Evento di fine anno 19/20

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    Daniele Salvatore
    Prof. Astronomia | 33 anni
    Avrebbe preferito morire per una seconda volta se fosse stato possibile. Tutto quello stava diventando pesante e non vedeva l'ora di lasciare l'accademia e lasciare tutto quello alle sue spalle, almeno per un'estate intera. Ancora non si abituava al denso liquido ferroro che mandava giù come non ci fosse un domani, ancora no si abituava a non poter utilizzare gli incantesimi, ed ancora non si abituava al fatto che la luce del sole non era più piacevole come prima, che la notte, adesso più che mai, era diventato il suo unico rifugio. non sopportava tutto quel chiasso nella sua testa, non possortava di non sorprendersi più se un suo alunno diceva o faceva qualcosa che lui non avrebbe potuto ne vedere ne sentire. I suoi sensi si erano acutizzati e la sua pazienza era andata sempre di più scemando. Non voleva andare a quell'evento ed infatti ci sarebbe andato giusto per fare presenza, un applauso alla casata vincitrice e poi si sarebbe defilato via. Non sapeva più che cosa fare con Jessica, non sapeva più come dirle che tutto quello era insensato che se prima erano solamente due persone con 16 anni di differenza adesso avevano anche un altro problema, ossia che lei era viva e lui era morto. La stava facendo più tragica del normale e del previsto? Sicuramente si, ma in quel momento voleva stare completamente da solo, doveva abituarsi alla sua nuova vita, doveva abituarsi a quello che era e a quello che non sarebbe mai potuto essere. Doveva fare i conti con la sete, con la non più fame e con il fatto che la sua vita era cambiata per sempre. Si vestì elegante come richiedeva la cerimonia e senza farsi notare da nessuno, e dopo aver risposto ai messaggi di Jessica con un semplice "Sto arrivando, ma se vuoi farmi davvero felice, voglio vederti sorridere e scherzare con i tuoi amici, come hai sempre fatto... se no non verrò!", Daniele si era presentato al suo posto senza dire una sola parola. Salve a tutti! Semplicemente. Aveva semplicemente salutato tutti quanti con un semplice gesto della mano. Non aveva nessuna voglia di parlare ne festeggiare, per lui non c'era niente di tutto quello e veramente non vedeva l'ora di andare via. La sete era sempre li presente, era solamente passato un mese da quando era successo e se non fosse stato per la runa... beh, forse li avrebbe già ammazzati tutti, con l'immensa gioia e piacere di Ensor. Si morse il labbro e poi guardò un pò tutti i ragazzi, incorciò per un attimo lo sguardo di Jessica e le sorrise appena. Sperava veramente che leggesse il messaggio. Sperava veramente di vedere almeno lei sorridente anche se c'era veramente poco da sorridere. Sentì le parole dei suoi amici e sperò, per un solo momento, che il suo cuore perdesse un battito. Ma niente. Non sentì assolutamente niente. Sapeva di essere molto dispiaciuto per lei, sentiva anche di volerle dire che sarebbe andato tutto bene e che si erano anime gemelle e che, di conseguenza, alla fine avrebbero trovato un modo per fare tutto, ma no. Non trovava quelle parole nella sua testa ne tanto meno nel suo cuore. Voleva solamente che lei continuasse la sua vita e che la smettesse di seguire un sogno che non poteva realizzare. Si, da un daniele super ottimista e sorridente, adesso, Hidenstone aveva appena guadagnato un Daniele cupo, pensieroso e con una fialetta di sangue sempre pronta per essere utilizzata per non uccidere nessuno. Uccidere. Si, in quel momento non faceva altro che pensare a quello, il mal di testa. Si sedette e applaudì agli ametrini con più gioia che potesse esprimere, anche se, effettivamente ce ne era veramente, ma veramente poca. Alla fine, quando Victoria finì il suo discorso, prese il calice che avev dinanzi a se e lo bevve. Poteva ancora sbronzarsi? Cominciava a pensare di no, effettivamente.
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    Black Opal

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    Black Opal
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Era sempre stato tipo da eventi, ne aveva fatti sempre a bizzeffe ed aveva sempre fatto colpo, in qualche modo, su tutti quanti. Era una persona che non passava inosservata e quando sentì la preside levare dei punti per il suo abbigliamento sbuffò ed alzò gli occhi al cielo. Ma davvero? Ma come diavolo gli veniva in mente? Insomma gli aveva detto di mettersi il costume e lui lo aveva fatto! Oppure era prima la divisa e poi il costume? Comunque non gli importava più di tanto. Sorrise quando vide Skyler arrivare da lui e salutarlo in quel modo, ridacchiò per il cosiglio che gli diede. In realtà sto cercando di imparare a bruciare gli altri e non me stesso... ma ci vuole tempo! A quanto pare il mio incantesimo preferito mi verrà insegnato l'anno prossimo! Ed allora dovrai chiamarmi Charmeleon! Rispose poi restando al gioco con lui. Era troppo intento a salutare Lilith con un bacio e dirle che si, non avrebbero di certo lasciato da sola Jessica in quel momento, ma non gli sfuggì quello che Jesse disse a Cameron ed il tono in cui lo fece. In quel momento non gli stava dadno fastidio il fatto che effettivamente avesse difeso Erik, ma... avevano avuto screzi anche tra di loro? E nel caso, Jesse non glielo aveva detto per una ragione? Si morse il labbro ma non disse niente, si fermò a salutare Lucas, la biondina che oramai si portava sempr dietro e poi sentì le parole di Jesica. Si voltò appena guardando Daniele entrare. Poi tornò a guardare la corvina. Lasciò Lilith e Lucas dire quello che avevano intenzione di dire. Arrivò un Jesse baldanzoso con un pesce in mano (aiuto) che voleva dargli per scambiarlo per un'arma. Ok, li sopra non ci sarebbe mai voluto salire, aveva un senso di vertigini già al solo pensiero e quando sentì Jessica dirglie quelle parole scosse il capo. Stava veramente riflettendo sul da farsi? Si e no, il fatto era che più rifletteva più gli venivano idee come: uccido con un paletto Daniele, dico qualcosa che lo fa incazzare e morire all'istante, prendo a sberle Jessica fin quando non la finisce di piangere... insomma nessuno di quei pensieri avrebbero veramente aiutato la corvina, ma era ora di fare qualcosa. Basta sentire lagne da parte di tutti e basta piangere. Ne aveva abbastanza senza contare che Blake odiava le persone che piangevano davanti a lui perchè lo facevano sentire a disagio, non gli piaceva per niente tutto quello. Lui aveva un modo totalmente diverso di reagire e non ne concepiva altri. Aveva un modo di somatizzare il dolore molto più avanzato dei suoi compagni e forse era quella la sua univa e vera forza. Si avviicnò alla corvina e prese le sue guancie tra le sue mani. Smettila di lagnarti. Smettila di piangere e smettila di pensare che il mondo sia finito. Certo, non poteva di certo pensare che lui le avrebbe dato una pacca sulla spalla ed avrebbe fatto il romanticone come Lucas o comprenderla come Lilith. Whitemore. é morto lui e non tu.Sei in un fottutissimo evento di fine scuola e sei sopravvisuta a molto di peggio. Sei una cazzo di Black Opal. Quindi adesso ti asciughi quelle fottutissime lacrime, prendi questa dannatissima lucciola gialla, ed andiamo sopra quelle diavolo di nuvole a fare quello che ci riesce meglio e non voglio sentire piagnistei. Beh diciamo che non aveva nessuna intenzione di sentirla piangere per tutta la sera. é la nostra giornata, è il nostro evento, tra qualche giorno avremo i mago e forse verrò anche bocciato. Quindi, te lo sto chiedendo con tutta la gentilezza che ho nel cuore. Smettila di frignare e cominciati a divertire. Daniele si è innamorato di Jessica solare Whitemore no di Jessica frigno come se non ci fosse un domani Whitemore. Beh, diciamo che più Blake di così non poteva essere. Le sorrise appena le prese la mano e la portò con se vicino a quella nuvola dannatissima. Sto salendo li sopra solo per te... non farmene pentire! Aggiunse prima di asciugarle le lacrime, sorridere a Lilith ed andare in quel coso che lo avrebbe fatto salire sulla nuvola. Non avrebbe mollato la mano della sua amica.Se Coeh ti sfiora anche solo con lo sguardo lo affogo! Aggiunse poi verso Jesse. Anche se non si era fatto sfuggire cosa era successo con Adamas. Ma insomma, c'era tempo per affogare tutti no?
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Dark Side of Super Sayan

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    »Ryu Okami [X]
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    Neppure il tempo di iniziare a farmi i cavoli miei, ed ecco che una compagna di casa mi si avvicinò, commentando di come mi avesse visto poco a lezione di quei tempi, augurandosi di vedermi spiccare almeno in quel dì; ridacchiai lievemente sotto i baffi nel sentir ciò, Perché mescolarmi a dei luridi Mezzosangue o Sanguemarcio, se posso studiare da me senza immischiarmi con quei plebei? Non riuscì a non pensare, senza però esternare quel pensiero che, purtroppo, non credevo sarebbe stato ben visto nella scuola. Rimasi sinceramente indifferente a tutta quella situazione, a tutto il vociare che prepotente occupava la sala, facendomi i fatti miei, sin quando però, un miagolio a me familiare, ed una richiesta sulla possibilità che un gatto fosse mio mi fecero girare stupito verso chi aveva proferito quelle parole: vidi Skyler Mave, a quanto mi ricordavo fosse il nome dell'infermiere, che teneva con se il mio gatto... che diavolo ci faceva lì Loki!? S-sì, il gatto è mio, chiedo perdono per il disturbo. Sumimasen, sentenziai con un inchino, imbarazzato come non mai, prima di riprendere il micio, che tenni in braccio, Con te farò i conti dopo, ti avevo detto di rimanere in camera, dissi lui, ricevendo in risposta un miagolio sommesso, mentre le orecchie del gatto si abbassavano nel capir di aver fatto un danno.
    Ryu Okami, piacere di conoscerla, replicai io alla sua presentazione, mentre Loki, dalle mie braccia decise di spostarsi, adagiandosi sulle mie spalle, giusto in tempo per sentir pronunciata la vittoria degli Ametrin alla Coppa della Case, Sono un Black Opal, a dire il vero, replicai tranquillo all'infermiere, nascondendo la rabbia che in quel momento provavo: la mia casa non aveva vinto, non era stata la migliore... UNA COSA DANNATAMENTE INACCETTABILE! Ero davvero furioso, ma decisi di frenar l'ira, calmandomi, almeno all'apparenza, con un sospiro quando il mio interlocutore si spostò a parlare con il professor Olwen, prima di tornare da me, Concordo, questo piccoletto deve decisamente rimanere al suo posto, dissi lanciando un'occhiata abbastanza gelida a Loki, prima di augurare poi buona fortuna all'infermiere per la sua caccia ai pesci, E buon divertimento, conclusi quindi, lasciandolo andare.
    Sinceramente, per quanto quello doveva essere un momento di svago e relax, non lo era poi troppo per me: non avevo legato molto con i miei compagni durante l'anno, non avevo rapporti duraturi che mi potessero spingere a parlare in quel frangente con qualcuno, ero praticamente solo, lì con Loki, in mezzo a tutta quella gente, senza saper cosa fare... ero solo in quella folla. La mia voglia di primeggiare mi aveva portato a isolarmi, a contar solo su me stesso, e, per quanto comunque non avessi cambiato idea sul fatto di dover essere il migliore, ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto poter condividere con qualcun altro dei momenti come quello, non sembrava quello il caso però.
    A smuovermi nuovamente da quei pensieri, vi pensò ancora una volta il mio gatto, che, come richiamato, si lanciò dalle mie spalle, zampettando per la sala, tra la gente, Loki! Ma che diavolo...!? Sentenziai, seguendolo tra la folla, facendomi spazio per passare e seguirlo senza perderlo di vista; mi seminò, il gatto, raggiungendo ciò che lo aveva attratto: un triste Daniele Salvatore, che sembrava al micio così tanto triste da meritare una consolazione da lui. Loki gli si sarebbe avvicinato, e, in un tentativo di tirarlo su, avrebbe iniziato quindi a strusciarsi contro la gamba sinistra del neo vampiro, facendo anche un po' le fusa come a dimostrargli l'affetto di cui pareva aver bisogno. Arrivai solo dopo qualche minuto, abbastanza col fiatone e stanco dopo aver superato un muro di gente, vedendo il gatto che ancora avrebbe tentato di coccolare il vampiro come poteva, Mi perdoni... se il mio gatto... l'ha infastidita... professore... dissi quindi io, ancora col fiatone, piegato sulle ginocchia a riprender fiato dopo quella corsa. A vedermi così, mentre ancora si strusciava contro il professore, Loki parve quasi ghignare, piccolo infame!

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    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: //
    Casata: Black Opal
    Abilità: Metamorfomagus

    «The Dragon God Rises!»
    codice role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT

    Ryu interagisce con Valentina Vestrit, Skyler Mave e Daniele Salvatore
     
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    Black Opal
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    Jessica Whitemore
    24.12.2003
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    Sembrava quasi un sogno che quell'anno fosse finito e che di lì a breve sarebbero potuti tornare ognuno a casa propria per l'intera estate, niente più regole ma solo divertimento. Eppure, Jessica non riusciva ad esserne felice quanto avrebbe voluto. Senza contare che di lì a poco avrebbero dovuto affrontare i M.A.G.O e non aveva la più pallida idea di come avrebbe fatto a superarli, di quel passo. Magari avrebbe potuto non presentarsi, tanto che le importava? Erano quelli i pensieri che le affollavano la mente mentre si dirigeva, al fianco di Blake, alla sala grande dove avrebbero incontrato Lilith, per poi presenziare all'evento tutti e tre insieme e avrebbe dovuto sorriderne, dal momento che quei due erano i suoi migliori amici! Ma non era così facile.
    Abbracciò Lilith, una volta adocchiata, e le fu grata quando sentì anche le sue braccia stringersi intorno al corpo della corvina e sorrise a quelle parole. Ero decisa a saltare la cerimonia, devo essere sincera, ma il tuo ragazzo qui e indicò Blake con il pollice. Non me lo avrebbe mai permesso, perciò eccomi qui. Pronta e raggiante. Quelle ultime due parole furono dette con ironia, accompagnata da una scrollata di spalle, mentre stringeva la mano che la riccia le stava porgendo ed entrando in quella sala che non vedeva l'ora -anche se era appena arrivata- di abbandonare almeno per qualche ora, per qualche giorno o per qualche mese. Quindi, entrarono e si diressero verso il buffet. Non che avesse una gran voglia di mangiare, anzi aveva lo stomaco completamente chiuso, ma qualcosa lo doveva pur fare. Mentre stava esaminando la sua pizzetta per decidere se valesse o meno la pena di essere mangiata, sentì una voce familiare apostrofare Blake con il nome di un pokemon. Riuscì a ridacchiare, alzando la testa ed incrociando il viso del giovane (e sexy) infermiere di Hidenstone.
    Sorrise ad ogni parola che disse, comprese quelle rivolte a lei e Lilith ed annuì. Grazie, Skysky. Si ricordava come fosse stato André ad usare quel soprannome e le venne quasi da ridere, forse per la prima volta da quando era là, ma pensare a qualcosa di diverso rispetto alla propria vita incasinata, sembrava farle bene. Tuttavia, però, con l'allontanarsi dell'infermiere, sparì anche quella specie di ottimismo che, per un breve attimo, era riuscito ad inglobare Jess come in una calda bolla di sapone.
    Accettò poi il bicchiere che Lilith le passò, ringraziandola con un mesto sorriso e puntò il suo sguardo scuro nella direzione del liquido, iniziando a scorlare il bicchiere piano, più per passare il tempo che altro. Mmm non ne sono sicura iniziò, in risposta alla sua migliore amica. Ma secondo me, prima del quinto anno ce la farai, hai abbastanza determinazione per riuscirci. Le assicurò, passandosi una mano tra i fili corvini che costituivano i suoi capelli. Mise su un sorriso in direzione di Lilith, quasi a volerla incoraggiare quando lei si sentiva più scoraggiata di chiunque altro.
    Poi, all'improvviso, si trovò davanti lui. Lucas. Le pietre nere dei suoi occhi si incatenarono per qualche istante con le iridi ghiacciate di Jug. Era così bello vederlo... le era mancato, anche se aveva evitato accuratamente anche lui, in quel mese. Un po' come aveva cercato di evitare tutti, ma era tremendamente contenta di vederlo là, di fronte a lei.
    Lucas pronunciò il suo nome con tono piuttosto fievole, ma non fu capace di aggiungere altro e, forse, nemmeno voleva farlo.
    Il loro legame era speciale, non riusciva ad attribuirne un significato preciso, ma era davvero importante, per lei. Quindi, quando l'abbracciò, non fece altro che ricambiare quella stretta con tutta la forza che aveva, con disperazione e con la necessità che non la lasciasse andare, che stesse con lei. Anche se poi, con la coda dell'occhio, vide la biondina e capì che non poteva pretendere che restasse con lei.
    La sua frase le scaldò il cuore e le fece nascere un piccolo sorriso spontaneo su quelle labbra rosee. Insieme si limitò a sussurrare, mentre i due si scioglievano da quell'abbraccio pieno di affetto.
    Poi toccò a Lilith parlare. Le strinse le mani, avvicinandole a lei. Ascoltò le sue parole in silenzio, senza battere ciglio. Mi sembra un'ottima prospettiva mormorò, guardando di sottecchi Blake. Sempre che non abbia troppa fifa aggiunse subito dopo, nel vano tentativo di scherzare per sentirsi meglio.
    Grazie, davvero... di tutto. Non potrei desiderare di meglio che avere voi al mio fianco ammise con tutta la sincerità della quale era capace, ricambiando la stretta un po' più forte e, quando si divisero e lei andò da Blake, Jess si posò col fondoschiena contro il tavolo e alzò lo sguardo verso le nuvole, studiandole per qualche secondo.
    In quel momento, sentì il telefonino vibrare e lasciò andare un piccolo sospiro, leggendo la risposta di Daniele. Promesso fu tutto ciò che rispose, prima di lasciar scivolare il magifonino nella tasca dei pantaloni. Poi fu il momento della preside proferire il suo discorso e togliere punti con la stessa felicità che poteva dimostrare un bambino mentre riceveva delle caramelle. Tolse punti persino a lei e Blake, ma non gliene fregava assolutamente niente. Anche se lo avesse saputo prima, non avrebbe cambiato il suo abbigliamento. Non batté ciglio quando assegnò la vittoria agli Ametrin, rivolgendo un semplice "complimenti" a Lucas e ad Emma che erano là vicino, per poi sorridere alle parole di Lilith. Oh, tu invece goditi questa illusione, perché l'anno prossimo vinceremo noi Black Opal commentò, anche se stava sorridendo. O almeno, aveva sul viso una smorfia molto simile ad un sorriso.
    Sorriso che si spense all'istante quando vide Daniele varcare la soglia della Sala Grande. Si morse il labbro, cercando di intercettare il suo sguardo. Salutò Jesse quasi distrattamente, seguendo con gli occhi il percorso dell'uomo. Ma quando riuscì ad incrociare il suo sguardo, quasi si pentì di averlo fatto perché quel dolore che stava cercando di relegare in un angolino della sua mente e del suo cuore, tornò a farsi sentire con la forza e l'intensità di una pugnalata. Ma non durò a lungo, dal momento che Blake non gliene diede il tempo.
    Quando le mise le mani sulle guance, pensò ad un gesto insolitamente dolce, ma poi quando seguirono quelle parole... si ritrovò a pensare "Ah ecco il vero Blake".
    Tuttavia non fiatò, lasciando che parlasse e annuendo di tanto in tanto. Erano parole dure, come al solito, ma Jess era ancora abbastanza lucida da comprenderne il senso, anche se non sapeva esattamente come replicare. Sì, hai ragione decise, alla fine, di ammettere, improvvisando un sorriso. Andiamo lassù a catturare qualche pesce. Si alzò, tenendogli la mano e dirigendosi verso la nuvola. Le parole di Blake, per quanto sincere, le facevano ancora male ma non poteva certo piangere tutto il tempo, perciò si asciugò quella lacrima solitaria e insieme salirono sulla nuvola. Una volta su, Jess andò nella cabina e, in pochi secondi, si ritrovò con addosso solo un costume intero -davanti- e diviso di dietro. Quindi, si avvicinò alla vasca dove c'erano alcuni suoi compagni. Vide la bionda e sorrise, entrando nella vasca dopo averle posato una mano sulla spalla. Ciao Mia! Come stai? le domandò, prima di vedere anche Erik. Ehi, Erik! Complimenti per la vittoria! Gli sorrise con sincerità, allontanandosi dal bordo della vasca e guardandosi intorno. Voleva catturare anche lei un pesce, quindi non appena vide un luccio, decise di lasciarsi all'inseguimento. Voleva davvero provare a non pensare e a divertirsi con i suoi amici. Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto con il pesce, se lo avrebbe scambiato o regalato a qualcuno, ma intanto ci provò.

    she dreams in colors she dreams in red


    Interagisce con le persone che taggherò XD e prova a catturare un luccio
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    Sì sono io. Le guance di Emma si colorarono lievemente di rosso non appena Lilith le rivolse la parola, quasi non sentendosi degna dei complimenti e dell'attenzione della ragazza più grande. Poco ci mancò che le fece un inchino medioevale di quelli che leggeva tanto sui suoi libri. Lanciò un'occhiata al moro, improvvisando un sorriso. Io... ci proverò! Spero di... spero che riesca a superare i M.A.G.O con buoni voti! Lo... aiuterò a studiare! esclamò di getto, anche se leggermente titubante. Eh sì, quell'anno il suo ragazzo avrebbe affrontato gli esami ed Emma ci teneva che passasse con voti decenti, magari più che quelle misere A. Sentiva che, con un po' di impegno, non ci sarebbe voluto troppo per raggiungere almeno la vetta delle O. Ad ogni modo, poco dopo Victoria pronunciò il suo discorso, togliendo punti a qualcuno in tutte tre le case, al che si rivolse a Lucas. Hai vistooo? Mettere la divisa è servito a qualcosa! Batté le mani tra loro, felice di essere riuscita a far seguire le regole anche a quello zuccone là. Però la felicità per non essersi vista sottrarre punti, non fu niente in confronto alla felicità che provò quando la donna annunciò la vittoria degli Ametrin. Era il suo primo anno e non credeva di essere così fortunata di vedere da subito la sua casata vincere. Alzò le braccia al cielo in segno di giubilo, lanciando le braccia al collo del moro, non appena ebbe finito di parlare con Jessica. Gli lasciò un bacio sulle labbra, tutta contenta, prima di alzare indice e medio in segno di vittoria. Ce l'abbiamo fattaaa! Esclamò, prima di veder avvicinarsi il professor Olwen, intento a congratularsi con gli ametrini. Sapeva che sarebbe stato anche lui super felice, essendo il loro direttore, quindi gli sorrise in risposta alle sue congratulazioni, poi lo vide avvicinarsi alla nuvola per andare anche da coloro che stavano in alto. Ricordava di aver visto Erik e Mia salire e avrebbe voluto andarci anche lei. Doveva assolutamente superare le sue paure e seguire Lancelot, era il pretesto giusto. Almeno c'era un adulto che avrebbe potuto farle il massaggio cardiaco, in caso di infarto per l'altezza eccessiva. Svampita com'era, non disse nemmeno a Lucas dove fosse diretta, dirigendosi invece dietro al biondo come se fosse il suo cagnolino. Professor Olweeeeen mi aspettiiii, vengo anch'io! Esclamò, saltellando che nemmeno Heidi dietro alle sue caprette. Quindi, giunse in alto sulla nuvola. Cos'ho fatto! Aiuto! Moriròòò! Si ritrovò a dire, con le gambe che le tremavano come gelatina, al solo pensiero di essere così in alto da terra. Poi, il suo sguardo si posò sul docente di rune che si era avvicinato ad Erik per congratularsi. Professoreee ripeté, avvicinandosi -e quindi allontanandosi il più possibile dal bordo della nuvola- Ha visto? Abbiamo vinto! Siamo stati bravi! I suoi occhietti chiari ormai avevano assunto la forma di un cuoricino, mentre di slancio abbracciò il docente come se non fosse tale, forse era sbagliato ma la sua gioia, in quel momento, era immensa. È tutto merito suo! È un ottimo direttore! Spero che sia lei anche il prossimo anno! Lo guardò con sincera ammirazione, annuendo convinta ad ogni sua parola. Poi il suo sguardo fu rivolto verso l'altra bionda che dormiva nella sua stessa camera. Mia! Hai sentito? Siamo stati bravi! La abbracciò -o almeno, ci provò- con tale esuberanza che per poco non fece cadere entrambe dentro l'acqua. Non avevano avuto modo di legare particolarmente, ma erano tutti ametrini ed erano dei pasticcini alla crema per natura, quindi in quel momento erano tutti uniti, tutti amici. Poi il suo sguardo si spostò su Erik, immerso in piscina. Era troppissimo felice di averlo conosciuto. Era sempre stato dolce e carino con lei, un abbraccione era doveroso! Anche se allo stile di Emma, mica fuffa. Si tuffò a bomba in piscina, dimenticandosi che era ancora vestita, nella direzione di Erik e una volta che fu in acqua -se lui glielo avesse permesso- si sarebbe attaccata a lui come un koala, con le braccia attorno al suo collo e le gambe alla sua vita, poi gli avrebbe scoccato un bacio sulla guancia. ABBIAMO VINTO esclamò, per l'ennesima volta. Sei un prefetto fantastico! Il disagio di Emma era davvero palese in quel momento, a partire dal fatto che si fosse lanciata su di lui come se fosse la cosa più naturale del mondo. Quando si staccò dal moro, vide anche Adamas là vicino e regalò un sorrisone anche a lui. Nemmeno con il ragazzo aveva legato molto e alla bionda dispiaceva, quindi decise che per l'anno prossimo avrebbe rimediato, impegnandosi a conoscere ogni membro della sua casata. Sei stato bravo pure tu! Gli disse lanciandogli un bacino, prima di puntare nuovamente le sue iridi chiare in quelle più scure di Erik. Mi stavo chiedendo una cosa! Si avvicinò nuotando in modo che solo lui sentisse. È ancora valido l'invito a Liverpool per quest'estate? E in caso... e se venisse pure Jesse? Non sarebbe troppo una cosa carina?? Gli domandò, sguazzandogli intorno come un cagnolino. Dopo aver ricevuto risposta -sperando di non essere annegata da nessuno- si sarebbe diretta sul fondale, cercando di prendere un galeone di cioccolata.
    YOU BRING IT INSIDE IF YOU CAN'T HAVE IT NEXT TO IT


    Interagisce con queste persone, dopodiché cerca di prendere un galeone dal fondo
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    Cameron Cohen
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    Scosse appena la testa, atto a voler minimizzare quel gesto decisamente poco da lui. Lo so, chica. Per questo l'ho preso. Le fece l'occhiolino, con un mezzo sorriso. Era fin troppo strano ciò che provava per lei e il fatto di concentrarsi su un'altra persona che non fosse se stesso. Aveva passato anni a badare solo la propria rabbia e ad alimentarla con quei ricordi spinosi che non facevano altro che colpirlo quando meno se lo aspettava. La sensazione era esattamente quella di affogare in un buio oblio, senza aria e senza nessuno che gli tendesse una mano. Ricordava bene tutte le occasioni nelle quali si era svegliato nel cuore della notte in preda ad una paura cieca, dopo aver rivisto nei propri incubi ogni particolare della morte della sorella. Ma ora, ad Hidenstone, la sua vita aveva preso una svolta del tutto inaspettata. Non che avesse stretto particolari legami, ma per quello avrebbe avuto ancora quattro anni di tempo, oltre che con Mia, ma andava bene così. In quella scuola, la mano gli era stata tesa eccome, solamente che ci aveva messo diverso tempo prima di decidersi ad afferrarla.
    I suoi pensieri furono interrotti dalle parole della bionda e ciò lo spinse ad abbassare il capo verso di lei e ad afferrare quel pacchetto quasi come se fossero le mani di un altro e non le proprie. In pochi gesti precisi, strappò via la carta e si ritrovò tra le mani un pupazzetto di Raichu che, guardandolo, gli faceva riaffiorare alla mente i ricordi di una notte di circa cinque mesi prima, quando aveva passato qualche ora con la ragazza all'interno della stanza delle necessità e le aveva fatto alcuni origami. Gli stava ricordando anche la sua avventura in Egitto, quando aveva avuto quell'idea poco brillante. Se lo rigirò tra le mani, quasi incredulo di aver ricevuto un regalo.
    Grazie si costrinse a dire. Era una parola semplice, senza troppi fronzoli o smancerie, ma l'aveva accompagnata ad un ampio sorriso per far capire alla bionda quanto le fosse infinitamente grato. E non solo per il peluche.
    Poi salirono su quella nuvola e, con suo sommo disappunto, vi era una piscina piuttosto profonda dove non avrebbe potuto immergersi. Avrebbe voluto imparare a nuotare, ma dopo aver assistito impotente all'annegamento della sorella, provava quasi una repulsione verso l'acqua. Quando proava ad immergersi, gli sembrava che l'aria venisse meno, che i suoi polmoni venissero ghermiti da una morsa d'acciaio e gli sembrava di affondare, ragion per cui aveva smesso di provarci e si limitava a sedersi sul bordo ed immergere i piedi.
    Inarcò un sopracciglio alla risposta di Erik, rimanendo leggermente spiazzato per quanto fosse a conoscenza della sua ingenuità. Non aveva voglia di prenderlo in giro, non quel giorno mentre tutti i ricordi più tragici lottavano per riaffiorare nella sua mente, alla vista di quel ridotto specchio d'acqua. No, non è necessario lo liquidò, prima di voltarsi verso Mia. Credevo facessi i biscotti solo a me, ma evidentemente li fai a chiunque eh sussurrò, in modo che solo lei sentisse. Ma non era più di tanto arrabbiato, anzi era parecchio distratto ed era un modo per non pensare al resto. Dopodiché un'altra voce catturò la sua attenzione, facendolo sbuffare mentre si girava nella sua direzione. Stai tranquillo Lighthouse replicò, esasperato. Non ho intenzione di toccare il tuo prezioso parabatai, non preoccuparti. Concluse, poco prima che venisse annunciata la vittoria degli Ametrin. Sorrise, quasi fiero della ragazza che stava al suo fianco. Complimenti le disse, scompigliandole i capelli. A lui non era mai interessato vincere quella coppa, ma era felice per lei. Salvo poi sentire la proposta. Mi piacerebbe, chica, ma quel ragazzino mi ha sfidato. Non posso dimostrarmi un fifone e tirarmi indietro, no? domandò retoricamente, alzandosi e dirigendosi a terra, per poi raggiungere l'altra nuvola, lasciando a Mia la libertà di scegliere se stare in piscina o seguirlo. Una volta là e tornato in costume, prese il palloncino che l'elfo forniva e andò al rubinetto per ricaricare -non voleva rischiare, per ora, di cadere nella fontana- sperando quindi di fare in fretta.

    HELL IS THE PARADISE OF THE BAD GUYS


    Va sulla nuvola grigia e si dirige alla fonte A
    Mia Freeman Erik Foster Jesse Lighthouse
     
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    Victoria E. Burke | Preside
    Cosa conteneva il bicchiere di Victoria?
    Ah, saperlo!
    La donna lo stava comunque tracannando con una certa costanza, anche se pareva più interessata a cosa stesse bevendo e mangiando Daniele Salvatore, anche se non lo avvicinò se non all'ultimo quel giorno, quando molti docenti, per un verso o per l'altro, lasciarono il piano terra.
    "Nessuno pretende sia semplice" gli disse "Ti proteggerò, qualsiasi sia la tua decisione ultima. Fosse anche... lasciar perdere tuttto" con tutto cosa stava intendendo la donna, esattamente? Forse anche quello non era molto chiaro, ma il modo in cui toccò la mano del vampiro doveva forse far intendere quanto accorato fosse quell'appello, nonché sincero.

    Nel frattanto sulla nuvola bianca, tra abbracci e coccole, anche la pesca proseguiva, con risultati altalenanti.
    Valentina Vestrit riemerse con 2 carpe [d20=19+3], mentre Skyler Mave con 1 sola [d20=5+6]. Se valentina ne aveva trovata una viola alla mora e una gialla al limone, all'infermiere ne era toccata una gialla allo zenzero.
    Sembrava che la vittoria degli ametrin avesse e non poco cambiato la scelta dei gusti e dei colori disponibili!
    Jessica spuntò col proprio luccio [d20=15+5], mentre Emma, prima di finire in coma chetoacidosico, rispuntò con ben 3 galeoni.
    Sulla nuvola grigia, invece, si stavano affilando le armi. Più o meno.
    Jesse riuscì a non cadere nella fonte B [20=10+6] e a ricaricare le proprie armi per un massimo di 5 colpi [d5=5], salvandosi da un bel bagno che toccò invece a Morrigan Maverick [d20=4+8], anche se comunque riuscì in un modo o nell'altro a ricaricare 3 palloncini.
    Anche Cameron sopraggiunse, anche se scelse una fonte diversa, la A, ove ebbe il tempo, sicuramente grazie al suo charme (?) di ricaricare fino a 5 palloncini. Una bella impresa, peccato che ciò lo avrebbe reso scoperto a possibili assalti (Fino alle 23.59 di domenica 21 giugno Cameron non può difendersi da eventuali attacchi nemici).

    Tutto sembrava pronto, in ordine, ma forse le cose stavano andando un po' troppo liscie, non trovate?
    Improvvisamente ci fu un altro scossone tra le nuvole e queste di colpo iniziarono a muoversi, fino ad unirsi in un'unica nuvola molto più grossa con al centro la piscina e tutto intorno lo spazio solido per colpirsi coi gavettoni, nonché le due fonti disposte alle due estremità opposte della zona.
    Qualcuno sembrava voler invitare i ragazzi a divertirsi e mettersi alla prova e forse stava suggerendo anche di mangiare rapidamente: chi si fosse trovato ai buffet, avrebbe sentito ad un certo punto una goccia d'acqua o due cadere sulle sue spalle o sulla propria testa: che stesse iniziando a piovere, al chiuso?
    NOTE OFF
    Benvenuti all'evento di fine anno ragazzi!
    Come avrete potuto leggere l'ambientazione è divisa in due parti ora.
    Terra: bouffet.
    Qui troverete da mangiare e da bere, nonché piattini e posate in carta.
    Cibo: salatini, panini, pizzette, tortini, stufato di carne, insalate miste, verdure grigliate e verdure gratinate al forno, arrosto, un'enorme trota salmonata.
    Bevande: tutte analcoliche.
    Dolci: pasticcini assortiti, biscottini e tre torte. Una ricoperta di pasta di zucchero a forma del castello, una seconda, piana, al cioccolato, una terza con la frutta.

    Chi ha intuito pari o superiore a 8 può sentire le gocce cadere. Agli altri è precluso.

    Nuvolone:
    Potete prendervi a gavettonate se volete: le armi vanno acquistate a suon di pesci, ma i palloncini sono omaggio.
    Prenderli non costa nulla, ma prima di potersi cimentare dovete spendere un'azione per caricare d'acqua le vostre scorte.
    Avete due fonti a disposizione.
    Fonte A: vi terrà esposti per un certo lasso di tempo nel quale non potrete difendervi da assalti (in on e off), ma non rischierete di caderci dentro e bagnarvi, con acqua e pozioni, come è invece successo a Morrigan.
    Fonte B: qui potrete sempre difendervi schivando, ma rischierete di caderci dentro (tiro su destrezza).

    Per velocizzare il gioco, ora le azioni di attacco non prevederanno post di difesa.
    Nel caso in cui un giocatore attacchi un altro, il master lancerà automaticamente due d20, uno per l'attaccante e scalerà sul suo coraggio, un secondo per il pg attaccato e scalerà sulla sua destrezza. Il maggiore determinerà chi dei due avrà la meglio e se quindi l'attacco verrà schivato o meno.
    Se l'attaccato si troverà nel periodo in cui non può difendersi alla fonte A, non saranno lanciati dadi e l'attacco entrerà e basta.
    Attaccante e attaccato, dunque, prima di postare, devono attendere l'esito del master. Non occorre inoltre che il pg attaccato faccia un post in cui descrive la sua difesa: il master agirà in automatico

    Si possono attaccare a turno, da ora in poi, fino a due bersagli. L'azione di ricarica consuma comunque un turno intero.


    Pesca e baratti

    In piscina potete pescare tre specie di pesci di crescente difficoltà (pesciolino, carpa, luccio), che andranno inseguiti in acqua per essere catturati (prova su Destrezza).
    I galeoni sono invece in fondo alla piscina e arrivarci e prenderne un po' non è proprio semplice (galeoni: dIntu/2).

    Gli elfi vi informeranno di quanto segue.
    - un pesciolino allevia i sintomi di una pozione subita
    - una carpa la annulla completamente
    - un luccio annulla tutte le pozioni subite
    - i galeoni sono molto buoni!

    - 1 luccio = 2 carpe
    - 1 luccio = 3 pesciolini
    - 1 carpa = 2 pesciolini
    - 1 pesciolino = 2 galeoni (cioccolato: no soldi)

    - 1 luccio = 1 fucile (+3 a Coraggio)
    - 1 luccio = 1 granata (annulla schivata automatica nemica)
    - 1 carpa = 1 pistola ricaricabile (+1PP a Coraggio, +1PP a Destrezza nello scontro)
    - 1 carpa = 1 canna da pesca + 1 esca (+3PP a Destrezza se si pesca)
    - 1 pesciolino: 1 esca (permette di usare ancora l'amo, oppure di ottenere +1PP a destrezza per la cattura)
    Entrambi possono barattare con voi, inoltre sono disposti anche a tenervi da parte quanto avete pescato.


    Potrete postare fino al 27 di Giugno alle ore 23.59!
    Dopodiché l'ambientazione cambierà drasticamente e non vi sarà più possibile né pescare né gavettonarvi né approfittare del bouffet.


    Divertitevi e divertiteci!
    RevelioGDR
     
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Nessuno poteva toccare Erik, non con davanti Jesse almeno, e soprattutto se questa persona si chiamava Cameron Cohen.
    Il ragazzo ascoltò il suo favellare con un occhietto socchiuso, ingrossando il petto - forse per l'orgoglio di star proteggendo una persona che amava e starla, bene o male, avendola vinta - ed annuendo alle sue parole "Meglio così, allora" affermò lui, cadendo poi nella spirale di esultazioni, sensi di colpa, coccole e abbracci che seguì alla vittoria degli ametrini.
    Di Adamas avremmo avuto modo di parlare, ma lì l'uomo della vita di Jesse era Erik (anche perché grazie a Dyo Blake era di sotto a bestemmiare dietro alle lacrime di Jessica), ed infatti il castano più di tutti abbracciò e stritolò il ragazzo, venendo ricambiato. Le parole del prefetto in un primo momento lo confusero, quanto bastava per sbattere le ciglia un paio di volte ed inclinare un po' la testa di lato, ma poi, facendo un passo indietro, parve calmarsi "Ho capito" affermò infatti, abbozzando un timido sorriso "Nel senso, non ho ben capito cosa hai detto, ma credo di aver capito... anche perché... sì ecco, è quello che sentivo anche io. E sono davvero felice per te Erik... per voi tutti"
    Aveva abbracciato (due volte) Erik, aveva preso un pesce per Adamas e ci era anche rimasto male, non rimaneva che scendere di sotto e giungere dal suo migliore amico, intendo a gestire una fidanzata e soprattutto una vedova.
    "Chi è... Daniele...?" Jesse non sapeva nulla di Jessica e Daniele, non ne aveva mai parlato con la ragazza e Blake per una volta non aveva fatto la portinaia; e poi, diciamocelo: Jesse aveva tante belle doti, soprattutto attorno al suo ombelico, ma non aveva mai spiccato per intuito, quindi eccolo lì a sgranare gli occhi - più del solito - in seguito alle parole dei ragazzi e sbiancare anche lievemente man mano che vedeva Jessica piangere e Blake arrabbiarsi.
    "Dai retta a Blake, Jess... non piangere per un uomo... so di essere decisamente l'ultimo che può parlare, ma se quest'anno mi ha insegnato qualcosa... sì, è che non vale la pena piangere per un uomo... anche se... lo ami... lo amavi... o pensavi di amarlo ecco"
    Lo disse con profonda tristezza, cupo in volto, posando poi la sua mano destra sulla spalla sinistra dell'opalina, ove la fece scorrere, lentamente, dolcemente, quasi fosse fatta di cartavetro, riflettendo forse il dolore che provava in cuor suo. Un sospiro e si voltò "Sicuramente sono fuori posto io... in amore faccio solo casini... vado su, in genere, me la cavo meglio con le pistole... e gli addominali a vista" propose con una smorfia, lanciandosi poi in un turbine, che Mary Poppins poteva accompagnare solo.
    Salì dunque sulla nuvola grigia e qui trovò ad attenderlo qualcosa di più scuro della nube stessa: Adamas Vesper.
    Ok la pianto con le battute razziste, ma vale se dico che mi riferivo al suo umore?
    "Grazie, uh... ecco... sì, non avevo... un... cos'è, la carpa?" chiese lui un po' preso in contro piede dal ragazzo, e a disagio perché era comunque Jesse. Sgranò gli occhi, fece un passo indietro ed iniziò a torturare le piastrine che aveva al collo, unica cosa che copriva ormai il suo petto scultoreo, ascoltandolo e annuendo freneticamente come gli accadeva ogni volta che si sentiva a disagio.
    "Tu non sei un inetto" ad un certo punto però il suo passivo oscillare terminò e non solo per quel bacio inatteso, che lo aveva fatto arrossire e lo costringeva a tenersi la guancia manco lo avesse scottato 'Se... se lo scopre Blake...' gemette nella sua mente, confuso ma al contempo focalizzato "E tu non devi dimostrare niente a nessuno, e non certamente a me" pigolò lui, chinando il capo e rigirandosi in mano la carpa "Al massimo sono io che devo dimostrarti... di avere le palle per far qualcosa, visto che... sto lasciando un ragazzo incredibile come te senza risposta da... da quanto? Boh, semplicemente troppo"
    Girò un piede a terra, nervoso e sospirò un poco "Volevo solo... essere gentile ecco... ma tu mi hai giustamente ricordato che sai perfettamente fare a meno di uno come me" e a quel punto abbozzò un sorriso, timido ma orgoglioso, strizzandogli l'occhio e andando a riempire il suo fucile (non prima di aver dato la carpa all'elfo) 'A proposito... cosa me ne faccio?' si chiese lui, nel dubbio tenendola come scorta per quasiasi evenienza.
    Ricaricò l'arma senza cascare nella fontana, quindi sentì gli scossoni "IL TERREMOTO! TUTTI AL RIPARO!" strillò terrorizzato, guardandosi intorno nel panico più totale, placandosi solo quando le due nuvole furono unite e fu chiaro non fosse successo nulla di grave.
    'Uh, fico!' disse lui, soprattutto perché ora Erik, Blake e co erano anche vicini a lui.
    "Ti dai alla pesca sportiva o scendi in campo a combattere anche tu?" chiese lui balzando davanti ad Erik e tentando il terzo abbraccio della giornata al moretto, continuando poi il suo peregrinare fino al suo migliore amico.
    Storse la bocca alle sue parole su Cameron "Tranquillo, so difendermi: se tocca te però lo ammazzo" propose lui, un po' orgoglioso, storcendo poi la bocca ed iniziando a grattarsi la testa, come faceva quando era a disagio e la timidezza prendeva il sopravvento.
    Rifletté un po' sul da farsi, poi senza un vero perché, azzerò le distanze dall'amico e gli scoccò un bacio su ogni guancia "Così... beh, sì, siamo pari... e tu resti il primo!" dichiarò lui, limpido quando Olwen quando teneva le lezioni sotto l'effetto di sostanze allucinogene.
    Un sorriso, uno sguardo a Lilith chiedendosi quanto avesse ancora da vivere e poi tornò sul campo di battaglia, verso la fonte B, ove vi trovò dentro Morrigan "Uh, fico, prof, ma poi ci insegna a fare queste armi.. e queste fontane... e magari a non caderci dentro?" chiese lui, innocentemente, allontanandosi poi, forse in cerca di un avversario.
    Voi direte, cosa mai poteva cercare uno con un mano un fucile ad acqua se non un bersaglio, ma Jesse forse cercava tutto e niente: si aggirò non poco puntando l'arma verso parecchie persone, ma senza un vero obiettivo, una vera soddisfazione. L'unico fremito lo ebbe quando vide Cameron, diligentemente (più o meno) in coda per caricare la sua arma e sul quale scaricò il primo colpo del proprio fucile "Ti ho già detto che per te non avrò mai pietà?" ovviamente, puntò al suo viso.
    L'adrenalina lo aveva eccitato della vittoria facile su un nemico odioso ed odiato lo ringalluzzì, eppure la sua voglia di fare, la sua insoddisfazione, lo permeava ancora, quasi rodendolo dentro. Cosa voleva, cosa stava davvero cercando di fare?
    'E' davvero... che voglio far vedere quanto sono bravo con il fucile?' o forse quello era solo un pensiero residuo rispetto ad altri discorsi, derivato da ben altro senso di rivalsa? Quando il suo sguardo, nonostante tutto cadde su Adamas, qualcosa in lui, in un certo senso, si accese.
    Corse incontro al ragazzo con la sua arma spianata, ma si fermò a circa due metri da lui. Rimase lì, col fucile puntato contro l'altro per alcuni interminabili secondi, poi se la puntò al proprio viso e sparò.
    Rimase lì, immobile, schizzato, osservando l'altro con enormi occhioni "Sono un idiota... per non averti risposto, per non averti detto sì e... non lo so fai tu" pigolò lui "Se vuoi spararmi anche tu.. fai pure... se ti fa star meglio" propose allargando le braccia, completamente in balia del ragazzo che aveva davanti "E poi... sempre che ti faccia star bene anche quello... insomma, che ti vada... sì ecco, potremmo sentirci quest'estate... vederci ecco... magari prima che parta per la Grecia... ancora ecco... sempre che tu non voglia venire in Grecia ecco, perché sennò... wow, potresti proprio venire da me: potresti dormire da me... sì, cioè, ha dormito da me Blake, penso lo possa fare anche tu no? Che dici?" di quale delle venti cose che avevi detto e chiesto Jesse?
    Forse anche lui se ne accorse: raddrizzò la schiena, abbozzò un piccolo sorriso e poi fece spallucce "Sì, insomma: ti va di vederci... e non per gli allenamenti o per imparare qualcosa dei babbani, ma sì, insomma... per stare io e te?"
    Tossì di colpo e poi arrossì violentemente. Portò le mani dietro la schiena ed iniziò a dondolare, non sapendo neanche lui cosa stesse facendo o potesse sperare di ottenere.
    RevelioGDR


    Jesse risponde a Cameron (prima di schizzarlo), abbraccia Erik, va da Blake, scopre di Daniele e scappa via. Ricarica l'arma, consola Morrigan, salta addosso ad Erik e quindi a Blake, quindi spara a Cameron (sorry darling), quindi torna da Adamas e chiude il cerchio con lui.
     
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    L'empatia non era il forte di Blake e su quello non c'erano dubbi, tuttavia a volte la verità andava sbattuta in faccia così com'era, senza filtri volti ad indorare la pillola. Era questo che apprezzava tanto di lui: la sua schiettezza e la sua sincerità. Jess non aveva bisogno di qualcuno che la assecondasse in tutto e per tutto, ma di un migliore amico che non si facesse problemi a dirle qualcosa che, con tutta probabilità, avrebbe potuto ferirla. Ma non aveva tutti i torti, piangere non serviva a nulla e il passato non si poteva cambiare e non sarebbe stato nemmeno giusto farlo, ragion per cui avrebbe dovuto rialzarsi come sempre e affrontare ciò che la faceva stare male, non farsi schiacciare dal suo peso. Si asciugò quella lacrima con un gesto secco della mano, prima di veder sopraggiungere Jesse. Era felice di vederlo, la sua ingenuità e la sua buona dose di disagio, erano una boccata d'aria fresca in ogni occasione e quella situazione particolare, non faceva nessunissima eccezione. Era pronta a salutarlo a sua volta, a chiedergli se gli andasse una nuotata o una battaglia con i gavettoni, ma... le sue parole quasi le fecero sputare la bibita -passatale in precedenza da Lilith- che stava bevendo e non sarebbe stato un bello spettacolo. Solo in quel momento si era resa conto che Blake non avesse usato esattamente un tono di voce basso e controllato, ma che le sue parole potevano essere state alla mercé di chiunque si fosse trovato nelle vicinanze, come in questo caso, Jesse stesso. Si morse il labbro, non sapendo esattamente come rispondere. Si fidava dell'opale, era suo amico e non le aveva mai dato motivo di dubitarne. Tuttavia, anche se avesse voluto accennargli qualcosa, quello non era né il momento né il luogo adatto.
    Le sue successive parole, comunque, la colpirono. Si riferiva a qualcosa in particolare? Come lui non sapeva niente di lei e Daniele, Jess non sapeva nulla di ciò che era successo tra l'opale e Joshua. La colpì anche il suo tono che sembrava così triste, tanto da farle venir voglia di abbracciarlo, ma non lo fece, limitandosi a sorridere sentendo la lieve pressione della mano di lui, sulla propria spalla. Annuì lentamente. Senti, Jesse iniziò, grattandosi la guancia con fare riflessivo, prima di dire altro. Dopo la cerimonia hai cinque minuti? Domandò quindi, cercando di sorridere e cacciando indietro le lacrime, nonostante quel nodo alla gola permanesse sempre e comunque. Vorrei parlarti aggiunse semplicemente, con una scrollata di spalle. Da quanto non si parlavano a tu per tu? Un bel po' di tempo, in realtà e alla corvina, mancavano quegli occhioni di ghiaccio e quella spensieratezza.
    Forse, però, hai ragione. Non ne vale la pena. Non si può cambiare ciò che è stato. Concluse, incerta ed enigmatica, chiedendosi se raccontargli tutto fosse la scelta giusta da fare. Grazie, Jesse. Lasciò che si allontanasse, prima che anche lei e Blake si decidessero a salire. Andarono sulla nuvola bianca ove stava la piscina e Jessica, dopo aver salutato ed essersi congratulata con Mia ed Erik, si tuffò in piscina decisa a non pensare e magari a catturare qualche pesce bello grosso. Quindi, nuotò per un po' prima di tornare in superficie con un bel luccio. Lo posò sul bordo, sedendocisi a sua volta. Sbatté un po' le gambe, sollevando qualche schizzo, ragionando sul da farsi quando le venne un'idea. Ehi, magari posso risollevare il morale a Jesse regalandogli un galeone pensò, scrutando il fondo. Ovviamente non sapeva se l'opale si fosse già riavuto dalla sua tristezza oppure no, era sull'altra nuvola e non erano abbastanza vicini perché lo vedesse, ma glielo avrebbe regalato in ogni caso -sempre ammesso che fosse riuscita a prenderlo. E considerò anche che il ragazzo avrebbe potuto tuffarsi e prenderne uno da sé in qualsiasi momento, ma i regali facevano sempre piacere, no?
    Mentre meditava su tutto ciò, uno scossone fece vibrare tutto attorno a sé e sentì chiaramente la voce squillante di Jesse, spaventato per un eventuale terremoto. Ma fortunatamente non era nulla di tutto ciò, semplicemente le due nuvole si unirono a formarne una ben più grande, con al centro la piscina. Ora non dovrò nemmeno scendere e cambiare nuvola esultò, dentro di sé, girandosi verso Mia. Me lo tieni un attimo? Le avrebbe chiesto, posandole il luccio in grembo. Dopodiché si sarebbe tuffata nuovamente, nuotando verso il fondo e allungando le braccia per provare ad acchiappare una moneta o, sperava, più di una.

    she dreams in colors she dreams in red


    Interagisce con le persone che taggherò XD e prova ad acchiappare dei galeoni
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    Gli Snasi
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    Jessica per consolare Jesse, sé stessa e il mondo intero decise di puntare sull'intuito femminile. O i galeoni, fate vobis: si immerse fino al fondo, incurante della scossa tellurica di poco prima, a prender galeoni, e riemerse con ben 4!

    Sulla terra ferma, intanto, Jesse entrava in fase jimmy il pompiere.
    La prima vittima fu Cameron Cohen, il quale fu schizzato in pieno viso senza possibilità di appello, essendo alla fonte A: purtroppo non fu centrato da acqua, bensì da una pozione, che lo rese improvvisamente timido [d20=10]. L'effetto si sarebbe prorogato fino al cambio di ambientazione [Res>8]

    La prima buona notizia, dunque, era che sul dioptase l'effetto della pozione sarebbe svanito, la seconda era che il tempo della sua penalità, almeno in off, era terminato e da ora tutti i post che avranno come bersaglio Cameron potranno essere schivati dal ragazzo (ti ricordo che non servono tuoi post: faccio io nel caso!), ma forse, in on, il ragazzo poteva avere una soddisfazione ancora maggiore: Jesse Lighthouse, infatti, si era sparato da solo, e tutti conoscevamo bene la sua sfortuna, non è forse vero? L'effetto cambiava di colpo in colpo e quella volta andò decisamente peggio, visto che si colpì da solo con una pozione infatuante [d20=2]. Sì, proprio davanti ad Adamas Vesper, mentre lo invitava ad uscire.
    L'unica consolazione per questo povero snaso era il fatto che l'effetto sarebbe durato fino al cambio di ambientazione e non oltre [Res>8]...
     
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    Ametrin
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    Adamas Vesper
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    “G… grazie!”
    L’esuberanza di Emma gli fece piacere, nonostante arrivasse inaspettata su una psiche di per sé poco abituata a lasciarsi a manifestazioni di affetto, o ad accettarle. Le rivolse un sorriso imbarazzato, gioioso ma con qualche senso di colpa. Conosceva a malapena la ragazza, e non poteva certo dire che non fosse colpa sua: non si era propriamente fatto degli amici, tra i suoi concasati. Doveva assolutamente seguire i consigli di Skyler, e sforzarsi di più a legare.
    ‘Posso… posso fare pratica, quest’estate…’
    Allo stesso modo, rimase sorpreso dalle congratulazioni urlate di Valentina, a cui non poté fare a meno di rispondere alzando in modo impacciato il pollice destro e cercando di urlare un “Grazie”, che uscì come un sussurro. Decisamente poco d’effetto, vero?
    Tuttavia, in questo turbinio di rapporti a metà, ambigui e strani, Adamas stava finalmente imparando, nel bene o nel male, che per poter essere ascoltati, nella vita, bisognava almeno instaurare una conversazione. Per un ragazzo cresciuto con la paura del rifiuto e con mille remore sull’esprimere i propri pensieri e sentimenti, questo era sicuramente un passo da gigante.
    Non gli sfuggì il giocherellare di Jesse con le piastrine, anzi: una parte del suo subconscio avrebbe voluto sfiorarle, così come avrebbe voluto sfiorare il corpo del ragazzo, ma si trattenne. La situazione richiedeva concentrazione per altro, e di certo non era il momento di renderla più dura ostica.
    “Ma… anche tu non mi devi dimostrare niente”: era rimasto piacevolmente sorpreso dall’intera situazione. Sì, forse Blake sarebbe stato un problema da gestire, ma in quel momento era riuscito a non scappare a gambe levate e, soprattutto, Jesse non era ancora fuggito. Non che fosse il tipo da farlo, ma il rischio c’era (?).
    “E… non credo di… insomma, non voglio fare a meno di te…”
    Il cuore di Adamas accelerò ulteriormente, mentre diventava più rosso e accaldato. Fortunatamente, l’unione improvvisa e ondulatoria delle nubi non gli permise di avere effetti collaterali - almeno visibili agli altri.
    Jesse fu palesemente preso ostaggio dal suo ADHD, perché iniziò a saltellare tra i suoi amici come al suo solito.
    ‘Beh, forse potrei usare questo tempo per…’
    “Torno subito, Jesse…”
    Approfittò di questa tregua per riempire un palloncino d’acqua; pur non essendo il tipo che iniziava una battaglia, era abbastanza intelligente da comprendere che almeno doveva prepararsi per rispondere al fuoco (o all’acqua, in questo caso).
    Fece giusto in tempo a vedere l’altro sparare ad un indifeso Cameron (‘Mmm - non sembra stargli molto simpatico… boh?’) prima che iniziasse a correre verso di lui con il fucile carico.
    “Oh-oh…”: beh, forse essere schizzato da Jesse non era proprio male.
    O forse le sue intenzioni erano completamente diverse… non si aspettava certo che il Black Opal si sparasse da solo! Colto di sorpresa, ci mise un attimo ad avvicinarsi a lui.
    “Ma… perché l’hai fatto?!” disse, tra il divertito ed il preoccupato. “Cioè, ognuno ha bisogno dei suoi tempi, in queste cose…. non… insomma, stai bene?”
    Avrebbe tentato di poggiare una mano sulla spalla del ragazzo, per tranquillizzarlo, prima di processare l’enorme mole di domande e disagio che gli era stato riversato addosso.
    “Dici… hai detto Grecia?”
    Era già stato in Grecia, ma la prospettiva di rivederla e, soprattutto, rivederla con Jesse, era entusiasmante. Il suo cervello accelerò: ormai era maggiorenne, e aveva risparmiato abbastanza da potersi permettere di pagarsi un viaggio, anche nel mondo Babbano. E i suoi non avrebbero avuto nulla da ridire su un viaggio in Grecia…
    “Io… sì - verrò a trovarti in Grecia… se mi vuoi…”
    Una piacevole vergogna pervase il corpo del ragazzo, mentre non poté fare a meno di sorridere.
    "Sì, insomma: ti va di vederci... e non per gli allenamenti o per imparare qualcosa dei babbani, ma sì, insomma... per stare io e te?"
    Forse Jesse avrebbe fatto meglio ad assicurarsi che l’Ametrino fosse seduto, prima di dirgli una cosa simile. Il senso di mancamento che ebbe fu eclatante.
    “Io… cioè, tu… cioè, noi...” (‘Oddio, posso dire noi? Noi è socialmente accettato? C’è un noi?’) “volevo dire… sì… ne sarei…”
    L’intensità del sorriso di Adamas decuplicò, mentre pronunciava entusiasta quelle parole.
    “Ne sarei assolutamente felice!”
    Si sarebbe avvicinato al suo… ragazzo? Forse… comunque, al suo qualcosa, per guardarlo negli occhi con più sicurezza di quanta ne avesse sentita in tutta la sua vita, prima di cercare di prenderlo per mano.
    ‘Forse… forse un bacio vero è troppo?’
    In ogni caso, anche solo prenderlo per mano sarebbe stato bello.
    Il fatto che Jesse si fosse colpito con una pozione, in quel momento, non gli passò neanche per l’anticamera del cervello.
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    Adamas risponde a Emma Lewis e Valentina Vestrit; continua poi il discorso con Jesse, approfittando del suo momentaneo allontanamento per riempire in via precauzionale un gavettone dalla fonte A. Quindi torna da Jesse per continuare il discorso.

    Fucile viola (dal luccio di Jesse).
    Carpa depositata.
     
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    Dioptase
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    Cameron Cohen
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    Non sapeva in che modo, ma era riuscito a caricare ben cinque palloncini, anche se sfortuna volle che fu impossibilitato a difendersi o schivare i colpi in arrivo, perciò il lancio di Jesse lo colpì in pieno viso, costringendolo a chiudere gli occhi perché il liquido -che non era acqua- non iniziasse a bruciargli, quindi si passò una mano sul volto intento a ripulirsi e rendere la cortesia all'opale, ma qualcosa non andò esattamente come aveva previsto, ovvero non riuscì subito a far partire un palloncino dritto in direzione della faccia dell'altro, proprio come aveva fatto lui in precedenza. Si sentiva strano, quasi come se non fosse più stato lui e l'idea di caricare con braccio e lanciare il gavettone, lo metteva stranamente a disagio, con l'assurda convinzione che dopo avrebbe attirato su di se gli sguardi di tutto e sarebbe stato al centro dell'attenzione, cosa che per qualche assurda ragione, voleva evitare. Non poté, in ogni caso, trattenere un piccolo ghigno nel vedere che quell'idiota si era colpito da solo. Così impari a fare l'infame pensò, ma non disse, il castano. Non perché non volesse, anzi aveva provato ad aprir bocca e trasformare quel pensiero in parole, eppure sentiva ancora quella strana sensazione a bloccarlo, quasi non avesse più voce in corpo. Ma cosa era successo? Da quand'era stato colpito, si sentiva così dannatamente strano e anche adesso, ricordandosi di essere in costume, le sue guance si erano arrossate; sembrava desiderasse ritornare con i propri vestiti addosso e non lasciare il proprio corpo alla mercé di tutti. Un altro pensiero, che nella foga di non sembrare un fifone, non aveva considerato prima, lo colpì e sembrò mille volte accentuato da quel momento. La sua schiena. In quel momento, i ricordi di una sera di diversi anni prima, ritornarono feroci alla sua mente. Si ricordò di quello sfregio di fuoco che aveva sulla schiena e che non gli avrebbe mai permesso di scordare che genere di mostro fosse diventato suo padre, con il passare degli anni. Improvvisamente si era sentito così a disagio che avrebbe voluto ritirarsi in un angolino a piangere, cosa che non era proprio da lui, dal momento che aveva sempre nascosto il dolore dietro la rabbia. Ad ogni modo, in quel preciso momento si sentiva esposto, più nudo di quanto non fosse e desiderò avere addosso la sua maglietta. L'unica fortuna era che quella cicatrice era posizionata abbastanza in basso da essere stata sempre coperta dall'elastico del costume e non alla mercé di tutti, ragion per cui nessuno l'aveva vista. E adesso cosa avrebbe dovuto fare? Era là, fermo immobile vicino alla fontanella dove, in precedenza, aveva ricaricato i suoi palloncini. Ebbe quasi l'istinto di lasciarli cadere a terra, tuttavia aveva pagato un prezzo per ricaricarli e non intendeva sprecare quel sacrificio, soprattutto dopo che era stato colpito con un qualcosa che, probabilmente, era la causa di tutto quello. Si fece coraggio e, sconfiggendo l'imbarazzo che lo stava cogliendo impreparato, reclinò il braccio come una catapulta e si guardò prima in giro, per sincerarsi che non ci fossero troppe persone a guardare in quella direzione, dopodiché lasciò andare il suo primo gavettone nella direzione di Jesse. Temeva che la sua mira fosse resa imprecisa da quell'improvviso cambio caratteriale e che, quindi, avrebbe colpito qualcun altro tirandosi addosso sguardi irritati. Ma, come detto in precedenza, non poteva sprecare i palloncini. Dopo il primo tiro, si chiese cosa avrebbe potuto farne degli altri quattro, perché tirandoli tutti all'opale, avrebbe rischiato, ancora una volta, di essere al centro dell'attenzione. Magari avrebbe potuto darne qualcuno a Mia o, meglio, tirarglielo. Con la mano libera tirò leggermente su il costume, nel tentativo di coprire meglio il segno dell'ustione.
    HELL IS THE PARADISE OF THE BAD GUYS


    Riceve il colpo di Jesse che lo rende timido (yay) e dopo pensieri a cazzo, prova a tirarne uno a Jesse sperando di colpirlo
    Jesse Lighthouse
     
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    Il piede di Morrigan si fermò sull'orlo della fonte ma solo per qualche secondo. L'ex auror sentì il corpo cedergli verso il basso mentre le braccia ruotarono nella direzione opposta. E poi lo splash.
    Al magitecnico servì qualche secondo per rimettersi in piedi e quando quel cucciolone di Jesse Lighthouse si avvicinò a lui, il docente non riuscì a trattenersi dal sorridere «Prof chiamaci Ensor. Io sono Morrigan, lunga vita a me» Le mani del mago si serrarono sul bordo della fonte mentre i bicipiti prendevano volume per sollevarlo al di sopra di questa «Certo che ti insegnerò a costruire roba del genere. E comunque stavo controllando che tutto fosse andato secondo i miei piani. Ora torna a divertirti.»
    Con una dedizione chirurgica, il docente era riuscito a riempire ben tre palloncini. Tenendoli appesi tra un dito e l'altro, Morrigan non poté che fare a meno di chiedersi se ci fosse stato o meno lo zampino di Airwën. L'idea che una druida potesse uscirsene con una qualche idea così divertente lo entusiasmò.
    Un ultima spinta e l'ex auror fu di nuovo in piedi. Fece giusto in tempo a fare qualche passo per notare il ragazzo con cui aveva appena scambiato qualche chiacchiera fare cilecca «Biondo, mi sa che dovrò insegnarti anche a non colpirti da solo.»
    Chiudendosi tra le spalle, il mago fece per andarsene quando notò un altro moro di cui non ricordava minimamente il nome. Che si chiamasse... Camero... oppure... Camron! I suoi colleghi gli avevano parlato di come al ragazzo piacesse parlare a sproposito.
    Senza accorgersene, un braccio del docente si curvò dietro alle sue spalle. In una questione di secondi, il primo dei tre gavettoni sarebbe cominciato a volare verso il dioptase. Il movimento era stato lento (E Giada, sai quanto è stato difficile non colpirlo prima che potesse schivare? Apprezza.)
    Ad ogni modo, la mano di Morrigan si sarebbe congiunta alle labbra per lanciare un bacio verso il buon Caeron per poi andarsene. I suoi occhi avrebbero setacciato il super nuvole alla ricerca dell'Skyler così simpatico da far sembrare JD di Scrubs un semplice Salvin*.
    «Ti sto aspettando da mezz'ora» Gli avrebbe urlato «Non ci starai mica provando con qualche studentessa, eh?» Che scherzo di pessimo gusto, lo staff di Hidenstone non avrebbe mai fatto nulla del genere. Fatto sta che il braccio, simulando nuovamente una catapulta, avrebbe tentato di lanciare il secondo dei tre gavettoni verso l'infermiere.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato
    Be the chaos you want to see in the world.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.


    Morrigan interagisce con JESSE (Due volte)
    Lancia un gavettone a Cameron con meno potenza (Dimezzatemi i parametri pls)
    Poi cerca Skyler e lancia un gavettone anche a lui
     
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    Gli Snasi
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    Cameron Cohen attaccò Jesse, superando brillantemente la propria timidezza. Il suo corpo fu molto preciso ed infattì superò la destrezza di Jesse, forse troppo impegnato ad imbarazzarsi a sua volta con Adamas [d20=17+3; d20=9+6]. Jesse Lighthouse si trovò dunque colpito in pieno e con la sua solita fortuna non se la poté cavare con un po' di acqua, ma dovette giustamente beccarsi una seconda pozione.
    Aveva parlato con Adamas dell'estate e della Grecia, quindi forse la pozione li avrebbe aiutati ad immergersi meglio in quel futuro prossimo: Jesse, improvvisamente, sentì un folle caldo, manco si trovasse d'agosto a 40 gradi [d20=6] anche questo effetto, data la sua resistenza, si sarebbe protratto fino al cambio di ambientazione.

    Morrigan Maverick invece era caduto in acqua ed aveva quindi bisogno di riscattarsi. Ci sarebbe riuscito?
    Il suo primo, timido, tentativo fu su Cameron, ma il suo delicato tiro fu forse un po' troppo delicato, tanto che fallì [d20=9+4; d20=11+3]. Ironia, il professore aveva deciso di usare i guanti di velluto con il Cohen, dimenticando il superpotere dell'altra player, che superava ogni statistica o quasi: la fortuna sfacciata.
    Nulla di fatto dunque, ma restava sempre il secondo palloncino con sopra la faccia di Skyler Mave no? E lì, il magitecnico avrebbe dato il meglio di sè!
    Manco a dirlo, fallì miseramente anche quel tentativo [d20=14+8; 17+6]

    Consolati Morrigan: hai ancora un tentativo prima di dover andare a ricaricarti!

    A proposito di ricariche: il tentativo di Adamas Vesper riesce pienamente con ben 5 ricariche alle proprie armi.
    Il problema è che la cosa richiede tempo e quindi resterà scoperto fino a martedì 23 alle ore 23.59.

    Situazioni colpi rimanenti:
    Adamas 5
    Jesse 3
    Cameron 4
    Morrigan 1
     
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    Skyler Mave
    Infermiere | 23 anni

    L’evoluzione a Charmeleon tanto agognata da Blake avrebbe impensierito qualunque professore di Hogwarts, nonostante fossero abituati a teste calde e invasioni di ultra-mostri; tuttavia, Hidenstone sembrava ben più tollerante verso le Vere Teste Calde, e Skyler si trovò a pensare alla necessità di rendere l’Infermeria ignifuga.
    “Beh, immagino che in quel caso dovrò perfezionare l’Aguamenti, o siamo tutti fritti - cioè, cotti.”
    Si voltò poi verso Jessica, fingendo contrarietà per l’uso di un nomignolo così poco rispettoso: “Ehi! Per voi al massimo sono il Signor SkySky - e poi, cosa direbbe la Preside se mi sentisse chiamare così?”
    Probabilmente avrebbe ricordato come si comportava Skyler durante gli anni di scuola, avrebbe alzato gli occhi al Cielo maledendo il giorno in cui era rientrato in Accademia come membro dello staff, per poi farsi un doppio Whisky Incendiario.
    Il tentativo di salvataggio del gatto, infine, andò bene - anzi, forse i gatti hanno davvero nove vite, perché non sembrò affatto essere stato turbato in alcun modo. Cosa che non si poté dire del suo padrone.
    “Ma… non è successo niente - insomma, dovresti saperlo che i gatti fanno quasi sempre di testa loro… Ryu.”
    Probabilmente anche il suo animale da compagnia era ligio alle regole quanto il Black Opal; se l’Infermiere avesse ripreso SevenUp a quel modo, avrebbe probabilmente ricevuto un’occhiata stanca e uno sbadiglio sdegnoso. Forse è proprio vero che gli animali domestici finiscono per assomigliare ai padroni: SevenUp era abbastanza sciallo, alla fine.
    “Oh - scusami la gaffe! Beh, ci avete dato comunque molto filo da torcere, a quanto ho sentito dire!”
    ‘Sicuramente avete vinto la Coppa dell’Emulo di Giovanna d’Arco grazie a Blake… e mi pare basti e avanzi…’
    “Col senno di poi, comunque, vincere la Coppa non è tutto… certo, dovete impegnarmi a scuola e bla bla bla, ma alla fine godetevi l’Accademia il più possibile!”; avrebbe quindi fatto un occhiolino a Ryu, prima di tuffarsi negli “abissi” della piscina.
    Ne riemerse con una carpa, segno che forse forse non era così fuori allenamento. Non si rese conto dell’unione delle nubi finché non uscì dall’acqua - probabilmente, mentre nuotava, era distratto da altre cose (come la necessità di restare a galla). Si recò quindi da un elfo, per scambiare la povera carpa per una pistola ricaricabile (‘Posso averla dorata? È il mio colore portafortuna’); fu in quel frangente che riapparve Morrigan.
    “Oh, io non ci provo con le studentesse - insomma, voglio restare sul libro paga dell’Accademia! Nah, ero impegnato a fare Catman e salvare gatti dai flutti minacciosi!”
    Nel mentre, si rese conto che il docente stava preparando un tiro nei suoi confronti - tiro che andò a vuoto.
    “Ah, ma quindi vuoi davvero la guerra?!”: rise, mostrando tutta la sua latente ma presente adolescenza.
    Sarebbe andato verso la fonte con meno coda, per riempire almeno un palloncino; nella foga, non si curò così tanto di evitare di fare un bagno nella fontana. Poi si sarebbe occupato della sua vendetta nei confronti di Morrigan.
    E, perché no, avrebbe cercato di spegnere gli ardori adolescenziali dei ragazzi.
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    Interagisce con un po' di persone, scambia la carpa per una pistola (puoi anche non dargliela dorata per vedere la maturità di Skyler); quindi va a caricare dei gavettoni alla fonte B, cercando di fare il più in fretta possibile per la smania di vendetta.
     
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