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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ecco qui la mappa. Mi scuso per le aggiunte molto approssimative e grossolane, ho preso la base dello scorso anno aggiungendovi le novità, però purtroppo il programma adatto non mi funzionava, mi sono dovuta arrangiare con Paint 3D. Abbiate pietà e se non capite qualcosa, vi prego di non esitare a scrivermi
Edited by Lo Snaso Sbadato - 1/9/2020, 00:49. -
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.Nathan Parker King«Ricordami perché ti ho permesso di accompagnarmi.» Biascicò un esasperato Nathan Parker King all’ennesimo sproloquio di sua madre. La donna era decisamente più elettrizzata di lui, tanto che non smetteva di sparare a raffica tutte le novità della meta del suo viaggio. Viaggio che ancora non iniziava. «Senti un po’, signorino, non farmi perdere la pazienza. Questa è una grande opportunità per te, quindi vedi di non sprecarla questa volta.» E zac, in quel momento il cervello aveva disconnesso la comunicazione con la donna dai capelli fulvi, continuando sì a rimanere nella sua visuale ma senza dare un senso al movimento delle labbra che non accennavano minimamente ad arrestarsi. La sua mente era ancora impegnata a destreggiarsi sul suo viaggetto con gli amici dove sabbia fine, drink babbani ed uno smisurato numero di ragazze gli avevano ottenebrato i sensi. Le tracce di quella visitina a Cancun si poteva riscontrare sulla pelle dorata lasciata scoperta dalla semplice t-shirt bianca, priva di qualsiasi decoro, ed i pantaloni di una tuta grigia che gli fasciavano perfettamente il sedere tonico. Negli States quell’abbigliamento gli garantiva un viaggetto sicuro verso orgasmolandia e, per amor della ricerca, King voleva prestarsi a cavia per vedere se anche nel Regno Unito apprezzassero in egual modo. «Se proprio non volevi mettere i pantaloni di lino avresti potuto optare per un paio di jeans. Sei così sciatto, Nathan.» Inspiegabilmente la madre era riuscita a cancellare con un colpo di spugna il filmino porno -aka “le incredibili avventure di N.P.K. nel bagno lercio di una discoteca” con la gentile partecipazione di moretta numero vattelappesca- che era nel pieno della proiezione mentale facendolo rabbrividire e non poco. «Dannazione Ma’, è un viaggio su una nave puzzolente non una serata di gala. Non rompere.» Puntuale come un orologio svizzero, lo scappellotto di sua madre arrivò dritto a destinazione: la sua nuca. Come diavolo riuscisse a prenderlo con una mira infallibile nonostante i venti centimetri e più di differenza ed il camminare per il porto londinese era ancora oggetto di studio. «Tu sarai la mia rovina. Cos’ho mai fatto di male per avere un figlio così!» In quel momento Parker fu davvero saggio nel tenere a freno la sua lingua perché dubitava che la genitrice potesse mai apprezzare una battuta carica di sessismo come quella che lottava per uscire dalle sue labbra. Pertanto si limitò ad uno sbuffo seccato mentre vide diversi personaggi curiosi affollarsi ad un banco di accettazione. «Senti Ma’, io apprezzo che tu ti sia presa un permesso per accompagnarmi qui -anche se ancora non l’ho capito il perché- ma sono grande e grosso e posso vedermela da solo da qui in poi.» L’imbarazzo si stava facendo largo, con le punte delle orecchie già colorate da un lieve cremisi. Ne era consapevole perché stavano iniziando a bruciare e forse non sarebbero state così evidenti grazie alla sua abbronzatura. «Semplicemente perché ti saresti perso, sono poco più di cinque giorni che sei a Londra e...» Il giovane studente la interruppe, posandole una mano sulla spalla senza però esercitare alcuna forza o pressione. Nolente doveva ammettere almeno con se stesso che la donna si era rivelata utile nel digitare il pin esatto sulla tastiera numerica presente all’interno dell’ascensore del Port London Autority, perdinci era un’operazione troppo difficile per un cervellino come il suo. «Grazie a Merlino hanno inventato i magifonini, ma questa storia te la spiegherò meglio quando sarai grande.» Si chinò per lasciarle un tenero bacio sulla fronte, una mossa intelligente che aveva imparato ad utilizzare per evitare abbracci imbarazzanti, per poi allontanarsi rapidamente con la scusa di sistemare gli spallacci del suo zaino e rafforzare la presa sulla maniglia del suo baule dotato di rotelle. «Ci vediamo a Natale... forse!» E con un ultimo occhiolino si accomiatò dalla donna per mettersi in fila al banco. Una volta giunto il suo turno avrebbe mostrato, ad una delle procaci donne, il suo documento di riconoscimento -un elegantissimo passaporto Made MACUSA- indispensabile per avere il lasciapassare. «Nathan Parker King. Purtroppo futuro studente di Hidenstone.» E nel dichiarare le sue intenzioni avrebbe indicato anche il suo bagaglio che si era trascinato dietro fino a quel momento. «Di questo ve ne occupate voi?» Ad un cenno affermativo dell’addetta ai lavori diede una pacca al baule quasi a salutarlo come se l’avrebbe rivisto chissà tra quante ere. «Oh, grazie bella.» Un leggero ammiccamento come commiato fu fatto dopo aver ottenuto uno strano pass rosso che gli sarebbe valso il passaggio incolume verso quella che era una barriera infrangi indesiderati come sua madre ma anche per l’imbarco.
Che il viaggio sarebbe stato solcando il mar era indubbio persino per lui, ma Parker aveva ingenuamente sognato uno yacht ultralusso, come quelle ormeggiate ai lati dell’imponente passerella, e se quello non era disponibile una delle navi da crociera ultra accessoriate sarebbe andata bene lo stesso. «Per la barba di Merlino! Ma sti inglesi proprio non ne vogliono sapere di entrare nel Terzo Millennio?» Fu quello il pensiero del giovane mago quando si trovò il molo di Yggdrasil in tutto il suo splendore e con La Dragone degli Abissi a dominare incontrasta. Per quanto ai lati ci fossero delle imbarcazioni la scena era tutta per l’imponente galera che aveva tutta l’aria di essere il suo passaggio per l’isola che non c’è. «Beh, almeno parla.» Bofonchiò sarcasticamente quando la polena dell’antica nave tuonò qualcosa a proposito di incidenti passati che non indussero comunque il ragazzino nell’approfondire la questione al momento. E non poteva non vederne il motivo quando la sua attenzione era stata completamente assorbita dal piccolo angolo di paradiso ricavato proprio vicino agli yacht, peccato che non avesse nulla a che vedere con il mondo patinato: un ufo catcher era stato tra i suoi giochi preferiti nelle fiere babbane, dove aveva speso le migliori paghette per portarsi a casa qualche pupazzo, per lo più di supereroi. Come un bambino che si fionda a scartare i regali sotto l’albero la mattina di Natale, il grande e grosso e vaccinato King si avvicinò con la bava alla bocca per tentare nuovamente la sorte. Al di là del vetro tanti erano gli oggettini carini da prendere e portar via, ma il suo cuore di Wapmus venne stregato da un peluche di baby Groot con tanto di vasetto. «Chissà se è incantato...» Pensò mentre rovistava nelle tasche dei pantaloni della tuta all’aquila ricerca del paio di Galeoni utili ad attivare la macchina succhia risparmi. «Non mi importa, Baby Groot sarai mio, costi quel che costi.» Scrocchiò il collo prima a destra e poi a sinistra, mentre le mani si intrecciarono con il fine di tendere le dita e le braccia per sciogliere un po’ la tensione. «Ufo catcher a noi due!»❝Just do it❞CODICE ROLE SCHEME © dominionpf. -
.Kàra Onfroy
Docente Magia VerdeNon aveva alcuna ragione per essere agitata, era un’adulta e avrebbe dovuto sapere perfettamente come gestire tutta quella situazione…più o meno. Eppure Kàra quella mattina si era comunque alzata con un leggero nodo allo stomaco, che aveva provato a scacciare con una tisana rilassante alla camomilla, pur senza avere molto successo. Per una che aveva vissuto per la maggior parte della sua vita a Denrise, l’idea di trasferirsi ad Hidenstone risultava ancora in parte estranea, come se quella nuova vita che la aspettava non potesse appartenerle il alcun modo.
Aveva salutato Albert con un bacio sulla guancia, dopo aver consumato una colazione frugale insieme a lui, e anche solo quel gesto d’affetto per loro non così tanto frequente aveva segnato quanto quella volta le cose sarebbero state differenti. Kàra non aveva mai davvero lasciato Denrise, se non per brevi periodi giustificati comunque da ragioni lavorative o di studio: non era una viaggiatrice, per quanto le sarebbe piaciuto alle volte avere la possibilità di visitare posti nuovi anche solo per conoscerne la flora e la fauna non ne aveva mai avuto l’effettiva possibilità. “Mi raccomando, non sforzarti troppo, cerca di non strafare, e ricordati di riposare.” gli aveva ricordato con gentilezza, seppur la sua voce fosse ferma e non ammettesse troppe repliche. Come previsto aveva ricevuto di rimando un mugugno generico, ma dal tono e dal volto di Albert sembrava avesse recepito il messaggio, anche se risparmiarsi per lui non era mai così semplice.
Non c’era alcun dubbio sul fatto che a Kàra sarebbe mancato il loro piccolo mondo, le sarebbe mancato svegliarsi la mattina con l’odore del pane appena sfornato, andare a raccogliere le erbe nella foresta, ascoltare il canto degli uccelli appena svegli mentre il sole sorgeva lentamente e cominciava a colorare ogni angolo, seppur con la sua solita calma. Era una persona affezionata alla natura, ragione per cui si era candidata per Magia Verde, e forse anche per quello una parte di lei temeva che avrebbe vissuto Hidenstone come una gabbia più che come una nuova possibilità. E allora perché farlo? Pensava ancora di voler portare il suo contributo, di voler fare di tutto per condividere la sua conoscenza, formare le giovani menti e cercare di portare anche gli altri ad appassionarsi a quello che piaceva anche a lei. Fino a quel momento quell’obbiettivo era bastato a spronarla a proporsi come docente e a studiare per arrivare a quel punto.
Si impose di non lasciarsi intimidire dall’ansia del momento e, stringendosi appena il mantello sulle spalle, si convinse ad avviarsi verso l’accettazione. Non mancò ovviamente di notare i branchi di pesci che sfiorarono la bolla che portava alla reception, rimanendo affascinata dal loro movimento e desiderando solo toccarli per poterli conoscere meglio. Metcalfe, il suo Demiguise, non sembrava invece dello stesso avviso: non apprezzava particolarmente l’acqua né tantomeno i fondali marini e divenne invisibile per l’agitazione, rimanendo comunque appollaiato sulla spalla di Kàra per tutto il tempo. Le cose andarono meglio quando uscirono dalla bolla e raggiunsero le ragazze della Reception. Nell’istante in cui comprese che si stava davvero avvicinando al Galeone e alla sua nuova vita drizzò la schiena, quasi in segno di difesa, e cercò di darsi un contegno: se qualsiasi studente l’avesse incontrata in quel momento voleva apparire subito come una figura autorevole, per quanto gentile.
“Buongiorno. Kàra Onfroy, docente di Magia Verde.” affermò quindi con decisione, ritirando poi il proprio pass e avvicinandosi all’area deposito bagagli. Non aveva molte cose con sé, aveva già provveduto a spedire la maggior parte delle sue erbe e dei suoi manuali, insieme a tutto quel che gli serviva per le lezioni, e aveva tenuto con sé solo i pochi abiti che usava di solito e qualcosa per la cura personale. La parte più difficile fu ovviamente salutare Metcalfe, ben poco entusiasta di separarsi dalla padrona. “Puoi sempre diventare invisibile e ricompare a Hidenstone, lo sai…” cercò di ricordargli mentre gli accarezzava con dolcezza il pelo, accovacciata di fronte a lui. Il Demiguise non sembrò comunque trarre molto conforto dalle sue parole ma alla fine, dopo aver strusciato un paio di volte la testa contro la sua mano, avrebbe semplicemente accettato il suo destino, ricordandosi che voleva ancora apparire come un autoritario e valido aiutante al fianco della sua padrona.
Dopo aver salutato il suo famiglio, Kàra si avviò quindi finalmente verso il molo. Non aveva saputo figurarselo con precisione prima di quel momento, aveva provato a vagliare molte ipotesi nella sua mente ma sarebbe stato in ogni caso complesso riuscire ad intuire il suo vero aspetto. Per quanto non fossero all’esterno, l’odore di mare e di salsedine era comunque piuttosto prepotente, e il molo appariva vivace e piuttosto affollato nonostante fosse arrivata in anticipo. Non era così brava a socializzare come avrebbe voluto, essere cresciuta con Albert l’aveva portata ad essere piuttosto silenziosa e incapace di attaccare bottone per prima, ma non avrebbe mancato di notare i Denrisiani con le loro drakkar, a cui Kàra avrebbe rivolto un vago cenno di saluto. Non era improbabile che ne conoscesse addirittura qualcuno, visto che aveva vissuto a Denrise per tutta la sua vita e aveva prestato soccorso ad alcuni marinai, alle volte. “Me lo chiedo sempre anche io… ma non possiamo negare la bellezza della nostra isola. Sarà anche per quello.” avrebbe replicato con fare pacificatore, nella speranza di quietare le loro proteste.
Kàra non era il tipo che si perdeva in troppe attività ludiche e in quel momento il suo stomaco era troppo chiuso per poter mangiare qualcosa. Si sarebbe quindi fermata ad ammirare i pesciolini che vagavano sopra le teste dei presenti e, se le fosse capitato di vedere uno dei più giovani cadere a terra, si sarebbe indubbiamente affrettata ad avvicinarsi per provare ad aiutarlo a riprendere energia e ricaricarsi.code made by gin. -
.Mia Freeman
AmetrinLe sembrava assurdo che fosse passato un intero anno dal suo primo giorno di scuola ad Hidenstone, anche solo a pensarci le sembrava impossibile, eppure ricordava distintamente la sé stessa matricola che arrivava sul molo senza avere la più pallida idea di che cosa aspettarsi. Di certo non pensava che sarebbe stato un anno così pieno e così sconvolgente, che sarebbero successe così tante cose tutte assieme … e che si sarebbe ritrovata ad aspettare con ansia di ritornare ad Hidenstone per il nuovo anno scolastico, e non solo per poter studiare!
Aveva vissuto gli anni di Hogwarts in modo particolare, ricordava la voglia di tornare tra i banchi ma sapeva che in quel caso era legata più alla sua passione smodata per lo studio che alla voglia di incontrare i suoi compagni, con cui non era affatto legata allo stesso modo. Adesso invece fremeva dalla voglia di incontrare i suoi compagni e proprio perché non aveva alcuna intenzione di perdere altro tempo puntò direttamente al Port London Autority con l’obbiettivo di superare la barriera il prima possibile e poter raggiungere il molo.
Sapeva di essere arrivata in leggero anticipo, come suo solito, e strinse la gabbietta di Zeus a sé con un certo affetto, ben consapevole di quanto il suo Sphynx non sopportasse le separazioni e, soprattutto, non sopportasse proprio il servizio di trasporto animali dell’Accademia di Hidenstone –per inciso, non avrebbe sopportato niente che non comportasse un trattamento da Re comprensivo di servizi spa. Quest’anno il gatto non avrebbe nemmeno potuto lamentarsi, dal momento che con lui viaggiava anche la nuova amica di Mia, nata dall’uovo che aveva attentamente curato dopo la lezione di Astronomia e DCAO: Eir, chiamata così per il significato di “vita” e “speranza”, era una creatura assolutamente adorabile, con cui Mia stava facendo amicizia e per cui Zeus nutriva ancora sentimenti contrastanti. Abbandonare anche lei le costò parecchio ma se non altro fu molto più semplice spiegarle le ragioni e sperare che comprendesse.
Sul trasportino di Zeus spiccava, difficile da ignorare, un portachiavi chiaramente identico al gatto, uno dei regali di Cameron che Mia sfoggiava orgogliosamente. Non vedeva l’ora di vedere anche il ragazzo, questo era certo, e alla sola idea di poter rivedere lui, così come Jessica, Blake e tutti i suoi compagni la spronò ad aumentare il passo con decisione, raggiungendo rapidamente l’ascensore. Le faceva strano essere circondata dai pesci in quel modo, un lato del suo cervello le suggerì che quella bolla avrebbe potuto scoppiare da un momento all’altro e si sarebbe ritrovata circondata dai pesci, piuttosto impossibilitata a nuotare visti i bagagli. Per quanto si trattasse di un’ipotesi improbabile sentì comunque un brivido scorrerle lungo la schiena e si affrettò ad allontanarsi dalla bolla non appena ne ebbe la possibilità, raggiungendo le ragazze alla reception e richiedendo il proprio badge.
“Buongiorno. Mia Freeman, secondo anno.” avrebbe affermato quindi, rivolgendo un sorriso gentile, come al solito, alla receptionist per poi abbandonare i suoi bagagli, dopo aver concesso a Zeus una carezza tra le orecchie e, finalmente, avrebbe finalmente raggiunto il molo. Non mancò di sorridere entusiasta al nulla anche solo all’idea di essere di nuovo lì. Avrebbe fatto un breve giro per il molo, anche solo per godersi ogni istante, e le parole del capitano non mancarono di stringerle leggermente lo stomaco: ricordava distintamente che cosa fosse successo l’anno prima e non aveva alcuna intenzione di replicare. “Nessun incidente, promesso.” avrebbe quindi borbottato rivolta a nessuno in particolare, più per ricordare anche a sé stessa che quest’anno non era proprio il caso di rischiare di non arrivarci nemmeno, ad Hidenstone. Forse avrebbe dovuto dirlo a Blake, in realtà, ma al momento non le era parso di notarlo sul molo e non era nemmeno sicura che fosse una buona idea: chi poteva dire come funzionasse la mente di Barnes, forse intimargli di non fare cazzate lo avrebbe convinto a rischiare ancora di più.
Quest’anno però quello che attirò davvero la sua attenzione fu l’ufo catcher, un’ottima distrazione all’idea di Eir e Zeus da soli assieme e un modo eccellente per tenere a bada l’entusiasmo nel rivedere tutti gli altri. Con già la propria divisa addosso quindi, il cappotto aperto al di sopra, si avvicinò all’attrazione, illuminandosi quando vide tra i premi anche un Raichu spiccare sugli altri. “Vorrei provare!” annunciò quindi al venditore, allungando i due galeoni richiesti per il tentativo. Nathan Parker King era arrivato prima di lei però, e Mia non potè mancare di sentire le sue parole: avrebbe accennato un sorriso spontaneo, perché quel giorno forse era fin troppo felice, e lo avrebbe guardato quindi incuriosita. Il primo anno di Hidenstone le aveva insegnato parecchio e ormai era diventata molto più brava a cercare di attaccare bottone, per cui non mancò di intervenire. “Sembra in una posizione favorevole, forse riuscirai a prenderlo!” commentò quindi con gentilezza.code made by gin. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ciauu! Eccoci al mio primissimo mini esito! Per Samuel, decidi pure tu se acquistare o meno e -in caso tu non abbia altre domande- autoconcludi pure! Per tutti gli altri, non vi ho messo i roll per amor di scrittura (cit. Snaso Ubriaco), ma per trasparenza vi scrivo tutto qui:
Per l'ufo catcher il metodo è il seguente: da 1 a 5, nessun peluche, da 6 a 10, sì peluche (Primo tiro)... in caso questo primo tiro sia positivo, si passerà al secondo: da 1 a 5, pupazzo a caso non voluto da voi, da 6 a 10, pupazzo che avete scelto voi.
Punch ball invece ---> 1-2 mancato, 3-4 pugno debole, 5-6-7, pugno forte, 8-9-10 din din din!
Di seguito, i roll:
Nathan: 1° tiro: 7 (sì peluche, via col secondo). 2° tiro: 2 (peluche a scelta nostra)
Erik: 1° tiro: 5 (pia illusione, ma niente pupazzo)
Mia: 1° tiro: 2 (niente pupazzo)
Brian: pugno: 10
Per qualsiasi dubbio, sono qui ♥. -
.“Always leave a place better than you found itMorrigan Maverick
Long may I reign!
Morrigan si passò l'indice sotto la manica della t shirt blu notte. Quel caldo non se lo sarebbe aspettato da una città triste come Londra "Il bello del riscaldamento globale" E forse proprio per questo aveva scelto dei chinos lunghi bianco ghiaccio per l'occasione.
Sebbene il nostro denrisiano non fosse il protagonista del carinissimo film Oceania, i porti sembravano essere in grado di richiamarlo a sé proprio come i mari richiamavano a sé la stessa Moana. Probabilmente vi starete chiedendo perché il nostro eroe, possessore di una bellissima villa a Denrise, si trovasse a Londra. La risposta era molto semplice (Ma siamo ancora in fascia protetta e per questo motivo non potrò rivelarvela).
Il magitecnico si sistemò la sacca in cuoio che gli pendeva dalle spalla sinistra per poi mettersi in fila. I suoi occhi esaminarono le facce degli studenti e degli adulti lì presenti ma la sua memoria troppo poco fine non riuscì a ricollegarli ad un nome o ad una casata. Con alcuni scambiò saluti e chiacchiere di circostanza che si rivelarono particolarmente utili ad ammazzare il tempo. Completata la parte burocratica che avrebbe permesso di superare la barriera con un semplice ma statuario «Morrigan Maverick, docente di Magitecnica», il docente si sarebbe unito a quella fiumana di persone.
Lungo il tragitto scambiò saluti vaghi con i denrisiani che si trovavano sulla drakkar e altrettanto vaghi saluti con gli auror di guardia. Nel corso della sua vita, il docente aveva avuto modo di lavorare sia con i primi che con i secondi. Chissà se il saluto sarebbe stato ricambiato.
Ad ogni modo, il tratto Londra-Denrise era particolarmente ostico. La sua forma da Animagus era adatta a compiere traversate simili ma la pigrizia che caratterizzava il magitecnico proprio no.
Un passo, poi un altro, dunque uno studente schivato. Il galeone era proprio lì davanti ma un rumore proveniente dalla destra del mago che attirò la sua attenzione "Vediamo se mi ricordo ancora come si fa."
Morrigan avrebbe raggiunto il tiro a segno per poi allungare una mano verso la tasca sinistra in cui teneva il portafoglio. Le dita avrebbero pizzicato un quantitativo sufficiente di galeoni per prendere parte alla sfida. Pagato pegno, Morrigan avrebbe cominciato a sparare come se non ci fosse stato un domani "Spero proprio di vincere un pupazzo a forma di orso bianco."CITAZIONE«Parlato»
"Pensato"
NarratoSPOILER (clicca per visualizzare)Morrigan non interagisce con nessuno e tenta il TIRO A SEGNO✕ schema role by psiche. -
.Nathan Parker KingLa lingua umettò il labbro inferiore posizionandosi poi all’incrocio che univa le sue labbra lasciandone in vista solo la punta. Era concentrato sul posizionare il braccio meccanico proprio sul peluche che tanto desiderava manovrando quel joystick con tanta maestria da essere quasi chirurgico. Lo sguardo, con le palpebre abbassate nel renderlo socchiuso, era calamitato dalla testolina dell’albero antropomorfo cui applicò dei calcoli tutti suoi fatti di traiettorie e probabilità. Fece per schiacciare il pulsante per lasciar cadere la pinza meccanica quando la voce di una ragazza penetrò la sua cortina. Il richiamo della fagiana era tropo forte per non voltare di qualche millimetro il volto, con le iridi nocciola che perlustrarono il volto della biondina con brama. Subito la fossetta sulla guancia sinistra fece capolino, complice quelle labbra che si distesero in un sorrisino sbilenco da chi sembrava aver conquistato il mondo. Fece per risponderle quando una voce maschile, all’altro lato del suo corpo, non si pronunciò con un consiglio. «Se vado un po’ troppo a destra rischio di prendere Eevee. Vedi? L’orecchio è ad un soffio dalla testolina di Baby Groot.» Indicò con la mancina il punto esatto al moro dall’aria simpatica che sembrava apprezzare i Guardiani della Galassia quasi quanto lui. «Sarà il club segreto più figo del mondo!» Come non avrebbe potuto condividere la gioia incontrollata dello studente? Era così contagiosa e poi... doveva pur iniziare a conoscere gente, no? E a proposito di conoscenza, sembrava che i due fossero grandi amici complice anche il nome della ragazza urlato nelle sue orecchie. «Io sono Nathan!» Si sarebbe presentato a nessuno in particolare, con le corde vocali a cercare di riprodurre la lingua Groot. Era sicuro che l’amante di Rocket avrebbe apprezzato tantissimo.
Con una forte dose di spavalderia, il bostoniano rizzò la schiena, con ancora lo zaino saldamente ancorato alle sue spalle, mettendo in mostra i suoi bicipiti per impressionare la ragazza che era al suo fianco. Non perché si era preso un’enorme cotta per lei, quanto perché dotata dei tre requisiti minimi per conquistare il suo interesse: era carina, all’apparenza aveva il frutto proibito al posto della banana e, cosa più importante, respirava! Ebbene sì, Nathan Parker King, in fatto di ragazze, era piuttosto chiaro e semplice: no ad una storia, no all’amore, sì all’attività fisica in ogni luogo, in tutti i mari, l’universo. Lui non voleva fare la stessa fine di quell’invertebrato di suo padre che amava e baciava la terra sotto i piedi di sua madre. No, il re non si sarebbe mai e poi mai innamorato di nessuna. Cavalcando l’euforia dei suoi pensieri grossolani, il wampus pigiò sul pulsante in cima allo stick dando il comando alla pinza di abbassarsi e guadagnare il suo ambito premio. «Ma che Merlino è?» Troppo impegnato nell’evitare il pokemon volpino, il quasi diciottenne non aveva calcolato minimamente la presenza di una cacca gigante occhialuta e con gli incisivi da far invidia ad un castoro. «Vabbé, cerchiamo di portarlo a casa.» Un diversamente genio come lui riusciva sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno in ogni situazione, anche se in quel momento significava spingere verso il tunnel dell’uscita una poco virile cacchetta gigante.
Chinatosi per afferrarla ne approfittò per scoccare un’occhiata malandrina alle gambe della studentessa. «Niente male!» Con il peluche vinto sotto braccio Parker scivolò alle sue spalle, scambiando di fatto i loro posti.
La vide tentare la sorte che però non sembrava spirasse con vento favorevole: infatti la sua pinza mangiò letteralmente il vuoto, concludendosi in un nulla di fatto. «Tieni.» Avrebbe offerto la cacca gigante a Mia, con un’espressione divisa tra il dispiaciuto e l’euforico per l’enorme cavolata che stava partorendo il suo unico neurone rimasto e che, probabilmente, non era del tutto sano. Stringila forte forte e vedrai che ti sentirai subito meglio. Provare per credere!» Una delle sue mani, nel mentre, si era posata sulla spalla del fondatore del club e presidente in carica. «Avanti fratello, porta a casa il premio!» Lo avrebbe incitato neanche fossero ad un duello all’ultima bacchetta. Ed un po’ lo era: l’ufo catching era vita! «Vai un po’ più su... sì, proprio lì, dai che ci sei...» Neanche fosse una radiocronaca di una partita di Quidditch, King non batteva quasi ciglio nel mentre l’altro cercava di conquistare la riproduzione carina e coccolosa di un pokemon. Ma quella macchina doveva essere truccata perché nonostante il mago fosse riuscito ad afferrare il mimikyu questi gli scivolò via nel momento in cui stava andando verso l’uscita. «Morgana zozza, che sfiga!» Reagì lo statunitense passandosi entrambe le mani tra i capelli. Era così ingiusto! «Voglio riprovarci!» Informò i due mentre si sfilava gli spallacci dello zaino per posarlo a terra, vicino le gambe del moro, ed essere più libero nei movimenti. «Non è che mi daresti un’occhiata allo zaino?» Avrebbe comunque chiesto mentre arraffava altri due galeoni dalle tasche. Piuttosto ci avrebbe lasciato l’intera somma che possedeva ma baby Groot, seguito dal mimikyu dovevano entrare a far parte della prima collezione del club. «Ufo catching, a noi due!»❝Just do it❞CODICE ROLE SCHEME © dominionpfSPOILER (clicca per visualizzare)Nathan riprova a conquistare Baby Groot.
Erik Foster Mia Freeman. -
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by SPOILER (clicca per visualizzare)Coraggio: 25
Empatia: 25
Intelligenza: 39
Tecnica: 40
Resistenza: 21
Intuito: 28
Destrezza: 25
Carisma: 25
Quirk Usato: Alchimista strozzino
Tante cose si possono dire di Samuel, ma non che si faccia fregare in termini economici!
+2 Carisma se cerca uno sconto.. -
.HELL IS THE PARADISE OF THE BAD GUYSCameron CohenStava per iniziare un nuovo anno e Cam non era proprio sicuro di aver voglia di presentarsi al molo e stare rinchiuso in quella scuola di psicopatici fino a Natale, anche se questa volta una nota positiva c'era: Mia. Ebbene sì, più o meno una ventina di giorni prima, il loro viaggio a Venezia si era concluso col botto. L'aveva portata a cena ad un ristorante abbastanza lussuoso con vista mare per una serata romantica, dopodiché -col tramonto- l'aveva portata vicino al parapetto, con la brezza leggera a scompigliargli i capelli ribelli, e si era dichiarato, poi l'aveva baciata. Era stato un bacio strano, ma non in senso negativo. Qualcosa in lui era scattato come un interruttore e gli si era scaldato il cuore, rendendosi conto di quanto momenti effimeri come quelli, con la persona giusta, fossero così speciali. Ma no, Cameron non era diventato romantico tutto in un colpo; aveva approfittato di una sera, quando Mia era a fare la doccia, per consultare in lungo e in largo WikiHow alla ricerca di consigli per fare colpo. Lo aveva svelato alla biondina? No di certo, ma che male c'era? Secondo Cam, nessuno. Non si poteva forzare ad essere romantico di sua iniziativa se non lo era, quindi si arrangiava così. Ma a Mia non sembrava esser dispiaciuto, anzi... ora poteva dire che fossero una coppia ufficiale? Invero, nemmeno lui lo sapeva, ma poco importava; gli bastava stare con la sua biondina, il resto calava di importanza.
Quel giorno era tutto pronto, sia valigia che il trasportino di Axe -anche se non pareva molto felice di esservi rinchiuso- ma Cam poco poteva farci. Era docile, non mordeva nessuno, ma scattava così in fretta che era facile perderlo di vista e il porto era immenso, se lo ricordava dall'anno precedente. Dai su, appena siamo in cabina ti libero lo consolò, prendendo tutto ed uscendo di casa. Ciao mà salutò, svogliato, senza guardarsi indietro. Il loro rapporto era sempre più conflittuale e nemmeno il castano sapeva come definirlo, perciò sotto sotto era contento di poter stare lontano dalla sua vita babbana almeno per un po'. Quell'estate aveva anche preso la patente, ma non si sarebbe servito della sua macchina per andare al Porto, sennò avrebbe dovuto lasciarla là fino a Natale e non si fidava, oltre che farsi vedere in giro con quell'accozzaglia di acciaio, ancora lo disgustava, ma era tutto ciò che si erano potuti permettere. Quindi prese un taxi che, in poco tempo, lo condusse al porto di Londra. Scese, pagando il tassista, e si diresse verso l'ingresso, poi agli ascensori che lo avrebbero portato al Molo speciale riservato solo ai maghi. Premette il codice, sbuffando a sentire i piagnistei di qualche madre o sorellina isterica che doveva lasciare il proprio figlio partire alla volta di Hidenstone.
Cam nemmeno ci avrebbe pensato che sarebbe arrivato al secondo anno, visto il suo comportamento e la sua poca voglia di studiare che, comunque, era aumentata da quando il rapporto con Mia si era evoluto e quel giorno non vedeva l'ora di vederla, quindi arrivò in fretta alla reception, driblando le famiglie intente a salutarsi per l'ultima volta, lasciando Axe e le valigie a loro ed afferrando il pass rosso per poi attraversare la barriera e ritrovarsi al Molo magico dove qualche ragazzino già girovagava in attesa che la nave salpasse. Si guardò attorno e non ci mise molto ad individuare quella chioma bionda che tanto adorava, quindi a passo svelto si avvicinò a lei e le mise a sorpresa un braccio attorno alle spalle. Ehi Chica, pronta a ricominciare questa tortura? Le domandò, scrutando ogni angolo del porto con gli occhi. Lanciò un'occhiata sia ad Erik, Foster lo salutò, alzando gli occhi al cielo, che ad un altro ragazzo che non aveva mai visto, presumibilmente uno del primo anno e che... stava regalando un pupazzo a forma di merda a Mia. Per quanto quel gesto lo irritasse, non poté far altro che ridere di fronte all'oggetto. Okay, vedo che sei impegnata.. beh io vado a farmi qualche tiro eh? le disse, lasciandola e allontanandosi verso il tiro a segno, dove pagò e prese la pistola, iniziando a mirare alle lattine e sperando di buttarne giù quante più possibili per vincere un bel premio. Magari quelle belle ed originali formine per biscotti. Mia adorava farli, a quanto aveva appreso.I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpfSPOILER (clicca per visualizzare)Mia Freeman Erik Foster Nathan Parker King. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ciauu! Eccoci al mini esito! Per Samuel, decidi pure tu se acquistare o meno e -in caso tu non abbia altre domande- autoconcludi pure! Idem Blake; fornisci il documento e poi autoconcludi pure l'acquisto.
Per tutti gli altri, non vi ho messo i roll per amor di scrittura (cit. Snaso Ubriaco), ma per trasparenza vi scrivo tutto qui:
Per l'ufo catcher il metodo è il seguente: da 1 a 5, nessun peluche, da 6 a 10, sì peluche (Primo tiro)... in caso questo primo tiro sia positivo, si passerà al secondo: da 1 a 5, pupazzo a caso non voluto da voi, da 6 a 10, pupazzo che avete scelto voi.
Punch ball invece ---> 1-2 mancato, 3-4 pugno debole, 5-6-7, pugno forte, 8-9-10 din din din!
Di seguito, i roll:
Nathan: 1° tiro: 10 (sì peluche, via col secondo). 2° tiro: 6 (peluche scelto da Nate)
Skyler: 1° tiro: 6 ( sì peluche, via col secondo). 2° tiro: 10 (Peluche scelto da Skyler)
Samuel: (16+5+2)
Per il tiro a segno invece, tiro un d10 (essendoci dieci lattine da colpire e i numero che esce, sarà quante lattine sono state colpite)
Morrigan: tiro --->3, quindi hai colpito tre lattine
Cameron: tiro ---> 3
Blake: tiro --->3
Per qualsiasi dubbio, sono qui ♥.