Cinquecentesimo Anniversario del Paiolo

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    Cinquecentesimo Anniversario
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    -Harry! Le casse di Jimenéz sono pronte? Stirley! la magia oscurante come va? Per l'amor di dio Cherry smettila di leccare i bicchieri o ti rifaccio la bocca a suon di bastonate!-
    -Ma Hedwin, ha solo 3 anni ed è tua figlia!-
    -Bene! Così impara fin da piccola a non rompere i coglioni! Le faccio un favore paterno!-
    -Sei un mostro!-
    -No tesoro, peggio. Sono un uomo d'affari-
    Katrina, la seconda moglie del padrone di casa, digrignò i denti e fece per abbaiare qualcosa, poi il sangue colò dal labbro morso. -Vieni Cherry, andiamo a cercare tua madre.-
    Un ghigno da barracuda sfilò sul volto rugoso che era il centro di un attività da formicaio. Erano infatti nella fase più delicata e movimentata dell'allestimento e tutti erano in subbuglio. Il momento degli ultimi scrupolosi controlli e ritocchi era fondamentale e tutti si muovevano e analizzavano tutto; ogni cosa doveva essere esattamente come Hedwin Keratack la voleva e in effetti tutto sembrava filare al posto e nel modo giusto.
    Ancora qualche ora e le porte sarebbero state aperte al pubblico e Hedwin non dubitava affatto che i clienti avrebbero riempito il locale; dopo tutto con la massiccia campagna pubblicitaria che aveva lanciato anche grazie ai suoi contatti, era impossibile che solo in pochi rispondessero. Volantini sparsi in giro, passaparola, pubblicità radiofonica, televisiva e pure attraverso il web, per non parlare di quella che il Paiolo si faceva da solo con la propria storia e qualità.
    -Bene. Harry!-
    Il figlio tutto muscoli emerse dal bancone -Chiama quel deficiente di tuo fratello!- Il ragazzo si guardò un attimo intorno; gli occhi si persero sugli almeno 9 consanguinei che schizzavano da una parte all'altra del locale. -Che ci fai ancora qui?!-
    -Ma..io...-
    -Chiama subito Harvey e digli di raggiungermi in camera mia! E' ora del suo stramaledetto tatuaggio trasfigurativo.- Proprio come Katrina, Harry, suo figlio, si morse il labbro per poi confondersi fra le luci del locale e il manipolo di fratelli irrefrenabilmente diligenti.
    -Bene ora anche lo showman della serata deve prepararsi al meglio.-
    Le dita frusciarono malignamente l'una sull'altra per poi dileguarsi attraverso la porticina che conduceva sul retro e quindi alle abitazioni personali del padrone di casa.

    Alle 20 in punto la porta in legno d'ebano si spalancò e lasciò fuoriuscire un profumo che ognuno avrebbe associato al proprio cibo o bevanda preferiti, per il resto un muro di oscurità non faceva passare nessuna luce o suono. Poteva sembrare di essere davanti un abisso che continuava ad invitarti nel suo gorgo.
    Appena fatto un passo all'interno sarebbe comparsa a tutti un'ampia sala molto diversa e più grande rispetto a quella del Paiolo ordinario.
    Sala che aveva tutta l'intenzione di contenere almeno duecento persone e che, specularmente all'ingresso, dava accesso alla zona coi tavolini, posizionati sotto e sopra ad un soppalco di legno. A destra si presentava il bancone del pub e in fondo, a sinistra, un palco con gli spessi tendaggi chiusi e di un fucsia rosa metallizzato.
    Questo colore così acceso risaltava come un dio fra i mortali rispetto al pavimento. Il parquet, infatti, era di una tinta notte senza luna.
    Tuttavia, i clienti si sarebbero presto accorti che ogni passo, o contatto in generale, avrebbe lasciato sul pavimento una traccia luminosa.
    Al contrario, le colonnine del soppalco, il suo parapetto e la scaletta per salirci, oltre al bancone del pub, erano di un bianco fosforescente che al tatto avrebbe fatto comparire impronte scure.
    In questo ambiente di strana penombra, la fonte principale di luce era un piccolo e levitante sole magico al centro dell'alto soffitto della zona da ballo. Questo astro pulsante dai mille colori era coperto da un armatura composta da una miriade di quadratini di metallo che a turno comparivano e scomparivano, dandogli le sembianze di una di quelle sfere stroboscopiche che tanto affollavano le discoteche babbane.
    Una musica trascinante riempiva il locale col suo sottofondo mentre un ragazzo in completo argentato e papillon nero avrebbe salutato con un cenno della testa ed un sorriso chiunque si fosse avvicinato al bancone. Mobile equipaggiato a tratti alternati con alte sedie. Quel tipo tutto muscoli, era Harry Keratack, il barista.
    Fra i tavolini illuminati a lume di candela sotto e sopra il soppalco, invece, c'erano camerieri pronti a servire chiunque lo desiderasse. Erano tutti figli di Hedwin e si aggiravano tra i 14 e i 18 anni.
    Era possibile chiedere qualsiasi cibo e bevanda, comprese quelle che tanto avevano reso famoso il Paiolo. Quest'ultime a prezzo dimezzato.
    Sulla parete tra bancone ed ingresso vi erano due teli che coprivano qualcosa di voluminoso e dalla forma ovale.

    Alle 20:30 le casse del locale vibrarono con un rullo di tamburi e le luci del sole si concentrarono in aria illuminando una figura particolare.
    -Benvenuti al cinquecentesimo anniversario del Paiolo Magico!-
    Hedwin Keratack aveva una maglia d'argento glitterato sormontata da una vestaglia d'arcobaleno. La cintura stretta metteva in risalto la pancia da premio oscar e sulle gambe scivolavano dei pantaloni anch'essi d'argento sbrilluccicante, ma a zampa di elefante. I piedi erano nudi, ma questo non era affatto un problema, dato che non toccavano terra.
    Dalla schiena del padrone di casa, infatti, spuntavano 4 grandi ali da insetto che lo tenevano in aria in uno sbattere frenetico.
    La voce amplificata risuonava per tutto il Paiolo-Sono passati ben Cinquecento anni da quando questa baracca è stata tirata su- Hedwin svolazzò sopra i presenti facendo un giro del locale. -il primo pub di tutta la stracazzo di Londra e noi non potevamo fare a meno di tributargli una giornata speciale e alcolica!- Alzò le braccia al cielo e buona parte della folla presente rispose al suo entusiasmo con applausi e urla eccitate.
    -Ma questa serata non è dedicata solo a queste umili quattro mura, ma a voi e me che insieme lo abbiamo reso ancora più grande! Quindi bando alle ciance e ciancio alle bande!-
    Con la bacchetta l'uomo indicò il bancone illuminato subito dal sole magico. -Qui potrete trovare qualsiasi ben di dio voi vogliate, comprese le nostre bevande speciali a metà prezzo!- Un ghigno gli colorò la faccia -Ma i più coraggiosi potranno cimentarsi, con una piccola offerta di 5 galeoni, nelle due sfide alimentari del bancone! Le sfide della Gioviale di Gamp, la birra più impegnativa della storia e la zuppa Mefistofele! Un mio personale esperimento d'alta classe.-
    Un ghigno cementificò in molti la consapevolezza che il padrone di casa amasse l'ironia.
    -Ovviamente chi riuscirà a terminare la sfida avrà diritto ai ricchi e originalissimi premi esclusivi di questa serata, ma dato che sappiamo tutti quanto il vostro cervellino apprezzi attività e guadagni abbiamo preparato per voi due location alternative dove sono pronte altre prove per voi!-
    Hedwin indicò allora i due teli vicino all'ingresso e con un colpo di bacchetta li fece scomparire. Allora furono rivelati a tutti due grandi specchi ovali che al posto del normale riflesso mostravano due luoghi particolari.
    -Il primo vi porterà fra le onde marine, a bordo di una caravella pirata con sfide di mano e destrezza- A tratti, dall'immagine, pareva giungere l'odore dell'oceano -Mentre il secondo vi accoglierà sulla sommità di un antico tempio Atzeco che sarà pronto a sommergervi le vene con palate di colesterolo!- mentre il verso di un uccello esotico raggiungeva dall'immagine i presenti, Hedwin batté le mani divertito -Andate divertitevi ed arricchitemi!-
    Fece un altro giro volante sopra le teste di tutti per poi avvicinarsi al palco. -Mentre qui, lasciate che vi presenti la band più pazza del momento che ci accompagnerà per il resto della serata! Date un caloroso benvenuto ai FUCKING CRAZY DIRICAWLS!-
    I tendaggi fucsia si aprirono all'improvviso liberando un esplosione di fuochi d'artificio da cui comparve, a bordo di una scopa, Shally Keratack la frontwoman della band. Con gli effetti pirotecnici avevano già iniziato il loro pezzo di punta "Io ed il mio fottuto magico problema", accolta dalle urla di molti fan.
    Mentre le note di un blues-rock graffiante bruciavano l'aria i presenti poterono vedere Shally in tutto il suo splendore. Seppur bassina di suo, indossava un cappello verde smeraldo con una piuma di pavone che partiva dal centro della fronte per poi dondolare in giro con tutti i suoi due metri di lunghezza. Portava un mantello piumata che la faceva assomigliare ad un pennuto multicolor e il volto era tatuato con delle foglie autunnali che si muovevano come mosse dal vento.

    NOTE OFF

    Eccoci ragazzi! Ancora Benvenuti al Paiolo! Ricordatevi di inserire lo spoiler riassuntivo <3

    Note generali:
    - Il pavimento è scuro ma i vostri passi lasciano delle impronte di un bianco fosforescente che permangono per qualche secondo.
    - questione inversa per bancone, colonne del soppalco,i suoi parapetti e la scala circolare per salirci. Sono bianchi fosforescenti ed al tatto lasciano impronte nere.
    - Se volete sedervi potete farlo al banco, oppure dovrete andare sotto o sopra il soppalco, dove ci sono dei tavolini, schermati lievemente dalla musica per aiutare le conversazioni.
    - Al banco potrete provare le bevande presenti nel listino del Paiolo. On game costeranno 15 galeoni, ma Off game sono gratuite.
    Queste bibite offrono bonus e malus statistici, ma anche narrativi.
    - Al banco potrete provare le due sfide culinarie spiegate nel listino del Paiolo: la Gioviale di Gamp, oppure la Mefistofele.
    - Potrete ballare insieme alla folla al ritmo dei FUCKING CRAZY DIRICAWLS
    - Potete attraversare gli specchi magici ed andare nelle due location alternative: il galeone dei pirati o il tempio Atzeco.

    Note tecniche:
    -potete fare quanti post volete. Non avete limiti
    -se avete problemi non esitate a contattarci
    -aspettate il post dello snaso sibillino per postare
    - sono state riformulate un pò di cose e non ci sarà una vera e propria scadenza, ma il 24 ci sarà un avanzamento dell'ambientazione

    Come sempre, divertitevi e divertitemi!

    RevelioGDR



    Edited by SamuelBlack - 16/10/2020, 01:49
     
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    500 anni di Paiolo
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    Hedwin svolazzava e molestava tutti felicemente nel suo locale, ma oltre quegli magici specchi c'era qualcuno che si godeva la lontananza dall'ingombrante (e molesto) padre. Qualcuno, tra l'altro, più di tutti.
    "Ecco fatto" Mirty Keratach non aveva ben capito quale dannato debito dovesse essere stato saldato per permetterle di allestire una gelateria tra le montagne del perù, nell'ultimo piano di una antica piramide azteka, ma forse, più ci pensava e meno le importava"Ti chiamerò Mirtillo!" e a quelle parole un pupazzo di neve violaceo, interamente realizzato in gelato al mirtillo, saltellò via felice, sfregandosi il suo nuovo naso realizzato con un cono.
    La ragazza sollevò il capo e felice osservò il proprio lavoro, a dir poco soddisfatta: la sala aveva un clima temperato, caldo ma non spiacevole, illuminato naturalmente dal sole tropicale esterno, che generava lunghe ombre sui basamenti in pietra che fungevano da tavolini, tutti parallelepipedi con intorno sedie in legno.
    La location era molto spartana, del resto come si poteva valorizzare meglio un luogo così esclusivo e antic? Persino il bancone era in pietra incisa di segni e geroglifici, come le pareti e anche i basamenti già citati.
    Al bancone si poteva ordinare ogni gusto di gelato pensabile, nonché granite alcoliche e tagli variamente assortiti e si poteva attendere di essere serviti, oppure sedersi ed attendere che fossero i pupazzi di neve a servirli, tutti di colori diversi (e tutti rigorosamente artigianali), che rappresentavano il vero pezzo forte di quella serata "Oltre ai miei gelati: loro sono la vera bomba"
    Aveva studiato pasticceria e gelateria per anni in Europa e ora era tornata (non proprio per sua scelta) ad aiutare il padre per quella incredibile serata, nella quale lei avrebbe messo tutta sé stessa 'Tanto... dovrò parlare poco... e poi... ho i miei aiutanti... e nessun fratellastro attorno' concluse lei, con una smorfia, varcando la soglia del tempio da uno dei tre varchi presenti, schiantandosi contro in caldo tropicale: del resto quel luogo si trovava dall'altra parte del mondo, dunque là non solo era giorno, ma anche primavera!
    Si passò una mano sulla fronte e poi osservò le sdraio con ombrellone sparsi lungo tutto l'ultimo e il penultimo piano di gradoni. Deglutì 'Anche a me verrebbe voglia di mettermi lì e mangiarmi un gelato' pensò lei, inclinando poi la testa "No, ok, io il gelato lo voglio a priori!" e fu così che corse dentro, chiedendo gentilmente a Cioccolato un cono: il pupazzo, tutto felice, si staccò il naso e diede un cono perfetto con due palline al cioccolato alla ragazza, che ringraziò ed iniziò a gustarselo, nel mentre al pupazzo ricresceva un nuovo cono.


    Da un'altra parte ancora del mondo, oltre un altro specchio, intanto, vi era una caravella, sulla quale si trovava un capitano che avrebbe voluto essere ovunque ma non lì, e un figlio di Hedwin che in un certo senso avrebbe voluto altrettanto.
    "Capitano, direi che siamo di 5.2 gradi fuori dalla rotta ideale, a 15miglia da dove dovremmo arrivare, con un ritardo stimato di... calcolando vento favorevole... 22 minuti sulla tabella di marcia"
    Willie non era esattamente il figlio più simpatico di Hedwin, né quello più moderno, né quello meno ossessivo-compulsivo, purtroppo per il capitano Balraj, un uomo corpulento di chiara etnia indiana, che ripetutamente guardava con odio e fastidio il ragazzo, maledicendo in tutte le lingue del creato la sua malsana idea di aver contratto un debito con Hedwin, invece di darlo più opportunamente in pasto ai pesci.
    "Ce la caveremo, ragazzo... pensa alle tue cazzate!" disse l'omone, vincendosi lui a quel giro un'occhiataccia.
    "Le freccette sono uno sport agonistico serio, con un fatturato annuo di milioni di dollari e che presto sarà riconosciuto anche a livello olimpionico!" soffiò lui, sistemandosi il berretto in testa, che completava bizzarramente quel suo look così terribilmente anni Ottanta "Lei pensi solo a portarci a destinazione: al resto, ho già pensato a tutto io" e così dicendo si guardò attorno, controllando che sul ponte le tre postazioni per le freccette fossero pronte, così come il bar, cui si avvicinò.
    "Mi raccomando: caricali quei drink" disse lui, facendo un cenno d'intesa al barista, dirigendosi poi verso il gruppo musicale, dei violinisti, il quale stavano testando i propri strumenti, per dare un motivo più avventuroso a quello strano e a tratti misterioso viaggio.
    NOTE OFF
    Eccoci ragazzi!
    Come vedete, il vostro snaso sibillino vi ha descritto solo ciò che succede oltre gli specchi (quindi se volete sfuggirmi, vi basterà non oltrepassarli. Forse).
    Di seguito qualche informazione extra in base all'ambientazione.

    Il Tempio
    Superato lo specchio vi troverete nella sala allestita. Vedrete attorno a voi i pupazzi di neve, mentre Mirty sarà oltre al bancone, pronta a prendere le vostre ordinazioni: ha tutti i gusti che vi vengono in mente ed ha anche molte granite a base di cocktail (alcoliche) e può anche farvi dei tagli alcoolici o meno.
    Se ordinerete del gelato, vi chiederà se in cima vorrete un top: sarà sempre evasiva su cosa sia, però e osservando altre ordinazioni noterete come ne possegga diverse.
    Una volta ordinato (o anche no) potrete sedervi ai tavoli dentro (clima mite) o sulle sdraio fuori (clima afoso tropicale) e aspettare che i pupazzi di gelato vengano a servirvi.

    Rivolgendovi a Mirty e pagando in on e off 5 galeoni, potrete sfidarvi con altri, o anche da soli, ad una gara di abbuffate di gelato.
    Si tratterà di tre turni di post, al termine dei quali, oltre ad aver mangiato il miglior gelato della vostra vita, potreste anche vincere un premio!

    La Caravella
    Lo specchio della caravella vi porterà sulla prua della nave, dove troverete Willie ad accogliervi in tutta la sua antiquata beltà.
    Potrete rimanere a prua e sentire i violini, in attesa di giungere a destinazione, oppure andare a poppa, dove ci sarà il bar ad attendervi: tutti i drink sono fortissimi, più carichi di quelli che trovate nel bar principale!

    Se vi annoiate, potete sempre accettare la sfida a freccette, contro Willie o tra di voi.
    Ci sono tre tornei possibili: il torneo di prua, dove giocherete a freccette nonostante il gruppo musicale; il torneo di poppa, dove i bersagli saranno disegnati su dei poveri marinai; il torneo dell'albero maestro, che si tiene sul punto più alto della nave.
    Tutte le competizioni costano 5 galeoni e anche in questo caso, vincendo, meriterete un premio!

    Ci sono molte cose da fare, quindi mettetevi calmi, rilassatevi e GIOCATE!
    Divertitevi e divertiteci, mi raccomando!!!
    RevelioGDR
     
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    Thomas Richenford | 20 anni | Aspirante Auror
    La missione era stata veramente impegnativa e doveva ammettere che anche quello che ne conseguì dopo non era stata una passeggiata di salute, quindi alla fine aveva deciso di concendere alla sua mente un pò di svago e decidere, anche, di andare a riprendersi quello che era il suo migliore amico: Nicholas Ross. Emma aveva ragione era inutile continuare con quelle stupide ripicche, alla fine ci stava male lui ed era sicuro che anche Nick non se la stesse passando bene. Loro erano sempre stati inseprabili, avevano vissuto un sacco di cose insieme e Thomas si era sempre affidato completamente al giudizio del modo. Adesso cosa stava succedendo? Perchè non si parlavano più? Perchè era andato a letto con Eve? Beh, e allora? Infondo si lui aveva una cotta per la rossa, ma fondamentalmente l'aveva anche per Emma, per Kether, per Howard, per Gyll... insomma lui aveva una cotta per qualsiasi persona al mondo con cui si trovasse bene, perchè infondo Thomas non aveva una cotta proprio per nessuno. Il fatto che provasse attrazione non voleva dire niente, infondo aveva 20 anni ed era giusto che il suo fringuello volasse libero a trovare nuovi orizzonti, perchè mai adesso doveva essere diverso? Perchè mai doveva fossilizzarsi su di una cosa tanto assurda? Si, ci era rimasto male, ma oramai quanto tempo era passato? Davvero era stato così impegnato e stupido da non volergli mandare nessun messaggio? Certo Thomas aveva tante qualità ma era una persona fondamentalmente orgogliosa, ma quell'orgoglio doveva finire perchè non gli stava facendo bene. Quindi scrisse al suo migliore amico che si sarebbero trovai al Paiolo alle 21.00 in punto. E così fu. Esattamente a quell'ora con un paio di Jeans dal lavaggio scuro e una camicia blu notte, un giubettino di pelle ed una sciarpina giusto per non prendere troppo freddo, ma si sa che a 20 anni non si sente mai freddo! Era li a farsi una sigaretta mentre attendeva il suo amico. Non sarebbe entrato se prima non l'avesse incontrato. Infodno quella sera dovevano fare pace e non aveva nessuna intenzione di uscire da li con le sue gambe. Si aveva intenzione di bere, bere, ed ancora ballare, e forse bere ancora e se si rimediava anche una bella... ecco, si quelle erano le intenzioni di Thomas Richenford, aspirante auror con un encomio! Diavolo se i 20 anni si facevano sentire ed erano predominanti!
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    Joanne Nilsson
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    Perchè aveva deciso di andare in quel dannatissimo luogo? Non lo sapeva. Ma non usciva mai dalla sua isola e cominciava a pensare che tutto quello fosse anche colpa sua. Se non diventava leggermente più intraprendete allora le cose non sarebbero mai cambiate. Doveva osare, doveva cercare di capire meglio il mondo e doveva comincire ad avere meno paura di uscire dalla zona di confort che si era creata da sola. Non sapeva che mettersi per un'innaugurazione di un locale tanto ambito e sopratutto tanto famoso come il paiolo, ma aveva optato per un semplice tubino nero, smanicato, anfibili ed un filo di trucco ed i capelli legati in una coda alta che facevano risaltare sicuramente il suo viso ed i suoi occhi in particolare. Joanne era solita starsene sempre per fatti suoi, ma in quel locale era pressappoco impossibile farlo. appena entrata il buio l'avvolse ma poi tanti colori accesi come il fucsia le risaltarono agli occhi facendogli coprire anche un pò lo sguardo con il braccio. Era tutto troppo per lei, ma doveva ammettere che era eccitata. Eccitata per la nuova esperienza che stava per vivere. Infondo non conosceva nessuno li e l'unica cosa che poteva andare storta era che nessuno le avrebbe dato confidenza, ma a quel punto... beh, le cose non sarebbero sicuramente cambiate molto nella sua vita visto e considerato che alla fine era sempre stata quella sola ed emarginata. Chissà se altri densiriani avevano intenzione di partecipare a quell'evento e chissà se, effettivamente, era tutto legale. La sua attenzione era stata catturata dall'uomo che arrivò volazzante in quelle ali da insetto, con una pancia ben visibile e sopratutto fiera di essere mostrata. Lo guardò quasi con gli occhi sognanti. Ecco si, quello doveva essere il proprietario. Ascoltò attentamente quello che disse e si guardò intorno, prima verso i due specchi, poi verso il bancone ed ancora verso quello che era il palco. Si, sembrava una povera ragazza sperduta, ma non ci poteva fare niente, per lei era tutto così meravigliosamente incantevole e sopratutto assurdamente fantastico. Si morse il labbro e si guardò intonro facendo un giro su se stessa, in maniera lenta e quasi del tutto persa nei suoi pensieri. Allora era così che vivevano le persone normali al di fuori della sua isola? Chissà se c'era anche quello stronzo di James! Scosse il capo come per cercare di riprendersi e non pensare a lui, che poi c'era veramente poco da pensare visto che lo conosceva appena, ma comunque! Forse poteva prendere qualcosa da bere? Si ma esattamente con quali soldi? Ed il fatto che non era molto brava, anzi era del tutto negata con i ragazzi, era difficile farsi offrire da bere, quindi cominciò semplicemente a vagare in quel posto enorme ed assurdo, con gli occhi che le brillavano e la voglia di imparare ancora qualcosa e sopratutto di vivere, almeno per una sera, in maniera normale!
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    “Maledetti excalibur”
    I mormorii di Anthony vagavano per le stanze di casa sua mentre buttava via la maglietta che aveva indossato durante quella missione. Aveva provato a lavarla in ogni modo, aveva tentato anche qualche incantesimo per pulirla, ma con quelle cose lui non ci sapeva proprio fare. Avrebbe potuto chiedere a sua madre ma...non voleva disturbarla più per queste cose.
    Quanto le mancava sua madre...Era ormai l'unica persona a cui doveva tutto. Certo aveva ancora i suoi nonni e li voleva bene ma, non era la stessa cosa. La madre era in sicilia ed Anthony non la vedeva da questa estate.
    Ora però era solo in casa, voleva staccare almeno per una notte da ogni cosa. Avrebbe lasciato il lavoro ed i pensieri a casa, mentre lui avrebbe deciso di andare alla festa dell'anniversario del paiolo magico.
    Quindi, si sistemò, indossando una maglia a righe bianconere orizzontali, a dolcevita, dei Jeans normali blu, scarpe nere lucide ed una giacca di pelle nera. “Pronto per andare in galera, con questa maglia. Ma è figa dai. Anth, oggi non pensare a niente. Pensa solo a divertirti ed a fare nuove conoscenze. Non rompere le palle agli altri con la tua vita. Ok? Ok.” Si guardò allo specchio dicendosi quelle parole e convincendosi che stava uscendo per divertirsi e non per lavorare.

    Quando arrivò al paiolo magico ed entrò, ciò che vide fu davvero stupefacente. Ogni cosa che ricordava di quel posto era stata cancellata per dar spazio a mobili più moderni e decisamente più belli. Camminando si guardava attorno e si soffermò sul pavimento che ad ogni passo che faceva era come se lasciava le proprie impronte. La musica che riempiva la sala poi gli diede una carica tale da farlo cominciare a camminare a ritmo di musica, ricordando anche dove aveva sentito quella canzone e anche le mosse che faceva il protagonista, imitandole molto timidamente, per il momento. Avrebbe cominciato a ballare seriamente dopo qualche drink.
    Poco dopo arrivò il proprietario, che volò sopra la sua testa mentre presentava le varie attrazioni (Molto interessanti e che avrebbe sicuramente provato nel corso della serata) e dava inizio alla festa.
    Finita la presentazione Anthony riprese a girare per il locale.
    Mentre camminava (e ballicchiava) notò una ragazza evidentemente spaesata. Si guardava intorno e sembrava estranea a quel posto. Forse non sapeva cosa fare?
    Anthony ne approfittò, era venuto per conoscere gente, no? E quale migliore occasione, se non ora? si incamminò verso di lei e la raggiunse. Come si sarebbe presentato? A questo non ci aveva minimamente pensato. Ma vabbé, meglio improvvisare.
    “Ciao! Tipo strano eh? Molto esibizionista ma con quelle ali è stato splendido. Devo ammetterlo. Ed il posto...diamine se è bello.” Commentò il biondo, osservandosi attorno e posando infine lo sguardo su di lei. Era molto carina, doveva dire. “Comunque...Piacere, Mi chiamo Anthony” Tese la mano verso di lei e continuò “Ti va di bere qualcosa al bancone?”.
    Anthony Lovegood

    "
    .Non si può essere infelici quando si ha questo: l’odore del mare, la sabbia sotto le dita, l’aria, il vento.
    "

    Auror, 24 anni

    code by ©#fishbone




    Allora, lasciate perdere la pallosa introduzione all'inizio..ma comunque...è vestito così
    ed entrato nel locale prima assiste alla presentazione del tizio con le ali e poi interagisce con Joanne Nilsson



    Edit concesso da sua eccellenza il palazzo dal master

    Edited by Anthony Lovegood - 16/10/2020, 01:37
     
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    Aaron Barnes
    Medimago | 27 anni
    Perchè alla fine si ritrovava sempre in qualche evento dove non voleva andare o dove voleva andare ma non voleva andare perchè sapeva che sarebbe successo qualcosa che non doveva succedere? Ossia che lui beveva perdeva il controllo, e poi di nuovo cose sui giornali, stampa che diceva che stava perdendo non sapeva cosa... insomma cominciava ad essere stressante quella vita e non vedeva l'ora di prendersi seriamente una pausa. Sorrise appena quando lesse il messaggio di Rebecca che diceva che era a Londra dopo un sacco di tempo. Lui era sul suo letto, mezzo nudo a quattro di bastoni semplicemente a rilassare i muscoli dopo una giornata passata a contrattare e fare un ulteriore turno di lavoro al San Mungo. Si, cominciava seriamente a pensare che doveva prendere una decisione e o dedicarsi agli affari oppure dedicarsi agli altri. Ma non lo avrebbe mai fatto. Alla fine, dopo aver mandato una macchina da Becca per farle prendere un vestito decente, decise di andarsi a fare una bella doccia rilassante, e solamente dopo essersi messo creme e cremine per la pelle i capelli e quant'altro - proprio come una vera ragazzina - si infilò un classico completo con camicia bianca e pantaloni neri, scarpe eleganti. Evitò la giacca e decise di evitare anche il suo solito rolex sul polso destro. Si infilò un giubettino un pò più casual e poi andò a prendere la biondina sotto l'hotel che lei stessa gli aveva mandato. Guardò quell'hotel e sospirò, ovvio, niente era confrontabile alla sua di catena di Hotel ed Aaron ne andava seriamente fiero. Comunque le mandò un ulteriore messaggio per dirle che lui era sotto e poi, scese dalla sua mercedes classe A grigia metallizzata, si accese una sigaretta in attesa della ragazza. Erano le 19.30. Dovevano arrivare in tempo per le 20.00 in quanto aveva qualcosa da dare al padrone di casa e non aveva nessuna intenzione di cominciare quell'innaugurazione in ritardo perchè Becca ci metteva così tanto. Sospirò e quando la vide scendere buttò la sigaretta e sbutò il fumo in alto le sorrise. Ok, sei bellissima! Le disse poi avvicinandosi alla sua guancia e lasciandole un piccolo bacio. Si, era imbarazzato visto il loro rapporto strano, ma ultimamente Aaron aveva un rapporto strano anche con se stesso, quindi niente di troppo nuovo sotto questo sole. Una volta in macchina non ci misero molto ad arrivare in un parcheggio e poi ad immeggersi nelle viuzze di Diangon Alley e finalmente il paiolo. Come al solito sempre le cose in grande si fanno in questa piccola cittadina! Sussurrò poi voltandosi per dire il tutto all'orecchio della ragazza. Andiamo! E con passo deciso e dando la mano alla bionda si diressero all'interno. Aaron si guardò intorno e doveva ammettere che era veramente molto, ma molto colpito. Doveva ammettere che non si aspettava tutta quella grandezza da un posto del genere e sopratutto quell'organizzazione, ma quando vide scendere il padrone di casa con quelle ali e quella pancia così fiera sogghignò. Si. Era davvero il momento di cominciare a stringere rapporti seri con persone serie e che ne capivano di soldi. Ascoltò il suo discorso, quando indicò gli specchi si voltò a guardarli, non smise mai di avere la sua mano incatenata a quella di Becca e poi quando diede il via alle danza sogghignò. Facciamo tutto quello che vuoi fare tu stasera, ma prima devo consegnare qualcosa al padrone di casa ed inoltre sono abituato a dare i miei omaggi, cavolo è una cosa di educazione! Ed Aaron era seriamente così, quindi alla fine senza pensarci due volte si trascinò Rebecca fino a, sperava, Hedwin e richiamò la sua attenzione. Aaron Barnes! E lei è Rebecca Wenger, una mia amica. Volevo farle i complimenti per aver mantenuto il posto in uno stanto veramente... si guardò un pò intorno, Aaron era abituato ad altro, ma quel posto era dove aveva passato la sua adolescenza e sua infanzia visto che sua madre lo adorava, affascinante. Le ho portato un omaggio! Aggiunse poi porgendogli un pacchettino. Se Hedwin, come sperava che succedesse, lo avesse riconosciuto ed avesse preso il suo pacchetto, Aaron avrebbe sorriso compiaciuto. Non mi sembra il caso disturbarla in questo momento, ma appena ha un pò di tempo avrei qualcosa da proporle. Nel pacchetto, Hedwin avrebbe trovato una piccola pietra di zaffiro, ovviamente vera e preziosa davvero. Beh Aaron aveva veramente qualcosa da proporgli ma forse quello non era davvero il momento. Infondo era qualcosa che gli avevano richiesto un pò di suoi conoscenti ed era sicuro che Hedwin fosse l'uomo giusto.
    Appena la conversazione con l'uomo fosse finita si sarebbe rivolto di nuovo a Becca. Allora, che vuoi fare bella densiriana? Chiese ridacchiando alla ragazza.
    RevelioGDR




    Aaron va a prendere rebecca, sente tutte le attività che si possono fare e poi decide di andare a salutare Hedwin regalandogli qualcosa e cercando di "fissare un appuntamento" con lui!
     
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  7. Nick Ross
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    IL FALSO BUONISMO È IL LATO VISCIDO DELLA CATTIVERIA

    Nick Ross

    Più di quattro mesi. Era quello il tempo passato dall'ultima volta che aveva lasciato casa di Thomas, in preda a sensazioni contrastanti. Non gli aveva più scritto, poiché era stato risucchiato dal lavoro come solo di estate succedeva, quando la gente -soprattutto i ragazzini che non andavano a scuola- aveva più tempo libero e passava le proprie serate all'interno del Wynn. Ormai aveva quasi perso le speranze, ma aveva preferito lasciare spazio al ragazzino, anche se sapeva benissimo quanto la sua scenata fosse stata assurda e le argomentazioni sterili.
    Proprio per questo non si aspettava quel messaggio. Alle 20 in punto al Paiolo. Inarcò il sopracciglio, riflessivo. Ah, certo. Era stato così tanto impegnato da essersi dimenticato dell'inaugurazione de Paiolo Magico, proprietà del suo amicone Hedwin. Le sue iridi color cioccolato si posarono quasi subito sugli occhiali che aveva comprato da lui e che aveva accuratamente tenuto fino a quel momento, in attesa di poterli usare. Beh, ci sarebbe andato di sicuro! Chissà che altro outfit stravagante avrebbe scelto l'uomo.
    Quindi, si sarebbe diretto all'armadio, lasciando il magifonino sul proprio letto senza però rispondere a Thomas. Anche lui aveva voglia di vederlo, ma non era sicuro che glielo avrebbe detto apertamente, perciò il suo migliore amico avrebbe dovuto accontentarsi di quelle due irritanti spunte blu.
    Aprì l'armadio e, dopo un'attenta analisi, prese dei pantaloni neri in tessuto, abbinati ad un maglioncino più o meno dello stesso colore ed una giacca della medesima tonalità. Non è che dovesse impegnarsi poi troppo per apparire figo e sperava, quella sera, di riuscire a rimorchiare, giusto perché si annoiava. Magari si sarebbe fatto proprio Thomas, chissà. Quando si dice "farsi una famiglia", no? Prima Evelyn e poi Nick.
    Una volta pronto, scese in garage per decidere quale auto sparcheggiare. Osservò l'immenso garage, finché lo sguardo non si fermò su quella che poteva sembrare l'auto perfetta per la serata: una BMW di diversi colori che di sicuro non sarebbe passata inosservata. Sorrise e salì, inserendo la chiave ed aprendo il garage. Affianco a lui, c'era un pacchettino piuttosto anonimo, una carta verde acqua senza troppi fronzoli. Ma guardarlo lo fece ridacchiare.
    Non ci mise nemmeno troppo tempo ad arrivare al Paiolo, la sua macchina era parecchio veloce. Una volta là, parcheggiò trovando quasi subito un posto libero e scese, infilando le chiavi in tasca e ricordandosi di prendere il pacchetto.
    Lo infilò nella tasca interna e si diresse all'ingresso del Pub, trovando Thomas posato contro il muro vicino all'ingresso. Osservò la sigaretta, prima di togliergliela di mano, spegnerla e gettarla dentro un cestino là vicino. Non parlò, guardandolo per diversi secondi con uno sguardo freddo e quasi giudicante. Non riuscì poi a resistere troppo con quella serietà prima di dargli un pugno sulla spalla, nascondendo un sorrisetto. Hai intenzione di entrare o stiamo qui a mettere radici? Domandò, girandogli le spalle e mettendo piede dentro il locale. Un incredibile odore di carne alla griglia gli invase le narici, riportandogli alla mente tutte quelle sere, a Los Angeles, che usciva di casa di nascosto e si rinchiudeva in qualche Steak House. Aveva provato i migliori Hamburger della sua vita, in quel luogo. Ora aveva l'acquolina e sperava ci sarebbe stato da mangiare, anche perché non aveva cenato. Per un attimo, il buio regnò sovrano. Ma durò poco. Quando si addentrò effettivamente nel pub, si trovò una sala enorme e che non associava per nulla a quella che aveva visto l'ultima volta che c'era stato, anche se non vi aveva fatto troppa attenzione, dal momento che era diretto al Paiolo Segreto. Quella sala era un tripudio di colori, al contrario del pavimento, di colore scuro. Che figata, non trovi? Domandò a Thomas, indicando il pavimento che cambiava colore sotto le sue orme, lasciando tracce dai mille colori. Il proprietario si è dato da fare che rendere incredibile questo posto. Lanciò appena uno sguardo a quella specie di sole che illuminava la stanza, prima di tornare a guardare l'aspirante Auror. Andiamo a bere, è meglio. E detto ciò, si avviò verso il bancone osservando il barista che sembrava ancora un ragazzino tanto che si chiese se avesse almeno diciott'anni ma in fondo lui non era bravo a capire l'età delle persone, oltre al fatto che poco gli importava. Buonasera salutò il barista, prima di riflettere sulle loro ordinazioni. Due Sangue di Giuda ordinò sia per lui che per Thomas, senza nemmeno interpellarlo. Il primo giro offro io! Aggiunse, allungando i galeoni necessari, pagando quindi entrambe le bibite. Quando il ragazzo avesse eseguito l'ordine, Nick avrebbe preso il suo bicchiere, ingollando un lungo sorso. Non lo avesse mai fatto! Porca puttana Esclamò dopo, posando il bicchiere, con la lingua che andava a fuoco. Tommy lo richiamò, prendendolo in giro usando quel nomignolo che sapeva fosse usato da Xander. Forse è meglio che ordini un bicchiere di latte, non so se queste bevande fanno per un ragazzino come te. Lo prese ancora in giro, con un ghigno. Poi tornò a guardare il barista. Cazzo, buono! Forse ce li vale pure, tutti questi galeoni ammiccò al barista e finì a piccoli sorsi il contenuto del suo bicchiere, stando attento a non esagerare tutto su un colpo. Alla fine, erano circa le 20:30, un forte rullo di tamburi gli riverberò nel petto manco fosse una cassa di risonanza, prima che le luci illuminarono una figura particolare che non ci mise troppo a riconoscere.
    Ascoltò il suo discorso con un sorrisetto sulle labbra, concedendo anche una lunga occhiata al suo abbigliamento stravagante. Ottimo, proprio in tinta con ciò che il suo pacchetto conteneva. Una volta che avesse finito di parlare, Nick si sarebbe avvicinato proprio ad Hedwin per parlargli. Vedo che non ha perso il suo stile dall'ultima volta. Lo avrebbe approcciato, tirando fuori il pacchetto dalla tasca. Vedo anche che questa tipologia di cose le piace, quindi... gli allungò l'oggetto e sotto quella carta verde acqua, avrebbe trovato un foulard arcobaleno. Così non si prenderà il mal di gola. Aggiunse, prima di girarsi verso Thomas. Beh, se non le dispiace... noi andremmo a goderci questa figata di festa. Ammiccò all'uomo e poi avrebbe preso Thomas per un braccio. Andiamo, ti sfido a freccette sulla nave. Quindi si diresse verso lo specchio scelto e lo attraversò, trovandosi sul ponte della nave. Si guardò attorno. Ad accoglierli a prua un ragazzo che... Nick rabbrividì guardandolo. Salve, noi saremmo qui per il torneo di freccette. Vorremmo sfidarci. Oh ma possiamo pure fare una partita a tre, no? Si stava riferendo a Willie, il ragazzo che Nick aveva classificato come quello destinato all'accoglienza. Se vinci, prometto che ti daremo dei consigli stilistici. Siamo nel 2020, lo sai sì? Insomma, quei capelli non vanno più di moda tipo... dagli anni ottanta? Per non parlare dei vestiti e quella... cosa che hai in testa. C'era da dirlo, quando si trattava di moda, nessuno la passava liscia con Nick (?) che poteva anche essere gentile, finché non trovava qualcuno che paresse una blasfemia vivente, proprio come quel ragazzo. Dai, giochiamo. Concluse, con un sorrisetto.
    Scheda | Stat. | Rich
    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    Interagisce con Thomas Richenford Hedwin Keratack, il barista ordinando due Sangue di Giuda e poi con Willie alla nave
     
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    Farsi arrostire da un drago può cambiarti sia i connotati che il modo di pensare. Samuel non era mai stato un tipo da festa e, probabilmente, non lo sarebbe mai diventato; ma nulla al mondo gli avrebbe impedito di perdersi l'inaugurazione del Paiolo. Qualcuno dei suoi coetanei gli aveva rivelato come la nuova gestione stesse facendo scintille. "Supportare i business a gestione famigliare è un'ottima cosa" Aveva commentato più volte lui, senza avere la minima idea di cosa fosse il vero business dietro le attività della famiglia Keratack.
    Per l'occasione aveva scelto un semplice blazer rosso sopra ad un maglioncino rosso corallo. Ogni tipo di interesse nell'abbinare in modo armonico i colori scemò quando fu il momento di scegliere cosa mettersi sotto. "Il nero funziona ovunque? Giusto?" In verità, no, ma questo quell'ingenuo di Sam non è che potesse saperlo. Jeans neri di un qualche brand importante ricevuti da chissà quale parente e poi i chelsea boots che aveva comprato dal signor Garlic. Erano così dannatamente comodi.
    Il tirocinante era arrivato con grande puntualità e i suoi occhi avevano subito cominciato a cercare il signor James in mezzo a quella fiumana di gente. Con grande rammarico, la ricerca fu vana. Samuel sorrise tristemente, ma per poco, allo spalancarsi della porta un morbido profumo catturò la sua attenzione. "The e miele, ad un pub? Ma che figo" Un ingenuo commento che si sarebbe tenuto per sé, non essendosi accorto minimamente di essere finito vittima di una illusione.
    Il ragazzo passò la prima mezz'ora della serata a guardarsi attorno, troppo timido per approcciare qualcuno o qualcosa. L'attesa valse ogni pena. Quando Hedwin Keratack fece la sua comparsa, la mascella di Sam scivolò verso il basso. Le ali che aveva sulla schiena lo avevano lasciato senza parole. "Chissà di quale insetto si tratta" Le palpebre si assottigliarono cercando di mettere a fuoco le venature di quelle appendici, nella speranza di capirci qualcosa. Samuel non gli avrebbe dato chissà quale peso perché le alternative proposte dallo stesso proprietario erano dannatamente interessanti.
    Lo spagnolo fece per avvicinarsi allo specchio ma si fermò di colpo. "Conosco quel ciuffo" Il braccio destro del tirocinante disegnò una serie di archi verso Anthony Lovegood, nella speranza di attirare la sua attenzione. "Oh, sembra impegnato" Non gli avrebbe detto altro, notando la gentile compagnia, si sarebbe limitato ad alzare verso di lui entrambi i pollici, in un tacito segno di ammirazione.
    Superato lo specchio, Samuel si sarebbe trovato dunque sulla caravella. La musica e il canto dei venti avrebbe certamente attirato la sua attenzione, ma non quanto la possibilità di fingersi pirata per un giorno. «Aaarg» sussurrò tra sé e sé, facendo le prove per una sua improbabile futura carriera sul bordo di una Drakkar.
    I suoi passi lo avrebbero portato ben presto di fronte alla singolare figura di Willie Keratack. Se qui avesse trovato Nick Ross, Samuel avrebbe proseguito sul suo discorso «Anche io la penso come questo ragazzone» Agli occhi di Sam, Nick era molto, molto grosso; ma non si sarebbe fatto distrarre - forse - «Cioé, non su come sei vestito, mi piace come sei vestito, è che voglio partecipare al torneo di freccette. Il più estremo, se possibile, quello sull'albero maestro».
    Se Thomas Richenford avesse seguito Nick sul bordo della nave, e Samuel lo avesse notato, quest'ultimo non avrebbe esitato ad abbracciarlo per poi sussurrargli un semplice «Come va?» La prassi prevedeva che gli auror e i tirocinanti in borghese dovessero far finta di non conoscersi. L'uno non poteva sapere se l'altro stesse lì per una missione, o per piacere. Ma i due ne avevano passate troppe insieme e la volontà di Samuel non era abbastanza forte per impedirgli di preoccuparsi dell'altro.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato
    Samuel
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    NOT ALL THOSE WHO WANDER ARE LOST
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    Samuel cerca di capire se conosca o meno il tipo di insetto scelto da Hedwin per le sue ali. Dunque, interagisce con Anthony Lovegood. Poi scappa nella drakkar per giocare a FRECCETTEEE. Se qui trova Nick e Thomas, interagisce anche con loro v.v
     
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    Skyler Mave
    Infermiere | 24 anni

    “Oh bro, ma stasera ci dovevamo vedere al Paiolo o dovevi sdraiarti qualcun*?”
    Ovviamente, il messaggio da Tamarro Politicamente Corretto era indirizzato a Markab; Skyler sperava che il suo ormai Markabatai potesse partecipare, anche perché aveva voglia di vederlo. Da quando il mondo Babbano stava rientrando in un secondo default a causa del Coronavirus, non era più uscito decentemente e si era rifugiato in quello magico.
    Si era tolto la mascherina perfezionata con un Incantesimo Testabolla prima di entrare al Paiolo; aveva già notato come i maghi fossero tranquillissimi riguardo al Coronavirus, ma essendo (paradossalmente) un uomo di scienza non si sentiva completamente al sicuro da quella malattia. Aggiungendo poi il fatto che fosse Nato Babbano e che la patologia sembrasse comunque avere una predilezione per i No-Mag, cercava di stare attento - almeno al di fuori della comunità magica, che doveva esserne immune.
    ‘Oh, il Paiolo non è cambiato…’
    La coerenza intrinseca dei pub aveva sempre colpito Skyler: per quanto cambiassero, gli avventori sembravano sempre condividere un’anima simile. Ragazzini esaltati per poter finalmente accedere a quell’euforia liquida chiamata alcol, vecchi beoni stanchi ed inaciditi della vita sempre pronti a dare consigli con battute taglienti e, beh, possibili conquiste di qualunque genere ed età… insomma, un Piccolo Paradiso Profano in Terra.
    ‘Beh, devo ammettere che quella specie di farfalla del gestore è alquanto disturbante… ma chi gli ha permesso una cosa simile? Cazzo, almeno una ragazza o un tizio gnocchi, in quella divisa…’
    Fortunatamente, le possibilità che offriva il Paiolo quella sera sembravano estremamente interessanti; tuttavia, Skyler doveva ammettere che, senza il suo Markabatai, la bussola del divertimento non poteva che essere altra se non… i suoi genitali. Perciò, fece ciò che qualunque alcolista arrapato sano di mente avrebbe fatto: si sedette al bar, ammirando il barista la cui divisa era riempita da muscoli.
    ‘Insomma, tesoro - sembri quasi più definito di Markab… nah, vabbé, non esageriamo: il bro è er mejo sempre.’
    “Ehilà - cosa mi consigli, per prepararmi ad un bel cono gelato al tempio atzeco?”: ovviamente, tutta la simpatica malizia di cui Skyler era capace fu riversata in quelle parole. Era ovvio che si comportasse così, in un bar: tornava sempre ad essere un diciottenne pansessuale schiavo dei suoi ormoni. Allargò leggermente le falde della giacca di pelle nera, lasciando intravedere un maglioncino rosso che faceva risaltare, nei punti giusti, il suo fisico niente male, nonostante la vita tutto sommato sedentaria.
    ‘Siamo tutti come gli spaghetti: righiamo tutti dritto, finché non siamo caldi e bagnati.’ (‘Everyone is as straight as spaghetti, until they’re hot and wet.’)
    “Io ero tentato dal Sangue di Giuda e dal Patto di Eros, ma devo ammettere che mi servirebbe una mano decisa nella scelta… e chi meglio di un eccellente barista, per aiutarmi?”
    Nessuno poteva negare che l’Infermiere gattaro fosse bravissimo a comportarsi da gattamorta; rivolse al barista, qualunque fosse il suo orientamento sessuale, il suo sorriso più smagliante, accompagnato da un occhiolino. Se flirtare fosse stato uno sport olimpico, Skyler avrebbe vinto la medaglia d'oro.
    ‘Nessuno può mettere Sky-Sky in un angolo…’
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Si porta al bar per chiedere consiglio su cosa bere al barista e, ovviamente, flirtare con lui.
    Qualunque sia il suo orientamento sessuale.
    Perchè è divertente.
     
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    Morrigan Maverick
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    Leave every place better than you find it.
    Trentadue anni, trecentoottantaquattro mesi, undicimilacinquecentoventi giorni. In questo lungo lasso di tempo, Morrigan aveva avuto modo di affrontare così tante sfide da perderne il conto. Aveva sconfitto pericolosi negromanti in Russia e recentemente aveva stretto un armistizio con una potente sacerdotessa in Papua Nuova Guinea. Le prove, e le persone, che riuscivano ad intimorirlo seriamente si contavano sulla punta della dita. Hedwin Keratack era una di queste.
    Il vecchiaccio era conosciuto da tutti ma nessuno lo conosceva veramente. Ora, quando arrivi a certi traguardi in un modo così rapido è difficile che il ministero, e le altre fazioni, non ti notino. Diversi colleghi di Morrigan avevano indagato su Keratack finendo sempre in angoli ciechi. Nulla di nulla. Un vuoto che aveva sempre incuriosito il denrisiano che, per questo motivo, non si sarebbe perso per nulla al mondo l'inaugurazione del Paiolo.
    Un paio di jeans, una maglietta di cotone grigia e un giacchetto di pelle. "Per un pub andrà benissimo" E anche per muoversi in moto sarebbe stato l'ideale. Tra un sorpasso e l'altro, Morrigan arrivò ad evento iniziato. Le porte erano spalancate ma l'invitante profumo di gasolina e donne era ancora presente "Questa volta non mi ingannate" Aveva già visto quel trucchetto all'inaugurazione del Rouge e ne era rimasto entusiasta. Lui stesso lo aveva rivisitato per la sua aula.
    Lo stregone fece giusto in tempo ad entrare che un fastidioso ronzio attirò la sua attenzione «Iconico come sempre» Avrebbe commentato, tra sé e sé, senza riuscire a trattenere un sorriso. Morrigan si era ripromesso che non si sarebbe fatto fregare ma la parlantina del vecchio contrabbandiere lo catturò in una questione di secondi. Il suo corpo finì per muoversi, privo di controllo, verso la zona alcoolica.
    «Non ne perdi una d'occasione per scappare da Hidenstone, vero?» Una forte pacca sulla spalla del suo infermiere preferito per poi rivolgersi verso Harry Keratack, dal basso verso l'alto «Per me un patto di Eros» Morrigan non aveva la più pallida idea di cosa avesse ordinato ma come non ordinare un qualcosa con un nome così figo? «Offro io per il mio amico» Detto ciò, avrebbe allungato i galeoni richiesti al figlio armadio di Keratack.
    «Questa volta hai lasciato Ensor a casa? Devo ancora scusarmi per quell'altro tizio che stava con me al Rouge, ti giuro che prima di fare la donna con il marchese sembrava anche simpatico» Il denrisiano non aveva la più pallida idea su quale fine potesse aver fatto quel tizio, chissà che lo avesse divorato un kraken.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato
    Be the chaos you want to see in the world.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.


    Ordina un patto di Eros, interagisce con skyler mave <3 e il barista keratack
     
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    Stephanie Hudson-Bennett
    Giornalista | Mezza Veela

    I festeggiamenti di un locale così importante quale era stato il Paiolo Magico in quei secoli era uno di quegli eventi per i quali Stephanie perdeva la testa. Avrebbe potuto presenziare in prima linea, partecipare con tutta se stessa, e questo non solo per poter scrivere un articolo meraviglioso su quanto fosse stata movimentata quella serata, ma anche per potersi mostrare in pubblico ed iniziare a far volare la propria fama ancor più in alto. Avrebbe deciso di indossare un abito molto particolare: un meraviglioso vestito rosso fuoco con un’unica manica che veniva bloccata al polso da una lieve strettoia applicata magicamente, mentre aderiva alla perfezione sul suo busto perfettamente lavorato e femminile, con tanto di forme nel punto giusto. La parte inferiore dell’abito era caratterizzata da una gonna aderente che arrivava sino alle ginocchia, lasciando poi spazio a quelle gambe perfettamente dritte e particolarmente lunghe, conferendole quella bellezza stupefacente delle quale le mezze veela erano caratterizzate. Si mise un paio di scarpe dello stesso colore dell’abito, rigorosamente con tacco a spillo senza plateau come solo le vere signore di un certo livello osavano fare, mentre il corpo evitava di prendere freddo grazie ad un incantesimo applicato appositamente sull’abito, così da evitare eventuali escursioni termiche con l’esterno.
    Indossato quell’abito, dunque, la donna avrebbe deciso di rendere i propri capelli il più adatti possibile ad una serata come quella: decise di farsi delle onde mosse così da apparire il più elegante possibile, mantenendo quindi la sua nomea di donna di classe e di un certo livello anche in un ambiente decisamente poco ‘in’. Ma dopotutto, lei non era sicuramente una di quelle donne sostenute che si privava di una serata differente dal solito. Appoggiò le proprie mani al tavolo con copertura in marmo di cui disponeva all’ingresso della propria abitazione, posando davanti allo specchio così da controllarsi per un’ultima volta, decidendo poi di afferrare la propria borsetta e di smaterializzarsi nei pressi dell’entrata di quel locale.
    Appena apparsa lì intorno, la donna sembrò giocare con una ciocca di capelli, mentre i passi eleganti schioccavano contro il terreno, facendo ancheggiare lievemente la donna così da mostrare meglio le sue movenze naturalmente molto accattivanti. Man mano che avanzava verso l’entrata, l’odore di cocktail di gamberi si faceva man mano più forte; perché? Beh, semplicemente era il suo cibo preferito. Non appena entrò in quel locale, dunque, potè immediatamente notare l’ambientazione così insolitamente particolare e curata, rimanendo del tutto sconvolta dal discorso di Hedwin e accennando una specie di sorrisino per via del suo outfit all’apparenza improvvisato ma, in realtà, quasi all’avanguardia.
    La mezza veela si guardò un po’ in giro, giusto per notare l’eventuale presenza di volti noti, e dopo aver salutato qualche conoscente qui e lì, si diresse nei pressi del bancone presso il quale avrebbe sicuramente portato i suoi attributi da creatura dalla bellezza suprema ed ammaliante. Si rivolse dunque verso Morrigan, al quale si affiancò quasi con fare sorprendente, come se volesse colpirlo alla sprovvista, per poi tentare un approccio con lui nuovamente, come se volesse rinfrescare la sua memoria. “Ma buonasera, Morrigan.” E gli rivolse un semplice sorriso con le sue labbra dipinte di rosso, esattamente come tutto il suo outfit, dopo aver lasciato la scia color bianca sul pavimento. “Serata intrigante, non trovi?” E glielo dice con un sorrisino sulle labbra andante sul malizioso, decidendo poi di sedersi accanto a lui e di mostrare un sorriso amichevole anche nei confronti dell’infermiere con il quale stava interagendo. “Come procede? Tutto è secondo i piani o c’è qualche bullone fuori posto?” Quel lessico tecnico per andare a trattare con metafora la situazione di Morrigan era fatto solamente per sedurlo involontariamente, quasi per cuocerlo a fiamma molto bassa ed in maniera prolungata. Stephanie non era una di quelle donne che in maniera pacchiana si mostrava interessata ad un uomo, ma di certo era sufficientemente emancipata dal non lasciarsi corteggiare a vuoto, e soprattutto dal non farsi minimamente offrire nulla. “Delizioso barista, potrebbe portarmi un patto d’Eros? La ringrazio infinitamente.” E gli rivolse uno di quel sorrisi da gattina che aveva chiaramente lo scopo di farsi notare. Era un bel ragazzo? Sì, ma decisamente una robetta da poco per una donna del suo livello.
    Lo sguardo tornò dunque sulla coppia di uomini alla sua sinistra, rivolgendosi prima a Morrigan così da continuare il discorso con lui, per poi presentarsi definitivamente anche a Skyler, così da palesarsi al meglio. “Buonasera, sono Stephanie Hudson-Bennett. Il primo cognome è di mia madre, il secondo è di mio padre, e sono una giornalista per la Gazzetta del Profeta. Molto piacere.” E rivolse la propria mano smaltata di rosso all’infermiere, accennando un’occhiata innocente. In seguito ad un seducente hair-flip, dunque, la ragazza tornò con la propria attenzione su Morrigan. “Stasera c'è qualcosa di nuovo e particolare. Non trovi anche tu?”.
    RevelioGDR


    Arrivata al bancone, interagisce con Morrigan Maverick,Skyler Mave e con il barista, ordinando una bevanda.
    Outfit indossato: CLICK.
     
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    Denrise
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    « SHE WAS LIKE THE SEA, ALWAYS REFLECTING THE STARS IN THE NIGHT SKY, ALWAYS REFLECTING OTHERS' BEAUTY. »

    Rebecca Wagner

    Ancora non ci credeva di essere a Londra dopo circa venticinque anni passati a Denrise. Avrebbe certamente voluto tornarci per un'occasione più allegra rispetto a quella per la quale era veramente tornata. Ma, dopo tutti quegli anni, una visita alla tomba di Luke, era dovuta. Non aveva avuto il coraggio di farci un salto per un quarto di secolo, ma in quei mesi erano successe così tante cose che le avevano fatto capire quanto la vita fosse effimera, che aveva preso la decisione di non poter più rimandare l'inevitabile. Dunque si era recata al porto e con una semplice smaterializzazione, si era ritrovata a Londra, piuttosto spaesata. Sembrava tutto così cambiato rispetto all'ultima volta che aveva visitato quella città. Decise quindi di alloggiare in un hotel piuttosto modesto -se la cavava, non era certo ricca- dove sarebbe rimasta per qualche giorno. Fu proprio mentre era lì, che venne a conoscenza dell'inaugurazione di un pub che, per quanto non visitasse Londra da anni, non era mai cambiato da cinque secoli a quella parte: il Paiolo Magico.
    Aveva tentennato un po' prima di prendere la decisione di partecipare, ma l'aveva convinta il fatto che non presenziasse ad un evento di vita mondana da davvero troppo tempo e quella sarebbe forse stata un'occasione più unica che rara, ragion per cui decise che s sarebbe andata. Afferrò tra le dita affusolate, il magifonino a Denrise inutilizzato e, scorrendo a caso tra i suoi contatti, le spuntò il numero di Aaron. Insomma, aveva deciso di scrivergli per chiedergli se fosse presente anche lui e, alla fine, avevano deciso che ci sarebbero andati insieme. Ci era andata a letto qualche volta, sì, ma nulla le impediva di coltivare l'amicizia con lui. Addirittura le aveva mandato un autista che la portasse a scegliere l'abito in un negozio piuttosto di lusso e dove di sicuro Becca non avrebbe mai potuto comprare nulla di tasca sua, almeno finché lavorava con un tirchione come Jonathan.
    Alla fine, uscì dal negozio con un elegante vestito bianco che le arrivava pressappoco alle cosce, centimetro più centimetro meno, coordinato con un paio di scarpe col tacco molto semplici. Bene, era pronta, quindi poté tornare in hotel a prepararsi per bene ed aspettare che Aaron la venisse a prendere per andare assieme alla volta del Paolo. Come prima cosa, si fece una rilassante doccia calda, utilizzando una miriade di creme ed unguenti diversi, voleva dimostrarsi all'altezza dei canoni londinesi. Non perché le interessasse particolarmente ciò che gli altri pensavano di lei ma ehi, era per tenere alto l'onore delle denrisiane!
    Alla fine, si asciugò i capelli, decidendo di lasciarli mossi, adorava quella leggera onda bionda. Uscì dal bagno con solo un asciugamano legato sopra il seno, dopodiché si vestì, lisciandosi il vestito sul corpo, quasi distrattamente. Ormai era pronta, prese una semplice borsa abbinata al vestito e scese dove Aaron la stava sicuramente aspettando e così era: le aveva mandato un messaggio e lei non se ne era accorta. Ridacchiò, scendendo agilmente nonostante i tacchi e si presentò a lui. Anche la tua macchina è bellissima, mentre tu sei... a malapena accettabile. Sussurrò con un sorrisetto quasi malizioso, in risposta alle sue parole.
    Sorrise quando la baciò sulla guancia e non fece nulla di ciò che stava pensando, ovvero spostare il viso in modo da approfondire quel casto bacio, solo perché sarebbero arrivati in ritardo e non voleva sentire le lamentele di un Barnes per tutto il tempo.
    Il Paiolo Magico non distava poi troppo dal suo Hotel e Becca non vedeva l'ora di mischiarsi alla gente e fare qualcosa di interessante che non la facesse pensare troppo alla dolorosa mancanza di Luke.
    Il Paiolo Magico era una specie di confine tra Londra babbana e Londra magica, una porta divideva la normalità da qualcosa di assolutamente eccentrico, come dimostrò il loro ingresso là. Cosa ti aspettavi? Io l'ultima volta che sono venuta qui avevo dieci anni e non ho conosciuto bene il proprietario, però... lasciò la frase in sospeso, ridacchiando nuovamente. La bionda intrecciò le dita con quelle di Aaron e lo seguì all'ingresso, venendo subito invasa da un invitante odore di frappè al cioccolato, il suo preferito. Si godette quell'aroma, prima di venire immersa in un ambiente di magia pura. Aaron sussurrò, guardandosi intorno, richiamando l'attenzione del giovane ereditiere. Non avevo mai visto nulla di così spettacolare; a Denrise di certo non c'è... figurarsi, poi, al Canto. È tutto così diverso, qui. Commentò, guardandosi in giro come una bambina che vedeva il mondo per la prima volta. D'altronde, vivere nell'isola era come essere effettivamente fuori dal mondo, c'era poco da dire.
    Annuì alle sue parole e si lasciò trascinare dal proprietario che in quel momento aveva un aspetto a dir poco bizzarro, eccentrico. Soprattutto quelle alette. Mentre si avvicinavano, guardava il pavimento illuminarsi sotto i suoi passi, quasi divertita.
    Molto piacere! Avrebbe replicato lei, porgendo la mano al vecchio. Poi lasciò che Aaron ci conversasse, continuando a mangiare con lo sguardo ogni dettaglio di quel posto. Le devo fare anche i miei complimenti, è davvero tutto magnifico, non c'è che dire. Aggiunse solo, osservando con i suoi occhi color cielo, il pacchettino che Aaron passò ad Hedwin.
    Finalmente l'attenzione del ragazzo tornò su di lei e poté proporgli ciò che aveva pensato. Andiamo al bar, bel londinese. Propose, trascinandoselo dietro. Si fermò quindi al bancone, osservando prima il ragazzo barista, poi il ragazzo cane ed infine la donna che erano là. Uh, ciao! Rebecca Salutò -e si presentò- a quel punto Skyler e Stephanie, un po'a caso invero, ma alle feste ci si andava per divertirsi e fare nuove conoscenze, no? Gli sorrise. Io ho sentito che il Sangue di Giuda è una bomba... no? Domandò, ammiccando al barista. Invece io ed il mio amico qui, vorremmo fare qualcosa tipo... una sfida! Voglio proprio vedere se questo snob londinese regge più di una denrisiana, cresciuta tra barili di rum. Regalò un altro candido sorriso al figlio di Hedwin che, doveva dirlo, sembrava ben piazzato.
    Scheda | Stat. | Cameriera
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    Interagisce con Aaron Barnes Hedwin Keratack Skyler Mave Stephanie Hudson-Bennett e dice al barista che vuole fare una sfida con Aaron (precisamente, quella della birra schifosa)
     
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    Gli Snasi
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    La CaravellaWillie non era esattamente un animo flessibile e quando si trovò davanti Nick, dapprima lo fissò perplesso, poi, lentamente, sempre più schifato.
    "E tu andresti di moda con quel look pacchiano che è uguale da almeno settant'anni?" chiese lui indicando il damerino davanti a sé, salvo poi postare il dito dal suo petto ai suoi pantaloni "E quello schifo da quando stracazzo andrebbe di moda? No, scusa... non lo voglio sapere: il buon gusto è culminato negli anni Ottanta ed è morto nel 1990... tipo che è crollato con il muro di Berlino e lo sfascio dell'URSS" affermò con una smorfia, scotendo poi violentemente la testa, drizzando il capo all'arrivo di Samuel , al quale dapprima ringhiò, salvo poi apprendere della sua auto-correzione e scendere a più miti consigli.
    "Oh" affermò infatti, portandosi una mano alla schiena e osservando l'albero maestro "Sì, dei tre è sicuramente il torneo più estremo: potremmo sfidarci là allora" affermò, molto sicuro di sé, portandosi davanti a Nick e tendendogli la mano "Non accetto consigli di moda da te... sempre che tu non li voglia accettare da me: facciamo così. Se mi batti, mi vesto come te. Se ti batto, ti vesti come me" affermò sbruffone, accompagnandoli poi all'albero maestro, ove entrò in un cerchio, che generò una folata di vento in grado di portarlo agilmente e senza danni sulla cima dell'albero, alla postazione della vedetta, ove attese gli altri tre contendenti.
    "Le regole sono semplici" disse, rotando la propria bacchetta e facendo apparire tre vassoii levitante con ciascuno tre freccette di tre colori diversi (uno aveva freccette rosse, uno blu e uno giallo), quindi un quarto, con freccette nere, che tenne direttamente davanti a sé stesso.
    "Lanciamo a turno una freccetta, quindi facciamo tre manches: più ci avviciniamo al centro del bersaglio più facciamo punti. Vince chi totalizza più punti" spiegò lui rapidamente "Siccome siamo sull'albero maestro, ci saranno più bersagli, con difficoltà diversa... ma che danno anche premi maggiori" ed infatti con un secondo colpo di bacchetta fece apparire quattro bersagli: uno grigio, più vicino e chiaro, uno color bronzo, uno argentato e uno dorato, che era contemporaneamente il più piccolo e distante "E... occhio: siamo su una nave, si dondola!"
    "Avanti: chi si fa sotto?" affermò lui, sfidando con lo sguardo, ovviamente, Nick



    Regole del gioco

    Nick Ross e Thomas Richenford e Samuel vi sfiderete con Willie a freccette.

    Di base dovrete fare in sequenza tre post per concludere la sfida; dopo ogni giro (quando tutti avrete postato una volta), io esiterò e vi darò i parziali secondo le regole seguenti.

    Punti: i punti sono colcolati lanciando 1d20+des/4. Se avete magiatleta, riceverete +1 ad ogni post.

    Bersagli
    Come vi ha accennato Willie, potete scegliere se colpire uno dei seguenti bersagli, i quali, conferiranno un bonus al risultato.
    Grigio: +5
    Bronzo: +10
    Argento: +15
    Oro: +20

    Dove sta la gabola? Beh, è semplice, come è stato accennato nel post, la nave si muove e c'è anche forte vento, e voi siete mooolto in alto, sicché non solo maggiore è la distanza, più è facile sbagliare, ma c'è anche la componente fortuna, legata a quanto si muove la nave!
    Prima di lanciare il dado del risultato, quindi, lancerò un altro d20, cui sommerò gli stessi bonus sopra elencanti (se si vorrà quindi colpire il bersaglio di bronzo, lancerò d20+10): se il risultato sarà superiore al vostro Intuito, mancherete il bersaglio. In caso contrario, lancerò il dado per il punteggio.

    Al fine di non bloccare troppo il gioco agli altri, vi concedo tre giorni per postare (non avete un ordine preciso): se non lo farete, lancerò io per voi un dado al momento dell'esito, ma non vi aggiungerò alcun bonus (sarà un dado secco sul bersaglio grigio).

    Vince chi fa più punti, ovviamente, ma, in base ai punti che totalizzerete, potrete vincere tutti un premio!


    Comunicazione di servizio: Willie è impegnato in una gara sull'albero maestro, quindi, nel caso superiate lo specchio e giungiate sulla nave, vi troverete ad accogliervi il Capitano!

     
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    « WHEN THE WORLD TURNS ITS BACK ON YOU, YOU TURN YOUR BACK ON THE WORLD. »

    Peter Coffey

    Peter si rigirò tra le mani quello smeraldo a forma di goccia, chiedendosi dove fosse in quel momento il suo gemello che aveva dato tempo prima ad una ragazzina di appena undici anni. Le aveva dato un rubino sempre a forma di goccia, identico al suo se non fosse per la tipologia di pietra.
    Era tornato a Londra da pochissimo, dopo aver lasciato il suo appartamento in Cornovaglia. Londra. Lo stesso luogo dove aveva giocato quella partita che per poco non decretava la fine della sua carriera, sebbene fosse andato tutto bene ed ora capeggiasse i Falcons. Sì, erano una squadra della Cornovaglia, ma si era preso un attimo di pausa, confuso su diverse cose. Con uno sbuffo, posò delicatamente l'oggetto prezioso sul proprio comodino, dandosi la spinta con le gambe per alzarsi dal letto. Erano le 19:00 e quindi mancava un'ora all'inaugurazione del Paiolo. Aveva appreso di quell'evento un pomeriggio, passeggiando tra le strade di Diagon Alley: a quanto pareva, era il cinquecentesimo anniversario e quindi sicuramente le cose sarebbero state fatte alla grande, quindi avrebbe anche richiamato molta gente. Lui non ci andava per la festa in sé, non era esattamente il tipo da quel genere di occasioni, però... sperava di vedere lei: la sua sorellina. Non si vedevano da anni ormai, da quando lei era stata cacciata di casa dai loro genitori. Ma magari vi avrebbe trovato anche Elisabeth, non sapendo che i ragazzini non fossero ammessi.
    Si alzò in piedi e si diresse all'armadio, parecchio indeciso su cosa mettere. Non era molto esperto di come potesse essere un look da festa, perciò fece del suo meglio, scegliendo un outfit abbastanza anonimo e banale, ma -sperava- non completamente inadatto. Indossò una semplice camicia blu notte coi bottoni bianchi ed un paio di pantaloni di una specie di beige -non era granché bravo ad identificare i colori troppo sfumati- ed un paio di scarpe da tennis bianche basse. I capelli biondi ribelli, lasciati liberi ed un sorriso forzato sulle labbra e poteva uscire. Infilò la pietra nella tasca dei pantaloni assieme ai soldi, magifonino, catalizzatore e poche altre cose, quindi uscì di casa e prese un taxi per arrivare fino al pub. Okay, avrebbe potuto usare la smaterializzazione, ma era un tipo piuttosto distratto e non ci aveva nemmeno pensato. Ma comunque ci mise forse un quarto d'ora e quando varcò la soglia del Paiolo, erano le 20 in punto.
    Le sue narici furono immediatamente invase dal delizioso profumo di Meat Pie, un piatto tipico australiano che aveva assaggiato quando si era recato a Sydney per vincere il campionato australiano di Quidditch con i Falcons. Oddio, quanto gli mancava quel sapore. Era una specie di tortino ripieno di carne macinata, funghi, sugo di pomodoro, cipolla e formaggio. Avrebbe pagato qualsiasi cifra per ottenerne un pezzo. Sospirando, si addentrò in quella moltitudine di colori e persone. Rimase fermo come un palo a guardarsi attorno, indeciso su cosa fare. Avrebbe voluto andare al bar, ma forse non era il caso di iniziare subito a bere. Mentre faceva questi pensieri, un uomo attirò la sua attenzione: doveva essere il padrone di quel luogo. Era piuttosto ridicolo così vestito, ma Pete non era proprio un campione in fatto di abbigliamento, ragion per cui non commentò oltre, ascoltando le sue parole. Si sentiva un pesce fuor d'acqua in quel luogo e avrebbe voluto tornare a casa, mentre il suo collo si allungava a ricercare quel viso di porcellana e quei capelli rossi come il fuoco. Niente. Non riusciva a scorgere chi stava cercando. Rassegnato, non appena il padrone di casa smise di parlare, si diresse allo specchio che lo avrebbe portato al calduccio. Sì, si sarebbe consolato con del buon gelato. Superò quindi lo specchio, trovandosi su quella piramide Azteka. Si osservò un attimo attorno, prima che il suo sguardo si fissasse sul bancone di pietra, pieno di geroglifici. I suoi occhi di cioccolato si posarono per qualche secondo anche su tutti quei pupazzi di neve, prima di avvicinarsi al bancone e attirare l'attenzione della bella ragazza. 'Sera salutò, in evidente disagio. Si sentiva ancora fuori posto, anche se cercava di non pensarci. Ehm... vorrei un gelato... non so, una coppa? Con... oh non lo so, sorprendimi. Se avete qualcosa di particolare, mi piacerebbe provarlo. Era un po' indeciso e nervoso, però non mancò di rivolgere a Mirty un caloroso sorriso, uno di quelli che erano sempre riusciti a scaldare il cuore alle persone che lo circondavano, anche se da anni a quella parte, quella sfumatura si era un po' spenta. Ma dimmi... quel tizio è sempre così... strano? domandò quasi senza pensarci, riferendosi ad Hedwin. Si morse poi la lingua. Doveva imparare a stare zitto. Quando era sovrappensiero, parlava davvero a sproposito. Ad ogni modo, prese mano al portafogli e si augurò che la ragazza non gli ridesse in faccia e, anzi, gli servisse un qualche gelato.
    Scheda | Stat. | Dioptase
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    Fondamentalmente, interagisce solo con Mirty v.v
     
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    500 anni di Paiolo
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    Una voce riuscì a sgusciare fra il vociare della folla e la musica della band fino a raggiungere le orecchie di Hedwin-Signor Barnes!-
    Il volto si era addobbato a festa con un gran sorriso e le sopracciglia sparate in alto. In un batter d'ali il vecchio ronzò verso il plurimigliardario.
    -Quale onore averla qui con noi!- un profondo inchino volante, poi gli occhi si fissarono sulle tette di Rebecca -Onore anche per loro- alzò lo sguardo con la lentezza di un giaguaro fino agli occhi della donna -e per voi.-
    Hedwin sorrise ed annuì a mani giunte ai complimenti dei due a riguardo del locale, ma quando vide lo zaffiro, i suoi occhi assunsero la stessa forma. La prese quasi con devozione. -Signor Barnes, se voleva catturare la mia attenzione bhe... per Merlino su una moto! C'è proprio riuscito! Per me si può fare anche a fine serata, ma bisogna vedere se resisterete così a lungo al Paiolo- Scoppiò a ridere e poi allungò all'uomo un bigliettino. -Qui c'è il mio numero ed altri contatti vari, ma è più di ciò che sembra. Gli dica il suo nome quando cercherà di scoprire di più- un occhiolino e poi, dopo aver fatto sparire la pietra con un agitar di bacchetta, prese il volo. -Divertitevi e lasciatevi andare!-
    Neanche il tempo per allontanarsi troppo e l'attenzione fu richiamata da Nick Ross -Oh Nick, sono contento che i tuoi muscoli ci abbiano degnato della loro presenza!- con un cennò salutò anche Thomas e poi fu il turno del foulard -L'avevo detto io che mi stavi simpatico!- Se lo avvolse attorno alla testa a mò di turbante. -Come sto?- Una piroetta volante e poi un sorriso. -Continuate a godervi la serata e Nick... avvisami quando il tuo locale sarà al massimo del suo splendore. Avrò un offerta da farti- un occhiolino e poi se ne volò via con il ronzare di quelle ali che Samuel indentificò come ali di un certo tipo di zigottero chiamato dai più damigella(4+4+8).

    Al bancone, invece iniziava ad esserci un po' di movida.
    Harry aveva preparato i due sangue di Giuda con una velocità tale che Nick e Thomas Richenford ebbero i propri bicchieri quasi subito. Dopo qualche minuto dall'assunzione dell'alcolico i due amici avrebbero iniziato a sentire una grande sicurezza in sé stessi e un gran bisogno di parlare e di dire tutto ciò che pensavano senza peli sulla lingua. Allo stesso tempo, sia in Thomas che Nick crebbe un avversione e fastidio per tutte le altre persone al di fuori di sé stessi.

    Le abilità tecniche di Harry Keratack erano invidiabili, come scecherava lui, non scecherava nessuno, i cocktail intendo. Tuttavia non era certo una roccia a livello sociale, qui bastava poco per incrinare la sua sicurezza.
    Skyler aveva detto quattro parole in croce(12+10) ma c'avevano una mira tale che, sommate al sexy vedo-non vedo, e alle altre mossa da karateka dell'ammmore, colpirono subito al cuore. Harry arrossì sentendosi un agnello fra le braccia di un arrapante zoofilo.
    -B..buonasera.- I muscoli dei pettorali tirarono all'inverosimile i bottini della camicia, poi con un colpo di tosse Harry riprese il controllo, più o meno. -Sono entrambi bicchieri molto ricercati e ottimi, ma l'effetto magico che procurano...bhé- tornò ad arrossire di nuovo -credo che le tue doti sociali vadano già bene così... ecco.- prese fiato.
    -Piuttosto posso consigliarti, soprattutto per la faccenda gelati, o uno Jimenèz, sherry molto delicato, ma che ti esplode nelle vene con il fuoco del sangue spagnolo che c'è in lui, oppure un Sussurro di Efesto, cocktail a cui forse starebbe meglio il nome di pugno di Efesto. Le fiamme del fiammagranchio donano ancora più potenza a Angostura, vermouth dolce, vermouth dry e Gin, mentre il succo d'arancia e il pelo di demiguise polverizzato gli danno quel qualcosa di exotic.- a forza di parlare di alcool Harry stava trovando sicurezza. -Il secondo, in particolare, è un esperienza da provare perché ti fa esplodere il cervello con idee e viaggi. Forse dopo capirai perché questi due si abbinano meglio ai gelati- Si sbottonò pure in un occhiolino. -Ah, se invece vuoi rimanere sulle tue scelte ti direi patto di Eros, è più divertente.- altro occhiolino. Che Skyler gli fosse andato proprio alla testa?
    Probabile, visto le occhiate che tirò a Morrigan quando questo salutò l'infermiere e offrì per lui. Fece un mezzo inchino, invece a Stephanie Hudson-Bennett per l'eleganza con cui aveva ordinato, oltre anche alla vertiginosa bellezza che lo destabilizzò una seconda volta nel giro di pochi secondi.
    Passò il calice a lei -E..ecco qui signorina- e al professore -Tieni-. I due Patti erano stati serviti su un cristallo affusolato e lungo. Il colore del alcolico era ambrato e una decina di ribes fluttuavano in movimenti armonici sopra un lato del bicchiere. Un po' di acidità per contrastare il forte gusto dolce del cocktail.
    Dopo alcuni minuti dall'assunzione nei due sarebbe cresciuta un improvviso desiderio di contatto umano. Il cuore iniziò a battere come un tamburo, a tratti primordiale e a tratti affettuoso e amorevole, in base alla natura e ai pensieri dei due adulti.

    <b style=color:#7F3C90>NOTE OFF

    Eccoci ragazzi! Ancora Benvenuti al Paiolo! Ricordatevi di inserire lo spoiler riassuntivo <3

    Note generali:
    - Il pavimento è scuro ma i vostri passi lasciano delle impronte di un bianco fosforescente che permangono per qualche secondo.
    - questione inversa per bancone, colonne del soppalco,i suoi parapetti e la scala circolare per salirci. Sono bianchi fosforescenti ed al tatto lasciano impronte nere.
    - Se volete sedervi potete farlo al banco, oppure dovrete andare sotto o sopra il soppalco, dove ci sono dei tavolini, schermati lievemente dalla musica per aiutare le conversazioni.
    - Al banco potrete provare le bevande presenti nel listino del Paiolo. On game costeranno 15 galeoni, ma Off game sono gratuite.
    Queste bibite offrono bonus e malus statistici, ma anche narrativi.
    - Al banco potrete provare le due sfide culinarie spiegate nel listino del Paiolo: la Gioviale di Gamp, oppure la Mefistofele.
    - Potrete ballare insieme alla folla al ritmo dei FUCKING CRAZY DIRICAWLS
    - Potete attraversare gli specchi magici ed andare nelle due location alternative: il galeone dei pirati o il tempio Atzeco.

    Aaron: ti è arrivato uno spunto narrativo da giocarti con Hedwin dopo l'evento per un autoconclusiva per capire il significato delle sue parole e analizzare il biglietto. Parleremo in privato per altri dettagli.
    Nick & Thomas:+3 in Carisma -3 in Empatia + effetto narrativo spiegato nel post, sta a voi giocarvi il cambiamento.
    Morrigan e Stepanie: +3 in Empatia -3 a Intuito + effetto narrativo spiegato nel post, sta a voi giocarvi il cambiamento.

    Note tecniche:
    -potete fare quanti post volete. Non avete limiti
    -se avete problemi non esitate a contattarci
    - sono state riformulate un pò di cose e non ci sarà una vera e propria scadenza, ma il 24 ci sarà un avanzamento dell'ambientazione

    Come sempre, divertitevi e divertitemi!

    RevelioGDR

     
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92 replies since 14/10/2020, 21:47   8632 views
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