Lezione Biennio - Aprile.

prof. Andrè De Long-Prée

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    Andrè De Long-Prée
    Divinatore | 24 anni

    Appena dopo pranzo i ragazzi del primo e del secondo anno si sarebbero ritrovati in aula di divinazione per una lezione ‘digerente’ tenuta dal professor De Long-Prée nella quale avrebbe riservato alcune attività particolari e speciali per i ragazzi che avrebbero partecipato. Il docente aveva consumato un ottimo pranzo, e mentre chiacchierava con i propri colleghi in Sala Grande aveva anche avuto modo di accennare loro di cosa avrebbe trattato in quella giornata, rivelandosi particolarmente entusiasta della pratica che avrebbe introdotto agli studenti nella seconda parte della lezione. Tornò nella propria aula subito dopo aver completato di cibarsi in maniera sufficientemente opportuna, sedendosi come suo solito sulla cattedra con una postura caratterizzata da una schiena particolarmente dritta e dalle sue gambe accavallate con estrema eleganza, mentre le mani si stringono sul bordo della cattedra andando a mostrare le braccia ben tese contro la cattedra stessa.
    Il ragazzo indossava un paio di jeans chiari strettissimi, attillati come non mai, che erano abbinati ad un cardigan color cammello particolarmente lungo che presentava delle maniche larghe e delle frange proprio nella parte terminale del capo d’abbigliamento stesso, che copriva a sua volta una maglietta totalmente bianca – rigorosamente in cotone spesso e perfettamente stirato – che il docente aveva inserito all’interno dei propri pantaloni, sblusandola appena, così da dare un po’ l’idea di un look particolarmente giovanile. Ai piedi, invece, indossava un paio di scarponi che prendevano lo stesso colore del cardigan, ed i capelli erano perfettamente disposti in un ciuffo molto pettinato ed alto, palesemente aggiustato con un po’ di lacca. Tuttavia, non era sicuramente Andrè l’elemento centrale di quella giornata: i protagonisti delle attività che stava per proporre erano gli studenti, ed aveva difatti preparato l’aula alla perfezione per iniziare la lezione con il botto.
    L’aula spaziosa, circolare come sempre, era molto differente da come si poteva immaginare una tipica aula di divinazione, questo perché non era assolutamente disordinata o ricolma di oggettini utili alla divinazione dalla testa ai piedi: presentava degli scaffali ordinati a ridosso dei muri con ogni tipologia di strumento riposto in maniera particolarmente ordinata, con l’estrema classe ed eleganza che contraddistingueva Andrè, illuminati dalla luce delle vetrate limpide e splendenti che facevano entrare quei raggi dorati che inondavano l’aula con un’atmosfera particolarmente radiosa e rilassante, quasi come se fosse l’ambientazione di una visione eterea o di un sogno particolarmente caldo e felice. I banchi all’interno della stanza non erano disposti nel solito modo, ma erano tutti banchi singoli ben distanziati gli uni dagli altri, con un paio di fogli bianchi ed una piuma con un calamaio al di sopra e nulla di più. Avrebbe iniziato quella lezione somministrando un breve test ai propri alunni, questo perché aveva necessità di assegnare dei voti per arrotondare le medie e per far recuperare chi era stato poco diligente; alla fine dava la possibilità a tutti di poter raggiungere la sufficienza e, perché no, addirittura migliorare il voto.
    Attese l’arrivo dei primi studenti, rivolgendo a tutti un caloroso saluto, e nel momento in cui anche l’ultimo studente varcò la soglia dell’aula, ecco che il docente esibì un sorriso sincero e delicato, relazionandosi con i propri studentelli e mandandogli dei bacini nell’aria man mano che prendevano posto, a dimostrazione del bene che provava per loro. “Buon pomeriggio, piccoli tortini di frutti di bosco. Avete mangiato bene? Vi siete riempiti? Che altrimenti vi sciupate, e riceviamo le lettere furenti dalle vostre famiglie che ci accusano di obbligarvi a cibarvi di pane ed acqua.” Un piccolo esordio scherzoso, seguito da un suo modo molto confidenziale e tranquillo di dialogare con i propri studenti. Amava mettersi sul loro stesso livello, parlando loro in maniera del tutto sincera e spassionata, cercando quasi di ottenere un legame amichevole basato sulla fiducia e sul rispetto, ma soprattutto sul fatto che il professore ci sarebbe sempre stato per loro. “Lo so, lo so che adesso vi lamenterete per quello che dovrò fare, ma sappiate che è necessario! Di conseguenza, compito in classe!” E non appena disse quelle parole, la porta si socchiuse in maniera tale da evitare l’interferenza di eventuali suoni che sarebbero potuti risultare fastidiosi per i ragazzi durante l’esecuzione di quella prova. Un foglio di pergamena scritto con calligrafia molto elegante apparve davanti ai ragazzi, ed era chiaro che consistesse nella prova che il professore aveva preparato per loro. Un sorrisetto delicato si dipinse, come al solito, sulle labbra del docente, il quale si alzò staccando le natiche dalla cattedra, iniziando a girare per la classe e leggendo a voce alta la traccia così da renderla più chiara a tutti.
    “Esercizio 1. Spiega in poche righe il significato di uno solo dei seguenti termini a tua scelta: divinazione induttiva; dimensione ultraterrena; classificazione delle pratiche divinatorie.
    Esercizio 2. Tra le caratteristiche che deve possedere un indovino nell’esecuzione di una pratica di divinazione induttiva, scegline due che ritieni di principale importanza e dai una motivazione soddisfacente alla tua risposta. Argomenta in un breve testo di poche righe e con l’utilizzo di una risposta efficace e chiara.
    Esercizio 3. Vero o Falso?
    1) La divinazione si occupa di indagare unicamente sui piani temporali (passato, presente e futuro) e non su quelli spaziali: V o F.
    2) La dimensione terrena si trova tra la dimensione magica e quella infernale: V o F.
    3) La divinazione intuitiva non si basa sull’interpretazione di segni e/o simboli: V o F.
    4) Colui che pratica la divinazione è definito indovino, vate o divinatore: V o F.”

    Il docente accennò un sorrisino non appena terminò di leggere il compito che aveva assegnato ai ragazzi, continuando a camminare in giro per la classe e passando tra i banchi, prima di dare ufficialmente il via alla prova che stava sottoponendo loro, e dando delle direttive generali per spiegarsi meglio in merito all’esecuzione della stessa. “Sapete quanto io tenga all’ordine e alla pulizia del foglio, sapete anche quanto io tenga ad un’esposizione corretta, efficace e diretta, ma non per questo poco argomentata. Sappiate anche che l’esercizio con il maggior valore è il secondo, seguito poi dal primo ed infine dal vero o falso che è quello che ha meno peso. Buon lavoro, sono sicuro che riuscirete ad eseguire un buon compito perché ne avete totalmente le capacità ed i mezzi! Tra mezz’ora ritiro.” E poi avrebbe continuato a girare tra i banchi controllando gli alunni in maniera molto professionale, gettando ogni tanto un’occhiata qua e là sui loro fogli per vedere quel che stessero scrivendo.
    RevelioGDR


    Benvenutissimi a questa lezione di divinazione! Ci terremo compagnia per tutto il mese, e vi proporrò delle attività che spero possano essere per voi interessanti! Avrete anche delle scadenze abbastanza lunghe!
    Intanto iniziamo con questo breve compitino che vi ha assegnato Andrè! Non servono risposte eccessivamente lunghe al compito, va benissimo anche qualche frase breve ma efficace per i primi due esercizi, mentre per il terzo si tratta di un semplice Vero o Falso. Tutte le informazioni necessarie per completare il vostro lavoro le troverete nel Manuale di Divinazione. (Il manuale al momento contiene giusto le informazioni essenziali per la lezione, in futuro verrà aggiunto con tutte le informazioni sulla materia per completarlo.)

    Beh, se avete domande scrivetemi pure in privato o in chat su Telegram! Buon lavoro, vi voglio tanto tanto bene.
    SCADENZA: 10/04/2020 alle 23:59.
     
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    Lucas Jughead Jones
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    Da quando Lucas aveva saputo la verità su quel gruppo di bulletti che aveva accerchiato Emma, non riusciva più a star tranquillo. Non aveva ben chiaro ancora l'interesse che provava per la ragazzina, ma non la lasciava sola un secondo.
    Anche quella mattina aveva aspettato fuori dalla sua stanza, per accompagnarla a fare colazione, a lezione e --- oddio, solo riflettendoci, stava frequentando le lezioni, grazie a quella biondina. Che disastro!
    Ora era ad aspettarla fuori dalla Sala Grande, doveva avevano pranzato. Poi lui era andato al bagno e lì non poteva di certo portarsela dietro, però aveva fatto il possibile per fare presto.
    Quindi era ritornato lì, dopo averla avvisata che sarebbe tornato e che doveva aspettarlo lì.
    Beh, a tornare era tornato, si era affacciato appena per vedere Emma cosa stesse facendo e sorrise a vederla parlare con la sua compagna di stanza.
    Sospirò, riappoggiandosi al muro con un piede.
    Passarono altri cinque minuti, a lui non interessava arrivare a lezione prima, anzi, non gli interessava proprio arrivare a lezione, ma Emma ci teneva alla sua media e questo voleva dire sacrificarsi. Che poi... non è che per le conoscenze si fosse mai sacrificato, ma vabbè.
    Tuttavia, quando si affacciò di nuovo, qualcosa gli fece storcere il naso, facendolo staccare dal muro.
    Dall'altra parte della sala, verso il tavolo dei Black Opal, qualcuno la stava indicando deridendola. Il solito. Federick fece segno ad un amico di osservare, ma cosa?
    Lucas portò le glaciali verso Emma, ma stava ancora parlando con la sua compagna, quindi ... tornò di scatto verso Federick con lo sguardo e lo vide ravvivarsi i capelli, per poi avviarsi verso Emma.
    «Stronzo.» digrignò i denti, fissando su di lui le iridi e affrettando il passo cercando di arrivare da Emma prima di lui. Gli tagliò la strada per un soffio, quindi puntò le glaciali sul suo viso quasi come se volesse ringhiare. Mentre posò una mano sulla spalla di Emma «Ehi, dobbiamo andare. Prenderanno i posti migliori.» sorrise cordiale alla compagna con cui stava parlando Emma, che arrossì appena a quel suo intervento.
    Quando Emma sarebbe stata pronta si avviò con lei verso la stanza di divinazione «Quel Federick. Penso che prima o poi smetterà di sorridere con i propri denti...» disse, provando a prendere la borsa della ragazzina «Dai qua, che è pesante...» le sorrise dolcemente «Io non vi capisco... perché portate tutti questi libri dietro?» perché gli altri studiano, sarebbe stata la risposta più sensata, ma vabbè.
    Appena arrivati alla porta dell'aula, fece segno con la mano a Emma di entrare prima e avrebbe scelto lei il posto, lui si sarebbe solo adeguato alla sua scelta.
    Quando il docente lanciò bacini, Lucas sgranò gli occhi cercando di trattenere le risate, poi... tortini di frutti di bosco? Oh, no! Adesso aveva di nuovo fame.
    Il suo stomaco brontolò: Lucas e la fame erano qualcosa di ingestibile, ma che poi... dove li metteva quei dolci, ancora non lo sappiamo. «Prof, adesso che ha nominato i tortini ai frutti di bosco, mi è tornata fame!» gli sorrise, con quel tono caldo, mentre con la coda dell'occhio guardò Emma, sollevando appena le sopracciglia. Quel docente gli piaceva, aveva una stravaganza assurda, ma allo stesso tempo riusciva ad arrivare al cuore di tutti.
    Quando arrivò il foglio «Un altro test? Owww... ma oggi tutti questi test mi faranno venire sempre più fame, non è colpa mia.» si lamentò appena, facendo cadere la testa sulla pergamena.
    Sospirò, quindi provò a guardare le domande, giocando un po' con la penna tra i polpastrelli.
    «Divinazione induttiva: interpretazione di segni o eventi oggettivi che l'indovino ha a disposizione.» lo scrisse poco convinto, ma ci provò. Passò alla seconda, ma prima si calò a sussurrare un qualcosa ad Emma «Ehi stellina, se faccio il bravo a lezione, cosa ci guadagno?» le sorrise di sbiego, quindi riprese a scrivere «Conoscenza della pratica divinatoria: un indovino che non conosce come "divinare", difficilmente potrà essere utile con le sue deduzioni e la lettura dei suoi simboli. Conoscenza dei simboli più ricorrenti: se non conosce i simboli, non può interpretarli. E questo sarebbe davvero poco carino, da parte sua.» mancava poco e aveva finito, quindi proseguì «Falso. Falso. Vero. Falso.» cercò di rispondere a tutte le domande, nonostante le perplessità che aveva. Beh, sicuramente qualcosa la ricordava, dai.
    Si stiracchiò sulla sedia e allargando le braccia sentì le ossa scricchiolare. Poi prese a giocare con una ciocca di capelli di Emma, così senza pensarci. Aspettando che il docente ritirasse i compiti.
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    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Ed anche marzo era passato. Da quando era stato minacciato di essere espulso dalla scuola, Blake, davvero si stava impegnando per rigare dritto. Perchè lo stava facendo? Era chiarissimo a tutti quelli che lo conoscevano: Aaron. Il maggiore si stava davvero impegnando per dargli fiducia, aveva cercato, ancora una volta, di stare dalla sua parte anche quando c'era veramente poco da stare dalla sua parte, aveva chiesto ad Annie di andare a vivere con loro, ed aveva anche messo da parte il suo orgoglio ed aveva chiesto, in qualche maniera, scusa ad Annie. Insomma. Aaron si stava impegnando seriamente per lui e l'unica cosa che voleva era che finisse quella scuola e che non si facesse cacciare. Inoltre aveva capito che tanto alla fine i suoi professori lo adoravano così tanto e lo trattavano, tutti quanti anche se ognuno a modo loro, con i guanti bianchi e quindi, di conseguenza, era stupido mettersi contro delle persone che oggettivamente cercavano veramente di fargli capire quanto valesse. Il fatto era che Blake non si aspettava veramente niente di tutto quello. Aveva fatto i conti con un Lancelot completamente incazzato e si era anche reso conto che era stato veramente stupido a dubitare che lui non era dalla sua parte, e poi aveva scoperto un andrè completamente diverso da quello che lui si figurava. Non era solamente un professore giovane con un bel look ed un bel faccino, era molto di più. Aveva lottato e preso calci in faccia dalla vita ma non si era mai arreso per le cose in cui credeva. La cosa sorprendente, per Blake, fu che tutto quello era riuscito a superarlo con un sorriso senza mai prendere a calci in culo nessuno. No, lui non sarebbe mai stato così diplomatico nella vita, non era certamente nel suo carattere e nella sua indole, ma avrebbe sicuramente continuato a lottare per qualcosa in cui credeva. Inoltre in quei due mesi era successa una cosa assurda, almeno per lui, che riguardava la sua sfera sentimentale. Lo aveva detto una sola volta e anche per rabbia, ma aver confessato i propri sentimenti a Lilith, era sicuamente un passo avanti. Quello era il mese di Samuel Black ed ancora non aveva ricevuto nessuna comunciazione il che lo teneva sulle spine e gli metteva anzia, ma questo non voleva dire che non avrebbe mangiato come faceva di solito, avrebbe guardato male Federik per meditare vendetta ed infine avrebbe guardato il suo Socio con un sorriso. Jesse io vado a lavarmi i denti e ci vediamo in aula! Diede una pacca sulla spalla al suo migliore amico e poi si defilò dalla sala grande. Una cosa importante da ricordare di Blake era che ci teneva moltossimo al suo aspetto ed al suo essere bello, intelligente ed inarrivabile, anche se faceva un sacco di minchiate, lui ci credeva davvero a tutto quello che faceva, quindi mandò un messaggio a Lilith, con scritto che si sarebbero visti davanti all'aula di divinazione e poi andò nei bagni, si sistemò ed andò verso l'aula che lo aveva ospitato per un mese intero. Guardò l'orologio e scosse il capo. Quando vide la riccia arrivare sorrise e l'aspettò. Ehi! Sei in ritardo! Che razza di prefetto sei? Chiese prima di avvicinarsi alle sue labbra, posando la mano appena sopra al sedere, così da darle un mezzo abbraccio e baciarla. Andiamo, davvero LUi stava dicendo a LILITH che era in ritardo? Che forse quella era la prima volta nella vita che lui aveva fatto qualcosa in orario, neanche in anticipo, semplicemente in orario. Entrarono e quando vide Lucas affianco ad Emma sogghignò, lo salutò dandogli una piccola spintarella sulla spalla ed andandosi a sedere al primo banco. Professore buon pomeriggio. Lei ha mangiato? Non lo faceva mai per leccare il sedere ai professori, non era proprio nella sua concezione di cose da fare, ma Blake era uno che se aveva un minimo di simpatia per qualcuno o comunque della confidenza con una determinata persona, gli era difficile fare finta di niente. Aveva vari modi per esprimere i suoi affetti, a Lucas lo spingeva, a Lilith la rimproverava, a Mia la prendeva in giro, con Jessica litigava per qualsiasi cosa, Jesse se lo ritrovava nudo nel letto, e poi doveva reggergli la fronte per vomitare anche l'anima, con Lance distruggeva cose ed urlava, con Brian era pura adulazione e gli dava ragione anche se, effettivamente non era proprio tranquillo, e con Eva, si comportava esattamente come avrebbe fatto con sua madre. Ed adesso c'era anche Andrè. Non sapeva ancora come sarebbe andata avanti la loro conoscenza, ma si era seduto al primo banco solamente a due lezioni, quella di rune antiche e quella di alchimia. I banchi erano singoli, ma seppur distanti, sapeva che se avesse allungto la mano avrebbe toccato il braccio di Lilith, quindi le sorrise. Alzò gli occhi al cielo quando il professore disse che c'era un compito. Aveva avuto modo di spolverare tutto quello che c'era in quell'aula, di pulire, e sopratutto di studiare, Andrè era stato bravo in tutto quello che aveva fatto con il suo alunno ed in un certo qual modo, Blake sentiva che doveva ripagarlo, ecco. Blake aveva un'unico principio ossia quello dell'esclusività e dell'unicità, se perdeva quello era la fine ed in quel momento, doveva mantenere il suo posto di "supremazia" su Andrè, e se l'unico modo per farlo era quello di impegnarsi lo avrebbe fatto. Questo non voleva dire che puntava al voto massimo, quello mai nella vita, era una cosa che lasciava agli altri, ma essendo un "nuovo arrivato" nella sua classifica, bisognava capire come tenerselo. Mente complessa quella del giovane Barnes. Lesse la prima domanda e cominciò a scrivere. La Dimensione infernale è una porzione di spazio situata al di sotto di tutte le dimensioni, ed è comunemente abitata da inferi, demoni e da anime dannate, ossia da spiriti morti in seguito a delle azioni terrificanti e disumane. È la dimensione terribile, quella del caos e della rovina, la dimensione più pericolosa tra tutte oltre che più complessa da affrontare anche a livello di battaglie magiche. Tale dimensione viene utilizzata quando si vuole per comunicare con anime dannate e per avere un contatto con loro, inoltre la si può consultare quando si vuole riportare un'anima dannata sulla terra in vita. Questa dimensione è caratterizzata dalle emozioni più negative, come quella dell’odio, della paura e della tristezza. Seconda domanda, si voltò a guardare Lilith mentre scriveva, prese il suo tappo della penna e glilelo lanciò, si così per darle un attimo fastidio e con la bocca mimò un S E C C H I O N A ! Blake era così, Blake era un rompipalle nato e Lilith oramai avrebbe dovuto accettarlo, forse lo amava anche per quello oltre che perchè avevano passate un sacco di cose. Insomma, chiunque volesse un pasticcino alla crema nella sua vita, doveva stare lontano da Blake, perchè lui non era così e non sarebbe cambiato per nessuno. Tonrò a scrivere. La conoscenza della pratica divinatoria, perchè come ci ha insegnanto il professor Black senza conoscenza non si va da nessuna parte e la Capacità di estraniazione, perchè credo che l'emotività sia un'arma molto potente e che se ci si fa condizionare dalle nostre stesse emozioni... è un casino! Ripeto, il fatto che Blake si stesse impegnando non faceva di lui un ottimo studente! Falso... Vero... Falso Vero... Vero! Aveva cancellato e riscritto una risposta, infondo i test a crocette erano tutta una questione di probabilità e comunque un mese con Andrè non voleva dire che Blake fosse diventato uno studente modello, ci stava di sbagliare qualcosa no? Prof, glielo poggiamo sulla cattedra? Chiese posando la penna sul banco, scrivendo il suo nome sul suo compito e poi cercando Andrè con lo sguardo. A no, non si era preoccupato dei suoi compagni che erano ancora intenti a scrivere, quindi aveva parlato, di fatto, senza altare la mano e con tono di voce normale.
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    LILITH CLARKE
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    «Ehi Ayla, guarda che ti aspetto! Andiamo insieme a lezione!» Alzò la voce, avvicinandosi alla porta del bagno, dove la ragazzina si stava preparando, poi tornò a controllare tutta la sua roba, ed era in perfetto orario. Quando Ayla uscì dal bagno, le porse la borsa e le sorrise «Andiamo! Blake ci aspetta davanti la porta di divinazione!» quindi l'afferrò per una mano e la tirò fuori dalla stanza, sorridendo.
    Mentre a passo svelto si incamminavano verso la stanza della lezione, Lilith si voltò verso la ragazzina «Come ti è sembrata la carne di oggi? Uffa, non mi piaceva per niente, era troppo dura e secca... ma che gli è preso a questi elfi?»
    In lontananza, vide il ragazzo che l'attendeva, poi calò la voce e rise appena, sussurrando poche parole ad Ayla «Vuoi vedere come si arrabbia?» erano ancora abbastanza lontane, quindi fece un occhiolino sereno alla ragazza, quasi a cercare la sua complicità.
    Arrivata da lui, gli diede un finto pizzico sulla spalla, quindi sollevandosi sulle punte ricambiò quel bacio e «Hai ragione, scusa, stavo parlando con Pavel, mi ha chiesto di aiutarlo in Alchimia. Sai, un buon prefetto, fa anche questo. Però, ehi, sono in perfetto orario lo stesso.» sì, era perfida a dar rogne al ragazzo, ma era così bello vederlo preoccuparsi per lei, che quasi non riusciva a smettere.
    Lo seguì dentro, facendo un sorriso divertito ad Ayla, volgendosi verso di lei, come a dirle "Ops".
    Quando arrivò al primo banco, quasi ebbe un brivido. Da quanto tempo! Le vennero gli occhi lucidi «Oh, per Merlino. Il mio posto... non posso crederci.» abbracciò il banco come se non si vedessero da tanto «Non è colpa mia, è stato quel cattivone di Blake che ci ha divisi... ma...» si sollevò e guardò Blake, sollevando un sopracciglio «... da oggi non accadrà più, torneremo sempre al primo banco...» poi si avvicinò a lui, per arrivare al suo orecchio «... se non sarà così, dimenticati i miei "regalini", B.» sapeva sicuramente come tenere il polso duro con quella testa calda. Forse è per questo che la loro relazione, per quanto mentalmente pericolosa, fosse così stabile.
    Fece cenno ad Ayla di sedersi al banco accanto a lei, così da avere Blake affianco e lei a pochi passi.
    Quando finalmente si sedette, sorrise al professore, visibilmente felice che qualcuno li accogliesse così in aula, nel frattempo si accertò che Ayla e Blake avessero preso posto accanto a lei, poi cacciò il suo manuale di Divinazione, lo tenne chiuso e ascoltò le parole del professore. Al tortini di frutti di bosco, non potè trattenere un sorriso «Professore, devo ammettere che oggi la carne che ci hanno rifilato non era molto tenera, a dire il vero. Ma credo che per queste lamentele mi debba rivolgere direttamente alle cucine.» sbuffò appena, quindi, per poi guardare verso Blake. Dai, ci aveva messo una vita a mangiare quella carne, non l'era piaciuta per niente. Sospirò, quindi e continuò a seguire la lezione. Quando arrivò la pergamena, Lilith ebbe un brivido di gioia, finalmente un compito. Da brava secchiona qual era, trovare lì davanti un compito era davvero un toccasana. Lesse la prima traccia e iniziò a scrivere, di getto, come se fosse la cosa che più aspettava.
    CITAZIONE
    «Dimensione ultraterrena - come ben sappiamo la Divinazione non riguarda solo ed esclusivamente i piani temporali, ma anche quelli spaziali. I piani spaziali che conosciamo per quel che concerne la disciplina, sono tre: dimensione ultraterrena, dimensione terrena e dimensione infernale. Di questi, la dimensione ultraterrena è quella porzione di spazio, sopra tutte le altre dimensioni, abitata da fantasmi e spiriti. Se la mettiamo sul piano gerarchico, la dimensione ultraterrena è la dimensione superiore, quella astrale che contiene le informazioni degli spiriti passati. Se possiamo parlare con essi, è proprio grazie a questa dimensione che ci permette di entrare in contatto con loro.
    Quando cerchiamo di ottenere un contatto medianico, la dimensione dove facciamo accesso è proprio quella ultraterrena, così come quando volessimo ascendere astralmente, uscendo dalla nostra forma terrena.»

    Rilesse le frasi che aveva scritto, correggendo qualche virgola e aggiustando qualche parola. Proprio in quel momento, arrivò sulla sua pergamena quel tappo.
    Lilith sapeva da chi arrivava, quindi guardò verso il suo ragazzo e lesse il labbiale.
    Ah, voleva giocare sporco? Prese il tappo e cercando di non dare troppo nell'occhio, lo fece scivolare nella sua camicetta, dove si sarebbe incastrato nel posto giusto, quindi si voltò con aria soddisfatta e tornò a scrivere. Questo sarebbe stato un altro momento che lo avrebbe fatto morire dentro.
    CITAZIONE
    «Un buon vate, altro termine per chiamare l'indovino, a mio parere deve avere due caratteristiche fondamentali: la conoscenza della pratica divinatoria, abbracciandone le modalità di svolgimento, la sua storia e quel che può utilizzare per essa e la capacità di interpretazione chiara. Il vate sa bene che le sue divinazioni non sono fini a se stesse e spesso fungono da ottimo motore per chi le richiede, che sia per una missione o per un futuro prossimo. Quindi è necessario che l'indovino sia capace di dare alla sua interpretazione chiarezza, linearità e coerenza. Oltre che efficacia. Per quanto sia facile vederne sfumature diverse, ad una divinazione induttiva, è giusto preferire quella più coerente e ben strutturata.»

    Ora mancava solo il passaggio finale, il vero o falso.
    CITAZIONE
    «Falso. Indaga sia su quelle temporali che su quelle spaziali.
    Vero. E' la dimensione di mezzo, dove troviamo le creature terresti, che siano essere persone, animali, vegetali, ma anche creature magiche, le emozioni, l'aria e le sensazioni. L'unica dove le sensazioni si possono provare.
    Falso. Si basa su un'intuizione.
    Falso. I termini con cui ci possiamo riferire ad un indovino sono vate o divinante. Divinatore è errore comune.»

    Aveva finito, quindi guardò Blake e sorrise soddisfatta «Professore, se vuole ritiro i compiti della mia fila, così le do un mano.» si propose da brava prefetto qual'era.

     
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    Ayla era ancora in bagno a finire di sistemarsi quando sentì Lilith chiamarla.
    A lezione...? Insieme a Lilith? Arrivare con lei? Quasi le venne un infarto.
    Un attimo solo! Ho quasi finito! Dopo pranzo si era chiusa in bagno per lavarsi i denti ma appena Lilith le disse che la aspettava, rimase chiusa un paio di minuti in più per sistemarsi i capelli.
    Ayla ci teneva ad essere quanto meno presentabile quando avrebbe varcato la soglia dell’aula con Lilith, cosa che riteneva impossibile, ma fece comunque del suo meglio per sistemarsi prima di uscire dal bagno. Lilith la afferrò e la trascinò con sé verso l’aula di Divinazione, dicendole qualcosa sulla carne troppo secca.
    A me è piaciuta. Non mi ha dato particolari problemi. Ho adorato il dessert, però, la red velvet era deliziosa! Che Ayla adorasse i dolci non era più un segreto per nessuno, e non era neanche una ragazza molto schizzinosa, mangiava più o meno di tutto, non faceva mai problemi per il cibo. A dire il vero, Ayla non faceva problemi per nulla, e Lilith questo lo sapeva bene, era stata lei ad aiutarla tempo prima con alcuni bulli della loro casa che lei si era rifiutata di denunciare.
    Spero solo che a cena ci sia il pollo. Preferisco la carne bianca a quella rossa. Concluse prima che arrivassero nei pressi dell’aula. Lilith si mise in testa di scherzare un po’ con Blake e lei la seguì a ruota, cercando di non sembrare divertita, mentre la ragazza si inventava che aveva ritardato per aiutare Pavel con l’Alchimia. Ayla non sapeva neanche chi fosse Pavel, si trattenne dallo scoppiare a ridere e seguì Lilith, sedendosi in prima fila, a pochi passi da lei. Non aveva sperato di sedersi proprio accanto a lei, sapeva che sarebbe stato Blake a farlo, come ad ogni lezione.
    Erano una coppia così carina... Ayla lo aveva sempre pensato, perfetto l’uno per l’altra. Lei avrebbe mai trovato qualcuno...?
    Cosa le passava per la testa?! Non aveva mai pensato a nulla del genere in vita sua, perché ora improvvisamente si faceva quelle domande?! Tornò a concentrarsi sulla lezione, Lilith era lì, non doveva fare brutta figura!


    Compito in classe. Al contrario di molti altri, si illuminò improvvisamente, sorridendo.
    Osservò le domande. Nulla di troppo complicato, poteva farcela, non per niente Divinazione era tra le sue materie preferite, la incuriosiva molto.


    “Esercizio 1. Spiega in poche righe il significato di uno solo dei seguenti termini a tua scelta: divinazione induttiva; dimensione ultraterrena; classificazione delle pratiche divinatorie."
    Ci pensò su per un po', poi iniziò a scrivere.
    Dimensione Ultraterrena: La dimensione ultraterrena è una delle tre dimensioni dello spazio nei quali la divinazione può "indagare", cioè dimensione ultraterrena, terrena e infernale. In questo caso si tratta della dimensione astrale, quella superiore, abitata dai fantasmi e dagli spiriti passati. E' la dimensiona a cui ci connettiamo tramite la divinazione per comunicare con questi spiriti o quando necessitiamo di ascendere astralmente.
    Rilesse la risposta, le sembrava ok: breve e concisa.
    Passò alla seconda domanda: "Esercizio 2. Tra le caratteristiche che deve possedere un indovino nell’esecuzione di una pratica di divinazione induttiva, scegline due che ritieni di principale importanza e dai una motivazione soddisfacente alla tua risposta. Argomenta in un breve testo di poche righe e con l’utilizzo di una risposta efficace e chiara."
    Si morse il labbro, pensierosa, sapendo bene che era la domanda che valeva più punti. Ci pensò a lungo e infine scrisse:
    A mio parere, un buon indovino, per svolgere una pratica di divinazione induttiva, deve possedere per prima cosa la Conoscenza della pratica divinatoria, poiché ritengo che la teoria e la conoscenzia siano fondamentali in ogni materia per poter svolgere al meglio e senza errori la pratica. Ritengo altrettanto importante, per un indovino,la Capacità di Estraniazione per poter svolgere previsioni più corrette e chiare possibile, senza lasciarsi coinvolgere emotivamente, poiché questo è ciò che lo rende professionale e, quindi, degno di essere definito un vero indovino.
    Rilesse un paio di volte quest'ultima risposta, piuttosto soddisfatta, e passò quindi al "vero o falso".
    "1) La divinazione si occupa di indagare unicamente sui piani temporali (passato, presente e futuro) e non su quelli spaziali: F"
    "2) La dimensione terrena si trova tra la dimensione magica e quella infernale".
    Su questa seconda domanda si concentrò qualche istante in più. Era per caso una domanda trabocchetto? Non si ricordava che la dimensione ultraterrena si definisse anche "magica". Decise di rispondere segnando una crocetta sulla "F". Se era una domanda a trabocchetto, non intendeva cascarci.
    Passò alla terza: "3) La divinazione intuitiva non si basa sull’interpretazione di segni e/o simboli: F"
    "4) Colui che pratica la divinazione è definito indovino, vate o divinatore: F.”
    Controllò che il foglio fosse ben pulito e in ordine e sorrise soddisfatta, consegnando il foglio.
     
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    Jessica Whitemore | Black Opal
    Guardò il suo piatto per qualche secondo, prima di spingerlo lontano con la mano destra. Quel giorno proprio non aveva fame. Si girò verso la sua migliore amica, seduta accanto a lei, e le sorrise. Ehi, fra poco dobbiamo andare a lezione di Divinazione. Chissà cosa ci farà fare oggi il professore, le sue lezioni sono sempre così interessanti! Esclamò, prendendo un sorso di qualsiasi cosa ci fosse all'interno del bicchiere. Probabilmente avrebbe saputo replicare a memoria il manuale della materia, da quanto lo aveva studiato. Purtroppo Jess non accettava i voti bassi -da leggersi: sotto la E- e quindi aveva deciso che doveva darsi una regolata, insomma, avevano gli esami quell'anno; non poteva permettersi di arrivarci con una media bassa. Si girò, guardando negli occhi Gyll. Oggi ci mettiamo nei primi banchi o al massimo in seconda fila, eh? Non voglio perdermi nemmeno una parola della spiegazione. Su quel punto non transigeva, era parecchio decisa e Gyll avrebbe dovuto accettarlo, oppure semplicemente sedersi da un'altra parte. Ad ogni modo, addolcì lo sguardo e le sorrise. Voleva davvero bene alla sua migliore amica e sperava che, comunque, si sarebbe seduta accanto a lei. Dai, andiamo... vorrei passare un attimo in sala comune, prima di andare, spero non ti dispiaccia.
    Si alzò scavalcando la panca e, seguita dall'amica, si diresse verso le scalinate che le avrebbero portate alla loro sala comune. Magari ad Alex farebbe anche piacere vederti prima di andare le disse lei, con un sorrisetto. E in men che non si dica, erano davanti all'entrata della sala comune dei Black Opal. Entrarono e Jess si diresse subito in dormitorio per prendere i libri necessari a quella lezione e un quaderno per gli appunti. Ciao, piccolino disse, rivolta ad Alex. Purtroppo non sono qui per restare, ci penseranno gli elfi a te. Pronunciò quelle parole con voce leggermente triste. Non guardarmi così, io ti porterei anche, tanto secondo me al prof non dispiacerebbe, ma poi ti annoieresti. Sì, stava impazzendo come Gyll. Credeva davvero che un bambino di nove mesi capisse tutto quel discorso? Gli carezzò la guancia e gli sorrise, andando al proprio letto e buttando dentro allo zaino tutto il necessario. Possiamo andare! Esclamò, in direzione della ragazzina. Lanciò un ultimo sguardo al figlio e tornò in corridoio, imboccando la strada che le avrebbe portate all'aula giusta.
    Una volta arrivate, la corvina sospirò. Quell'aula la affascinava abbastanza; era bella spaziosa e ordinata. Ed era un piacere per gli occhi vedere tutti quegli strumenti ben riposti sugli scaffali. Praticamente niente era fuori posto e ciò recava una certa soddisfazione, a dire il vero. (L'ocd ringrazia). Un'altra nota positiva di quella stanza era la splendida luce che entrava dalle vetrate, scaldando delicatamente con i suoi raggi, chi vi si avvicinava. Buongiorno prof! Come sta?esordì, avvicinandosi alla cattedra e sorridendogli. Posò le mani su di essa, puntando le sue iridi scure su quelle di lui. Dopo la lezione dovrei chiederle una cosa continuò, con un piccolo ghigno. Ciò che voleva chiedergli, era meglio farlo quando l'aula era vuota, non voleva sentissero orecchie indiscrete, perché in caso fosse successo... beh, si sarebbe presa una punizione con i fiocchi. Detto ciò, si girò e andò al primo banco disponibile che fosse in prima fila, solo allora si accorse che a lezione erano già presenti Lilith, Blake e Ayla. Scusami un attimo si rivolse così a Gyll, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso gli amici. Lil! Blake! Ciao! Si avvicinò alla riccia per abbracciarla, le diede un bacio sulla guancia e sorrise al suo migliore amico. Salutò con un cenno ed un sorriso anche Ayla. Aveva sentito sprazzi di conversazione, dirigendosi da loro, e non aveva potuto fare a meno di ridacchiare. Dopo aver salutato a dovere gli amici, tornò poco più in là da Gyll. Eccomi!. Solo allora si accorse della presenza di Lucas, poco più in là, con una biondina che non ricordava troppo bene. Strinse leggermente i pugni sul banco, ma poi si voltò altrove. Non era gelosa, quello no, non provava nulla nei suoi confronti -oltre all'affetto- ma le dispiaceva perché non parlavano da un bel po', e appunto gli voleva bene e quella situazione non le piaceva; prima o poi avrebbe dovuto chiarire. Quindi prese un pezzettino di carta da dentro lo zaino e scrisse velocemente un messaggio.
    Possiamo vederci alla fine delle lezioni in Sala Grande? Ti prego, vorrei parlarti.
    Lo appallottolò e lo lanciò sul banco del moro. Probabilmente Daniele non sarebbe stato troppo d'accordo a saperlo, ma la ragazzina voleva mettere la parola fine a quella storia e sperava sinceramente rimanessero amici. Sperò leggesse il bigliettino e si girò avanti.
    Guardò i fogli sopra il banco e il calamaio. Compito in classe, eh? Bello! Sì, si sentiva abbastanza sicura, dato che aveva letto il manuale almeno cinquecento volte, quindi sperava di fare un buon compito. Piccoli tortini ai frutti di bosco? rifletté, ridacchiando. Si evinceva facilmente quanto André fosse un tipo stravagante... e forse era anche per questo che lo apprezzava molto; sia come persona che come insegnante. In realtà non troppo, lei? Ha mangiato bene? chiese, rigirando la domanda sistemandosi comodamente sulla sedia.
    Osservò ancora il foglio, pronta a rispondere a qualsiasi domanda fosse proposta, in modo più esaustivo possibile. Quando un foglio apparve, lo guardò con attenzione. Mi piacciono i compiti in classe, se penso di sapere le cose sussurrò ridacchiando.
    Lo ascoltò leggere e poi prese la piuma, pronta a svolgere il compito.
    Credo che spiegherò la classificazione delle pratiche divinatorie pensò, iniziando a scrivere in bella calligrafia, un po' come richiesto dal professore.
    1. Classificazione delle pratiche divinatorie
    Una prima classificazione la possiamo fare in base alla natura della divinazione, che può essere di due tipi. Induttiva, ovvero in caso in cui si basi su segni o simboli che si hanno a disposizione, oppure Intuitiva, quando è basata su una percezione o, appunto, un'intuizione che l'indovino ha e che è a seconda delle sue capacità divinatorie e alle sue doti naturali. Un esempio di questa pratica può essere la Tasseomanzia, ovvero la lettura delle foglie di té e si basa sull'interpretazione delle figure presenti sul fondo della tazzina. La visualizzazione invece è Induttiva, poiché non c'è nulla da interpretare, bensì si basa sull'oggettività degli eventi.
    Tuttavia, a questa classificazione vi si associa un'altra suddivisione. Le branche divinatorie vengono, quindi, suddivise in:
    Naturali: quando l'analisi concerne elementi presenti nell'ambiente e non dettata da influenze dell'indovino;
    Artificiali: quando l'analisi verte su un qualcosa costruito dall'indovino;
    Occasionali:
    quando vengono interpretati accadimenti dovuti prettamente al caso.
    Altri hanno provato a dare loro classificazioni, come Julian Jayners, tuttavia queste sono le uniche due ufficiali.

    Si fermò un attimo. Lo aveva detto che aveva letto almeno cinquecento volte il manuale, no? Avrebbe potuto riscrivere pari pari parola per parola, ma non le sembrava il caso! Voleva metterci anche un po' di suo. Ad ogni modo avevano solo mezz'ora, perciò passò al quesito successivo.
    2. Caratteristiche più importanti per l'indovino
    -Conoscenza della pratica divinatoria: ovviamente l'indovino deve sapere quello che fa, deve conoscere quali ripercussioni avrà in ambito storico e anche quale metodo utilizzare. Come in qualsiasi altra pratica, avere conoscenze sufficienti su quello che si fa, è essenziale o il rischio di commettere errori piuttosto rilevanti, è alta;
    -Capacità di estraniazione: deve essere in grado di distaccarsi dalla persona alla quale esegue la previsione o di non lasciarsi autosuggestionare in caso la stia svolgendo su se stesso, quindi è indicato svolgere un processo di liberazione della mente. Un concetto simile fu trattato anche in psicologia, studiata da Freud, chiamato controtransfert; non è esattamente la stessa cosa, tuttavia anche in quel caso, il terapista -che in questo caso è l'indovino- deve fare un viaggio interiore e liberarsi da qualsiasi altro pensiero per concentrarsi solo sul suo obiettivo.

    Mise il punto anche a questo secondo esercizio. L'ultima aggiunta l'aveva sentito dallo zio che lavorava in quell'ambito. (Sebbene non avesse ancora capito cosa facesse). Quindi le parlava spesso, quand'era a casa, di tutti quei vari meccanismi... e la corvina voleva provare ad aggiungere qualcosa di suo, qualcosa che non si trovasse nel manuale.
    Passò quindi al terzo esercizio, quello apparentemente più veloce.
    3. Vero o falso.
    1)Falso. Indaga sì su passato, presente e futuro -ovvero le dimensioni temporali- ma non solo, anche in quelle spaziali, ovvero la dimensione terrena, ultraterrena e infernale;
    2)Vero. È esattamente posizionata tra le due e, quindi, è quella più soggetta ad influssi magici ed è abitata da creature terresti e solo qui si possono provare emozioni sia negative che positive.
    3)Falso. Si basa esattamente su una propria interpretazione di simboli. È una percezione che l'indovino ha attraverso propria capacità divinatoria e le proprie doti naturali.
    4)Falso. Può assumere il nome di Indovino, Divinante o Vate. Divinatore è un errore che si fa piuttosto spesso, tuttavia è assolutamente sbagliato.

    Mise giù la piuma. Era piuttosto soddisfatta del suo compito e sperava che lo sarebbe stato anche il professore. Aveva voluto giustificare i vero o falso perché... beh, perché aveva sempre fatto così! Le sembrava di dare completezza al suo lavoro. Io ho finito! Esclamò, felice, per poi guardare Gyll. Credi ti sia andata bene? le chiese, con un sorriso.
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    Si stava davvero sforzando per mantenere una certa integrità, stava provando con tutta sé stessa a rimanere tranquilla, concentrata e razionale. Malgrado tutto quello che le stava accadendo attorno, l’ultima cosa che voleva fare era perdere il contatto con la realtà, e si stava focalizzando su una cosa soltanto: lo studio. Era amareggiata, stanca e distratta, riusciva a malapena a mantenere la concentrazione eppure si stava imponendo disciplina, la stessa che avrebbe dovuto mantenere dal suo ingresso ad Hidenstone e che invece aveva perso dietro a…ragazzi! Per di più ad un ragazzo come Cameron Cohen! Si era resa conto troppo tardi di quanto avesse cominciato a tenerci, di quanto fosse stata sciocca a credere alle sue frottole e lasciare che la trattasse bene, che le portasse la cioccolata o si preoccupasse per lei. Più cercava di evitare di pensarci, più ricordava frammenti passati assieme, prima fra tutte la notte nella Stanza della Necessità: gli aveva mostrato un luogo privato e intimo quella notte, si era aperta con lui almeno un po’, e ora veniva a sapere che era tutto un gioco, tutto quanto uno stupido gioco per vincere una stupida scommessa col ragazzo che aveva abusato di lei anni prima.
    Strinse i pugni con forza, ferendosi i palmi mentre si sforzava di mantenere la calma e si fiondava fuori dalla Sala Comune a passo di marcia. Vide fin troppo bene una figura famigliare, i capelli castani vagamente spettinati, che cercava di raggiungerla ma velocizzò il passo arrivando quasi a correre pur di entrare in classe e trovare un posto lontano da lui e lontano da qualunque pensiero potesse distrarla. Non aveva più smesso di darsi della stupida da quando aveva scoperto ogni cosa: si era concessa troppe distrazioni, lei che avrebbe dovuto pensare unicamente alla scuola si era addirittura concessa di legare con qualcuno come Cameron Cohen, meritava tutto quello che stava passando per aver commesso un errore del genere. In una situazione normale sarebbe stata più che contenta di partecipare ad una lezione di Divinazione, quella materia insieme ad Astronomia era una di quelle che l’avevano più affascinata anche prima di mettere piede ad Hidenstone, solo che quello non era un periodo in cui riusciva ad essere entusiasta per qualcosa.
    A tratti si sentiva apatica, distaccata da ogni cosa, e quella sensazione la spaventava: non l’aveva mai provata prima, non così intensamente almeno. Aveva provato rabbia, certo, terrore anche, ma l’apatia era qualcosa che non le apparteneva, non sapeva come gestirla e, per quanto fosse uno strumento di difesa, era qualcosa che le stava facendo più male che bene. Si fiondò dentro l’aula, con tutta l’intenzione di raggiungere la prima fila, dove Cameron difficilmente si sarebbe avventurato, guadagnarsi un posto, seguire la lezione e poi dileguarsi non appena fosse finita. Adorava il Professore De Long-Prée, era sempre gentile e disponibile, una persona adorabile, ma quella mattina lo salutò a stento con un leggero “Buongiorno” e si accorse solo una volta seduta di come erano disposti i banchi. Non provò nemmeno la solita agitazione quando intuì che avrebbero svolto un compito in classe, rivolse un’occhiata verso Jessica e provò ad accennare un sorriso tirato, lanciò un'occhiata a Blake e un vago cenno di saluto ma non si spinse oltre. Studiare era l’unica cosa su cui si stava concedendo di focalizzarsi, ma era comunque piuttosto difficile visto il suo pessimo umore.
    Ascoltò il discorso del Prof e anche se dubitava si aspettasse una vera risposta, realizzò solo in quel momento di non aver praticamente toccato il proprio piatto, troppo persa nei suoi pensieri. Ad ogni modo era troppo tardi per rimediare e non sarebbe successo nulla per un pasto saltato. Si concentrò piuttosto su ciò che era scritto sulla pergamena che era apparsa sul banco e non appena fu dato inizio al compito si gettò a capofitto sulla prova, cerando di cancellare ogni distrazione e concentrarsi unicamente sul portare a termine il compito.
    Cominciò quindi a scrivere, nella sua solita calligrafia ordinata e minuta. “1. Dimensione ultraterrena: così come nella divinazione è possibile accedere ed indagare i piani temporali, un divinante esperto riesce a fare lo stesso anche con i piani spaziali. Questi ultimi si dividono in dimensione ultraterrena, dimensione terrena e dimensione infernale. La dimensione ultraterrena è quella parte di spazio che si trova al di sopra delle altre dimensioni, popolata da spiriti e fantasmi, anche detta dimensione astrale. E’ qui che possiamo trovare tutto ciò che si può conoscere circa gli spiriti passati, ed è sempre in questa dimensione che possiamo entrare in contatto con loro, per tanto è questo lo spazio che si cerca di raggiungere se si vuole avere un contatto medianico o si ha necessità di staccarsi dalla propria forma materiale e ascendere astralmente.
    2. Sono diverse le caratteristiche che un indovino deve possedere, personalmente ritengo che le più importanti sia la capacità di estraniazione e la conoscenza profonda della pratica divinatoria. La prima è fondamentale perché spesso le emozioni finiscono per trarci in inganno, influenzano le nostre azioni e di conseguenza hanno un peso notevole su come portiamo a termine i nostri compiti. Se il vate non fosse abbastanza abile da distaccarsi dal proprio consultante o anche da sé stesso, nel caso l’azione divinatoria fosse auto-riferita, potrebbe incorrere in problemi non solo di interpretazione ma anche di esecuzione, fallendo il processo e non ottenendo nulla di effettivamente utile. Siccome non è sempre possibile arrivare ad una lettura con la mente vuota e pronta a focalizzarsi, trovo fondamentale per il divinante possedere la capacità di erigere un muro tra sé e ciò che accade all’esterno, in modo da riuscire a non farsi toccare dalle emozioni e avere sempre una visione lucida e chiara.”
    - e sì, anche Mia avrebbe voluto tanto esserne in grado- ” Oltre a ciò, è molto importante che il vate conosca a menadito la pratica divinatoria: penso che la conoscenza, in generale, sia la chiave fondamentale per riuscire nei propri intenti, e non riuscirei mai a fidarmi di qualcuno che non sa che cosa stia facendo. La divinazione può essere un processo delicato, non sempre i metodi da eseguire sono gli stessi e penso che un buon vate sia colui che ha una perfetta padronanza della materia , di tutte le conseguenze positive e negative che una lettura può avere, sia a livello pratico che psicologico. Non credo che un buon divinante meriti questo titolo se non è consapevole di ogni ripercussione, storica o meno che sia, che questa pratica porta con sé.” finita la seconda domanda si concesse un attimo di pausa, solo qualche istante prima di focalizzarsi sull’ultima parte.
    Ebbe qualche tentennamento questa volta, più che altro si soffermò a ragionare per qualche istante prima di decidersi a scrivere la sua risposta definitiva.
    1) “Falso. La divinazione permette sì di indagare presente, passato e futuro ma permette anche di indagare i piani spaziali (dimensione ultraterrena, terrena e infernale) per chi è abbastanza abile.
    2) Falso. E’ tra la dimensione ultraterrena e quella infernale, trovo che definire la dimensione ultraterrena “magica” possa essere un’imprecisione: la dimensione terrena, di fatto, è permeata di magia, mentre quella ultraterrena è popolata da fantasmi e spiriti.
    3) Vero. A differenza della divinazione induttiva non si basa sull’interpretazione di simboli ma su un’intuizione del vate, una percezione che sovviene all’indovino grazie alla sua capacità divinatoria.
    4) Falso. Nonostante sia credenza comune, il termine “divinatore” è erroneo, è corretto invece il termine “divinante”. “

    Terminò quindi il suo compito e alzò la mano per attirare l’attenzione del docente. “ Ho finito. “ ammise con un tono pacato, non troppo alto per non disturbare i compagni, e se le fosse stato accordato il permesso avrebbe portato il compito alla cattedra e lo avrebbe riposto con cura su quello dei compagni.

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    Adamas Vesper
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    Il pranzo di Adamas era stato, se possibile, ancora più frugale del solito; si era limitato a mangiare un poco di verdura, e una mela.
    Dal fatidico allenamento con Jesse, aveva avuto lo stomaco chiuso; certo, si era alleggerito di un peso, ma allo stesso tempo l’aspettativa e la speranza erano aumentate. Continuava a rimuginare su quella conversazione, e pensare quale fosse la mossa migliore.
    ‘Divinazione - siamo di nuovo col secondo anno… bene, altro disagio!’: non era ancora certo di come comportarsi quando incrociava il Black Opal. Cercava di essere il più amichevole possibile, mantenendo un atteggiamento il più possibile innocuo nei confronti di Jesse, ma non sembrava così facile come appariva sulla carta.
    “Buongiorno, professore…”; quello fu l’unico contributo alla conversazione, prima di sedersi a un banco a caso. Non era propriamente desideroso di lunghe conversazioni, ma fece un cenno di saluto diretto a Blake (‘Chissà se sa qualcosa di ciò che è successo… spero solo non abbia voglia di parlare - o di picchiarmi’) e a Jessica, giusto per non essere completamente scortese. Ascoltò distrattamente le chiacchiere sul cibo; per quanto lo riguardava, la mela era stata deliziosa, e la verdura… beh, era come la verdura doveva essere: sana, rinfrescante, e un poco insipida. Nulla di rilevante da rivelare.
    ‘Oh, grazie Atena - se c’è un compito in classe, non devo preoccuparmi di interagire con qualcuno!’
    Sorridendo flebilmente a quella che per molti altri studenti era una vera e propria disgrazia, seguì il docente nella spiegazione della traccia. Non sembrava essere un test eccessivamente complicato - ma occorreva comunque cercare di concentrarsi il più possibile, e non pensare a…
    “Esercizio 1.
    Le pratiche divinatorie possono innanzitutto essere classificate in induttive o intuitive; le prima sono basate sulla lettura di segni e simboli (esempi sono l’aeromanzia o la lettura delle Rune), mentre le seconde si basano sull'abilità di percezione dell’indovino stesso (ad esempio nel caso dei riti sciamanici, o nelle sedute spiritiche).
    Possiamo poi classificare le pratiche divinatorie tenendo conto della natura del mezzo per cui si compie la divinazione in:
    -artificiali: se si analizzano segni e simboli creati dal veggente (es. Rune);
    -naturali: se segni e simboli derivano dal Creato (es. aeromanzia);
    -occasionali: se si predice la sorte mediante eventi casuali.”

    Sotto certi aspetti, Divinazione era una materia quasi letteraria; quel discorso gli riportava alla mente la poesia “Corrispondenze” di Baudelaire… chissà che non fosse anche lui un mago, e un indovino?
    “Esercizio 2.
    Tra le caratteristiche necessarie al veggente per le pratiche induttive vi sono la conoscenza dei simboli più ricorrenti e la capacità di estraniazione.
    Per quanto riguarda la prima, occorre che si conosca il significato dietro alcuni simboli che appaiono con maggiore frequenza, per così dire “base”, che possono avere un’interpretazione più larga e quindi fornire da guida per la lettura degli altri. Come un qualunque professionista che bene deve conoscere i “ferri del mestiere”, così anche l’indovino necessita di studiare tali strumenti, che nel suo caso saranno segni e simboli.
    Per capacità di estraniazione si intende invece il distacco emotivo necessario al veggente per non empatizzare eccessivamente col soggetto della previsione, e per non incorrere nell’autosuggestione. Per evitare ciò, si consiglia di precedere l’atto divinatorio con opportuni esercizi di meditazione.”

    ‘Ok, le parti più lunghe sono andate…’
    “Esercizio 3.
    F.
    V.
    V.
    V.”

    Finito il compito, rilesse più volte per eventuali correzioni, nell’attesa della scadenza del tempo.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Aveva mangiato tantissimo, toccava la sua pancia accarezzandola, con quel sorrisetto soddisfatto.
    Si voltò verso Jessica e la guardò sbattendo le lunghe ciglia «Je, io non ho studiato... tanto per cambiare. Spero che non faccia un compito in classe...» quella era la preoccupazione maggiore di Gyll, al momento, mentre sobbalzava appena soffocando un dolcissimo ruttino, dentro di sé.
    Quando la condizionale arrivò, Gyll sospirò «Se ci sarà un compito in classe, ai primi banchi non potrò copiare... uffaaaaaaa» doveva assolutamente mettersi in pari con lo studio, o quel primo anno sarebbe stato tragico per lei.
    Annuì, poi accompagnandola verso la Sala Comune e mentre lei si stava occupando dei suoi libri, la mezza-veela si diresse verso il suo bambino preferito (?) «Ehi mostriciattolo, ho mangiato tanto anche oggi. Quando torno dalle lezioni, giochiamo a rincorri i gufi, va bene?» gli toccò il nasino delicatamente, quindi, per poi lasciare spazo alla madre di quel bambino. Dopo tutte quelle smancerie, si avviarono a lezione e si mise proprio dove volev Jessica, senza batter ciglio.
    «Visto? Sono bravissima, ho fatto scegliere a te il posto.» sospirò e poi attese l'inizio, giocando con la matita, muovendola davanti a sé e ridendo appena «Sembra molliccia.» annuì perplessa all'amica poi, che si allontanò. La seguì in tutti i suoi movimenti, quindi quando tornò e si mosse di nuovo, quasi le sembrava una pazza «Jessica? Stai bene? Sembri un procione impazzito.»
    La lezione iniziò e Gyll rise appena venne chiamata tortino ai frutti di bosco «Buonissimi!» esclamò senza pensarci, quindi... la sua eccitazione si spense a quel compito «Oh no.» l'entusiasmo di trovare la pergamena con quelle domande non era lo stesso di Jessica.
    Sbuffò e cercò di metter su qualcosa.
    CITAZIONE
    Dimensione ultraterrena: praticamente, è quella dove viviamo noi. Che sta in mezzo a quella ..... ah no, scusi prof. La dimensione ultraterrena è quella che si trova sopra la nostra. E' quella dove vivono i fantasmi.

    E' importante che l'indovino sappia quel che faccia e che quindi conosca la teoria divinatoria. E poi è anche importante che lui sappia i significati dei simboli, quindi conosca il simbolario, altrimenti potrebbe essere un pasticcio.

    Falso.
    Falso.
    Falso.
    Falso.

    le ultime le aveva messe un po' a caso, quindi guardò Jessica «Io non so quel che ho scritto...»
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    Valentina gettò il romanzo sul comodino a pochi centimetri dalla sua Giara Babilonese. Odiava ammetterlo ma il ricordo di quell'aggressione, per quanto fittizia, aveva continuato a perseguitarla al punto che, durante l'ora del pasto, quando una goccia d'acqua le andò di traverso, le sembrò di nuovo di essere stritolata dalle grottesche mani di Muballit.
    I ragazzi intorno a lei erano scoppiati a ridere in seguito a quella scena ma l'opale riuscì a salvare la sua reputazione persuadendoli che quello fosse solo uno scherzo. La strega era stata smistata nella casa degli ambiziosi. Valentina, conscia della sua brama di potere, aveva capito fin da subito che lo Snaso aveva scelto la casata giusta per lei. Eppure, lo spettro della caduta è più terrificante per chi sogna le stelle e Valentina se ne era accorta costringendosi a non fare parola dei suoi timori con nessuno.
    Aveva cercato di trovare il coraggio per parlarne con qualcuno ma non ne aveva mai avuto occasione. O meglio, non era mai riuscita a farlo. Quando ne aveva modo, la mente della ragazza si svuotava costringendola a parlare di cose stupide come il clima o il sesso degli angeli. Fortunatamente, una lezione di divinazione la stava aspettando e, magari, avrebbe avuto modo di distrarsi un po'. Così, dopo essersi passata spazzolino e filo interdentale, Valentina s'incamminò verso l'aula del professore De Long-Prée.

    La strega attraversò la porta dell'aula provando piacere nell'osservarne l'ordine. Prese una boccata d'aria e salutò il professore con un sorriso per poi distogliere lo sguardo.
    Neanche uno fra gli argomenti che aveva affrontato in quell'accademia, a partire dalle creature di DCAO per finire con lo stesso docente di DCAO, la spaventava quanto la divinazione. Almeno in quel momento, l'idea che il professore potesse percepire la sua paura la faceva sentire debole e ciò, a sua volta, le provocava rabbia.
    "Fortunatamente il prof è un cinnamon roll troppo puro per questo mondo. Non dovrei temerlo. Spero", detto ciò la ragazza prese posto in prima fila. Solo allora si accorse del foglio e del calamaio "È una trappola, ***** ***"
    Senza abbandonare il suo sorriso angelico la ragazza si mise dritta sulla sedia incrociando braccia e le dita in attesa della consegna.
    "La dimensione ultraterrena è una delle tre dimensioni spaziali indagate dalla divinazione. È il loco consultato sia da coloro che vogliono assumere una forma astrale, sia da chi vuole stringere contatti con fantasmi e spiriti. Proprio quest'ultimi costituiscono i suoi abitanti. La sua esistenza potrebbe giustificare la razionalità di questo mondo spiegando perché delle creazioni complesse come l'uomo non vengano annullate in seguito alla morte trovando invece spazio in questo spazio. Viene chiamata anche dimensione astrale." Fu la sua sete di potere, e il rispetto per le autorità competenti del passato, a farle scegliere quell'argomento. L'idea di poter imparare dai grandi maghi del passato la eccitava.
    "La capacità di estraniazione, ovvero l'abilità di indagare senza bias cognitivi, è la prima caratteristiche che deve possedere un indovino nell’esecuzione di una pratica di divinazione induttiva. Alla base della divinazione induttiva vi è l'interpretazione di simboli e di segni. L'interpretazione deve essere oggettiva e se non lo fosse non sarebbe attendibile. L'indovino deve infatti frapporsi fra la nostra realtà e il sommo ente sovrannaturale. Mancando di Capacità di estraniazione l'indovino non sarebbe tale poiché finirebbe per frapporsi fra la nostra realtà e le sue stesse emozioni prima di arrivare al sommo ente sovrannaturale." La strega aveva scelto quella caratteristica proprio in vista della sua avventura a Babilonia. In preda alla rabbia, Valentina aveva suggerito di far esplodere i pericolosi rovi animati della regina. Con questa sua mancanza di estraniazione aveva messo in pericolo la sua stessa squadra in quanto, dalle rose, era fuoriuscito del polline velenoso.
    "La conoscenza della pratica divinatoria, ovvero la conoscenza delle modalità di svolgimento e, sopratutto, delle ripercussioni storiche della pratica divinatoria, è la seconda caratteristica che deve possedere un indovino nell’esecuzione di una pratica di divinazione induttiva. Il ragionamento dietro a questa collocazione è che dietro ad ogni azione vi è un motivo. Riconoscendo la complessità della divinazione è necessario poter valutare le modalità previste e le ripercussioni che potrebbe comportare in modo da valutarne i costi opportunità, ovvero il beneficio derivante dall'eseguire la pratica e il beneficio derivante dal non eseguirla." Questa seconda scelta fu influenzata dal carattere pragmatico della strega. Dietro alla scelta fra il divinare o meno, effettuare un incantesimo o non effettuarlo, Valentina avrebbe sempre cercato di valutarne le modalità e le ripercussioni per trarre il massimo vantaggio.
    "F" La divinazione si occupava anche dei piani spaziali.
    "F" Valentina cominciò a sospettare del prof. Trabocchetti e compiti a sorpresa, il cinnamon roll stava andando a male?
    "V" Le domande con delle negazioni erano le più subdole.
    "F" La ragazza faticò a nascondere la sua delusione nel scoprire quanto quel compito fosse più pericoloso del previsto.
    Completato il tutto, la strega avrebbe atteso il ritiro del compito.

    CITAZIONE
    Narrato
    «Parlato»
    "Pensato"
    "scritto"

    ✕ schema role by psiche
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Durante il pranzo in Sala Grande non poco chiasso proveniva dalla tavolata degli ametrini. Tutti parlavano di recuperi, medie, ansia per gli esami, ma non Erik. Lui era concentrato sull'insalatona mista che riempiva il suo piatto e il dubbio che più lo attanagliava riguardava la salsa con cui poter condire il suo pasto. Poi giunse alle orecchie una domanda di un suo compagno di corso. Da lì a poco sarebbe cominciata la lezione di Divinazione e fu chiesto al prefetto cosa ne pensasse di quella materia.
    Divinazione mi piace perché è una delle poche discipline magiche a non presupporre necessariamente di un bersaglio su cui puntare la bacchetta e, anzi, in un certo senso credo ci insegni a prenderci cura del prossimo, a comunicare notizie buone o brutte senza urtare la sensibilità altrui e poi, dai, De Long-Prée è adorabile. Credo che una volta fuori di qui sarà uno dei docenti che mi mancherà di più. Insomma, Andrè non era severo come Brian, pretenzioso come Samuel, instabile come Claire. Se fossi un docente vorrei essere come lui o Lance!
    Il suo pranzò terminò piuttosto presto, così riuscì a tornar in cameretta e preparare la tracolla con il materiale delle lezioni pomeridiane.
    In Sala Grande il prof sembrava essere di ottimo umore. Si disse mentre raggiungeva l'aula per la lezione, certo di essere ben lontano dal far ritardo. Una volta lì entro senza farsi troppi problemi e alzò la mano destra come segno di saluto. Buon pomeriggio, prof! Si voltò e lo stesso saluto fu rivolto ai ragazzi che erano arrivati prima di lui. La stanza ovale presentava una curiosa disposizione di banchi: distanziati in modo tale da evitare contatti troppo diretti con i suoi compagni e sopra ognuno di essi era riposto un foglio e tutto l'occorrente per scrivere. Questo non promette bene. Si disse, prendendo posto sul banco alla destra di Ayla. Ciao! Se stiamo per far un test in bocca al lupo. Cioè, buona fortuna anche se non ci fosse il compito. Non intendo dire che tu abbia bisogno che io ti dica buona fortuna, ma ci tenevo a dirtelo! Ok, aveva cominciato a straparlare, fortuna che il docente riuscì a zittirlo non appena cominciò a parlare.
    Il modo con cui Andrè si rivolgeva agli studenti era premuroso, a volte forse un po' troppo scherzoso, ma il clima che si instaurava nelle sue lezioni era estremamente piacevole. Certo, ciò era vero prima che annunciasse un compito in classe. ACCIDERBOLINA, E ORA? La porta si socchiuse e le tracce del compito apparvero davanti a loro, seguite dalla lettura del professore mentre passeggiava per i banchi.
    OH, MAMMINA! Non ci credo, sono cose che conosco! Erik non era un grandissimo studioso, tuttavia a lezione era sempre stato un ottimo ascoltatore. Senza perdersi d'animo intinse la punta della piuma nell'inchiostro e cominciò a rispondere alla prima domanda.

    1) La dimensione ultraterrena è una delle tre componenti che costituiscono il piano spaziale che, insieme a quello temporale, delinea l'area su cui agiscono le pratiche divinatorie. Con ultraterrena indichiamo la dimensione collocata sopra quella terrena e infernale. Lì è possibile mettersi in contatto con esseri che non sono più legati ai loro corpi come gli spiriti dei defunti, offrendo all'indovino numerose possibilità: ottenere informazioni comunicando con loro, scoprire se fatti e avvenimenti sono realmente accaduti o se sono solo frutto di una qualche invenzione, trovare le proprie radici o il poter consultare chi non c'è più. Lì è possibile ascendere sul piano astrale, scostandosi dalla vita terrena.

    Rilesse il tutto più volte per assicurarsi se fosse tutto corretto, dopodiché passò al secondo quesito.
    2) Tra le caratteristiche che deve avere un indovino per eseguire una pratica di divinazione induttiva credo siano di vitale importanza la capacità di interpretazione chiara e la capacità di estraniazione. Penso che il senso della prima sia piuttosto logico: se una persona si rivolge a un indovino o se l'indovino stesso ricorre alla divinazione induttiva per ottenere delle informazioni è perché si ha bisogno di qualcosa. In tal senso interpretazioni poco chiare o, peggio, poco coerenti possono mettere in difficoltà chi ha bisogno del consulto. D'altra parte nella divinazione induttiva è possibile offrire più interpretazioni, allorché tocca all'indovino scegliere la più chiara, logica ed efficacie.
    La capacità di estraniazione, invece, è indispensabile per raccontare la previsione così com'è, senza lasciarsi influenzare da sentimenti di gioia, dolore e pietà che possono in qualche modo distorcere l'interpretazione. Ciò però non è un invito ad avere mancanza di tatto, poiché non si può essere sempre certi delle condizioni psico-fisiche di chi richiede un consulto. Verità brutali dette con troppa leggerezza a chi non è pronto possono condurre a gravi conseguenze, non ultime depressione e suicidio. Ragion per cui si richiede all'indovino di non lasciarsi influenzare nel momento della previsione e solo successivamente di far attenzione alle parole per il consulto.


    Si ritrovò a sospirare. Se non altro il peggio è passato. Ora toccava al vero o falso che sulla carta pareva l'esercizio più semplice da affrontare.
    3) Vero o falso. F, F, V, F.
    - La divinazione indaga su vari piani spazio-temporali;
    - La dimensione terrena si trova tra quella ultraterrena e infernale;
    - La divinazione intuitiva si basa su un’intuizione;
    - È divinante, non divinatore.


    Una volta terminato posò la piuma sul banco e spostò lo sguardo verso il docente. Prof, ho finito anche io. Se vuole posso dare una mano alla Clarke per raccogliere i compiti.


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    Emma Lewis | Ametrin
    Emma apprezzava davvero che Lucas avesse preso così a cuore lei e la sua sicurezza, tuttavia... a momenti non poteva nemmeno andare in bagno da sola. Non che le dispiacesse ricevere un po' di attenzioni. Insomma, a chi non piaceva? Quindi fu felice quando, aprendo la porta del dormitorio, se lo trovò là fuori pronto per accompagnarla a colazione, alle lezioni mattutine e poi di nuovo a pranzo. Quel pomeriggio, come prima lezione, avrebbero avuto Divinazione. Ad Emma piaceva quella materia -ma le piaceva ogni singola materia!- e ad ogni lezione si impegnava quanto più possibile per riuscire almeno ad acchiappare una sufficienza, anche se ultimamente riusciva a cavarsela con delle dignitose O che non erano mica male, essendo il secondo voto più alto dopo la E. Non che le sarebbe dispiaciuto prendere E, beninteso.
    A pranzo, probabilmente, si era fatta fuori tre quarti del cibo presenti sulla tavolata ametrina, ma quasi sempre la bionda aveva una fame da lupi, soprattutto dopo un'intensa e fruttuosa mattinata sui libri.
    Il moro solo alla fine del pranzo le aveva dato un po' di respiro, andando al bagno. Così la giovane si era messa a parlare con una sua compagna di stanza, oltre a Mia. Non erano propriamente amiche, ma non le andava di stare tutto il tempo lì impalata ad aspettare che Lucas tornasse, ragion per cui, si era arrangiata come poteva. Ad un certo punto, comunque, sentì una mano sulla spalla e sussultò. Non era abituata a contatti di quel genere da qualcuno che non voleva prendersela con lei, quindi si era già preparata al peggio... ma quando sentì la sua voce, si rassicurò. Si girò verso il moretto e gli sorrise. D'accordo Lulu, andiamo concesse, salutando la sua compagna. Quanta fretta, Lucas. Non pensavo che fossi così interessato alle lezioni lo prese in giro, lasciando che afferrasse la sua borsa. Era troppo carino. Camminarono fianco a fianco in direzione dell'aula, ma quando sentì la sua frase, la biondina rallentò il passo, scurendosi in volto.
    Tu non farai niente, Lucas. Disse seria, puntando i piedi a terra. Promettimelo. Era decisa e non si sarebbe mossa da quel punto a meno che lui non glielo avesse promesso. Solamente allora avrebbe ripreso a camminare affianco a lui fino ad arrivare in classe. Alla sua domanda, sbuffò. Tu che dici? fu la sua replica, mentre entravano in aula. Lo precedette entrando e guardandosi in giro. Adocchiò dei posti niente male in seconda fila dove avrebbe potuto ascoltare ogni cosa che avesse detto il professore. Quindi si sedette e gli fece segno di sedersi accanto a lei, come se non fosse una cosa scontata.
    Da sempre trovava il professor De Long-Prée così dannatamente tenero! Che buoooni i tortini ai frutti di bosco! commentò a mo di saluto nella direzione del prof, salvo poi arrossire per il suo tono non propriamente basso. Rise alla frase di Lucas e scosse la testa... e venne un po' colta alla sprovvista dalla notizia di un compito in classe. Ma ad Emma divinazione piaceva, la studiava con costanza, quindi non avrebbe dovuto avere troppe difficoltà a prendere un voto quantomeno decente.
    Diede una gomitata al moro. Cerca di impegnarti gli sussurrò, prima di prendere la penna e leggere le domande del foglio che era apparso poco prima.
    Cosa avrebbe potuto scegliere di quelle tre opzioni? Ci pensò giusto mezzo secondo per poi decidersi per la spiegazione della Dimensione Ultraterrena.
    1. Dimensione Ultraterrena
    La dimensione ultraterrena è quella situata al di sopra di tutte le altre dimensioni (terrena ed infernale) ed è quella abitata da spiriti e fantasmi. Considerata come la dimensione astrale, quella che ha al suo interno le informazioni su spiriti passati è proprio quella che ci fa entrare in contatto con loro. È proprio quella che si consulta quando si decide di mettersi in contatto con gli spiriti o se si vuole staccarsi dalla propria dimensione terrena.

    Beh, qualcosa aveva scritto, no? Stava per buttarsi a capofitto sulla seconda domanda, quando le arrivò all'orecchio la voce di Lucas. Fare il bravo a lezione è solo il tuo dovere sussurrò in risposta, alzando gli occhi al cielo e sorridendo. E ora lasciami finire il compito!
    2. Caratteristiche principali dell'indovino
    -Conoscenza dei simboli più ricorrenti: l'indovino deve avere una conoscenza almeno dei simboli base, quelli che appaiono più spesso poiché essi possono aiutare per dare un'interpretazione generale di tutto il resto.
    Aveva senso ciò che aveva scritto? Boh, non lo sapeva nemmeno lei.
    -Capacità di interpretazione chiara: beh, parla da sé no? Se fa un'interpretazione confusionaria, chi ci capisce più dopo? Possono essere date più interpretazioni, ma è consigliato usare quella più chiara e coerente.

    Bene, ora vero o falso! Le sembrava la parte più easy.
    3. Vero o Falso
    -Falso, si occupa anche dei piani temporali
    -Falso. Si trova tra la dimensione ultraterrena e quella infernale.
    Forse con "magica" il professore intendeva proprio quella ultraterrena? Boh! Poteva benissimo essere, ma in fondo Emma che cosa ne poteva sapere?
    -Vero. Si basa su percezioni dell'indovino
    -Falso. Si chiama indovino, divinante o vate.

    Finalmente aveva finito!
    Eddai, smettilaaa! esclamò -a voce bassa- in direzione di Lucas. Mi annodi tutti i capelli, poi! Hai idea di quanto io ci metta a sistemarli? chiese, mettendo il broncio, anche se non era realmente arrabbiata.
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    Dark Side of Super Sayan

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    »Ryu Okami [X]
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    Il pranzo del giorno non era stato affatto male, la servitù del castello, per quanto mi costasse lodare dei sudici Elfi Domestici, si era decisamente superata quel dì, guadagnandosi un apprezzamento che raramente avrei donato a qualsiasi piatto non cucinato dallo staff di casa mia; mi sorprese l'abilità di quegli schiavi, simile a quella dei rinomati cuochi della Terra del Sol Levante, ma non era quello il momento di perder tempo, mi attendeva la lezione di Divinazione.
    L'arte di vedere nel futuro, di creare profezie e sapere in anticipo lo svolgersi degli eventi, una capacità in cui a Mahoutokoro eccellevo, beh, come in ogni altra cosa, ma che per quanto ne fossi stato capace, ritenevo solo ed unicamente inutile: il futuro a mio avviso non era una cosa prevedibile, non era un film che potevi vedere senza possibilità di cambiarlo; il futuro era qualcosa che solo le persone con una grande forza di volontà erano in grado di plasmare, e che quindi non poteva esser visto o scrutato con precisione. La Divinazione era solo una gran perdita di tempo.
    Purtroppo però ero costretto a seguir tal sequela di baggianate, motivo per cui mi recai nell'aula della materia, trovando il professor De Long-Prée con i suoi soliti modi infantili ed irritanti, ed anche alcune facce conosciute: Blake, Jessica... e Mia. Santo cielo, Mia. Mi era stato raccontato cosa era accaduto alla festa di Jessica... come mi ero comportato in preda all'ubriachezza più totale, e la vergogna in me, per quella disdicevole situazione accaduta tempo addietro, era ancora presente e prepotente: non riuscivo a guardarla in faccia, tanto era il mio imbarazzo nei suoi confronti, quanto quello verso me stesso, rimproverandomi ancora il fatto di essermi aperto così tanto ed in un modo totalmente sbagliato dinnanzi ad una marea di gente.
    Non parlai con nessuno, visibilmente turbato dalla presenza di Mia nell'aula, motivo per cui mi andai a posizionare in un banco dalla parte opposta della classe, in modo da non doverle essere vicino e minare così il mio rendimento scolastico. Avevo una reputazione da mantenere, accedenti, e non avrei lasciato che finisse come per Alchimia! Dovevo essere il migliore!
    Non ci volle poi molto, che il professore De Long-Prée ci diede un compito in classe, a cui mi dedicai non appena sentite tutte le consegne, Il secondo ha più valore, quindi il primo ed infine il terzo, sussurrai riflettendo a voce, prima di mettermi a scrivere.
    Esercizio 1.
    La Divinazione può agire su più piani Spazio-Temporali: riferendoci al tempo, le tre dimensioni che un divinatore può esplorare sono il Passato, il Presente ed il Futuro, in pratica può visualizzare un punto preciso nel tessuto del tempo stesso; parlando del fattore dello spazio, vi sono, come per il tempo, tre piani che il divinatore può visualizzare: la Dimensione Terrena, dimensione dove risiedono tutti gli esseri viventi, quella in cui ci troviamo attualmente; la Dimensione Infernale, loco al di sotto di ogni altra dimensione, ove risiedono i Demoni, gli Inferi e le Anime Dannate, e con cui si entra in contatto durante gli incanti legati alla Magia Nera ed in particolare ai Patti Faustiani; infine la Dimensione Ultraterrena, che è quella che andremo a prendere in esame.
    In tale piano spaziale, situato al di sopra di ogni altra dimensione, risiedono le entità comunemente denominate come Spiriti e Fantasmi, in cui si può accedere per mezzo di contatti medianici, come ad esempio il Prior Incantatio, nel caso l'ultimo incanto di una bacchetta abbia causato il decesso di qualcuno, o per mezzo dell'ascensione astrale, pratica in cui l'anima si distacca dal corpo, ed è forzata a viaggiare tramite questo piano dell'esistenza.

    Esercizio 2.
    Le caratteristiche principali che un divinatore deve possedere durante la pratica di una Divinazione Induttiva, sono la capacità di estraniazione e di interpretazione chiara: il divinatore deve essere capace di rimanere distaccato da ciò che andrà a vedere, non deve avere connessioni emotive che vadano magari ad inficiare sulla riuscita della visione o predizione, e che non pregiudichino la lettura del significato della stessa.
    Il distaccamento da qualsiasi legame emotivo che la visione potrebbe causare è essenziale, quanto la capacità di identificare un chiaro significato della visione o predizione che si andrà a fare; in tal modo sarà possibile comprendere con precisione ciò che è stato mostrato al divinatore che esegue la pratica, senza che questi ne tragga conclusioni errate o che si faccia prendere dal sentimento dando così un'erronea traduzione che lo possa poi portare in fallo. Un esempio di ciò, può essere ritrovato nella profezia riguardante Harry Potter, seppur non sia stato il divinatore a trarre l'errata conclusione: Voldemort ha conosciuto unicamente parte della profezia, e ciò, unito al suo orgoglio ed alla sua eccessiva sicurezza ed emotività, lo ha portato a sottovalutare la situazione che gli si sarebbe posta dinnanzi, andando però così incontro all'avverarsi della profezia stessa per sua mano.

    Esercizio 3.
    1) F
    2) F
    3) F
    4) V

    Concluso quindi il test lo lasciai sul tavolo, lasciando la penna nel calamaio ed attendendo che venisse ritirato, così da proseguire nella lezione.

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    Cameron Cohen | Dioptase
    Aveva combinato un cazzo di casino. E adesso non aveva la più pallida idea di come rimediarvi. Perché Cameron era così, non era capace di non creare problemi alle persone, così come era avvenuto con Mia. Aveva ferito l'unica persona, come si era reso conto solo troppo tardi, a cui teneva davvero. E tutto per una scommessa del cazzo. Aveva massacrato Mark, quello era certo, seppur non avesse potuto ucciderlo come voleva. Ma quel figlio di puttana aveva detto a Mia della scommessa, quindi la biondina si era giustamente incazzata e sicuramente rimasta davvero male. Ed era da un mese che Cam cercava tutti i possibili pretesti per avvicinarla, ma da un mese lei lo evitava.
    Quel giorno non aveva mangiato per nulla, concentrato sul volto angelico dell'Ametrina, seduta al suo tavolo fin troppo lontana da lui sia con il corpo che con la mente. Avrebbero avuto lezione di Divinazione di lì a poco, ma lui voleva cercare di beccarla prima e parlarle. Doveva. Quando fu ora di andare, Cameron accelerò il passo nella speranza di raggiungerla. Aveva le gambe lunghe, certo, ma questo non bastava, la bionda aveva troppo vantaggio su di lui e quando arrivò in classe, la ragazza era già seduta accanto a Jessica. Per giunta in prima fila. Beh, per quell'ora avrebbe dovuto desistere, ma non si dava per vinto. Quindi estrasse il magifonino ignorando completamente le parole del professore e scrisse un messaggio alla bionda. Ore 22. Osservatorio. Ti prego, dammi la possibilità di parlarti. E inviò. Non si sarebbe mai abbassato a tanto e mettere da parte l'orgoglio era quasi impossibile, ma si era fin troppo reso conto di quanto nei mesi fosse diventata importante per lui e di quanto l'avesse ferita. Sperava solo che ci sarebbe stata. Sentì solo poche parole del professore. E che cazzo, mi servirebbe proprio un dolce adesso fu il suo unico commento a voce non troppo bassa.
    Ma ora doveva concentrarsi sul compito in classe. Non sapeva come avrebbe fatto, ma ci avrebbe provato. Si ripeteva sempre che, nonostante tutto, era un corvonero... e ci sarà un motivo, no?
    Prese la penna e cercò di rispondere alle domande in bella calligrafia, non voleva una T perché il professore non decifrava quanto scritto.
    1. Divinazione Induttiva
    Semplicissimo. La Divinazione induttiva è quella che si basa sull'interpretazione di segni o simboli a disposizione dell'indovino.

    Queste poche righe furono tutte quelle che riuscì a scrivere. Era abbastanza sicuro che fossero giuste, ma non riuscì ad aggiungere altro, era troppo deconcentrato.
    2. Caratteristiche
    -Capacità di identificazione: deve individuare in modo chiaro le figure che si delineano e collegarla l'una all'altra altrimenti sono cazzi
    -Conoscenza della pratica divinatoria: beh ovviamente deve sapere cosa sta facendo, non può andare certo a caso a meno che le abilità da divinatore non le abbia trovate dentro un sacchetto di patatine.

    Non riusciva davvero a concentrarsi, ma per fortuna aveva quasi finito.
    3. Vero o Falso
    Falso
    Falso
    Vero
    Falso


    Ho finito questo stupido compito annunciò, stravaccandosi sulla sedia e lasciando abbandonato il foglio sopra al banco.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Howard H. Van Leeuwen
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    Howard stava vivendo quella giornata nel migliore dei modi: era particolarmente rilassato, non sentiva lo stress delle lezioni, ed era una cosa tipica di quel ragazzo che si preparava sempre alla perfezione per qualsiasi piccolo inconveniente. Passare i pomeriggi sui libri, dopotutto, doveva pur sempre avere un risvolto positivo! Non si poteva solamente sottolineare l’incapacità di Howard di farsi delle amicizie durature, suvvia. Aveva affrontato per bene le lezioni della mattina, e dopo il pranzo sarebbe toccato ad una materia alquanto particolare: Divinazione. Apprezzava il carattere espansivo ed estroverso del docente, ed in qualche modo riusciva anche a stare ben dietro alle sue spiegazioni che avevano sempre qualcosa di particolare che, di volta in volta, le rendevano speciali. Durante il pranzo il docente sembrava di buon umore, motivo che fece tranquillizzare ancor di più Howard, che immediatamente riprese a consumare il proprio pranzo a base di verdure grigliate: era un lungo periodo in cui stava sperimentando un modo per allontanarsi gradualmente dalla carne, ed il suo tentativo era quello di arrivare ad una dieta totalmente vegetariana in piccoli step, così da abituarsi lentamente ad eliminare la carne dalla propria dieta.
    Quel giorno aveva pettinato i capelli davvero poco, difatti i ciuffi andavano un po’ qua ed un po’ là in maniera del tutto disordinata, rendendo il suo aspetto meno ‘composto’ del solito e facendolo apparire particolarmente più birbante e sbarazzino di come appariva solitamente. La mano era sul manico della propria borsa a tracolla di tessuto naturale nero, decorata – come al solito – con una valanga di spillette di ogni tipologia: alcune raffiguravano la propria casata, altre Hidenstone, altre ancora Hogwarts e i Corvonero, e – chiaramente – anche alcune con qualche unicorno, arcobaleno, cupcakes e robe particolarmente stucchevoli, tipiche dell’animo allegro e gioioso di Howie. Raggiunse nell’immediato l’aula della prossima lezione, accennando un sorriso nei confronti del docente che si stava relazionando con la classe, andando poi a salutarlo con il proprio tono di voce particolarmente delicato, tipico di Howard. “Buongiorno, professore.” Educato e posato come sempre, ecco che il ragazzo si diresse immediatamente a prendere posto al primo banco, come di consueto, schiarendosi la voce e tenendo ben chiuse le gambe sotto al proprio banco. Avrebbe mandato qualche saluto qui e lì con la mano e con un cenno della testa, particolarmente verso Emma, Jessica ed Erik che erano gli unici tre con i quali aveva avuto un minimo avvicinamento ed aveva forse iniziato a sviluppare un’amicizia, tolti Blake, Ryu e Cameron con il quale aveva avuto solo un breve confronto amichevole in biblioteca su tematiche varie. Un cenno a tuti loro, così, per mostrare la propria apertura alle conoscenze amichevoli, per poi iniziare ad ascoltare attentamente i discorsi del professore.
    Non era un ragazzo molto espansivo, difatti non rispose alle parole del docente, limitandosi unicamente a sorridere in risposta alle parole del maggiore, rimanendo lievemente perplesso quando sentì parlare di compito in classe. Non se lo aspettava da De Long-Prée, non era un tipo da compiti in classe, ma probabilmente lo aveva fatto per mettere alla prova la loro conoscenze e le loro capacità, no? Non ne aveva alcuna idea, sapeva solo che in quel momento doveva sfoggiare le sue capacità al massimo, come sempre, e doveva consegnare un buon compito che potesse soddisfare il professore sufficientemente.
    “1. Con il termine ‘divinazione induttiva’ si indica quella branca della divinazione che tratta dell’interpretazione di determinati segni o simboli, e dunque è legata alla conoscenza di una determinata arte mantica ed al suo approfondimento, oltre che alla connessione tra i vari simboli. Per divinazione induttiva, dunque, ci si può ad esempio riferire alla tasseomanzia, la pratica divinatoria nella quale si indaga sulla disposizione delle foglie del tè sul fondo di una tazza. Differisce dalla pratica divinatoria che può essere considerata come sua ‘compagna’, la divinazione intuitiva, poiché quest’ultima si basa unicamente sulle percezioni involontarie e subliminali del divinante.” Il tutto con calligrafia particolarmente leggibile ed elegante, rispettando l’ordine e la pulizia del foglio, andando poi a scrivere la seconda risposta. “2. Tra le qualità che ritengo necessarie affinché un divinante possa definirsi come tale, a mio parere c’è bisogno di una conoscenza approfondita della pratica divinatoria, poiché è necessario assolutamente conoscere alla perfezione i metodi di svolgimento e di lettura delle singole pratiche, in maniera tale da non incorrere in errori di interpretazione e da eseguire una coerente e coesa resa di ciò che si prevede. In più, un’altra caratteristica necessaria a mio parere è la capacità di estraniazione, poiché nel caso in cui si dovesse effettuare una lettura su se stessi o su un’altra persona a noi cara, sarebbe assolutamente necessario mantenere il nostro controllo emotivo ed eseguire una lettura quanto più trasparente, precisa ed oggettiva possibile.” E, infine, passò alla parte dei Vero o Falso, andando semplicemente a disegnare le iniziali delle risposte da dare. “F. F. V. F.” Ed ecco che, dunque, mantenne le mani sul proprio foglio poggiato sul banco, sinonimo che aveva terminato.
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