Lezione biennio - Febbraio 2019/2020

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    Dioptase
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    Sembrava che si sentisse molto ispirata da quella lezione, o probabilmente stava pian piano riprendendo le redini della sua vita.
    Annuii quando esordì il professor Black, ascoltando con attenzione sia le risposte a lei dedicate che quelle dedicate al suo Opale.
    «Quindi anche il bene e il male rispondono alla legge di Lavoisier, professore? Mutando in base alle dinamiche del singolo e del gruppo. Giusto?» domandò, alterando lo sguardo e la scrittura degli appunti, ma sempre prestando molta attenzione a quello che veniva detto dal docente.
    «Allora, prima ancora che gli altri, ad influenzarci è il contesto culturale in cui siamo immersi a farlo? Se io, invece che in questa società, vivessi in una tribù, sarei soggetta alle loro leggi, alla loro cultura e a tutto quello che ne comporta l'appartenenza a quel contesto, allora. Stessa cosa se invece di vivere a Londra, vivrei non so, in Italia, allora sarei condizionata dalla loro concezione di bene o male e di leggi giuste o sbagliate.» prese respiro, arrossendo appena per aver monopolizzato la lezione. Chinò quindi lo sguardo imbarazzato sul foglio, prendendo appunti delle parole del docente. «In pratica sono concetti che non hanno dei confini ben delineati, ma si adattano e calzano a diversi aspetti che spesso non sono determinati da noi.» guardò Blake, mentre il docente parlava di metterla via. Insomma, sembrava quasi un modo per dedicare a lui una piccola lezione di vita, a Lilith piaceva.
    Annuiva piano a quelle parole che parlavano di egoismo e desiderio, poi chinò il capo, guardando i suoi appunti e ricominciando a scrivere. «L'istinto inibisce il concetto di Bene o Male, professore?» domandò con la fronte aggrottata, affrontando quel dubbio che le attanagliava la mente.
    Una cosa soltanto sua, che gli permetta di sfogare lo stress.
    Lei lo aveva? No. Non era riuscita a trovare ancora uno sfogo per quello stress...
    Annuii, quindi, quando l'attenzione si spostò su di lei e riprese ad ascoltare. «Beh, sicuramente la conoscenza di sé, cresce col tempo. E' come quando si è piccoli e si crede sia giusto far capricci per una caramella non ricevuta. Mentre crescendo si capisce che quella caramella, magari, non era meritata o ci ha salvato dalle carie. La conoscenza di sé cresce con noi, non crede?»
    Non perse nemmeno una parola del docente, scrivendone il più possibile.
    Annuì quindi, per poi dedicarsi al suo compito.

    Una volta completato, eccola che si apprestò a prepararsi alla parte pratica della lezione. Aveva puntato gli occhi sul docente, per coglierne ogni minimo movimento, quindi, prima di poterlo attuare lei stessa.
    Una volta terminata la spiegazione, Lilith arrotolò le dita attorno al suo catalizzatore e tirò un respiro profondo, cercando di isolare i rumori che il vociare provocava. Inoltre socchiuse gli occhi per tentare di rendere ancora più isolato la sua persona, così da provare ad avere maggiore attenzione su quello che stava per eseguire.
    Solo quando sentì i battiti del suo cuore rallentare e quindi, pronta ad agire, puntò la bacchetta verso il suo bellissimo bonsai, quindi iniziò a tracciare in senso antiorario, con un movimento controllato e morbido del polso, quel quadrato che aveva come centro dell'analisi il bonsai. Da questo, parti una scoccata, quindi e stringhe di color celeste si allungarono ad avvolgere a spirale il busto del bonsai, carezzandone il busto in maniera quasi solenne, poi si limitarono a sfiorare le sue foglie, percorrendone ogni centimentro di superficie. Quindi, poi, le radici, si infilarono i lacci nella stessa terra e da lì presero ad abbracciare completamente ogni singolo centimetro della pianta. Lilith rimase immobile a vedere come quelli facessero il proprio lavoro, cercandone di capire i movimenti e come potessero muoversi così coordinatamente.
     
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    Non si aspettava niente di diverso da Cameron, immaginava che il ragazzo non avrebbe fatto altro che ribattere alla sua battuta, ma forse non si aspettava qualcosa di così diretto e senza mezzi termini. Non che fosse sconvolgente, Cohen rimaneva una persona piuttosto forte e non aveva dubbi sul fatto che non si sarebbe risparmiato quella replica, eppure quella semplice battuta la colpì più di quanto avrebbe voluto ammettere. Sospirò piano “Ma io non sono un clichè, quindi non è questo il caso.” mugugnò, cercando di tagliare corto e farla finita in breve. Non aveva pensato a niente del genere, Mia non poteva affezionarsi ad uno come Cameron, era l’ultima cosa che si desiderava e l’ultima che si sarebbe concessa, non indagò nemmeno sul perché quella frase l’avesse tanto infastidita.
    Mia venne catturata in fretta dal discorso del professore, e non potè fare a meno di sentirsi rispechiata, almeno in parte, dalle sue parole. Che cosa faceva lei per sfogare lo stress? Niente di molto diverso da quello che faceva il professor Black, dopotutto: ogni volta che sentiva che tutto stava sfuggendo dal suo controllo non faceva altro che rifugiarsi nei libri e nello studio, l’unico posto dove sapeva di poter trovare un rifugio e dove sperava che le cose ritrovassero un loro ordine. Non poteva negare quanto il professore avesse rispecchiato quella che era la sua visione del mondo, anche se lei non avrebbe parlato solamente di compromessi: si ritagliava dello spazio e del tempo per sé anche per evitare che le relazioni con gli altri la soffocassero, che i loro problemi –che Mia finiva sempre per accollarsi senza troppe remore- arrivassero a schiacciarla.
    Non aveva lavorato così tanto su quella Conoscenza di sé di cui parlava il professore, o almeno non aveva avuto spesso modo di mettersi in gioco rapportandosi con gli altri. Quello era qualcosa che trovava ben più difficile di una lezione complicata da recuperare o di un libro da decifrare, era qualcosa che l’aveva sempre messa a disagio forse perché le persone, a differenza dei libri, erano meno prevedibili e potevano far ben più male. Non riusciva ad essere totalmente in disaccordo ovviamente, ma c’era una parte di lei che non riusciva ad evitare di pensare che si potesse vivere anche senza, in un certo modo. Innegabile come, però, stesse cambiando parecchio ultimamente, da quando aveva conosciuto nuove persone e si era lasciata maggiormente andare.
    Cercò di mettere in ordine i pensieri mentre si concentrava sul compito, e quando il suo foglio svolazzò verso la cattedra lei aveva già terminato da qualche minuto e poteva dirsi piuttosto soddisfatta del risultato. Non mancò di sentire la risposta di Cameron alla domanda di Gyll, e quasi la sorprese – e un po’ la soddisfò anche- sentire quanto fosse diverso il tono del ragazzo rispetto a quando parlava con lei. Era forse gelosia quella?! Sicuramente lei non ne era consapevole.
    Drizzò la schiena e poco dopo si ritrovò a fronteggiare una gabbia con dentro un piccolo canarino arancione. L’animaletto balzava qui e lì nella gabbia, l’aria vagamente inquieta, l’atteggiamento di un animale agitato e non totalmente a suo agio. Sorrise istintivamente, allungando un dito tra le sbarre della gabbia. “Ciao piccoletto…” sussurrò piano, lanciando poi un’occhiata verso Cameron e Gyll, giusto per curiosità. Alzò un sopracciglio verso il calice di legno del ragazzo, si aspettava che tutti avessero un animale, ma non impiegò molto a capire che solo lei e Gyll avevano una creatura viva con cui lavorare. E ti pareva. Non si chiese nemmeno se fosse una coincidenza o meno, si sforzò di non pensarci e concentrarsi su quello che Black stava spiegando.
    Aveva ovviamente studiato la Fattura Rivelatrice, la trovava una trovata interessante e decisamente utile e non aveva potuto fare a meno di apprezzare l’inventiva del professore. Quando aveva scoperto quella Fattura per la prima volta, in realtà, aveva cominciato a fremere all’idea di incontrare qualcuno in grado di pensare ad una Fattura simile, ma aveva poi cercato di contenere la sua emozione durante le lezioni. Prestò la massima attenzione alla spiegazione, cercando di fissare bene in mente ogni singolo passaggio, con tutta l’intenzione di non fallire in qualcosa che reputava così delicato e complesso. C’erano tante variabili in quel genere di Fattura, non sapeva se sarebbe riuscita a mantenere la concentrazione necessaria, non sapeva nemmeno come avrebbe risposto il canarino alla presenza dei lacci … decisamente parecchie cose da gestire.
    Sospirò piano e cercò di non pensare a niente che non fosse la Fattura, sbrigandosi prima che Gyll potesse pensare di attaccarle bottone e cominciare a parlare con lei perché erano le uniche ad avere un compito simile. Socchiuse gli occhi e si concentrò sulla propria bacchetta, cominciando a tracciare il quadrato in aria, compiendo poi una leggera stoccata. Quando vide i lacci uscire dalla propria bacchetta non si sorprese troppo di vederli di colore lilla, mentre si insinuavano dentro la gabbia. Chiuse poi gli occhi e si focalizzò per diventare tutt’uno con quelle stringhe, per immedesimarsi in esse e dimenticare tutto il resto. Riuscì a percepire i suoi arti allungarsi, diventare inconsistenti, ora non era più seduta sul proprio banco ma fluttuava nella piccola gabbia, cercando di raggiungere il canarino. Non voleva essere rude o avventata, i suoi movimenti non erano minacciosi, ma il piccolo esserino cominciò comunque ad agitarsi in quello spazio, probabilmente preoccupato nel sentire un movimento sospetto nel suo spazio vitale. L’ultima cosa che volava era spaventarlo: nella realtà si ritrovò a corrucciare le sopracciglia, mentre cercava di rendere il tutto più fluido, il movimento divenne sempre più delicato, quasi confortante, cercò di lasciare al canarino lo spazio di muoversi, avvicinandosi gradualmente. Per lei si trattava per lo più di una questione di fiducia, se il piccolo animale si fosse sentito al sicuro o almeno protetto non sarebbe scappato: l’unico modo, per come la vedeva lei, era non fare nessun movimento brusco e provare ad assecondare i suoi movimenti, lasciando che si calmasse prima di toccarlo.
    Se la fattura fosse andata a buon fine avrebbe avvolto il piccolo animale in una presa delicata e per nulla soffocante, percependone il battito cardiaco, il leggero fremito delle ali, ottenendo accesso ad una visione più completa della sua struttura molecolare, della sua morbidezza e della sua fragilità.


    Mia Freeman-SHEET-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato" "Scritto"

    [code by psiche]



    Cameron Cohen.
    Prova pratica: le stringe di Mia sono di colore Lilla, si infilano nella gabbia e cercano di avvolgere il canarino. L'animale non è propriamente tranquillo, si agita nella gabbietta perchè percepisce dei movimenti -d'aria in questo caso- vicino a sè, di conseguenza Mia cerca di concentrarsi e muovere le stringhe in modo lento e fluido. Se la Fattura avesse un buon esito, avvolgerebbe il canarino in modo delicato.
     
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    this may be the night that my dreams might let me know. All the stars approach you ♪

    La corvina si sentiva quasi stordita da tutta quella lunga spiegazione, ancora più lunga a seguito delle domande di Blake e Lilith. C'erano così tante cose da sapere in quella materia, che non aveva la più pallida idea di dove cominciare. Ma in quel momento era distratta, quindi non ascoltò esattamente ogni cosa che disse ai suoi due compagni, ma tornò a concentrarsi verso Lucas. Dovresti comprartelo, un magifonino sbuffò lei, seppur sorridendo. È molto utile, sai? aggiunse, prima di rigirarsi tra le mani il cioccolatino per poi posarlo sul banco, con tutte le intenzioni di mangiarlo più tardi. Quindi, cercò di concentrarsi sulla lezione, anche perché avrebbero dovuto scrivere un tema, ma Jones la distrasse di nuovo. Rifletté sulla sua domanda per qualche secondo, indecisa. La pizza era sicuramente buona, ma anche il cinese le ispirava, non avendolo mai mangiato. Quindi era curiosa di provarlo. Meditò un altro paio di secondi prima di comunicargli la sua decisione. Beh, vada per il cinese... non l'ho mai provato. Doveva davvero ammetterlo, il suo rapporto con l'ametrino era decisamente strano, non avrebbe saputo spiegarlo in nessun modo. Era davvero piacevole la sua compagnia, parlare con lui non le dispiaceva poi troppo, nemmeno se questo voleva dire distrarsi per qualche secondo dalla lezione. Probabilmente non gli avrebbe mai dato un'etichetta, ma cosa importava? Preferiva godersi il momento che arrovellarsi con questioni inutili. Gli sorrise e, poi, prese a concentrarsi sul suo foglio e sul tema che avrebbero dovuto scrivere. Lei scelse I tre macro-gruppi alchemico-trasfigurativi perché le pareva un argomento interessante e dove vi sarebbe stato tanto da scrivere. Quindi si concentrò ed una volta che iniziò a scrivere, l'ispirazione e le nozioni precedentemente apprese, vennero da loro. Praticamente scrisse quasi ininterrottamente per mezz'ora, voleva che il suo scritto fosse più completo e preciso possibile; come già ribadito, ci teneva che andasse bene. Alla fine, quando mise giù la penna, praticamente non sentiva più la mano. Rise alla risposta di Lucas. Inoltre, ormai si stava abituando al soprannome che lui le aveva dato. Beh, dovresti studiare asserì, ma non con tono severo. Non credo sia divertente farsi bocciare. Se hai bisogno di studiare con qualcuno, beh sai dove trovarmi gli sussurrò, lasciando che per qualche secondo, il sono tono avesse un'accezione maliziosa, prima che tornasse quello di sempre. Sentì poi il suo dito sulla guancia e si voltò verso di lui, senza perdere il sorriso. Dopo la lezione possiamo fare qualcosa insieme propose, in risposta. Ma ora concentriamoci sulla prova pratica che è l'ultima che ci manca prima di poter finire la lezione.
    Ognuno di loro si trovò davanti un oggetto diverso: a lei era toccata una tazza raffigurante Batman. Guardò l'oggetto dell'ametrino e quasi scoppiò a ridere. Non poté quindi evitare di ridacchiare alla domanda che Lucas fece a Samuel. Era leggermente egocentrico, in effetti, ma chi era lei per biasimarlo? Insomma, Jessica non era di certo la modestia fatta persona. Quindi, tornò a concentrarsi su ciò che aveva davanti. Doveva fare un incantesimo coi fiocchi. Chiuse gli occhi per un secondo, concentrandosi sulla fattura rivelatrice. La trovava interessante, era parecchio curiosa di usarla e vedere quali esattamente sarebbero stati i suoi effetti. Prese la sua bacchetta, lasciata inutilizzata in borsa, e la impugnò con decisione. Disegnò quindi un quadrato in senso antiorario, imitando i movimenti che il professore aveva mostrato poco prima, e lanciò una lieve stoccata. Detector esclamò quindi. Dalla sua bacchetta, uscirono dei lacci di un azzurro acceso che andarono ad avvolgere la tazza, dolcemente. Sembravano quasi un'estensione della bacchetta, come se essa fosse flessibile ed avesse avvolto lei stessa la tazza. Sperava davvero che l'incantesimo sarebbe riuscito, quindi si concentrò al massimo. Rimase ferma, senza un fiato, per non rompere la magia -sia in senso letterale che figurato- di quell'incantesimo. Chiuse nuovamente gli occhi, concentrandosi ancora di più e cercando di svuotare la mente, di dimenticare tutto ciò che aveva intorno, tutti i pensieri che la turbavano. Ora si sentiva quasi leggera, tranquilla, mentre nella sua mente visualizzava solamente l'immagine di quella tazza che avrebbe dovuto trasfigurare. Probabilmente non si era mai concentrata così tanto in vita sua.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Jess parla con Lucas e poi nulla, fa l'incantesimo alla tazza facendo apparire lacci azzurri
     
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    Adamas Vesper
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    Un sospiro di sollievo accompagnò la fine del compito di Alchimia; tuttavia, ora sì che veniva la parte ardua della lezione. Ascoltò la spiegazione del professor Black sulla Fattura Rivelatrice, prendendo qualche appunto sul movimento da eseguire appena sotto la formula. Il fatto che l’incantesimo si materializzasse con dei lacci di seta era peculiare: chissà di che colore sarebbero stati i suoi. Probabilmente specchiavano in qualche modo la personalità del mago, come un Incanto Patronus? Il fatto che il colore fosse personale, per quanto fosse marginale nell’esecuzione dell’incantesimo, era assolutamente gradito ad un esteta come Adamas.
    Mise da parte il quaderno degli appunti, prima di rivolgere la sua attenzione all’oggetto che gli era stato assegnato: una piccola statuetta raffigurante quello che sembrava il dio Ermes. Certo, non poteva che esserne affascinato, ma purtroppo non aveva tempo per idolatrare quel simulacro: doveva procedere col suo dovere.
    ‘Perdonami, Ermes… purtroppo devo farlo - cercherò di essere il più rispettoso possibile...’; ecco i pensieri di Adamas, mentre si apprestava a compiere ciò che in altre circostanze avrebbe considerato un sacrilegio. La sua famiglia era ancora devota, in un certo senso, alle divinità classiche; in fondo, se sei stato indottrinato sin da piccolo sul fatto che la tua stirpe discende nientepopodimenoche da Eos, Dea dell’Aurora, non puoi fare a meno che avere un po’ di riguardo verso quelle divinità altrimenti considerate perdute e pagane.
    Puntò la bacchetta verso la statua, ripetendo con cura il moto che il docente aveva appena spiegato loro: una rotazione antioraria, e poi una stoccata, scandendo “Detector!”. Se la fattura fosse andata a buon fine, dei lacci di seta bianchi sarebbero fuoriusciti dal suo catalizzatore, per avvolgere quasi in un abbraccio la statua.
    Si sarebbe concentrato su quei lacci stretti, chiudendo gli occhi per imitare il professore; pensò che il modo migliore per eseguire l’incanto sarebbe stato immaginare che quelle propaggini magiche non fossero altro che un prolungamento delle sue dita e della sua magia, avide di carpire i segreti che quella statua di Ermes nascondeva. Si sentì un po’ come un ragno che, una volta che la sua ragnatela ha catturato la preda, ne studia le vibrazioni per carpire gli ultimi segreti del suo futuro premio.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Adamas usa il Detector: se l'incantesimo va a buon fine, dei lacci di seta bianchi avvolgono la statua per comprenderne la struttura.
     
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    Jesse Lighthouse | Black Opal
    Che Jesse Lighthouse non fosse più solo come un cane era chiaro persino ad un tardo come lui, tuttavia ricordava benissimo com'era ridotto anche solo l'anno prima e ciò gli consentiva ancora di godersi a pieno la bellezza di avere qualcuno su cui contare sempre, capace di farlo sorridere anche davanti ad un professore-corvo-spara-verifiche "Yo!" rispose al suo definirlo amicone, termine alquanto atipico, soprattutto considerando che Jesse non era esattamente un marcantonio, ma aveva imparato ad apprezzarlo, soprattutto per la sua unicità 'Solo lui mi chiama così!' il che, in vero, non era neanche così strano, data la singolarità del Prefetto degli Ametrin, che lo portava sempre ad essere molto creativo nelle sue iniziative, come per esempio attardarsi a C.D.C.M. per dare delle briciole agli assistenti del professore e, perché no, anche al prof stesso!
    "Uh, beh, sì... ha senso..." ammise lui, aggrottando la fronte, non troppo sicuro che tutto ciò avesse davvero un senso 'Uh, sarà colpa mia che non ci arrivo?' si diceva lui infatti, dimentico del fatto che anche Erik fosse atipico nel modo di ragionare, ma ciò non significasse che fosse sempre coincidente col suo "Sì, insomma... che fai, porti del cibo in classe e poi non lo dai al prof-corvo? Mi sembra molto scortese!"
    L'amicizia tra i due parabatai, in fondo, si basava anche su quello: il trovare sempre un modo per stare insieme e capirsi, soprattutto quando le cose si facevano dure, tipo rispondere ad un corvo senza ricevere un vero feedback e poi vederlo tornare in forma umana e scoprire che sì, forse era meglio in modalità corvo.
    'Merlino, ma quanto parla?' Jesse conosceva da un pezzo Samuel, ormai, ma ogni volta non poteva che stupirsene, e, perché no, rimanervi stordito. Quella volta, comunque, fu meno difficile del solito seguire il suo ragionamento, forse perché il tema toccò molto da vicino Jesse 'Semplici parole, eh?'
    No, decisamente a Jesse non piacque sentir definire parole, manco si fosse in una canzone di Mina, due concetti cardine come il bene e il male, lui, che aspirava ad entrare nell'esercito per far la differenza coi buoni contro i cattivi, come suo padre.
    "Il pippotto moralista che il bene e il male non esistono dopo il casino di Naga potevamo anche evitarcelo, comunque" propose con un sussurro al suo parabatai, coprendosi la bocca con una mano ed andando poi ad incrociare le braccia in silente segno di protesta.
    Rimase teso almeno finché Samuel non iniziò ad articolare il pensiero, dando al suo relativismo una dimensione più locale, che spinse il giovane a rilassare le spalle e la postura in generale, anche se per poco più di un istante, visto l'esempio che decise di fare "Sta parlando a Blake... di Blake?" propose lui al suo parabatai, ritto come un fuso e chiaro come solo lui sapeva esserlo.
    Per Blake Jesse era un migliore amico, un fodero, un prefetto, un confidente e, al bisogno, un cuscino, ma per lui era anche un protettore, se necessario, e nessuno poteva insultare Blake Barnes e sperare davvero che Jesse non dicesse niente.
    Fissò ancora più intensamente Samuel, cercando di capire se stesse davvero biasimando il suo amico - e quanto - anche se poi pian piano si calmò, non tanto perché comprese le buone intenzioni del docente, quanto perché tutto quel parlato lo iniziò ad ubriacare 'Oh no... basta! No, non voglio conoscere, lo giuro, non voglio!' quando l'alchimista aveva terminato di esplicare a Blake fu il turno della sua degna compare e a quel punto il prefetto voleva solo forarsi i timpani 'Tipo Aldebaran del Toro... sperando solo che vada meno peggio che a lui!' gemette nel mentre l'uomo si perdeva nel parlare di quanto fosse per loro inevitabile conoscere cose nuove, facendo un esempio che destò un poco dal suo torpore Jesse.
    "Uh, se annulli tutti e sei i sensi raggiungi la pienezza del cosmo no? Poi a quel punto c'è solo l'ottavo senso che avanza, no?" propose Jesse ad Erik, citando meno a caso del solito i Cavalieri dello Zodiaco, nello specifico la concezione del manga riguardo i sensi.
    Sicuramente a Jesse avrebbe fatto bene pensare di meno, ma purtroppo la natura l'aveva voluto così, come aveva voluto in amianto la favella del docente di alchimia, che ben presto rigettò nel suo torpore Jesse, dal quale se ne liberà solo quando sentì nuovamente la voce di Lilith 'Ma che, davvero?' esclamò lui a sé stesso, cercando lo sguardo della collega prefetta, esterrefatto di quello che stava facendo 'COME CAZZO LE PASSA PER LA TESTA DI CHIEDERE ALTRO DOPO CHE HA BUTTATO VIA DIECI MINUTI DELLA NOSTRA VITA... E QUANTO CAZZO PARLA ANCHE LEI!' esclamò lui, ignorando i punti che lei e Blake si erano vinti e cogliendo solo parti di discorso, che gli fecero comunque storcere la bocca 'Ovvio che sia diverso, cazzo! Fossi nata in Afghanistan troveresti giusto imbottirti di tritolo e farti saltare in aria in nome di Allah e farti vedere da un medico solo attraverso un buco. E AVESSI TIRATO L'ACQUA IN FACCIA AD UNA DONNA INCINTA TI AVREBBERO SGOZZATA... sì, poi avrebbero lapidato Jessica per adulterio, MA QUELLO E' UN ALTRO DISCORSO!'
    Tra uno stereotipo e l'altro, Jesse perse interesse anche nelle parole della prefetta, contento di sentirla cinguettare odiosamente come una volta, certo, ma comunque infastidito 'Speriamo che siano tornati a scopare quei due, perché c'è urgente bisogno di tapparle la bocca!'
    Ehi Jesse, da quando eri così scurrile? 'Josh!' oh, sì, giusto, come sempre era colpa di Joshua.
    Fu un lampo, un istante, una scarica elettrica: Jesse sgranò gli occhi e poi arrossì al ricordo dell'amico-più-che-amico, chinando poi il capo 'Josh...'
    Si concesse un sospiro, malinconico, poi alzò nuovamente il capo: l'unica cosa positiva, a quel punto, era che Lilith aveva finito di parlare, ed erano liberi di fare il compito "In bocca al drago anche a te... e ricordati sempre che ti voglio bene!" propose al suo parabatai, carezzandogli un avambraccio con un ampio sorriso, andando poi ad affrontare il tema, dal quale sperò di non uscirne proprio a pezzi 'Beh, dai, qualcosa l'ho scritto!' rifletté lui, sospirando, nel mentre Samuel li informava come la giornata fosse ancora lunga e avesse in mente per loro di sperimentare una nuova magia - qualcosa che lui stesso aveva inventato - e che era particolarmente utile per i maghetti inesperti come loro: Detector.
    'Uh, fico!' esclamò nella sua mente quando ne apprese il funzionamento, annuendo sonoramente e afferrando al volo il quaderno per trascrivere quanto più possibile assistendo poi alla magia, applicata dal docente su di un calice 'Uh, fico, tentacle rape!' rifletté come sempre tra serio e faceto, anche se da ridere c'era poco, visto che a quel punto toccava a loro.
    "Uh fico, ne ho vista una simile in un gameplay di Bloodborne" propose lui osservando prima ciò che aveva ricevuto in sorte Erik, forse perché la sua borraccia appariva ben più banale "Occhio che non ti si alzi il livello di follia!" gli suggerì infine, manco ciò fosse possibile.
    'E ora a noi due...' osservò cosa fosse capitato in sorte agli altri, chiedendosi perché Blake avesse qualcosa di incendiabile e se fosse omofobo il fatto che Adamas avesse da analizzare un bel ragazzo, ma poi semplicemente osservò la sua borraccia.
    'Boh sembra normale...' rifletté lui, abbastanza avvezzo a quel semplice oggetto, chinandosi e cercando in essa particolarità. Svitó il tappo e controlló fosse vuota, quindi vi posò accanto la chiusura, grattandosi la testa 'Forse potrei...' ma con un sobbalzo si fermò 'Fermo Jesse, oggi è il contrario del solito: non pensare e fai analizzare alla magia!'
    Alchimia era spesso l'inverso (conosci, capisci e poi agisci) e al ragazzo pareva quasi assurdo quel ribaltamento, ma, come sempre, da bravo soldatino, ubbidí. Socchiuse gli occhi e cercò di svuotare la mente 'Voglio capire... voglio sapere...' si ripeteva lui come un mantra, cercando di focalizzare tutto sé stesso sul bisogno di conoscere.
    Quando si sentì pronto, o meglio carico, aprì gli occhi e disegnó in aria un quadrato, tentando di iscrivervi dentro, in prospettiva, la borraccia "Detector"
    Se tutto fosse andato come desiderato, dei lacci blu oltremare si sarebbero generati, per quanto lui, agitato com'era, non vi avrebbe fatto troppo caso 'Ora... ora devo sentire' chiuse nuovamente gli occhi, cercando di fare (anche in senso letterale) ciò che più riusciva meglio: riporre cieca fiducia.
    Non provandone alcuna in sé la cosa in effetti gli riusciva molto semplice, soprattutto se fingeva di dimenticarsi come quella fosse la sua magia, ovvero parte di lui 'I fili sono come la bacchetta. O Erik, o Blake! Sono parti di me... solo... beh la parte che funziona!' e in effetti Blake, se stavi pensando ad una bomba, era perfetto e funzionante, no?
    Cercò di estendere la sua percezione, il suo essere, oltre la sua mano e il suo stecco, cercando di percepire i fili e dunque ciò che stavano ricercando.
    Si rimise completamente a loro, a ciò che avvertiva, anche il nulla, ma poi aprí gli occhi per condividere con loro due cose in cui eccelleva: ansia e curiositá.
    'Ma lo controlliamo il punto dove avviti il tappo?' propose per esempio, allungando poi il collo 'E in fondo alla borraccia, che magari c'é anche qualcosa di residuo e scopro cosa conteneva prima?' si disse ancora, porgendo anche talora gli occhi sui fili, curioso di vedere se sarebbero cambiati di colore (nel caso, sarebbero diventati verde militare, ma questo lui non poteva saperlo).
    Vi mise tutto sé stesso, del resto unendo la propria ansia alla curiosità il giovane si sarebbe affidato sì ai fili, ma avrebbe loro offerto in cambio la propria scupolosità, tentando di fare ciò che gli aveva insegnato la sua amicizia con Erik e Blake: fidarsi e dare il proprio contributo.
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    Pian piano la classe iniziò a riempirsi.
    Giunse Blake, colui che ormai Ayla considerava il suo migliore amico, insieme a Lilith, per Ayla la ragazza più fantastica che esistesse al mondo, che lei ammirava tantissimo, nonché fidanzata di Blake Barnes.
    Ayla li guardò sorridendo, salutandoli con un cenno entrambi. Arrivarono anche Jessica, che Ayla stava iniziando a conoscere per davvero da quando lei l'aveva invitata al suo compleanno, Adamas, con cui Ayla aveva ballato al Jul Ball, e anche i due migliori amici di Blake, Erik e Jesse.
    Erik, in particolare, attirò la sua attenzione quando chiese di poter dare le briciole che aveva recuperato a Cura delle Creature Magiche agli animaletti di Samuel Black.
    Ora, se c'era qualcosa che Ayla adorava, erano gli animali, e adorava la gente a cui piaceva prendersi cura di loro. Sorrise guardando Erik, e per un momento, non seppe neanche lei il perché, si ricordò di come Nikolai aveva attirato la sua attenzione parlandole di quegli snasi che aveva salvato ad Hogwarts. Le prese la nostalgia ripensando a Nikolai, ma si distrasse quando il professore disse a Nikolai che più tardi avrebbe potuto occuparsi degli animali insieme a Rubin, l'assistente del professore.
    Che fortuna... Avrebbe voluto solo sussurrarlo, ma si ritrovò a dirlo forse a voce leggermente troppo alta e arrossì, abbassando la testa sul foglio bianco sul tavolo.


    La lezione iniziò.
    Ayla fu contenta, nel mentre, di aver preso qualche punto per la sua casa con la risposta che aveva dato sulla frase scritta alla lavagna. Mentre il professore parlava della Conoscenza, spiegando loro tutte le sue varie sfaccettature, prese appunti suoi fogli che si portava sempre dietro. Aveva questo vizio, Ayla, di prendere appunti anche su ogni minima cosa, ma era anche per questo che solitamente andava bene a scuola.
    Arrivò anche il momento del test a sorpresa, che la fece impanicare non poco. Odiava essere presa alla sprovvista.
    Cercò comunque di concentrarsi al meglio e di ricordare ciò che aveva studiato.


    Non era sicura fosse il suo compito meglio riuscito ma consegnò comunque il suo test scritto in bella copia, dove aver scarabocchiato quà e là il primo per parti che non la soddisfavano del tutto, cercando di riscriverle meglio.
    A quel punto abbe iniziò la parte pratica. Ayla sperò vivamente, come in quasi tutte le lezioni di trasfigurazione, di non dover trasfigurare alcun animale, o un qualche oggetto in qualche animale per poi farlo tornare inanimato. Per lei trasformare un animale in un oggetto equivaleva ad ucciderlo, e trasfigurare un oggetto in animale così da "dargli la vita" per poi farlo tornare inanimato "togliendogli la vita" era inammissibile. Sapeva che forse quel suo ragionamento non aveva senso ma lei la pensava così.
    Per fortuna, non si trattava di nulla di simile.
    Si trovò davanti una sfera di cristallo e l'incantesimo che il professore voleva insegnare loro quel giorno le avrebbe permesso di conoscere meglio l'oggetto, ma anche di scoprire se in realtà era stato trasfigurato da qualcos'altro.
    Estrasse la bacchetta e chiuse gli occhi e prese un bel respiro, cercando di concentrarsi al massimo, di pensare solamente alla sfera che aveva di fronte. Quindi aprì gli occhi e mosse la bacchetta, immaginando di disegnare in aria un quadrato in senso antiorario di fronte alla sfera, per poi dare una lieve stoccata mentre pronunciava: Detector! a voce alta e con decisione.
    Allora dei lacci color ciano uscirono dalla sua bacchetta e si mossero attorno alla sfera di cristallo, avvolgendola. Ayla attese di vedere se cambiassero colore o meno per poi chiudere nuovamente gli occhi e cercare di percepire il più possibile di quella sfera.
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Mantenere una diligenza costante per ben due ore di fila era estremamente difficile, per tale motivo gli studenti tendevano a scambiarsi tra di loro qualche parola per smorzare la tensione. Nonostante Erik di norma non era solito farlo, non poteva ignorare le parole del suo parabatai, specialmente quando queste riguardavano un amico che avevano in comune. Io credo che sia sempre importante parlare del bene e del male, sia nel bene che nel male. Cosa? Confusione a parte, non c'era da stupirsi se Erik non era contrario a quel tipo di discorsi, in fin dei conti lui parlava costantemente di quelle tematiche e udire un ragionamento diverso da quelli che era solito fare non fu affatto un'esperienza negativa. Però sì, credo stia parlando di Blake.
    Le intenzione erano buone, tuttavia l'interessa andò via via scemando, non riuscendo a seguire completamente il discorso sulla conoscenza assoluta. Un accenno di sorriso fu mostrato a Jesse per il riferimento ai Cavalieri dello Zodiaco. Wah, ma secondo te con la trasfigurazione i cavalieri potrebbero alterare la forza del proprio cosmo? Ecco cosa accadeva quando si mettevano a contatto mitologia classica, un manga avvincente e la trasfigurazione.
    Chiariti tutti i dubbi arrivò l'ora di occuparsi della parte scritta della lezione e, superata questa, la classe poté procedere con la parte nuova di programma. A seguito di un movimento di bacchetta particolarissimi oggetti si posizionarono sul banco di ogni studente e, contro ogni aspettativa, di fronte al professore. NUOVO INCANTESIMO! Provò ad azzardare, chiedendosi cosa fosse la strana maschera di fronte a lui. E' per gli uccelli? Chissà, ad ogni modo l'entusiasmo stava crescendo in maniera esponenziale. Da lì a breve avrebbero appreso un incantesimo utile agli alchimisti alle prime armi. MAMMINA, SEMBRA FATTO PER ME!
    La magia che da lì a breve avrebbero appresa era denominata Fattura Rivelatrice. Quindi è come Revelio? Insomma, none era quello l'incantesimo rivelatore? Assolutamente no, era qualcosa di estremamente diverso. Osservò la dimostrazione del docente e rimase a bocca aperta. E' un incantesimo cambia colore! Lo amo! Erik era ormai andato. Oh, non seguo Bloodborne. Non mi piace lo stile, è poco colorato. Insomma, era anche una tipologia di gioco non adatta ad un animo solare come quello dell'ametrino.
    Ora tocca a me. Istintivamente allungò la destra in direzione della maschera, poi la afferrò con entrambe le mani per tentar di avvicinarsela al viso. Forse è per un costume di carnevale! Purtroppo Erik si sentiva un vero e proprio alieno. All'interno di quella classe tutti si facevano domande sulla composizione del loto oggetto, lui non sapeva neanche cosa avesse davanti! Era importante saperlo? Non ne aveva idea. Scosse la testa. Fa niente, voglio solo che il professor Black riesca a notarmi!
    Impugnò la bacchetta con la mano dominante, dopodiché con estrema attenzione disegnò quattro lati di ugual misura per formare un quadrato, infine una delicata stoccata in direzione della maschera veneziana. Detector. Non urlò il nome della formula, tanto meno la pronunciò con rabbia. Era semplicemente attento, desideroso di apprendere informazioni che in qualche modo avrebbero influenzato le sue future esperienze. Da giovani ragazzi era facile stupirsi di fronte a ciò che non si conosceva, ma se l'incantesimo avesse funzionato, da quel momento in poi non si sarebbe più sorpreso di fronte ad una maschera veneziana e ciò denotava una forte dose di malinconia. Erik amava meravigliarsi e stupirsi in continuazione, ma lo stupirsi non era forse legato allo stupore? E come poteva provare stupore chi conosceva tutto il conoscibile? Durante la spiegazione del docente al moro non era sfuggito come all'uomo brillava lo sguardo nel parlar di un tema forse a lui molto caro, ma per Erik la conoscenza nella sua forma più pura non era un obiettivo.
    A ragion di ciò chiuse gli occhi, non voleva sapere sin da subito se la magia fosse più o meno riuscita, voleva essere sorpreso. Nelle più rosee delle aspettative dei lacci magici color lavanda sarebbero fuoriusciti dalla bacchetta per avvolgere la maschera che aveva di fronte. Non sapeva cosa aspettarsi. Come avrebbe intuito le informazioni in caso di esito positivo? Forse se aspetto un po'...
    Di quella maschera aveva intenzione di scoprire di quale materiale era costruita e a sua volta questo materiale da quali elementi era formato. Era curioso di sapere se avesse trovato o meno tracce di coloranti o vernici artificiali, peso e grandezza, ma più di ogni altra cosa la storia. C'erano delle parti scheggiate che magari avevano lasciato su di essa corpi estranei? Insomma, un oggetto in metallo poteva magari mostrare ruggine, proprio come una pianta il muschio cresciuto su di essa o una bottiglia il liquido che conteneva.
    Se tutto fosse andato per il meglio, i lacci di seta da quel lieve lavanda sarebbero divenuti di un acceso color sabbia.




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    Non avrebbe saputo dire come mai prendere in giro Mia lo divertisse tanto, fatto sta che vedere la sua espressione corrucciata era un must ormai per lui. Probabilmente perché non aveva nient'altro di divertente da fare in quella scuola, se non rompere qualcosa durante uno dei suoi attacchi di rabbia. Si sistemò il ciuffo e guardò Mia con un mezzo sorriso beffardo. Però mi sei sempre appresso commentò, per irritarla ancora di più, in risposta alla sua frase. Quasi come un cagnolino. Non era esattamente una cosa carina da dire ad una ragazza o in generale ad una persona, ma Cameron non si era mai interessato di queste cose. Ed era una cosa che si notava facilmente! Ad ogni modo, una volta che la biondina gli ebbe restituito il foglio, iniziò a fare anche lui il suo tema sulla durata degli incantesimi Alchemico-trasfigurativi. Scrisse tutto ciò che si ricordava -sì, si ricordava qualcosa!- e sospirò di sollievo perché il professore non aveva sentito le sue parole. Non che avesse paura di lui, né di nessun altro professore, ma non aveva nessuna voglia di scontare una qualche noiosissima punizione, preferiva passare il suo tempo facendo ben altro.
    Per fortuna ora poteva dedicarsi alla stesura del compito, perché Black l'aveva stordito con tutte quelle parole delle quali non ne aveva ascoltato nemmeno la metà; Ma Barnes non poteva starsene un po' zitto? E Lilith pure, per quanto la sopportasse leggermente di più rispetto a molte altre persone. Cameron non vedeva davvero l'ora che finisse quella lezione perché si stava annoiando a morte. Avrebbe preferito uscire a correre o stare davanti al caminetto con una cioccolata calda. Certo, erano due cose completamente opposte tra loro, ma Cohen era così. Non vi erano vie di mezzo; o faceva qualcosa di dispendioso -sia in tempo che in energie- oppure non faceva assolutamente nulla. Poi, la cioccolata calda era la sua bevanda preferita, non sarebbe mai stato uno spreco di tempo berla. Comunque, non si lasciò distrarre da quei pensieri e tornò ad osservare il foglio con i suoi enigmatici occhi nocciola. Era piuttosto sicuro di aver finito e si era impegnato per scrivere in bella grafia; non per altro ma anche prendere un brutto voto perché un prof non sa leggere, non gli andava. Una volta finito, abbandonò il foglio sul banco e si limitò a rispondere seccamente alla domanda di Gyll, per poi rilassare tutti i muscoli sulla sedia. Chiuse gli occhi, aspettando che tutti finissero il compito. Non aveva usato tutta la mezz'ora, poiché il capitolo che aveva scelto era decisamente più corto di altri, ma qualcuno doveva pur farlo. Si limitò poi ad osservare i suoi -per sua sfortuna- compagni, ancora intenti a scrivere come se ne andasse della loro intera esistenza. Lasciò comunque che si dedicassero al loro lavoro, restando semplicemente con gli occhi chiusi ad ascoltare il silenzio, rotto quasi solo dal suono delle penne sui fogli.
    Quando alla fine tutti ebbero consegnato, arrivò il tanto atteso (si fa per dire) momento della prova pratica. Avrebbero dovuto usare l'incantesimo rivelatore. Nulla di troppo complicato. Portò lo sguardo sul prof che stava mostrando loro un esempio su come si usasse, quindi annuì tra sé e prese il bastoncino di legno dalla tasca dove lo aveva precedentemente riposto. Tracciò quindi, in aria e in senso antiorario, un quadrato, lentamente ma con decisione. Una volta fatto questo passaggio, pronunciò a voce alta la formula. Detector! e, per finire, diede una stoccata in avanti, osservando quasi -e dico quasi, non montarti la testa Sam- stupito i lacci verde smeraldo che uscirono dalla punta della bacchetta, quasi non fossero altro che una parte di essa, ma molto più flessibile e sinuosa, sembravano quasi trasportati dolcemente dal vento -che cazzo fai Cam, mi diventi un poeta ora?.
    Osservò, concentrato, i lacci che avvolgevano il calice di legno, quasi trasformandosi in un groviglio di rami -il marrone del legno e il verde dei lacci si sposavano alla perfezione- e si immaginò quasi che da quel semplice punto di partenza, nascesse un'intera foresta dove avrebbe potuto allontanarsi dai suoi demoni, da tutto quello che lo stava distruggendo dall'interno ormai da diversi anni. Certo, non era parte del compito, ma non poté fare a meno di formulare quel pensiero per un fugace attimo.
    Cameron Cohen -Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

    [code by psiche]



    Boh... Cam usa Detector e fa apparire dei lacci verde smeraldo che avvolgono il calice!
     
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    Howard H. Van Leeuwen
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    Era sicuro di aver fatto del proprio meglio attraverso la risposta che aveva fornito al docente sul foglio di carta, annuendo lentamente dopo pochi istanti che ebbe consegnato il compito stesso. Sotto un certo punto di vista era rimasto particolarmente colpito dalla scelta del docente, ma d’altra parte non poteva essere estremamente preoccupato: aveva saputo rispondere, a suo parere, e con umiltà sapeva riconoscere quando un compito era buono e quando invece poteva essere migliorato. Ad ogni modo decise ugualmente di continuare a seguire la lezione con il suo solito atteggiamento da studentello perfetto, frugando voracemente – come fosse un tenero furetto – all’interno del proprio zainetto di pelle nera con tante spille ‘pucciose’ e coloratissime, alla ricerca di un’altra penna da utilizzare dato che l’ultima che aveva utilizzato aveva deciso di scaricarsi. Impugnata la nuova autrice dei suoi appunti, il ragazzo iniziò a prendere ogni singola parola del docente in merito ai concetti che spiegava alla classe, annuendo come sempre di tanto in tanto e seguendo attivamente, arrivando successivamente ad appuntare anche l’incantesimo appena spiegato dal docente e sfarfallando appena le sue lunghe ciglia. Era tenero, dai, bisognava ammettere che comunque aveva la sua dolcezza intrinseca, come quei bambini che quando rubano la nutella dalla credenza poi la mangiano con le mani e si sporcano la bocca. Che carini!
    Veder volare verso di sé quella caraffa d’argilla lo lasciò appena sconcertato, ma non appena osservò la dimostrazione pratica del docente ecco che il ragazzo si aprì in un sorriso, ascoltando anche le parole seguenti di Samuel. “Ma che bello, è anche questione di chimica, allora… Sì, credo di aver capito!” E lo disse sottovoce, come se non volesse farsi sentire da nessuno per paura che qualcuno potesse prenderlo di mira, per poi prendere in mano il proprio catalizzatore costituito di Ebano ed impugnarlo saldamente, mantenendo con fare energico l’impugnatura e puntando la bacchetta stessa verso la caraffa che sarebbe stata oggetto della sua prova pratica di quella lezione. Un respiro profondo anticipò la concentrazione di Howard che, per l’occasione, aveva deciso di impiegare tutte le proprie forze con lo scopo di riuscire ad eseguire l’incantesimo in modo perfetto, o almeno di ottenere un risultato soddisfacente.
    L’intenzione era quindi quella di scoprire se l’oggetto fosse stato sottoposto ad un incantesimo trasfigurativo o meno, e Howard avrebbe eseguito tutti i passaggi che aveva messo in atto il docente così da essere sicuro di non compiere errori. Si concentrò, iniziò lentamente il proprio processo di concentrazione, modulando anche la propria respirazione così da renderla ritmica e continua, senza fare sbalzi di alcuna tipologia. Da quel processo di intensa focalizzazione scaturì, successivamente, il movimento della mano: disegnò un quadrato in senso antiorario con la punta della bacchetta in concomitanza della propria caraffa d’argilla, eseguendo una stoccata in ultimo verso la caraffa stessa. Manteneva, durante tutto il processo, gli occhi chiusi con lo scopo di concentrarsi ancora di più e di visualizzare meglio gli effetti del proprio incantesimo; durante il movimento aveva anche iniziando ad immaginare nella propria testa un laccio di seta color tiffany avvolgere la caraffa in esame, andando solo una volta terminato di muovere la propria bacchetta ad emettere a gran voce il nome dell’incantesimo. “Detector!” Ed ecco che il processo di visualizzazione mentale, all’interno del proprio cervello, si fece drasticamente più intenso: sentiva di volersi rendere partecipe di quel movimento del laccio che sentiva di aver generato, immaginava di essere un tutt’uno con il laccio stesso, andando lentamente a destreggiarsi attorno alla caraffa d’argilla, avvolgendosi lentamente attorno alla stessa. Faceva una curva, poi passava attraverso l’ansa posta lateralmente, poi entrava al suo interno e la avvolgeva anche lì: in quel momento si sentiva come se stesse facendo un viaggio in prima persona, come se lui stesso fosse il laccio, e quell’espediente l’aveva portato a concentrarsi infinitamente di più e a visualizzare la situazione nel migliore modo che lui potesse fare. Non appena sentiva di aver eseguito l’incantesimo al massimo delle proprie capacità, mantenne gli occhi chiusi ancora per qualche secondo continuando a visualizzare la caraffa all’interno della propria mente, cercando di ricevere una qualche rivelazione sulla sua struttura chimico-fisica, per poi riaprire gli occhi per vedere se il laccetto che aveva avvolto l’oggetto in esame avesse cambiato colore, palesando dunque nella mente di Howard una risposta in merito al fatto che si trovasse di fronte ad un prodotto trasfigurativo o ad un oggetto autentico.


    RevelioGDR


    Howard segue la spiegazione, prendendo appunti, e successivamente esegue l'incantesimo Detector.
     
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    Dark Side of Super Sayan

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    Black Opal
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    »Ryu Okami [X]
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    Finito di scrivere il mio tema a riguardo della Trasfigurazione Alchemica, consegnai al professore il mio scritto, e, pazientemente, ignorando anche le conversazioni altrui che passavano in secondo piano per me in quel frangente, attesi che l'insegnante riprendesse la lezione. Nel mentre attendevo ciò, ripensai però a ciò che era accaduto quando il professor Black aveva terminato di replicare alle domande postegli durante la lezione: aveva dato... dei punti a due dei miei compagni di corso? Ammetto che sempre più, il sistema delle Case mi pareva strano, e quei punti, donati dall'istitutore, che avrebbero fatto somma per la Coppa delle Case, mi parevano solamente come un infondato contentino per le masse; la Casa migliore era ovviamente quella di cui facevo parte, perché sprecarsi a dar punti ed a gareggiare se tanto il risultato finale, vista la mia sola presenza era già scritto?
    Tralasciando però tali ragionamenti, il professore non ci mise molto a riprendere, ed iniziò ad esplicare la parte pratica della lezione: dinnanzi a me, l'insegnante fece comparire una statuetta del Buddha in plastica, mentre svariati altri oggetti apparivano dinnanzi ai miei compagni, e l'istitutore spiegò che tali strumenti ci sarebbero serviti per un incantesimo di rivelazione da lui inventato. L'incanto avrebbe potuto dirci tanto se l'oggetto bersagliato era stato o meno trasfigurato, quanto la sua struttura molecolare, così da facilitare la trasfigurazione; "Detector" questa la formula per utilizzare quella magia, enunciazione preceduta dal mimare in aria un quadrato, prima di eseguire una stoccata con la bacchetta, così da far partire l'incanto: come Black ci mostrò, all'esecuzione di quelle procedure, dei fili di seta magica fuoriuscirono dalla punta del suo catalizzatore, andando ad avvolgere un calice da lui preparato, e successivamente cambiando colore, facendo così capire che il calice era frutto di una trasfigurazione, e donando alla mente del professore la composizione molecolare dello stesso oggetto trasfigurato.
    Toccava a noi. Puntai la mia bacchetta in direzione del Buddha, eseguì un quadrato in aria a cui seguì una stoccata, ed indi pronunciai l'incanto: Detector! Dalla punta del mio catalizzatore, se la magia fosse andata a buon fine, sarebbero fuoriusciti diversi lacci d'un bianco sfavillante, che, quasi maternamente, avrebbero abbracciato la statuetta di plastica. Avrei chiuso gli occhi quindi, per concentrarmi. La mia mente si sarebbe andata a focalizzare sulla bacchetta e sui lacci, come fossero stati parte di me, estensione di me, mentre tutto l'ambiente circostante si sarebbe fatto cinereo e silenzioso, allontanando così da me ogni singola influenza esterna. Il mio respiro si sarebbe fatto lento e calmo in quel momento, rilassandomi così che l'energia magica fluisse dal mio corpo, attraversando la bacchetta e quei dolci fili di seta, così che essi avessero potuto fare il loro lavoro.
    Se l'incanto mi fosse riuscito, i fili, dal loro bianco acceso, sarebbero divenuti d'un cupo e profondo nero, confermando così che l'oggetto era stato trasfigurato.
    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: //
    Casata: Black Opal
    Abilità: Metamorfomagus

    «The Dragon God Rises!»
    codice role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Black Opal

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    Black Opal
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    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Si era ritrovato veramente poche volte a stare così attento ad una lezione. Si era ritrovato molte poche volte ad essere così concentrato su qualcosa che qualcuno gli stesse dicendo. Il fatto era che quella domanda gli era venuta spontanea perchè saeva di aver utilizzato la sua rabbia come scusa, ma che alla fine, quello che aveva fatto quella mattina poteva benissimo essere evitato. Il punto era: Blake voleva veramente evitarlo? Era così facile dare la colpa a qualcuno che lo provocava, il che non era del tutto falso ma comunque era una giustificazione valida per la sua testa e quindi per le sue azioni, che non si era neanche reso conto che poteva benissimo evitare quel massacro. Lilith gli disse una cosa che gli fece gelare il sangue, ossia che faceva soffrire anche lui e quando il professore Black rispose alla sua domanda, Blake non fece altro che guardarsi la mano destra che aveva utilizzato per picchiare quel ragazzo. Blake non era certamente una persona che si nascondeva dalle sue azioni, non era uno che diceva "è stato lui", quando faceva qualcosa, qualsiasi cosa fosse lui era sempre pronto ad ammetterlo ed in un certo senso a prendersene la responsabilità. Avrebbe davvero preso bene le conseguenze che gli stavano per dare per tutte le sue azioni? No, perchè Blake agiva solamente quando pensava di stare nella ragione e cosa fondamentale, era che lui pensava sempre di stare dalla parte della ragione. Picchiettò con il tappo della penna sul banco per tutto il tempo che il professore parlò. Era concentrato, non se ne stava rendendo neanche conto e quando Lilith rispose alla sua domanda prima del professore si voltò a guardarla e scosse divertito il capo. Che maestrina che sei! Le diede un leggero pizzicotto dove teneva sempre la sua mano, ossia sulla coscia della ragazza prima di tornare al professore. E l'esempio che fece lo portò a sgranare gli occhi. Se ne era accorto? Lui sapeva? Davvero? Ascoltò senza dire una parola fino a che scosse il capo. E se le provocazioni sono così forti da non poterti appellare all'autocontrollo, che si dovrebbe avere?Quella era una domanda un pò più specifica e quindi scosse il capo e fece segno al professore di lasciare stare. Doveva ammettere anche che quella conversazione lo stava così alienando che si era completamente dimenticato dei suoi compagni nella stanza. Quella non era certamente una lezione privata e sicuramente non era quello il luogo ne tanto meno il modo di affrontare quella questione. Blake sapeva di non poter continuare a picchiare tutti come se nulla fosse, e lo aveva capito non solo dalle parole di Lilith di quella mattina, ma anche dal mondo in cui veniva sempre ammonito con lo sguardo dalla stessa ragazza, di come in silenzio gli medicava la mano ma scuoteva il capo. Nonchè dal suo migliore amico e prefetto che, forse, era quello che rischiava di più. Lo aveva mai denunciato? No, non lo aveva mai fatto. Lo aveva sempre calmato, si, sempre. Il fatto era che stava succedendo tutto troppo in fretta. Il fatto che Ayla si fosse confidata con lui, che Lucas si fosse confidato con lui, che Jessica era diventata praticamente come una sorella, che Mia gli aveva confessato che aveva costantemente paura che lui si cacciasse nei guai. Il problema non era più lui... non poteva più dire che non aveva persone con cui parlare, persone che non lo capivano. Cominciava a pensare che era lui che non meritava tutta quella fiducia che gli veniva sempre costantemente riversata addosso. Adamas si era confidato della sua cotta e neanche lo conosceva. Fece un respiro. Si voltò a guardare Jesse per un momento e poi il moretto. Alzò gli occhi al cielo e poi tornò con lo sguardo dal suo professore. Professore.Parlando per assurdo, ovviamente.Perchè ovviamente non avrebbe mai ammesso che lo stava facendo seriamente riflettere che forse era anche ora di trovare un nuovo modo di sfogarsi..si voltò verso Lilith in maniera automatica, quasi come se fosse una riflessione. Se una persona a caso, mettiamo la stessa che ti ha deriso senza un vero motivo e che comunque stava reagendo cercando di picchiarti, minaccia o comunque tu credi che voglia fare qualcosa di poco carino ad una persona a cui tu... vuoi... insomma particolarmente vicina a te...lei crede davvero che sia sbagliato reagire nell'unico modo che si conosce bene, ma anche con lo stesso modo con il quale si è stati attaccati?Si era stoppato con la prima domanda perchè riconosceva di non stare da solo in classe, che quella era una lezione pubblica e che ancora una volta, stava diventando il Blake Bares show, ma questa volta gli venne spontaneo. Non si rese neanche conto che aveva completamente parlato senza che nessuno glielo avesse chiesto e sopratutto mentre il professore stava rispondendo ad una domanda della sua ragazza. Blake si era concentrato, come sempre d'altronde, talmente tanto sui suoi pensieri, sulle parole che il docente aveva rivolto, evidentemente, ed anche personalmente a lui che non ci aveva neanche fatto caso. Sospirò. Si... stava parlando e le domande, dopo la lezione.Si rispose da solo prima di concentrarsi sulla bacchetta e sul fatto che dovevano effettivamente fare. Era concentrato? Si, abbastanza, aveva capito cosa fare? Si, era in grado di controllarsi? Non lo sapeva. Fatto si era che ci avrebbe provato. Non era tanto per i 10 punti ( i 5 prima e quelli che il docente gli aveva ancora assegnato) che aveva fatto vincere alla sua casata, era proprio il modo di fare di quell'uomo. E Brava la Ivanova... sa scegliere in fatto di uomini! Infondo io sono il suo proferito... sa scegliere per forza! pensò non peccando per niente di presunzione. Poi però osservò quello che fece il professore ed ancora quello che fece la sua compagna di banco. Un ghignetto si dipinse contro il suo viso. Cavolo se era bella. Non la vedeva così da tantissimo e la cosa lo faceva stare meglio, eppure, ogni volta che pensava a quello che le era successo. Strinse il pugno con cui aveva picchiato Federik poche ore prima. Ecco perchè non si era legato a nessuna fino a quel momento, perchè le donne gli avevano sempre provocato una sorte di instabilità che già di base era galoppante, con loro vicino era ancora peggio. Sua madre in primis, Lilith subito dopo. si portò il ciuffo indietro e poi se lo rimise apposto. Adesso tutto quello era inutile, doveva assolutamente concentrarsi sulla sua pianta grassa. Doveva assolutamente far riuscire quell'incantesimo. Perchè? Perchè aveva capito che Samuel Black non lo aveva iscritto nella sua lista degli alunni preferiti ( Blake è la tua player che ti parla, e quella lista non esiste!) e questa cosa, anche se inconsapevolmente, non gli andava più. Blake adorava primeggiare, adorava stare al centro dell'attenzione ed adorava quando qualcuno si ricredesse su di lui, della serie: stronzo, hai sbagliato tutto ed ancora una volta ho vinto io! Era quello che pensava continuamente quando la sua attenzione veniva catturata in maniera del tutto analoga e quindi era quello il suo piano. Far si che Samuel Black si interessasse a lui esattamente come ci era riuscito con Ensor,Ivanova, Olwen... Prese la macchetta, si concentrò. Cercò di fare le stesse cose che fece Samuel poco prima - Blake ha il vizio di imitare i suoi insegnanti, speriamo che questa volta non prenda fuoco -, chiuse un momento gli occhi. Non doveva pensare assolutamente a niente, solamente a quella formula ed ai suoi effetti. Li riaprì, fece un respiro profondo, con la punta della bacchetta tracciò lentamente un quadrato procedendo in senso antiorario e poi diede una lieve stoccata verso la sua piantina.Detector! Sarebbero dovuti uscire dei lacci della bacchetta e Blake sarebbe rimasto concentrato fino a che l'oggetto di fronte a lui non sarebbe stato completamente avvolto. Si stava seriamente impegnando, le parole del professore erano forti e chiare nella sua testa. Compromessi. Doveva trovare un giusto compromesso e forse cominciare ad avere dei voti alti a scuola sarebbe stata la chiave giusta almeno per fare felice suo fratello. Per lui si sarebbe stato più attento a lezione. Almeno quello glielo doveva.
    ✕ schema role by psiche



    Blake fa due domande al professore, poi esegue l'incantesimo come ha richiesto il prof!
     
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    Blake pareva una pentola a pressione. Le sue incertezza avevano raggiunto la giusta temperatura per far bollire il sistema Barnes, estraniarlo da tutto e far esplodere due domande, molto personali.
    La seconda finì per incrociarsi e sbattere contro le parole dello stesso professore mentre questo cercava di spegnere la curiosità della Clarke.
    Sorrise ancora, constatando la vorace curiosità di entrambi.
    - Non si preoccupi signor Barnes. Ha ragione, le domande alla prossima lezione, potrà parlarmene lì oppure venire nel mio ufficio quando vuole, ma mi lasci rispondere solo ad una cosa. -
    La mano destra scivolò sui ciuffi bruni per poi ricadere come pioggia al fianco del docente. Gli occhi sempre sul suo alunno più problematico.
    - Non sempre reagire nel modo che si conosce meglio è la cosa migliore. Spesso bisogna mettersi in discussione, aprirsi al mondo e cercare nuove strade, nuovi modi. Caricare sempre a testa bassa, sempre nello stesso modo in un mondo che cambia costantemente e che ti pone davanti a mille strade possibili può arrivare ad essere autolesionistico, ma ne riparleremo. -
    La mano accarezzò l'aria come se volesse spostare sia lei che la questione verso una direzione poco definita.
    Poi gli occhi scivolarono poco più in là sulla giovane Dioptase.
    - Mi ripeto nuovamente. Come già detto rifletterono insieme ad altre domande alla prossima lezione oppure in privato se non potete aspettare tanto, ma signorina Clarke premierò ora la sua brama di conoscere con un unica risposta. Ad influenzarci prima di tutto sono le persone con cui viviamo ma essendo anch'esse immerse nel contesto culturale ne esce come un intreccio fra il contesto culturale in sè e le singole individualità che incontriamo. Un intreccio che potremmo vedere come un grande fiume che pare unificato ma nel quale in realtà vivono infinite diversificazioni, infinite onde tutte un pochino diverse dalle altre. È questo ad investirci ed ad influenzarci. -
    Il labbro fu lievemente morso per costringerlo a fermarsi. Avrebbe continuato con molto piacere, ma non aveva tempo.
    Gli occhi abbracciarono nuovamente tutta la classe.
    - Ora è tempo di pratica -


    Tutti si erano cimentati nell'esercizio proposto da Samuel...ma non si poteva certo dire che fosse andata splendidamente.
    - E questi sarebbero gli studenti migliori d'Europa? -
    Ok, forse non doveva dirlo ad alta voce. La mano massaggiava piano la tempia incredula.
    Quattro sospiri profondi.
    - Io ho lasciato tutto per venire qui e poi... -
    Quattro sospiri profondi.
    Aveva rivolto un ghigno a Lucas quando il ragazzo fu sconvolto dal fazzoletto - Si, ci sto lavorando - gli aveva detto, ma ora per l'Ametrino c'era solo uno sguardo delusione di delusione. Infatti l'aspirante scrittore era fermo come un abete davanti al fazzoletto con la bacchetta tesa in attesa di qualcosa che non sarebbe mai arrivato.
    - La formula Jones! La Formula! -
    Quando si voltò verso Lilith gli venne un colpo al cuore, aveva fatto lo stesso errore. Non disse nemmeno una parola alla studentessa ma passò oltre.
    - Ah ma certo! Un altra distratt... -
    Mia non aveva detto la formula, ma qualcosa era accaduto.
    La sua concentrazione doveva esser stata così grande che malgrado l'errore dei fili lilla uscirono timidamente dalla bacchetta e con grande fluidità s'insinuarono fra le piccole sbarre della gabbia ed accarezzarono il piccolo animaletto. Il canarino all'inizio fu spaventato, ma il controllo dell'incanto da parte di Mia era così forte che i fili furono ben presto accettato dall'uccellino che presto iniziò a vederli come una coccola.
    Il sorriso risorse raggiante sul volte dell'alchimista.
    - È la prima volta che lo lancia, ma ha una maestria quasi migliore della mia -
    Si morse il labbro per non ricoprirla di complimenti, d'altro canto aveva comunque fatto un errore grossolano che aveva compromesso l'efficacia della fattura rivelatrice, difatti i lacci non avrebbero né mutato colore e nemmeno portato informazioni a Mia riguardo la struttura e composizione del suo bersaglio. Cercò di tornare serio.
    - A causa di un singolo e piccolo errore ha rovinato tutto signorina Freeman. Deve stare più attenta a quello che le dico! Avere meno fretta... Una volta che supererà la sua distrazione andrà molto meglio -
    E niente. Non ce l'aveva fatta, l'ultima frase di quello che voleva essere una sassata atta a spronarla a migliorare fu addolcita da una spruzzatina di miele vocalico.
    Bene, ma non benissimo invece per i lacci di Jessica, Blake, Cameron e sopratutto Ayla.
    Questi infatti si mossero in modo meccanico, poco ordinato e decisamente non elegante, in particolare i fili di Ayla parvero un trattore. Con forza infatti investirono la sua sfera di cristallo portandola quasi fuori dell'ampio banco di pietra per poi stringerla così tanto che la incrinarono.Tutti e quattro però compresero la struttra del loro bersaglio ed i lacci di Jessica e Blake cambiarono colore assumendo delle tonalità più scure.
    - Dovete concentrarvi ragazzi! C-O-N-C-E-N-T-R-A-Z-I-O-N-E! -
    Andò molto meglio per Adamas, Jesse, Erik e Ryu. Anche se ogni tanto dimostravano qualche rigidità i loro lacci si mossero con relativa grazia, in particolar modo quelli di Adamas che si avvolsero attorno ad Ermes con la stessa cautela tipica del loro padrone.
    Tutti loro acquisirono con facilità ogni informazione a riguardo e gli unici lacci a mutare nel colore furono quelli di Jesse e Ryu.
    - Bene ragazzi, sopratutto tu Adamas. Tuttavia potete ancora migliorarvi nella concentrazione. Vi ho fatto fare questo incantesimo anche perché è effettivamente quello che necessita di minore concentrazione rispetto a tutti gli altri incanti alchemico-trasfigurativi... se non eccellerete in questo difficilmente riuscirete a cavare un ragno dal buco con gli altri.-
    Altra storia fu quella dei lacci di Howard. Anche se il loro movimento non era fluido come quelli di Mia, il dioptase dimostrò un controllo ed una concentrazione da lodare.
    - Un esecuzione magnifica signor Van Leeuwen, continui così!- Un caldo sorriso nei confronti dell'olandese ed un battere di mano. Si era dimostrato l'unico che veramente si era guadagnato quell'applauso. Con un altro sorriso Sam mosse veloce la bacchetta ed il fazzoletto su cui aveva tentato di esercitarsi Lucas scappò via dall'ametrino per poi volteggiare fino al banco di Howard, davanti a lui. - 5 punti alla sua casata e quello lo può tenere -
    Detto così aprì le braccia come il migliore dei predicatori. - Per oggi ragazzi abbiamo finito! Andate in pace! Ma ricordate; l'impegno e la concentrazione sono le chiavi che vi permetteranno di spalancare qualsiasi porta! -
    Detto ciò i ragazzi uscirono dall'aula.
    - Ancora poco e poi sceglierò i più meritevoli -
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1" Scheda | Stat.
    by Lance


    Eccoci qui!
    Bravi tutti siete riusciti a sopravvivere ad una lezione di Samuel Black!
    Ho assegnato i punti in base ai seguenti principi:
    1) coerenza: Con il vostro pg
    2) principio dello scottex: quanto siete riusciti ad assorbire dei miei post. Quanto avete sfruttato gli spunti che vi ho laanciato durante la lezione. Questo è stato il fattore a cui ho dato più peso.
    3) correttezza: sopratutto grammaticale.
    4) originalità
    5) secchionaggine: giudizio di Sam e non mio riguardo le prestazioni e le parole dei vostri pg.

    Quindi, in soldoni, darvi i voti è stato dannatamente difficile dato che erano ad onda ovvero soddisfavano molto alcuni criteri e quasi per nulla o poco gli altri. Un ultima cosa...ci tengo a ricordare che dire che un pg è concentrato è molto diverso che dimostrarlo, per questo ultimo caso prendete in esame l'ultimo post di Mia Freeman.
    Ma passiamo ai punti.

    Il range massimo di punti assegnabili è stato di 20
    0-4: entrata
    0-6: parte teorica
    0-10: parte pratica

    PuntiVotoEXP
    20E2PP+6EXP
    19E2PP+4EXP
    18E2PP+2EXP
    17O2PP+1EXP
    16O2PP
    15O1PP+12EXP
    14O1PP+9EXP
    13A1PP+6EXP
    12A1PP+3EXP
    11A1PP
    8-10S12EXP
    5-7D9EXP
    2-4Texp per i post
    0-1NCexp per i post


    Per mantenere un equilibrio statistico è stato deciso che per le lezioni i PP di Alchimia saranno Tecnica e Coraggio. Nel caso ne abbiate ottenuto solo 1, sono stato io a decidere quale assegnarvi in base ai vostri post.

    Punti assegnati



    Black Opal:
    Blake: 4 + 4 +7 = 15(+1 Tecnica +12exp) | O
    Gyll: 2 + 3 +0 = 5(+9exp) | D
    Jessica: 4 + 6 + 7 = 17(+1 Tec +1 Cor +1exp) | O
    Jesse: 4 + 6 + 8 = 18(+1 Tec +1 Cor +2 exp) | E
    Mordred: 3 + 0 + 0 = 3(exp per i post) | T
    Ryu: 3 + 5 + 8 = 16(+1 Tec +1 Cor) | O

    Ametrin:
    Adamas: 3 + 5 + 9 =17(+1 Tec +1 Cor +1exp) | O
    Erik: 4 + 4 + 8 = 16(+1 Tec +1 Cor) | O
    Mia: 4 + 6 +9 = 19(+1 Tec +1 Cor + 4exp) | E
    Lucas: 2 + 4 + 6 = 12(+1 Tec + 3exp) | A

    Dioptase:
    Ayla: 3 + 0 +6 = 9(+12exp) | S
    Cameron: 3 + 3 +7 = 13( +1 Cor +6exp) | A
    Howard: 3 + 6 + 10 = 19(+1 Tec +1 Cor+ 4exp) | E
    Lilith: 2 +6 + 7 = 15(+1Tec+12exp) | O

    Oltre a ciòHoward H. Van Leeuwen guadagna il Fazzolettino del franchising Samuel Black: un fazzoletto di stoffa con decine di foto di Samuel Black sorridente

    Punti casata
    Per convenzione ad ogni casata si assegneranno 11 punti per ogni studente in meno rispetto alla casata con più alunni presenti ed i punteggi degli insufficenti, con un voto minore di 11 saranno portati a 11. Inoltre vengono qui contati i punti extra guadagnati dagli studenti.
    Black Opal:15(+5+5)+11+17(+5)+18+11+16= 103
    Ametrin:22+17+16+19(+5)+12= 91
    Dioptase:22+11(+5)+13+19(+5+5)+15(+5)= 100
    Mi scuso con Lilith Clarke e Freckles‚ ma dalla regia mi hanno detto che non è possibile dare più di 5 punti


    Edited by SamuelBlack - 15/2/2020, 22:42
     
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41 replies since 29/1/2020, 08:56   1169 views
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