Incontrarsi per la prima volta

Evento di inizio anno

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    Dioptase
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    16 anni

    ex Corvonero

    Dioptase



    Raise your words, not your voice.

    In fatto di nomi i due migliori amici avevano avuto qualche piccolo problema con quello scelto dai loro genitori: il primo forse perché odiava il frequente richiamo al ponte più famoso di New York, mentre lei finiva sempre con il dover correggere il suo nome a chi proprio non riusciva ad afferrarlo. Il più inflazionato era Amelia, seguito da Amalia ed Emilia che proprio non sapeva da quale cilindro riusciva a pescarlo. «Eddai, Lyn, ti chiamo così dalla notte dei tempi, non rompere», poi guardandolo sardonica si avvicinò al suo orecchio con fare cospiratorio. «Se vuoi posso sempre chiamarti Bridge» e sì, l'aveva proprio chiamato ponte, giusto per innervosirlo un po'. Con affetto, s'intende. Ma nulla poteva scalfire l'O'Connor grifo quando era in una giornata buona e quella sembrava proprio esserla, visto che era sovraeccitato neanche fosse stato un bimbo di tre anni in botta da zuccheri. «Non sono cattiva, sono supportiva», supportiva a cosa non lo sapeva neanche, forse alla pazienza che la donna col boa aveva nel fronteggiare un'orda di adolescenti molesti, tanto che arrischiò un sorriso nella sua direzione.
    «Y un poco de español también, ¿verdad? Es muy similar al portugués» Sfoderò la lingua natia della madre con un pizzico di orgoglio, salvo poi arrestarsi in una smorfia confusa alle successive parole che la negoziante le rivolse.
    «Inglese scadente?» Per la Corva sembrava uno strano riferimento forse perché ancora a conoscenza che per i Denrisiani chiunque avesse origini al di là dell'isola fosse etichettabile come inglese.
    Alla fine i due si innamorarono nello stesso momento dei due geki, con Brooks partito già per la tangente per i nomi, che erano strani per lei tanto da bisbigliare un esasperato «tu ed il Giappone», ben sapendo che non avrebbe mai cercato di cambiare i loro nomi. «Allora io prendo Yume, che mi ricorda tanto te», se poco lo conosceva lui era il sognatore e lei troppo proiettata verso il futuro. In quel modo ognuno avrebbe avuto un pezzetto dell'altro in un certo senso ed il fatto che il suo fosse il maschietto la diceva più lunga di quanto si pensava. «EHI! Sta ferm-» ma non riuscì a fermare il ragazzetto che saldò il conto, limitandosi ad un saluto per la donna con il capo, carezzando l'animale elementale con delicatezza prima di posarselo sulla spalla, libero di lasciarlo vagare sul suo corpo. Allontanandosi da lì, la strega strattonò il riccio per la maglia per fermarlo. «Forse vuoi prenderlo con Fitz?» lo guardava negli occhi, cercando di capire se per lui fosse okay condividere quegli animali con lei e non con il suo gemello. Appurato quello avrebbe poi raggelato, rallentando il passo mentre il cuore iniziò a batterle forte. «Cosa?» Era frastornata in realtà, tanto da finire col balbettare ed incespicare sulle parole. «Immagino... immagino di sì», provò a recuperare colore e ragione, afferrando al volo l'abito dell'indifferenza per indossarlo stile muta da sub. «Spero solo abbiano più cervello di quelle che giravano ad Hogwarts», lasciando vagare lo sguardo fino a soffermarsi su quelli che sembravano studenti più grandi -qualcuno le era familiare- privi di maglietta e che indicò con un cenno del capo. «Intanto, i ragazzi davvero carini non mancano», peccato che non sapeva che fossero già impegnati. «Prendi loro» e poi con l'indica a virare verso uno magrolino, ma che aveva un che di affascinante. «O lui», questa volta l'indice a puntare verso una bancarella che sembrava vendere oggettistica varia, tra cui strane lenti. «Ehi!» Sembrava che O'Connor avesse scambiato la sua mano come manico del carrello della spesa perché la strattonava e guidava tra la gente con la stessa energia della nonnina di turno che voleva arrivare per prima alla cassa e Merlino solo sapeva quanto potessero essere perfide.
    «Quel sicuramente è così rassicurante!» La voce a perdersi, mentre una mano volò protettiva alla ricerca di Yume, arrivando ansimante al bancone, con una mano sul petto a calmare il respiro. «Per me una limonata» riuscì ad articolare scorrendo velocemente tra le proposte, sbattendo sul bancone il sacchetto di Galeoni, con gli occhi a socchiudersi per fulminare l'amico. «Sul serio, Brooklyn?» Il nome per intero era un brutto, bruttissimo segno. Avrebbe comunque lasciato le monete a Baker, per poi afferrare lei questa volta la mano dell'irlandese per trascinarlo verso la bancarella dove aveva visto il ragazzino interessante di prima. «Guarda, queste sono bellissime!» Indicava le lenti del falco, passando poi a quelle del camaleonte. «Si potrebbe montarli sugli occhiali, vero?» Li avrebbe voluti sul taglio di quegli occhiali da sole babbani che tanto desiderava, ma con una funzione in più. «Magari con su queste!» Esclamò indicando la lente del Serpente, girandosi poi verso la sua metà. «Tu quali prendi? Dai, non possiamo perderceli!» In ogni caso avrebbe pagato lei e non per sdebitarsi del regalo dell'amico di qualche minuto prima. «Tipo ti ci vedrei con quelle della comprensione dei linguaggi, visto che non riconosci neanche la tua grafia per quanto è pessima». Avrebbe poi allungato i soldi necessari per concludere l'acquisto di entrambi, per poi puntare la bancarella di Kenna non accorgendosi della presenza del moro contro cui andò a scontrarsi. «Oddio, scusami!»

    It is rain that grows flowers, not thunder.




    Interagisce con Brooks Ryan O'Connor, Gerd Kaleel, jonathan baker -cui paga il suo ordine e quello di Brooks, ovvero un the ed una limonata alcoliche-, Marina Stonebrug -cui paga il suo ordine e quello di Brooks, al momento sicuro le lenti del serpente su un paio di occhiali- poi urta Thomas S. Roberts..
     
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    Gli Snasi
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    Lo SnasoLa voglia di comunicare era grande a Denrise e certo gli studenti non si sarebbero fermati alla mera voce: erano in una terra piena di urla ed era oggettivamente difficile comunicare e trovarsi nella calca che si era generata, aperta dal caldo sorriso di Dana, che li accoglieva uno ad uno appena scesi dalla Dragone degli Abissi.
    "Vogliamo sia un nuovo inizio... e questo richiede sforzi da entrambe le parti" ammise lei a Blake Barnes, assicurandosi accettasse il dono del villaggio come tutti gli altri, tornando poi ai propri convenevoli di rito, che scandivano la sua attività in quel delicato e caotico movimento.
    Un'altra persona interruppe quello che a tratti era quasi una mantra, ovvero Julian Miller, il quale fece quasi avvampare la ragazza, che alla fine accettò titubante il suo numero senza però proferire alcuna parola in merito.
    C'era tanto da dire, da raccontare, lo si era detto, e ovviamente non parlavano di rozzi denrisiani o antiquati maghi, ma di giovani studenti ed infatti le mani di molti erano corse ai magifonini per sfruttare chiamate, vocali e chat per comunicare o anche solo indicarsi reciprocamente la propria posizione.
    E tutti quei tentativi, miseramente, fallirono.
    "Non te l'hanno detto che qui c'è campo per i vostri magifonini, al massimo, nella piazza nuova, dove ci sono i locali come quelli vostri inglesi?" avrebbe detto quello che potevamo definire PNG n.5, siccome poteva avere le sembianze che più aggradavano i ragazzi persi nel tentativo (al punto che poteva anche essere una vocina nella loro testolina) "Ah, benvenuto a Denrise comunque!"
    Tra tante persone, comunque, alcuni avrebbero potuto cercare tra la folla la preside, come era il caso di brian ensor: ovunque non l'avrebbero vista, ma in effetti, a ripensarci, non era stata presente neanche sulla Dragone degli Abissi: che fosse già al castello?


    Scusate il piccolo post rapido con due interazioni random per focalizzarci un attimo su un aspetto prettamente narrativo ambientativo!
    A Dernise i cellulari non prendono, se non nella parte più moderna, così come è impossibile smaterializzarsi se non al porto.
    Fate tesoro di questo appunto u_u
     
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    Black Opal
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    Thomas S. Roberts
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    parlato - pensato- ascoltato
    Non si aspettava che la venditrice fosse tanto gentile e disponibile, si ritrovò ad ascoltare affascinato ogni tipo di spiegazione, illuminandosi nel vedere il fumo colorato mentre faceva le sue magie e sistemava le lenti sui suoi occhiali, che si allungò a recuperare entusiasta, prendendo tra le dita con delicatezza anche la custodia. “Wow, grazie! Sono davvero…senza parole! Ne farò buon uso promesso.” rispose con entusiasmo, e mentre si stava voltando per cercare qualche altro posto dove andare ecco che la vide.
    Emma, ai suoi occhi, spiccava in tutta la folla e portò il suo cuore direttamente in gola, all’istante. Si ritrovò a fissarla con gli occhi a palla, stralunato e senza parole, per più di qualche istante e chiunque lo avesse guardato in quel modo si sarebbe accorto che qualcosa non andava e non avrebbe faticato a capire chi stesse guardando.
    Per quanto avesse cercato di prepararsi a quel momento nel migliore dei modi, ecco che nell’istante in cui vide Emma tutti i suoi preparativi andarono a quel paese. Sentì le gambe farsi molli, lo stomaco chiudersi, il cuore battere nelle orecchie e smise di riuscire a pensare in modo lucido, non che di solito ne fosse in grado.
    Se gli era bastato vedere Emma per sentirsi così sconvolto, figurarsi come si sentì quando la ragazza gli rivolse la parola. “ A me. Ha deciso di parlare con me. Mi conosce? No, impossibile, come potrebbe conoscermi?! Magari gli hanno parlato di me? Ma non mi ha mai cercato… nonono, non ha senso. Forse ho qualcosa in faccia. Forse mi ha preso per matto.” i suoi pensieri avevano già cominciato ad andare a briglia sciolta e a lui sembrava impossibile riuscire a seguirli. Era così agitato che anche Mr Erminio uscì dalla sua tasca e si arrampicò sul suo collo, per cercare di capire che cosa stesse succedendo.
    Ehm... Ehi... Ciao !" -cominciò con voce fin troppo stridula, costretto a ripartire da capo e ritentare, con voce più bassa - "Ciao. Ehm... Bella maglietta! Okay, no, questo suonava inquietante... Uhm... Dunque... Noi non ci conosciamo! Cioè... Ti non conosci me e io non conosco te... Sì insomma quello, hai capito, cioè è chiaro, insito nel non conoscersi... Ma ! Ma ti seguo sui social. Cioè. Non ti seguo seguo... Non te. Seguo una ragazza che è proprio identica a te. Uguale. Potrebbe essere tua gemella! Non che tu abbia una gemella... Cioè hai una gemella o un gemello che tu sappia? Così, per sapere. Pura curiosità. Però... Wow. Figo no?" Aveva decisamente cominciato a straparlare, e non mancò di darsi dell’idiota, abbassando lentamente la voce man mano che si rendeva conto di quel che stava dicendo. Avrebbe dovuto prepararsi qualcosa, nella sua mente quella scena sarebbe dovuta essere molto meglio di così, e si ricordò troppo tardi di non aver nemmeno risposto alla sua domanda. “ Uhm…non lo so, non ne ho idea… non devo scegliere io giusto?! Perché non saprei proprio da dov-…” stava finendo per perdersi di nuovo nei suoi discorsi senza senso quando Amalea lo urtò, distraendolo e salvando Emma da un altro fiume di parole. “Oh…scusa. Cioè. Non so se fosse colpa mia, ma stai bene?” domandò ancora troppo sconvolto da quel che stava succedendo per riuscire a mettere assieme una frase sensata.



    code made by gin



    Interagisce con Marina Stonebrug ringraziandola.
    Va in iperventilazione e interagisce con Emma Lewis e Amalea Davidson .

    Acquisto: lenti da serpente montate sugli occhiali.
     
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    Black Opal
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    ex Serpeverde

    Black Opal

    battitrice



    I go crazy cause here isn't where I wanna be

    Odiava le sceneggiate e tutto il corollario che ne derivava. Al momento se ne stava verificando una proprio sotto il suo naso all'insù, con ovviamente protagonista una sua concasata. La McKenzy che aveva un certo ascendente sul suo lato fisico stava avendo qualche problemino con il suo fidanzato e quello che aveva visto ad Ostara proprio con lei. «Hai capito alla ragazzina!» Un osservatore esterno avrebbe potuto dire che i denrisiani avevano quel quid in più che una volta provati non potevi farne a meno, tanto da creare quell'assuefazione tipica delle droghe. E lei di Denrisiani e mazze varie ne sapeva qualcosa. Ma al momento la sua attenzione era tutta catalizzata sì su armi, in cui rientravano anche le mazze, ma con un focus sui pugnali ed i paletti del fabbro che appellò per avere qualche delucidazione in più, non perdendosi lo sguardo interessato sul suo bastone. «Ad Ostara ho conosciuto Gabrielle che aveva quelli che all'apparenza erano anelli, ma sospetto fossero altro», allungò le dita in direzione dei paletti che a stento riuscì a sfiorare. «Potresti trasformare dei paletti in una coppia di orecchini? Vorrei fossero funzionali e sempre a portata di mano» continuò scivolando ad accarezzare lo sguardo eterocromatico. «Ma lascio al tuo estro, le tue armi sono davvero interessanti» e non lo diceva affatto per ottenere uno sconto, bensì che era impossibile non apprezzare quell'armamento che recava un lavoro certosino e fatto con passione e con la testa. «Quanto ti devo?» Una volta chiuso l'acquisto dal fabbro avrebbe cercato rifugio in un posto meno affollato, il più lontano possibile da uomini nudi urlanti e molesti, che si rivelò essere comunque un luogo presso cui diversi studenti si fermavano. Almeno lì però non c'erano tracce di drama, per il momento almeno. «Per le lenti si potrebbe usare una montatura leggera?» Pensava a qualcosa di fresco, non troppo appariscente e che andasse bene con il suo incarnato oltre che con la sua stagione. Di certo non era una primavera. «Pensavo alle lenti della comprensione dei Linguaggi». Finita la pratica dalla Stoneburg, allungando i galoni utili, avrebbe ripreso a camminare e a guardarsi intorno fino a ritrovare Cameron che questa volta era in dolce compagnia da quello che era lo speziale. «Ehilà ragazzi», osservando curiosa le erbe vendute dall'omone senza però avere intenzione di comprarle. Non era proprio qualcosa che le si confaceva.

    and satisfaction feels like a distant memory




    Interagisce con Philipp Garlic, cui chiede dei paletti sottoforma di orecchini ma gli lascia di fatto carta bianca. Passa poi da Marina Stonebrug cui chiede degli occhiali con la lente dei linguaggi, infine avvista Mia Freeman e Cameron Cohen da Jason K. Byrne.
     
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    Black Opal
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    Harry Wood
    Black Opal | 16 anni


    Una domanda da parte della donna, Kenna MacEwen, che lo rimandava direttamente sui banchi ancor prima di iniziare il nuovo anno accademico, ma essendo una sua passione non ebbe problemi a risponderle. Non in tanti suoi amici e amiche sapevano di quella passione che aveva.

    Direi che sinceramente il mio periodo preferito è stata la caccia alle streghe nel basso Medioevo, mi è piaciuto veramente molto. Dopo Hogwarts ho approfondito personalmente come il Ministero è tornato al comando dopo la morte di Lord Voldemort, un po' una cultura generale di quegli anni.

    Fece un piccolo sorriso poi notò l'uomo vicino che non guardava molto bene quella conversazione, Philipp Garlic, ma per il momento fece finta di nulla, non aveva problemi con lui e non li voleva. Poco lontano vide arrivare anche Clive Greenwell, il ragazzo che aveva conosciuto a Diagon Alley, era lieto di vederlo, seppur non sapesse se potesse diventare o meno un suo concasato, poteva essere sempre un buon amico anche se non fosse finito nei Black Opal, quello era poco ma sicuro. Si ricordava ancora quella bella chiacchierata molto interessante a sedere sulla panchina della via. Lo salutò da lontano con la mano prendendo anche la parola e gli fece cenno di raggiungerlo a quel banchino.

    Clive, raggiungimi qui al negozio, poi ti devo dire una cosa quando ho fatto.

    Sperava che lo raggiungesse, se avesse fatto ciò avrebbe prima concluso l'acquisto a quel negozio poi avrebbe parlato con quel ragazzo, era una cosa che poteva interessare anche lui, gli sembrava che fosse interessato alle ragazze quanto lui, sarebbe diventato senza ombra di dubbio un vero compagno di caccia a suo avviso. Era difficile che si sbagliasse a prima impressione su una persona, era molto obiettivo in quello che faceva e diceva.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Denrise
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    Philipp Garlic
    Predone | 27 anni
    Philipp non aveva una grande passione per le persone, ma che sotto quel grugno si celasse un cuore d'oro doveva essere abbastanza evidente - fin troppo - visto l'assalto di studenti che stava avendo alla sua bancarella: praticamente chiunque lo avesse anche solo incrociato per errore era passato per un saluto e un sorriso, persino un infermiere di cui non ricordava manco il nome o chi fosse "Eh?" chiese lui, facendo l'Alexander Olwen dei poracci nello scorgere Skyler Mave "Bah, se offri tu va bene" concluse lui, facendo spallucce, andandosi a concentrare su problemi più imminenti.
    "Le vacanze sono per gli smidollati" ingiunse Philipp, consegnando alla ragazza un martello di media dimensione, impugnabile a una o due mani, col corpo quadrato e un lato acuminato Se proprio devi, passa, ma per tenere a bada quell'idiota ti basta questo martello: sbattiglielo in testa finché non la apri in due come una noce di cocco. Ecco l'unico modo" ingiunse lui, sperando che la ragazza notasse come fosse stata l'unica cui Philipp aveva proposto come arma quella simbolo per i fabbri, quasi a sottintendere una certa stima nei suoi confronti, che forse si sarebbe rimangiato di lì a poco, dato il modo in cui si era comportata con Gyll.
    "Lilith lasciala in pace." affermò lui perentorio, piantando i suoi occhi diversi sulla ragazza, salvo poi spostarli con maggior gentilezza sul volto della mezza-veela, verso la quale addolcì anche il tono di voce, semplicemente perché lo rese più formale e scientifico "Si ottiene con un antico rito perduto che conoscevano i nativi della moderna Groenlandia... ci vuole una grande esperienza nelle rune, nell'aritmanzia e nell'alchimia... non è roba per studentelle. Prenditene una e accontentati" le imperò lui, lanciando sguardi alla metamorfomaga, ma anche e soprattutto a suo cugino, nel tentativo di capire cosa stesse capitando e cosa gli stesse sfuggendo 'Perché cazzo si conoscono quei due?' era in fondo la sua domanda, la quale, in vero, stava venendo posta anche da un altro ragazzino, il quale si stava dando solo risposte che non gli aggradavano, a giudicare dal suo tono di voce, via via più isterico.
    "Senti, ragazzino" il tono di voce usato su di lui era ben diverso da quello gentile riservato a Gyll o comunque secco che invece era stato usato per Lilith e si discostava anche da quello scorbutico rivolto ai vari clienti: il tono era freddo, fermo, iracondo e letale "Sigurd ci ha detto di fare i bravi e non ammazzare nessuno, quindi lascia che ti dia qualche consiglio per uscire dal Villaggio con le tue gambe" Poteva sembrare eccessivo, ma forse la situazione andava analizzata dal punto di vista del Cacciatore: già era inglese, e quindi marcava male, poi si era presentato con un'arma dozzinale inglese non certa fabbricata a Denrise o da un armaiolo, e come se non bastasse appariva anche scorbutico e maleducato, inoltre, aveva compiuto un gesto che decisamente l'altro avrebbe mai perdonato 'L'ha sfiorata... come osa!' ovviamente Gyll poteva essere toccata da chi voleva, ma Philipp era un tradizionalista, inoltre non gli era certo sfuggito il fastidio della ragazzina, cosa che lo aveva spinto ad ispirare aria con violenza dal naso come un toro "Primo se tu avessi insultato le mie armi, ti avrei aperto in due con una di loro per farti sentire la tempra della loro lama" chiarì lui "Secondo, prova ancora a paragonare un'arma della migliore forgia di Denrise a quella porcheria che ti porti dietro e ti sventro come un pesce e t'impicco con le tue stesse budella e terzo... sfiora ancora Gyll e credimi, quando avrò finito con te neanche i tuoi genitori ti riconosceranno e pure i cani ti schiferanno"
    Il fabbro parlò puntando il dito contro il ragazzo, mettendo le sue enormi mani in bella mostra, forse perché l'ultimo avvertimento si sarebbe concretizzato direttamente con loro, da quanto gli prudevano 'Me li devo levare di torno 'sti coglioni!' decretò, ingiungendo a Gerard di dedicarsi a ben altra fanciulla, portando una lunga asta alla sua frigidona nazionale "Gerald. Muoviti." gli ingiunse lui, contanto metalmente fino a 10 per non piantare un paletto nel cuore del numero 5, vedendo il cugino fare lo stesso, forse perché la ragazza, alla fine, aveva scelto di andare con lui, e di stare con lui.
    "Ok..." disse facendo spallucce alle parole di Kenna, drizzando poi la schiena alle osservazioni della opalina, ormai in terza, alla quale lanciò uno sguardo obliquo, lasciandola parlare e farneticare liberamente. La studiò un poco, poi fissò Philipp, Kenna e chi era loro intorno "Possiamo andare dove vuoi." le confessò alla fine, con una fatica tale che pareva quasi che la ragazza gli avesse strappato quelle parole con le tenaglie "Per quanto vuoi" aggiunse poi sottovoce, forse alludendo allo sconcerto di lei ad apprendere che la loro relazione avesse una scadenza piazzata a maggio 2022.
    Fece per prenderle la mano, quasi dimentico di Aidan, quando questi tornò da loro, piazzandosi davanti all'opalina e pretendendo una risposta, attirando su di loro le attenzioni di fin troppe altre donne 'MA CHE VOGLIONO TUTTE STE TROIE?' pensava lui, infastidito da quello che per lui era solo un pollaio, del resto la situazione, secondo lui, poteva essere risolta solo in due maniere: o con le buone o con le cattive. E fu per questo che lui alzò la mano al cielo, quella libera, ovvero la destra, e non certo per chiedere il permesso di parlare dopo che Aidan glielo aveva teoricamente tolto.
    Phil vide il suo gesto, esitò un istante, poi annuì e con un colpo di bacchetta appellò per lui da dietro il bancone la sua arma preferita, un'arma che Philipp aveva costruito apposta per lui in mercurio duplice e che aveva ora, ripiegata, le sembianze di una lama ad una mano seghettata "Gyll. Andiamo." affermò lui, frapponendosi tra la ragazzina e il giovane, ignorando completamente la presenza delle altre donne, incluso il povero messaggio di Kenna, che ancora era tra le sue mani (nel libro).
    Sospirando, il fabbro osservò il libro dato a Gerald, ma alla fine dovette pensare ad altro, come ad Elisabeth. Al sentirle nominare una ragazza dell'isola, lui sollevò un sopracciglio "Conosci Gabrielle?" domandò, ascoltando la sua richiesta "Domani ti farò arrivare un paio di orecchini che diventano un paletto in mercurio duplice... meglio sia un'arma sola... trasfigurare troppo poco mercurio può essere un problema... però farò in modo che in base a quale tocchi assumano la forma di un paletto diverso. Mi devi 250 galeoni... pagamento anticipato... sempre che prima non debba andare ad ammazzare quel ragazzino viziato" chiarì lui, puntando ancora con odio il povero Aidan.
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    Ciao a tutti, il listino di Brugnir Forgen è a vostra completa disposizione (lo trovate linkato dal rolescheme).
    A questo, aggiungo qualche cosa di extra u_u

    Armi da allenamento (d20+3): armi in legno smussato benedetto dal dio freyr in maniera tale da infliggere un considerevole danno, ma senza lesioni permanenti in nessun caso inclusa la rottura (l'attacco non causa mai malus, status o morte).
    Prezzo: 150G

    Lacrime d'inverno (consumabile): se bevute rendono gli effetti delle magie di ghiaccio eseguite nel turno corrente Permanenti.
    prezzo: 30G

    Il PP ottenuto dipende dal tipo di arma acquistata.
    Le lacrime garantiranno +1Intelligenza.
     
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    Ametrin
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    Ametrin

    jolly del quidditch



    The biggest misunderstanding about me
    is that I'm just a bratty, gobby idiot

    Se l'anno scorso la sua avventura alla scuola di Victoria era andato alla grande bisognava ringraziare il primo giorno ed il benvenuto, nonché la gentilezza, di quelli che sarebbero stati poi i suoi compagni di casata. In primis Foster che con abbracci stritolanti e la passione comune per avengers e pokemon li aveva fatti legare. Quindi, come il corvino aveva fatto con lui l'anno scorso, ogni volta che avrebbe potuto si sarebbe mostrato gentile nei confronti dei nuovi, chissà magari tra quelli avrebbe trovato un follettino. Già, a proposito di follettini, Emma Lewis si era lasciata trasportare dalle sue braccia forti per buona parte del tragitto, scaricandola davanti ad Erik e due ragazzi nuovi. «Stellina, stai ferendo i miei sentimenti così», sussurrò alla bionda in modo tale che solo lei potesse udirlo, dimostrandosi affranto per un mancato grazie o anche solo una coccolina in più. Quello prima di passare al lato presentazioni, trovando il castano cui strizzò l'occhio con fare complice. «Spero di vederti presto Nick, magari in giallo e viola», gli Ametrin avevano vinto per due anni di fila la Coppa delle Case e per lui era decisamente motivo di vanto, tanto da desiderare quante più nuove manovalanze tra le sue fila. Un altro tentativo di creare unione lo strinse con Clive, con cui avrebbe tentato un saluto tipico dei ragazzi americani, con i palmi e poi le dita delle mani scivolare in direzioni opposte per poi chiuderle a pugno e lasciar scontrare le loro nocche. «Nathan Parker King, ma chiamami come meglio credi», si presentò cercando poi un momento di privacy col suo prefetto, rivelandogli che era stato così tonto da essersi dimenticato a casa quanto avevano comprato qualche giorno prima. Per fortuna che l'altro sembrava esser munito, tanto da rifilargli delle stelle che infilò nella tasca della felpa modificata da un fantasma ad Halloween. «Ti ho già detto che ti adoro?» Un altro abbraccio stritolante, per poi dargli una pacca alle parole sul quidditch. «Non dipende da me, lo sai che sono sempre pronto», dopotutto era stato definito Jolly della squadra da parte di Olwen, dove nutriva il piccolo dubbio che si fosse vendicato delle sue illazioni sulla sua probabile paternità del piccolo Alex. Ehi, ma che colpa ne aveva lui per essere un credulone delle baby mum gnocche che si era appena fatto dietro il chiosco del bar al porto? La sua attenzione, che già era ballerina di suo, venne attirata dalle armi e dal piccolo show che Gyll stava imbastendo. Lui, col tatto di un elefante, non si era sottratto nel dire la sua, ignaro di troppi equilibri sottili che si stavano giocando in quel momento. «Dai, non fare quella faccia, lo dico per il tuo bene», avrebbe ricambiato quella ripresa con un occhiolino, rimanendo sorpreso che tra i Garlic si fosse interfacciato proprio il più piccino. Per quanto avesse cercato di andare d'accordo con lui, due maschi alpha in un esercizio di Olwen non erano proprio una gran cosa. Già perché lui non era una femminuccia che camminava sui tacchi a spillo, anche perché chiunque non avesse mai provato quelle calzature sarebbe caduto nella stereotipia che fossero un prodotto ad esclusivo appannaggio delle ragazze e quindi privo di forza o coraggio. BUGIA. Lui stesso era stato abbattuto dalle vesciche che un paio di decolté infinite, visto il suo piedone, gli avevano inflitto dopo averci camminato e ballato per tutta la notte di Halloween qualche anno fa. Per cui si lasciò scivolare le parole del ragazzetto, dimostrandosi risoluto nel rifiutare la sua proposta. «No, le asce non fanno per me», cercando l'attenzione di chi comandava la baracca per spiegare le sue ragioni. «Sì, sono uno sportivo ma nel quidditch dove rendo meno è proprio nel ruolo di battitore» e non gliene fregava un emerito bip di eventuali battute a doppio senso sulle mazze. Lui non aveva alcun senso di inferiorità da colmare così come gli uomini erano soliti comprare le automobili più mastodontiche per colmare il gap con qualche mancanza sotto la cintura. «Trovo affascinanti le spade e gli archi, quale tra i due dici che andrebbero meglio?» Per arco e frecce avrebbe potuto allenarsi tranquillamente con la Lewis, mentre per la spada sarebbe stata una sfida solitaria che l'avrebbe impegnato a lungo, forgiandolo. Una delle due scelte non lo avrebbe lasciato affatto scontentato, perché in un modo o nell'altro per lui sarebbe stato un deciso win-win. Avrebbe quindi accettato qualsiasi cosa che gli fosse stata proposta, sganciando i Galeoni.
    Aveva un appuntamento con la sua bella dalla donna degli animali. Donna che a quanto pare si risentì di un commento diretto alla Dioptase, tanto da far palesare persino il suo boa. Se pensava di farlo spaventare ed indietreggiare si sbagliava di grosso, visto che lui adorava gli animali. «Bellissimo!» Gli occhi a cuoricino tutti per il regale rettile. «Come si chiama? Da tanto che è con lei?» Non si sarebbe curato di guardarla negli occhi man mano che poneva le domande, con tanto poi di chiarimenti per una cosa che lui, a suo modo di vedere, non aveva mai fatto. «Non volevo offendere le sue creature, donna. Volevo solo suggerire alla mia ragazza qualcosa che lei non aveva inizialmente notato», indicò l'animale elementale che si avvicinò a lui con un balzo ai suoi piedi. Si chinò per afferrarlo con dolcezza, carezzandolo sulla testolina, con la chiara intenzione di guadagnarsi la sua fiducia.
    «Sai, Ghiacciolina, penso che terrò il rospo per me, mi ricorda tanto te», senza alcuna intenzione di offenderla, visto che per lui era un'esemplare davvero così carino ed unico, proprio come la ragazza che riuscita con i suoi sortilegi a fargli perdere interesse per qualsiasi altra fagiana. Avrebbe allungato i settantacinque Galeoni per la creatura alla Kaleel. «Penso verrò a trovarla in negozio», salutò con un cenno del capo il boa, prendendo per mano -con quella libera- la Farley. «Su, andiamo a prendere qualcosa da bere», le avrebbe lasciato un bacio leggero tra i capelli guidandola con sicurezza e senza fretta verso lo stand dove tutti sembravano aver voglia di denudarsi, colpa di una donna niente male che offriva tatuaggi temporanei. «Wanda, tieniti forte!» Avrebbe mormorato al neo acquisto, invitandolo a posizionarsi sulla spalla, penzolando sulla scapola, visto che non aveva così tante braccia e mani da utilizzare. «Un'aranciata» che ovviamente era solo uno dei tre ingredienti ad aver ordinato, «ed una coca», stesso discorso anche per il suo ordine. Una volta pagato l'oste per entrambi gli ordini avrebbe guidato la strega all'angolino accanto dove tutti erano presi dalla frenesia di privarsi della maglietta. «Come lo vedresti un tatuaggio?»

    It's not like I'm falling in love I just want you to do me no good
    and you look like you could




    Interagisce con: Emma Lewis, Nicholas Mc Callister, Clive Greenwell, Erik Foster, Gerald e Philipp Garlic, Gerd Kaleel, jonathan baker, Amelia Farley.
    Completa gli acquisti da Phill e Gerd. Chiede una coca ed una aranciata a Baker, pagando per lui ed Amelia, poi chiede a quest'ultima se vuole farsi un tatuaggio.
    Acquisti:
    - G da Philipp;
    - 75 da Gerd;
    - 20 da Baker;

    Oggetti:
    Anello in rame ᚢ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti di Guarigione.
    Felpa con cappuccio: Felpa trasfigurata da Nathan che non è svanita col tempo e che per influsso di Elisa si è fuso con la sua corda, che ora costituisce inquietantemente il laccio che tende il cappuccio.
    Chi la indossa difficilmente risente delle temperature esterne, visto che fornisce -1 danni da fuoco e ghiaccio.
     
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    Denrise
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Stava diventando tutto davvero divertente. Insomma vedere Philipp circondato da tutta quella gente, Jonathan che stava facendo dei grandi affaroni e tutti quei ragazzini ormonati che vagavano attorno al migliore dei Cacciatori irritandolo magistralmente.
    Si era poggiato con il sedere sul bordo del tavolo in legno e si stava godendo la scena che si stava creando tra le botteghe di Kenna e Phil.
    Rise sommessamente alla battuta dell'uomo che fece al cugino «Ao', nun me scopo i cadaveri.» - disse ridendo al biondo, mentre si aggiustava i capelli lasciati sciolti e selvaggi, portandoli indietro con un gesto rapido della mano.
    Si voltò a guardare gli studenti che passavano da lì, attento che non rubassero niente, poi quando si avvicinò Cameron, Jason lo guardò con un sopracciglio alzato, come se lo stesse esaminando internamente, puntando i suoi occhi nocciola sul volto del Dioptase.
    «Na tisana p'a tranquillità. Te senti agitato pe' tornà a scuola? Vedi che po essè controindicata, se ne usi assai nun te svegli per du giorni, me raccomando alle dosi. So 70 Galeoni.» - disse mettendo in un sacchettino una bella dose per la tisana «Ma te la sai preparà la tisana? O te devo insegnà?» - allungò il sacchetto, quindi al ragazzo, per poi prendere i suoi soldi e ricacciarli in tasca.
    «Nun te serve altro? Tenemo delle erbe speciali, le puoi trovà solo mo, ancora po' te ne vieni che le vuoi durante l'anno eh. Secondo te la devi provà. Pure l'amica tua, ao'.» - disse mostrando lui le due bacchettine ben rollate, tutte naturali.

    Serviti i clienti, Jason guardò di nuovo verso Philipp e questa volta mosse dei passi in sua direzione, lasciando Joanne a badare al negozio.
    «Allora te piacciono i ragazzì. O sapevo, oh. Dentro sei tenero, a Phil. Vedi quante ce ne hai, oh. Te li cresci co' Kenna?» - ovviamente il suo tono venne contornato da un sorriso smagliante, dedicato solo all'amico.
    Jason K. Byrne

    "
    Macché davero?!
    "
    Druido, Speziale

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    Isaac_01
    Isaac Callahan
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    Era lì appiccicato a un oblò della “Dragone degli Abissi”, con la mano destra stretta attorno alla maniglia del baule e pronto a sbarcare. Era impaziente di salire sul ponte principale della nave, dove avrebbe trovato la passerella che gli avrebbe consentito di ricongiungersi alla terraferma.
    Con una lentezza quasi esasperante gli studenti salivano sopracoperta e sbarcavano; Isaac attendeva il proprio turno e, se da una parte era impaziente e quasi ansioso di conoscere la nuova terra che lo avrebbe ospitato, dall'altra Tassorosso gli aveva insegnato pazienza e perseveranza.
    Fece un profondissimo respiro purificatore ed espirò: finalmente era il suo turno di uscire sopracoperta – cosa che fece senza esitare nemmeno un istante. All'esterno, sul ponte principale dell'immenso vascello, fu accolto dall'odore salmastro dell'aria, mischiato a legno e sartiame di canapa grezza: un miscuglio che a lui piaceva parecchio e lo si vedeva dall'espressione soddisfatta sul suo volto gradevole ma non eccezionalmente avvenente. C'era molto di più, però: odore di terra. Isaac spalancò gli occhi scuri, enormi, e guardò giù ciò che lo attendeva. C'era un intero mercato che si apriva in una piazza poco lontana dall'attracco. Ai piedi della passerella un'avvenente giovane consegnava qualcosa a chiunque sbarcasse. Quando fu lui a terminare di percorrere la passerella, si trovò faccia a faccia con Dana. Allungò la mano sinistra verso di lei raccogliendo il sacchettino che gli veniva offerto. “Grazie, mia preziosa signora, per questo dono di benvenuto e per le tue parole!”, le rispose con voce calda come una giornata estiva, morbida come la migliore delle sete e preziosa come ambra millenaria. Era una voce baritonale, musicale ed estremamente piacevole a sentirsi; le note arrochite la rendevano vellutata e ben si adattavano ai colori scuri di Isaac e alla sua pelle chiara a contrasto con essi. Le sorrise in maniera delicata e abbozzò persino un inchino mentre cercava di lasciarsela alle spalle e provava a proseguire verso la piazza in cui si teneva il mercato. “Chissà se ci sono dei dolci, dei libri di fiabe e magari anche qualche oggetto artigianale in pelle”, si domandò tra sé e sé mentre, trascinando il proprio bagaglio, si avviava verso la fiera.
    Man mano che si avvicinava alle bancarelle, fu sempre più circondato dal chiacchiericcio tipico di quegli ambienti: mercanti che offrivano le loro merci, che si chiamavano l'un l'altro, che imbonivano i loro clienti... rimase affatato da quanto lo circondava, un leggero sorriso comparve sul suo volto: “E chi se ne frega dei dolci eccetera...”, si ritrovò a considerare tra sé e sé. La prima bancarella a cui si avvicinò fu lo stand della Libreria Leabharlann. “Per il sacrissimo reggiseno della divina Morgana, se questo è un sogno ammazzo chiunque osi svegliarmi!”, esclamò dinnanzi a quel ben di Dio sparpagliato davanti ai suoi occhi sgranati. Rimase qualche momento a guardare tutto quanto, poi la sua attenzione si focalizzò senza alcun dubbio su un paio di volumi. Alzò gli occhi e, con dipinto sul volto il suo miglior sorriso, si rivolse a Kenna: “Buongiorno, mia signora. Libri davvero molto interessanti! Vorrei comprare, se possibile, una copia di Cartografie del mondo emerso, un Compendio pozionistico e il manuale Metodo semplificato per la lettura delle antiche rune”, snocciolò con voce calda e sicura, densa d'un inconfondibile accento londinese. Dopo qualche istante, aggiunse con un sorrisetto furbo: “Quella pergamena-pizzino... me ne può parlare? Mi intriga parecchio il suo nome: che cosa fa? Come si usa?”, indagò interessato adocchiando il suddetto oggetto di cancelleria. E infine sorrise divertito vedendo un mazzetto di banalissime BIC rosse, verdi, nere e blu: “Che buffi tubicini con i cappucci tutti colorati.”, commentò. Tornò a guardare la libraia, ora, in silenziosa e paziente attesa.
    Narrato - "Parlato" - 'Pensato' - Interazioni | Isaac Callahan Stat.
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    Kenna MacEwen
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Lo sguardo di Gyll si stupì sentendo Philipp che interveniva per rimbeccare Lilith e cercò di nascondere un sorriso intimidito dall'intervento del Cacciatore, che per l'ennesima volta si trovava a difenderla con i suoi modi sgorbutici.
    La parte teorica di Philipp incantò la mezza-veela, che si trovava ad annuire alle sue parole, seppur le sue maniere al liquidarono. Gyll, tuttavia, non era poi una che si offendeva facilmente e a quei modi di Philipp rispose con un sincero sorriso entusiasta, già solo per aver avuto quelle notizie in più, che l'avevano affascinata e spinta a volerci capire sicuramente qualcosa nel corso del tempo «Fantastico. Mi informerò il più possibile, sembra davvero interessante come cosa.» - sì, Gyll era completamente provolona, ma alla fin dei conti l'amiamo per questo. Prese la sua boccetta e pagò in galeoni che spettavano al Cacciatore e poi tornò a guardare verso Gerald; Aidan, però, sembrò voler rubare la scena e dopo quello strano atteggiamento che l'aveva infastidita, Philipp intervenne nuovamente, facendo stupire la ragazzina per la risposta e facendola anche arrossire per il momento di imbarazzo quando si trovò oggetto delle frasi del biondo.
    Era stato così evidente il fastidio di Gyll per quel contatto con Aidan? Eppure non era la prima volta che succedeva, insomma, era pur sempre il suo partner, quindi cos'era cambiato? Mentre cercava di capire "gli adulti", la piccola guardò verso Gerald. Che fosse lui il motivo?
    Ancora non comprendeva molte dinamiche che le giravano attorno, così come il suo fascino da mezza-veela era cosa ignota alla ragazzina che doveva ancora riscoprire certe armi (poveretti tutti), ma una cosa era certa, quando Nathan fece la sua entrata in rotolata, manco fosse Muu con la sua bellissima facciona, Gyll gliene fu grata, perché ruppe quel momento di tensione, facendola sì arrossire, ma allo stesso tempo distrarre e sorridere «Oh, smettila Parker! Piuttosto vedi se in giro ci sono chocobo da cavalcare, questa volta riuscirò a salirci da sola!» - sì, il suo era un modo di evadere, seppur momentaneamente da quella situazione imbarazzante in cui si era ficcata con le sue stesse mani.
    Si voltò, quindi, verso Aidan, non dimenticando le cose che aveva detto rispetto a Philipp, quindi lo guardò ancora una volta con la faccia stranita, come se fosse bizzarro anche per lei prendere una posizione così netta rispetto al Dioptase, per schierarsi dalla parte dei Garlic.
    Le parole di Aidan a Gerald la fecero irrigidire e la ragazzina strinse i pugni lungo i fianchi, guardando Aidan con la coda dell'occhio come se volesse che in quel momento non avesse aperto bocca. «Loro non sono antipatici.» - sibilò appena, con tono talmente sottile che sembrava lo stridio delle unghie sulla lavagna, poi si zittì di nuovo, come se l'unico motivo per cui potesse parlare in quel momento era solo difendere Gerald e Philipp, con tutto che i due sapevano difendersi da soli.
    Il suo silenzio divenne abissale e la sua scelta di prendere la strada con Gerald sembrò non bastare a mettere fine a quella situazione.
    Pensava davvero di essersi liberata di quel momento di panico, soprattutto qunado era riuscita a strappare quelle parole da Gerald, che le accesero un sincero sorriso, misto a quella continua timidezza ingenua che mal sposava con quello che i due avevano passato nei loro precedenti incontri. Annuì energicamente, conscia del fatto che non sapeva dove andare esattamente, ma che avrebbe anche scalato l'Everest per godersi un attimo di pace e un po' di Gerald e soprattutto, i suoi occhi si sgranarono quando la scadenza (N.d.A.: MA QUALE SCADENZA, AO', STE TE STO GUARDANDO MALE!) venne prolungata, diventando quasi liquidi per il calore che le guance stavano emettendo a quelle parole. Chinò lo sguardo, piazzandolo appena sulle punte dei propri piedi, per poi risalire sul biondino.
    Sarebbe stata pronta a prendergli la mano, se solo questa non venne interrotta - come la connessione della sottoscritta - da un trottante e stridente Aidan che voleva le sue spiegazioni.
    Fosse stata una nativa del posto, probabilmente Gyll avrebbe risposto con un semplicissimo «Ma che vor dì?!» - con tanto di mano all'italiana e musetto che scivolava verso il basso in una parentesi. Invece, la nativa scozzese, non fece altro che non capire niente, sgranando i suoi occhi celesti e passando lo sguardo da Aidan a Lilith a Jessica. Aspetta, ma quelle due da quando erano lì? Insomma, non è che tutta quella gente l'avesse vista prima, forse troppo concentrata a fissare ben altro.
    Non era abituata ad avere tutti quegli occhi addosso e la cosa la stava impanicando e non poco. Sentiva il cuore in gola e questo faceva sì che non riuscisse bene ad articolare un pensiero che avesse senso compiuto. Aidan aveva attirato le attenzioni su di loro, aveva dato dell'idiota a Gerald e aveva fatto sentire più in imbarazzo del solito l'opalina. Insomma, un mix di roba che poteva esplodere da un momento all'altro. Lo sguardo chino di Gyll si sollevò a cercare quello di Gerald per un attimo, poi a posarsi su Aidan.
    Il suo tono imperativo e il suo modo di porsi tra lei e Gerald la fecero sussultare appena, strinse i denti e si morse il labbro inferiore, quindi provò a mantenere quel contatto visivo con il ragazzino. Ingoiò più volte a vuoto e poi schiuse le labbra. Tentò di mantenere una calma che non aveva, ma forse l'idea di avere un Gerald a portata di mano, la stava facendo sentire un tantino più sicura di quel che poteva essere in situazioni diverse. E poi, lì c'era anche Philipp a cui voleva mostrare quanto era diventata più brava a provare ad uscirsene dalle situazioni senza il suo intervento da supereroe.
    Inoltre Aidan era tornato ad incalzare con le domande e adesso aveva la testa stracolma di tutti quei quesiti che le stava ponendo.
    Forse meritava davvero delle risposte, ma cosa doveva dirgli? Non sapeva nemmeno lei perché si stava comportando così.
    Sapeva solamente che in quel momento aveva fatto una scelta e non sarebbe tornata indietro.
    Doveva prendere coraggio, quel coraggio che non aveva mai dimostrato a nessuno e parlare, perché altrimenti le domande sarebbero aumentate e la situazione peggiorata.
    «Aidan...» - provò a mantenere un tono basso, quasi una nenia, ferma e senza interrompere il contatto visivo con lui «... non ho intenzione di discutere qui, con te...» - il suo tono pareva quasi toccare delle note dolci, o almeno ci provava, mentre Gyll tentava di trovare le parole giuste per scrollarsi di dosso il dioptase «...Non parlare così di Gerald! Non è il posto, né il momento adatto per spiegarti. Io voglio stare con lui: mi piace passare il tempo con lui e mi ... mi piace come mi fa sentire. Insomma, mi piace...» - sembrava qualcosa di così semplice che quasi non capiva cosa ci fosse di male. Insomma, la cosa sbagliata in tutto quel discorso qual'era? Mica lo capiva, non immaginava nemmeno lontanamente quale problema affliggesse Aidan, perché per lei, in quel momento era come se le stesse dicendo di non pensare al proprio bene.
    Non distolse gli occhi nemmeno un attimo dal volto di Aidan, cercando di mantenere la calma e allo stesso tempo, un tono piuttosto basso e deciso, per quanto il cuore le batteva a mille «NON... zittirlo.» - tono che leggermente si alzò, quando lui si impose una seconda volta «Voglio stare con lui. Mi dispiace...» - concluse, provando a non distogliere quello sguardo celeste dalle iridi dell'opale per qualche attimo di più. Aveva appena detto la verità nel modo più sincero che potesse, non rendendosi conto nemmeno di quanto, quello che aveva detto era stato tagliente, forse, per Aidan e troppo manifesto per Gerald.
    Prese fiato, quindi, cercando nuovamente quest'ultimo, ma quando fece per avviarsi, si schiantò come un moscerino su un parabrezza. Un parabrezza morbido. Quello di Jessica. «Auch!» - mormorò toccandosi il naso come farebbe un bambino che è caduto su un cuscino. Il suo nome sibilato dalla Prefetta la fece rabbrividire. La sola che la chiamava con il nome completo e quando lo facevano erano uccelli senza zucchero «Jeeeejeeee ~» - cercò di pigolare, provando a non sembrare troppo una caccola in confronto alla mora.
    Altre domande che fecero stringere gli occhi di Gyll in due fessure «Uffa. Non è successo niente di grave. Voglio... voglio star con Gerald. E Aidan ha messo su una storiaccia. Cioé, non ti è capitato mai che insomma ti piace una persona e vuoi passare del tempo con lui? Non ci vedo niente di male, no?» - sbuffò, mentre miagolava le sue spiegazioni completamente ingenue e semplici, espletando il suo dovere e raccontando alla ragazza cosa fosse successo «Dai, Jeje... fammi andare da Gerald, non succederà nient'altro. Prometto.» - e il suo sguardo era davvero sincero, così come il suo saltellare impercettibilmente, perché non stava più nella pelle di scrollarsi di dosso tutta quella gente e venir rapita dal biondo. Biondo che dopo essersi armato, fece il suo trionfale ingresso, spiazzando chiunque era a frapporsi tra loro. Gyll annuì e lanciò un bacio a Jessica mimando un «Promesso.» - con le labbra, mentre lei tentava di aggrapparsi al piccolo dei Garlic «Un posto dove non ci sia tutta questa confusione, te ne prego ~» - miagolò appena a bassa voce, quasi mortificata «S-scusami, Gerald... io... non volevo tutto questo casino...» - confessò, mentre lo sguardo si chinava e sentiva gli occhi riempirsi appena di lacrime.
    Ah, che noia essere degli adolescenti.
    Cerca di convincere Aidan a smetterla, mantenendo un contatto visivo costante e parole precise, sfruttando la sua
    CITAZIONE
    ♦ Quali sono i loro poteri?
    Le Veela sono considerate creature magiche assai pericolose, soprattutto per i maghi.
    Quando gli uomini, sia maghi sia Babbani, vedono una Veela danzare sono stregati dalla sua grazia e non possono resisterle.
    Le Mezze-Veela possiedono poteri affini a quelli delle veela purosangue, tanto che hanno un enorme ascendente sui maschi (+3 a Carisma se tentano di convincere un uomo).

    (tvb) Carisma Gyll: 10

    Lilith Clarke Nathan Parker King Philipp Garlic Numero cinque Giadì
    Gyll McKenzy

    "
    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
    "
    Black Opal, III anno

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    Ametrin
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    «Ancora adesso te ne accorgi?» - disse facendole un occhiolino e tirandola a sé, cingendole la vita. Era così semplice quella relazione che quasi non ci credeva che stava andando per il verso giusto ogni singolo giorno, senza che questo fosse un dramma. La guardò dall'alto, quindi con un sopracciglio alzato e soffiò via qualche altra parola «Ogni voto che va dalla sufficienza in su, potrei farti un regalino.» - e inclinò un attimo il tono sull'ultima parola, lasciando alludere ben altro rispetto ai regali costosi che avrebbe fatto un normale fidanzato: con lei poteva parlare di erba, poteva regalarle sesso, o semplicemente una notte di grattini e tutto sarebbe stato un lusso sfrenato che entrambi avrebbero apprezzato.
    Si fece trasportare verso il basso, sentendo quelle ditina che lo tiravano dalla maglia e rise a quel morso, come se fosse qualcosa che desiderava. Entrambi se ne fregavano di dov'erano e di cosa ci fosse intorno a loro o di chi li stesse guardando.
    L'incontro con Markab si stava rivelando come sempre esilarante, anche perché a coinvolgere il quadretto era esattamente quello che si aspettava attorno ad un banco del genere: Blake, Jesse e consorte.
    Lucas era uno che cercava di mantenere un volto molto serio anche quando le situazioni che si stavano creando attorno erano completamente tutto fuorché serie. Quindi quando Jesse lo coinvolse in quella richiesta d'aiuto, lui fece uno sguardo interrogativo «Adamas? Non eri fedele a Blake? Devo essermi perso...» - lo guardò prima di scattare a ridere immensamente «Suvvia, Vesper. Non c'è nessuno di più fedele di Jesse!» - disse allungando un braccio a dare una pacca sulla spalla ad Adamas. Tornò poi a dedicarsi a Markab «Benissimo, cazzo. Quest'anno sono carichissimo, voglio stupirti nel campo del giornalismo, ti manderò qualche mio articolo e rimarrai a bocca aperta!» - sembrava quasi una minaccia divertente, quindi prese dalla borsa la sua reflex e inquadrò il ragazzo, scattando una meravigliosa foto. Guardà Livs «Ahahah. Tutto ha senso nella mia vita, no?» - il suo tono era più che ironico, guardò poi Livs «Quando andiamo ad Hidenstone, adesso voglio vederti bere e goderti quest'ultimo attimo di libertà...» - le disse avvicinandosi alle sue labbra per strapparle un bacio.
    Rise guardando Jonathan «Pago io, tequila per tutti!» - quindi rise di nuovo, guardando Jonathan e quindi una volta avuti davanti con tanto di sale e limone, avrebbe leccato la parte della mano che va dalla base del pollice fino a quella dell'indice, cospara con del sale, poi avrebbe trattenuto il respiro, e buttato giù la tequila, leccando successivamente il sale e mordendo lo spicchio di limone.«Decisamente meglio di prima.» - disse, muovendo un attimo il capo, poi guardò Livs «Ancora o vuoi fare altro?» - quindi spostò i bicchieri vuoti e la guardò.
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    Gli Snasi
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    Gerald di DenriseQuando Sigurd aveva annunciato l'evento di inizio anno con la loro partecipazione attiva, ovviamente, lui era stato sommerso di insulti, minacce e improperi di ogni forma e dimensione: gli avevano dato dello smidollato, del pazzo, del miscredente, nonché del debole e del sottomesso alla sua ex maestra (o amante), gli era stato detto che aveva accettato perché gli piaceva prenderlo dove non batteva il sole e tutto quello che ci si poteva attendere da un branco di denrisiani.
    L'uomo aveva ululato così forte da destare dalle profondità degli abissi il proprio Kraken, cosa che in vero un po' aveva fatto cagare in mano persino uno come Gerald, che poi si era trovato passivo ad ascoltarlo parlare di una semplice verità: Hidenstone era sul loro territorio e Victoria, prim'ancora che al Ministero, rispondeva a lui, e se questo equilibrio voleva essere mantenuto e il Villaggio intendeva sfruttare i vantaggi derivanti, come i tirocinanti e persino le offerte ai riti sacri, era necessario avviare un progetto di integrazione. Perché ubbidissero alle loro leggi e alle loro regole, infatti, era indispensabile che le conoscessero. Ed era necessario che nel mentre apprendevano, essi restassero con la testa sul collo.
    Secondo questo principio, Gerald, così come tutti gli altri, si erano parecchio dati una calmata quel giorno, al punto che il biondone, nell'approcciare uno che mal-tollerava come Nathan, lo fece con garbo e professionalità, mordendosi anche la lingua quando l'altro si permise di dire che la sua proposta non lo aggradava.
    'Lo ammazzo' pensò lui, squadrandolo ancora nel mentre ascoltava le sue parole ed evitare di ridere sentendolo parlare di archi 'Con quella faccia? Ma ti sei visto?' pensò lui, pensando che avesse le sembianze di un tontolone e quindi forse meritasse un'arma che puntasse più sulla forza bruta che su altro "Che ne dici di un falcione?" propose lui allungandogliene una in ferro "E' un'arma da taglio molto forte, che assorbe benissimo le rotazioni e le scarica tranciando in due di tutto. E' un'arma bastarda" e qui si concesse un attimo di silenzio "La puoi impugnare con una o due mani" e fu così che sperò di liberarsi dell'ametrino e dedicarsi a quanto più contava: Gyll.
    Il ragazzo accolse con piacere e fastidio le rimostranze verso Aidan per gli improperi a lui rivolti, salvo poi vedere l'escalation del ragazzo e afferrare la propria lama, pronto a bagnarla col sangue inglese, venendo poi folgorato dalle parole della ragazza, che, letteralmente, lo costrinsero a raddrizzare la schiena, colpito dal trasporto e dalla schiettezza di quanto udiva, qualcosa che forse lui mai avrebbe saputo ammettere così ad alta voce.
    Le parole sarebbero arrivate chiare e forti anche al Dioptase: non lo avrebbero certo intimidito, ma c'era qualcosa di magnetico nel tono della voce della ragazza, qualcosa che lui avrebbe interpretato come sincerità e assoluta sicurezza. Di tante cose strane quel giorno, ora lui aveva due certezze: Gyll voleva trascorrere il resto del soggiorno a Denrise con il bellimbusto che aveva davanti, e, ancora più di quanto detto sopra, non aveva la minima intenzione di dare spiegazioni lì, in mezzo a tutti, fosse stato anche solo per vergogna, e insistere a riguardo sarebbe significato guadagnarsi il suo odio.
    Quando Gyll si voltò verso il predone, Gerald schiuse le labbra, quasi abbozzando un sorriso, che però verté rapidamente in una smorfia di frustrazione quando Lilith Clarke, Jessica ed Eva si misero in mezzo, obbligandolo ad imprecare sottovoce, salvo poi costringerlo ad avanzare deciso quando sentì i guaiti della ragazzina.
    "Non scusarti" affermò lui, senza riporre al momento la propria arma, sempre pronto a scattare contro Aidan, qualora avesse insistito nelle proprie condotte "E sì... andiamo via" affermò, aggirando la giovane e affrontando le altre presenze "Sono Gerald Garlic. La mia famiglia è nota in tutto il villaggio e tutti sanno come noi siamo Cacciatori dell'Oscuro. Mi assumo io la responsabilità della ragazza. Ora, lasciateci in pace." affermò lui, perentorio, sfidandole tutte con lo sguardo, sperando poi, finalmente, di potersene andare con la sua bella "Lei ha scelto me." precisò infine, per dar forza alla propria perentoria richiesta.


    Convincere; d20: 9+3+3-3=12
     
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    Denrise
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    Che Julian fosse un tipo piuttosto spericolato era evidente, ma Gerd davanti alle sue palesi avance non poté che sorridere generosamente 'Un altro pollo da spennare!' pensò lei, entusiasta della cosa, del resto aveva sempre reputato il maschio una facile preda, data la sua avvenenza, e da sempre si era servita delle sue doti per raggiungere i propri scopi senza alcuni pietà. Accettò i soldi dal ragazzo per il gatto, ma accettò solo parzialmente il secondo dono "Riprenditelo: serve più a te che a me" spiegò lei, incidendo su di esso il proprio indirizzo, per essere facilmente raggiungibile "Nel caso tu abbia bisogno di consigli o istruzioni..." propose lei, tentando di sfiorare il colletto del ragazzo "Un animale nuovo, una scuola nuova, un'isola nuova... penso sia importante avere un punto di riferimento..." sibillò infine, lasciandolo libero di andare a provarci anche coi tombini, cosa che a lei ovviamente non importava 'Se torna meglio: finirà per trovarsi qualcosa in mano. Da pagare.' e fu così che mentalmente rise come una cattiva della Disney, vedendo il proprio buon umore morire un po' con Nathan, salvo comparire poco dopo quando ella fu stupita nel vederlo interagire col boa con lo stesso entusiasmo con cui Kenna avrebbe guardato una stanza piena di cartelli con divieti vari ed eventuali per studenti.
    "Si chiama Sol, e siamo insieme da cinque anni" spiegò lei, cambiando repentinamente tono ed avvicinando il proprio famiglio, al quale, con un paio di sibili, raccomandò di essere educato, ed accettando così le scuse del ragazzo "Vuoi accarezzarlo o prenderlo in braccio? Non sono molti gli studenti che lo hanno avvicinato ed è molto curioso" spiegò lei, ascoltando i sibili della creatura, desiderosa di dare comunque un premio al giovane per la cortesia dimostrata.
    Avrebbe nel caso lasciato Sol alle attenzioni di Nathan, senza però poter portare lo strisciante fuori dal suo stand, nel mentre ella si sarebbe dedicato alla coppia di amici delle lingue. La donna rimase piuttosto impressionata dallo sfoggio linguistico di Amalea, ridendo al suo spagnolo "Non dirlo ai portoghesi, tesoro: detestano quel paragone" disse lei, spostando poi l'attenzione sulle scuse di Brooks, salvo poi non degnarlo di una risposta e controbattere alla giovane "Diciamo che non ha dimostrato la stessa proprietà di linguaggio che hai te." sentenziò lei, ritirando i soldi per l'acquisto, lieta di aver intascato anche quelli.
    RevelioGDR


    Gerd non dispone di tutti i suoi animali, ma sono presenti gli animali comuni domestici e quelli di classe X, e al bisogno può mostrarvi gli altri. Dispone anche di tutti gli accessori: trovate tutto in listino.

    In via del tutto eccezionale sono inoltre in vendita alcuni cuccioli.
    Cuccioli elementali: normali animali incantati alla nascita con il potere di un elemento. Sono disponibili due gemelli per specie, identici nell’aspetto ma di diverso sesso (1 maschio e 1 femmina).
    Prezzo: 75G

    Carpa dell’acqua
    Carpa bianca con alcune squame rosa molto ghiotta di molliche e lattuga. Dalla bocca genera delle bolle d’acqua all’interno della quale può galleggiare come fosse una lacrima d’acqua o può rinchiuderci cose/piccoli animali facendoli galleggiare.

    Carlino della terra
    Carlino massiccio ed estremamente voglioso di coccole: avendo il naso estremamente schiacciato detesta camminare ed ama essere portato in braccio. Quando raspa il terreno può sollevare piccole montagnette di terra, creando colonne e muretti o scavando fossi anche profondi.

    Geko del vento
    (venduti)
    Geko di colore dorato piuttosto schivo, che ama stare nella tasca del suo padrone. Ama camminare sulle pareti, sui soffitti e… per aria. Balzando, infatti, genera dei piccoli cuscinetti d’aria solida che resistono qualche minuto, abbastanza forti perché il padrone (e solo lui) vi si possa aggrappare o appoggiare per massimo 5 secondi.

    Gatto persiano della tempesta
    (venduti)
    Vanesio e pigro esemplare di persiano, dotato di un lunghissimo pelo bianco che accumula elettricità, tramite il quale può addensare nubi e richiamare in punti desiderati fulmini.

    Farfalla del fuoco
    (venduta la femmina)
    Farfalla con enormi ali rosse e arancioni che ama posarsi come un fermaglio tra i capelli del proprio padrone. Se toccata da chi non vuole, ustiona e provoca 1d10 di danno.

    Rospo della neve
    (venduto il maschio)
    Rospo blu traslucido, ricoperto da una soluzione velenosa che a contatto, oltre a poter avvelenare, provoca anche congelamento. L’animale detesta il caldo ed ama cantare e gracidare per il suo padrone per venire applaudito.

    Sono in numero limitato: quando si venderà un esemplare lo riporterò qui u_u
     
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    Dioptase
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Tutto si sarebbe aspettato, nella cerimonia di inizio anno, meno che essere scaricato da una ragazza.
    La ragazza di cui Aidan era sinceramente innamorato. Ma a quanto pare non era ricambiato abbastanza.
    Il dioptase ignorò il richiamo della sua prefetta, cercando invece di guardare Gyll e aspettare una sua risposta. Ed ignorò anche Gerard, che aveva sguainato la sua spada. Era troppo incazzato per provare un minimo di sorpresa o paura. E troppo concentrato su ciò che avrebbe detto Gyll.
    E tutte le parole che uscirono dalle labbra dell'opalina furono come delle pugnalate. Ad ogni sua parola, Aidan socchiudeva le sue labbra, incredulo per ciò che sentiva, incazzato con lei, con Gerard e con chi cercava di mettersi tra lui e loro due, deluso da lei e dal suo comportamento.
    Era evidente come si sentiva: Tradito. Da un Denrisiano del cazzo. Alle parole finali che Gyll gli disse 'voglio stare con lui. Mi dispiace...'. Aidan annuì con vigore e batté le mani all'opalina, in modo sarcastico.
    “Complimenti. Complimenti davvero.” Era stata schietta e lui adesso aveva l'ultima cosa da dire prima di allontanarsi definitivamente da lei. “Ti sei messa a piangere, ti sei incazzata e mi hai dato un ceffone, solo perché ho dato un bacetto a Lilith. Mentre...io che dovrei fare? Dato che tu...tu non...non gli hai solo dato un bacio, vero? No, non rispondere. È evidente...che dovrei fare? Non mi permetterei mai di picchiare una ragazza. Ma ricordati che sono rimasto deluso.” Lo sguardo del Dioptase sulla ragazzina era...era impossibile da spiegare.
    “Goditi il tuo Gercoso. E non ti azzardare a tornare da me. Stai con lui. Forse ti trovi meglio con lui, che con me.”. Guardò poi Gerard “E tu, coglione. Vaffanculo.”
    E detto questo, non attese nemmeno una risposta da lei o da lui, si allontanò. Non gli importavano più le sue spiegazioni.
    Aidan decise incamminarsi senza una meta, stringeva i pugni nelle tasche dei pantaloni, tremendamente incazzato. Aveva bisogno di distruggere in mille pezzi qualsiasi cosa con la mazza.
    Ma non sapeva cosa distruggere e questo lo rendeva ancora più nervoso. Avrebbe voluto distruggere la testa di quell'idiota, ma qualcosa glielo impedì.
    In lontananza notò Blake. Sembrava fosse concentrato su qualcuno. Aidan si avvicinò, per capire cosa stesse facendo, ma non volle disturbare lui e l'altra persona con cui stava parlando. Li guardò solamente, sedendosi ad un muretto(?) di fronte al canto della sirena ed incrociò le braccia, sempre con i pugni serrati, facendo un respiro profondissimo, cercando, inutilmente, di calmarsi un po'.
    Chi lo avrebbe mai detto: Incazzato perché la sua ragazza l'ha mollato.
    Aidan Hargraves

    "
    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

    Dioptase, 17 anni

    code by ©#fishbone




    Interagisce con Gyll McKenzy Gerard e infine si siede in un muuretto (o qualsiasi altra cosa presente che non siano le sedie u.u) nei pressi del canto della sirena (Mi pare), ma senza entrare, notando e osservando Blake Barnes senza interagirci direttamente (?)
     
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    Black Opal

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    xscheda | blake barnes | statistiche

    Blake sorrise a quella ragazza e le fece segno che il sacchetto non sarebbe andato a finire in quel mare e che lo avrebbe custodito. Sai qual è il fatto principale? Che avete del potenziale, ma non vi impegnate abbastanza! Non aveva mai avuto paura di dire la sua e non avrebbe cominciato adesso, specialmente in presenza dei densiriani. Blake Barnes, era un tipo, come si poteva dire? Rancoroso? No, ma aveva buona memoria e quando si toccava Aaron, seppur era nel torto, non ragionava e non perdonava. Comunque, erano passati due anni e le cose erano decisamente cambiate. Il fatto era sempre lo stesso: Blake aveva delle priorità diverse e grazie a Brian e a Samuel, era come se il pokemon Blake, dall'evoluzione base, si fosse evoluto diventando una piccola sfera di caos che, tendenzialmente, sapeva controllarsi e quindi calcolare ancora meglio come fare le sue mosse e quindi fare il cretino impulsivo. Era fatto in quel modo e come aveva detto più e più volte al suo professore di magitec, lui non voleva cambiare. Potevano perfezionarlo, ma la base sarebbe stata sempre la stessa: il fuoco. La cosa che lo rendeva veramente così era che ogni professore di Hidenstone aveva contribuito alla sua crescita, ognuno di loro aveva fatto in modo che Blake Barnes divenisse più sicuro di se stesso - certo li era a buon punto- più impulsivo, più caotico e più bipolare con il dramma. Anche la dolce Eva aveva contribuito a tutto quello. Non avevao creato un mostro, anzi, lo avevano sicuramente molto raddrizzato, ma era diventata semplicemente una bomba ad orologeria molto più grande e pericolosa. Erano li, in mezzo alla piazza e non fece altro che marcare il territorio con la riccia e quando lei gli disse che la stava lasciando da sola, lui scosse il capo. Non ti sto lasciando da sola, questo posto
    è un buco ed alla fine arriveremo tutti quanti nello stesso punto. Ma tu devi andare con i primini, ti devi chiarire con Jess ed io non voglio sentire drammi di questo genere.
    E proprio mentre diceva questo, il suo telefono squillò. Sorrise vedendo il messaggio di Jessica, lo girò e lo fece vedere a Lilith. Vedi?Non è divertente non far illudere i primini che potresti essere anche interessata a loro! Ho fatto una promessa e la mantengo! Le disse poi mettendo il telefono in tasca. Da quando lui rispondeva ai messaggi? Jessica sapeva benissimo che comunque si sarebbero visti. E poi accadde l'irreparabile.
    Se c'era una cosa che Blake Barnes non riusciva proprio a contenere era la sua ambizione e voglia di primeggiare. Quando Markab appellò Jesse come il suo fidanzatino, lui aveva sogghignato, certamente specificando il tutto, ma comunque gli piaceva il fatto che Markab o tutto il mondo lo riconoscesse come suo,ma quando Adamas Vesper rivendicò il suo legittimo ruolo, Blake si voltò completamente verso di lui.Oh ma guarda chi c'è!Il fatto era che sapeva benssimo che se avesse fatto troppo lo stronzo con Adamas, Jesse si sarebbe messo a piangere e poi sarebbe successa la terza guerra mondiale, ma quella, era solamente qualcosa che già c'era nell'aria. Se Markab stava urlando per attirare gente, Garlic aveva deciso di dire la frase sbagliata nel momento meno adatto per uno come Blake. Si voltò verso di lui. Inglesi di merda che portano soldi a voi poveracci di denrise. Non ce la faceva, era più forte di lui: prendere da Phil era qualcosa che lo rendeva seriamente soddisfatto. Inoltre non era giusto lasciare impunito qualcuno in quel modo. Blake, non stava urlando, non serviva, lo avrebbe sentito, in quanto aveva utilizzato un tono tale da farsi sentire forte e chiaro. Ma non continuò quella conversazione, infatti si voltò di nuovo verso uno Skyler selvaggio che travolse completamente il suo parabatai. Alzò seriamente un sopracciglio quando vide Adamas spogliarsi e non ce la fece, ma gli venne da ridere. Davvero? Cioè, quello era il suo modo per essere geloso? In tutto quello c'era dell'assurdo, ma come detto prima, Blake si era perfezionato e se prima diceva le cose solamente perchè gli venivano in mente, adesso le diceva non solo per quella ragione ma per far passare un chiaro messaggio a chi le ascoltava, fece un gesto di saluto a Lucas ed anche a Livs, il suo gatto. Poi rise, seriamente alle loro parole. Porca puttana Vesper!Sei così sicuro che sia il tuo fidanzato...? Era una domanda apparentemente finita, ma Blake rimase in silenzio per un secondo a posta, come se volesse davvero fargli quella domanda. Che hai bisogno di tutte queste rassicurazioni sulla fedeltà di Jesse? Wao! Il fatto era questo, che se si fossero fermati tutti quanti alle parole di Adamas, allora poteva anche far cadere la cosa e sfogare la sua gelosia per Jesse quando erano da soli, ma Markab. Dio solo sapeva quanto aveva capito alla perfezione che tasti premere per farlo agitare. Si voltò verso Markab. Te lo chiedo sempre perchè dovresti lavorare in un posto decisamente migliore, inoltre, Skyler, le dici anche a scuola le parolacce! E non è vero che io ne dico tante, ne dico quante ne servono! Che è un concetto decisamente diverso!Scherzò, prima di sgranchirsi un pò il collo, sistemarsi il ciuffo. Alzò appena la sua maglietta semplice nera e poi la riabbassò. Sogghignò prima verso Markab, poi verso Adamas, ed ignorò volutamente Jesse. Sorrise a Rebecca. Sapeva chi era la ragazza perchè era stato suo fratello a parlargliene ed anche molto bene e non solo per il sesso. Si vedeva che Aaron ci teneva a lei. Io non devo dimostrare niente per sapere c'ho che è MIO. Aveva un orgoglio smisurato e non si sarebbe mai messo a combattere per qualcuno. Erano gli altri che combattevano per lui e Jesse lo conosceva bene a tal punto da sapere che Blake era offeso. Anche io voglio un Gintonic! Ecco quella si che era una protesta. Aveva imparato a colpire in maniera molto più subdola, anche se un cazzotto in pieno stomaco ad Adamas non è che gli sarebbe dispiaciuto!

    Revelio GdR





    interagisce con: Philipp Garlic Jesse Lighthouse Adamas Vesper Lilith Clarke Giadì Skyler Mave e boh, altri? xD
     
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288 replies since 2/9/2021, 00:50   9120 views
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