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.“Always leave a place better than you found itMorrigan Maverick
Long may I reign!
«Perché privarsi d'una strada quando puoi camminare su entrambe?» Domandò l'ex auror alla giovane Airwën. Morrigan aveva viaggiato su quel pianeta in lungo e in largo: Da Denrise al Polo Sud, dalle Americhe a Shanghai. Accoppare mostri marini poteva essere eccitante ma non quanto provare nuovi cibi e conoscere nuove persone. In compenso, il mago fu soddisfatto nell'udire quelle parole dall'abile esperta di pozioni. Coloro che scelgono di diventare druidi sono spesso persone dal cuore docile e l'animo puro, Airwën non sarebbe stata da meno.
"Sempre che anche lei non sia una strega oscura, ovviamente" Finì per concludere ricordandosi di come anche lei si trovasse in quel luogo pieno di persone poco raccomandabili.
«Oh, ancora un'ottima idea, complimenti. Incontrare quel simpaticone di Jon farebbe piacere anche a me.» Del resto il gigante si era occupato di aiutarlo nel momento del bisogno. La prossima bevuta sarebbe stata con lui, aye.
La mano del magitecnico scivolò lungo una tasca interna del suo abito e riemerse con un bigliettino stretto tra il pollice e l'indice. La grammatura da 650g/m^2 lo rendeva spesso quanto una carta di credito, il colore del campo rosso profondo si adattava con la grafica in nero assoluto. Il biglietto recitava il nome del mago più alcune informazioni accessorie come il numero di cellulare.
Al contrario, la presentazione di Alexander fu più deludente, o per lo meno strana. Il ragazzo strinse la mano di Morrigan per poi fare delle strane domande. Il magitecnico non riuscì a nascondere un sorriso prima di puntare gli occhi dritti su di lui.
«Aye, quando capita, e lei? Glielo consiglio, sebbene siano coinvolte catene e lacci è molto liberatoria come pratica» Il tono del magitecnico era serio, delle volte gli era capitato di essere coinvolto in quel tipo di situazioni ma non lo avevano mai colpito. Inoltre bastava il freddo metallo attorno ai polsi per fargli tornare in mentei flashback del Vietnamdei brutti momenti passati durante la sua carriera da Auror. Il che, fidatevi, è piacevole come del ghiaccio nelle mutande. «Ma non con la signorina, non sia geloso.»
Detto questo, Morrigan diede una amichevole pacca sulle spalle al giovane Xander per poi voltarsi verso la proprietaria del negozio e sussurrare un ultimo «Mi dispiace, sono sicuro che qualcuno ti aiuterà con questo problema. Ora, se volete scusarmi, sono curioso di vedere cosa ha in serbo per noi questa simpatica strega.»
Con un inchino si congedò sia da Airwën che da Xander, il fatto che quest'ultimo fosse rimasto a mangiare stuzzichini lo preoccupò. La sua reazione così innaturale nel pronunciare delle domande così scomode lo aveva incuriosito. Sembrava nervoso e dunque ci doveva essere qualcosa sotto, ma cosa? Non doveva essere né un Auror né un mago oscuro, altrimenti avrebbe raggiunto la proprietaria del negozio per studiare gli oggetti più singolari.
"Nel peggiore dei casi Airwën gli spaccherà una pozione al peperoncino in faccia, quale minaccia può costituire un ventenne per una denrisiana che ha sfidato i mari?" Aiutandosi con il bastone da passeggio, Morrigan si immerse nel corridoio illuminato dalle poche candele appese sul muro. Il fuoco danzava sulle loro punte proiettando ombre che si adattavano perfettamente a quello scenario.
Il mago fu il primo ad arrivare e dunque, con estrema calma, aspettò che la proprietaria del negozio iniziasse a parlare per poi gustarsi le sue parole. Bastarono poche parole per catturare la sua attenzione e redimerlo da tutti quei secondi che aveva aspettato con fin troppa pazienza. Nel particolare, udendo "Articoli" e "Troppo Potenti" i suoi occhi si illuminarono e un sorriso gli comparve sul volto.
Ora, dovete sapere che un ex auror sa quanto sia sciocco offrirsi volontario per testare dei beni del genere. Un folle amante della magitecnica, però, no.
«È un oggetto che mi interessa molto. Io me la sento!» Morrigan si frappose con estrema sicurezza fra gli occhi della strega oscura e chiunque stesse guardando. Senza sentire l'opinione degli altri presenti nella stanza, il mago arrivò ai piedi del palco. I suoi occhi studiarono i bordi del 'lupo' alla ricerca di rune o numeri che ne potessero rivelare la natura.
Sarebbe stato strano se avesse scelto qualcun altro al suo posto. Sia per Sélène che per quel qualcuno.
Forse un folle? Probabile. Non aveva alcun alleato in quella stanza ma se qualcuno avesse dovuto rischiare, beh, quel qualcuno era lui.CITAZIONE«Parlato»
"Pensato"
NarratoSPOILER (clicca per visualizzare)Coraggio: 25
Empatia: 24
Intelligenza: 32
Resistenza: 28
Tecnica: 32
Intuito: 21
Destrezza: 24
Carisma: 20
Magitecnlogo, Alchimia Fondamentale & Duellante nato
Oggetti: Calzini propulsori
Morrigan interagisce con Airwën, Alexander e si offre volontario per l'esperimento di Sélène Du Marais.✕ schema role by psiche. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Damien interagisce con Cora e Thomas.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Brian interagisce con Keratack e Alyce.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interaggisce con Damin rispondendo alla sua domanda e con Kether!
Edited by Thomas Richenford - 15/5/2020, 09:40. -
.Nome:AlyceCognome:CoffeyEtà:+25Razza:AnimagusStatus:PsychopathicSangue:PurosangueLa merce in vendita aveva qualcosa che ancora non la soddisfaceva abbastanza, probabilmente perchè era convinta che lei sarebbe riuscita a incutere più terrore a mani nude, che con quegli aggeggi. Eppure quel boccino mordente era così sfizioso che aveva davvero voglia di tenerlo per sé. La voce di Brian la distrasse da quel pensiero, ancora una volta «Beh, non dice che non puoi minacciare qualcuno per avere il loro consenso...» il che, nella testa di Alyce, questo non faceva una piega. Insomma, dai, non era una clausula costringere qualcuno a dare il proprio consenso, per poter utilizzare quelle pistole «Però che noia, effettivamente...» borbottò poco dopo, rendendosi conto di quanto non fosse più divertente come oggetto, se doveva sudarsi il suo utilizzo. Gli occhi della ragazza erano tornati di nuovo sul boccino, come se fosse sempre più convinta che doveva essere suo. Si guardo indietro, per vedere se c'era gente alla cassa e «Sarà per la prossima...» si disse tra i denti, scrollando le spalle. Quando tornò da Brian, la scenetta era davvero divertente. Insomma, quel ragazzo che difendeva uno sgorbutico e brutto padre e --- quasi soffocò alle parole di Hedwin, rispetto il pene di Brian. Si portò la mano destra alle labbra, cercando di non ride. Non stava sicuramente ridendo per la battuta, infatti, non riuscì a contare fino a dieci che subito dovette parlare «Si usano ancora queste battute? Oh, per Merlino, io ero al primo anno quando le sentivo girare.» era davvero divertita, nel senso... lei non voleva offendere nessuno dando dell'infantile ad un uomo vistosamente anziano come Hedwin, ma doveva assolutamente commentare, portandosi indietro ai tempi della scuola che sicuramente erano più vicini a lei, che ad Hedwin. Lo sguardo della rossa, poi, si allungò verso il figlio del proprietario del Paiolo, mentre Brian ed Hedwin si deliziavano tra loro, con quelle battutine che l'uomo di mezz'età sfornava «Ci ... ci siamo già visti da qualche parte?» domandò ad Harry, con lo sguardo che si era assottigliato per metterlo meglio a fuoco, anche nei propri ricordi. Giusto in tempo, fece quella domanda, prima che la scena che le si presentò davanti diventasse patetica, a tal punto di far sgranare gli occhi ad Alyce. Ma che ragazzo senza palle era, quell'Harry? Oddio, anche lei si sarebbe inginocchiata davanti a Brian molto volentieri e sicuramente non per farsi sparare, almeno non con quella pistola, ma - ecco - sarebbe stata una cosa decisa di sua spontanea volontà, non da un vecchio come quello. Alyce portò lo sguardo su Hedwin, misto tra il disgusto e l'interesse. Chissà se quell'Harry sarebbe stato interessante per qualche affare, vista la sua predisposizione ad essere così succube. Quel pensiero, però, doveva finire di mettersi su nella sua testa, e lei doveva tornare lucida e reattiva. Sentì lo sparo di Brian, quindi attese curiosa cosa sarebbe successo «Un'esecuzione di gran classe, sai?» aveva un fottuto stile anche nel simulare un'esecuzione, dannato Ensor.
Quando la dimostrazione iniziò, Alyce si sollevò appena sulle punte per vedere l'oggetto che la donna del negozio stava mostrando. Ma quante volte aveva detto Buonasera a tutti, nel giro di quelle poche ore? Scosse il capo, per concentrarsi sulla descrizione dell'oggetto, cercando di spingersi col collo oltre le teste della gente che si era piazzata davanti. Corrucciò un po' le labbra, mordendosi l'inferiore e scendendo dalle punte, perdendo interesse in qualcosa che era divertente fare da soli. Infatti, quando Brian si avvicinò non perse tempo di commentare la cosa, in un sussurro che potesse sentire solo lui «Io mi diverto di più se rincorro io il "malcapitato".» con entrambe le mani, fece il segno delle virgolette sull'ultima parola, quindi tornò con gli occhi sulla merce in esposizione, prestando attenzione comunque a dove fosse Brian e a quello che le diceva «Quelli di Denrise, a volte sono proprio noiosi...» commentò cercando di non far cadere di nuovo l'occhio sul boccino e annotando nella testa quanto sarebbe stato utile un armadio svanitore per far evadere Brian, magari direttamente nella sua camera.
La gente, tuttavia, continuava ad entrare e Alyce con la coda dell'occhio iniziava a vedere che gli spazi liberi diventavano sempre di meno. Sbuffò appena, quando si sentì spinta da un paio di clienti che si stavano avvicinando per vedere le dimostrazioni, urtando appena il bancone dell'esposizione. Strinse i pugni, socchiudendo gli occhi, pensando a quanto avrebbe voluto sferrare due ganci a chi era appena passato e quando Brian le pose quella domanda a bruciapelo «Troppa gente. Manca l'aria.» rispose senza pensarci, sussultando poco dopo e voltandosi di scatto verso il docente con le smeraldine che cercarono il suo sguardo «Dicevo... un gran bel successo questa inaugurazione, vero?» tentò di rimediare un attimino, ma sapeva che Brian non era scemo e lei aveva, come al solito, parlato senza nemmeno contare. «Sì, qualcosa, ma non ho intenzione di---» stava davvero per proseguire la frase con un non ho intenzione di ammazzare qualcuno per fare la fila alla cassa quando sentì il fiato di Brian sul collo e un brivido percorrerle la schiena. Trattenne il respiro, stringendoi denti attorno al proprio labbro inferiore e un piccolo ghigno le si disegnò sul volto «Interessante.» commentò, liberando il labbro dalle grinfie dei suoi denti «Sono certa che gli acquisti qui, potranno aspettare...» un sibilo leggero, mentre con la coda dell'occhio, la smeraldina cercava il docente in questione.
Era una proposta inaspettata quella di Brian, che aveva lasciato senza fiato la rossa. Ma era imperdibile, quindi quel boccino avrebbe potuto sicuramente aspettare un giorno in più, senza che succedese niente. E forse, quell'idea di passare del tempo con Brian dopo quell'inaugurazione, poteva distogliere l'attenzione dal fastidio della tanta gente che era nel locale, e rendere la sua permanenza lì, più sopportabile.©. -
.//■ Data & Luogo di nascita25.06.92, Londra
■ Status SanguePurosangue
■ ProfessioneMedimago
■ AllineamentoNeutrale Puro
■ Stat.Era uscito fuori per fumarsi una sigaretta, quindi la prese da dentro la tasca dei pantaloni, prese il suo accendino e tirò dal filtro. Il punto principale era che Aaron non si aspettava furia Airwen O'nail uscire fuori e dargli del cretino. Non si aspettava neanche che lei fosse così interessata a lui, infondo avevano riso, avevano scherzato ma alla fine lei non era più tornata in ospedale e lui aveva veramente avuto da fare. Non lo aveva fatto neanche a posta, non si era neanche posto il problema di richiamarla o meno o di richiederle gli appunti. Il fatto era che con tutto il casino di suo fratello, era stato veramente un delirio dentro quella casa, inoltre ci si era messo anche suo padre, Annie che si era trasferita da loro, gli aggiustamenti da fare in casa e mia dicendo. Aaron era solo, solo a gestire un impero milionario e solo a gestire una famiglia che per fortuna contava di una persona super importante per lui. Annie lo aveva sempre aiutato, ma Annie aveva una famiglia a sua volta ed anche una sorella, non poteva certamente pensare sempre e solo ai Barnes e comunque non era giusto. Aveva degli amici ed un fidanzato! Insomma quei mesi erano stati davvero un delirio, poi le festedi Natale, le cene di beneficienza da organizzare, fare un bilancio economico dell'anno precedente. Insomma un casino. Ma non disse niente, la lasciò sfogare semplicemente prima di guardarla e sorridere anche abbastanza imbarazzato. Oh... mi dispiace, per davvero! Mi hanno spostato di reparto perchè c'è stata carenza di personale, infleunze strane e veramente il delirio al San Mungo, inoltre avevo deciso di laurearmi per maggio e non so ancora se riesco. Ho dovuto fare un sacco di esami all'ultimo ed il mio capo, per mettermi alla prova, mi ha piazzato con dei pazienti non solo eccessivamente esigenti ma anche fin troppo famosi! Ed Aaron non era una persona che mentiva. Ho dovuto lavorare il doppio, poi mio fratello, l'espulsione, la bacchetta sequestrata... io veramente è stato un periodo davvero rovinoso! Non mi sei sembrata troppo esuberante, assolutamente. Anzi! Mi piace la determinazione e l'energia! Ed anche in questo caso Aaron non avrebbe mai mentito. Poi sorrise sentendo che si era preparata delle domande per aiutarlo in quell'esame. Oh...io... veramente non so che dire! Ti va una cena insieme? Infondo la ragazza era bella, ed era anche molto, molto attraente ed in quel momento con quella luce sembrava quasi essere ricoperta da un velo di mistero e bellezza che non aveva notato la prima volta. Stava per aggiungere altro ma quando lei gli disse che se fossero stati in altri tempi lo avrebbe fatto fuori - almenopiù o meno così suonava- Aaron non riuscì a trattenere una risata. Mi dispiace davvero! Si ho saputo chi eri, mio fratello mi ha raccontato del vostro colloquio e ti ringrazio, davvero! Ma casa Barnes è il delirio ed io non posso permettermi distrazioni. So che sembra una scusa... ma....Senti ripeto, che ne dici se ne parliamo di fronte ad un calice di vino ed una buona cena? Offro io e mi farò perdonare! Aggiunse poi facendo cadere la cenere dalla sigaretta per terra, sigaretta che si prontamente messo al fianco per non mandarle il fumo in faccia.
Quando sentì Selene parlare, alla fine sorrise ed ascoltò quello che aveva da dire. Ci stai? Chiese ancora e dopo aver sentito la risposta sarebbe andato a vedere la dimostrazione di Selene. Infondo era li per quello e sicuramente per l'asta!:copyright:Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Alyce Coffey e brian ensor , sparando a quest'ultimo i ricordi del figlio estrapolati col revolver memoriale. Poi entra nella sala e costringe il figlio ad offrirsi come volontario per la dimostrazione di Sélène Du Marais.
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.✘ Evalilith A. Drago❝Il lato oscuro della Luna ha un fascino tutto suo come tutte le cose legate al significato di 'sinistro', da sempre visto come un vocabolo dall'oscuro potere. Eppure ha un fascino tutto suo, in cui anche uno sulla retta via prima o poi cede, anche solo per un attimo.Fu un incontro/scontro molto veloce, ma la rossa assimilò l'invito, rispondendo con un lieve sorriso mentre la donna andava ora per la sua strada.
Non era male come idea, magari avrebbe avuto modo di conoscere un aspetto magico diverso dal solito a cui ormai si era abituata. Tuttavia, i branchi, come concetto, non le sono mai piaciuti. Troppo chiusi in sè stessi, una cerchia spesso che si opprime da sola senza rendersene conto.
Decisamente, quel tipo di vita non faceva per lei. Inoltre avrebbe dovuto continuare a nascondere quel suo piccolo dettaglio, che ancora nessuno sapeva, ovvero che fosse un Animago.
Non ha idea del perché decise di non dichiararsi. Forse per avere qualcosa tutta per sé, una change in più o semplicemente perché anche a lei, a volte, piace andare contro le regole.
Ad ogni modo, non era comunque solita cambiare aspetto spesso, anzi non lo faceva quasi mai.
Aveva scelto una vita anonima, anche se diventare la reggente del Ghirigoro la metteva quasi in prima pagina, ma si sforzava ugualmente di mantenere un profilo basso.
Girando con lo sguardo per la sala notò anche il giovane che qualche tempo prima aveva interrotto una sua negoziazione, ad un bar del centro di Dyagon Alley. Come dimenticare quell'incontro ironico, da film comico, in cui tre individui totalmente sconosciuti erano diventati i soggetti di una trama thriller comica.
Alzò un sopracciglio, prima di dileguarsi altrove prima che potesse vederla.
Non le andava di parlarci o meglio non le andava un ennesimo terzo grado. Quella sera voleva solo distrarsi, per cui con meno gente aveva a che fare meglio era.
Ironico e contraddittorio come pensiero, ma non era né il primo né l'ultima delle sue stranezze.
La voce della padrona di casa catturò la sua attenzione.
Arcuò un sopracciglio alle sue parole e per istinto raggiunse subito l'altra stanza. Sembrò quasi che fluttuasse tanto vi arrivò fluidamente.
Non si concentrò sul mobilio o sulla scenografia in generale del luogo. Il suo sguardo fu catturato dalla statua del Lupo Famelico e dalla storia raccontata.
Si morse il labbro inferiore. Era stata tentata per un attimo di far uscire la testa dal sacco e proporsi come 'cavia', ma qualcosa la frenò. Una voce dentro di lei, qualcosa che già in passato l'aiutò.
Un Lupo può riconoscere un altro Lupo? Probabile ed era meglio quindi non rischiare di farsi scoprire anche da tutti i presenti.
Concentrò così la sua attenzione sugli altri due oggetti e lo sguardo si fissò sulla catenella con la goccia di sangue cristallizzato.
Un sorriso involontario le sfuggì e non si accorse che nel mentre si era seduta alla prima fila, davanti al palco, in corrispondenza appunto di quell'artefatto.
Lei è così, se qualcosa stuzzica il suo interesse, non vede altro. Segue quel qualcosa anche fino in capo al mondo.
Che avesse già scelto quale dei tre oggetti portarsi a casa? Ma non aveva preso la decisione di non partecipare all'asta?
Donne... come sono strane certe volte. Vedono un oggetto luccicare e subito gli corrono dietro.
Ma non era il caso di Evalilith. Se quell'oggetto luccicante l'aveva attirata vi erano ben altri motivi allo sfarzo ed il pregio con cui era stata realizzata la catenella con la goccia.
Lo sguardo poi andò su Sélène, diventando serio ed attento.
Aveva una strana sensazione, qualcosa che le sfiorava l'epidermide, ma non aveva idea di cosa si trattasse, tuttavia restò in allerta. Non poteva mai sapere in certi luoghi ciò che poteva accadere.
La rossa incrociò le braccia sotto al seno, poggiò la schiena allo schienale della sedia ed accavallò le gambe.
Tutta la sua attenzione era ora rivolta a quella prima dimostrazione, anche se con la coda dell'occhio continuava a guardare quel piedistallo sul cui era adagiato un panno che proteggeva quella collana bizzarra.
Sospirò pensando che forse avrebbe dovuto restare della sua idea iniziale, quella di non partecipare all'asta, ma quella collana, quella goccia così viva e così tranquillante, almeno per lei, la chiamava a sé.
Forse semplicemente le piaceva e basta, ma chissà perché se la immaginava già al collo eppure non sapeva nulla di essa e, trattandosi di oggetti particolari e pericolosi, sicuramente quella catenella non era da meno degli altri oggetti.role scheme by jasooSPOILER (clicca per visualizzare)Chi vuole, può decidere di essere il tipo o la tipa contro cui Evalilith va a scontrarsi ^^. -
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Essendoci ancora qualche ritardatario prorogo la scadenza fino alle 15 del 18/05/2020 . -
.Sii ciò che vuoi essere Te, non ciò che gli altri pensano tu debba essere...
Lo aveva ascoltato rispondere ad ogni sua domanda, aveva sentito le sue motivazioni, ma non sapeva se credergli.
Aveva tutto senso infondo, ciò che diceva poteva giustificare il non averla più contattata, ma voleva credergli? Credere che le stesse dicendo la verità? Sì.
Voleva sperare che il motivo non fosse una sua mancanza di interesse ma solo di tempo e c'era ancora possibilità per loro? Forse
C'era rimasta male per tutti quei mesi che ora aveva di nuovo paura a riavvicinarsi a lui...
E poi ora c'era Alexander, anche se non sapeva dire se l'uomo fosse interessato a lei solo per concludere qualcosa "di fisico" o il loro "giocare a stuzzicarsi" dovesse portare a qualcosa di più serio anche per lui.
Certo al momento non erano una coppia, si erano incontrati tempo prima, messaggiati abbastanza e casualmente rivisti quella sera, quindi poteva considerarsi libera?
Si morse il labbro inferiore, provando a capire cosa il suo cuore le dicesse... Aveva percepito la presenza dell'uomo prima ancora che la salutasse, aveva desiderato toccarlo e parlargli, tanto da affrontarlo lì di fuori.
Fece un profondo respiro, il timore di aver appena preso la scelta sbagliata, ma era ciò che si sentiva di fare e sapeva che se si fosse rifiutata, avrebbe vissuto col rimpianto di non averci riprovato.
E poi se avesse sofferto di nuovo, di nuovo lo avrebbe superato, vero?
Alla fine anche il dolore era un'esperienza. Voleva dare un'altra possibilità a quei sentimenti che ancora sentiva verso Aaron, ma questa volta ci sarebbe andata piano, senza buttarsi come aveva fatto all'inizio dando tutto per scontato, e avrebbe continuato a vedere Alexander, perchè non poteva cancellare con un colpo di spugna l'attrazione che provava verso quel ragazzo, come non poteva chiudere gli occhi e fingere di non essersi presa un colpo di fulmine per quello davanti a lei.
Aveva creduto che la proposta del caffè di poco prima fosse solo una di quelle frasi di circostanza detta per congedarsi da una persona tipo "Restiamo in contatto" "Vediamoci ogni tanto" magari con l'intento di farlo lì per lì, ma senza la vera volontà e intenzione di concretizzare realmente le promesse...
Ma quando le propose una cena insieme, addirittura insistendo mostrandosi veramente pentito, il suo cuore mancò un battito e commise l'errore di alzare lo sguardo visibilmente stupito verso di lui.
Gli occhi blu di Airwën ritrovarono quelli di un azzurro quasi grigio di Aaron.
Come potevano dei semplici occhi attirare tanto il suo sguardo? Come poteva sentire l'attrazione verso di lui risvegliarsi così di colpo dopo che aveva passato mesi a sopprimerla?
La sua mente iniziò a paragonare il volto del medimago al ragazzo che poco prima aveva stuzzicato, erano due bellezze diverse: uno acqua e sapone, il tipico bravo ragazzo che neanche si rendeva conto dell'effetto che faceva alle ragazze, l'altro che era consapevole della propria bellezza e non si faceva problemi a sfruttarla per ottenere l'attenzione che voleva.
Entrambi l'avevano fatta sorridere, stuzzicata, facendole mancare il fiato, risvegliandole la voglia di rimettersi in gioco, chi con gesti più controllati, chi con pura spavalderia.
Uno introverso maniaco del controllo, l'altro estroverso dall'ego fuori dal comune.
Eppure entrambi nascondevano qualcosa... un lato nascosto, forse oscuro... Una paura? Un timore? Un segreto?
Nessuno era veramente ciò che sembrava, lei prima di tutte lo sapeva bene, con tutte le maschere che portava... a casa, a scuola, al villaggio... Alla continua disperata ricerca di qualcuno che gliele avrebbe finalmente tolte tutte, lasciando a nudo la creatura imperfetta che in verità era.
Si avvicinò ad Aaron, lo sguardo completamente rapito dal volto di lui, tanto bello che anche in quella penombra riusciva a coglierne i lineamenti a lungo sognati prima che diventassero ferite nel petto.
Quel ciuffo ribelle era ancora lì, a disturbare l'immagine di capelli ben ordinati, tentandola. Quanto avrebbe voluto scompigliarglieli.
Ma cosa glielo impediva infondo?
L'intraprendenza non le mancava, con Alexander si era presa certe libertà dopo che aveva visto come reagiva bene alle sue provocazioni, ricambiandola addirittura. Cosa la fermava dal tornare ad esser sè stessa anche col bel ragazzo dagli occhi di ghiaccio?
Aveva ancora paura che scomparisse perchè troppo invasiva? Lei era fatta così, doveva accettarla per quello che era, come aveva fatto Olwen... E poi le aveva detto che non gli era dispiaciuto, che gli piaceva la sua determinazione ed energia, ma allora perchè non allungava la mano per toccarlo? Temeva che non sarebbe più riuscita a staccarsi? No, non era arrivata a quel punto, poteva farcela.
[Sìì te stessa, non trattenerti per la paura di esser respinta... Infondo devi aver al tuo fianco qualcuno che ti accetti per quello che sei, senza volerti cambiare.]
Allungò la mano verso di lui, un po' incerta, la testa che le diceva di fermarsi mentre il cuore la faceva andare avanti.
Lentamente l'appoggiò sulla guancia di Aaron, un tocco leggero e delicato.
Un brivido le percorse il corpo come una scarica elettrica... Poteva percepire il suo calore, il suo respiro sulla propria pelle, la leggera barbetta non ancora visibile ad occhio nudo.
<< Non hai mai pensato di chiedere aiuto? So di non esser certo la prima persona a cui ti saresti rivolto per chiederlo, ma sarei stata ben disposta ad alleggerirti dei numerosi impegni e doveri che ti hanno impedito di respirare in questo periodo... - non vi era alcun cenno di malizia, solo preoccupazione, per la stanchezza che aveva notato sul volto dell'uomo, forse non dormiva decentemente da giorni e chissà se aveva tempo per mangiare - Avrei potuto anche solo prepararti una pozione rilassante, qualcosa per farti recuperare le energie... Anche se il metodo migliore resta mangiare sano e dormire bene.
Sarai un medimago, ma io sono druida a Denrise e se te lo dico io con le mie conoscenze di base dalla magia guaritrice, significa che sei veramente ridotto ad uno straccio.>>
Era uno dei motivi per cui riusciva a credere alle scuse che le aveva dato per il non averla contattata, oltre al fatto che, nella chiacchierata avuta su quel tetto, seppur breve, non gli era sembrato un ragazzo in grado di mentire, soprattutto con una ragazza contro cui non poter aver niente, e sicuro non se la voleva portare a letto.
Con dolcezza cedette ad una singola piccola carezza, la mano destra di lei scivolò lungo il volto di lui, cercando di registrare ogni sensazione di quel contatto, desiderosa di prolungarlo ancora, ma alla fine la staccò dal suo viso, per tornare a stringere il proprio braccio sinistro, ora abbandonato lungo il fianco.
Da dentro il tendone si sentì un discreto movimento e vociferare, forse era arrivata l'ora dell'asta o comunque di qualcosa d'interessante.
<< Accetto di cenare insieme. Vediamo se ti farai perdonare e potremo continuare a chiacchierare...
Decidi te dove e quando, ma temo non sarà nell'immediato futuro: te hai la tua laurea e ti dico già "Metticela tutta!", e per me invece inizia il periodo di esami a Hidenstone ed essendo la prima volta ho bisogno di sentire gli altri professori per sapere come gestirli e preparare il nuovo programma scolastico. - prese dalla borsetta la penna e lo stesso blocchetto per gli appunti di prima e su una pagina vuota vi scrisse il proprio numero di magifonino. - Ora non hai scuse per non farti sentire.>>
Gli allungò il bigliettino, ma prima di andarsene, come quando gli era salita sulle gambe per bloccarlo contro la rete quel pomeriggio, il suo corpo si mosse da solo, la ragione zittita per lasciare che fossero i gesti a parlare...
Avvicinandosi a lui, tanto da avere il suo volto a pochi centimetri dal proprio, si alzò in punta di piedi, e reggendosi alla sua spalla, piegò la testa in avanti, inclinandola come per voler guardare verso in basso. Le loro fronti si toccarono e fissandolo negli occhi:
<< Io ci sono, ci sono sempre stata.
Forse non ti sarò sembrata la persona giusta con cui far discorsi "seri" e sfogarsi di quanto fa schifo o è difficile la vita, ma se ti ricordi quello che ci siamo raccontati sul tetto quel giorno, allora capirai che l'apparenza inganna.
Non fermarti solo a ciò che vedi con gli occhi, ascolta cosa ti dice l'istinto...
Uaireanta feiceann an t-anam an rud atá dofheicthe dár súile..>>SPOILER (clicca per visualizzare)= A volte l'Anima vede ciò che è invisibile ai nostri occhi.
Parole dette in un sussurro, così basso da poter sembrare quasi una timida dichiarazione, o la richiesta disperata di guardare oltre quella illusione che con tanta attenzione aveva costruito nel tempo, non solo per ingannare chi la conosceva e non sapeva andare oltre essa, ma forse per ingannare anche se stessa di una perfezione che non aveva.
Si allontanò da lui e cercando di distrarsi per calmare il proprio cuore e il rossore che probabilmente le aveva colorato le guance, gli disse:
<< Torniamo dentro, l'asta starà per iniziare e non vorrei perdermela o mancare di rispetto alla "padrona di casa"...
Se vuoi unirti a noi, sono sicura che ad Alexander e Morrigan non darà fastidio condividermi con te.>>
Con un sorriso ancora un po' imbarazzato, si allontanò da lui per rientrare nel tendone dove effettivamente era stato preparato il palco.
Guardò con attenzione dove fossero i due compagni da cui si era allontanata per un arco di tempo forse più lungo di una semplice compera e appena intravide Alexander verso gli stuzzichini, dopo aver dato un'occhiata veloce alle proprie spalle per vedere se il medimago la stesse seguendo, iniziò a zizzagare rapida tra i presenti verso il bel moretto.
Appena lo raggiunse, sentì il cuore alleggerirsi e tornare a respirare dopo aver trattenuto il fiato per un tempo che le era sembrato infinito.
Si fermò al suo fianco << Scusa il ritardo!>> per poi chinarsi su di lui e sussurrargli all'orecchio, la voce abbastanza bassa da non farsi sentire da altri:
<< Veramente hai creduto che io e Morrigan facessimo sesso sadomaso o che ti stessi proponendo qualcosa a tre? - una risatina le sfuggì dalle labbra piegate in un sorriso divertito e un poco malizioso - Io e Morrigan ci siamo conosciuti a Denrise. E anche se confesso di averci pensato qualche volta al ménage à trois, non l'ho mai fatto e direi che per adesso non mi interessa [Anche se, ora che ci penso, un paio di nomi di bei ragazzi con cui divertirci insieme, te compreso, già ce li potrei avere... Infondo non sei geloso eh?] Però non mi dispiacerebbe giocare con qualche oggettino interessante, tipo le manette...>>
Osservò la sua reazione, curiosa di vedere se anche lui sembrava stuzzicato dall'idea.
Non fece in tempo a continuare a provocarlo che Sélène iniziò a parlare ai presenti spiegando i pericolosi tre articoli che voleva mostrar loro prima della vera e propria asta.
Sicuramente l'oggetto non era tra i suoi preferiti, anzi la statua le ricordò vagamente la bestia che l'aveva accredita quella notte nella Foresta Proibita e sicuramente non si sarebbe proposta per farsi mangiare e finire nel suo ventre.
<< Sembra decisamente la storia di Cappuccetto Rosso, ma anche in questa occasione ci sarà il cacciatore a liberarla dal suo crudele destino...?>> l'aveva detto con la voce bassa e un poco intimorita, l'idea che quell'essere dall'aspetto spaventoso potesse prendere vita per mangiarsi qualcuno dei presenti le fece venire i brividi dall'orrore.
codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
// Interazione con Aaron e Alexander
Edited by LadyShamy - 18/5/2020, 06:14. -
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Inaugurazione di Magie Sinister
Non si era presentata: la falsa lupa mannara, pur con la minaccia della proprietaria del negozio che incombeva al pari di una Spada di Damocle,decise di non presentarsi nel retro del negozio ove la proprietaria la stava attendendo per usarla come cavia, Bene, se vuole esser così tanto denunciata agli Auror la accontenterò volentieri, ma ora ho altro a cui pensare, rimuginò quindi la strega latina, mentre vari individui si facevano avanti per fungere da cavie per il lupo.
Il figlio di Hedwin ed il tipo che al proprio arrivo se n'era uscito con la battuta più orribile che Sélène avesse mai sentito decisero di offrirsi, quest'ultimo decisamente più interessato alla statua e voglioso rispetto al poveraccio che si ritrovava Hedwin come genitore, Lascia pure stare, caro, direi che abbiamo trovato la cavia per la statua, sentenziò la padrona di casa facendo quindi cenno di sedersi al figlio di Hedwin, concentrandosi invece su Morrigan. Questi, ispezionando la statua però, non avrebbe trovato nulla di strano, pareva in tutto e per tutto una comunissima statua, Non troverete nulla ispezionandola in questo modo, è uno strumento antico, ed i cui meccanismi sono occultati a opera d'arte: solo facendola a pezzi si potrebbero studiare, ma beh, dubito lei sia intenzionato a distruggere un pezzo unico come questo, disse Sélène, richiedendo quindi a Morrigan di darle qualcosa di suo e personale; una volta che il Magitecnologo avesse fatto ciò, la donna avrebbe avvicinato il capo alle orecchie del lupo, impartendogli un ordine in tedesco: Erfassung
Il lupo a quell'ordine, dal grigio della pietra prese a mano a mano colore, tingendo d'un marrone scuro il proprio pelo mentre dalla sua forma di statua diveniva un essere in carne ed ossa, terminando con un ringhio decisamente poco amichevole nei confronti di Morrigan se questi fosse stato ancora nelle vicinanze del lupo per studiarlo, Le devo chiedere, da questo momento, di stare completamente immobile, voglio evitare che lei si faccia male inutilmente, disse quindi la strega, il tutto prima di dare in pasto al lupo ciò che la cavia le aveva dato precedentemente, dandogli così l'input per il proprio bersaglio; Dopo che la statua ha divorato qualcosa di legato al bersaglio, essa parte alla sua ricerca, pronta anche ad andare in capo al mondo pur di trovarlo e catturarlo, fermandosi solo se gli viene ordinato o se venisse distrutta, spiegò Sélène, mentre l'oramai non più statua fissava Morrigan quasi con la bava alla bocca, Detto ciò, diamo inizio alla dimostrazione vera e propria: attacca, ordinò infine alla statua.
Il lupo non se lo fece dir due volte, e, con un balzo felino si lanciò su Morrigan, sovrastando il Magitecnologo con un singolo salto, il cui punto di atterraggio era proprio la postazione di Morrigan, su cui ormai incombevano un paio di fauci spalancate, a mostrargli un pozzo d'oscurità dove si sarebbe di li a poco ritrovato. Fu un attimo, il tempo di batter le ciglia, che il lupo ingoiò vivo Morrigan: il corpo del mago venne inglobato da quello del lupo mentre questi atterrava al suolo, costretto a raggomitolarsi nel ventre della bestia, gonfiatosi per accettare la propria preda esattamente come nella fiaba a cui quell'oggetto oscuro era stato ispirato; catturato il Magitecnologo, la statua si avvicinò nuovamente alla padrona di casa, e, messasi sulle quattro zampe, con il ventre che penzolava tra queste mentre lo sguardo del lupo era puntato sugli spettatori, la magia si interruppe, ed il corpo della bestia ritornò nuovamente di pietra. All'interno, Morrigan si sarebbe trovato in uno strettissimo involucro appunto di pietra, nel quale avrebbe avuto modo di muoversi poco o nulla, completamente al buio e senza la minima via di uscita, bloccato all'interno e completamente estraniato dal mondo esterno, Bene, come potete vedere, il nostro volontario è all'interno del lupo, ma, se voi non conosceste le proprietà di questa statua, beh, non potreste mai dire che lui ne è all'interno: certo, l'aspetto può far supporre la presenza di qualcosa dentro il ventre del lupo, ma qualsiasi suono proveniente da dentro è completamente annullato. Il nostro caro volontario può sentirci, questo sì, ma da dentro non ha possibilità di uscita, né può invece farsi sentire da noi: questa statua è una prigione praticamente insospettabile, spiegò quindi Sélène, le cui parole sarebbero state udibili anche da Morrigan all'interno del lupo, il quale avrebbe potuto effettivamente constatare che tutto ciò che la donna aveva detto era vero: non vi era la minima via di uscita da quella trappola, e se anche avesse provato a gridare o farsi sentire, nessuno avrebbe udito il minimo suono, era completamente bloccato.
Ci sono domande, sino a questo punto? Chiese infine la donna ai presenti alla dimostrazione.SPOILER (clicca per visualizzare)Note Off:Chi non presenzia alla dimostrazione sarà libero di continuare a testare i vari articoli esposti; al contrario per chi è presente, siete liberi di porre domande e dubbi di sorta a Sélène.
SCADENZA: 23:59 del 24/05/2020. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisco con Alyce e Evalilith..