Erin Murphy

whoiam nome&cognome: Erin Brighid Murphy
età&luogonascita: 16 anni (30 settembre 2006) Cork, Irlanda.
orientamento sessuale: Eterosessuale.
ex scuola: Hogwarts, ex-Grifondoro.
casata Hidenstone: --
professione: Studentessa.
statosangue: Mezzosangue.
statosociale: Povero.
caratteristica: Rettilofono.
segnipparticolari: Ha il corpo ricoperto di lentiggini.
allineamento: Caotico Buono.
bacchetta: Legno di Biancospino, Capello di Sirena nel nucleo, 11 pollici e mezzo, estremamente flessibile.
famiglio: Una vipera di nome Meala.

Aspetto fisico Un concentrato di bronci e lentiggini, Erin, minuta nella corporatura seppur slanciata nella figura; avrebbe apprezzato un paio di centimetri in più, ma si considera proporzionata nel suo metro e sessantaquattro d'altezza. Pesa poco, è un fuscello, priva di una prosperosità che evidenzi le più ambite curve di donna, ad unica eccezione dei fianchi leggermente più larghi delle spalle. Nivea nell'incarnato, è cosparsa di macchioline tondeggianti lungo tutta l'estensione del suo corpo, fedeli alleate della folta chioma di capelli rosso fuoco tenuta sempre lunga ben oltre le spalle. Un viso a forma di diamante, il suo, scolpito sulle mandibole e delineato da sopracciglia curate, spiccano inconfondibilmente due labbra dalla carnosità eccezionale, femminili nei contorni e spesso inconsapevolmente provocanti, scoprono all'evenienza due file di denti bianchi che le concedono l'innocenza di un sorrisone di bimba. Gli occhi sono di un denso verde laguna, dal taglio a goccia che conferisce al suo sguardo un'aria vagamente malinconica. Grandi, espressivi, nascondono fin troppo bene ogni suo enigmatico pensiero.
prestavolto: Daria Sidorchuk.

_{«She acts like summer and walks like rain,
reminds me that there's a time to change.»}

Carattere Un’anima indomita alla perpetua ricerca di equilibrio, quella di Erin. Non avendo mai saputo cosa effettivamente sia in grado di fare e cosa piuttosto sia consono evitare, la giovane oscilla come un pendolo tra l’irrefrenabile voglia di sperimentare e la ferrea autodisciplina che la porta a desistere. Tale inclinazione al bilanciamento la porta ad essere altamenta capace di mediazione, portatrice sana di empatia e comprensione; è naturalmente indotta a mettersi nei panni altrui poiché convinta che ogni comportamento sia sostenuto sempre da una motivazione comprensibile. Non crede esistano persone malvagie, ma solo individui troppo soli da non sapere come amarsi. Il rovescio di una medaglia tanto inclusiva la si ritrova in un’imperdonabile mancanza di costanza, spesso sfociante in distrazione e sbadataggine; vorrebbe pensare a tutto, a tutti, non tralasciare neppure un brivido di vita, finendo sovente a non portare a termine gli obiettivi rincorsi. È più ribelle di quanto vorrebbe, sfida inconsapevolmente la propria diligenza cercando di indagare il misterioso senza aver paura di cadere nel proibito, le piace conoscere i propri limiti unicamente per superarli. La si può considerare enigmatica per la sua natura riservata, non si esprime mai del tutto liberamente perché certa di non poter essere pienamente capita, ma senza bisogno di dirlo è capace di sacrificare tutta se stessa per le persone che ama, senza mai guardarsi indietro.


storia Non volevano figli, Siobhan e Finbar, lo avevano detto fin dal primo appuntamento, era anche per quello che avevano sempre vantato di un’indicibile sintonia. Egoisti, individualisti, schiavi dell’alcool e della vita più sfrenata, mai avrebbero accettato di sacrificare la propria libertà in nome di un frugoletto bisognoso di costanti attenzioni. Eppure ogni tanto è la sorte a scegliere, e per loro un disgraziato giorno di settembre il fato più spietato decise l’arrivo di Erin Brighid, un minuscolo fiocco di latte dai capelli così rossi da impressionare gli occhi, talmente buona da poter essere dimenticata nella culla per ore intere, paziente al punto da saltare pasti e tardare di qualche anno il compimento dei primi passi. Fu un miracolo vederla arrivare sana e salva alla soglia degli undici anni, quando la più inconfondibile delle lettere giunse insistentemente a riempire la posta dimenticata di casa Murphy; ci fu bisogno di ben tre sollecitazioni, prima che i più snaturati dei genitori si decidessero a considerarne il contenuto. I geni di sua madre, chiaramente, quello stesso sangue che permetteva alla genitrice di portare avanti una sopravvivenza casalinga fatta di stenti, incantesimi generici e pozioni stupefacenti. Una condanna e una salvezza ad un tempo solo, per Erin. Il primo anno della ragazzina ad Hogwarts fu caratterizzato da divise di seconda mano rattoppate alla meno peggio, libri usati da tre generazioni, e mancate firme ai permessi che le avrebbero concesso gite e diletti di sorta. Sopportava, Erin, ma in cuor suo sapeva e sentiva di meritare qualcosa in più, il fuoco che le marchiava la chioma iniziava a crepitare anche nel suo animo, e sarebbe cresciuto a dismisura negli anni a venire. Tornare alla solitudine coniugale priva di responsabilità, comunque, condusse i coniugi Murphy a rendersi presto conto di non volervi rinunciare ancora, motivo questo che li spinse senza troppe remore ad affidare burocraticamente e concretamente l’erede ai nonni materni, una coppia di vecchi maghi ritiratisi volontariamente in una casa al mare sulla costa meridionale dell’Inghilterra, precisamente nella città marittima di Brighton. Sarebbe stata liquidata lì Erin, durante ogni estate o festività che le permetteva di allontanarsi da Hogwarts, ed insieme ai due anziani avrebbe riscoperto il valore di sé come persona, come strega, e come l’anima libera che era. Fu durante una di queste oasi di salsedine e consapevolezza, che conobbe Joshua Evans, una parentesi di spensieratezza e ribellione che le permise di sperimentare l’elasticità di quei confini imposti da un’educazione dapprima assente e poi inflessibile. Il ragazzo, più grande di lei di quattro anni, era affetto da un morbo invalidante che lo costringeva spesso a lunghe degenze fatte di limitazioni e riposo forzato: in quei periodi Erin si faceva per lui occhi, orecchie, gambe e braccia se necessario, e mentre lui le riempiva la testa di racconti leggendari di un’accademia oltre l’immaginabile, lei gli permetteva di non privarsi di quell’esperienza che il giovane anelava, perché tremendamente affine a lei in quella sete incolmabile di esperienze ed avventure. Fu per lui che richiese ai nonni i più indicibili sacrifici per raccogliere la somma necessaria all’ammissione ad Hidenstone, per lui che avrebbe intrapreso quella carriera che la natura sembrava voler stroncare all’amico, avrebbe portato avanti quel che Josh aveva iniziato, nella speranza un giorno di poterlo affiancare e non più solo sostenere. L’ammissione in accademia dopo il raggiungimento dei G.U.F.O. fu un sogno finalmente realizzato, l’esaudimento dei desideri più intimi, e la promessa di un futuro meno spietato del passato.
altro:
-È ancora inconsapevole dell'abilità da rettilofono.
-Soffre di claustrofobia.
-Fin'ora ha concesso il proprio corpo unicamente a Joshua Evans.
-Ha un debole per i romanzi gialli.

_{«Never did what daddy taught her,
and the rebel in her soul brought her to me.»}

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