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.Quando guardava Joshua, rivedeva loro due al primo anno in quella stanza delle necessità. Quante cose erano cambiate nel frattempo, a partire da quello che da lì a poco sarebbe successo tra lei e Blake, poi l'Halloween e via dicendo un mucchio di altre cose che avevano portato i due a ritrovarsi a quel ballo, soli come quando si erano incontrati in quella stanza, l'unica differenza e che ora entrambi avevano un po' più di consapevolezza di loro stessi, o almeno, così credeva Lilith facendo un autoanalisi.
L'arrivo di Joshua al ballo, non accompagnato, non era rientrato sicuramente nei suoi programmi, infatti l'ametrino l'aveva decisamente presa in contropiede con quella sua apparizione e quel sorriso che un pochino l'era mancato, doveva ammetterlo. Sul volto di Joshua aveva sempre letto tranquillità, come se non ci fosse nulla a preoccuparlo, nonostante avesse già ben altri problemi. Non si accorse che seguì il suo sguardo, verso il primino, non badando che anche lui avesse qualcuno da osservare in quella scenetta che aveva mille domande a riguardo. Quel trio non sembrava per niente omogeneo e dovette ammettere che preferiva di gran lunga pensare che Kwon fosse in dolce compagnia di Andor, piuttosto che di quella ragazzina rossa. Ma dovette darsi una scrollata ai pensieri, quando le parole di Joshua la riportarono alla realtà.
Scrollò le spalle, con un sorriso emblematico sul volto, nascondendovi dietro la sua poca voglia di rimanere realmente a quel ballo con una maestria degna della sua natura metamorpha. Sussultò quella domanda, come se Joshua avesse trovato il punto in cui far entrare il proprio stiletto e le avesse concesso un taglio dolce, di quelli che non vedi quando fai, ma senti successivamente.
Ingoiò a vuoto, quindi afferrò l'interno della guancia tra i denti, stringendo appena, mentre la coda dell'occhio sfuggiva nuovamente sull'opale, giusto quel poco che bastava per vederlo continuare in quella conversazione. Fu un attimo fulmineo, prima di concentrarsi di nuovo sull'ametrino.
«Nessuno degno del mio saluto, al momento.»
Se Joshua voleva capire quanto ancora fosse tagliente la lingua della Caposcuola, quella fu una delle piccole dimostrazioni che era in parte rimasta la solita piccola vipera di cui si parlava nei corridoi scolastici. E il suo sorriso si trasformò in un ghigno, mentre sollevava il nasino snob verso l'alto, guardando l'amico di sottecchi.
Abbassò il mento saccente solo quando quel cambio di argomento riprese una piega meno invasiva. O si fa per dire.
Allargò appena le labbra, con esse anche le iridi celesti quando lui le si avvicinò per confessarle che sapeva. Sussultò e per quanto avesse ben chiara quale fosse la posizione sua e del prefetto degli Opal, sentirlo dire ancora una volta da qualcuno, faceva un certo effetto.
Arricciò le labbra, ricacciando indietro un senso di nausea.
«Vedo che le notizie importanti giungono sempre per prime.»
Quindi avrebbe fatto un passo avanti per giungere all'orecchio sinistro dell'altro, se glielo avesse concesso.
«E' per questo che non hai avuto timore ad avvicinarmi?»
Lo punzecchiò appena, nascondendo in quella frase una domanda ben più implicita: dov'era realmente la dama di Joshua, ora che era tornato? Si guardò attorno anche lei, scivolando di nuovo su quella scena che le disturbava lo stomaco, quindi si trovò stranita e sorpresa per quell'ammissione. Trattenne una risata, stringendo le proprie labbra colorate di rosso.
«Il fatto che tu sia qui a parlarne, vuol dire che non ti ha rotto nessun naso. Giusto?»
Il dorso della mano andò a coprire le labbra, cercando di non mostrare quel sorriso compiaciuto dall'idea che Joshua pensasse che Blake fosse uno stronzo per non aver proseguito la loro storia. Loro erano stati la perfezione insieme, ed ora, che fine avevano fatto?
Sollevò un sopracciglio, con un angolo delle labbra che si fletteva in un sorriso sostenuto. Si umettò le labbra, trovandosi a sorridere più del dovuto, calando lo sguardo prima su di lui, poi sui suoi stessi piedi.
«Direi che da donna emancipata quale sono, posso sicuramente permettermi di decidere quale sia il mio cavaliere per il primo ballo.»
Disse, afferrando il bracco dell'altro, cingendolo con delicatezza. Si sarebbe fatta portare in pista, senza lasciarsi coinvolgere da niente se non dalla presenza dell'Evans, che riusciva ad avere sempre una calamitante presa.
«Si torna sempre dove si è stati bene, vero Evans?»
Gli suggerì in riferimento alla scuola o forse a quel loro riavvicinamento momentaneo che aveva un qualcosa di tranquillizzante.Lilith Clarke"La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati."Dioptase, Caposcuola"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Emma non era mai stata ad un ballo. Figurarsi con qualcuno che l'accompagnasse. No, ricominciamo daccapo.
Emma odiava profondamente il suo migliore amico. Odiava profondamente Nathan Parker King. Perché? Beh, l'aveva spinta a sconfiggere le sue insicurezze, a dimostrare al mondo che non era solamente lo scricciolo fragile che chiunque credesse, che fosse una ragazzina forte e determinata, che non aveva bisogno di nessuno per brillare. E questo implicava anche sceglierle un vestito che, di sua spontanea volontà, non avrebbe mai e poi mai indossato.
Il vestito in questione era color panna e, secondo l'altro, riusciva finalmente a valorizzare il suo corpo. Come se il suo cavaliere se ne intendesse di queste cose. Ricordava di aver sbuffato ma di essersi arresa alla minaccia del niente più coccole, quindi aveva dovuto per forza di cose, indossare il vestito da lui scelto. Era così lungo che accarezzava il pavimento sebbene indossasse un paio di scarpe col tacco -che, per la cronaca, non era sicura di saper indossare-. Aveva un profondo spacco sul lato sinistro, che le risaliva fino alla coscia. Nel complesso, il vestito lasciava molta più pelle scoperta di quella che fosse abituata a mostrare.
Nemmeno per l'acconciatura era riuscita a rimanere nella sua comfort zone, infatti si era legata i capelli in un crocchia dietro la testa, lasciando giusto due ciuffi a pioverle ai lati del viso.
Almeno per quanto riguardava il trucco, era riuscita ad ottenere qualcosa di abbastanza leggero, sebbene fosse molto di più di quel che si metteva di solito.
Gli mandò una foto per intero del suo corpo addobbato per la festa, siccome lei era nel suo dormitorio sola soletta. Vado bene così? Scrisse, prima di mettere il telefono in una borsetta della stessa tonalità del vestito.
Uscì poi dalla porta e guardò la tromba delle scale come un pericolosissimo nemico da affrontare. Era in imbarazzo ad uscire in quel modo, visto che era completamente diverso da ciò che si metteva sempre.
Si decise a muoversi solamente quando sentì delle voci che riconobbe: Erik e Lucas. Con cautela e rischiando di inciampare ad ogni passo, riuscì a raggiungere la Sala Comune, avvicinandosi ai due ragazzi, le guance arrossate dall'imbarazzo, così come non lo erano mai state.
Ehi... salutò entrambi, sgusciando affianco ad Erik, riservandogli uno dei suoi due sorrisoni. Ehm... come sto? Chiese loro, facendo una lenta giravolta su se stessa per mostrare loro l'abito completo. Dopodiché, abbassò il braccio per cercare la mano di Erik. Lo adorava, era uno degli amici al quale voleva più bene e sentire il calore delle sue dita, le infondeva un po' più forza per affrontare la serata. Poi i suoi occhi si posarono su Lucas. Sorrise anche a lui. Credo tu ti sia dimenticato qualcosa ridacchiò, riferendosi al cappellino ed allungando una mano per scompigliargli -o sistemargli, come era sicura lei- i capelli, annuendo quando fu soddisfatta del risultato. Non c'è che dire, così stai molto meglio. Approvò sollevando entrambi i pollici, prima di lasciarlo andare dalla sua dama. Quindi tornò a rivolgersi ad Erik. Penso che possiamo andare... sei pronto? Gli sussurrò, sollevandosi in punta di piedi per raggiungere il suo orecchio. Avrebbe aspettato e sgridato Nathan direttamente al ballo.Emma Lewis
AmetrinII AnnoEterosessualecode by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Insulta mentalmente Nathan Parker King e gli manda un messaggio.
Scende in Sala Comune ed interagisce con Erik Foster e Lucas Jughed Jones. -
.Erano giorni che si preparava per quell'evento. No, non giorni... settimane. Aveva accuratamente scelto il vestito assieme alla Clarke in una serata di strane confidenze, scartandone veramente tantissimi prima di arrivare al risultato che le soddisfacesse. Era stata una serata strana, tuttavia sentiva che finalmente ogni residuo della barriera che così a lungo l'aveva divisa da Lilith, era finalmente crollato.
Avevano optato per un abito giallo giusto perché a Jessica non era mai piaciuto attirare l'attenzione degli altri. E per rafforzare il concetto, aveva scelto delle scarpe dello stesso colore ma di una sfumatura un po' più tenue, come se questo sarebbe bastato a smorzare il tutto.
Passò almeno un'ora e mezza davanti allo specchio, dopo essersi fatta una doccia lunga altrettanto, perché fosse tutto perfetto.
Anche l'anno scorso aveva aspettato con ansia il ballo, ma di sicuro non come quest'anno. Aveva la sensazione che, nel apparentemente lontano 2019, Jesse l'avesse invitata solamente per cortesia o per pietà, quindi -per quanto gli fosse grata- non era stato un vero invito. Ma quest'anno era diverso e Lucas aveva fatto le cose in grande, non voleva deluderlo prendendo alla leggera l'evento.
Al polso, aveva saldamente agganciato il bracciale che le aveva regalato, gemello di quello che aveva anche Alex.
A proposito del bambino, lui era seduto a terra poco più in là con degli insulsi soldatini, insignificante regalo dello zio, tutto bardato nella sua tutina, regalo di Joshua ed Elisabeth per il suo primissimo Natale, mentre avvolta attorno alle spalle, aveva la coperta con gli orsacchiotti che gli aveva regalato Adamas.
Pono un pupereroe mamma! Aveva iniziato a saltellare per la stanza -anche se piuttosto impacciato- portandosi appresso la coperta a mo' di mantello. Era dannatamente adorabile... e pensare che aveva meditato più volte di darlo in adozione. In quel momento, non sapeva come avrebbe fatto a separarsene, se avesse dovuto.
Comunque, dopo avergli scompigliato i ciuffi biondi, tornò a guardarsi allo specchio per meditare su come fosse meglio acconciare i capelli. Ma alla fine, dopo svariati minuti, decise che sarebbe stato meglio lasciarli naturali, quindi si limitò a pettinarseli e lasciare che ricadessero leggeri sulle spalle, solleticandole la pelle nuda. Per concludere in bellezza il proprio outfit, indossò un pendente in argento con una graziosa radice in rubino, regalo di Jesse di qualche anno prima.
Solo dopo quella che le sembrò un'eternità, fu finalmente pronta per uscire dalla propria Sala Comune. La maggior parte delle sue compagne era già uscita, compresa Gyll -strano ma vero-, mentre poche altre si attardavano ancora nei preparativi, forse per conquistare qualche accompagnatore oppure per far pentire qualcun altro di non averle invitate... ma non era affar suo, visto che il suo cavaliere ce lo aveva.
Non indossava i tacchi da un po' ma nonostante ciò, non aveva perso il suo portamento elegante ed uscì anche dalla Sala Comune, trovandosi ben presto nel corridoio invaso di spifferi e per un solo attimo, si pentì di non essersi preso una giacca.
PUCAS!
Il bambino individuò l'altro prima di lei, correndogli incontro e cingendogli entrambe le gambe con le sue braccine esili. Jessica sorrise a quella scenetta ed incrociò lo sguardo con quello del Jones, avvicinandosi teatralmente, osservandolo da capo a piedi. Il fatto che tu non abbia il cappellino è più o meno una dichiarazione d'amore, Lu ridacchiò, notando piacevolmente quanto si fosse sforzato di essere elegante. Perdona il ritardo, volevo che ogni dettaglio fosse perfetto. Come te. Stai bene in quell'abito, dovresti indossarlo più spesso. Si avvicinò a lui quel tanto che bastava per concedergli un veloce bacio a fior di labbra e non di più, laddove tutti avrebbero potuto vederli.Jessica Whitemore
Black OpalIV AnnoBisexcode by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Lucas e si ferma fuori dalla sua Sala Comune. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Sopperisce al capitombolo con Joo-Hyuk, e poi riprova a pattinare con lui perché barcolla ma non molla..
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.AIDAN HARGRAVESBeh, da una prima stima mio caro ragazzo
Dovresti convenire che Tu sei pazzo, mica Van Gogh!Code ©#fishbone“Camicia a fiori abbottonata. La giacca la lascio aperta che tanto poi me la levo perché morirò di caldo. Pantaloni messi, scarpe pure. Direi che posso andare, no?”
Il dioptase, come al solito si guardava allo specchio, cercando di mettere al proprio posto una ciocca di capelli ribelle, che aveva voglia di restare tranquillo davanti all'occhio destro. Nemmeno la pozione farebbe miracoli, ai suoi capelli. Alla fine, infatti decise di lasciar perdere quel ciuffo davanti agli occhi. “La prossima volta mi faccio pelato.” intanto il mezzo kneazle, a cui Aidan non aveva ancora dato un nome, gli si strusciava tra le gambe. “Sì, coso. Il tuo cibo te l'ho messo nella ciotola. Non lo vedi?” Un sonoro 'frrr' gli fece capire che non aveva fame. “Cosa c'è?” Aidan si accovacciò, avvicinando il dorso della mano al suo muso. Lui, di tutta risposta, gli si strusciò senza pietà. “Non dirmi che vuoi venire al ballo anche tu? Vuoi fare il terzo incomodo tra me ed Aibi?” Sorrise divertito e gli accarezzò la testa. “Vai a scorrazzare in giro per la scuola. Magari trovi qualche mezza kneazle o magari una gatta.”
Il magifelino(?) decise infine di lasciarlo stare e scorrazzò verso l'uscita del dormitorio. “Vabbè mi sa che posso andare.”
Prese il cellulare dal letto ed inviò un messaggio ad Aibileen.CITAZIONE'Milady, il vostro principe sta per arrivare nella vostra dimora. Vi aspetta fuori dall'ingresso del vostro dormitorio.
(Ridicolo parlare di me in terza persona e definirmi principe, vero? Comunque, fra pochi minuti sono da te, tesoro. Ti aspetto fuori)'
ed inviò il messaggio. Quindi mise il cellulare in tasca e uscì, dirigendosi verso la sala comune degli ametrin.
Attese lì la compagna ed al suo arrivo avrebbe fatto un sorriso ad Aibileen, facendole ovviamente i complimenti per come si era vestita per quell'evento.
Arrivati in sala grande, mano nella mano con Aibileen, Aidan rimase a bocca aperta per come era stata decorata. “Woow...La preside ovviamente non ha badato a spese. Spero solo che non abbia deciso di creare delle palle di natale esplosive. Però, bello eh? Dove vuoi andare, prima di tutto? Avrei intenzione di vedere e provare tutto quello che c'è. Il pattinaggio sarebbe divertente, soprattutto perché non so andare sui pattini. Però...”
Diede un'occhiata al tavolo delle bevande, rimanendone deluso. “Non hanno messo gli alcolici nel nostro tavolo! Non è giusto!”
Poi guardò la gente che era già arrivata e con un gesto della mano rivolse un saluto a tutti quelli che aveva riconosciuto. Erano davvero troppi (Ed il player è troppo pigro per farlo interagire con uno di loro), quindi si sarebbe limitato ad un saluto.
Bene, la sua entrata l'aveva fatta. Ora bisognava capire cosa avessero voglia di fare i due signorini.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Aibileen Beatrix e saluta tutti quelli che riconosce. -
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Deva L. Lestrange.
User deleted
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.Tic. Tac. Tic. Tac.
Sentiva le lancette del suo rolex al polso sinistro che risuonavano fin dentro il vuoto del suo petto. Meno male, doveva ammettere che almeno riusciva a regolarizzare il battito del proprio in quella attesa estenuante che era diventato il tempo in cui Regina non si degnava a scendere dalla scalinata del suo dormitorio.
Socchiuse gli occhi, cercando di respirare a ritmo di quel ticchettare che altrimenti gli avrebbe dato fastidio in situazioni diverse, oggi, invece, si stava ritrovando a ringraziare che esistesse, come se fosse la cosa più rilassante che potesse tenerlo con i piedi a terra, senza che morisse dalla paura di non essere all'altezza, o che Regina lo bucasse per... Blake?
Non aveva portato con sé nemmeno il telefono, non aveva la minima intenzione di pensare a squilli, messaggi, tag e quant'altro: oggi si sarebbe dedicato solo ed esclusivamente a lei. Era la loro serata speciale e avrebbe fatto di tutto per fargliela ricordare per sempre, sperando che sarebbe stato anche il loro debutto come coppia in quella mandria di assatanati che erano i suoi compagni di scuola, ma questo era un altro conto.
Vide una ragazzina del primo anno affacciarsi alle scale, con il suo vestitino rosa confetto e a vederlo arrossì, portandosi le mani in volto. Era abituato a quel tipo di reazione, ma quel giorno - stranamente - reagì con un sorriso abbozzato, stretto tra le labbra, quasi come se non riuscisse nemmeno a pensare di poter essere il solito farfallone, nemmeno per l'anticamera del cervello. La ragazzina iniziò a scendere il primo scalino, reggendo con una mano lo scorrimano e con l'altra il proprio vestito. Sembravano tremarle le gambe, mentre lo guardava come se fosse diretta verso lui. Il riccio si guardò attorno, non c'era nessun altro effettivamente alle scale se non lui, che avesse frainteso? Era intento a sollevare lo sguardo e chiarire la situazione, quando alle spalle della ragazzina-caramella, lo spettacolo si mostrò ai suoi occhi.
Julian sgranò gli occhi, schiudendo la bocca per un breve istante, mentre sulle sue labbra si apriva lentamente un sorriso completamente perso. La ragazza-caramella non aveva capito assolutamente niente, quindi sembrò quasi gonfiarsi come un pavone, pensando che fosse per lei quel sorriso e quello stupore.
«Meravigliosa...»
Soffiò lentamente dalle proprie labbra, creando ancora più confusione nella ragazzina, che ancora credeva fosse per lei. Julian, invece, non aveva occhi che per Regina. Puntò il suo cupo sguardo su di lei e con una falcata cercò di arrivare a metà della scalinata, affiancando la ragazza-caramella, che - come risvegliata dal suo sonno profondo - si girò dietro a vedere verso chi era teso il braccio di Julian, che nel mentre si era preoccupato di afferrare la mano della sua dama. In quel frangente brevissimo, l'altra inciampò tra i suoi piedi e nonostante fosse accanto al riccio, questo non la vide minimamente, preso com'era da quella che era la musa della sua vita.
Si preoccupò di infilarle la coroncina in capo, con una dolcezza disarmante, rendendola ancora più preziosa, mentre il suo ghigno caratteristico non abbandonava le sue labbra mentre la sentiva farsi domande che per lui erano inutili. Quindi, dalla sua altezza, si abbassò al suo orecchio.
«Io saprò sempre tutto di te, Beauvais.»
Le sussurrò con un leggero tocco di lussuria, come se volesse provocarle dei brividi. Quindi la mise sotto il proprio braccio e la fece passare, ignorando ancora una volta la bimba-caramella e scivolando fuori dalla sala comune.
Una volta davanti la Sala Grande, Julian guardò Regina con la coda dell'occhio.
«Quando vuoi andare, andiamo. Io sono qui per te, per nessun altro... »
Quindi avrebbe atteso lei e avrebbe mosso un passo nella sala, aprendo la vista sugli addobbi.
«Apperò! Fanno le cose in grande stile anche qui... cosa vuoi fare per prima cosa, Rey? Ti strabatto ad una sfida di pattinaggio o preferisci concedermi il primo ballo?»
Guardò poi l'albero di Natale, notando come in molti usavano quelle sfere per fare una loro foto.
Julian sussultò, quindi tentò di far scivolare la mano verso le dita dell'altra, afferrandola e trascinandola all'albero.
«Foto del ballo?»
Prese una pallina e la mostrò a lei. La loro prima foto del loro ballo ad Hidenstone.Julian Miller"Light my fire."Studente, II anno - Dioptase"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Incredibile.
Aveva pensato mille volte qualcosa come: "Non sono mai stato nervoso come oggi", ma quell'occasione le batteva tutte. A mani basse.
Il ballo scolastico. Non ci voleva andare, aveva odiato l'idea. L'unica persona con la quale avrebbe voluto andarci, era a milioni di satelliti lontana da lui. Il loro litigio era stato fresco nella sua memoria per giorni interi, come il motivo per il quale era scaturito. Ma adesso... si stava realmente preparando per andarci e ci sarebbe andato proprio con la ragazza più bella dell'intera Accademia: Elisabeth.
E questo era possibile, in parte, anche grazie al Miller, con il quale si stava preparando.
Era lui che gli aveva concesso la chiave di quella stanza d'hotel, nonché la sua American Express e, come se non bastasse, gli aveva fatto trovare sul letto un gioiello da donare all'opalina. Quasi non ci credeva, davvero. Mark, che era stato il suo migliore amico fin quando non aveva scoperto cos'aveva fatto a Mia, non aveva mai fatto niente di tutto quello, limitandosi ad essere fastidiosamente volgare, talmente tanto da superare persino i livelli suoi e di Julian messi insieme. Da quando aveva conosciuto l'altro Dioptase, aveva iniziato a pensare che quella con Mark non fosse stata una vera amicizia ma solamente un rapporto spinto dall'inerzia e dal fatto che i loro genitori si conoscessero da svariati anni. Non avevano proprio nulla in comune, forse tranne il fatto di aver ferito Mia. Una piccola scheggia di risentimento gli bruciò la bocca dello stomaco, prima che potesse scacciarla.
Volse lo sguardo verso il riccio.
Spero non ce ne sia bisogno bro. Questa serata deve essere perfetta sia per Elisabeth che per Regina, non dobbiamo combinare casini. Finalmente entrambi stavano navigando nella direzione giusta, verso le ragazze che avevano loro rapito il cuore, ma il disastro era sempre dietro l'angolo, soprattutto per due coppie imprevedibili come lo erano loro quattro. Avrebbero potuto fare un sacco di uscite di coppia, sarebbe stato divertente. Con un sobbalzo, si rese conto di star parlando esattamente come avrebbe fatto la Freeman. Quella dannata biondina continuava a tornargli in testa, forse era proprio il senso di colpa a parlare. Cercò ufficialmente di non pensarci più.
Ormai aveva chiuso fino all'ultimo bottone della camicia, quando aveva sentito la voce di Julian giungergli all'orecchio come ovattata, preso com'era dalle proprie preoccupazioni su come sarebbe andata la serata. Come l'altro, nemmeno lui era un maestro del ballo ma ci avrebbe provato per Elisabeth. Avrebbe provato a fare qualsiasi cosa per Elisabeth, persino adottare un gattino o dormire ogni notte con un peluche rosa.
E questa suppongo sia tua ridacchiò in risposta, specchiando i suoi movimenti e sbottonandola, scambiandola con la propria. Erano stronzate come quelle che, assieme all'ormai costante presenza di Liz nella sua vita, lo facevano realmente respirare dopo anni in apnea.
Si vestì con la camicia giusta e si assicurò la cravatta che, nonostante fosse perfettamente dritta, a lui continuava a sembrare un po' sbilenca. Si assicurò la cintura, perché nella tensione, non voleva fare qualche orribile figuraccia. Stava per dire qualcosa, quando si ritrovò l'amico praticamente in braccio.
Fossi in te, prenderei un altro paio di mentine lo prese in giro, constatando che il suo alito era più fresco di un'intera piantagione di menta. Sorrise appena. Ma mica me ne dai una? Suppose che si trattasse di caramelle o qualcosa del genere.
Insomma, erano pronti, quindi lasciò che fosse Julian il primo ad allontanarsi, con le solite raccomandazioni del caso che, in realtà, convergevano in una sola: niente casini.
Dopo che si fu spruzzato una generosa dose di profumo, prese un pacchetto troppo grande per essere contenuto in una tasca ma non troppo per non essere tenuto facilmente in mano. Era una cupola di quelle con la neve al loro interno, ma era diversa. C'era una miniatura di un campo da Quidditch, con dentro una figura che sfrecciava su e giù con qualcosa in una mano: una mazza. C'erano persino due bolidi che la inseguivano. A primo impatto, sarebbe tranquillamente potuta sembrare una persona a caso, ma aguzzando lo sguardo, sarebbe stato possibile scorgere i lineamenti proprio di Elisabeth Lynch.
Ovviamente, visto che Cameron non c'ha una lira, il regalo è stato gentilmente pagato dal Miller, anche se l'idea era stata sua. Aveva portato una foto della ragazza da un artigiano specializzato che gli aveva prodotto quel magnifico oggetto. Ed ovviamente, a completare il quadretto, c'erano minuscoli fiocchi di neve che cadevano. Ma le sorprese non erano finite là: cambiava a seconda della stagione. In Autunno, sarebbero state foglie quelle a piovere, in Primavera mille petali di rosa, in inverno -appunto- fiocchi di neve ed in estate, invece, inusuale, sarebbero cadute quelle gocce d'acqua peculiari degli acquazzoni estivi, quelli che poi lasciano spazio ad un sole accecante. Esattamente quello che lei rappresenta per lui: il sole e l'arcobaleno dopo la tempesta. Ma ancora non era finita: la base, un ovale di legno, cambiava colore a seconda dell'umore della sua proprietaria. Aveva pensato proprio a tutto, Cameron, e per fortuna che Julian gli aveva dato una mano per quanto riguardava i costi. Non era stato necessario rubargli l'American Express.CITAZIONETi aspetto davanti alle Porte della Sala Grande. Sarà pieno di poveri sfigati, fuori dalla tua sala comune. Meglio non mi confonda con quei poveracci. Non con una perla come te. Credo. Si dice così, no?
Un messaggio inviato frettolosamente e nervosamente ad Elisabeth. Nello scrivere, i pollici tremavano così tanto che per poco non gli cadde il telefono a terra.
Quindi, si affrettò a raggiungere l'ingresso della Sala, ma non entrò, aspettando la sua dama. Aveva scritto bene nel messaggio, giusto? Non era così in grado di flirtare come voleva far credere al mondo intero.
Quindi si posò con la schiena contro il muro di pietra accanto all'enorme portone, in attesa. E per un attimo ebbe il dubbio che non si sarebbe presentata. Forse aveva capito che lui rovinava ogni cosa bella che lo circondava e che incasinarsi con lui fosse tutt'altro che una buona idea ma poi... eccola. Era. Wow. Immensamente. Wow. Sembrava un maschiaccio, delle volte, ma quando decideva di dover essere spettacolare, ci riusciva.
Quanto sono cliché se ti dico che sei bellissima? Le domandò mentre si avvicinava in tutta la sua regalità. Non aveva dubbio che avrebbe fatto impallidire anche la più bella dama della famiglia reale. E poi quel piccolo peso al cuore, subito scacciato. Cliché. Era così che lo chiamava Mia. Allo scorso ballo, era esattamente quello che era scritto sui suoi biscotti, quelli che gli aveva regalato. Ma con un sorriso, scacciò di nuovo il senso di colpa e tornò a concentrarsi e perdersi in quel mare ceruleo.
Ho un regalo per te, ma... non è ancora il momento. Le sorrise ancora, porgendole la mano e sperando che accettasse quel gesto che, sebbene ad occhi esterni potesse sembrare insignificante, per loro stava a significare fare il loro ingresso davanti a tutti come una coppia, non solo come due amici che erano giunti al ballo non accompagnati.
Sei pronta? Le chiese, mentre la mano che reggeva il regalo, incartato come al solito nell'argento, come fosse una tradizione, aveva preso a sudare leggermente.
Ad una sua risposta affermativa, avrebbe spinto quella porta socchiusa per fare il loro ingresso. In un primo momento, studiò rapidamente tutto l'ambiente circostante, trovandolo a tratti addirittura stucchevole. Però non era così male, sotto sotto. Avrebbe voluto portarla a prendere una cioccolata calda ma... vide chi c'era nei pressi, assieme alla Clarke. Si irrigidì e decise che quella non sarebbe stata la meta giusta o avrebbe rischiato di rovinare in partenza la serata. Avrebbe voluto lanciare un sos a Julian, ma non trovava carino mollare la mano ad Elisabeth per scrivere al cellulare. Ehi... andiamo a mangiare qualcosa? Non ho nemmeno cenato per incartare il regalo, sai? Ci ho provato almeno sette volte prima che venisse almeno accettabile. Sempre se avesse accettato, l'avrebbe condotta tra la folla fino a raggiungere uno dei tavoli, quello ricoperto di cibo. Se poi non vuoi più stare qua, possiamo andare ovunque tu voglia le sussurrò all'orecchio, stringendole la mano più forte come a volersi sincerare che lei fosse là, che non se ne sarebbe mai andata. Insomma, non siamo costretti a stare qua se non vuoi... era evidente di quanto fosse nervoso e di come quelle parole fossero dettate dalla preoccupazione che qualcosa potesse andare storto. Era importante, quella serata. Doveva essere celebrata al meglio.Cameron Cohen
DioptaseIII AnnoEterosessualecode by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Parla all'inizio con Julian Miller e poi va al ballo con Elisabeth Lynch
Si trovano, per ora, nella zona cibo. Ovviamente.. -
.Il ballo di Natale era il suo promemoria annuale di come avrebbe dovuto trovare un modo per sfasciarsi a Capodanno. Aveva superato i trenta da un po', ormai, e anche nel 2022 non era ancora morto. Sopravvissuto a sacerdotesse svitate, dungeon mostruosi, draghi colorati parlanti, attacchi terroristici - da vittima dell'attacco -, attacchi terroristici parte due - questa volta da terrorista -, e cacciatori di maghi, non poteva dir di star vivendo una vita noiosa, ma certamente la questione si stava facendo stressante.
Nel martellare il metallo o nel combinare rune in complessi alberi per incantare artefatti, si ritrovava spesso a pensare agli impegni che lo avrebbero atteso nel resto del giorno o settimana. Non era un tipo da agenda, lui, e la cosa lo stava facendo sentire più vecchio di quello che si sarebbe mai augurato. Tra la guerra con i crociati del Mediterraneo e gli studenti da seguire, non aveva più di poche ore a settimana per sé.
«Salve» Entrò in sala grande in un vestito elegante in cotone di manticora e lana violacea su cui erano incastanati gioielli d'ossidiana che riflettevano aghi di luce nera al primo stimolo esterno.
Un'occhiata andò a quel rudere della Burke. Nelle sue esplorazioni dei fondali marini del Triangolo delle bermuda aveva trovato relitti di barche che sembravano più giovani della strega. Glielo leggeva in quei sorrisi tetri e gelidi che non stesse scopando da tanto ma, allo stesso tempo, non volle credere che gli studenti fossero nella stessa situazione.
Approfittando dei preparativi dell'altra, il mago avrebbe raggiunto un angolo nascosto per poi portare la bacchetta verso la tasca della sua giacca. Tre colpi decisi ma costanti e come fossero dei bravi militari, quadrati di plastica animati dalla magia sarebbero volati timidamente, sfruttando il favore delle tenebre e della luce in penombra, verso diversi studenti.
Avrebbe dunque mosso qualche passo verso il tavolo riservato ai professori per poi portare la mano destra lungo un calice di vino bianco. Portata la bevanda alle labbra, si sarebbe concesso un sorso prima che uno studente - probabilmente un ametrin distratto dal vischio volante - gli arrivasse alle spalle colpendolo con tanta foga e poca fi.
Diverse gocce di vino avrebbero dunque colpito il Professore di divinazione «Oh, che sbadato». Si sarebbe preso la colpa facendo un cenno con la sinistra all'ametrino per congedarlo.
«Parlato»
"Pensato"
NarratoBe the chaos you want to see in the world.©SPOILER (clicca per visualizzare)Se interagite con me ditemelo pure su tg che ho una certa età e mi perdo cose
Arriva e fa il caotico incantando dei preservativi affinché volino a caso, come fossero farfalle, verso gli studenti. Lo fa di nascosto mentre Victoria non guarda ma anche se lo nota al massimo li scambia per palloncini da gonfiare lel.
Nel particolare, uno arriverà a Numero cinque
Poi prende un drink ma qualcuno gli da una spinta per sbaglio e ne rovescia un po' su @andrée pret a porter de longhi. -
.«Pixie!»
Battè appena il piedino a terra, cercando di richiamare l'attenzione di quell'animaletto che non aveva tenuto fede alle sue promesse, ed anzi, scivolava felice sullo specchio ghiacciato, manco fosse Carolina Kostner alle olimpiadi invernali.
Le iridi di ghiaccio, quasi supplicanti, si rivolsero a quella moretta che aveva accanto, era una sua concasata del primo anno, ma non aveva mai avuto niente a che fare con lei, se non qualche stringato buongiorno scontrandosi fuori dalle stanze prima di andare ognuna alle proprie lezioni. Eppure, in quel momento sembrava quella più vicina e non aveva poi tanto tempo per girarsi attorno.
La fissò quasi sperando che la sua risposta fosse affermativa, ma l'altra non risultò essere la sua salvezza. Se solo avesse saputo, l'altra, della menzogna che si celava dietro quelle parole, forse avrebbe trascinato la primina su quella pista tirandole i capelli e costringendola a recuperarle il suo piccolo panda.
«E' un disastro, e ora? Come facciamo?»
Certo, perché era diventata una problematica di entrambe ora? Si voltò verso la pista e intravide Joo-Hyuk cercare di arrestare la scivolata del panda. Trattenne il respiro, portandosi le mani alla faccia tipo urlo di Munch.
«La uccide, la uccide, la uccide.»
Ed invece no. Pixie si ritrovò a fare faccia a faccia col pattino, sedendosi sul pavimento ghiacciato e iniziò a scivolare con quello roteando su se stessa. Gyll era disperata. Guardò l'altra, dopo che questa riprese a parlare e poi guardò verso Erin. Si voltò verso Deva e le porse parte del vestito.
«Potresti strapparlo? Non riesco a muovermi.»
Quindi avrebbe atteso l'altra sperando che l'aiutasse, per poi salire su una delle barre della staccionata e iniziare a sventolare le braccia.
«Hey! Hey! Voi due! Tu, ragazzo del fumetto! E... lei lei. Mi serve lei, portala quiiii ~»
E indicava la ragazza con cui poverino stava ballando. Prima di rivolgersi di nuovo a Deva.
«E se mi dice no? Ngh...»SPOILER (clicca per visualizzare)Deva L. Lestrange Joo-hyuk Kwon Erin MurphyGyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, III anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Era stata dubbiosa su quel ballo, in effetti. Erano successe così tante cose nella sua vita, negli ultimi anni e soprattutto proprio nell'ultimissimo, che forse l'idea migliore sarebbe stata rimanere chiusa nella propria stanza a studiare per gli imminenti -ma non troppo- GEMMA. Avrebbe dovuto proporre a Lucas una serata alternativa, visto che anche lui avrebbe dovuto impegnarsi per superare gli esami con buoni voti, se non ottimi. Lo avrebbe minacciato in qualche modo.
Ma forse -e dico forse- quella era solo una copertura per il nervosismo che l'aveva invasa fin da quando lui l'aveva invitata. Aveva capito che lo avrebbe deluso, rifiutandosi di andare all'ultimo. E soprattutto, avrebbe deluso se stessa. Doveva provare a voltare pagina, lasciarsi il passato completamente alle spalle, per quanto avesse segnato la sua vita in modo importante e per quanto fosse difficile. Ma doveva scrivere un nuovo capitolo della sua vita, uno più felice e che le permettesse di godersi il suo vero e proprio ultimo anno di adolescenza.
Quindi non si tirò indietro, cercò anzi di essere perfetta e rendere quella serata altrettanto perfetta affianco ad una delle pochissime persone che aveva messo da parte tutti i suoi difetti e le sue insicurezze, prendendole la mano ed aiutandola a superarle.
E' tutta la sera che parla di te, spera che gli regalerai "un'altra vasca di palline". Ridacchiò nel ripensare a quanto successo nella stanza delle Necessità ed al sorriso del piccolo Alex mentre si tuffava tra quelle palline rosse, gialle, verdi e blu. Era stato uno spettacolo molto significativo, per lei.
Lo aveva detto e pensato mille volte, lo aveva anche riferito a Lilith. I bambini non erano in grado di mentire, quindi se Lucas piaceva al figlio, non doveva essere poi tanto male.
Abbassò di nuovo lo sguardo su suo figlio, trattenendosi a stento dall'allungare una mano a scompigliare quei capelli biondi che così tanto accuratamente aveva spazzolato per metà della sera, prima di decidere che fosse il suo momento di prepararsi, altrimenti sarebbe arrivata in ritardo.
Non ti piace? Replicò provocatoria alla sua frase, indicando col pollice la porta che si era appena lasciata alle spalle. Faccio ancora a tempo a cambiarmi, magari mi metto una tuta.
Sapeva bene due cose: la prima era che a Lucas piacesse, lo stava solo prendendo in giro. La seconda era che non si sarebbe cambiata nemmeno per lui, perché stava iniziando a riprendere consapevolezza del fatto che doveva piacersi, stare bene con sé stessa prima che con gli altri.
Intrecciò quindi le dita con le sue, sentendo uno strano ma piacevole calore risalirgli lungo il braccio e rischiare di tingerle le guance di un tenue color pesca, che poteva benissimo passare inosservato nella penombra del corridoio. Forse Victoria non aveva pagato le bollette, vedendosi costretta a ritornare alle care vecchie torce alle pareti che tanto l'avevano aiutata, ad Hogwarts, a percorrere i corridoi durante le sue scorribande notturne.
Non fece a tempo a rispondere a ciò che disse dopo perché quella distanza venne sgretola ed un altro bacio apparve a siglare quella loro intesa finalmente ritrovata, dopo interminabili mesi di lontananza e svariati contrasti, che però si erano conclusi quasi sempre allo stesso modo.
Lo vizi troppo rise lei, iniziando a dirigersi verso la Sala Grande, mano nella mano con lui e sempre un occhio di riguardo ad Alex, aggrappato ai capelli di Lucas come se fossero delle redini e fosse lui a decidere dove il moro dovesse andare. Ovviamente, si illuminò al sentir pronunciare tutte quelle leccornie ed iniziò ad usare la sua testa come un tamburo, tutto contento.
camarelle! Eslcamò, avendo un debole piuttosto intenso per quella categoria di dolciumi, un po' come sua madre. Sorrise per l'ennesima volta.
Uh, per fortuna che ci hai pensato tu. Ho dimenticato di mettergli il cappellino del completo. Deve essermi scivolato. Osservò quel gesto così piccolo che però le scaldò il cuore. Anche Alex sembrò apprezzare, infatti si portò le mani alla testa per accarezzare la lana morbida.
Ora pono te ridacchiò tutto allegro, iniziando a saltellare sulle sue spalle. Jess scosse la testa, tornando a prendere la mano al suo cavaliere. Ormai erano nei pressi della Sala Grande, presto avrebbero dovuto fare il loro ingresso. Venne invasa da uno strano nervosismo.
Sono pronta ribatté con meno sicurezza di quella che avrebbe voluto emanare. Ma non avrebbe potuto rimandare per sempre.
Una volta dentro, setacciò tutto con gli occhi alla ricerca di qualcuno che conoscesse bene, giusto per lasciare la sua comfort zone solo un passo alla volta. Ed alla fine individuò forse l'unica persona con la quale avrebbe voluto davvero parlare in quella stanza: Lilith.
Ma c'era un problema ed era proprio Joshua. Cioè, non era un problema per lei, anzi erano amici. Ma era certa che potesse risultare un problema per Lucas, visto il loro passato non proprio idilliaco. Ma avrebbe dovuto anche lui voltare completamente pagina, ragion per cui non si sarebbe fatta fermare da quel particolare. Avrebbe dovuto essere forte ed affrontare quella prova, oltre al fatto che forse Lil avrebbe iniziato a fidarsi un po' di più del Jones.
Vieni, andiamo a salutare Lily! Lo trascinò lungo tutta la stanza fino ad avvicinarsi nei pressi della pista di pattinaggio, allungando il braccio per farsi notare da lei, visto che stava ballando con Joshua. Avrebbe aspettato che avessero finito o che si la Clarke la notasse, prima di avvicinarsi.
Lil! Sei bellissima. Ma questo lo sapevo già. In fin dei conti, avevano scelto insieme i propri abiti, sapeva già come sarebbe stata, ma vederla lì era tutt'altra cosa.
Strinse di più la mano a Lucas come se volesse infondergli forza. E Josh, è bello rivederti finalmente. Non era certo la prima occasione di vederlo e non lo aveva appena scoperto, ma non avevano mai avuto granché occasione di parlare. Suppongo ti ricordi di Alex, anche se lo hai visto l'ultima volta quando era piccolissimo. Sorrise, indicando il bimbo sulle spalle di Lucas, che indossava proprio la tutina che lui ed Elisabeth gli avevano regalato qualche Natale prima. Ehi, cosa ci fai qui? Dovresti essere a ballare con qualcuno in particolare sussurrò a Lilith in modo che solo lei potesse sentirla, dopo aver lasciato la mano di Lucas per prendere quella della riccia tra le sue.Jessica Whitemore
Black OpalIV AnnoBisexcode by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Lucas.
Entra nella Sala e va a salutare Lilith Clarke e Joshua B. Evans, dopo aver aspettato che finissero di ballare. -
.BENJAMIN D'ANGELOSe so cos’è l’amore, è grazie a te.PARLATO - PENSATO - NARRATO
Quella mattina aveva saputo che non c’erano lezioni e compiti era arrivato il bellissimo periodo natalizio. Era felice e quella mattina si era alzato alle ore 8.30 per prepararsi all’ evento più bello dell’ anno. Doveva scegliere cosa indossare per quel giorno:
Abito
Di certo non aveva voglia di rivederla... era ancora arrabbiato con lei, e non amava proprio quello che gli aveva fatto ma adesso aveva anche una nuova vita. Dopo essersi preparato per bene. Usci dal suo dormitorio e aprì il suo magi-telefono ed aprì l’ app di messaggistica con la notifica dell’ 1 e schiacciò il messaggio che lo fece sorridere ogni volta che gli arrivava ogni sua notifica e rispose:
“ Non ti preoccupare Giada arrivò a prenderti proprio ora e ti porto qualcosa per coprirti .”
Rispose al messaggio mentre si incamminò verso il dormitorio Dioptase indossando una giacca elegante che teneva caldo.
Giacca e una volta arrivato si mise ad aspettarla con una bellissima sorpresa.
“ Se esci avrai una piccola sorpresa da parte da parte mia e spero ti piaccia.”
Mentre l’ aspettava per andare nella Sala Grande assieme le mise il braccio in modo che accettasse mentre nel altro braccio aveva la sua giacca.
Giacca Donna
che avrebbe dato una volta scesa dal dormitorio. Una volta raggiunto insieme la Sala Grande Benjamin assieme a lei , notò che c’erano tantissimi studenti del Biennio e ovviamente anche quelli del Triennio, poi osservò che la sala era stata addobbata per l’ occasione del ballo di natale.
‘Fantastico! Non pensavo che anche quest’anno le cose si facevano in grande. Sempre magnifica è la Sala Grande ogni anno, e per me è il primo natale con Giada che ho invitato al ballo .’
Pensò Il terzino mentre osservò con i suoi occhi celesti tutte le attività che quella sera si potevano fare una delle attività era la pista da Pattinaggio (Pattini forniti dagli elfi), poi il vischio svolazzante in un angolo, poi Baracca di cioccolata calda con Marshmallow, ed poi tavoli degli studenti imbanditi con cibo e bibite, tutto magico e babbano. Tavolo degli insegnanti imbandito con gli alcolici, concessi solo a loro. Le palline di cristallo sono fotografiche, infatti imprimeranno l'immagine di chiunque ne prenderà una; Seguendo tutto il perimetro della pista, ci sono delle panche dove potersi sedere, scambiarsi regali, effusioni e quant'altro. Mentre stava ragionando su quale attività fare guardò Giada un attimo tenendola per mano.
“Tu che vorresti fare ? “
Le domandò con un sorriso mentre sperava di riuscire a fare altre amicizie ma era difficile visto che conosceva soltanto, Harry, James, Josh, Erin e Cass che aveva visto nella sala comune prima di rincontrarle al Ballo di Natale, dove si sarebbe divertito nonostate era il suo primo natale in accademia in compagnia di Giada, e chissà se sarebbe andato a quell’ evento avrebbe fatto altri nuovi amici, ma si dice tempo al tempo ...Scheda - Statistiche - Outfit
SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Giada McCarthy. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Benjamin D' Angelo1 Giada interagisce con Ben.