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.SPOILER (clicca per visualizzare)Benvenutissimi a questa lezione di divinazione! Ci terremo compagnia per tutto il mese, e vi proporrò delle attività che spero possano essere per voi interessanti! Avrete anche delle scadenze abbastanza lunghe!
Intanto iniziamo con questo breve compitino che vi ha assegnato Andrè! Non servono risposte eccessivamente lunghe al compito, va benissimo anche qualche frase breve ma efficace per i primi due esercizi, mentre per il terzo si tratta di un semplice Vero o Falso. Tutte le informazioni necessarie per completare il vostro lavoro le troverete nel Manuale di Divinazione. (Il manuale al momento contiene giusto le informazioni essenziali per la lezione, in futuro verrà aggiunto con tutte le informazioni sulla materia per completarlo.)
Beh, se avete domande scrivetemi pure in privato o in chat su Telegram! Buon lavoro, vi voglio tanto tanto bene.
SCADENZA: 10/04/2020 alle 23:59.. -
.₪ Lucas Jughead Jones« IN UN MONDO QUALUNQUE »Da quando Lucas aveva saputo la verità su quel gruppo di bulletti che aveva accerchiato Emma, non riusciva più a star tranquillo. Non aveva ben chiaro ancora l'interesse che provava per la ragazzina, ma non la lasciava sola un secondo.
Anche quella mattina aveva aspettato fuori dalla sua stanza, per accompagnarla a fare colazione, a lezione e --- oddio, solo riflettendoci, stava frequentando le lezioni, grazie a quella biondina. Che disastro!
Ora era ad aspettarla fuori dalla Sala Grande, doveva avevano pranzato. Poi lui era andato al bagno e lì non poteva di certo portarsela dietro, però aveva fatto il possibile per fare presto.
Quindi era ritornato lì, dopo averla avvisata che sarebbe tornato e che doveva aspettarlo lì.
Beh, a tornare era tornato, si era affacciato appena per vedere Emma cosa stesse facendo e sorrise a vederla parlare con la sua compagna di stanza.
Sospirò, riappoggiandosi al muro con un piede.
Passarono altri cinque minuti, a lui non interessava arrivare a lezione prima, anzi, non gli interessava proprio arrivare a lezione, ma Emma ci teneva alla sua media e questo voleva dire sacrificarsi. Che poi... non è che per le conoscenze si fosse mai sacrificato, ma vabbè.
Tuttavia, quando si affacciò di nuovo, qualcosa gli fece storcere il naso, facendolo staccare dal muro.
Dall'altra parte della sala, verso il tavolo dei Black Opal, qualcuno la stava indicando deridendola. Il solito. Federick fece segno ad un amico di osservare, ma cosa?
Lucas portò le glaciali verso Emma, ma stava ancora parlando con la sua compagna, quindi ... tornò di scatto verso Federick con lo sguardo e lo vide ravvivarsi i capelli, per poi avviarsi verso Emma.
«Stronzo.» digrignò i denti, fissando su di lui le iridi e affrettando il passo cercando di arrivare da Emma prima di lui. Gli tagliò la strada per un soffio, quindi puntò le glaciali sul suo viso quasi come se volesse ringhiare. Mentre posò una mano sulla spalla di Emma «Ehi, dobbiamo andare. Prenderanno i posti migliori.» sorrise cordiale alla compagna con cui stava parlando Emma, che arrossì appena a quel suo intervento.
Quando Emma sarebbe stata pronta si avviò con lei verso la stanza di divinazione «Quel Federick. Penso che prima o poi smetterà di sorridere con i propri denti...» disse, provando a prendere la borsa della ragazzina «Dai qua, che è pesante...» le sorrise dolcemente «Io non vi capisco... perché portate tutti questi libri dietro?» perché gli altri studiano, sarebbe stata la risposta più sensata, ma vabbè.
Appena arrivati alla porta dell'aula, fece segno con la mano a Emma di entrare prima e avrebbe scelto lei il posto, lui si sarebbe solo adeguato alla sua scelta.
Quando il docente lanciò bacini, Lucas sgranò gli occhi cercando di trattenere le risate, poi... tortini di frutti di bosco? Oh, no! Adesso aveva di nuovo fame.
Il suo stomaco brontolò: Lucas e la fame erano qualcosa di ingestibile, ma che poi... dove li metteva quei dolci, ancora non lo sappiamo. «Prof, adesso che ha nominato i tortini ai frutti di bosco, mi è tornata fame!» gli sorrise, con quel tono caldo, mentre con la coda dell'occhio guardò Emma, sollevando appena le sopracciglia. Quel docente gli piaceva, aveva una stravaganza assurda, ma allo stesso tempo riusciva ad arrivare al cuore di tutti.
Quando arrivò il foglio «Un altro test? Owww... ma oggi tutti questi test mi faranno venire sempre più fame, non è colpa mia.» si lamentò appena, facendo cadere la testa sulla pergamena.
Sospirò, quindi provò a guardare le domande, giocando un po' con la penna tra i polpastrelli.
«Divinazione induttiva: interpretazione di segni o eventi oggettivi che l'indovino ha a disposizione.» lo scrisse poco convinto, ma ci provò. Passò alla seconda, ma prima si calò a sussurrare un qualcosa ad Emma «Ehi stellina, se faccio il bravo a lezione, cosa ci guadagno?» le sorrise di sbiego, quindi riprese a scrivere «Conoscenza della pratica divinatoria: un indovino che non conosce come "divinare", difficilmente potrà essere utile con le sue deduzioni e la lettura dei suoi simboli. Conoscenza dei simboli più ricorrenti: se non conosce i simboli, non può interpretarli. E questo sarebbe davvero poco carino, da parte sua.» mancava poco e aveva finito, quindi proseguì «Falso. Falso. Vero. Falso.» cercò di rispondere a tutte le domande, nonostante le perplessità che aveva. Beh, sicuramente qualcosa la ricordava, dai.
Si stiracchiò sulla sedia e allargando le braccia sentì le ossa scricchiolare. Poi prese a giocare con una ciocca di capelli di Emma, così senza pensarci. Aspettando che il docente ritirasse i compiti.code © psiche. -
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.LILITH CLARKEDioptase - PrefettoCode ©#fishbone
«Ehi Ayla, guarda che ti aspetto! Andiamo insieme a lezione!» Alzò la voce, avvicinandosi alla porta del bagno, dove la ragazzina si stava preparando, poi tornò a controllare tutta la sua roba, ed era in perfetto orario. Quando Ayla uscì dal bagno, le porse la borsa e le sorrise «Andiamo! Blake ci aspetta davanti la porta di divinazione!» quindi l'afferrò per una mano e la tirò fuori dalla stanza, sorridendo.
Mentre a passo svelto si incamminavano verso la stanza della lezione, Lilith si voltò verso la ragazzina «Come ti è sembrata la carne di oggi? Uffa, non mi piaceva per niente, era troppo dura e secca... ma che gli è preso a questi elfi?»
In lontananza, vide il ragazzo che l'attendeva, poi calò la voce e rise appena, sussurrando poche parole ad Ayla «Vuoi vedere come si arrabbia?» erano ancora abbastanza lontane, quindi fece un occhiolino sereno alla ragazza, quasi a cercare la sua complicità.
Arrivata da lui, gli diede un finto pizzico sulla spalla, quindi sollevandosi sulle punte ricambiò quel bacio e «Hai ragione, scusa, stavo parlando con Pavel, mi ha chiesto di aiutarlo in Alchimia. Sai, un buon prefetto, fa anche questo. Però, ehi, sono in perfetto orario lo stesso.» sì, era perfida a dar rogne al ragazzo, ma era così bello vederlo preoccuparsi per lei, che quasi non riusciva a smettere.
Lo seguì dentro, facendo un sorriso divertito ad Ayla, volgendosi verso di lei, come a dirle "Ops".
Quando arrivò al primo banco, quasi ebbe un brivido. Da quanto tempo! Le vennero gli occhi lucidi «Oh, per Merlino. Il mio posto... non posso crederci.» abbracciò il banco come se non si vedessero da tanto «Non è colpa mia, è stato quel cattivone di Blake che ci ha divisi... ma...» si sollevò e guardò Blake, sollevando un sopracciglio «... da oggi non accadrà più, torneremo sempre al primo banco...» poi si avvicinò a lui, per arrivare al suo orecchio «... se non sarà così, dimenticati i miei "regalini", B.» sapeva sicuramente come tenere il polso duro con quella testa calda. Forse è per questo che la loro relazione, per quanto mentalmente pericolosa, fosse così stabile.
Fece cenno ad Ayla di sedersi al banco accanto a lei, così da avere Blake affianco e lei a pochi passi.
Quando finalmente si sedette, sorrise al professore, visibilmente felice che qualcuno li accogliesse così in aula, nel frattempo si accertò che Ayla e Blake avessero preso posto accanto a lei, poi cacciò il suo manuale di Divinazione, lo tenne chiuso e ascoltò le parole del professore. Al tortini di frutti di bosco, non potè trattenere un sorriso «Professore, devo ammettere che oggi la carne che ci hanno rifilato non era molto tenera, a dire il vero. Ma credo che per queste lamentele mi debba rivolgere direttamente alle cucine.» sbuffò appena, quindi, per poi guardare verso Blake. Dai, ci aveva messo una vita a mangiare quella carne, non l'era piaciuta per niente. Sospirò, quindi e continuò a seguire la lezione. Quando arrivò la pergamena, Lilith ebbe un brivido di gioia, finalmente un compito. Da brava secchiona qual era, trovare lì davanti un compito era davvero un toccasana. Lesse la prima traccia e iniziò a scrivere, di getto, come se fosse la cosa che più aspettava.CITAZIONE«Dimensione ultraterrena - come ben sappiamo la Divinazione non riguarda solo ed esclusivamente i piani temporali, ma anche quelli spaziali. I piani spaziali che conosciamo per quel che concerne la disciplina, sono tre: dimensione ultraterrena, dimensione terrena e dimensione infernale. Di questi, la dimensione ultraterrena è quella porzione di spazio, sopra tutte le altre dimensioni, abitata da fantasmi e spiriti. Se la mettiamo sul piano gerarchico, la dimensione ultraterrena è la dimensione superiore, quella astrale che contiene le informazioni degli spiriti passati. Se possiamo parlare con essi, è proprio grazie a questa dimensione che ci permette di entrare in contatto con loro.
Quando cerchiamo di ottenere un contatto medianico, la dimensione dove facciamo accesso è proprio quella ultraterrena, così come quando volessimo ascendere astralmente, uscendo dalla nostra forma terrena.»
Rilesse le frasi che aveva scritto, correggendo qualche virgola e aggiustando qualche parola. Proprio in quel momento, arrivò sulla sua pergamena quel tappo.
Lilith sapeva da chi arrivava, quindi guardò verso il suo ragazzo e lesse il labbiale.
Ah, voleva giocare sporco? Prese il tappo e cercando di non dare troppo nell'occhio, lo fece scivolare nella sua camicetta, dove si sarebbe incastrato nel posto giusto, quindi si voltò con aria soddisfatta e tornò a scrivere. Questo sarebbe stato un altro momento che lo avrebbe fatto morire dentro.CITAZIONE«Un buon vate, altro termine per chiamare l'indovino, a mio parere deve avere due caratteristiche fondamentali: la conoscenza della pratica divinatoria, abbracciandone le modalità di svolgimento, la sua storia e quel che può utilizzare per essa e la capacità di interpretazione chiara. Il vate sa bene che le sue divinazioni non sono fini a se stesse e spesso fungono da ottimo motore per chi le richiede, che sia per una missione o per un futuro prossimo. Quindi è necessario che l'indovino sia capace di dare alla sua interpretazione chiarezza, linearità e coerenza. Oltre che efficacia. Per quanto sia facile vederne sfumature diverse, ad una divinazione induttiva, è giusto preferire quella più coerente e ben strutturata.»
Ora mancava solo il passaggio finale, il vero o falso.CITAZIONE«Falso. Indaga sia su quelle temporali che su quelle spaziali.
Vero. E' la dimensione di mezzo, dove troviamo le creature terresti, che siano essere persone, animali, vegetali, ma anche creature magiche, le emozioni, l'aria e le sensazioni. L'unica dove le sensazioni si possono provare.
Falso. Si basa su un'intuizione.
Falso. I termini con cui ci possiamo riferire ad un indovino sono vate o divinante. Divinatore è errore comune.»
Aveva finito, quindi guardò Blake e sorrise soddisfatta «Professore, se vuole ritiro i compiti della mia fila, così le do un mano.» si propose da brava prefetto qual'era.. -
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Ayla era ancora in bagno a finire di sistemarsi quando sentì Lilith chiamarla.
A lezione...? Insieme a Lilith? Arrivare con lei? Quasi le venne un infarto.
Un attimo solo! Ho quasi finito! Dopo pranzo si era chiusa in bagno per lavarsi i denti ma appena Lilith le disse che la aspettava, rimase chiusa un paio di minuti in più per sistemarsi i capelli.
Ayla ci teneva ad essere quanto meno presentabile quando avrebbe varcato la soglia dell’aula con Lilith, cosa che riteneva impossibile, ma fece comunque del suo meglio per sistemarsi prima di uscire dal bagno. Lilith la afferrò e la trascinò con sé verso l’aula di Divinazione, dicendole qualcosa sulla carne troppo secca.
A me è piaciuta. Non mi ha dato particolari problemi. Ho adorato il dessert, però, la red velvet era deliziosa! Che Ayla adorasse i dolci non era più un segreto per nessuno, e non era neanche una ragazza molto schizzinosa, mangiava più o meno di tutto, non faceva mai problemi per il cibo. A dire il vero, Ayla non faceva problemi per nulla, e Lilith questo lo sapeva bene, era stata lei ad aiutarla tempo prima con alcuni bulli della loro casa che lei si era rifiutata di denunciare.
Spero solo che a cena ci sia il pollo. Preferisco la carne bianca a quella rossa. Concluse prima che arrivassero nei pressi dell’aula. Lilith si mise in testa di scherzare un po’ con Blake e lei la seguì a ruota, cercando di non sembrare divertita, mentre la ragazza si inventava che aveva ritardato per aiutare Pavel con l’Alchimia. Ayla non sapeva neanche chi fosse Pavel, si trattenne dallo scoppiare a ridere e seguì Lilith, sedendosi in prima fila, a pochi passi da lei. Non aveva sperato di sedersi proprio accanto a lei, sapeva che sarebbe stato Blake a farlo, come ad ogni lezione.
Erano una coppia così carina... Ayla lo aveva sempre pensato, perfetto l’uno per l’altra. Lei avrebbe mai trovato qualcuno...?
Cosa le passava per la testa?! Non aveva mai pensato a nulla del genere in vita sua, perché ora improvvisamente si faceva quelle domande?! Tornò a concentrarsi sulla lezione, Lilith era lì, non doveva fare brutta figura!
Compito in classe. Al contrario di molti altri, si illuminò improvvisamente, sorridendo.
Osservò le domande. Nulla di troppo complicato, poteva farcela, non per niente Divinazione era tra le sue materie preferite, la incuriosiva molto.
“Esercizio 1. Spiega in poche righe il significato di uno solo dei seguenti termini a tua scelta: divinazione induttiva; dimensione ultraterrena; classificazione delle pratiche divinatorie."
Ci pensò su per un po', poi iniziò a scrivere.
Dimensione Ultraterrena: La dimensione ultraterrena è una delle tre dimensioni dello spazio nei quali la divinazione può "indagare", cioè dimensione ultraterrena, terrena e infernale. In questo caso si tratta della dimensione astrale, quella superiore, abitata dai fantasmi e dagli spiriti passati. E' la dimensiona a cui ci connettiamo tramite la divinazione per comunicare con questi spiriti o quando necessitiamo di ascendere astralmente.
Rilesse la risposta, le sembrava ok: breve e concisa.
Passò alla seconda domanda: "Esercizio 2. Tra le caratteristiche che deve possedere un indovino nell’esecuzione di una pratica di divinazione induttiva, scegline due che ritieni di principale importanza e dai una motivazione soddisfacente alla tua risposta. Argomenta in un breve testo di poche righe e con l’utilizzo di una risposta efficace e chiara."
Si morse il labbro, pensierosa, sapendo bene che era la domanda che valeva più punti. Ci pensò a lungo e infine scrisse:
A mio parere, un buon indovino, per svolgere una pratica di divinazione induttiva, deve possedere per prima cosa la Conoscenza della pratica divinatoria, poiché ritengo che la teoria e la conoscenzia siano fondamentali in ogni materia per poter svolgere al meglio e senza errori la pratica. Ritengo altrettanto importante, per un indovino,la Capacità di Estraniazione per poter svolgere previsioni più corrette e chiare possibile, senza lasciarsi coinvolgere emotivamente, poiché questo è ciò che lo rende professionale e, quindi, degno di essere definito un vero indovino.
Rilesse un paio di volte quest'ultima risposta, piuttosto soddisfatta, e passò quindi al "vero o falso".
"1) La divinazione si occupa di indagare unicamente sui piani temporali (passato, presente e futuro) e non su quelli spaziali: F"
"2) La dimensione terrena si trova tra la dimensione magica e quella infernale".
Su questa seconda domanda si concentrò qualche istante in più. Era per caso una domanda trabocchetto? Non si ricordava che la dimensione ultraterrena si definisse anche "magica". Decise di rispondere segnando una crocetta sulla "F". Se era una domanda a trabocchetto, non intendeva cascarci.
Passò alla terza: "3) La divinazione intuitiva non si basa sull’interpretazione di segni e/o simboli: F"
"4) Colui che pratica la divinazione è definito indovino, vate o divinatore: F.”
Controllò che il foglio fosse ben pulito e in ordine e sorrise soddisfatta, consegnando il foglio.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Lucas Jughed Jones Risia Gyll McKenzy Lilith Clarke Blake Barnes.
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.“Come on skinny love what happened hereSi stava davvero sforzando per mantenere una certa integrità, stava provando con tutta sé stessa a rimanere tranquilla, concentrata e razionale. Malgrado tutto quello che le stava accadendo attorno, l’ultima cosa che voleva fare era perdere il contatto con la realtà, e si stava focalizzando su una cosa soltanto: lo studio. Era amareggiata, stanca e distratta, riusciva a malapena a mantenere la concentrazione eppure si stava imponendo disciplina, la stessa che avrebbe dovuto mantenere dal suo ingresso ad Hidenstone e che invece aveva perso dietro a…ragazzi! Per di più ad un ragazzo come Cameron Cohen! Si era resa conto troppo tardi di quanto avesse cominciato a tenerci, di quanto fosse stata sciocca a credere alle sue frottole e lasciare che la trattasse bene, che le portasse la cioccolata o si preoccupasse per lei. Più cercava di evitare di pensarci, più ricordava frammenti passati assieme, prima fra tutte la notte nella Stanza della Necessità: gli aveva mostrato un luogo privato e intimo quella notte, si era aperta con lui almeno un po’, e ora veniva a sapere che era tutto un gioco, tutto quanto uno stupido gioco per vincere una stupida scommessa col ragazzo che aveva abusato di lei anni prima.
Strinse i pugni con forza, ferendosi i palmi mentre si sforzava di mantenere la calma e si fiondava fuori dalla Sala Comune a passo di marcia. Vide fin troppo bene una figura famigliare, i capelli castani vagamente spettinati, che cercava di raggiungerla ma velocizzò il passo arrivando quasi a correre pur di entrare in classe e trovare un posto lontano da lui e lontano da qualunque pensiero potesse distrarla. Non aveva più smesso di darsi della stupida da quando aveva scoperto ogni cosa: si era concessa troppe distrazioni, lei che avrebbe dovuto pensare unicamente alla scuola si era addirittura concessa di legare con qualcuno come Cameron Cohen, meritava tutto quello che stava passando per aver commesso un errore del genere. In una situazione normale sarebbe stata più che contenta di partecipare ad una lezione di Divinazione, quella materia insieme ad Astronomia era una di quelle che l’avevano più affascinata anche prima di mettere piede ad Hidenstone, solo che quello non era un periodo in cui riusciva ad essere entusiasta per qualcosa.
A tratti si sentiva apatica, distaccata da ogni cosa, e quella sensazione la spaventava: non l’aveva mai provata prima, non così intensamente almeno. Aveva provato rabbia, certo, terrore anche, ma l’apatia era qualcosa che non le apparteneva, non sapeva come gestirla e, per quanto fosse uno strumento di difesa, era qualcosa che le stava facendo più male che bene. Si fiondò dentro l’aula, con tutta l’intenzione di raggiungere la prima fila, dove Cameron difficilmente si sarebbe avventurato, guadagnarsi un posto, seguire la lezione e poi dileguarsi non appena fosse finita. Adorava il Professore De Long-Prée, era sempre gentile e disponibile, una persona adorabile, ma quella mattina lo salutò a stento con un leggero “Buongiorno” e si accorse solo una volta seduta di come erano disposti i banchi. Non provò nemmeno la solita agitazione quando intuì che avrebbero svolto un compito in classe, rivolse un’occhiata verso Jessica e provò ad accennare un sorriso tirato, lanciò un'occhiata a Blake e un vago cenno di saluto ma non si spinse oltre. Studiare era l’unica cosa su cui si stava concedendo di focalizzarsi, ma era comunque piuttosto difficile visto il suo pessimo umore.
Ascoltò il discorso del Prof e anche se dubitava si aspettasse una vera risposta, realizzò solo in quel momento di non aver praticamente toccato il proprio piatto, troppo persa nei suoi pensieri. Ad ogni modo era troppo tardi per rimediare e non sarebbe successo nulla per un pasto saltato. Si concentrò piuttosto su ciò che era scritto sulla pergamena che era apparsa sul banco e non appena fu dato inizio al compito si gettò a capofitto sulla prova, cerando di cancellare ogni distrazione e concentrarsi unicamente sul portare a termine il compito.
Cominciò quindi a scrivere, nella sua solita calligrafia ordinata e minuta. “1. Dimensione ultraterrena: così come nella divinazione è possibile accedere ed indagare i piani temporali, un divinante esperto riesce a fare lo stesso anche con i piani spaziali. Questi ultimi si dividono in dimensione ultraterrena, dimensione terrena e dimensione infernale. La dimensione ultraterrena è quella parte di spazio che si trova al di sopra delle altre dimensioni, popolata da spiriti e fantasmi, anche detta dimensione astrale. E’ qui che possiamo trovare tutto ciò che si può conoscere circa gli spiriti passati, ed è sempre in questa dimensione che possiamo entrare in contatto con loro, per tanto è questo lo spazio che si cerca di raggiungere se si vuole avere un contatto medianico o si ha necessità di staccarsi dalla propria forma materiale e ascendere astralmente.
2. Sono diverse le caratteristiche che un indovino deve possedere, personalmente ritengo che le più importanti sia la capacità di estraniazione e la conoscenza profonda della pratica divinatoria. La prima è fondamentale perché spesso le emozioni finiscono per trarci in inganno, influenzano le nostre azioni e di conseguenza hanno un peso notevole su come portiamo a termine i nostri compiti. Se il vate non fosse abbastanza abile da distaccarsi dal proprio consultante o anche da sé stesso, nel caso l’azione divinatoria fosse auto-riferita, potrebbe incorrere in problemi non solo di interpretazione ma anche di esecuzione, fallendo il processo e non ottenendo nulla di effettivamente utile. Siccome non è sempre possibile arrivare ad una lettura con la mente vuota e pronta a focalizzarsi, trovo fondamentale per il divinante possedere la capacità di erigere un muro tra sé e ciò che accade all’esterno, in modo da riuscire a non farsi toccare dalle emozioni e avere sempre una visione lucida e chiara.” - e sì, anche Mia avrebbe voluto tanto esserne in grado- ” Oltre a ciò, è molto importante che il vate conosca a menadito la pratica divinatoria: penso che la conoscenza, in generale, sia la chiave fondamentale per riuscire nei propri intenti, e non riuscirei mai a fidarmi di qualcuno che non sa che cosa stia facendo. La divinazione può essere un processo delicato, non sempre i metodi da eseguire sono gli stessi e penso che un buon vate sia colui che ha una perfetta padronanza della materia , di tutte le conseguenze positive e negative che una lettura può avere, sia a livello pratico che psicologico. Non credo che un buon divinante meriti questo titolo se non è consapevole di ogni ripercussione, storica o meno che sia, che questa pratica porta con sé.” finita la seconda domanda si concesse un attimo di pausa, solo qualche istante prima di focalizzarsi sull’ultima parte.
Ebbe qualche tentennamento questa volta, più che altro si soffermò a ragionare per qualche istante prima di decidersi a scrivere la sua risposta definitiva. ”
1) “Falso. La divinazione permette sì di indagare presente, passato e futuro ma permette anche di indagare i piani spaziali (dimensione ultraterrena, terrena e infernale) per chi è abbastanza abile.
2) Falso. E’ tra la dimensione ultraterrena e quella infernale, trovo che definire la dimensione ultraterrena “magica” possa essere un’imprecisione: la dimensione terrena, di fatto, è permeata di magia, mentre quella ultraterrena è popolata da fantasmi e spiriti.
3) Vero. A differenza della divinazione induttiva non si basa sull’interpretazione di simboli ma su un’intuizione del vate, una percezione che sovviene all’indovino grazie alla sua capacità divinatoria.
4) Falso. Nonostante sia credenza comune, il termine “divinatore” è erroneo, è corretto invece il termine “divinante”. “
Terminò quindi il suo compito e alzò la mano per attirare l’attenzione del docente. “ Ho finito. “ ammise con un tono pacato, non troppo alto per non disturbare i compagni, e se le fosse stato accordato il permesso avrebbe portato il compito alla cattedra e lo avrebbe riposto con cura su quello dei compagni.
Mia Freeman-SHEET-
"Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"[code by psiche]
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.CODE&GRAPHIC BY HIME.
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.“Il potere logora chi non lo haValentina Vestrit
As you wish
Valentina gettò il romanzo sul comodino a pochi centimetri dalla sua Giara Babilonese. Odiava ammetterlo ma il ricordo di quell'aggressione, per quanto fittizia, aveva continuato a perseguitarla al punto che, durante l'ora del pasto, quando una goccia d'acqua le andò di traverso, le sembrò di nuovo di essere stritolata dalle grottesche mani di Muballit.
I ragazzi intorno a lei erano scoppiati a ridere in seguito a quella scena ma l'opale riuscì a salvare la sua reputazione persuadendoli che quello fosse solo uno scherzo. La strega era stata smistata nella casa degli ambiziosi. Valentina, conscia della sua brama di potere, aveva capito fin da subito che lo Snaso aveva scelto la casata giusta per lei. Eppure, lo spettro della caduta è più terrificante per chi sogna le stelle e Valentina se ne era accorta costringendosi a non fare parola dei suoi timori con nessuno.
Aveva cercato di trovare il coraggio per parlarne con qualcuno ma non ne aveva mai avuto occasione. O meglio, non era mai riuscita a farlo. Quando ne aveva modo, la mente della ragazza si svuotava costringendola a parlare di cose stupide come il clima o il sesso degli angeli. Fortunatamente, una lezione di divinazione la stava aspettando e, magari, avrebbe avuto modo di distrarsi un po'. Così, dopo essersi passata spazzolino e filo interdentale, Valentina s'incamminò verso l'aula del professore De Long-Prée.
La strega attraversò la porta dell'aula provando piacere nell'osservarne l'ordine. Prese una boccata d'aria e salutò il professore con un sorriso per poi distogliere lo sguardo.
Neanche uno fra gli argomenti che aveva affrontato in quell'accademia, a partire dalle creature di DCAO per finire con lo stesso docente di DCAO, la spaventava quanto la divinazione. Almeno in quel momento, l'idea che il professore potesse percepire la sua paura la faceva sentire debole e ciò, a sua volta, le provocava rabbia.
"Fortunatamente il prof è un cinnamon roll troppo puro per questo mondo. Non dovrei temerlo. Spero", detto ciò la ragazza prese posto in prima fila. Solo allora si accorse del foglio e del calamaio "È una trappola, ***** ***"
Senza abbandonare il suo sorriso angelico la ragazza si mise dritta sulla sedia incrociando braccia e le dita in attesa della consegna.
"La dimensione ultraterrena è una delle tre dimensioni spaziali indagate dalla divinazione. È il loco consultato sia da coloro che vogliono assumere una forma astrale, sia da chi vuole stringere contatti con fantasmi e spiriti. Proprio quest'ultimi costituiscono i suoi abitanti. La sua esistenza potrebbe giustificare la razionalità di questo mondo spiegando perché delle creazioni complesse come l'uomo non vengano annullate in seguito alla morte trovando invece spazio in questo spazio. Viene chiamata anche dimensione astrale." Fu la sua sete di potere, e il rispetto per le autorità competenti del passato, a farle scegliere quell'argomento. L'idea di poter imparare dai grandi maghi del passato la eccitava.
"La capacità di estraniazione, ovvero l'abilità di indagare senza bias cognitivi, è la prima caratteristiche che deve possedere un indovino nell’esecuzione di una pratica di divinazione induttiva. Alla base della divinazione induttiva vi è l'interpretazione di simboli e di segni. L'interpretazione deve essere oggettiva e se non lo fosse non sarebbe attendibile. L'indovino deve infatti frapporsi fra la nostra realtà e il sommo ente sovrannaturale. Mancando di Capacità di estraniazione l'indovino non sarebbe tale poiché finirebbe per frapporsi fra la nostra realtà e le sue stesse emozioni prima di arrivare al sommo ente sovrannaturale." La strega aveva scelto quella caratteristica proprio in vista della sua avventura a Babilonia. In preda alla rabbia, Valentina aveva suggerito di far esplodere i pericolosi rovi animati della regina. Con questa sua mancanza di estraniazione aveva messo in pericolo la sua stessa squadra in quanto, dalle rose, era fuoriuscito del polline velenoso.
"La conoscenza della pratica divinatoria, ovvero la conoscenza delle modalità di svolgimento e, sopratutto, delle ripercussioni storiche della pratica divinatoria, è la seconda caratteristica che deve possedere un indovino nell’esecuzione di una pratica di divinazione induttiva. Il ragionamento dietro a questa collocazione è che dietro ad ogni azione vi è un motivo. Riconoscendo la complessità della divinazione è necessario poter valutare le modalità previste e le ripercussioni che potrebbe comportare in modo da valutarne i costi opportunità, ovvero il beneficio derivante dall'eseguire la pratica e il beneficio derivante dal non eseguirla." Questa seconda scelta fu influenzata dal carattere pragmatico della strega. Dietro alla scelta fra il divinare o meno, effettuare un incantesimo o non effettuarlo, Valentina avrebbe sempre cercato di valutarne le modalità e le ripercussioni per trarre il massimo vantaggio.
"F" La divinazione si occupava anche dei piani spaziali.
"F" Valentina cominciò a sospettare del prof. Trabocchetti e compiti a sorpresa, il cinnamon roll stava andando a male?
"V" Le domande con delle negazioni erano le più subdole.
"F" La ragazza faticò a nascondere la sua delusione nel scoprire quanto quel compito fosse più pericoloso del previsto.
Completato il tutto, la strega avrebbe atteso il ritiro del compito.CITAZIONENarrato
«Parlato»
"Pensato"
"scritto"✕ schema role by psiche. -
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.»Ryu Okami [X]codice role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT«The Dragon God Rises!»
Il pranzo del giorno non era stato affatto male, la servitù del castello, per quanto mi costasse lodare dei sudici Elfi Domestici, si era decisamente superata quel dì, guadagnandosi un apprezzamento che raramente avrei donato a qualsiasi piatto non cucinato dallo staff di casa mia; mi sorprese l'abilità di quegli schiavi, simile a quella dei rinomati cuochi della Terra del Sol Levante, ma non era quello il momento di perder tempo, mi attendeva la lezione di Divinazione.
L'arte di vedere nel futuro, di creare profezie e sapere in anticipo lo svolgersi degli eventi, una capacità in cui a Mahoutokoro eccellevo, beh, come in ogni altra cosa, ma che per quanto ne fossi stato capace, ritenevo solo ed unicamente inutile: il futuro a mio avviso non era una cosa prevedibile, non era un film che potevi vedere senza possibilità di cambiarlo; il futuro era qualcosa che solo le persone con una grande forza di volontà erano in grado di plasmare, e che quindi non poteva esser visto o scrutato con precisione. La Divinazione era solo una gran perdita di tempo.
Purtroppo però ero costretto a seguir tal sequela di baggianate, motivo per cui mi recai nell'aula della materia, trovando il professor De Long-Prée con i suoi soliti modi infantili ed irritanti, ed anche alcune facce conosciute: Blake, Jessica... e Mia. Santo cielo, Mia. Mi era stato raccontato cosa era accaduto alla festa di Jessica... come mi ero comportato in preda all'ubriachezza più totale, e la vergogna in me, per quella disdicevole situazione accaduta tempo addietro, era ancora presente e prepotente: non riuscivo a guardarla in faccia, tanto era il mio imbarazzo nei suoi confronti, quanto quello verso me stesso, rimproverandomi ancora il fatto di essermi aperto così tanto ed in un modo totalmente sbagliato dinnanzi ad una marea di gente.
Non parlai con nessuno, visibilmente turbato dalla presenza di Mia nell'aula, motivo per cui mi andai a posizionare in un banco dalla parte opposta della classe, in modo da non doverle essere vicino e minare così il mio rendimento scolastico. Avevo una reputazione da mantenere, accedenti, e non avrei lasciato che finisse come per Alchimia! Dovevo essere il migliore!
Non ci volle poi molto, che il professore De Long-Prée ci diede un compito in classe, a cui mi dedicai non appena sentite tutte le consegne, Il secondo ha più valore, quindi il primo ed infine il terzo, sussurrai riflettendo a voce, prima di mettermi a scrivere.
Esercizio 1.
La Divinazione può agire su più piani Spazio-Temporali: riferendoci al tempo, le tre dimensioni che un divinatore può esplorare sono il Passato, il Presente ed il Futuro, in pratica può visualizzare un punto preciso nel tessuto del tempo stesso; parlando del fattore dello spazio, vi sono, come per il tempo, tre piani che il divinatore può visualizzare: la Dimensione Terrena, dimensione dove risiedono tutti gli esseri viventi, quella in cui ci troviamo attualmente; la Dimensione Infernale, loco al di sotto di ogni altra dimensione, ove risiedono i Demoni, gli Inferi e le Anime Dannate, e con cui si entra in contatto durante gli incanti legati alla Magia Nera ed in particolare ai Patti Faustiani; infine la Dimensione Ultraterrena, che è quella che andremo a prendere in esame.
In tale piano spaziale, situato al di sopra di ogni altra dimensione, risiedono le entità comunemente denominate come Spiriti e Fantasmi, in cui si può accedere per mezzo di contatti medianici, come ad esempio il Prior Incantatio, nel caso l'ultimo incanto di una bacchetta abbia causato il decesso di qualcuno, o per mezzo dell'ascensione astrale, pratica in cui l'anima si distacca dal corpo, ed è forzata a viaggiare tramite questo piano dell'esistenza.
Esercizio 2.
Le caratteristiche principali che un divinatore deve possedere durante la pratica di una Divinazione Induttiva, sono la capacità di estraniazione e di interpretazione chiara: il divinatore deve essere capace di rimanere distaccato da ciò che andrà a vedere, non deve avere connessioni emotive che vadano magari ad inficiare sulla riuscita della visione o predizione, e che non pregiudichino la lettura del significato della stessa.
Il distaccamento da qualsiasi legame emotivo che la visione potrebbe causare è essenziale, quanto la capacità di identificare un chiaro significato della visione o predizione che si andrà a fare; in tal modo sarà possibile comprendere con precisione ciò che è stato mostrato al divinatore che esegue la pratica, senza che questi ne tragga conclusioni errate o che si faccia prendere dal sentimento dando così un'erronea traduzione che lo possa poi portare in fallo. Un esempio di ciò, può essere ritrovato nella profezia riguardante Harry Potter, seppur non sia stato il divinatore a trarre l'errata conclusione: Voldemort ha conosciuto unicamente parte della profezia, e ciò, unito al suo orgoglio ed alla sua eccessiva sicurezza ed emotività, lo ha portato a sottovalutare la situazione che gli si sarebbe posta dinnanzi, andando però così incontro all'avverarsi della profezia stessa per sua mano.
Esercizio 3.
1) F
2) F
3) F
4) V
Concluso quindi il test lo lasciai sul tavolo, lasciando la penna nel calamaio ed attendendo che venisse ritirato, così da proseguire nella lezione.SPOILER (clicca per visualizzare). -
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