Lezione biennio - Febbraio

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    Addison Dannel
    Ametrin | 16 anni


    Dopo che il professore ebbe ritirato le pergamene, gli occhi della giovane dai capelli di fuoco si posarono sopra la lavagna dove in lingue di fuoco le parole divennero delle creature, tutte palesemente letali.
    Cercò di non sorridere dalla felicità quando il professore mostrò l'incantesimo.
    Dopo la spiegazione aspettò il suo turno davanti a quella zampa pelosa ed orripilante, allungò entrambe le mani, stringendola forte e si sentì risucchiare verso l'alto, chiuse gli occhi e strinse i denti.

    Questa passaporta ha un aspetto veramente orrendo!! Questa lezione, però, è si sta rivelando sempre più divertente ed interessante!Spero solo di essere in grado di sconfiggere quelle bestiacce, anche se i rettili e gli anfibi mi piacciono abbastanzaaaaahhhhhh

    Lascò andare la zampa e cadde di culo per terra, aprì gli occhi e dopo un paio di minuti fu pronta ad alzarsi.
    Tornata in posizione eretta, si portò la mano sinistra alla testa e chiuse un attimo gli occhi.

    Ok, ora il mondo deve smettere di girare!Adesso!

    Si unì al gruppo alla quale era stata assegnata ed annuì decisa dopo aver sentito le regole.
    Si incamminò insieme agli altri, un enorme sorriso stampato sulle labbra.
    Si guardò intorno e portò la mano destra a coppa vicino all'orecchio e rispose a Mia Freeman

    Sì, sento un fiume! Io ci sto, l'idea non è male, adoro i rettili e gli anfibi un po' meno gli aracnidi, ma comunque sono esseri viventi...

    dicendo così si avviò verso il fiume, prese un bastone abbastanza lungo e si avvicinò alla riva.
    Con entrambe le mani cominciò a tastare il terreno melmoso, con mosse lente e precise.

    Chissà quanto è profondo? Se non fosse troppo profondo si potrebbe attraversaaaaareeee ahhhhhhhhh!!!!!!!!!!Cavolo! Prima una buca e adesso il greto di un fiume!

    Sbuffò fuori acqua dalla bocca dopo essere finita a faccia in giù nell'acqua gelata del fiume, con entrambe le mani ad arpionare il fondale melomoso dello stesso.


    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda Stat.
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    Risponde a Mia Freeman e poi tenta di capire quanto sia profondo il fiume finendoci dentro di faccia
     
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    Cameron Cohen
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    Come ogni giorno, Cameron non aveva proprio voglia di fare lezione, quanto più di fare casino, ma ciò che più o meno lo placava era la presenza di Mia, molto più ligia allo studio rispetto a lui e certamente non voleva deluderla facendo alterare il docente ancora prima di iniziare la lezione, ma certe cose erano più forti di lui. Non riusciva proprio a stare zitto e buono per un secondo, anche se alla fine il professore se l'era presa solo con Nathan ed Olive, arrivata in ritardo. Beh, già da quello avevano un bel potenziale per diventare amici, doveva ammetterlo.
    Non c'è male, biondina. Replicò a Mia, una volta arrivato a sedersi affianco a lei, dandole un bacio a fior di labbra. Era davvero bellissima e, solo a vederla, gli passava quasi la voglia di seminare caos. Ho detto quasi.
    Infatti c'era qualcun altro che lo esortava inconsapevolmente a fare caos, qualcuno che forse non aveva mai degnato di una seconda occhiata, un ragazzo che aveva snobbato fin da principio, ritenendolo solo un cazzone di poco conto -che poi parlava lui...-: Nathan Parker King. Non se la prese quando lo vide fare l'occhiolino a Mia; anche se non erano amici e non lo conosceva poi così tanto, sapeva più o meno come fosse fatto e come si comportasse. Cam, quando non parlava, sapeva esser un ottimo osservatore, riuscendo a captare anche i più piccoli dettagli. Sorrise al ragazzo, prima di replicare alla sua domanda che, invero, non era molto seria.
    Beh, direi che siamo in due allora... potremmo fare noi una lezione ed insegnare qualcosa a tutti questi sfigati. Incassò la testa nelle spalle e sospirò, pensando che forse dare una possibilità all'altro ragazzo, non era poi un'idea così malvagia. Sembravano così simili, sotto alcuni punti di vista, che pareva un peccato sprecare l'opportunità di conoscersi meglio. Ma vero? Si limitassero a spiegare le loro cose noiose, invece che questi stupidi compiti!
    Comunque dovettero fare il test e lui scrisse quattro cazzate giusto per non lasciare il foglio in bianco, poi lasciò che esso volasse assieme agli altri nelle mani di Brian, prima di iniziare ad ascoltare la sua noiosa spiegazione su qualche schifoso mostriciattolo. Almeno finché l'uomo non decise di mostrare loro una passaporta. Non lo so Mia, ma sicuramente non in un parco divertimenti. Al che, Cameron alzò la testa nella direzione dell'uomo con un mezzo sorriso. E questa? L'ha strappata a qualche sua vittima? Domandò, aspettando qualche secondo prima di prenderla lui stesso e ritrovarsi in una foresta che non gli piaceva troppo. Faceva eccessivamente freddo. Aspettò che anche Nathan fosse dall'altra parte, dopodiché gli rivolse un ghigno. Oh hai presente quell'ametrin basso, con gli occhiali e lo sguardo da idiota? Moro, occhi marroni... insomma lui. Credo debba ancora oltrepassare il confine. Che ne dici se gli facciamo uno scherzo? Ovviamente non si era proprio accorto che quello stesso ragazzo, invece era passato, era proprio dietro di loro e che all'appello mancava solamente il docente. Al mio tre, gli spariamo un periculum addosso, ci stai? Alzò il catalizzatore e... tre... due... uno... Periculum! L'attacco fu perfettamente combinato a quello di Nathan ed entrambi partirono nella direzione dove sarebbe dovuto sbucare il compagno... solo che al suo posto, sbucò Brian Ensor. Oh cazzo esclamò il castano, indietreggiando e provando a confondersi in mezzo ai compagni, nella speranza che il docente non capisse chi fossero i responsabili.
    Che l'avessero fatta franca o meno, era ora di dare inizio alla prova pratica. Quando Ensor divise i gruppi, la prima cosa che gli venne da fare, fu protestare per averlo diviso sia da Mia, sia da Elisabeth sia dal suo nuovo compagno di merende. Ma si guardò bene dall'esprimere qualsiasi disappunto al riguardo, decidendo di mantenere un profilo basso almeno per gli ultimi minuti prima di partire. Nathan dovette partire prima di lui, quindi gli si avvicinò. Give me five bro. Incredibile come gli esseri di sesso maschile, passassero dallo snobbarsi allegramente, all'essere migliori amici. Okay, non poteva definire così il loro neonato rapporto, eppure sembravano andare d'accordo. Quando si allontanò, avrebbero dovuto aspettare un quarto d'ora prima che toccasse a loro. Oddio ma che squadra di sfigati imbecilli mi è capitata? Si ritrovò a constatare, osservando uno ad uno i suoi compagni di squadra. A parte... Van qualcosa! Almeno avremo qualcuno con un po' di sale in zucca e... Adidas! Salutò anche l'altro con una sonora pacca sulla spalla piuttosto forte e sembrava evidente che si fosse drogato, prima di iniziare quella giornata. La realtà era che, sebbene non lo avrebbe mai ammesso, l'aver trovato un potenziale amico, un amico per davvero, lo rendeva estremamente euforico. Elisabeth e Mia andavano bene, le adorava ciascuna per una motivazione differente, ma non era come avere un amico maschio con il quale fare le peggio cazzate.
    Ad ogni modo, arrivato il loro momento, partirono.
    Conoscendo Ensor, di sicuro non ci aspetta un buffet. Forse qualche soft tortura. In quel gruppo, chi aveva potenzialità per diventare amica -o amico- suo, era proprio Olive, che era arrivata in ritardo facendo perdere punti agli Ametrin. Fu quando Adamas urlò, che Cameron alzò gli occhi verso l'alto e vide fin troppe stalattiti di ghiaccio piovergli addosso. Lui ne deviò una parte, ora il dioptase avrebbe pensato al resto. Expulso! Una stoccata verso un gruppo di stalattiti che si ruppero senza troppe cerimonie. Lui non era proprio male con gli attacchi offensivi, doveva ammetterlo. Si era parecchio esercitato. Expulso! Ripeté, allontanando le ultime stalattiti che esplosero e vennero definitivamente spazzate via da Adamas. Eh cosa ti aspettavi? Orsetti gommosi salterini? Ma lo hai visto, Ensor? Esclamò ad Aidan, prima di voltarsi verso il ragazzo snob -anche se farlo dire a Cameron sarebbe metagame(?)- Bel lavoro, Adidas. Beh che dire, era il primo complimento che gli faceva in due anni di conoscenza, quindi poteva ritenersi soddisfatto almeno fino al quinto.
    Ah ma quindi non sei completamente inutile! Annunciò a Gyll, quando ella fece sparire in parte la nebbia con un abile incanto. Ah, bel lavoro anche a te darkettona. Stavolta l'elogio era rivolto a Livs, che aveva contribuito a far sciogliere le stalattiti. Poi continuarono a camminare. E camminarono. E camminarono. Finché non si trovarono davanti ad un vicolo cieco, con solo una parete di roccia a dividerli dalla salvezza, probabilmente. Sbuffò.
    Non possiamo tornare indietro, ci metteremmo troppo tempo. Se qualcuno soffre di vertigini, lo dica ora o taccia per sempre. Usate il Carpe retractum. Io porto Livs, qualcuno porti Aidan. È un incantesimo del secondo anno ed essendo loro al primo, non possono usarlo. Ovviamente questo è ciò che vi consiglio io, ma fate come volete. Non mi interessa poi molto. Carpe Retractum. E così facendo, una linea bianca partì dalla punta della sua bacchetta e raggiunse la sommità della parete -che comunque non era molto alta- portandolo con sé, dopo aver agganciato Livs con il braccio libero. Si aiutò con i piedi, spingendo contro la parete di roccia, finché arrivò su e guardò in basso. Noi ci siamo, tocca a voi! E se qualcuno avesse avuto bisogno di una mano, lo avrebbe aiutato, sennò avrebbero proseguito la loro camminata.
    Stat scheda Dioptase
    CODICE ROLE © dominionpf


    Lancia un Periculum contro Ensor per sbaglio LOL poi fa tutto il resto ç_ç
     
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    Ametrin
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    Il suo saluto un po' troppo sopra le righe non venne accolto bene da parte di Ensor che arrivò a castare un incantesimo silenziante su di lui che lo costrinse a comunicare coi gesti almeno per qualche minuto, rimandando di poco le interazioni successive, in particolare quelle con Cohen. Se al molo aveva capito che fosse mal aria sfarfallare troppo con la sua Prefetta, doveva pur riconoscergli come fosse circondato comunque da tanta gnocca, oltre a portarsi dietro un alone di simpatia irresistibile. Eppure, per quanto diversi, King era convinto di avere un punto in comune col Dioptase: lo scarso rispetto per le regole. A modo loro avevano esultato alla notizia del probabile allontanamento del responsabile dei Black Opal e sempre un po' sopra le righe reagirono ai vari rimproveri. Lui aveva la Lewis e la Farley a indirizzarlo sulla retta via, lui la fidanzatina. Ma per quanto le briglie dell'ammmore e dell'amicizia avrebbero potuto trattenerli dal commettere idiozie? Alla biondina, che aveva sottolineato come sarebbe stata meglio senza che lui creasse scompiglio, riservò il suo miglior sorriso sghembo, mentre per la sua ghiacciolina il miglior sguardo da cucciolo bastonato. Invero voleva più di una mera e semplice parolina di suggerimento da parte sua.
    Comunque consegnato il compito, cercò di star tranquillo e attento nella parte di spiegazione, gasandosi nel vedere la zampa pelosa come passaporta e cercando di essere tra i primi a prenderla per sapere subito cosa li aspettasse. Di certo non un ambiente soleggiato vista la natura del compito che ruotava su insetti ed anfibi.
    Ormai libero dal freno dell'incantesimo del prof, Nathan non si curò minimamente della presenza di tracce enormi o di fittissime ragnatele. No, in quella nebbia di quel pomeriggio pallido e assorto il bostoniano era troppo impegnato a fare gli occhi dolci alla Farley, carezzarle una guancia e a lasciarle persino un bacio sulle fronte. «Come siamo catastrofiche, vedrai che andrà tutto bene» Fece per cingerla in un abbraccio quando Cohen non li raggiunse, mantenendo comunque una mano sul fianco sinistro della Dioptase. «Ma stai parlando di quella piattola di Rupert Lovelace?» Vari potevano corrispondere a quella descrizione e King voleva esserne certo che fosse proprio lui, vittima perfetta per uno scherzetto idiota. «Ci sto!» Gli diede un pugnetto sulla spalla, lasciando la ghiacciolina con un pizzicotto sul fianco, seguendolo lì dove aveva visto più studenti comparire. Contrapposto rispetto a Cameron alzò il catalizzatore e al suo tre sibilò il miglior «periculum» di tutta la sua vita. Peccato però che gli studenti erano finiti e che l'ultimo a giungere fu proprio Ensor. «Sono morto!» sussurrò, indietreggiando rapido e provando a confondersi tra gli altri.
    Il cuore batteva forte e lo sentiva galoppare anche quando vennero suddivisi in gruppi e venne gettato nel primo capitanato dalla Freeman. L'unica cosa che aveva realmente compreso era quello di dover correre per quattro chilometri in direzione nord suggerita dalla bussola tenuta dalla Prefetta. Sembrò andare tutto sommato bene fino a quando non finirono nei pressi del fiume. Lì la sua migliore amica aveva deciso di voler fargli saltare i nervi, non tanto per aver tirato fuori un forma depso magistrale, quanto perché voleva andare per ultima. «Vai prima tu, follettina. Io chiuderò la fila, su, su, muoversi», non che non si fidasse delle sue capacità, ma con quel fiume incazzoso preferiva esser sempre sul chi va là per aiutarla. Forse gli aveva buttato troppa sfiga, sia a lei che alla Dannel prima di lei, perché con due tonfi le due ametrine finirono in acqua. «Ma che diavolo!» Recuperò un ramo abbastanza lungo tracciando un semicerchio con la bacchetta e terminando il movimento con un affondo. «Muto!» L'idea era stata di trasformare il mero pezzo di legno in un'asta di metallo con dei fori grandi abbastanza per far infilare l'intera mano ed aggrapparsi. «MARCUS, TU OCCUPATI DI ADDISON, CI PENSO IO AD EMMA!», anche perché tra le due la più vicina alla sponda sembrava essere proprio pel di carota. Lui cercò di usare la passerella creata dall'amica, fino a raggiungerla, il più velocemente possibile nonostante la stessa fosse abbastanza scivolosa, facendogli perdere più volte l'equilibrio che riuscì a mantenere grazie alla sbarra di metallo messa in parallelo alla superficie dell'acqua. «Em, resisti!» Cercò di incoraggiarla ogni secondo, arrivando all'altra sponda e poi da lì costeggiando la riva dal terreno friabile fino ad arrivare alla sua altezza, solo allora le allungò la sbarra. «Afferrala!» Ma l'acqua era troppo veloce, impetuosa e sembrava non volesse lasciar scampo. «Dai, Em!» Finì anche con lo stendersi sulla pancia, fuoriuscendo dal terreno dalle spalle in su.
    Tra lo sforzo di lui e quello dell'amica, il salvataggio fu compiuto. Quando tornò da lei Nathan la strinse forte in un abbraccio, fregandosene se potesse bagnare anche i suoi vestiti. «Mi hai fatto morire, Em, tanto!» E al tempo stesso le tastava ogni parte del corpo per sincerarsi che fosse sana e salva. Ora non le sarebbe bastato che qualche colpo di bacchetta per asciugarsi per poter rimettersi tutti nuovamente in marcia. C'era una corsa da portare a termine.
    Nathan Parker
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    The biggest misunderstanding about me is that I'm just a bratty, gobby idiot.
    "

    Ametrin
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    Nathan fa il romanticone con Amelia Farley, poi, in combutta con Cam-Cam, convinto di colpire un ametrin del secondo anno casta un periculum in faccia ad Ensor, poi cerca di confondersi tra i suoi compagni. Urla a Marcus di aiutare Addison e poi casta un muto su un ramo trasformandolo in un'asta metallica con fori e salva Emma.
     
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Howard si era premurato di scrivere quanto più possibile nella sua prova, così da mostrare al professor Ensor di essere sempre perfetto come al suo solito. Tuttavia, una volta consegnata quella domanda a cui rispondere, la situazione si fece molto più interessante: iniziarono ad affrontare un argomento che, per quanto potesse sembrare disgustoso, aveva sicuramente un che di affascinante e sembrava essere utile più che mai. La sola idea che, probabilmente, avrebbe dovuto applicare quell’incantesimo dopo poco fece per un momento rabbrividire il prefetto dei Dioptase, salvo poi schiarire appena la propria voce, voglioso di mostrare comunque di saper affrontare una simile situazione che, per quanto difficile, avrebbe superato grazie alle sue conoscenze e alle sue facoltà mentali. “Beh, quindi è una forma potenziata. Avevo avuto modo di leggere qualcosa a riguardo, spero solo che questa lieve conoscenza pre-acquisita possa darmi un maggiore aiuto.” E dopo aver pensato quelle parole, lo sguardo cadde nuovamente su Ciaran, al quale rivolse unicamente un ulteriore sorrisino di saluto accompagnato da un lieve arrossamento delle proprie gote lentigginose. Non riusciva ad essere indifferente nei suoi confronti, sentiva chiaramente che la loro amicizia era grande e speciale, ed era certo che anche lui la pensava così: dopotutto, entrambi erano corsi in soccorso dell’altro in due situazioni ben distinte, arrivando forse anche a salvarsi la vita.
    Una volta terminata la spiegazione, Howard seguì le indicazioni del professore ed iniziò a mettersi in fila per proseguire con la passaporta. Una volta afferrata, sentì quella chiara sensazione di strappo e di scombussolamento che, una volta a terra, lo destabilizzarono un po’ causandogli una sensazione di lieve nausea. Sensazione che, sebbene fosse abbastanza forte, sembrò svanire dopo poco non appena Howard mise gli occhi sull’ambientazione di quella lezione. Un sorriso si dipinse sulle labbra dell’olandese, e questo perché lui amava moltissimo i luoghi all’aria aperta, specialmente per quanto riguardava le zone boschive. Se non fosse stato che probabilmente avrebbero fronteggiato qualche bestia cattiva, probabilmente Howard si sarebbe sentito quasi totalmente a casa; una volta arrivato in quella zona, quindi, il ragazzo avrebbe mantenuto la sua solita posa molto elegante e raffinata, caratterizzata dalla schiena mantenuta ben alta e dritta, e dallo sguardo azzurro puntato contro il professore per ascoltare bene le sue direttive. Sentirsi dare quel compito di ‘leadership’ lo destabilizzava a tratti, ma sicuramente la cosa lo interessava particolarmente: sentiva di poter dare dei compiti, e sapeva che nell’organizzare bene una squadra avrebbe sicuramente dato il proprio massimo, cercando di puntare sui punti di forza di ognuno. Una volta che fu il loro turno di partire, Howard afferrò la bussola che era stata data in dotazione al gruppo, e subito dopo aver sorriso ad Adamas che gli aveva dato un’amichevole pacca sulla spalla, il ragazzo decise di iniziare a parlare al proprio gruppo. “Grazie Adamas, sei sempre un grande amico! Spero di riuscire a guidarvi bene, ma ricordatevi che siamo una squadra, e quindi funzioniamo solamente se tutti siamo uniti, coesi e collaborativi!” E lo disse con un tono molto gentile e disponibile, andando subito dopo a guardare la propria bussola. “Innanzitutto seguiamo la direzione che ci dice la bussola. Se non vi dispiace, vorrei tenerla io, ma tanto basta andare lì in avanti molto semplicemente!” E, con una mano, prese ad indicare il nord per farlo coincidere con quello determinato dalla bussola, iniziando a camminare, avanzando nella foresta assieme ai suoi compagni. La mano del ragazzo afferrò la bacchetta, come se volesse essere preventivo per avere i riflessi pronti qualora si fosse presentata la situazione adatta per eseguire un incantesimo per proteggere i propri compagni o per abbattere qualche ostacolo. Sentiva quella nebbia poggiarsi sulla sua pelle, e proprio com’era nel suo modo di essere, il ragazzo iniziò a preoccuparsi anche per i suoi amici, girandosi per un istante all’indietro così da capire quanto fossero lontani e se lo stessero effettivamente seguendo. “Gyll, che ne dici di rimuovere questa brutta nebbia? Magari, non so, rendiamo il tempo soleggiato con un bel Meteo Recanto! Sono sicuro che tu sarai in grado di farlo, sembri molto portata per questo tipo di incantesimi.” E rivolse quelle parole a Gyll con fare molto tranquillo e sereno, prendendo subito dopo a rispondere alla domanda di Adamas. Era chiaro che Howard non sapeva cosa aspettarsi, ma sicuramente non immaginava che il professor Ensor fosse così felice per niente; tuttavia, non aveva minimamente voglia di far diffondere il panico nel proprio gruppo, motivazione per la quale aveva deciso di parlare con tono molto rassicurante, ascoltando anche le parole di Cameron e sorridendo appena. “Forza ragazzi, comunque, qualsiasi cosa ci si presenterà davanti, riusciremo a sconfiggerla! Dobbiamo solo rimanere uniti, ed in quel momento mostreremo le nostre abilità più spiccate.” E quelle parole furono pronunciate proprio prima della pioggia di stalattiti che si scagliò contro di loro. Howard, che aveva prontamente afferrato la bacchetta poco prima, sfoggiò la propria natura da ottimo studente e caposquadra, aggiungendosi prontamente a Livs, Cameron e Adamas nell’abbattere quella pioggia interminabile di stalattiti, così da rimuovere l’ultima che si stava dirigendo verso di loro. “Expulso!” Pronunciò con estrema convinzione il nome di quell’incantesimo, tenendo ben fermo il polso e mirando con attenzione la stalattite, cercando come al suo solito di essere quanto più preciso possibile, accompagnando il tutto con una severa stoccata in direzione dell’elemento da colpire il quale, dopo qualche istante che venne colpito, venne scagliato in una direzione lontana da tutti. “State tutti bene? Ottimo gioco di squadra! E ora…” Disse, guardando quel muro di pietra che troneggiava davanti a tutti loro, grattandosi appena il capo come a voler cercare una soluzione per superarlo. Howard era così, ed anche in quelle situazioni manteneva il suo aspetto tipicamente cervellotico e razionale, motivazione per la quale aprì il proprio sorriso bianchissimo quando sentì Cameron usare quell’incantesimo. “Bravissimo! Forza Aidan, ti porto io! Carpe Retractum!” E pronunciò quella formula solo dopo aver afferrato prontamente Aidan, qualora si fosse lasciato trasportare da Howard, portandolo con sé oltre quell’ostacolo e cercando di emulare quanto più possibile i passi di Cameron. Ovviamente il processo di concentrazione del ragazzo era sempre molto profondo e ragionato, così da tentare di ottenere il meglio dai propri incantesimi, concentrando quanta più energia magica riuscisse ad esercitare all'interno di ogni formula: per Howard ogni incantesimo meritava una grande dose di energia ed impegno, forse per il fatto che nella sua natura c'era la volontà di eccellere a tutti i costi. Qualora ci fosse riuscito e tutti fossero riusciti nel loro intento, il ragazzo avrebbe continuato a camminare rimanendo comunque ben attento: tipico di lui era il fatto di essere sempre sufficientemente pronto ad affrontare qualsiasi situazione, e voleva applicare quel suo essere duttile anche in quella situazione, così da mostrare ai compagni ed al professore di essere un ragazzo in grado di cavarsela anche in situazione più pratiche del normale.
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    Howie interagisce con Adamas, consiglia a Gyll di usare il Meteo Recanto, distrugge (?) una stalattite con Expulso così da liberare la strada e aggrappa Aidan per portarlo con sé oltre il muro di roccia di media altezza.
    Una volta giunto al di là dell'ostacolo, continua la propria missione assieme ai suoi compagni! <3
     
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Brian Ensor detestava le domande banali, secondo solo a chi aveva il coraggio di proporle. Quella formulata dal signor Hinds non fu scontata, tanto meno prevedibile. Lo osservò per un lungo secondo, impugnando successivamente la bacchetta. Ottima domanda. Betlum Exumai! Rivolse il colpo verso il soffitto dell'aula e il colore che tutti poterono vedere fu quello di un rosso vivo, scarlatto, ma con delle venature di un bordeaux estremamente scuro. Il colore che assume l'aura potrebbe rivelare verità sull'indole di un mago, ma con questo discorso ci avviciniamo più alla branca della Divinazione e come certo saprete la Divinazione per quanto approfondita e complessa possa essere non è una scienza perfetta. Il margine di errore esiste e siccome non è neanche così basso, per esempio il colore dell'aura non ha mai costituito una prova in un processo o una prova in più per arrestare un possibile sospettato. Ciò non toglieva che il colore di quella del docente non ispirava proprio serenità e bontà d'animo.
    A seguito della spiegazione tutto pareva procedere in maniera sublime, tuttavia Cameron e Nathan dovettero nuovamente mostrarsi per ciò che erano: sbruffoni. Il Periculum che scagliarono venne prontamente annullato da un Finite non verbale e uno sguardo omicida venne rivolto sui due ragazzi. Credo di sapere a cosa state pensando: tanto se ci toglie dei punti a noi non frega niente, vero? Con uno sguardo estremamente serio e un sorriso sadico stampato in volto approfittò del fatto che praticamente tutti gli studenti avessero già preso la passaporta. Glacius! Dalla bacchetta non si manifestò il classico raggio di ghiaccio, ma due daghe del medesimo materiale estremamente appuntite che sfrecciarono contro petto di entrambi gli studenti, bucando i vestiti, giungendo trapassando di pochi centimetri la pelle. Epismendo. La successiva cura fu abbastanza forte da rimarginare solo in piccola parte la ferita, lasciando comunque una sensazione dolente ai due studenti. Vediamo se in questo modo riuscirò a insegnarvi la disciplina e, vi assicuro, che la prossima volta non mirerò alla spalla. Avanzò di un passo verso di loro e fece per chinarsi appena in maniera tale da raggiungere la loro stessa altezza e sussurrare: In fin dei conti chi avrebbe difficoltà a credere che proprio voi vi siate feriti con uno scherzo cretino? E avanzò le mani in direzione delle ferite dei due ragazzi premendole appena. Quantomeno nelle mie lezioni ricordate qual è il vostro posto.

    Ogni gruppo trovò le proprie difficoltà, ma insieme e grazie alla collaborazione tutti riuscirono a giungere allo spiazzo. Brian per conto suo li stava cronometrando per assicurarsi di quanto tempo avrebbero impiegato per superare la prova, anche se a essere sinceri in quel largo spiazzo del docente non v'era nemmeno l'ombra. Certo, ciò era rassicurante, ma quindi cosa avrebbero dovuto fare gli studenti?
    Dei rispettivi gruppi Vesper e McKenzy, Beatrix e Lynch, Ainsworth e Freeman nel giro di una frazione di istanti si ritrovarono e ben quattro metri da terra a testa in giù. I ragazzi erano stati afferrati dalla spessa e resistentissima ragnatela e immediatamente trasportati in alto. Chiunque, prede comprese poterono assistere a un immenso complesso di ragnatele generato da una miriade di cuccioli di acromantula. Ogni aracnide era lungo due metri e alto mezzo metro. Gli occhietti vispi vi osservavano tutti famelici, le loro zampe pelose erano estremamente simili a quella che avevate toccato per la passaporta anche se era di dimensioni estremamente maggiori e ben presto tutti voi vi ritrovaste circondati dalla bellezza di dieci esemplari. Hargraves, d'Angelo e Dannel in tutto ciò voi riusciste a notare la famosa passaporta adoperata per giungere in quel luogo appesa sempre a quattro metri di altezza, intrecciata da una moltitudine di vischiosi filamenti bianchi.



    RevelioGDR


    Ragazzuoli, perdonate il piccolo ritardo, ma la lezione va avanti!
    Non so se si sia capito, ma nel dubbio lo specifico qui: state affrontando lo stesso momento, ma in tre momenti differenti. Quindi tra gruppi non potrete comunque collaborare. Da ciò che riuscite a comprendere (anche se sarà necessario dirvelo in on) è riuscir a riprendere la passaporta e tornar tutti in aula. Naturalmente nulla vi vieta di concentrarvi direttamente su quella e lasciar perdere i vostri compagni, ma come annunciato in precedenza il lavoro di squadra verrà valutato.
    Tutti voi avete a disposizione 2 incantesimi, inoltre potete interagire tra di voi senza limiti.
    Cameron e Nathan, data la vostra ferita non riuscite a concentrarvi a pieno. Unicamente il vostro primo incantesimo avrà un malus di -4 al dado.
    La scadenza per postare è Martedì alle 23:59
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Durante la camminata nella foresta Aidan aveva dato la sua giacca a Gyll. E lei, a confermare la sua grande dolcezza, usò l'incantesimo che aveva già utilizzato Adamas su se stesso, facendo apparire un maglioncino degli stessi colori della sua casata, addosso ad Aidan che le sorrise dolcemente e le stampò un veloce bacio sulle labbra. “Grazie”. Disse “Anche se non ce n'era bisogno. Non ho così tanto freddo poi”.
    Continuando il cammino, si trovarono a dover 'affrontare' delle stalattiti di ghiaccio. E fin qui andò bene. Al commento di Cameron, quando Gyll usò l'incantesimo per far sparire la nebbia Aidan stavolta non si trattenne. “Se la smettessi di dire cazzate mi faresti un grossissimo favore.” e sul suo viso si disegnò il classico sorrisetto ironico.
    Cameron e Howard fecero un incantesimo di cui Aidan non aveva capito una mazza ma si lasciò trasportare senza dir nulla da Howard. Appena arrivò a destinazione, grazie ad Howard guardò Cameron e disse “Ah ma allora non sei completamente inutile! Sono veramente sorpreso. Pensavo dicessi solamente cazzate su cazzate. Wow!”
    Arrivati a quel punto, sentì qualcosa muoversi attorno a lui e delle urla. Guardò in alto e vide Gyll ed Adamas appesi a testa in giù. La preoccupazione, per il dioptase non poteva non essere concentrato solo sulla sua ragazza. Ciò che poteva fare era quello di urlare agli altri compagni “Qualcuno si occupi di Adamas. Gyll stai ferma, ora ti faccio scendere.”
    Aidan si guardò intorno... “merda...pure i ragni ci mancavano!”.
    Ma prima di doversi occupare di Gyll doveva cercare di allontanare quei ragni, in qualche modo. Quindi puntò la bacchetta contro uno di quei ragni ed urlò “Betlum Exumai” se ci fosse riuscito si sarebbe dedicato ad aiutare la compagna appesa a testa in giù. Si sarebbe messo vicino ad un fungo quasi sotto Gyll, avrebbe puntato la bacchetta e urlò “Herbivicus!” Se l'incantesimo fosse andato bene, avrebbe visto il fungo ingrandirsi ed Aidan avrebbe potuto salirci ed aiutare Gyll strappando in qualche modo quella ragnatela.
    Dopo avrebbe avvertito i compagni della passaporta che era riuscito a visualizzare e, sceso da lì avrebbe corso assieme agli altri verso quella passaporta per poter tornare in aula.
    Aidan Hargraves

    "
    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

    Dioptase, 16 anni

    code by ©#fishbone




    Betlum exumai per allontanare i ragni, Herbivicus per ingrandire il fungo, arrivare fino all'altezza di Gyll e liberarla.
    Dopo avverte i compagni della passaporta e, sceso da lì, si avvia verso di essa per tornare in aula
     
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    Aibileen Beatrix
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    Da quando in qua i professori giocavano a nascondino? Quando si era sentita tirare su in un batter d’occhio, nonché avvolta da una sostanza appiccicosa che, più che ripararla da qualcosa, l’aveva legata come un salame, Aibileen aveva cominciato a muoversi un po’ a caso, nel tentativo di liberarsi, spaventata oltre ogni dire e presa in contropiede, tenendo convulsamente stretta la presa di entrambe le mani su ciò che esse contenevano, avendo come pensiero fisso quello di non perdere la propria bacchetta. All’improvviso, però, un pensiero l’aveva bloccata, e si era redarguita:

    “Non muoverti come una mosca, cazzo! Rischi di farti mangiare da qualche creatura in tempo di record. Non è neanche il tuo Patronus… Ferma un attimo e ragiona, stupida!”

    Non era propriamente nelle sue abitudini, usare quell’imprecazione, ma in quella situazione, non c’era spazio per gli Accidenti e gli Accipigna. Quanno ce vò, ce vò.
    Si decise a guardarsi, per quel che il modo in cui era legata glielo permetteva, intorno. Lo spiazzo, in effetti, offriva una vista degna di nota.
    Non poteva dire che il Professor Ensor non avesse rispettato, in qualche maniera, la sua parola, per quanto non senza una certa dose di sadismo. Poteva anzi definirsi un panorama sinceramente suggestivo, in particolar modo, quando lo si poteva osservare da quattro metri da terra. Le stava quasi venendo voglia di disegnar..

    Aibileen. Non è il momento!”

    Scosse la testa per tornare immediatamente sul Pianeta Terra (Mondo Magico), e cercò di concentrarsi esclusivamente sui dettagli che potevano tornarle utili in quel frangente.

    Oh cazzo!

    Ripeté nella sua mente, con tono sempre più convinto, quando notò che “solo” Ciaràn Hinds (c’è veramente da spiegare perché notò lui per primo?), Benjamin D’Angelo ed Amelia Farley si trovavano lì sotto. Rialzò lo sguardo per osservare meglio dove si trovava, ed il sangue le si ghiacciò nelle vene, soprattutto quando notò che pure Elisabeth Lynch era legata come un salame ed appesa a testa in giù, circondata da cuccioli di Acromantula che di adorabile avevano molto, ma di rassicurante assolutamente nulla. Nella posizione in cui si trovava, tentò di contarle: le sembrava fossero, su per giù, una decina: ma, per quel che ne sapeva, potevano essere pure di più.

    “Me lo sentivo, che questi alberi alti, alti, alti non promettevano nulla di buono!”

    … Aibileen Beatrix avrebbe mille volte preferito avere avuto torto per via del suo essere così terribilmente suggestionabile, in quel momento. Decisamente. Si sbrigò a comunicare l’informazione che aveva agl’altri, anche se non sapeva quanto essa sarebbe potuta risultare loro utile, urlando con quanta forza aveva in corpo:

    << C.. Ci sono… Un sacco di cuccioli di Acromantula! Ne conto almeno… Dieci! Voi… C.. Come state? >>

    Si concentrò a fondo per non farsi prendere dal panico, e trattandosi di un tipo di animale con il quale aveva già avuto a che fare svariate volte (anche se mai in quel modo), nel corso della sua esistenza, in qualche modo riuscì ad impedirsi quanto meno di piangere, di urlare, cominciare a parlare troppo, nonché di respirare in maniera convulsa. Le aracnidi le piacevano e la interessavano parecchio, possedevano una varietà di specie impressionante, tra l’altro. Tra cui molte lievemente mortali e di taglia elevata nel suo paese, l’Australia. A Sydney, c’era un periodo dell’anno durante il quale le strade si riempivano di ragni dalle dimensioni non proprio minuscole, anche in quella babbana! Ma quando essi volevano mangiarsi lei ed i suoi compagni, la simpatia, stranamente ed incoerentemente direte voi (?), finiva con il passare in secondo piano. All’improvviso, mentre stringeva con forza la propria bacchetta, come se essa potesse suggerirle, in qualche modo, un incantesimo utile in quel frangente (a parte quello insegnato loro dal Professor Ensor quella mattina), le venne in mente cosa si era portata dietro, senza neanche riflettervi, nell’altra mano. Con tutta l’attenzione possibile, avrebbe cercato di “segare” la ragnatela che le teneva bloccate le mani con il ramo che aveva tenuto disperatamente afferrato in una di esse e, se fosse riuscita nel tentativo di allentare abbastanza la presa, si sarebbe poi rivolta alla sua “compagna di sport estremi non richiesti” (?!?):

    << E.. Elisabeth! Come stai? N.. Non muoverti troppo! Cercherò di liberarti le mani con il ramo! >>

    Ed infatti, con tutta l’attenzione possibile, avrebbe tentato di allungarlo verso i polsi della ragazza Opale, con delicatezza, salvo poi concentrarsi per riuscire a beccare le parti della ragnatela che bloccavano il suo uso delle mani e delle braccia in generale.
    Se queste azioni fossero andate a buon fine, la ragazza Ametrin avrebbe poi continuato a scervellarsi su quale incantesimo usare, a parte l’Arania Exumai o il Betlum Exumai, che aveva sempre, accuratamente, cercato di evitare di scagliare persino a casa sua, nel suo paese! Era sempre riuscita a caversela con altri incanti e sotterfugi, tra cui, nelle ultime vacanze, il Protego, il Petrificus Totalus, l’Impedimenta, il Glisseo, il Farfallus Exsplodit, il Rictusempra, il Paperante ed il Sonorus… Il Solis Apex, invece, l’aveva sempre evitato a priori, perché avrebbe rischiato di danneggiare incredibilmente le aracnidi che vivevano di oscurità. In quel frangente, comunque, soltanto il Sonorus le risultò praticabile, ma le venne all’improvviso il timore che avrebbe, sì, probabilmente allontanato i cuccioli di Acromantula, però avrebbe anche potuto richiamare l’attenzione di altre creaturine non propriamente benintenzionate. E a conti fatti, era ancora abbastanza bloccata da non desiderare l’avvicinamento di altre possibili, per quanto adorabili, grane. Soprattutto perché, lì, legata come un salame, non era da sola!

    “Non posso lasciarla nei guai! E non credo che l’essere divorata da delle aracnidi magiche sia un’esperienza indispensabile da vivere, senza contare che sarebbe pure l’ultima...”

    Cercò di calmare, innanzitutto, il tremito delle sue mani, anche se non poté dire con esattezza quanto esattamente vi riuscì. Il tempo scorreva e, soprattutto, la situazione in sé per sé evolveva troppo in fretta. Con le lacrime agl’occhi al pensiero di ferire delle creature così maestose e complesse (che, a distanza e con le dovute misure di sicurezza, avrebbe osservato e disegnato per ore), cercò di puntare la bacchetta verso il gruppo di Acromantule che si trovava loro più vicino, esclamando:

    << B.. Betlum Exumai! >>

    Se l’incanto fosse riuscito, la sua aura sarebbe risultata essere di un color verde trifoglio. Teneva stretto il proprio catalizzatore magico nella mano, mantenendo comunque nell’altra la presa sul ramo: non si poteva mai sapere.
    Ma l’idea di dover ferire quelle creature per aver salva la pelle di tutti loro le stava infliggendo un terribile colpo al cuore. E poi? Nel caso fossero riusciti a scamparla, come sarebbero tornati in classe?

    “E Mia? Ed Aidan? E Nath? Ed Emma? E Cameron? Adamas? ...”

    Si sforzò di smettere di pensare al resto dei suoi compagni, seppur con enorme difficoltà: non poteva essere loro utile, in quel momento. Loro cinque si trovavano già, di loro, in una situazione abbastanza spinosa da risolvere, e non aveva la minima idea di dove potessero essere gli altri. Magari erano già tornati in classe (magari!). E dov’era, a proposito, il Professor Ensor, maledizione?!? Quasi le mancava (quasi, eh). Le mancava di più la passaporta che li avrebbe riportati in aula, però… Che non anelava più di tanto di ritrovare, precisiamo. Desiderava solo ardentemente che quella sorta di attentato alle loro vite, che avrebbe dovuto essere una “lezione”, finisse il più presto possibile!

    “Non può averci mandati qui apposta per essere attaccati da delle Acromantule… Vero?”

    Persino la sua tendenza a non voler mai pensar male di nessuno stava vacillando. Ed era tutto dire. Se a lei e ad Elisabeth Lynch non fosse successo nulla di spiacevole, e Benjamin D’Angelo avesse indicato loro la passaporta avvolta da un mucchio di ragnatele (però, giovane Ametrin: che occhio!), Aibileen avrebbe ringraziato per l’informazione, e puntato allora la propria bacchetta verso il mucchio di ragnatele che bloccava la zampa pelosa che, normalmente, li avrebbe riportati nell’Aula di Difesa Contro le Arti Oscure, e, immaginando di alterare il materiale della tela di ragno in aceto di vino (sapeva che era una sostanza a dir poco sgradita ai ragni, infatti ne spruzzavano spesso negl’angoli di casa sua, a Melbourne, ma per le Acromantule, onestamente, non avrebbe saputo dire: osava solamente sperare in bene), si concentrò per cercare di effettuare un movimento del polso dal basso verso l’alto, per poi eseguire un affondo, esclamando:

    << Convèrto! >>

    Sperò davvero che quell’incanto funzionasse, in modo che qualcun’altro dei suoi compagni avrebbe potuto poi farla levitare, o permettere a tutti loro di accedere ad essa, con qualche idea migliore.
    Non era più così sicura che sarebbe andata a pranzo, dopo quella “lezione”, quel di cui era più che convinta, invece, era che non voleva che nessuno di loro finisse per essere il pranzo di quelle aracnidi magiche e che, quindi, vi fosse, un seguito da vivere per tutti e cinque.
    … Anche per quei cuccioli di Acromantula, sì. Ma lontani quel che serviva dal loro gruppo.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    SPOILER (click to view)
    -In una mano ha la bacchetta, nell’altra il ramo, ed al collo porta la Lacrima d’Anima come ciondolo.

    -Aibileen cerca di mantenere la calma e la concentrazione, di capire cosa sta succedendo e di reagire. Panic Moment controllabile: in Australia, di aracnidi ne vede da vicino, e pure di grosse, da sempre.

    -Comunica ad Amelia Farley, a Ciarán Hinds e a Benjamin D'Angelo che ha contato una decina di cuccioli di Acromantula.

    -Tenta di liberare le proprie mani con il ramo, ed interagisce con Elisabeth Lynch, dicendole di non muoversi troppo: cercherà di liberarle le mani.

    -Chiede a tutti come stanno. E, nel caso questi tentativi riescano…


    Azione 1:

    Betlum Exumai sul gruppo di Acromantule a loro più vicino, ma a malincuore (non vorrebbe ferirle). Nel caso di riuscita dell’incanto: aura verde trifoglio.

    Si preoccupa per gl’altri suoi compagni di classe.

    Si chiede dove sia finito il Professor Ensor, convinta, prima di un’eventuale soffiata di Benjamin D’Angelo, che sia lui ad avere la passaporta.


    <u>Azione 2:


    Convèrto sulla ragnatela che tiene bloccata la passaporta, se l’evolversi degli eventi glielo permetterà, e se Benjamin D’Angelo, effettivamente, gliela indicherà loro.
     
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    Da quando in qua i professori giocavano a nascondino? Quando si era sentita tirare su in un batter d’occhio, nonché avvolta da una sostanza appiccicosa che, più che ripararla da qualcosa, l’aveva legata come un salame, Aibileen aveva cominciato a muoversi un po’ a caso, nel tentativo di liberarsi, spaventata oltre ogni dire e presa in contropiede, tenendo convulsamente stretta la presa di entrambe le mani su ciò che esse contenevano, avendo come pensiero fisso quello di non perdere la propria bacchetta. All’improvviso, però, un pensiero l’aveva bloccata, e si era redarguita:

    “Non muoverti come una mosca, cazzo! Rischi di farti mangiare da qualche creatura in tempo di record. Non è neanche il tuo Patronus… Ferma un attimo e ragiona, stupida!”

    Non era propriamente nelle sue abitudini, usare quell’imprecazione, ma in quella situazione, non c’era spazio per gli Accidenti e gli Accipigna. Quanno ce vò, ce vò.
    Si decise a guardarsi, per quel che il modo in cui era legata glielo permetteva, intorno. Lo spiazzo, in effetti, offriva una vista degna di nota.
    Non poteva dire che il Professor Ensor non avesse rispettato, in qualche maniera, la sua parola, per quanto non senza una certa dose di sadismo. Poteva anzi definirsi un panorama sinceramente suggestivo, in particolar modo, quando lo si poteva osservare da quattro metri da terra. Le stava quasi venendo voglia di disegnar..

    Aibileen. Non è il momento!”

    Scosse la testa per tornare immediatamente sul Pianeta Terra (Mondo Magico), e cercò di concentrarsi esclusivamente sui dettagli che potevano tornarle utili in quel frangente.

    Oh cazzo!

    Ripeté nella sua mente, con tono sempre più convinto, quando notò che “solo” Ciaràn Hinds (c’è veramente da spiegare perché notò lui per primo?), Benjamin D’Angelo ed Amelia Farley si trovavano lì sotto. Rialzò lo sguardo per osservare meglio dove si trovava, ed il sangue le si ghiacciò nelle vene, soprattutto quando notò che pure Elisabeth Lynch era legata come un salame ed appesa a testa in giù, circondata da cuccioli di Acromantula che di adorabile avevano molto, ma di rassicurante assolutamente nulla. Nella posizione in cui si trovava, tentò di contarle: le sembrava fossero, su per giù, una decina: ma, per quel che ne sapeva, potevano essere pure di più.

    “Me lo sentivo, che questi alberi alti, alti, alti non promettevano nulla di buono!”

    … Aibileen Beatrix avrebbe mille volte preferito avere avuto torto per via del suo essere così terribilmente suggestionabile, in quel momento. Decisamente. Si sbrigò a comunicare l’informazione che aveva agl’altri, anche se non sapeva quanto essa sarebbe potuta risultare loro utile, urlando con quanta forza aveva in corpo:

    << C.. Ci sono… Un sacco di cuccioli di Acromantula! Ne conto almeno… Dieci! Voi… C.. Come state? >>

    Si concentrò a fondo per non farsi prendere dal panico, e trattandosi di un tipo di animale con il quale aveva già avuto a che fare svariate volte (anche se mai in quel modo), nel corso della sua esistenza, in qualche modo riuscì ad impedirsi quanto meno di piangere, di urlare, cominciare a parlare troppo, nonché di respirare in maniera convulsa. Le aracnidi le piacevano e la interessavano parecchio, possedevano una varietà di specie impressionante, tra l’altro. Tra cui molte lievemente mortali e di taglia elevata nel suo paese, l’Australia. A Sydney, c’era un periodo dell’anno durante il quale le strade si riempivano di ragni dalle dimensioni non proprio minuscole, anche in quella babbana! Ma quando essi volevano mangiarsi lei ed i suoi compagni, la simpatia, stranamente ed incoerentemente direte voi (?), finiva con il passare in secondo piano. All’improvviso, mentre stringeva con forza la propria bacchetta, come se essa potesse suggerirle, in qualche modo, un incantesimo utile in quel frangente (a parte quello insegnato loro dal Professor Ensor quella mattina), le venne in mente cosa si era portata dietro, senza neanche riflettervi, nell’altra mano. Con tutta l’attenzione possibile, avrebbe cercato di “segare” la ragnatela che le teneva bloccate le mani con il ramo che aveva tenuto disperatamente afferrato in una di esse e, se fosse riuscita nel tentativo di allentare abbastanza la presa, si sarebbe poi rivolta alla sua “compagna di sport estremi non richiesti” (?!?):

    << E.. Elisabeth! Come stai? N.. Non muoverti troppo! Cercherò di liberarti le mani con il ramo! >>

    Ed infatti, con tutta l’attenzione possibile, avrebbe tentato di allungarlo verso i polsi della ragazza Opale, con delicatezza, salvo poi concentrarsi per riuscire a beccare le parti della ragnatela che bloccavano il suo uso delle mani e delle braccia in generale.
    Se queste azioni fossero andate a buon fine, la ragazza Ametrin avrebbe poi continuato a scervellarsi su quale incantesimo usare, a parte l’Arania Exumai o il Betlum Exumai, che aveva sempre, accuratamente, cercato di evitare di scagliare persino a casa sua, nel suo paese! Era sempre riuscita a caversela con altri incanti e sotterfugi, tra cui, nelle ultime vacanze, il Protego, il Petrificus Totalus, l’Impedimenta, il Glisseo, il Farfallus Exsplodit, il Rictusempra, il Paperante ed il Sonorus… Il Solis Apex, invece, l’aveva sempre evitato a priori, perché avrebbe rischiato di danneggiare incredibilmente le aracnidi che vivevano di oscurità. In quel frangente, comunque, soltanto il Sonorus le risultò praticabile, ma le venne all’improvviso il timore che avrebbe, sì, probabilmente allontanato i cuccioli di Acromantula, però avrebbe anche potuto richiamare l’attenzione di altre creaturine non propriamente benintenzionate. E a conti fatti, era ancora abbastanza bloccata da non desiderare l’avvicinamento di altre possibili, per quanto adorabili, grane. Soprattutto perché, lì, legata come un salame, non era da sola!

    “Non posso lasciarla nei guai! E non credo che l’essere divorata da delle aracnidi magiche sia un’esperienza indispensabile da vivere, senza contare che sarebbe pure l’ultima...”

    Cercò di calmare, innanzitutto, il tremito delle sue mani, anche se non poté dire con esattezza quanto esattamente vi riuscì. Il tempo scorreva e, soprattutto, la situazione in sé per sé evolveva troppo in fretta. Con le lacrime agl’occhi al pensiero di ferire delle creature così maestose e complesse (che, a distanza e con le dovute misure di sicurezza, avrebbe osservato e disegnato per ore), cercò di puntare la bacchetta verso il gruppo di Acromantule che si trovava loro più vicino, esclamando:

    << B.. Betlum Exumai! >>

    Se l’incanto fosse riuscito, la sua aura sarebbe risultata essere di un color verde trifoglio. Teneva stretto il proprio catalizzatore magico nella mano, mantenendo comunque nell’altra la presa sul ramo: non si poteva mai sapere.
    Ma l’idea di dover ferire quelle creature per aver salva la pelle di tutti loro le stava infliggendo un terribile colpo al cuore. E poi? Nel caso fossero riusciti a scamparla, come sarebbero tornati in classe?

    “E Mia? Ed Aidan? E Nath? Ed Emma? E Cameron? Adamas? ...”

    Si sforzò di smettere di pensare al resto dei suoi compagni, seppur con enorme difficoltà: non poteva essere loro utile, in quel momento. Loro cinque si trovavano già, di loro, in una situazione abbastanza spinosa da risolvere, e non aveva la minima idea di dove potessero essere gli altri. Magari erano già tornati in classe (magari!). E dov’era, a proposito, il Professor Ensor, maledizione?!? Quasi le mancava (quasi, eh). Le mancava di più la passaporta che li avrebbe riportati in aula, però… Che non anelava più di tanto di ritrovare, precisiamo. Desiderava solo ardentemente che quella sorta di attentato alle loro vite, che avrebbe dovuto essere una “lezione”, finisse il più presto possibile!

    “Non può averci mandati qui apposta per essere attaccati da delle Acromantule… Vero?”

    Persino la sua tendenza a non voler mai pensar male di nessuno stava vacillando. Ed era tutto dire. Se a lei e ad Elisabeth Lynch non fosse successo nulla di spiacevole, e Benjamin D’Angelo avesse indicato loro la passaporta avvolta da un mucchio di ragnatele (però, giovane Ametrin: che occhio!), Aibileen avrebbe ringraziato per l’informazione, e puntato allora la propria bacchetta verso il mucchio di ragnatele che bloccava la zampa pelosa che, normalmente, li avrebbe riportati nell’Aula di Difesa Contro le Arti Oscure, e, immaginando di alterare il materiale della tela di ragno in aceto di vino (sapeva che era una sostanza a dir poco sgradita ai ragni, infatti ne spruzzavano spesso negl’angoli di casa sua, a Melbourne, ma per le Acromantule, onestamente, non avrebbe saputo dire: osava solamente sperare in bene), si concentrò per cercare di effettuare un movimento del polso dal basso verso l’alto, per poi eseguire un affondo, esclamando:

    << Convèrto! >>

    Sperò davvero che quell’incanto funzionasse, in modo che qualcun’altro dei suoi compagni avrebbe potuto poi farla levitare, o permettere a tutti loro di accedere ad essa, con qualche idea migliore.
    Non era più così sicura che sarebbe andata a pranzo, dopo quella “lezione”, quel di cui era più che convinta, invece, era che non voleva che nessuno di loro finisse per essere il pranzo di quelle aracnidi magiche e che, quindi, vi fosse, un seguito da vivere per tutti e cinque.
    … Anche per quei cuccioli di Acromantula, sì. Ma lontani quel che serviva dal loro gruppo.

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    -Aibileen cerca di mantenere la calma e la concentrazione, di capire cosa sta succedendo e di reagire. Panic Moment controllabile: in Australia, di aracnidi ne vede da vicino, e pure di grosse, da sempre.

    -Comunica ad Amelia Farley, a Ciaràn Hinds e a Benjamin D'Angelo che ha contato una decina di cuccioli di Acromantula.

    -Tenta di liberare le proprie mani con il ramo, ed interagisce con Elisabeth Lynch, dicendole di non muoversi troppo: cercherà di liberarle le mani.

    -Chiede a tutti come stanno. E, nel caso questi tentativi riescano…


    Azione 1:

    Betlum Exumai sul gruppo di Acromantule a loro più vicino, ma a malincuore (non vorrebbe ferirle). Nel caso di riuscita dell’incanto: aura verde trifoglio.

    Si preoccupa per gl’altri suoi compagni di classe.

    Si chiede dove sia finito il Professor Ensor, convinta, prima di un’eventuale soffiata di Benjamin D’Angelo, che sia lui ad avere la passaporta.


    Azione 2:

    Convèrto sulla ragnatela che tiene bloccata la passaporta, se l’evolversi degli eventi glielo permetterà, e se Benjamin D’Angelo, effettivamente, gliela indicherà loro.
     
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    Dopo aver camminato tanto per quattro chilometri, e una volta arrivati si erano ritrovati in un enorme spiazzo, dove all'improvviso notò che non c’era il docente.

    ‘Dove è finito il professor Ensor ?’

    Pensò Benjamin prima che alzò lo sguardo in alto e vide che c’era una ragnatela spessa e resistente che aveva preso Aibileen e Liz.

    ‘Accidenti dovrò trovare un sistema per liberarle poiché sono l’uomo che salva le principesse dal pericolo. Oh! Cavolo maledetti ragni …

    Così pensò lui mentre osservò con attenzione e capì che le creature erano cuccioli di acromantula dagli occhi vispi famelici che li avevano oramai circondati. A un certo punto spostò lo sguardo celeste e notò la passaporta appesa che aveva usato per entrare in quel posto impigliata tra i vischiosi filamenti bianchi. Prima rassicurò Aibileen con un sorriso.

    “Stai tranquilla, io sto alla grande. Ti ringrazio per averci avvertito di quanti sono. ”

    Aggiunse quando poi comunicò a tutti quelli del suo gruppo Amelia, Ciàran, Liz e Aibileen di ciò che aveva visto a quattro metri da terra e sperava che lo sentissero tutti in quel momento.

    “Ragazzi! Ho notato la passaporta che abbiamo usato per venire qua in questo luogo.”

    Parlò lui mentre nel frattempo cercò di mettere in funzione il suo cervello e si ricordò che era ancora al primo anno, ma per fortuna conosceva qualche incantesimo che ai ragni dava fastidio. Prima di pronunciare l’incantesimo però ringraziò con un sorriso Ciàran, il ragazzo opale e Liz che avrebbe voluto abbracciare entrambi, ma per il momento non poteva perché Liz era legata così lui, puntò perpendicolarmente la bacchetta sul suo petto e pronunciò l’incanto che serviva almeno a infastidirli o ci avrebbe provato e disse chiaramente:

    “Sonitus!”

    Non sapeva se l’incanto fosse riuscito. Era la prima che affrontava quei tipi di animali e non voleva di certo fare brutta figura con i suoi compagni di corso così si ricordò anche il secondo incantesimo quello che aveva appena appreso durante la spiegazione di prima. Senza giri di parole con molta determinazione ovviamente tenendosi a distanza di sicurezza puntò la bacchetta verso l’obiettivo a mano ferma e calma pronunciò le seguenti parole:

    “ Betlum Exumai! “

    Disse Benjamin verso i dieci cuccioli di acromantula che aveva visto Aibileen sperando che ci fosse riuscito e poi si avvicinò alla passaporta, dove avrebbe corso insieme ai suoi compagni per tornare vivi e vegeti in aula di Difesa.




    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    - Cerca di rassicurare Aibileen
    - Condivide l' informazione della passaporta che lui vede
    - Sonitus per infastidire i ragni
    - Betltum Exumai sui i dieci cuccioli di acromantula


    Edited by Benjamin D' Angelo1 - 14/2/2021, 17:20
     
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    La domanda che aveva rivolto ai compagni non era volta alla ricerca di una risposta, ma a rincuorare se stesso, in una certa misura: sapere che il suo stesso timore era rispecchiato in tutti gli altri lo rendeva quasi tollerabile. Il detto “mal comune mezzo gaudio”, durante le lezioni di Ensor, serpeggiava continuamente e si rinforzava in tutti i sensi possibili.
    Una volta arrivato alla meta con il gruppo, Adamas avrebbe rimpianto il percorso: certo, avevano rischiato la morte, però non era forse uno dei pericoli minimi in cui erano incorsi durante Difesa Contro le Arti Oscure? Un percorso in cui cristalli di ghiaccio cercano di perforarti, mentre la nebbia ti inizia a sbarrare la strada e una parete di roccia ti impedisce di giungere alla meta… beh, era praticamente una passeggiata salutare e sobria, per gli standard di Ensor.
    Il Carpe Retractum usato per arrampicarsi aveva, purtroppo, avuto effetto; purtroppo perché si ritrovò avviluppato da una ragnatela colossale, mentre numerosissimi cuccioli di Acromantula schioccavano eccitati le fauci (o quello che erano - stava cercando di non pensare al fatto che l’intera progenie di Aracne stesse cercando di renderli la portata principale di un banchetto) tutti intorno.
    Ovviamente, mantenere il sangue freddo sarebbe stata la scelta ottimale.
    Ovviamente, l’Ametrino non ci riuscì; il suo fu più un urlo schifato e indispettito, piuttosto che di paura. Il terrore venne poco dopo, e rese più acuta la sua voce urlante.
    “PORCA TROIA - NO NO NO - VAFFANCULO, LEVATEVI!”
    Fortunatamente, Adamas non soffriva di vertigini; tuttavia, non occorreva certo una nuova fobia per rendere una situazione simile intollerabile per chiunque.
    ‘No, che cazzo - calmati. Come era l’incantesimo?’
    Avrebbe puntato la bacchetta verso i ragni più vicini, soprattutto nel caso si stessero avvicinando avanzando sulla ragnatela, e sperò che quel tentativo potesse salvarlo dalle fauci degli aracnidi - almeno per qualche minuto in più. Puntò la bacchetta, esclamando con un panico pieno di voglia di vivere e paura di morire “BETLUM EXUMAI!”.
    Se anche l’incantesimo fosse riuscito, Adamas non avrebbe notato il colore dell’aura; il sangue che affluiva al suo capo e l’adrenalina che scorreva nelle sue vene rendevano più impellente il bisogno di liberarsi e, si sperava, tornare con i piedi per terra.
    Solo due pensieri furono lucidi in quel tumulto di sensazioni: il fatto che Jesse non fosse lì a salvarlo, e la consapevolezza che, se fosse morto per mano di quelle Acromantule in quel posto sconosciuto, non avrebbe più potuto vederlo.
    ‘No - non può finire così!’
    “QUALCUNO - CHIUNQUE - RALLENTI LA MIA CADUTA!”
    Avrebbe tentato di recidere la ragnatela, ma come? Benché fosse più versato negli incantesimi elementali, non conosceva ancora un incantesimo di fuoco abbastanza potente da bruciare quella trappola - e, probabilmente, avendo sentito la storia di come Blake si era quasi dato fuoco da solo non l’avrebbe comunque provato. Era un incanto pericolosissimo, in mano ad un inesperto come lui.
    L’Aguamenti, invece, avrebbe probabilmente solo fatto oscillare la ragnatela in maniera piuttosto ansiogena.
    ‘Forse…’
    Il Sortilegio Ardente sembrava un incantesimo abbastanza gestibile, ma sarebbe riuscito a bruciare la ragnatela in maniera controllata?
    “FLAGRAMUS!”: tracciò una croce con la bacchetta, per puntare ad un punto in cui la ragnatela fosse più sottile, sperando che tutto ciò bastasse a liberarlo.
    Se fosse accaduto quello, e avesse iniziato la sua corsa accelerata verso il suo, si sarebbe stretto a riccio, cercando di proteggere almeno la sua testa. Se anche si fosse rotto un arto o un osso, una volta all’Accademia avrebbe potuto essere curato.
    Ma non esisteva un rimedio contro una morte sul colpo.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR
    [/color]

    Azione 1: Betlum exumai contro le Acromantule più vicine.
    Azione 2: Flagramus per incendiare la ragnatela in un punto più stretto per liberarsene.

    Prima di cadere urla ai compagni di attutire la sua caduta; mentre cade si protegge istintivamente testa e collo il più possibile.
     
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    Amelia Farley
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    parlato - pensato- ascoltato
    Ovviamente non avrebbe mancato di provare un forte disappunto verso l’idea idiota di Cameron e Nathan: avrebbe guardato entrambi estremamente contrariata, scuotendo la testa più volte e ancora di più vedendo l’altra biondina accorrere a cercare di capire se il suo principe era intero. “Idioti.” si sarebbe limitata a commentare invece lei, a voce abbastanza alta per permette ad entrambi di sentirla.
    Nonostante considerasse quell’idea proprio stupida –se proprio volevano prendersela con qualcuno almeno che un minimo di intelligenza!- cominciò a preoccuparsi per Nathan, non tanto perché si meritasse i suoi pensieri ma perché non voleva che se ne andasse in giro con qualche lesione prima ancora di cominciare. Poteva non trattarsi di qualcosa di troppo importante, ma era comunque una distrazione.
    Non avrebbe permesso ai suoi pensieri di annebbiarla troppo, in ogni caso, e avrebbe proseguito con la sua missione provando a focalizzarsi su quel che avrebbero dovuto fare. Sarebbe rimasta comunque sorpresa dalla ragnatela, facendo un saltello indietro nel momento in cui Liz e Aibileen sarebbero state trascinate verso l’alto.
    Era vero, Amelia non era il tipo di persona che si preoccupava granchè per qualcuno che non fosse lei stessa, ma Liz non le sembrava poi così male e le sarebbe dispiaciuto perdere una delle poche persone vagamente promettenti con le quali avesse avuto a che fare di recente. Inoltre la riuscita dell’intera squadra avrebbe inficiato anche il proprio voto e lei non aveva alcuna intenzione di prendere una A o peggio solo perché non si era sforzata di essere meno egoista.
    Intendeva sempre impegnarsi al meglio, faceva parte della sua indole cercare di raggiungere sempre il massimo e se era costretta a trascinarsi dietro tutti gli altri tanto meglio, ma non aveva intenzione di fare figuracce. Ancora meno con Brian Ensor, quello era decisamente l’ultimo dei suoi sogni.
    Si sarebbe impegnata per non scomporsi, calcolando rapidamente quanto quella faccenda avrebbe potuto finire male e quanto rapidamente. Lei si sentiva coperta, si sarebbe tirata anche su il cappuccio coprendosi parte del viso nel caso in cui i ragni avessero ben penato di buttarle addosso chissà quale sostanza velenosa, ma subito dopo avrebbe pensato a come agire concretamente per far finire quell’impreviso in fretta.
    Non avevano bisogno di venire rallentati, non aveva idea di come fossero messi gli altri –sospettava che Ensor sarebbe stato equo- ma non aveva alcuna intenzione di lasciarsi superare. Avrebbe fatto quindi un breve ragionamento, cercando di stare attenta alla posizione di Liz e Abileen e provando a pensare in fretta. Durante la notte di Halloween un Paperante le aveva salvato la vita, ma sospettava che quei piccoli di Acromantula, con tutti quegli occhieti vispi e fin troppo numerosi, non avrebbero gradito un attacco di quel tipo.
    Infondo il docente non doveva avergli suggerito quel nuovo incantesimo per caso, non era forse il momento giusto per usarlo?!
    “Betlum Exumai!” avrebbe pronunciato con sicurezza, puntando ai cuccioli di acromantula che nessuno dei suoi compagni aveva ancora mirato, nella speranza di riuscire quantomeno a colpirli o a fare qualche danno. Con ogni probabilità l'aura di Amelia sarebbe apparsa di un profondo rosso scuro, vibrante e deciso. Dopodichè, dopo essere stata avvisata da Benjamin della passaporta, avrebbe pensato ad un modo per raggiungerla. Era comunque a quattro metri di altezza, e le ragazze rimanevano appese come salami ad un’altezza considerevole: non aveva intenzione di vederle spiaccicarsi a terra e comunque avevano bisogno di un modo per raggiungere la passaporta, per quanto ora apparisse inutilizzabile.
    “Circularis!” pronunciò, puntando la bacchetta con sicurezza: il suo piano era far comparire delle piattaforme che permettessero sia a loro che alle ragazze di raggiungere la passaporta, aiutando anche Liz e Aibileen a non cadere a terra rovinosamente ma ad avere una superficie su cui appoggiarsi.



    code made by gin


    Azione 1: Betlum Exumai contro le acromantule che i suoi compagni ancora non hanno cercato di colpire
    Azione 2: Circularis per creare delle piattaforme che permettano sia a chi è a terra che a chi è appeso di raggiungere la passaporta. Le piattaforme che ha in mente Amelia dovrebbero passare abbastanza vicine a Liz e Aibileen da aiutarle a non cadere una volta libere.
     
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    Emma Lewis
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    Un secondo tonfo, poco dopo il suo, catturò la sua attenzione, per quanto fosse difficile. Stava cercando di rimanere a galla come poteva, sballottata qua e là dalla corrente, ma riuscì a vedere un lampo rosso... e l'unica con quel colore di capelli, nel loro piccolo gruppo, era Addison. Avrebbe voluto aiutarla nonostante la precaria situazione in cui si trovava ma proprio a causa di quella situazione, non ci sarebbe riuscita. Tentò con tutte le sue forze di rimanere a galla, artigliando persino una roccia, graffiandosi tutte le mani pur di non affogare.
    Non aveva dubbi che i suoi compagni e Nathan in primis, avrebbero fatto di tutto per salvarla, così come avrebbero cercato di salvare Addison.
    Per sua fortuna, la bionda era un'eccellente nuotatrice, perciò riuscì a rimanere abbastanza a galla. I suoi occhi azzurri, a tratti appannati, riuscirono ben a vedere Nathan, il suo migliore amico, assieme ad un altro ragazzo, armeggiare con qualcosa che sicuramente sarebbe stata in grado di tirarli fuori, tuttavia non riuscì a percepire nient'altro, troppo occupata a non morire.
    Vide quindi Marcus, questo il nome del ragazzo, tentare di allungare un ramo verso di lei, perché ne uscisse.
    Delle urla, chiaramente la voce di Nath, poi però l'acqua le invase le orecchie, ovattandole qualunque suono provenisse dall'esterno. Sentiva ormai il suo corpo cedere alla stanchezza della resistenza, l'improvvisa voglia di chiudere gli occhi finché non fosse tutto finito... sarebbe stato senza dubbio più facile, più immediato...
    Un tonfo contro il pelo dell'acqua la ridestò dal suo torpore momentaneo, in contemporanea con la voce di Nathan che provava ad incoraggiarla. Lottò contro se stessa, finché le palpebre si alzarono ed il suo sguardo, ancora terrorizzato, vide l'estremità della sbarra di metallo che non esitò ad afferrare, stringendola tra le mani gelide e tremanti, ridotte ad uno stato di parziale insensibilità a causa della bassissima temperatura dell'acqua.
    Nonostante ciò, lo strinse con tutte le sue forza e tra lei che provava a nuotare in quella direzione, il suo amico che tirava verso di sé ed una posizione che non fosse controcorrente, riuscì a sbattere contro l'argine con il corpo, affondando le dita nel terreno sdrucciolevole, fino a rialzarsi e ritrovarsi tra le braccia di Nathan un secondo più tardi, le lacrime agli occhi. Le braccia della biondina si aggrapparono al collo dell'altro come se fossero la sua unica ancora di salvezza. Ho avuto così tanta paura... gli sussurrò all'orecchio, tremante. Ma non c'era davvero tempo da perdere, dovevano arrivare al punto prestabilito. Si scostò di qualche centimetro da Nathan ed impugnò la bacchetta. Vestis. Sussurrò, puntandosi addosso il proprio catalizzatore. Al posto della divisa bagnata, comparvero un paio di pantaloni neri felpati, un maglione oversize ed una calda sciarpa nera, assieme ad un paio di comodi guanti. Sono... pronta... andiamo, ma prima... la ragazzina caracollò da Marcus e, che fosse d'accordo o no, avrebbe abbracciato anche lui. Grazie per aver salvato Addison e per aver provato a salvare me. Si scostò ed il suo sorriso era sincero, poco prima che il suo sguardo si volgesse verso la rossa. Stai bene?? Dopo essersene sincerati, riuscirono a proseguire la marcia tra la nebbia, ragnatela e versi inquietanti.
    Alla fine, comunque, raggiunsero uno spiazzo piuttosto ampio e, Emma lo sperava, sarebbero potuti ritornare a casa. Certo, se il docente gli aveva parlato dell'incantesimo, avrebbero dovuto senz'altro usarlo, quindi qualcosa sarebbe presto successo.
    Manco a dirlo, qualche millesimo di secondo dopo, Marcus e Mia si ritrovarono appesi per i piedi, tenuti saldamente da alcune ragnatele, a parecchi metri da terra. La biondina sobbalzò, mentre loro si ritrovarono circondati da una decisa di esemplari di acromantula. E lei era aracnofobica. Oh cazzo cazzo cazzo. Era raro che usasse delle parolacce, tuttavia era parecchio spaventata. Senza nemmeno accorgersene, strinse la mano di Nathan, quella opposta a quella con cui reggevano la bacchetta. Dobbiamo... BETLUM EXUMAI! Esclamò ad un ragno che si era avvicinato decisamente troppo a loro, sperando quindi che funzionasse e che esso fosse respinto da essere schifoso qual era. Pensò, poi, ad un piano che potesse funzionare. Addison, Nathan... per prima cosa dobbiamo tranciare le ragnatele, poi... potremmo usare Muto -come ha fatto Nathan prima- per trasformare quel ramo, in una specie di materassone. E nel dirlo, trascinò un grosso ramo sotto i due ragazzi appesi. E scacciamo questi ragni. Fu la sua proposta, mentre si guardava in giro alla ricerca del docente o della passaporta. Voi due, lassù! Riuscite a liberarvi? Ho paura di colpirvi, da qui! Magari usando Convérto, corpusfiguro o qualcosa del genere!
    Sperava solo che tutto finisse nel migliore dei modi.
    Stat scheda Ametrin
    CODICE ROLE © dominionpf


    Azione 1: Vestis ancora quando sono al fiume

    Azione 2: Betlum exumai contro un ragno che si è troppo avvicinato
     
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    Sì, era tutto decisamente strano e quella lezione stava diventando davvero troppo ambigua. Quando Aidan le strappò quel bacio sulle labbra, velocemente, Gyll divampò appena, gonfiando le guance come un pulcino bagnato. Tuttavia, cercò di scuotere la testa per scacciare via quell'idea che tutti avessero visto quel bacio e tentò di concentrarsi sulla lezione «Non puoi prendere il raffreddore. Dopo dobbiamo assolutamente andare a prendere una cioccolata calda! Me la merito!» - disse, quasi come se stesse facendo un buffo capriccio.
    Quando Howard le fece notare che sarebbe stata brava nel Meteo Recanto, Gyll prese coraggio e lo fece, ottenendo un ottimo risultato. Era davvero contenta, forse doveva credere un po' di più in lei, dovette ammetterlo.
    Era decisamente più sorridente di come aveva iniziato, anche se le parole di Cameron quasi le fecero perdere l'entusiasmo.
    Strinse i denti e calò la testa, quasi ricordandosi della lezione di Magitech. Poi, improvvisamente, le parole di Aidan la scossero appena.
    Gyll lo guardò con gli occhi sgranati e per un attimo si sentì a disagio, ma il tempo di quel disagio fu talmente breve, che si trasformò in qualcosa di diverso. La ragazzina aggrottò la fronte «So fare molto più di quel che tu possa pensare!» - disse al Dioptase, come se volesse ripeterlo anche a se stessa. Sicuramente sembrava un pulcino che sembrava volesse fare il cattivo, ottenendo risultati davvero pessimi, ma il fatto di avergli risposto, la faceva sentire un tantino meglio.
    Rise alle parole di Aidan, come se il suo pungere Cameron l'avesse fatta riprendere un pochino. Ma quel ridere durò il tempo necessario per trasformarsi in un «AAH» - breve, ma intenso.
    In un attimò si ritrovò a testa in giù, legata da una ragnatela che sembrava essere stata la sua trappola, come fosse una mosca.
    «Oh, figo il mondo da quassù!» - commentò, con il cuore un tantino in gola. Effettivamente, per quanto potesse essere a quattro metri d'altezza, Gyll non era ancora del tutto spaventata. Guardò poco più sopra e sgranò le iridi celesti quando vide tutti quei ragni pieni di occhi minacciare la sua incolumità «Oh-oh.» - disse, iniziando davvero a temere di diventare cibo per quei ragnetti.
    «Saaaalve... ehm... io non vorrei rovinare i vostri piani, ma non sono poi così tanto commestibile.» - disse, rivolgendosi ai ragnetti. Era una follia parlare con loro, ma a Gyll piacevano le creature magiche e l'idea di ferirle, nonostante fosse in pericolo lei stessa, non tanto le piaceva.
    Sentì la voce di Aidan «Ah, beh... non ho molta scelta, vista la situazione in cui mi trovo. Non posso sicuramente scappare, ecco.» - disse, con un tono un po' preoccupato.
    Si fidava di Aidan, tuttavia quei ragnetti non sembravano propensi a rimanere senza cibo «Adamas, tutto bene?!» - chiese cercando con lo sguardo l'altro.
    Doveva fare qualcosa, quindi con la bacchetta stretta in mano, cercò di individuare il punto in cui la ragnatela sembrasse più sottile, quindi tentando di formare una croce con la bacchetta, proferì la formula «Flagramus!» - gridò, tentando di rendere incandescente la ragnatela, che si sarebbe dovuta spezzare, qualora fosse andato a buon segno l'incanto. Tuttavia, da quell'altezza, il volo sarebbe stato davvero pericoloso, quindi - conscia che Aidan sarebbe stato sotto di lei - tentò di tracciare una linea dal basso verso l'alto «Molliate!» - gridò a gran voce e se fosse riuscita anche in questo, si sarebbe fatta accompagnare dolcemente tra le braccia del suo salvatore.
    Gyll penzola a testa in giù, quasi divertendosi. Quindi pensa a qualcosa che non ferisca le creature, provando un flagramus una volta trovata la tela più sottile, poi un molliate per finire nelle braccia del suo principe azzurro (omg, è veramente azzurro visto che è dioptase!)
    Gyll McKenzy

    "
    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
    "
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    <mark data-uid="13301096">Ovviamente Mia avrebbe sgranato gli occhi vedendo quel che Cameron e Nathan avevano deciso di fare. Non aveva potuto fare niente per fermarli ma non aveva potuto fare a meno di portarmi le mani a coprire la bocca non appena il loro incantesimo aveva colpito Ensor. Era stato tutto così veloce che non aveva potuto nemmeno provare a mettersi in mezzo e nella sua mente era riuscita a riaffiorare una sola e unica domanda: perché?. Perché Cam aveva finito per fare qualcosa del genere? Era davvero convinta di averlo aiutato a tenersi lontano da quel genere di istinto, a fargli capire che forse non era il caso di rischiare così tanto.
    Avrebbe potuto in qualche modo “giustificare” quella scelta come bravata se ci fosse stato dall’altra parte qualcuno come Olwen, per dire, se non altro paziente o benevolo non qualcuno che era capace di punirli per un banale ritardo. Era arrabbiata? Più che altro vagamente delusa, le dispiaceva sapere che il ragazzo aveva compiuto ancora una volta lo stesso errore, e ancora di più le dispiaceva che Ensor lo avesse punito: prevedibile ma anche evitabile. Si sarebbe affrettata ad avvicinarsi a lui e Nathan, guardandoli con disappunto ma evitando di dire qualcosa in merito: non voleva fare la parte della mammina, e sapeva anche che provare a riprendere Cameron non avrebbe portato a niente di buono, per quanto le fosse impossibile non dimostrare il suo disappunto. “Fa molto male?” avrebbe domandato comunque preoccupata, salvo poi non avere molto tempo per occuparsi di loro.
    Avrebbe voluto cercare di sistemare la faccenda ma a parte immaginare che Ensor non avrebbe approvato la sua idea, non aveva comunque avuto modo di fare qualcosa per loro. Si erano divisi troppo in fretta, portandola a preoccuparsi non poco, cosa che era apparentemente destinata a peggiorare. Poco dopo Emma sarebbe finita col cadere nel fiume, portando la bionda a sbiancare e affrettarsi sulla riva. Fortunatamente Marcus e Nathan furono più pronti di lei, tirandola fuori dall’acqua, e Mia avrebbe cercato di avvolgerla nella propria giacca perché non prendesse troppo freddo. “Emma mi hai fatto prendere un colpo…!” avrebbe ammesso con voce leggermente tremante, frizionandole le spalle con le mani per cercare di scaldarla.
    Una volta assicurata che l’altra ragazza stesse bene avrebbero proseguito con il loro percorso, salvo poi sentirsi tirare verso l’alto, incapace di reagire. Avrebbe urlato questa volta, presa in contropiede, e lo avrebbe voluto fare ancora una volta nel vedere i piccoli di acromantula puntare i loro molteplici occhietti su di loro. “Merda.” si sarebbe fatta scappare, cercando poi poco dopo di appellarsi alla sua scarsa lucidità provando a capire cosa fare.
    Nel sentire la voce di Emma dal basso, così preoccupata, si sarebbe sforzata ancora di più per mantenere la calma e provare a non dare di matto. “Andrà tutto bene Em, vedrai! Cerchiamo di mantenere la calma.” avrebbe provato a dire, per poi cercare di liberare almeno le mani dalla ragnatela tanto meno quel che bastava per poter usare comunque la sua bacchetta. Non appena ci fosse riuscita avrebbe lanciato un “Betlum exumai” verso uno dei ragni che si stava avvicinando troppo a Marcus, per poi chiedersi quale sarebbe stata la cosa meno stupida da fare.
    Non era un’esperta di ragni ma per quel che ne sapeva non avrebbero dovuto apprezzare particolarmente i suoni di un certo tipo e così la prima cosa che riuscì a pensare fu di pronunciare un sonoro “ Sonitus!” con l’intenzione di produrre un suono che potesse infastidirli abbastanza e farli arretrare, allontanandoli da sé stessa e da Marcus se possibile.


    code made by gin


    Interagisce con Cam e Emma.
    Dopo aver cercato di liberare almeno la mano destra dalle ragnatele, si concentra sui ragni.
    Azione 1: Betlum Exumai su un ragno che si stava avvicinando a Marcus
    Azione 2: Sonitus rivolto sempre ai piccoli di Acromantula, con l'intendo di generare un suono fastidioso che possa spingerli a ritirarsi.
     
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    La giovane dai capelli di fuoco era praticamente a riva e bastò che Marcus le tendesse la mano che la giovane afferrò prontamente.
    Tornò diritta sui suoi piedi e sorrise a Marcus, ridacchiando imbarazzata

    Eheheheh, ho fatto male i miei calcoli...ups, grazie dell'aiuto...ora ho più freddo di prima, ma non importa. Un po' di acqua non ha mai ucciso nessuno no?

    Sorrise al ragazzo e proseguì insieme al gruppo, stringendosi nelle spalle e tenendo nella mano sinistra la bacchetta.

    Forse dovevo cambiarmi anche io...ormai è tardi e...

    Gli occhi della giovane si spalancarono quando ridestatasi sai suoi pensieri si trovò, insieme al suo gruppo, accerchiata da alcuni ragni.
    Lo sguardo grigio come il mare d'inverno andò subito a correre intorno, studiando l'ambiente. Si posò su qualcosa a quattro metri d'altezza.
    La indicò con la mano destra e gridò al resto del gruppo

    E' lì! La passaporta è lì!!!!!

    Ascoltò le parole di Emma Lewis Emma ed annuì accorgendosi solo allora dei suoi compagni intrappolati

    Eh, certo... non solo i ragni, adesso anche la passaporta appesa nel nulla e due miei compagni in difficoltà! Ok, vediamo di salvarli, alla passaporta penserò dopo!

    Puntò la bacchetta verso la ragnatela che intrappolava Marcus e disse con tono sicuro, mentre tirava la bacchetta verso di sè

    Descendo!

    Cercò poi di puntare la bacchetta su Mia per fare lo stesso sperando che questo potesse bastare a liberare i due malcapitati.

    Che qualcuno prepari i materassi!!!!!!!



    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda Stat.
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    Addiso si rialza e cerca di fare notare la passa-porta agli altri per poi usare le due azioni lanciando Descendo su Marcus e Mia, sperando che basti per staccarli dalle ragnatele
     
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