Cerimonia di inizio anno 20/21

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    Ametrin
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    THEN, EVERYTHING RETURNS AS BEFORE BUT IT IS NO LONGER THE SAME THING »

    Emma Lewis

    Emma reclinò la testa verso destra, sbuffando. Era uscita dal san Mungo solo due giorni prima e per tutto il giorno precedente la partenza, Lucas l'aveva trattata come fosse fatta di cristallo, portandole la colazione, pranzo e cena a letto e facendole fare meno sforzo possibile anche se lei aveva provato a fare qualche tiro in giardino con il suo fedelissimo Spider, l'arco rosso e nero che le avevano regalato i genitori anni prima e che faceva provare a pochissime persone, tanto ne era gelosa e orgogliosa insieme. Eppure aveva fatto malapena in tempo a scoccare una freccia prima che Lucas andasse a cercarla, dopo aver svolto il suo ruolo di chef personale. Il lato positivo era che finalmente aveva un letto grande e comodo, una stanza tutta per lei ed un sacco di vestiti nuovi (sì, tutti rubati a Jones) che ora erano ammassati in valigia. Finalmente la scuola stava per ricominciare, anche se quell'anno avevano i MAGO e stava già morendo d'ansia, sebbene mancassero nove mesi! Un'altra cosa che le dispiaceva, era il fatto che non avrebbe seguito le lezioni con Lucas, essendo biennio e triennio separate. Beh, potrò farlo dal prossimo anno... pensò, sconsolata, già chiedendosi quale specializzazione avrebbe scelto. Scosse appena la testa, buttandosi di peso sul morbido letto. Ti muovi?! Guarda che facciamo tardiiii! Protestò, in direzione di Lucas. Era sempre stato molto premuroso, ma da quando aveva rischiato di rimanere pietrificata con conseguente permanenza al San Mungo, tutto si era amplificato. Proprio in quel momento stava controllando che avesse preso il necessario, senza dimenticare niente, comprese le siringhe per l'insulina. Oh sì, quello era stato un altro tasto dolente. Glielo aveva raccontato quando era bloccata in quel letto di ospedale... inutile dire che le preoccupazioni di Lucas nei suoi confronti erano decuplicate e a niente erano serviti i tentativi di lei di tranquillizzarlo. Lulyyy ho tutto, hai già controllato almeno cinque volte! Dai, non voglio arrivare all'ultimo minuto... lo sai che mi sale l'ansia poi! Si calcò il berretto blu sui lunghi capelli biondi e sbuffò ancora, spazientita, quando finalmente il moro decise di onorarla della sua presenza. Finalmente! Ti sei convinto che non ci manca niente? Su, andiamo! E mentre si incamminavano lungo il vialetto, prese il suo cellulare e scorse sui messaggi fino a trovare la chat di Erik, per scrivergli. A breve arriveremo anche noi, ho un regalino per te per ringraziarti di tutto ciò che hai fatto per me mentre ero in ospedale (づ。◕‿‿◕。)づ ed inserì la faccina, sapeva quanto ad Erik piacesse. In una borsetta, teneva un'action figure di Mimikyu di quelle piccoline con la testa che se la tocchi, si muove. Suo fratello lavorava in una grossa fumetteria ed era riuscito a farle ottenere uno sconto, ragion per cui ne aveva subito approfittato e sperava gli sarebbe piaciuto. Stava per sollevare le sue cose da terra, ma ovviamente Lucas non ne volle sapere, sobbarcandosi il peso delle cose di entrambe, compreso l'arco accuratamente conservato in una custodia in tessuto blu zaffiro, insieme alla sua faretra. Nemmeno ci provò a protestare, visto che sapeva sarebbe stato tutto completamente inutile. Abbassò lo sguardo sulla borsetta e si ricordò che aveva anche un regalo per Skyler, anche se a lui non poteva scrivere... non aveva il suo numero... se invece ce lo aveva, non se lo ricordava proprio. In fumetteria, in un angolino, aveva trovato abbandonato un libriccino sui gatti e non aveva potuto non pensare a lui e, al contempo, voleva salvare quel libretto da un destino pieno di polvere. E quindi con bagagli e regalini, salirono sul taxi -Emma era stata tassativa su quello- che li portò in non troppo tempo, alla struttura che fungeva da ingesso. Emma pretese di poter almeno portare Spider e Mirtillo con il suo trasportino anch'esso blu zaffiro. In ascensore la calca era parecchie e, premendo il codice, esso partì verso il basso. Dovrebbero ampliare questi cosi... protestò mentalmente, ma per fortuna la discesa non durò molto, aprendosi su una grande hall che culminava nella barriera d'acqua classica che vi era anche lo scorso anno. Emma Lewis e Lucas Jones! Disse la bionda, cordiale, alle due donne dietro al bancone, sfoderando anche un sorrisone a trentadue denti. Fu così che una delle due donne consegnò ad entrambi i badge rossi che permisero loro di attraversare l'ostacolo acquatico senza bagnarsi nemmeno un centimetro di pelle. Luly lì ci sono Erik e Mia... e un ragazzo che non conosciamo! Andiamo! E detto questo, gli afferrò la mano e se lo tirò dietro fino a che raggiunsero l'Ufo Catcher. Giochino che, tra l'altro, catturò tutta la sua attenzione. Amore! Voglio quell'Emolga! Pregò, rivolgendosi a Lucas con due occhioni da cerbiatto, mentre il celeste delle sue iridi, si perdeva per un attimo in quelle ghiaccio di lui. Solo dopo qualche secondo parve ricordarsi di non essere sola con Lui. Erikkkk! Esclamò quindi, buttando le braccia al collo dell'amico e se avesse accettato l'abbraccio, lo avrebbe stretto forte e gli avrebbe anche dato un bacio sulla guancia. Una volta finito questo momento toccante, avrebbe dedicato un affettuoso abbraccio anche a Mia per poi rivolgersi al nuovo, allungando la mano. Tu devi essere nuovo! Piacere, Emma! Ametrin, secondo anno. Spero tu venga smistato da noi! Esclamò, con la solita gentilezza e vivacità che la caratterizzava, anche se invero qualcosa in lei era cambiato, sebbene un mese con Erik e Lucas aveva aiutato a far rinchiudere l'inquietudine in un angolino della sua mente e del suo cuore. Ah ho il regalo per te Erik! E gli diede l'action figure di Mimikyu, girandosi verso Skyler che pareva aver visto solo in quel momento. Uh! E anche per te! Gli passò ingenuamente il libretto sui gatti, dopodiché avrebbe tentato di abbracciare pure lui.
    Lulu, mentre tu fai qui... io vado a provare il tiro a segno! E, senza aspettare troppo una risposta, saltellò verso la baracca dove erano già presenti alcuni suoi compagni ed un docente. Guardò Blake quasi con timore reverenziale, ma gli rivolse un saluto. Così fece con Cameron. Poi si rivolse a Morrigan. Buongiorno, professore salutò, prima di tirare fuori alcuni galeoni e provare a vincere qualcosa. Confidò che la sua bravura col tiro con l'arco valesse anche con in mano una pistola. Sì, aveva detto a Jesse che mai avrebbe voluto maneggiare l'arma, ma quella era a pallini... non valeva, no?
    Scheda | Stat. | Ametrin
    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


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    Amelia Farley
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    Non avrebbe mai ammesso quanto si sentisse agitata per quel primo giorno, nemmeno se l’avessero torturata per convincerla a parlare. Si era svegliata molto prima del solito, aveva cominciato a prepararsi con largo anticipo ma non avrebbe mai ammesso di averlo fatto proprio per arrivare perfetta al molo. Dopotutto una Farley era sempre perfetta, no?! Questo era quello che Ashley le aveva insegnato negli anni, ed era la stessa lezione che cercava di ficcarsi in testa, in un modo o nell’altro.
    Dopo un anno passato lontano dai suoi coetanei, Amelia non voleva fare altro che fare il suo nuovo ingresso nella società nel migliore dei modi. Sapeva di averne la capacità, ricordava bene quanto a Hogwarts fosse stato facile lasciarsi amare da chiunque ma questo non significava che ripartire da zero fosse semplice allo stesso modo.
    In ogni caso Ancalagon, il suo personale draghetto meccanico da compagnia, l’aveva accompagnata durante i suoi preparativi, insieme a Nidhogg, la sua iguana personale, che l’aveva osservata piuttosto perplessa mentre cambiava almeno dieci volte idea circa quello che avrebbe dovuto mettere. Era fermamente convinta che la prima impressione fosse fondamentale, nel conoscere nuove persone, e per quanto fosse ampiamente sicura di sé stessa, voleva anche che la sua personalità fiammeggiante potesse esprimersi anche attraverso il modo in cui era vestita.
    Aveva alla fine optato per una camicia, abbastanza scollata da risaltare le sue curve ma non abbastanza da risultare fuori luogo o volgare, e una gonna in plaid, il tutto accompagnato da un paio di tacchi non troppo alti e una borsetta minuscola, utile solo a portare con sé il magifonino e il portafogli. Dopotutto aveva già un numero piuttosto rilevante di valigie da portare con sé, o meglio che il suo maggiordomo avrebbe portato fino alla reception per poi lasciare che venissero caricati a bordo della nave.
    Percorse tutta la strada con un passo deciso e sicuro di sé, seppur rabbrividendo una volta dentro la bolla, circondata da quell’acqua dall’aria sporchissima e quei pesci troppo grossi per risultare carini. Arrivata alla reception avrebbe rivolto un’occhiata sicura –forse fin troppo- ad una delle ragazze, come se si aspettasse che lei sapesse già chi aveva di fronte. “Amelia Farley.” avrebbe poi ricordato, con un tono vagamente spocchioso e superiore, come suo solito. La ragazza non sembrava una Purosangue e anche se non era possibile dirlo senza conoscere l’altra persona lei era convinta che si trattasse di qualcosa di chiaramente visibile.
    Ritirato il suo pass, lasciò Nidhogg al deposito bagagli, con abbastanza cibo per stare bene: non si sarebbe mai sbilanciata in dimostrazioni di affetto pubblico con dei testimoni, ma aveva già provveduto a salutare con attenzione la sua iguana prima di raggiungere il posto, quando nessuno avrebbe potuto vederla. Al contrario Ancalagon, proprio perché meccanico, aveva il permesso di venire con lei o almeno lei aveva ben deciso di portarlo comunque con sé: il piccolo draghetto veniva direttamente da Diagon Alley, suo padre lo aveva trovato in uno dei suoi numerosi viaggi e glielo aveva regalato perché potesse avere sempre un amico “portatile” che rimanesse con lei. Non si poteva dire che i suoi genitori non l’avessero mai viziata, in effetti si erano sempre occupati di lei, anche se spesso tendevano ad esprimere affetto nel modo canonico ma solo con regali o cose del gener.e
    Se non altro Ancalagon –in origine si chiamava Ughetto ma ne aveva modificato il nome per dargli un’aria più altisonante- era un ottimo compagno, discreto e fedele, pronto a cercare di mordere chiunque importunasse la sua padrona.
    Superata la barriera si guardò intorno e, per quanto il suo primo pensiero andò a tutta la folla presente, non mancò di individuare qualche volto vagamente famigliare da Hogwarts e lanciò solo una rapida occhiata ai Denrisiani, così diversi da lei, così facili da notare.
    La sua prima tappa fu il banchetto dei dolci, e non si chiese nemmeno se dovesse tentare con qualcos’altro o se fosse il caso di andare altrove. Di certo non si aspettava di trovare così tante persone già intente a prendere qualcosa e la pazienza non era la sua qualità migliore. Avrebbe quindi cercato di tagliare corto e attirare l’attenzione del ragazzo alla bancarella. “Forse dovresti evitare di essere l’unico a servire, c’è parecchia gente qui. Per me due cioccorane e un rospo alla menta.” tagliò corto, senza farsi troppi problemi su chi fosse arrivato prima o dopo.
    code made by gin
     
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    Jesse Lighthouse | Black Opal
    "Uff... quest'estate è davvero volata... sembra quasi che non ci siamo manco visti" il che, forse, era anche vero: tra campo marines, missione auror, Adamas e Blake si poteva dire che il ragazzo fosse stato coi suoi praticamente solo quando erano stati dalla nonna paterna 'Sì insomma, i quindici giorni di balla coi coyote sono stati bellissimi' se potevano considerarsi bei giorni quelli trascorsi a sentire la propria progenitrice sparare e imprecare contro i coyote.
    Ma tutto aveva una fine, e se questo era valso per il Percorso MAGO si poteva dire lo stesso anche per l'estate, quindi eccolo lì a digitare 934 su un ascensore per discendere nelle profondità della terra, verso un porto noto solo ai maghi.
    "Non capirò mai come sia possibile che nessuno se ne accorga" ammise Jason, il padre di Jesse, scuotendo la testa.
    'Uh due Oblivio e si risolve tutto' si disse il ragazzo, affondando però solo le mani nelle tasche, lanciando sguardi un po' imbarazzati ed insicuri al suo vecchio "Chissà... magari nel percorso di agonismo lo capisco..." pigolò comunque ad un certo punto, levando il capo del padre, che lo fissò e, dopo un istante, posò sulla sua testa la mano.
    "Tu puoi capire tutto, Jesse" gli disse lui, facendo arrossire il ragazzo, tanto che questi si gettò al suo collo.
    "Ti voglio bene" pigolò, stritolandolo quasi, schizzando poi fuori dall'ascensore per quasi gettare le valigie alla reception ed accettare il proprio pass.
    Quando tornò da loro aveva praticamente le lacrime agli occhi. Abbracciò la madre, abbracciò il padre e poi li abbracciò tutti e due perché alla fine era agitato e non sapeva bene cosa fare, conteso tra la voglia di star con loro e quella di rivedere le altre persone che amava, che però si trovavano in un posto a loro inaccessibile.
    "Mi farò valere... come prefetto... e come... sì insomma... farò fruttare questo" e fu a quel punto che mostrò ciò che praticamente stava consumando da un mese, quasi più della sua cintura verde: l'encomio auror.
    Lo rimise nel suo zainetto, ove aveva messo beni di prima necessità (switch, borraccia, powerbank) quindi abbracciò ancora i due facendoli ridere e si staccò da loro, di colpo, come si strappava un cerotto, correndo e balzando oltre il muro d'acqua per accedere ai moli.
    'Wow...' fu strano ritrovarsi ai moli, sempre uguali, ma che ora avevano per lui un'aria più sinistra. Individuò facilmente il punto in cui aveva visto Blake incendiarsi e, poco più avanti, riconobbe anche il punto in cui aveva conosciuto uno svolazzante Adamas.
    'Adamas...' sorrise dentro di sé, afferrando il cellulare e mandandogli un messaggio.
    Stai arrivando? Mi manchi un sacco scrisse infatti al suo fidanzato, scoprendo poi dentro al suo corpo qualcosa muoversi.
    Arrossì brevemente, ma mordendosi il labbro continuò a scrivere E ti voglio anche di più...
    Distolse lo sguardo e poco più in là notò una coppia di figure che ben riconosceva: la buona notizia era che Erik Foster e Blake Barnes erano insieme; la cattiva era che beh... erano insieme, il che complicava non poco le cose all'aspirante marine.
    Si morse un labbro, poi decise di usare la tattica del giocatore di rugby: corse e tentò di abbracciarli tutti e due insieme "Blake, 'Ik!" si era ubriacato prima di andare al molo ed ora aveva il singhiozzo?
    Magari: semplicemente aveva deciso di chiamare Erik con un diminutivo, omettendo la prima parte del nome. Perchè? Perché era Jesse, che domande! "Mi siete mancati un sacco!" gemette lui, tentando di stritolarli, salvo poi mollarli e salutare i presenti, inclusa Lilith.
    Osservò tutta quella gente e fu un po' a disagio, sicché si guardò attorno e notò non troppo distante brian ensor che emetteva la sua classica voglia di vivere "Uh, vado a salutare il prof Ensor... sì insomma, come prefetto direi che è mio dovere salutare il mio capocasata no?" no, Jesse, decisamente non eri tenuto a farlo, ma del resto il ragazzo non era davvero convinto di quel che stava dicendo, semplicemente era a disagio e quindi straparlava mentre cercava una via di fuga, e la sua via di fuga portava il nome di Brian.
    Il che lo rendeva il classico cacciarsi dalla padella nella brace.
    Scivolò via come la vecchia canzone di Mina per la TIM e comparve davanti al docente, che salutò amabilmente "Professor Ensor, buongiorno, anche lei qui?" chiese lui, chiaramente intenzionato a stupir l'altro col proprio acume (seh...) "Spero ehm... di essere riconfermato... e che lei sia riconfermato... e sì insomma si possa lavorare bene insieme... sì insomma, tipo l'anno scorso... tipo però meglio" propose lui scrollando le spalle ed osservando la giostra curioso "Posso?" chiese poi, mettendosi davanti al Giadapunchball.
    Si schiarì la voce, scrocchiò il collo e si mise in posizione di guardia, caricò il pugno, poi fece un passo in avanti nel mentre estendeva il braccio testo e lo ruotava per imprimere massima forza al suo colpo, centrando il bersaglio e sperando di fare un punteggio almeno decente.
    RevelioGDR
     
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    Elisabeth Lynch
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    Il primo settembre era giunto anche quell’anno. Se si fosse fermata a guardare indietro avrebbe visto come in trecentosessantacinque giorni la sua vita era stata stravolta. In dodici mesi aveva vissuto l’esperienza di essere Prefetta per gli Opal, aveva dato il suo primo bacio, si era presa una cotta per due ragazzi degli Ametrin, aveva fatto l’amore e poi... aveva perso tutto.
    Solo un anno prima si era ritrovata in quella stessa hall in attesa di passare il suo documento di riconoscimento ad una delle donne che le avrebbero allungato il pass utile per superare la barriera, con Mushu che si era divertito nel graffiarla perché non ne voleva sapere di stare nel trasportino. Un po’ come in quel momento, solo che insieme al gatto c’era anche Rain, il criceto che l’Ivanova le aveva affidato a lezione, in un’altra gabbietta sopra quella del felino. Dei suoi amici pelosi, nei mesi in cui se n’era stata chiusa tra le quattro mura della stanza d’ospedale dove la madre era spirata, se ne era occupato Bob, il fratello di Dafne nonché compagna di squadra di sua madre. La donna le era stata vicina, offrendole un tetto sopra la testa, consapevole di come nella casa di Holyhead non avesse ancora il coraggio di mettervi piede, e che fortunatamente era a Londra. Per cui, a differenza degli altri anni, l’Opale si era risparmiata un viaggio anche se ciò significava qualcosa di ben più difficile da digerire. A conti fatti non erano passati che undici giorni dalla morte di Glynnis Lynch, dieci da quando un necrologio era comparso sulle pagine de La Gazzetta del Profeta, sette che la preside Burke le aveva comunicato che, sebbene fosse dispiaciuta per la sua dolorosissima perdita, avrebbe dovuto ripetere nuovamente il secondo anno. «Possa crepare tra atroci sofferenze.» Non solo per colpa della sua incoscienza si ritrovava con una macchia sul fianco sinistro, gentile ricordo di una vecchia pazza druida risorta e poi ri-morta, ma aveva anche dimostrato come la compassione non rientrasse nel suo essere. Una vera persona di merda.
    Con il pensiero che lei, comunque studentessa quasi modello, fosse costretta a ripetere l’anno e con l’aggiunta che chiunque si fosse impegnato nel leggere della morte della cacciatrice delle Harpies era anche orfana, non le davano di certo il motivo giusto per sorridere ad un nuovo anno scolastico. Tutto ciò senza dimenticare come avrebbero reagito i suoi amici nel rivederla al molo pronta per partire per Hidenstone dopo ben nove mesi di assenza. Rabbia, indifferenza, sdegno, incredulità? In tutta onestà la Lynch non sapeva a quale volto associare un qualsivoglia sentimento. Non le restava altro che affrontare la realtà. «Elisabeth Lynch, secondo anno Black Opal.» Si annunciò, allungando il documento e caricando bagaglio e gabbietta nell’apposito spazio, in attesa che la donna le passasse poi il pass rosso. Con quello tra le dita fu un gioco da ragazzi superare la barriera, un po’ meno quando il suo sguardo chiaro individuò le figure degli studenti e degli insegnanti che, nonostante fosse passato diverso tempo, aveva comunque riconosciuto con facilità. Il cuore le si strinse in una morsa, mentre costringeva le palpebre ai lavori forzati per scacciar via le lacrime prima ancora che potessero affacciarsi. Chi l’avrebbe notata avrebbe senza dubbio scorto i segni del cambiamento sia sul viso, ormai privo dei lineamenti morbidi dell’adolescenza, che sul corpo, un po’ più spigoloso per colpa dei chili che aveva perso in quelle settimane, che cercava comunque di mascherare con un paio di jeans scuri ed una t-shirt verde acqua che contribuiva a metterle in risalto gli occhi, seppur privi di quella luce serpentesca di un tempo. Sulla testa, come sempre, era calato il berretto che Jones le aveva regalato per Natale, mentre tutti i suoi averi -tranne la bacchetta che era stata infilata nella tasca posteriore dei jeans- si trovavano nella tracolla di cuoio che pendeva dalla spalla destra. Fatto era che non poteva starsene lì ferma in attesa che qualcosa cascasse dal cielo né, tantomeno, avrebbe potuto continuare a nascondersi per tutto il molo di Yggdrasil in attesa che la Galera salpasse. «Dai, male che vada mi schiantano o mi ignorano.» Scosse la testa, mentre i piedi misero un passo avanti all’altro fino a raggiungere l’insolito gruppetto fermo davanti all’ufo catching. Sembrava che i più si fossero dati appuntamento lì e che avessero ampliato le loro fila dato che vi erano un paio di volti completamente sconosciuti. Infilandosi tra Jesse ed Erik ebbe la certezza che Blake era con la sua ragazza, con Mia vicina ad un moro che non aveva mai visto e poi Lucas ed una biondina, fossero proprio lì e non frutto della propria immaginazione. «Ehm... sorpresa?» La sua voce uscì sottile, i suoi occhi guardavano ovunque senza avere il coraggio di fermarsi su qualcuno in particolare, persino con Skyler aveva avuto dei precedenti, anche un po’ imbarazzanti nonostante l’infermiere fosse stato impeccabile nel rispondere a tutti i suoi dubbi e a mettere una pezza a colori alle sue scelte un po’ troppo avventate. «Beh... credo che proverò anche io a conquistare un peluche.» Accertatasi che nessuno occupasse l’attrazione numero uno, l’ex serpeverde si avvicinò alla postazione, inserì un paio di galeoni e si prefissò come obiettivo il primo pupazzetto verso cui il suo sguardo si era posato: un tenero pinguino dal becco blu.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    by Lance


    NdA. Chiunque abbia letto la Gazzetta del Profeta saprà che Glynnis Lynch, cacciatrice delle Holyhead Harpies è deceduta al San Mungo, dopo una lunga malattia, il 21 agosto 2020. Chi conosce Elisabeth Lynch potrà fare due più due e dedurre che la sua assenza a partire da gennaio sia dovuta alla lunga malattia della madre.

    Elisabeth prova l’Ufo Catching e cerca di prendere un pinguino dal becco blu.
     
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    Erik Foster | Ametrin | III anno
    Nathan sembrava saper il fatto suo in termini macchinette dotate di gru, così lo lasciò fare, ma non senza riempirlo di informazioni. Gli consigliò come spostarsi e, perché no, anche di crear un club a tema marvel all'interno della scuola. Già immaginava se stesso come Capitan Hidenstone, il suo fidato Soldato d'Estate, Blake Widow e perché non anche Nath-man? Ovviamente era ripreso da Ant-Man, ma avrebbe potuto scegliere lui con calma quale poteva essere il suo nome da eroe. Io sono Erik e sappi che adoro i caldi abbracci! Manco il tempo di terminare la frase che provò a cingere il ragazzo come se fosse un amico di vecchia data.
    Oh, già che ci sono faccio le presentazioni: Mia, lui è Parker. Parker, Mia. Manco fossero a una rimpatriata, ecco subito arrivare Cameron. Cohen, in forma come sempre, eh? Affermò, distraendosi poi cercando di pescare il peluche della vita. Fallendo. Miseramente. Acciderbolina, mai una gioia! Sbuffò il moro, scostandosi in maniera tale che Nathan potesse riprovare. Oggi la fortuna non è con me, ma non demorderò!
    Fu allora che una voce famigliare catturò la sua attenzione. Si trattava di Skyler. Sky-Sky! Ciao, sono felicissimo di vederti! Eh, uh, non credo che il mio nuovo amico sia peloso - disse indicando Nathan e quindi ignorando che stesse intendendo i peluche - Nath, non sei peloso, vero? Chiese genuinamente, lasciando poi provare l'infermiere. Mentre elaborava la sua strategia per afferrare il suo peluche, Erik tentò di abbracciarlo affettuosamente. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi permesso di assisterti nel tuo lavoro. Così, a random, mentre la gru scendeva e contro ogni aspettativa catturò un peluche. Ma che bravi che siete, uffi, solo io non riesco a prendere nulla. Devo riprovarci.
    Bellissima l'intenzione, meno il risultato. Un Blake selvatico sopraggiunse ed Erik non poté far a meno che salutare anche lui con l'ennesimo abbraccio. Amicone mio, quanto mi sei mancato! Ho un sacco di cose da raccontarti, ma preferirei farlo in un posto più tranquillo. Con ciò intendeva in privato. Si era confidato solo con lui riguardo a qualcosa inerente alla sua famiglia e ultimamente erano sbocciati sviluppi inaspettati.
    Magari una volta arrivati al castello, ora devo riuscir a prendere assolutamente questo Mimikyu e ho il terrore che qualcuno possa prenderlo prima di me! Però ti ringrazio per l'invito e se non ripassate di qui, verrò a cercarvi una volta saliti a bordo! Fu allora che tentò per la seconda volta di acciuffare Mimikyu.
    Al di là di come sarebbe andata, il magifonino vibrò nella tasca. Era Emma e diceva che aveva una sorpresa per lui.
    Ciao! ʕ•ᴥ•ʔ Una sorpresa? IO AMO LE SORPRESE! Se ti va di vederci per un saluto io sono dai peluche! Sì, insomma, per la sorpresa di nessuno. Ecco, giusto il tempo di qualche istante e Lucas ed Emma si aggiunsero al gruppo. Wow, sembra il ritrovo degli ametrin, ciao ragazzi! Crucciò appena lo sguardo, tornando su Nathan. Perdonami, è la nostra casata, tu sei nuovo, giusto? Beh, sappi che se mai lo snaso ti smisterò tra di noi ti divertirai un mondo! Con ciò gli diede una sonora pacca sulla spalla e si avvicinò a Emma. Ehi, le gambe vanno meglio? Sono ancora un po' pre-OH MIO GIRINO! E' Mimikyu! Ok, forse ora non necessitava così tanto del peluche, ma se fosse riuscito a prenderlo sarebbe stato figo aver entrambi. Si voltò giusto un attimo, udendo la voce del suo parabatai ed Emma era scomparsa. JESSE, CIAO! POI VIENI QUI, CI SONO I PUPAZZI DELLA MARVEL! Urlò, mantenendo però un sorriso a trentadue denti, tornando subito su Nathan che oramai aveva preso in simpatia. Lui è il mio parabatai ed è un Black Opal. Nathan, ti ho appena conosciuto, ma ti assicuro che io e te saremo grandi amici, anche se dovessi finire in un'altra casata. Parola di avanger! Ecco, a testimoniare ciò che diceva ci fu l'arrivo di Liz, che venne prontamente salutata con un rapido gesto di mano mentre le lasciò spazio per provare a prendere un peluche.



    RevelioGDR


    Riprovo a prendere il peluche

    Interagisco sono con Nathan (per tutto il post), Cameron, Emma, Lucas, Jesse, Skyler, Liz e Mia
     
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    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black "Sto tipo a fa' la colla" Ciarán era un denrisiano e in quanto tale viveva a Denrise. Il mezzo gigante era riuscito a vincere una borsa di studio con vitto e alloggio ad Hidenstone. Durante il periodo delle lezioni procacciarsi il cibo e un tetto sotto cui dormire era diventato estremamente semplice. Al contrario, durante l'Estate, il giovane mezzo gigante era costretto a vivere alla giornata. Nel particolare, quel primo settembre si trovava a Londra perché la sera precedente aveva aiutato i membri di una drakkar a scaricare dei carichi particolarmente pesanti. La paga era stata misera ma Ciarán sapeva come il giorno seguente avrebbe avuto modo di tornare all'accademia sfruttando gratuitamente il Dragone degli abissi.
    Le braccia si posarono sui fianchi in attesa che la fila per l'ascensore finisse di sfoltirsi. Quando fu il suo turno, il mezzo gigante attese ancora un po' in modo da dare ad una giovane matricola e ai suoi anziani nonni modo di raggiungere per primo il porto. Poi tre colpi leggeri sull'ascensore, un '934' digitato e l'ascensore lo cullò nel ventre del modo nascosto.
    Per l'occasione il ragazzo indossava una semplice maglietta color oro che aveva rubato in una bancarella qualche settimana fa. Il colore vibrante e caldo si adattava molto bene alla sua carnagione ma ciò non poteva dirsi di quei jeans blu ad animo freddo.
    Tra le tante attrazioni che i suoi occhi ebbero modo di notare si trovava un chiosco di dolciumi. Ciarán avrebbe voluto avvicinarsi anche solo per comprendere cosa erano soliti mangiare i babbani o gli altri (Espressione con cui designava senza discriminazione chiunque non fosse originario di Denrise). Dopo qualche secondo di esitazione si allontanò lentamente per due motivi. Primo, uno dei suoi professori sembrava parecchio incazzato. Secondo, i babbani erano soliti avvelenarsi consapevolmente e, probabilmente, ciò poteva valere anche per i loro dolci.
    Gli occhi del mezzo gigante si spostarono su quella che sembrava essere l'attrazione più trafficata. Il denrisiano dedusse che l'obiettivo del gioco fosse catturare uno di quei pupazzetti attraverso l'uso di una pinza. Quando fu il suo turno, l'opale passò i galeoni richiesti alla reception.
    Le palpebre sinistre si chiusero come a voler prendere la mira. L'attenzione di Ciarán era stata catturata da un pupazzo a forma di dinosauro rosso. Aveva degli occhioni enormi e una coda che terminava con una specie di fiamma. Si trattava di un 'Charmender' ma questo il denrisiano non poteva mica saperlo "Potrei darlo ad Howard. Devo ancora sdebitarmi con lui e io odio avere debiti."


    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    Ciarán tenta di catturare un charmendere all'ufo catcher. Non interagisce con nessuno dei presenti.


    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    Dioptase
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    Dioptase | 16 anni
    “Mamma, maledizione, lasciami in pace questi capelli. Sono perfetti, ok?”
    La madre di Aidan, come ogni volta che lui doveva partire trovava sempre il modo per provare a sistemargli quei capelli che non riuscivano mai a stare al posto loro. Suo padre invece stava un passo indietro e li osservava ridacchiando. Lui praticamente era quello più simpatico della famiglia. Amava scherzare, era molto amichevole. Sua madre era quella altruista. Lui era quello acido e stronzetto. Capitava spesso che si chiedeva se fosse stato adottato. Ma il fatto che aveva caratteristiche fisiche uguali a quelle sia di suo padre sia di sua madre, la risposta riusciva tranquillamente a darsela da solo. 'Sono solo nato così. Mi piace fare lo stronzo'.
    In quel momento erano già arrivati alla reception dove due ragazze, piuttosto carine, notò Aidan, li aspettavano.
    Suo padre parlò, riferendogli la destinazione di Aidan e consegnandogli il suo documento di identità. In tutto questo sua madre continuava a sistemargli i capelli ed il vestito e Aidan osservava la ragazza che consegnava il pass a suo padre.
    Suo padre gli consegnò il biglietto e gli fece delle raccomandazioni che praticamente conosceva benissimo visto che lo aveva già sentito milioni di volte anche quando doveva partire per Hogwarts (Evita di farti dare punizioni, non insultare gli altri alunni, non dire assolutamente la verità in faccia se quella verità è una cosa poco piacevole nei confronti dell'altro e bla bla bla bla). Tutte regole che non aveva assolutamente rispettato durante gli anni ad Hogwarts.
    Chissà cosa avrebbe combinato qui, invece...Durante la camminata verso la reception aveva visto un po' di gente. Non sapeva dire se si trattava di maghi, babbani o ragazzi che avrebbero frequentato Hidenstone o, ancora, professori dell'accademia. Era pieno zeppo di ragazzi della sua età o anche più grandi che non potevano non essere lì per andare ad Hidenstone.
    Che poi, non conosceva questa accademia. Sapeva che era stata fondata solamente nel 2012. Nient'altro. Le materie le aveva lette ma non se le ricordava più. Le casate erano tre ma avevano nomi stranissimi e doveva leggerli per pronunciarli correttamente (a parte Black Opal, che era un nome semplice). E il direttore era una donna che dalla foto che aveva visto non era niente male.
    Aidan salutò i suoi genitori, salutò le due ragazze ('Se mi lasciaste il vostro numero magari...ok, no sono troppo piccolo, mannaggia l'età.') e si incamminò verso la barriera di acqua, attraversandola senza problemi col biglietto in mano. Quel luogo era davvero stranissimo. Gli era sembrato di entrare in un luna park a tema Vikinghi. “Sono entrato in una serie tv coi vichinghi per caso?” Mormorò guardandosi attorno con un'espressione mista tra confuso e curioso.
    Probabilmente era ancora presto per salire sulla nave, perché un sacco di ragazzi stavano correndo da una parte all'altra del molo a provare ogni cosa presente in quel posto.
    Si incamminò lungo il molo, osservando tutto ciò che poteva guardare. C'era chi prendeva dolci, c'era chi stava provando a vincere pupazzetti...e c'era una Kàra Onfroy ragazza che lo attirò molto. Sembrava più grande degli altri, forse era una professoressa o forse una persona che non c'entrava proprio nulla con la scuola. “Però...chissà se quella sarà una professoressa...se si...beh...un motivo in più per studiare.” senza rendersene conto pensò ad alta voce e si guardò intorno sperando che nessuno lo avesse sentito. Poi però fece spallucce “ah, che importa.”
    Tornò a camminare e alla fine trovò ciò che gli interessava di più rispetto alle altre attrattive: Il tiro a segno.
    Lì c'era già un Morrigan Maverick uomo che aveva l'aria di quello che conosceva ogni cosa. Gli stava già simpatico, a pelle. Non sapeva chi fosse ma sperava fosse uno dell'accademia.
    Aidan pagò e prese la sua pistola. Puntò la pistola verso le lattine e cominciò a sparare.
    'Chissà se riesco a prendere qualcosa di figo'
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Ok. I tag erano per provarli, visto che ancora non li avevo usati. Ma non ho interagito praticamente...in ogni caso se qualcosa non va, dimmelo che modifico.
     
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    Ametrin
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    Adamas Vesper
    Studente | 18 anni

    Sembrava paradossale come, pur avendo iniziato una relazione da poco, Adamas sentisse già la mancanza di Jesse; quanto tempo era passato dal loro ultimo incontro? Tolta la notte d’amore, che era impressa a immagini infuocate nella sua mente, gli altri appuntamenti erano stati naturali e, forse per questo, più dimenticabili. Ora sentiva davvero il bisogno di rivedere il suo ragazzo.
    ‘Ah, cavolo… ora fa parte del triennio - non faremo più le lezioni assieme…’
    Quest’ultima preoccupazione si era inserita nella sua mente qualche giorno prima, ed aveva iniziato a scavare un piccolo cratere nella psiche dell’Ametrino. Tuttavia, dopo averci rimuginato alcuni giorni, aveva deciso che non si sarebbe lasciato abbattere così facilmente, anzi: avrebbe fatto i salti mortali per portare avanti quella relazione, nel mare di lezioni in preparazione ai M.A.G.O.
    Era arrivato al Porto in orario ma, a quanto pare, Jesse era stato più veloce di lui: mentre si avvicinava alla reception, infatti, aveva sentito lo squillo del messaggio inviatogli ma, essendo di fretta, aveva giusto letto il mittente (ovviamente Jesse) prima di declinare le sue generalità ad una delle ragazze preposte. La foga era tanta che quasi si era scordato di salutare i suoi: vide sua madre sorridere, comprensiva verso il suo amore ancora non imbrigliato, mentre suo padre si limitò ad un cenno di saluto. Durante quei giorni a casa erano riusciti, se non a riappacificarsi, per lo meno a stipulare un trattato di non aggressione; ormai Emathion Vesper si avvaleva del don’t ask, don’t tell - e Adamas lo rispettava di buon grado.
    I compagni che intravedeva ricevevano un saluto caloroso ma affrettato, perché in quel momento il ragazzo aveva in mente solo il suo Black Opal preferito. Lesse il messaggio, senza inviare risposta ma solo perché riconobbe Jesse di spalle. Chissà se avrebbe apprezzato le piccole sorprese che aveva in serbo per lui.
    “Cucù!” disse, spuntando da un punto periferico della visione di Jesse; conoscendo il tipo di allenamento che faceva, la sua personalità e i suoi riflessi aveva optato per evitare di coglierlo di sorpresa alle spalle, magari ponendogli le mani sugli occhi. Insomma, non voleva un calcio in pieno petto.
    “Mi sei mancato anche tu… scusa se non ti ho risposto, ma avevo fretta di…” e, senza concludere la frase, avrebbe preso delicatamente Jesse per baciarlo in maniera relativamente casta di fronte a tutti.
    ‘Come direbbe Skyler, chissene degli altri!’
    Ci mise un secondo a fare mente locale, quando si staccò da lui; vide Blake, a cui rivolse un saluto più concitato del solito a causa della tachicardia infatuata di cui era preda. Vide il punch ball, e ovviamente fece due più due: era sicuro che Jesse l’avesse provato.
    “Oh, com’è stato il tuo risultato? Vi siete divertiti in vacanza, tu e Blake?”; sorrise gentilmente, cercando di non urtare qualche nervo scoperto di un Blake eventualmente in ascolto, ma consapevole anche che quando si avvicinava sotto la soglia dei 100 km da Jesse era praticamente impossibile non innervosirlo.
    ‘Vabbé, non mi fermerà lui.’
    “Quasi quasi, provo anch’io - sai, ho seguito i tuoi consigli” arrossì, ripensando alla notte in cui aveva avuto 25 anni per qualche ora e all’effetto che aveva fatto a Jesse “e ho iniziato la combo dieta e calisthenics e… beh, ecco…”.
    Tirò su la maglietta per far vedere i risultati degli allenamenti al suo ragazzo, incoraggiandolo a toccare il suo addome più definito. Ok, forse era ancora poco malizioso, perché non pensava assolutamente all’eventuale effetto che avrebbe provocato. Avrebbe quindi tirato un pugno al punch ball, sperando di ottenere un buon risultato per mostrarlo a Jesse.
    “E poi… beh…” si illuminò di aspettativa gioiosa, al pensiero di ciò che stava per dire “questa… è una data importante, per me - e per celebrarla…” continuò, estraendo una maglietta dallo zainetto che aveva con sé “ecco… è per te, insomma.”
    Porse un pacchetto morbido, che una volta aperto avrebbe mostrato il suo contenuto: una semplice felpa nera, confortevole e setosa al tatto, con alcuni ricami rossi a livello delle maniche. I colori dei Black Opal, per una felpa degna del loro Prefetto.
    Forse aveva focalizzato troppo la sua attenzione su Jesse, ma capitelo: come poteva non avere gli occhi a cuoricino per un ragazzo così?
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Adamas "Visione Periferica Azzerata Quando C'è Jesse" Vesper interagisce con Jesse Lighthouse ed eventualmente Blake Barnes (non so se sarà a portata di orecchio o meno).

    Tira un pugno al punch ball per mostrare i progressi del suo fisico al fidanzato, quindi regala una felpa con i colori dei Black Opal a Jesse per ricordare il loro primo incontro dell'anno prima.
     
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    Dark Side of Super Sayan

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    Black Opal
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    »Ryu Okami [X]
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    Sayōnara to kansha Watari, Sayōnara, dōzo Ryu-sama, con un inchino da parte sua ci salutammo io e Watari, il maggiordomo che in quel frangente mi aveva accompagnato al molo di Yggdrasil, poco prima che attraversassi la barriera d'acqua a cui solo studenti e professori potevano accedere per salire sulla nave che mi avrebbe portato a Hidenstone. Per quanto i miei genitori fossero stati fieri de miei ottimi voti, nonostante qualche piccolo sgarro che non mi aveva visto primeggiare, io avevo preso abbastanza male tali avvenimenti: sì, erano state delle belle vacanze, passate con la mia famiglia a Tokyo, ove grazie all'influenza di mio padre numerosi sporchi Mezzosangue avevano perso le loro cariche al Ministero della Magia giapponese, ma ciò, per quanto fosse stato di certo appagante, non mi faceva sentire meglio. Non ero stato il migliore, ed anzi mi ero fatto anche superare più d'una volta... non lo accettavo, non potevo accettare di essere secondo a qualcuno, e più vi ripensavo, più mi rodeva, testimoni le mie iridi d'un cremisi sanguigno ogni volta che vi ripensavo. Non era però quello il momento di arrabbiarsi: dopotutto avevo tutto un anno per rifarmi, ed a quanto avevo saputo, la scuola avrebbe aperto le selezioni per le proprie squadre di Quidditch, ancora una volta un'occasione per mostrare chi era il migliore... io ovviamente. In ogni caso, presentai il documento di identità alle receptionist all'ingresso della barriera, asserendo quindi il motivo del mio viaggio, e, dopo un "boop" sul suo nasino attraverso la gabbietta in cui era, salutai Loki, il mio gatto, lasciando che i bagagli venissero portati via, dandomi poi possibilità di muovermi sul molo prima della partenza del galeone che ci avrebbe portati tutti all'istituto. Le attrazioni del loco erano numerose: un punchball, una zona per gli ufo catcher, una zona per il tiro a segno e dei banchi per il rinfresco, semplici ed efficaci per far divertire ed intrattenere la gente, e decisi quindi, per provare a distrarmi un po' di recarmi alla sezione dell'ufo catcher, magari per riuscire a prendere qualche gioco nuovo per Loki; vi erano numerose persone lì a tentar la fortuna, ma, chi mi colpì più di tutte fu Mia... colei che al compleanno di Jessica l'anno precedente avevo umiliato in preda all'ubriachezza. Non ero il tipo da tener debiti, motivo per cui decisi di farmi avanti. L'avrei raggiunta, ignorando completamente chiunque ci fosse stato lì vicino a lei, ed avrei preso parola, Konnichiwa, Mia-san, avrei esordito con un inchino in sua direzione, abbastanza imbarazzato ancora dopo un anno dall'accaduto tra noi, Chiedo davvero perdono per non essermi fatto avanti prima, ma vorrei scusarmi per l'accaduto al compleanno di Jessica, continuai, Ero ubriaco, ed il mio comportamento è stato altamente increscioso e maleducato nei tuoi confronti, se posso fare qualsiasi cosa per farmi perdonare dell'accaduto, hai solo da chiedere, avrei indi concluso, attendendo poi una sua replica; tentare la fortuna era secondario almeno per me in quel frangente, prima di tutto volevo togliermi quel peso dallo spirito, così da non dover più soffrire di imbarazzo quando mi fossi trovato assieme alla ragazza.

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    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: //
    Casata: Black Opal
    Abilità: Metamorfomagus

    «The Dragon God Rises!»
    codice role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Samuel Black
    Docente di Alchimia|34 anni
    -Che io abbia esagerato?-
    Malgrado il pensiero, l'alchimista cercò di mantenere fino all'ultimo la sua faccia di bronzo.
    Certo, il commesso gli fece un po' pena, ma gli studi personali non erano un buon motivo per truffare Samuel Black, dato che lui era stato il primo a doversi fare il culo a ippogrifi per guadagnarsi il proprio tempo alle università magiche di Harvard, Venezia e Praga e mai aveva infinocchiato qualcuno, sul posto di lavoro, per guadagnarci dei soldi.
    “Forse dovresti evitare di essere l’unico a servire, c’è parecchia gente qui. Per me due cioccorane e un rospo alla menta.”
    Un'altra ragazzina impertinente comparve alle sue spalle. Era evidente che il teatrino imbastito dal professore stesse creando un po' di disagio, ma questa preoccupazione si dissolse come budino al sole quando l'offerta di Ildegorn solleticò le sue orecchie.
    -Oh, allora perché non approfittarne!- allungo le mani e il sorriso -Box grande e box piccolo per favore- prese entrambi i pacchetti con la destra, mentre con la sinistra sganciò i Galeoni prestabiliti più uno -Per ripagare il tempo che ti ho fatto perdere- fatto un occhiolino si voltò per avvicinarsi alla ragazzina dai capelli ossigenati che aveva fatto quell'uscita un po' seccata.
    -Perdonalo, è stata colpa mia- Le labbra sottili si aprirono in una linea serena e coinvolgente. -Per farmi perdonare spero che questo andrà bene.- Con un movimento della bacchetta aprì il box grande, e con un altro fece lievitare uno zuccotto alla crema. Se Amelia avesse accettato, il dolce sarebbe atterrato con grazie fra le sue mani, altrimenti con un altro colpetto di catalizzatore, avrebbe fatto ritorno nella scatola da cui era uscito.
    -E questo simpaticone?- badilate di curiosità e ammirazione furono cacciate dentro gli occhi di Samuel quando notò il draghetto meccanico e avvicinò il proprio volto alla strana coppia che aveva davanti. -Chiunque te l'abbia regalato ha un gusto molto elevato a riguardo di oggetti animati, mi cara. Come si-
    Solo allora si ricordò che continuava a bloccare la fila -Ops che sbadato, vi lascio subito spazio- si era rivolto ad Amelia come anche al resto delle fila di ragazzini che diventava sempre più lunga ad ogni secondo. -In ogni caso avremo tempo per conoscerci dopo, sulla Dragone degli Abissi! Buon acquisto!- aveva una memoria abbastanza spiccata per i volti e poté presumere con una certa sicurezza che la biondina fosse del primo anno. Con un cenno salutò lei e il suo famiglio meccanico per poi immergersi tra la folla. Non vedeva ancora Eva.
    La cercò per un po' ma poi si arrese -Quando arriverà sarà lei a trovarmi- Ne era certo, malgrado non si vedessero da un po' fra di loro c'era sempre stata una sorta di Alchimia che li spingeva a trovarsi e ritrovarsi ancora.
    -Buongiorno Brian! Bella quella frusta! Intenzionato a uccidere qualche studente a suon di carezze di gomma?- Black gli lanciò un occhiolino scherzoso. Non aveva mai fatto amicizia con l'insegnante di Difesa, ma non gli sarebbe dispiaciuto oltrepassare la sua barriera di cinismo e prendere un po' di confidenza. Ammirava e rispettava gli uomini forti e decisi.
    -Buongiorno anche a voi Lighthouse, Vesper- sorrise nel vederli così intimi, evidentemente l'anno scolastico passato aveva portato tanti cambiamenti nelle vite dei giovani. Allungò verso di loro il box piccolo. -Due zoccotti e due cioccorane. Ho un po' esagerato con le spese- il sorriso si allargò ancora nel mostrare l'enorme box ricolmo di tutto il colesterolo in cui un uomo avrebbe potuto affondare -potreste condividerle- e così partì l'ennesimo occhiolino della giornata.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1"- Ascoltato2| Scheda | Stat.
    by Lance
     
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    Ametrin
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    UN RAGAZZO SOGNA SEMPRE DI ESSERE IN UN GRUPPO, ROCK: TUTTO È PIÙ GRANDE DELLA REALTÀ.
    L'estate era terminata, finalmente, anche se per lui era terminata quando aveva ricevuto la chiamata di Erik che lo avvisava che Emma fosse all'ospedale.
    Quello aveva fatto piombare l'inverno sull'Ametrino, che aveva fatto un mese intero di avanti e indietro dal San Mungo alla sua dependance. Non gli era pesato il fatto di dover andare ogni giorno da Emma, ma ciò che gli aveva gravato di più era il distaccarsi da lei, quando veniva cacciato dagli infermieri. C'erano quelli più accondiscendenti e quelli meno, ma tutti lo mandavano via, nonostante le sue suppliche.
    Per fortuna aveva passato gli ultimi giorni di agosto a casa e lui l'aveva rinchiusa in una teca di cristallo per non farla stancare, tanto da donarle ogni minima attenzione. Aveva superato anche la pugnalata del diabete, capendo le motivazioni per cui non glielo aveva detto. Anche se adesso stava più attento, il ragazzo cercava di non farle sentire il peso della sua apprensione addosso.
    Questo anno sarebbe stato difficile e lo stress che Lucas provava mentre ricontrollava per la settordicesima volta le borse, era talmente alto che sudava freddo.
    «Sono pronto, sono pronto!» - rispose, mettendo il cappellino in testa e caricandosi tutte le borse.
    Aveva notato come la roba nel suo armadio fosse diminuita vistosamente, ma questo non fece altro che farlo sorridere e voltare verso la bionda, con quegli occhi glaciali che splendevano di più, dopo quello che le era accaduto «Uh... mi sa che devo rifarmi il guardaroba...» - rise, poi, prendendo Emma per la mano e tirandola a sé, per darle un bacio sulla fronte, socchiudendo gli occhi «Ora. Sono pronto...» - mormorò appena, quasi a voler implicamente comunicare che senza quel bacio non sarebbe potuto andare altrove.
    Sul taxi, il braccio di Lucas cinse le spalle della ragazza, annusandone il profumo come se gli facesse da ossigeno.
    La trafila per arrivare al punto di partenza per Hidenstone non gli pesò, se non per le borse che portava - volentieri - sulle spalle e in mano, stando vicino ad Emma.
    Al bancone, la stessa bionda aveva fatto per entrambi il riconoscimento, Lucas concesse alle signorine dietro il bancone un sorriso cordiale e poi venne trascinato al di là della barriera, pronto a non bagnarsi.
    «Quest'anno sembra tutto tranquillo, a quanto par---» - l'entusiasmo della ragazza, interruppe le preoccupazioni del moro, che si voltò ad osservare Erik, storcendo un po' il naso. Non fece in tempo a commentare la presenza di Erik che venne teletrasportato da loro, mentre cercava di deviare l'attenzione sulla richiesta che Emma aveva miagolato, sorrise, cedendo a quegli occhi da cerbiatto che lo avevano stregato l'anno precedente «Lo avrai.» - confermò, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
    Cosa che servì a poco, visto che nel lanciarsi in braccio a Erik, quella stessa ciocca si spostò. Lucas irrigidì la mascella e distolse lo sguardo quando la ragazza arrivò a dare il bacio al compagno di stanza.
    Non di nuovo, non di nuovo. Era il pensiero del ragazzino, mentre riviveva attimi di terrore dovuti alla questione "compagni di stanza e ragazze".
    E come se l'avesse evocata, in lontananza vide un cappellino muoversi.
    Lucas sgranò gli occhi, non aspettandosi che lo mettesse anche quel giorno. Prese il magifonino al volo e notando Lilith e Blake poco più in là, cercò il numero del Black Opal «Ufo Catcher. Dobbiamo parlare. Anzi, dobbiamo parlare dopo, ma necessito della tua presenza.» - fu il messaggio che inviò allo strano fratello che aveva ripescato lo scorso anno.
    Quando Elisabeth si avvicinò, Lucas si voltò verso di lei. Le sorrise dolcemente «Ehi...» - mormorò appena, un tantino imbarazzato, seppur dentro era contento di vederla. Ma si sa, Lucas non era bravissimo ad esprimere le proprie emozioni.
    Guardò Emma e quasi ci fece caso in quel momento che le due ragazze... oh no, entrambe nello stesso momento. Le cose si erano forse invertite? Tirò un respiro pesante, quindi annuì alle parole di Emma «Tornerò con il tuo Emolga, allora.» - quindi la lasciò andare e cercò, nel frattempo, di intercettare lo sguardo di Erik «Foster, mi accompagni?» - vide Liz avviarsi, non voleva lasciarla sola, ma aveva la necessità di parlare con Erik.
    Se il ragazzo avesse acconsentito, Lucas avrebbe fatto qualche passo, per poi fermarsi e accendere una sigaretta - aveva deciso di fumare lontano da Emma, per non intossicarla - quindi avrebbe iniziato a parlare «Io... Beh, Erik, sarò sincero. Non voglio trovarmi nella stessa situazione dello scorso anno. Quindi arriverò dritto al punto: ti piace Emma?» - i suoi occhi di cristallo si posarono sul volto del mannaro.
    Avrebbe atteso la risposta, poi si sarebbe diretto all'Ufo Catcher, arrivò alle spalle di Liz, quindi piano le parlò, in maniera che il suo tono fosse udito principalmente dalla ragazza «Come ... come stai?» - domandò, incerto. Avevano ancora un conto in sospeso, probabilmente, ma questo non era il momento di saldarlo.
    Non appena l'Ufo si liberò, si prodigò con la sua maestria (?) a iniziare a muovere il joystick. Anni e anni di videogiochi sarebbero bastati per prendere quel peluche che Emma desiderava?
    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    Black Opal

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    Blake Barnes
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    Ecco cosa odiava delle cerimonie di inzio anno, odiava avere tutti quanti intonro ed odiava le sorprese. Odiava il fatto che ci fossero ragazzi che guardassero la sua ragazza, odiava il fatto che Jesse aveva un fidanzato ed un parabatai, odiava... cavolo odiava tutti e tutto quanto. Fece un respiro profondo e prese la sua coca e rum che buttò giù neanche fosse la medicina della vita. Sorrise ad Erik e ricambiò quell'abbraccio seppur meno caloroso dell'ametrin. Uh... beh, va bene! Aggiunse prima di andare con Lilith - se lo avesse seguito - al tiro a bersaglio e poi notare il celluare con il messaggio di Lucas, che arrivò in contemporanea con Jesse ed Adamas e... oddio gli stava facendo male la testa. Guardò Lilith e sorrise, si avvicinò a lei e le diede un bacio. Ehi, non cacciarti nei guai e niente "sonorus" è vietato sia per te che per me! Infodno entrambi avevano fatto un casino con quell'incantensimo, no? Arrivo subito, vado un attimo da Lucas che è palesemente nel panico,è tornata Miss indecisione 2019/20! Ovviamente si riferiva ad Liz ed ovviamente non l'avrebbe mai perdonata. Infondo aveva toccato due dei suoi migliori/strani amici e sopratutto, l'aveva ignorato. Dio quanto odiava essere ignorato, lo odiava più di Adamas che regalava cose a Jesse, il che la dice lunghissima. Dove cazzo sei se la tua biondina, quella che mi sta vagamente simpatica intendo, è li? scrisse a Lucas ed inviò individuando Emma. Ma dove era finito? Si in quel momento era un Blake confuso e voglioso di alcool e un letto possibilmente, già era stanco di tutto quello e si voleva un densiriano per fare boh, una rissa? Oddio chissà Phil dov'era? Cominciava ad avere davvero la mente affollata, ma il tutto si concluse con un "sorpresa" da parte di Elisabeth. Blake alzò semplicemente il sopracciglio. Cominciamo con le sorprese di merda quest'anno! No, non sarebbe stato gentile, già non lo era in generale, in quel momento e meno che mai con lei si sarebbe sforzato di esserlo. Poi tornò a guardarsi intorno per vedere dove fosse Lucas e lo vide parlare con Erik. Alzò un sopracciglio. Che diavolo di problemi avevano tutti quanti quel giorno? Ecco, si, una cosa era certa, si era dimenticato di dare il galeone alla bionda e forse anche di pagare il tiro a segno che non aveva neanche capito se ci aveva preso o meno, ma cosa diavolo aveva quella giornata? No, non voleva proprio tornarci a scuola, quindi prese il galeone, lo andò a dare alla tizia e poi tonrò a quel coso tira pugni. Si, ci voleva veramente qualcosa da prendere a pugni, sarebbe stato più rilassante. Diede un'occhiata ancora a Jesse che aveva salutato quasi di sfugita, ma infondo era andato da professor ensor e dal suo fidanzato no, quindi che voleva? E poi guardò appena il professor Black parlare con una biondina. Diede un'altra rapida occhiata a Liz e senza dire nient'altro se ne andò da Black, in attesa che Lucas finiesse di ciarlare con Erik. Non si curò minimamente della biondina, infondo non si curava proprio di nessuno figurati degli sconosciuti, quindi sorrise al professore. Professore!Devo dirle una cosa! Lasci perdere le biondine slavate e mi dia retta due secondi!Blake che fa nuove amicizie parte numero indefinito!Ho deciso di fare il mio primo tirocinio con lei! é contento? Ma si Barnes, quanta sana contraddizione c'era in quella sua affermazione? Non voleva tornare a scuola ma la prima cosa che aveva fatto era dire ad un suo professore che voleva iniziare il suo tirocinio... dio santissimo, Blake non si sarebbe mai corretto veramente!La volevo informare solo di questo... adesso torno dai miei compagni! Aggiunse prima di sorridergli di nuovo dare una pacca sulla spalla al suo professore - si davvero lo aveva fatto - e poi tornare da Lucas. Prima mi dici che ti servo e poi? Che è successo? Questo o chiese una volta che Lucas finì di parlare con Erik. Infondo Blake era così bipolare con il dramma no?
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    Gli Snasi
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    Ildegorn non vedeva l'ora che quell'uomo prendesse i suoi dolci e se ne andasse per sempre dalla sua bancarella e -sempre senza dirlo a voce alta- sperò che si strozzasse con uno di quei dolci o che il box grande tenesse fede al suo nome facendogli passare almeno due giorni al bagno. Ma finalmente Samuel gli sganciò i galeoni e parve volersene andare, lasciando il ragazzo libero di dedicarsi alla ragazza che gli si era approcciata in modo un po' maleducato. Sembra giovane e meno esperta, vediamo se riesco a truffare lei... fu il suo primo pensiero e, se fosse stato una mosca, si sarebbe sfregato le zampette, goloso di denaro. Subito, signorina rispose, accondiscendente, posando sul bancone due cioccorane ed un rospo alla mente, come richiesto. Il mio collega è in pausa, credo... a dire il vero, non sapeva dove fosse finito Leopold, il ragazzo più grande che doveva gestire con lui la baracca. Comunque, fanno 20 galeoni! Continuò, subito pronto a spennare un'altra cliente ed allungando la mano nella sua direzione, speranzoso di ricevere il compenso.

    Tornando all'Ufo Catcher, sembrava che gli ametrini non si volessero dare per vinti, provando e riprovando ad ottenere il peluche desiderato. Ci tento la nuova arrivata, Elisabeth, dopo aver fatto sicuramente una bellissima sorpresa ai suoi... amici? che sicuramente sarebbero stati entusiasti; forse fu proprio questo che le diede la carica e permise alla manina meccanica di muoversi con precisione nella direzione scelta dalla ragazza e scendere ad accalappiare quel pinguino, proprio come desiderato. Adesso Liz aveva almeno qualcuno che non la odiasse: un pupazzo!
    Medesima fortuna sembrò averla Erik, visto che anche in quel caso la manina si diresse senza indecisione alcuna verso un bellissimo e morbido Mimikyu, raccogliendolo e donandolo al giovane che avrebbe potuto metterlo in una mensola affianco all'action figure regalatogli da Emma. Ma avrebbero tutti avuto quella fortuna? Ebbene, no. Poiché quando fu il tiro di Ciaran, la pinza afferrò solo l'aria. Che fosse stato il karma, dal momento che l'opale era stato un gran maleducato? Nemmeno Lucas, tuttavia, parve avere poi tutta questa fortuna, anche se la pinza effettivamente sollevò qualcosa... Ebbene, un cerchietto con due forme falliche morbidose in cima, con la base attaccata ad una molla che permetteva loro di penzolare proprio come la testa nell'action figure. Beh... non gli era andata così male, dai. Ma alla fine, quel povero macchinario poté respirare dal momento che qualcuno ben pensò di dedicare le proprie attenzioni al punch ball o al tiro a segno.
    In quest'ultimo, Aiden ed Emma sembravano concentratissimi per buttare giù quante più Seven Up possibili. Il primo, buttò giù ben sette lattine, ottenendo la possibilità di vincere un bel premio. E così fu. Una manina meccanica molto simile a quella dell'Ufo Catcher, si allungò e gli recapitò bersaglio, non troppo grande, per freccette (comprese di esse, ovviamente) che avrebbe potuto comodamente appendere nel suo angolo di stanza, una volta ad Hidenstone. Ad Emma anche andò bene, ma un po' meno, anche se effettivamente lei si sarebbe accontentata un po' di tutto. Ed infatti accettò di buon grado il quaderno con l'orso polare scemo che le capitò, stringendolo quasi come fosse questione di vita o di morte.
    Al punch ball invece, i nostri ragazzi si stavano cimentando in delle vere prove di forza. Ma forse l'inquietante presenza di Ensor là attorno, deconcentrò l'opale visto che sì prese il bersaglio, ma gli fece semplicemente il solletico, colpendolo a lato, ma non temere Jesse, puoi ritentare! Invece Adamas, probabilmente per farsi bello, si impegnò e riuscì a fare un tiro niente male, con conseguente premio. Una bellissima pistola ad acqua rossa -per far bagnare Jesse ancora meglio- venne sputata dallo stesso punto della frusta di Ensor, cadendo tra le braccia dell'ametrino.


    Ciauu! Eccoci al mini esito! Per Amelia, decidi pure tu se acquistare o meno e -in caso tu non abbia domande- autoconcludi pure!
    Per tutti gli altri, non vi ho messo i roll per amor di scrittura (cit. Snaso Ubriaco), ma per trasparenza vi scrivo tutto qui:
    Per l'ufo catcher il metodo è il seguente: da 1 a 5, nessun peluche, da 6 a 10, sì peluche (Primo tiro)... in caso questo primo tiro sia positivo, si passerà al secondo: da 1 a 5, pupazzo a caso non voluto da voi, da 6 a 10, pupazzo che avete scelto voi.
    Punch ball invece ---> 1 mancato, 2 quasi, 3-4 pugno debole, 5-6-7, pugno forte, 8-9-10 din din din!
    Di seguito, i roll:

    Ufo
    Elisabeth: 1° tiro - (d10 = 10) // 2° tiro - (d10 = 9)
    Erik: 1° tiro - (d10 = 6) // 2° tiro - (d10 = 7)
    Lucas: 1° tiro - (d10 = 6) // 2° tiro - (d10 = 1)
    Ciaran: 1° tiro - (d10 = 3)

    Punch
    Jesse: (d10 = 2)
    Adamas: (d10 = 6)
    Per il tiro a segno invece, tiro un d10 (essendoci dieci lattine da colpire e il numero che esce, sarà quante lattine sono state colpite)
    Aidan: (d10 = 7)
    Emma: (d10 = 5)
    Per qualsiasi dubbio, sono qui ♥
     
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    Morrigan tese il braccio verso le lattine di alluminio. Dieci colpi senza interruzione alcuna. Sette suoni vuoti e tre pieni. Le spalle si piegarono verso l'alto e il capo si curvò all'indietro "Forse sono ancora sotto l'influenza della Caria. O forse sto facendo schifo perché sono morto e quello che sta impugnando la pistola è uno spettro e non un denrisiano."
    Anche voi avreste voluto scoprire la verità dietro a tale mistero, vero? Beh, avrete modo di farlo nel prossimo esito della quest mortale a cui Morri stava partecipando (Ma questo è un altro discorso).
    «Hey, buongiorno. Complimenti per quel quaderno ma chiamami semplicemente Morrigan» Il docente ricambiò il saluto con un cenno della mano per poi sorridere verso l'ametrina di cui non ricordava il nome.
    «Voglio ritentare» Sentenziò nuovamente prima di frugare tra le tasche alla ricerca di altri galeoni che avrebbe passato all'automa per farsi ricaricare la pistola. La determinazione era una tra le tante caratteristiche dell'ex auror. Inoltre, il suo giocatore era convinto che sprecare i tiri sfortunati ai giochi di riscaldamento fosse un'ottima idea.
    Nell'attesa, il professore ebbe modo di notare anche altri due ragazzi. Il primo sembrava essere stato investito da un treno "Probabilmente è nordico".
    Morrigan fece spallucce senza potersi dare una risposta. L'altro sembrava decisamente più giovane e mingherlino (Ma aveva uno sguardo molto più sveglio).
    «Pronti per cominciare un altro anno di lezioni frammentati da attacchi di organizzazioni terroristiche e rinascite di streghe millenarie?» Gli occhi inquadrarono sia Camerun che Aidan. Le mani si posarono sui fianchi del magitecnico in attesa di una risposta da parte dei due ragazzi. Probabilmente il secondo aveva qualche anno in meno rispetto al primo e, nel migliore dei casi, era proprio una matricola.
    Da buon docente giocherellone sarebbe risultato semplice comprendere come quello fosse un tentativo per far fare amicizia a due studenti che, probabilmente, non si erano mai visti. Per altri menti più maliziosi, al contrario, quello sarebbe sembrato un tentativo per fare interagire i due in modo da far tornare in mente a Morrigan i loro nomi. Insomma, il nostro amante della magitecnica si era scordato il nome di una mezza veela che aveva come prestavolto Bella Thorne. Figuriamoci quello di due ragazzini (Non prendetevela sul personale).
    Dunque, Morrigan avrebbe atteso che la pistola fosse stata ricaricata per tentare una nuova scarica di colpi.

    CITAZIONE
    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    Morrigan interagisce con Cameron Cohen e Numero cinque Anthony Lovegood e tenta il TIRO A SEGNO

    ✕ schema role by psiche


    EDIT: Ricambiata interazione con Emma
     
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    Lilith Clarke
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    Non basta scopare bene per essere una coppia.
    In costume. Un mese intero in costume. Ecco come aveva passato l'estate Lilith. A Dubai a fare da spola tra la spiaggia, il mare e il letto che divideva con Blake. Aveva perso qualche chilo, effettivamente, a furia di tutta l'attività fisica che avevano fatto, ma aveva rassodato per bene i punti giusti e di questo ne andava veramente fiera, mentre si guardava allo specchio indossando la sua divisa e la spilla da Prefetto dei Dioptase. Ah, quanto l'era mancata quella divisa e quella spilla. Si guardava, perfetta come sempre, con tutto in ordine e i capelli ricci lasciati ribelli a coronarle il volto abbronzato. Un'abbronzatura dorata che lasciava risaltare maggiormente il colore cristallo dei suoi occhi.
    «Ehi, B. non credi che mi siano cresciute un po'?» - cercò di richiamare l'attenzione di Blake, mentre disegnava le curve sul petto, indicando i suoi seni. Effettivamente li sentiva diversi, rispetto allo scorso anno, ma non sapeva se fosse possibile o solamente era una questione di camicia non indossata da tanto che faceva effetto palloncini.
    Scrollò le spalle e si avviò con il ragazzo, verso il rientro in accademia.
    Mano nella mano con il suo belloccio, aspettava il solito ascensore, con una certa ansia di rivedere tutti e riprendere la vita accademica. Blake, ovviamente, era la solita testa calda che tentava di portare sulla cattiva strada la povera Prefetta Perfetta che roteò gli occhi al cielo e scosse la testa «Blake, stai iniziando ad agitarti. Ricordi cosa succede quando ti agiti? E noi non vogliamo perdere punti il primo gior--- anzi, prima ancora di iniziare, vero?» - gli sorrise e strinse la mano al ragazzo. Alla fine amava Blake proprio perché era così com'era, quindi non si arrabbiò per il momento soprattutto perché per lei il primo giorno di scuola, era favoloso.
    L'accettazione fu sempre la stessa e Lilith pizzicò la mano di Blake diverse volte, mentre sorrideva - per i suoi gusti troppo - alle signorine del bancone dell'accettazione. Lei le guardò seria, poi sbuffò appena e attraverso la barriera «Regola numero uno, Barnes: lontano da ogni ragazza, che respiri o meno. E poca confidenza a quelle del primo anno, chiaro?» - ecco, questo era uno dei lati dell'Accademia che odiava: le ragazzine. La gelosia di Lilith non si era placata minimamente, anzi, si era amplificata quando il ragazzo era stato commentato diverse volte sulla spiaggia, tanto da preferire una spiaggetta privata, da soli e... magari anche nudista. Ma pur sempre soli.
    Lo seguì dagli altri, sorrise ai presenti e guardò Lucas. Ancora non era stato bocciato? Doveva essere tutta colpa di quella biondina tanto carina, lo stava facendo diventare un bravo studente, questo significava che doveva sopportarlo ancora per troppo tempo. «Erik! Come stai?» - domandò, arrivando al gruppetto. Ma poi... beh, poi notò che non c'era solo Lucas ad infastidirla. Andando per grado, forse lui era l'ultimo della lista, vista la presenza di Jesse e ancor di più di Mia. A loro concesse un fugace e freddo saluto per poi... beh... «JEY!» - si fiondò al collo della mora, staccandosi di colpo dalla presa di Blake e stringendo la sua amica «Oh Jey, quanto mi sei mancata e non sai quante cose... beh, ti devo raccontare un moooondo di novità. Alex? Come sta? In valigia ho un regalo per te e uno per lui!» - rise appena, mentre qualche ciocca dei suoi capelli prese la colorazione fucsia, quasi come se non riuscisse a contenere la felicità di vedere Jessica.
    Tornò da Blake e annuì alla sua domanda «Esigo un peluche.» - precisò la Prefetta «Il più bello che c'è, scegli tu. E... quella scimmietta ti somiglia, effettivamente.» - poi le priorità cambiarono e subito si avvicarono alle bevande. Lei non prese niente, tuttavia, si sollevò sulle punte per avvicinarsi all'orecchio del suo ragazzo «Hai già scelto dove inaugurare il nostro primo giorno di scuola - il suo era un sussurro lento, caldo e talmente sottile che sembrava essere solo nella testa di Blake. Scese dalle punte, dopo aver sfiorato con il soffio caldo il suo orecchio e lo guardò sollevando un sopracciglio mentre si mordeva il labbro inferiore.
    Dopo questa piccola provocazione, Lilith prese a guardarsi intorno, lasciando Blake a fare le sue chiacchiere con gli altri.
    Poi... beh, poi arrivò una sorpresa, inaspettata per tutti, a guardar le facce.
    Lilith si voltò e quasi non credette ai suoi occhi «Lynch?» - voleva sembrare meno stupita, ma non ci riuscì.
    Mandò giù a vuoto, quasi a disagio per aver tenuto quel tono così stupito, quindi si ricompose ricordandosi quello che aveva letto sulla gazzetta del profeta. Quindi si avvicinò alla Opalina «Ehi Elisabeth... come stai? Sono davvero contenta che tu sia tornata. Spero che quest'anno sarai un'ottima rivale per tutte le E che prenderemo a lezione.» - il suo tono era gentile e delicato, le fece un occhiolino e poi si voltò verso Blake che sembrava essere stato richiamato all'ordine da quel mezzosangue di Jones. Sollevò una mano per salutarlo infastidita, quindi «Se ti vedo con una sola matricola, sei un Barnes morto.» - sorrise psicopatica e lo lasciò andare, mentre si dirigeva al PunchBall.
    Ci pensò su un attimino, quindi riflettendo sul fatto che aveva avuto anche delle lezioni da Blake, perché non provarci?
    Portò un piede avanti, il sinsitro, il destro dietro, quindi alzò il pugno sinistro davanti a sé, poi il destro lo caricò appena e BOOM! Sferrò il suo pugno all'aggeggio, aspettando di vedere il suo punteggio.
    Chissà se qualcuno l'aveva notata, probabilmente sarebbe stato davvero imbarazzante.
    La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.
     
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