1° Lezione Biennio_POZIONI

[Marzo]

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    1° Lezione Biennio__POZIONI
    Argomento lezione: DOXYCIDA

    k5mWRWv

    Il silenzio di quella mattina permeava nell'aula dal pomeriggio precedente quando erano finite le lezioni.
    Un tenue sole illuminava la stanza coi suoi raggi, entrando dalle alte vetrate, peccato che fosse finto. Infatti le finestre incantate riflettevano il paesaggio e il tempo all'esterno dell'edificio, ma in verità dietro vi era solo la fredda pietra della parete, non poteva aprirle per far aleggiare la classe, per quello vi era il condotto di areazione ben studiato da chi costruì l'accademia, scegliendo di collocare l'aula nei sotterranei proprio come lo era ad Hogwarts (chissà perchè...).
    Aveva deciso di aggiungere quelle finestre magiche per far sentire più a loro agio gli studenti, non voleva che potessero sentirsi oppressi dall'esser sottoterra... come poi non voleva sentirsi lei stessa, amante dell'aria aperta e della natura (infondo era pur sempre Druida a Denrise).
    Guardava il paesaggio creato da quella dolce illusione, i campi verdi erbosi lasciavano che lo sguardo si perdesse fino ad incontrare una lontana foresta.
    Illuminata dal sole di un tardo inverno, che purtroppo non la scaldava, a riscaldare l'ambiente c'era il focolaio già acceso e scoppiettante.
    Dopo i recenti avvenimenti col Signorino Barnes, era stata un attimo in dubbio se accenderlo, ma voleva fidarsi del suo cambiamento e i relativi tentativi, e poi era necessario per la lezione. Ugualmente lo avrebbe tenuto d'occhio, soprattutto se intenzionato a sedersi proprio in quella zona.

    Strumenti e ingredienti erano già pronti all'uso, ognuno sul proprio ripiano di lavoro o in contenitori e bacheche appositamente scelti per garantirne la sicurezza e conservazione.
    Gli studenti, entrando, avrebbero trovato: coltelli affilati con tagliere in pietra e mortai con pestello sopra ogni banco, un contenitore leggermente sporco di sangue nel lavandino con al suo interno ghiaccio e buste sigillate sottovuoto con quella che sembrava carne, un grande barattolo pieno di "conchiglie" sul ripiano poco distante dal fuoco, e infine vi erano delle boccette di diversi colori e consistente (giallo acceso, verde chiaro stranamente denso, bianco lattiginoso e verde pastello molto pallido), appoggiate su di un basso mobile, poco distante dalla cattedra della professoressa, affianco ad una teca in vetro trasparente al cui interno se ne potevano vedere altre dall'aspetto, forma e dimensione più disparata.
    Su ogni ampolla vi era un'etichetta scritta a mano in bella calligrafia, col nome dell'ingrediente in latino e a volte anche un disegnino.
    Il libro di testo da Airwen scelto "Mille Pozioni per Mille Utilizzi" poggiava poco distante vicino ad alcune pergamene in parte scritte, in parte ancora bianche.
    La giovane docente attendeva la sua prima classe della giornata, ma era forse quella più imprevedibile di tutto il corso, con gli studenti dal carattere più differente e, ad esser sinceri, anche curioso.
    Un sorrisetto le sfuggì, al pensiero della sorpresa che aveva loro riservato per quella lezione.
    Docente: AIRWEN O'NEILL
    Outfit: QUI
    code role © Akicch; - NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Benvenuti alla 1° lezione di Pozioni!
    Orario di lezione diciamo prima mattinata, ore 10:00 quindi avete già avuto almeno una lezione quindi sono accettati brevi ritardi.
    Appena avrò concluso il programma, provvederò a pubblicarlo insieme ai relativi libri di testo, per adesso utilizzerete l'unico da me accennato "Mille Pozioni per Mille Utilizzi" .

    Trovate la descrizione dell'aula QUI

    Potete iniziare il vostro ingresso in aula come meglio preferite, potete andare dritti al vostro posto, commentare come vi sembra il singolare arredamento chiaramente celtico-druidico, notare gli strumenti e ingredienti già preparati...

    RICORDATE di scrivermi il N. del Posto in cui si siederà il vostro PG.
    Vi chiedo un mini-riassunto, anche schematico, sotto spoiler o nel role code ma ben distinto dal testo ONGdr, delle azioni del vostro PG così da aiutarmi quando andrò a scrivere la mia risposta comprendendo quella di tutti voi.

    Criteri di Valutazione (Prova PRATICA di fine lezione):
    - Lunghezza del post (+ di 300 parole come da regolamento per punti Bonus)
    - Grammatica (un errorino può sfuggire, ma prima di pubblicare è sempre meglio rileggere)
    - Coerenza del PG , di quello che scrivete, con la materia di cui state seguendo la lezione, la spiegazione da me fatta (se avete dubbi, scrivetemi pure un MP)
    - Originalità (sempre ben accetta, soprattutto se rende la lettura del post piacevole e interessante)
    - Correttezza e Precisione nell'esecuzione della parte pratica
    - Onestà nello scrivere ciò che è stato spiegato e non quello che trovate su internet anche perchè potrei aver modificato qualcosa per motivi logici e pratici.
    - Impegno in generale

    Immaginate di essere veramente ad una lezione di Pozioni,
    (ma al posto di Severus Piton avete una giovane sexy MezzaVEELA, Irlandese, dal bel caratterino)!!!
    Purtroppo col periodo del cavolo che ho adesso a lavoro non ho potuto preparare quello che avevo in mente per iniziare col botto, ma qualcosa di più semplice, spero vi piacerà lo stesso e mi terrò l'idea per la prossima lezione.

    SCADENZA: 14 / 03 ore 23:59


    //EDIT: Anticipata di 1 giorno (14/03) la Scadenza per motivi ruolistici

    Edited by LadyShamy - 10/3/2020, 22:45
     
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    Ancora una volta, il corridoio era affollato. Come tutti gli altri studenti, anche Valentina indossava la divisa della sua casata. Nel nero e rosso, certe volte le sembrava di essere soltanto un numero. Altre volte, invece, sapeva di potersi distinguere nella folla. (S)fortunatamente oggi era una di quelle occasioni.
    Le dita della strega massaggiarono timidamente il cranio all'altezza della fronte mentre le palpebre, così pesanti, faticarono a rimanere aperte. Quella notte Valentina era rimasta sveglia troppo a lungo per i suoi standard. E, come se ciò non fosse stato abbastanza, in mattinata era stata coinvolta in un coflitto con una pesante lezione sul passato e sulle leggi dei maghi.
    "Sono le regole del gioco, ti servirà conoscerle" Quasi come un mantra, la ragazza aveva ripetuto dentro di sé questa frase per l'intera lezione, dando più importanza alle parole della professoresa che a prendere appunti. D'altronde, qualcun altro lo avrebbe fatto al posto suo.
    Quando si ricordò di dover partecipare ad una lezione di pozioni, il suo passo si fece più leggero e in bocca le comparve un dolce sorriso. Mai nessuna ragazza era stata così felice nello scendere in un sotteraneo. Il perché era semplice. Per quanto Valentina fosse negata in quella materia, l'idea di sporcarsi le mani la eccitava da morire.
    Sua madre aveva più soldi che tempo e raramente cucinava. Ma quando lo faceva, Valentina era sempre lì ad osservare. La maestria con cui mischiava ingredienti diversi per creare prelibatezze da assaggiare erano più 'streganti' di qualsiasi incantesimo.
    "Tutti gli uomini a cui pompa più sangue al cervello che... altrove... cadono ai piedi delle persone che sanno cucinare un buon piatto di pasta. Ricordatelo." A Valentina, di diventare una donna di casa, fregava poco. Eppure quella spinta a mettere le mani in pasta (letteralmente) era rimasta.

    Quando arrivò nei sotterranei, salutò i presenti per poi dirigersi verso l'aula della professoressa. Avrebbe voluto fermarsi a parlare per rimanere aggiornata sulle novità dell'accademia. Eppure, un'accademia così grande, e un distacco così piccolo da una lezione all'altra, mal si sposavano con quell'intento. Inoltre, quelle mura, tanto spesse, le provocano un forte mal di testa. L'idea di non poter scappare le aveva dato noia fin dalle prime lezioni. Fortunatamente, varcando la soglia dell'aula di pozioni, riusciva sempre a prendere una boccata d'aria. Se così si può dire.
    Dalle finestre, fasci di luce e immagini di prati irrompevano nell'aria. Ma si trattava di una illusione. Inizialmente Valentina dovette ricorrere alla logica per concluderlo. Come anticipato, l'aula si trovava sottoterra. Eppure, il cielo era così vivo e ogni singolo filamento d'erba era distinto dall'altro. Era tutto così reale.
    «Buongiorno, professoressa» Esordì la ragazza, quasi timidamente. La signorina O'Neil era una delle donne più belle che avesse mai visto. I capelli color del fuoco e gli occhi caldi come una brace risvegliarono qualcosa nel cuore della ragazza. Delle volte avrebbe desiderato essere un ragazzo per poter sfiorare delle labbra così perfette.
    Ma, come per ogni altro professore, era l'esperienza della O'Neil ad attirare la ragazza più di ogni altra cosa. Avrebbe potuto imparare così tanto da una professoressa come lei.
    Prima di avanzare anche d'un solo passo, si guardò attorno. Come per ogni lezione, elementi diversi erano stati disposti tutt'attorno. C'erano delle bellissime conchiglie, liquidi luminosi e della carne. Probabilmente gli incantesimi avranno effetto su quest'ultima, oppure su quelle virgole dei mari.
    Valentina avrebbe voluto toccarli e studiarli, ma senza il permesso della professoressa decise di non farlo. Dunque si limitò a dirigersi verso uno dei tanti posti liberi. A quanto pare era stata la prima studente a presentarsi e, dunque, aveva la massima libertà sulla scelta.
    "Qua sotto è così umido" Pensò Valentina, picchiettandosi il mento con l'indice. D'altronde si trovavano sottoterra. E, in più, la materia prima lì custodita doveva richiedere una particolare temperatura. O almeno questo suppose la strega che, timorosa, raggiunse un banco vicino al focolare.
    Ad ogni passo il calore le sfiorava sempre di più il corpo, senza essere mai invadente. Sapeva che quella non era la migliore delle posizioni. Al primo anno, qualcuno degli studenti avrebbe commesso un errore, prima o poi, proprio come da forma. Bastava l'intruglio sbagliato nel posto sbagliato e quel focolare avrebbe potuto prendere vita. Per questo la strega prese la sua lunga banchetta per poi posizionarla sul tavolo a portata d'incantesimo. Quella divisa le stava così bene, non avrebbe voluto di certo rovinarla.

    CITAZIONE
    Narrato
    «Parlato»
    "Pensato"

    ✕ schema role by psiche


    [spoiler_tag][/spoiler_tag]

    Valentina entra in aula e dopo aver salutato la professoressa prende posto nel banco numero 3 verso destra
     
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    Non era esattamente un posto allegro, il sotterraneo. Troppo umido per i suoi gusti, tuttavia avevano deciso di farci un'aula, quindi che volesse o meno, doveva andarci. Quel giorno avrebbero avuto pozioni con quelli del primo anno e ormai era una cosa piuttosto tipica, quindi nemmeno si chiedeva più il perché di quelle lezioni.
    Ad ogni modo, trovava le lezioni di pozioni piuttosto interessanti, quindi era curiosa di sapere cosa avrebbero fatto quel giorno. Le lezioni combinate erano quasi sempre interessanti... sì, quasi... perché alcune non le aveva capite fino in fondo, sebbene avesse comunque ottenuto ottimi voti. Anche se, onestamente, stava iniziando a far fatica a stare dietro al ritmo sostenuto di tutti quei compiti sia in classe che non; ma doveva mantenere alta la media dei suoi voti; era estremamente importante che ci riuscisse.
    Quando l'ora finì, prese le sue cose ed uscì dall'aula dove si era tenuta la lezione precedente, prima di dirigersi verso i sotterranei. Un posto davvero allegro, vero? Probabilmente si salvava solo perché c'erano le cucine. Anche se... non era forse là che, più di un anno prima, aveva scoperto di essere incinta?
    Sospirò, scendendo le scale che l'avrebbero portata all'aula di Pozioni.
    Una volta varcata la soglia, gettò subito un'occhiata alle piante che vi erano collocate vicino. Servivano per chissà quali pozioni, ma comunque non ci si soffermò più che una manciata di secondi; in quell'aula vi erano cose decisamente più interessanti da guardare, come le finestre. Essendo l'aula in un sotterraneo, come diceva la parola stessa, era impossibile collocarvi delle finestre. Non era convinta che sotto terra vi fosse il sole! Ma erano delle finestre incantate che mostravano un paesaggio soleggiante. Certo, era il tenue sole di marzo, ma era decisamente meglio che dover entrare in un'aula illuminata solo da torce. Quelle finestre rendevano l'ambiente più ospitale, meno freddo. Erano comunque realistiche, essendo che rispecchiavano esattamente l'ambiente ed il clima esterno, quindi in sostanza era come trovarsi in un'aula di un piano più alto a guardare i Giardini, desiderando di poter essere là anziché dentro a fare lezione.
    A ricoprire le pareti vi erano così tanti scaffali ricolmi di cose che Jessica si chiese se non fossero proprio essi il muro. Sapeva vi fosse la pietra, dietro, ma vedendo quell'immensità di scaffali ridosso del muro, non poteva fare a meno di chiederselo. C'erano tantissimi ingredienti diversi, tantissimi libri e pergamene, barattoli, contenitori vari... insomma, era pieno.
    Mentre si dirigeva ad uno dei posti in prima fila, la corvina gettò uno sguardo al braciere scoppiettante al lato sud dell'aula. Anche quello contribuiva a rendere più calda l'atmosfera. Osservò per qualche secondo le fiamme e le sfumature rosse e arancioni. Trovava rilassante osservare il fuoco.
    Notò subito, una volta raggiunto un banco libero -anche se erano praticamente tutti liberi- si accorse subito che sulla liscia superficie, vi erano diversi materiali. Come coltelli, taglieri e altre cose. Ma quello che attirò di più la sua attenzione furono delle buste con all'interno un qualche materiale che poteva somigliare a detta carne. Fece una smorfia. Si stava incuriosendo sempre di più su ciò che avrebbero dovuto fare quel giorno. Si sedette, lasciando ancora che il suo sguardo vagasse per quella strana aula. Notò subito le varie boccette dai curiosi colori, ma non prestò nemmeno a loro troppa attenzione e decise di aspettare semplicemente che tutti arrivassero. Buongiorno, professoressa disse, poi. Avrebbe potuto salutare prima, ma era troppo immersa nei suoi pensieri per badarci.
    Lasciò quindi che le sue iridi si fermassero su ogni dettaglio dell'aula senza realmente vederlo, in attesa che essa si popolasse. Il suo sguardo si fermò solo quando si posò sull'edera che era cresciuta a tal punto da incorniciare la porta, rendendola molto più piacevole alla vista. L'edera poteva essere un'ottima decorazione, se usata nel modo giusto. Anche il vaso con il vischio bianco e quello con l'erica colorata, la affascinavano. Erano molto belli e sicuramente donavano un tocco di colore in più all'aula.
    Nell'attesa che arrivassero i suoi compagni, tirò fuori il libro di testo che usavano per quella materia ed iniziò a sfogliarne distrattamente le pagine senza in realtà leggere cosa vi fosse scritto. Si limitò ad osservare le parole, non capendo però cosa vi fosse scritto. Ma non poteva permettersi di essere così distratta durante la lezione.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

    [code by psiche]



    Jess entra, saluta e si va a sedere al posto 1
     
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    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Ok, tutto quello cominciava ad essere massacrante, tornare dalla gita e rimettersi a fare quella sorte di tirocinio con il professore di divinazione, seguire le lezioni, fare i compiti... dio solo sapeva quanto avrebbe voluto uccidere tutti, eppure non ne aveva il tempo. Afferrò velocemente l'occorrente per la lezione di Pozioni e si precipitò nei sotterranei. Cominciava a pensare che tutto quello era stato fatto per uccidere lui, sfinirlo fino a che non sarebbe morto nel letto senza energie. Ultimamente non aveva neanche il tempo di mangiare! Voleva allenarsi e no ci riusciva, voleva postare qualche foto su instagram e non ci riusciva... insomma non riusciva a fare un'emerito niente. Ma come diavolo era possibile. Quando arrrivò davanti la porta di pozioni fece un respiro per regolarizzarlo e poi, solo dopo essersi sistemato il ciuffo biondo, decise di entrare. Rcordava quando era stato in quella dannatissima aula. Sempre e tutti quanti le stesse prediche che, comunque, a quanto pareva, stavano anche funzionando! Professoressa buongiorno! Disse poi mettendosi seduto all'ultimo banco, come del resto faceva sempre e di solito, lui si sentiva meglio e sicuramente si concentrava di più in un posto dove si sentiva "al sicuro". Jess dopo lezione devo dirti una cosa!Disse poi sistemandosi sulla sedia e guardando gli strumenti che la professoressa aveva posizionato su ogni banco. Sogghignò. Sono contento che ci dia una fiducia tale da regalarci la possibilità di utilizzare coltelli affilati! Ovviamente Blake stava scherzando, e la professoressa avrebbe dovuto riconoscere il suo noto, seppur serio, comunque da fancazzista. Poi ci pensò un attimo. Ma non si stanca a rimanere tutto il giorno chiusa in questo posto? Insomma, capisco l'atmofera ma... delle luci un pò più forti non si potrebbero mettere? Il punto era questo: Blake era una persona che fermo, zitto e buono non riusciva a stare, almeno non contemporaneamente, quindi nel momento in cui doveva stare buono e fero, allora doveva parlare, se no avrebbe fatto qualcosa ed allora sarebbe stato zitto. Insomma quello era un trittico che proprio non riusciva ad applicare in maniera completa, non era da lui e lui non riusciva seriamente ad essere una persona completamente innoqua. Oramai lo sapevano anche i muri di quella scuola e forse anche di Denrise, quindi era anche inutile ribadire gli stessi concetti. Si guardò ancora intorno e poi cominciò a tamburellare con la mano sul banco. Dove diavolo erano gli altri? Cazzo, ultimamente era sempre il primo ad arrivare da tutte le parti, possibile?
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Erik, a differenza di molti ragazzi della sua età, non pativa dover far lezione di mattina. Si alzava sempre prima della sveglia, dopodiché si dirigeva in Sala Grande per un ricca prima colazione super proteica e infine tornava in cameretta per preparare le tracolla con tutto l'occorrente che gli sarebbe servito per le lezioni odierne. Dopo le prime due ore della giornata cominciò ad incamminarsi in direzione dei sotterranei. Come faceva a sapere che era arrivato il turno di Pozioni? Beh, ormai più di metà anno era passato e la buona memoria lo aiutava a ricordare il programma giornaliero. Chissà poi cosa faremo oggi! Non vedo l'ora di arrivare a realizzare la Bevanda della Pace! Si trattava di una pozione estremamente complessa, tuttavia lo affascinava parecchio ed era certo che tutte quelle lezioni sarebbero state utili a migliorar la sua preparazione in vista di quel piccolo suo obiettivo.
    Arrivò in aula abbastanza presto e tirò un sospiro di sollievo nell'osservare in lontananza il paesaggio al di là delle finestre. Per arrivar lì, infatti, aveva dovuto attraversare quei tristi corridoi umidi in cui si trovava anche la cella in cui era rinchiuso nelle notti di luna piena. Scosse rapidamente il capo. Sono felice che abbiano pensato a mettere dei punti di luce!
    Immediatamente dopo lo sguardo si fissò sulla professoressa O'Neill. Fino all'anno scorso era convinto che le docenti di Pozioni fossero tutte vecchie, basse e con gli occhiali, quella di Hidenstone invece pareva uscita fuori da una nuova edizione di America's Next Top Model. Credo che sia la docente più bella dell'accademia! Il suo aspetto era disarmante e giorno dopo giorno il giovane ametrino continuava a chiedersi come facessero gli altri docenti a non aver una cotta per lei.
    Scosse la testa, aveva finito per restar imbambolato. Si avvicinò alla docente a alzò la destra verso di lei a mo' di saluto. Buongiorno prof! In seguito si voltò e lo stesso cenno di saluto fu rivolto al resto della classe. E ora dove mi siedo? Tra i presenti vi erano Jessica e Blake con cui andava molto d'accordo, avrebbe potuto occupar un posto per Jesse il suo parabatai, tuttavia non aveva intenzione di far esplodere cose vicino a loro. La scelta in tal modo ricadde su Valentina Vestrit.
    Ciao! Posso sedermi vicino a te? Se non ti va o aspetti qualcuno posso cambiar posto, non è un problema! Già, peccato che il suo essere iperattivo lo indusse a sedersi nello stesso momento in cui diceva quelle cose. L'ametrino e la giovane opale non avevano mai avuto grande modo di trascorrere del tempo insieme, quindi perché non approfittare di quella occasione per stringere nuove amicizia? Acciderbolina, quello cos'è? Chiese, alzando il tono forse di un'ottava di troppo. L'indice del moro indicava un contenitore sul bancone vagamente sporco di sangue. Perdindirindina, fa che non sia carne di animale! Ebbene sì, dopo essersi risvegliato accanto ad una carcassa di orso bruno a seguito della luna piena Erik scelse di diventare vegetariano e il suo rapporto con la carne era estremamente complicato.



    RevelioGDR


    Si siede nel posto numero 4


    Edited by Alexander Olwen - 15/3/2020, 13:54
     
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    Adamas Vesper
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    ‘Pozioni… ma perché hanno questa mania di mettere le aule nei sotterranei? Non mi ispirano proprio per niente…’
    La vita ad Hidenstone stava passando tranquillamente, al rifugio dal chaos senza fine del mondo esterno: essere chiusi tra quelle mura aiutava di certo a non essere presi dallo sconforto, anche se talvolta poteva sembrare una piccola torre d’avorio. Tuttavia, all’Ametrino non era mai dispiaciuto essere un po’ isolato dalla confusione e dalle assurdità del mondo, per cui alla fin fine non si comportava diversamente dal solito.
    Si recò, stranamente controvoglia, nei sotterranei; fortunatamente era uno studente diligente, per cui mai si sarebbe sognato di saltare una lezione.
    ‘Non sono mica un Barnes…’; il periodo di battute mentali su Blake prima o poi sarebbe passato. Ma non era di certo quello il momento.
    Entrò nell’aula, ammirando come sempre l’edera all’ingresso e chiedendosi come potesse quella pianta decidere di stare sottoterra; solo la magia avrebbe potuto compiere un’impresa simile, in fondo. Apprezzava il fatto che la stanza fosse tappezzata di libri e pergamene, così come il fatto che la professoressa O’ Neill avesse creato delle finestre magiche lì sotto: probabilmente anche lei non sopportava quella localizzazione per l’aula, o perlomeno sentiva il bisogno di luce ed aria. La verità è che stare troppo rinchiuso ricordava ad Adamas qualche castigo che aveva subito da bambino, per cui non era assolutamente a suo agio.
    “Buongiorno professoressa.”
    Si recò in prima fila, come di consuetudine, dove si sedette dopo essere stato raggiunto dal residuo di profumo di incenso. Nel mentre, salutò Blake e Jessica. Dovette trattenersi dal dire a Blake che i coltelli non erano lì per giocare, ma aveva colto il tono canzonatorio, per cui si limitò a fare uno sbuffo a metà strada tra una risata ed un sospiro.
    Si mise a guardare i vari ingredienti, cercando il loro nome nell’indice del libro per capire quale potesse essere l’argomento della lezione.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Blake Barnes Giadì
     
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    Pozioni. Mia adorava la lezione di Pozioni. Aldilà della professoressa, che aveva sempre trovato elegante e affascinante, come era ovvio che fosse per una che amava lo studio quanto lei, avrebbe perso ore a studiare le reazioni di questo ingrediente con quell’altro, o la sfumatura precisa che assumevano certe erbe se bollite in alcuni modi particolari. Non che fosse una novità, Mia non aveva una vera e propria materia detestata, ma c’era qualcosa che le rendeva le ore di Pozioni ancora più piacevoli del solito.
    Di certo era merito anche dell’aula: posta nei sotterranei dell’accademia, dava l’aria di essere un posto davvero misterioso e intrigante e Mia non poteva certo esimersi dall’osservare quell’aula con interesse e curiosità, una caratteristica che di certo la contraddistingueva.
    Quella mattina si diresse verso l’aula in perfetto orario: finita la lezione precedente non si permise di distrarsi nemmeno un secondo, recuperò le proprie cose, le ripose ordinatamente nella propria borsa e poi si diresse a passo spedito verso l’aula, un leggero sorriso stampato in viso. Non sapeva nemmeno lei cosa avesse quel giorno, ma si sentiva quasi di buon umore dopo tanto tempo e non c’era davvero niente che valesse la pena di provare tutta quella allegria. Dopo le vacanze di Natale erano tornati a procedere con un ritmo sostenuto, per il momento era piena di compiti e impegni tra gite, lezioni e relazioni da consegnare, eppure si sentiva stranamente piena di energia, forse anche grazie a come la sua vita privata si stava mettendo recentemente. Non aveva mai avuto così tanti amici come in quel momento, era felice di poter conoscere nuovi compagni e c’era qualcosa nelle relazioni che stava intessendo che le faceva credere che, forse, una parte più buia della sua vita stava finendo, senza che lei si fosse mai resa conto di viverla davvero.
    Sapeva di essere un tipo solitario, in realtà dubitava che quel lato di lei si sarebbe mai cancellato del tutto, eppure fino a poco tempo prima pensava di poter essere solo così, non aveva mai preso in considerazione la possibilità di cambiare, o se non altro di poter crescere, in quel senso. Certo, era stata anche colpa del modo in cui era cresciuto, di quel che aveva vissuto nella sua infanzia, ma anche lei non aveva evitato di chiudersi un po’ a riccio, di allontanare tutto e tutti con la paura che potessero ferirla. Eri felice di star scoprendo di essersi sbagliata, almeno in parte.
    Proprio lei che studiava così tanto, non aveva ancora compreso l’importanza del mutare, e quanto questo fosse inevitabile: come una pozione ben eseguita poteva cambiare colore o consistenza all’aggiunta di un nuovo ingrediente, così anche la sua vita stava indubbiamente prendendo nuove strade da quando si era lasciata andare e si era aperta al cambiamento.
    Arrivò all’aula in perfetto orario e lasciò correre lo sguardo sulle pareti della stanza. Apprezzava il fatto che la docente avesse scelto di arricchire le finestre con immagini dell’esterno, anche si trovavano sotto terra –l’umidità della pietra non mancava di ricordarlo-, le sembrava che in un certo senso dessero all’ambiente un’aria meno cupa. Entrò e sorrise appena ai suoi compagni già presenti, arrivando giusto in tempo per sentire le parole di Blake. “Io non mi annoierei, questo posto è…rilassante. Queste luci aiutano la concentrazione.” gli rispose, non usando però il tono piccato che avrebbe usato mesi prima ma sorridendo alla fine. " Buongiorno, Prof." aggiunse subito dopo, per poi dirigersi verso la prima fila, dove si era seduta anche Jessica. In effetti lei trovava davvero quel posto uno dei migliori dell’Istituto, ma forse parlava così perché lei era quel genere di persona che adorava il silenzio, una buona tazza di tè e ore immersa nei suoi amati libri, di certo quella stanza si adattava di più a lei che ad un tipo attivo e scoppiettante come Blake Barnes.
    “Posso?” domandò gentile, e avrebbe aspettato il suo consenso per poi sedersi al suo fianco. Non succedeva spesso, capitava di solito che le due sedessero distanti per una ragione o per l’altra, ma quella giornata sembrava prendere una piega sempre migliore: era la sua lezione preferita, avrebbe potuto dividere il posto con Jessica, cosa poteva andare davvero storto? Certo, forse non avrebbe dovuto pensarci, sapeva anche lei che la Sfortuna ci sentiva benissimo.



    Mia Freeman-SHEET-
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    [code by psiche]



    Mia entra in classe, saluta i presenti, in particolare Giadì e risponde a Blake Barnes . Prende poi posto in prima fila, posto 2 accanto a Jessica se possibile.
     
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Howard aveva la fortuna di amare qualsiasi materia si studiasse all’interno di quell’accademia, perché in qualche modo riusciva comunque a rendere in maniera ottima studiando tutto quello che sembrava appassionarlo parecchio. Non sapeva ancora cosa fare da grande, questo perché non aveva alcuna idea delle professioni che il mondo del lavoro avrebbe potuto riservare, ma per quel momento sembrava non farsene troppo un problema: il suo obiettivo era quello di studiare, di essere fiero delle proprie capacità e di aiutare gli altri in ogni circostanza, qualora fosse necessario. Non era il classico secchione che teneva tutto per sé, no! Era un ragazzo fin troppo studioso che cercava, come sempre, di aiutare gli altri per come potesse. Era dolce, era delicato, era forse fin troppo fesso da permettere agli altri di approfittarsi facilmente della sua buona condotta, ma era comunque troppo ‘puro’ per poter cogliere il male negli altri e questo, a detta di molti, era un suo piccolo punto debole. Era piccolo, forse immaturo, ed il fatto di non riuscire a concepire i mali della società molto spesso erano un problema a livello delle relazioni interpersonali, tanto da precludergli spesso alcune amicizie particolarmente più impegnative da instaurare e mantenere.
    Il ragazzetto aveva consumato la propria prima colazione in Sala Grande ancora totalmente vestito con il proprio pigiamino color azzurro pallido che riportava il disegno di moltissime stelline carine e coccolose, fatte con una stampa che si muoveva su tutto il tessuto. Una volta terminata la colazione, fatta con degli ottimi muffin ai mirtilli ed una banana, decise di tornare immediatamente in camera così da prepararsi alla perfezione per partecipare alle lezioni della giornata. Passata una mano nei capelli con un po’ di cera, giusto per rendere il ciuffo più attraente, il ragazzo iniziò dunque a vestirsi nel migliore dei modi, andando a rendere la propria divisa perfetta e ben ordinata come al suo solito. La camminata dolce e spensierata, che comunque rimaneva particolarmente precisa, quasi cadenzata, lo avrebbe presto condotto presso l’aula della lezione che gli toccava affrontare quella mattina: Pozioni. Una di quelle materie che lo facevano sempre rimanere a bocca aperta perché, nel bene e nel male, ogni miscuglio era particolare ed unico nel suo genere, e faceva sempre un grande effetto! Persino una pozione per togliere i brufoli era oggetto di stupore per il ragazzo, specie se fosse stata creata da lui. Si impressionava facilmente, ma comunque la sua ambizione era sicuramente quella di creare delle pozioni potentissime, con la costanza e lo studio necessari per eseguirle con precisione e correttezza.
    Immediatamente i piedi lo portarono sulla soglia dell’aula di pozioni, ed ecco che il ragazzo portò immediatamente i suoi occhi sulla figura della professoressa alla quale rivolse un delicato e cortese sorriso accompagnato da un saluto, successivamente rivolto anche ai propri compagni. “Buongiorno professoressa, ciao a tutti!” Un piccolo sorrisetto in merito anche alla scolaresca di compagnucci, per poi portare gli occhi a posarsi sull’aspetto dell’aula. Apprezzava le vetrate così particolari, anche se tutto ciò che c’era sui banchi iniziava a dargli un minimo di agitazione che si faceva sentire lentamente: aveva sempre paura di sbagliare prima delle lezioni, ma sicuramente avrebbe fatto del suo meglio per essere il più preciso e determinato possibile nel raggiungere i propri obiettivi. Notò con suo immenso dispiacere che i banchi in prima fila erano tutti occupati, andando ad esibire una lieve smorfietta che, tuttavia, terminò poco dopo, nel momento in cui andò a prendere il primo posto disponibile nella seconda fila di banchi, iniziando ad osservare ancora più acutamente quanto avesse davanti a sé, osservando tutti gli oggetti. Uno sguardo si posò delicatamente anche sul lavandino un po’ sporco di sangue con tante confezioni di ‘carne’ – o almeno quello sembrava essere – messe dentro a delle buste di plastica sottovuoto. Sgranò per un momento gli occhi, quasi incredulo in merito a quello che stava vedendo, accennando subito dopo un lievissimo brivido lungo la propria schiena e sbrigandosi a prendere un pezzo di carta di pergamena ed una piuma per prendere eventuali appunti per la lezione che sarebbe iniziata a breve, per poi portare lo sguardo sui compagni presenti all’interno dell’aula ancora una volta e volgere un sorriso a tutti quanti loro: stava iniziando ad ambientarsi sempre di più e, ormai, i nomi di coloro che aveva attorno gli sembravano essere anche fin troppo familiari, sebbene non li conoscesse tutti per filo e per segno.

    RevelioGDR


    Entra in classe, si mette nella seconda fila al posto 8.
     
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    Pozioni sarebbe stata la lezione successiva e, Cameron, aveva ben poca voglia di scendere nei sotterranei. C'era qualcuno a cui piaceva avere un'aula collocata in quel postaccio umido? L'umidità era terribile per i suoi capelli!
    Aveva saltato la prima lezione del giorno, con quel pensiero. Doveva passare un po' di tempo in più a sistemare i capelli in modo che stessero apposto anche laggiù! Era stato davanti allo specchio, probabilmente, almeno mezz'ora per assicurarsi che fosse tutto in ordine e che il suo ciuffo fosse perfetto come sempre. Diciamo che la modestia non era e mai lo era stata, il forte di Cameron. E non si faceva alcun problema ad ammetterlo! Lui era fantastico e se ne vantava. Ad ogni modo, quando sentì che i suoi capelli erano pronti, decise che avrebbe dovuto scegliere il suo abbigliamento. Come molto spesso accadeva, se ne fregava allegramente delle regole e non indossava la divisa. Non gli piaceva per nulla... ma era oggettivamente orrenda, dai. Non erano più negli anni 80.
    Optò per dei semplici jeans bianchi -il bianco gli donava quasi quanto il nero- e una camicia altrettanto bianca che lasciò sbottonata ai primi due bottoni, delle scarpe nere ed era pronto. Poteva andare incontro all'umidità senza timore. Prese la sua borsa, buttandoci dentro il libro di Pozioni e qualche altra cosa, poi uscì dalla stanza per dirigersi nei sotterranei.

    Non si potrebbe mettere un po' in ordine questo postaccio? Fu la prima cosa che chiese, una volta varcata la soglia dell'aula. Andò dritto a sedersi in un posto libero in ultima fila. Doveva ancora decidere se avesse voglia di seguire la lezione o meno, ma sogghignò alla vista dei coltelli. Barnes ha ragione concesse, scuotendo le spalle. Forse lasciare dei coltelli a portata di mano non era un'idea molto saggia, sopratutto conoscendo alcuni soggetti del biennio. Ma, in fin dei conti, a lui che cosa importava? Bastava solo che quella lezione finisse in fretta. In attesa che passasse il tempo e che la lezione iniziasse, il giovane si limitò a guardare l'aula nella sua interezza, ma nulla di tutto quello che vedeva, lo interessava granché.
    Ehi, Freeman la chiamò, a voce abbastanza alta perché lo sentisse dalla prima fila. La stava solo salutando, in realtà. Non aveva nient'altro da dirle, perciò si limitò ad un ghigno e un sorrisetto. Certo era che aveva degli occhi davvero fantastici, di un azzurro così intenso... non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma ci avrebbe speso le giornate incantato a guardarli. Ma come detto, non lo avrebbe mai ammesso. Non si poteva permettere di essere così sentimentale, ciò lo avrebbe reso debole e lui si era ripromesso di non esserlo mai più, non da quando suo padre aveva quasi massacrato di botte sua madre a causa di Cameron stesso, non da quando aveva assistito impotente all'omicidio-suicidio della sorella. Nemmeno quello avrebbe mai ammesso, ma i fatti lo tormentavano giorno e notte, anche per questo lui cercava di tenere lontani tutti, ad eccezione di quella fottuta ragazzina. E di Mark. Ma con Mia era diverso, l'aveva visto in un momento di assoluta debolezza, quella notte nella stanza delle Necessità e da allora... beh la sua concezione della giovane era cambiata, sebbene non facesse poi troppo per dimostrarlo. Gli sembrava quasi come se fosse Arya, come se fosse tornata per farlo sentire meno male, meno in colpa... scosse la testa. Doveva dimenticare, almeno per un po', tutto quello. Perciò si concentrò sull'edera che si era arrampicata lungo gli stipiti della porta, rendendo l'aula decisamente diversa da quella di Hogwarts, decisamente più fredda e anonima. Se non altro, la professoressa aveva ben pensato di renderla decente, la stanza. Anche le finestre finta che non facevano altro che riflettere il clima esterno, erano una bella trovata. Passò lentamente un dito sul piatto del coltello, saggiandone un po' il materiale con il quale era fatto. Tutto, pur di non pensare. Allora, quando iniziamo? chiese, spazientito, guardando l'ora. Non aveva voglia di stare rinchiuso in un'aula, non quel giorno. Per la prima volta, desiderò che vi fosse una lezione di Cura, almeno sarebbero potuti stare all'aperto! Si sedette più comodamente, quasi fosse a casa sua, e puntò le iridi nocciola sul soffitto, aspettando arrivassero tutti.
    Cameron Cohen -Scheda- -Stat.-
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    Entra in aula e fa un po' di domande, fine lol Posto 14
     
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    Anche quel giorno Emma era emozionata. E quando mai, eh? Ma Pozioni le piaceva veramente un sacco, le piaceva sperimentare e scoprire nuovi intrugli e tutte le loro più strane caratteristiche... Certo, non erano certo rare le lezioni di pozioni, eppure quel giorno vi sarebbe stata quella combinata con il secondo anno ed Emma credeva che si imparassero un sacco di cose in più... quindi era emozionata, ecco. Non vedeva l'ora di doversi mettere in gioco e fare qualsiasi cosa avrebbero dovuto fare! Molto intelligentemente, si era attardata per fare delle domande al professore precedente, quindi rischiava di arrivare in ritardo. Magari la prof avrebbe capito, siccome avevano solo dieci minuti per andare da una parte all'altra del castello come delle trottole! Quindi corse a perdifiato verso le segrete, investendo probabilmente uno o due ragazzi -ma dettagli, no?. Si fermò davanti alla porta -dopo aver rischiato di schiantarsi contro il muro- e guardò dentro. C'erano già alcuni ragazzi ma la lezione non sembrava iniziata. Si diresse, quindi, con i capelli tutti scarmigliati e le guance arrossate, verso un banco libero in seconda fila, affianco ad Howard, un Dioptase del suo stesso anno. Scusami, posso? chiese, con la voce rotta per lo sforzo. Certo, amava lo sport ma sentiva che avrebbe potuto schiattare in quel momento. In caso di assenso si sarebbe seduta, sbuffando. Era troppo stanca persino per essere timida... e poi aveva già le guance rosse per lo sforzo, quindi anche se fosse arrossita non se ne sarebbe accorto nessuno. Cosa che succedeva ogni volta che doveva parlare con qualcuno che non conosceva. Posò le mani sul banco con noncuranza e quasi andò a sbattere il dito contro la lama del coltello. Fortunatamente la evitò di poco o si sarebbe fatta un bel taglio. Sembravano super affilati! Accidenti, che sbadata! pensò, sperando che nessuno avesse fatto attenzione al quasi suicidio del suo dito. Sospirò e guardò nella direzione della professoressa. Oh, buongiorno... mi scusi disse, stavolta arrossendo ancora di più di quanto non fosse già a causa della corsa. Ma alla fine tanta preoccupazione per nulla! Non era in ritardo, anzi era arrivata giusta!
    Dopo essersi scusata, si prese finalmente del tempo per guardarsi in giro. Le era sempre piaciuta quell'aula, sebbene si trovasse sotto terra e lei fosse vagamente claustrofobica. Ma le finestre che facevano entrare il sole e vedere il paesaggio esterno, sebbene fossero frutto di un incantesimo, le varie piante, l'edera che faceva da cornice alla porta, il braciere scoppiettante... la rendevano allegra ed accogliente. Sebbene, comunque, i materiali posati sui banchi e attorno a loro non erano molto rassicuranti. Per esempio un sacchetto con dentro qualcosa che sembrava carne macinata, almeno a lei. Dobbiamo fare le polpette? si chiese, curiosa. Non era esattamente un asso in cucina, ma non perché non sapesse cucinare. Semplicemente, non si era mai cimentata abbastanza in quella pratica, per quanto avrebbe voluto imparare di più. A casa cucinava sempre, quando i suoi genitori erano a lavoro e il suo fratellastro a scuola e poi all'Università, ma cucinava cose estremamente semplici e che nemmeno uno completamente negato in cucina, avrebbe potuto sbagliare. Quanto ci voleva a mettere una pentola sui fornelli e buttarci sopra una bistecca? Nulla, almeno così lo vedeva lei. Ad ogni modo, il suo sguardo andò a posarsi sulle boccette dai mille colori, chiedendosi cosa contenessero al suo interno. Magari erano succhi di frutta? Ok, probabilmente no. Ma alcuni erano invitanti e probabilmente gli avrebbe bevuti, se se li fosse trovati davanti. E fosse stata sola. Poi il suo sguardo fu catturato dalle conchiglie e ciò le riportò alla mente quando, con suo padre, andava al mare e ne raccoglieva a bizzeffe, poi lui ci faceva delle collane. Questo prima del divorzio, chiaro. Ora lo vedeva dannatamente poco, almeno per quanto la riguardava. Sospirò e lasciò che il suo sguardo rimanesse incantato sulle boccette. Fece un cenno di saluto a Mia, poi, accorgendosi che era seduta in prima fila. Non avevano ancora avuto l'occasione di conoscersi bene, ma erano della stessa casata e dello stesso anno, condividevano il dormitorio, quindi comunque non è che non ci avesse mai parlato e non sembrava per nulla cortese non salutarla.
    Emma Lewis-Scheda- -Stat.-
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    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Molti detestavano le lezioni al mattino, o pozioni, ma questo non era il caso di Jesse.
    Tanto per iniziare il giovane si alzava ben prima dell'inizio delle lezioni, per abitudini pessime) acquisite nelle basi marines, con una implacabile sveglia alle 5.30, anche al sabato, inoltre, per quanto pozioni sapesse essere strana e complessa, Jesse adorava le materie pratiche, anche se con pozioni si approcciava sempre con un certo timore 'Sì, cioè, la roba lì fa boom come Blake... solo che come Blake... a volte lo fa troppo' forse non era un caso dunque che amasse e temesse quella branca magica, giacché la stava paragonando al suo migliore amico.
    O forse semplicemente Jesse tendeva a ricondurre tutto ciò che era per lui positivo a Blake ed Erik, per quella sua bizzarra caratteristica di voler per forza associare simpatia, affetto e qualsiasi dote positiva.
    Entrò nell'aula e subito notò la docente, che salutò con un caldo sorriso "Buongiorno" disse lui semplicemente, riflettendo come letteralmente pozioni fosse croce e delizia di tutta l'accademia 'L'aula è a croce, lei è la delizia' asserì dentro di sé, arrossendo forse anche un poco e spostando l'attenzione ai presenti.
    Salutò con la mano il suo parabatai, scoprendo come purtroppo avesse già preso posto vicino ad altre persone, per quanto fosse felice di vedere che stesse tenendo compagnia a Valentina, una delle sue protette, poi scivolò fin troppo indietro nell'aula, attirato dall'altro uomo della sua vita: Blake Barnes.
    "Ehilà" propose lui, scivolando accanto all'amico, cui sorrise "Miglior amico, Socio e fodero della sua bacchetta correttamente atterrati al suo fianco, signore!" asserì facendo anche un piccolo gesto militare a mo' di saluto.
    Lieto di aver trovato posto comunque vicino ad una persona cui voleva bene, iniziò distrattamente a guardarsi intorno, finendo come suo solito incantato sugli ingredienti esposti, chiedendosi a cosa mai potessero servire, continuando così almeno finché Blake non decise di dar aria alla bocca 'Beh, sì, ecco... diciamo che la cosa importante è che tu non abbia un fiammifero... i coltelli... non sono ok, ma sempre meglio ecco!'
    Posando le mani e gli avambracci sul banco, il giovane si accasciò un poco riflettendo su quanto Blake sapesse essere impegnativo come miglior amico 'Ma... è un casino che adoro...' si disse ancora una volta, alzando il capo non tanto quando udì la seconda sfrontata domanda del biondino, ma quando ad egli si unì una seconda voce, quella di Cameron Cohen 'E LUI DA DOVE SPUNTA?!'
    In vero il dioptase era stato al suo posto da ben prima che lui giungesse, ma Jesse aveva abilità ninja quando si trattava di non vedere cose.
    Lo osservò e lentamente il suo sguardo si indurì 'Inizierà quando sarà il momento!' pensò solo all'ennesima provocazione del ragazzo, voltando le spalle al giovane e rivolgendosi direttamente a Blake "So che siamo stati a Parigi non tanto tempo fa, ma ti va sabato di andare a fare un salto a Denrise la sera?" chiese lui, forse anche solo per coprire la voce di Cameron e poter fingere che non esistesse.
    RevelioGDR


    Jesse entra in classe e si va a sedere tra Blake e Cameron, al posto 15
     
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    1° Lezione Biennio__POZIONI
    Argomento lezione: DOXYCIDA

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    Non dovette attendere molto, gli studenti iniziarono ad arrivare pressochè tutti puntuali, chi più e chi meno.
    Ricambiò ogni saluto e mentre entravano e si sedevano al loro posto, scelto lì per lì poichè non ne avevano di già assegnati, si diresse alla propria sedia dietro la cattedra per aprire il proprio libro di testo alla pagina della lezione, segnata con un segnalibro fatto in casa con foglie e fiori essiccati.
    Alla battuta di Blake sul fatto che aveva già preparato sui loro banchi gli strumenti tra cui coltelli affilati, rispose senza alzare lo sguardo dai fogli che stava consultando:

    << Oh Sì, ho molta fiducia in voi, nei miei studenti. Il vero problema diventa quando smetto di averne...>> e detto ciò alzò leggermente gli occhi dai fogli per guardare il ragazzo, un sorrisetto sul volto.

    A quanto pare il ragazzo aveva voglia di chiacchierare e non avendo altro da fare a parte attendere l'arrivo di tutti gli studenti, lo assecondò.

    << Sì, dopo un po' ci si stanca a stare qui sotto, per questo ho un lavoro a Denrise e soprattutto, mi procuro io stessa molti degli ingredienti che usate a lezione.
    Quando posso esco all'aperto, preferisco molto di più esser circondata dalla Natura che da muri e mattoni, specie se la mia aula è purtroppo in un sotterraneo.
    - attese un attimo, per poi aggiungere - Questa luce l'ho scelta il più naturale possibile, tanto è vero che le finestre incantate riflettono esattamente quella che c'è in superficie. Se per il vostro lavoro ne servirà una maggiore, le lampade sul soffitto si accenderanno, ma per adesso useremo questa, per impedire ai vostri occhi che si stanchino troppo per colpa di una luce troppo forte già di prima mattina.>>

    Non ricevendo altre domande, tornò ai suoi fogli, per poi alzarsi e andare alla lavagna appoggiata alla parete poco distante e iniziare a scrivere muovendo la bacchetta come fosse un gessetto, ma se qualcuno degli studenti avesse guardato nella sua direzione, avrebbe visto le lettere appena tracciate in bianco, scomparire subito dopo.
    Quando ebbe finito, la classe era al completo.

    << Oggi, impareremo un filtro che è l'unico efficace contro dei parassiti che bene o male purtroppo tutti noi ce li abbiamo in casa. Si tratta dei DOXY.>>

    Con la bacchetta ancora stretta in mano, fece un veloce movimento e la proiezione di 3 Doxy magici comparvero nell'aula iniziando a svolazzare qua e là sopra le teste degli studenti...

    << Detti anche "Fate Mordace" per la loro somiglianza appunto alle fate, prediligono posti freddi. Sono parassiti poichè infestano le nostre case stabilendosi nei tendaggi o divani, la loro "regina" può arrivare a deporre fino a 500 uova che si schiudono nel giro di 2-3 settimane, ciò richiede la bonifica delle zone in cui si sono insediati.
    Sono particolarmente pericolosi perchè possiedono 2 file di denti affilati e velenosi, se si viene morsi il loro potente veleno causa abbondante sanguinamento impedendo alla ferita di rimarginarsi da sola, per questo e importante l'assunzione dell'Antidoto adeguato che troverete alla pagina di testo e che imparerete per replicarlo in classe la prossima volta.>>


    Se avessero cercato di afferrarli o colpirlo con un qualche oggetto, avrebbero trovato il vuoto proprio perchè creazioni magiche intangibili.

    << Prevenire è meglio che curare.
    Per questo vi insegnerò a creare l'unica pozione ingrado di fermarli.
    Infatti la Doxycida non li uccide, li stordisce e paralizza per un periodo di tempo, per allontanarli poi serve l'Incantesimo di Esilio, e infine porre delle protezioni magiche per evitare che ritorni.
    Naturalmente sul vostro libro trovate la descrizione completa della creatura anche se penso l'abbiate già fatta a Cura delle Creature Magiche.>>


    Abbassò la bacchetta e i Doxy ovunque fossero sparirono per poi puntarla verso la lavagna che iniziò lentamente a levitare versi l'alto.

    << Il creatore di questo filtro è Zygmunt Budge. Il suo primo tentativo piuttosto che resplingerli li rese infuocati, dando così fuoco non solo a casa sua ma all'isola stessa, dovendo passare quella notte nel mare e respirando attraverso un bastone cavo. Lautunno seguente perfezionò il suo Doxycide uccidendo l'intero sciame.
    Alla lavagna potete trovare gli ingredienti necessari, invece sul vostro libro, alla pagina XX i quantitativi necessari per ognuno.>>


    lezione-DOXYCIDE-senza-procedura



    << Ricopiate gli ingredienti.
    Avete domande prima che vi faccia vedere nella pratica come si crea? Poi la replicherete voi.>>


    Docente: AIRWEN O'NEILL
    Outfit: QUI
    code role © Akicch; - NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Benvenuti alla 2° lezione di Pozioni!
    Breve spiegazione della pozione che andremo a creare, delle creature contro cui serve e storia legata alla sua invenzione.
    Alla lavagna vedete gli Ingredienti e sul libro di testo i quantitativi.
    Sapete che, quando i tempi di preparazione lo permettono, prima eseguo io davanti a voi la pozione, poi la replicherete e alla lavagna comparirà il Procedimento." .

    Trovate la descrizione dell'aula QUI e nel 1° post ho indicato dove si trovano gli ingredienti che verranno usati.

    RICORDATE
    Vi chiedo un mini-riassunto, anche schematico, sotto spoiler o nel role code ma ben distinto dal testo ONGdr, delle azioni del vostro PG così da aiutarmi quando andrò a scrivere la mia risposta comprendendo quella di tutti voi.

    Criteri di Valutazione (Prova PRATICA di fine lezione):
    - Lunghezza del post (+ di 300 parole come da regolamento per punti Bonus)
    - Grammatica (un errorino può sfuggire, ma prima di pubblicare è sempre meglio rileggere)
    - Coerenza del PG , di quello che scrivete, con la materia di cui state seguendo la lezione, la spiegazione da me fatta (se avete dubbi, scrivetemi pure un MP)
    - Originalità (sempre ben accetta, soprattutto se rende la lettura del post piacevole e interessante)
    - Correttezza e Precisione nell'esecuzione della parte pratica
    - Onestà nello scrivere ciò che è stato spiegato e non quello che trovate su internet anche perchè potrei aver modificato qualcosa per motivi logici e pratici.
    - Impegno in generale

    Immaginate di essere veramente ad una lezione di Pozioni,
    (ma al posto di Severus Piton avete una giovane sexy MezzaVEELA, Irlandese, dal bel caratterino)!!!

    SCADENZA: 22 / 03 ore 23:59
    NON verranno concesse prologhe poichè ho già aggiunto 1 giorno alla normale scadenza.
     
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    Come on skinny love what happened here

    Non potè davvero esimersi dall’alzare gli occhi al cielo quando sentì, alle sue spalle, il commento di Cameron Cohen circa il poco ordine nella stanza. “Non sono sicura che la tua camera sia molto più ordinata.” mugugnò, senza riuscire a trattenersi come forse avrebbe dovuto. Non aveva idea nemmeno lei di che cosa le stesse succedendo, normalmente non avrebbe tollerato nemmeno per sbaglio un soggetto simile, ma così come stava imparando ad apprezzare Barnes, era incapace di detestare Cohen. Avrebbe dovuto, si trattava comunque del migliore amico di Mark, ma una parte di lei forse non credeva fino infondo all’idea che il simile cerca sempre il simile. Nonostante tutto si voltò quando il ragazzo la chiamò, gli sorrise istintivamente –da quando era così carino quando sorrideva? Perché diavolo le era venuto da pensarlo?!- e ricambiò il saluto. Salutò brevemente anche Emma Non avevano ancora avuto modo di legare granchè, ma le sembrava una ragazza simpatica e solare, sicuramente avrebbero dovuto concedersi del tempo per conoscersi meglio.
    Aveva già visto alcune immagini dei Doxy in qualche libro, e per quanto le trovasse creature carine, sapeva anche quanto fossero pericolose. Osservò la proiezione con attenzione, ritrovandosi a pensare come potessero esistere esserini così carini e assieme così pericolosi. Se non altro la Doxycida non era una pozione in grado di ferirli, Mia non sarebbe stata troppo concorde con quel tipo di approccio, ma poteva comprendere perché fosse utile avere qualcosa in grado di stordirli e renderli innocui. La docente aveva specificato che quella era l’unica pozione che aveva effetto su di loro e lei non potè evitare di alzare la mano. Quando le fosse stato concesso di parlare avrebbe chiesto “Non mi chiara una cosa, Professoressa. La Doxycida è l’unica pozione in grado di avere un effetto su di loro, ma ci sono altri metodi per riuscire ad allontanarli senza ferirli troppo?” con sincera curiosità.
    Aveva letto qualcosa circa di Budge, ma non ne aveva memoria fino a che la docente non spiegò loro quel che era accaduto. In effetti supponeva che se ci fosse stato un qualsiasi altro modo per liberarsene l’uomo non avrebbe rischiato tanto, ma dopotutto era successo tempo prima e avrebbero potuto benissimo scovare qualcosa di nuovo ed efficace nel frattempo.
    Aprì diligentemente il libro alla pagina corretta, lesse brevemente gli ingredienti e inclinò la testa, con fare piuttosto incuriosito e dubbioso. Alzò nuovamente la mano ed aspettò che fosse il suo turno per parlare. “L’essenza di Cicuta è la stessa che viene spesso usata come veleno, è corretto? Quindi è questa la componente della pozione che aiuta a stordire i Doxy?” domandò con fare pratico, pronta ad appuntarsi la risposta della docente sul suo quaderno, nel caso le servisse la stesse componente, in futuro, per ottenere un risultato simile. Era sempre importante conoscere le caratteristiche di ogni singolo ingrediente, quando si trattava di pozioni: non era importante solo il risultato finale, il composto che si otteneva, ma anche tutte le componenti che andavano a sommarsi tra loro. Senza conoscere a menadito ogni singolo ingrediente, era pressoché impossibile riuscire a fare una pozione corretta e si rischiava davvero di fare dei disastri, come era successo a Zygmunt Budge, che probabilmente aveva esagerato con il dosaggio di uno degli ingredienti usati. Pensandoci, a Mia venne istintivo chiedersi quale, e alzò quindi nuovamente la mano. “Professoressa, mi scusi, ma si sa quale ingrediente era sovra dosato nella prima pozione di Budge? Immagino che il problema sia derivato da un eccesso di uno degli ingredienti.” domandò quindi, concentrata.
    Dopo aver ricevuto le risposte che desiderava avrebbe aspettato paziente l’inizio della dimostrazione e avrebbe appuntato ogni singolo passaggio con cura nel suo quaderno, cercando di non perdersi niente, dopotutto si era seduta in prima fila anche per avere una visione ben chiara di quello che la docente avrebbe fatto.


    Mia Freeman-SHEET-
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    Interagisce con gli altri studenti, Emma Lewis e Cameron Cohen, poi rivolge un paio di domande alla docente.
     
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    Adamas Vesper
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    Avendo tardato a prendere posto in prima fila, alla fine Adamas si andò a sedere in seconda fila all’estrema sinistra, giusto dietro Jessica, un po’ detestandosi per la sua mancanza di attenzione. Tuttavia, il tempo per rimproverarsi fu poco, visto che la lezione iniziò poco dopo.
    Doxycida.
    A casa non ne avevano mai avuto bisogno, ma probabilmente era per il fatto che i suoi genitori avessero sempre avuto qualche elfo domestico a svolgere tutte le faccende domestiche necessarie. Era quindi probabile che non avesse mai saputo nulla di una loro infestazione per quella ragione.
    Prese alacremente appunti, sia sulla pozione che sui Doxy; nonostante li avessero già studiati ad Hogwarts e ad Hidenstone, era sempre meglio ripassare gli argomenti. In fondo, nella vita, repetita iuvant. Avrebbe dovuto ricordarsi della pericolosità del morso di quelle creature, soprattutto se per qualche ragione la professoressa avesse voluto far provare loro il Doxycida. Aveva come l’impressione che molto spesso i professori dell’Accademia si divertissero a mettere gli studenti sotto pressione, se non in pericolo; certo, valeva solo per alcuni, come per esempio il professor Ensor. Nonostante i mesi passati, quell’uomo ancora lo atterriva.
    ‘Secreto di Bundimum, conchiglie di Streeler…’: appuntando gli ingredienti per distrarsi da quei pensieri, Adamas cercò di fare mente locale sul posto in cui cercarli. Il fegato di drago, ne era sicuro, l’avrebbe alquanto disgustato, ma occorreva alla pozione e quindi avrebbe dovuto combattere il suo senso di repulsione.
    Alzò la mano dopo Mia, per non ripetere le sue stesse domande. Al confronto, i suoi dubbi gli parvero piuttosto da stolto. Tuttavia, era sempre meglio chiedere, prima di sbagliare qualcosa o creare caos.
    “Mi scusi, professoressa… ma quali protezioni sono le migliori per scongiurare un eventuale reinfestazione dei Doxy? E… perdoni la domanda un po’ stupida, ma perché non basta il solo Incantesimo di Esilio per scacciarli?”
    Appena finito di parlare, attese con trepidanza lo scioglimento dei loro dubbi e la dimostrazione pratica dell'esecuzione. Era certo che sarebbe occorsa particolare concentrazione durante quella lezione.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Siccome ho sbagliato dimenticando di segnalare il posto occupato da Adamas, Adamas finisce in seconda fila al posto 5 (che mi sembra ancora libero).
    Adamas prende appunti, quindi fa domande alla docente.
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    I pochi minuti che separavano l'entrata in classe dall'inizio della lezione solitamente erano estremamente piacevoli per gli studenti. In quegli attimi, infatti, potevano scambiare parole con compagni di classe appartenenti a un'altra casata e quindi mantenere quei rapporti sociali che difficilmente potevano essere coltivati in Sala Grande durante la colazione, poiché divisi in tavolate diverse.
    Alzava la mano destro e un raggiante sorriso caratterizzava il viso ogni qualvolta che un suo amico arrivava in classe, finendo poi col riportare lo sguardo di fronte alla docente quando il momento di iniziare era arrivato.
    Oggi faremo qualcosa in grado di neutralizzare i terribili Doxy! Sgranò appena lo sguardo e si armò di penna e pergamena per prendere appunti. Brutto affare i Doxy, sono dispettosi! Sussurrò a Valentina nello stesso momento in cui la docente mosse la bacchetta, facendo comparire quelli che a tutti gli effetti sembravano Doxy. Hanno uno sguardo cattivo, lo sapevo! Ma se fossero così solo perché non hanno amici? No, Erik, non era quello il momento per distrarsi con discorsi melensi. Cercò di ritrovare l'attenzione, ma eccolo che di nuovo crucciò lo sguardo. 500 UOVA? MA STIAMO SCHERZANDO? Non era certo di esser mai riuscito a osservare una regina, ciò nonostante non nutriva tale desiderio. Forse è per questo che si è pensato di creare una pozione apposita. Ciò spiegava molte cose in effetti, per esempio il motivo per cui nessuno all'interno del mondo magico nutriva grande simpatia per quelle creature.
    Ciò che l'ametrino trovò particolarmente interessante era l'effetto della Doxycida. Se avesse ucciso delle creature difficilmente se lo sarebbe perdonato, ma se la funzione di quello strano intruglio era semplicemente quella di stordirli allora non ci sarebbe stato nulla di male. Mh, sì, direi che posso farlo. Lo sguardo si spostò verso una di quelle tre proiezioni che si avvicinò appena a lui, scomparendo subito dopo a causa di un secondo movimento di bacchetta della docente.
    Un istante dopo comparve la ricetta del filtro Doxicida e senza farselo ripetere due volte, cominciò a copiarlo. Durante un piccolo momento per riprendere fiato, la docente chiese alla sua classe se c'erano delle domande da fare e come al solito la prima ad alzare la mano fu Mia, una componente della sua casata. Poi, con sua grande sorpresa, il secondo fu Adamas e a quel punto non poté trattenere un gigantesco sorriso. Wow, i miei ametrini ci sanno fare a Pozioni! Per non lasciarli soli, dopo Vesper fu Erik ad alzare la mano, attendendo educatamente il permesso di poter parlare. Anche io ho una domanda! A volte per preparare una pozione utilizziamo sostanze velenose - come appunto la cicuta o il veleno di tarantola - che uniti ad altri ingredienti perdono il loro potere venefico. Mi chiedevo quindi se anche il veleno di Doxy potesse essere utilizzato per altre preparazioni o in maniera utile. Nel caso sono anche curioso di sapere come potrebbe essere estratto. Era la domanda di ragazzo con poca esperienza nell'ambito delle Pozioni, ma sicuramente un'attitudine propensa all'apprendimento. Veleni e antidoti erano la parte che più preferiva di quella materia, ragion per cui era stimolato a dar quel qualcosa in più.


    RevelioGDR
     
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