Incontrarsi per la prima volta

Evento di inizio anno

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    Ametrin
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    < Sei proprio un sognatore Jones. > rise la bionda quando l’altro finse di riprenderla, andando a guardarlo con un leggero sorrisetto di sfida. Ma lo sta solo prendendo in giro, non sta seriamente parlando della carriera scolastica. Si metterà sotto? Probabilmente ci proverà, ma non puntando all’eccellenza, non ha un vero metro di paragone da poter usare per capire se possa riuscire o meno. La voglia attualmente non ce l’ha, potrebbe migliorare come peggiorare, no?
    Lo seguì senza farsi quindi troppi problemi, andando ad alzare gli occhi al cielo un momento. < Io ho sempre ragione. > istintivo ma ancor sempre giocoso, mentre trascina le parole una dopo l’altra fuori dalle labbra neanche le stesse buttando fuori a forza. Ma lo lasciò fare, andando poi ad afferrare se ci riuscisse, con la mano libera, la maglia altrui per portarselo un poco più in basso, giusto per mordergli una guancia e poi lasciarlo andare. Che sia un tipo fisico che non si fa troppi problemi di dove siano, non è mica qualcosa che nasconde, neanche l’essere più un felino che un essere umano e i morsi sono all’ordine del giorno.
    Comunque, una volta arrivati, alza un sopracciglio interrogativo vedendo l’altro emozionarsi per… qualcuno che avrebbe dovuto ricordare. Si, si lascia trascinare e poi presentare, andando quindi ad annuire e facendo un cenno con la mano, mentre se lo esamina con lo sguardo, quel Markab. L’ha un po’ adorato ed un po’ odiato durante l’anno, felice che fosse così entusiasta Lucas di passarci tempo assieme ad imparare, infelice che glielo facesse tornare così stanco. < Il tuo modello di vita è letteralmente un modello, ha senso. > afferma tranquilla visto come si mette a posare l’altro, andando quindi a fare anche un cenno con il capo. < Piacere mio, non ti seguo ma rimedierò. > e cerca quindi lo sguardo dell’ametrino, tirando su il solito cellulare mezzorotto, ma che ancora va, quindi perfetto così. < Lo cerchi tu? > chiede quindi, andando a passarglielo in caso, passando lo sguardo tra entrambi, posando poi gli occhi anche su Blake, facendo un semplice gesto della mano. Insomma, a lei basta bere, poi magari diventerà più socievole. E qualcuno dovrà fermarla dal buttare giù il bicchiere in un sorso solo, appena le finirà tra le mani.

    LivsTheFake

    Olive Moore - 20
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    Ametrin I
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    Interagisce con Lucas, Blake, Markab
     
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    Black Opal
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Com'era dura la vita da adolescente? Insomma, da quando Gyll aveva tutti quei problemi ormonali, quando era una delle poche che l'unica cosa che la preoccupava era quanto potesse fuggire da scuola per buttarsi in mezzo al nulla a piedi nudi e giocare con Pixie?
    Doveva essere iniziato tutto da Ostara, si. O forse prima quando aveva capito che c'era un qualcosa di piuttosto divertente oltre al giocare, che prevedeva l'avvicinarsi al sesso opposto (e talvolta non solo), per provare quelle strane sensazioni che erano pure piacevoli!
    E fin quando la situazione era sotto controllo, poteva pure star bene come cosa, ma Ostara aveva complicato tutto. Quella lezione di rune che aveva portato Gyll ad affacciarsi troppo sul mondo esterno e soprattutto a puntare gli occhi sul più giovane dei Garlic.
    Galeotta fu quella lezione, non c'è che dire. Da quel momento la confusione nella piccola testa bakata della mezza veela era diventato il vuoto cosmico. Alla presenza del biondino, diventava un'ameba la cui unica intenzione era quella di attirare le sue attenzioni.
    Peccato che non aveva messo in conto il fatto che qualcuno avrebbe potuto non essere d'accordo per questa versione di Gyll passione Gerald e, oggi, la ragazzina ne avrebbe fatto i conti.

    Quando si era allontanata da Aidan aveva cominciato a cercare nella sua testina mille e più modi per poter passare più tempo possibile alla bancarella di Philipp dove Gerald era presente, senza preoccuparsi che il dioptase avrebbe potuto seguirla per capire quel suo strano comportamento.
    Arrivata alla Street forgia, Gyll si concentrò sul non sembrare troppo impacciata alla presenza del junior, guardando di sfuggita anche Philipp e ascoltando la sua spiegazione e la domanda che aveva rivolto a Gerald. La piccola annuì a tale domanda, ma senza specificare benissimo fin dove si conoscessero per non aumentare il suo rossore.
    «Oh... L'essenza di un elemento in boccetta. Questo sì che è interessante. È una sorta di estrazione magica quella che hai messo in atto?» - domandò, trovandosi interessata all'argomento, seppur gli occhi viravano su un Gerald sfuggente. Prese respiro, come se il biondo le stesse rubando aria, poi proseguì
    «Credi si possa fare per altri elementi? Mi piacerebbe imparare questa tecnica...» - Aggrottó la fronte credendo che potesse essere allo stesso tempo un ottimo oggetto, ma se finito in mani sbagliate una catastrofe enorme. Poi la domanda che la mezza rivolse a Gerald finalmente ebbe una risposta e anche un'espressione piuttosto delusa da parte della ragazzina, che sperava non fosse così tanto indaffarato. Si strinse nelle spalle, mordendosi il labbro inferiore, cercando qualcosa da rispondere, ma l'arrivo di Nathan la fece sobbalzare e diventare un peperone ancora di più.
    «Io... Non...» - Guardò verso Nathan e gli diede un buffetto sulla spalla «Ehi!» - La sua faccia era letteralmente >///< questa, mentre le sorprese non erano finite lì. La voce di Lilith arrivò come una lama in sua direzione e la piccola strinse i denti e i pugni lungo i fianchi.
    «Può fare quel che vuole. Io non ho guinzagli. E tu?...» - Sbuffó, facendo scivolare la voglia di ritornare a scuola sotto i piedi. Quel posto si stava facendo troppo affollato e Gyll iniziava a tirar fuori fumo dalle orecchie a causa di un mix di emozioni non ben note.
    Voleva mettersi in disparte, cercare di respirare un po' di aria, ma siccome le persone non erano abbastanza, lì attorno, ecco che arrivò puntuale come un orologio svizzero anche Aidan. O era già lì? Insomma non è che proprio aveva badato a chi ci fosse quando si era diretta verso Gerald.
    Quel bacio sul collo arrivò inaspettato e oltre a sobbalzare, la ragazzina si scostò delicatamente, aggrottando la fronte e rivolgendo ad Aidan uno sguardo quasi infastidito da quel suo gesto.
    Fece un passo più in là, inaspettatamente e quasi era confusa da quel suo stesso modo di fare. Scosse il capo alla sua prima domanda, e non disse niente.
    «Philipp, potrei avere una boccetta di Lacrima?» - Disse cercando di smorzare un po' la tensione. Ma le domande di Aidan e il suo modo di fare sembravano pressarla sempre di più. Povero dioptase, non solo abbandonato, ma anche senza risposte
    «Oddio basta! Troppe domande, Aidan!» - Sbottó lei, gonfiando le guance che manco un Jigglypuff poteva fare. Prese respiro, quasi come se quello sbottare le avesse fatto bene e portò lo sguardo su Gerald, sgranandolo appena. Lo vide saltare dal loro lato e a quella domanda, un sorriso lieve sul volto della mezza si accese. Cercó di mal celarlo mordendo l'angolo dell'inferiore, mentre annuiva con veemenza
    «Solo quest'anno?!» - Impulsivamente l'idea di averlo solo per un anno le mise un po' di ansia, si portò una mano alle labbra come se avesse detto una fesseria e si tinse di porpora.
    Le domande di Aidan rimanevano ancora senza risposta e lei si sentiva al centro di un grande problema dalla quale non sapeva come uscire, per quanto l'idea di lasciare Gerald per andare con Aidan non le stava facendo altro che sentire una stretta allo stomaco.
    In suo "aiuto" arrivò Philipp a ringhiare qualcosa. La mezza veela lo guardò odiandolo e amandolo allo stesso tempo. Mandare via Gerald era una cosa che non gli avrebbe mai perdonato, ma stava mettendo a tacere quel casino.
    Gli occhi di Gyll incrociarono quelli di Gerald, dopo aver fatto scivolare lo sguardo su Aidan. La mezza, adesso, doveva scegliere chi seguire.
    Il pollice della sua mano destra venne morso appena, trattenne il respiro e tornò su Aidan
    «Io...» - sentiva che qualcosa stava andando per il verso sbagliato e altro per il verso giusto. Il cristallino tornò su Gerald «Certo!» - e l'entusiasmo nella sua voce, tradì quasi l'idea che non stesse aspettando altro. Lo affiancó, passando tra i docenti a cui rivolse un sorriso e qualche saluto, fino ad arrivare da Kenna.
    Rise per quelle parole del biondino «Che donna fortunata!» - Si lasciò scappare in tutta sincerità, prendendo respiro da quella situazione di poco prima. Avrebbe poi cercato di sfiorare il braccio di Gerald, se glielo avesse concesso, con delicatezza e forse un bel po' di imbarazzo «Ma dobbiamo per forza tornare lì? Io ho già poca voglia di tornare a scuola, tanto che rimarrei a Denrise nascosta in qualche posto. E poi...» - Calò lo sguardo, iniziando a giocare con le sue stesse dita «... Mi piacerebbe passare del tempo con te.» - Divampó completamente in volto, stringendo le iridi celesti «Cioè... Se non hai da fare ecco... Insomma, per il tirocinio... Per parlare... Per...» - Cercó una via di fuga guardandosi attorno o trovando nella sua mente qualcosa che potesse non far andare via Gerald «... Insomma non so.» - Era impanicata e si sentiva dal tono tremante della sua voce. Era certa solo di una cosa, non si sarebbe staccata da Gerald, se non fosse stata obbligata.
    E Aidan? Beh, forse per il momento una scelta era stata fatta...
    Interagisce con Philipp Garlic e suo cugino, sfortunatamente png; compra una Lacrima d'Inverno (che Morrigan non sa fare prrrr), sbotta con Numero cinque (tvb Anto ♥) e risponde a Lilith Clarke e Nathan Parker King poi segue il suo png preferito Gerald ovunque che manco Pikachu con Ash.
    Gyll McKenzy

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    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
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    Black Opal, III anno

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Il sorriso di Aidan sarebbe svanito diverse volte in pochi minuti.
    La prima volta fu a causa della risposta poco divertente del venditore. Infatti lo sguardo del Dioptase si accigliò, all'inizio, infastidito dal comportamento del negoziante, ma poi il suo sorriso divenne il classico sorriso sarcastico che faceva quando qualcuno cominciava a stargli sulle palle. “Quindi se ti avessi detto che la tua roba fa cagare lo avresti preso come un complimento? La mia mazza non è mica stata costruita da voi o da qualsiasi altro armaiolo. Ma ti assicuro che fa comunque male, sai?”.
    E da quel momento decise di non dar più retta al tizio biondo, concentrandosi su Gyll...e sul tizio giovane. “Ah sì? E cosa gli insegnerai? L'arte dell'antipatia gratuita, come il tuo parente?”.
    Il moretto cominciava ad innervosirsi. E a peggiorare le cose fu anche Gyll che gli rispose in modo sgarbato. Cosa che gli fece perdere il sorriso per la seconda volta.
    “Che diamine ti è preso?!” .
    Non ebbe nessun'altra risposta dalla ragazza. E, come se non bastasse, sempre lei, alla richiesta di Aidan di venire con lui, decise di rifiutare e accettare quella del tizio giovane, lasciando a bocca spalancata e con la vena della tempia pulsante dalla rabbia e dalla delusione.
    Bastava fare due più due: Gyll conosceva molto bene Gerard. Ma ora voleva sapere come e perché l'ha conosciuto.
    Fosse stato l'Aidan di Hogwarts, Avrebbe fatto spallucce e avrebbe detto 'che culo, questa volta non sono stato io lo stronzo a lasciare la ragazza. Va benissimo, così mi trovo n'altra senza problemi e senza i sensi di colpa che non ho mai avuto'.
    Ma ora Aidan era cambiato molto, soprattutto da quando aveva conosciuto Gyll, si comportò in modo completamente diverso.
    Aidan decise di ignorare chiunque gli avrebbe rivolto la parola e seguì i due ragazzi fino alla loro destinazione.
    “Gyll! Gyll! Ma che ti passa per la testa?! Mi lasci così come un idiota e te ne vai con uno che è veramente un idiota?! Voglio sapere che cosa hai fatto con questo. Non puoi andartene così senza spiegarmi nulla!”
    Aidan non sorrideva più, non aveva più quella voglia di scherzare. Ora era piuttosto incazzato. E osservava Gyll con un amaro in bocca ed una delusione mai provata prima d'ora, probabilmente. Forse era la prima volta che gli capitava una cosa del genere.
    “Mi dici che ti succede, allora? Ed ora non accetto che tu non mi risponda!”.
    Avrebbe bellamente ignorato tutte le bancarelle presenti, se ne sarebbe fregato di qualsiasi cosa sarebbe successa, finché Gyll non avrebbe deciso di rispondere. Poi guardò Gerard “E tu stai zitto che voglio che sia lei a spiegarmi tutto. Lei sarebbe la mia ragazza.” Incrociò le braccia, si mise davanti a Gyll e attese la ragazzina. Non se ne sarebbe andato.
    Aidan Hargraves

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    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
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    Dioptase, 17 anni

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    Interagisce conGyll McKenzy e Philipp Garlic e company
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Le parole di Samuel cercavano di farla stare tranquilla, ma l'appresione di quella donna verso i suoi studenti andava oltre quello che potesse immaginare l'alchepirata. Lei sorrise dolcemente, apprezzando quella parte di Sam che tentava di tenerla con i piedi per terra e senza troppe paranoie mentali, sapeva quanto fosse difficile starle dietro e lui ci riusciva piazzandosi sempre un passo avanti a lei. «Sicuramente avrai ragione, ma come ben sai abbiamo tante bombe ad orologeria che mi preoccupano. Una di queste è proprio lì dove non dovrebbe essere...» - disse indicando con il mento Blake, che era all'unico bancone dove - secondo la docente - vendevano cose pericolose come l'alcol, per uno come Blake. Decisamente, l'alcol era più pericoloso delle armi, giusto? Eva sospirò «E per quanto ci sia scritto che siano analcoliche, non è che quello stand mi sembri così tanto affidabile.» - strinse le dita attorno a quelle di lui e si avvicinò al suo braccio, con un sorriso smielato sul volto.
    Il tono della voce dell'alchimista cambiò appena e questo fece corrucciare la fronte di Eva che si fermò e ne guardò le iridi «Guarda che è tutto uguale agli altri anni, dobbiamo solo sperare che non ci siano attacchi terroristici, ecco.» - cosa poteva saperne lei di cosa aveva in serbo il futuro, a differenza di Samuel che sapeva fin troppo?
    Rise all'immagine del capovillaggio con la frusta e chiuse gli occhi a sentir sfiorare la pelle delle labbra, con quella dell'uomo. Era un respiro di ossigeno puro, quello di Samuel, per Eva e non vi avrebbe rinunciato per nulla al mondo. E quando questo evitò le sue labbra con negativa sorpresa di lei, Eva sgranò gli occhi e li fissò in quelli di lui, mentre un ciuffo dei suoi capelli si tingeva di lilla «Tutto bene, caro?» - era così strano che non ci fosse quel contatto con le loro labbra, tanto da far preoccupare visivamente la donna.
    Cercò di smorzare l'aria tesa con una nuova battuta «In tutto questo, mi chiedo Ensor cosa se ne stia facendo. E cosa abbia fatto durante l'estate. Non mi sembra uno da tintarella in spiaggia, tu che dici? Lo vedo più nelle grotte, tipo un pipistrello...» - ovviamente il tono ironico era volutamente basso per rendere quella conversazione intima e privata. Tuttavia, l'idea che prima lui si era scostato dalle proprie labbra la stava attanagliando e anche le parole di Kenna e il suo sorriso che l'era tanto mancato, non sembrarono aiutare la rumena. Annuì appena, ancora con un'espressione contratta dal dubbio che l'era venuto da quel gesto di Samuel «Sì, credo di sì... pensi che quest'anno riusciremo a prendere qualcosa da bere insieme, per spezzare un po' l'anno?» - domandò, sorridendo appena alla donna. Le mancava la complicità che avevano in Istituto e doveva ammettere che ad Eva mancava appoggiarsi su qualcuno con cui potesse parlare senza peli sulla lingua.
    L'arrivo di Jessica la fece sobbalzare e un po' distrarre da quello che era la situazione con Samuel. Gli occhi di lei si rivolsero alla Prefetta «Oh Jessica, bentrovata, mia cara!» - il suo entusiasmo fu tanto e il sorriso che rivolse a Jessica fu caldo e carico di ogni possibile affetto che andava oltre l'esserle docente, tanto che se l'avesse concesso l'avrebbe abbracciata calorosamente. «Come stai? Tutto bene, vero?» - la sua preoccupazione era reale.
    poi la scenata poco più in là, attirò la sua attenzione e cercò Samuel con lo sguardo «Hargraves e McKenzy... Jessica, che ne dici di vedere se c'è bisogno di una mano?» - domandò, cercando di capire se tutto andasse per il verso giusto.
    Samuel Black Kenna MacEwen Giadì Numero cinque
    Eva Ivanova

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    Pensa, credi, sogna e osa.
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    Doc. Incantesimi, Resp. Diop

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Decisamente divertente, per Julian, quell'approcciare in maniera shalla e poco raffinata nei particolari, con la commerciante. Non aveva davvero voglia di farci chissà cosa, ma solo l'idea di sfoggiare il suo favoloso sorriso non era qualcosa che potesse fermarlo. L'arrivo di un'altezzosa Amelia non sconvolse il rampollo dei Miller, il quale volse lo sguardo alla bionda e le sorrise come se niente fosse, ignorando la sua espressione di superiorità; poi tornò sulla commerciante e la guardò ammiccando leggermente «Non ho mai visto una S in vita mia, signorina...?» - fece per indicarla con il mento, come se volesse sapere il suo nome. Sbuffò una risata, poi, alle sue parole «So essere molto duro, credimi...» - disse avvicinando una mano al gatto per farsi annusare e poi per accarezzarlo. «I tuoi galeoni e il mio numero di telefono, chissà nella vita non si può mai sapere.» - disse facendo un occhiolino e dedicandosi a tutt'altro.
    Il drama di Aidan e Gyll non era qualcosa che interessava Julian, che virò su ben altre lande. Lande di nome Dermot, povero pargolo alle prese con l'incubo peggiore della sua vita.
    Rise sarcastico vedendo il volto stupito di Dermot e quelle parole che gli fecero capire quanto fosse poco sincero. Julian sollevò un sopracciglio, solleticato dal suo modo di fare, quindi schioccò la lingua e notando lui che si spostava, fece il passo nella direzione amica «Eri così stupito anche quella volta, della mia presenza...» - sussurrò appena, inclinandosi verso di lui per far sì che lo sentisse solo Dermot e non orecchie indiscrete «Bevi qualcosa con me...» - quel suo tono basso ed imperativo, era contornato dallo sguardo che prometteva ben altro «...magari ricorderai il mio nome.» - che l'alcol aiuti la memoria è ben risaputo. Quindi se l'avesse accompagnato, sarebbero andati al Canto della Sirena «Due bevande più forti che ha, per noi...» - ordinò da bere, mentre il sorriso strafottente veniva dedicato a Dermot, se lo avesse seguito.
    Gerd Kaleel paga 75 galeoni e si prende il micino, Dermot G. Barker rompe le scatole e va al canto jonathan baker a prendere da bere per entrambi.
    Julian Miller

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    Light my fire.
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    Studente, I anno - Ametrin-

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Alle parole di Blake fece una linguaccia al ragazzo e cercò di non essere troppo divertita da quale suo modo di fare. Sapeva che pur di farla arrabbiare lo avrebbe fatto e questo a lei andava anche bene, se significava avere le sue complete attenzioni. «Non osare, potrei gridare alle molestie su Prefetto.» - ovviamente sollevò un sopracciglio e uno dei suoi ricci iniziò a colorarsi di nero, segno di quello che stava accadendo dentro di sé, stando vicino a Blake. Aprì di nuovo la bocca per dire qualcosa sul fatto che stesse fumando e la richiuse con un sospiro quando Blake le ricordò che non fossero a scuola.
    Il tono di Blake a vedere Garlic era completamente diverso da quello della ragazzina che invece non stava nella pelle di incontrare il suo tutor denrisiano.
    Ascoltò le parole di Blake e lo guardò con la fronte corrucciata «Si ma... quindi mi lasci da sola?» - non fece nemmeno in tempo a finire la frase che si ritrovò con le labbra di Blake appiccicate alle sue, quindi ricambiò quel dolce bacio, lentamente, assaporandone quel gusto misto al fumo del ragazzo. Quelle labbra che quando si staccarono le lasciarono il freddo ad avvolgerla, come se fosse la sua unica fonte di calore.
    Lo vide andar via e il cuore le si fermò appena, non era pronta per affrontare Jessica da sola; quindi si avvicinò prima a Garlic e lo guardò con un sorriso dolce e alle sue parole rivolse gli occhi alla mazza chiodata e poi il martello «Andata per il martello di legno incantato.» - disse «Passato bene le vacanze? Volevo chiederti se quest'anno potessi passare da te per allenarmi un po', voglio rinfrescarmi le idee. Che ne pensi? E credo che mi serva anche per tenere il più a bada possibile qualcuno di nostra conoscenza.» - disse cercando con lo sguardo di nuovo Blake. Una volta pagato prese il magifonino e mandò un messaggio al ragazzo «Credi che staremo lontani fino ad Hidenstone? Poi dovrò occuparmi delle matricole...» - lo inviò con anche un cuoricino allegato, quindi sollevò lo sguardo su Kenna e i suoi occhi si illuminarono alle parole della docente, oltre che qualche ciocca si tinse di rosso, così come le sue guance «Ho viaggiato un po', senza mai mettere da parte lo studio e la lettura. Vedo che ha sempre le migliori stesure del mondo magico e non. Complimenti. Quest'anno credo che la verrò a trovare volentieri, magari in una giornata in cui possiamo dedicarci all'analisi di qualche testo interessante, che ne dice?» - quindi sorrise ancora una volta e guardò Jessica, abbracciata dalla Ivanova «Salve professoressa. Come sta?» - disse la ragazza, per poi volgere lo sguardo a dove la docente aveva indicato l'opale e il dioptase.
    Lilith roteò gli occhi al cielo e si diresse verso Aidan e Gyll, cercando di capire la situazione «Merlino...» - mormorò e afferrò, se glielo avesse concesso, il braccio di Jessica «Jey, che ne dici se facciamo qualcosa?» - sussurrò alla collega prefetta, cercando quella loro armonia di prima, quella complicità che le caratterizzava e gli occhi celesti si spostarono sul volto di lei.
    Avrebbe atteso l'altra, magari fatto anche sfogare un po' i due ragazzini, prima di piazzarsi davanti ad Aidan e fissarlo con gli occhi freddi e distaccati, mentre i suoi capelli diventavano di un violaceo scuro, segno che stava perdendo la pazienza «Aidan Hargraves.» - chiamò il suo nome sollevando di poco il tono, quindi, senza distogliere lo sguardo da lui. Sapeva perfettamente che il suo ruolo da Prefetto avrebbe potuto imporsi sul ragazzino, ma sapeva anche che i problemi di cuore colpivano quando meno te lo aspetti «Credo che questo non sia né il luogo, né il momento giusto per parlare di questa cosa con la signorina McKenzy; quindi vi invito a rimandare il vostro discorso personale quando sarete da soli, lontano da occhi e orecchie indiscrete; sono certa che entrambi avrete bisogno di risposte, ma agli altri non interessa tutto questo. Non vogliamo iniziare col piede sbagliato, vero?» - il suo tono rimaneva autoritario e piuttosto imperativo, mentre le braccia rimanevano lungo i fianchi, impassibile nella sua espressione.
    Kenna MacEwen Giadì Gyll McKenzy Blake Barnes Philipp Garlic Numero cinque
    Lilith Clarke

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    La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati.
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    Dioptase, Prefetto

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    Denrise
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    Rebecca Wagner
    Tra Markab che urlava, Jonathan che spillava soldi a chiunque e ragazzini in piene crisi ormonali, ci si poteva aspettare di tutto, ma a Rebecca non dispiaceva. Era piacevole, ogni tanto, un po' di movimento in quel villaggio a tratti medievale. Becca, con i colori delle casate addosso, accoglieva chiunque desiderasse farsi un tatuaggio, mostrandosi ben propensa a farglielo.
    Accolse quindi con un sorriso a trentadue denti i due ragazzi che arrivarono -senza tralasciare un po' di drama- e dalle parole che ascoltò, si percepiva come i due fossero fidanzati.
    Uh tu sei Jesse? Vai in classe con Blake, immagino domandò al ragazzo, ripensando alle conversazioni con Aaron durante le quali le aveva parlato del fratello e dei suoi amici, anche se non aveva ancora avuto l'immenso piacere di conoscerli di persona. E tu devi essere Adamas... vi faccio subito il tatuaggio, ragazzi un altro solare sorriso venne rivolto loro, dopodiché si girò di lato per prendere la pittura che giaceva sulla bancarella del Canto, fermandosi anche un attimo a rispondere a Jonathan. Tutto bene, in arrivo altri 40 galeoni. Lo sussurrò in modo che nessuno potesse sentirla al di fuori del proprietario, tornando quindi a concentrarsi sui due pargoli. Allora, vediamo un po' cosa potrei disegnargli... rifletté, osservando i due insieme, ripensando alle frasi che aveva udito poco prima, al fatto che fossero fidanzati ed unendo il tutto. A Rebecca non piaceva lasciare niente al caso né far qualcosa senza cognizione e, anche perché stavano spendendo una follia, voleva fargli qualcosa che avesse significato, rispettando comunque la richiesta dell'ametrino e fargli un tatuaggio tribale. Okay, ci sono. Prese un pennello e lo intinse nel colore mangenta puro, avvicinandolo poi al tricipite di Adamas, afferrandolo con l'altra mano per avere un po' di stabilità. I colori che stava utilizzando non erano comuni acquerelli, ma avevano un certo potenziale magico che permetteva loro di durare nel tempo; non erano permanenti come un tatuaggio vero, ma erano in grado di resistere perfettamente all'acqua per settimane intere senza una minima sbavatura. Ovviamente, non erano a prova di magia nel caso qualcuno si fosse stancato prima. Iniziò a disegnare ogni linea con precisione millimetrica, roba che manco un geometra, cercando di metterci meno tempo possibile per lasciar andare il ragazzo assieme al suo amato, ma cercò anche di fare un lavoro impeccabile. Il pennello scivolava sulla pelle del ragazzo come si trattasse di acqua, con movimenti rapidi e precisi. Non ci volle molto -nel limite dell'umano- e quindi dopo circa dieci minuti, il ragazzo ebbe un delfino tribale sul bicipite. Ecco a te! Datemi altri dieci minuti e lo avrete entrambi affermò, pulendo il pennello con un colpo di bacchetta ed intingendolo ora nel colore arancione, afferrando quindi il braccio di Jesse sempre con la consueta delicatezza, iniziando a tracciare delle linee anche sul suo tricipite, solo che su Adamas lo aveva fatto sul destro, a Jesse iniziò a disegnare sul sinistro, cercando di incrociare di tanto in tanto il suo azzurrissimo sguardo. Aveva due occhi bellissimi ed all'apparenza curiosi che, per certi versi, le ricordavano Luke. Nonostante questa piccola distrazione, anche a lui il delfino tribale uscì perfetto e se i due fidanzati si fossero messi uno affianco all'altro, avrebbero certamente potuto notare che i due animali si toccavano il muso ed insieme, formavano una specie di cuore. Magenta ed arancione formano il rosso, colore dell'amore... e voi due siete così caaarini insieme! Mi sembrava perfetto! Il delfino tribale, invece, simboleggia armonia e protezione e quindi mi è sembrato l'ideale, per voi. Se però non vi piace, posso farvene un altro. Era un po' restia, ora, a chiedergli i galeoni che le spettavano, ma se non lo avesse fatto, Jonathan l'avrebbe radiata dalla vita, quindi avrebbe atteso giusto il tempo che i due giudicassero la sua prestazione -stranamente non sessuale- poi avrebbe sorriso per l'ennesima volta. Fanno 20 a testa annunciò, modulando il tono perché non sembrasse troppo esigente, non voleva spellarli... ma i prezzi non li decideva lei.
    35 y.oCamerieraDenriseFrom Germany


    Interagisce con jonathan baker Jesse Lighthouse Adamas Vesper


    Bodypainting Pittura Scaccia-Sfiga al costo di 20 galeoni
    normalissima pittura che sfrutta la superstizione per essere venduta a prezzo più alto. La pittura conferisce +1 ai lanci di dado su carisma per il resto della giocata.

    Per gli acquisti presso questo negozio garantiranno ai PG +1 in Resistenza
     
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Non rispose al burbero locandiere. Si limitò a pagare e a prendere il suo drink per farne un primo sorso.
    Chiuse gli occhi. La prima cosa che percepì fu il fuoco dell'alcol. Era alto di gradazione, ma si percepivano anche insoliti dettagli speziati. L'amaro giunse in un secondo momento e persino un taciturno come Brian non poté far altro che annuire soddisfatto. Ti conosco solo di fama, ma farò visita alla tua locanda. Commentò, alzandosi poi in diedi e cominciare a camminare.
    Ignorò il fiume di rumorosi ragazzini, non badò alle merci che i denrisiani avevano preparato con loro, non fece caso agli altri docenti che pian piano cominciavano a integrarsi in quel mix di gioia, sorpresa e felicità. Mi manca andare in missione e far soffrire la gente. La destra però stringeva con forza il proprio drink. Lo assaporava di tanto in tanto e l'amarezza che riempiva la bocca era una sorta di toccasana durante quel pomeriggio che di positivo non aveva un bel niente.
    A cominciare da questo sole maledetto. Possibile che qui non fa mai freddo? Grugnì appena, udendo poi la voce di qualche ragazzo a cui aveva insegnato nei precedenti anni. Ma è brutto se lascio tutti qui e mi incammino da solo verso l'Accademia? Rifletté abbastanza riguardo a ciò, infatti mosse rapidamente lo sguardo a destra e sinistra per cercare Victoria con lo sguardo. Durante il viaggio sulla Dragone degli Abissi non l'aveva vista, magari si trovava a Hidenstone. Se la trovo e il castello in questo momento è incustodito può essere l'occasione buona per recuperare l'artefatto per cui sono sotto copertura. Certo, probabilmente non aveva i mezzi adatti per superare le barriere aritmantiche della preside, ma se non altro avrebbe potuto provarci. Le capacità magiche del docente erano cresciute in maniera esponenziale nell'ultimo anno e la fortuna volle che i dati raccolti grazie ad Alizée lo scorso anno avessero dato i loro frutti.



    RevelioGDR


    Brian cerca Victoria con lo sguardo per essere certo se può o meno tentar il fugone :3
     
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    Brooks O'Connor
    Il viaggio era stato abbastanza interessante; Brooks aveva tenuto gli occhi incollati prima sul Tamigi e poi sull'Oceano per tutto il viaggio, osservandolo interessatissimo, come se non avesse mai visto dell'acqua in vita sua, ma per lui era un'esperienza tutta nuova e non vedeva l'ora di approdare alla fantomatica Denrise e scoprirne ogni angolo più recondito, esplorarne ogni anfratto e sicuramente fare amicizia con gli abitanti.
    Non chiamarmi Lyn la rimbrottò, anche se sapeva che avrebbe fatto a modo suo e dicendole così, l'avrebbe quasi autorizzata ad usare ancora più spesso quel nomignolo. Finse il broncio e la cosa durò per giusto due secondi, poiché affianco alla sua migliore amica gli era impossibile mantenere il broncio, infatti tempo di un battito di ciglia e il sorriso tornò a risplendere sul suo viso. Ahia, mi hai fatto male! Sei proprio cattiva con me protestò, lasciandole la mano ed incrociando le braccia al petto con evidente aria offesa -di nuovo- rivolgendosi poi alla donna che vendeva tutti quei bellissimi animali. Fitzzy, tu vai pure avanti, noi ci fermiamo qui! Rivolse un'occhiata d'intesa al gemello, chiedendosi cos'altro potesse fare per far andare d'accordo lui ed Amaela, però sembravano quasi come Jesse ed Elisabeth, solo che al posto di odio cieco, c'era indifferenza pura ed una sottile linea di fastidio. Mi scusi, non volevo offenderla. Brooks abbassò la testa, sinceramente dispiaciuto, perché lui credeva davvero di fare un bel gesto, chiedendo alla negoziante se parlava inglese e, dalla risposta, era capace di ben altro.
    Woaaa che storia carina! Allora siamo contenti di prenderli entrambi, eh? Ama... possiamo chiamarli Mirai e Yume, che ne dici? In Giapponese dovrebbe voler dire Futuro e Sogno... non so, mi sembrava una cosa interessante sorrise quindi alla miglior amica che potesse desiderare, avvolgendole un braccio protettivo attorno alle spalle, allungando Gerd 150 galeoni, pagando entrambi gli animaletti ed ascoltando con molta attenzione i consigli della donna. Ma certo! Sono sicuro che ad Hidenstone ci siano molti prati dove possano cacciare, ma nel caso, passeremo da lei sicuramente! La ringrazio. Non sapeva se lo avesse già detto, ma poco importava. Allungò verso la donna le mani ora vuote per prendere i due Geki, passandone uno a lei, dopo che avesse deciso se volere la femmina oppure il maschio. Allontanandosi dalla bancarella di animali, Brooklyn si rivolse nuovamente alla ragazzina, guardandosi attorno. Secondo te c'è qualche bella ragazza, qui in giro? Lo chiese scherzando poiché fino a quel momento non si era particolarmente interessato ad una ragazza, ma non per questo ne disdegnava la compagnia. Adorava i loro gossip assurdi. Andiamo a prendere da bere, che dici? Là leggo scritto "Bevande SICURAMENTE analcoliche". Detto ciò, tornò a prenderle la mano e la trascinò con sé, correndo tra le stradine affollate, fino ad arrivare davanti la bancarella del Canto della Sirena. Per me un tè freddo annunciò, quando si trovarono faccia a faccia con Jonathan, osservando la sua bella ed aspettando che scegliesse anche lei. Stavolta offri tu! Non stava scherzando, ma il loro rapporto funzionava un po' così e non se ne vergognava minimamente. Il suo sguardo nocciola ruotò fino ad incrociare un Markab mezzo nudo. Woa amico! Come fai ad avere un fisico così figo? Gli domandò, desiderando anche lui avere qualche muscoletto in più, anche se linea di massima aveva un corpo niente male.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland



    Interagisce con Ama e Gerd Kaleel Markab Castlewine jonathan baker e compra un drink con i soldi altrui
     
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    Denrise
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    Jonathan Baker | Canto della Sirena
    Musica che riecheggia intorno al Canto della sirena

    Il docente inglese non era di molte parole e questo gli piaceva. Ma che me stai a dì? Nun tutti gli inglesi so' scimmie? Ma sei serio? Evidentemente sconvolto l'oste afferrò la sua ascia. Nun è che me vole fregà? E invece no, gli disse che sarebbe passato in locanda e se ne andò. Co' sti inglesi nun ce se capisce niente! Me stanno sur cazzo. Sputò a terra e lo sguardo infastidito si rivolse verso un ragazzino che chiese un tè freddo. Prese un bicchiere e spillò il liquido da uno dei barili che aveva sistemato. Sono dieci Galeoni.
    Subito dopo giunse un altro ragazzo che ordinò ciò che di più forte aveva da bere. Due gironi dei dannati: 20 galeoni, ma v'avverto, v'ammazza.
    Il girone dei dannati. Si trattava di un cocktail così forte che in Inghilterra divenne vietato proporlo in ogni pub o locale. C'era chi amava definirlo ripulitura delle bottiglie, invece Jon lo usava come arma micidiale per i bevitori con lo stomaco più resistente di tutta Denrise. Per prepararlo bisognava riempire il bicchiere con sei alcolici differenti distribuiti in parti esattamente uguali. Al mondo ne esistevano parecchie varianti, ma quello tipico del Canto della Sirena prevedeva i seguenti ingredienti: vodka, gin, marsal, rum, assenzio e dieci gocce imperiali con i loro 92 gradi. Il colore del composto finale era un verde scuro e non molto invitante a dir il vero, d'altro canto come poteva esserlo una bomba come quella? Aveva visto i più grandi bevitori del villaggio non riuscire a reggere più di tre giri di quel cocktail, ragion per cui nutriva una certa curiosità volta a scoprire come si sarebbe evoluta la situazione.
    Lasciate che ve diga 'na regola: der Canto della Sirena nun se butta via niente. Detto ciò, alla vostra. Pure Jonathan se ne preparò uno e fece lunghi sorsi. La bocca andava letteralmente a fuoco, tuttavia erano riconoscibili i sapori di tutti gli alcolici e del miele che aggiungeva per la preparazione del suo rum. Era pugno dritto nello stomaco e la fortissima graduazione alcolica lo portò a trattenere una lacrima. Non sapeva proprio come avrebbero fatto quei due ragazzi a finirlo o a rimanere sobri. Secondo me muoiono.

    RevelioGDR


    Julian Miller Dermot G. Barker Se bevete quel drink sarete ubriachi fino a quando ve lo dirà il master ù.ù


    Bevande SICURAMENTE analcoliche
    Sono boccette da 33 cl contenenti un liquido colorato e dal sapore incredibilmente fruttato. A ogni sorso è necessario sottrarre un d6 alla resistenza del mago. Il master esiterà la sbornia man mano che proseguirà.

    Lista bevande (verranno tutte servite con del ghiaccio) al costo di 10 galeoni

    Limonata -> Tequila, limone, soda
    Cedrata -> Mezcal, bourbon e succo d'ananas
    tè freddo -> Rum bianco, rum scuro e succo alla pesca
    Coca cola -> Rum scuro, cachaca e cola
    Aranciata -> Whisky, idromele e succo di arancia rossa

    Bodypainting Pittura Scaccia-Sfiga al costo di 20 galeoni
    normalissima pittura che sfrutta la superstizione per essere venduta a prezzo più alto. La pittura conferisce +1 ai lanci di dado su carisma per il resto della giocata.

    Per gli acquisti presso questo negozio garantiranno ai PG +1 in Resistenza

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    Edited by jonathan baker - 6/9/2021, 21:56
     
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    Cameron Cohen
    Non era molto contento di essersi rialzato presto dopo due mesi di ozio più totale, ma gli toccava, così come gli toccava lasciare Londra per altri nove mesi -salvo periodi vacanzieri e weekend sparsi- per iniziare il suo terzo anno ad Hidenstone, che poi sarebbe stato il quarto, se non ne avesse perso uno ad Hogwarts. O forse ne aveva persi due? Questo non se lo ricordava proprio per niente, fatto era che era più grande dei suoi compagni del terzo.
    Come sempre, si erano incontrati tutti al Molo Yggdrasill per prendere la Dragone degli Abissi che, miracolosamente, era riuscita ad approdare a Denrise dopo qualche ora senza nessun particolare intoppo, solamente tanta noia. Durante il buffet non era stato molto loquace, preferendo dare attenzioni al suo stomaco prima di chiunque altro, non tirandosi però indietro dal regalare qualche coccola a Mia e quattro chiacchiere con la sua gemella di sventure.
    Una volta arrivati alla Terra Promessa, si erano persi di vista per qualche attimo a causa di Cameron che aveva voluto fermarsi a vedere se ci fosse qualcosa di interessante da regalare alla sua bella, anche se fino a quel momento era rimasto abbastanza deluso. Non che i denrisiani non vendessero cose carine, tuttavia lui non ne era particolarmente interessato. Forse voleva qualcosa di un po' più articolato e meno monotono di armi, tatuaggi, bibite e tutto il resto. Si guardò attorno, cercando di incrociare qualche viso conosciuto e non odioso -quindi avrebbe accuratamente evitato l'armeria e la bancarella del canto, entrambe circondate da persone che non sopportava-, decise dunque di dirigersi prezzo Lo Speziale che comunque si trovava tra due fuochi. Una volta arrivato, si prese qualche secondo per osservare il listino. Salve salutò Jason, il proprietario, osservando poi Joanne là accanto, tornando immediatamente a concentrarsi sul listino. Potrei avere una Tisana della Tranquillità? Il suo tono era stranamente gentile e privo di bellicosità, ma aveva trovato qualcosa che potesse andar bene per Mia, visto che spesso era agitata e le piacevano le tisane. Rivolse addirittura un sorriso ad i due; persino uno come lui sapeva che non fosse il caso di mettersi contro ad un uomo così grande e grosso. Avrebbe semplicemente pagato la sua tisana, dirigendosi quindi a cercare sia la sua bella, che la sua migliore amica... anche se quest'ultima avrebbe aspettato, visto dov'era andata ad infilarsi.
    Una volta trovata Mia, le avrebbe preso la mano, posando le labbra sulle sue. Ben ritrovata, principessa la salutò, scherzoso, avvolgendole quindi un braccio attorno alla vita. Ho un regalo per te! E così dicendo, le avrebbe allungato la tisana appena comprata da Jason.
    20 y.oStudenteDioptaseII annoFrom Oslo


    Jason K. Byrne Mia Freeman
    Compra la Tisana della tranquillità (-70 galeoni)
     
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    Mia Freeman
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    SHEET |STAT |DRESS
    parlato - pensato- ascoltato

    Mia non conosceva Marina, come era ovvio che fosse, eppure riuscì a sentirsi subito in sintonia con lei non appena cominciò a parlare con lei . Non potè evitare di ammirare la sua eleganza e la sua cortesia, che non mettevano però in ombra una notevole forza d’animo: come avesse fatto a cogliere tutti quei dettagli da qualche frase era un mistero anche a lei, forse era il modo di porsi dell’altra o il fatto che non si aspettasse tanto interesse quando non aveva ancora chiesto niente.
    Non potè evitare di sorridere, colpita ed entusiasta, annuendo piano. “Wow… grazie mille. E’ una bellissima spiegazione.” ammise, studiando attenta le lenti che aveva di fronte a sé. Non avrebbe mai valutato quel tipo di lente per sé, probabilmente attratta da altro, e non avrebbe mai pensato alle implicazioni di una vista come quella: all’istante la colpì la consapevolezza che con una lente simile avrebbe potuto tenere d’occhio anche Cameron, anche quando non era con lei magari, e provare ad evitare altri incidenti come quello dell’anno precedente. Sapeva di non poter controllare ogni singola cosa, sapeva di non poter sempre essere ovunque, ma ora che aveva ottenuto quello spiegazione non poteva fare a meno di sentirsi affine a quello strumento.
    “Potrei avere una lente di Falco montana su un cannocchiale retraibile? Qualcosa che non occupi molto posto, se possibile.” chiese poco dopo, giusto appena prima di vedere Erik avvicinarsi alla bancarella e rivolgergli un sorriso entusiasta. ” Certo che sarai prefetto anche quest’anno, io non ho alcun dubbio!” affermò con allegria e sincerità, davvero convinta di ogni singola sillaba.
    Venne distratta subito da Nicholas però, che la prese in contropiede offrendole prontamente uno zuccotto: se l’era preparato? Sapeva che l’avrebbe incontrata e si era preparato in anticipo? Non avrebbe saputo dirlo ma di certo non si aspettava niente del genere. “Oh… grazie Nick, hai una memoria di ferro.” rispose con un sorriso dolce, spiazzata. Non mancò di rivolgere un saluto allegro a Emma e Nathan, non appena si avvicinarono, e rivolse la stessa allegria anche a Clive, allungando una mano verso di lui per presentarsi. “Ben arrivato a Hidenstone, Clive. Spero che entrerai nella nostra casata.” rispose gentile, distratta solo dall’occhiolino di Blake a cui rispose con un breve cenno.
    Immaginava che Cameron avesse intuito la sua agitazione anche se non aveva detto niente fino a quel momento. Lo aveva visto sparire e non poteva fare a meno di chiedersi dove fosse finito ma aveva ancora intenzione di provare a non farsi venire ansia prima ancora che qualcosa succedesse. Non potè comunque evitare di sentire le spalle distendersi nel sentire la voce di Cameron e si voltò subito verso di lui, sorridendogli dolce e sgranando gli occhi nel vedere la tisana. Non aveva avuto bisogno di dirgli niente, non aveva chiesto nulla e lui le aveva appena dato quello di cui aveva bisogno. “Grazie” sussurrò grata, allungandosi verso di lui per baciarlo, arrossendo comunque nel farlo. “Hai trovato qualcosa che ti piace?” gli avrebbe chiesto poco dopo, sorseggiando poi la tisana e sentendosi quasi subito meglio. “Oh, era proprio quello che ci voleva…”


    code made by gin



    Interazione con Marina Stonebrug per acquisto; saluta Nicholas Mc Callister, Clive Greenwell, Erik Foster, saluta Nathan Parker King e Emma Lewis_ e Cameron Cohen .

    Acquisto: cannocchiale con Lenti Falco.
     
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    Benjamin D' Angelo
    Ametrin | 17 Anni
    “Mi mancherete tantissimo mamma e papà! Vi prometto che vi scriverò durante le vacanze di natale per raccontarvi tutto quello che succederà a scuola!”

    Disse Benjamin ai suoi genitori che lo avevano accompagnato fin lì mentre poi li salutò con un enorme abbraccio commuovendosi facendo scendere dai suoi occhi celesti grossi lacrimoni che bagnarono il suo viso. Ancora una volta dopo un anno di studi all'accademia si ritrovò di nuovo il primo settembre sulla famosa nave che lo avrebbe portato a frequentare ancora una volta il secondo anno all'Accademia di Hidestone.

    ‘Oddio! Sto per iniziare il secondo anno. Sarò in grado andare avanti e scegliere la mia strada? E di poter migliorare i miei voti quest’anno ? ’

    Pensò il giovane Ametrin dagli occhi celesti mentre sul suo volto si formò un’espressione mista tra preoccupazione e gioia di rivedere i suoi compagni e trascorrere ancora una volta assieme il nuovo anno e fare gli esami finali.

    ‘ Sarò in grado di superali? Credo che mi dovrò impegnarmi al massimo anche quest’ anno, ma non sono uno che molla facilmente. ’

    Mentre la sua faccia fece un ‘ espressione preoccupata mettendosi le mani sui capelli per qualche minuto. Poco dopo la sua faccia cambiò espressione di felicità facendo un sorriso e poi lo sguardo celeste di Benjamin si posò sul suo braccio destro sul quadrante dell’ orologio da polso che gli avevano regalato i suoi genitori adottivi, e notò che segnava le ore 14.00. Dopo aver mangiato, andò verso la sua cabina che gli avevano assegnato: era il numero trenta che per lui aveva un significato, molto importate era l’anno di matrimonio così aprì la porta della cabina con la mano libera ed entrò e con lo sguardo celeste si guardò attorno e vide che c’ era, un comodo letto, dove si poteva farsi un riposino, una scrivania di legno con i cassettini in legname dove riporre gli oggetti che aveva portato con sé, un bellissimo armadio e infine una finestra a forma di oblò. Aprì con la mano l’ oblò e sentì il rumore delle onde del mare che gli faceva ricordare le vacanze fatte l’ anno prima.

    ‘Wow! E’ una bellissima cabina hanno scelto proprio bene. Devo ringraziare i miei professori prima o poi lo farò, ma ora è meglio che mi goda il viaggio per la seconda volta di fila. Chissà se ritroverò tutti i miei amici anche se quest’anno lascerò il posto a qualcun’altro... ‘

    Così sistemò i bagagli che si portava sempre appresto sopra alla sedia che si trovava sotto alla scrivania della Dragone degli Abissi e poi si mise seduto sul letto con il magifonino in mano e lesse il messaggio di Erik, il suo compagno più grande che avrebbe finito il ciclo di studi. Appena finì di leggere sul suo volto apparve un sorriso che si allargò sulle labbra e senza pensarci troppo a scrivere la risposta digitandola e scrivendogli che sarebbe stato d’ aiuto.

    Ci sto! Conta pure su di me!

    Mentre lo scrisse glielo inviò senza giri di parole e poi si alzò dal letto chiudendosi la porta della cabina alle spalle e s’ incamminò immerso con la testa tra mille pensieri.

    ‘Accidenti! Non mi sono mai innamorato ... proprio quest’ anno mi doveva succedere. Parliamo che mi è successo soltanto una volta.. molto tempo prima che venissi a Hidestone ’

    Ancora con la testa con mille pensieri Benjamin non era più il ragazzino timido che era stato l’anno prima. Aveva i capelli pettinati e ordinati mentre scese dalla nave e si ritrovò davanti a sé Denrise, un bellissimo villaggio dove c’era il mercato della domenica poi dei bambini che correvano tra le bancarelle e c'era chi stavano facendo acquisti, I suoi occhi guizzarono un po’ da dappertutto e vide: c’erano chi vendeva armi, chi animali chi gestiva una bancarella di lenti e infine libri poi c’erano molti studenti che aveva già visto a qualche lezione l’ anno prima come ad esempio Mia, la loro ex Perfetta, e infine Erik a cui aveva risposto al messaggio qualche minuto prima. Così si avvicinò ai due ragazzi per salutarli.

    “Oh! Ciao Mia, Erik, come state avete passato delle belle vacanze? “

    Domandò Benjamin mentre attese una risposta dai due ragazzi che aveva incontrato nella sua avventura a Hidestone. All’ improvviso suoi occhi celesti si illuminarono appena vide Erik. Gli sorrise e poi si avvicinò per salutarlo con una pacca sulla spalla.

    “ Questo è per te, l’ ho fatto io con le mie mani e spero che lo mangerai vero ? “

    Aggiunse I’ Ametrin dai capelli biondi e gli occhi celesti mentre sul viso apparve un’espressione di contezza che gli fece allargare il sorriso che d’istinto lo abbracciò e poi attese che la cerimonia di Inizio anno iniziasse.



    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Saluta i suoi genitori, sistema i bagagli sulla cabina numero 30 e poi interagisce con Erik Foster e Mia Freeman
     
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    Emma Lewis
    Nuovo anno. Nuova vita. Emma, sfortunatamente, non era riuscita a passare al terzo anno, sconfitta da un attacco d'ansia durante l'esame di Difesa, Divinazione ed incantesimi, che l'aveva costretta a lanciare un Periculum in aria, mettendo fine alla propria prova. Non aveva avuto il coraggio di dirlo a nessuno, nemmeno a Nathan, vergognandosi tremendamente di ciò che era successo, preferendo che tutti credessero che fosse stata solo sfiga o che, banalmente, non si fosse presentata abbastanza preparata. Anche quella spiegazione, invero, la imbarazzava, ma molto in minor misura.
    Forse per questo, durante l'attesa pre partenza e durante tutto il viaggio, se n'era stata per conto suo, evitando chiunque e sbocconcellando in un angolo, qualcosa rubato al banchetto. Non aveva molta voglia di vedere persone, ma non poteva evitarle per sempre, soprattutto perché non aveva tenuto in conto del suo migliore amico, Nathan Parker King. Il ragazzo, prima che lei potesse aprir bocca o anche solo fare qualche movimento di sorta, la prese in contropiede abbracciandola e sollevandola da terra di parecchi centimetri -almeno vista l'altezza della ragazza-, stringendola. A quel contatto, non poté proprio non sciogliersi ed avvolgere le spalle del ragazzo. La trascinò per un po' pure dopo lo sbarco, portandola dove c'erano i due prefetti della sua Casa. Zero musi! Assicurò anche perché dopo aver visto i due compagni, si illuminò come una lampadina. MIMI! KIRE! CIAOOOO! Salutò i due, sventolando un sacchetto enorme di coriandoli, con aria fiera. Si accorse di trovarsi presso l'armaiolo, quindi guardò tutto con occhi sgranati, tirando anche una gomitata a Nathan per la sua infelice battuta rivolta a Gyll, ma non aggiunse altro. Voleva un arco a tutti i costi, ma non era certa che in mezzo a quella confusione, il biondo l'avrebbe seguita a dovere, perciò si segnò mentalmente il nome del negozio con la tacita promessa di farci un salto, prima o poi. Dopo ciò, aprì il proprio sacchetto di coriandoli, iniziando a tirarli alla cieca -anche verso Philipp- convinta di fare una cosa carina, anche se evidentemente così non sarebbe stato. Dopo essere stata probabilmente ammazzata, iniziò a saltellare in giro, ora separata da Nathan, finché i suoi occhi azzurri incrociarono un ragazzo che non aveva mai visto ad una bancarella non troppo circondata di gente. Forse era un primino... nel dubbio, zampettò verso di lui, approcciandosi assolutamente in modo non disagiato. EHI CIAOOOOOOOOO! Sei nuovo? Io sono Emma Lewis, piacerissimo! Io spero finirai tra gli ametrini, tu cosa pensi che sarai? Lo bombardò di domande, saltellandogli attorno in attesa di risposte.
    17 y.oStudenteAmetrinII annoFrom Dublin


    Mia Freeman Philipp Garlic Nathan Parker King Thomas S. Roberts.
     
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    Jessica Whitemore
    Abbracciò con entusiasmo Eva, felice di ritrovarsi nuovamente tra quelle braccia tanto materne e che l'avevano sempre accolta quando stava male, quando qualcosa non andava, ma anche quand'era più felice. Sì, direi che va tutto bene... non ci credo di essere arrivata fin qui, sa? Era esaltata all'idea che stava per iniziare il suo quarto anno ad Hidenstone. Ne avevano passate davvero tante! E lei cosa mi racconta?! Così come aveva salutato calorosamente la Ivanova, riservò un sonoro sbuffo in direzione di Black che non l'aveva considerata... e lei odiava non essere considerata! Dica a quell'alchimista da quattro soldi, che è maleducazione non salutare! Soffiò alla fine, decidendo quindi di tornare a rivolgersi all'ex docente di Storia.
    Forse non sarà più tanto rigida come lo era ad Hidenstone, ma la simpatia ancora non l'ha trovata eh sbuffò la giovane, mostrandosi comunque interessata sia a ciò che vendeva, sia agli sguardi che lanciava a Philipp. In un modo molto contorto, poco ma sicuro, però voleva bene alla donna ed anche se non lo avrebbe mai ammesso, la considerava una persona forte e l'ammirava, infatti si segnò mentalmente che sarebbe passata alla libreria molto presto, senza far attendere tutti quei mesi. Colse appunto la palla al balzo e, dopo aver mandato il messaggio a Lilith, tornò a rivolgersi alla docente. Se le va, potrei passare uno di questi giorni le propose proprio in concomitanza della vibrazione del proprio magifonino, segno che era arrivata la risposta tanto attesa. Sperò che non fosse piena di insulti e sorrise quando vide che non era così. Immaginò che sarebbero arrivati sia lei che Blake, quindi non rispose, sicura che ben presto si sarebbero viste faccia a faccia e riuscì a stendo a nascondere un brivido all'idea che presto avrebbero dovuto parlare anche se sì, avrebbero dovuto farlo di certo.
    Alla fine, il fatidico momento arrivò ed il suo sguardo scuro, incrociò quello cristallino della prefetta dioptase, non sapendo esattamente cosa dire. L'avrebbe abbracciata, le avrebbe detto quanto le dispiaceva essere andata a letto con il suo ragazzo, si sarebbe data della stupida, le avrebbe detto un miliardo di cose ma... stette zitta a fissarla finché lei non si avvicinò. Lilith sibilò solo, quando fece quella battuta a Gyll, scuotendo la testa. Voleva essere un rimprovero, ma sapeva di non averne nessun diritto... e rimase immobile. Solo l'arrivo di Lancelot la riscosse da quel suo palese stato di torpore, quindi volse la testa fino ad incrociare il biondo dell'uomo, cercando di riprendersi. Buongiorno, professore... si morse il labbro ed il suo sguardo si alternò da Lilith a Lance, mentre strani ricordi riaffioravano. Si ricordi che a Natale manca davvero poco! Fu un sussurro quello che rivolse al docente di Antiche Rune, ma lui certamente avrebbe potuto comprendere a cosa esattamente si stesse riferendo. Non fece tempo ad aggiungere altro, poiché la sua attenzione venne nuovamente richiamata dalla docente di incantesimi, che le indicò una scena che stava avvenendo poco più in là.
    Stava per avvicinarsi, ma qualcosa la bloccò. Le leggere mani di Lilith si avvolsero al suo braccio, cosa che la fece sentire strana. Era felice per come l'aveva chiamata, era felice che l'avesse stretta e che pareva ritornato il legame che le univa, però era anche timorosa di ciò che sarebbe potuto succedere dopo la loro chiacchierata, timorosa di rovinare tutto. Ancora.
    Ma quando il dovere chiamava, Jessica rispondeva! Perciò si avviò con la forse di nuovo amica, piazzandosi davanti a Gyll, mentre Lilith faceva lo stesso con Aidan. G-i-l-l-i-a-n sillabò il suo nome per intero, osservandola con sguardo di fuoco e non solo perché aveva interrotto una riconciliazione. Si può sapere cosa diavolo sta succedendo?! Cos'è tutto questo chiasso? Sbuffò esasperata, prendendo la concasata, protetta e grande amica, per il polso sinistro. Hai voglia di raccontarmi? Le domandò, anche se il tono aveva tutta l'aria di un ordine e non di una richiesta. Si voltò verso la Clarke, mimando un "mi occupo di lei e torno" con le labbra, trascinando via quindi Gyll. Nel mentre, scrisse anche a Barnes. Bibi, dopo ci vediamo vero? Ora mi tocca fare il mio dovere digitò semplicemente, tornando a concentrarsi sulla rosso-nero. Non l'aveva portata lontana, ma giusto un po' in disparte.
    18 y.oStudenteBlack OpalIII annoFrom NY


    Interagisce con Kenna MacEwen Eva Ivanova SamuelBlack Lancelot Olwen Gyll McKenzy Lilith Clarke Blake Barnes
     
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