Lezione biennio - Ottobre 2020/2021

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    Samuel Black
    Docente di Alchimia

    Senza il solito incanto silenziatore ad avvolgere gli scaffali laterali e le due grandi voliere della stanza, l'aula di Alchimia pareva un bazar esotico.
    In particolare, c'era un gran casino sulle betulle bianche delle voliere. Alberi ramificati quasi quanto un'opera di Diana Scherer. Su ogni legnetto vi erano almeno 3 uccelli che cantavano, saltellavano e defecavano. Solo i due esemplari di Fwooper, uno per voliera, avevano le corde vocali sigillate dalla magia. Avere ragazzini impazziti fra le mura del castello non sarebbe stata un ottima idea.
    Tuttavia se le due gabbie riservate ai pennuti, poste agli estremi laterali del centro dell'aula, erano piene e rumorose, anche i piccoli mammiferi e rettili nelle gabbiette sugli armadi, anch'essi posti sui fianchi della stanza, si facevano sentire.
    Squittii, sibilii, e quant'altro si univano ai canti, pigolii gorgheggi e altri versi che i vari volatili producevano.
    In tutto questo Samuel Black era comodamente seduto sulla cattedra posta davanti alla vetrata semicircolare dell'aula, intento a leggere un libro come se fosse nel mezzo di una spiaggia deserta e tropicale. Mancava solo il drink colorato con tanto di stecchino-ombrellino.
    Sul fronte del libro si poteva leggere un titolo: il codice del cosmo.
    -Possiamo ora usare nuovo incanto siliziantetor?-
    -Si dice silenziatore Rubin-
    -Io dico cazzo che vogli...MMMMHH-
    La bacchetta dell'alchimista tornò a poggiarsi sulla cattedra con una lentezza agli antipodi dello scatto con cui era stata presa da lì.
    -Che hai da mugugnare? Ti ho accontentato no?- Mentre il piccolo diavoletto animato iniziò a saltellare sul posto con una rabbia di fuoco nei piedi, Samuel girò una pagina del suo libro. Un ghigno gli colorava la faccia.
    In tutto ciò, dal fondo dell'aula, Alba cercava di cantare per armonizzare gli effluvi sonori dei volatili, ma anche se solo pochi iniziarono a seguirla, lei continuava, imperterrita ad aggiungere la sua melodia candida all'aria caotica dell'aula.
    Nig, invece, lo scheletrico guardiano di quella stanza, faceva quello che faceva sempre. Da sopra l'arco interno e spoglio dell'ingresso, guardava ovunque con i suoi occhi grandi e spogli di ciglia e carne.
    Affianco alla cattedra dove il professore continuava a leggere vi erano due lavagne, una per lato e su entrambe campeggiava un indovinello molto conosciuto a cui gli studenti appena entrati avrebbero dovuto dare una risposta, motivandola.

    É nato prima l'uovo o la gallina?


    I banchi al di sotto della pedana che ospitava la cattedra e le lavagne, erano rettangoli di pietra viva lunghi quasi due metri e per usarli ci si poteva sedere su panche di legno dotate di schienale. Erano occupabili fino a 3 posti per banco. Sopra di esso c'era il nulla, solo lo spazio per inserire il proprio calamaio.
    In fondo all'aula, invece, proprio davanti ad Alba, si estendeva una fitta nebbia per uno spazio grande circa 4 metri quadrati
    Tutto quello spazio appena descritto era illuminato dalla luce dei numerosi candelabri che scendevano dal soffitto, ma anche dalla limpida luce del mattino che filtrava dalla parete di vetro semicircolare alle spalle della cattedra e delle lavagne.
    Erano le otto del mattino, la prima lezione della giornata, chissà se gli studenti che avevano appena terminato la colazione avrebbero apprezzato tutta quella baraonda.
    Detto ciò torniamo all'ingresso effettivo, dato che ne vale la pena.

    Sul corridoio del terzo piano, quasi davanti alla sala dei trofei spiccava l'entrata all'aula di Alchimia.
    Un arco a tutto sesto alto due metri e mezzo circa e lungo due che fungeva sia da ingresso che da ripasso dei principi alchemici.
    L'arco era libero da porte ed ostacoli, così come dovrebbe essere la conoscenza, mentre la sua cornice era composta da tre diversi materiali, animati in modo differente, così da cogliere altri principi cardine di quella materia.
    A sinistra, in uno spazio salino, si dibattevano i figli di Saturno, mentre lui, vorace, li divorava uno ad uno.
    Saturno che è sale, terra e pietra. La pietra asessuata e neutrale che è il punto di partenza da cui iniziare e a cui ritornare. Il ciclo infinito che divora ogni cosa e da cui ogni cosa nasce. Il processo Alchemico della Nigredo.
    Fra le onde del mercurio liquido, invece, Venere si destava dal sonno esistenziale della sua conchiglia per poi venir festeggiata dalle ninfe dell'acqua.
    Dea della bellezza dove la bellezza è stupore ed ammirazione; fenomeni che spingono l'uomo a interessarsi delle cose e cercare di superare i limiti del neutrale, della materia, degli oggetti. Quello stupore ed ammirazione che permettono un evoluzione interiore che permette di giungere all'amore per gli altri e le altre cose. Questo stato corrisponde al secondo processo alchemico: Albedo.
    Infine tra la polvere gialla dello zolfo una lancia tagliava l'aria ed uno scudo oplitico brillava come il sole. Era Marte, un nudo dio della guerra impegnato a polverizzare ed abbattere orde di nemici.
    Marte che è libido, principio maschile di forza e volontà. Marte che è desiderio di avere ed ottenere che se da solo produce poco o niente, quando viene armonizzato con la coscienza della bellezza che risiede in sé stessi ed in tutte le cose, permette di trasformare gli istinti libidinosi e violenti in energia pura ed incontaminata arrivando così alla perfezione spirituale, al terzo processo alchemico, alla Rubedo.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1" Scheda | Stat.
    by Lance



    Allora bella gente! Benvenuti alla primissima lezione dell'anno di Arti Alchemico-Trasfigurative!
    In On-Game è giovedì 8 Ottobre e sono le 8 del mattino. Qui potrete trovare il calendario completo delle lezioni.
    Giocatevi l'entrata come più credete: potete soffermarvi sull'arco d'ingresso un po' di più, chiacchierare, guardarvi intorno , cercare di chiamare un Rubin che intanto saltella qua e là per gli armadi, osservare Nig, interagire col professore o con Alba. Ricordatevi del gran rumorefatto dagli animali, dell'indovinello e della nebbia in fondo all'aula.
    Vi consiglio caldamente di leggervi la descrizione completa dell'aula.
    Ricordo che qui è possibile trovare il manuale di alchimia.
    Ogni mio post sarà seguito da uno specchietto riassuntivo come questo in cui sarà anche segnata la data di scadenza.
    Vi richiedo, come se fosse una quest, di fare un piccolo spoiler riassuntivo alla fine di ogni vostro post. Basta che contenga, in modo molto schematico, le principali azioni fatte dai vostri pg.

    Criteri di valutazione:
    1) lunghezza minima dei post: Come da regolamento del forum riterrò validi unicamente i post da 300 parole in su. Cioè, potete farli benissimo, ma saranno valutati con zero punti.
    2) coerenza: Con il vostro pg, con l'ambientazione e soprattutto con i miei post. (LEGGETELI BENE E SE CI SONO DUBBI SCRIVETEMI)
    3) correttezza: soprattutto grammaticale ma anche nei confronti della divinità tempo. Si devono seguire i limiti temporali che porrò.
    4) originalità: stupite me e Sam e sarete premiati. ( anche con qualche abbraccione, solo da parte mia però)

    Scadenza 12 Ottobrealle 22:00
    Detto ciò divertitevi e per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi qui per mp oppure su telegram


    Edited by SamuelBlack - 9/10/2020, 23:04
     
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    Ametrin
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    Adamas Vesper
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    “Chartanimus!”
    Da quando aveva riscoperto quell’incantesimo, Adamas ne aveva approfittato per fare liete sorprese a Jesse ogni volta che ne aveva occasione; certo, il suo ragazzo gli rispondeva tramite SMS, ma era comunque un’abitudine romantica che avevano intrapreso. I contenuti dei messaggi… beh, era meglio non divulgarli troppo.
    “Sai cosa fare…”: prese l’origami del passerotto in mano, per poi lanciarlo in volo con un leggero soffio, fiducioso che sarebbe arrivato senza problemi a destinazione.
    ‘Bene, è ora di lezione… Alchimia oggi? Dove avrò la testa, in questo periodo…’
    Beh, potete tutti immaginare quale fossero i pensieri di Adamas, da quando si era messo assieme a Jesse.
    Si diresse, un po’ titubante, verso l’aula di Alchimia; come al solito, restò estasiato ad ammirare la figura di Venere nascente, resistendo all’impulso di inchinarsi al suo cospetto ma con una punta di inadeguatezza. Da quando al collo portava il monile con il simbolo del pianeta Mercurio, creato durante una delle ultime lezioni di Magitech, non poteva fare a meno di pensare che avrebbe dovuto rinvigorire la sua fede in Afrodite.
    ‘Sì, ok che questa è Venere… ma la dea dell’amore non è poi così cambiata, nonostante la diversità della cultura greca e quella romana…’
    Entrò, sempre sconcertato da quanto potesse avere la testa fra le nuvole in quel periodo; si rincuorò solo quando vide il professore, per poi sobbalzare quando quest’ultimo riuscì nel suo intento a Silenziare Rubin.
    “Ehm… buongiorno, professor Black - abbiamo lezione noi, oggi, vero? Mi perdoni, ma è un periodo un po’... ehm, stressante…”
    Era probabilmente il massimo dell’interazione che avesse mai avuto con un professore senza rispondere ad una domanda. Si andò a sedere in prima fila, come suo solito, al centro della stanza: in quel modo, aveva la visione migliore possibile sulla lavagna. Sperava di non distrarsi.
    Aspettando l’inizio della lezione, lesse la lavagna.
    ‘É nato prima l'uovo o la gallina?’
    ‘Mmm ok… beh, è una domanda interessante…’
    Poggiò la testa sul banco, mentre pensava alla risposta e salutava i compagni che iniziavano ad entrare.
    Avrebbe quindi alzato la mano reclamando il suo turno per rispondere. Sapeva cosa dire: la risposta più ovvia era che un cerchio non ha un inizio vero e proprio. Tuttavia, avrebbe dovuto trovare una buona motivazione per il suo ragionamento.
    “Beh, se prendiamo l’uovo e la gallina… insomma, sono un’espressione dello stesso unicum, preso in due momenti diversi. Se ci rifacciamo al pensiero aristotelico, si può dire che l’uovo sia la potenza, e la gallina l’atto - per cui chiedersi chi sia nato prima è… non dico inutile, ma senza una vera e propria risposta.”
    Riprese un attimo fiato, ringraziando mentalmente la sua educazione classica.
    “Insomma, nel momento in cui uno dei due è stato creato, anche l’altro è nato, a modo suo. No?”
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Entra in classe, interagisce con Samuel Black e risponde alla domanda quando arriva il suo turno.
     
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Howard adorava la materia Alchimia, presumibilmente era una di quelle che lui preferiva maggiormente, ed era proprio per quel motivo che voleva sempre fare colpo sul professor Black. Mettere in mostra il proprio sapere e la propria intelligenza non gli era mai stato troppo difficile, e questa era una pura verità, ma comunque non aveva mai peccato di superbia e piuttosto si era rivelato capace di accettare critiche ed eventualità del caso. Quella mattina aveva eseguito una colazione piuttosto abbondante che gli avrebbe permesso di affrontare la giornata con energia, e nello specifico aveva optato per un paio di muffin con gocce di cioccolato: li avrebbe smaltiti il pomeriggio durante una bella corsetta, ne era certo. Dopo essere tornato in dormitorio per recuperare gli ultimissimi elementi necessari alla lezione, quali libri e quaderni di ogni tipo sui quali prendere i suoi soliti appunti, il ragazzo si sarebbe immediatamente diretto verso l’aula con la sua solita camminata piuttosto spedita. Il fatto che quell’anno fosse diventato prefetto, dopotutto, gli aveva permesso di acquisire una grande autostima, sebbene nel suo cuore rimanesse comunque costante un senso di eterna timidezza dovuto alla sua indole.
    Portava la propria sacchetta con una serie di spille colorate, come al suo solito, sempre ben lucidate e perfette: si trattava di spille ben colorate e sgargianti che rappresentavano oggetti casuali disegnati in versione “tenerella”. Mentre faceva oscillare quella borsa, il ragazzo portava gli occhi un po’ ovunque, sia per constatare l’effettiva presenza di calma nei vari corridoi, sia per osservare il modo in cui gli altri camminavano dirigendosi a lezione: non aveva mai fatto caso alla diversità delle persone come in quell’anno, arrivando ad analizzare tutti per bene! La sua amica Miranda, ad esempio, aveva uno stile di camminata molto pimpante! Mentre Hector, ultimo anno degli ametrin, erano un ragazzo che sembrava sempre trascinare i propri piedi dallo sconforto.
    Entrato in classe, dunque, si limitò a sorridere ai suoi colleghi, per poi volgere il proprio sguardo con estrema serietà e professionalità nei confronti del docente, accompagnando quella mossa con un saluto molto garbato ed elegante. “Buongiorno professore, come procede?” Chiese in maniera del tutto tranquilla, quasi come fosse una frase di circostanza, per poi prendere posto al primo banco ed accennare un sorrisetto dovuto al fatto che quella lezione sembrava già preannunciarsi fin troppo interessante. Lo sguardo del ragazzo, dopo essere volato rapidamente verso Adamas al quale rivolse un delicato saluto con la mano, si posò sulla domanda che era stata segnata sulla lavagna. Il suo volto si trasformò per qualche istante, lasciando spazio ad una piccola ruga all’altezza della fronte che segnava la sua attività senziente, e solo dopo un po’ il ragazzo alzò la mano per poter rispondere.
    “Sono Howard Hielke Van Leeuwen, secondo anno, dioptase. A mio parere ci sono due modi per rispondere alla domanda, e precisamente uno più scientifico-letterale, ed uno invece più filosofico, per così dire. Nel primo caso, si potrebbe affermare che la domanda non riporti esplicitamente che l’uovo sia di gallina, e per questa motivazione si potrebbe rispondere con sicurezza che sia nato prima l’uovo stesso. I volatili come le galline, secondo le teorie evoluzionistiche babbane, sono discendenti da antiche specie di rettili che, essendo ovovivipari, sono sempre stati in grado di covare le uova, determinando dunque la precedente esistenza delle stesse rispetto ai volatili in questione.” Il ragazzo accennò un sorriso, fiero delle proprie conoscenze scientifiche che amava tanto approfondire e che sperava di studiare ancor meglio nell’anno seguente, nel sogno di diventare un medico di fama mondiale. “Secondo la concezione filosofica, invece, si potrebbe allegare il concetto di “uovo” al concetto di “gallina”, e vedere dunque questi due termini come due declinazioni differenti nel tempo di uno stesso tema vitale. Potremmo dunque concepire quest’evoluzione da uovo a gallina come un circolo vizioso: l’uovo diventa gallina, dalla quale nasce un secondo uovo, il quale diventa un’altra gallina e così via. A livello filosofico, dunque, concependo il tempo in maniera ciclica e quindi come un “tutto torna su se stesso”, non si può dare una risposta definitiva a tale quesito.” E dopo aver detto quella frase, dunque, il ragazzo tornerebbe a sedersi, attendendo che la lezione proseguisse ed aprendo il proprio blocchetto degli appunti così da segnare anche le risposte fornite dagli altri.
    RevelioGDR


    Saluta con un cenno della mano Adamas Vesper, saluta il professore e poi risponde alla domanda. <3
     
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    HELL IS THE PARADISE OF THE BAD GUYS

    Cameron Cohen

    Il trillo della sveglia invase la stanza avvolta nella penombra, andando ad infastidire i timpani del giovane Cohen che si era addormentato solo da un paio d'ore, dopo una notte di incubi ed i soliti sogni ricorrenti. Sbuffò, tastando la scrivania alla ricerca dell'oggetto incriminato. Quando i suoi polpastrelli entrarono in contatto col magifonino, lo prese e se lo portò davanti al viso, venendo accecato dalla forte luce che emanava. Abbassò la luminosità. Cazzo, erano già le 7:35 ed aveva appuntamento con Mia alle 7:40 per mangiare qualcosa al volo e poi andare a lezione di Alchimia. Sì, fosse per la biondina, si sarebbero dovuti trovare già alle sette di mattina, ma Cam era stato tassativo nel suo rifiuto: prima delle 7:30 lui non si sarebbe alzato. Sbuffò, gettando via le coperte ed alzandosi in piedi. Era di fretta, non aveva voglia di perdere altro tempo per sistemarsi la divisa, ragion per cui aprì l'armadio ed indossò un paio di jeans neri con uno strappo sul ginocchio, una t-shirt bianca con sopra un maglioncino sempre nero e, per finire, un paio di Adidas dello stesso colore. Il resto del tempo fu usato per dare al suo ciuffo castano, una parvenza dignitosa grazie al gel che si portava praticamente ovunque. Non male commentò, dandoci un ultimo colpo di spazzola. Chissà se ci sarà Liz aggiunse, consapevole che comunque nessuno potesse sentirlo, essendo solo. Però stava stringendo un'amicizia curiosa con la ragazza dagli occhi cerulei, sentendosi terribilmente affine a lei. Axe, perché non vieni con me? L'aula di Black è strana, magari ti ci troverai bene. Disse, aprendo lo zainetto. Il furetto color neve, come se fosse abituato a quella routine, zampettò fino ad entrarci, sistemandosi comodamente tra libri e quaderni buttati alla rinfusa. Cam chiuse lo zainetto, lasciando solo un buco dove Axe avrebbe potuto respirare. Sorrise e lasciò sia la stanza che la sala comune, scendendo le scale senza nemmeno troppa fretta, in realtà, sebbene fosse già in ritardo per l'incontro con la sua ragazza. Scese gli ultimi gradini due a due, fino a posare i piedi contro il duro pavimento del piano terra. Si avviò quindi verso la Sala Grande, guardando verso il tavolo degli Ametrin, cercando di individuare la testolina bionda. Si morse il labbro. Quant'è bella... con quel pensiero, mosse le lunghe gambe fino a raggiungerla, piazzandosi dietro di lei. Si chinò e le diede un leggero bacio sul collo. Perdonami, principessa... mi sono addormentato tardi. Liquidò l'argomento velocemente, rubando una fetta di pane tostato posto su un cesto al centro del tavolo. Muoviti, non voglio fare ritardo per colpa tua. Scherzò, ridacchiando, porgendole la mano perché si alzasse. Una volta fatto ciò, non l'avrebbe mollata, aumentando appena la presa e dirigendosi verso il luogo della lezione. Salirono al terzo piano, superando la Sala dei Trofei. Oltrepassarono la solita soglia che ormai non perdeva più tempo a guardare e si trovarono all'interno di un'aula proprio... insolita.
    Un paradiso per l'erpetologia, prof. Fu il primo commento che, entrando mano nella mano con Mia, rivolse al docente, indicando le gabbie con i rettili, quasi affascinato, snobbando gli uccellini o i mammiferi. Comunque buongiorno, come se la passa? Domandò, guardandosi attorno, esaminando con gli occhi nocciola, ogni angolo della stanza.
    Uh, la sua amica sta prendendo lezioni di canto, vedo. Disse poi, indicando Alba con un cenno del capo. Se la ricordava bene; la prima volta che era entrato in quell'aula, l'anno precedente, ne aveva commentato la bellezza. Invece lui dovrebbe usare un incantesimo rallegrante su se stesso. Aggiunse, indicando Nig. Sì insomma, aveva sempre bei commenti per chiunque gli capitasse a tiro. Trascinò Mia in uno di quei rettangoli di pietra posti in prima fila, stravaccandosi sulla panca di duro legno. Stranamente aveva deciso di mettersi in prima fila, giusto per accontentare la sua bella. Sollevò i piedi, posizionandoli sul banco, manco fosse stato a casa sua. Se dovessimo recensire la sua aula su TripAdvisor, non arriverebbe a due stelle. Troppo rumore, non si può dormire, panche scomode, fastidiose cantilene, nebbia... ma cosa siamo, nella Pianura Padana? Non era proprio sicuro che tutti capissero quei riferimenti che, essendo cresciuto tra i babbani, lui conosceva bene... inoltre l'Italia l'aveva visitata diverse volte, non per ultima quell'estate, a Venezia con Mia. Si mise lo zaino sulle ginocchia, permettendo ad Axe di osservare il mondo esterno, lasciandogli qualche casuale carezza sulla testolina pelosa.
    Le iridi si spostarono sulla lavagna:
    É nato prima l'uovo o la gallina?
    Un ghigno gli si dipinse sul volto. Ma non c'è niente di più facile, prof! Uovo o gallina, basta che si mangi, no? Cameron era un caso perso, una volta persa la voglia di studiare, ad Hogwarts, non era più riuscito a recuperarla. La morte di sua sorella gli aveva tolto tutto, solo grazie ad un miracolo era arrivato a frequentare Hidenstone. Adesso ho fame però! Che ne dice di una bella frittata, in caso abbia qui quell'uovo? Domandò a Black, sospirando annoiato. Se e quando avesse visto Elisabeth entrare, le avrebbe lanciato un segno per sedersi accanto a loro o, almeno, per andare a salutarlo.
    Scheda | Stat. | Dioptase
    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    Niente, Cam è Cam... dissa un po' l'aula di Sam e risponde (CIRCA) alla domanda scritta alla lavagna.
    Interagisce con Mia Freeman e, in caso riesca ad incrociare il suo sguardo quando entra, fa cenno a Elisabeth Lynch perché si sieda vicino a lui o comunque si avvicini
     
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    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black La mano venne bloccata da una forza invisibile ad un palmo di distanza dall'arco d'ingresso mentre sul volto di Ciarán calò il velo del dubbio. "Perché ho paura di sfiorarlo?" Fino a quel momento, non si era mai posto un quesito simile. Forse, perché non aveva mai sentito il bisogno di avere a che fare con quelle divinità fasulle venerate da un popolo di femminucce in secoli ormai lontani.
    Eppure, da quando l'anno scolastico era ricominciato e le lezioni avevano ripreso il loro corso, il mezzo gigante aveva iniziato a provare un certo interesse verso quella specifica parte dell'aula. La scena su cui gli occhi dorati stanziarono di più ritraeva un avatar della guerra intento a falcidiare file e file di nemici. "Lui mi sta simpatico" Un fastidioso prurito gli risalì il collo fino a giungergli all'orecchio. Ciarán lo mise a tacere con una rapida grattata. Il denrisiano era abituato ai combattimenti, eppure di fronte a quella figura sentiva un certo peso premergli contro il petto. No, non temeva il sangue o la morte, bensì cosa sarebbe successo se quella divinità avesse invaso il territorio degli altri dei fantoccio. Sarebbe stato divertente? No, se ciò avesse distrutto l'equilibrio.
    Un'occhiata all'interno dell'aula e il mezzo gigante si accorse di non essere solo. Sarebbe superfluo descrivere le necessità culinarie di un mezzo gigante, dunque questo umile narratore si limiterà a ricordare come ad un grande stomaco spetti un grande pasto e un tempo maggiore speso per fare colazione.
    Il ragazzo drizzò le spalle orgogliosamente, lasciando ogni dubbio sull'arco e sul suo equilibrio dietro di sé. «Buongiorno, professore» Delle semplici parole di circostanza pronunciate con vago rispetto. Il docente di Alchimia non era un denrisiano ma lui, come gli altri membri dello staff di Hidenstone, avevano dimostrato di sapersela cavare in situazioni difficili. Ciò aveva portato Ciarán a provare una certa stima nei loro confronti. «Si sta interessando al firmamento?» Il capo curvò verso terra dando modo al mezzo gigante di leggere il titolo del libro. Per un uomo di cultura, la conoscenza era pane quotidiano. La domanda uscì dalle labbra del ragazzone senza esitazione, forse per tentare di comprendere cosa passasse nella testa del professore. O forse perché il player che muoveva questo personaggio stava supponendo che Mr. Black puntasse alla skill Intrecciavite, Maestro dei sigilli o entrambe.
    Ciarán si limitò ad avvicinarsi al piccolo Rubin, sfruttando ogni pausa tra un suo salto e l'altro. «Tieni» Gli avrebbe sussurrato, prima di deporgli di fronte una biglia che riprendeva i colori degli opali neri.
    Dunque, a passi lenti, il ragazzone si sarebbe diretto verso uno dei tanti banchi dell'aula. Avrebbe scelto una postazione in disparte per non bloccare la vista al resto degli studenti. Se Howard H. Van Leeuwen si fosse voltato verso di lui, Ciarán l'avrebbe salutato con un rapido colpo di mano. Non voleva metterlo in imbarazzo di nuovo, o forse sì?
    L'opale avrebbe lasciato il tempo di rispondere al resto dei suoi coetanei, poi avrebbe alzato il suo enorme braccio verso il soffitto per farsi notare. «Credo che non ci sia una risposta corretta» Gli occhi scivolarono sugli altri studenti «Ma dipenda dalla persona a cui si pone la domanda».
    Ciò era vero, ogni studente tutti stavano dando una risposta diversa «O da chi lo sta chiedendo. Lei è un docente di alchimia e in quanto tale credo che possa dare maggior peso a certi elementi piuttosto che ad altri» Mentre Ciarán era un denrisiano timorato dagli dei, Black sembrava appartenere alla chiesa della conoscenza. O, per lo meno, questa era l'opinione che il ragazzo si era creato. Avendo bisogno di una E, decise di orientare la sua risposta ai pensieri di un certo Darwin, particolarmente elogiato dagli inglesi «Come detto da Howard e come ho letto nei libri di Magia Verde, le uova esistono da prima delle galline. Quindi sarebbe corretto dire che è nato prima l'uovo. Poi, qualcosa è mutato all'interno dell'uovo ed è nato un qualcosa di diverso. Un processo che si è ripetuto più volte, spronato dalla necessità di adattarsi ad un qualche minaccia esterna» Un rapido pensiero andò all'arco di ingresso. L'armonia che andava a rappresentare doveva ricordare il processo che permetteva di raggiungere la perfezione spirituale, giusto? «Nel tentativo di raggiungere una risposta perfetta a queste minacce esterne, sono nate le galline» Ciarán si tenne per sé i suoi pensieri sulla perfezione. A suo parere, quello scalino era destinato agli dei. Anche il concetto di perfezione molecolare, alla base dell'alchimia, era relativo e non assoluto.
    Una goccia di sudore scivolò sulla fronte del mezzo gigante. Coniugare quelle parole in un flusso di coscienza che potesse suonare coerente gli risultò difficile. Gli uccellini che cantavano e il pesante sguardo dei fwooper lo stavano distraendo. Allo stesso modo, i dubbi sulla nebbia in fondo all'aula gli danzavano in testa, contribuendo ancora di più a minare la sua concentrazione "Voglio sapere cosa si nasconde al suo interno" Un insistente pensiero che si aggrovigliava sempre di più nella sua mente. Se il professore non glielo avesse rivelato, probabilmente sarebbe andato a controllare da solo «Professore, cosa c'è al di là di quella nebbia?»

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.


    Ciarán fissa l'entrata, dunque interagisce con il prof e con Rubin, poi - se Howard gli presta attenzione - anche con lui.
     
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    Ametrin
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    Emma Lewis

    Quella mattina Emma si era svegliata di buon'ora, di gran lunga prima dell'inizio della prima lezione della giornata, per allenarsi e stare sola con se stessa. Aveva preso Spider, la faretra ancora senza nome -quella blu che aveva vinto al porto- ed era uscita, ricordandosi le protezioni soprattutto per le mani. Si era esercitata per circa un'oretta buona con le lattine vuote e con Mirtillo che le saltellava costantemente attorno, tenendosi ben lontano dalla zona di tiro, ed era parecchio soddisfatta del risultato, aveva mancato solo un paio di lattine su almeno una cinquantina di tiri. Quando si stava facendo tardi, decise di tornare in dormitorio, ma mancavano ancora quarantacinque minuti alla lezione di Alchimia, ragion per cui decise di farsi una veloce doccia per togliersi di dosso il sudore dell'allenamento, ma non ci volle molto. Non era quel genere di persona che passava ore della sua vita in bagno, a lei bastavano dieci minuti. Era già praticamente pronta, le mancava solo la divisa ed una spazzolata ai capelli, ma non era ancora ora di andare in aula, perciò frugò nella sua valigia ed estrasse un libro non troppo grosso: "Emma", un libro di Jane Austen che aveva il suo stesso nome. Era forse la terza volta che lo rileggeva, ma non si stancava mai. Quindi, vestita con la sua divisa pulita, stirata e praticamente perfetta, lo zaino in spalla ed il libro sottobraccio, si avviò verso la Sala Grande per fare colazione, siccome stava morendo di fame.
    Saltellò giù per le scale come una capretta, guardandosi attorno. Era un po' triste perché aveva fatto amicizia praticamente solo con quelli del terzo anno, perciò nessuno di loro si sarebbe presentato a lezione con lei, essendo solo per il biennio. Sbuffò proprio nel momento in cui arrivò in Sala Grande, andando a sedersi in un posto abbastanza isolato al tavolo degli ametrin. Non c'era molta gente, forse perché era ancora presto e quella scuola era popolata da pigroni, ma tanto meglio così. Ne approfittò per mandare un messaggio a Nathan, mentre si metteva in bocca un pezzo di muffin. Ehi, ti va di andare insieme a lezioneee? domandò, mandando una faccina da gattino. Tramite magifonino non poteva fargli gli occhi dolci, quindi ovviava così al problema. Non aveva nessuno con cui andarci e il ragazzo le stava davvero simpatico, lo trovava dolce e carino.
    Quindi, sperando in una risposta affermativa, continuò a leggere il suo libro, sbocconcellando il dolcetto, quasi senza accorgersi delle lancette dell'orologio che scorrevano inesorabili e poco mancava alle otto di mattina. Solo il trillo del cellulare la fece riscuotere, così si accorse che ormai mancavano solo dieci minuti. Rispose al messaggio del fratello, poi tornò verso la Sala Comune per andare con Nathan. Entrò e, se lo avesse trovato lì, gli sarebbe andato incontro, buttandogli le braccia al collo ed alzandosi in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia. Di nuovo insieme? Di nuovo Alchimia eh? Pronunciò quelle parole a mo' di saluto, prima di accorgersi che si stava facendo sempre più tardi. Iiiih! Dobbiamo andare o facciamo tardi... oh, vuoi un pezzetto di muffin? Aggiunse, allungando verso di lui il dolcetto che non aveva ancora finito. Ha il cuore di cioccolato! È buonissssimo! Lo avrebbe quindi offerto al ragazzo, prima di fare strada verso l'aula.
    Quando passarono vicini alla Sala dei Trofei, Emma inarcò un sopracciglio. Chissà se ci sono ancora i memory dive... ma lo sai cosa ha allegato il prof alla sua valutazione? Che leggendo il mio tema, sembrava di essere alle elementari!... Ok, non mi ricordo le parole esatte, ma è qualcosa del genere... che sembrava avessi dodici anni forse, ma il concetto è quello! Sbuffò, trovandosi poi dinanzi all'arco che fungeva da porta all'aula. Guardandolo, Emma lasciò perdere il broncio per lasciare spazio ad un'espressione stupita. Non era certo la prima lezione che faceva in quell'aula, ma ogni volta era sempre meravigliata. Questo arco è fichissimo... sussurrò, sfiorandone i contorni con le esili dita, accarezzandone la superficie. Forse era influenzata anche dal fatto che adorasse davvero troppo la mitologia? A questo non seppe darsi una risposta, ma entrò nell'aula per non fare tardi e si trovò un pullulare di animaletti e voci diverse. Ciao, Adamas, Howard! Rivolse a loro un sorrisone, prima di concentrare la sua attenzione su tutto il resto.
    Buongiorno Nig la giovane salutò lo scheletro incastonato nella pietra, intento a vigilare la stanza come sempre. Non che il rumore le desse troppo fastidio, ma a lungo andare le risuonava nelle orecchie ed era difficile da ignorare, sebbene la giovane ci provasse, concentrandosi su altro. Quando arrivò davanti alla cattedra del professore, deglutì, osservandolo con una sorta di timore riverenziale. B-Buongiorno... salutò timidamente, sentendosi quasi inadeguata ai suoi occhi, memore delle sue osservazioni al suo compito. Ma si sentiva a disagio là davanti, quindi si voltò per guardarsi attorno fino ad individuare un Rubin selvatico saltellante. Ehi Rubinnn! Come va? Lo richiamò, cercando di avvicinarsi, per quanto fosse difficile, ignara che fosse sotto l'effetto dell'incantesimo silenziatore, sennò gli avrebbe già lanciato un Finite Incantatem.
    Alla fine di tutto, si avvicinò anche ad Alba, ammirandola con i suoi occhioni azzurri che quasi risplendevano e sorridendole. Canti benissimo! Le si rivolse, sincera, nonostante la nebbia che la stava disturbando. Ormai aveva fatto un po' il giro e salutato tutti, non le restava che sedersi. Si diresse di nuovo verso Nath e lo guardò giusto per qualche secondo. Ehm... immagino tu voglia sederti con qualcun altro, magari più grande di me... quindi ci vediamo dopo eh? Sussurrò, prima di dirigersi ad un banco ancora vuoto, posando la schiena contro il legno e concentrandosi su quella domanda scritta alla lavagna. Aspettò che i suoi compagni parlassero, poi fu il suo turno. Beh... con gli anni, ho sentito molte volte questo quesito all'apparenza irrisolvibile ed ho sviluppato una mia teoria, non so se possa avere senso, ma eccola qui... cercò di alzare la voce per sovrastare gli schiamazzi. Io penso che la risposta stia nella teoria dell'evoluzione di Darwin... cioè che ogni essere vivente discende da una forma di vita più antica. Infatti io credo che non ci sia una risposta proprio corretta: la gallina è diventata così come la conosciamo noi e con la capacità di deporre uova, dopo secoli di evoluzioni... quindi una data creatura si è evoluta sempre di più finché il risultato non è stato proprio la gallina e da lei, ecco che nasce l'uovo. Concluse, alzando lo zaino ed estraendo il suo quaderno con i pinguini, anch'esso vinto il giorno del viaggio per arrivare ad Hidenstone.
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    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    Emma interagisce con Nathan Parker King, Howard H. Van Leeuwen Adamas Vesper Nig, Rubin, Alba e Samuel, poi va a sedersi sola soletta e risponde alla domanda
     
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    Mia Freeman
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    Alchimia era ancora, dopo un anno, una delle sue materie preferite e per quanto studiare continuasse a piacerle parecchio, poteva affermare con convinzione che quella rientrava davvero nella lista di quelle favoriva di più. Ricordava ancora la prima volta in cui era stata in quell’aula, quanto l’avesse affascinata fin dal primo momento e quanto la materia l’avesse subito catturata, finendo per portarla a passare notti insonni, il naso infilato nei libri. Certo, questo prima di avere una vita sociale ben più attiva, e di certo ben prima dj essere la fidanzata dj Cameron Cohen.
    Mentre si stava sistemando la divisa di fronte allo specchio, Zeus che la osservava annoiato dal letto, non poté fare a meno di sorridere sognante al solo pensiero che il ragazzo sarebbe andata a prenderla quella mattina, per andare a lezione assieme.
    Il loro rapporto non era certo dei più semplici, sapeva che c’erano stati alti e bassi e non dubitava ce ne sarebbero stati ancora, ma aveva deciso arbitrariamente che godersi gli alti fosse la mossa migliore per riuscire a trarre il meglio da quella relazione. ” Non fare il geloso.” apostrofò Zeus che non sembrava per niente entusiasta del nuovo arrivato nella vita di Mia, quell’umano che non aveva ben presente ma che rubava sempre più spesso la sua padrona, trascinandola lontana da lui per ore e ore.
    Gli avrebbe lasciato un buffetto tra le orecchie, per poi lanciando un’occhiata alla sua fatina che, sempre pronta a svolazzare tra capelli, sembrava molto più contenta per la ragazza e per quello che stava vivendo. La creatura, nata dall’uovo che aveva ottenuto a lezione l’anno precedente, era così simile a Mia da essere spesso timida, in pubblico, ma quella mattina aveva deciso coraggiosamente di andare a lezione con lei anziché starsene chiusa in camera a sopportare quel noioso gatto, sempre insofferente.
    Mia afferro quindi la sua tracolla e uscì dalla stanza, sorridendo contenta e avviandosi verso la Sala grande. Quel giorno era così di buon umore che nemmeno il solito ritardo di Cameron riuscì a indispettirla e si limitò ad avvampare clamorosamente quando il ragazzo le baciò il collo con tanta naturalezza. ” Ma smettila...” avrebbe mugugnato sorridendo, seguendolo poi fino al terzo piano, verso l’aula di alchimia. Avrebbe visto poi Axe spuntare dal suo zaino e gli avrebbe sorriso con dolcezza. ” Ciao piccoletto!” lo salutò, lasciando poi che la sua fatina lo raggiungesse per svolazzargli intorno.
    Come ogni volta avrebbe rivolto un’occhiata a Angi, il guardiano di pietra dell’aula che le provocava sempre un brivido lungo la schiena per i suoi occhi sempre vigili, e avrebbe lasciato che le sue orecchie si riempissero del cinguettio dei numerosi uccelli presenti nella stanza.
    Lei era affascinata da tutto quello, ma evidentemente Cameron no e si sarebbe meritato un pugno scherzoso sulla spalla da parte della bionda. “Le panche non sono fatte per dormire e il canto degli uccelli è un suono piacevole!” gli avrebbe fatto notare per poi rivolgere un sorriso gentile e un cenno di saluto ad Alba, sempre così cortese con chiunque e di una bellezza indimenticabile. Ricordava di esserne rimasta in tata fin dal primo istante e di aver sognato più di una volta di poter essere bella allo stesso modo. Si sistemò quindi al banco, appoggiando con attenzione la cartella a terra e tirando poi fuori il quaderno degli appunti. Trovava sempre quell’aula piuttosto ispirante e particolare, sempre in grado di metterla di buon umore e farla sentire produttiva e pronta a lavorare sodo. Avrebbe individuato Emma che entrava nell'aula e le avrebbe rivolto un cenno di saluto e un leggero sorriso: la trovava ancora effervescente ma cominciava anche a farle una certa tenerezza. Già che c'era avrebbe rivolto un caloroso sorriso ad Adamas e Howard, e un cenno di saluto a Ciaran, arrivando poi a sorridere gentilmente anche al docente. "Buongiorno" lo avrebbe apostrofato con cortesia per poi sistemarsi in un banco poco lontano da Cameron.
    Avrebbe poi lanciato finalmente un’occhiata alla lavagna, alzando gli occhi al cielo per la risposta di Cameron. “Il punto è che credo sia una circolo senza fine... la gallina da vita all’uovo e l’uovo alla gallina... non potremmo parlare di un processo circolare, senza inizio e senza fine? Dopotutto in parte potremmo riassumere così l’alchimia, come vediamo anche con il simbolo dell’oroboro.” avrebbe quindi risposto, senza essere totalmente sicura della sua risposta definitiva ma piuttosto convinta che potesse funzionare. " Infondo...penso anche che la risposta identifichi banalmente un diverso approccio alla materia, come storicamente erano diversi gli approcci nella ricerca della formula per trasformare ogni cosa in oro. Non credo ci sia una risposta giusta o sbagliata. avrebbe aggiunto poco dopo prima di tornare in silenzio.


    code made by gin



    Mia interagisce con Cameron Cohen e arriva con lui in aula. Salita Ada e Nig, poi risponde alla domanda del docente. Saluta anche Emma Lewis e di base a tutti i presenti ( Adamas Vesper , Howard H. Van Leeuwen, Ciaran Hinds e il docente).
     
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    Amelia Farley
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    parlato - pensato- ascoltato
    Amelia non era una persona così tanto raffinata, o meglio poteva esserlo su molte cose di certo ma non su tutte. Eppure c’erano lati della sua vita, dettagli in particolare, a cui per lei era impossibile rinunciare e uno di questi era l’ordine. Chiunque guardando anche solo la sua stanza avrebbe colto quanto tenesse ad avere tutto sistemato al proprio posto, anche se forse in alcuni casi il suo era un ordine un po’ particolare, che esisteva per gran parte nella sua testa. Sua madre le aveva comunque insegnato come fosse importante mostrare sempre e solo il proprio lato migliore, nascondendo accuratamente i difetti o le imperfezioni agli occhi dei più: se pensava che l’ordine non fosse necessariamente il suo modo di esprimersi, non voleva comunque apparire come una persona troppa caotica all’apparenza.
    Questo traspariva anche dalla sua diligenza, dal fatto che ogni mattina si presentasse puntuale, sempre avvolta nella divisa, sempre impeccabile indipendentemente dall’orario. E anche quella mattina, nonostante la lezione si tenesse alle otto, stava raggiungendo l’aula di Alchimia a passo sostenuto, i capelli raccolti in una crocchia accuratamente disordinata, le scarpe con un leggero tacco che riproducevano un rumore ritmico sul pavimento, un leggero velo di trucco che esaltava il suo incarnato pallido e gli occhi chiari.
    L’aula di alchimia le trasmise subito una sensazione che non seppe identificare: per quanto
    apprezzasse il profondo significato di nigredo, albedo, rubedo, riportato sull’arco che adornava l’ingresso, trovava che la raffigurazione di Saturno che mangiava i suoi figli fosse peculiare, di certo una scelta incisiva. Conosceva la leggenda, così come il significato di quelle parole, perché aveva avuto modo di studiarle durante il suo anno di “isolamento”, ma doveva ammettere di essere rimasta colpita dalla scelta di rappresentare qualcosa di così violento sull’arco di un’aula, di certo la cosa non mancò di farle venire voglia di proseguire. Dopo essere entrata dalla porta fu il turno di Nig, che Imperioso dall’alto della sua postazione non evitò di guardare anche lei con i suoi perforanti occhi verdi. Amelia avrebbe ricambiato fieramente il suo sguardo, sostenendolo per qualche istante salvo poi comprendere che la statua non sarebbe andata da nessuna parte, al che avrebbe fatto spallucce proseguendo oltre.
    Si sarebbe quindi diretta all’interno, puntando ad uno dei banchi e cercando di evitare accuratamente e con un certo sdegno Rubin, che sembrava incapace di fermarsi anche solo per un momento. Lo avrebbe fulminato con lo sguardo, per quanto probabilmente non avrebbe ottenuto nulla, ma non si sarebbe sbilanciata in una scenata vera e propria solo perché non ci teneva a perdere la pazienza appena entrata in aula.
    Dopo aver preso posto al suo banco, non avrebbe potuto evitare di posare gli occhi sul quadro di Alba, in una posizione difficile da ignorare. Era immune al fascino della donna, in un certo senso, o almeno questo era quello che faceva trasparire e che raccontò anche a se stessa: il quadro aveva attratto il suo sguardo, era impossibile dire il contrario, ma nell’istante in cui mise a fuoco la figura della donna si ritrovò a pensare che fosse bella, ma comunque poco interessante. Poteva essere un pizzico di invidia a parlare, condita magari dalla certezza che nessuno avrebbe potuto ignorare quella donna -ed è quel che avrebbe voluto fare anche lei- ma si riteneva più rilevante dj una donna bloccata per sempre in un quadro.
    Dopo aver bene o male esplorato la stanza con lo sguardo, lanciando un’occhiata anche agli scaffali ricolmi e a quell’albero pieno di uccelli -uccelli che stava già maledendo per il loro suono stridulò e fastidioso- finalmente notò anche la scritta sulla lavagna e corrucciò le sopracciglia, alcuni dei suoi compagni risposero prima di lei, portandola a sbuffare leggermente alla risposta dj Cameron, trovando invece il ragionamento di Howard tutto sommato promettente per quanto per lei scorretto. Cameron non si sarebbe risparmiato nemmeno una sua occhiata al vetriolo e una breve scrollata di spalle, che sottintendevano un “idiota” alquanto palese. Lei non era proprio un tipo così espansivo e non teneva particolarmente a chi aveva accanto durante la lezione: non vedeva ancora Nathan, sempre ammesso e non concesso che si presentasse, e non aveva avuto modo di conoscere molta gente, non che avesse molto tempo da perdere in amicizie superflue. Si sarebbe quindi sistemata in un banco in solitaria, in prima fila, giusto per seguire al meglio la lezione, senza lanciare più di un’occhiata alla ragazza bionda seduta dietro di lei.
    Avrebbe quindi alzato la mano con eleganza, prima di intervenire. ” Amelia Farley. primo anno.” si sarebbe presentata con fare serio, per poi proseguire. ” Se dovessi seguire un ragionamento scientifico, affermerei senza ombra di dubbio che è nato prima l’uovo, per la sua semplicità molecolare, dando poi vita ad un organismo più complesso come la gallina. Ma non penso che sia questa l’unica soluzione possibile, le galline potrebbero essersi anche formate come mutazione genetica di altri esseri e aver cominciato poi a riprodursi con le uova... credo piuttosto che la risposta possa determinare un diverso approccio alla materia, ma che non ci sia niente di corretto o errato, almeno fino ad oggi.<b>” espose con attenzione, per poi respirare brevemente prima di aggiungere <b>” Parlando però di Alchimia, considero corretta la risposta dell’uovo: almeno se ci si rifà all’alchimia antica, tradizionale, l’uovo cosmico era considerato l’origine del mondo, come simbolo di fertilità e di nuova vita, elemento da cui tutto ha origine, per tanto un alchimista vissuto qualche secolo fa potrebbe affermare senza alcun dubbio che solo l’uovo può essere nato prima, dando poi origine alla vita e all'intero mondo.” avrebbe quindi concluso.
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    Amelia arriva in orario, ovviamente, ed entra in aula. Fulmina con lo sguardo il diavoletto, troppo esagitato per i suoi gusti, e non calcola troppo i suoi compagni ma si siede davanti a Emma Lewis. Risponde alla domanda del docente.
     
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    Smaug Daingus | BLACK OPAL I anno
    Stessa merda, altro giorno. Gli occhi stropicciati, le occhiaie e l’aspetto annoiato non fanno ben intendere quanto fosse in realtà provato dal fatto di doversi buttare giù dal letto a notte fonda, dato che le 7 del mattino per lui lo sono, solo per frequentare le lezioni; questo è proprio il genere di cose a cui non ci si abitua mai. Il passo macilento e traballante per via della fitta nebbia nella testa e la sfocatura degli occhi lo hanno portato proprio davanti all’aula di alchimia, non prima, però, di aver consumato un dignitoso pasto a base di dolci vari di cui neanche ne ha distinto la forma, solo buttati giù tipo ingozzatore seriale da gara di mangiatori di hamburger americani e ingoiati sotto pressione con l’aiuto di un enorme bicchiere di latte tiepido del quale non è neppure sicuro che il bianco liquido abbia toccato realmente le viscere.
    Fortunatamente, con l'avvicinarsi dell’aula, uno strano rumore non ben distinto lo incita a svegliarsi, simili a versi animaleschi decisamente fastidiosi ma quanto meno utili per la sua causa.
    La borsa a tracolla, di cui tiene la cintura sulla parte spalla sinistra e che finisce appoggiata alla parte destra del bacino, contiene tutti i manuali di cui ha bisogno, dalla prima all’ultima ora della mattinata così da poter procedere spedito tra una lezione e l’altra. Veste fiero gli abiti opalini con la tasca destra rigonfia per merito della sua bacchetta, gli occhi scintillanti e leggermente lucidi e con il contorno rosso che li fa risaltare ancor più del solito, i capelli biondi raccolti in maniera trascurata.
    L’umore non è da procrastinatore e, seppur sia in perfetto orario, non si concede del tempo all’osservanza del particolarissimo ingresso che ha già imparato a conoscere nelle lezioni precedenti ma bensì procede diretto in uno dei posti vuoti, o almeno con l’intento di trovarlo. “Da solooo” ha voglia di fare l’asociale per almeno le prime tre ore del mattino seppur un saluto al suo insegnante è d’obbligo «Buongiorno» “del cazzo” e solo dopo qualche imprecazione mentale scorge la scritta alla lavagna “è nato prima l’uovo o la gallina?”. Si fa pensieroso d’un tratto, il primo quesito già a portata di mano di cui ne elabora la risposta mentre si muove alla ricerca del sedile, seppur maledettamente disturbato da tutto quel frastuono «scccc» non sa bene a chi, se agli animali ingabbiati o a quel fastidioso canto ma il tutto gli impedisce una totale lucidità. Nel vagare con lo sguardo e nel tentativo di zittire Alba scorge la particolarissima e fitta nebbia di cui non può mai fare mai a meno di chiedersi se dietro di essa ci fosse effettivamente un muro. Le natiche si poggiano e la bocca saccente dell’ungherese inizia a muoversi velocemente, non avrebbe perso un secondo di alcuna materia per mettere in chiaro e mostrare chi sia il migliore, la guerra con Elisabeth e su chi realmente fosse il migliore è aperta e uno sguardo fulminante nel suo incipit avrebbe il solo scopo di fulminarla qualora essa ci fosse e ne incontrasse gli occhi «Da quanto risulta nei libri Babbani i primi esseri viventi erano molto diversi da come sono ora, per la precisione erano molto semplici e con ogni probabilità formati da una sola cellula&raquo la voce roca per l’ora mattiniera viene schiarita con un piccolo colpo di tosse «da questi primi essersi si sono sviluppate altre forme viventi, composte da molte cellule. Per questo è nato prima l’uovo dato che esso ha una corrispondenza unicellulare e quindi associabile ai primi esseri in assoluto.». Ancora una volta la sua particolare attitudine per lo studio lo porta a conoscere grossolanamente tutto il mondo circostanziale. La tracolla poggiata sul tavolo e il manuale sfilato in modo disinvolto, come se non aspettasse alcuna risposta a quanto pronunciato dato che per quanto lo riguarda la sua è verità assoluta. «Ovviamente è nato prima l'uovo»
    <parlato> - "Pensato" - 'Ascoltato' | Scheda PG - Stat


    -Entra in classe salutando il professore
    -Siede da solo
    -Fulmina Elisabeth con lo sguardo
    -Risponde dicendo che è nato prima l'uovo
     
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    «Ma qual è, esattamente, il problema di Black?» L'uomo passione ornitologo avrebbe potuto tranquillamente soffiare il posto alla Onfroy, dato che la sua aula sembrava uno zoo. O forse la maggior parte dei docenti nutrivano un forte feticismo per gli animali: Maverick gli orsi e tutto ciò che fosse peloso, Black con gli uccelli perché forse avvertiva qualche mancanza nelle parti basse? Era una domanda che, se fosse stata onniscente, avrebbe potuto porre direttamente all'Ivanova. Peccato però che la Lynch, ignorante in materia, lasciò che il suo pensiero si sedimentasse su quei gusti assurdi del docente di Alchimia. Alchimia... un insegnamento che non era proprio nelle sue corde e che, con pochi dubbi, avrebbe sicuramente mollato una volta passata al triennio. Per carità la colpa non era affatto di Samuel che comunque dimostrava passione in ogni cosa che faceva, al più rientrava in una questione di affinità, interesse e piacere in quello che si andava a studiare. E lei, purtroppo, stimoli non ne aveva affatto. Con quell'umore, dopo già due ore di lezione alle spalle, l'opale si diresse fino all'aula di Trasfigurazione, senza degnare di uno sguardo di troppo l'ingresso ormai arrivato a darle la nausea dopo tre anni -due e mezzo ad essere puntigliosi- e che non le faceva più sollevare lo sguardo dalla punta delle sue scarpe. «Buongiorno.» Salutò con voce atona il docente, senza guardarlo negli occhi più interessata alla copertina del libro che stava leggendo. Che fosse argomento della lezione che si sarebbe tenuta di lì a poco? Chissà, sebbene cercasse di concentrarsi e formulare ipotesi di un certo peso sull'influenza del cosmo nelle arti alchemico-trasfigurative ma il rumore del suono degli uccelli era davvero fastidioso. Che voglia che aveva di impugnare la bacchetta e castare un incantesimo silenziante sull'intera aula. Quel giovedì si stava definitivamente mettendo male, per fortuna che poco più di ventiquattro ore mancavano alla fine di quella settimana di lezioni. Alba che continuava a canticchiare, fischiettare (?), rompere le pluffe(?), Rubin che sembrava essere nel pieno del suo ADHD dato che saltellava ovunque per l'aula e poi... beh... poi c'era la nebbia. «Vediamo un po'... c'è forse una foresta tropicale con tutte le specie di uccelli presenti sulla faccia della terra?» E quell'unico pensiero acido fu fatto prima di volgere le gemme cerulee lungo i grandi banchi già in parte occupati. Un cenno veloce del capo venne riservato a Amelia Farley, Adamas Vesper, Howard H. Van Leeuwen, Smaug, Ciaran Hinds, mentre uno sguardo di gelido astio fu tutta per Emma Lewis, seguita subito da una più divertita per Mia Freeman e Cameron Cohen. Al cenno del Dioptase l'Opale scivolò fino a quella panca occupata per due terzi. «Giorno...» salutò, prima di farsi più vicina a Cohen ed abbassare il tono della voce. «Non hai anche tu una improvvisa voglia di brodo di uccelli?» Ovviamente da non consumare. Quanto era acida la Lynch quando le cose non andavano od erano proprio come lei desiderava? Voltò poi il viso in direzione di Ciaràn accertandosi come fosse solo a quel tavolo e, per un attimo, fu tentata di scivolare al suo fianco. In fondo se l'altro si fosse avvicinato, fino ad occupare la parte più vicina a lei del suo banco, non sarebbero stati poi così lontani. «Vi dispiace se mi siedo con voi?» Se avesse avuto l'assenso avrebbe posato per terra la sua borsa, tirando fuori pergamena, calamaio e bacchetta sistemandoli sulla superficie dell'enorme tavolo lungo prima di sollevare lo sguardo sulla lavagna. «Non sapevo fosse l'ora di filosofia.» Invero per l'opale era tutta una questione di semantica: non c'era alcuna specifica sull'uovo che poteva essere di qualsiasi animale e non per forza della gallina. Ma si sà, l'essere umano adora visceralmente i paradossi e quello in elegante grafia, moltiplicata per due, ne era proprio un esempio. Qualcuno avrebbe potuto dire che l'uno senza l'altro non poteva vivere, altri avrebbero puntato sulla scienza, sfruttando la mancanza di specificazione sull'uovo, affermando che questo altro non era che l'antenato di tutti gli animali. Altri ancora avrebbero potuto dire che l'uovo era l'imperfezione, che la gallina era la perfezione e che pertanto fosse nato prima il primo. E su quello, anche ascoltando gli interventi degli altri studenti -lì la Lynch avrebbe ricambiato lo sguardo di Smaug- sembravano concordare proprio tutti: è nato prima l'uovo. Avrebbe dovuto davvero sollevare la mano e dare il contributo anche lei a quella che si stava rivelando la fiera dell'ovvietà? Sì, se avesse voluto portare a casa qualche punto per i Black Opal. «Professore, mi scusi... Ha forse preso spunto per proporre il paradosso dal libro che stava leggendo precedentemente? La cosmologia non si riferisce forse allo spazio, al tempo e alla materia? E credo che la frase "è nato prima l'uovo o la gallina" racchiuda al meglio proprio le tre casistiche: lo spazio che non è il vuoto ma che ha comunque in sé particelle che unendosi possono dar vita ad altro; il tempo inteso come dimensione in cui avvengono i processi, dove l'uovo non diventa subito gallina o altro animale oviparo, ma è un lungo processo di trasformazione; e la materia... beh la materia è massa ed occupa spazio. Inoltre... dato che anche per me è nato prima l'uovo, che è in potenza gallina, credo che si possa rapportare l'uovo proprio al cosmo e che la gallina non siano altro che i pianeti e, in relazione alla Terra, la vita come siamo abituati ad identificarla.»
    Al termine dei suoi vaneggiamenti avrebbe abbassato leggermente il viso in direzione di Cohen, portando una mano a nascondere le labbra così che nessuno, neanche impegnandosi avrebbe potuto leggervi quello che in realtà stava sussurrando a bassa voce. «Ti prego, uccidimi... odio rendermi ridicola a questi livelli...»
    Elisabeth
    Lynch

    "
    Sometimes you have to stand alone. Just to make sure you still can.
    "

    Black Opal
    Serpeverde
    Quidditch

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    Elisabeth, vedendo che tutti danno la risposta che per lei è corretta cerca di uscirsene con qualcuna delle sue.
    Le interazioni sono tutte sotto tag.
    Si siede accanto a Cameron e Mia.
     
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    Le otto del mattino, la ragazza dai capelli di fuoco, dopo una velocissima colazione a base di toast con un po' di marmellata ed una tazza di caffè nero bollente, si avviò per il corridoio recando seco la sua borsa a tracolla nera piena di pergamene,che spuntavano dalla stessa. La penna d'oca era infilata stile indiano d'America tra i capelli rossi legati in una coda alta.
    La frangetta ben curata sobbalzava piano ad ogni passo della ragazza.
    Chiuse gli occhi grigi come il cielo d'inverno e portò la mano destra, non impegnata a stringere la tracolla della borsa, a coprirsi la bocca durante un poderoso sbadiglio.
    La giovane dalla carnagione pallida indossava la divisa della sua casa. La gonna a pieghe viola, la camicia bianca con la cravatta color sabbia, il gilet viola con i bottoni color sabbia ed i bordi della stessa tonalità.
    Più si avvicinava all'Aula più sentiva dei rumori confusi, ma a decibel altissimi, che lì per lì non riuscì a distinguere.

    Sembrano versi di uccelli, ma sono così addormentata che non saprei proprio distinguere neanche la mia voce da versi animaleschi.

    Pensò alzando lo sguardo sull'arco della porta dell'aula. Aggrottò le sopracciglia incrociando le braccia al petto. Alzò di nuovo lo sguardo sulla porta

    Il quesito più vecchio del mondo eh? Nessuno ha la risposta corretta, ma secondo me viene prima la gallina dell'uovo, senza la gallina adulta non si può avere l'uovo...

    Dette queste parole passò la porta dell'aula e subito entrambe le mani andarono alle orecchie, mentre chiudeva l'occhio sinistro.

    Ah! Santo cielo è assordante! Quanti volatili e come mai sono così allegri? Beati loro che sono così felici di prima mattina...comunque questo sì che mi aiuta a svegliarmi!

    Spostò lo sguardo prima sui volatili che emettevano tanti suoni tutti insieme in un caos totale, poi in fondo all'aula. Sbattè un attimo le palpebre per poi assottigliare gli occhi chiedendosi tra sè e sè

    Che... nebbia? Come mai ci dovrebbe essere della nebbia, bhè grazie a questi uccelli adesso sono del tutto sveglia, ma non altrettanto felice come loro...

    La ragazza avanzò a passo abbastanza incerto sedendosi nel banco a sinistra in seconda fila, tirando fuori una pergamena e il calamaio. Puntò lo sguardo grigio verso il professore e cercò di parlare a voce alta per farsi sentire dallo stesso.


    Buongiorno professore!

    Disse cercando di sorridergli, per poi far vagare lo sguardo tutto intorno, osservando le reazioni dei suoi compagni, cercando facce note tra quelli già presenti in classe.


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    La mia pg arriva davanti alla porta, risponde all'indovinello, si tappa le orecchie a sentire gli uccelli, si siede e nota la nebbia. Per ultimo cerca di salutare il professore e di trovare qualcuno che conosce tra gli studenti presenti
     
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    AIDAN HARGRAVES
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    I sogni molte volte sono davvero strani. C'è chi sogna di uscire con la ragazza più figa della scuola, scoprendo anche il fatto che lei ci stava (sei un mito);
    C'è chi sogna di diventare un grande giocatore internazionale di Quidditch (o di calcio, per i babbani...
    E poi c'è Aidan che sogna di cavalcare un animale che era un incrocio tra un cammello ed una zebra (immaginatevi la/le gobba/e su una zebra o un cammello con le strisce bianche e nere).
    Il pensiero di Aidan, quando si svegliò verso le sette del mattino, fu 'mi sono fumato qualcosa ieri sera?!'.
    Aidan, ancora confuso dal sogno, si mise seduto sul suo letto e si stropicciò gli occhi con i dorsi delle mani e nel frattempo mormorava.
    "Che sogno del cazzo...non potevo sognarmi una ragazza nuda? No, i...zebrelli...o le cammebre...oh Merlino...pure il nome gli do..."
    Con la voglia di un condannato a morte diretto verso il patibolo si mise la divisa e uscì dal suo dormitorio per dirigersi verso la sala grande.
    Oggi, oltre al desiderio di rompere qualcosa o picchiare qualcuno, aveva anche voglia di mangiare bene. E tanto, soprattutto. Quindi prese tre croissant, un cappuccino, un piatto pieno di biscotti, una fetta di torta e una fetta piccola di crostata di ciliegie.
    Finito tutto (tranne i biscotti che decise di portare con sé e mangiucchiarle si dirigeva alla lezione di oggi), si alzò e si diresse verso l'aula.
    Come detto, si era portato dei biscotti con se e di tanto in tanto se li mangiucchiava mentre si dirigeva verso l'aula di alchimia.
    Appena arrivò si trovò davanti un arco davvero molto bello.
    "Vi piace fare tutto in grande qui, eh?"
    Osservò attentamente l'arco, notando le varie rappresentazioni su ogni elemento e riconobbe Venere grazie ad un quadro che aveva già visto da qualche parte "questo mi ricorda la Venere di un certo Porticelli, Ponticelli...o una cosa del genere" mormorò tra se.
    Poi entrò, Salutò tutti i compagni, si mise in un posto libero e salutò il professore.
    "Buongiorno professore." Disse leggendo poi la domanda "Prima l'uovo o la gallina?
    È una domanda a cui nessuno sa dare una risposta. Se dobbiamo proprio darne una...direi la gallina. Forse sarà stupido ma, in qualsiasi modo sia nato il mondo-big bang per gli scienziati, Dio per i cattolici- tutti gli animali erano già grandi...non ho studiato la religione che seguono i babbani...e nemmeno la scienza babbana...ma a volte internet è utile...so che Dio creò Adamo ed Eva. Praticamente non sono mai stati bambini. Riguardo alla scienza...non ho idea di come siano apparsi gli uomini,a immagino anche loro erano già grandi....boh, quindi penso che sia nata prima la gallina"

    Probabilmente nessuno avrebbe capito ciò che aveva detto, ma poteva capirlo. Si era svegliato da poco ed era appena uscito da un sogno più strano di ciò che aveva appena detto.

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    In poche parole Aidan, dopo il sogno strano degno di uno che si è fatto di funghi allucinogeni, entra in aula saluta gentilmente tutti i compagni, saluta il professore e risponde alla domanda...


    Edited by Numero cinque - 12/10/2020, 10:50
     
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    Nonostante il davanzale della Ivanova gli aveva risollevato l'umore una volta uscito dall'aula di incantesimi era risprofondato nella noia più totale, così come il tetro Ensor aveva preferito più fare una lezione soporifera che qualcosa di più dinamico per un insegnamento come Difesa Contro le Arti Oscure. Nei quindici minuti tra una lezione e l'altra l'Ametrin si rifugiò in Sala Comune per svuotare un po' lo zaino e prendere quanto sarebbe servito per l'ultima lezione prima della pausa pranzo. Quando fece per uscire si ritrovò le braccia magroline di Emma intorno al suo collo, tanto da farlo reagire istintivamente, circondandole i fianchi con le braccia e ricambiando quello strano abbraccio. Con il mento posato sulla testolina bionda della ragazzina avrebbe giocherellato con i suoi lunghi capelli, attorcigliando qualche ciocca intorno alle sue dita. «Ehi, piccola Em, tutto bene?» Profumava di buono, di dolci e di zucchero filato. «A quanto pare sì...» Non ne era così entusiasta ma il dolcetto che gli venne poi offerto riuscì a farlo sorridere come un bimbo, rivelando le due fossette sulle guance e mettendo in evidenza quella che aveva sul mento. «Potrei quasi amarti...» Commentò con la bocca piena, dato che non aveva lasciato quel muffin cioccolatoso privo del suo morso, incamminandosi verso l'aula del professor Black. «Ma fare il professore significa non scopare mai? Tra professori guardoni, altri che pensano che la loro materia sia la unica e sola degna di esistere... poi ci credo che sono acidi a quei livelli!» Fu invece il commento alle parole che l'alchimista aveva speso per la sua amica ma anche per lui. Beh, non aveva fatto nulla per dissimulare il suo poco interesse per l'alchimia-trasfigurativa. Un altro avrebbe apprezzato la sua elegante schiettezza nel dire che gli faceva a dir poco schifo. «Awww... uccelli!» Commentò l'ametrino udendo il canto di quegli uccelli nelle voliere che solitamente erano silenziati magicamente. «Tru-tru-tru.» Cercò di imitarne il verso con una serie di fischiettii volti a salutarli, prima di effettuare un saluto militare a Black. «Buongiorno, prof.» Nel mentre che Emma si perse in saluti vari, King aveva già individuato la sua prossima vittima -in realtà unica e sola- Amelia Farley. Ma prima di raggiungerla salutò Adamas e Howie ed afferrò per un braccio la sua amica, forse l'unica, Lewis. «Dove pensi di andare? Io e te ci sediamo vicini vicini. Già non passiamo troppo tempo insieme.» Tono un po' infantile che andava di pari passo con quel braccio messo a mo' di protezione. «Ciao Ghiacciolina, ti presento la mia amica Emma. Emma lei è Amelia.» Fece le presentazioni scivolando sulla panca con il fine di ritrovarsi con un angelo custode per ogni lato. «Ti sono mancato in questi dieci minuti che non mi hai visto?» Le sussurrò, dopo averle spostato una ciocca di capelli dietro l'orecchio e facendole un occhiolino, prima di volgere l'attenzione verso le due lavagne che presentavano un unico quesito: è nato prima l'uovo o la gallina? Con profonda noia ascoltò gli interventi di tutti, ridacchiando a quello di Cohen dato che praticamente viaggiava sulla sua stessa lunghezza d'onda. Se non fosse stato per l'episodio della caramella al cerume probabilmente si sarebbe alzato solo per battergli il cinque. «Alcuni però si fanno di acidi...» Osservò carezzandosi il mento con la piuma con cui avrebbe dovuto prendere appunti. E invece dal mento passo dritto alla mano della dioptase solo per darle fastidio, mentre ad Emma rivolse un occhiolino fraterno. «Sì, sì, anche per me è l'uovo...» Iniziò svogliato dopo aver alzato la mano per prender parola. «La gallina non è altro che la potenzialità dell'uovo, quindi senza di quello non sarebbe potuta esserci. E poi magari non è proprio l'uovo di gallina ma qualche particella in più nell'uovo che in contatto con altra materia ha dato vita a quello che conosciamo noi.» Si rigirò la penna tra le dita prima di puntarla in direzione dell'insegnante. «Però prof, concordo anche con Cohen. A fine lezione facciamo una frittata party?» Chissà, magari erano proprio grandi padelle giganti su grandi fuochi giganti a nascondersi dietro la coltre nebbia presente nell'aula.
    Nathan Parker
    King

    "
    The biggest misunderstanding about me is that I'm just a bratty, gobby idiot.
    "

    Ametrin
    Wampus
    Quidditch

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    Interagisce con Amelia Farley, Emma Lewis. Apprezza la risposta di Cameron Cohen e saluta Adamas Vesper e Howard H. Van Leeuwen.
    Anche per lui è nato prima l'uovo.
     
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    Samuel Black
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    L'ora era giunta e pian piano gli alunni iniziavano ad arrivare e prendere posto e lui li salutò uno per uno.
    -Si Adamas, oggi tocca al biennio.- gli concesse un sorriso divertito -Che qualcuno qui faccia le ore piccole nella sala delle necessità?- la mente saltellò all'intimità che il ragazzino di colore e Jesse avevano palesato l'uno per l'altro il primo giorno dell'anno. -Che bello essere dei ragazzini- il commento gli scivolò fra le labbra.
    Un'altra persona a cui palesò un sorriso divertito era Cameron Cohen -Sempre a fare il pagliaccio eh?- il volume che aveva in mano fu posato sulla cattedra ed il professore si alzò in piedi per poi appoggiare le chiappe sul mobile di legno. Vestiva una camicia bianca, con un golf nero e dei lunghi pantaloni marron scuro, le scarpe di pelle dello stesso colore.
    La baraonda animale abbracciava qualsiasi altro suono, ma la voce del professore fu abbastanza alta da farsi sentire da tutti. -Ma sono lieto che la mia aula ed i suoi abitanti non ti piacciano, altrimenti avrei temuto in una mia caduta di stile.- Coehn continuava a parlare e Black a sorridere, ma quando il ragazzo iniziò a formulare la risposta al quesito posto dalle lavagne, la bacchetta del professore fu sfilata e mossa. Un fulmine blu elettrico tuonò fino a raggiungere le labbra del ragazzo che mutarono in una lastra di acciaio compatta quanto una diga in miniatura. -Ah bene, ora mi sento meglio.- un sospiro liberatorio ed una passata della mano tozza a ravvivare il ciuffo castano.
    -Non disferò l'incanto fino a quando non lo riterrò opportuno e togli le gambe dal tavolo se non vuoi che ti trasfiguri anche quelle. A e dimenticavo, -5 punti ai Dioptase.-
    Fortunatamente nessuno degli altri studenti dimostrò una mancanza di rispetto anche lontanamente simile a quella del norvegese e nemmeno Nathan, dato che Cameron non aveva fatto in tempo pronunciare la battuta sulla frittata. Anche se l'Ametrino si guadagnò un occhiata tra l'interessato, il giudicante ed il preoccupato quando saluto gli uccelli cercando di imitarli.
    -Si Ciaran, e se già non stai approfondendo anche tu l'argomento ti consiglio di farlo. A parte i vantaggi che un Denrisiano come te ne potrebbe trarre, niente è scollegato con la scienza delle stelle, come ricorda il nostro arco d'ingresso-
    Samuel si sciolse in un sorriso sincero -Questo ragazzo sembra promettente-
    Chi forse non sarebbe stato d'accordo con il professore a riguardo era di certo il temporaneamente muto Rubin, che odiava tutti gli studenti a prescindere, ma questo non lo fermò di certo dallo strappare la biglia offerta dalle grandi dita del mezzogigante e correre a riporla nel suo nascondiglio segreto, scavato da qualche parte fra gli scaffali.
    Tuttavia tornò presto in mezzo all'aula e non certo per Emma che cercò di schivare con un espressione schifata in volto, odiava le smancerie, ma per squadrare Amelia.
    Aveva notato come la ragazza lo aveva osservato e questo non gli era proprio andato giù. Così fece un bel salto verso il banco della futura regina dei draghi(?) e rimanendo a quella discreta distanza, dalla parte opposta, iniziò a dondolare le gambe a penzoloni e a puntare gli occhi sulla ragazza come se fosse il suo peggior nemico.
    -Non preoccuparti Emma, non ti mangio mica, vai pure al tuo posto- Samuel aveva concesso anche a lei un sorriso, sapeva di esser stato duro nella valutazione del compito, ma era per il suo bene. Emma era pur sempre una ragazza di talento e doveva crescere, in un modo o nell'altro.
    Alba, dal canto suo, mandò un bacio a chiunque l'avesse elogiata o salutata.

    -I ragazzi oggi sono belli attivi. Promette bene-
    Gli studenti avevano risposto alle parole sulle lavagne, e Samuel incrociò le dita soddisfatto.
    -Come hanno detto Ciaran, Mia, Adamas e a loro modo Addison e Aidan, nessuna risposta a questo paradosso può essere veramente corretta o errata. Infatti il punto di questo gioco di parole non è cosa sia nato prima o dopo, ma far riflettere sul perché e per come del mutamento degli esseri viventi. la parola chiave è mutamento-
    I passi del professore erano silenti in mezzo al mare di suoni, ma lo portarono affianco alla cattedra, che fu investita da un getto nero vomitato dalla bacchetta e nel mentre il mobile cominciava a vorticare e a trasformarsi, la spiegazione di Sam si intrecciava a questa visione -L'uovo cosmico, come ha detto Amelia, rappresenta la forza vitale e generatrice di tutto quello che esiste e nel suo non avere spigoli è il simbolo anche della ciclicità del tempo, tanto che è rappresentato molto spesso con un uroboro- sorrise a Mia -che lo abbraccia in verticale.-
    La cattedra era diventata proprio quello, un grande uovo dorato cinto da un serpente intento a mangiarsi la coda, ma il getto nero continuava ad uscire dalla bacchetta in un turbine che non cessava di investire l'oggetto provocandogli costanti mutazioni; il movimento del serpente e una crepa nel guscio. -Ma anche questo simbolo di perfezione è destinato a trasformarsi- L'uovo esplose per poi tornare cattedra.
    -Deve schiudersi per portare la vita. Alcuni identificano l'uovo cosmico come l'essere che ha iniziato il percorso alchemico che cesserà solo con il raggiungimento della perfezione interiore e quindi col suo schiudersi; quindi col suo mutare-
    Il sedere tornò verso il mobile appena detrasfigurato per poi sedersi sopra ad esso.
    -Noi oggi andremo proprio a parlare della trasformazione degli esseri viventi, in particolare degli animali.-
    Indicò tutti quegli esseri che li circondavano, li guardavano dalle loro gabbie e lanciavano contro di loro i loro versi. Poi lo sguardò toccò Howard, Ciaran, Ema, Amelia e Smaug. -Come espresso bene dai vostri compagni anche la chimica e le altre scienze babbane spiegano assai bene il mutamento ed è bene averle in testa in modo tale da crearci meglio l'immagine mentale di ciò che vogliamo trasfigurare e del mutamento che provocheremo-
    Toccò a Elizaneth ricevere un sorriso e uno sguardo ammirato -Ma per fare questo dobbiamo concentrarci su quei tre punti cardine che sono gli stessi della cosmologia: spazio, tempo e materia.-
    Le gambe iniziarono a penzolare dalla cattedra. -Per effettuare una buona trasfigurazione dobbiamo avere in mente lo spazio in cui si trova il bersaglio del nostro incanto, lo scorrere del tempo che influisce sulla distribuzione e il movimento delle particelle, e infine nelle molecole che compongono la materia.- ridacchiò -Non a caso Alchimia-Trasfigurativa è fra le materie più complesse da padroneggiare.-
    Battè le mani -Elizabeth, Howard e Amelia fanno conquistare 5 punti ciascuno alle proprie casate! Ma andiamo avanti! Ah e Ciaran, dopo vedrai che si cela dietro la nebbia- Un sorriso tipico di chi ha preparato qualche trappola mortale, comparve sul volto del professore.
    Con un colpo di reni scese dalla cattedra e agitò la bacchetta.
    Da qualche parte comparirono dei fogli che si andarono ad adagiare davanti ad ognuno degli studenti. -Prima di passare alla prova pratica dovrete mettere alla prova le vostre conoscenze, ancora una volta.-
    Sul foglio c'era il seguente contenuto:

    Scegli uno dei seguenti esercizi:
    1) Descrivi la concezione che gli alchimisti hanno del pianeta Marte e della sua simbologia
    2) Descrivi il perché l'uroboro è simboleggiato da un serpente
    3) Descrivi la simbologia alchemica che sta dietro agli uccelli e fai un esempio.




    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1" Scheda | Stat.
    by Lance



    Ho apprezzato molto i vostri post! Continuate così!
    -Vi consiglio caldamente di leggervi la descrizione completa dell'aula.
    -Ricordo che qui è possibile trovare il manuale di alchimia.

    Ora dovrete scegliere una delle domande poste e rispondere per iscritto.
    potete prendere ispirazione dal manuale e dal web o da qualsiasi altra fonte, compreso il manuale di Astronomia del Revelio ❤️

    Ogni mio post sarà seguito da uno specchietto riassuntivo come questo in cui sarà anche segnata la data di scadenza.
    Vi richiedo, come se fosse una quest, di fare un piccolo spoiler riassuntivo alla fine di ogni vostro post. Basta che contenga, in modo molto schematico, le principali azioni fatte dai vostri pg.

    Criteri di valutazione:
    1) lunghezza minima dei post: Come da regolamento del forum riterrò validi unicamente i post da 300 parole in su. Cioè, potete farli benissimo, ma saranno valutati con zero punti.
    2) coerenza: Con il vostro pg, con l'ambientazione e soprattutto con i miei post. (LEGGETELI BENE E SE CI SONO DUBBI SCRIVETEMI)
    3) correttezza: soprattutto grammaticale ma anche nei confronti della divinità tempo. Si devono seguire i limiti temporali che porrò.
    4) originalità: stupite me e Sam e sarete premiati. ( anche con qualche abbraccione, solo da parte mia però)

    Scadenza 19 Ottobre alle 22:00
    Detto ciò divertitevi e per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi qui per mp oppure su telegram


    Edited by SamuelBlack - 15/10/2020, 17:27
     
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    Adamas Vesper
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    “Ciao! Ciao… ehi - come va?”
    La sfilza di saluti originalissimi e personalizzati (ma assolutamente no) che Adamas fece seguire alla sfilata dei suoi vari compagni di classe fu a tratti mormorata e a tratti asserita. Era scortese non rispondere al saluto altrui, ma allo stesso tempo era un periodo in cui Adamas era facilmente distraibile.
    Proprio per questa ragione, pur cercando di ascoltare le risposte altrui il ragazzo si trovò a vagare con la mente: ormai sembrava che distrarsi fosse diventata una pessima, ma dolce, abitudine, dato che il pensiero di Jesse si infiltrava spesso tra gli altri. Ma, in fondo, chiunque abbia sperimentato una qualche forma di innamoramento sa che si tratta di un disturbo ossessivo-compulsivo mascherato… o forse no?
    ‘Aaah - che stanno dicendo?’
    Si riprese giusto in tempo per rendersi conto (non senza una punta di piacere acido) che il prof aveva tramutato le labbra di quella testacalda di Cameron in una lastra d’acciaio.
    ‘Così impara a dire… cavolate. Ma che ha nella testa, per comportarsi sempre così? Durante le lezioni, poi...’
    Solitamente trovava le persone arroganti abbastanza antipatiche; tollerava giusto Blake Barnes perché sapeva quanto fosse importante per Jesse, e perché ogni tanto mostrava un briciolo di senno e carineria.
    ‘Prova teorica… ok.’
    Per la prima volta in vita sua evitò la domanda con chiaro riferimento alla mitologia greco-romana: Marte non gli andava proprio a genio, anche per il motivo dell’arroganza machista da mascolinità tossica della figura.
    ‘E boh, sugli uccelli non saprei che dire… resta l’uroboro.’
    Nonostante la sua avversione passata per i serpenti, quella figura era alquanto interessante.
    “L’uroboro simboleggia un cerchio senza fine, in eterno movimento ma apparentemente immobile. Già l’etimologia del nome, dal greco ourobóros, indica una creatura che si morde la coda; usando un sincretismo linguistico tra il copto Ouro (re) e l’ebraico ob (serpente), tale simbolo è stato dunque proposto con la forma di una serpe.
    A tal proposito, occorre considerare come il serpente sia un simbolo mitologico alquanto diffuso in molte culture; pur avendo assunto, sotto l’Ebraismo ed il Cristianesimo, un significato perlopiù negativo, non era così nelle popolazioni precedenti. Prendendo in considerazione gli Antichi Egizi e, in seguito, gli Antichi Greci, si può vedere come questo rettile fosse simbolo della vita, della salute e dello scorrere del tempo. Tale accezione è presente anche in culture estranee al Mediterraneo, come nel caso del dio serpente piumato Quetzacoatl, anch’esso ritenuto da alcune culture Mesoamericane come simbolo di morte e resurrezione e, dunque, cambiamento.
    Nello sviluppo del concetto di uroboro, possono anche essere tenute responsabili alcune caratteristiche tipiche dell’animale serpente: la sinuosità dei suoi movimenti, l’annualità del ciclo vitale (che si compone di un periodo di letargo durante i mesi freddi, per poi avere un ritorno alla vita attiva in quelli caldi), così come l’indispensabile muta, in un solo atto, della pelle squamosa.
    Tenendo quindi conto delle caratteristiche biologiche e di quelle allegoriche attribuite al serpente, si può quindi ben capire come, in Alchimia, sia assurto a simbolo palingenetico, ossia di ciò che nasce di nuovo.”

    ‘Chissà se basterà…’
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Modificato, in accordo con il docente, per aggiungere lo spoiler.
    Adamas, dopo aver risposto brevemente ai saluti dei compagni, essersi imbambolato a pensare a Jesse e aver gongolato mentalmente per la punizione di Cameron, risponde alla domanda 2) Descrivi il perché l'uroboro è simboleggiato da un serpente.
     
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