Lezione biennio - Maggio

compresenza con CDCM

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    Daniele Salvatore
    Prof. Astronomia | 33 anni
    Giovedì 7 maggio ore 22.00.
    Daniele Salvatore era un fascio di nervi in quanto era la prima lezione speciale che teneva con gli alunni di primo e secondo anno, ed in più doveva farlo per la prima volta con un docente che si, un po' gli metteva timore, Brian Ensor. In genere non era mai agitato per le sue lezioni ma lui ed il suo collega avevano un modo di approcciare agli alunni in maniera così diversa che quasi aveva paura di doversi mettere a litigare davanti ai ragazzi per difenderli. Ovviamente non sarebbe successo. Sapeva essere oggettivo e soprattutto era una persona matura! Ma in realtà aveva programmato quella lezione con il professor Guymoore ed adesso trovarsi a farla con Ensor… beh era diverso ecco. Ma infondo era pur sempre la sua lezione e di conseguenza avrebbe gestito il tutto come aveva sempre fatto, ossia con passione e professionalità. Sperava anche che Jessica non avesse fatto niente di strano ne cenni, né biglietti, né occhiolini, né tanto meno senza divisa e con un suo abitino. In quel caso la preoccupazione era per la lezione in sé e non per la sua carriera o reputazione.
    Aveva tutto ben chiaro in testa e sperava che nessuno si sarebbe fatto male. Aveva concordato con il suo collega che si sarebbero visti, anche con i ragazzi, proprio alla riserva, giusto per non fare tremila spostamenti. Non era convinto che tutti i suoi studenti fossero davvero pronti per fare quella lezione, ma infondo le persone tendevano sempre a sorprendere. Le informazioni erano state recapitate a tutti gli studenti dai loro prefetti che avrebbero dovuto appendere in bacheca un avviso che diceva: Gli studenti del primo e del secondo anno sono pregati di raggiungere la riserva alle ore 22.00 per una lezione straordinaria di Astronomia e Cura delle Creature Magiche. L’assenza a tale lezione verrà considerata per entrambe le materie. Vi servirà portare solamente la vostra bacchetta!
    Forse un po' duro visto e considerato che veniva scritto da un ricciolo moro sempre disponibile ed amorevole con i suoi alunni!
    Subito dopo cena si recò semplicemente al luogo dell’appuntamento per predisporre gli ultimi accorgimenti per la lezione. Con il suo registro in mano e la bacchetta nel fodero, intravide il professore di difesa e sorrise quasi timidamente. Buonasera! Lo salutò poi guardandosi appena intorno. Guardò le stelle, la luna era alta, fase crescente, quindi ancora non del tutto piena,il che era veramente una grande fortuna visto e considerato che la luna piena, come la luna rossa, o qualsiasi variazione della stessa, poteva avere un effetto ancora più devastante non solo sulle creature, nonchè sugli stessi alunni. Guardò le varie costellazioni presenti e riuscì ad individuare la stella polare in pochissimo tempo, come anche orione, cassiopea, il carro grande e piccolo. Sorrise appena prima di tornare al suo collega. Speriamo che nessuno si faccia male! Ma quello lo sussurrò in maniera tale che lo sentisse solamente lui e non gli alunni che stavano cominciando ad arrivare.
    Che bello gli adolescenti che non facevano altro che ridacchiare solamente perchè era stato concesso loro di uscire ad un orario in cui, in genere dovevano essere a letto! Beh, almeno loro erano contenti con poco. Fece un sorriso ad ogni alunno, e con un colpo di bacchetta fece apparire delle piccole sfere luminose in maniera tale che si potevano almeno guardare senza sforzare troppo gli occhi. Queste erano disposte tutte intorno a loro e volteggiavano allegramente nei punti più bui e dove si erano radunati più ragazzi. Nessuno poteva andare via o comunque nascondersi per non essere visto dai due docenti, perchè queste sfere lo avrebbero individuato ed illuminato, proprio come una piccola stellina. Era sempre difficile riuscire a trovare le parole giuste per cominciare una lezione tanto particolare, ma dopo un anno di lezioni in quel posto e dopo aver conosciuto ogni studente di entrambi gli anni sarebbe stato molto più semplice. Si schiarì la voce per ottenere un pò di silenzio, guardò il docente affianco a lui e poi prese la parola.
    Non avrebbero trovato pergamene o compiti a sorpresa.

    RevelioGDR




    Buonasera ragazzuoli alla vostra ultima lezione per quest'anno: Astronomia in compresenza con Cura delle Creature Magiche! Fate anche la vostra entrata, come potete notare non siete in torre di Astronomia quindi non c'è una vera e propria aula, ne banchi, ne tanto meno pergamene che vi attendono!

    Scadenza per fare il vostro arrivo in orario e quindi prendervi anche la benevolenza dei docenti entro il 3/05 ore 23:59
     
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Cosa cazzo c'entrava Brian con una lezione congiunta tra Astronomia e Cura delle Creature Magiche? Beh, presto detto: Dean aveva avuto impegni improrogabili, così aveva chiesto al suo fido collega se poteva essere presente a quella lezione al posto suo, ritenendo come le conoscenze in Difesa Contro le Arti Oscure fosse in qualche modo erano utili anche per insegnare una materia come la sua. Che poi, può essere anche vero finché parliamo di chimere e manticore, ma stupidi kneazle assolutamente no!
    A ogni modo era giunto nella Riserva ben quindici minuti prima l'inizio della lezione. Era buio, ma una candida luna quasi piena illuminava un poco la zona, dando quella sensazione quasi di penombra in cui si sentiva molto a suo agio. Il biondo si trovava ai piedi di una quercia, con la schiena posata contro il tronco dell'albero e di fronte a due file di panchine molto lunghe che avrebbero permesso agli studenti di sedersi una volta arrivati.
    L'erba che circondava la zona era talmente umida da sembrare a tratti bagnata, ragion per cui il biondo anziché i vestiti classici ed eleganti con cui era solito mostrarsi optò per una semplice maglia bianca di lino, pantaloni scuri e stivali marroni.
    Buonasera, Salvatore. Affermò dopo aver notato il docente di Astronomia avvicinarsi. Brian aveva intenzione di sviluppare una lezione quasi nel buio più totale ed ecco il collega cominciar a evocare sfere di luce, distruggendo i suoi piani. Qualche studente cominciò intanto ad arrivare.
    Il farsi male in questo caso è la sola conseguenza di una scarsa preparazione. Se hanno studiato non hanno nulla da temere. Diplomatico e indulgente come al solito.
    Tutti gli studenti probabilmente era felici di trascorrere una serata fuori dalle mura scolastiche, tuttavia era certo della vita breve dei possibili sorrisi: gli studenti si aspettavano un giusto e intrepido Guymoore, ma si sarebbero ritrovati un irascibile e scontroso Ensor. A causa della correzione degli ultimi compiti, Brian si era dimenticato di avvisare gli studenti della sua presenza, quindi non avrebbe fatto molto caso a espressioni di stupore o fastidio.
    Man mano che gli studenti arrivavano, il docente di Difesa non si preoccupò minimamente di salutarli, lasciando l'accoglienza a Daniele. Oltre al classico sottofondo causato dagli studente, gli unici suoni che che caratterizzavano il luogo erano quelli della notte: il canto dei grilli, il fruscio del vento e il risveglio di qualcuno. Da un ramo che si allungava in direzione delle panchine in cui gli studenti erano seduti qualcosa emise un rumore estremamente acuto. Non fateci caso, è solo Tortura, la mia Puffola Pigmea. Grazie a Cura delle Creature Magiche avevate già avuto modo di vederne a bizzeffe, ma nessuna assomigliava a quella del professor Ensor che venne mostrata non appena una sfera di Daniele non la illuminò per intero.



    RevelioGDR


    Vi sono mancato?
    Come vi ha anticipato Daniele la scadenza è fissata per il 3 maggio. Colgo l'occasione per ricordavi che fino all'inizio della prova pratica, per la valutazione terrò estremamente conto anche delle sensazioni e delle emozioni che proveranno i vostri. Buon gioco <3
     
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    Emma Lewis | Ametrin
    Ok. La cosa buona era che la lezione non si sarebbe svolta all'osservatorio ma alla Riserva. Era una cosa buona, no? Almeno non sarebbe stata ad un'altezza considerevole che non avrebbe di sicuro giocato a suo favore, visto che soffriva leggermente di vertigini. Ma proprio leggermente, eh. Non che quando guardava giù, le veniva da vomitare, nono.
    Comunque, aveva chiesto ad Erik se quella sera avesse voluto andare con lei a lezione. Sentiva che, dopo l'incontro alla Sala da Te, aveva trovato un nuovo amico di cui fidarsi. Inoltre non poteva avere sempre Lucas alle costole, doveva anche lei avere i suoi amici e fare qualcosa senza che lui la controllasse sempre. Non è che non le facesse piacere, al contrario, eppure voleva i suoi spazi. Quindi quella sera non aveva voluto sentire ragioni.
    Dopo cena, la bionda aveva deciso di farsi un pisolino, poiché voleva essere sveglia e pimpante per la lezione che si sarebbe svolta piuttosto tardi, alle 22 e quindi probabilmente avrebbero finito verso le undici di quella stessa sera e la ragazza voleva davvero essere riposata, perché se così non fosse stato, non sarebbe riuscita a stare sufficientemente attenta e sarebbe stato un disastro. Sia Astronomia che Cura delle creatura magiche le piacevano e ci teneva ad andare bene. In realtà si stava anche chiedendo come mai avessero optato per quella scelta insolita di unire le due materie. Ma poco male, sia il professor Guymoore che il professor Salvatore, le piacevano -povera piccola, ancora non sa cosa la aspetta- e quindi avrebbe fatto volentieri quella lezione.
    Ma non andò esattamente secondo i piani, visto che dormì malissimo. Continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, trovandolo incredibilmente scomodo e inoltre Mirtillo continuava a piagnucolare e ogni cinque minuti, la ragazza in dormiveglia doveva allungare un braccio volto ad accarezzare il pelo marrone ricciolino del suo piccolo barboncino nano. Non è esattamente il modo migliore di riposare, ma ormai la sua sveglia era prossima a suonare. La spense prima che ne avesse l'occasione e si alzò molto di malavoglia, stiracchiandosi tutta acciaccata nemmeno c'avesse novant'anni. Si trascinò all'armadio dove aveva ripiegato la sua divisa dopo le lezioni del pomeriggio. Certo che avrebbe preferito mettersi una maglietta e dei jeans per essere più comoda e metterci di meno a vestirsi -già avrebbe solo voluto tornare a dormire- ma aveva paura di perdere dei punti se solo si fosse presentata con altro che non fosse la divisa, perciò si costrinse a metterla. Aveva l'appuntamento con Erik giù in sala comune per le 21:45 e a quell'ora esatta -forse qualche minuto dopo, meglio non mentire dai- Emma si presentò in Sala e vide il ragazzo già lì. Sul viso le comparve un dolce sorriso e si avvicinò saltellando (un modo come un altro di riprendersi dal sonno). Eriiiik! Ciao! Lo salutò, tutta allegra, sebbene la sua voce fosse ancora leggermente impastata di sonno. Si avvicinò all'amico e fece per abbracciarlo, se lui lo avesse permesso. Come stai? gli chiese, mentre iniziavano ad avviarsi fuori. Non vedo l'ora di iniziare questa lezione, secondo te cosa faremo? Sperava di non star bombardando l'altro con troppe domande, ma Emma era così con i suoi amici. Comunque, insieme si avviarono verso il luogo designato e, una volta varcato il portone, la ragazzina reclinò la testa all'indietro osservando le stelle in quel cielo libero dalle nuvole e la luna. Wow hai visto? La luna è quasi piena! Che spettacolo! Disse, entusiasta. E quante stelle! guardandole, si ricordò l'appellativo con il quale la chiamava Lucas, ovvero "stellina" e sorrise divertita. Chissà se si sarebbe presentato a lezione anche se non fosse stata lei a spronarlo. In Lontananza, Emma scorse due figure che dovevano di sicuro essere i professori. Man mano che si avvicinavano, Emma aguzzò la vista e riconobbe il professore di astronomia e... oh, no. Quello non era sicuramente il professor Guymoore. Deglutì a vuoto un paio di volte, ma non disse nulla per qualche secondo, sconcertata. Quello... non è mica Ensor, vero? sussurrò ad Erik. Ormai erano prossimi a raggiungere il posto e notò due file di lunghe panchine, come se fossero state predisposte appositamente per loro... e probabilmente era proprio così. Quando arrivarono, le sue scarpe erano lucide di umidità a causa dell'erma, ma non vi diede affatto peso. Ormai era certa di chi si trovava davanti. Sarà una lezione... interessante, allora... mormorò ancora, in direzione del compagno Ametrino. Ci sediamo lì? Indicò una delle estremità di una panchina e in caso di cenno affermativo, vi si sarebbe diretta, prendendo posto e guardandosi attorno. Buonasera! Salutò un po' in generale, poiché era timorosa a riservare un saluto ad Ensor, magari l'avrebbe mangiata. Quindi optò per salutare entrambi in una volta sola. Gettò un'occhiata alle sfere luminose che galleggiavano a mezz'aria e poi sorrise, salvo rabbrividire poco più tardi sentendo un verso acuto provenire da un punto poco sopra di loro. Girò la testa nella direzione del suono e vide... un essere a metà tra un gufo e una puffola, sì. Evidentemente i suoi genitori erano appunto una puffola e un gufo e quella sera dovevano essere estremamente ubriachi... perché ecco il risultato. La ragazzina rabbrividì ancora, distogliendo lo sguardo ed estraendo la sua bacchetta, iniziando a giocherellarci per non doversi concentrare su null'altro.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Jessica Whitemore | Black Opal
    La settimana era quasi finita, per fortuna. Era il sette maggio e gli esami erano prossimi, per questo i giorni sembravano così pesanti e pieni di compiti. A Giugno avrebbero avuto i MAGO e Jessica, per quanto preoccupata, cercava di studiare ogni materia con costanza per arrivare al massimo dei voti. In questo ci sperava, certo si sarebbe accontentata anche di voti buoni, ma puntava all'eccellenza, un po' come Howard.
    Quella sera avrebbero avuto una lezione congiunta da entrambe le parti. Da un lato, gli studenti del biennio, dall'altro i professori Guymoore e... Daniele. Non era certo la prima sua lezione a cui partecipava, ma se durante quelle in aula o in osservatorio, gli lanciava qualche occhiatina ambigua e cose del genere, quella sera non era sicura di poterselo permettere, non con un altro professore. Era giovanissima, ma non era certo stupida e sapeva che così avrebbe messo a rischio molte cose. Cercò di non pensarci, comunque, concentrandosi su due fatti principalmente. Il primo era che una lezione al chiaro di luna, all'aperto e a così tarda ora, era un evento piuttosto inusuale ma era tipo un'occasione irripetibile per "violare" il coprifuoco senza ripercussioni, dal momento che erano proprio i docenti ad aver preso quella decisione. Il secondo era che finalmente, dopo forse quasi tre mesi, lei e Lucas si erano riappacificati. Non andavano più a letto insieme, però. Erano solo buoni amici perché in fin dei conti lei ci teneva davvero a Lucas e non voleva che tutto ciò che era successo tra loro, li allontanasse. Ed era anche quello che l'aveva spinta a chiedergli se volesse andare a lezione con lei. Non si aspettava che accettasse, a dire la verità, ma così era stato. La corvina gli aveva dato appuntamento all'ingresso, siccome non condividevano la sala comune. Guardò, attraverso la finestra, la luna quasi piena che risiedeva placidamente nel cielo notturno, contornata da milioni di stelle.
    Ehi sussurrò, quando sentì un peso sulle gambe. Era seduta sul proprio letto e Pantera aveva ben pensato di andarsi ad accoccolare proprio tra di esse, in quel momento incrociate. Adesso sarebbe stata un'impresa smuoverlo dalla sua postazione, ma ci avrebbe sicuramente provato. Andiamo, piccolo. Devo andare a lezione gli sussurrò, sebbene non fosse proprio sicura che capisse ciò che la ragazza gli stava dicendo. Vabbè ho capito sbuffò, prendendo di peso il batuffolo di peli e sollevandolo, per andarlo poi a depositare sul letto. Il gattino si rigirò un paio di volte, fino a rimanere immobile. Fortunatamente non sembrava voler fare drammi e si era lasciato spostare senza graffiarle le gambe. Si alzò senza fare troppo rumore e andò a prendere la propria divisa. Non era esattamente il suo outfit preferito... non era nemmeno in lista, a dire la verità. Ma ora che si avvicinava la fine di quell'anno parecchio strano, doveva cercare di rigare dritto almeno un po', no? Ma non l'avrebbe messa in modo perfettino come facevano molti altri, certo che no. La gonna poi, la trovava così fuori moda... comunque, accettò di vestirsi così, solo che tenne la cravatta allentata, rendendola praticamente inutile e si lasciò la camicia aperta. Sì, ovviamente sotto aveva messo una semplice t-shirt bianca, ma era sempre meglio di quella dannata camicia.
    Una volta preparata, lasciò un piccolo bacio sulla fronte di Alex che stava già dormendo da un bel po' e si diresse fuori dal dormitorio e poi dalla sala comune, dirigendosi all'appuntamento con Lucas.
    Quando arrivò, lo trovò là con il suo immancabile cappellino. Jugghy lo salutò, con un piccolo ghigno. Ultimamente ti vedo troppo spesso a lezione, non va bene annunciò, allungandosi a dargli un bacio sulla guancia. Andiamo, non voglio prendermi una ramanzina perché siamo in ritardo esclamò, afferrandolo e tirandolo per qualche metro.
    Fuori era abbastanza buio a parte la luce della luna che gettava un fascio dorato sul paesaggio, rendendolo magnifico ed inquietante al tempo stesso. Laggiù annunciò, indicando alcune figure in lontananza. Man mano che si avvicinavano, il suo cuore aumentava sensibilmente i battiti. Scosse la testa, decisa a non pensarci e, insieme a Lucas, arrivarono al luogo della lezione. E ci fu una piccola sorpresa. Eh sì, Ensor. Non se lo aspettava, ma non faceva nulla. Certo, Brian avrebbe voluto sterminare tutti, ma sotto sotto era solo un cattivone, non un serial killer (?)
    Buonasera professore disse a Daniele, rimarcando quell'ultima parola e lanciandogli uno sguardo un poco ambiguo, approfittando che, nonostante le lucette volanti, non fosse così tanto illuminato perché qualcuno la notasse. Buonasera anche a lei, eh disse a voce alta, rivolta ad Ensor. Questa sera la vedo più allegro del solito commentò, con sarcasmo, gettando poi uno sguardo alla... puffola? A quell'essere geneticamente modificato. Oh che carina disse, sospirando e prendendo posto ad una panca, aspettando che anche Lucas si sedesse affianco a lei. Inizialmente non le piaceva troppo Ensor, ma in Difesa se la cavava piuttosto bene, aveva buoni voti e quindi le piaceva di più anche il docente. Eh, sì.
    Molto romantico, non trovi? chiese a Lucas, ridacchiando. Chissà cosa avrebbero fatto, quella sera! Ogni tanto, mentre parlava con Lucas, lanciava delle occhiatine di sottecchi a Daniele.
    "Parlato" - 'Pensato'- "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Cameron Cohen | Dioptase
    Hidenstone aveva avuto un ruolo fondamentale nel cambiamento radicale che aveva e stava subendo Cameron. Mai se lo sarebbe aspettato. Nessuno, a dire il vero, si sarebbe mai immaginato Cameron arrivare a lezione tenendo per mano qualcuno. Tantomeno una ragazza. Ma facciamo un passo indietro.
    Cameron, come ogni giorno, non è che avesse granché voglia di andare a lezione, eppure... non sapeva come spiegarlo ma... sentiva che sarebbe stata una cosa... carina? andarci con Mia. Alla fine, seppur fosse una lezione, era comunque sotto le stelle e Cam si stava davvero impegnando per cambiare in meglio, dimostrarle che non aveva fatto male a dargli un'altra possibilità. Mia gli piaceva e avrebbe fatto di tutto -tranne tagliarsi il ciuffo- per farla ricredere e farle capire che non era un idiota come Mark, anzi era completamente diverso, sebbene fosse comunque sommerso di difetti. Ehi Axe, tu che dici? gli chiese, come se il furetto potesse leggergli nel pensiero e come se potesse parlare. Gli fece una carezza, scuotendo la testa e lasciando che il ciuffetto castano si muovesse a ritmo con i movimenti della sua testa. Mandò quindi, dopo minuti interi di decisione, un messaggio alla biondina. 21:50. Scalinate. Un messaggio apparentemente freddo e lapidario, ma come detto in precedenza, non era proprio un esperto nell'esprimere le sue emozioni né a mandare messaggi o fare cose carine e coccolose. Aveva già dato il suo massimo diverse sere prima all'Osservatorio con Mia, probabilmente non si sarebbe mai aspettata quei gesti da lui, ma Cam a volte era imprevedibile, non solamente un cliché come lei amava definirlo... e oramai ci aveva fatto l'abitudine, non se la prendeva più per quel soprannome. Tanto che ci aveva pure preparato dei biscotti. Si alzò dal letto, spodestando senza troppa grazia Axe, che lo guardò parecchio indignato, prima di andare a rifugiarsi sotto il letto. Il castano sorrise e si diresse alla sedia della scrivania, dove raccattò un paio di jeans neri ed una t-shirt dello stesso colore. Non esisteva che si sarebbe messo la divisa, avrebbe tenuto di sicuro troppo caldo e il ragazzo riteneva che fosse uno schiaffo allo stile. E poi era sera, i suoi vestiti erano neri più o meno come la sua divisa... chi mai se ne sarebbe accorto? Prese anche le scarpe e fece per uscire, ma prima gettò un'occhiata fugace a quello che era stato il letto di Mark prima della sua espulsione. No, non gli mancava dopo ciò che aveva fatto, tuttavia... era strano che non ci fosse. Era così silenzioso il dormitorio senza le sue inutili chiacchiere. Forse non era di Mark che sentiva la mancanza, ma proprio l'assenza di un amico, qualcuno di cui fidarsi. Ma non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso. Fece spallucce ed uscì dal dormitorio, ritrovandosi in una silenziosissima sala comune. I più del primo e del secondo anno erano andati già a lezione o si stavano preparando, mentre quelli più grandi boh... probabilmente erano a dormire o a violare il coprifuoco, mentre loro lo avrebbero potuto violare in modo lecito. Ghignò, prima di uscire anche dalla sala comune e scendere le scale. Avrebbe trovato Mia. Girò un angolo ed eccola là, bella come sempre, ai piedi della rampa, poco lontani dall'ingresso. Buonasera, bambolina la salutò, senza perdere quel sorrisetto da schiaffi. Cameron avrà anche potuto chiederle scusa e aver fatto di tutto per farsi perdonare, ma non poteva cambiare dall'oggi al domani. L'avrebbe stuzzicata sempre e per sempre. Era troppo divertente. Una secchioncella come te, come sarebbe potuta mancare? la prese in giro, anche se al contempo le afferrò la mano ed intrecciò le dita con le sue, quasi con nonchalance assoluta. Non la guardò nemmeno, anzi... i suoi occhi nocciola erano costantemente fissi avanti a sé. Perché? Molto semplice, non era abituato a prendere una ragazza per mano e non sapeva proprio come comportarsi, anche se il suo cuore batteva stranamente veloce. Fece un respiro per tranquillizzarsi, poi iniziò a camminare, continuando a chiedersi se avesse dovuto dire o fare qualcosa. Allora... iniziò, mentre uscirono all'aria fresca della notte di quel sette maggio. Ma che cazzo si doveva dire ad una ragazza che non era una semplice amica, ma nemmeno una fidanzata? Avrebbe sbattuto la testa contro un albero, se ne avesse trovato uno a disposizione. Che fai questo weekend? si decise, alla fine. Pensavo di andare a Londra... potremmo fare qualcosa? era decisamente titubante, non aveva mai chiesto a nessuno di uscire. Così magari puoi anche andare a salutare tuo fratello... e io vedo se mia madre ha bisogno... deglutì. Ma che diamine di problemi aveva Cam quella sera? Forse erano le stelle che lo influenzavano così. Sbuffò. Non disse più una parola finché non arrivarono al punto illuminato dalle lucine svolazzanti. Si tirò Mia in un posto a caso in quella panchine, poi salutò entrambi i docenti con un cenno del capo, tornando a concentrarsi sulla Freeman. Hai visto? C'è Ensor al posto di Guymoore. Che sorpresa. Ma in realtà non gli interessava granché; un professore valeva l'altro. Gli bastava fare la lezione in pace. Gettò uno sguardo più lungo a Daniele, proprio colui dal quale era andato ad insultarsi per il comportamento con Mia. Poi distolse lo sguardo, aspettando di sapere cos'avrebbero dovuto fare. Oh, figo quel coso annunciò, indicando con l'indice la puffola un po' bruttina.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Blake Barnes
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    La materia che preferiva di meno al mondo era astronomia. Il solo pensiero di dover salire tutte quelle scale per arrivare in quell'aula, per poi mettersi a guardare in alto e poi ancora in basso gli faceva venire da morire all'istante. Il problema principale di tutta quella situazione era che aveva promesso di andare a tutte le lezioni e lo stava facendo. Ma la cosa assurda era che era stata abinata ad un'altra materia che tollerava appena. Cura. Il professor Guymoore fu il primo a metterlo in punizione e da quel giorno fu tutto quanto in discesa, lui e le punizioni erano, praticamente, diventati una cosa sola. Cominciava a senitre seriamente la stanchezza addosso, non ce la faceva più, voleva andare in spiaggia e godersi il sole, il mare, e sopratutto la nullafacenza. Da febbraio la sua vita era stata resa un inferno da tutti quanti i professori possibili ed immaginabili, non faceva altro che studiare, litigare/scopare con Lilith, cercare di gestire le emergenze con Jesse, tornare a lezione, fare da schiavo al professore di turno e cercare anche di avere una sorta di vita sociale. Inoltre, sapeva che suo fratello si sarebbe laureato la settimana prossima e lui era li, dannatamente li a dover fare le leioni. Certo, gli avevano concesso di andare alla cerimonia ufficiale - ed ovviamente lo avrebbe fatto - ma stesso Aaron era stato chiarissimo: i festeggiamenti a Dubia NO. Blake si era arrabbiato così tanto per quella cosa che avrebbe voluto veramente mettere fuoco a tutta la scuola. Ma come poteva avergli detto una cosa del genere? Insomma aveva invitato i professori e lui no? Ma... ok, magari era una questione anche di professionalità o non lo sapeva neanche ma era incazzato nero per quella storia. Ed in più doveva studiare il triplo per quei dannati MAGO. Perchè dovevano fare un esame dopo due anni? Ma che diavolo di problemi avevano tutti? Ok, l'umore non era dei migliori,s crisse a Lilith dicendogli che si sarebbero visti direttamente alla riserva. Quando aveva letto sulla bacheca di quel piccolo cambio di programma sbuffò: La torre era un inferno per le altezze la riserva perchè era estremamente zozza! Ci si poteva veramente sporcare per andare a lezione? Era una tortura, ne era sicuro. Tutto quello era per vendicarsi di lui, ne era davvero certo. Si arrotolò le maniche della camicia fino a mezzo braccio e poi infilò la stessa nei pantaloni, mettendosi la cinta ed optando per delle scarpette da ginnastica che potessero essere vagamente più rovinate delle altre. Si infiò la cravattina in maniera pseudo docente e si incamminò verso la riserva. Sarebbe andato con Jesse a lezione. E se semplicemente non ci andassimo? Infondo la nostra assenza non si noterebbe neanche e poi a riserva... ecco polvere, terra... Si Blake non sopportava molto in realtà il fatto di andare in giro a fare cose per la riserva, a meno che non implicasse la sua ragazza nuda, ma forse non sarebbe stato quello il caso. Dai Jesse! Andiamo! Aggiunse sbuffando. Se l'amico l'avesse seguito, Blake avrebbe aperto la porta della loro stanza e sarebbe uscito andando verso la riserva, contro voglia e senza nessuna vera ragione per andarci se non che c'era Jesse e Lilith che lo avrebbe ammazzato se non si fosse presentato. Era un mix micidiale l'essere prefetta e fidanzata!
    Per fortuna che la professoressa Ivanova aveva deciso di non farlo rimanere li anche la notte, e comunque a lezione ci doveva per forza andare. Si passò la mano nei capelli e quando arrivò nei pressi della riserva sogghignò appena vedendo Ensor. Almeno una bella notizia! Pensò prima di alzare una mano verso entrambi per salutarli. Professori...Buonasera! Aggiunse poi guardandosi intorno. Ma se c'è la luna ad illuminarci, a che servono queste cose fluttuanti? Chiese poi, ovviamente, senza alzare la mano. Ma oramai era risaputo anche ai morti che Blake non aveva imparato a prendere la parola quando gli veniva data ma quando decideva di parlare. L'autonomia era tutto. Si mise seduto sulla banca che definiva la prima fila - infondo l'incentivo della Clarke a qualcosa era servito - e quando sentì quel rumore assurdo alzò lo sguardo per vedere la Puffola pigmea di Ensor e poi guardare il professore che la presentava. Tortura. Ha scelto quel nome perchè....? stava davvero per dire qualcosa come: "le piace farlo oppure prchè l'ha fatto e la puffola è stata contenta di ricevere delle torture?" ma si fermò lasciando la frase in sospeso. Ok, si era quello che gli stava simpatico, ma non voleva dire che poteva tirare la corda in maniera eccessiva. Ma Blake aveva un'anima da spavaldo e non aveva nessuna intenzione di nasconderlo. Tornò a guardare il suo no-parabatai. Non credi che un pò gli somigli? Chiese poi guardando la puffola e poi ancora il professor Ensor. Ovviamente quello lo disse a bassa voce ed avvicinandosi all'orecchio di Jesse.
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    LILITH CLARKE
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    Dopo cena aveva optato per andare un attimino in sala comune, perché aveva un leggero mal di testa e doveva prendere qualcosa per affrontare quella lezione serale che le sarebbe piaciuto seguire al meglio.
    Cura e Astronomia, che simpatico connubio. Però non vedeva il Professor Guymoore da molto, chissà che fine aveva fatto. E probabilmente a lezione avrebbero avuto le sue risposte, magari era andato alla ricerca di qualche creatura magica fuori dalle mura di Hidenstone, ce lo vedeva a fare l'Indiana Jones della situazione.
    Mentre stava uscendo, certa di trovare Blake a farle la posta per andare insieme alla radura, sentì il telefono vibrare.
    Lesse il messaggio del moro e sbuffò, leggermente stizzita.
    Sarebbe andata a lezione da sola, ma aveva deciso che l'avrebbe anche seguita da sola, così imparava a non andare a lezione con lei.
    Allungò il passo, con i ricci che rimbalzavano su se stessi.
    A metà strada per la radura, alzò il nasino all'insù e guardò la luna, che irradiava decisamente un'ottima luce, quella notte.
    Arrivata alla riserva, notò come le sfere magiche l'accolsero girando un po' tra i vari studenti, si fece spazio tra questi per tentare di prendere un posto in prima fila, sedendosi in mezzo ad alcuni studenti del primo anno che stavano parlando tra di loro.
    A guardare i docenti, rimase quasi sorpresa da non trovare il Professor Guymoore a presenziare a quella lezione, quindi aggrottò la fronte, ma non disse nulla se non un semplice «Buonasera professori.» poi cercò con lo sguardo Blake, provando ad individuarlo tra gli studenti.
    Non era esattamente dell'umore giusto, magari era in quel periodo del mese dove tutto le dava fastidio, ma quando lo vide con Jesse, sollevò gli occhi al cielo e si limitò a fargli un cenno del capo, senza alcuna smanceria. No, non l'era andata a genio che a quella lezione che aveva sicuramente del romantico - Ensor a parte - fosse andato con Jesse, piuttosto che con lei.
    Sollevò di nuovo il naso all'insù, godendosi da sola quel panorama decisamente perfetto.

     
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    In quel periodo le cose cambiavano davvero alle velocità della luce, tanto che Mia era la prima a faticare a stare dietro a tutti quei cambiamenti. Solo qualche giorno prima non riusciva nemmeno a parlare con Cameron, e ora invece si ritrovava ad aspettarlo in fondo alle scale, per andare assieme alla lezione di astronomia. Non aveva nemmeno risposto al messaggio del ragazzo, si era abituata al suo tono freddo e distaccato e forse era stata influenzata anche fin troppo da Blake, ma infondo stava ancora provando a mantenere un minimo di dignità. Voleva davvero dare al ragazzo una seconda possibilità, non era tipo che prometteva qualcosa che non poi non voleva davvero, aveva risposto alla sua richiesta all’osservatorio e intendeva davvero impegnarsi per far funzionare le cose, ma si stava impedendo di concedere tutto e subito. Faceva fatica a fidarsi delle persone, aveva già sbagliato una volta con Cam e ora le veniva naturale trattenersi, non esagerare, non lasciarsi andare subito come se niente fosse successo. Era normale no? Aveva sofferto per quello che le aveva fatto, comprendeva le sue ragioni, lui infondo le aveva chiesto scusa in fin troppi modi e sapeva essere davvero dispiaciuto, ma anche lei aveva bisogno del suo tempo.
    Si ritrovò ad aspettarlo, quasi agitata, e accennò un sorriso leggero quando lo vide comparire sopra alle scale. Le lezioni notturne erano qualcosa a cui non si era ancora abituata, di solito la notte era qualcosa che reputava privato e personale, il momento di fare i conti con i propri demoni, e l’idea di uscire e vedere persone ancora la destabilizzava. Sì, Mia doveva anche abituarsi alla vita da teenager, forse, ma infondo le lezioni di astronomia erano un’eccezione, quelle avevano senso di notte e non avevano mai smesso di affascinarla.
    Sorrise comunque alla sua battuta, cercando di scacciare tutte le sue preoccupazioni. “Infatti immagino sapessi che ci sarei stata.” rispose semplicemente, per poi alzare un sopracciglio e guardare le loro mani intrecciate. Non si aspettava un gesto del genere, a differenza di Cam contemplò la cosa per qualche istante per poi distogliere lo sguardo, mordicchiandosi il labbro inferiore nel tentativo di trattenere un sorrisino stupido. Se stava perdonando Cam era solo perché teneva al loro rapporto ma ancora non era in grado di lasciarsi andare del tutto.
    Per quanto lei si stesse comunque trattenendo, Cameron si stava davvero superando. Si voltò verso di lui colpita dalla sua proposta: non si aspettava anche solo l’osservatorio, di certo non immaginava le avrebbe proposto addirittura un weekend a Londra. Lo studiò per qualche istante, giusto per capire se fosse serio, prima di decidersi a rispondere. “Beh…sicuramente a Charles farebbe piacere. Perché no?” rispose alla fine, infondo che cosa sarebbe potuto andare storto? Forse un po’ di tempo fuori da quel posto non avrebbe fatto che bene ad entrambi. Anche se era impegnata a preoccuparsi della propria sofferenza non aveva smesso di preoccuparsi anche per Cam, Mark era uno stronzo ma supponeva non fosse facile perdere il proprio migliore amico. Non aveva intenzione di chiedergli come si sentisse, sapeva che non le avrebbe risposto troppo sinceramente, ma magari passando più tempo insieme avrebbero finito per parlarne per forza di cose.
    Lo seguì quindi fino a raggiungere i docenti e un brivido le percorse la schiena quando vide il Professor Ensor oltre a Salvatore. Salutò entrambi con un sorriso incerto, provando a non far trapelare la sua sorpresa. "Buonasera" salutò gentile, la voce non troppo alta, mentre si sedeva accanto a Cameron senza protestare. Quel docente le aveva sempre messo addosso una certa angoscia, era innegabile, tanto che quando lui era nei paraggi non poteva evitare di sentirsi ancora più in ansia e comportarsi, se possibile, in maniera anche migliore del solito. Se anche la sua materia non fosse stata la sua preferita –cosa difficile, a Mia piaceva studiare quasi di tutto- comunque non avrebbe mancato di impegnarsi anche più del solito, pur di non istigarlo in alcun modo o sollecitare la sua furia. Di certo non aveva nessuna intenzione di vedere la rabbia di Ensor o venire anche solo ripresa da lui. Arricciò quindi il naso, lanciando un’altra occhiata al professore. “A me inquieta un po’…” sussurrò pianissimo, in modo che potesse sentirla solo Cameron. Lanciò comunque un cenno di saluto verso i suoi compagni e si voltò ad osservare la strana puffola del professor Ensor. Di certo non si sarebbe aspettata un animale meno inquietante da uno come lui e non potè trattenersi dal fare la sua domanda. “Non ne ho mai vista una simile… è una specie particolare?” chiese senza nemmeno pensarci ma evitò di riflettere sul perché si chiamasse Tortura, forse preferiva non saperlo.

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    UN RAGAZZO SOGNA SEMPRE DI ESSERE IN UN GRUPPO, ROCK: TUTTO È PIÙ GRANDE DELLA REALTÀ.
    Tre mesi, questo era il tempo che lui e Jessica avevano passato a non parlarsi, per delle incomprensioni che dopo la lezione di Divinazione avevano finalmente chiarito. Erano cambiate molte cose in quel tempo passato a non sentirsi, una di queste era proprio Emma, tuttavia, dopo cena aveva fermato l'Opalina, con il suo sorriso di sbiegho, anche solo per darle un attimo fastidio e la ragazza le aveva ricordato la promessa che le aveva fatto mesi prima: andare con lei a lezione di astronomia. Non lo aveva dimenticato, ma non credeva che la ragazzina se ne ricordasse, quindi aveva accettato di gran lunga quella sua offerta e le aveva dato appuntamento davanti alla sala grande, per andare insieme.
    Quando la ragazza arrivò, Jug le sorrise sarcastico, quindi allargò le braccia e scosse le spalle «E non mi saluti nemmeno con il bacino, JJ?» le disse, alzando un sopracciglio e indicandole la sua guancia.
    Rise appena, poi alla sua affermazione, quindi con aria di sufficienza prese di nuovo parola «A voi donne non va mai bene niente. Non vengo a lezione? Ehi Jug, perché non sei a lezione! Vengo a lezione? Oh, come mai vieni sempre a lezione? Lo so che tutte mi vorreste solo nel vostro letto, ma... insomma, ho anche degli affari io!» scherzare con Jessica gli era mancato, doveva ammetterlo e sorrise quando la ragazza le diede quel bacio per salutarlo. Lo ricambiò, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Le voleva davvero bene, seppur lo aveva ammesso solo una volta, in una maniera sicuramente poco consona.
    Si stava facendo indietro, quindi, quando la ragazza lo iniziò a trascinare «Ehi, ehi! JJ, non preoccuparti, astronomia è il mio forte. Non arriverei mai in ritardo!»
    La seguì nel buio della notte, illuminata solo dalla luna crescente. Alzò lo sguardo, rallentando un po' il passo e tirando Jessica verso di lui «Ehi, guarda che bella...» disse indicando con il mento la luna.
    Riprese poi a camminare con l'opalina, quindi, fino al giungere alla riserva, dove le illuminazioni erano decisamente diverse e sicuramente molte di più di quello spettacolo che prima aveva mostrato alla ragazza.
    Quando si guardò attorno, notò come i ragazzi avevano cercato di fare quanto più gruppo possibile, chiacchierando allegri per aver potuto violare giustificati il coprifuoco. Gli venne da ridere e tirò JJ nuovamente a sé, cercando di avvicinarla alle labbra, con il suo orecchio «Secondo me, quelli del primo anno non sanno quanto sia divertente violare il coprifuoco, vero JJ?» era chiaro che non ci stesse provando, ma la stesse solo punzecchiando appena. Solo allora si guardò realmente intorno e «Professor Ensor!» esclamò stupito di vederlo lì, quindi poi spostò lo sguardo sul suo docente preferito e abbozzò un sorriso «Professor Salvatore, ha visto che bella luna?» proposte davvero entusiasta, mentre annuiva alla ragazza sulla scelta del posto, scelta che aveva fatto in maniera arbitraria, ma che apprezzava.
    Spostò lo sguardo sulla puffola e quasi soffocò per il nome «Bel nome, Professore! Molto tranquillizzante...». Tuttavia, per un attimo, la sua testa si assentò e cercò con lo sguardo in maniera molto insistente, quella che era la ragazzina con cui aveva iniziato una specie di relazione. Emma. Dov'era? Si sporse verso l'esterno della panchina e ... la trovò. Irrigidì un po' la mascella, quando la vide accanto ad Erik, quindi osservò i due, con un certo fastidio.
    Possibile che doveva trovarsi sempre in un triangolo? Per quanto non sapeva nemmeno che reale rapporto avessero, Lucas era rimasto abbastanza bruciato dal suo precedente compagno di stanza che gli aveva portato via la ragazza su cui aveva perso anni e anni della sua vita. E se fosse successo anche con Emma?
    Doveva dirglielo, voleva alzarsi di lì e andare da lei a--- la voce di JJ lo distolse da quell'azione suicida e si voltò verso di lei, abbozzando un sorriso «Sì, decisamente. E pensare che sono certo che Ensor metterà il suo zampino in questo spettacolo stellare.» lo sussurrò alla ragazza mentre, affettuosamente, provò a cingerle le spalle in un mezzo abbraccio «Sei una scema, Whitemore.» lo disse con affetto, mentre le dava un bacio in testa semplicissimo, prima di lasciarla, qualora avesse voluto allontanarsi.
    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    Il potere logora chi non lo ha
    Valentina Vestrit
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    La mano avvolta dal lattice scivolò nella busta di plastica per raccogliere il cadavere del topo bianco. Con un rapido gesto Valentina lanciò quello che restava della creatura a Grappa, il suo gufo domestico. Il volatile afferrò il pasto a mezz'aria.
    "E ora posso andare" La strega aveva sempre trovato affascinante la dieta degli animali carnivori e, di rimando, anche quella degli onnivori. Memento mori: Il pesce piccolo finisce per soccombere al pesce più grande, sempre, crescere o soccombere. Un promemoria che le sarebbe stato utile per trovare le forze in quella serata: Non c'era nulla di peggio di una lezione dopo un pasto abbondante.
    O almeno questo valeva il più delle volte. La lezione di divinazione era riuscita a divertirla nonostante l'abbondante pasto che l'aveva preceduta. Eppure, questa volta, ad aspettarla vi erano le stelle e le stalle: Astronomia & Cura delle creature magiche.
    Fuggendo dal dormitorio venne abbracciata dalla notte mentre i suoi passi la portarono nei pressi della riserva. Ancora una volta era partita da sola e, ancora una volta, non se ne curò. La lezione del professore Olwen l'aveva stimolata e ora bramava azione. Delle volte è pericoloso sperare che un sogno diventi realtà perché anche gli incubi, sfortunatamente, sono sogni ma tutta quella calma l'aveva intorpidita e ora il suo corpo bramava il fuoco.
    In quella notte di Primavera di fuoco c'era ben poco. La luna dominava i cieli e lentamente cresceva, in una manciata di giorni avrebbe raggiunto il massimo splendore. Valentina vedeva nella luna una Fenice che alternava successo a disgrazia trovando sempre le forse di rinascere. Lei, però, si sarebbe potuta permettere solo la prima faccia delle medaglia. Per questo, sotto alla divisa e un abito leggero color rosso assoluto che le contornava la pelle come in un abbraccio, le sue gambe avanzavano rapide. La lezione sarebbe riuscita a farla crescere?
    Valentina adorò fin da subito quelle sfere luminose che la circondarono appena entrò nel cerchio delimitato dai due professori e dagli alunni. Il contrasto con il velo della notte era delicato ma piacevole. Inoltre si sentì al centro dell'attenzione e questo la fece sorridere.
    «Buonasera, professor Ensor» Sussurrò lei con un tono di voce che qualcuno avrebbe potuto definire mellifluo mentre il suo sopracciglio si curvava in modo sospetto. Fra un impegno e l'altro, la nostra giovane Valentina si era completamente dimenticata dell'assenza del professor Guymore.
    «Buonasera anche a lei, professor Salvatore» Questa volta le sue parole furono ancora più calde. Non riuscì a nascondere il piacere di pronunciare una parola dai toni italici.
    Dopo aver salutato i professori si voltò verso il resto degli alunni. Con un sorriso salutò i volti conosciuti nelle lezioni precedenti e dunque cercò un posto da cui avrebbe potuto assistere alla lezione senza disturbare nessuno. Valentina era alta e i comodi stivali che indossava per essere protetta dalla brina non l'avrebbero aiutata a rendere la lezione più piacevole al resto degli studenti.

    CITAZIONE
    Narrato
    «Parlato»
    "Pensato"
    "scritto"

    ✕ schema role by psiche
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Il professor Salvatore aveva chiesto a Erik di appendere in bacheca l'avviso per la sua prossima lezione e il giovane ametrino ubbidì senza nessun rimorso. Anzi sottolineo l'orario con un evidenziatore arancione l'orario e con uno viola la compresenza, così le informazioni più importanti risalteranno all'occhio! Fischiettò mentre dava vita al suo estro creativo, finendo poi col disegnare una manciata di stelle con un blu a matita e una fatina col viola. Fu in quel momento che Emma passava di lì e fu aggiornata in tempo reale sui dettagli di quella lezione, susseguendosi dunque all'invito riguardo l'andarci insieme.
    Il resto della giornata non fu caratterizzato da incontri o avvenimenti particolarmente interessanti, così dopo il grande banchetto in Sala Grande il moro tornò in camera per rilassarsi qualche istante per non dover patire poi la stanchezza. Socchiuse gli occhi, ma la vibrazione del suo magifonino lo spinse a balzare in piedi. Nessun messaggio, era la sveglia. Ok, è il momento di andare.
    Dopo essersi dato una rapida sistemata ai capelli raggiunse la Sala Comune e un sorriso smagliante si manifestò non appena Emma lo raggiunse. Ricambiò l'affettuoso abbraccio, aggiungendo anche un dolce bacio sulla guancia con cui salutava gli amici più intimi. Tutto bene, tu? Hai dormito? Ebbene sì, aveva notato la sua aria assonnata. Un pochino si sente dalla voce. Un occhiolino fugace e senza attendere oltre si avviò con lei in direzione della radura di Cura delle Creature Magiche.
    Secondo oggi tratteremo come gli animali cambino approccio in base alla notte o al giorno. Era possibile? Sì, ma forse il collegamento con Astronomia era un po' troppo forzato.
    Sentì un brivido quando la compagna gli fece notare come la luna fosse quasi piena e un sorriso sbilenco lo costrinse a distogliere immediatamente lo sguardo. Oh, sì, il cielo è fantastico questa sera. Incalzò, decisamente in maniera più impacciata del solito. Nelle montagne vicino casa mia c'è una radura mozzafiato in cui tutti gli anni a San Lorenzo vado per vedere le stelle cadenti. Se ti va di venire una volta a me fa piacere. Si immobilizzò. Il cielo era una favola, l'assenza di un buio opprimente a causa della luna rendeva tutto estremamente romantico e i loro discorsi si stavano facendo sempre più sereni quando di fronte a sé vide Daniele accompagnato dall'uomo più temibile di tutta Hidenstone: il perfido professor Ensor. Sì, è lui. Dici che ha ammazzato Guymoore per prendere la sua cattedra? Ovviamente non aveva idea di quanto potesse essere verosimile quella possibilità.
    Annuì quando Emma indicò un punto sulla panchina in cui sedersi, dopodiché salutò entrambi i docenti. Buonasera a entrambi. Professor Ensor, non sapevo ci fosse anche lei, altrimenti lo avrei specificato nell'avviso.
    Le sfere di luce vicino a ognuno di loro erano estremamente affascinanti e per un solo istante Erik - incapace di star fermo, diciamolo - provò a toccarne una. Sguainò la bacchetta solo quando udì un rumore strano provenire da sopra le loro teste. Di cosa si trattava? Erano in pericolo?
    Emma, non preoccuparti di Tortuna. Se dovesse provar a farti del male ti difenderò io, lo sai, vero? Rieccolo il sorriso tronfio del ragazzo che voleva far il paladino degli indifesi, non curante del fatto che se avesse ferito la strana puffola di Ensor probabilmente quest'ultimo si sarebbe vendicato con un qualcosa di ben peggiore della morte.



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    Adamas Vesper
    Studente | 17 anni

    La lezione congiunta di Astronomia e Cura delle Creature Magiche lo preoccupava non poco; forse era per il fatto che non era stato propriamente diligente nell’ultimo mese, o forse per il (pur poco) caffè che aveva bevuto per avere la mente vigile a quell’ora di sera. Adamas si sentiva quasi inquieto, quasi spaventato che qualcosa fuori dall’ordinario potesse accadere.
    Prese la bacchetta, com’era stato richiesto dall’annuncio della lezione, ma titubò un po’ sul da farsi; non era da lui non prendere appunti, e forse se ne sarebbe pentito il giorno dopo, ma portare un taccuino nella Riserva non era appropriato, oltre che contro le direttive del docente. E poi, come avrebbe potuto scrivere al buio? Tuttavia, le sue insicurezze prevalsero: strappò un paio di fogli da un quaderno di brutta e si portò dietro una bic Babbana. Mise quei piccoli averi clandestini in tasca, prima di uscire dalla Sala degli Ametrini.
    ‘Certo, le piume sono molto più eleganti… però non si può dire che i Babbani non abbiano un senso del pratico’; aveva scoperto più del previsto sul conto della comunità non magica, e molte loro trovate si erano rivelate adorabili. I fumetti, per esempio… anche se forse in quel caso parte del loro fascino si doveva a chi gli aveva aperto quel mondo.
    ‘Jesse…’
    Sembrava ormai lontano il giorno in cui gli aveva rivelato i suoi sentimenti, e nel mentre non avevano più parlato molto; tuttavia, come una brace sotto la cenere, bastava smuovere un poco la superficie per trovarli intatti e, soprattutto, ancora ardenti.
    Scuotendo la testa per non fermarsi troppo a rimuginare, allungò il passo per raggiungere la Riserva; sembrava che i prof fossero già arrivati. Anche se…
    ‘Cos’ha fatto il professor Guymoore ai capelli… oh, no!’
    “Buonasera, professori…”: apparentemente, c’era stato uno scambio di persona. Ensor si era presentato al posto di Guymoore, e Adamas non era certo entusiasta della cosa. Tuttavia, consapevole dell’asprezza di Brian e abituato a non esternare troppo i suoi sentimenti, fece buon viso a cattivo gioco, sedendosi a caso su una delle panchine.
    Ovviamente, casualmente vicino a Jesse.
    E Blake.
    Ricordava bene entrambe le discussioni, scolpite nella sua memoria fin troppo a fondo. E sicuramente nessuno meno di lui voleva trovarsi di fronte ad un confronto simile. Ma ormai era troppo tardi per alzarsi.
    “Ehm, ciao Jesse…”: avrebbe fissato il viso del biondo un po’ troppo a lungo, arrossendo ma con la speranza che la luce degli incantesimi non svelasse il suo rossore. Si riscosse, per salutare Blake, lanciandogli uno sguardo come a dire ‘Ti prego, non dire niente, fa’ finta di niente’.
    Anche se, conoscendo Blake, era altamente improbabile che quel gesto passasse in secondo piano.
    Fortunatamente fu salvato dal verso della Puffola Pigmea di Ensor.
    ‘Anche se… non ricordavo che le Puffole avessero delle ali… ed Ensor non mi sembra affatto un tipo da Puffole…’
    Con la scusa di guardare la creatura cercò di evitare lo sguardo di Jesse, pur sapendo che sarebbe bastato un nonnulla per riscuoterlo.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Blake Barnes Jesse Lighthouse
     
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Luna e stelle facevan le notti più belle rispendendo lassù, ma in fondo a Jesse bastava Blake "Ma no dai, ci divertiremo. E poi uscire la sera è sempre divertente" propose lui, senza esitazione, sistemandosi meglio il cravattino e prendendo il proprio zaino, tutto saltellante "E poi ci sarà il prof Guymore: sarà sicuramente qualcosa di figo!"
    Se già si poteva definire fuori come un balcone Jesse per essersi affezionato Blake, fino a star bene anche per il semplice fatto di averlo vicino, come mai si sarebbe dovuto definirlo alla luce del fatto che non vedesse l'ora di vedere una lince paranoide come Dean?
    Forse ormai gli insulti per Jesse si sprecavano, sicché la coppia che scoppia si avviò verso la Riserva, con un Barnes sulla difensiva e sollevato di non dover puntare al cielo ed un Jesse ai limiti del saltellante felice di tutto 'Magari posso anche chiedere al prof se mi può dare un appuntamento: ultimamente è molto occupato ma ci terrei ad un'ultima sessione con lui prima degli esami...'
    Giugno si stava avvicinando, ma per giungerci vivi era necessario superare maggio, cosa non proprio agevole, visto che Blake sembrava diventato una cassa di nitroglicerina a seguito del diniego alla sua presenza presso la festa dell'anno, a Dubai, in onore di suo fratello "Che dici al ritorno proviamo a vedere se riusciamo a sgraffignare qualche dolce in sala da tè?" propose lui, fischiettando, cercando di essere attivo e propositivo per l'amico, cercando di gestirne la rabbia.
    "Direi che ci siamo" i due passeggiarono felici e contenti senza parabatai, fidanzati ed aspiranti tali (o aspiranti e basta (?)) fino a giungere a destinazione, ove Jesse però rimase paralizzato "Che ci fa lui qui?" e lui, ovviamente, non poteva che essere la creatura magica e non più feroce della scuola, e probabilmente di tutta la Gran Bretagna: Brian Ensor.
    "Buonasera..." il ragazzo pigolò un saluto in risposta alle parole di Blake, quindi, a capo chino, quasi incapace di staccare gli occhi dal docente di Difesa, si avviò verso una panchina con l'amico, cui si tenne stretto stretto, posando a terra lo zaino ed osservando le piacevoli sfere luminose evocate dal docente, che però parevano essere invise al docente di DCAO.
    Blake ne chiese la ragione e Jesse lo osservò curioso riflettendoci sopra a sua volta, giungendo alla conclusione che potesse essere un modo per evitare che il buio causasse incidenti o comunque situazioni imbarazzanti. Tipo sedersi per caso vicino alla propria crush nel mentre era col suo gelosissimo, bellissimo e rabbiosissimo migliore amico, vero, Adamas?
    E invece così non era stato "Uh ehm, ciao... Adamas..." esclamò lui, sobbalzando, ma poi aprendo un timido ed imbarazzato sorriso, anche se ben presto sbiancò, volgendosi verso il suo migliore amico "E ehm, ciao Blake..."
    Cosa intendeva dire con quel saluto Jesse, e perché aveva anche alzato timidamente la mano? Ah, saperlo! Probabilmente il giovane aveva solo paura di infastidire o far sentire messo da parte l'amico o che questi potesse comunque rifarsi sul moretto, soprattutto visto che Lilith pareva avere il ciclo, o comunque avesse patito il fatto di sorprendere il suo bello lontano da lei.
    Chi forse stava patendo quantomeno le luci era la dolce e tenera puffola pigmea di Brian, la quale si palesò con un verso che metteva una certa nostalgia di Teenwolf, facendo poi sì che una delle tante luci illuminasse la curiosa e bizzarra creatura, sicuramente frutto della corruzione oscura dell'uomo "Mai avuta una puffola, ma... non vi pare strana?" chiese lui, sgranando gli occhi al sussurro dell'amico "Sì ecco... diciamo che hanno lo stesso sguardo letale..." pigolò lui, lanciando solo un breve sguardo al docente, tornando poi a soppesare la creatura 'Sì, insomma è carina, ma boh, sembra... OH NO E' CARINA!' e fu così che il prefetto si ritrovò in piedi guardandosi intorno disperatamente fino ad individuare la persona più importante della sua vita (insieme a Blake e Adamas, ovviamente (?)): Erik.
    Lo cercò freneticamente, infilando anche una mano sotto i suoi vestiti non tanto per far apprezzare i suoi addominali col favore della luna ad Adamas, quanto per cercare la propria runa parabatai ed assicurarsi che il suo amico non si fosse già ucciso contro quella dolce e letale creatura 'Grazie a Dio!' quando il castano avvistò l'amico sospirò: era con Emma e i due stavano solo parlando.
    Lo salutò con un gesto della mano e poi tornò a sedersi, sistemandosi poi i vestiti "Scusate se sono schizzato... in piedi intendo ecco" propose lui, dicendo più gaffe che parole "Solo quello sì... ecco... mi sono solo preoccupato che ehm Erik potesse volerla accarezzare... sì, insomma, lo sapete come è fatto: vede i colori e ciao a tutto e tutti... solo che ehm... sì ecco... diciamo che volevo solo essere sicuro" propose lui, deglutendo almeno due volte a secco ed osservando alternativamente i due, sempre più agitato 'Ok... ok... sarà una serata lunga... molto lunga!' e nera, nel caso Brian avesse spento le luci di Daniele.
    Quindi dedicata ad Adamas! (?)
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    Ayla Holmes
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    Ayla adorava Cura delle Creature Magiche. Poteva dire che fosse la sua materia preferita in assoluto.
    Ayla aveva amato fin da piccola gli animali, di tutti i tipi, o quasi, e con Cura delle Creature Magiche era stato amore a prima vista. Le creature che più preferiva? Sicuramente gli Snasi! Erano così carini e dolci! Anche se un po' cleptomani, e lei doveva fare molta attenzione con tutti i gioielli che collazionava, ma le sarebbe piaciuto molto averne uno. Fosse stato per lei, avrebbe avuto un intero zoo, ma purtroppo non le era possibile.
    Ma quella lezione combinata di Cura e Astronomia le sembrava un po' strana... non riusciva a capire cosa c'entrassero l'una con l'altra. Chissà, magari avrebbero studiato una particolare creatura notturna! Non vedeva l'ora!


    La prima volta in cui era uscita di notte dal castello era stata anche l'ultima, non si era più azzardata a farlo, anche perché aveva sviluppato una particolare paura del buio che mai aveva provato prima e a malapena usciva la testa da sotto le coperte la notte, figuriamoci se avesse avuto il coraggio di uscire addirittura dal castello!
    Ma quella sera uscì abbastanza tranquillamente per raggiungere la Riserva, seguita dall'alto da Belle, il suo gufo, che aveva fatto uscire poco prima dalla finestra. Quelli erano gli orari in cui Belle usciva a caccia, per poi tornare la mattina dopo quando Ayla si alzava per andare a lezione. Avevano degli orari ben precisi e Belle li rispettava sempre, era un gufo molto intelligente. Ayla aveva pensato anche di portare Pixie con sé ma poi ci aveva ripensato, non sapeva cosa avrebbero studiato, magari qualche creatura pericolosa per la cricetina, ma soprattutto era pur sempre una lezione e probabilmente non le era permesso portarla con sé, come se fosse stata una qualunque lezione in aula.
    Arrivata alla Radura, salutò tanto per iniziare i professori.
    Buonasera professori.
    Si stupì di trovare lì Ensor.
    Ayla non era tra quelle persone che avevano paura di lui, ma non poteva neanche dire che fosse il suo insegnante preferito. Insomma, lo trovava troppo severo, per non parlare del fatto che lei era negata in Difesa Contro le Arti Oscure, e non era di certo tra le sue materie preferite.


    Erano già arrivate diverse persone, ma era ancora in tempo, così prese posto un po' in disparte rispetto agli altri, come suo solito.
    Era Maggio, le temperature iniziavano a salire, la serata era molto bella e tranquilla e Ayla aveva portato dietro di sé solo una giacchetta leggera, oltre ovviamente alla bacchetta, in caso avesse avuto freddo ma credeva non ce ne sarebbe stato bisogno.
    Si guardò un po' attorno per vedere chi fosse presente: riconobbe Erik, seduto su una panchina con una loro compagna che conosceva solo di vista e lo salutò con un cenno, lo stesso fece con Lilith e Blake, ma non si avvicinò a nessuno di loro.
    Solo quando il professor Ensor accennò alla sua Puffola Ayla la notò finalmente e, mentre molti studenti rimasero straniti, lei si illuminò improvvisamente.
    Non ne aveva mai vista una simile ma la cosa, invece che spaventarla, la incuriosiva soltando.
    Che carina... Certo, forse "carina" non era assolutamente l'aggettivo giusto, ma Ayla era così, lei trovava "carino" qualunque tipo di animale o quasi, quindi non c'era da stupirsi che stesse guardando quella creatura con un sorriso a trentadue denti.

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    Howard H. Van Leeuwen
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    L’idea di affrontare una lezione congiunta era molto stimolante per Howard: avrebbe imparato sicuramente come coniugare due diverse branche della magia tra di loro, e questo avrebbe potuto accrescere enormemente il suo bagaglio culturale. Sì, quello che aveva pensato immediatamente non era tanto il poter uscire di sera, perché alla fine era un ragazzo che preferiva rimanere sui libri fino a mezzanotte piuttosto che un paio di drink con gli amici, ma si era focalizzato sul fatto che quella lezione sarebbe davvero potuta essere interessante sotto moltissimi punti di vista. Chiaramente avrebbe indossato la divisa e si sarebbe preparato come al solito, cercando dunque di sistemarsi per bene e di rinvigorire il proprio ciuffo con qualche lieve spruzzo di lacca, così da renderlo bello alto e vaporoso, evitando quella caratteristica untuosità data dal gel per capelli.
    Era stato detto ai ragazzi di non portare con loro nulla ad eccezione della bacchetta, e così fece Howard: per una volta non avrebbe preso appunti riguardo ad eventuali spiegazioni, ma sarebbe sicuramente stato attentissimo come era suo solito fare, essendo un secchioncino da combattimento, eventualmente approfondendo gli argomenti trattati in un secondo momento. Credeva molto nelle capacità dei professori, quindi spesso segnava ogni singola parola da loro proferita, ma comunque avrebbe chiaramente apprezzato qualsiasi cosa fosse stata preparata per loro. L’Astronomia era una materia che lo affascinava oltremodo: conoscere le stelle, i misteri del cosmo, l’influenza degli altri sulla magia, tutte queste cose che rendevano un mago chiaramente più consapevole dei fattori che riguardavano la sua vita e che, spesso, erano influenzati da cose che nessuno avrebbe osato immaginare. Cura delle Creature Magiche lo rendeva spesso interessato, perché comunque credeva che conoscere gli abitanti dell’altra ‘fetta’ della biosfera fosse importante, anche se aveva sempre paura di non riuscire a dare il meglio di sé. Aveva la determinazione necessaria per fare tutto, questo se lo riconosceva, ma alle volte sentiva quasi di essere inadatto al contesto: si sentiva perso, solo, spaesato, come se non fosse parte di un’unica unità, ma fosse un piccolo atomo lasciato vagare liberamente nell’aria. Era forse quella instabilità che lo spingeva a trovare la realtà e la conoscenza? Era forse quel suo vivere a metà che lo portava a credere fermamente nei libri, nella cultura e nel sapere?
    La mano fu passata per l’ultima volta nel ciuffo, e subito dopo, non appena si diede uno sguardo allo specchio per controllare eventuali difetti, prese a dirigersi alla radura. Ebbe premura di non disturbare eventuali persone che riposavano nel dormitorio, scendendo abilmente le scale dell’accademia e percorrendo i lunghi e larghi corridoi, talvolta incontrando anche qualche compagno di corso al quale avrebbe rivolto sicuramente un sorriso. Alla fine erano passati tanti mesi, era quasi la fine dell’anno scolastico, ed aveva anche iniziato ad allargare il cerchio delle proprie amicizie, sebbene non avesse ancora stretto dei grandissimi legami. Non vedeva l’ora di vedere i suoi due professori di quelle materie, difatti la sua velocità iniziò ad aumentare considerevolmente nel momento in cui si avvicinò alla radura. Da lontano, però, non sembrava scorgere la figura di Guymoore… O comunque, la zona era illuminata, e difficilmente non avrebbe riconosciuto quell’uomo che, dopotutto, a suo personale gusto era il più sexy tra i docenti. Rallentò appena quando, assieme a Daniele, scorse la presenza di Ensor; rimase qualche secondo fermo, fissando i due professori con il suo solito sorrisino delicato e dolce, strozzando successivamente un saluto. “Buonasera, professori.” E poi guardò la scolaresca, cercando qualche sua conoscenza. Il fatto che ci fosse Ensor lo aveva fatto rimanere perplesso, specie perché il volto del docente illuminato dalle sole sfere luminose lo rendeva ancora più inquietante del solito, ma Howard avrebbe comunque deciso di non far notare di essere abbastanza sbigottito, mostrando invece la dentatura bianca nel suo sorriso più grande e caloroso. Intrufolatosi nella folla di studenti, dunque, si avvicinò a Jessica e la salutò con un rapido abbraccino coccoloso, di quelli teneri in stile Howard, prendendo successivamente a parlare con lei. “Jessiiiiiiie! Come stai? Come sta Alex?” E, se ci fosse riuscito, avrebbe sicuramente rivolto un saluto anche alla sua cara amica Emma, con la quale aveva avuto modo di stringere un rapporto più profondo solo nell’ultimo mese per via del compito di Rune Antiche.
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