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Claire J. Murray.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Benvenuti alla lezione di Erbologia!
Prima di tutto tengo a specificare, per chi non avesse letto la mia scheda, che Claire è un pg polisuccato, il cui vero nome è Brianna, un Auror creduto deceduto in missione e sotto copertura, poiché altrimenti nel mirino dell’Acromantula (quindi se leggete cose strane non spaventatevi).
Siamo a martedì 7 gennaio 2020, ore 14.00. Gli studenti del secondo anno hanno effettivamente Erbologia, mentre per far sì che partecipassero anche i ragazzi del primo, Claire ha chiesto un cambio al docente di CDCM.
Potete accomodarvi, guardarvi in giro, chiacchierare e interagire con la classe e con Claire liberamente. Vi consiglio di leggere la descrizione delle Serre, ma soprattutto di giocare di coerenza, qualunque cosa dovesse accadere durante la lezione.
Le specie di piante giocate sono di mia invenzione, ma potete trovare ciò che vi serve nel Manuale di Erbologia.
La lezione si comporrà da quattro fasi. Lo scadere di questa è fissato alle ore 23.59 del giorno 7 gennaio.
Dopo di allora sarà comunque possibile unirsi alla lezione ma specificando di essere già in aula, pena la perdita di punti Casa.
Buon divertimento!
Edited by Claire J. Murray - 3/1/2020, 02:48. -
.jawaad aron bàs // dioptase
Seduto al tavolo dei dioptase mangiucchiava il suo pranzo con un po' di contro voglia. Non era un amante del cibo, mangiava perché doveva mangiare. Ma non era stato uno di quei ragazzi che si abbuffava senza ingrassare o cose simili. Mangiava quel che doveva mangiare e poi faceva altro. Neanche sotto l'effetto di stupefacenti era un gran mangione, ma dettagli. Guardò quello che era il suo quaderno con sopra l'orario scolastico e, bevendo un altro goccio di caffè si alzò per dirigersi verso la serra numero uno per tenere la lezione di erbologia.
Se Jawaad non era un amante del cibo, non era neanche un amante delle lezioni. Era il classico ragazzo che viveva per sopravvivere, non per altro. Il fatto che, dopo tutti quegli anni che aveva deciso di cercare sua sorella e ancora non l'aveva trovata, lo buttava un po' giù d'umore. Ma che ci poteva fare? I mezzi - e soprattutto il tempo - erano pochi. Ricordava ancora come, il suo primo anno ad Hogwarts, l'aveva praticamente tutto passato a cercare quella ragazza. Quasi anche rischiando di essere bocciato. Il suo unico pensiero era trovare quella ragazza, di cui non sapeva neanche il nome. Ma quando aveva capito che doveva avere si l'obiettivo di trovarla, ma che non poteva perdere anni scolastici così, aveva messo un po' la testa apposto.
Aveva imparato a separare le due cose: studiava di giorno e, da quando era lì, cercava sua sorella di notte. Come? Prendeva in prestito gli annuali dalla biblioteca, articoli che potevano sembrargli interessanti e poi riportava tutto in biblioteca il giorno dopo.
Un brivido lo fece tremare quando gli balenò in testa che magari non l'avrebbe trovata neanche lì, in quella scuola. Ma quanto era vero dio, l'avrebbe trovata. A costo di passare tutta la sua restante inutile vita a cercarla.
Quasi non batté la faccia contro la porta della serra per quanto era soprappensiero. Con uno sbuffò, si sistemò il ciuffo e, calmando i nervi aprì la porta guardando dentro. La professoressa era appoggiata alla cattedra e i banchi erano divisi in due file. "eccallà, qualcosa di gruppo... Che pall.."
'Giorno... Salutò la professoressa e, quatto quatto essendo il primo, si mise a sedere a metà della fila di destra. Non era uno studente da ultimo banco ne da primo. Non gli piaceva essere al centro dell'attenzione, quindi già il fatto che era il primo ad entrare lo turbava nel profondo, ma quelli erano fisime che si faceva lui. Posò la borsa e, sedendosi al suo posto di quel giorno, guardò la donna che se ne stava appoggiata alla cattedra. Eh, tanta roba. Gli ormoni cominciavano a farsi sentire, ma non tanto da fargli uscire gli occhi dalle orbite.
Per quanto la stesse guardando, pensò che sicuramente doveva essere abituata a quegli sguardi da pesce lesso dagli studenti. Povera cristiana, pensò! Poi notò, dietro di lei, scritto sulla lavagna di suo punto una frase: “Se si desidera realmente qualcosa, non c’è magia più forte della volontà.”
Sembrava quasi che quella frase lo prendesse per il culo. Erano cinque anni che cercava disperatamente sua sorella e non gli pareva proprio che con la volontà si avveravano i suoi desideri. pffft... se ne uscì, mentre si sistemava il ciuffo e scuoteva energicamente la testa.narrato - pensato - parlato
"ahhh.. esticazzi..?"
© codice role by me, se prelevate vi stacco la giugulare.
Per visualizzare bene il code bisogna avere il font: "bebas" installato nel pc.. -
panda_2019.
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Edited by panda_2019 - 3/1/2020, 14:54. -
.₪ Lucas Jughead Jones« IN UN MONDO QUALUNQUE »07 Gennaio 2020, la scuola era ricominciata in piena regola e Lucas aveva deciso di tornare, almeno per provare a vedere che effetto gli faceva rientrare tra i banchi di scuola, dopo che aveva passato più di un mese fuori da quelle mura.
Aveva incontrato Jessica e Blake, fuori da lì, ma nessuno di loro era riuscito a stimolarlo al punto tale da poter dire che era tornato per loro.
Aveva lasciato la sua roba in stanza, fortunatamente gli altri erano già in giro quando era rientrato, avendo perso un po' di tempo a Londra, cercando di far coincidere la sua presenza con la loro assenza, poi erano giunte le lezioni, il pranzo e tutto era andando in un crescendo di fastidio e noia, che sperava di non dover provare dopo aver fatto tutto quel tempo fuori.
Inutile dire che la sua media era ancora più bassa di quella che aveva lasciato quando era andato via, ma la cosa non lo tangeva più di tanto. Alla fine non si era prospettato un grande anno per recuperare i voti bassi, quindi allarmarsi ora non faceva altro che aumentare l'odio per quella prigione dorata che era la scuola.
Il pomeriggio era arrivato prima di quanto se lo aspettasse e arrivò alle serre con tutta la pacatezza che lo faceva muovere, fregandosene se sarebbe arrivato in anticipo o in orario, l'importante, per lui era arrivare.
Non appena varcò la soglia della serra numero uno, cercò con la coda dell'occhio un banco libero nell'ultima fila, dietro tutti e lì si sarebbe accomodato, senza dare nessuna confidenza ai già presenti in aula, prendendo posto in uno dei due gruppi meno affollati in cui erano divisi quel pomeriggio i banchi.
Diede uno sguardo rapido alla frase scritta alla lavagna e tirò un respiro profondo, cercando di non dare troppo peso a quelle parole. Quindi distolse le iridi di ghiaccio dalla lavagna e poggiò la testa sul banco, in attesa che quella lezione iniziasse, certo che qualsiasi cosa avrebbe fatto in quella favolosa giornata di ripresa scolastica, l'unica sua meta sarebbe stata la biblioteca dove finalmente avrebbe potuto evitare gli schiamazzi degli studenti.
Non li ricordava così fastidiosi, prima...code © psiche. -
.17 YO ✕ Black Opal ✕ young mother“this may be the night that my dreams might let me know. All the stars approach you ♪Tornare a scuola dopo le vacanze era sempre un trauma, ma quell'anno per Jessica lo era ancora di più. Erano successe veramente troppe cose da Settembre a Dicembre, troppe cose assurde per essere descritte, troppe cose incredibili per non far esplodere il cervello di una diciassettenne. Quella parola, comunque, aveva ancora un dolce sapore sulle sue labbra. "Diciassettenne". Eh sì, finalmente aveva compiuto la maggiore età -almeno per il mondo magico- ed era decisamente più libera, o almeno così avrebbe dovuto sentirsi... invece la corvina si sentiva la stessa che era stata fino al 23 dicembre, giorno prima del suo compleanno. Un sospiro lasciò le sue labbra. Era più o meno l'una e mezza di pomeriggio e quindi avrebbe dovuto avviarsi verso le Serre per la lezione di Erbologia. Questa consapevolezza le riportò alla mente la gita in Scozia ed il compito per nulla facile che avevano dovuto affrontare. Proprio quel paese che avrebbe voluto evitare e al quale evitava di pensare, per quanto fosse difficile. Sì, perché i suoi genitori, due estati prima, proprio là erano fuggiti. Strinse con forza la coperta tra le dita, fissando il soffitto. La cosa positiva, però, era che dal ballo fino al giorno prima, aveva potuto passare molto tempo con Alex e la cosa l'aveva resa parecchio felice, siccome durante il periodo scolastico era raro che potesse concedersi del tempo con il figlio, se non alla sera o durante i weekend. Purtroppo però, quelle brevi vacanze erano finite ed era giunto il momento di tornare a scuola. Jessica sperava che il nuovo anno comportasse meno stranezze di quello vecchio, che nessuno si inventasse qualsivoglia genere di attentato. Insomma, le sembrava che nel mondo magico troppe persone avessero un'eccessiva mania di protagonismo. Sbuffò. Non voleva lasciare il calore del suo letto. Calore che, improvvisamente, le ricordò quello di un altro letto. Arrossì vistosamente e, dentro di sé, ringraziò di essere sola nella stanza, a parte il bimbo, e che quindi nessuno avrebbe potuto vederla. Dopodiché, scosse la testa imponendosi di non pensare a tutto quello che era successo in quei mesi e si mise a sedere, guardandosi in giro pensierosa. Le balenò in testa di saltare la lezione, ma non sarebbe stata una cosa troppo intelligente da fare, non il primo giorno di scuola dopo le vacanze. Quasi le costasse una fatica immane, la ragazza si alzò e si diresse all'appendiabiti dove aveva accuratamente appeso la propria divisa e la guardò non particolarmente entusiasta di doverla mettere. Si sarebbe sicuramente sporcata, anche se a ben pensarci, avevano i camici appositi, o almeno così credeva; non ne era troppo sicura, ma sarebbe stata un'idea intelligente. Si avvicinò alla divisa e la sfiorò, pensando a quanto avrebbe preferito usare i propri vestiti invece di quella roba. La ragazza non era propriamente ligia alle regole, come sanno pure le pietre ormai, ma quel giorno decise di fare uno strappo alle sue regole e, sebbene di malavoglia, la indossò. Quindi si specchiò, facendo una smorfia. Non era sicura che le stesse bene, ma poteva farci ben poco. Si girò quindi verso il figlio che, sereno, la fissava con i suoi occhioni dal colore ancora non troppo definito. Quel marmocchio aveva solamente sei mesi ed aveva rischiato di non avere più una madre tipo dieci volte solo negli ultimi quattro mesi. Per qualche contorta ragione, le veniva da ridere. Forse perché, in fin dei conti, ormai era tutto passato e bisognava riderci su. Sicuramente era cento volte meglio che piangere. Si avvicinò e si chinò su di lui, lasciando che la sua manina così piccola e delicata, stringesse il dito di lei. Non lo avrebbe mai detto che si sarebbe affezionata così tanto, ma ormai era una parte di lei. Gli lasciò un bacio sulla fronte e lo guardò ancora qualche secondo. Oggi purtroppo riprendere la scuola, quindi mi toccano anche le lezioni del pomeriggio gli comunicò, per quanto lui potesse capirne. Ma ti prometto che torno presto concluse, allontanandosi e tornando a sedersi sul letto, nell'attesa che un qualche elfo domestico accorresse per prendersi cura di quella creatura tanto fragile ed indifesa. Come al solito, avrebbe preferito che a badarci fosse un umano, ma non si poteva avere tutto dalla vita. Si alzò nuovamente quando vide il suddetto elfo precipitarsi all'interno del dormitorio, servizievole come sempre. Allora te lo affido disse, prima di imboccare la porta, scendere in sala comune e uscire nei corridoi. Si diresse quindi verso le scale che l'avrebbero portata al piano terra. Scese gradino dopo gradino, lentamente, pensierosa. Quasi non si accorse che la scalinata era finita e che davanti a lei vi erano le enormi porte aperte che davano sull'immenso giardino. Quando mise piede fuori dalla scuola che le sembrava troppo opprimente, fece un profondo respiro, prendendo una grande boccata di aria fresca. Il gelo le penetrò la gola come tanti piccoli aghi appuntiti, facendola sbuffare con un mezzo sorriso. Dopodiché, si diresse verso la Serra numero uno, quella dove si sarebbe tenuta la loro lezione, un'altra combinata con quelli del primo anno. Concesse una veloce occhiata agli orti ben curati e rigogliosi che circondavano l'area, prima di tornare a guardare dritto davanti a sé. Finalmente varcò l'ingresso della serra, ritrovandosi dunque in un luogo ampio e con grandi vetrate dalle quali, durante le giornate soleggiate, può entrare molta luce e ciò rende sicuramente favorevole il lavoro. Mosse i primi passi sul pavimento in pietra ed osservò la disposizione dei banchi. Essi erano separati in due blocchi e non ci voleva molto acume per capire che probabilmente la docente gli avrebbe divisi o qualcosa del genere. Restava solo da capire secondo che criterio, anche se di certo non era una priorità. Non dedicò troppo tempo ad osservare i vari armadi e statue presenti nella serra, quanto più si concentrò su chi fosse già presente. La professoressa, ovviamente, e qualche studente. Tra loro riconobbe Jaw, Altair e Lucas. Anche con quest'ultimo aveva avuto un incontro piuttosto particolare a Londra poco più di un mesetto prima. Ora la domanda era: vicino a chi sedersi? O sedersi isolate dagli altri? Buongiorno, prof! salutò, cercando di imprimere al suo tono quanta più spensieratezza possibile, dopodiché tornò a scrutare i presenti. Salutò con un cenno Altair, decisa poi a dirigersi verso Jawaad per salutare anche lui. Ehi, Jaw disse, concedendo anche a lui un sorriso. Tutto bene? chiese, senza però sedersi. Quando e se lui le avesse risposto, Jess avrebbe sorriso per poi borbottare Scusami un attimo. Si sarebbe poi diretta verso Lucas. Non sapeva esattamente cosa dire, quella serata tra loro era stata strana. Lucas. Pronunciò, quindi, guardando il moro. Ciao disse alla fine, cadendo pesantemente nella sedia accanto a lui. Non sapeva se sarebbe stato il suo posto fisso per tutta la lezione, ma se lui le avesse risposto, non aveva voglia di chiacchierare in piedi. Sono felice di vederti a scuola aggiunse poi, riducendo la voce ad un sussurro appena udibile. Successivamente si concentrò sulla scritta alla lavagna.
“Se si desidera realmente qualcosa, non c’è magia più forte della volontà.”
Storse la bocca in una smorfia. Che cazzo mi significa? Sbuffò, leggendola ancora e ancora. La volontà non serve a niente se non è accompagnata anche da una bella botta di culo commentò, sempre tenendo un tono di voce basso, in modo che solo il compagno sentisse. Osservò sbrigativamente il tavolo con sopra quello che avrebbero dovuto affrontare quel giorno, ovviamente coperto per non farglielo vedere fino all'inizio della lezione.[code by psiche]
Edited by Giadì - 4/1/2020, 10:29. -
.“Come on skinny love what happened hereNon poteva negarlo, Mia era affascinata da Erbologia. Certo, si poteva dire che fosse affascinata da qualunque materia necessitasse di cura e dedizione, ma c'era qualcosa di piacevole e soddisfacente nel prendersi cura di una pianta, dedicarsi con attenzione alla sua cura, vederla crescere ogni giorno. A suo tempo aveva anche avuto una piccola serra tutta per sé, un regalo di Charles quando ancora viveva nella villa dei Nott, ma alla fine era stata costretta a sistemarla in un posto nascosto della sua stanza e le piante al suo interno erano morte per la mancanza di luce, non negava però che avrebbe voluto riprovarci prima o poi.
Il suo entusiasmo per la materia, la portò ad aspettare fremente l'orario della lezione: non voleva fare la figura della persona che non ha altro di meglio da fare che andare a lezione e, per tanto, si presenta ore prima, ma in effetti non aveva molto con cui tenersi occupata. Il ballo aveva creato una strana situazione di stasi che ancora non era riuscita a risolvere del tutto e le sembrava di non sapere bene come comportarsi, sopratutto con Cameron. Già solo l'idea di ritrovarlo a lezione la metteva a disagio, non aveva idea di come comportarsi e ancora di più la infastidiva la certezza che il ragazzo avesse già le idee chiare, abituato con ogni probabilità a gestire situazioni come quella. Era sicura che non fosse la prima volta che gli succedeva qualcosa del genere, che sapesse bene come trattare una con cui era uscito per pura noia e, infondo, si aspettava anche di essere ignorata, proprio come le aveva promesso. Sì, infondo aveva detto che l'avrebbe lasciata in pace e lei aveva accettato il suo invito proprio per vincere la scommessa... Giusto?
Si infilò un maglione grigio, dallo scollo abbastanza largo, su un paio di jeans scuri, pescati a caso dall'armadio, e si allacciò rapidamente gli anfibi per poi recuperare la sua borsa e uscire dalla stanza.
Conosceva la strada per le serre a memoria, non ebbe nemmeno bisogno di badare troppo ai propri passi e si perse nei propri pensieri quasi senza rendersene conto. Anche per lei il ballo con Cam aveva avuto poco valore, era un'uscita obbligata, qualcosa che avrebbe volentieri evitato, almeno all'inizio. In effetti non poteva dire di essersi annoiata, avrebbe preferito di gran lunga poter dire quanto l'avesse infastidita starsene lì con lui, ma tutto sommato non era stato così male e sfortunatamente Cam non era stato nemmeno così antipatico. Certo, questo non cambiava le cose, affatto: ora se ne era liberata e se anche per una sera era stato sopportabile questo non toglieva il fatto che in genere era bravo solo a farle saltare i nervi. Era sempre il solito Cohen, un ballo non cambiava niente.
Provò comunque un minimo di sollievo quando vide che non era ancora arrivato e si affrettò verso la prima fila del gruppo di destra. "Buongiorno professoressa" salutò, gentile e posata come sempre. Individuò ovviamente Jess, e le dedicò un cenno di saluto anche se le sembrava impegnata a parlare con Lucas e lei non voleva di certo disturbarla. Notò anche altri studenti, tra cui Altair e Jawaad, con cui non aveva mai parlato ma che aveva intravisto diverse volte in giro per Hidenstone. Scelse il primo banco libero che riuscì a trovare e si sedette con la sua solita finezza, sistemando poi con cura la cartella sotto il banco e i libri accanto a sé. Diversamente da altri suoi compagni, Mia era felice di tornare a frequentare le lezioni: non era solita amare le pause, a dire il vero detestava rimanere senza nulla da fare e le vacanze l'avevano stressata più che altro. Era stata felice di passare del tempo con Charles, ovviamente, non aveva modo di vedere spesso il fratello e gioiva di ogni istante condiviso, ma era più che felice di poter tornare alla sua routine e, sopratutto, allo studio. Per quanto possibile si era già messa avanti con il programma del nuovo semestre, pronta a rimanere al passo e mostrarsi come sempre volenterosa e attenta.
Seduta lì, nella serra, non poté evitare di perdersi ad osservare i numeri scaffali stipati in quel posto, pieni di libri e oggetti vari, alcuni dall'aria affascinante e strana. Avrebbe pagato oro pur di aprire anche le ante sigillate, non certo per fare qualche disastro ma solo per sapere che cosa contenessero, per capire le potenzialità di tutto ciò che c'era in quella stanza.
Non aveva idea di che cosa avesse scelto la professoressa Murray per la lezione di quel giorno, l'ultimo compito di erbologia che avevano svolto avevano scoperto le potenzialità del Memento Mortem, e per quanto traumatizzante fosse stata l'esperienza non poteva negare di voler approfondire ancora di più l'argomento. Un brivido le percorse la schiena ricordando quel che aveva vissuto nel corpo di Margaret, ma si impegnò per scacciare quella sensazione concentrandosi unicamente sull'importanza della conoscenza, indipendentemente dalle conseguenze.Mia Freeman-SHEET-
"Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"[code by psiche]
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Edited by Howard H. Van Leeuwen - 5/1/2020, 16:23. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)zayn!punk e panda_2019: Adamas vi ha rivolto un cenno di saluto ed un sorriso timido, a costo di sembrare scemo XD.
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panda_2019.
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.18 YO ✕ Dioptase ✕ Big bro“NEVER TRUST ANYONE TOO MUCH, REMEMBER THE DEVIL WAS ONCE AN ANGELIl castano puntò le sue iridi nocciola sul portone che lo avrebbe riportato in Accademia. Era da poco passato il pranzo e lui, in attesa delle amatissime lezioni del pomeriggio, aveva deciso di dedicare un po' di tempo a se stesso, andando quindi a fare una breve corsetta nei Giardini. Si potrebbe pensare che lo avesse fatto per rimettersi in linea dopo le feste, ma no, non era così. Mentre rallentava l'andatura, man mano che si avvicinava all'ingresso, ripensò al giorno di Natale. Era tornato, ovviamente, a casa da sua madre. Non c'erano stati parenti, non c'erano stati amici o regali... non pranzi e cene giganti, nulla di tutto questo. Aveva fatto gli auguri a sua madre, aveva fatto colazione ed era uscito con Mark, per poi rientrare solo la sera tardi. Perché lo aveva fatto? Sicuramente sua madre non ne era stata molto felice ma, come al solito, non aveva dato cenni di delusione nei confronti del figlio, bensì si era limitata ad un mesto sorriso e ad augurargli la buonanotte. Lui in cuor suo sapeva che non si stava comportando in maniera corretta nei confronti dell'ormai unica persona a cui teneva, ma non aveva nessuna intenzione di rimanere tutto il giorno chiuso in casa a guardare il soffitto steso sopra il letto. Quando sua madre stava bene e suo padre era... un bravo padre, un padre non in prigione fondamentalmente, quando sua sorella era viva... beh il Natale era un'altra cosa. Cam provò una stretta al cuore al solo pensiero di ciò che aveva perduto e che non avrebbe mai più riavuto indietro. Ovviamente, come al solito, indossò un sorriso strafottente e varcò la soglia del castello, diretto verso l'ingresso della torre che l'avrebbe portato al dormitorio Dioptase.
Salì lentamente i gradini fino ad entrare, dopo aver usato Aguamenti e tutto il resto, il ragazzo poté finalmente entrare nella stanza circolare, scaldata dal fuoco scoppiettante. Si sarebbe voluto stendere in uno di quei divanetti con in mano una bella tazza di cioccolata calda, ma purtroppo mancava poco alla lezione e doveva farsi una doccia. Scese, quindi, a due a due le scale che portavano al dormitorio e percorse quello stretto corridoio che quel giorno gli pareva stranamente claustrofobico. Entrò quindi in quella stanza circolare leggermente più piccola della precedente per poi varcare anche l'entrata del proprio dormitorio. Buttò i vestiti sudati a terra e, dopo aver preso il cambio, si diresse verso il bagno.
L'acqua bollente svegliò i suoi muscoli intorpiditi dal freddo e lavò via il sudore dovuto alla corsa che il ragazzo aveva fatto. Dopo aver finito la doccia, comunque, uscì e si avvolse un asciugamano attorno alla vita, per poi andare vicino al suo letto per scegliere i vestiti del giorno. Non si sarebbe messo quella ridicola divisa nemmeno sotto tortura. Scelse quindi un paio di jeans neri, una semplicissima t-shirt bianca e i suoi fedeli occhiali da sole, anche se non è che fuori il sole fosse così forte.
Prese la sua borsa buttandoci dentro alla rinfusa il libro di Erbologia e poche altre cose che magari gli sarebbero servite per prendere appunti. In fin dei conti, era pur sempre un ex corvonero, no? E poi, la O in Aritmanzia gli aveva fatto sperare di non essere così negato. Scrollò le spalle e lasciò la sua sala comune e, poi, la torre, dirigendosi nuovamente all'esterno. Si prese un momento ad osservare i giardini che, secondo lui, erano belli persino d'inverno. Certo, non avrebbe mai ammesso quei suoi pensieri, ma non poteva fare a meno di notarlo. Si passò una mano tra i capelli, quel giorno lasciati liberi dal gel che era solito mettersi.
Continuò dunque il suo percorso verso le serre, esitando qualche attimo prima di entrare. Che cosa lo spingeva ad andarci? Cosa lo stava spingendo, da un po' di tempo a quella parte, ad andare ad ogni lezione, saltandole solo in caso di estrema necessità? Non lo sapeva, davvero... non era di certo la voglia di prendere voti alti o il voler compiacere la madre. Scosse la testa, lasciando che quel ciuffetto ribelle gli ricadesse sugli occhi, per poi soffiarlo via con uno sbuffo. Vabbè, ormai non poteva più tirarsi indietro, la professoressa lo avrà visto di sicuro... no? Cam non voleva ammettere con se stesso che quelle erano solo stupide giustificazioni per cui, con un'ultima esitazione, entrò.
Lanciò rapidamente un'occhiata agli studenti già presenti. Riconobbe Jawaard perché condividevano il dormitorio, sebbene non avessero mai parlato chissà quanto, Jessica -l'amica di Mia- ed infine... Mia. La biondina era seduta, ovviamente, in prima fila. Piuttosto prevedibile. Notò subito il posto vuoto accanto a lei, ma -dopo aver superato il primo blocco di banchi- le passò semplicemente affianco, dopo aver adocchiato posti liberi nelle file più in fondo, davanti a Jessica e all'altro ragazzo che non riconosceva. La snobbò come le aveva promesso prima del ballo, non la degnò di uno sguardo di troppo e nemmeno di una parola. Una volta che si fu seduto, però, qualcosa scattò in lui. La chioma di capelli biondi della ragazza gliene ricordò un'altra del suo passato... si ricordava solo dei capelli biondi, ma non capiva a chi cazzo appartenessero. Si massaggiò le tempie con le dita e decise di lasciar perdere, seppur il ricordo lo turbasse enormemente. Ma, per qualche motivo, decise che sarebbe andato da lei, infrangendo così il suo patto con lei. Ma sentiva che non poteva rispettarlo, anche se nemmeno quello lo avrebbe mai ammesso. Nemmeno a se stesso.
Si alzò e raccolse la sua borsa, dirigendosi quindi verso l'ultimo posto disponibile in prima fila. Buon pomeriggio, Chica lo salutò, canzonatorio come al solito, sedendosi affianco a lei. Aveva due occhioni grandi e curiosi... gli ricordavano così tanto quelli di sua sorella. Nascose il suo turbamento dietro ad un sorriso strafottente ed aspettò la sua risposta, per poi rivolgere uno sguardo alla Murray. Oh, buon pomeriggio anche a lei prof![code by psiche]
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.“Se devo avere poco scelgo di avere nienteBlake
BarnesPer quanto tempo ancora doveva andare avanti quella storia della bacchetta? Per quanto tempo ancora doveva chiedere il permesso di chiedere una cosa sua per utilizzarla? Cominciava a pensare che suo fratello fosse uno di quegli stronzi assurdi, che era vero che aveva sempre il faccino dolce e pacato, ma che sotto sotto, fosse un diavolo assurdo. Sbuffò quando dovette ricominciare la scuola e sinceramente non gli andava per niente. Inoltre doveva andare ad una lezione che si gli piaceva come materia, ma con quella che aveva quasi baciato Lance? Il suo professore del cuore che era anche il fidanzato della sua... famiglia, nonchè prima cotta, nonchè... insomma Annie! Era tutto troppo devastante e la cosa non gli piaceva per niente, la cosa buona era che Lilith si stava riprendendo e che aveva deciso di non andarla a prendere più davanti la porta dei dioptase, in quanto lei si sentiva più sicura e cose del genere. Lui era sempre un pò preoccupato ma... sospirò di nuovo vestendosi ed indossando il suo solito profumo, capelli sempre ben scompigliati ( ovviamente volutamente scompigliati) ed aria da chi voleva rimanere a letto. Quella non era voluta, quello era proprio il suo mood del momento. Quando entrò in classe e vide i due gruppi alzò gli occhi al cielo. Alzò una mano in segno di saluto generale e poi guardò la professoressa. Salve! Passato bene le vacanze natalizie? Il professor Olwen tutto apposto? No, non ce la poteva fare, il suo probelma era solamente se stesso ed il suo essere sempre se stesso gli procurava sempre problemi. Il punto era proprio quello. Cosa diavolo interessava a lui? Annie era sicuramente una persona che sapeva tenersi quello che era suo ed inoltre non aveva visto niente di niente, senza contare che non aveva mai parlato con la docente e... ma Blake era presuntuoso di natura e non sapeva neanche lui bene cosa fare e come farlo. Non lo faceva con cattiveria, ma solo con arroganza e quella donna aveva fatto qualcosa che secondo la sua modesta opinione non doveva fare. Poco importava cosa fosse successo veramente, Blake aveva le sue dannate convinzioni. Oltre a quella frase si andò a sedere affianco a quello che era stato un amico di canne fantastico e senza dire niente si mise vicino a Jaw. Credo che dovremmo collaborare e penso anche che tu possa essere alla mia altezza! Da sobrio e lucido non era tanto diverso da quando era poco sobrio ed assolutamente non lucido. Blake era egoriferito sempre, in generale! Aveva fatto del suo ego la sua unica e vera forza, aveva fatto della sua autostima la sua più grande forza ed adesso erano praticamente inseparabili. Si voltò a guardare Lucas. Finalmente era rientrato in quella dannata accademia. Sei un'illusione o ci sei veramente? Chiese poi a quello che oramai reputava un amico. Insomma Blake era andato fino a casa sua per convincerlo a tornare a scuola e non era una cosa che faceva per tutti. Le suole delle sue scarpe erano preziose tanto quanto il suo tempo. Eh si, Blake lo sapeva benissimo che era in classe e che c'era la professoressa li davanti, ma la lezione ancora non era cominciata e si poteva anche fare conversazione no? Sentì quello che disse Jessica e ridacchiò. Signorina Whitemore se non se ne è resa conto, siamo in un'aula scolastica. Moderi i temini o ci farà perdere punti casata! Lo disse con lo stesso tono con cui Mia lo aveva rimproverato la prima volta che lo aveva incontrato nella lezione, non si ricordava bene di cosa. Per Blake le lezioni erano solamente un modo per socializzare e creare del caos, un pò di movimento in qualcosa che lo annoiava da morire. Non era un ragazzo stupido, era semplicemente una persona che si annoiava facilmente e che se la credeva fin troppo. Tutti i professori con cui aveva fatto lezione avevano sempre avuto un occhio di riguardo per lui, e non nel senso positivo della cosa, Blake era una bomba ad orologeria ed anche nell'ultima lezione affrontata con la docente di artimanzia lo aveva dimostrato. Se a lui c'era qualcosa che non andava bene lo diceva senza troppi problemi, se doveva impegnarsi veramente perchè la docente lo faceva appassionare allora sarebbe diventato uno studente modello, come aveva fatto nelle lezioni di Olwen o di Ensor. Non era sicuramente uno che stava in silenzio o che aveva paura di parlare, ma alla fine era semplicemente uno che creava confusione, un pò vivace, niente di più niente di meno. Insomma o lo si amava, come avevano imparato a fare i suoi compagni di classe, oppure lo si odiava, come facevano alcuni suoi comapgni di scuola. Era una decisione da prendere e da mantenere, anche se Blake pensava seriamente che era impossibile non adorarlo, era impossibile non ammirarlo. Tornò a guardare la professoressa. Quella frase scritta con quella calligrafia alla lavagna lo fece riflettere due secondi, non di più. “Se si desidera realmente qualcosa, non c’è magia più forte della volontà.” la lesse ad alta voce e poi si sistemò meglio sulla sua sedia. é un pò come dire che volere è potere, ma tutto questo che centra con le piante? Chiese poi curioso. E si perchè per Blake Erbologia voleva dire studiare piante e pianticelle, niente di più e niente di meno!✕ schema role by psiche. -
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Joshua B. Evans.
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