non è fattibile.
    A parte che è come distribuire trappole per topi in giro per casa nell’ottica del “nel caso entrino io le trappole le ho già messe”, pur non sapendo ne quando e ne se succederà di avere un’infestazione di Doxy. Il Doxycide serve a prevenire i loro attacchi e liberarsene, ma spruzzato in anticipo sulle tende non ha effetto…
    Questo perchè la pozione reagisce proprio sul corpo della creatura, quindi va spruzzata direttamente e perde efficacia nel giro di qualche ora, quindi siate veloci.
    Su un tessuto rischia di esser proprio inefficace o al massimo potrebbe stordirli se l’hai appena spruzzata quindi il drappo è ancora umido...
    Inoltre scoprirete presto che oltre ad esser color nero, è anche maleodorante, quindi non solo macchi le tende, ma le impuzzolentisci pure.
    Se però ci sono stati casi di Doxy magari dai vicini e rischiate che lo sciame venga cacciato da casa loro e si rifugi nella vostra, conviene esser pronti col filtro preparato, e se sentire ronzare nelle tende e arazzi, sapete che sono arrivati.
    Invece per evitare una re-infestazione di casa, lanciare delle protezioni sulle tende in cui si erano insediati e che quindi erano risultate a loro idee per metter su famiglia, è la scelta più sicura.
    Confesso caro Adam che per adesso non ne ho avuti di questi problemi, tranne quando ero più piccola nella casa di campagna della mia famiglia.
    Sicuramente un “Repello” potrebbe funzionare, bisogna chiedere alla professoressa di Incantesimi cosa consiglierebbe. Ci sono altri trattamenti che utilizzano materiali naturali tipo erbe, essenze ed altro, ma non sono così efficaci e duraturi come la magia, vanno rinnovati frequentemente soprattutto ad ogni lavaggio della tenda o arazzi.>>


    Non si aspettava tutti quei dubbi quando raccontò la storia del primo prototipo di Budge finito col dar fuoco non solo alla casa dell'uomo ma pure dell'intera isola.
    Alla domanda di Mia rispose senza tanti "problemi": << Mi verrebbe da pensare al Fegato di drago, provenendo da una creatura sputa-fuoco potrebbe aver reagito con gli altri ingredienti scatenando un’auto-combustione a contatto con i Doxy >> ma quella di Valentina la lasciò letteralmente spiazzata...
    Cosa potevano centrare le mezzeveele con quella pozione?
    Si era incuriosita alla razza della veela perchè aveva sentito così tante persone dire che la madre era bella come una di quelle creature da essersi incuriosita e aver voluto conoscere qualcosa di più, ma essendo tanto rare e poco inclini al mescolarsi con gli umani, non aveva mai preso "seriamente" la razza.

    << Credo che questa sia una domanda da porre al vostro professore di DCAO essendo Creature consenzienti, ma a mio parere personale non penso. Da quello che posso ricordare le veele hanno Sì una debolezza/affinità al fuoco a seconda se sono nelle sembianze umane o di arpia, ma questo è un filtro creato e perfezionato appositamente per i Doxy, infatti non prendono più fuoco com'era successo nel primo prototipo della pozione, ma restano storditi e paralizzati… Forse potrebbero provare irritazione alla pelle se in forma di donna, le arpie sono addirittura immuni al fuoco, ma sicuramente le mezzeveele, essendo solo in parte veela, avranno effetti ancora minori, magari nulli, sempre SE c’è un’effettiva reazione essendo stata studiata per le caratteristiche un'altra creatura ben diversa.>>

    All'ultima domanda di Cameron non seppe proprio come rispondere purtroppo. lei insegnava e aveva studiato (e creato) pozioni di ogni tipo, ma quelle già perfezionate da altri per un utilizzo come il Doxycide non sapeva dire a quale ragionamento era arrivato il creatore...

    << Se il primo tentativo del Signor Budge fece prendere fuoco ai Doxy, significa che sono particolarmente sensibili al calore e gli ingredienti utilizzati come il fegato di drago potrebbero insieme scatenare uno shock termico che li paralizza e stordisce, ma non ne sono sicura.
    Purtroppo cosa mangiano non lo so per certo, sono stati trovati arazzi mangiucchiati e tende bucate... So che si trovano in tutto il Nord Europa e il Nord America, visto che prediligono climi freddi. Si annidano nelle tende specialmente, meno nei divani che devono esser in case inutilizzate, coperti da quei teli contro la polvere che si vedono nei film degli orrori sui mobili delle case abbandonate.
    Perché prediligano tende e arazzi, comunque tessuti appesi non lo so…
    Mi dispiace, ma queste domande le dovrai fare anche te al professore di Cura delle Creature Magiche perché non è il mio campo…
    - ma con fare complice aggiunse sorridendogli - ...e ti confesso, che io stessa mi sono posta la domanda.
    Quando ti verrà data la risposta dall'insegnante, ti chiedo di venirla a riferire anche a me, perché mi toglieresti un grande dubbio e curiosità.>>


    Guardò la classe in attesa di altre domande o interventi.
    Non ricevendone, iniziò finalmente quella che preferiva: la prova pratica di Pozioni.

    << Perfetto!
    Ora vi mostrerò cosa dovete fare e appena avrò finito lo replicherete. Il procedimento comparirà sulla lavagna quando starà a voi.
    Mi raccomando, usate i guanti protettivi che sono sopra il solito mobile vicino i lavelli e cambiateli ogni volta che toccate un nuovo ingrediente.
    Oggi lavoriamo con sostanze velenose e acide, prestate attenzione e meglio non mescolare cose a caso sopra le vostre mani, possibilmente evitate proprio di sporcarvi.
    Iniziamo con la 1° Parte.>>


    Magicamente mosse il suo tavolo da lavoro in modo da potersi muovere tra quello e la cattedra permettendo di lavorare rivolta agli studenti che potevano vedere i suoi movimenti.
    Mise il calderone a scaldare accendo il fuoco sotto e tenendolo basso.
    Dopo aver infilato i guanti protettivi si diresse al lavello e prese una delle buste di carne dal contenitore con ghiaccio.

    << Il FEGATO DI DRAGOcome ho già anticipato è usato per molte pozioni curative. In ogni sacchetto c'è la carne già della giusta quantità che dovrete tritare col bel coltello affilato che avete sopra il vostro banco e il sul tagliere in pietra affianco.>>

    Subito si diresse al suo piano di lavoro e con destrezza e una precisione quasi millimetrica iniziò a tagliare la carne in fette così sottili che poi a tritarle divennero un "quasi invitante macinato" di fegato.

    << Vi faccio fare questo lavoro per primo perchè quando andremo ad aggiungere l'ingrediente prima, non ci sarà abbastanza tempo per tritarlo bene.>>

    Lasciò la carne leggermente sanguinolenta sul tagliere e prese una specie di cucchiaio-misuratore in pietra che permetteva loro di prelevare dosi di alcune sostanze senza bisogno della bilancia, utile se non era richiesta una dose perfetta dell'ingrediente. Col suo mortaio nell'altra mano, si diresse di nuovo ai lavandini e si inginocchiò.
    Un poco nascosta, vi era una teca piena di terra e al suo interno, una strana melma verdastra con molti occhi.
    Era rimasta in un angolo buio, sotto una cappa magica, ma quando dissolse l'incantesimo, si capì subito il motivo per non l'aveva subito mostrata agli studenti: una puzza di marcio e decomposizione si sparse nell'aria a gran velocità...
    Per fortuna Airwen aveva già attivato il sistema di ventilazione per non farli morire tutti da quell'odore nauseabondo.

    << Questo è un BUNDIMUN, un parassita, simile ad un fungo o melma verdognola, che si può trovare nelle case, mangia terra e il suo segreto e così acido da far marcire un'intera casa. Ne prendete 5 misurini e lo mettete nel mortaio. - così fece, lasciò vicino alla teca il cucchiaio cosìchè lo potessero usare anche loro e tornò al piano di lavoro - Lo schiacciate per bene fino ad ottenere abbastanza secreto da aggiungere 3 pipette nel calderone. Del resto della melma ve ne liberate nel contenitore apposito incantato che ogni coppia di banchi ha in mezzo a terra, è grande per entrambi.>>

    Si diresse al mobile vicino il focolaio col barattolo con dentro i gusci appuntiti di Streeler.

    << Lo STREELER è una lumaca che lasciata crescere all'età adulta diventa parecchio grande, in Africa se ne sono viste di giganti, ha la particolarità che il guscio, da vive, cambia colore su base oraria, e non sto scherzando! Lascia una scia velenosa tanto da bruciare erba e terra dove passa e gli spuntoni sul guscio sono a loro volta velenosi.
    Facendo attenzione a non pungervi, con le pinze, prendete 3 Streeler (questi sono piccoli, ci serve soprattutto il guscio) di medie dimensioni, li aggiungete al mortaio e li riducete ad una poltiglia per bene.>>


    Con energia ridusse in pochi minuti le conchiglie con ciò che restava della lumaca ad una pasta velenosa, per poi aggiungerne 2 misurini al calderone.

    << Mescolate 5 volte in senso ORARIO, poi riscaldate a bassa temperatura per 15 secondi. - aspettò il tempo necessario per poi continuare - Ora aggiungete il fegato di drago precedentemente tritato.>>

    << Mescolate 10 volte, in senso ANTIORARIO, senza fretta mi raccomando... Appena finito agitate la bacchetta e lasciate fermentare per alcuni minuti, poi agiteremo la bacchetta per concludere la 1° parte della pozione.>>

    Veloce iniziò a lavare i propri strumenti, mentre gli studenti finivano di scrivere e c'era chi bisbigliava per chiedere qualche passaggio perso per strada.

    << Ora la 2° Parte, "più facile" e veloce diciamo.
    Aggiungiamo 3 pipette di ESSENZA DI CICUTA detta anche Conium maculatum e mescoliamo 4 volte in senso Orario.
    Poi aggiungiamo 5 pipette di ESSENZA DI COWBANE detto anche Cicuta virosa>>


    Senza mescolare, prese direttamente la boccetta dal colore giallo intenso e continuò: << Questa volta non dovete mescolare. Aggiungete subito 3 pipette di TINTURA DI TORMENTIL , ricavato da un fiore la Potentilla erecta, piccolo e giallo che probabilmente tutti conoscete.
    Questa volta mescolate 9 volte in senso Antiorario.>>


    << Riscaldate ad alta temperatura per 16 secondi e appena passano agitate di nuovo la bacchetta.
    Lasciamo di nuovo fermentare.
    Infine agitate un'ultima volta la bacchetta per completare la pozione.>>


    Lentamente dalla lavagna scomparvero gli ingredienti e comparvero le due parti del procedimento.

    lezione-DOXYCIDE-con-procedura



    lezione-DOXYCIDE-con-procedura2



    << Ecco a voi il DOXYDICE, Filtro Doxycida!>>

    Il composto si presentava nero come la pece e di un odore decisamente maleodorante.

    << Ora dovete ripetere voi la Pozione. Se avete bisogno io sono qui per aiutarvi.>>

    Docente: AIRWEN O'NEILL
    Outfit: QUI
    code role © Akicch; - NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Benvenuti alla prova PRATICA di Pozioni!
    Ho risposto a tutte le vostre domande ma non infila di come mi sono state poste, per sapere la risposta vi toccherà leggere tutto!
    Mi scuso io perchè, se avessi spiegato gli ingredienti nella teoria e non nella pratica, forse alcuni dubbi non vi sarebbero venuti e alcune domande non ci sarebbero state.
    Per la prossima lezione saprò muovermi meglio.
    Spiegato il Procedimento della Pozione in tutte e 2 le parti, mi dispiace non esser stata molto descrittiva nei movimenti, ma non è che c'era tanto da scrivere a parte quello che già diceva a voce.
    Ora sta a voi ripeterla, se avete dubbi scrivetemi pure un MP o su Telegram!
    _Poichè il vostro PG potrebbe aver bisogno dell'aiuto della professoressa durante l'esecuzione (non essendo una "normale prova Pratica"), potrete mandarmi un MP spiegandomi di cosa avrebbe bisogno il vostro PG e valuterò se effettivamente necessita di un mio intervento, in caso affermativo, vi scriverò direttamente come si comporta Airwen e aggiungerete il pezzo direttamente (copia-incolla) nel vostro post, mettendo in modo chiaro la parte scritta da me distinta dalla vostra.
    Sotto spoiler aggiungerete la Nota in rosso che il post è stato concordato con la professoressa.

    Trovate la descrizione dell'aula QUI e nel 1° post ho indicato dove si trovano gli ingredienti che verranno usati.

    RICORDATE
    Vi chiedo un mini-riassunto, anche schematico, sotto spoiler o nel role code ma ben distinto dal testo ONGdr, delle azioni del vostro PG così da aiutarmi quando andrò a scrivere la mia risposta comprendendo quella di tutti voi.

    Criteri di Valutazione (Prova PRATICA di fine lezione):
    - Lunghezza del post (+ di 300 parole come da regolamento per punti Bonus)
    - Grammatica (un errorino può sfuggire, ma prima di pubblicare è sempre meglio rileggere)
    - Coerenza del PG , di quello che scrivete, con la materia di cui state seguendo la lezione, la spiegazione da me fatta (se avete dubbi, scrivetemi pure un MP)
    - Originalità (sempre ben accetta, soprattutto se rende la lettura del post piacevole e interessante)
    - Correttezza e Precisione nell'esecuzione della parte pratica
    - Onestà nello scrivere ciò che è stato spiegato e non quello che trovate su internet anche perchè potrei aver modificato qualcosa per motivi logici e pratici.
    - Impegno in generale

    SCADENZA: 31 / 03 ore 23:59
    NON verranno concesse prologhe.


    EDIT: Scadenza Posticipata al 31 per mia disattenzione nel non aver letto l'aggiornamento del regolamento per gli insegnanti

    Edited by LadyShamy - 25/3/2020, 21:23
     
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    Ascoltò con attenzione la risposta della professoressa, annuendo di tanto in tanto. Certo, lo supponevo. Grazie della risposta. Sorrise, ascoltando anche le domande con relative risposte che le avevano posto gli altri. Doveva tornare al suo solito regime di E; se avesse preso un'altra O, sarebbe davvero impazzita. Comportamento esagerato? Sicuramente, tuttavia adorava prendere bei voti.
    Ma non vedeva l'ora di cimentarsi in una prova pratica, sarebbe stato piuttosto interessante; soprattutto se si fosse trovata in casa quegli esserini, sebbene sperasse che ciò non sarebbe mai avvenuto.
    Ma finalmente le domande cessarono e la donna poté iniziare a dimostrare loro come si facesse quella pozione doxycida.
    Osservò anche ogni singolo procedimento con attenzione, sebbene non fosse proprio nei suoi programmi della giornata toccare quella carne schifosa con origini non ben definite.
    Ad ogni modo, si alzò per andare a prendere diverse paia di guanti così da averceli sempre pronti e non doversi alzare ogni volta per prenderne un paio di nuovi.
    Forse ne aveva presi troppi, ma era meglio averne in più; fatto questo, si avvicinò al proprio sacchetto, guardandolo. Davvero, chissà che carne era. Lo aprì e la tirò fuori, per poi afferrare il coltello con l'altra mano. Oh, era fegato di drago. Bello. Sbuffò e iniziò a tagliare i vari pezzi di carne come aveva fatto in precedenza la professoressa, ascoltando contemporaneamente quello che aveva da dire.
    Quando ebbe finito, si ritenne abbastanza soddisfatta del risultato. Poi magari non era venuto un buon lavoro e la pozione veniva male, ma intanto per lei poteva andare. Come quasi tutti i personaggi di questa narratrice, Jess non era tipa da chiedere aiuto, quindi decise di arrangiarsi... come veniva, veniva. Sebbene cercò di impegnarsi ad ogni passaggio per prendere il tanto agognato bel voto.
    La professoressa, comunque, si chinò verso i lavandini e... ben presto una puzza orrenda si sparse per l'aula... aveva nascosto un cadavere, là sotto?
    Preferì non pensarci, ringraziando i condotti di aerazione per non farli morire asfissiati.
    Come aveva fatto la professoressa in precedenza, afferrò il misurino, prendendone cinque e svuotandone uno ad uno all'interno del mortaio. Ma ora che ce l'aveva così vicino al naso... faceva ancora più schifo.
    Per fortuna era apparso il procedimento alla lavagna -che lei aveva repentinamente copiato- e poteva guardare ogni volta che voleva quali fossero i passaggi.
    Prese quindi il mortaio ed iniziò a schiacciare il parassita fino alla quantità indicata, dopodiché aggiunse le tre pipette nel calderone. Una volta finito ciò, prese i residui e li svuotò nel "cestino" che aveva tra il banco suo e quello di Mia, poi badò di buttare anche i guanti e metterne un paio nuovo, come aveva caldamente consigliato la prof.
    Afferrò quindi le pinze e prese i tre gusci di Streeler per poi buttare anche quelli nel mortaio ormai vuoto e iniziò a schiacciarli finché non si... polverizzarono? Era davvero soddisfatta di ciò che stava facendo fino a quel momento, che andasse bene o meno.
    Aggiunse al calderone ciò che doveva aggiungere e iniziò a mescolare in senso orario, contando con attenzione quanti giri faceva. Accese il fuoco e lasciò che si scaldasse per pochi secondi, poi aggiunse il fegato di drago. Si tolse anche quei guanti, indossandone un altro paio e mescolò in senso antiorario le volte richieste, con calma.
    Lasciò fermentare il tempo necessario, dedicandosi quindi alla pulizia di coltello, tagliere e così via.
    Ora, passato il tempo, avrebbe finalmente potuto eseguire la seconda parte. Prese le pipette e l'essenza di cicuta, aggiungendole al calderone per poi mescolare di nuovo e lentamente in senso orario. Altro cambio di guanti. Fece la stessa cosa con l'essenza di cowbane e non mescolò. Aggiunse la tintura di tormentil e mescolò nove volte in senso antiorario.
    Iniziò quindi a riscaldare nuovamente e contò i sedici secondi, agitando poi la bacchetta per far fermentare. Quando ebbe finito, la agitò di nuovo per completare la pozione.
    Finalmente aveva finito. Si tolse i guanti e li buttò, aspettando il verdetto della donna.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    All'udire quelle risposte, Valentina distorse la bocca in una parvenza di sorriso, ma i suoi occhi rimasero freddi e immobili come il marmo. La ragazza si era segnata le parole più interessanti della professoressa, compresi i prezzi dei vari ingredienti. Però non si ritenne completamente soddisfatta. Il veleno doxycida poteva uccidere sicuramente un umano data la presenza di cicuta. Tuttavia, un effetto diverso sarebbe stato molto più interessante.
    «Grazie mille» Quelle due parole scivolarono dalle labbra della strega intonando una morbida melodia e, subito dopo, anche il suo sguardo assunse una forma consona al sorriso. Dunque, attese la fine della spiegazione per cominciare la parte pratica.
    Proprio come aveva fatto la sua professoressa, Valentina mise il calderone a riscaldare a fiamma lenta nella speranza di raggiungere la temperatura ideale in tempi consoni. Dunque, si spostò verso il lavello per bagnare uno dei panni presenti nell'aula per poi sistemarlo sotto il tagliere di pietra. In questo modo l'attrito avrebbe evitato movimenti bruschi nel piano di lavoro, sopratutto durante una procedura complicata come la macinazione del fegato.
    Allora, tornò nuovamente verso il lavello per prendere più di una dozzina di guanti. Non voleva rimanere a secco perché ciò avrebbe comportato una perdita di tempo, nonché la seccatura di doversi spostare nuovamente.
    Dopo aver indossato quelle protezioni, si accinse a prendere una delle buste di carne contenente il fegato di drago che poi, con cura e rispetto per l'ingrediente, posizionò sul piano di lavoro.
    Tenendo fermo il fegato con la mano sinistra, lo tagliò a listarelle con un coltello corto ma affilato. Come le aveva insegnato sua madre, la presa cinse fra la lama e l'impugnatura, per essere quanto più stabile possibile. Dunque, ripeté il processo fino ad ottenere dei bastoncini più sottili. Allora la sua mano sinistra cinse un coltello più largo che la ragazza usò come guida, tenendo fermi i bastoncini, mentre il coltello più piccolo, delicatamente, cominciò a trasformarli in cubetti. Ripeté l'operazione più volte fino ad ottenere una consistenza simile a quella ottenuta dalla sua professoressa.
    Soddisfatta del suo lavoro, gettò i guanti in un cestino e poi ne indossò di nuovi. Fu allora che una ventata acicidognola la colse in pieno volto. Valentina si portò il gomito al naso per attutire quell'odore. Ma non ci riuscì. Fortunatamente, dopo qualche secondo, i sistemi di areazione resero l'ambiente meno malsano.
    Trattenendo la sua repulsione per quel parassita disgustoso, Valentina afferrò il suo mortaio fino a giungere alla teca da cui la professoressa aveva estratto l'ingrediente. Usando lo stesso cucchiaio, prese 5 misurini e li versò nel mortaio. Poi, nuovamente, tornò sul suo piano di lavoro. Qui, tenendo ferma con la mano sinistra il mortaio, strinse il pestello nella mano destra e iniziò a macinare il composto con movimenti circolari accompagnati da una leggera pressione. Normalmente, quando si usa un mortaio, è possibile anche tritare una spezia colpendo in rapida successione con una pressione maggiore. Ma questo avrebbe portato a degli schizzi che, data l'acidità dell'ingrediente, Valentina avrebbe voluto evitare. Quando il tutto fu pronto, la strega versò 3 pipette del composto nel calderone per poi gettare quello che era avanzato nell'apposito cestino.
    "Che spreco, magari lo avrebbe potuto usare lui." Pensò la strega, fissando con la coda dell'occhio il suo compagno di banco mentre, con fare emulatore, si apprestava a giungere al barattolo contenente gli Streelers. Usando le pinzette, ne portò tre all'interno del mortaio per poi tornare al piano di lavoro. Ancora una volta, la strega sfruttò il pestello per renderle poltiglia. Ancora una volta, si cambiò i guanti.Dunque, da quella pasta velenosa, estrasse due misurini che aggiunse al calderone.
    Mescolare cinque volte in senso orario, scaldare a fiamma bassa per quindici secondi, poi aggiungere il fegato di drago. Fissando il suo orologio da polso, si sentì leggermente in ansia, ma non vedendo ancora nulla andare a fuoco, poté ritenersi soddisfatta.
    Dopo aver versato il fegato, mescolò in senso antiorario dieci volte emulando i ritmi della docente. Dunque, attese i minuti necessari per poi agitare la bacchetta e concludere la prima parte. In quei secondi di calma, non rimase immobile, al contrario cercò di sistemare il suo piano di lavoro per renderlo più pulito possibile. L'ordine era essenziale.
    Quando fu il momento della seconda parte, Valentina capì di potersi rilassare. O almeno le parole della docente la persuasero a farlo. La strega aggiunse tre pipette di essenza di cicuta per poi mescolarla quattro volte in senso orario. Dunque aggiunse cinque pipette di essenza di cowbane. Senza mescolare, la strega aggiunse tre pipette di tintura di Tormentil, mescolando nove volte in senso antiorario.
    Allora alzò la temperatura, lasciando il composto a riscaldare per sedici secondi per poi agitare nuovamente la bacchetta in attesa della fermentazione. Concluse agitando un'ultima volta la bacchetta e il gioco era fatto. Anche la seconda parte aveva richiesto diversi cambi di guanti ma, gettando l'ultimo paio, la strega si sentì libera come il vento.
    Valentina attese impazientemente il giudizio della professoressa. L'idea di poter scacciare dei doxy non la interessava. Quella di avere avuto successo, si.

    CITAZIONE
    Narrato
    «Parlato»
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    Come on skinny love what happened here

    Prese appunti mentre la docente rispondeva alle sue domande e quelle dei compagni. Non aveva ottenuto esattamente la spiegazione che sperava circa la Cicuta, e sapeva che vi erano anche altri veleni tra gli ingredienti ma si appuntò di approfondire la conoscenza di ogni singolo componente, giusto per essere più preparata alla lezione successiva. Non apprezzò comunque l’appunto di Cameron sul fatto di uccidere i Doxy direttamente e gli lanciò un’occhiata. “Poverini, non meritano di morire…sono infestanti e velenosi, certo, ma se allontanati e tenuti a distanza non fanno male a nessuno.” osservò, da pacifista quale era.
    Mia non era il tipo di persona che accettava la possibilità di chiedere aiuto, era sempre impegnata a mettersi alla prova e cercare di fare tutto da sola, quando poteva, soprattutto in ambito scolastico. A meno che non fosse espressamente richiesto di lavorare in gruppo –cosa che comunque non le dispiaceva e che aveva anche trovato utile in più occasioni-, non era di certo il tipo che chiedeva supporto o appoggio da qualcuno, indipendentemente dalla difficoltà del compito assegnato. Sì, avrebbe cercato di portare a termine una qualunque istruzione, facile o meno, ma lo avrebbe fatto da sola, anche solo per dimostrare a sé stessa di esserne capace.
    SI mise quindi all’opera dopo aver minuziosamente appuntato il processo e cercò di seguire l’ordine corretto di ogni azione e il quantitativo giusto di ogni ingrediente, dopo aver indossato i guanti. Ora, non si reputava un tipo facilmente impressionabile e sapeva che nelle pozioni spesso bisognava utilizzare determinati ingredienti, ma non potè reprimere una mezza smorfia quando si trovò a dover lavorare con il fegato di drago. Sospirò piano e si fece forza, continuando a ripetersi che si trattava di carne normale, anche se Mia era più vegetariana che altro.
    Se pensava che il fegato di drago fosse un ingrediente difficile era perché non aveva ancora visto il Bundinum: l’odore le provocò un conato di vomito non indifferente, nonostante il sistema di aereazione attivo, e si sforzò di essere il più rapida ed efficiente possibile, liberandosi della melma in eccesso dopo aver riempito 3 pipette e averle messe nel calderone.
    Dopo quel che aveva appena fatto, prendere tre streeler di mezze dimensioni e pestarne il guscio le sembrò quasi una passeggiata, per quanto le dispiacque trattarli in quel modo ne aggiunse la polvere al mortaio e la lavorò con decisione e ne aggiunse due misurini al composto. Girò cinque volte in senso orario, riscaldò a bassa temperatura per 15 secondi –precisi al millesimo, controllò con attenzione il timer- poi passò a girare, con calma, 10 volte in senso antiorario e poi agitò la bacchetta prima di lasciare fermentare per qualche minuto.
    Agitò ancora la bacchetta per dare inizio alla seconda fase, in effetti più semplice come era stato detto dalla docente. Aggiunse tre pipette di Conium Maculatum, girò quattro volte in senso orario, e poi aggiunse 5 pipette di Cowbone, ben attenta a non mescolare di nuovo. Più velocemente possibile e cercando di non fare danni aggiunse subito tre pipette di Tintura di Tormentil e poi mescolò ancora una volta, nove volte in senso antiorario. In pratica aveva quasi finito: alzò la temperatura e lasciò riscaldare per sedici secondi, agitò la bacchetta poi lasciò fermentare e chiuse tutto il processo con un altro movimento sicuro della bacchetta.
    Aveva fatto tutto in ligio silenzio e osservò il suo composto: vedendolo così, comprendeva perché non fosse piacevole metterlo preventivamente in giro per casa ma solo all’occorrenza.


    Mia Freeman-SHEET-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

    [code by psiche]



    Risponde a Cameron Cohen , poi esegue la pozione seguendo i passaggi elencati dalla prof.
     
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    Ametrin
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Rimase in un certo senso sorpreso dal numero di domande che arrivarono alla docente e, nonostante fosse abituato a scene del genere, rimase a bocca aperta nel sentir la donna rispondere - quando poteva - in maniera esaustiva a ognuno di loro. Oltre che bella è anche intelligente. Sa proprio tutto della sua materia! Si ritrovò a pensare quando finalmente la professoressa arrivò alla risposta da dare all'ametrino. MA QUESTI BUONTEMPONI SONO DEI GENI! Anche io voglio queste merendine per saltare le lezioni di Difesa! Ovviamente sapeva che gli effetti collaterali del veleno non sarebbero bastate a fuggire all'ira di Ensor, tuttavia avrebbe potuto provare. Purtroppo però tale intenzione era impossibile da realizzare, poiché il ministero le aveva ritirate dal commercio. Uffina, lo sapevo!
    Prese appunti su appunti grazie agli interventi dei propri compagni e quando meno se lo aspettava ecco che giunse il momento della famigerata prova pratica. Finalmente è arrivato il nostro turno di darci da fare. Posò la penna sul bancone da lavoro e concentrò l'attenzione sul volto della docente.
    Ci sono: cambiare spesso i guanti, molta attenzione e seguire la ricetta. Obiettivo agganciato.
    Osservò con meticolosità il modo con cui la O'Neill si muoveva per preparare la pozione. Tutto ciò che faceva pareva farla con una facilità disarmante e ciò lo impressionava e incantava ogni volta. Non è facile tritare così finemente il fegato. Pensò, cominciando a stringere i pugni, preoccupato per quando toccherà a lui. Da ciò che poteva vedere la prima parte era ben più difficile della seconda e forse non aveva ben compreso un piccolo passaggi, distratto probabilmente dalla puzza che a un certo punto si levò in aula. in bocca al lupo. Sussurrò alla sua compagna di banco per poi andar a prendere diverse paia di guanti per non dover fare sempre sopra e sotto dalla sua postazione al mobile vicino ai lavelli.
    Accese il fuoco e per un solo istante chiuse gli occhi. Che bello il calduccio, però ho poco tempo! Indossò un primo paio di guanti, si armò di coltello affilato e liberò uno dei fegati a disposizione dalla busta in cui era sigillato. E' freddissimo! Esclamò, ottenendo probabilmente la sorpresa di nessuno. Insomma, era sigillato con del ghiaccio, era ovvio che fosse freddo. Ciò nonostante, alla vista così ravvicinata con quel pezzo di carne scosse la testa. Non ce la posso fare. Avvicinò il coltello e con la sua parte più tagliente affondò la carne sul tagliere in pietra, vedendo parte di sangue colare e liberando un odore non proprio piacevole. Credo di aver i conati. Socchiuse gli occhi e continuò a tagliare e per poco non si ferì un dito. Acciderbolina, devo far più attenzione. La prof crede in noi! Con maggiore decisione provò a farsi forza e a svolgere un lavoro quanto meno decoroso. Tagliava, sminuzzava, affettava, eppure aveva la strana sensazione di non aver fatto abbastanza. Sicuramente il composto che aveva avuto la docente era decisamente più curato del suo, tuttavia Erik aveva il grande limite di essere vegetariano ed era destabilizzato di fronte a dei pezzi di carne ancora in parte sanguinanti. Mai più la Doxycida!
    Lasciò la carne sul tagliere, si cambiò i guanti e abbandonò il coltello in favore del cucchiaio misuratore e mortaio. Si avvicinò ai lavandini, si chino giusto abbastanza da arrivare alla teca con la terra e a quella squallida melma verdastra con chissà quanti bulbi oculari. Giuro che ora vomito. La puzza nauseabonda gli stava per far venire un mancamento, nonostante il condotto di ventilazione fosse attivato. Lui era un licantropo e i suoi sensi erano più sviluppati rispetto ai suoi compagni di classe. Nuovamente agì con fretta, tuttavia questa volta riuscì a essere preciso: cinque misurini di bundinum vennero inseriti nel mortaio e con la mano dominante cominciò a pestare energeticamente e a gran velocità. Questa solitamente è la parte che mi viene meglio! Offrì un duro lavoro di polso, dopodiché col secreto ottenuto riempì tre pipe da inserire nel calderone e si liberò del resto della melma nel contenitore apposito che condivideva con Valentina. Si tolse i guanti, con la sinistra si asciugò la fronte e rivestì entrambe le mani con un nuovo paio. La parte peggiore dovrebbe essere passata.
    Prese il barattolo con all'interno i gusci di Streeler, impugnò una pinza e spostò tre gusci su un mortaio pulito. Proseguì a pestare, tuttavia questa volta non fu facile come prima. La melma in un certo senso lasciava componenti liquidi e aiutava il pestaggio, mentre le lumache decisamente meno. Li schiacciava con forza, facendo pressione contro il bordo del mortaio affinché potesse ottenere una poltiglia uniforme. In quelle circostanze bisognava lavorare di precisione, ragion per cui non dovevano esserci pezzi più solidi o troppo duri, altrimenti avrebbero potuto compromettere l'esito della pozione. Dal suo lavoro ottenne due misurini che vennero aggiunti al calderone, dopodiché mescolò cinque volte in senso orario e abbassò la temperatura della fiamma. Seguendo la ricetta doveva aspettare quindici secondi, tuttavia non potendo usare il magifonino non gli restò altro da fare se non contare e sfruttare quel tempo per leggere i passi successivi della preparazione. Al termine del quindicesimo secondo aggiunse il fegato che aveva tritato precedentemente e mescolò per ben dieci volte in senso antiorario senza troppa foga. Quando girava doveva impedire al liquido di lavorarlo troppo, ragion per cui serviva il giusto connubio tra dolcezza e efficacia.
    Agitò la bacchetta, lasciò fermentare per qualche minuto e intanto rivolse lo sguardo ai suoi compagni di corso per capire a che punto fossero. Con lo sguardo cercava Jesse per potergli augurare buona fortuna, successivamente si rivolse a Valentina. Io ho quasi terminato la prima parte, posso aiutarti? Ok, stava cominciando a diventare molesto, così dopo aver rivolto quelle parole attese con calma il tempo restante, dopodiché agitò la bacchetta e concluse la prima parte della pozione.
    La seconda parte cominciava con l'aggiunta di tre pipette di essenza di Cicuta al composto che stava ottenendo e con la stessa attenzione di prima mescolò per ben quattro volte in senso orario. Il prossimo passo riguardava l'essenza di Cowbane e di questa servivano cinque pipette. Come mai così tante rispetto alle altre? Forse ha un effetto meno forte! Pensò ingenuamente il giovane Erik, cercando poi la boccetta di colore giallo. Eccoti qua! Conteneva la tintura di Tormentil e con essa riempì tre pipette che finirono nel calderone. Sospirò, forse vittima della stanchezza, dopodiché girò per ben nove volte in senso antiorario. Ci siamo quasi! Alzò il fuoco per raggiungere un'alta temperatura e contò fino a sedici. Dopodiché agitò la bacchetta e lasciò fermentare. Fu dopo qualche minuto che agitò nuovamente la bacchetta e alzò la mano. Professoressa, credo di aver finito!



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    Ametrin
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    Adamas Vesper
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    La penna volava sul foglio mentre Adamas prendeva alacremente appunti: in quel modo, il tempo per pensare effettivamente a ciò che veniva detto era poco. Sarebbe stato necessario rileggere gli appunti sui Doxy e sulla teoria della pozione più tardi; l’unica cosa che gli era chiara era la tacita minaccia di ciò che sarebbe potuto accadere se avesse aggiunto troppo fegato di drago.
    ‘Ecco, magari evitiamo di finire flambé tutti quanti… OH NO! Speriamo che Blake non esageri… o rischiamo davvero molto…’
    Arrivati alla parte pratica della lezione, Adamas continuò imperterrito a prendere appunti, soprattutto riguardanti gli ingredienti. Prima avrebbe dovuto tritare il fegato di drago: non poté nascondere il leggero disgusto sul suo volto, ma ogni tanto sapeva che doveva scendere dal suo piedistallo di ragazzino viziato e rimboccarsi le maniche.
    L’elenco degli ingredienti disgustosi pareva non ancora finita, visto che avrebbero dovuto avere a che fare con il Bundimun e lo Streeler. Quasi quasi, il fegato di drago non era la cosa peggiore. Avrebbe sicuramente seguito il consiglio della professoressa sull’uso dei guanti, se non altro per non essere disgustato dal tocco con quegli ingredienti.
    ‘Questa è la parte peggiore di Pozioni...'; non poteva certo dire una cosa simile ad alta voce nel mondo dei maghi, ma non sarebbe mai stato sicuramente un pozionista. Sapeva giusto fare buon viso a cattivo gioco per la durata delle lezioni, ma nulla più.
    Tritò il fegato di drago il più finemente possibile, per quanto fosse ingombrato dai guanti che, sporchi di sangue, rendevano tutto più scivoloso. Doveva mantenere la presa salda, per evitare di aggiungere un dito come ingrediente.
    Si recò quindi a prendere i cinque misurini necessari di Bundimun, per pestarli nel mortaio: l’olezzo che sprigionava quella fanghiglia era abbastanza forte da assicurargli un digiuno fino a sera. Se i suoi compagni avessero saputo quanto gli faceva ribrezzo quel compito, probabilmente l’avrebbero preso in giro.
    ‘Da quando sono così snob...? Non me n’ero mai reso conto…’: alcuni avrebbero detto con la puzza sotto il naso, e in quel frangente avrebbero avuto ragione da vendere.
    Aggiunse le tre pipette richieste al calderone, prima di buttare i resti del Bundimun con immenso piacere (come se la colpa dell’odore fosse della creatura).
    Mise quindi con cautela tre Streeler nel mortaio (che, se fosse stato animato, si sarebbe probabilmente chiesto quale punizione divina lo avesse costretto a quel tormento). Lo scricchiolio dei gusci che venivano frantumati era quasi divertente… mentre non si poteva di certo dire lo stesso dell’aspetto della poltiglia ottenuta. Aggiunse i due misurini della pasta di veleno nel calderone, mescolando cinque volte in senso orario.
    Senza perdere un secondo, riscaldò il composto a bassa temperatura per cinque secondi, cronometrandoli sull’orologio da polso che aveva ricevuto per il suo diciassettesimo compleanno, come tradizione tra i maghi, l’anno prima. Aggiunse quindi il fegato di drago sminuzzato (‘Bleah…’), per poi mescolare nuovamente, ma in senso antiorario, per dieci volte. Agitò dunque la bacchetta, lasciando fermentare il composto mentre tirava un sospiro di sollievo, lieto di non dover più toccare melme maleodoranti o lumache tossiche. Quando gli parve che la fermentazione fosse sufficiente, agitò nuovamente la bacchetta.
    ‘Ottimo… la seconda parte sembra meno schifosa… grazie agli dei.’
    Con un modo di fare più leggero, aggiunse dapprima le tre pipette di Essenza di Cicuta, mescolando per quattro volte in senso orario, per poi aggiungere l’Essenza di Cowbane; senza perdere tempo, aggiunse la Tintura di Tormentil, quindi mescolò nuovamente per nove volte in senso antiorario. Ad ogni passaggio ringraziava di poter guardare alla lavagna il procedimento: non avrebbe mai ricordato tutti quei passaggi da solo, altrimenti.
    Riscaldò per l’ultima volta ad alta temperatura, cronometrando nuovamente i sedici secondi, prima di eseguire gli ultimi tre passaggi.
    All’ultimo sventolio di bacchetta, si asciugò con la manica la fronte leggermente imperlata di sudore, prima di sedersi di fianco alla pozione.
    La guardò, sperando di vedere lo stesso color pece.
    ‘Beh, l’odore è decisamente nauseabondo… almeno per quello ci siamo…’; certo, aggiungendo marcio alla muffa non si poteva di certo ottenere una colonia francese, no?
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Dioptase
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Si ritenne molto soddisfatto delle risposte ricevute dalla docente, annotando con precisione quello che lei gli aveva appena riferito. La capacità di assorbire le nozioni di Howard era particolarmente sviluppata, anche perché apprezzava in maniera particolare lo studio in generale, ritenuto basilare per raggiungere altissimi livelli di padronanza di varie discipline. Iniziò a segnare di conseguenza anche tutti i procedimenti eseguiti dalla docente, costruendo una tabella nella quale scriveva tutto ciò che doveva fare in sequenza da un lato, ed eventuali note teoriche poste dall’altro lato in maniera molto precisa ed ordinata. Aveva tutto sott’occhio, gli serviva solamente iniziare l’effettiva preparazione della pozione quando la docente diede loro il via per poter iniziare.
    Seguendo i movimenti della docente, Howard accese il fuoco disposto al di sotto del calderone, modulando la fiamma in maniera tale da tenerla bassa. Quel movimento fu seguito da un paio di gesti precisi e netti che il ragazzo utilizzò per infilarsi i guanti, dirigendosi successivamente con la sua camminata particolarmente eretta ed impostata presso il lavello, prendendo saldamente ma con una presa ugualmente delicata e moderata il sacchetto con il fegato di drago sottovuoto. Lo tenne in mano per tutto il tragitto di ritorno al proprio tavolo, andando successivamente ad aprire quella confezione e ad estrarre il fegato di drago stesso. Dopo averlo posto sul proprio banco, il ragazzo ascoltò le parole della docente ed accennò un lievissimo sorrisino: Howard era abituatissimo ad eseguire i movimenti relativi alla tritatura degli alimenti per via della sua viscerale passione per la cucina, che automaticamente trasponeva tale passione anche a livello pozionistico. Il ragazzo, difatti, mise sul proprio tagliere il fegato di drago, e dopo averlo ‘sfilettato’ in alcune fettine sottilissime, replicando i movimenti della docente, iniziò immediatamente a tritare con movimenti decisi, netti e precisi quel fegato, tentando di ottenere una consistenza che fosse il più conforme possibile a quella della docente, che sembrava quasi come fosse del macinato. Ecco che pose il fegato di drago tritato di lato, lasciandolo lì perché lo avrebbe utilizzato successivamente, andando a cambiarsi i guanti come aveva suggerito di fare la docente tra il trattamento di un ingrediente e l’altro. Copiò le mosse della maggiore, prendendo sulla propria mano sinistra l’apposito mortaio, mentre nella destra teneva saldamente il misurino che avrebbe dovuto utilizzare per prendere il Bundimun da schiacciare con lo scopo di ottenerne tre pipette di secreto. Non appena la docente eseguì la mossa di scoprire quella specie di melma verdastra, l’incredibile tanfo che fu comunque modulato dal condotto di ventilazione spinse ugualmente Howard ad arricciare il naso, strizzando anche gli occhi per via di quell’olezzo pungente e forte. Tenendo fedelmente i nervi saldi, il Dioptase andò immediatamente a prelevare cinque misurini di quella melma verde, inserendoli opportunamente all’interno del mortaio e dirigendosi successivamente al proprio banco dove, con la solita classe ed i movimenti eleganti ma dalla moderata potenza, iniziò a schiacciare quella melma con il pestello, percependo il secreto uscire da essa stessa. Una piccola smorfia si dipinse sul volto del ragazzo, che prese immediatamente a trasferire con accuratezza tre pipette di secreto di Bundimun al calderone, liberandosi della rimanente parte di melma andandola a svuotare in un in un contenitore incantato apposito che era situato proprio accanto a sé, ripulendo successivamente il mortaio da eventuali scorie.
    Prese immediatamente un altro paio di guanti, cambiandoli con quelli precedenti, andando successivamente a prendere con delle pinzette dei gusci medi di Streeler, come aveva indicato la docente, riponendoli all’interno del mortaio che aveva portato con sé. Tornò al posto rapidamente, il ragazzo iniziò a pestare i gusci delle lumache con quello che rimaneva delle lumache stesse, in maniera tale da ridurli per bene in una poltiglia velenosa, quasi come fosse una pasta, aggiungendone due misurini all’interno del calderone con estrema cura. Un piccolo sorrisino venne accennato dal ragazzino, per poi schiarirsi appena la voce senza tuttavia portare le mani vicino al viso, e dopo aver cambiato i guanti per poterne usare un paio pulito, il ragazzo iniziò a mescolare in maniera molto precisa e decisa in senso orario, restando attendo a non far uscire il composto dal calderone, e fece tale processo per cinque volte, riscaldando il composto successivamente per quindici secondi misurati in maniera cronometrica. Senza fretta, poi, iniziò a mescolare il tutto per dieci volte in senso antiorario, sempre mantenendo la mano ferma e ben elegante, tentando di non far sbordare il composto al di fuori del calderone. Sfarfallò con le ciglia dopo aver terminato l’ultimo giro, per poi agitare la bacchetta e far fermentare la pozione per alcuni minuti, completando in seguito la prima fase della pozione con un altro movimento di bacchetta, agitandola in maniera decisa.
    Adesso avrebbe dovuto concludere la pozione, eseguendo la seconda parte: con i movimenti che lo contraddistinguevano per eleganza, il ragazzo aggiunse inizialmente tre pipette di essenza di Cicuta e, successivamente, cinque pipette di essenza di Cowbane; questa volta non avrebbe dovuto mescolare, e cercò anche di aggiungere in maniera piuttosto veloce e decisa le tre pipette di tintura di Tormentil, sempre dando il giusto peso all’attenzione e alla cura con il quale tentò di inserire i tre ingredienti all’interno del calderone. Accennò un sorrisino finale, dato che adorava la pratica pozionistica, andando successivamente a girare per nove volte il senso antiorario con modo preciso. Iniziò a riscaldare ad alta temperatura per sedici secondi, così da eseguire anche quel passaggio della pozione, agitando la bacchetta e lasciando fermentare nuovamente la pozione. In seguito al processo di fermentazione, infine, il ragazzo agitò un’ultima volta la bacchetta per terminare la pozione, sperando che fosse divenuta di un nero pece e che possedesse un olezzo maleodorante. “Ho terminato la preparazione, professoressa.”
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    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Il più moro degli ametrini era certamente un pacifista (anche parecchio fifone), ma Jesse non era certo fosse tal signorino Adam 'Sì, insomma, quello è l'amico di Eva... lui è Adamas, tipo il materiale' il ragazzo posò la guancia sulla mano ascoltando la docente districarsi da mille ed una domanda (cui lui stesso aveva partecipato in maniera attiva), uscendone discretamente viva e soprattutto sommergendoli di informazioni 'Cavolo... ma non si stanca mai?' pensò lui ammirato dalla dedizione che ci stava mettendo, tale per cui nonostante la mole ella si perdeva in ogni singolo dettagli, rendendo chiaro quanto fosse per lei importante essere precisa.
    Era qualcosa che rispettava e, forse ancora di più, invidiava 'Io sono un gran casinista!'
    Insomma, la mezza-veela stava dimostrando come fosse molto più di una minigonna ammiccante quel giorno, stupendo il ragazzo con quella dedizione che lui tanto rispettava, apprezzando anche come cercasse di alleggerire il suo monologo con aneddoti e battute, cosa per cui le fu grato per tutta la vita.
    O meglio, almeno finché non rispose alla sua domanda, quando per una incapacità del ragazzo di leggere la calligrafia della docente (e la sua idiozia nel non consultare il libro di testo) generò una risposta piccata che lo etichettò in un colpo solo come scaldabanco e ritardatario, accolta da una fragorosa risata.
    'Io sono qui solo per Blake!' fortunatamente Jesse non aveva il carattere esplosivo del suo migliore amico, quindi avvampò violentemente e piegò in avanti il capo, desiderando solo sprofondare, odiandosi con tutto sé stesso 'Perché non sono stato zitto?!' si sapeva solo dire, ascoltando con un certo distacco l'accorata risposta di lei al suo cruccio, cui lui annuì più per dovere che per reale comprensione, sprofondando poi nel proprio limbo di vergogna 'Ho solo chiesto cosa fosse: non leggevo. Non sono cieco, ci vedo benissimo, sono un buon tiratore al poligono!' pensava lui, incapace di cambiar colore o anche solo rallentare il battito cardiaco, imprigionato da quelle orride sensazioni che aveva creduto di aver lasciato al ragazzino di Hogwarts.
    Non ascoltò le risposte ai mille dubbi di Mia, né quanto ne seguì, perso a sentirsi un fallito, anzi, un illuso 'Non è cambiato un cazzo. E' solo che ho accanto Blake e nessuno se né mai accorto!' il che poteva anche avere un senso, visto che il biondino pareva capace di attirare l'attenzione persino delle divinità egizie.
    Si chiuse in sé, nel proprio dolore e nella propria crescente rabbia, che fece capolino, sottovoce, solo in una condizione "Si chiama Adamas, non Adam" ringhiò lui "A lei però non ridono eh?" aggiunse, sentito probabilmente solo da Blake.
    Forse anche quelle piccole reazioni segnavano come lui si stesse sbagliando e fosse, nel bene o nel male, davvero cambiando: certo, aveva fatto una figuraccia, e certo, ci era rimasto malissimo, uscendone balbettante e rosso come un peperoncino piccantissimo, ma in lui stava anche crescendo la rabbia in risposta al suo senso di rivalsa, così come era anche vero che non aveva mai accettato la verità della donna, preferendo difendere, nonostante tutto, i propri principi e le proprie scelte.
    Anche solo un anno prima non sarebbe successo, ma questo non lo capiva Jesse, figuriamoci se una docente impegnata come Airwen avrebbe mai anche solo potuto immaginare un simile sconvolgimento nel suo cuore: c'erano cose più impellenti per tutti loro, come imparare a realizzare un doxicida che non fosse letale anche per loro.
    Sospirò e prese il proprio quaderno nel mentre ella spostava il bancone per gestire al meglio lo spazio, iniziando poi a prendere appunti non appena iniziò a favellare: aveva detto che sarebbe apparso tutto alla lavagna, ma Jesse era soggetto a fuga di idee ed aveva imparato a sue spese come lo stare con le mani in mano equivalesse per lui in perdersi nel suo fantastico mondo fatato.
    Segnò la fase con un numero e iniziò un elenco puntato delimitato da un trattino, definendo ogni ingrediente con l'animale/pianta corrispondente e andando poi via via a definire i passaggi, riassumendo in maniera grafica, per quanto possibile, ciò che stava suggerendo la donna: era così che 2 misurini erano delimitati da un bassa conchetta preceduta da un due, mentre le pipette erano due linee verticali, il fuoco moderato era una ^ e due di esse in fila indicavano un fuoco moderato, mentre un 5 con una freccia sopra che indicava la destra rappresentava cinque giri in senso orario.
    Ovviamente tutte quelle abbreviazioni erano utili fino ad un certo punto e anzi in alcuni casi erano anche meno convenienti di certe sigle puntate, ma Jesse si divertiva anche così ed infatti, lentamente, sul suo volto tornò un piccolo e timido sorriso: si era perso nei suoi autismi, e quando poteva renderli comunque utili era felice.
    Segnò tutto, ma quando apprese come fosse appena conclusa la fase 1 gemette 'Oh no, ma quanto è complicata?!' parecchio, ma non molto di più di quanto scritto, almeno a detta dell'avvenente docente, che in effetti dimostrò una certa trasparenza, poiché aggiunse pochi e semplici passaggi 'Meno male' trasse lui un sospiro di sollievo, appuntandosi il tutto sul retro del foglio, per distinguere quelle due fasi in maniera assoluta, o, meglio, in maniera autistica.
    Tracciò una linea con sotto un punto, che per lui indicava la bacchetta (da agitarsi), poi alzò lo sguardo ancora una volta, scoprendo finalmente come lo show cooking si fosse concluso e fosse ora il loro turno darci dentro.
    'Uh... ok!' pensò lui, lievemente in ansia, risistemando il foglio ed alzando lo sguardo, incrociando quasi magicamente quello di Erik 'Sincronia perfetta' pensò lui, aprendo un dolce sorriso alla sua persona, dando poi una gomitata all'altra sua persona "In bocca al lupo Blake!" propose lui, tendendo all'altro il suo catalizzatore, indispensabile per quella pozione, sia per affetto, sia perché non intendeva essere interrotto durante la preparazione, avendo lui tutta una serie di rituali autistici che cominciavano proprio con una magia.
    "Wingardium Leviosa" propose lui, oscillando a tempo la bacchetta come aveva imparato anni prima, nel tentativo di far levitare il foglio, guadagnando spazio sul banco di lavoro nel mentre aveva il proprio elenco più a portata di colpo d'occhio, così come la lavagna 'Almeno controllo di non perdere pezzi' si disse lui spacchettando il fegato. Ma fermandosi dopo un istante 'I guanti!' si disse lui allarmato.
    Si lavò le mani e poi indossò i guanti protettivi e mise il calderone sul fuoco come indicato nella ricetta, riprendendo infine da dove aveva interrotto e sbattendo l'inusuale pezzo di carne sul tagliere, ove iniziò a farlo a striscioline e poi a cubetti così fini da farne un tritato, un po' come aveva visto fare alla donna.
    'Il fegato ha una consistenza del cavolo...' si disse lui dopo averlo tastato ed aver avuto conferma di quel suo ricordo che però non riusciva ad afferrare 'Italia? Quando la mamma si era fissata di voler imparare la cucina locale e farci video sopra e sotto era tutto un tripudio di insulti e bestemmie tricolori?'
    Sì, ecco, diciamo che c'erano molte ragioni che spiegavano il disagio dilagante nell'aspirante marine, e molte di esse facevano capo all'attività lavorativa della madre (era una influencer). Lui comunque non la vedeva così e non la odiava per queste ragioni, anzi, ne conservava un bel ricordo: lavorò alacremente per ottenere il tritato fino, che poi mise da parte 'Senza cipolle purtroppo, quindi non sarò alla veneziana' e lo fece con un ampio sorriso, che fu interrotto dalla sorpresa di quel pensiero 'Uh sì, allora era proprio la fase Bella Napuli' realizzò, facendo rapidamente spallucce e proseguendo nelle lavorazioni, dopo essersi assicurato di aver messo al sicuro il tritato di fegato e di averlo un minimo coperto.
    'Ora ci vorrà coraggio...' e di quello, per fortuna, ne aveva da vedere. Trasse un profondo respiro, fino a gonfiarsi le guance, poi si tappò il naso e aprì quell'inferno olfattivo che sapeva essere il Bundimum, nel quale affondò senza troppi complimenti il dosatore prendendone, come leggeva poco sopra, cinque unità 'Scusa amico, ma sei come i miei calzini dopo l'allenamento: radioattivo!' si disse lui, ricacciando quell'orrore da ovunque fosse uscito.
    Si allontanò di qualche passo, prese un profondo respiro, ringraziò la ventilazione solerte che già lo aveva salvato durante la dimostrazione e tornò al posto, camminando decisamente 'I'm waking up to ash and dust' si disse lui, camminando a tempo 'I wipe my brow and I sweat my rust' e a quel punto afferrò il pestello, iniziando a schiacciare il melmoso ingrediente 'I'm breathing in the chemicals'
    Il parlare di radioattività lo aveva portato a mettersi una colonna sonora in testa, che lo accompagnò piacevolmente lungo quella fase impegnativa ma ripetitiva, che richiedeva il comprimere l'ingrediente in maniera omogenea fino ad ottenere il secreto necessario per proseguire la ricetta.
    'Ok... ok... devo respirare!' si disse lui, odiandosi e odiando lo stesso gesto di respirare in quel puzzo maleodorante, tuttavia tenne duro e proseguì i propri gesti, fermandosi solo quando la poltiglia era ormai così liquida da poter essere catturata da delle pipette da laboratorio.
    Ne mise tre dosi piene nel calderone, poi gettò via senza troppi complimenti il resto "Carico tosso in discesa...." sussurrò al suo amico, gettando via gli scarti di bundimum, non poco sollevato dalla cosa.
    Risciacquò il mortaio e quindi, con delle pinze, afferrò tre conchiglie di Streeler 'Forza, camaleonte delle lumache: io scelgo voi!' si disse lui, tornando presto a canticchiare la canzone degli Imagine Dragons, nel mentre, nuovamente armato di pestello, si metteva polverizzare quei poveri insetti, reggendo con la destra lo strumento e con la sinistra il mortaio, che al bisogno piegava allo scopo di fargli generare più semplicemente pressione in certi punti, o incastrando in maniera appropriati alcuni coriacei pezzi per spezzarne il nerbo una volta per tutte.
    Se prima aveva impiegato un moto verticale, con gli Streeler scelte un moto più rotatorio, pressorio, cercando di rompere i gusci con un rumore abbastanza agghiacciante andando poi man mano a farlo in briciole sempre più fini, fermandosi solo quando il tutto si fu unito in una sorta di pasta velenosa.
    Prese due misurini di quel composto, poi il cellulare dalla tasca, che mise sul bancone in un punto pulito. Mise la pasta venefica nel calderone e cominciò a contare cinque volte nel mentre girava il composto in senso orario, al che si fermò e premette il suo cellulare, avviando un cronometro ed abbassando la fiamma, afferrando poi il fegato triturato, che unì al resto allo scoccare del quindicesimo secondo.
    Compì dieci rotazioni in senso antiorario per unire il composto, poi agitò la bacchetta una prima volta. Osservò l'ora sul cellulare e iniziò un attimo a mettere ordine, gettando gli scarti e lavando il mortaio.
    Quando ebbe fatto si accorse che erano trascorsi cinque minuti e decise che fosse un tempo sufficiente per afferrare nuovamente il catalizzatore 'Fase uno... conclusa!' un sospiro, gli occhi socchiusi ed agitò la bacchetta, pregando vivamente che tutto quel lavoro non fosse andato sprecato per qualche stupido errore, che sarebbe stato terribilmente nelle sue corde.
    Riprese partendo dalla cicuta, di cui gli occorrevano tre pipette: le mise nell'intruglio versandole in tre unti distinti che andavano a formare i vertici di un triangolo equilatero (come già detto, aveva i suoi autismi), quindi la unì al resto con quattro mescolate in senso orario, al che, finalmente (?) poté incontrare il suo tanto amato cubone, ai più noto come Cowbane 'Cattivo pokemon orfano!' pensò lui, piantando la pipetta manco fosse un coltello, iniziando il primo di cinque prelievi, che versò disegnando una stella, cui fece seguito un secondo triangolo equilatero, ma col vertice verso il basso, a disegnare, col precedente, una sorta di stella a sei punte.
    'Uh, due stelle, fico! Magari mi vinco anche una O in astro!' pensò lui, poco convinto, iniziando nove rotazioni in senso antiorario, lente e profonde, cercando di smuovere il liquido quanto più possibile, terminati i quali dovette alzare la fiamma e far ripartire il suo fido cellulare.
    'Ok... avrò fatto un secondo di ritardo... ha detto di farlo immediatamente, quindi duh, quando scatta il quindici... si ecco... diciamo che un secondo l'ho perso e lo abbuono... ok... credo... spero' puntò la bacchetta e attese, poi quando vide apparire il 15 tanto atteso trattenne il fiato e ruotò la bacchetta.
    ''Doh! il suo primo istinto fu dirsi che avesse agito troppo frettolosamente; il secondo fu dirsi che avesse tardato troppo, come suo solito.
    Il terzo fu rassegnarsi che lo avrebbe capito la docente e non certo lui 'Sì, insomma, pozioni è così... tu fai e loro capiscono tutto... e pure che cavolo hai sbagliato!' rifletté lui, lanciando uno sguardo al suo magifonino e sedendosi un attimo nel mentre lasciava la pozione fermentare così come raccomandato dalla docente.
    Riprese fiato e lasciò i minuti passare. Lavò le pipette, sistemò ancora il bancone poi, nuovamente, dopo circa sei minuti, ritornò davanti al calderone 'Che il cielo me la mandi buona, che un'altra predica non la reggerei oggi!' si disse lui, agitando il catalizzatore per l'ultima volta, sperando che il liquido nero soddisfacesse la docente.
    RevelioGDR

    Jesse si deprime e poi si chiude nel suo autismo in cucina
     
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