Jul Ball

Lunedì, 23 dicembre 2019

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    Elisabeth Lynch
    Black Opal II anno | Prefetto | Battitrice | parlato | pensato | database: | scheda: | stat.:

    Neve,
    Insegnami tu come cadere,
    Nelle notti che bruciano...

    L'opale aveva sollevato lo sguardo sul soffitto incantato che quella sera donava loro grandi fiocchi di neve magici, visto che sulla sua pelle non avvertiva il freddo quando riuscivano a raggiungere le sue spalle scoperte. Neve, come quella notte, che si era sciolta non per chissà quale incanto, ma per quella passione e lussuria che avevano bruciato i suoi sentimenti -oltre che i pochi neuroni che le erano rimasti- buttandosi a capofitto in quella storia che sapeva sarebbe finita con il ferirla solamente. Per una volta Elisabeth Lynch aveva lasciato scivolare via la razionalità che la delineava, abbracciando la spensieratezza dei suoi anni che voleva che solo dopo -un domani molto lontano- avrebbe avuto le conseguenze negative delle sue azioni. Aveva voluto un segno ed era stata accontentata, ma al momento come avrebbe dovuto interpretarlo? Sapeva che ormai ciò che provava per Joshua fosse un qualcosa che non poteva più nascondere o fingere che non ci fosse, ma... allora quale sarebbe stata la giusta prospettiva? Quali erano le lenti idonee per mettere a fuoco quel segno?

    A nascondere ogni mio passo sbagliato
    E come sparire senza rumore

    Si sentiva in balia degli eventi, come una persona qualunque che finiva con l'ammettere di non poter avere il controllo su tutto, ma che in qualche modo continuava a ripetersi che tutto andasse bene, che lei non c'era assolutamente rimasta male per il mancato invito a quel ballo e che il peso dell'incertezza e del lento trascorrere del tempo non la stesse corrodendo affatto. Con il sapore del vino ad anestetizzarle la bocca, la Lynch avrebbe solo voluto finire con l'essere sommersa da quella neve e sparire agli occhi di tutti. Eppure, ciò che capitò fu qualcosa di opposto. Le pupille avevano seguito il vorticare di un fiocco di neve, un po' più cicciotto rispetto agli altri, fino ad arrestarsi davanti a quel paio di corna di renna che pensava non avrebbe mai più rivisto. Certo, tanti avrebbero potuto scegliere di indossare quel particolare gingillo, eppure il suo cuore ebbe un tuffo nel riconoscere la chioma scompigliata su cui erano posate. Joshua Benjamin Evans alla fine era stato coerente con quanto le avesse detto a cena un paio di settimane prima: sarebbe andato al ballo e solo per poco, con un outfit che rendeva ben chiare le sue intenzioni. Per quanto le sue intenzioni fossero quelle di non rendere evidente il suo interesse per il mago, la ragazzina aveva finito con il sorridere nel vedere quel cardigan grigio che non faceva altro che mettere in risalto quelle iridi dello stesso colore, un po' paradossale visto che lei il grigio lo vedeva come un qualcosa di noioso e di ben poco definito. Lui non sarà mai bianco o nero, lui sarà sempre tante sfumature di grigio... E non erano forse quelle a rendere più interessanti le cose? Non erano forse le sfumature a pennellare l'esistenza di ogni essere vivente? Fatto era che quel grigio sembrava plasmare il suo di corpo: macinava centimetro dopo centimetro quella stoffa che di fatto copriva la maggior parte delle sua pelle nuda solo per le braccia e le spalle, oltre a quel seno solido che era evidenziato da quella scollatura a cuore. Forse era l'effetto della musica, forse della neve o del vino, ma le sembrava quasi di percepire i tocchi delicati delle sue dita sull'epidermide; tocchi che diventavano fermi e pressanti lasciandosi travolgere dalla bramosia di averla, di conoscerla, centimetro dopo centimetro. Per un attimo tutti i presenti vennero scacciati via con un colpo di spugna: erano solo lei e lui, con quegli sguardi che promettevano di far reincontrare i loro corpi, così come quelle parole che il cervello -mettendo insieme i ricordi- le sembrarono pronunciate proprio vicino al suo orecchio. 'Sei bellissima'. Lei non si percepiva affatto in quel modo, reputandosi per lo più banale, un po' comune per il suo lato esteriore. Era solo quello che lui vedeva in lei?

    Scivolare nel corso degli anni
    E non pensare sul cuore degli altri

    Quell'incontro casto finì con la stessa velocità -ed intensità- con cui era iniziato, con l'ametrino che la lasciò sola, ancora una volta, perché impegnato a salutare qualcuno e non voleva neanche soffrire nel vedere con chi stesse parlando. Sospirò, sorseggiando quel vino che non le sembrava delizioso come quello che aveva provato a Bath. Tutto aveva il sapore amaro di quel peso sul cuore che si portava ormai dietro da diverso tempo. Un sospiro. E il momento che aveva avuto paura che giungesse alla fine era arrivato nelle vesti della Preside Burke. L'anziana, regale in quel lungo abito da sera rosso, privo di orpelli, aveva acceso i riflettori su di sé, con un discorso che le sembrava una palese presa per i fondelli per lei e le altre tre ragazze che per giorni avevano provato a resistere. Le dita si strinsero nervose lungo la parte concava del bicchiere e lungo lo stesso sottile stelo, immaginando di stringerle addosso al collo della vecchia bacucca che non era stata in grado di proteggerle. Le venne da sorridere quando chiese a tutti i presenti, indipendentemente dall'età, di essere responsabili nelle azioni di quella notte: mai erano stati responsabili, neanche con la minaccia di ripercussioni accademiche, figurarsi ora che sarebbero stati liberi di agire come meglio preferivano. Ed infine la odiò per quell'unica tradizione che aveva deciso di mantenere in piedi, costringendola ad avanzare, sotto lo sguardo di tutti, rivelando quello che alla fine non sarebbe più potuto essere frainteso: lei non aveva nessuno con cui ballare.
    Un'altra persona avrebbe chinato il capo, sollevato le vesti e con i lucciconi agli occhi, sarebbe scappata via.
    Invece sollevò il mento, cercando di non dar peso ad eventuali occhiate che si sarebbero posate su di lei -poteva sentirli quei bisbigli, quelle derisioni alle sue spalle- e la determinazione di non muovere neanche un muscolo in direzione salvezza. Direzione che avrebbe preso solo quando la canzone di quel primo ballo avrebbe avuto fine. Intorno a sé aveva erto una bolla protettiva che lasciava fuori la melodia proposta dagli strumenti incantati, come anche il molesto rumore del vischio che aveva suonato su due studenti rei di essere troppo vicini e facilmente individuabili. Lei, però, non avrebbe mai avuto quel problema, non tanto perché il radar sarebbe stato fuorviato dalla presenza di varie persone intorno a lei, quanto per essere una stand-forever-alone in quell'abito rosso dai tratti un po' troppo principeschi. Lei che si sentiva una guerriera, lei che credeva di essere forte ed indipendente, ma che era finita con lo scoprirsi anche fortemente fragile, umana. Un solo ballo, una sola canzone,e poi sarebbe stata finalmente libera.

    Ma, ma non è semplice
    Non sentire il silenzio che c'è
    Qui non è facile
    Guardare il cielo stanotte



    Can you get a clue?
    CODICE ROLE SCHEME © dominionpf
     
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  2. Joshua B. Evans
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    Joshua Benjamin Evans
    Studente | 17 anni
    Da quando aveva messo piede in quella sala, molte cose erano accadute e la maggior parte erano persino riuscire ad attirare l’attenzione di uno come lui, che solitamente rifuggiva tutto ciò che potesse risultare accattivante per un amante del gossip. Aveva visto entrare le personalità più illustri della scuola, a partire dai docenti responsabili delle tre Case, per finire con lo studente più anonimo del primo anno, e li aveva osservati senza alcun interesse, una cosa quella che riservava unicamente a poche persone, in genere piuttosto rilevanti nella sua vita.
    Una fu Jesse, che quando vide vestito in quel modo non potè fare a meno di ridere. Le emozioni che provò in quell’istante furono numerose, ma più che altro controverse: da una parte era felice di vederlo perché, se anche non aveva il coraggio di ammetterlo, sapeva quanto gli fosse mancato; da un altro punto di vista temeva anche il più minimo degli avvicinamenti con lui, dopo la chiacchierata con Erik e ciò che avrebbe dovuto dirgli non appena se ne fosse presentata l’occasione; infine, forse, il timore di avvicinarsi a Elisabeth in sua presenza. Questo, fra l’altro, era l’aspetto più complicato della questione, poiché non avvicinarsi a lei avrebbe significato far soffrire la ragazza che gli aveva dato tutto -letteralmente- ma farlo avrebbe implicato palesare davanti a Jesse una scelta.
    D’altro canto, però, si ritrovò a pensare, il Black Opal non aveva fatto lo stesso invitando e presentandosi al ballo con Jessica?
    Perché lui doveva farsi tanti problemi ed essere l’unico a farsene?
    Fu forse quella consapevolezza che lo convinse ad avvicinarsi alla gioiosa coppia, che un po’ dava sui nervi al moro, mentre con un cenno del capo e un sorriso li salutava. Aveva atteso che la docente di Storia si allontanasse, in modo da poter parlare con loro indisturbato se non dalla presenza di altri amici.
    «Ehilà, Jessica, stai una meraviglia. Il tuo ragazzo è davvero fortunato, non è così, Jay?»
    D’accordo, forse un tantino di fastidio lo provava eccome. Rivolse al compagno un sorrisetto nervoso, per poi lasciargli una pacca amichevole sulla spalla e dissipare così ogni dubbio. Perché gli dava noia? In fondo nessuno sapeva di loro -a parte le tre persone a cui avevano scelto di dirlo- e soprattutto si erano detti come non fosse nulla di serio.
    Si ritrovò a pensare, forse in maniera alquanto vigliacca, che fosse una cosa positiva che le cose tra lui e Jessica andassero tanto bene, così sarebbe stato più facile per lui rompere, quando si fosse presentata l’occasione.
    Non appena la Preside Burke attirò l’attenzione dei presenti per il tradizionale discorso, gli occhi di Josh cercarono istintivamente i volti delle studentesse rapite ormai mesi prima. Che quell’episodio avesse lasciato nel cuore di ognuno di loro un’enorme paura, forse persino una falla, era stato appurato da tempo, ma erano state loro quattro a soffrirne di più. Nel vedere Lilith, se lei avesse ricambiato il suo sguardo, il moro le avrebbe sorriso, conscio del regalo che le sarebbe spettato quella sera. Sperò che in qualche modo potesse farle capire quanto tutti loro le fossero vicini.
    Poi avrebbe salutato con un cenno del capo anche Blake e, successivamente, si sarebbe concentrato sulla persona che per lui risplendeva più di chiunque altra lì dentro: Elisabeth.
    Che fosse bella era indubbio, ma ciò che quella visione procurava in lui era tutt’altra faccenda: si sentì fremere dal desiderio di avvicinarlesi, così come sentì le dita delle mani solleticargli, tanto era intensa la necessità di sfiorare la pelle lasciata nuda dal vestito scarlatto. E si morse l’interno guancia per concentrarsi su qualcosa che non fosse lei, mentre la Preside dava inizio alle danze.
    Dunque si allontanò da Jesse di qualche passo, dando la possibilità al Prefetto di danzare in pace con la sua dama. Fu sul punto di andarsene, convinto che non avesse nulla da spartire con altri nel vedere le due persone a cui più teneva approcciarsi con qualcuno che non fosse lui, eppure quelle iridi d’argento che tanto avevano osservato Elisabeth tornarono su di lei, dopo che Jesse, attirando la sua attenzione, gli indicò con un cenno del capo la ragazza.
    Non stava danzando con nessuno e Josh sapeva che quella scelta non fosse dovuta al fatto che la ragazza non avesse altri pretendenti oltre a lui. Lui lo sapeva perché aveva sentito le voci di corridoio che affermavano il desiderio di esibirla al ballo ma, a quel punto, perché nessuno di quegli sbruffoni era al suo fianco?
    Fu come se quell’albero che lei aveva in testa gli fornisse tutte le risposte. Era possibile che non avesse accettato nessuno solo perché l’unica persona che avrebbe voluto le aveva detto di non voler andare al ballo?
    Josh non era un tipo che si illudeva facilmente, ma non era neanche un idiota.
    Beh, un po’ si.
    Bravo, Evans. Davvero un emerito coglione.
    E non ci pensò due volte, invero.
    Annuì al cenno di Jesse e si avvicinò a un ragazzo del terzo anno che, a occhio e croce, pareva avere la sua stessa corporatura.
    «Amico, me la presteresti un momento? Te la rendo in due minuti.»
    Si sfilò il cardigan abbandonandolo su una sedia, per poi afferrare la giacca che il ragazzo gli prestò e indossarla: era semplice, nera, senza code o fronzoli vari, dunque perfetta. Iniziò a camminare a passo svelto verso Elisabeth mentre le mani inesperte sistemavano il colletto e passavano poi le dita tra i capelli spettinati, sistemando le corna da renna. Una volta arrivatole alle spalle, la aggirò e si esibì goffamente in un mezzo inchino, accompagnato dalle prime note di una melodia che aveva spinto i primi Prefetti e professori a dare il via alle danze.
    La mano destra ormai allungata in direzione della ragazza, gli occhi che cercavano i suoi e le chiedevano tacitamente di perdonarlo per non aver capito prima.
    E un sussurro roco che solo lei avrebbe potuto sentire.
    «Non ho mai ballato prima d’ora, ma c’è sempre una prima volta.»
    Avrebbe dunque riportato la schiena dritta, attendendo ancora la sua mano per poi avvicinarsi a lei, incurante di eventuali schiamazzi dovuti al bacio che Ensor aveva scambiato con la nuova docente. Non gli importava, davanti ai suoi occhi c’era solo una persona degna di tutta la sua attenzione. Una persona che aveva ferito ancora una volta, senza rendersene conto.
    «E sto scoprendo di adorare le mie prime volte con te.»
    Avrebbe dunque atteso una sua risposta e, se questa fosse stata affermativa, avrebbe stretto la sua mano con la destra, passato la sinistra sul suo fianco e iniziato a muoversi a ritmo di musica, concentrando il proprio sguardo più sui piedi che sugli occhi della ragazza che tanto aveva ammirato quella sera.

    «Parlato» - Pensato - Ascoltato | Scheda PG - Stat.

    RevelioGDR
     
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    Black Opal

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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Blake Barnes e le persone intorno, in un evento del genere dopo tutto quello che era successo e che doveva ancora accadere, non erano una buona idea. Che Blake fosse una persona instabile lo avevano capito anche i fantasmi del castello che non esisteva, che Blake non sapesse reggere le pressioni e di conseguenza comincasse a sbarellare era altrettanto notorio a tutti, quindi adesso ritrovarsi davanti Joshua, Jesse, Erik, Jessica, Mia, Lilith, tutti insieme no. Non era una cosa che lui riusciva a sostenere e comuneue non riusciva neanche a non far trasparire quel suo senso di irrequetezza che aveva. Ultimamente, sembrava, che tutti quanti avevano deciso di confessargli qualcosa che non doveva dire o che comunque doveva tenere per se, non dire le cose a Lilith era pressochè impossibile visto che alla fine si erano giurati di dire tutto e visto anche che, alla ragazza, serviva qualcosa per distrarsi. Poi quella cosa con Jesse era quasi insostenibile per il suo egocentrismo. Ma allo stesso tempo non riusciva ad odiare Jhosua come avrebbe voluto, ma nello stesso tempo aveva cominciato a legare con Lucas. L'unica che ancora non riusciva ad intercettare veramente, era proprio Elisabeth, ma comunque, prima o poi sarebbe riuscito a parlare anche con lei. Alla fine quindi, dopo essersi bevuto un bicchiere di qualcosa di alcolico tutto in un sorso decise di congedare tutti con un mezzo sorriso e sopratutto con un cenno del capo e cercare di non pensare. Ma eccola li, in tutto il suo splendore la preside. Davvero lo aveva guardato mentre diceva che aveva fatto qualcosa di sconsiderato? Blake era sempre contento di ricevere attenzioni, ma non è che era stato l'unico a fare cazzate. Ma poi si disse che ovviamente, e sempre perchè il suo ego parlava prima ancora di lui, le sue cazzate erano degne di nota, invece quelle degli altri erano alquanto irrilevanti. Almeno io ho fatto qualcosa! Disse abbastanza ad alta voce per farsi sentire dalla preside, ma lo sguardo di Lilith era completamente chiaro, quindi evitò di andare oltre. Ecco, a proposito di quel periodo completamente strano ed ambiguo nella sua vita: Erik gli aveva detto che gli voleva bene ed aveva pianto sulla sua spalla cercando il suo aiuto per qualcosa che Blake stesso sapeva essere quasi impossibile, Jesse aveva detto che lo voleva bene ed aveva deciso di confessargli una cosa praticamente subito, una cosa particolare, una cosa importante, Joshua si era aperto con lui, seppur in maniera molto lieve, sul fatto che fosse malato, Elisabeth era Elisabeth, Mia faceva tanto la dura con lui, ma alla fine era chiaro come il sole che gli stesse simpatico e comunque anche lei aveva fatto un passetto verso di lui, mostrandogli che comunque a lui ci teneva, Jessica. Cavolo Jessica aveva confessato a lui - e Blake pensava veramente che lo avesse fatto solo con lui - il fatto del professore, della cotta e cose varie. Lilith contava su di lui, si era lasciata andare a confessargli quella cosa tanto orribile. Tutto quell'affetto, tutto quell'essere al centro dell'attenzione ma non per il fatto di essere un cazzo di instabile emotivamente, ma perchè LO VOLEVANO BENE! Tutto quello per lui era quasi inconcepibile. Non era vissuto in una casa completamente senza amore, ma era stato abituato a cavarsela da solo, esattamente come Aaron. Aaron lo aveva reso completamente autonomo perchè aveva paura di poterlo lasciare da solo, aveva sempre cercato di avere tutto sotto controllo senza mai riuscirci davvero. Blake era sempre stata la contraddizione vivente che voleva stare al centro del mondo, ma si sentiva sempre completamente solo. Adesso, tutto quello stava via via scomparento e solamente grazie a loro. Addirittura un Lucas Jones
    era riuscito a volerlo bene - perchè si, alla fine Blake o lo si amava o lo si odiava amandolo, ma il risultato era sempre lo stesso - Ed adesso dovevano ballare. Non era la prima volta che faceva una cosa del genere, era ricco fino allo sfinimento, aveva già partecipato ad un ballo delle debuttanti ed aveva già ballato, ma adesso, farlo con Lilith era qualcosa di incredibilmente diverso. Si sentiva quasi agitato e vederla fasciata in quel vestito lungo e rosso lo faceva quasi sorridere di gioia. Quindi fece un passo avanti insieme a lei, le posò la mano appena sopra il sedere, sulla schiena e cominciarono a ballare. Ma non era quello il punto. La sentì parlare e per un attimo sentì il cuore fermarsi. Le sembrava il caso di dirgli che lo amava? In quel momento? Oddio! Ed adesso? Adesso cosa doveva dire? Cosa doveva fare? Cosa doveva risponderle? Che anche lui l'amava? E poi se lei avesse pensato che lui lo aveva detto solamente perchè lei lo aveva detto? E se non rispondeva? Insomma poteva non averlo sentito con tutta quella musica? Quindi voleva dire che lui non provava la stessa cosa? E lui esattamente cosa provava per Lilith? Lo aveva detto già ad altri ragazzi? Lui non l'aveva mai detto a nessuno... ma lei non era nessuno. Non era solo panico era completa confusione. Non era solamente una persona che non sapeva che dire, ma non sapeva seriamente come comportarsi in quelle situazioni. Poteva sapere come comporarsi durante una rissa, durante un duello, se doveva far rispettare le sue dannate regole, se doveva prendere a pugni un ragazzo, rimorchiare una ragazza, scoparci, farci roba.... ma tutto quel sentimentalismo lui non lo sapeva gestire. Ma allo stesso tempo Lilith si meritava una risposta. Il bello ed il brutto di Blake era che riusciva a nascondere alla perfezione tutto quello che in quel momento gli passava per la testa, ed infatti aveva un'espressione quasi tranquilla e sogghignante all'esterno. Non avrebbe mai dato la soddisfazione a nessuno di vederlo nel panico più totale. La strinse un pò più a se. Non riusciva a dirglielo, non riusciva veramente a dirle che l'amava anche lui, ma era evidente che fosse esattamente così. Nello stesso momento in cui lei gli disse quelle due parole, gli si fermò il mondo intorno, il cuore, la musica ed anche il cervello visto tutte le parapippe che i stava facendo in testa, ma l'unica cosa che effettivamente si vide all'esterno, fu Blake Barnes che incurante di tutto quello che gli stava succedendo intorno, si era fermato, e le aveva dato un bacio. Non gliene fregava niente degli altri che ballavano, se dovevano effettivamente scansarli, se si fossero incartati in quel ballo perchè lui aveva deciso di fermarsi improvvisamente, della preside, i professori. Già normalmente aveva una noncuranza assurda per il giudizio e le regole dettate da altri, in quel momento, ancora peggio. Forse Lilith non era quello che voleva e magari sarebbe successo comunque un quarantotto, ma cosa importava? Ah beh, a Blake Barnes assolutamente niente. Anche se l'unica cosa che in quel momento voleva, era fare l'amore con lei. Ma sapeva che non sarebbe stato possibile. Si staccò dalle sue labbra rimanendo li, immobile. Torna a casa con me stasera... Si, Blake perchè ad un "ti amo" si risponde esattamente quello!
    ✕ schema role by psiche
     
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    Vampiri
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
    «Le strade della lealtà son sempre rette. »
    La Mac Ewen si era avvicinata giusto alla ragazza che lui, invece, stava cercando seriamente di evitare. Siamo chiari, non perchè non gli facesse piacere averla intonro, ma il problema era proprio che gli piaceva fin troppo averla intorno e quindi era meglio evitare. Si era detto che tutto quello sarebbe dovuto finire e che doveva riprendere in mano le redini della situazione. Aveva deciso che Natale ed il distacco con la scuola sarebbe stato fin troppo necessario in quel momento della sua vita. Ad Halloween aveva scelto di salvare Jessica per una ragione semplicissima, ossia perchè aveva un figlio. Non aveva neanche pensato due volte a quello che doveva fare! Voleva solamente che i suoi studenti, tutti i suoi studenti, sarebbero stati in salvo. Ed adesso cosa succedeva esattamente? Ma non era quello il momento di pensarci, anche perchè una volta vista la docente che aveva accompagnato al ballo, doveva ammettere che wao! Dire che era bellissima era veramente sminuire il tutto. Quel vestito bianco le fasciava completamente il corpo mostrando un sedere niente male. Magari faceva anche tanta palestra! Distolse lo sguardo facendo in modo che la sua traiettoria non era propriamente evidente. Ma la Mac Ewen si era data da fare quella sera, mostrando anche un lato decisamente dolce, se così si poteva dire.
    Certo che dovevo, infondo è natale, e a Natale ci si scambiano i regali! é una sciocchezza, ma ci tenevo! Daniele adorava il Natale e di conseguenza di comportava con tutti alla stessa maniera, ossia distribuiva regali, sorrisi e felicità a tutti! Se non si poteva essere così a Natale, quando esattamente era il momento giusto? E poi la verità era che Daniele era così sempre, riusciva ad essere positivo anche nei momenti meno belli della vita degli altri, e forse il fatto era che lui non ne aveva mai avuti di troppo brutti! Sorrise ancora entrando in sala grande e vedendola tutta colorata e con tutti i suoi alunni li, in giro. Non era molto d'accordo per gli alcolici, ma infondo non era lui il preside ed inoltre non era nelle condizioni di poter veramente dire qualcosa di critico nei confronti di un altro adulto.
    Quando la docente di storia decise di avvicinarsi giusto a Jessica e Jesse Daniele sarebbe voluto morire in quel preciso istante. Insomma, davvero? Di tanti alunni, proprio a lei? Comunque, non disse niente e seguì la Mac ewen cominciando a versare del'alcool in entrambi i bicchieri e quando sentì il discorsetto fatto al bambino quasi voleva sprofondare ancora di più. Daniele aveva detto a Jessica l'esatto opposto. Che il coraggio, a volte lo si dimostrava facendo la scelta giusta e che doveva seguire molto di più quello che le veniva detto che il suo dannato istinto, perchè in quel modo si sarebbe fatta uccidere. La guardò per un momento, le diede una rapida occhiata. Era bellissima anche lei. Si maledì ancora per quel pensiero e buttò giù un bicchiere di non sapeva esattamente cosa tutto d'un sorso. Infondo lui l'alcool non solo poteva berlo, ma lo reggeva anche in maniera magistrale, quindi per quanto forte, quello non era niente. Non intervenne nella conversazione dolce tra la professoressa ed il giovanissimo nascituro. Si limitò a sorridere ai due opali. Buonaserata ragazzi... Aggiunse una volta che la preside cominciò a parlare. Perchè doveva ricordare a tutti che avevano passato dei brutti momenti? Infondo non era necessario, tutti quanti ricordavano quella notte. Ma non disse, anche in quell'occasione assolutamente niente. Iniziamo... Ma prima ancora che potesse rispondere ecco qui che la cosa si faceva davvero interessante, il vischio che faceva quel suono quasi assordante, sopra le loro teste. Dovevano baciarsi. Beh, è chiarissimo che qualcuno ha scelto per noi da dove iniziare! Aggiunse dandole ancora una rapida occhiata. Cavolo anche una bella scollatura aveva. Posò la mano sul fianco della collega, sorrise e si avvicinò alle sue labbra rosse. Labbra che appena avevano incrociato il suo sguardo lo avevano rapito completamente. Se c'era una cosa che Daniele adorava in una donna, erano le labbra. Si un bel sendere e delle belle tette non guastavano mai, gli occhi erano soffettivi e la bellezza dei lineamenti del viso anche, ma le labbra, carnose, con quella tinta rossa... non c'era che dire. Per lui avevano vinto su tutto. Appena le aveva viste aveva avuto la voglia di baciarle, beh, no... quello no, ma comunque adesso non si sarebbe sicuramente tirato indietro. Si avvicinò alla donna fantastica che era Kenna e le lasciò un delicato bacio sulle labbra. Niente di volgare, niente di troppo eccessivo. A lui non piacevano quelle cose... preferifa approfondire la situazione in privato. Il ballo era iniziato. Ognuno di loro aveva qualcosa da guadagnare e qualcosa da perdere in quel ballo. Si staccò dalle labbra di Kenna e le sorrise. Se lei avesse ricambiato quel delicato bacio, Daniele avrebbe scoperto che non aveva solamente delle belle labra esteticamente, ma erano anche molto, molto morbide. Direi di cominciare dal cibo! Non lo fece apposta ma non si allontanò molto per dirle quella cosa. Appena si parlavano ed adesso... boom, si erano anche baciati! Con la coda dell'occhio guardò l'opalina. Oddio sperava solamente che non soffrisse per lui. Non doveva succedere!
    the heart is deceitful above all things,
     
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  5. Nimue*Shafiq
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    Nimue Shafiq • Mezza-Veela • 25 anni • scheda

    Quella sera ci sarebbe stata la tradizionale festa di natale di Hidenstone, come ogni anno per la mezza Veela la scelta della sua partecipazione era ardua e seccante: per quanto avesse in un modo o in un altro avuto conoscenze multiple, di nessun riusciva a sentirsi interessata o legata tanto da poter conversare ad una festa;era come un fantasma che osservava da lontano la vita felice degli altri senza poter vivere lei stessa quella felicità. Si era vestita, come tutti gli anni, di tutto punto con un lungo abito a sirena dorato con le maniche tre quarti ed un paio di tacchi alti a stiletto; aveva lasciato i capelli rossicci sciolti che le ricadessero sulle spalle e quindi si era portata davanti alla sala incriminata da cui la musica e il vociare proveniva insistente. Lì immobile osservava ed aspettava, come ogni anno si era preparata e poi davanti a quella porta si fermava, indietreggiava e spariva il più lontano possibile. Ma allora perché quell'anno stava ancora fissando la porta, perché non era già fuggita? Voleva davvero entrare? Non lo sapeva eppure le sue mani avevano aperto il portone ed i suoi passi l'avevano costretta ad andare unendola a quella marmaglia di gente tirata a lucido: non guardò nessuno in particolare, ognuno aveva un abito stravagante o comportamenti particolari, semplicemente cercò di appiattirsi contro il muro quasi a voler non essere vista. Non avrebbe toccato alcolici, solo sarebbe rimasta ad osservare la festa proseguire sperando di poter sentire ciò che le era stato raccontato con tanta enfasi. Questo deve essere lo spirito natalizio...? Se avesse guardato bene avrebbe potuto riconoscere alcuni suoi studenti impegnati in conversazioni intense, quel professore che le aveva lasciato l'amaro in bocca, quella che doveva essere l'altra mezza Veela di Hidenstone, ma non guardava le persone solo ciò che esse trasmettevano cercando di rubarlo e tenerlo nella sua mente per assaporarlo in un futuro.
     
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    Eva Ivanova


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    Quando l'incontro con Samuel avvenne, Eva rimase a guardarlo per un paio di secondi di troppo, osservando come fosse elegante ma allo stesso tempo in perfetto tema natalizio, con quel tocco di classe e pazzia che caratterizzava il docente che l'accompagnava.
    Il commento che di rimando, rispose alla sua affermazione, fece chinare lo sguardo alla docente, mentre di sottecchi ricercava le sue attenzioni «Beh, almeno sarò degna del tuo abito. Mi piace il tuo vestito, Sam...» e il glaciale si puntò nelle sue iridi scure.
    Quel baciamano che l'aveva lasciata senza parole qualche mese prima, ebbe quasi lo stesso effetto anche questa volta, facendo arrossire appena le guance della docente che ancora non si abituava a quelle attenzioni che mescolavano bene la cavalleria con la trasgressione.
    Scosse il capo a quei commenti che la stavano mettendo in un imbarazzo sempre più piacevole, quindi afferrò il suo braccio e iniziò la famelica discesa delle scale con quei tacchi pericolosi.
    «E se invece del ballo, lo invitassi in camera...?» quel pensiero le balenò in testa per un istante, rapido come se fosse un fulmine e questo la fece imbarazzare ancora di più. Strinse le dita affusolate attorno al braccio di Samuel e proseguì il tragitto.
    Davanti a quella porta, le cose sembravano prendere delle pieghe diverse, talvolta sicuramente più interessanti di quella festa che tanto era solo una vetrina per l'Accademia.
    Annuii al suo commento sugli elfi e sicuramente avrebbe detto qualcosa, se non fosse che il suo pensiero era a quanto avrebbe preferito una serata più tranquilla, in sua compagnia, senza troppi veli indosso.
    Eva, con Sam accanto, aveva iniziato ad avere dei pensieri decisamente non suoi. Insomma, era come se avesse tolto il blocco a quel lato del suo cervello che chiedeva molto di più che un sorriso. Cercava di frenare l'istinto di dirgli la verità, mentre l'indecisione di prenderlo e scappare dalla direzione opposta lottava dentro di lei.
    Quasi come se avesse sentito i suoi pensieri, Samuel trovò il giusto compromesso tra le due cose.
    Eva rise, mordendosi appena il labbro inferiore, tinto di rosso. Si avvicinò appena al suo orecchio, sfiorandone il lobo con le labbra, mentre parlava «Questa volta, sarò io ad invitarti da me. Avrei delle teorie interessanti per quel che concerne la nostra interclasse, che vorrei...mostrarti.» si ritrasse appena, con un sorriso che lasciava intendere tutto e niente, allo stesso tempo.

    Quando varcarono quella soglia, Samuel cercò di rendere le cose molto leggere, facendo la presentazione della location, come se la stesse vedendo a qualcuno. Eva si strinse attorno al suo braccio ridendo «Oh, certo. Direi che quello è un ottimo punto di partenza.»
    Una volta arrivata dai colleghi, Eva sorrise a tutti, chinando lo sguardo per l'imbarazzo. Insomma, non era una cosa di tutti i giorni vederla con Samuel o in quegli abiti, quindi la prima cosa che fece, fu pensare a cosa potessero immaginare i suoi colleghi.
    Annuii alla proposta di vino, guardandolo come se fosse il suo salvatore.
    Quando il suo sguardo incrociò quello di Kenna, sul volto di Eva si dipinse un sorriso solare e lasciò che salutasse gli altri prima di farle un piccolo inchino con la testa.
    Al suo avvicinarsi, rimase un attimo di sasso, quasi come se si aspettasse un saluto diverso. Tant'è vero che tento di far sfiorare le labbra sulla sua guancia in un semplice saluto col bacetto. Ma le sue parole la fecero sussultare, quasi sorprendere, per poi addolcire nuovamente la sua espressione con quel sorriso caldo che le illuminava il volto. Cercò di risponderle prima ancora che lei si ritirasse «Ogni tanto mi piace attirare le giuste attenzioni...» un sussurro complice.
    Lo sguardo si spostò poi sul professore di Difesa e tornò sulla collega «Sicuramente farebbe un figurone, ma aggiungerei un tocco speciale con un reggicalze sulla gamba dove c'è lo spacco. Che ti sembra?» si trovava bene a parlare con Kenna, la sua intelligenza e il suo essere sempre rigida all'apparenza, veniva ben compensato con quelle piccole leggerezze che prendeva. Avrebbe riso, successivamente, prima di lasciarla al suo accompagnatore. Su di lui avrebbe indugiato poco con lo sguardo, ma prima che loro si allontanassero, avrebbe portato il glaciale su Kenna, quasi a domandare se ci fosse qualcosa che non sapeva.

    Poi venne il momento della Burke, e Eva si rivolse con lo sguardo verso di lei, rimanendo accanto a Samuel, al quale sfiorò la spalla.
    Le sue parole la infastidirono, tanto che si ritrovò a stringere i denti per un breve istante. Non le piaceva quello che aveva detto, ma doveva tenere un contegno decisamente più sano, rispetto a quello che gli studenti avrebbero potuto fare. Alla fine era una docente, non poteva lasciarsi andare a commenti poco consoni.
    Le note iniziarono e lei guardò Samuel, sorridendo «Mi concede questo ballo, signor Black?» sorrise ancora, cercando di invertire quei ruoli statici e allungando una mano verso di lui, con uno sguardo che lo richiamava a sé, quasi come se bramasse la sua vicinanza fisica.

    made by zachary

     
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    Samuel Black
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    Ciao io sono Sam e sono un bambino cattivo. Merito una punizione. Fammi pentire fra quelle carni rosse .
    No, non lo disse, ma solo quel furbacchione di Silente sa quanto forte lo avesse pensato quando Eva si mordicchiò il labbro come se fosse un succoso filetto al sangue.
    Tuttavia quello era solo l'inizio.
    La sala chiamava i due amanti col suo chiacchiericcio, ma i due corpi, così vicini, la mandavano al diavolo; avevano ancora qualcosa da dirsi.
    Le labbra. Ancora loro.
    Si.
    Manco fossero due soli, loro, bruciarono i lobi del povero professore e la scottatura corse a perdifiato fino al cervello sciogliendolo come burro.
    - Eva io...-
    Non era cambiato nulla dal primo giorno. Adorava quel fuoco malizioso.
    Provò ad alzare le mani. Comporre un muro di carne contro la carne. Per lui non sarebbe stato un problema farsi vedere da altri così, appena due passi da....ma lei?
    Niente da fare, era alla sua mercé.
    Altro che alzarsi a difesa, le mani si ritrovarono su fianchi di tela rossa.
    La spinse verso di sé. Lei forse avrebbe potuto sentire qualcosa sull'inguine dell'uomo crescere. Qualcosa che probabilmente iniziava ad esserle familiare.
    Fu ora il turno delle sottili labbra del professore.
    - Sei davvero incorreggibile... - il collo...così... - Un respiro caldo planò sulla carne d'avorio Eva. -
    Sforzo titanico da eroe classico e si rimise al suo fianco.
    Qualcosa spingeva ancora fra i pantaloni.
    - Che cazzo stai facendo Sam. Prendila qui sul portico e fottitene di tutto -
    Devil Squad alla riscossa!
    - No, non posso. Non possiamo. Siamo docenti -
    Placcaggio dell'Angelic Team!
    - Fortuna vuole che questa notte sarà molto, molto lunga -
    Un occhiolino s'insinuo fra le sfumature ghiacciate della sua compagna e poi un passo dopo un altro verso la calda luce della sala grande.


    Cazzo se si sentiva il re del mondo.
    Eva era affianco a lui, con lui, pronta a fare di tutto con lui. Un sorriso soddisfatto era affrescato sul viso rasato e nulla avrebbe potuto rovinarlo.
    Lei invece, come previsto dalla stessa, era un po' agitata quando raggiunsero gli studenti e gli altri professori che riconoscevano l'importanza dell'alcol riguardo alle relazioni sociali.
    - Ecco a te mia cara -
    Vino...rosso, come quello che aveva battezzato la loro prima notte.
    Un morsetto al labbro superiore e poi....
    Dopo che si accorse della sua presenza le porse un mezzo inchino condito da un semplice sorriso.
    - Kenna, bellissima come sempre -
    Le lasciò parlare, non aveva intenzione di mettersi in mezzo. Eva era ancora un po' tesa e da quello che aveva capito lei e la Mac Ewen erano amiche. Quale tranquillante migliore, dopo l'alcol, di un amicizia sincera?
    La mano sinistra, quella libera dalla tenera morsa, si mosse decisa verso il docente di Astronomia.
    - Daniele... -
    Un sorriso sincero. Fin dal primo settembre gli era sembrato un tipo svampito, ma di buon cuore.
    Bella serata eh?
    gli occhi, dopo aver abbracciato l'intera sala, tornarono fissi su Daniele, ma scandirono insieme alle sopracciglia la posizione di Kenna; tre piccole volte. Poi un sorriso da camerata.
    Dopo la stretta riprese il bicchiere ed era pronto a fare un brindisi con tutti i presenti quando arrivò la Burke.

    Lui non era nessuno per giudicare le azioni altrui. Le azioni della preside avrebbero potuto avere una motivazione plausibile, ma anche se non l'avessero avuta ormai il passato si era inscritto nella pietra Storia e non poteva essere mutato.
    Anche se non condivideva tutte le sue scelte, rispettava la migliore strega della loro storia. Uno dei più grandi pilastri della Conoscenza attualmente viventi e che aveva fatto della sua vita una missione per coltivare le doti delle nuove generazioni.
    - Almeno non è morto nessuno -
    Una dea di luce e di sangue interruppe i suoi pensieri.
    «Mi concede questo ballo, signor Black?»
    Lo sguardo bruno si sciolse in un si.
    Scolò il bicchiere di vino, lo appoggiò al tavolo e...- Wof, wof...aehm certo, mia dolce damigella -
    Le prese la mano e la condusse al centro della sala dove i responsabili delle casate ed i prefetti avevano già cominciato a danzare.
    Il vischio aveva comininciato a strombazzare in giro, ma lui aveva occhi solo per lei.
    Tutto s'inabissò in sé stesso e gli unici nella pista rimasero loro; i conquilini del terzo piano.
    La mano destra era rimasta saldo pilastro della sinistra femminea mentre l'altra appoggiava piano sul fianco rosso della regina di quello spazio vuoto affondato nella musica.
    Si muovevano a tempo, si muovevano delicati, ma decisi come le note stesse che li avvolgevano stringendoli ancora più forte nel loro abbraccio.
    - Eva...-
    Gli occhi si piantarono sui suoi.
    - Sei...sei la cosa migliore che mi sia piovuta addosso negli ultimi trentatreanni .-
    La musica era agli sgoccioli e loro, gli unici abitanti di quello spazio vuoto, erano così vicini.
    Le labbra di lui si mossero da sole tentando un abbraccio profondo verso i due petali carnosi che fin dal primo giorno lo avevano conquistato.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1"| Scheda | Stat.
    by Lance


    Edited by SamuelBlack - 20/12/2019, 19:47
     
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    Tutta quell'enorme sala era addobbata esattamente come ci si aspetterebbe da una festa di Natale in piena regola ed avevano fatto un ottimo lavoro, tuttavia Cameron si chiedeva ancora cosa ci facesse lì invece di essere... da qualsiasi altra parte. Non era un ragazzo che si lasciava convincere facilmente, tuttavia aveva dovuto fare un'eccezione, quella sera... forse un po' per accontentare sua madre che desiderava tanto -di sicuro più di quanto lo desiderasse lui- che si facesse dei nuovi amici, un po' per vincere la scommessa fatta con il suo migliore ed unico amico, un po' per sua sorella che adorava quelle cose. Come ogni volta, pensare alla sorella perduta era una stretta al cuore che, puntualmente, il ragazzo nascondeva dietro muri di menefreghismo ed arroganza e così avrebbe dovuto fare quella sera, nonostante l'aria di festa e serenità che si percepiva nell'aria, almeno fino a quel momento.
    Poi, non era da lui andare al ballo con una ragazza che sopportava a malapena, anche se c'era da dire che quella sera si era davvero impegnata a mettersi in tiro, anche se non aveva indossato il suo regalo che sarebbe stato decisamente meglio. Sogghignò a quel pensiero e a come lei avesse rifiutato. Invero, lo aveva fatto in maniera dignitosa, non come si era aspettato lui, con qualche scenata o quant'altro. Peccato però, le sarebbe stato sicuramente una bomba, sebbene non disdegnasse nemmeno ciò che aveva in quel momento. Perciò, un complimento -senza perdere il suo sorriso da schiaffi- gli era parso quasi d'obbligo. Non era scemo, comunque, aveva percepito che la ragazzina si fosse irrigidita al contatto con lui, ma attribuì questa cosa a nient'altro che al disprezzo reciproco che circolava tra i due giovani.
    Andiamo, non fare storie replicò, una volta vicino al tavolo degli alcolici. Tu sarai anche minorenne, ma io no... quindi stai zitta e prendi qua Le porse un bicchiere dove aveva versato del punch con chissà cosa dentro. Da quando Cameron Cohen era così galante? Forse sapeva che solo da ubriachi ci si sarebbe potuti divertire a quella serata, nonostante reggesse l'alcol piuttosto bene e ce ne volesse prima che riuscisse ad ubriacarsi tanto.
    Stava per aggiungere qualcosa, quando fece il suo ingresso "trionfale" quella racchia della preside, blaterando cose senza senso che a Cameron non potevano fregare di meno. Semplicemente, non vedeva l'ora che se ne stesse zitta e che uscisse di scena, probabilmente per poi tornare dentro ad una bara. Avrà avuto almeno centocinquant'anni quella tizia, o forse se li portava semplicemente male. Tolta dai coglioni la tipa, iniziò a risuonare una musica... inquietante? Orribile? Perfetta per dei Babbo Natale assassini? A voi la scelta. Ma non fu l'unico avvenimento di quella sera, già stressante di per sé, ma arrivò anche un vischio con una cazzo di trombetta alla quale il giovane avrebbe volentieri dato fuoco. Ma la cosa peggiore non era l'entrata di quel dannato affare, ma proprio il fatto che si fermò sopra la sua testa e quella di Mia, iniziando a fare un casino insopportabile, motivo in più per bruciarlo. Tra l'altro, era piuttosto certo che la biondina non avrebbe accettato di baciarlo nemmeno sotto tortura, eppure... eppure fu proprio lei a sporgersi verso di lui, lanciandogli una sorta di sguardo assassino ed un ammonimento. Ovviamente dovette alzarsi in punta di piedi, essendo qualcosa come venti centimetri più bassa e Cohen si dovette sforzare di non ridacchiare davanti a quella scena buffa. Fu un attimo, le labbra della ragazza si appoggiarono sulle sue. Fu una cosa veloce, casta e che non durò più che un secondo. Era evidente che la bionda lo avesse baciato solo per far tacere il vischio e far sì che andasse a disturbare qualche altra coppia. O almeno, chi secondo lui era una coppia, visto che con loro aveva cannato in pieno. Comunque, Cameron in quel brevissimo lasso di tempo, troppo corto perché potesse veramente capire qualcosa, percepì solo la morbidezza delle labbra della ragazza, contrariamente a come si era immaginato -perché ti immaginavi le sue labbra? chiese fastidiosa la vocina nella sua testa- ed un sapore dolce... forse fruttato? O forse era lui che si immaginava le cose. Ad ogni modo, accantonò l'esperienza con una scrollata di spalle, tornando a concentrarsi su quella che era la sua dama per quella sera. Sei arrossita commentò Cam, non perdendo l'ennesima occasione per canzonarla, mentre il vischio schizzava lontano. Comunque sì, suppongo sia una buona idea rispose, intendendo la proposta della ragazza. Non era propriamente esperto su cosa si facesse ad una festa e, in particolar modo, ad un ballo. Aspetta un momento, però. Pretese poi, iniziando a camminare per poi avvicinarsi ad un paio di docenti, una coppia di Opali, fino a raggiungere Gyll. Non controllò se la ragazza lo avesse seguito, anche se supponeva di sì visto che si era avvicinato a degli amici di lei che magari avrebbe potuto salutare. Buonasera disse semplicemente, rivolto ai docenti. Come sempre, il suo tono era freddo ed atono -a meno che non parlasse a qualcuno che gli interessava- quindi si rivolse all'opalina del primo anno. Stai una favola ghignò, guardandola da capo a piedi. In effetti non aveva idea che Gillian McKenzy potesse conciarsi un maniera così... boh, diversa dal solito, oserebbe dire sexy. In fine fece un cenno del capo al ragazzo accanto a lei, anch'esso Opale e del loro stesso anno, anche se non ricordava il suo nome nemmeno per sbaglio. Mi dispiace ma stasera non ho delle patatine da darti concluse, riferendosi all'episodio successo durante la lezione di aritmanzia e all'insopportabile soprannome che lei gli aveva dato.
    Cameron Cohen -Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Come aveva ribadito a Joshua con una convinzione non sua, Jesse non aveva nessuna velleità di essere un protagonista, più ancora che un eroe, prediligendo il ruolo di spalla. Ciò si ripercuoteva su quella serata, ove il ragazzo, essendone uno dei tanti protagonisti, si scopriva non poco agitato e in panico, a prescindere di quanto bella sapesse essere Jessica[/tag] e di quanto Alex fosse adorabile in tenuta da elfo (con buona pace di Blake).
    Alla vista della corvina, il ragazzo si sperticò in complimenti sia per lei sia per il cucciolo di uomo, sorridendo poi quando la giovane riconobbe negli abiti suoi un tocco di Erik, al che le concesse un ampio ed aperto sorriso "Uh, sì, l'idea è stata di Erik, ma gli abiti li ha trovati mia madre: il potere dei fashon blogger" per quanto questo umile narratore fosse convinto che tutto ciò fosse merito degli amici cinesi della madre, che avevano fatto arrivare tutto dalla Cina col furgone (e un codice sconto random).
    "Tuuutto quello che vuoi!" disse lui, offrendo il braccio alla sua dama per poi scortarla verso il reparto alcoolici, ove prese un cocktail analcolico, in quanto era già abbastanza confuso ed esagitato di suo senza bisogno di alcool in corpo, salutando chiunque lo avvicinasse, cominciando da un gayissimo Adamas "Anche tu stai benissimo, sembri una pista da sci!" disse lui alzando la mano e forse un po' troppo la voce, servendo forse all'altro un complimento che poteva suonare come un insulto, per quanto la sua allegria spensierata avrebbe dovuto rassicurare il nostro omosessuale di fiducia.
    'Uh... forse dovrei dirgli... di Josh?' in vero forse avrebbe dovuto dire molte cose a molte persone, e invece tenne a distanza le più importanti della sua vita, al momento: salutò con la mano e con grande slancio Erik, così come Blake e persino Joshua, ma non avvicinò a al momento nessuno, complice il fatto che diverse persone stessero avvicinando loro - o meglio Alex - di fatto tenendolo dalla sua dama.
    Non che gli spiacesse, ovviamente, ma era strano trovarsi davanti Kenna che pretendeva di stringere Alex, con lui che con un sorriso tiratissimo e ancor più teso annuiva e pregava silenziosamente che non se lo mangiasse, salvo poi far schizzare al cielo le sopracciglia quando ella si sperticò in lodi per la madre, riprendendo, in parte, anche la sua invettiva condotta quella maledettissima notte "Certo che lo è... Jessica è coraggiosa, amorevole e bella..." propose lui con tono di voce basso, forse perché ancora confuso da cosa stesse accadendo, osservando poi la donna allontanarsi per correre all'orecchio della sua bella.
    "Non so cosa abbiano preso Ensor per comprarsi quel vestito e la MacEwen... ma ne voglio un chilo!" e sussurrò, ammettendo come concordasse col fatto che il loro capocasata si drogasse per indossare qualcosa del genere.
    Molte cose apparivano strane quella sera, per quanto non si fosse badato a spese, del resto era l'evento dell'anno, l'evento in cui lui avrebbe dovuto ballare. Con lei. Al solo sentir accennare il tema, deglutì "Eh già... mi sono ripassato i passi ecco... dovrei... dovrei riuscire a non pestarti i piedi, ecco" come sempre lui era molto confidente nelle sue capacità, ma per fortuna non ebbero molto tempo per parlare di ciò che sarebbe accaduto, anche ad opera di una Gyll selvatica, la quale iniziò a sua volta a molestare il pargolo.
    "Sì, è assolutamente adorabile!" disse lui con tono fin troppo acuto, cercando di assicurarsi che l'iperattiva opalina non finisse per romperlo, trasformando quella serata di gaudio in tragedia, dedicando al contempo qualche attenzione anche a Mordredl, al quale dedicò sorrisi ben più sinceri "Riprendiamo il gioco delle domande?" lo stuzzicò infatti, impettendosi un istante, in maniera dolce, ed avvicinandolo "Sono contento tu sia venuto... e in compagnia. E' un ballo ed è bello poterselo godere e poterlo condividere con altri"
    Provava tenerezza per quell'opalino, sicché gli posò dolcemente una mano sulla spalla con far fraterno, lasciandoli poi liberi di scorrazzare, danzare e fare quanto volessero, come un po' tutti quella sera, inclusa la preside, che si presentò con un vestito sicuramente provocante, data la sua età, servendo loro un discorso inaugurale neanche troppo soporifero, anche perché tirò in ballo gli eventi di halloween 'Gentile da parte sua ricordarsi di quella notte, visto che era a fanculo!'
    Non disse nulla, ma la sua muscolatura, lungo tutto il corpo, si irrigidì in risposta a quella che lui trovava essere sfacciataggine: lui era un soldato ed aveva espressamente detto quale reputava fosse il ruolo dello staff accademico - incluso il suo - per quanto concerneva la sicurezza di tutti gli studenti. Il fatto che lei non ci fosse stata e la nebbia magica fosse stata dissolta grazie alla forza e alla determinazione di Sigurd era per lui un grosso schiaffo morale.
    Disse qualcosa? Ovviamente no, si limitò a rimanere lì, impalato e rigido, riflettendo sul fatto che, in qualità di prefetto, suo era anche il compito di tenere unito il gruppo, anche a costo di difendere autorità che in quel momento approvava decisamente poco "Pensa per te strega" sibilò comunque, a voce bassissima, folgorando la donna quando questa ebbe l'ardire di toccare il suo miglior amico.
    Volse verso di lui lo sguardo, terrorizzato all'idea che potesse saltare alla giugulare della donna, ma altrettanto terrorizzato che non lo facesse e, leggendo le sue parole, abbozzò un sorriso 'Ben detto!' decretò, sospirando e volgendo lo sguardo alla bella corvina, giusto in tempo per sentirle dire che le regole erano meno severe quella notte, cosa che lo fece ridere, salvo gelare quella risata quando si sentì evocare "Sì... ecco... ora forse avrei bisogno di qualcosa di forte..." pigolò lui, finendo comunque coll'avanzare insieme ai colleghi e ai capicasata, finendo inevitabilmente per fissare una persona più di chiunque altro: Elisabeth.
    'E'... è sola?' gemette lui, terrorizzato, sollevato e al contempo sentendosi mortalmente in colpa tutto insieme. Aveva notato Josh in un angolo, ma aveva pensato stesse aspettando la prefetta oppure, più semplicemente, che stesse facendo quello che gli riusciva meglio (il ragazzo dai facili costumi) ed invece loro due erano venuti da soli, tutti e due, specialmente lei, che ora si trovava da due a zero cavalieri senza passare dal via. E senza poter saltare il ballo.
    'Oh no, non va bene, non va affatto bene!' una parte di lui detestava la ragazza, ma, al contempo, sapeva di non odiarla, e soprattutto sapeva bene quanto scottasse la consapevolezza di essere soli e non voluti. E nessuno, per lui, meritava una simile ferita, specialmente se una persona poteva esserci 'Anche due: dove cazzo è Lucas quando serve?' a piangere da qualche parte, probabilmente, o a sistemare il freezer nella sua casa per metterci dentro le scorte per l'inverno (?); comunque non era lì, e ormai lui era arrivato con gli altri.
    'Merda merda merda!' iniziò lui ad imprecare, cercando nella sala Joshua, che individuò, puntandolo quasi i suoi occhi fossero coltelli, indicandogli poi con un gesto del collo col capo la prefetta, chiarendo come reputasse, assolutamente, che fosse il caso di salvare la dama in pericolo.
    Jesse non soffriva di cervicale come questo povero disgraziato narratore, eppure quei pochi gesti furono dolorosi, terribilmente, tanto da generare in lui nausea e anche un lieve capogiro 'Gli ho davvero... davvero detto di andare da lei?'
    Lo aveva fatto, eccome. Lo aveva fatto perché era giusto, lo aveva fatto per lei, per tutti forse, e lui, oggettivamente, era stato il primo quella sera a rassegnarsi a quella conclusione, al punto di scegliere una adorabile dama che non portasse il nome di Joshua, eppure vederlo concretizzarsi con lui fu terribilmente doloroso, per quanto, in vero, lui fu troppo codardo per vederli, spezzandosi dentro al solo immaginarlo.
    'Gran bella serata...' pensò lui, avanzando, nel mentre afferrava le mani di Jessica, ponendosi per il ballo e le prime note partivano.
    Osservò la corvina e lentamente iniziò ad accompagnarla nelle danze, trovando in lei un gran conforto 'Jess...' tutto era andato molto storto con la bella, non poteva negarlo, eppure osservandola, lui, ballando con lei, non poté non far sparire progressivamente quella maschera di dolore, per rimpiazzarla con qualcosa di più dolce "Musica un tantino inquietante, non trovi?" propose lui, piegandosi verso l'orecchio di lei per poi ridere e rimettersi ritto per non perdere il ritmo, che, nel complesso, stava tenendo.
    "Grazie di aver accettato di venire con me Jess..." le disse ancora, anche se quella volta il ringraziamento era tutt'altro che formale: danzando con lei sotto quelle note che lui trovava bizzarre, il giovane si rese conto quanto tenesse all'altra, e quanto ella sapesse renderlo sereno, anche nel momento in cui aveva gettato l'uomo che gli piaceva tra le braccia di una donna che lui detestava.
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    Lancelot OlwenDocente di Rune
    Era un ballo e lui era un cavaliere, uno dei tre più ambiti, essendo un capocasata, eppure la dama che ricevette da lui un bouquet non era la donna che avrebbe davvero voluto al suo fianco, per quanto ella si stesse dimostrando altamente all'altezza "Grazie..." propose lui, posando poi le proprie iridi gentili su di lei, osservandola mentre valutava il suo bouquet, curioso di sapere cosa ne avrebbe pensato, che commento ne avrebbe fatto, essendo ella erborista. In vero Claire rispose come una qualsiasi donna, commento che gli fece piegare di lato la testa, quasi volesse osservarla da una nuova prospettiva "Lieto ti piaccia" propose lui, offrendole il braccio per la mano che ella aveva ancora libera, introducendola alla festa per esibire il suo cavaliere "Ed io dovrò pur esibire te, no?" propose con un occhiolino, entrando finalmente per guardarsi intorno, scorgendo persone con look audaci come Brian, e altri che si recavano alla festa in tre.
    "Oh, io invece di balli ne ho fin la nausea" ridacchiò lui non osservando lei, ma andando per la sala alla ricerca dei suoi studenti, controllando cosa stessero facendo e con chi fossero. Notò Adamas da solo, mentre Erik si era scelta una bella dioptase per quella serata. Anche Josh pareva al momento da solo, per quanto si fosse avvicinato per chiacchierare al Lighthouse, mentre non vi era traccia di Lucas, il che in vero non lo sorprese oltre l'ordinario 'Speravo sarebbe venuto per la festa' ma in fondo, per quanto fosse autolesionista, quello sarebbe stato troppo persino per lui "Tu invece anche l'altra volta era in compagnia di un principe azzurro biondo?" la stuzzicò forse lievemente con un guizzo dello sguardo, tornando poi a cercare i propri ametrini, e quindi anche il suo pupillo (che fortuna eh), ovvero Blake, cui sorrise, radiosamente, orgogliosamente persino: adorava come lui si stesse prendendo cura di Lilith, mostrando come sotto alla sua follia urlante vi fosse ben altro 'Così ci si comporta, Blake!'
    La sua presenza nei confronti della bella era stata un po' scadente, ma non appena lei prese parola, lui volse il capo e le sorrise "Incendiario..." propose lui allegro, ma con un velo di tristezza nella voce, forse perché una parte di lui aveva associato quella bevanda all'amica deceduta. Scortò l'erborista al bar ove prese due whisky appena citati, proponendo a lei un brindisi, salvo poi ricambiare la domanda di lei "Vanno abbastanza bene... natale è periodo che io e la mia famiglia adoriamo e non vedo l'ora di rivederli!" ammise con gli occhi resi brillanti dalla gioia, del resto natale per gli Olwen era una festa con poteri catartici, del resto veniva dopo halloween, che ricordava loro i tormenti di Xander: natale scacciava lo spettro di quei ricordi e consentiva loro, ogni anno, di tornare alla serenità e al calore che ciascuno di loro sapeva donare agli altri 'E' la magia del natale...'
    Al solo pensarci, Lancelot si emozionava, tanto da poter dedicare radiosi sorrisi alla sua bella "Dove trascorrerai le vacanze di natale? Non credo di averti mai chiesto dove viva la tua famiglia: mi sento davvero scortese!" ridacchiò lui, seriamente interessato a scoprire di più sulla donna che aveva davanti, ignorando di saperne già a pacchi.
    Avrebbe peso dalle sue labbra, salvo poi volgere lo sguardo alla docente, accogliendo con noia le sue parole "Abbiamo dimostrato molto... sarebbe stato bello se in quel noi avessimo potuto includere anche lei e non il nobile capovillaggio di Denrise..." propose, duro e polemico, alle orecchie della sua collega e amica, allarmandosi poi quando notò la sua scoccata a Blake "Se la manda a fanculo, io lo difendo, sappilo!" sibilò ancora a lei, con un tono così basso e freddo da non apparire quasi degno del runista, pur essendo assolutamente suo.
    La donna lasciò perdere il biondino, il quale se la cavò con una risposta piccata, e le danze furono aperte. Sospirò anche Lancelot, avviandosi al centro della sala come richiesto dalla preside, posando delicatamente una mano sulla schiena di lei, salvo poi disporsi davanti alla stessa, ove fece un inchino "Mi concede questo ballo, madame?"
    Nel mentre questo narratore rideva sguaiatamente nel sentir definita Brianna madame, Lance tornò ritto ed offrì la propria mano alla bella, che afferrò poi con garbo, carezzandola dolcemente sul dorso col pollice. Con eleganza la tirò a sé, portando l'altra mano a sfiorarle il fianco per poi cominciare a danzare con leggerezza ed eleganza.
    "Non mentivo quando dicevo che non era il mio primo ballo" Brian che limonava gente con casqué, Lance che si pavoneggiava? Possibile che la musica natalizia dell'evento avesse effetti poco difformi dai zuccotti dell'estate precedente?
    La cosa non era da escludersi al 100%, ma in effetti il runista aveva dei geni megalomaniaci di chiaro stampo Olwen, che emergevano particolarmente quando questi si cimentava in un'arte. Quindi ecco lì, a danzare a ritmo di musica, facendo volteggiare Claire con una sicurezza che certamente all'altra non avrebbe ricordato il timido e goffo duellante che aveva incontrato anni e anni prima, quando ancora portava un nome capace di scaldare il cuore del suo cavaliere... e bruciare tutto il resto, inclusi quadri parlanti.
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Non sapeva cosa stesse succedendo.
    Intorno a lui tutto era decisamente troppo natalizio, la foto che era stata scattata eccessivamente zuccherosa e quella danza che portò i due insegnanti verso il centro della Sala si stava facendo più intima. Per un solo ed impercettibile istante odiò profondamente l'intero genere umano, avrebbe incendiato con estremo piacere il molesto vischio strombazzante e con un sonoro vaffanculo avrebbe detto addio a tutti coloro che lo circondavano. Cosa si aspettavano da lui? Perché era tenuto a rispettare simili tradizioni e, soprattutto, perché non ebbe il buon senso di fermarsi ponendo ufficialmente la parola fine a quell'usanza eccessivamente datata, forzata, priva di qualunque buon senso.
    Passo dopo passo la musica lo guidava fino al culmine di quel percorso. Ci fu un casqué, un momento che parve durare un'eternità ed un primo bacio dall'arcano significato. Alizée voleva che fosse qualcosa di cui la gente avrebbe parlato, Brian non era così d'accordo tuttavia la carne prese il sopravvento sulla ragione e le labbra ebbero il loro contatto. Gli occhi si chiusero e in quel frangente ogni luce si spense. Quello che doveva essere un casto bacia si trasformò in un incendio divampante e le lingue cominciarono la loro danza quando la prima canzone era ormai terminata. Il Vischio era ormai andato via, tuttavia quel contatto durò ancora qualche secondo, generando un principio di ordine in quel caos scoppiettante che provava all'altezza del petto.
    Si staccò qualche secondo dopo e le sorrise. Non seppe dir con certezza se gli fosse piaciuto o meno, tuttavia non poté rimanere impassibile a ciò che era accaduto. Non si sentì di allontanarsi da lei, ma neanche di chiederne ancora. Non era abituato a quel genere di contatti, non era solito cercarne, tanto meno riceverne.
    Lei doveva bere qualcosa, lui anche. Proporrei allora di lasciar le danze agli studenti, avviciniamoci alle bevande. Tra drink alcolici e analcolici lui sapeva perfettamente cosa prendere. Io opterò per qualcosa di forte, lei? Le parole vennero dette mentre riempiva un primo bicchiere con una bevanda che dall'odore ricordava vagamente il vin cotto che d'inverno faceva suo padre, quando era ancora in vita ovviamente. Se la donna avesse scelto anche lei quella bevanda le avrebbe volentieri ceduto il primo bicchiere, altrimenti avrebbe servito prima se stesso e poi la sua dama. Ora che ci penso, non abbiamo mai avuto modo di confrontarci. Dove ha imparato a ballare?



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    this may be the night that my dreams might let me know. All the stars approach you ♪

    Aiutare Gyll era stato un vero e proprio dramma, ma ce l'aveva fatta. Sapeva che l'amica non fosse propriamente la ragazza più femminile del pianeta, quindi aveva deciso di aiutarla per far sì che fosse pronta per il ballo a cui sarebbe andata con Mordred. Era molto felice che il ragazzo le avesse chiesto di andare con lei perché non voleva che la sua migliore amica ci andasse da sola o peggio perseguisse il piano precedente di Jessica ovvero starsene in dormitorio a far nulla. Sarebbe stata anche un'occasione per divertirsi insieme, oltre che con i propri cavalieri. L'aveva aiutata con i capelli e, cosa più drammatica, con il trucco. Aveva dovuto metterle in mascara minimo tre volte perché ogni volta si muoveva, per un motivo e per l'altro, e le linee venivano storte. Ma Jessica ormai non si stizziva nemmeno più, conoscendo la ragazza. Non lo faceva apposta, era fatta così. Non era una ragazza da trucchi o da troppi fronzoli, era più acqua, sapone e... ingenuità. Ma le voleva bene lo stesso. Oh, Gyll, non chiederlo a me. questione di abitudine, presumo... ad ogni modo io non lo faccio spesso... comunque sei una donna anche tu rispose, con pazienza ed un mezzo sorriso. E sta un attimo ferma! la rimproverò bonariamente un secondo dopo. Altrimenti devo rifarti il trucco una quarta volta! sospirò, tracciando con mano ferma e decisa le linee. dopo aver passato forse un'ora a tentare di sistemarle i capelli ed il trucco -riuscendoci per fortuna- l'aveva lasciata sola a vestirsi -dopo aver ricambiato l'abbraccio e averle promesso che avrebbero fatto un ballo assieme- andando quindi incontro a Jesse che era, per così dire, venuto a prenderla per andare al ballo insieme. Era stata felice di quell'iniziativa del prefetto opale e, insieme, si erano diretti al ballo. Mentre camminavano, parlavano anche. Quindi anche Erik è vestito così? Forte! si complimentò. E complimenti alla mamma concluse poi, mentre entravano nella sala.

    **
    Si avviarono quindi al tavolo, dopo che Jesse l'ebbe presa sottobraccio, e lo imitò prendendo a sua volta un analcolico. Ci sarebbe stato tempo per ubriacarsi.
    Poco dopo essere arrivati, si avvicinò a loro Adamas congratulandosi per il loro abbigliamento, al che, la corvina gli fece un bel sorriso. Ma lasciò che fosse il compagno Opale a rivolgere per primo la parola all'ametrino, per poi pronunciarsi lei. Grazie Adam! disse, con un sorrisetto. Le dispiaceva che fosse venuto al ballo da solo, quindi si ripromise che prima della fine della serata, sarebbe andato da lui, per parlare e magari strappargli un ballo. Era un suo amico, quindi non ci vedeva proprio nulla di male nel proporglielo. Lo osservò allontanarsi dopo aver dato un tenero buffetto ad Alex e rimase ad osservarlo per qualche secondo mentre si andava a sedere, per poi tornare a rivolgere le sue attenzioni al proprio accompagnatore. Ricambiò quindi il saluto di Erik con la mano, prima di seguire Jesse. Rimasero quindi fermi per qualche secondo, prima che un'altra persona venisse a parlare con loro.
    Si accorse della professoressa di storia della magia solamente quando si rivolse a loro, salutandoli. in quel momento era, evidentemente, intenta a pensare ad altro. alzò la testa e rivolse uno sguardo alla professoressa. Non c'era nulla da dire, era veramente bellissima ed il vestito le donava davvero. Buonasera salutò quindi la corvina, accennando un mezzo sorriso. non avevano avuto modo di fare conversazione da quella notte, se si escludevano le lezioni ovviamente, ma quelle non erano certe vere conversazioni, ma obblighi. Lanciò poi un'occhiata, una singola occhiata, all'accompagnatore della prof, osservandolo per un attimo con le iridi scure che in quel momento parevano fredde come il ghiaccio, dopodiché distolse tutta la sua attenzione da lui -anche se, doveva ammetterlo, il suo cuore aveva accelerato i battiti- per tornare a prestare attenzione a Kenna; la osservò per qualche secondo e alla sua semplice domanda, si limitò ad annuire, sperando non volesse soffocare Alex o qualcosa del genere. Tenne quindi le iridi scure puntate sulla donna mentre questa parlava ed accarezzava il piccolo.
    Di tutto si aspettava, tipo che sfoderasse la tipica vocina che tutti usavano con i neonati, ma di certo non si aspettava ciò che gli disse dopo. sapeva quanto Kenna fosse una donna orgogliosa, quindi le sue parole la stupirono davvero. Era anche sicura che un lieve rossore le avesse invaso le guance e non sapeva cosa replicare alle sue parole che, sebbene avesse parlato con suo figlio, erano ovviamente rivolte a lei. stava per dire qualcosa, quando la Macewen si rivolse direttamente a lei. sembrava che quella serata sarebbe stata piena di sorprese. Oh sì, e non poteva nemmeno immaginare di che calibro. Intervenne quindi Jesse, il dolce Jesse. Alle sue parole, il rossore delle proprie guance aumentò maggiormente, spingendola a sfoderare un sorriso sincero all'indirizzo dell'Opale. Jesse... mormorò Jessica, lievemente imbarazzata ma felice del complimento. Non sapeva cosa dire, ma apprezzava davvero. Grazie. Davvero. Optò quindi per un semplice ringraziamento ma sempre efficace, prima di riservare più o meno le stesse parole anche alla donna. La ringrazio, professoressa rispose quindi, semplicemente. E mi scusi per come le ho risposto... fece una piccola pausa, incerta se continuare o meno ...quella sera. Non le andava di dire cose tipo "la notte dell'attacco" o simili, avrebbe riportato alla mente troppi spiacevoli ricordi che, comunque, non se ne sarebbero mai andati nemmeno impegnandosi a dimenticare. Insomma, era già tanto se Jessica Whitemore si era scusata con qualcuno, quindi non aveva intenzione di aggiungere altro. Certo, lo terremo presente e... divertitevi anche voi aggiunse, rimarcando l'ultima parola quasi fosse una parolaccia. Buona serata concluse poi, rivolta all'augurio del prof di Astronomia. Anche se la propria voce era fredda, fin troppo. Ma si distrasse in fretta.
    Quando, comunque, si furono allontanati di un poco, Jessica avrebbe riso alle parole del ragazzo sui vestiti dei professori. No, hai ragione... io personalmente non me lo sarei mai aspettata da nessuno dei due, troppo rigidi per una cosa del genere... ma devo ammettere che la prof sta davvero bene! Mentre Ensor... boh, è strano concluse, non sapendo bene cos'altro aggiungere. Comunque, passarono all'argomento "ballo" vero e proprio. Oh, non preoccuparti Jesse! Non ne farò un dramma se succede e mi pesti un piede ammiccò al ragazzo. Di certo non le andavano a genio le ragazze che facevano tutte quelle scene pietose per un piede pestato.
    Dopo qualche attimo, sarebbe entrata in scena anche Gyll, bellissima come pensava. Le aveva consigliato come vestirsi al meglio ed era veramente una bomba. Si avvicinò al loro gruppetto e salutò, esuberante come sempre. Sei magnifica! Esclamò in risposta alla sua domanda, mostrando entusiasmo sincero. Te l'avevo detto concluse con un sorrisetto. Ciao Mord disse poi, rivolgendosi all'accompagnatore dell'amica, il quale rivolse qualche parola ad Alex. Guardò Gyll abbassarsi per dare un bacino ad Alex e non riusciva a smettere di sorridere, dimenticando per un attimo l'assurda irritazione che aveva provato poco prima. Lasciò quindi che Jesse scambiasse qualche parola con Mordred, mentre lei era occupata ad osservare Gyll. Sono felice che tu sia qui continuò poi. Sarebbe stato un po' più noioso senza di te a movimentare la serata!
    Quando, comunque, la prof si fosse allontanata un minimo, avrebbe visto sopraggiungere Josh. Oh grazie, Josh! esclamò, entusiasta Sei molto gentile. Non disse nulla sul fatto che Jesse non fosse il suo ragazzo, lasciò a lui -in caso- il compito. Non per altro, ma semplicemente non ne vedeva lo scopo; che stessero insieme come coppia fissa o solo quella sera, non aveva importante in quel momento, l'importante era semplicemente stare insieme e divertirsi tutti insieme. Comunque l'Opale non disse nulla, si limitò a fissare l'Ametrino. La ragazza avrebbe aggiunto qualcos'altro, incuriosita per la reazione di Jesse, perlopiù composta da silenzio ma non lo fece. Anche perché fece il suo ingresso la preside ed esordì con un discorso sul quale la giovane aveva parecchio da ridire. Molto gentile a ricordarci, come se niente fosse, cose che tutti vorremmo accantonare dichiarò e non si premurò nemmeno di abbassare troppo la voce. In fondo, era piuttosto sicura che fosse quello che stavano pensando tutti. Bellissime parole, immagino per lei sia stato faticoso starsene al castello a mangiare pasticcini sentenziò, acida. E nemmeno questa volta abbassò troppo la voce, ma c'era comunque brusio, quindi dubitava che la preside l'avesse sentita; le sue parole probabilmente arrivarono solo alle persone che la circondavano. Sfidava chiunque, comunque, a negare ciò che l'Opalina aveva appena detto. Tutti sapevano che era vero. Aveva, però, sentito il compagno irrigidirsi alle parole della preside e gli aveva accarezzato delicatamente il braccio. Lasciamo perdere gli sussurrò poi Tu, piuttosto, sei stato molto coraggioso. E poi ridacchiò alla sua frase sibilata fra i denti.
    Ad ogni modo, la vecchia si defilò in fretta così com'era arrivata e ciò segno l'inizio delle danze... con una musica non propriamente allegra.
    Questo voleva dire che, beh... avrebbe dovuto dare inizio alle danze con il suo cavaliere prefetto! Che, in ogni caso, in quel momento sembrava un poco assente, anche se non ci diede troppo peso, pensando che fosse solo ansia per ciò che stavano per fare.
    Ma prima che prefetti, caposcuola e capocasata potessero aprire definitivamente l'evento, successe qualcosa di non troppo previsto dalla giovane corvina. Un fastidiosissimo rumore piombò sulla sala, rumore associato ad un vischio. E sappiamo tutti cosa succede quando si è sotto il vischio. Sulle prime, non diede molto peso a quell'affare rumoroso che aveva già adescato delle coppie, ma quando si fermò sopra i due adulti davanti a lei, si impietrì e, probabilmente, il suo cuore si fermò per qualche secondo infinito. Si sentiva la bocca asciutta, sebbene avesse bevuto un analcolico con Jesse poco prima. Provò a parlare, a dire qualunque cosa, ma le parole le erano morte in gola, gola che fu assalita da un nodo bello stretto, degno di un perfetto boyscout. L'interno guancia della corvina fu di nuovo vittima dell'assalto dei suoi denti, siccome la ragazza se lo stava mordendo con forza, incurante del dolore che si faceva sempre più acuto. Anche se non era sicura se fosse dolore fisico o emotivo. Non gli sfuggì come l'uomo guardò la MacEwen, probabilmente come ogni altro uomo guardava un bel culo ed un paio di tette. Deglutì più volte a vuoto, pensando che magari non si era ancora mosso perché stava aspettando che il vischio smettesse da sé e se ne andasse. Beh, le speranze di Jess andarono presto in frantumi quando il professore si avvicinò lentamente a Kenna, per poi posare le labbra sulle sue. Le uscì un gemito strozzato, talmente lieve che poteva benissimo non essere mai esistito, solo frutto dell'immaginazione di Jessica. Le parve anche di sentire un rumore, anche se stavolta era sicuramente frutto della sua immaginazione, e si trattava del suo cuore che andava bellamente in frantumi. Dovette trattenersi con tutte le sue forze per impedire a quelle lacrime crudeli di uscirle. Ne aveva abbastanza, con gli occhi lucidi, si girò cercando di guardare da tutt'altra parte senza badare se Kenna avesse ricambiato o meno, certa che sarebbe potuta scoppiare da un momento all'altro. E non poteva succedere, non in pubblico. Lo avrebbe rimandato a più tardi, quando il ballo fosse finito. In quel momento, arrivarono anche Cameron e Mia, alla quale riservò un sorriso -falso- ed un saluto. Ciao, Mia! Certo il sorriso falso non era a causa della bionda, ma non riusciva proprio a sorridere in quel momento.
    Tornò accanto a Jesse, con il quale doveva ballare per dare il via ufficiale alle danze.
    Quando iniziarono a ballare, il ragazzo sembrò sciogliersi un tantino rispetto a prima e la corvina poté finalmente ritrovare nello sguardo di lui quella venatura di dolcezza che tanto adorava. Decisamente sospirò Mi chiedo dove l'abbiano trovata questa musica più adatta ad un funerale si chiese, continuando a danzare con l'amico. Quando lui la ringraziò per l'ennesima volta, era quasi commossa. Fu un ennesimo sforzo per non crollare a piangere, quindi provò ad indossare il suo miglior sorriso e ritrovare la sua voce ferma. Gli accarezzò la guancia con le dita ed esitò prima di dire qualunque cosa. Grazie a te per aver invitato proprio me... ci tenevo davvero tanto... sussurrò, avvicinandosi leggermente sulle note di quella strana musica. Ballarono così ancora per un po' e, quando fosse finita la musica, la ragazza avrebbe cercato di ricomporsi al meglio, per poi guardare il suo accompagnatore. Adesso cosa vuoi fare? Andare di nuovo a bere qualcosa, mangiare, andare alla fontana-snaso di cioccolato, lasciare una dedica...? O scappare da questo posto di merda? Io stavo pensando di andare da Adamas, mi dispiace che sia venuto da solo. Avrebbe quindi preso la mano di Jesse e si sarebbe diretta proprio dall'amico, portandosi quindi dietro l'Opale se non avesse opposto resistenza. Adamas! Eccoci di nuovo... Tutto bene? chiese, lasciando poi la mano di Jesse ed allungandosi ad abbracciare l'altro, sempre lui lo avesse permesso. Sono davvero felice di vederti qui!
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Da settembre era prefetto, eppure Erik ancora non si era abituato a quella carica. Aveva sempre vissuto in disparte nella propria ombra, ora invece aveva l'attenzione di molti addosso e ciò in qualche modo lo faceva sentire estremamente in ansia, costantemente sotto giudizio, ma felice. Non sentirsi più invisibile era estremamente appagante per chi era convinto di non aver un proprio posto nel mondo e ad un tratto eccolo lì, durante il Jul Ball, a dar inizio alle danze insieme ai suoi colleghi prefetti, capocasata, caposcuola e una bellissima accompagnatrice.
    Insieme danzarono sulle note di quella canzone natalizia ma dai toni più malinconici, cadenzati, eleganti. Fu un momento di estrema tensione, eppure riusciva ad andar a tempo di musica e per quanto possibile i suoi occhi non si staccarono da Molly neanche per un secondo. Poi la musica ebbe un breve arresto, il prefetto fece un passo indietro e ringraziò la sua dama con un gentile inchino. Ti ringrazio ancora per aver accettato il mio invito, ora però devo bere qualcosa o svengo. Aveva la gola secca, così raggiunse in un attimo la zona dedicata alle bevande, ma dopo averci pensato un po' decise di optare per qualcosa di analcolico. Quella sera poteva essere speciale e non aveva intenzione di rovinarla a causa dell'alcol.
    In quel preciso istante l'attenzione parve focalizzarsi su due figure prive di accompagnatori: Adamas e Ayla. Purtroppo la scuola era davvero molto grande e nel bene o nel male non aveva avuto gran modo di stringere amicizia con loro e pensandoci bene nessuno meritava di star da solo in un'occasione come quella. Si avvicinò ai due con un sorriso stampato sul volto. Ragazzi, avete una vaga idea di come funzioni la fontana di cioccolato? Se fosse per me mi ci farei il bagno, ma non vorrei rovinare il vestito. Era un adolescente, era ovvio che pensasse che l'unico modo per usarla fosse avvicinare la bocca. Sorseggiò rapidamente il proprio drink. Magari riuscirò a far amicizia anche con loro!


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    Kenna Ivonne MacEwen
    età: 33| Docente - Responsabile Dioptase | parlato | pensato | database: | scheda: | stat.:

    Come il più classico dei cliché Daniele era arrivato alla sua porta da perfetto cavaliere, rivelandole come per lei ci sarebbe stato un dono sotto l'albero da parte sua, che l'aveva resa alquanto imbarazzata, balbettando come una delle sue studentesse che non era tenuto a farlo, sottointendendo il favore che alla fine l'uomo le stesse facendo. Il Grifondoro però sembrava uno di quegli amanti del Natale che aveva conosciuto degli States, dove nelle settimane che dal Ringraziamento portavano al Natale c'era la lotta per le decorazioni esterne più belle del quartiere. Probabilmente lui avrebbe dato ricche soddisfazioni ai suoi colleghi, a differenza sua che il Natale un po' lo teneva lontano da sé.
    Alla fine, con la mano posata leggera sul suo avambraccio, i due docenti avevano guadagnato l'accesso alla Sala Grande addobbata per l'occasione. Come a volersi rifugiare in una zona di comfort si era incamminata, insieme a Daniele, verso il gruppetto dei docenti dove apprezzò enormemente la sobrietà della Murray in netto contrasto con la scelta finale della donna che comunque continuava a trovare profondamente attraente in quel velo rosso che non lasciava praticamente nulla all'immaginazione. E quel sorriso poi avrebbe fatto incendiare persino un cieco, soprattutto perché sapeva essere solo suo -almeno quello- invogliandola a chinarsi verso il suo orecchio in una domanda che in realtà rivelava come anche lei fosse tra quei tutti. Una domanda che ebbe una risposta sussurrata che le fece provare un piccolo brivido lungo tutto il corpo insieme al contatto fugace con il suo respiro. Quella donna era perfettamente consapevole delle sue armi di seduzione.
    Devo ammettere, Samuel, che anche lei questa sera non è affatto male. Per quanto fastidioso fosse vedere i due docenti vicini la scozzese doveva però ammettere come il collega fosse tremendamente affascinante in quelle vesti e per la russa, forse, soprattutto senza quelle.
    Russa che cercò di far sorridere con l'immaginarsi Ensor con il suo vestito rosso cui lei aggiunse anche un reggicalze. Audace sì, ma ancora paradossalmente banale. Credo che quelle lì -indicò con un cenno del capo lo strano frontino di Evans- siano decisamente più adatte per l'occasione! Che poi l'uomo avesse una storia o meno e se avesse provato il brivido del tradimento non erano cose che rientravano tra i suoi interessi, ma immaginarselo con un bel palco di renna lo trovava estremamente esilarante.
    Incontrato nuovamente Daniele lo invitò a prendere qualcosa da bere, salvo poi cambiare idea quando vide quella carrozzina -babbana- molto elegante insieme alla studentessa che tanto aveva bistrattato la notte di Halloween. Si era avvicinata a quella strana famigliola (?) salutandoli con il suo classico modo di fare, che però non riusciva a trasfigurare il suo nervosismo, facendo un'unica domanda alla giovane madre, chiedendole di fatto il permesso per poter avvicinarsi al bambino. Fu tramite il piccolo elfetto che riuscì a lasciar scivolare via frasi che avrebbe potuto tranquillamente rivolgere alla ragazza quella notte stessa o quando sapeva che era ferma in infermeria. Neanche si sorprese nel sentire la voce di Jesse correre in suo soccorso, ancora una volta, rimarcando cose che già aveva detto quella notte stessa dimostrandole di conoscere meglio la sua concasata. Lo stesso pensiero che aveva avuto quella sera tornò ad affacciarsi nella sua mente: che tra quei due ci sia qualcosa? Le parole di Lighthouse vennero recepite e comprese dalla storica, rivelandogli uno sguardo carico di scuse ed un sorriso abbozzato, che però finì con l'allargarsi -leggermente, stiamo pur parlando della MacEwen!- quando l'Opalina si scusò per quell'atteggiamento. Non si preoccupi... le chiedo però che, qualora lo ritenesse opportuno, la mia porta per lei è sempre aperta, in qualunque momento. Il suo tempo, probabilmente, era quanto di più caro avesse potuto donare a qualcuno e sperava che la ragazzina lo riuscisse a comprendere in qualche modo, nonostante il suo essere fortemente criptica. Daniele, che era stato spettatore silenzioso di quello scambio di battute, la seguì fino al tavolo degli alcolici -per quanto si fosse costretta a non eccedere di più con quella che era quasi una dipendenza, per quella notte avrebbe fatto un piccolo strappo alla regola- in un silenzio che le risultò strano visto che era solito parlare a sproposito. Ti hanno forse morso la lingua? Chiese passandogli un vodka tonic -non sapeva minimamente i suoi gusti, ma nell'ultimo periodo la vodka la trovava decisamente più attraente- proprio quando la preside richiamò l'attenzione di tutti, gettando sull'intera sala un silenzio innaturale. Gli occhi da gatta sembrarono mandare saette ad ogni parola dell'alta carica di Hidenstone, arrabbiandosi in particolar modo quando osò riferirsi ad una battaglia cui lei non aveva preso parte, gettando, di fatto, Ivonne in pasto a quelle stesse sabbie mobili che avevano inghiottito la Berteg. Uno sbuffo accompagnò quelle parole intrise di falsità, stampandosi un sorriso fatto della stessa sostanza quando venne invitata a fare un passo avanti per quell'inaugurazione ufficiale dello Jul Ball. Insieme a Salvatore guadagnò il centro della pista, fissando lo sguardo in quello dell'uomo pur di non dover vedere eventuali reazione in studenti e colleghi, dando vita a dei passi che aveva ripetuto varie volte negli anni, finendo quasi con il guidare lei il suo cavaliere e non il contrario, in quello che alla fine era effettivamente la volontà di mantenere tutto sotto controllo. La musica li accompagna in quel volteggiare, che sperava finisse al più presto, quando uno strombettio non costrinse la donna a sollevare lo sguardo verso il soffitto incantato osservando un ramo di vischio con tanto di trombetta segnalare la sua presenza proprio su loro due. MERDA! E per quanto quello fu solo un pensiero quella stessa parola si poteva leggere sul suo volto, soprattutto perché sapeva che non avrebbe avuto fine se le sue labbra non avessero incontrato quelle dell'astronomo. La mano dell'uomo sul suo fianco si fece più presente mentre vide il suo viso farsi pericolosamente vicino, mentre lei cercava di distendere i muscoli facciali abbandonando l'idea di disgusto che era comparsa nella sua mente. Non che Daniele fosse un brutto uomo -tutt'altro, sembrava che lì venissero tutti allevati con pillole di bellezza- ma scambiarsi quelle effusioni in pieno pubblico non era proprio nel suo stile. Meglio fare in fretta prima che tutti si girino! Ed andò incontro al collega lasciando che le loro bocche entrassero in collisione. Una manciata di secondi e finalmente quel vischio si allontanò da loro, lasciandoli però in balia dell'imbarazzo almeno per lei. Ehm... quanto diamine è strano che dopo quanto, ventidue anni? che ci conosciamo sia successo questo? La mente della storica era ormai andato in pappa e più che il cibo che sembrava essere voluto dal mago lei volesse solo abbracciare il tavolo degli alcolici. Direi di riprendere dall'alcol. Ne ho bisogno! Per fortuna la musica era fluita in un'altra e quel vincolo contrattuale era venuto meno, tanto che sciolse quella posa per avvicinarsi al tavolo delle bevande. Il fatto che fosse tremendamente impegnata con il suo di bacio le permise di ignorare allegramente quello che Eva si stesse scambiando con il titolare della cattedra di Alchimia. Due Vodka, doppi, lisci. Ordinò superando la fila fatta per lo più da studenti, fregandosene altamente di eventuali occhiatacce che avrebbe potuto prendere. Quanto sarebbe deplorevole ubriacarsi allo Jul Ball? Avrebbe chiesto a Daniele, spostandosi dagli studenti per non essere sentita, costeggiando di fatto la pista da ballo, lasciando il primo bicchiere vuoto sullo stesso tavolo degli ordini, mentre stringeva spasmodica quello ancora pieno. Quest'anno la Preside ha dato decisamente i numeri! Le pupille si muovevano frenetiche tra i presenti alla ricerca di un salvagente dal mare in tempesta in cui era finita -sì, a volte era decisamente melodrammatica- trovandola, decisamente nell'apice della banalità nella docente di aritmanzia. Ecco, vedi? Lei può dare i numeri, non la Burke! Anche qui non sapeva se Daniele avrebbe continuato con l'essere la sua ombra e non il protagonista insieme a lei, ma sperava che comunque la seguisse dalla docente avvolta nell'oro. Professoressa Shafiq è incantevole questa sera... Che la donna fosse interessante -seppur non ai livelli della Ivanova- era indubbio, anche perché con lei nei suoi paraggi si sentiva alquanto strana, e sperava che fosse ben disposta a qualche chiacchiera, sebbene lei fosse ben lontana dall'essere l'anima della festa. Ha già avuto modo di danzare questa sera? Qualora la risposta fosse stata negativa e sempre se Daniele l'avesse seguita, la trentatrenne avrebbe spinto il suo cavaliere nelle braccia della donna dei numeri per provare anche lei l'ebrezza di quel ballo e perché no, anche del vischio strombazzante.


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    I primi finirono con il provare l'ebrezza del tiro mancino giocato da Elphis: il vischio strombazzante, con nastri e bacche rosse, aveva già mietuto svariate vittime soprattutto nel corpo docenti. Se da una parte l'impassibile e tenebroso responsabile dei Black Opal aveva dato sfoggio non solo delle sue doti da ballerino provetto con Alizée Vusseaux, ma anche in un bacio alquanto spettacolare, ben diversa fu la storia per la MacEwen e Salvatore. I due ex compagni di scuola, che non erano poi chissà quanto relazionati da adulti, erano dovuti scendere a compromessi con la magia elfica e se il docente di Astronomia aveva apprezzato le forme della scozzese, non poteva dirsi esattamente lo stesso per la strega. Ma questa è un'altra storia che vedremo prossimamente sui nostri schermi -prevista scenata ad ore tre nelle vesti di una mamma arpia- così come le ricadute che quel bacio dato un po' a forza dall'Ametrina al Dioptase si sarebbero viste, con tutta probabilità, da lì alle settimane successive.
    Quello cui però si sarebbe susseguito era ben lontano dall'immagine dei presenti, perché il vischio strombazzante sarebbe tornato a colpire per altre ben quattro volte. La prima fu abbastanza semplice: richiamato dalla dichiarazione d'amore di una ragazza che per oltre un mese aveva deciso di tenere a riposo le sue corde vocali -con grande gioia di Lighthouse e con grande senso del black humor per chi vi scrive- verso un ragazzo che si accendeva con la stessa facilità di... beh, i commenti sul rampollo dei Barnes erano veramente una lista infinita, ecco. Il vischio scese su di loro, proprio in quello che sarebbe stato il coronamento perfetto per i due piccioncini, oltre che un piccolo aiuto per la Prefetta Dioptase nel ritrovare il sorriso che aveva perduto.
    Compiuta quella missione il vischio aveva ripreso il suo cammino fermandosi su altri due giovani che avevano, in qualche modo, aperto il loro cuore anche se a persone diverse... ma lui era un povero piccolo rametto incantato, cosa ne poteva capire di sentimenti ingarbugliati? Fatto fu che su Jesse e Jessica scese con la sua cacofonia melodia, avvisandoli che sì le loro labbra avrebbero avuto un secondo round e ci si aspettava che fosse meglio di quello blando che era avvenuto in infermeria tempo prima. Tutto questo avviene quando siete ancora nel bel mezzo del vostro ballo, non dimenticatevene!
    Come detto prima, quattro sarebbero state le coppie prese di mira e infatti la terza venne aiutata dalle vesti sbrilluccicose del giovane insegnante amante del paranormale -andiamo, chi crede nella lettura dei fondi di te, soprattutto se vi legge sempre e solo il gramo?- che ronzava intorno a quel bel manzo Skyler Mave, sexy infermiere -e pompiere all'occorrenza- di Hidenstone. Il vischio, in fin dei conti, voleva solo dare una spallata per accelerare i tempi e chi era meglio di due giovani attraenti e attratti? Il problema però risiedeva anche nel fatto che il vischio strombazzante non avesse modo di conoscere il presente dei presenti, figurarsi il loro passato! Per cui non prendetevela con i due poveri malcapitati che aveva scelto: l'uomo era fidanzato con quella che era stata la migliore amica della donna che aveva rubato le vesti dell'erbologa, facendo credere al runologo che fosse perita in... indovinate un po'? Un incendio! Una morte poeticamente perfetta per Lady Incendio e Miss Stupeficium. E pensare che gli adulti di oggi, quando erano ancora ragazzini, erano stati decisamente più scapestrati degli studenti di Hidenstone, ma anche qui... rimandiamo i chiarimenti successivamente, anche perché la manopola era davvero stordente con il suo rumore e... se la strega e il mago si fossero dimostrati restii o avessero tentato di affatturare il mazzolino, con il chiaro intento di danneggiarlo e distruggerlo, avrebbero avuto un destino ben più terribile di un bacio. Infatti il vischio era paragonabile ad un'Idra e tutti sappiamo che si prova a tagliarle una testa dallo stesso collo ne uscivano tre, quindi un mazzolino era decisamente sufficiente rispetto ad altri due pronti ad aiutarlo. Eh sì, miei cari docenti, anche voi dovrete perire al suo volere, con buona pace di eventuali sensi di colpa!


    Come potete notare dal colore del role scheme, questo non è un vero e proprio avanzamento di ambientazione. Infatti, solo alcuni di voi avranno l'ardire di provare l'ebrezza del vischio strombazzante ed il dado, ancora una volta, ha scelto i più meritevoli(?). No, bugia!
    Allora, recap qui di chi è finito tra i suoi deliri:
    1. Blake Barnes e Lilith Clarke;
    2. Jesse Lighthouse e Jessica Whitemore;
    3. Andrè De Long-Prée e Skyler Mave;
    4. Claire J. Murray -alias Brianna Scott- e Lancelot Olwen.

    Vi ricordo che potrete:
    a) inviare tramite mp a Eilidh i vostri regali in dettaglio che verranno poi smistati alla fine dell'evento;
    b) dare libero sfogo alla vostra creatività con le attività proposte nel post iniziale:
    - Lasciare un augurio sulle pergamene in prossimità dei alberi più piccoli, decorati con i colori delle tre Case;
    - Cioccolatizzare ciò che vi pare {occhio alle bacchette} con la bellissima fontana a forma di Snaso ed un falò per abbrustolire marshmellow a volontà;
    - Giochino alcolico per lasciar la propria dedica tutta particolare {lasciatevi ispirare dai vari drink che berrete per farlo!};
    - Foto all'interno del cuore col vischio;
    - Lasciare i vostri doni ai piedi del grandissimo albero per i vostri cari;
    - ALCOL PER TUTTI I PG MAGGIORENNI -ricordo che è considerato maggiorenne chi ha compiuto 17 anni il 23 dicembre 2019- per gli altri... occhio al grammofono impertinente!

    Occhio alle linee temporali ** e alle danze ancora su musica natalizia **
    Ricordo che la partecipazione al ballo è per i soli studenti, corpo docenti e personale tecnico-amministrativo dell'Accademia. Per qualunque dubbio, domanda e perplessità potete scrivere un mp a Eilidh.

    Scadenza prevista per le 23.59 del 26 dicembre.
     
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