Jul Ball

Lunedì, 23 dicembre 2019

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    1,668
    Reputation
    +102
    Location
    Plegia

    Status
    🗲
    original
    Ayla Holmes
    Dioptase | 16 anni

    Ayla non era solita restare a scuola a Natale. Ad Hogwarts non l'aveva mai fatto, era sempre tornata a casa per passare le feste con la famiglia, ma quell'anno sua madre, il suo patrigno e suo fratello maggiore avevano insistito perché restasse a scuola e si divertisse con i compagni.
    Si sentiva tremendamente a disagio mentre indossava il suo vestito nuovo, comprato qualche giorno prima sotto consiglio di Blake. Era di un bel rosso acceso, adatto al tema natalizio. un colore che Ayla non aveva mai indossato visto che tendeva a vestirsi di nero o di blu, ma mentre si guardava allo specchio pensava che non fosse affatto male... anzi! Si ritrovò a pensare che le stesse davvero bene! Si imbarazzò da sola per quel pensiero ma passò quasi subito.
    Per quell'occasione indossò anche una collana inviatale dal fratello per l'occasione, con una renna, e due orecchini con brillantini, come scarpe prese delle ballerine rosse come l'abito (non sopportava i tacchi). Lasciò i capelli sciolti e, mentre stava uscendo senza neanche un filo di trucco, una sua compagna di stanza la fermò in tempo e la trascinò davanti allo specchio, truccandola per l'occasione senza neanche ascoltarla mentre si lamentava.
    Quando si guardò allo specchio, a malapena riuscì a riconoscersi. Non era da lei presentarsi così, neanche ad una festa...
    Giunse nella Sala Grande un tantino a disagio. Non si era messa d'accordo con nessuno, nessun ragazzo l'aveva invitata (cosa di cui non si stupiva affatto) e neanche con qualche amica. Entrò timidamente sperando nessuno la notasse in quelle condizioni, ma si riprese quasi subito quando vide la fontana di cioccolato in un angolo della sala. E quello era odore di marshmallow? Nessun regalo quella sera avrebbe potuto valere quanto quella vista! Si diresse in quella direzione guardando con tanto d'occhi la fontanella. Forse quella serata non sarebbe andata così male...

    Parlato - Pensato - Ascoltato | Scheda | Stat.
    RevelioGDR
     
    .
  2.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Insegnante
    Posts
    381
    Reputation
    +216

    Status
    🗲
    Andrè De Long-Prée
    Divinatore | 24 anni

    Quella sera il professore di divinazione avrebbe voluto illuminare tutta la sala con la propria splendente e scintillante personalità, oltre che con il vestito che aveva deciso di indossare, carico di spirito natalizio, spirito da diva e spirito da meretrice affascinante. Un paio di stivaletti che lo alzavano di qualche centimetro, con taglio elegante ma pur sempre maschile, di color bordeaux e che gli arrivavano poco sopra le caviglie, decorati con una serie di pietruzze luccicanti e diamanti costosissimi che sembravano scintillare ad ogni passo; la calzatura era abbinata ad un paio di pantaloni, di colore nero, che si attillavano alla perfezione alle gambe muscolose del docente, e che chiaramente mettevano in mostra per bene quanto lui tenesse alla cura del proprio corpo. La parte superiore del corpo era costituita da una camicia rosso bordeaux, per metà messa fuori dal pantalone e per metà dentro in maniera tale che conferisse più dinamicità alla scena, che disponeva di una serie di disegni natalizi eseguiti con le stesse pietre preziose delle scarpe. Il tutto era completato con un’acconciatura perfetta, dotata di un ciuffo laccato con estrema cura ma pur sempre alto, ed un cappotto che era puramente scenico e che voleva farlo apparire solo come una gloriosa diva: tessuto rosso bordeaux, tipicamente natalizio, con il collo ed i polsi in pelliccia bianca, pelliccia che avrebbe poi ripreso quella del suo colbacco, privato della parte laterale, che quindi presentava solo la parte superiore di pelliccia in maniera tale che potesse slanciare ancora di più la figura del professore di divinazione. Si specchia più volte nella propria camera, aggiustandosi qua e là e ponendo del profumo intenso su tutto il proprio corpo, così da lasciare una scia invitante e provocante man mano che la sua figura procedeva in lunghezza. Afferra una bustina con un regalo che avrebbe dovuto porre al di sotto dell’albero, e lo avrebbe dato ad una persona alla quale teneva particolarmente: non si trattava di uno studente, di un professore o di un collaboratore scolastico, ma del pargoletto di Jessica, il figliolino della studentessa alla quale il professore voleva un bene infinito. Il regalo avrebbe contenuto una sfera da divinazione giocattolo, che avrebbe permesso al bambino di interagire con essa ed osservare immagini in stile “cartone animato” molto educative, per permettergli di sviluppare le sue capacità cognitive al meglio e di crescere come un bravo e studioso bambino! O almeno questi erano i regali da ‘professore’ cinquantenne inside che Andrè riservava ai ragazzini: dopotutto doveva pur sempre ricoprire un ruolo di docente ed educatore, no?
    Uscito dalla propria stanza, ecco che il docente si sarebbe diretto con il proprio passo particolarmente elegante ma veloce verso la Sala Grande, facendo talvolta svolazzare il proprio cappotto natalizio e facendo anche qualche pirouette verso la Sala stessa. Immediatamente, non appena giunge in prossimità dell’enorme sala, ecco che il professore si dipinge in maniera quasi del tutto robotica un sorriso a cinquecento denti sulle labbra, per poi entrare a piede libero all’interno della Sala e guardarsi intorno. Saluta con la mano qualche studente che gli rivolge un caro saluto, per poi prestare particolare attenzione alle decorazioni che la sala presentava, rimanendo particolarmente colpito: era un uomo facilmente impressionabile, amava tutto ciò che luccicava, che brillava, tutto ciò che era eccessivo, dunque festoni, addobbi, decorazioni e tutto ciò che apparteneva a quel campo non faceva altro che entusiasmarlo oltremodo. Corre per prima cosa verso l’albero meraviglioso, accarezzando un ramo dello stesso con il suo modo di fare delicato, per poi poggiare il regalino esattamente sotto l’albero stesso. Successivamente prende ad osservare i vari buffet, sgranando gli occhi alla vista della fontana di cioccolato, sicuro che si sarebbe recato da quelle parti successivamente, dirigendosi tuttavia verso il buffet degli alcolici. Si avvicina al grammofono e, dopo essersi schiarito la voce, esprime il proprio ordine: “Un Gin Tonic babbano, grazie mille!” Era maggiorenne, poteva farlo, e si sarebbe preso il drink in questione poco dopo. Lo sguardo, tuttavia, cade su Skyler. Ecco che immediatamente Andrè inizia la sua solita movenza sensuale, ancheggiando appena nella sua direzione ed assottigliando lo sguardo, per poi tentare di dare un abbraccio cordiale all’infermiere, usando solo il braccio libero dal drink, stampando un lieve bacio sulla sua guancia. “Ma ciao, Skyler! Che bellissimo ‘completo’ che indossi, direi che è particolarmente natalizio! Io invece mi sono conciato come un piccolo aiutante di Babbo Natale, richiamando il suo tipico vestito con questo cappotto bordeaux che ho preferito lasciare aperto. Ti piace?!” E fa una piccola pirouette sul posto per permettere all’infermiere di osservare il proprio outfit, passandosi poi una mano tra i capelli.

    RevelioGDR


    Scheda Statistiche
    Giadì sotto l'albero c'è un regalino per il pargoletto di Jessica. <3
     
    .
  3.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    2,026
    Reputation
    +532
    Location
    BushMills (Irlanda del Nord)

    Status
    🗲

    Samuel Black
    Alchimista|33 anni


    Le feste erano giunte a volo di falco...veloci e rapide, quasi inaspettate.
    Gli eventi dello scorso Halloween vorticavano ancora nel cranio come uccelli rapaci.
    Un tentacolo legnoso, il volto serio di una megera di altri tempi, il sangue, urla di dolore e poi...lei.
    Quel giorno cento soli si erano come accesi all'unisono nel corpo di Eva Ivanova ed i loro raggi si erano conficcati come lance nel petto di Samuel Black, svegliandolo da un torpore in cui non sapeva di vivere.
    Da quel giorno vedeva le cose in modo diverso, più brillanti e vere. Per non dire di quando la prima occhiata illuminava la donna ... si sentiva fragile e sensibile come un ragazzino.
    Mai e dico mai era stato colpito da un fremito così forte. Cosa aveva lei di diverso dalla altre centinaia di donne con cui si era trattenuto?
    Semplice: era Eva Ivanova.
    Con tutto questo nella testa aveva superato fumose paure e si era offerto di farle da cavaliere al Jul Ball...aveva accettato.
    Da quel si il cuore alchemico si rese conto dei battiti festosi che ogni giorno si facevano sempre più pulsanti nel castello e si mise in pari con quell'euforia se non perfino superandone le frequenze.

    Per quella sera aveva scelto uno smoking nero pece imbevuto di magia.
    Dall'oscurità brillante di giacca e pantaloni emergevano ogni tanto, come da lontano, luci bianche rosse e verdi. Luci che, prima individuali e sole s'intrecciavano poi l'una all'altra per raccogliersi in sfere abbaglianti, esplodere in un mutismo colorato ed infine ricongiungersi in nero al nero.
    Ogni tanto una slitta trainata da 9 renne, con a capo un buffo mago panzuto e barbuto vestito di rosso, faceva capolino dai giochi pirotecnici.
    Il vecchio allegro saettava in giro per il completo, salutando i passanti, per poi venire riassorbito da un altra esplosione luminosa.
    Camicia e papillon invece erano di un comune rosso natalizio l'una e di un verde intenso l'altro.

    Uno sguardo compiaciuto si immergeva nello specchio.
    - Perfetto, così dovrebbe andare -
    Uno schiocco di dita e poi via!
    Sfogò degli improvvisi umori nel bianco cesso,un lavarsi le mani con lentezza, un ultima spruzzatina di One Million, una sistemata al ciuffo e poi via!

    «Spero di non aver esagerato, per questo ballo.»
    Le gambe si sciolsero in gelatina, per un attimo.
    - Cara Eva...tu esageri sempre -
    Parla proprio quello che ha delle esplosioni natalizie sulla giacca... Ad ogni modo, la bocca scivolò in un baciamano molto simile a quello del loro primo giorno, poi il sospiro si trasformò in risata, il torso si rialzò, si affianco ad Eva e fu il braccio ad inchinarsi alla dama donandosi come appoggio.
    - Non smettere mai -
    Il sorriso mantenne la sua freschezza anche quando lei parlò di nuovo.
    - Sempre pronto -poi faccia quasi colpevole, poi un sorrisetto - o quasi. Sa, cara collega, è necessario del tempo per riprendersi da visioni tanto stupefacenti.-
    Il braccio di lui si strinse un po' di più attorno a quello di lei.
    - Per tutte le componenti chimiche di questa terra...quanto vorrei alzarti di peso, portarti su e sbatterti come se non ci fosse un domani. -
    Invece affrontarono il peggior nemico di ogni decoltè: le scale.


    Sam aveva fatto da appoggio e sicurezza ai tacchi della docente d'incantesimi per l'intero tragitto, ma finalmente giunsero davanti alla sala grande.
    «Si respira un aria decisamente piacevole, non credi Sam?»
    Samuel non poté che annuire.
    - Gli elfi si son dati proprio un bel daffare. -
    Poi l'indecisione di lei e la mente di Samuel si divise in due fronti: Angelic Team and Devil Squad.
    Ecco i rispettivi punti di vista:

    Angelic Team: Incoraggiare Eva ad entrare sconfiggendo l'imbarazzo insieme.
    Devil Squad: Incoraggiare Eva a sconfiggere le sue paure nella camera da letto.

    Lei cercò il contatto e lui rispose incrociando le dita con quelle del' incantatrice.
    Il breve toccarsi, uno sfiorar di pupilla sulle curve esposte del seno...fu gioco facile per la Devil Squad.
    Si avvicino ancor di più a lei, lì sul lato di quel portone come per sussurrarle qualcosa, ma fu preceduto.
    Eva si era creata e risolta da sola ogni singolo problema, quasi che avesse patteggiato precedentemente con l'Angelic Team.
    La risata fu grassa e pure grossa. - Sei incorreggibile Eva - Una carezza al viso d'avorio, un piccolo ciuffo biondo sistemato. - Oltre che bellissima -
    Poi tornò al fianco di lei, ritto come un cavaliere che si rispetti.
    - Ammetto che anche io mi sento un po' a disagio. Ma adesso entreremo, lasceremo perdere domande, risposte e tutto il resto. Pensiamo solo a divertirci e goderci la serata e poi, al massimo...- La voce si fece sussurro - ci si può sempre andare a sfogare nella mia stanza. -
    L'occhiolino volò malizioso, la Devil Squad non si arrende facilmente, poi i passi li guidarono dentro la sala così riccamente addobbata.

    - Allora signore e signori la casa offre come possibili svaghi, alberi, fontana di cioccolato, un cuore di vischio da record con tanto di fotografo brufoloso, u..un...un Ensor in camicia rennosa e TIN TIN TIN! Il tavolino degli alcolici! Un ottimo sciogli tensione. Vogliamo avviarci lì intanto? - Samuel si era rivolto alla sua dama sussurrando con fare da telecronista, ma il tono era cambiato alla vista del vino.
    Se Eva avesse acconsentito si sarebbero guidati vicendevolmente verso il tavolo, che era già a dir poco trafficato- Buonasera a tutti! - In quel momento la sua giacca si colorò di uno spettacolo pirotecnico e Babbo Natale emerse da una delle esplosioni natalizie saettando in giro per il completo e salutando anche lui tutti i presenti.
    C'erano il maglione di Skyler, Claire la principessa vegetale, il luccicante Andrè, l'elfico Lance , Cameron, Mia, Jessica, il suo piccolino e l'ancor più elfico Jess.
    - Che bella ed allegra combriccola! Vediamo di rallegrarla ancora un po'! Un po' di vino Eva? Tanto per iniziare. -
    Sam prevedeva una sbornia colossale e se si vuole bere tanto è necessario misurare bene il percorso alcolico che si vuole seguire.
    Ricordate: sempre salire di grado e mai scendere, a meno che non amiate lo stile idrante di vomito.
    Una volta saputa la scelta della sua dama avrebbe fatto la sua ordinazione per poi incitare tutti gli alcolizzati lì intorno a sciogliersi un po' con un brindisi: - Signori...buon Jul Ball a tutti! -
    Babbo Natale si nascose nuovamente nei colori di un esplosione morente.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1"| Scheda | Stat.
    by Lance
     
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Vampiri
    Posts
    1,024
    Reputation
    +393

    Status
    🗲
    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
    «Le strade della lealtà son sempre rette. »
    Natale. Natale era il periodo dell'anno che gli piaceva di più. Le lucine, le ghirlande, il rosso, i colori scintillanti e tutti quanti che sarebbero dovuti essere molto più tranquilli e sereni. Insomma sembrava che il natale per il giovane Salvatore dovesse essere uno di quei periodi dell'anno pieno di unicorni e stelline. Gli iacevano le feste, le cene con gli amici, il fatto che dovevano scambiarsi regali e dare baci e donare sorrisi a tutti. Era qualcosa che non solo gli piaceva enormemente, ma gli dava anche una grande soddisfazione. Non era solito fare regali ai propri studenti, ma per quel natale e visto quello che avevano passato qualche mese prima, aveva deciso di regalare a tutti quanti qualcosa. Ognuno di loro, avrebbe trovato qualcosa per loro. Aveva deciso di fare una pallina in vetro soffiato, con una scritta rossa per le ragazze con scritto il proprio nome, e la propria costellazione che risultava essere la stessa del proprio segno zodiacale, e per i ragazzi la stessa identica cosa, solamente con le scritte blu. Perchè aveva deciso di viziarli in quel modo. Infondo avevano tutti quanti più o meno 17 anni ed avevano visto la morte in faccia. Perchè mai dovevano essere sempre degli insegnanti burberi e stronzi? Per molti di loro era l'ultimo anno in quell'accademia, per altri era il loro primo anno, lui era un insegnante nuovo e sopratutto era uno di quelli che amava le feste ed i regali. Aveva pensato a qualcosa di natalizio ma anche di estremamemte utile. Le palline, infatti, erano tutte quante incantate: le costellazioni si sarebbero illuminate il giorno del proprio compleanno e sarebbero state utili nelle notti più buie, in quanto si sarebbero illuminate donando ai proprietari una luce intensa come quella delle proprie costellazioni. Ci aveva pensato molto a fare quella cosa, ma alla fine aveva deciso che nessuno doveva sentirsi da solo quando aveva paura o nelle notti più tenebrose. Infondo, voleva essere una guida per i suoi alunni? Benissimo,aveva trovato un piccolo modo per ricordarglielo a tutti quanti. E poi la verità era che l'idea era super carina.
    Tornando al ballo, Daniele, aveva deciso di andarci con la professoressa più temuta della scuola, ossia Kenna, ed aveva deciso che quella sera la missione sarebbe stata quella di farla divertire, o almeno provarci. Infondo non poteva essere una cosa così difficile, no? Kenna era la sua accompagnatrice, e Jessica era la ragazzina che non faceva altro che vedere da per tutto e che da quella sera, che le aveva impedito di fare quella sciocchezza, non gli si levava più dalla testa. Si mise un vestito chiaro, con una cravatta rossa, i capelli tirati indietro. Niente di esagerato, ma comunque elegante. Una volta pronto, prese anche il piccolo regalo che aveva fatto alla sua collega, nonchè la sua accompagnatrice ed andò verso l'aula di Storia. Era una cosa stupida, ma lui ci teneva al natale e poi non era galante non fare nessun tipo di regalo ad una donna con la quale si andava ad un evento del genenre. la verità era che comunque tra di loro non c'era niente, forse neanche una flebile amicizia, ma Daniele era fatto così, e quindi decise di regalare alla sua accompagnatrice una "rosa eterna" dentro una piccola ampolla di vetro. La rosa era bianca, ma sarebbe diventata di diversi colori a seconda dell'umore della donna. Un incantesimo sciocco che avrebbe potuto essere utilizzato dai suoi alunni per capire quando smetterla di fare i cretini. Sorrise, il pacchetto era già stato messo totto l'albero insieme a tutti quelli dei propri alunni da parte sua, quindi andò a bussare alla sua accompagnatrice. Buonasera! Appena la vide le diede un rapido sguardo. Epoi le tese il braccio per farla mettere li e sorridendo andò verso la sala grande.
    Non c'era che dire, quell'angolo di mondo era fin troppo bello e così adobbato era ancora più bello. I divanetti per sedersi, gli addobbi fatti a mestire, l'angolo per i fidanzatini, i ragazzi tutti vestiti in maniera spettacolare, insomma Daniele era ancora più felice del solito in quel periodo dell'anno. Come si poteva essere tristi a Natale? Come si poteva stare con il muso in quel posto ed in quel periodo? Non lo sapeva, non lo sapeva affatto. Sorrise vedendo tutti i presenti in quegli abiti rossi e sopratutto eleganti, i ragazzi vestiti da elfo, con delle renne, tutti in tiro, rossi in viso nel depositare i loro regali di natale sotto l'albero enorme e pieno di lucine. Guardò la sua collega ancora una volta. Li sotto c'è anche un piccolo pacchetto per te, da parte mia. Le disse in maniera che solo lei potesse sentirlo. Sorrise ancora prima di arrivare vicino ai suoi colleghi e fare un saluto collettivo a tutti quanti. Beh, non è che avesse preso un regalino per tutti, ma non era importante ne necessario. L'occhio cadde sulla neo mamma e sul suo bimbo. Distolse subito lo sguardo. cavolo se è carina! Pensò, ma alla fine tornò immediatamente alla sua accompagnatrice. Infondo lui era un professore!
    the heart is deceitful above all things,
     
    .
  5.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Il ballo. In altre circostanze Blake sarebbe stato ben contento e felice di andare al ballo, ma in quel momento, con Lilith che parlava appena e sopratutto che non riusciva ad essere davvero se stesa, si sentiva quasi stupido a partecipare a quel ballo. Inoltre era stato richiesto un determinato abigliamento e lui non amava molto il natale. Insomma le feste erano sempre un pugno al cuore per le persone che non avevano proprio una famiglia normale, senza contare che comunque Aaron e Blake passavano la vigilia di Natale sempre insieme e sempre da soli a casa loro a guardare i film classici. Si erano creati quella tradizione da soli ed adesso sapere che Aaron, molto probabilmente, stava passando il loro giorno con Eilidh gli dava sul cazzo ed anche in una maniera molto, molto forte. Insomma non era una cosa possibile quella. Senza contante che aveva deciso di seguire comunque il look che gli era stato imposto. Ovviamente, Blake Barnes, lo fece a modo suo e non disse niente quando vide Jesse vestirsi letteralmente da elfo. Non era davvero sua intenzione dire niente, ma infondo ci stava veramente, ma veramente molto bene vestito in quel modo. Hai proprio la faccia da Elfo, dovevano seriamente metterti a distribuire i pacchi, secondo me... Era ovvio che lo stesse sfottendo e quando gli disse che si sarebbero visti dopo sospirò. Aveva deciso di andare al ballo con Jessica, quando lui si faceva fare da Joshua... Cominciava a non capirci più niente. Insomma si, era una pettegola, ma non era uno che seguiva molto quelle cose. Cioè. Tutto quell'inteccio non riusciva neanche a cpirlo, se tutti volevano scopare con tutti, perchè c'era bisogno di dirlo tra di loro e farsi tutti quei complessi? Erik era anche preoccupato per Jesse! Cioè, Blake era una persona tanto complessa, ma su quelle cose era molto semplice. Non capiva tutte quelle dinamiche e non capiva neanche il bisogno di immischiarsi in quegli intrecci. Lui di ragazze ne aveva avute, ma tutte quelle cose complesse non le aveva neanche mai considerate. Insomma la chiarezza prima di tutto. Quando voleva solamente divertirsi lo diceva a prescindere ed era una persona molto libera. Diceva le cose come stavano a prescindere... insomma non si era mai ritrovato a dover soffrire o comunque ad essere preoccupato per qualcuna. Situazioni strane ed ambigue. Comunque, tornando al ballo, ovviamente sarebbe andato con Lilith ed ovviamente aveva deciso di farle un bel regalo. In realtà, anche se aveva deciso che nessuno di loro se lo meritava, aveva fatto un regalo anche a Jessica e suo figlio, a Joshua, a Jesse, ad Erik, a Mia, ad Ayla, ad Elisaebth, alla professoressa Ivanova, professor Lancelot e Ensor, aveva fatto il regalo a quelli che lui riteneva essere i suoi amici più stretti. Ad ognuno di loro aveva comprato qualcosa di diverso e personale. Aveva imparato a conoscerli tutti quanti ed una volta che li aveva fatti, a parte quello di Lilith che aveva deciso di darglielo in maniera speciale, li aveva affidati ad un elfo e fatti portare sotto l'enorme albero di natale della sala grande. Ovviamente, si sarebbe distinto dagli altri anche in quell'occasione e non solo perchè portava addosso vestiti che potevano ripagare l'intero albero di natale, ma anche perchè Blake era fatto in quel modo. Non riusciva a passare inosservato, non riusciva a non creare il panico, e non riusciva neanche a fare qualcosa che non lo facesse spiccare rispetto agli altri. Insomma aveva vissuto con la frase "se devo avere poco, scelgo di avere niente" e questo voleva dire che o tutto in maniera spettacolare o niente in maniera drastica. Camicia, Pantaloni e mocassini, Papillon rosso, tutto rigorosamente Dolce&Gabbana. Aveva deciso di lasciare i capelli leggermente spettinati, con il ciuffo che gli cadeva appena verso destra. Insomma Blake si era impegnato davvero. Ci aveva messo quasi due ore a prepararsi per quella serata, tra creme, profumo, dopobarba, capelli, vestiti e cose varie. Aveva detto a Lilith che l'avrebbe aspettata davanti al portono della sala grande. Aveva deciso che le avrebbe dato il suo regalo fuori da quella scuola. Aaron gli aveva spedito il suo regalo di natale e visto che sapeva benissimo del ballo, aveva deciso di regalargli un orologio di versace ( giusto per renderlo meno vistoso agli occhi degli altri. Era tutto pronto, doveva solamente andare al punto di incontro che aveva dato a Lilith e farle passare una serata bella. Si era anche allenato con il ballo, visto che sapeva che i prefetti dovevano aprire le danze. Il fatto era che lui sapeva fare molte cose, e la cosa che gli veniva veramente meglio era fare la prima donna. Quindi, lo avrebbe fatto. Avebbe aspettato Lilith fuori la sala grande, con un sigaretta in mano ( forse cominciava ad esagerare con il fumo, avrebbe dovuto smettere prima o poi), appoggiato ad una colonna, con un piede contro il muro. Quando vide Lilith arrivare spense la sigaretta e sorrise. Si morse il labbro. Wao! si diede un piccolo slancio con il piede e la raggiunse, le prese la mano e le fece fare una piccola giravolta su se stessa. Mamma mia... si morse il labbro. Ma perchè devo essere punito in questo modo? ovviamente si riferiva al fatto che di fare sesso neanche se ne sarebbe parlato e non sapeva neanche fino a quanto. Fece un sospiro, l'attirò a se. Incantevole Le sussurrò tra le labbra della sua ragazza baciandola delicatamente. Almeno un bacio non poteva negarglielo. Se quello non era amore, non sapeva neanche più come definirlo. Ovviamente Blake lo definiva "profondo affetto e stima", ma quelli erano dettagli. Quando entrarono dentro la sala grande, lui intrecciò la sua mano a quella della ragazza. Sogghignò appena. Era palese che il suo ego fosse entrato molto prima di lui, ma oramai era anche tardi per diventare modesti. Lui era popolare bello, era stato cresciuto per fare quello ed era quello che gli riusciva meglio. Diede uno sguardo un pò a tutti i suoi compagni e compagne e salutò tutti quanti con un breve cenno di testa. Era ancora arrabbiato con tutti quanti, nessuno escluso. Insomma doveva comunque mantenere il punto e Blake era bravissimo a farlo. Solamente dopo Natale e forse al suo compleanno avrebbe deposto l'ascia di guerra con tutti. O con quasi tutti. Andiamo a bere qualcosa? Ti va? chiese poi guardando anche i suoi professori. Sogghignò. Il fatto che Jesse ed Elisabeth avevano deciso che quella sera lui non potesse avere la sua bacchetto lo innervosiva ancora di più! Sospirò e cercò di non pensarci. Infondo prima o poi quella tortura doveva finire no? Aveva parlato con Aaron ed forse, all'anno nuovo la sua bacchetta sarebbe tornata nel suo pieno possesso. Tornò a guardare Lilith e le sorrise. Era bella davvero!
    ✕ schema role by psiche
     
    .
  6.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Denrise
    Posts
    1,029
    Reputation
    +102
    Location
    Mallaig, Scozia

    Status
    🗲
    original



    Kenna Ivonne MacEwen
    età: 33| Docente - Responsabile Dioptase | parlato | pensato | database: | scheda: | stat.:

    Lo Yule Ball era solito cadere nella notte del 21 dicembre ma, per quell'anno, si era deciso di fare un vero e proprio strappo alle regole. Ed era opportuno sottolineare tutte le regole previste dalla scuola sia per gli studenti -che sarebbero andati a nozze con quella ghiotta opportunità- sia per i docenti che per una notte potevano viversi i luoghi dell'accademia come persone comuni. L'unico pegno che c'era da pagare era l'apertura delle danze che spettava ai responsabili di casata e alle cariche riservate agli studenti. Un buon compromesso se quello significava la presenza legale di alcol nella scuola.
    Il timore della storica era solo uno: non riuscire a mantenere il controllo della situazione, soprattutto quando sarebbe degenerata, perché purtroppo sul se non nutriva alcun dubbio. Già c'erano studenti problematici senza neanche una singola goccia di alcol nel corpo, figurarsi persi tra quei fumi nebulosi e gli ormoni a palla. Una scelta discutibile quella della Preside che si era giustificata con un lapidario: 'beh, dopo quello che hanno passato è il minimo che possiamo fare per loro'. Una lavata di faccia che aveva contribuito ad inasprire i suoi atteggiamenti e la sua sopportazione nei confronti della Burke, che sembrava cannare ogni singola scelta che aveva preso negli ultimi mesi.
    L'unica regola -o se preferiamo chiamarla tradizione- rimasta in piedi era proprio quanto più odiava di quel Jul Ball: iniziare le danze. Se gli altri anni aveva ceduto sotto il richiamo del senso del dovere quell'anno fu più difficile per lei sottostare a quell'imposizione. Se fosse stato per lei sarebbe scesa fino a Denrise per celebrare a modo suo quelle feste, ben lontane da sua madre e il suo nuovo marito. Invece, complice anche un suo ex compagno di scuola, nonché docente, aveva finito con il cercare qualcosa di appropriato per quell'evento dal tema fortemente discutibile seppur in linea con quello che stavano festeggiando. Mai nessuno avrebbe potuto vederla indossare uno di quegli abitini succinti da aiutante di Babbo Natale o direttamente nella versione femminile dell'uomo-sparti-doni, che non lasciavano nulla all'immaginazione. Non era nel suo stile, soprattutto perché sapeva che l'unico baluardo della sua dignità sarebbe stato rappresentato dal vestito che alla fine avrebbe indossato. Vestito che era semplice sia nel colore che nei tagli. Bianco, come la neve, come la purezza che le mancava, con la stoffa che delineava i suoi punti di forza, rendendo più morbido fondo schiena e il davanzale che era messo più in evidenza da un morbido scollo tondo, con i lembi delle spalline unite da un unico bottone proprio al centro delle sue spalle, lasciando, in una sorta di triangolo, la schiena nuda permettendo ai più di intravedere quei tatuaggi che di solito copriva con le sue bluse.
    I capelli sarebbero stati raccolti nella parte superiore in un morbido intreccio fermato da una piccola stella di Natale, incantata per evitare che si rovinasse, con dei ciuffi lasciati a contornare il viso truccato quel tanto che bastava per allungare i suoi occhi e colorare le labbra carnose di rosso. Rosso che sarebbe stato ripreso nelle scarpe, in velluto, dandole un'aria un po' più natalizia, insieme agli orecchini con un albero di natale stilizzato che rendeva quel look un po' più sbarazzino.
    Un ultimo ritocco -per la precisione spruzzò il suo profumo preferito dai toni agrumati- e si trovò pronta proprio quando sentì bussare alla porta del suo studio. Arrivo! Annunciò ad alta voce, chiudendo la porta della sua stanza alla sue spalle, superare gli ostacoli del suo studiolo ed aprire la porta proprio sull'uomo che sarebbe stato il suo cavaliere per una notte. 'Sera... Ricambiò quel saluto, lasciando che le sue iridi studiassero l'outfit scelto dal docente delle stelle. Doveva ammettere che era fortemente turbata da quello che avrebbe potuto scegliere di indossare -sì, lo reputava fortemente strambo- ma dovette ammettere che quel completo gli donava, mettendo in risalto, ancor di più, quei capelli corvini e gli occhi profondi. Grazie per accompagnarmi, questa sera... Certi doveri era meglio toglierseli prima che dopo, in un valzer di etichette e formalità che comunque l'avrebbe sempre contraddistinta. Lo fece prima di accettare quel braccio che gli veniva porto, mentre cercava di sorridere, anche se dubitava fortemente di quello che sarebbe potuto succedere in quelle ore notturne.
    Arrivati alle porte della Sala Grande la donna ebbe un leggero tentennamento portando a fissare il docente di Astronomia prima di fare quell'ingresso trionfale che sperava non venisse frainteso da colleghi e studenti. Erano semplicemente due adulti, conoscenti e che avevano deciso di passare quell'evento insieme nel pieno della loro lucidità mentale -si sperava-. Oh, non dovevi... Effettivamente lei era sorpresa del pensiero che l'uomo le avesse fatto per quella festività. Non avevano mai parlato di eventuali scambi di doni e la cosa la metteva in una posizione che non era mai stata: era forse timidezza? Scosse il capo, ringraziando il fatto che anche quell'anno aveva preparato un piccolo pensiero per tutti i suoi colleghi -una bottiglia di whisky scozzese- e per le studentesse e gli studenti del biennio -un simbolo portafortuna cui avrebbero potuto chiedere il suo significato non solo a lei, ma anche al compagno di rune-.
    Se farai il bravo forse troverai anche tu qualcosa. Strano a dirsi ma un primo sorriso spontaneo aveva stirato i lineamenti duri che la contraddistinguevano. Sorriso che rimase comunque ad aleggiare anche quando raggiunsero il gruppetto di docenti nei pressi del tavolo degli alcolici. Buonasera... Un saluto generale che venne accompagnato dalla presa sul braccio di Salvatore che venne meno, lasciando che le iridi verdi si soffermassero maggiormente sulla docente di erbologia, che trovò splendidamente sobria nell'abito che aveva scelto, passando per l'outfit davvero improbabile per il responsabile degli Ametrin -Morgana, se ha fegato!- vicino al docente di Trasfigurazione che aveva messo in campo tutta la sua arte visto quel magnifico abito trasfigurato dalla magia. Ma fu la donna al suo fianco a catturare tutta la sua attenzione: Eva Ivanova era bellissima in quel vestito che se una parte di lei trovò decisamente audace per un ballo scolastico, dall'altra rendeva più facile immaginarla in altre vesti. Le si avvicinò, lasciando che il suo viso si avvicinasse al suo orecchio per superare la musica in sottofondo e al tempo stesso donare a lei l'unica facoltà di udire quelle parole. Vuoi stendere tutti con questo vestito? E dopo quella domanda si sarebbe tirata indietro, indirizzando con il movimento degli occhi Black che sembrava felice di quella scelta. Aveva capito che qualcosa tra loro stesse succedendo proprio il trentuno di ottobre ma presentarsi insieme a quel ballo, quella sera, aveva un sapore completamente diverso rispetto alle motivazioni che avevano portato la scozzese ad essere in compagnia dell'ex Grifondoro. Ora, per un solo istante, immaginati Ensor con questo vestito. Un chiaro riferimento ad un giochino stupido, un po' infantile, che avevano iniziato all'inizio dell'estate nella sala insegnanti. Sul suo viso sarebbe comparso l'ombra di una risata che si sarebbe allargata, divenendo reale se la bionda siberiana si fosse lasciata andare ad una vera e propria risata.
    Si sarebbe riportata poi al fianco di Daniele, senza però sfiorarlo, cercando di attirare la sua attenzione con uno sguardo e se l'avesse avuta avrebbe indicato con l'indice affusolato il tavolo a poca distanza da loro. Ti andrebbe di bere qualcosa? Ma tra loro e gli alcolici c'erano dei ragazzi che aveva avuto modo di conoscere meglio anche al di là delle classiche lezioni frontali: una mini-copia di Olwen, rispondente al nome di Lighthouse, ed una ragazzina che tanto aveva osato criticare nella notte di Halloween. Ti dispiace se... Lasciò che le sue intenzioni venissero completati dai movimenti del suo corpo che si portarono verso i due Opali ed un passeggino, dove sapeva chi avrebbe trovato al suo interno. Ragazzi, buonasera. Perché si sentiva così nervosa? Lei era una donna sicura di sé, di quello che era e di quello in cui credeva, ma davanti alla determinazione di Jessica aveva dovuto far un passo indietro, insieme a quanto era successo alle ragazze rapite, portandola a rivedere le sue priorità. Posso? Una domanda che in realtà celava la volontà di chinarsi verso quel piccolo elfo -non sapeva se la somiglianza del vestito di Jesse e quella del piccolo Alex fosse realmente voluta, nel caso era una casualità decisamente interessante- ed osservarlo meglio. Non era un'amante dei neonati -e lo dimostrava il fatto di non avere ancora una famiglia tutta sua- eppure credeva che parlando a quel bambino avrebbe superato l'ostacolo di dover ammettere qualcosa che aveva cercato di rimandare per tantissimo tempo. Se la giovane madre l'avrebbe permesso la donna avrebbe sistemato il cappellino, lasciando poi che afferrasse, con una delle sue manine paffute, il dito indice che aveva massaggiato il petto con dolcezza. Credo che puoi dirti fiero della madre che hai, piccolino. Le venne spontaneo sorridere a quel visino carino e a quell'animo ancora innocente. Lei è stata molto più coraggiosa di alcuni vecchi bacucchi come noi.
    Una carezza su quel viso tondo e poi si sarebbe scostata, risollevando lo sguardo che, se la ragazzina aveva imparato a trovarlo rude e duro su di lei, divenne però morbido. Stai facendo un buon lavoro, Jessica. E quello era quanto di meglio le sue labbra avrebbero potuto pronunciare, mentre nella sua mente la presenza del giovane Prefetto era giustificata da quella promessa di prendersi cura della sua compagna di casata che le aveva fatto quella notte. Divertitevi questa sera. Ma con responsabilità. Avrebbe mai perso quella formalità e rigidità che la contraddistingueva? Probabilmente no, ma sperava che alcuni angoli del suo carattere venissero quantomeno smussati un po'.
    Non sapeva se l'uomo l'avesse seguita o meno dai due rosso-neri vestiti a festa, nel caso era però certa di trovarlo lì dove l'aveva invitato. Allora, da cosa iniziamo?


    I am my own muse
    CODICE ROLE SCHEME © dominionpf


     
    .
  7.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Preside
    Posts
    243
    Reputation
    +106

    Status
    🗲
    EJZCrW1
    Jul Ball

    Le porte della Sala Grande erano state aperte e non passarono che pochi minuti dall’orario -che potevano trovare affissi nelle bacheche sparse per la scuola- prima che la stessa venisse coperta dal suono cacofonico di voci sovrapposte a musica, esclusivamente strumentale, natalizia. La Preside fu tra le ultime ad entrare in quella sala addobbata a festa -storse un po’ il naso alla presenza di una fontana di cioccolato a forma di Snaso, creatura totemica di Hidenstone, vedendolo più come un atto di derisione nei confronti dell’accademia e della sua autorità che un elogio, come era stato probabilmente pensato- salutando con movimenti regali la componente studentesca che aveva deciso di prender parte a quel ballo tradizionale, osservando curiosa le scelte stilistiche che avevano adottato nel rispetto del tema di quella serata frutto di una provocazione che però sembrava essere stata ben accolta dai più, persino dagli stessi docenti. Docenti che sembrarono anche più temerari per l’opportunità di trascorrere una serata tra quelle mura privi delle etichette che erano soliti portarsi dietro nel periodo di docenza, lasciandosi coinvolgere dal profumo di spensieratezza che aleggiava tra i corridoi durante il periodo delle feste. La sua decisione di donar a tutti loro una serata priva di regole era stata per lo più frutto del senso di colpa, leggero, per quanto era successo sotto la sua supervisione che credeva rigida e ferrea, ma che in realtà presentava grandi falle nel sistema di sicurezza. L’incedere della donna, sicura di sé anche se priva di cavaliere, si arrestò al centro della pista, lasciando che il silenzio avvolgesse i presenti -era bastato un pigro sventolio di bacchetta per arrestare la magia che animava gli strumenti musicali- prima di prendere parola. Benvenuti a tutte e a tutti allo Jul Ball di quest’anno. Lo sguardo si sarebbe soffermato su ogni singolo viso presente nella stanza, senza però vederli davvero, privandoli, di fatto, di instaurare un legame. Sono stati mesi difficili questi, che hanno messo a dura prova le capacità e le resistenze di tutti voi, non solo per la battaglia del molo di Yggdrasil il primo di settembre, ma anche per gli avvenimenti di ottobre culminati in una lotta che ci ha visti protagonisti al fianco dei Denrisiani. Le labbra sottili vennero stese nell'ombra di un sorriso rigido, privo di calore alcuno, evitando accuratamente i volti delle vittime di Naga Berteg. Avete dimostrato coraggio, audacia e intelligenza, insieme a fratellanza e sorellanza, atti di natura discutibile -qui Blake Barnes sarebbe stato trafitto da una sua occhiata penetrante- e sostegno per i vostri amici e compagni, e non solo. Lasciò che il peso di quelle parole li avvolgesse, prima di virare verso la zona occupata per lo più dai suoi studenti. Questa festa è per tradizione associata al solstizio d'inverno nel momento in cui la "ruota dell'anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire" e per tutti noi questa è l'occasione per iniziare un nuovo ciclo, senza però dimenticare le proprie radici, il proprio vissuto. Ad ogni movimento il vestito rosso -il massimo di natalizio che aveva osato indossare- dalle maniche a tre quarti ed un profondo scollo a v -ben lontano da quello della Ivanova- si allargava nella sua gonna, animando di fatto quella stoffa liscia semplice nei suoi tagli, legata in vita da una sottile cinta dello stesso colore e materiale dell'abito. Questo ballo di Natale non sarà come quello che abbiamo visto negli anni passati. Solo per questa notte il rispetto delle regole scolastiche verrà meno, rimettendo nelle vostre mani responsabilità, giudizio e buon senso. Voleva credere che la società del domani avesse un minimo di scernimento e consapevolezza delle proprie azioni e relative conseguenze prima di perdersi nell'alcol che sarebbe stato servito per quella notte. Una sola tradizione è stata mantenuta. Responsabili, caposcuola e prefetti fate un passo avanti. La bacchetta si sarebbe levata, pronta a compiere il movimento necessario per dar nuovamente spiritus vitae a quell'orchestra magica. Che lo Jul Ball abbia ufficialmente inizio.

    Mentre la musica iniziava a risuonare per quella che era divenuta una sala da ballo due eventi ebbero luogo: il primo fu la prematura dipartita della Preside che si era dileguata non appena i primi ebbero occupato la pista, lasciando libertà di azione ad ogni singolo presente; il secondo fu l'effettiva entrata in scena del vischio strombazzante. A lungo il mazzolino di bacche e vischio che la tradizione voleva legato alla dea Freya, protettrice dell’amore e degli innamorati, aveva vagato per la Sala finendo con l'essere mandato in tilt per la vicinanza di troppe persone tra loro, rendendo quindi difficile la possibilità di riconoscere delle vere e proprie vittime da sacrificare in nome dell'amore. Le prima in tal senso, se non consideriamo Wanda e Pip, furono due studenti -Black Opal e Diptase del terzo anno- che con i loro maglioncini natalizi vennero invitati a scambiarsi un po' di saliva grazie a quella trombetta che avrebbe infastidito solo quelli che erano a loro più vicini. Ma due giovani uomini un po' confusi erano ancora troppo poco per un'arma letale come quella che aveva progettato Elphis. Infatti al culmine più alto di quella prima danza, cui pian piano gli altri presenti si erano uniti, il vischio impertinente aveva trovato due nuovi piccioncini ancora inconsapevoli di quanto sarebbe successo loro. La trombetta con il pomello in gomma nera calò tra quelle piccole fronde iniziando a strombazzare sull'uomo più imperscrutabile del corpo docenti e la nuova professoressa di Magitech. L'unico modo per metterla a tacere sarebbe stato quello di far incontrare le loro labbra, nonostante l'eventuale resistenza di uno dei due.
    Superati i Brizée, il simbolo di fortuna ripeté il rito con Kenna -miss frigità- MacEwen e il suo compagno di scuola, nonché neo-adescatore di minorenni, Daniele Salvatore: ma quanto erano effettivamente disposti a compiere quel gesto decisamente intimo davanti ai più? E soprattutto cosa avrebbe comportato quel piccolo ricatto natalizio? Ma la sete e la fame del vischio non si arrestarono, finendo proprio sull'ultima nota di quella prima canzone su due studenti che sembravano rappresentare il perfetto emblema de "l'amore non è bello se non è litigarello".



    Continua il nostro ballo mietendo già le prime vittime. Infatti il -dado- vischio ha scelto ben tre prime coppie sacrificali:
    - Brian Ensor ed Alizée;
    - Kenna MacEwen e Daniele Salvatore;
    - Mia Freeman e Cameron Cohen.

    Da questo momento in poi potrete:
    a) inviare tramite mp a Eilidh i vostri regali in dettaglio che verranno poi smistati alla fine dell'evento;
    b) dare libero sfogo alla vostra creatività con le attività proposte nel post iniziale:
    - Lasciare un augurio sulle pergamene in prossimità dei alberi più piccoli, decorati con i colori delle tre Case;
    - Cioccolatizzare ciò che vi pare {occhio alle bacchette} con la bellissima fontana a forma di Snaso ed un falò per abbrustolire marshmellow a volontà;
    - Giochino alcolico per lasciar la propria dedica tutta particolare {lasciatevi ispirare dai vari drink che berrete per farlo!};
    - Foto all'interno del cuore col vischio;
    - Lasciare i vostri doni ai piedi del grandissimo albero per i vostri cari;
    - ALCOL PER TUTTI I PG MAGGIORENNI -ricordo che è considerato maggiorenne chi ha compiuto 17 anni il 23 dicembre 2019- per gli altri... occhio al grammofono impertinente!

    Occhio ad ascoltare la musica: fa parte dell'ambientazione anche quella.
    Ricordo che la partecipazione al ballo è per i soli studenti, corpo docenti e personale tecnico-amministrativo dell'Accademia. Per qualunque dubbio, domanda e perplessità potete scrivere un mp a Eilidh, così come i vostri regali.

    Scadenza prevista per le 23.59 del 20 dicembre.
     
    .
  8.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Insegnante
    Posts
    537
    Reputation
    +154
    Location
    Magic World

    Status
    🗲


    Airwën Dana O'Niell
    ❄️SCHEDA PG
    ❄️ OUTFIT
    ❄️❄️❄️
    ** DRUIDA/Doc.POZIONI

    ** 25 anni ** MEZZAVEELA ** Irlandese

    ... Prima del Ballo ...


    Una piroetta, e la stanza vorticò davanti ai suoi occhi aperti.
    Un'altra piroetta, e il senso di realtà vacillò.
    Un'ultima piroetta, per quasi perdere l'equilibrio, rompendo quel sottile limite tra l'essere in piedi e il cadere sul letto lì affianco.
    Una leggera risata sfuggì alla giovane ragazza che era passata così tante volte davanti all'alto specchio in camera per controllare "un'ultima volta" l'outfit che aveva scelto per l'occasione.
    Inizialmente era stata tentata di vestire i colori della festività: rosso, bianco, verde e tocchi di oro. Aveva anche già in mente quale vestito indossare, ma poi aveva cambiato idea, nel momento in cui aveva trovato que prezioso "tesoro" tra le cose di sua madre.
    Così delicato, di un materiale così fine, quasi etereo, leggermente trasparente. Sembrava fosse stato cucito dalle fate o altre creature mitologiche conosciute per le creazioni dai tagli particolari, ricami e decori semplici, delicati e naturali.
    Si era innamorata al primo sguardo, e quando lo aveva provato, ogni sua idea sull'outfit era vacillata, tanto da decidere di cambiare tutto quello che aveva in mente tenendo solo qualcosa che poteva restare affine al nuovo look.
    Il leggero tessuto, ricamato nei bordi, danzava con lei ad ogni suo movimento, seguendola e aderendo alle sue forme con eleganza e nei punti giusti, quasi accarezzandole la pelle chiara e scoperta.
    Onde delicate scendevano le lunghe gambe snelle, sfumavano dall'azzurro chiaro a quello più scuro senza uno schema preciso, come che fosse stato tinto lasciando che fossero i colori a decidere come fondersi.
    Lo stretto corsetto, tranne sul decoltè, era coperto da un pizzo bianco che si allungava verso la sottana ramificandosi come fosse vero ghiaccio che lentamente avanzava per rivestirle il corpo. Sparsi qua e là pe:), piccoli fiocchi e brillanti creavano l'effetto di una piccola nevicata che silenziosa la seguiva.
    Le scarpe col tacco, riprendevano quei giochi di luce, erano fatte di un materiale trasparente che così rigido sembravano puro ghiaccio ai suoi piedi.
    Quando le aveva trovate, nella stanza guardaroba della madre, le era venuta in mente una favola che sua nonna le raccontava...
    Era una storia babbana su una fanciulla che viveva con la matrigna e due sorellastre, con l'aiuto della sua fata madrina era riuscita ad andare al ballo reale dove aveva incontrato il principe di quel regno e si erano innamorati, ma era dovuta scappare via a mezzanotte perchè l'incanto della fata si sarebbe spezzato e non voleva far sapere le sue povere origini al bel giovane.
    Scappando aveva perso una scarpetta di cristallo, e fu proprio grazie a quella e alla taglia insolitamente piccola del piede di lei, che il principe poté ritrovarla, sposandola e vivendo felici e contenti.
    Chissà se anche per Airwën quel ballo le avrebbe fatto conoscere il suo Principe...
    Infondo era una "futura Contessa", magari la favola valeva anche per lei... magari a quel ballo avrebbe conosciuto qualcuno che sarebbe diventato importante per lei e per il suo futuro.
    Distorse lo sguardo dai propri piedi per riportarlo al riflesso che lo specchio le restituiva.
    Una morbida cascata rossa ondulava leggermente mossa, libera di cadere sulle spalle scoperte. Con quel vestito, il colore dei suoi capelli erano letteralmente un contrasto caldo in mezzo a tutti quei freddi.
    Eppure le piaceva.
    A Yule la sua famiglia accendeva un fuoco nell'enorme camino del salotto com'era tradizione per i celti. Si usava il ceppo del legno di quercia tenuto da parte dal Yule dell'anno prima e non completamente bruciato, in modo da dare una continuità all'anno: col ceppo del vecchio fuoco si accende quello nuovo, un ceppo di quello nuovo non verrà lasciato bruciare completamente per poterlo usare l'anno dopo.
    Il fuoco era per loro simbolo di rinascita, serviva ad augurare il buon anno nuovo, sperando che sia migliore per tutti, le promesse e i sogni venivano poi scritti in un foglietto e bruciato nel falò intanto che si pregava la Madre Terra.
    Ecco, lei voleva che i suoi capelli, di un bel rosso caldo, riportassero ai fuochi di Yule, un fuoco che scaldasse e contrastasse il freddo che rivestiva il suo corpo.
    Sul capo vi era una corona di vischio bianco (preferendolo al rosso), altro simbolo sacro per la sia religione.
    Incorniciato dai lunghi capelli, un viso dalla pelle morbida e chiara.
    Non sapeva perchè ma non era mai riuscita ad abbronzarla, come che la sua carnagione si rifiutasse di perdere quell'effetto seta.
    Occhi di un blu intenso, come il mare più limpido e profondo, ora studiavano il volto con più attenzione, alla ricerca della più piccola imperfezione in quel trucco così finemente studiato e replicato.
    Il blu delle sue iridi era stato accostato un azzurro scuro, per dare una continuità al colore naturale, andando poi a sfumare verso l'esterno della palpebra in una tonalità sempre più chiara fino ad arrivare al bianco.
    Lunghe ciglia nere e alcuni brillantini attaccati ai lati degli zigomi dovevano dare l'effetto ghiaccio da lei ricercato.
    Le labbra carnose, erano colorate con un rosa mescolato a viola per dargli un tono freddo, sopra vi aveva passato un lucidalabbra per un effetto perlaceo.
    I gioielli erano preziosi cristalli che aveva già da tempo, indossati in più occasioni, a tutti quei balli ed eventi organizzati dalla sua famiglia, ma mai le erano sembrati tanto belli e abbinati ad un vestito da lei scelto o disegnato.
    Orecchini semplici mostravano una pietra finemente lavorata e lisciata fino a darle la forma di una goccia, come che fosse stata congelata nel momento esatto in cui l'acqua stava per cadere, ora bloccata per sempre in quell'atto mai concluso.
    Il lungo collo era adornato da una collana anch'essa semplice: una catenella da cui pendeva fino a toccare i seni, un cristallo di rocca col simbolo della sua famiglia (un triskele) in puro argento.
    Al corpetto aveva aggiunto una tasca nascosta dove infilare la bacchetta e averla sempre a disposizione in caso di bisogno.
    Alla fine aveva optato per un bolerino di chiffon che dubitava l'avrebbe tenuta al caldo, considerato quando fosse leggero il tessuto al tatto, ma che conferiva una certa eleganza aggiunta.
    Concludeva il suo look una pochette bianca con una lunga catenella argentata per poterla portare a tracolla, su cui aveva lanciato l'incantesimo per aumentarne le dimensioni interne.

    ... Arrivata al Ballo ...



    Arrivata al ballo, dovette fermarsi a fare un respiro profondo prima di entrare nella Sala Grande.
    Non conosceva nessuno, aveva superato da poco il colloquio e quello sarebbe stata la sua prima comparsa ufficiale all'Accademia di Hidenstone come membro del corpo docenti, al posto del loro ex-professore di Pozioni.
    Il cuore le batteva all'impazzata, temeva si potesse sentire addirittura da sopra la musica che si poteva udire vagamente dal corridoio.

    [Forse ho fatto una cavolata... Forse dovevo dire che ero impegnata e andare alla festa di Denrise alla spiaggia.]

    Era cresciuta in mezzo a quel lusso e a quegli eventi mondani e di gran classe, eppure si era sempre sentita "fuori posto" proprio perchè lei era una ragazza meno da sfarzo e più semplice.
    Poteva sempre girarsi e andarsene, con la scusa di un imprevisto...
    No. Non era da lei.
    Non scappava davanti all'ignoto, lei ci si buttava col sorriso e così avrebbe fatto anche quella volta.
    E poi avrebbe potuto divertirsi! Avrebbe conosciuto i suoi colleghi, il resto del personale scolastico, e soprattutto i suoi futuri studenti.
    La curiosità e adrenalina presero il posto della paura, l'emozione di cosa sarebbe potuto succedere, di chi avrebbe incontrato e conosciuto le diedero la forza di fare quei pochi passi che le mancavano per varcare la soglia dell'immensa sala.
    Subito lo stupore comparve sul volto della giovane alla vista di come era stata addobbata la sala.
    La musica era appena cambiata, una meno festosa, ma più strumentale era iniziata, e dovette ammettere che le piacque di più della precedente.
    La preside dell'istituto iniziò a parlare, un breve discorso per presentare la festa, le cui parole vennero comprese dalla ragazza di origini e credenza celtica-druidica, per poi unirsi all'applauso che seguì l'ufficiale inizio del Jul Ball.
    Guardandosi intorno si ritrovò leggermente fuori posto con quel vestito...
    Erano pressochè tutti vestiti di rosso, chi di verde, ma nessuno aveva optato al bianco, a parte qualche camicia maschile e una donna che le sembrava di aver intravisto tra i corridoi dell'accademia... Forse una professoressa? Eppure non le era completamente nuova, ma non riusciva a ricordare lì per lì...
    Ma, cos'aveva tra le mani? Un bambino? Magari il figlioletto?
    Si guardò ancora attorno... Nessun volto le era conosciuto.
    Si morse il labbro inferiore come faceva quando era nervosa, ma si ricompose subito, e con passo deciso si diresse al tavolo del bere. Iniziare la serata con un bel bicchierino che la sciogliesse era la scelta migliore, soprattutto quando non aveva controllo e neanche lontanamente idea di cosa potesse succedere quella serata.
    Adorava perdere il controllo quando era in mezzo alla natura, o con persone che conosceva (a volte anche in "certi momenti intimi"), sicuro non le sarebbe stato facile tra quelle mura dove si sentiva sotto gli occhi di tutti (sicuro solo una sua paranoia ingiustificata) essendo "la nuova" "la sconosciuta".
    Poteva sopravvivere senza l'aiuto del buon vecchio alcool?
    Essendo lei Irlandese, ce ne sarebbe voluto un bel po' per iniziare a sentirsi a suo agio lì in mezzo.
    Arrivata al tavolo del bere, vide la pergamena con scritto "Il primo bicchiere è per la sete; il secondo, per la gioia; il terzo, per il piacere; il quarto, per la follia; il quinto per..." e un sorriso le comparve divertita.
    Per poter continuare e scrivere sul rotolo bisognava aver bevuto già i primi quattro bicchieri nominati.
    Era quasi tentata di provarci, tanto finchè non succedeva qualcosa o qualcuno le veniva a parlare, non aveva altro da fare, certo poteva prendere lei l'iniziativa e avvicinarsi a qualcuno per iniziare una chiacchierata, ma era fin troppo competitiva e quella sfida col bere troppo interessante per lasciarla da parte.
    E poi avrebbe potuto smettere in qualsiasi momento, magari quando un bel principe le avesse chiesto di danzare. Per sua fortuna non doveva scappare a mezzanotte, il suo vestito sarebbe rimasto bello e unico anche dopo, e fuori non c'erano una zucca con topolini ad aspettarla, ma probabilmente avrebbe dormito nel suo ufficio se troppo sbronza per usare una metropolvere o per smaterializzarsi.
    No, non avrebbe bevuto così tanto, infondo era un ballo scolastico, non una delle feste irlandesi a cui andava di nascosto dal padre, doveva darsi un contegno e non fare cavolate.
    Più facile a dirsi che a farsi con lei e con la sua predisposizione a mettersi nei guai per il puro divertimento e l'ebrezza dell'avventura.


    code © psiche


    Edited by LadyShamy - 18/12/2019, 18:05
     
    .
  9.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Insegnante
    Posts
    394
    Reputation
    +278

    Status
    🗲
    tumblr_inline_mk6mb7yko81qz4rgp
    Brian Ensor | Docente DCAO
    Alizée rincuorò il docente di Difesa riguardo al proprio outfit. Già, non era pienamente natalizio, tuttavia in parte ricordava il tema. Ehm, ok. Si disse alla conferma di non far la figura dello stupido e quando si ritrovò a dover ricambiare il feedback fece un secondo di silenzio. Come si rispondeva in questi casi? Sicuramente non è un abito che passa inosservato. Era evidente come la discrezione non era ciò che cercasse. Tuttavia non mi dispiace e devo ammettere che le dona. Non proprio a suo agio si sentì riguardo alla presunta gelosia che la collega avrebbe potuto provare a causa di sguardi indiscreti, tuttavia non la reputò cosa grave poiché riteneva normale che una dama volesse tenersi stretto il cavaliere che l'aveva invitata al ballo. Avrebbe avuto modo di preoccuparsi? Assolutamente no, anche perché Brian non era il classico ragazzo che amava passar di palo in frasca.
    I due professori fecero il loro ingresso con fierezza, decidendo saggiamente di voler smaltire il problema foto prima che richieste insistenti cominciassero a tormentarlo. Entrambi si misero in posa al centro del cuore formato da arbusti e vischio. Ehm, non so quanto vorrei una foto natalizia. Non mi riesco a quantificare i gradi del natale. Insomma, per lui faceva tutto schifo e in quanto sociopatico non aveva idea di come ci si dovesse comportare con le persone in quei momenti. Si limitò a sorridere e non appena si sentì pronto il ragazzo poté scattare la sua foto per il giornalino. Dopo che il flash pervase il proprio corpo a muoversi fu la bocca e in un labbiale poco comprensibile disse al fotografo usa questa foto per il tuo articolo e ti stacco la testa dal collo.
    Nella Sala vi era un'atmosfera spensierata, allegra, magica. Certo, ciò fino a che gli strumenti musicali non smisero di colpo a suonare. Che succede? Disse, avanzando un passo verso la preside per assistere al suo discorso. Vennero dette parole volte ad instaurare un clima più sereno, trattando avvenimenti che in qualche modo avevano toccato tutti come un avvenimento accaduto nel passato e, in quanto tale, pronto ad essere dimenticato. Facile però dire così, lei non c'era quella notte. Storse il labbro, senza pensare a come non ci fosse neanche durante l'attacco degli Excalibur al molo. Sospirò. In quanto adulto trovò l'intento della donna poco efficacie, tuttavia doveroso. In questo modo faceva sentire ai presenti come non se ne stava infischiando di ciò che era successo e magari durante le vacanze estive avrebbe preso provvedimenti su come migliorare le difese del castello.
    Signorina Vuasseaux, è pronta? Come ogni anno direttori, prefetti a caposcuola avrebbero cominciato le danze, così allungò la propria destra in direzione della collega sperando in una salda presa e fece per avvicinarsi al centro della Sala. La musica cominciò, proprio come la loro danza. Risuonava una melodia natalizia e per pochi, intangibili istanti Brian sentì come se tutto intorno a lui cominciasse ricoprirsi di una sottile lastra di ghiaccio. Danzava con la sua dama a tempo di quella melodia cadenzata, mantenendo lo sguardo diretto su di lei. Aveva un'espressione seria, eppure si sentiva bene. Non faceva caso agli sguardi di coloro che lo circondavano, proprio come non si accorse del vischio strombazzante che cominciò a mietere le prime vittime. Passo dopo passo, sorriso dopo sorriso, il vischio arrivò di fronte a loro. Avrebbe voluto incenerirlo col solo sguardo, tuttavia era in gioco e nonostante fosse difficile proseguire la danza con quella presenza ingombrante, annuì. Immagino che non abbiamo scelta. Sussurrò con un fil di voce, allungando il volto in direzione della donna. Il ballo però era vicino al termine, così dovette ingegnarsi per crear uno spettacolo indimenticabile, unendo l'utile al dilettevole. Durante le ultime note le braccia spinsero leggermente indietro la donna per un rapido casqué ed accoglierla quando sarebbe tornata alla sua classica altezza con un romantico bacio. A lei la scelta di assecondarlo o tentar di schivarlo.



    RevelioGDR
     
    .
  10.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Black Opal
    Posts
    318
    Reputation
    +192
    Location
    Highlands, Isola di Skye

    Status
    🗲
    Gyll McKenzy
    black opal | 1 anno | sheetstat

    Quel giorno era arrivato e lei era agitatissima. Insomma, non che non fosse mai andata ad un ballo, come le aveva ricordato Joshua, Hogwarts li organizzava ogni fine anno, ma quella volta era diverso. Insomma, veniva accompagnata da qualcuno che le aveva chiesto ufficialmente di andare al ballo. Cioé non era andata proprio in quel modo, ma in un certo senso si era anche inchinato e le aveva chiesto con la mano, proprio come i cavalieri facevano con le dame e questo le creava un'agitazione molto strana.
    Con Jessica aveva pattuito il suo outfit e quella sera aveva perso un sacco di tempo per cercare di essere meno maschiaccio e molto più femminile. Aveva chiesto alla sua migliore amica di aiutarla con i capelli e il trucco, perché non era proprio espertissima su queste cose. Aveva starnutito un paio di volte per il mascara, dovendo rifare quella parte diverse volte, ma per fortuna Jessica aveva imparato ad avere pazienza con lei e si era dedicata con tanta dedizione a impiastricciarla «Santo cielo, ma come fate voi donne a fare tutta questa storiaccia ogni mattina?» sbuffò, guardandosi allo specchio, con dietro Jessica. Si piaceva, sorrise all'amica e l'abbracciò improvvisamente «Giurami che faremo un ballo insieme, proprio come una vera coppia!» quando Jessica uscì con il piccolo Alex, lei rimase seduta in intimo sul divanetto della loro stanza.
    «Ora viene il meglio!»

    Finalmente era pronta e quindi si spinse oltre la sala comune, dove aveva apputnametno all'uscita di questa con Mordred.
    Aveva indossato proprio il vestito da elfo che aveva preannunciato, ma sotto consiglio della compagna di stanza, aveva dato un tocco decisamente più... intraprendente.
    Le parigine arrivavano a metà coscia, autoreggenti, a righe bianche e rosse, un mezzo stivaletto nero dalla punta arrotolata, con un piccolo tacco a spillo.
    Il vestitino rosso, copriva giusto le sue forme da lato b, con un merletto bianco. Stringeva sui fianchi e al seno, sollevandoli sodi, facendo sporgere quelle forme che l'erano venute fuori da un anno o poco più, che lei non aveva mai valorizzato.
    Jessica diceva che era arrivato il momento di mostrare a tutti chi era Gyll McKenzy e per questo, la mezza-veela, aveva deciso di seguire quel consiglio e mostrarsi in tutto il suo splendore.
    Sopra il vestitino rosso, con un fiocco verde al centro dei seni sporgenti, aveva messo una giacchetta verde smeraldo dai bordi in pelliccia bianca e una cintura a stringere i fianchi stretti.
    Tocco finale, il cappellino a punta, con un campanellino alla fine di esso.
    Si presentò così a Mordred, con le guance arrossate dall'imbarazzo «Beh, l'elfa accompagnatrice è pronta. Andiamo?»
    Disse sorridendo appena al ragazzino.

    Una volta davanti all'ingresso, non pensò più di tanto a cercare d'istinto la mano del suo "cavaliere" «Quanta gente c'è?» disse stringendo la sua mano, se fosse riuscita ad afferrarla e a guardarsi attorno.
    Cercò con lo sguardo Jessica e quando la individuò, cercò di avvicinarsi a lei come un tornado e provando a trascinare con sé Mordred, senza mollargli la mano. Passò accanto alla docente di Storia «Buongiorno professoressa!» buongiorno? Ma... era sera.... vabbè, Gyll era completamente sfasata. Arrivò dalla neomamma e «Allora? Come sto, Jess?» fece un giro su se stessa, non badando minimamente ai presenti che c'erano, come se contasse solo lo sguardo dell'amica e quello di Mordred.
    Poi si guardò attorno. «Oh, ciao Jesse!» sorrise al ragazzino, felice di vederlo, ma visibilmente imbarazzata.
    Poi guardò verso Alex «Amore di zia, sei... bellissimo!» cercò di avvicinarsi alla fronte del bambino e dargli un bacio leggero, con tutta la dolceza che donava sempre al suo bambino preferito (?).
    Si voltò a guardare Mordred «Ehm... io non so cosa si fa adesso. Tu, hai idee?»
    Manco fosse stata sentita, la Preside si palesò e finalmente fece il suo discorso prima di dare il via alle danze.
    Se Mordred fosse rimasto con la mano alla mezza veela, questa avrebbe sciolto la presa per fare un passo indietro, imbarazzata.
    Ovviamente ad un ballo, c'era anche il momento di ballare.
    Ed ora?
    Avrebbe guardato i prefetti dare il via alle danze, cercando di non palesare il suo evidente imbarazzo.
    CODE&GRAPHIC BY HIME
     
    .
  11.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Dioptase
    Posts
    894
    Reputation
    +415

    Status
    🗲

    Lilith

    Clarke




    #DA627D

    magic
    100%
    strenght
    100%
    defense
    100%

    L'evento che aspettava dall'inizio dell'anno accademico era arrivato, non avrebbe mai pensato che sarebbe andato così, come se fosse una costrizione, lei amava il ballo, lo attendeva ogni anno e questo era speciale, lei era Prefetto, avrebbe dovuto aprire le danze e aveva un cavaliere perfetto. Insomma, era il ballo della sua vita, come quello che ogni bambina sogna, quadno crede ancora nelle favole e nel lieto fine.
    Solo che gli eventi di Ottobre avevano cambiato un po' le carte in tavola e avevano reso tutto molto difficile e complicato, tanto che anche il vestito che aveva scelto a settembre era decisamente cambiato.
    Aveva indossato un abito lungo, con lo scollo a barca, rosso come solo a Natale poteva esserlo e un decolté semplice. Non aveva gioielli e i capelli erano rimasti bianchi e ricci, che cadevano sulle spalle.
    Quando uscì dalla sala Comune per andare all'incontro con il suo cavaliere, lo trovò esattamente dov'era. Gli tolse dalle mani quella sigaretta, proprio come quella volta che lei era stata rapita.
    Ebbe un leggero brivido lungo la schiena, quindi sorrise appena, chinando lo sguardo imbarazzata e facendo una giravolta come aveva chiesto lui.
    Lasciò che la baciasse e ricambiò appena, sentendo i peli sul braccio rizzarsi.
    Doveva mantenere la calma.
    Quel ballo non sarebbe durato poi tanto, doveva solo tenere a mente che dopo aver aperto le danze, sarebbe potuta scappare il prima possibile da quella sala.
    Lo accompagnò al tavolo delle bevande, annuendo appena alle sue parole.
    Non aveva sete, quindi lasciò che lui prendesse il necessario, ma per non essere scortese afferrò anche lei un bicchiere di qualcosa e saggiò il liquido alcolico che stava al suo interno. Magari avrebbe aiutato la pesantezza che sentiva addosso.
    Salutò i suoi compagni di scuola con un piccolo sorriso, avvertendo un po' di disagio che saliva. Voleva che quegli occhi addosso sparissero, ma doveva farci l'abitudine, almeno per oggi.

    La voce di Victoria la fece sussultare appena, strinse la mano di Blake, la sua unica certezza.
    Quando accennò ad Ottobre, la stretta si fece più forte, così come un passo indietro venne mosso, quasi a nascondersi alle sue spalle.
    Non voleva sentire parlare di quello che era accaduto, soprattutto da lei.
    Prese un respiro e cercò lo sguardo di Blake, sorridendogli quasi in supplica di non dire una sola parola.
    Quando chiese di fare un passo avanti ai prefetti, Lilith lo fece, con eleganza e decisione, pronta ad imbastire quella danza con il suo cavaliere.
    Si mise in posizione e appena partì la musica, seguì il ritmo su cui aveva studiato due anni per risutlare perfetta in quei movimenti, quindi si lasciò trasportare strigendosi quanto più poteva al suo cavaliere che avrebbe sicuramente condotto quella danza.
    Cercò il momento giusto, nel ballo, quando i loro volti furono abbastanza vicini «Devo dirti ... devo dirti una cosa...» un sussurro al suo orecchio, con le labbra che sfioravano appena la sua pelle. Aveva preparato quel discorso per giorni, aveva fatto le prove nella sua mente e ora non poteva tirarsi indietro. «Io... Blake... Blake Barnes... io ti... ti amo.» disse prima di poggiare la testa sulla sua spalla, sentendo il cuore a mille. Doveva dirlo e quello era il momento migliore.
    Code Scheme ©#fishbone @fuckyeah. Palette © r i ƒ t e n.

     
    .
  12.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    226
    Reputation
    +55
    Location
    Francia

    Status
    🗲




    Alizée Vuasseaux

    ~ Prof di Magitecnica
    ~ Mezzosangue
    ~ 30 Anni
    ~ Benestante


    Note:
    Narrato
    "Parlato"
    "Pensato"
    "Ascoltato"


    Statistiche:
    Link Stats

    ”Anche il suo non passa inosservato, professor Ensor.” rise lei gentile, di nuovo squadrandolo da capo a piedi. “Ma alla fine questo è il tema e questo ci dobbiamo tenere, no?” sorrise ancora e fece una piroetta come a farsi vedere meglio da lui, il movimento ad aprire il mantello e a mostrare quanto c’era sotto, incluse le lunghe gambe inguainate nella lucida gomma e i tacchi assurdamente alti, quando le disse che le donava. “Anche a me non dispiace, alla fine è una festa, quindi perché non festeggiare mettendoci a nostro agio in ciò che più amiamo?”
    Camminarono assieme nella sala, la mente di lei divisa tra i ricordi dei balli e la sua divisa color carta da zucchero, in una stoffa magica molto leggera, simile alla seta, le sue lezioni di danza classica col tutu e le scarpette e la sensazione che qualcosa sarebbe successo quella sera, con il professore accanto a lei. Da quando si erano visti in biblioteca spesso lo incrociava nei corridoi, ma per un motivo o per un altro non si erano mai fermati nuovamente a parlare, complice il lavoro, gli orari di lezione e quello che ai suoi occhi sembrava una necessità quasi maniacale di solitudine, come lei aveva la necessità dei guanti. Ognuno aveva le sue manie. Eppure spesso sembrava perso in chissà che cosa, assorto, senza mai un sorriso. Forse dei brutti ricordi, forse qualcosa di diverso che non poteva capire.
    Quella serata voleva che fosse per entrambi molto bella. Non doveva per forza finire con una grande ubriacatura o loro che ridevano come stupidi, ma sperava davvero che sia lei che lui avessero dei bei ricordi.
    Quando lui la portò alla postazione della foto, vide negli occhi di lui una sorta di rassegnazione, come se non la volesse fare per voglia ma perché era un rituale, una cosa obbligatoria. E in parte lo comprendeva. Erano professori, avrebbero aperto le danze, erano in qualche modo personaggi pubblici della scuola e del paese se così si poteva dire, e con la notorietà, beh almeno lui per via dell’aspetto, e che aspetto, venivano anche le responsabilità.
    “Dai Brian, so che in una scala da uno a dieci vuoi questa foto almeno il valore dello zero assoluto in fisica babbana, ma almeno facciamo in modo che sia una foto simpatica. Sorridi, sai quel gesto con i muscoli del volto…” lo canzonò allegra, senza alcun tipo di offesa nei suoi confronti, e quando lui si sentì pronto e lei vide il ragazzino prepararsi, con una precisione e una tempistica propria delle donne e dell’esperienza che aveva ottenuto in passato come modella, al momento esatto dello scatto lei si era posizionata leggermente di lato a lui, le braccia ad abbracciare il suo collo, alzando la gamba sinistra in modo quasi fanciullesco e gli stampò un bacio sulla guancia mentre osservava di traverso l'obiettivo, così che l’effetto finale fu una foto quasi da pin-up degli anni ‘50.
    Si staccò immediatamente da lui, ritornando al suo fianco, nel caso il ragazzino avesse deciso di farne un’altra, in quel caso più formale
    Ancora non si erano spostati da dove erano che la preside fece un lungo e strano, alle orecchie di Alizée, discorso. Dopo che fu scomparsa nel nulla, una degna uscita dopo una degna entrata, sembrò che l’unica cosa importante fosse il ballo, e lei annuì decisa al suo cavaliere.
    “Lo sono, Signor Ensor.” rispose in modo formale, adeguandosi alla sua richiesta. Si stavano dando del tu, ma ora erano due professori che rappresentavano la scuola, e il ballo era una cosa importante. Gli prese la mano con la sua, una presa salda, sicura, di chi sa perfettamente cosa deve fare. si mosse leggera, i suoi tacchi a battere il ritmo della sua camminata sul pavimento della Sala, finché non furono al centro della stessa.
    Alla prima nota erano già in movimento, la posizione di partenza, lui che guidava, era tipica e i passi successivi, almeno i primi, codificati e quindi impossibili da sbagliare, poi sarebbe venuto il bello.
    Se il ballo da soli era pura espressione di sé stessi, il ballo in coppia era ben più difficile. Era una danza, certo, ma era una guerra, era un continuo gioco tra due persone, era poesia e tensione che poteva rendere il tutto meraviglioso o una vera debacle. La musica la conosceva, era una canzone nota e che aveva già avuto modo di ballare in passato, anche se non in quella versione quasi cupa anche se estremamente suggestiva. Continuò a ballare, lasciando che la sua educazione musicale guidasse il suo corpo e i suoi muscoli, permettendole quasi di spaziare con la mente.
    Sorrise felice fissando Ensor negli occhi, era un ottimo ballerino e sembrava nato per quella canzone, probabilmente per molte altre. Non doveva concentrarsi molto, seguirlo, capirne i movimenti, in qualche modo precederli quella frazione di secondo dando l’idea di un lungo allenamento in vista di quella occasione le venne naturale. Ballarono all’unisono sempre fissandosi negli occhi, e lei si rese conto che non aveva mai ballato così bene con nessuno, e che quegli occhi perennemente accigliati nascondevano molto. Il suo cuore saltò un battito quando lo sentì dire che non avevano scelta, che dovevano baciarsi se volevano che quel fastidioso vischio si allontanasse.
    Lei annuì sorridendo.
    “Che sia qualcosa di cui parleranno nel tempo, Brian.” gli disse fissandolo negli occhi e se lui avesse avuto anche solo il sentore che quello sguardo non fosse solo di intesa professionale e tra ballerini, avrebbe capito che quel bacio lei lo desiderava, e che lo avrebbe gustato dall’inizio alla fine.
    E così fece. Nel momento in cui lui la fece quasi cadere per un casqué, lei già si posizionò com il braccio libero vicino al suo collo, così che quando si rialzò, lei gli cinse il collo e le loro labbra si unirono in un romantico, quasi passionale bacio. Le gli strinse le braccia al collo, facendo scivolare la sinistra verso le reni, lungo la schiena, mentre l’altra si alzò andando a massaggiare i suoi capelli dietro la nuca, allo stesso tempo spingendolo dolcemente a non smettere il bacio dopo che la musica finì.
    Lei mugolò per un istante, gli occhi chiusi, persa nel sapore delle sue labbra e nel profumo che lo circondava, e inebriata si permise di schiudere le sue labbra cercando ben più che un casto, romantico bacio, ma un bacio degno della sua nazione, un bacio alla francese.
    Che lui la assecondasse o meno, quando si staccò da lui si mise velocemente al suo fianco e si guardò attorno, incurante degli sguardi e degli eventuali mormorii, stringendogli la mano destra forte come a dirgli che avevano fatto un’ottima figura.
    Ansimava, il petto ad alzarsi ed abbassarsi furioso, a il volto, abitudine quasi del mestiere, non tradiva lo sforzo che avevano fatto.
    “Devo bere qualcosa…” mormorò sempre sorridendo, sperando che lui volesse continuare ad essere il suo cavaliere.

    Code by TsundereBoy

     
    .
  13. Knight's Will
        +4   +1   -1
     
    .

    User deleted


    16y - 1St Years- Black Opal - ChaoticGood


    Dunque ... era arrivato quel giorno no?
    Strano ma vero, Mordred era nervoso per quanto stava per accadere, quel ballo, che fino a poco prima non dava pensiero alcuno al giovane Opale aveva instaurato una sorta di preoccupazione della mente di questo che aveva passato ormai fin troppo tempo davanti ad un semplice specchio cercando di sistemare i capelli ormai tenuti in condizioni selvagge per chissà quanto tempo. L'idea e l'obbiettivo di non far imbarazzare la ragazza che aveva deciso di accompagnare erano forti ma i capelli proprio non ne volevano sentire quindi, si arrese passando alla seconda fatica, ovvero il vestiario. Eracle sarebbe certamente impallidito, altro che le sue dodici prove! Decise quindi di optare per ... qualcosa di semplice? Una semplice camicia e pantaloni rossi abbinati ad una cravatta bianca, come per simulare appunto una possibile connessione con Santa Claus, ovviamente, per rendere il tutto più ovvio vi era anche il classico capello rosso che copriva parte della testa, mancava la barba e i baffi ma forse quelli sarebbero risultati solamente di troppo, no? Così si guardò allo specchio, osservandosi in quel completo rosso, si mise le man sui fianchi, per poi accennare una classica e iconica frase del vecchio e caro babbo natale. " Ohohoh, buon natale! " e si, per fortuna era solo in quel momento, altrimenti immaginate che figura?

    Miracolosamente pronto il ragazzo prese la via della porta uscendo così dalla stanza. Si erano dati ritrovo fuori la sala comune e ... bhe, poco vi era da dire se non che appena vide la propria accompagnatrice sgranò gli occhi per la sorpresa nel vederla avvolta da tali abiti, sembrava nata per indossarli, erano sicuramente fatti su misura! Lo sguardo indugiò più volte sul vestito e sulle curve della ragazza, era impossibile non notarle. La voce della compagna risvegliò il ragazzo da quella che sembrava una sorta di paralisi. " O-Oh! Sisi! Stai ... benissimo, davvero. " accennò, mentre sul volto, oltre al lieve rossore per essersi reso conto di averla osservata fin troppo si formò un sorriso tranquillo mentre il ragazzo, probabilmente colto dalla malsana idea di continuare gli atti cavallereschi tenuti durante l'invito porse il braccio alla ragazza, aspettando che questa lo prendesse per poi condurla dentro la sala che lo lasciò, per la seconda volta sorpreso, vi erano tanti, se non tantissimi compagni e molti docenti! Le decorazioni, la musica e tutto! Era veramente tutto programmato fin nel minimo dettaglio e questo rendeva Mordred felice come un bambino che andava al suo primo ballo formale.
    Preso dallo stupore annuì distrattamente alla ragazza in risposta, mormorando un semplice " Veramente tanta ... " si lasciò dunque prendere per mano ( nel caso che questa non avesse lasciato il braccio precedentemente offerto dal ragazzo ) e di conseguenza lasciandosi trascinare da essa in chissà quale direzione, salutando di tanto in tanto chiunque, compagni, docenti e ... bhe, chi altro trovava sul cammino della ragazza che si fermò intrattenendo una discussione quindi con Jessica salutando poi Jesse e il minore di tutti ovvero il piccolo Alex. Chiese pareri all'amica facendo una piroetta così mostrando meglio il vestito. " Hey Jesse, come stai? " salutò dunque il prefetto con un cenno della mano e un lieve sorriso per poi, ovviamente rivolgersi anche ad Alex abbassandosi e facendo anche al piccolo un cenno con la mano. " E tu campione? Ti stai divertendo? "
    Ma il momento dei saluti forse era finito dato che la ragazza si rivolse a lui, chiedendo adesso cosa dovevano fare, il ragazzo perplesso quanto lei cercò di rispondere ma la preside, con il proprio discorso evitò che una qualche stupidaggine fuoriuscisse dalle labbra del riccioluto Opale. Questa, diede il permesso ai prefetti di iniziare il ballo, così Mordred attese. Okey, puoi farcela, hai affrontato lezioni più difficili e le hai superate, che vuoi che sia un ... ballo? il pensiero, per quanto cercava di convincerlo nel fare un qualche passo, scosse appena il capo, prese un bel respiro e finalmente si mosse, avvicinandosi alla ragazza che poco prima si era allontanata e che ora risultava essere non poco imbarazzata, nel movimento aveva allungato la mano destra verso la ragazza con il palmo rivolto verso l'altro così che ella potesse poggiare la sua mano su quella del ragazzo, era un invito gentile, che non la obbligava e ne la costringeva. " Magari ... ballare? Non sono molto bravo ma farò del mio meglio, te lo prometto. " attese dunque una risposta, un gesto o un qualsiasi altro cenno della ragazza, e quindi, una sua reazione a tale gesto, la volta precedente erano finiti sul divano tra una risata e l'altra dovute al solletico, questa volta invece come si sarebbe conclusa la vicenda?

    Mordred Knightfall [ sheet ] So what if it seems hopeless? if it were me, I still wouln't give up. Embrace your dreams.
    [ code by psiche ]
     
    .
  14.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Adulto
    Posts
    541
    Reputation
    +149
    Location
    Genova

    Status
    🗲
    giphy
    Skyler Mave
    Infermiere | 23 anni

    Ricambiò il saluto di Erik Foster, ringraziando mentalmente che a questo giro non fosse coinvolto insieme a Jesse in qualche impresa pericolosa; insomma, le ultime volte che aveva visto quei due insieme non era andata molto bene… alla fine dell’anno precedente Jesse aveva preso una bella facciata, pensando bene di gettarsi da un dirupo fortunatamente fasullo, con conseguente scena drammatica di Erik. Invece, la sera dello scontro con Naga… beh, non si era immischiato molto in ciò che avevano fatto gli altri: era stato sicuramente più preoccupato di sopravvivere lui stesso. Ma era sicuro che avessero comunque combinato qualcosa.
    ‘Meglio bere - ommioddio il vischio stalker non mi mancava - se si avvicina fuggo. Vabbè, ma tanto sono solo, cazzomene - mica può scegliere me.’ Certo, a meno che il vischio non fosse un amante del male solo.
    Ascoltò il discorso della Preside, pensando per un breve momento che, da ubriaco, avrebbe potuto benissimo invitarla. Certo, ci fosse stato Markab, sarebbe stata una scommessa certa, quella di provarci con la Vicky - forse gli sarebbe anche valsa il posto di lavoro.
    ‘O forse una promozione, visto da quanto tempo la Befana non vede un bell’albero di Natale…’
    La promessa dell’alcol non era mai stata così appetibile, ma prima doveva depositare il piccolo pacco che aveva in tasca sotto l’albero. Recava una semplice scritta: “Per Blake Barnes”. Era un regalo nato quasi come scherzo, nella speranza che Blake non si offendesse. Poi finalmente si avvicinò al tavolo degli alcolici e, mentre pensava a quale fosse il drink migliore per iniziare la serata, sentì una voce familiare chiedere un Gin Tonic Babbano.
    ‘Potrei prendere un Gin Tonic anche io - nah, troppo secco.’
    “Ciao, Andrè (‘Niente Sky Sky, a ‘sto giro? Wow, mi commuovo…’) - grazie, anche se in realtà è più una scelta stilistica dettata da una scommessa (‘Balle - lo sai che ti piace, ‘sto maglioncino.’)... ma sai, è un regalo di Markab.”
    Si girò verso il tavolo, in modo da ordinare un idromele (‘Speriamo sia buono come quello di famiglia… o almeno, che ci si avvicini!’), prima di voltarsi nuovamente verso il docente, che stava spiegando il suo outfit. Era carino, anche se per i gusti di Skyler era un po’ troppo ricercato nel vestire. Insomma, l’Infermiere era uno che credeva fortemente nel fatto che i momenti migliori della vita si passano completamente nudi - quindi perché strafare così tanto?
    “Anche tu stai davvero bene - ma dimmi un po’, fai sport? Perché hai proprio delle belle gambe muscolose… e magari ti andrebbe di allenarsi insieme, qualche volta…”; si sarebbe avvicinato ad Andrè, sorridendo col suo classico modo sghembo e facendogli un occhiolino.
    “Dimmi un po’ - come stanno, le ferite? Hai bisogno di un’altra visitina, per caso…?”
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR
     
    .
  15.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    9,444
    Reputation
    +234
    Location
    Winterfell

    Status
    🗲
    16 YO Ametrin outfit
    Come on skinny love what happened here

    Mia si sentiva un pesce fuor d’acqua, non aveva mai nemmeno preso in considerazione la possibilità di andare ad un ballo come quello, figurarsi se aveva mai pensato a che cosa si potesse fare in quel genere di occasioni. Sicuramente la compagnia di Cam non diminuiva il suo disagio, non aveva idea di che cosa avrebbero potuto fare e a voler essere sinceri ancora non si spiegava tutto quell’interessamento: aveva accettato per via della scommessa, ovviamente, eppure continuava a pensare che ci fosse lo zampino di Mark e temeva di vederlo comparire dal nulla da un momento all’altro.
    Continuava a mostrarsi sicura di sé perché non aveva intenzione di mostrare le sue debolezze a nessuno, tantomeno a Cohen che, era sicura, sarebbe stato pronto a deriderla. Inoltre, il tipo di paura che nutriva Mia era qualcosa di difficile da spiegare, sapeva che nessuno avrebbe potuto capire perché lei non ne aveva mai parlato ed era difficile intuire quel che aveva passato senza avere nemmeno un indizio. D’altra parte temeva comunque che Cameron sapesse ogni cosa, che fosse lì unicamente per deriderla o per prendersi gioco di lei e non aveva alcuna intenzione di lasciare che facesse una cosa del genere.
    Era convinta che, se fosse stata lei a guidare i giochi, se avesse avuto sempre il controllo di ogni cosa, non avrebbe più potuto sentirsi così tanto sporca: era lei che stava decidendo ogni cosa, aveva in mano ogni possibilità e stava scegliendo lei che cosa fare o meno. In quel modo le pareva di poter stare tranquilla, dopotutto non era la ragazzina che si era fatta raggirare dal bello e dannato di turno, non era più così innocente e sprovveduta e non aveva intenzione di farsi prendere ancora una volta in giro, una volta le bastava e avanzava, decisamente.
    Non si aspettava nemmeno un complimento da Cam, e non era abituata a sguardi come quello per cui cercò di fare finta di nulla e si irrigidì appena quando la prese sotto braccio. Impiegò qualche istante a rincuorarsi e ricordarsi che non le avrebbe fatto del male, non davanti a tutti, convincendosi a rimanere tranquilla e regolarizzare il respiro, giusto in tempo per fare il loro ingresso in Sala Grande. Si guardò intorno e si ritrovò ad accennare un sorriso sorpreso, per la prima volta effettivamente d’accordo con qualcosa che aveva detto Cohen. “E’ davvero carino…” ammise guardandosi intorno, per poi venire trascinata verso gli alcolici. Sgranò gli occhi e sul momento non si rese nemmeno conto di quanto quella stretta non l’avesse spaventata come al solito, dannatissimo Cohen. “Ti ricordo che io sono ancora minorenne!” osservò puntigliosa come sempre, per poi rivolgere un sorriso rapido e un cenno con la mano nella direzione di Adamas, Jessica e Blake che non fece comunque in tempo a salutare per bene. Si ripromise di raggiungerli dopo, costasse quel che costasse, e si chiese brevemente quante persone Cameron conoscesse e perché non lo vedesse quasi mai in giro con qualcuno che non fosse Mark. Forse semplicemente non era mai stata abbastanza attenta…
    Il ballo cominciò prima che Mia riuscisse a rendersene conto e si trovò travolta in un’atmosfera che le era decisamente nuova. Per essere al suo primo ballo era alquanto spaesata e di certo non moriva dalla voglia di lanciarsi in pista o dare spettacolo, aveva in mente di starsene buona buona in un angolo e aspettare che la sua “punizione divina” finisse. A dire il vero l’idea di fare conversazione con Cohen l’aveva pure sfiorata ma non voleva dargli la possibilità di pensare di andarle particolarmente a genio o di interessarle in qualche modo, Merlino solo sapeva quanto l’ego del ragazzo si gonfiasse con estrema facilità. Eppure ci pensò direttamente il vischio impertinente a peggiorare le cose drasticamente: non ci aveva nemmeno pensato, non aveva preso in considerazione quella variabile e infondo perché farlo? Lei e Cam non erano una coppia, ma che cosa diavolo poteva mai saperne un dannato vischio?!
    Quando si avvicinò a loro Mia tentò di farsi da parte, provando davvero a schivarlo o a sfuggirgli salvo poi rendersi conto che non era possibile e che puntava proprio a loro. ”Sul serio?!” inveì a mezza voce, il suono di quella dannata trombetta che le aveva già traforato i timpani. Avrebbe voluto sotterrarsi, andarsene o meglio ancora far scomparire Cohen e così risolvere ogni suo problema, eppure non poteva e si ritrovò costretta a trovare una soluzione alternativa. Avrebbe potuto incrociare le braccia, mettere il broncio e cominciare a convincere il vischio ad andarsene ma, per quanto da lei, sapeva che non avrebbe ottenuto niente e c’era una sola che avrebbe potuto peggiorare definitivamente ogni cosa: Cam che prendeva il controllo. Così per tagliare la testa al toro fu lei a spingersi contro di lui, incrociando il suo sguardo prima che fosse troppo tardi. “Non montarti la testa.” lo ammonì con tono severo, la voce non troppo alta perché potesse sentirla solo lui, e poi lo baciò. Non si impegnò troppo, non era quello che aveva pensato per lei e Cam e di certo non era quello che sognava di fare quella sera, non si concentrò nemmeno sulle proprie sensazioni oppure avrebbe scoperto cose interessanti. Si allontanò non appena il vischio smise di strombazzare, le guance vagamente arrossate. “Andiamo a cioccolatizzare qualcosa.” annunciò poi, sperando di poter ignorare quel che era appena successo.
    Mia Freeman-SHEET-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

    [code by psiche]

     
    .
83 replies since 10/12/2019, 22:33   2551 views
  Share  
.
UP