Evento di fine anno 19/20

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    Ametrin
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    Emma
    Lewis
    28.03.2003
    Ametrin17StudentStat.sheet
    Per Emma, che ancora si stupiva di tutto ciò che concerneva la magia, trovarsi ad Hidenstone era un vero e proprio sogno che si realizzava. Prima di scoprire di avere la possibilità di iniziare a frequentare Beauxbatos, era una normalissima ragazzina babbana fino al midollo. Fin da piccola credeva che avrebbe affrontato il liceo e che si sarebbe iscritta in qualche università per studiare criminologia, eppure tutto era cambiato in meno di un quarto d'ora. Ancora, a distanza di sei anni, non ci credeva a tutto ciò che le era capitato. Aveva addirittura scoperto di essere stata adottata e di non essere una babbana, bensì la figlia di due maghi purosangue. Non che questo dettaglio le importasse qualcosa, anche se fosse stata davvero una nata babbana con la possibilità di usufruire di un potere così immenso, le sarebbe andata bene lo stesso. L'unica cosa che realmente le importava, era quell'immensa possibilità che le era stata concessa. Dopo i primi cinque anni alla scuola francese, tuttavia, non credeva che sarebbe potuta andare per altri cinque anni, all'Accademia di Hidenstone, probabilmente la più prestigiosa al mondo. Sia per la loro situazione economica non proprio idilliaca, sia perchè non credeva di averne le capacità. E invece ora era lì ad affrontare l'ultimo giorno di scuola prima di poter riabbracciare, per tutta l'estate, suo fratello che le mancava terribilmente. Anche la sua mamma le mancava, ma il maggiore molto di più. Erano da sempre stati inseparabili, nonostante i diversi anni di differenza; era un po' la sua metà, colui senza il quale non sarebbe potuta stare, anche se negli anni aveva acquistato la sua indipendenza. Ma non solo stava finendo l'anno scolastico -con voti migliori di quanto avrebbe mai creduto- ma non era sola come, invece, aveva preventivato. Aveva degli amici. Amici veri, in carne ed ossa e non immaginari. Tra questi, Erik a cui voleva davvero un gran bene, che era stato dolcissimo con lei fin dalla prima volta che avevano parlato; sperava che ci sarebbe stato anche lui, quel giorno. Aveva voglia di abbracciarlo. Sì, ogni tanto le saltava a caso la voglia di abbracciare qualcuno a cui teneva. Ma se pensate che sia finita qui, vi sbagliate. Non solo aveva amici, ma aveva addirittura un ragazzo. Lei. Non se lo sarebbe mai immaginato; Lucas era speciale, però. Non era un ragazzo qualsiasi. Le aveva dimostrato fin da subito quanto fosse particolare, dolce e premuroso. Non le ci era voluto molto tempo per prendersi una gran cotta per lui e, quanto aveva scoperto, era ampiamente ricambiata, dal momento che le aveva chiesto di diventare la sua ragazza, proprio sotto le stelle. Cliché? Ad Emma poco importava, perché era stata una delle migliori serate della sua vita. E pensare che tutto era iniziato con i compiti che tanto odiava. Avrebbe dovuto ringraziare Samuel Black e i suoi compiti di Alchimia, un giorno.
    Si era messa d'accordo con Lucas per vedersi in sala comune e ormai aveva poco tempo, perciò andò ad aprire l'armadio dove vi era la divisa perfettamente lavata e stirata, come piaceva a lei. Certo, poco ma sicuro preferiva un abbigliamento diverso, ma ci teneva a non infrangere le regole -a quello ci pensavano gli altri pg di Giada- e quindi si vestì di tutto punto, cravatta compresa. Ci aveva messo settimane ad imparare a fare il nodo, ma ora era soddisfatta del risultato. Quindi uscì dalla sua stanza, andando in contro al bel moro.
    Si alzò in punta di piedi per ricambiare quel dolce bacio a fior di labbra, prima di rabbuiarsi. Ciao, Lulu... fece una pausa carica di suspense. Ecco, a proposito... io quest'estate molto probabilmente tornerò in Francia per qualche settimana... sospirò, pensando a quanto le mancasse anche il padre, così lontano da lei. Gli scriveva tutti i giorni, ma non lo vedeva praticamente mai, se non quel breve periodo che era l'estate. Ma ora che aveva degli amici ed un ragazzo, non le andava di stare per così tanto tempo lontano dalla città che ora era la sua nuova casa, Londra. Mi stavo chiedendo... iniziò, sorridendo per la sua frase ed accettando il suo braccio. Ti va di venire con me? Arrossì a quella domanda, poiché anche se era il suo ragazzo, la timidezza della biondina fuoriusciva quando meno se lo aspettava. Stavano insieme da forse tre mesi scarsi, quindi non sapeva se avrebbe accettato o meno l'invito. Insomma, era una cosa grossa. Forse che l'avrebbe anche portato a dover conoscere il padre di lei; Emma non era brava a mentire e non sarebbe riuscita a giustificare all'uomo eventuali uscite improvvise e prolungate. Andiamo sussurrò quindi, sperando in una risposta positiva.

    Finalmente arrivarono alla Sala Grande e la bionda si bloccò all'ingresso. È... wow! Le sue iridi erano quasi dilatate per quanto fosse stupendo tutto, sistemato nei minimi dettagli. E c'era tanto cibo! Ciiiibooo! Esclamò quindi, indicando con l'indice le tavolate. Oh Lulu mangiamo qualcosaaa! Non mangio da troppo e ho fame! Emma era davvero un pozzo senza fondo, non c'era che dire. Se vuoi vengo a sistemartela io, la casa... commentò, con un mezzo sorriso.
    Era distratta da tutti quei dettagli che le sembravano così affascinanti, quando sentì la mano di Lucas prendere la sua e, quando parlò, tornò a concentrarsi esclusivamente su di lui. Lasciò che le prendesse le mani, ma al contempo gli lanciò un'occhiataccia. Non può stare senza di te per un giorno? Gli chiese, irritata. Vuoi che io... venga con te? chiese, sbigottita e già sul piede di guerra. Per quanto Emma fosse una cucciolina, non ci voleva poi molto per farla irritare. Ma le parole successive di Lucas, le bloccarono qualsiasi obiezione. Si limitò quindi ad annuire, ancora non completamente convinta. Sapeva che ci fosse stato qualcosa, tra quei due. Però, quelle parole e quel bacio, la fecero sciogliere abbastanza da spingerla ad accettare la richiesta, sebbene malvolentieri.
    Stava per sussurrare all'orecchio di Lucas qualcosa di poco carino e sicuramente poco femminile, ma poi guardò bene il viso della corvina. Una lacrima le rigava la guancia e la sua frase sembrava intrisa di sincera disperazione. Dentro di lei, quindi, la rabbia e il fastidio si sostituirono a quella preoccupazione e quella tipica empatia che Emma provava sempre quando qualcuno stava male. Cambiò espressione, non c'era più traccia di irritazione sul suo viso. Non sapeva che cosa avesse, ma era chiaro che non stesse bene. Non disse nulla nemmeno quando si abbracciarono, limitandosi a distogliere lo sguardo e puntarlo verso l'Opale e la dioptase. Ehi salutò entrambi, arrossendo ancora. Era sempre così, quando doveva parlare con dei ragazzi più grandi. Ad ogni modo, non voleva intromettersi troppo nell'intimità del momento, ragion per cui distolse lo sguardo ancora rivolgendolo verso la sala. Non lo avesse mai fatto! Sbadata com'era, non aveva ancora notato le nuvole e le vide solo in quel momento. Oh no! Si lasciò sfuggire, deglutendo a vuoto. Io là non ci vado! Decise, perentoria. Soffriva dannatamente tanto di vertigini e avrebbe potuto cadere giù da un momento all'altro, secondo il suo punto di vista.

    YOU BRING IT INSIDE IF YOU CAN'T HAVE IT NEXT TO IT


    Emma interagisce con Lucas, saluta Lilith e Blake
     
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    Valentina Vestrit
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    Laws are spider webs through which the big flies pass and the little ones get caught.
    «Guarda, guarda chi si vede» Sibilò la strega verso un raro esemplare di Ryu Okami . Raramente il ragazzo si faceva notare a lezione e di ciò, l'opale, ne era rimasta delusa più volte. Il ragazzo sembrava essere ricco di potenziale ma si applicava così poco. Tanti punti per la sua casata sprecati così... «Ultimamente ti vedo poco in giro. Spero che oggi tu riesca a farti notare.»
    Con un sorriso sulle labbra, la mezza veela congedò l'orientale con un occhiolino per poi posare la coppia di piatti e di posate nell'apposito angolo. Nel farlo, si assicurò di dividere per bene gli scarti in modo da facilitare il lavoro a chi si sarebbe dovuto occupare di tutto quel macello.
    Portandosi il gomito all'altezza del mento per iniziare a fare un po' di stretching, Valentina notò dei cerchi viola disposti sul pavimento. Notando la fiumana di ragazzi che, da quel punto, giungeva alla più candida delle nuvole, la mezza veela non esitò a fare lo stesso.
    In una manciata di secondi la strega si ritrovò sul soffice cumulonembo, merito dei ragazzi che avevano deciso di farla passare avanti. Dunque, entrò nella cabina tinta di rosa e la sua divisa finì per dividersi all'altezza dell'ombelico per poi ristringersi rispettivamente verso il seno e verso il bacino.
    Valentina pizzicò il tessuto color Dutch Boy Kitten Fluff e dedusse che doveva trattarsi di un costume o qualcosa di simile. Solo allora, con la coda dell'occhio, notò come anche la sua bacchetta fosse stata appena avvolta da una protezione di plastica "Dovrei farmi insegnare questo incanto. Potrebbe tornare utile."
    Rifletté lei, udendo a stento quel sempliciotto di Camron Coen fare una battuta sul pesce di Erik "Peccato che il suo cervello serva solo per occupare spazio nella sua testa. Altrimenti, ci avrei potuto fare un pensierino."
    Roteando gli occhi al cielo, la mezza veela congiunse i due palmi delle mani per poi tuffarsi nella piscina. Mentre le sue braccia accarezzavano l'acqua, notò una buffa palla di pelo imprigionata in una bolla traslucida. Se non ci fosse già stato qualcuno ad occuparsi di quest'ultima, Valentina sarebbe corsa in suo aiuto, se non altro per giocarci un po'. O per mangiarselo.
    Poi udì una voce famigliare, si trattava del prefetto della sua casata. Valentina sventolò la mano nella sua direzione per poi lanciargli un sorriso. La strega aveva notato il luccio che aveva appena catturato e ciò riaccese in lei la sua sete di competizione "Memento tryhardare sempre."
    Le bastò sommergersi per comprendere come, tra i pesci in quella piscina, fosse proprio quest'ultimo il più veloce e -dunque- più difficile da catturare.
    Senza pensarci due volte, i suoi arti affusolati iniziarono a fendere l'acqua, spingendo la giovane opale nella direzione di un enorme luccio che aveva visto aggirarsi sul fondo della piscina.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato
    Aut Caesar, Aut Nihil.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.


    Valentina interagisce con Ryu Okami, odia ancora di più Camron e saluta Jesse. Poi tenta di catturare un luccio.
     
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    Gli Snasi
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    Victoria E. Burke | Preside
    Presiedere ad un evento era qualcosa che straniva quasi la donna, che grazie al suo sangue denrisiano era abituata a dinamiche molto più rumorose rispetto alla calma che ci si attendeva da una preside. In pochi avevano l’ardire di rivolgersi a lei, ma chi lo faceva, in effetti, lo faceva con stile, come brian ensor.
    L'uomo aveva idee precise su come riformare il corpo docenti e la preside lo ascoltò attentamente, un sopracciglio lievemente alzato e il calice in mano che faceva ondeggiare il misterioso e trasparente liquido "Ammetto che la signorina Murray è stata un pessimo consiglio. Mi era stata fortemente raccomandata da un mio conoscente e riponevo grandi aspettative in lei, ed invece sembrava quasi non essere neanche un'erbologa" il che era anche tragicamente vero (?) "E anche il signor Guymoore sembra essere stato richiamato altrove, senza contare che tutto l'anno, oltre a insinuare vi fossero terroristi e criminali tra di noi, ha ripetuto come la sua materia fosse soffocata dalla tua" ammise lei, candidamente, inclinando lievemente in avanti la testa "Stavo giusto pensando se chiedere ad un druido di Denrise di tenere un corso sulla botanica, l'allevamento e la gestione ecologica magica... e immagino che questo si integri perfettamente con la tua proposta"
    L'idea del capocasata pareva essere buona, anche se un simile risultato non fu raggiunto anche da Morrigan Maverick in quanto il sopracciglio della donna si levò molto in alto "Proposta interessante" affermò solo lei, avvicinando il capo al docente "Sarei lieta di mostrare le mie doti idrocinetiche a chiunque fosse così coraggioso da lanciarmi contro un... gavettone" concluse lei, con un sorriso che definirlo mefistofelico sarebbe stato riduttivo, osservando poi incuriosita l'infermiere recarsi sulle nuvole anziché rimanere col resto dello staff. Non lo fermò comunque, del resto era festa anche per loro.
    Aspettò che tutti i colleghi e gli studenti fossero all’interno della sala grande prima di attirare l’attenzione con un semplice tintinnio del bicchiere pieno di un liquido trasparente, la cui natura era ignota a tutti e forse anche oggetto di pettegolezzo.
    Tutti gli occhi si volsero a lei e perché ciò potesse avvenire ovunque, anche le nuvole si modificarono, piegandosi e allungandosi sia per far intendere come stesse accadendo qualcosa, sia dove dovessero rivolgere le loro attenzioni.
    Li guardò per un istante, quasi li contò; sembrava che riuscisse a setacciare i volti uno per uno, con quello sguardo penetrante che sembrava leggere l’anima di tutti, destando brividi in praticamente chiunque, anche se quel giorno il suo sorriso era lieto e ciò era a sua volta rassicurante.
    “Un altro anno scolastico sta volgendo al termine” enunciò la donna, accolta da un boato di urla, grida e anche qualche affermazione inenarrabile che la donna colse immediatamente, piccata “Ma non è ancora del tutto concluso e infatti questo mi permette di togliere 20 punti agli Ametrin per il look casual - si dice così vero? - di Freeman e Castairs e gli improperi di Moonblank, nonché 15 punti ai Black Opal per lo stile inconfondibile di Blake Barnes e Jessica Whitemore e la soave voce di Douburgel. E ovviamente, signorina Layton, ho sentito anche lei: 10 punti in meno ai Dioptase per la sua opinione sulla scuola che i suoi genitori pagano, e altri 10 per aver pensato che cammuffando la voce non l’avrei notata. E ulteriori dieci punti per i suoi pantalonci e la sua T-shirt.”
    Non era una donna adorabile?
    Sondò tutti gli animi e li lasciò rumoreggiare, quindi riprese da dove aveva interrotto “Per alcuni questo è un addio, per altri un arrivederci, per altri un rito di passaggio: è la fine di qualcosa, comunque, e questo segna anche l'inizio di qualcosa di diverso, e come sempre l'ignoto spaventa ed attira assieme” come la morte, ma visto che qualcuno lì si dissetava col sangue preferì non finire la frase, lasciando aleggiare quel concetto “Quest’anno abbiamo dovuto affrontare molte sfide, insieme, e questo ha forgiato voi, come noi; alcuni di voi sono cresciuti – tanto – e hanno dimostrato di cosa sono capaci, per loro e per gli altri, altri invece hanno tessuto nuovi legami, che si sono rivelati la loro forza. Tutti quanti voi avete fatto dei progressi e soprattutto siete rimasti qui nonostante tutto e tutti, e anche solo per la vostra costanza meritate un applauso”
    Attese che alle sue parole seguisse un semplice applauso, battendole anche lei, delicatamente, per prima. Fu un discorso generico, rivolto a tutti e nessuno: per quanto retoriche, quelle parole erano davvero rivolte a ciascuno di loro e non voleva essere lei a decretare chi dovesse riconoscersi in un’affermazione piuttosto che in un’altra.
    Terminò l’applauso e toccò a lei riprendere la parola “Siete tutti cresciuti e tutti voi vi siete impegnati – o non sareste qui – ma questo è comunque un istituto scolastico, con le sue regole e i suoi parametri e alcuni si sono distinti più di altri: tanti in positivo, donando punti alla propria casata, altri in negativo, facendone perdere.”
    Il silenzio si diffuse, coperto da lievi mormorii di persone che snocciolavano numeri e dati, cercando di immaginare quale fosse stata, alla fine, il punteggio di ogni casata “Ogni Casa ha i suoi punti di forza e i suoi difetti, ma trovo molto significativo che in un anno come questo abbia prevalso proprio chi più di tutti sa stringersi intorno ai propri membri e fa dell’unione la sua forza, anche per affrontare le sfide che paiono più impossibili – inclusi certo anche i MAGO e i GEMMA” propose lei con una piccola battuta “Credo voglia insegnarci come di fronte a grandi minacce solo con l'unione si possa vincere, e voglia ricordarci l’importanza di agire sempre con coraggio, ma senza sconsideratezza, perché non siamo isole e che le nostre azioni possono avere ripercussioni, anche tremende, sugli altri”
    “Ma adesso basta prediche, è il momento di annunciare chi è il vincitore della coppa delle case di Hidenstone per l’anno 2019/20” disse semplicemente prima di sorridere ancora. Si guardò intorno e poi batté le mani ed in quel preciso istante, la sala si colorò completamente di viola e giallo “Complimenti alla Casata degli Ametrin!” affermò lei, solenne e cristallina, nel mentre il boato degli Ametrin si diffondeva man mano che notavano come le tovaglie, gli stendardi, le posate, i piatti e persino le cabine sulle nuvole avessero preso i colori tipici della loro pietra, a sancire la loro vittoria.
    “Ai voi e al vostro impegno, e ora godiamoci questo ultimo pranzo insieme, insieme alle goliardiche idee degli elfi” e a quel punto, finalmente, tornò a sedersi, dando il buon esempio armandosi di coltello e forchetta.
    NOTE OFF
    L'evento continua bimbi belli.
    Complimenti ancora agli ametrin (sappiate che Lancelot piangerà fino all'anno prossimo dalla gioia). Sono stati conteggiati i punti ufficiali, mentre quelli che ha tolto victoria nel post sono puramente narrativi (sentitevi comunque delle brutte persone (?)).
    Godetevi l'incoronazione e poi tornate pure a mangiare/giocare.
    Vi ricordo che avete un'azione a turno!

    L'ambientazione andrà avanti il 19 giugno alle 23.59!

    Nuvola grigia: gavettoni con due fonti cui approvigionarsi. L'elfo fornirà a tutti un palloncino colorato da riempire (ricaricare consuma un'azione, lanciare un'azione e schivare un'altra. Avete solo un'azione a turno).
    Il gesto di lanciare scalerà su Coraggio(dCor+Cor/3) cui si sottrarrà la classica schivata automatica (des/3) per determinare se il bersaglio sarà colpito o meno. L'azione riuscirà se si farà un numero superiore a 2.
    In caso il bersaglio decida di schivare, allora valuteremo le descrizioni delle azioni e i PP e decideremo se vincerà la difesa o l'attacco secondo regolamento duelli.
    Anche ricaricare consuma un'azione (prendere il palloncino no): se sceglierete la fonte A non potrete per quel turno schivare, se sceglierete la fonte B sì, ma attenzione che rischierete di caderci dentro (dDes)!
    In caso attacchiate qualcuno, quindi, per ripostare dovrete attendere l'esito!

    Nuvola bianca
    Qui potrete nuotare in mezzo ai pesci, chiacchierare a bordo piscina o darvi alla pesca/caccia.
    Ci sono tre specie di crescente difficoltà (pesciolino, carpa, luccio), che andranno inseguiti in acqua per essere catturati (prova su Destrezza).
    I galeoni sono invece in fondo alla piscina e arrivarci e prenderne un po' non è proprio semplice (galeoni: dIntu/2).

    Baratti

    Gli elfi vi informeranno di quanto segue.
    - un pesciolino allevia i sintomi di una pozione subita
    - una carpa la annulla completamente
    - un luccio annulla tutte le pozioni subite
    - i galeoni sono molto buoni!

    - 1 luccio = 2 carpe
    - 1 luccio = 3 pesciolini
    - 1 carpa = 2 pesciolini
    - 1 pesciolino = 2 galeoni (cioccolato: no soldi)

    - 1 luccio = 1 fucile (+3 a Coraggio)
    - 1 luccio = 1 granata (annulla schivata automatica nemica)
    - 1 carpa = 1 pistola ricaricabile (+1PP a Coraggio, +1PP a Destrezza nello scontro)
    - 1 carpa = 1 canna da pesca + 1 esca (+3PP a Destrezza se si pesca)
    - 1 pesciolino: 1 esca (permette di usare ancora l'amo, oppure di ottenere +1PP a destrezza per la cattura)
    Entrambi possono barattare con voi, inoltre sono disposti anche a tenervi da parte quanto avete pescato.

    Vi ricordo che se volete convertire lo potrete fare fino a quella data ;)

    Divertitevi e divertiteci!
    RevelioGDR
     
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    Dioptase
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    + Lilith Clarke
    prefetto › Dioptase > II
    Anche quest'anno stava finendo. Era stato diverso dal precedente, aveva portato situazioni inaspettate e spesso non volute, con cui lei aveva dovuto fare i conti per molto tempo.
    Pensare a com'era iniziato quell'anno, la faceva quasi sorridere, mentre davanti allo specchio si sistemava la cravatta della divisa alla perfezione.
    Prese un respiro e sistemò i suoi capelli.
    Ripercorrendo il suo anno accademico, mai si sarebbe potuta rivedere in alcune situazioni che l'avevano messa alla prova, a partire da quell'attentato di inizio anno, senza dimenticare il periodo orribile di ottobre e com'era cambiata dopo quello che l'era successo.
    Ma una cosa doveva ammetterla: l'amore che aveva trovato in Blake, non era cambiato di una sola virgola. Lei lo amava e ogni giorno ne era più convinta, tanto che spesso non vedeva l'ora di terminare gli studi per pensare al loro futuro, ad una vita insieme.
    Se c'era un motivo per cui era riuscita a superare il periodo post Halloween, era l'idea di stare accanto a Blake, l'idea di vedere il suo viso sorridere e nuovamente stringerlo, sentirlo suo come ogni volta che erano insieme.
    Erano due teste calde, doveva ammetterlo, ma insieme erano perfetti. Non voleva che nessun'altra potesse pensare a lui come qualsiasi cosa e questo li aveva allontanati per troppo tempo, due giorni infernali, che però si erano risolti nel migliore dei modi.
    Altra cosa inaspettata era stato il rapporto che Lil aveva con Jessica. Strano a dirsi, ma erano diventate amiche e per Lilith era diventata una delle più importanti, dopo Blake, dentro quelle mura. E in questo momento aveva bisogno di starle vicino, visto il periodo che stava passando. Aveva detto a Blake che dovevano starle attorno, perché Lil aveva paura che avrebbe potuto fare cavolate.
    Per tale motivo, quando li vide arrivare, un sorriso esplose sulle sue labbra, mentre andava verso i due. Ricambiò il bacio di Blake e lo guardò appena «E la tua divisa?» domandò alzando un sopracciglio, prima di gettarsi su Jessica.
    A lei concesse un abbraccio, stretto a sé, oltre che un bacio enorme sulla guancia «Che bello vederti, Jey.» le sorrise ancora, prima di afferrare la mano di Blake e successivamente quella di Jessica, se glielo avesse concesso, così da entrare tutti e tre insieme, mano nella mano.
    Sorrise alla ragazza e insieme seguirono Blake al buffet, sollevò gli occhi alle nuvole e rise appena «Amore, non devi per forza salirci se hai paura. Spera solo che non ti arrivi un gavettone da lì su, secondo me potrebbe far male.» prese qualcosa da bere e passò il bicchiere anche a Jessica. Prese qualche rustico, quindi e iniziò a mangiarlo, guardandosi intorno e notando come molti dei suoi concasati erano perfettamente in divisa... tranne qualcuno. E tra questi c'era Cameron. Lilith sospirò, quindi indicando agli altri col mento, il ragazzo «Secondo voi, riuscirò mai a spuntarla con Cohen?» davvero, lei credeva che qualche regola l'avrebbe rispettata prima o poi, ma ancora non vedeva margini di miglioramento.
    La successiva domanda di Jessica, poi, distolse l'attenzione dalla festa e ritornò a quello che era il motivo per cui non voleva lasciare da sola la ragazza. Aggrottò la fronte e guardò appena Blake, scrollò le spalle, non voleva mentirle, non avrebbe avuto senso. Lei non sapeva se sarebbe arrivato, non sapeva se si sarebbe fatto vedere, ma non poteva creare false aspettative nella compagna.
    Arrivò anche Jones, accompagnato dalla biondina del primo anno. Un cenno col capo, senza troppe smancerie e gli occhi sulla biondina «Tu devi essere Lewis, giusto? Primo anno. Ho sentito che sei davvero brava nello studio, hai dei voti molto buoni. Chissà riesci a far salire la media anche di quel ciuccio di Lucas.» sorrise appena, quindi, mentre gli occhi tornavano sulla mora di suo interesse.
    Quando Lucas la lasciò, Lilith si fece avanti, cercando le sue mani e stringendole tra le proprie, sollevandole al petto «Ehi Jey, ascolta. Prova a stare un altro po', possiamo fare i gavettoni a Blake per star meglio, che ne pensi?» sorrise dolcemente, guardando poi di sottecchi il proprio ragazzo, sperando che avesse ben poco da ridire «Ti prometto una cosa: se non viene, ti accompagno da lui. A qualsiasi ora, promesso, Jey. Però prova ad aspettare ancora un po', magari sta venendo e se tu te ne vai, non ti troverebbe. Se poi non arriva, andremo noi da lui. E io e Blake ti accompagneremo fino a quando non starai con lui. Promesso, davvero. Che ne dici?» domandò, con gli occhi di cristallo che si fecero appena liquidi.
    Odiava vedere chi amava, star male e Jey era rientrata in questa categoria, dove c'erano solo i gemelli e Blake.
    A quest'ultimo, poi, si avvicinò «Ehi...» si sollevò sulle punte, cercando un leggero bacio sulle labbra, prima di sussurrare in modo che potesse sentire solo lui «Promettimi che non la lasciamo sola per nessuna ragione al mondo, ok? Giuro che quando lei stara con Salvatore, allora faremo tutto quello che vuoi, ma fino a quando lui non sarà con lei, non molliamo Jey. Ti prometto che dopo festeggeremo fino a settembre, amore, ma adesso Jey ha bisogno di noi.» suggellò il tutto con un altro bacio e tornò dalla mora «Hai deciso cosa vuoi fare?»
    Le parole della Preside, successivamente, furono un colpo al cuor ee vedendo esultare gli Ametrin, Lilith arricciò il muso «Se la godessero ora, perché sarà la prima e l'ultima volta.»
    ©Scheme Role by Amphetamines' - Don't steal!
     
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    Black Opal
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Fu strano trovarsi su di una nuvola con addosso un costume, mezzo nudo, davanti ad un ragazzo a cui piaceva tanto e per il quale non riusciva a capire cosa provasse, troppo preoccupato di ferirlo per pensare davvero al proprio cuore.
    Si mise mezzo ammollo e poi si gettò in acqua, inseguendo un luccio come tanti altri suoi compagni, uscendone vicitore "NE HO PRESO UNO!" esclamò lui, fin troppo entusiasta, guardandosi intorno e scoprendo come anche il suo agilissimo parabatai fosse riuscito nell'impresa "Grande!" esclamò cercando di battergli il cinque, notando poco dopo come la pesca non fosse stata altrettanto fruttuosa per Adamas.
    "Oh, cavolo... mi dispiace" propose lui con una smorfia, osservando il proprio pesce, finendo poi per nasconderlo buffamente dietro la schiena, chiaramente imbrazzato.
    Risciò a quel punto di andare a fondo, ma prima che ciò accadesse, si spostò a riva, cogliendo a quel punto il discorso di Cameron Cohen 'Eh no eh!' fu così che uscì dall'acqua e di gran carriera si avvicinò al ragazzo.
    "Qualche problema con il mio parabatai, Cameron?" chiese lui, grondante d'acqua e con uno sguardo feroce che raramente gli si poteva vedere in viso 'Stai lontano da Erik' il ragazzo poteva anche avere tutte le ragioni di questo mondo, ma Jesse lo odiava e, cosa ancora peggiore, stava toccando Erik, verso il quale era (irragionevolmente) iperprotettivo.
    Rimase lì, come un mastino, in piedi davanti all'altro, a braccia conserte, ma poi avvenne il discorso di Victoria.
    "OH NO, il terremoto!" esclamò lui, acuto come sempre "Gettatevi sotto a cose per evitare di essere feriti!" urlò lui ancora, salvo poi comprendere come fosse un cataclisma ben peggiore di un terremoto: un discorso della preside.
    'Uh!' il discorso fu prolisso e retorico come ci si attendeva, ma anche con qualche battuta che lo fece ridere e poi esclamare quando seppe della casata vincitrice 'Hanno vinto gli Ametrin... AVETE VINTO!'
    Ora, ovviamente Jesse aveva sperato per i Black Opal, ma era compagno d'anno di Jessica e Blake e sapeva bene come quella coppia potesse far perdere fin troppi punti anche solo respirando, sicché non se la prese a male, specialmente quando seppe che la coppa era stata vinta dal suo parabatai.
    "COMPLIMENTI, ERIK, TE LO SEI MERITATO!" disse lui, cercando di saltargli al collo "Sono... sono stracontento per te!" affermò lui, cercando di stritolarlo, rivolgendo poi un gesto d'intesa anche a Mia, della quale non discuteva l'impegno e la messa in gioco.
    Era euforico, forse fin ubriaco, ed infatti si gettò in acqua, a bomba, cercando di atterrare vicino ad Adamas "Primo anno, prima vittoria" esclamò lui, cercando di abbracciarlo "Sono sicuro che sarà il primo di una lunga lista di successi!" affermò lui, distanziandosi poi un poco.
    Fissò il bordo piscina, poi si diresse all'elfo, cui cedette il proprio pesce, tornando poi di gran carriera verso l'amico nero.
    "Bisogna festeggiare: ti serve un'arma... un premio... qualcosa!" straparlò lui, con occhi troppo larghi per sembrar sobrio "Ti darò un pesce gigantesco: tutto per te!" e fu così che, ignorando bellamente tutti i doppisensi che Dyo aveva messo in terra, si gettò sott'acqua, pronto alla pesca di un luccio per l'ametrino del primo anno.
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    Jesse minaccia Cameron, poi festeggia con Erik e Mia. Si getta da Adamas e gli promette un pesce enorme, poi si immerge a caccia di lucci
     
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    Mia Freeman
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    parlato - pensato- ascoltato
    Aveva speso gli ultimi giorni prima dell’evento a prepararsi alla partenza e ancora non aveva del tutto accettato l’idea. Era felice di tornare a casa, ovviamente, di rivedere Charles e stare un po’ di tempo a Londra ma le faceva strano dover lasciare Hidenstone per più di qualche giorno e non aveva idea di come sentirsi al riguardo. La verità era che la sua vita era cambiata così tanto che non aveva idea di come le sarebbe sembrata ora casa sua, forse avrebbe trovato tutto infinitamente noioso o magari avrebbe voluto restarci per sempre.
    Quell’anno ad Hidenstone le aveva fatto provare emozioni contrastanti, non avrebbe saputo dire nemmeno lei se si trattasse di cose più positive o negative, era tutto un mix che lei stessa non voleva soffermarsi troppo ad approfondire.
    Di certo Cameron era uno di quegli elementi che più la mettevano in confusione e che meno riusciva ad inquadrare. L’aveva sconvolta parecchio, fin dal primo momento, e dopo quel che era successo con Mark, la storia della scommessa e tutto il resto, non aveva ancora capito come si sentisse verso di lui. Non riusciva ad allontanarlo quanto avrebbe voluto, questo era chiaro, e provava ancora un leggero fastidio al pensiero che potesse fare con le altre quel che faceva anche con lei. Non a caso si trattenne a stento dall’arricciare il naso vedendolo mentre faceva battutine a Gyll: non ce l’aveva con la ragazza, era ovvio, ma c’era una parte di lei che temeva di essere ancora un passatempo, un mero giocattolo.
    Cercò di trattenere la gelosia o quei pensieri decisamente sbagliati e si concentrò su Cameron, che la sorprese con un regalo. Ci aveva pensato anche lei, anche se non credeva di essere ricambiata: per cercare di evitare di pensare troppo agli ultimi giorni di Hidenstone si era impegnata per fare qualche pensiero ai suoi compagni, oltre che i biscotti che Eric le aveva chiesto.
    Guardò Cameron con un sorriso sorpreso e prese tra le mani il portachiavi, guardandolo affascinata. “Grazie! E’ bellissimo, è proprio uguale a Zeus!” affermò entusiasta per poi aprire la propria borsa e tirare fuori un pacchetto informe, che conteneva un piccolo peluche di Raichu. “Spero di aver ricordato giusto” ammise con un sorriso impacciato, per poi lasciarlo al ragazzo sperando che potesse apprezzarlo, anche solo come un ricordo di lei per non dimenticarla nel giro di qualche ora dopo aver lasciato la scuola.
    Avrebbero poi raggiunto le nuvole e, con sua sorpresa, venne avvicinata da un Eric decisamente entusiasta che la portò a sorridere istintivamente. Non notò la reazione di Cameron o se non altro non pensò che potesse essere geloso o chissà che cosa, ma gli lanciò un’occhiata per poi tornare a guardare il prefetto. ” Eric mi aveva chiesto un favore… e io ho tutto pronto!” annunciò contenta e l’altro ametrin avrebbe avuto davvero poco posto per le caramelle… e forse anche per parte dei suoi bagagli. “Ho preparato i tapper in camera, posso allungarteli dopo la festa se vuoi o direttamente sul Galeone.” annunciò tutta contenta per poi guardarlo spiazzata dalla sua proposta. “Oh ma Eric non è necessario…” avrebbe provato a dire, imbarazzata all’idea che si sentisse in dovere di ricambiare, dal momento che per lei non era stato di certo un peso preparare i biscotti. Si rese conto però piuttosto in fretta che il ragazzo non si sarebbe lasciato convincere a desistere. Si arrese,quindi, lasciando che si immergesse e avrebbe poi guardato, se glielo avesse mostrato, il pesce che aveva catturato definendolo “davvero grosso” –no, non aveva colto il doppio senso o meglio era arrossita leggermente, quella frase suonava decisamente fuori luogo, ma aveva provato a ricordarsi che stava parlando con Erik e non con Blake, non c’era pericolo che avesse fatto una battuta a doppio senso.
    In quel momento le venne naturale pensare a Jess – e prima che pensiate strane cose, la ragazza non aveva niente a che fare con i pesci-, chiedersi come stava, se era venuta alla cerimonia alla fine. Non voleva comunque disturbarla, sapeva che se avesse avuto bisogno di lei le avrebbe scritto e in quel momento l’ultima cosa che voleva era farle pressioni inutili. Magari era rimasta in camera, stava cercando di non pensare alla cerimonia e lei non voleva farla soffrire inutilmente. Certo, era quasi improbabile che Blake avesse fatto lo stesso, permettendole di rimanere nella sua stanza… Provò comunque a distrarsi, almeno per il momento, indicando la cabina dove si era cambiato anche Eric con un cenno. “Vieni anche tu a fare un tuffo?” avrebbe quindi chiesto a Cameron con gentilezza, cercando di nascondere l’imbarazzo all’idea di farsi vedere mezza nuda non solo da lui ma anche da tutti gli altri.
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    Interagisce con Cameron Cohen e Erik Foster
     
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    Adamas Vesper
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    L’arrivo di Jesse non poteva passare in sordina, per il piccolo Adamas: sentì un piccolo tuffo al cuore, prima che le farfalle facessero capolino nel suo stomaco. Pur sapendo che sarebbe arrivato (e come avrebbe potuto saltare la cerimonia di fine anno?), non riuscì a capire come mai fosse così sconvolto. Dall’altro lato della piscina, un sornione Skyler (‘Ma che diamine ci fa qui?’) gli fece un occhiolino, come a dire “Provaci, dai”, prima di dedicarsi al salvataggio di un gatto.
    ‘Che ci fa un gatto in piscina? Non è Seven Up - ne ha preso un’altro?’
    “Ciao, Jesse - ehm… ho provato a prendere un luccio, ma… mi sa che avrò ancora bisogno di allenarmi con te…”; forse Adamas stava imparando a flirtare, a furia di stare con Skyler? Sì che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, ma forse ciò era dovuto anche ad un influsso benefico della socialità coatta a cui era stato sottoposto durante tutto il corso dell’anno.
    Restò a guardare “l’allenamento” di Jesse, un po’ imbambolato; si sa che guardare i movimenti degli atleti permette di migliorare anche le proprie performance, ma forse non era questo il caso. E, doveva ammetterlo, quei bermuda gli stavano davvero bene.
    ‘Abbiamo già fatto questo discorso - smettila, non è solo un pezzo di carne…’
    “Ehm… complimenti per…” si schiarì la voce, che era diventata più roca per la voglia di avere il pesce di Jesse tra le mani voluttà “la tua cattura… non è affatto semplice, prenderli…”
    Ascoltò il discorso di Victoria, ridendo leggermente per la prima reazione del suo Black Opal preferito; doveva ammettere che quei piccoli disagi gli sarebbero mancati, durante l’estate.
    “Ehm… grazie - anche se immagino non sia solo merito mio. Comunque… è stato un anno combattuto - io… ecco…”
    Non riuscì più a spiccicare parola, osservando inerme l’entusiasmo di Jesse che lo spinse a cercare un pesce per lui. Essendo rimasto lì imbambolato, si avvicinò un attimo al suo Prefetto.
    “Hai visto, Erik? Abbiamo vinto! Volevo… ehm, volevo ringraziarti per quest’anno - so che non abbiamo legato poi molto, ma sapere che ci sei tu, ecco… grazie davvero… e in bocca al lupo per gli esami”.
    Adamas non era sicuramente un oratore provetto, troppo impacciato e incapace di comprendere gli altrui meccanismi di seduzione (per esempio, aveva rischiato di fare cockblocking a Erik con Mia…). Tuttavia non si poteva negare che non ci provasse, almeno. Si allontanò velocemente com’era arrivato, per lasciare libero il Prefetto.
    Nel mentre, però, cosa poteva fare? Aspettare semplicemente che Jesse tornasse con un pesce per lui?
    ‘No, devo smetterla di essere la damigella in pericolo… te la farò vedere, Jesse - non dovrai sempre salvarmi tu!’
    Si immerse nuovamente, per tentare per la seconda volta di catturare un luccio. Se ci fosse riuscito, sarebbe riemerso per farlo vedere al suo compagno di allenamenti.
    ‘Se Jesse ha bisogno di una competizione leale, sono pronto a dargliela…’
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Interagisce brevemente con Erik Foster, per poi gareggiare con un ignaro Jesse Lighthouse cercando di prendere un luccio
     
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    Gli Snasi
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    Valentina Vestrit, ti immergi nella piscina a caccia di lucci e ne esci fuori con uno, come ti aspettavi [d20:10+3][/colo] è un luccio viola, al lampone.

    Jesse, anche tu ti getti, anche se il pesce non è espressamente per te a questo giro, ma si sa, la generosità premia e non catturi un luccio, ma ben due! [color=gray][d20:18+6]
    uno è al lampone, uno al limone.

    Adamas Vesper, la tua gara con Jesse ha inizio e la competizione da bravo ametrino porta a dei risultati: riemergi con un luccio anche tu [d20=10+3] forse avrai perso la sfida col ragazzo, ma non quella con lui. Il tuo luccio è giallo, al limone.
     
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    Black Opal
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Ah, che bella la rivalità.
    Certo, in teoria era più roba da Mia, Erik e gli altri ametrini, ma poteva un aspirante marine non aver voglia di lottare, specialmente contro gli aspiranti bulli?
    Il ragazzo rimase concentrato su Cameron il tempo necessario, almeno finché Victoria non annunciò la vittoria (lol) degli Aemtrin e lui perse il suo spirito competitivo per diventare un orsetto abbraccia-tutti.
    E sì, abbracciò anche Adamas, nonostante il suo imbarazzo "Ci alleneremo tutte le volte che vorrai e sicuramente io ho solo avuto un colpo di culo" ridacchiò lui "Ma hai vinto e un regalo te lo voglio fare lo stesso" affermò lui, prima di tornare a fare il sirenetto, iniziando una misteriosa competizione col ragazzo nero, che comunque, nel dubbio, vinse, forse perché in effetti la sua non era solo fortuna.
    "ECCOMI!" quando emerse coi due pesci, cercò con lo sguardo Adamas, rimanendo a bocca aperta, esterrefatto e sempre più in panico 'E'... mi ha piantato in asso? L'ho... offeso?' si chiese lui, sobbalzando quando anche lui riemerse, vedendolo con un pesce a sua volta.
    "Uh... sapevo che era... sì insomma, solo sfiga la tua... sei un campione..." ammise lui, pigolando, quasi avesse la morte nel cuore, forse deluso del fatto che il suo gesto di affetto si fosse rivelato inutile, per quanto fosse lieto del successo dell'amico.
    Si grattò nervosamente la testa un paio di volte, poi comunque diede un luccio dei due all'amico, quello viola, nello specifico "Ecco... tieni comunque, almeno hai tutti i colori della tua casata e... e io comunque ho già un altro luccio ecco" propose lui, abbozzando poi faticosamente un sorriso all'altro.
    Si portò a bordo piscina ed uscì dall'acqua "Vado a prendere Blake" disse ad Erik, volgendo lo sgurdo poi verso Cameron "E poi sull'altra nuvola"
    Parlò con tutti, anche con Valentina, che precedentemente aveva salutato e che a quel punto si vinse un pollice alzato per il successo conseguito, ma comunque il suo sguardo era solo ed unicamente per Cameron: lo odiava, e la sua sfida, per quanto non troppo esplicita, voleva essere chiara.
    Tornò alle cabine, si cambiò ed asciugò, recuperò l'altro suo luccio e discese, raggiungendo Blake, Giadì, Lilith Clarke e gli altri. Li salutò tutti un po' imbarazzato, poi posò una mano sulla spalla del suo migliore amico.
    "Prima di mangiare... o dopo... sì insomma, ora... ti va battaglia di gavettoni sulla nuvola grigia?" chiese lui, porgendogli il luccio giallo "L'ho preso per te: lo puoi barattare con un'arma... e... mi farebbe piacere... sì insomma, credo che verrà anche Cohen, ma ecco... sì, ti vorrei con me" concluse lui, cercando di prendere per mano l'amico e trascinarlo al vortice.
    Giunto sulla nuvola, si sarebbe cambiato, avrebbe barattato il suo luccio per un fucile e si sarebbe recato alla fontana per riempirlo.
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    Jesse dà comunue un luccio ad Adamas, sfida Cameron e va da Blake per portarlo con sé sulla nuvola grigia, offrendogli un suo luccio.
    Scambia un luccio per un fucile ad acqua e va alla fonte B (quella che permette a Jesse di schivare).
     
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    Lancelot OlwenDocente di Rune
    'E un altro anno finisce...' Lancelot ripose i propri abiti nelle valigie, salvo quelli che avrebbe indossato al loro ultimo pasto - per quell'anno accademico almeno - a scuola: scelse dei pantaloni in cotone color sabbia, cui abbinò delle scarpe in pelle di drago, una camicia sottilissima in lino bianca di un tenue lilla, al fine di richiamare pienamente i colori della sua casata.
    Non era esattamente l'abbinamento della vita, ma per un uomo che aveva cambiato casata da un anno all'altro pareva essere il minimo 'E poi gli ametrin celebrano il coraggio e lo stare insieme... mica la sobrietà' ridacchiò lui, osservandosi allo specchio e mandando poi al cugino una foto del suo look, sicuro che lo avrebbe mandato a stendere. Quindi perché lo aveva fatto, era forse una forma di sadomasochismo la sua? Ovviamente no, intendeva anche sottendere un messaggio alla foto "stasera ci vediamo, contento?" gli scrisse infatti, sorridendo poi infantilmente e lasciando scivolare il magifonino in tasca, recandosi in Sala Grande.
    "Buongiorno a tutti" sorrise il capocasata giungendo al tavolo dei docenti, sentendo un po' infastidito i discorsi di Brian e Victoria, tanto che si trovò dentro di sé a sbuffare, avendo una certa simpatia per Claire, per quanto quest'ultima non potesse che essere indifendibile, cosa che in vero lo infastidiva ancora di più "Una materia congiunta, avanguardistica e specialistica" affermò lui, avvicinando il duo "Molto nelle corde dell'accademia e del suo volersi distaccare dalle tradizioni delle scuole di magia e abbracciare anche altre visioni del mondo, come Dernise"
    Lancelot si mise accanto a Brian e importò il suo sorriso da copertina migliore, inserendosi nella conversazione nella maniera che trovava più diretta possibile "Stavo giusto anche io riflettendo sulla mia materia" il che era anche parzialmente vero, per quanto non fosse giunto lì per quello e anzi stesse parlando in risposta all'intraprendenza del docente di difesa "La gita con storia della magia mi ha fatto comprendere quanto la mia materia sia povera senza la giusta comprensione di come quelle storie e quei linguaggi siano nati e allo stesso tempo mi ha fatto comprendere quanto storia, senza una base reale e pratica, sia lontana dagli studenti, specialmente qui, ad Hidenstone, dove siamo così squisitamente empirici nell'approccio pedagogico" quante belle parole eh? Qualcuno stava cercando forse di far colpo? "Volevo dunque chiederle, Preside, se fosse possibile il prossimo anno istituzionalizzare proprio una compresenza tra le due materie o comunque darci la sua benedizione per una maggior coordinazione sui programmi"
    Aveva parlato tanto? E quando mai non era così. Tossicchiò lievemente, guardò il collega e chinò il capo alla donna più potente della scuola "Credo di avervi rubato fin troppo tempo: mi ritiro" affermò infatti lui, fermandosi poi alla proposta di Morrigan, del quale rise.
    "Ti servono altre sfide, Morrigan? Forse ti dovrei inserire nella mia casata..." rise lui, né accettando né rifiutando e prendendo poi posto vicino proprio al docente di magitecnica "Cosa farai ora che finisce la scuola? Rimarrai a Denrise o hai in mente qualche altro posto?" chiese lui, gentile e cordiale come sempre, ascoltando pi la preside e zittendosi definitivamente al suo discorso.
    'Ok... forza!' i punti erano abbastanza noti al docente e sapeva del grosso vantaggio degli ametrini sulle altre casate, ma poteva esserne davvero certo? Pessimista com'era, certamente no ed infatti iniziò anche a mangiucchiarsi le unghie tanto era nervoso, patendo anche lo sguardo di tutti i ragazzi, che dapprima incrociò e poi, sentendoseli davvero addosso, ignorò con uno sguardo basso; del resto non aveva risposte per loro, solo le loro medesime ansie.
    'Forza Ametrini... forza ametrini... forza ametrini...' si ripeté lui, almeno finché la donna non concluse il proprio giro di parole e lui non poté schizzare in piedi "FORZA AMETRINI!" urlò lui infatti, troppo felice per contenersi, arrossendo e mostrandosi irragionevolmente sudato.
    'Abbiamo vinto... diamine, abbiamo vinto!' si passò una mano sulla fronte; si sentiva quasi ubriaco, confuso. Barcollò un po' attorno al tavolo dei docenti, raggiungendo ancora il docente di difesa "E' stata un'aspra battaglia, davvero" propose lui, raggiante, al docente, rivolgendo poi analoghe complimentazioni anche con Eva.
    Barcollò ancora un po', non sapendo bene che dire o che fare, ma alla fine si ricordò di che casata facesse parte e, spizzicato qualcosetta, si alzò ancora in piedi "Vado a complimentarmi coi ragazzi" affermò infine al tavolo, seguendo la via di Skyler, anche se prima passò tra i tavoli del bouffet per ringraziare tutti i ragazzi della sua casata, giungendo infine sulla nuvola bianca, ove avvicinò Erik Foster "Ottimo lavoro quest'anno, Foster: se abbiamo vinto è anche merito della tua diligenza e della tua gentilezza" disse lui, chinandosi a bordopiscina e tendendo la mano al ragazzo, non prima di aver posato una mano sulla spalla di Mia per complimentarsi anche con lei dell'ottimo risultato e aver lanciato un ampio occhiolino ad Adamas.


    Lance avvicina victoria e brian, sente l'annuncio della vittoria ametrin e quindi si complimentasportivamente cn brian ed eva.
    A quel punto, si reca prima tra il bouffet e quindi sulla nuvola bianca per complimentarsi con tutti gli ametrini, concludendo con Erik.
    Tutti gli ametrini possono dire di aver parlato con Lancelot e di aver ricevuto complimenti da lui, che siano citati nel post o meno.
     
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    Adamas Vesper
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    Aveva fatto un monumentale errore di valutazione. Glielo fece comprendere il volto deluso di Jesse.
    Rimase imbambolato, con il luccio che aveva catturato e con quello che Jesse gli aveva preso di mano, prima di rendersi conto che stava perdendo la sua occasione.
    ‘Diamine… non volevo… io…’
    Sarebbe rimasto inebetito sul posto per un bel po’, se Skyler non gli fosse passato vicino nuotando con il nuovo felino temporaneamente adottato. Non sentì le sue parole, ma il suono distante della sua voce fu abbastanza da permettergli di riaversi.
    “Vai, seguilo - spiegagli la situazione.”
    Si affrettò ad uscire dall’acqua il più velocemente possibile, per quanto il pavimento scivoloso lo permettesse. Non voleva sprecare il regalo di Jesse, ma neanche ciò che aveva conquistato da sé. Si portò da uno degli elfi predisposti al baratto.
    “Ehm, ecco… vorrei scambiare questo luccio” disse, porgendo quello viola di Jesse “per un fucile… posso averlo dello stesso colore? E poi… ehm - mi puoi dare due carpe per quest’altro? Vorrei che una me la tenessi tu… l’altra la devo dare a…”
    Probabilmente l’elfo non era interessato affatto al flusso di coscienza di Adamas, però parve non dire niente - o almeno, l’Ametrino era così concentrato sul suo obiettivo che non se ne sarebbe accorto.
    ‘Dove diamine è finito?’
    Non si era accorto che Jesse fosse sceso; sconsolato e, col suo bel fucile viola sotto braccio e la carpa per Jesse in mano, si accasciò in costume in un angolino. Lo stomaco gli si era chiuso per la fame.
    ‘Come ho fatto a non capirlo… sono stupido - sì ecco, sono un coglione…’
    Il suo animo da stalker innamorato si attivò solo dopo un po’, quando vide Jesse uscire, nuovamente in costume, dalla sua cabina.
    “JESSE!”
    Si rese conto solo dopo che aveva urlato, ma ormai era tardi. Non era abituato ad alzare la voce in pubblico. Si sarebbe avvicinato a lui per parlargli.
    “Ecco, io… grazie per il regalo… non volevo essere scortese…”
    Abbassò lo sguardo per la vergogna, per poi rialzarlo subito dopo essersi conto che in quel modo sembrava che stesse osservando le grazie del ragazzo (cosa che effettivamente era successa, ed era stata la responsabile della sua rapidità nel rialzare lo sguardo).
    “Tieni, questa è per te…” gli porse la carpa che aveva preso per lui.
    “Io… ero semplicemente… ecco… non volevo che tu pensassi che fossi un inetto. Volevo… volevo mostrarti che non sono incapace a difendermi, o a cacciare… sì, insomma - finora mi hai sempre aiutato, e mi piace che tu ci sia per me, ma… volevo dimostrarti che valgo qualcosa.”
    Senza pensare, nella foga del momento, si sarebbe avvicinato a Jesse per dargli un bacino sulla guancia sinistra; in ogni caso a prescindere dalla reazione del Black Opal, sarebbe arrossito, per poi mormorare un delicato “Grazie…”.
    Si rese conto troppo tardi che aveva fatto quel gesto quasi di fronte a Blake, che avrebbe potuto benissimo vederlo. E arrabbiarsi.
    ‘Oh cavolo - dov’è Howard quando serve? Che casino...'
    “Ecco, io…”
    Cosa poteva dire, in sua discolpa?
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Scambia il luccio di Jesse per un fucile, e il suo luccio per due carpe - una la deposita, l'altra la dà a Jesse. Interagisce con Jesse per chiarire il malinteso, e prova a dargli un bacio sulla guancia sinistra.
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    La fine dell'anno era ormai arrivata e un caldo clima di festa caratterizzava l'atmosfera della Sala Grande. Gli studenti sopra le nuvole si stavano dando alla pazza gioia e c'era chi come Erik cercava di sfruttare quel poco tempo rimasto per regalare doni alle persone che avevano reso quell'anno memorabile.
    Le prenderò un luccio gigantesco. Pensò il moro, ruotando poi lo sguardo verso un Cameron decisamente premuroso nei confronti di Mia. Suvvia, chi non ama i pesci? Se vuoi posso cercarne uno anche per te! Ottimista come sempre il prefetto degli ametrini prese in maniera assai diversa la situazione rispetto al suo parabatai che con il dioptase ebbe un confronto decisamente più diretto. Ehi, Jesse! Tranquillo, nessun problema, stavamo unicamente discutendo dei pesci della nuvola. E sul favore che il moro aveva chiesto alla compagna di casata che successivamente venne spiegato da lei stessa in cosa consistesse.
    A seguito di ciò ci fu il momento della fruttuosa pesca che terminò con la cattura di un luccio e del discorso di fine anno della preside Burke. ACCIDERBOLINA, ABBIAMO VINTO! Esclamò, ricambiando la stretta su Jesse. ANCHE IO SONO CONTENTO! Rispose al massimo del suo entusiasmo, dicendo cose a caso subito dopo. Cioè sono felice che abbiamo vinto. No, aspetta, con ciò non dico che speravo che la tua casata perdesse, ma sono felice degli ametrin, di me stesso e che tu sia qui con me. Jesse, sei speciale! Al termine di quella frase fece per stampargli un amichevole bacio sulla guancia, venendo poi preso alla sprovvista da Adamas.
    Fratello di casata! Sono io che devo ringraziare tutti voi. Dico davvero, non sarei nessuno senza te, Mia, Lucas e tutti gli altri.
    Era proprio vero che alle sorprese non c'era mai fine: il direttore della loro casata, Lancelot Olwen, raggiunse la nuvola per far i complimenti al suo prefetto. PROFESSOR OLWEN! Non l'aspettavo qui, la ringrazio! Esclamò, osservandolo con due occhioni carichi di gioia. Sono felicissimo per la vittoria, ma non posso prendermi tutto il merito. Sono stato me stesso in ogni occasione, ma questo è un traguardo di gruppo in cui tutti noi, nessuno escluso, ha contribuito a modo suo. Sono orgoglioso di essere un ametrino e ora che la competizione è conclusa posso dirle che sono fiero che lei sia il nostro direttore nonostante le sostanze che spesso assume. Nonostante fossero parole strane, Erik le disse col cuore perché ne era pienamente convinto e la sua ammirazione per Olwen andava oltre le sue competenze in rune, al suo sistema di assegnazioni di voti e alle droghe di cui faceva uso.


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    Erik interagisce con Cameron, Jesse, Adamas, Mia e Lance
     
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    Skyler Mave
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    Secondo voi, Skyler si era reso conto di aver praticamente snobbato la Preside (aka la Dama Firma-Stipendio), nonché i suoi colleghi? Forse… ma inconsciamente, temeva un po’ per ciò che succedeva quando buona parte del corpo docenti si riuniva nello stesso luogo: Cora che faceva la sua comparsa, druidi che risorgevano… lauree in cui non beveva. Insomma, qualcuno avrebbe potuto pensare che le sfighe del 2020 fossero determinate da tutti loro… e forse Skyler non se la sarebbe sentita di smentire un simile ragionamento.
    Tuttavia, ispirare i giovani e salvare felini era certo ben più importante di rimuginare su argomenti simili. Lanciò un occhiolino di incoraggiamento ad Adamas, di cui aveva compreso la cotta (‘Sperando che il suo Non-Fidanzato non sia geloso…’), prima di lanciarsi in azione. Riuscì a raggiungere il gatto e a strapparlo dalle grinfie degli altri pesci, prima di riportarlo al legittimo proprietario. L’entità di eventuali graffi causati dal micio l’avrebbe solo scoperta in seguito - in fondo, non era certo il tipo da curarsi di qualche ferita, o di una bartonellosi.
    Si sarebbe dunque trovato per un attimo vicino ad Adamas, che gli parve sconvolto.
    “Non so che sia successo, ma hai fatto bene ad avvicinarti. Però, se ora si è allontanato, non ti perdere d’animo. Se è successo qualcosa tra di voi… beh, vai, seguilo - spiegagli la situazione.”
    Se anche solo un decimo di quelle parole avessero potuto aiutare quel ragazzo a sbloccarsi ancora un poco, l’Infermiere ne sarebbe stato felice.
    Procedette quindi nella sua ricerca.
    “Ehi, è il tuo gatto?”: come aveva fatto a intuire che fosse proprio Ryu il padrone dell’animale? Forse essere un gattaro da più di 20 anni gli aveva fornito qualche superpotere nel percepire la vicinanza di altri gattari? O forse, riconoscendo la razza del gatto, aveva avvicinato il ragazzo sulla base di un pregiudizio etnico? Non sapremo mai la risposta a tale dilemma (e forse neanche Skyler ne aveva idea).
    “Sai… c’è un motivo per cui nessun Pokémon Acqua si basa su un gatto…” (aveva rimosso momentaneamente l’esistenza di Vaporeon e Suicune dalla memoria).
    Porse con gentilezza il felino al ragazzo, con un mezzo sorriso.
    ‘Effettivamente, potrei comprare una piccola ciambella per SevenUp… così possiamo fare il bagno in mare insieme’. Markab l’avrebbe insultato pesantemente, per un pensiero simile.
    “Mmm, non mi pare di averti ancora visto in Infermeria - e questo vuol dire che non sei scavezzacollo come molti altri” disse ridendo Skyler, mentre lanciava un’occhiata in direzione di Blake. “Beh, sperando di non vederti in Infermeria… piacere, Skyler Mave.”
    Dopo questa piccola presentazione, non poté fare a meno che ascoltare il discorso di Victoria; sentire annunciare la vittoria degli Ametrini lo riempì di orgoglio e di spavalderia, nonostante ormai l’assegnazione dei punti non dipendesse da lui. Anzi, durante la sua frequenza ad Hidenstone era sicuro che i punti conquistati da lui per la sua Casa fossero abbastanza esigui.
    ‘Beh, almeno ora posso festeggiare senza preoccuparmi di perdere punti… anche se, porca troia, avresti potuto mettere anche un po’ di alcol tra le bevande, Vicky.’
    “Non so se sei un Ametrino ma, nel caso, congratulazioni!” se ne uscì Skyler, con un occhiolino entusiasta. Come sempre, si mostrava poco incline al classico rapporto tra adulto e studente: anzi, spesso sapeva che chiunque avrebbe potuto prendere lui, per uno studente.
    Ad un certo punto notò Lancelot, e non poté fare a meno che girarsi verso di lui e sorridere per la loro vittoria. Si scusò un attimo con il Proprietario del Gatto.
    “Ah, professor Olwen! Congratulazioni per aver condotto la tua Casa - anche la mia, in fondo - alla vittoria! Che dici, alleati nella Guerra dei Gavettoni?”
    Forse era poco professionale lanciarsi in quell’attività ludica prettamente da studenti, ma in quel momento a Skyler non passava neanche per l’anticamera del cervello (quale cervello?).
    Tornò a concentrarsi sul Giovane Gattaro.
    “Beh, che ne pensi della festa? Credo che, se vuoi catturare un pesce, è meglio che il tuo Amico Micio venga lasciato al sicuro… io vorrei provare a prendere almeno un pesciolino... anzi, sai che ti dico? Ci provo! Fanc... ehm, volevo dire - carpe diem!” che probabilmente per Skyler significava "oggi pesce".
    Si sarebbe poi tuffato, nel tentativo di afferrare una carpa; sapeva di essere troppo lento, in acqua, per sperare di prendere un luccio.
    ‘Almeno una pistola la voglio, però!’
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Interagisce (poco) con Adamas; riporta il gatto a Ryu e si ferma a parlare con lui. Interagisce brevemente con Lancelot Olwen, prima di tentare di catturare una carpa.
     
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    Morrigan sorrise di rimando a Victoria. Quella che doveva essere una minaccia venne percepita come altro dal magitecnico che si limitò ad alzare il pollice verso di lei. La preside era si una delle streghe migliori del mondo, nonché una tra le più rispettata, ma era anche un'umana e ciò che aveva visto sul tetto di quell'hotel gliene aveva dato la riprova «Grandissima Vic, allora ti aspetto sulla nuvola. Questi giorni sono stati pesanti per tutti, compresa te, e ti meriti del sano riposo.»
    Incrociando le braccia, il mago lasciò che la preside continuasse il suo discorso. Quella donna con le parole sapeva farci e vederla falcidiare punti su punti fece sorridere ancora di più Morrigan che si limitò ad applaudire in coro con il resto dei presenti. Della coppa delle casa gli interessava ben poco. Anzi, a dirla tutta trovava sciocco un sistema basato sulla competizione "Il nostro mondo è troppo evoluto perché un singolo mago possa occuparsi di tutto. Gli studenti vanno spinti alla cooperazione."
    Però, in effetti anche la competizione aveva i suoi vantaggi. Ad ogni modo, congedandosi con un cenno del capo, il magitecnico lasciò il tavolo per poi salutare con un gesto qualche membro dello staff e qualche studente. In una questione di minuti, il magitecnico aveva raggiunto la cabina della nuvola grigia "Incredibile come minacciare di bocciatura gli studenti riesca a farti superare una qualsiasi fila. Dovrei farlo più spesso."
    Mani sui fianchi, costume adornato con delle caricature di orsi polare e degli occhiali da sole, Morrigan era pronto per iniziare a giocare con Skyler. Da quando era stato assunto aveva diminuito la sua dose di alcool e aveva ripreso ad allenarsi più seriamente. Per questo motivo, sotto ad un corpo ricoperto quasi completamente da tatuaggi, ustioni e cicatrici, era ricomparsa l'ombra della muscolatura che aveva avuto un tempo. Il docente attese qualche secondo ma dell'infermiere non vi era proprio traccia.

    qZOyGN8



    Morrigan curvò le spalle in segno di resa. Dunque, notò le due fontane. La fila della prima scorreva lenta come quella nell'inferno di non mi ricordo chi in Supernatural. In compenso, vedendo gli studenti riempiti di gavettoni, il mago scoppiò in una fragorosa risata. Nella seconda non vi era quasi nessuno. Ovviamente il mago scelse quest'ultima.

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    Morrigan interagisce con Victoria, dunque si sposta sulla nuvola GRIGIA cercando Skyler e poi passa alla fonte
    B (Quella in cui si può schivare) per per ricaricare il palloncino.
     
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    Le gambe della veela affondarono nell'acqua muovendosi di concerto con le sue bracciate. Gli occhi puntarono una figura viola che scattava velocemente sul fondo della vasca. La strega sentì i polmoni bruciare mentre le unghie affondarono in quell'etere trasparente. Quando non riuscì più a trattenere il fiato, la strega chiuse il pugno per poi darsi una spinta verso l'alto.
    Mentre la strega riemerse in superficie, Valentina scosse il capo e i capelli mori le ricaddero sulle spalle. Un sorriso le comparve sul volto notando il luccio che teneva stretto in mano "Ora voglio un altro pesce."
    Nuotando fino all'orlo della piscina notò come Skyler avesse appena salvato il gatto del suo confratello. Per fortuna, non aveva mai avuto bisogno del suo aiuto. O forse per sfortuna, sembrava così simpatico.
    La strega si limitò ad uscire dalla vasca per poi consegnare il luccio a uno tra i tanti elfi. Dunque, la sua mano avrebbe accarezzato la testa di quest'ultimo mentre dalle sue labbra sarebbero sfuggite soltanto un «Tieniti cura di lui per me, a breve torno.»
    Congedandosi con un sorriso, la strega fece dietro front per avvicinarsi alla piscina. I suoi piedi avevano appena raggiunto il bordo quando le nuvole iniziarono a tremare così forte da farle perdere quasi l'equilibrio. Dopo essersi piegata nella speranza di ottenere una maggiore stabilità (Come se ciò potesse tornarle utile durante un eventuale attacco terroristico), la strega comprese il motivo di quel baccano.
    Le parole di Victoria finirono quasi per commuoverla e alla preside venne dedicata la sua completa attenzione. Una donna forte come la Burke non poteva che essere un modello a cui ispirarsi per una strega tanto ambiziosa quanto Valentina. Eppure, comprendere come fossero stati gli Ametrin a vincere le provocò la nausea. Come una lumaca, la ragazza scivolò lungo il bordo della vasca finendo con il capo sommerso nell'acqua "Sono stata sciocca. Gli Ametrin non sono pecorelle smarrite ma lupi vestiti da agnelli."
    Serrando la mascella, la strega attese qualche secondo prima di prendere un'ulteriore boccata d'aria per poi emergere dalla piscina sorridente «Complimenti!» Avrebbe urlato verso Adamas e Erik se, che l'avevano accompagnata durante quella simpatica escursione a Babilonia per poi limitarsi a salutare il professore di Rune con un sorriso e un cenno della mano.
    Fatto ciò, sarebbe tornata sott'acqua cercando di prendere, questa volta, una carpa.

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    Valentina porta il luccio all'elfo per farlo custodire da quest'ultimo, si complimenta con Adamas e Erik, saluta il professor Olwen e poi cerca di prendere una CARPA.
     
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