La resa dei conti

Philipp Garlic

"Non ho ben capito perché cazzo siamo da soli... ma... devo dire che non mi dispiace" Philipp se ne uscì con quelle parole un po' a caso, quasi ci avesse pensato per un po' sopra prima di enunciarle, salvo poi volgere il capo alla bella e sorriderle senza alcun imabarazzo, forse senza neanche rendersi conto delle implicazioni del suo parlare, del resto lui era così: aggressivo, violento, intelligente, colto, ma terribilmente ingenuo su certe cose! Kenna avrebbe potuto leggere malizia nelle sue parole, ma il biondo stava parlando meramente in senso pratico: odiava quasi tutti i suoi compagni di viaggio e quando si era reso conto delle alternative, smettendo di rimuginarci sopra, si era reso conto che, in fondo, era meglio star soli che mal accompagnati. Del resto, con chi sareste voluti andare voi? Rebecca la sabotatrice, Jonathan l'oste urlante e avido o Morrigan ci provo anche solo se respiri Dragomir?
Tra tutti, sicuramente, Philipp non avrebbe scelto l'ultimo: lo odiava. Non vi erano oggettive ragioni per odiarlo, in un certo senso lo avrebbe anche potuto stimare, ma era impossibile, più forte di loro: ogni qualvolta Philipp tentava di deporre l'ascia di guerra, Morrigan sembrava impegnarsi e non poco per farsela sbattere in testa fino ad aprirlo in due come una succulenta albicocca e quel giorno non si era minimamente discostato dal comune, al punto che Kenna all'inizio della loro avventura di coppia aveva tenuto a precisare come abbiasse ma non mordesse "Odio i cani che fanno chiasso e non si rendono utili mordendo gli estranei." aveva lui precisato, non troppo sicuro che quel cane fosse una metafora e non un epiteto.
Non ci aveva dato troppo peso comunque: Morrigan era andato da un'altra parte e lui aveva Kenna tutta per sé, cosa che gli consentiva di essere più rilassato e anche meno dispotico nei suoi confronti, cosa che parevano apprezzare entrambi, al punto che ella forse si prese troppa libertà col dono del Dragomir, finendo con l'imbarazzarsi da sola e doversi ancora giustificare.
'Cazzo, lo odio' pensò lui, espirando, lentamente e fuoriosamente, dalle narici, rimanendo a fissare quel viso virato da gioviale ad imbarazzato fin troppo rapidamente, incapace di decidere quale delle due emozioni più detestasse.
Avrebbe potuto fare battute audaci o gliassare, invece rimase alcuni istanti a fissare, severo, la donna, incapace di dire o fare qualsiasi cosa, per un tempo sufficiente da convincerlo che ormai non potesse semplicemente girarsi e riprendere a camminare senza apparire arrabbiato e, perché no, ferire lei. Fu a quel punto che si rassegnò a dover dire qualcosa "Il giochino ha la mia età" osservò lui, inclinando il capo "Intendi dire che sono un bambino... o che tu sei una... come si chiamano più? ... MILF?"
Lo disse tutto serio e un po' impettito, ma poi volse il capo all'indietro, disegnandosi un sorrisetto un po' dispettoso sotto quell'espressione corrucciata, proseguendo poi la loro avventura fino a scegliere la loro prossima via, che sarebbe stata subacquea.
Phil tentò di sistemare gli abiti di Kenna, con un risultato disastroso. L'uomo si era approcciato con la consueta risolutezza e gentilezza, nonché professionalità, ma quando gli abiti di lei avevano iniziato a sciogliersi senza ricomporsi era sbiancato "Kenna!" esclamò infatti lui, ritraendo la bacchetta manco l'avesse messa sul fuoco "Per la barba di Thor!" imprecò poi, osservandola e cogliendo i danni della sua disattenzione "Stai... bene?"
La osservò quasi paralizzato, pallido e chiaramente mortificato, sconvolto a tratti del fatto che una magia tanto semplice fosse potuta fallire proprio a lui, che era un fabbro; e soprattutto, lo avesse fatto dopo quelle sue parole 'Per la figa secca di freya' si passò in faccia una mano, arrossendo progressivamente "Giuro... giuro che non volevo Kenna io... non so seriamente come sia potuto succedere"
Avesse fatto cilecca a letto, avrebbe sentito il suo ego meno ferito. Incapace di osservare la donna, rimase con la mano sul volto e gli occhi strizzati alcuni secondi, poi con uno scatto di rabbia si tolse la propria tuta, nello specifico sia la parte superiore che quella inferiore, rimanendo di fatto in boxer (neri anch'essi, ma non certamente scudo) "Prendi i miei abiti scudo... ti proteggeranno..." provò lui, fissandosi la cinta alla vita, cui andò poi a legare per le stringhe gli scarponi, sollevando infine lo sguardo "E' stato un mio errore... permettimi di rimediare... e poi... non sappiamo cosa troveremo là sotto e se per un mio sbaglio imperdonabile tu dovessi farti male... io... non ci dormirei la notte... seriamente, non farlo per te, se non vuoi: fallo per me!"
E dopo una simile supplica si sarebbe tuffato, anche allo scopo di non condere grandi alternative alla donna, andandosi poi ad immergere, Testabolla al suo posto, in fondo al mare, per seguire la caverna.
Mandò come sempre avanti Dafar e lui si tenne dietro, sempre pronto a combattere e allo scontro, anche se l'attaccò che ne seguì lo colse un po' di sorpresa 'Cazzo è?!' si chiese lui, levando la mancina per indicare all'altra di fermarsi e quindi prendere al volo il povero Dafar, nel mentre la destra andava al fianco per estrarre il suo catalizzatore.
"Un mostro preistorico per due magistorici..." fece lui notare a denti stretti, tentando di portarsi in avanti e di lato, forse per diventare un bersaglio più appetibile di Kenna nel mentre estraeva dal fianco il suo paletto incantato.
"E' un pesce troppo grosso per te: sputa qui il tuo veleno e poi stai dietro di me" affermò con anche un filo di inattesa preoccupazione al suo Lobalug, invitandolo a rendere ancora più pestifero la sua arma, che poi avrebbe provato a scagliare contro il pesce gigantesco e feroce.
"Reducto" sibilò infatti, lanciando tramite la magia il proprio paletto del legame contro il bersaglio, allo scopo di ferirlo e avvelenarlo, per quanto ciò non chiudesse il cerchio di ciò che voleva fargli, né aveva concluso il numero di paletti che voleva scagliargli contro "Orbis!" insistette infatti poco dopo, provando a lanciare due paletti di luce contro gli occhi della creatura, per accecarlo magari, ma sicuramente ferirlo e causargli anche sanguinamento, magari anche grazie al suo pugnale-vespa, che a quel punto sarebbe dovuto scattare seguendo i suoi ordini pregressi.

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Quei frutti non erano buoni e ciò era evidente, ma addirittura avvelenati? Jonathan spalancò gli occhi alle parole di Airwen e l'espressione sul suo volto assunse una connotazione carica di disgusto non appena apprese la notizia, lasciando di fatti i cocchi alla loro triste fine e dirigendosi così in direzione della foresta.
Dinnanzi a una docente che consultava le piante, un'altra che generava un incantesimo di percezione e l'altro che si occupava di rune, Jonathan realizzò una verità che gli fece accattonare la pelle. MA TYR INCLABILE E ONNIPOTENTE! Me so' scerto er gruppo dei professori! Cazzo ce faccio co' gli intellettuali? Io volevo i guerrieri! La colpa era sicuramente del destino, infatti l'oste più avaro di Denrise puntò lo sguardo verso il cielo. Giuro sulla pellaccia mia che se è un complotto, scuoierò la pelle di chi l'ha organizzato. Riponendo la sua ascia nella custodia, estrasse il martello dopo aver ricevuto l'informazione di cui aveva bisogno dalle piante. So come trovare er mostro.
La creature che dovemo affrontà è forte. Me raccomando, fate annà a me pe' primo. Era certo di essere colui che avrebbe resistito meglio a ogni genere di colpo, senza contare che Airwen aveva dato prova più di una volta di essere una manna dal cielo a coprir le spalle.
Dopo minuti e minuti di cammino il gruppo avvistò la tremenda creatura. Emetteva una sostanza corrosiva, disponeva di una bocca mastodontica e pareva aver perso completamente la propria umanità. A 'sto giro la diplomazia se ne va a farsi fottere. Scosse il capo e fu allora che notò le larve.
Poi Morrigan ebbe un'idea che lasciò confuso non poco il predone. Decise di ascoltarlo, infatti fruttò quella posizione per spostarsi, in maniera tale da lasciar al magitecnico il via libera. Poi si fermò. Ma che cazzo è l'headshot? 'Sti inglesi t'hanno fatto er lavaggio der cervello. Jonathan era visibilmente confuso e lo stupore aumentò quando si mise a parlare con le larve. Ma cazzo, l'esilio deve avergli fatto male. Si disse, scuotendo il capo per poi puntare la bacchetta contro il bestione più grosso.
DIFFINDO MAXIMA! L'obiettivo era quello di colpire solo la creatura più forte qualora l'incantesimo di Morrigan fosse andato come previsto, in alternativa avrebbe cercato di colpire insieme al bestione anche quante più larve possibili.
In seguito all'attacco, il predone scattò contro la creatura, ripose in tasca la bacchetta e impugnando con due mani il martello fece un lungo salto mentre caricò il colpo. L'obiettivo era quello di muoversi come un battitore e di portar a segno una martellata di quelle che si sarebbe ricordato per tutta la vita.
A mostro, l'avversario tuo sono io!

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Philipp Garlic

'Sono stato davvero fortunato' per quanto algide fossero le parole di Kenna, esse finirono comunque per disegnare un piccolo ghigno sulle labbra del biondo, e perché mai sarebbe dovuto essere diverso, in fondo: dove e quando avrebbe mai trovato una compagnia altrettanto sagace e prosperosa?
Apprezzò molto che lei avrebbe riciclato la sua citazione con Morrigan in persona, riferendogli fosse opera del suo acume sopraffino, così come adorò metterla in breve imbarazzo con il suo parlar volgare, per il quale venne anche rimproverato, quanto bastava per farlo ridere "Che, io acculturato? Che non lo sai che noi denrisiani se ci dai dell'acculturati ce stai ad insultà?" propose lui, lasciando anche la sua cadenza insulana emergere ben più del consueto, a sostenere la recita che stava interpretando "E poi figurate se mo' so anche che cazzo vor dì 'sta roba degli inglesi demmerda" precisò ancora, superando la donna e riprendendo a camminare "Anche se mi ti si fare anche sui chiodi" le rese noto all'orechio, specialmente perché l'altra aveva chiarito di non volere al momento alcuni piccoli adorabili Kenna e Philipp perennemente imbronciati e in miniatura a scorrazzare per il mondo.
Se la sarebbe fatta sui chiodi, ma coi vestiti era difficile no? Forse fu il subconscio, forse fu la sfiga cronica del master coi dadi, forse fu la sfiga cronica di Philipp, ma il tentativo di trasfigurazione del ragazzo si mal-concluse, costringendo lui ad entrare in acqua con solo la maglia e lei con solo i pantaloni, là, in fondo al mar, dove Dafar veniva sparato indietro da getti marini e loro potevano solo bersagliare un antico ed enorme pesce con incantesimi di ogni sorta fino a farlo scoppiare.
"MERDA, STAI ATTENTA A STA MERDA CORROSIVA!" urlò lui, inziando a nuotare alla larga da quella sostanza terrificante, cercando di assicurarsi che Kenna facesse lo stesso, nel mentre con un cenno del capo dava un compito a chi dei tre, grazie alla propria bolla, doveva essere il più protetto, ovvero il lobalug "Recuperami un paletto e un pezzo del pesce se riesci... un dente, l'occhio... il cazzo che riesci" ordinò al marino, ben sapendo come il paletto del legame fosse duro da staccare dalla sua preda, cosa che gli faceva sperare che, se Dafr fosse tornato almeno col paletto, egli avrebbe avuto anche ciò che bramava, a lui attaccato.
Si portò rapidamente a riva, tenendosi vicino a Kenna quanto più possibile ed issandosi subito, attendendo poi il ritorno del suo lobalug, ovviamente senza però essere intenzionato a perder tempo "Gemino" comandò lui, tracciando un semicerchio prima di toccare i nuovi pantaloni dell'archeologa, allo scopo di crearne un nuovo paio per la propria persona, almeno fino alla fine di quella giornata.
Riavuto il pesce, il paletto e i pantaloni, il biondo si sarebbe messo in marcia, non prima, ovviamente, di essersi assicurato che la donna stesse bene "Sei ferita, Kenna?" chiese lui, a quel punto o completamente vestito o solo in mutande: checché ne dicesse Kenna, mai si sarebbe presentato agli altri con addosso la parte superiore e le mutande, trovando ben più dignitoso, in caso di fallimento della sua magia di comprensione e duplicazione, un sano sfoggio della propria muscolatura e una rinnovata offerta alla donna di celare le sue curve tra le sue stoffe e i suoi odori.
"Quel cazzo di pesce sembrava roba vecchia e feroce... di quelle che prima ti mangiano e poi si fanno domande..." rilevò lui, guardandosi attorno guardingo finché non vide il lago e al suo centro il tempio.
"Guarda là!" avrebbe detto alla mora, indicando l'edificio e, sopra di esso, i suoi compari, incluso jonathan baker, che immediatamente additò assieme alla sua nuova ferita "BAKER CAZZO COMBINI!" urlò il Garlic a pieni polmoni, scandalizzato e preoccupato "JASON TI DEVE ANCORA PAGARE... TRE CASSE DI RUM! NON PUOI MORIRE FINCHE' NON HAI RISCOSSO CIO' CHE E' TUO!" propose lui, ghignando poi alla compagna per un istante, rivelando il bluff 'Avido com'è, mo' si mangia il nemico pur di andare a prendere per il collo Jason e spellarlo di tutti i soldi che gli deve...'
Un piano semplice ma diabolico il suo, un po' come il suo tentativo di avvicinare la costruzione ed osservare la sfera, nel tentativo di comprenderne la natura e la tecnologia "Sembrano gli specchi di quello sminchiato di Morrigan... ma... questa roba... mi sembra ben più antica... anche come tecnologia proprio" provò lui ad indovinare, studiando ciò che aveva davanti, ma non scordandosi ovviamente di ciò che la sorreggeva.

Scheda PG | Stat.