Lezione di Erbologia - biennio

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  1. Claire J. Murray
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    Claire Johanne Murray
    Docente di Erbologia | 32 anni
    Man mano che gli studenti prendevano posto, l'erbologa rispondeva ai loro saluti con gentilezza e un sorriso appena accennato, nonostante il suo continuo controllare l'ora e il piede destro che batteva freneticamente contro il suolo in pietra rendessero palese il suo desiderio di dare inizio alla lezione.
    Ma per finirla il prima possibile, naturalmente, cosa credete?
    Proprio a quel pensiero corrispose lo sbuffo del primo studente che varcò la soglia della serra.
    Sì, ragazzo, la penso esattamente come te.
    «Non c'è nessuna candelina lì davanti a te, signor Bàs, non sprecare il fiato sbuffando.»
    Ammonì con un mezzo sorriso lo studente, senza però risultare arrabbiata: come poteva biasimarlo? Quella era pur sempre una lezione di Erbologia e solo lei sapeva quanto noiosa quella materia potesse essere.
    Al complimento di un altro dei ragazzi, la docente sollevò elegantemente un sopracciglio, ma tentò di essere gentile.
    «Oh, beh, ti ringrazio, signor Sherwood.»
    Sorvolò sul fatto di non essere praticamente mai attenta a ciò che indossava: lei e la moda viaggiavano su due linee parallele, ma apprezzò il tentativo dello studente.
    Tra la calca di ragazzi che si affrettavano (?) ad entrare nella serra, lo sguardo di Claire si fermò involontariamente sul Barnes che, diciamocelo, non era esattamente il suo preferito. Con un'alzata di sopracciglia, la bruna ascoltò la provocazione del ragazzino e si trattenne fino a farsi violentemente male da sola dal sollevare gli occhi al cielo. Alla fine optò per tentare di essere matura e diplomatica.
    «Divinamente, Barnes, grazie. Tu, invece, sempre le solite cose? »
    Come, che so, dar fuoco a te stesso invece che ai botti?
    Avevo scritto "tentare", non ho mai affermato che ci sarebbe riuscita.
    All'arrivo di un Ametrin, l'espressione sul viso della docente si ammorbidì, tanto da mostrare un sorriso quasi dolce.
    «Buon pomeriggio, Erik.»
    A seguito di quella notte nella foresta, Claire aveva preso particolarmente a cuore il ragazzo e soprattutto si era soffermata a notare con maggiore zelo le sue eccellenti doti nella materia da lei invece tanto odiata. Aveva, paradossalmente, molto da imparare da lui.
    Ancora una volta fu Blake ad attirare la sua attenzione, ma la mora dovette ammettere che, in quella circostanza, il giovane aveva tutte le ragioni del mondo per porre una domanda simile. Sorprendendo anche se stessa, dunque, lo indicò con l'indice della mano destra annuendo divertita col capo, come a sottolineare che avesse fatto centro.
    «Sai, Blake, è la stessa domanda che mi sono posta anch'io la prima volta che ho sentito parlare di questa specie. Tuttavia, ti stai concentrando sulla parola sbagliata: non è la volontà, quanto il desiderio a interessarci oggi. Ma se mi dai un minuto, vedrò di essere più esaustiva.»

    Non era mai stata una tipa particolarmente allegra, e di certo non era nota per la pazienza, motivo per cui le risultava particolarmente difficile avere a che fare con gli studenti.
    Non è che non le piacessero, solo che... no, in effetti proprio non le piacevano.
    Aveva lasciato che prendessero posto, scegliendo liberamente i propri banchi, consapevole di dover sicuramente spostarli in seguito, in base ai loro desideri.
    Quando convenne che fosse il caso di cominciare, trasse un profondo sospiro e andò verso la porta, chiudendola e decretando ufficialmente l’inizio della lezione.
    «Buongiorno, ragazzi.
    Come potete vedere, oggi siamo un po’ più del solito. Il secondo anno, mi correggerà se sbaglio, non ha mai affrontato una specie molto particolare di piante, che nel mio programma rientrano fra gli argomenti del primo. Ora, vorrei che ognuno di voi ragionasse molto attentamente: se aveste la possibilità di cambiare una, e dico una sola cosa del vostro aspetto o del vostro carattere, cosa scegliereste?

    Lasciò dunque ai ragazzi il tempo di ragionare e fare mente locale, mentre lei iniziava a camminare su e giù per l’aula, con le mani nelle tasche del trench da lavoro e osservava attentamente le espressioni dei suoi giovani interlocutori.
    Una volta ottenute le risposte, avrebbe continuato con la spiegazione, correggendo chi di dovere e attribuendo eventuali premi.
    «L’Erbologia è una branca magica molto antica, risalente al Medioevo e forse addirittura a un periodo antecedente, pertanto non vi sorprenderete nel sentirmi dire che in questa materia, così come in altre, è possibile ottenere simili risultati. Le piante sono in grado di modificare connotati appartenenti tanto alla sfera emotiva quanto a quella corporale, e saranno due le specie nello specifico che andremo ad analizzare oggi.
    Nel far sorvolare lo sguardo sui ragazzi, si ripiegò le maniche della giacca sugli avambracci.
    «Prima, però, gradirei parlarvi della categoria a cui appartengono entrambe. Si tratta di Piante dei Desideri, un gruppo alquanto particolare e di cui ancora non si conoscono la maggior parte delle specie e degli effetti. Ingerire una loro componente, che sia una bacca, un fiore o una foglia, anche a seguito di eventuali preparati di cui rappresentano gli ingredienti principali, comporta la modifica di un connotato appartenente a una delle due sfere appena citate. In alcuni casi, piuttosto rari direi, essi possono agire persino sulla sorte dell’individuo, ma di quelli parleremo più avanti.
    Ora, penserete voi, perché non assumerne spesso in modo da cambiare colore di capelli ogni giorno o risolvere un problema di timidezza? E qui subentra l’importanza della frase da me scritta alla lavagna: la magia non può e non deve risolvere qualunque nostro problema, spero riusciate a capirlo nel tempo.
    Tornando a noi, le componenti di queste piante non devono essere assunte più di una volta ogni tre mesi, poiché le conseguenze sarebbero assai spiacevoli sul fisico, procurando malessere generale, e sulla mente, inducendo sbalzi umorali rilevanti e per nulla piacevoli. Siete tutti abbastanza grandi da conoscere l’effetto che il ciclo mestruale ha su noi donne, dunque ecco, maschietti, immaginate quegli effetti triplicati e potete avere una vaga idea di ciò che vi attenderebbe per la vita.

    Si lasciò andare a un mezzo sorriso, mentre le iridi nocciola andavano a scrutare i visi dei giovani studenti di sesso maschile che erano ancora troppo giovane, forse, per comprendere cosa significasse avere a che fare con una donna nel bel mezzo del ciclo ormonale. Lancelot probabilmente avrebbe detto che non vi fosse alcuna differenza tra una Brianna con le mestruazioni e una Brianna imbevuta di camomilla, ma lei non era del tutto certa che si sarebbe trattato di un complimento.
    «Il nostro primo esemplare è noto col nome di Folium Species -Specii de frunze, in origine- ed è caratterizzato dalla presenza di sole foglie dai colori tipicamente autunnali, nessun frutto e nessun fiore. È originaria della Romania, più precisamente della Regione della Transilvania, ma ad oggi è possibile riprodurla in località caratterizzate da un clima prettamente secco e asciutto. La sua particolarità sta nel riuscire a cambiare un carattere fisico a chi lascia sciogliere una delle sue foglie in bocca; l’effetto dura qualche ora, tuttavia si è riscontrato essere piuttosto soggettivo e non vi è alcuna certezza su quale sarà il connotato che andrà a modificare. Certo è che, le successive volte in cui dovesse venire assunta, tenderebbe a reagire nuovamente sul carattere modificato precedentemente.
    Claire si avvicinò al banco da lavoro su cui era poggiata la prima pianta, sfiorandone delicatamente le foglie e lasciando che esse si adagiassero di propria volontà contro la sua pelle, reazione a cui lei stessa non riuscì a trattenere un sorriso.
    «Affascinante, non trovate? Ha una memoria tattile: non è facile manipolarla al primo tentativo, ma una volta che la pianta si fiderà di voi, vi riconoscerà per la vita e vi concederà di prendere le sue foglie in qualunque momento.
    Attenzione, però, poiché il suo effetto sarà praticamente nullo se sul vostro corpo agiscono altre magie atte a modificarne l’aspetto.

    In altre parole, su di lei non avrebbe avuto alcun effetto e per tal motivo non fece da cavia.
    «La seconda specie che andremo a studiare oggi è invece nota con il nome di Genie -si legge Ginii, allungando la “i” finale- più comunemente nota come “I fiori del genio”. Immagino che qualcuno di voi abbia sentito parlare del Genio della Lampada e della sua incredibile capacità di realizzare tre desideri, dico bene? Ebbene, siamo più o meno su quella scia.
    Come potete notare, questa specie è molto particolare: presenta tre fiori completamente diversi l’uno dall’altro, una cosa alquanto rara, persino in questa materia. Ogni fiore agisce su un aspetto specifico della vostra sfera emotiva: il rosso sull’intelligenza, l’azzurro sulla sensibilità e il viola sull’energia, intesa come determinazione nel perseguire un obiettivo ma andando a sfiorare anche la sfera corporale in taluni casi. Anche in questo caso basta cibarsi del fiore -sono molto buoni, non temete, hanno un retrogusto fruttato- e non se ne deve assumere più di uno ogni quattro mesi.
    È originaria dell’Arabia Saudita e predilige dunque un clima desertico. La pioggia è in effetti deleteria per questa specie, che può acquisirne solo ed esclusivamente nei mesi di aprile e novembre. Questo è il motivo per cui si tratta di esemplari cresciuti prevalentemente in Serra.

    Terminò la spiegazione e si guardò intorno, per assicurarsi che fosse tutto piuttosto chiaro. Poi, nel lanciare un’occhiata all’orologio, si rese conto come fosse il momento di passare alla prova pratica. Mancavano solo un paio di avvertimenti.
    «È importante che teniate bene a mente qualche dettaglio. Anche le Piante dei Desideri hanno una serie di meccanismi di difesa: la Folium Species, che agisce sul corpo, spruzza un liquido urticante o corrosivo, dipende dalla situazione; la Genie, invece, che agisce sulla mente e sulle emozioni, libera delle spore che portano il malcapitato ad avere allucinazioni che scatenano reazioni emotive differenti ma molto intense. Come vi ho anticipato, il primo avvicinamento non è mai semplice, quindi è importante indossare i guanti protettivi e la maschera per gli occhi, oltre alle divise in cuoio che troverete nell’armadio lì in fondo. Rimarrà comunque una porzione di pelle scoperta, dunque il rischio che affrontiate i sintomi di spore e liquidi purtroppo esiste; ma tranquilli, ho gli antidoti e vi spiegherò a breve come sarà meglio agire.
    Sorrise nel tentativo di infondere loro tranquillità, in fondo a breve avrebbero dovuto affrontare il Tranello del Diavolo, tanto valeva iniziare a lavorare con piante di una certa pericolosità.
    «Molto bene, se avete qualche domanda alzate la mano e cercherò di chiarire eventuali dubbi, ma nel frattempo, ditemi: cosa può darvi l'abilità di cambiare un connotato fisico o emotivo nel mondo della magia? Elencatemi ciò che conoscete, dagli incantesimi, alle pozioni, tutto è concesso.

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    Passiamo dunque alla parte teorica: date le vostre risposte e ponete le eventuali domande!
    Da questo momento in avanti tutti gli studenti del I e del II anno che intendono presenziare alla lezione sono in aula; nel caso in cui arrivaste solo ora, potrete partecipare ma specificate di essere già all'interno della serra per non perdere punti.
    Ricordo che Claire ha posto due domande: cosa i vostri pg vorrebbero cambiare di loro stessi (quindi punterebbero al fisico o al carattere?) e cosa nel mondo della magia può donare tale abilità. Risponda solo chi lo desidera, naturalmente.
    Per qualunque dubbio non esitate a contattarmi per MP.

    Piccolo appunto: attenzione a descrivere bene come vi muovete nella serra, in alcuni post siete stati contraddittori dando indicazioni su destra e sinistra e andando a sedervi vicino a compagni che si trovavano dall'altra parte dell'aula. Per comprendere meglio la disposizione, in base a quanto da voi scritto, qui un'immagine. Se qualcuno dovesse aggiungersi, inserirò altri banchi.

    Prossima scadenza: ore 23.59 del giorno 14 gennaio.


    Edited by Claire J. Murray - 16/1/2020, 21:13
     
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  2. panda_2019
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    Altair Alexander Sherwood
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    Altair stava ascoltando attentamente la lezione e prendeva appunti , iniziò a pensare a cosa poteva serviglio chiò che stava dicendo la professoressa e sospirò solamente , alzai la mano e cercai di esporre ciò che potevo fare . allora cambiare aspetto fisico può servire nella magia per scoprire dei segreti oppure entrare in luoghi che sono proibiti , perchè può diventare ciò che vuoi se ho capito bene , invece per le emozioni sinceramente non lo so cosa potrebbe servire ancora devo ragionarci bene su questo aspetto. si fermò un attimo e poi disse per cambiare aspetto si potrebbe usare la pozione polisucco che serve appunto a cambiare aspetto e diventare agli occhi degli altri qualcun altro smise di parlare e sperava che era esaustivo ciò che aveva detto e che la professoressa fosse contenta di ciò che aveva espresso . aspettava tranquillamente che la prof rispondesse e che continuasse la lezione , era parecchio interessante . e continuava a prendere appunti sulla sua pergamena scrivendo tutto quello che aveva detto la professoressa .

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    Mia salutò Adamas con un sorriso, e replicò tranquillamente che stava bene, chiedendo poi al ragazzo come stava lui. Trovava il suo compagno di casata davvero adorabile, si ripromise di passare più tempo con lui, in quell’ultimo periodo erano success così tante cose che aveva finito per non fare parecchie delle cose che avrebbe voluto fare.
    Lasciò che il ragazzo prendesse posto poco distante, scuotendo piano la testa. “Non mi disturbi, figurati” replicò con dolcezza, per poi focalizzare sulla frase che la Murray aveva scritto alla lavagna.
    “Se si desidera realmente qualcosa, non c’è magia più forte della volontà.”
    Inizialmente quella frase le era sfuggita, troppo presa a guardare l’aula e perdersi nei suoi pensieri. Era troppo lontana da Jessica per sentire la sua risposta, ma in effetti avrebbe concordato: certo, la volontà poteva aiutare ed era sicuramente qualcosa che dava uno slancio in più, ma una botta di fortuna non guastava mai e di certo la sola voglia di fare qualcosa non poteva bastare. Aveva voluto, per anni interi, avere la possibilità di trovare il suo posto nella famiglia Nott, eppure la sua volontà non era stata sufficiente, aveva dovuto aspettare che Charles prendesse la decisione di andarsene e la portasse con sé. D’altra parte sì, quando avevano deciso di andarsene, la loro volontà era stata sufficiente ma non si sentiva per niente rappresentata da quella frase, anche se la spiegazione della Murray poteva avere senso: non intendeva pensare che la magia risolvesse ogni cosa, ma per il resto non riusciva ad essere concorde.
    Ecco, per esempio, in quel momento la sua volontà era quella di passare una lezione tranquilla, concentrarsi il più possibile, ed ecco che Cameron fece la sua entrata nella stanza. Le sembrò quasi di percepire l’aria nella stanza cambiare, una sorta di formicolio che correva lungo la sua schiena e che lei cercò di ignorare, con scarsi risultati. Si diede della paranoica, pensò di avere davvero qualcosa che non andava e di essersi sognata ogni cosa, e non mancò di sussultare quando Cameron comparve nel suo campo visivo. Avevano fatto un patto, lui le aveva promesso che non l’avrebbe più disturbata e poi si sedeva accanto a lei?!
    Avrebbe voluto essere molto più irritata di così, in realtà aveva visto anche una parte di Cam non così tanto spiacevole –o almeno per quel poco che aveva visto- eppure in quel momento si impose di pensare solo al peggio. “Che cosa ci fai qui?!” domandò senza mezzi termini, cercando istintivamente di prendersi il proprio spazio e farsi vagamente da parte. Non voleva comunque dargli troppa importanza, si convinse che se lo avesse ignorato forse l’avrebbe avuta comunque vinta e dopotutto la professoressa cominciò poco dopo a spiegare. Seguì attenta i suoi movimenti e la sua spiegazione, tendendosi quando la pinta rispose istintivamente al contatto con la docente, affascinata dalla reattività della pianta.
    Mia lanciò un’occhiata al suo concasato, che non le era parso poi così tanto preparato: per quel che la riguardava il cambiamento del proprio carattere era ben più importante e rilevante del cambiamento del proprio aspetto fisico. Certo, c’era da dire che Mia percepiva sempre un filo di rivalità con chiunque intervenisse a lezione, non che ce l’avesse con qualcuno ma le piaceva –era innegabile- dire la cosa giusta e mal vedeva coloro che non sembravano impegnarsi totalmente nelle lezioni. Ecco, Cameron per esempio era esattamente il tipo di persona che lei non tollerava, anche se fino a quel momento aveva avuto la fortuna di prenderci anche fin troppe volte, cosa che la irritava ancora di più. Spendeva un sacco di tempo sui libri, come poteva lui riuscire sempre, in qualche modo, a dire la cosa giusta anche se era evidente che non fosse pronto?!
    Alzò diligentemente la mano e intervenne accennando un leggero sorriso, drizzando la schiena e guardando la professoressa, con aria ordinata. Certo, per qualcuno che non la conosceva poteva apparire estremamente perfetta e diligente in quel momento, la classica secchiona, ma diverse persone anche tra i presenti avevano cominciato a vedere ben oltre la superficie. “Personalmente credo che modificare le proprie emozioni possa rivelarsi, in realtà, molto efficace, soprattutto in momenti di pericolo: se per esempio si potesse trasformare la paura in fermezza, o il terrore in lucidità, di certo si otterrebbero parecchi vantaggi. ” spiegò con attenzione. Non era così semplice però dire che cosa avrebbe cambiato di sé stessa, non aveva intenzione di entrare troppo nel personale così decise di concentrarsi su qualcosa che chiunque avesse partecipato ad uno dei recenti scontri con lei aveva sicuramente notato. “Mi sarebbe sicuramente tornato utile, in uno dei recenti scontri, poter cambiare la mia paura di fallire trasformandola in sicurezza, avrei ottenuto risultati migliori”. continuò, e chi la conosceva bene avrebbe potuto scorgere anche una nota di delusione e rabbia verso sé stessa, per non essere stata sufficientemente brava o attenta o utile. Si schiarì poi la voce, prima di continuare. “ A dire il vero conosco parecchi incantesimi che possono modificare l’aspetto esteriore, basti pensare a Vestis, se vogliamo anche Mutatio Caput, dal momento che cambia la testa di una persona in quella di un animale, e credo di aver letto qualcosa su un incantesimo chiamato Colovaria, per cambiare il colore dei capelli di qualcuno per esempio, o cose del genere. Ora mi sfuggono però incantesimi che possano direttamente cambiare le proprie emozioni, eccezione fatta per Confundus, ma non saprei se possa definirsi tale: dopotutto agisce sull’aspetto emotivo e psicologico del soggetto, causandogli confusione, ma non ho idea se possa considerarsi appropriato.” terminò quindi, incrociando le mani tra loro dal momento che era impaziente di toccare le piante e provare a interagirci, si augurava solo che la Murray non avesse in mente un lavoro di coppia, non era certa che una collaborazione con Cohen potesse portare da qualche parte.

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    Adamas Vesper
    Studente | 17 anni

    “Tutto bene, Mia - grazie. Finalmente si tornano a studiare argomenti interessanti...”: ricambiò il sorriso, pensando in cuor suo che era un poco stanco di essere solamente il ragazzo cortese e carino. Forse avrebbe dovuto impegnarsi di più e sviluppare meglio le sue conoscenze. Certo, non era una crescita che potesse fare nei pochi minuti che precedevano le lezioni: avrebbe richiesto molto più impegno e tempo.
    "Ehilà, Jesse - da quando parli greco? Comunque... mi sa che mi serve il tuo aiuto per un po' di allenamento dopo le vacanze...": sorrise al Black Opal per cui aveva, nonostante tutto, ancora una piccola cottarella, sperando che accettasse la sua proposta. Urgeva riprendere un po' di esercizio fisico, e chi meglio di Jesse per farlo? Certo, alcuni malpensanti potevano credere che Adamas si riferisse a qualcosa di meno puro...
    L’inizio della lezione non rispettò propriamente le aspettative di Adamas: chi si sarebbe mai aspettato che una lezione di Erbologia vertesse, in un certo senso, sull’introspezione? Eppure, la domanda della professoressa Murray era pesante: che cosa avrebbe cambiato Adamas di se stesso? Era un pensiero che lo perseguitava già da un po’, e forse non aveva già percorso qualche piccolo passo per modificare il suo comportamento?
    “Ehm… ecco, professoressa… probabilmente vorrei…” ed ecco che la sua timidezza fece capolino; prese un respiro per tranquillizzarsi, prima di riprendere a parlare “vorrei essere meno timido”.
    Anche se forse più che timidezza era vera e propria ansia sociale. Si ricompose, accorgendosi di essere arrossito leggermente - come al solito; fortunatamente, la lezione proseguì senza molti intoppi.
    ‘Piante dei Desideri, eh? Ma forse non è esagerato voler cambiare così tanto il proprio essere?’: sicuramente era controproducente, visto che il consumo cronico determinava molteplici effetti collaterali. Il riferimento della prof al ciclo mestruale lo fece nuovamente arrossire: la semplicità con cui parlavano di determinati argomenti (da sempre tabù in casa Vesper) ancora lo sconcertava. Il perbenismo dell’alta borghesia magica ancora lo attanagliava, nonostante tutto.
    Prese appunti sul Folium Species e sul Genie: tra le due, preferiva la seconda. Ma forse tale preferenza era dovuta al fatto che Adamas fosse sempre stato a suo agio con il suo aspetto fisico, ma meno col proprio carattere. Trovò preoccupanti i meccanismi di difesa delle due piante, rincuorandosi solo leggermente per il fatto che la docente avesse i rimedi.
    ‘Un meccanismo magico per cambiare caratteristiche fisiche o mentali? Beh, ce n’è molti…’
    “Forse… restando in tema Erbologia, può rientrare in questo argomento anche l’Algabranchia, visto che può donare attributi fisici che permettono di respirare e muoversi più agilmente sott’acqua… insomma, branchie o mani e piedi palmati possono essere utili, in alcune circostanze, no?"
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Molte persone - ciao Jawaad - potevano trovar fastidiosa l'incondizionata felicità che Erik ostentava in continuazione, eppure il prefetto pur sapendolo non riusciva a modificare questo suo lato di sé. Insomma, poi Josh gli aveva anche detto che era carino quando si era proposto di andar in cameretta, la professoressa Murray aveva ricambiato il proprio saluto e da lì a breve sarebbe cominciata la lezione di Erbologia. Come poteva non sprizzare gioia da tutti i pori?
    Ecco, ora comincia! Non sei felice? Stava ancora molestando Jawaad, ma subito si zittì e crucciò leggermente lo sguardo. Ci sono argomenti del primo anno che non abbiamo fatto? QUALE? DEVO COLMARE LE MIE LAGUNE! Non era mai stato un secchione, ma la sola possibilità che potessero esserci dei fiori o delle piante in quella serra che ancora non conosceva lo rattristava. Poco male, recuperiamo oggi. Resistete ancora un po', piantine, sto arrivando! E invece no, prima c'era una domanda. Per non strafare come suo solito lasciò rispondere prima i suoi compagni di classe, sorridendo alle parole della Freemane di Vesper. Proprio dopo quest'ultimo alzò la mano il licantropo, attendendo il permesso di poter prendere parola. Professoressa, io non sono certo di aver una risposta alla sua domanda. Esordì con un tono di voce assai dispiaciuto, forse avrebbe voluto far una bella figura come solitamente riusciva a far nelle altre lezioni, tuttavia il quesito lo destabilizzava. Forse pecco di presunzione e per questo chiedo scusa a tutti voi, ma non cambierei nulla del mio carattere o del mio aspetto e non perché non sia pieno di difetti, ma perché purtroppo anche le cose che odio di me fanno parte di Erik Foster e non vorrei essere nessun altro. Era un ragazzo che guardava sempre il bicchiere mezzo pieno e anche di fronte ai suoi difetti si riteneva fortunato poiché era un giovane in salute, con una forte personalità per quanto a volte immatura e senza nessun tipo di problema fisico. Definiva nascondere i difetti come una vera perdita di tempo, forse anche a causa di quella che era la sua vita e anziché impiegare ore ed ore a curarsi i capelli o lavorare sul suo carattere stava cercando un lavoretto estivo per potersi permettere il materiale scolastico. Se tutti avessero investito le proprie energie a migliorare la propria vita anziché il proprio aspetto fisico forse nessuno si sarebbe più lamentato di quanto ingiusta fosse la vita.
    Piante dei Desideri? Ripeté nella propria testolina, spalancando poi gli occhi non appena si appuntò quale fosse la loro particolarità. Sarà per questo che alle ragazze piace tanto l'Erbologia? Si chiese, facendo poi due freccine sotto alla definizione di Piante dei Desideri. Al termine di una scrisse Folium Species e sull'altra Genie.
    Poi arrivò una seconda domanda e fu nuovamente la Freeman a rispondere per prima. Wow, oggi è un razzo! Pensò, alzando la mano dopo che qualche altro studente aveva dato la sua risposta al riguardo. Spero che la professoressa O’Neill non mi fulmini, ma dovrebbe esserci un intera branca di Pozioni volta a modificare il carattere di una persona. L'Elisir dell'Euforia e la Bevanda della Pace sono solo due esempi di queste, tuttavia proprio perché si tratta di Pozioni sono magie temporanee. Se volessimo spostare il discorso sul permanente dovremo parlare di Alchimia, però questa agisce unicamente sulla componente fisica. Ok, aveva finito. Era stato un po' prolisso, ma ora non vedeva l'ora di scoprire gli effetti delle Piante dei Desideri sulla sua pelle.



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    jawaad aron bàs // dioptase

    15 y.o. // fancazzista studente
    statistiche // scheda pg


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    Ricominciare con le lezioni era sempre stressante per lui, ma fortunatamente non lo diede troppo a vedere. Fu uno dei primi ad entrare nell'aula e dopo aver salutato la professoressa si andò a sedere a metà dell'aula. «Non c'è nessuna candelina lì davanti a lei, signor Bàs, non sprechi il fiato sbuffando.» Quando sentì il suo cognome, alzò le sopracciglia formando due archi perfetti, in direzione della professoressa. Sapeva che non lo stava ribeccando, ma comunque la guardò in modo abbastanza stranito. Non si può neanche più sbuffare, che palle! Ma lei che diavolo ne poteva sapere di quello che stava passando e soprattutto, di quanto gli sembrasse ridicola quella frase. Pian piano guardò entrare i compagni tra cui Altair che lo salutò per poi mettersi al suo posto. Rispose con un gesto della capoccia, poi tornò a fare ghirigori sulla sua pergamena, aspettando l'inizio della lezione. Entrò anche Jess, che lo salutò ma si fermò a parlargli di più. Sorrise sotto i baffi, poi annuì. Ciao Jess. Tornare a lezione è sempre un dramma per me. Ammise con un sorriso e guardandola dolcemente. La seguì con lo sguardo finché non si sedette vicino ad un suo amico. Quando si fu seduta, tornò dritto con la schiena. Volente o non volente la controllò; Non sapeva perché ma aveva preso quella ragazza con dolcezza, quindi si sentiva in dovere di proteggerla. Salutò con un gesto della testa un ragazzo che gli sorrise. Non lo conosceva ma il saluto non si toglieva a nessuno. Scrutò il compagno di Jess, cercando di capire chissà cosa, poi tornò a guardare la professoressa nello stesso momento che arrivò Blake. Lo fissò avviarsi verso di lui, con occhi seri seri, finché non si sedette al suo fianco cosa che lo fece ridacchiare. Non sapeva quale buon dio aveva messo la mano sulla testa di Jawaad, ma quel ragazzo l'aveva preso in simpatia. Alla sua frase, alzò un sopracciglio: Credo che dovremmo collaborare e penso anche che tu possa essere alla mia altezza! Strinse le labbra, serio. Qualche centimetro ci divide, ma ci sto. La demenza doveva arrivare da qualche parte. Eccola. Lo guardò ammonire una ragazza, quasi ridendo. Dai, lui che ammoniva qualcuno. Se ne stette principalmente in silenzio a guardare gli altri salutarsi e cose così, finché non senti un: Ehi, io e te ancora non siamo amici, ti va di rimediare subitissimo? Si girò a guardare chi avesse detto una frase del genere e stupidamente capì che era rivolto proprio a lui. Fissò il ragazzo, alzando un sopracciglio. Non sapeva se ridere o piangere. Hai proprio la faccia di qualcuno che non vede l'ora di coltivare dei fiorellini. Ho indovinato, vero? Queste cose le capisco proprio a pelle. Strinse le labbra, impedendo alla risata che sentiva in gola di venire fuori. Come no... Disse, fissandolo sedersi di fianco a lui. Di male in peggio. Poi se fanno tanto profumo, vado in estasi. Esclamò, con tono super sarcastico. Di certo non parlava di fiorellino normali, ma di marijuana. Lui aveva anche il dito nero, nerissimo.
    Finalmente la lezione iniziò e subito la professoressa cominciò a parlare mezza sentita da Jawaad che, ammettiamolo, non dava troppa importanza alla donna. Ma non perché era erbologia. Ma perché si annoiava particolarmente alle lezioni. La donna chiese quale parte fisico o caratteriale avrebbero cambiato di se stessi. Nessuno. Lui era perfetto così.
    Ascoltò senza dar voce ai suoi pensieri. Jawaad era una persona poco loquace. Non gli piaceva mettersi in mostra alle lezioni. Era quello che se ne stava in disparte ad ascoltare gli altri fare i grassocci di fronte ai professori. Forse sbagliava, ma non era interessato a rimanere nei pensieri della gente. Si girò a guardare Blake, alzando sopracciglia a non finire. Sapeva che le lezioni servissero principalmente a fare emergere i ragazzi dal loro essere ma a lui, ripeto, non interessava.

    narrato - pensato - parlato


    "ahhh.. esticazzi..?"

    © codice role by me, se prelevate vi stacco la giugulare.
    Per visualizzare bene il code bisogna avere il font: "bebas" installato nel pc.


     
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    Erbologia. Non era il lizza per diventare la sua materia preferita, ma era comunque passabile. Sempre meglio di Aritmanzia, della quale non capiva nulla, o Storia della magia che lo aveva sempre fatto addormentare sul banco. Almeno avrebbero potuto starsene più o meno all'aperto, osservare piante, sporcarsi... rabbrividì al solo pensiero. Fortuna che non aveva messo i suoi vestiti preferiti, o avrebbe di certo imprecato. Si passò una mano fra i capelli, sospirando mentre cadeva pesantemente sul banco vicino a Mia. Sì, ecco, la Freeman era un altro di quei misteri cosmici che proprio non riusciva a capire. O forse era lui il mistero per lei, dal momento che, seppur avessero un patto, lui era andato a sedersi esattamente a fianco della ragazza che più lo detestava in quella scuola. E lo dimostrò anche nella sua risposta brusca, irritata e decisamente petulante. Calmati si limitò a dire, scrollando le spalle. Non mi pare che su questi banchi ci sia scritto "Proprietà di Mia Freeman", tu che dici? sbuffò, con il solito ghigno beffardo. Quindi ora, se mi vuoi scusare, vorrei ascoltare la lezione. Concluse, dimostrando una grande faccia tosta. Chiuse un momento gli occhi, quando una voce dietro di lui, lo fece voltare lentamente. Era un ragazzo che non aveva mai visto neanche per sbaglio, un Ametrino, che sembrava voler parlare con lui. Il dioptase roteò gli occhi e si limitò a mostrare il pollice in su al ragazzo, per poi tornare a girarsi verso la professoressa. Ella porse una domanda ai ragazzi. Ecco, una delle domande che più i giovani avrebbero voluto realizzare, ovvero cosa avrebbero cambiato di se stessi. Cam sapeva benissimo cosa avrebbe voluto cambiare. Il suo passato. Certo, non era esattamente un qualcosa che centrava con il suo corpo o la sua mente, ma certamente se il suo passato fosse stato diverso, forse anche il suo carattere ed i suoi atteggiamenti sarebbero stati diversi. E soprattutto avrebbe odiato meno gente, come appunto i professori.
    Mh fu il suo commento quando, per primo, un ametrino prese la parola. Quello è strano continuò, senza preoccuparsi di moderare il tono di voce. Ma, così a pelle, non gli stava troppo simpatico. E Cam non si faceva troppi problemi a dire ciò che pensava, anche a costo di ferire delle persone. Non trovi? chiese poi alla bionda seduta accanto a sé, prima di prendere un foglio di carta ed iniziare a piegarlo. Perché lo stava facendo? Beh, quelle domande lo innervosivano. Voleva evitare di rispondere, ma voleva anche prendere un buon voto per una volta; non pretendeva molto, gli bastava una A.
    Comunque, lasciò quindi che fossero altri a parlare, per il momento. Ascoltò quindi con vera attenzione, cosa che non si sarebbe mai aspettato, la risposta di Mia, trovandosi mentalmente concorde su ogni sillaba pronunciata dalla bionda, anche se mai lo avrebbe ammesso ad alta voce. Io non cambierei niente di me pronunciò quelle parole con spavalderia, sfidando con gli occhi la Murray a contraddirlo. Comunque, mettiamo caso che io non fossi così dannatamente perfetto, lavorerei molto più sul carattere che sull'aspetto fisico. Essere abili nell'arte oratoria, saper imprimere molto carisma nelle proprie parole... è molto più utile che diventare qualcun altro. Insomma, la polisucco quanto dura? Un'ora? Due? Una giornata? Non è una cosa definitiva, mentre avere ascendente su chi ci circonda, quello sì che permane per molto più tempo. Concluse, tornando poi a concentrarsi sul foglio che, ormai era evidente, stava prendendo la forma di un origami.
    E per ciò che può permetterci di cambiare qualcosa in noi, sì c'è la polisucco ma vari altri incantesimi. Per esempio Furunculus ridacchiò il ragazzo Insomma, difficile riconoscere qualcuno con delle bolle su tutto il corpo. Non era troppo serio... più o meno. Oppure Densaugeo. Sarebbe divertente vedere qualcuno con dei denti spropositatamente grandi. Potrei citare anche Corpus Duro concluse, prima di tornare definitivamente a concentrarsi sul suo origami... salvo avere un'illuminazione su un incantesimo che, probabilmente, non c'entrava nulla ma che aveva un effetto che comunque un minimo incideva sulla persona. Imperio. Pronunciò quella parola lentamente, mentre un masso si posava sul suo cuore. Il ricordo vivido di sua sorella era come un marchio di fuoco su di lui che non se ne sarebbe mai andato. Per un attimo non seppe proseguire, troppo perso in quei dolorosi ricordi. Le urla della sorella non le avrebbe mai dimenticate. Si sforzò quindi di continuare. Forse non è esattamente un incantesimo che serve per cambiare una parte di noi, che sia il fisico o il carattere, ma sicuramente è un qualcosa che in qualche modo influisce. Influisce sulla nostra volontà, cambiandoci e piegandoci al volere di chi ha lanciato l'incantesimo. Probabilmente non c'entrava un emerito cazzo con la lezione, ma a lui andava di dirlo e quindi lo disse... o, più propriamente, gli uscì di getto.
    Per te. Stavolta si stava rivolgendo alla ragazza accanto a lui, Mia, e gli stava porgendo un origami a forma di ranocchia. Il suo sorriso beffardo era ricomparso, quasi come se poco prima non avesse rivissuto nitidamente la morte della sorella.
    Cameron Cohen -Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Lucas Jughead Jones
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    Era chiaro a tutti che a lui non interessava minimamente avere un compagno di banco, durante quella lezione. E nemmeno durante le successive o quelle che sarebbero venute da lì alla fine dell'anno.
    Voleva solo che quell'interminabile secondo anno, avesse fine il prima possibile, cercando di non fare ulteriori danni, più di quello che non era già stato fatto.
    Tornare a scuola era stato un azzardo, ne era certo, tuttavia non poteva continuare a rimanere in depandence dove ogni scusa era buona, per il nonno, di dire quanto aveva ragione e quanto avrebbe dovuto seguire il suo consiglio di lasciare l'Accademia per occuparsi degli affari di famiglia.
    Salutò chi gli rivolse parola, con un cenno del capo, senza smuoversi più di tanto.
    C'erano volti, a quella lezione, che non ricordava nemmeno di aver mai visto. Probabilmente perché non aveva mai prestato attenzione a nessuno, all'infuori di...
    Una voce interruppe quell'osservazione annoiata che faceva di tutti gli esemplari lì presenti. Sollevò il capo, trovandosi davanti Jessica Whitemore.
    Con lei c'era stato qualcosa di strano, che probabilmente avrebbe dovuto chiarire con calma, tuttavia sapeva bene che quello non sarebbe stato il posto giusto, né aveva poi tanta voglia di dirle qualcosa adesso. Non sapeva nemmeno che cosa avrebbe dovuto dirle, sinceramente, quindi optò per abbozzare un sorriso al suo saluto, spostando la tracolla che si era appropriata anche dello spazio che aveva accanto a sé.
    Alla fin dei conti, avere Jessica accanto, avrebbe sicuramente attirato l'attenzione sul fatto che fossero seduti vicini, piuttosto che sul fatto che lui fosse tornato a lezione.
    Con la coda dell'occhio la guardò, dopo quel sussurro che avrebbe sentito solo lui, quindi sollevò un angolo delle labbra in quel sorriso abbozzato e sguincio che gli veniva sempre male, ogni volta che provava ad avere un'espressione diversa da quella seria e imbronciata.
    Corrugò la fronte alla sua esclamazione, quindi buttò un altro gelido sguardo alla lavagna.
    Rise appena alle sue parole. Jessica era esattamente quello che Lucas avrebbe definito una matriosca di esplosivi. Partiva dal botto più lieve, fino ad arrivare all'esplosione nucleare.
    «Non sai quanto desidererei essere da tutt'altra parte, adesso... eppure, voglio o non voglio, mi tocca seguire.» un sussurro lieve, quello di Jug, mentre incrociò le braccia sul legno del banco, poggiandovi sopra il mento, ritornando nel momento di stasi che si era costruito prima dell'arrivo di Jessica. Fece dondolare la testa, per poi poggiarla con la guancia sulle braccia e gli occhi rivolti verso Jessica «Pss... senti, dopo lezione hai da f---» si interruppe, vedendo un ragazzino del primo anno della sua casata avvicinarsi al loro banco e... fu costretto a nascondere il volto tra le braccia.
    Quando questo si allontanò abbastanza da lasciare di nuovo il silenzio al banco strano che si era formato, Lucas fece per scivolare verso Jessica, senza staccare le braccia dal tavolo «Sai, la prossima volta devo venirti anche io a salutare col bacino... Jessy disse in un sussurro talmente flebile e nascosto che avrebbero potuto sentirlo solo loro due, quindi si ricompose, senza sollevare la testa dal banco.
    A quanto parve, però, oggi era proprio giornata di rapporti sociali. Entro Blake, in quell'aula che sembrava fin troppo tranquilla. Il tifone si stava abbattendo da quelle parti e lui non ne sarebbe uscito sano. Sollevò le iridi al cielo «Se vuoi ti do un pugno così lo capisci meglio, Barnes.» il suo tono non era cattivo, era canzonatorio, seguito da un mezzo sorrisetto, ma non si sforzò nemmeno di sollevare il capo. Alla fine, Blake era andato fin da lui per portarlo di nuovo lì. Quel ragazzo ne aveva di fegato da vendere... lo reputava quasi... quasi...

    La porta si spalancò di nuovo e quei passi che calpestarono il terriccio della serra avevano un suono familiare.
    Era come una lontana eco di un ricordo che aveva cercato di seppellire, nei mesi precedenti.
    Rizzò la schiena, come quando ti si accappona la pelle per la paura, mentre la Prefetta degli Opal faceva il suo ingresso in serra, passando accanto al suo banco.
    Sentì il cuore fermarsi, ingoiò a vuoto. Sentì i piedi gelarsi improvvisamente, così come tutto il resto del corpo, per poi sciogliersi inaspettatamente alla vista di quelle sfumature di iridi che non vedeva da fin troppo tempo.
    I loro sguardi si incrociarono «Liz...» e fu quasi come un incontro di boxe improvvisato che non sapeva dove colpire, se pancia, stomaco, petto o volto.
    «Merda.»
    Aveva sempre sperato che il lontano dagli occhi, lontano dal cuore che aveva vissuto, fosse bastato a perdere l'interesse per quella ragazzina, a riuscire a voltare lo sguardo come se non gli importasse più nulla di lei e di come stesse.
    Sul letto della sua stanza aveva trovato quel pacco di Natale, che ancora non aveva aperto, vedendo di chi fosse. E lei? Aveva ricevuto quel regalo che le aveva fatto?
    Lo sguardo corse un attimo verso Blake, poi quasi come se richiamato tornò sulla ragazzina.
    «Chissà come sta... chissà se ha passato un buon Natale... chissà se...» troppe domande a cui non avrebbe avuto risposte, miste ad un senso di inadeguatezza che lo premette di nuovo verso il basso, calando lo sguardo tra le braccia, rifugiandosi in quel semi-buio che si era creato, ma senza chiudere le iridi di ghiaccio. Rimase a guardare il nero che c'era in quell'abbraccio. Forse doveva salutarla? Forse doveva sorriderle? Si era seduta? Poteva alzare di nuovo lo sguardo?
    Com'era successo che fossero tornati indietro? Sembrava di rubare quegli sguardi, come gli anni passati, come ad Hogwarts.
    L'odore del suo balsamo sembrò spingere verso quel recinto che aveva fatto con le sue stesse braccia, gli occhi si sgranarono, mentre i battiti accelerarono appena. Era vicina? Perché sentiva quel massacrante odore? Fece per sollevare lo sguardo, quindi, cercando di sbirciare e davanti a sé riconobbe quei capelli. Celò alle sue spalle un sorriso, proprio come qualche mese prima, lei era avanti e lui dietro, a rubarle anche solo per brevi istanti, qualche sguardo.
    Quando risalì con lo sguardò ancora le sue iridi erano lì a schiaffeggiarlo. Poi, quella frase... era una domanda? Un'affermazione?
    Ingoiò a vuoto, quindi fece strinse le labbra tra loro, facendo un breve cenno con la testa, senza proferire una sola parola, bloccato dal suono di quella voce che lo aveva confuso.
    Voleva sprofondare all'interno del suo cappellino...

    Doveva distogliere l'attenzione dalla Prefetta. Con la coda dell'occhio cercò Jessica e tentò di allungare una mano in sua direzione, provando a rubarle la penna con cui la ragazza probabilmente avrebbe preso i suoi appunti, così, giusto per cercare qualcosa da tenere tra le mani, mentre dava fastidio alla Whitemore.
    Mentre il braccio era ancora in direzione di Jessica, Elisabeth si voltò di nuovo, attirando la sua attenzione, anche solo in quel breve frangente con la coda dell'occhio.
    Lucas rimase di ghiaccio, con il braccio rigido verso il banco della compagna.
    Guardò il pezzettino di pergamena. La gola gli bruciava, era troppo secca.
    Lasciò perdere l'idea di rubare la penna a Jessica e afferrò il bigliettino.
    Cercò di tenere occhio sulla docente, sperando di non esser visto e lesse quello che aveva dentro.
    Quelle parole.
    Quella firma.
    Un orario e un luogo.
    Voleva vederlo? Perché?
    Strinse il fogliettino tra le dita, quindi lo ricacciò in tasca in fretta e furia, guardando l'asse di legno del banco.

    La lezione iniziò, ma ogni due parole della docente, ne sentiva una. La sua mente vagava sui possibili argomenti che doveva ancora avanzare Elisabeth, sul motivo per cui aveva deciso di incontrarlo. Sollevò lo sguardo sulle sue spalle e per un attimo il flash di quando le vide per l'ultima volta quella sera nella sua depandence fu talmente forte che quasi gli venne da vomitare. Scosse il capo, quidni, cercando di focalizzare l'attenzione sulla lezione.
    La domanda della Murray sembrò cascare a pennello. Cosa avrebbe scelto, lui? Sicuramente il modo di legarsi ad una persona, odiava follemente dover sentirsi così legato a qualcuno, odiava il suo modo di non riuscire a dimostrare il lato positivo delle cose, odiava i suoi capelli. O forse il suo naso? Oh, beh, doveva solo decidere, insomma. Gettò uno sguardo a Jessica, cercando di abbozzare ancora un sorriso.
    Piante dei Desideri.
    Questo attirò la sua attenzione, quindi cercò di concentrarsi, buttando di tanto in tanto lo sguardo verso Elisabeth.
    No, non era proprio il caso di prendere quelle piante più del dovuto, per quanto fosse interessante il loro effetto.
    Alzò la mano, alla sua domanda, cercando di rispondere in maniera abbastanza sintetica su quel poco che sapeva «Se non ricordo male, esiste la pozione Polisucco che permette di cambiare l'aspetto fisico di un individuo. Poi, ci sono delle linee di dna che concedono delle abilità specifiche a chi le possiede, che permette loro di cambiare il proprio aspetto, non so, i metamorfomaghi, per esempio.» e con la coda dell'occhio si spostò verso Blake, lui sicuramente ne conosceva una in particolare. Per non parlare della docente di Incantesimi.
    Quindi scrollò le spalle e fissò la pianta Genie... il fiore che donava energia, sarebbe stato veramente un toccasana adesso.
    Uno sguardo fugace a Elisabeth, per poi tornare alla docente.
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    Erbologia era una di quelle lezioni che Gyll ancora non aveva capito se le piaceva o meno. Insomma, scopriva tante cose molto divertenti e quasi le piaceva prendersi cura di qualche piantina, ogni tanto.
    In quella serra, oggi, non sapeva esattamente cosa avrebbero fatto, tuttavia aveva una certa agitazione e curiosità nel cercare di capire cosa ci fosse sotto quei teli.
    Era in quell'aula da un po', se ci fosse stato il posto libero vicino a Joshua, si sarebbe infilata lì «Ehi Josh! Posso stare vicino a te, questa volta? Prometto che faccio la brava!» il sorriso della mezza-veela cercava di promettere davvero bene e se il ragazzo lo avesse concesso, si sarebbe seduta lì.
    Lo sguardo sulla lavagna sarebbe corso rapidamente, per poi ficcare il naso dentro la tracolla alla ricerca del quaderno di Erbologia e di una penna. Avrebbe messo tutto sul banco, prima di ascoltare la spiegazione della docente.
    L'interessante domanda della Murray, fece sussultare Gyll che balzò quasi in piedi, con un braccio alzato «Io vorrei provare ad essere più tranquilla. Mi dicono sempre che sono un terremoto, ecco... quindi cambierei questo lato di me, credo. Ma non so se poi mi piace. Cioé, quanto dura l'effetto di queste piante, professoressa Murray?» era allo stesso tempo curiosa e spaventata.
    Cercò con lo sguardo Joshua, quindi, cercando di sporgersi verso di lui, appena «Josh, ma tu mi ci vedi calma e pacata? Insomma, non sono poi così agitata, non credi?» sicuramente Joshua sarebbe stato sincero con lei, era pur sempre un suo amico, da molti anni e non le aveva mai mentito.
    La spiegazione continuò e Gyll si cercò di mostrare attenta e pronta a cercare una risposta a quella che sembrava una domanda fin troppo vasta e difficile. Era certa di aver sentito parlare di qualche altra cosa, che ancora non era stata detta, tuttavia non le veniva in mente nulla.
    Cercò di star dietro alle cose che gli altri comunicavano, prendendo degli appunti un sacco disordinati, che non avrebbe capito nessuno se non lei stessa.
    Sbuffò appena, all'ennesimo errore dettato dalla fretta, quindi lasciò la penna sul banco, rinunciando a scrivere.
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    Erano passati mesi ormai, Dicembre era arrivato e aveva fatto in modo che Lilith prendesse un bel respiro da quelle mura che erano una gabbia dorata.
    Aveva passato le vacanze con Blake, dal primo all'ultimo giorno, spostandosi a turno prima a casa sua, poi a casa dei Barnes, con Aaron compreso nel prezzo. Non era stato poi male, aveva aiutato tanto a sbloccarsi. Il suo parlare si era fatto via via più frequente e qualche sorriso di più era uscito.
    Inoltre, dormire con Blake la faceva sentire al sicuro, anche se le volte in cui il loro rapporto fisico aveva cercato di diventare qualcosa di più, si erano rivelate davvero un disastro.
    Eppure, adesso che era tornata a scuola, stava riacquisendo i giusti spazi, cercando di riprendere la vita che aveva lasciato indietro ad Ottobre.
    Uno di questi, era il continuo e frenetico ritmo scolastico. Ora riusciva sicuramente a starne al passo, rispetto ai mesi precedenti, gli incubi erano terminati e riusciva anche a dormire molto di più, senza svegliare Ayla o mandare un messaggio a Blake.
    Quando era arrivata nella Serra 1, aveva fatto qualche minuto di ritardo rispetto a Blake, al quale aveva intimato di entrare senza aspettarla, perchè doveva sistemare delle carte che non aveva ancora terminato di ordinare.
    Quindi non se la prese se quella lezione erano lontani, soprattutto perché i loro sguardi cercavano l'altro in continuazione.
    Prese posto accanto a Jesse, avvicinandosi a lui «Ehi Jesse, posso sedermi qui?» domandò prima che la lezione iniziasse, così da non essere comunque troppo lontana da Blake. Ormai non era un problema essere all'ultimo banco, per lei, in quanto ogni giorno aveva imparato quanto fosse comunque capace di intervenire anche da lì.
    Infatti non si perse d'animo e, la riccia, tornata finalmente del suo colore naturale, aveva alzato immediatamente la mano alla domanda della docente «So che esiste anche un'altra pozione. Mio padre me ne parlava, in quanto il nonno l'aveva tentata... la pozione Animagus, se non vado errata. Dovrebbe poter permettere a qualcuno di assumere le sembianze di un animale. So che è molto complicata, come intruglio.» si vedeva che aveva ripreso la giusta marcia, con questo anno nuovo che aveva sfondato le porte.
    Riguardo la prima domanda, non riusciva a trovare qualcosa che voleva cambiare, probabilmente perché di cambiamenti, al momento ne aveva subiti fin troppi.
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    Guardò Lucas e sogghignò. Per fortuna era tornato e aveva smesso di rompere le scatole per quella situazione assurda. Ma quando chiamò Jessica Jessy, alzò un sopracciglio, e prima ancora di rispondere alla sua "minaccia" scosse il capo. Non sapeva se vedeva del sesso in tutto perchè lui non ne praticava più, oppure aveva semplicemente un lanternito per quelle porcate. Prese un pezzo di carta lo appallottolò e lo buttò sulla testa di Lucas. Ma finiscila! Chi oserebbe mai rovinare un bel faccino come il mio? Ovviamente era ironico perchè di cazzotti in faccia ne aveva ricevuti abbastanza nella sua vita e ne aveva dati, certo... ma non sempre gli era andata bene come aveva sperato! Uh.... e Jessy... le stelle ti sorridono! Prendere in giro i suoi amici era quasi il suo passatempo preferito, riflettendoci! Poi si voltò i nuovo verso il suo compagno di banco rise per le sue parole ed annuì. Mi duole ammetterlo, ma hai ragione, nessuno è davvero alla mia altezza! Ovviamente, non gli era venuto per niente in mente che il ragazzo stesse parlando di se stesso e non di lui. Oh l'egocentrismo dilagante e folle! Quando anche Erik si andò a mettere vicino al ragazzo ridacchiò.Effettivamente... annuì alle parole di entrambi. potevano pensare davvero di coltivare erba in quella serra? Cioè... a Blake non era mai venuto in mente perchè c'era chi gliela passava fuori dalla scuola ed aveva trovato il modo per farla entrare dentro la scuola, ovviamente a scopo personale, sia mai che Blake Barnes convida le sue gioie con qualcono, senza contare che gli serviva per non esplodere ogni due per tre ed inoltre, non ne faceva un uoso eccessivo. Capitava, qualche volte, che riccorreva al'uso di tranquillanti naturali e il risultato era che andava nel letto del suo migliore amico a toccarlo. Guardò Jesse e sogghignò. Cazzo si, era il suo dannato migliore amico. E perchè Lilith ancora non entrava in classe? Sospirò. Sperava che stesse bene e che non stava cercando di ammazzarsi, ma quel periodo era passato no? Insomma... doveva passare per forza. Sorrise alla professoressa Mi fa piacere professoressa! Con sempre le solite cose, cosa intende esattamente! Si è messa a seguirmi su instagram? Ed era un modo tutto di Blake per dire alla docente che lei non lo conosceva, come poteva fare un'affermazione del genenre? Ma Blak era sempre stato un ragazzo intelligenente e cercò comunque di mantenere il rispetto che doveva alla professoressa. Ma il problema era che neanche lui la conosceva, ma comunque gli stava antipatica per il gesto fatto al ballo, che poi non c'era nessun gesto, ma Blake vedeva del marcio ovunque, specialmente quando si trattava di qualcosa/qualcuno che gli interessava particolarmente, ed in quel caso la professoressa di erbologia aveva preso due piccioni con una sola fava: si era avvicinata troppo a Lance e di conseguenza ad Annie. Insomma, come poteva stargli simpatica? Non sapendo che, effettivamente, quella donna era importantissima sia per Lance che per Annie, nonchè la primissima cotta del suo fratellone. Blake ignorava tutto quello che c'era dietro a quella donna così bella e si limitava a comporarsi con lei come con qualcuno che avesse toccato qualcosa che gli apparteneva personalmente e che per lui era molto importante. Insomma da adolescente coglione quale era. Si mise ad ascoltare la lezione a modo suo, ossia prendendo un foglio e cominciando a scarabbocchiarlo, facendo dei piccoli cerchi e poi dei triangoli che colorava all'interno oppure dei rettangoli e così via. Non stava distratto anzi, era ben concentrato sulle parole della donna. Si distrasse solamente quando sentì la porta aprirsi e vedere Lilith entrare. Si mise seduta vicino a Jesse. Blake voleva morire in quello stesso momento. Jesse non amava particolarmente Lilith, ma Lilith non era proprio una fan di Jesse specialmente dopo quello che gli aveva detto, ossia che comunque avevano dormito proprio insieme. Le sorrise e le fece un occhiolino, ma poi la risposta di Cameron, quello che aveva accompagnato Mia e baciato Mia al ballo disse quella cosa e lui alzò semplicemente lo sguardo dal suo foglio. Lo guardò e sgranò gli occhi. Tu lo sai che quando ti dici da solo che sei perfetto, sembri più un imbecille che altro? La professoressa doveva scusarlo, ma lui non ce la faceva a tenersi le cose dentro. Insomma, quando c'era qualcosa che pensava doveva per forza anche dirlo. Adesso, quella sua affermazione poteva essere nettamente una cavolo di contraddizione da parte sua visto e considerato che lui pensava di essere davvero perfetto, ma poi cambiò completamente pensiero. Ho sempre sostenuto di essere il migliore non perfetto...! Pensiero che si tenne tranquillamente per se. Poi però pensò seriamente alla domanda che fece la professoressa. Lui voleva cambiare qualcosa del suo aspetto fisico? No, sicuramente no, ma forse del suo carattere... si voltò di nuovo a guardare Lilith, ma poi guardò anche Jesse e lo sguardo gli cadde anche su Jessica e Lucas che aveva trattato malissimo nei giorni precedenti. Forse Jessica era quella con cui si era comportato peggio ed infatti alla fine ci aveva guadagnato un bellissimo schiaffo in faccia. Cambiare significherebbe quasi tradirsi. Perchè dovremmo cambiare qualcosa di noi stessi? Non sarebbe come diventare qualcun altro? Non era un ragazzo stupido, era un ragazzo che non si impegnava, oppure si impegnava solamente quando si interessava veramente a qualcosa. Si mise seduto meglio sulla sedia ed indicò la professoressa con la matita. Insomma è risaputo che io sia una persona molto impulsiva, se io volessi cambiare la mia impulsività... beh... allora diventerei come Mr abbraccio, una persona che fa la cosa giusta e pensa prima di farla. A quel punto non sarei più Blake ma Erik! Insomma a che pro? Era un suo personalissimo ragionamento, ma se doveva proprio essere partecipe alla lezione, allora doveva farlo a modo suo. Sorrise alla risposta di Lilith. Lei cosa vorrebbe cambiare di se stessa? Ovviamente la domanda era rivolta alla professoressa. Forse voleva essere più somigliante ad Annie così si poteva fare Lance? Si, forse questo pensiero era meglio tenerselo per se stessi. Non rispose alla domanda che fece, perchè gli sembrava essere un pappagallo, oramai le pozioni e gli incantesimi erano stati belli che elencati, e Blake aveva ripreso a scarabbocchiare la sua pergamena, ma solo dopo aver sorriso di nuovo alla sua riccia. Oddio, quella ragazza era un magnete e specialmente in quel momento della sua vita dove la sua situazione mentale ma sopratutto sessuale era molto precaria!
    ✕ schema role by psiche
     
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  12. Joshua B. Evans
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    Joshua Benjamin Evans
    Studente | 17 anni
    Quella lezione sarebbe risultata alquanto interessante, se la mente di Josh non fosse stata deviata altrove. Con tutto quello che era accaduto negli ultimi mesi, apprendere di una normalissima pianta a lezione era ciò che di più normale potesse succedere nella sua vita, eppure una certa frustrazione iniziò a incupirlo nel vedere una serie di persone costrette nello stesso luogo, interazioni che gli risultarono addirittura atipiche, ma necessarie per un quieto vivere.
    Quando Gyll prese posto affianco a lui, Josh riuscì a distrarsi dagli strambi pensieri che gli avevano invaso la mente fino a quel momento; rivolse un sorriso alla ragazza, cercando di risultare oltremodo convincente, prima di annuire alla sua richiesta.
    «Sei sempre stata più brava di me a scuola, se ben ricordo. Dovrei essere io a rassicurarti.»
    Probabilmente Josh risultava più pratico di lei in quelle materie in cui era richiesta una buona dose di sensibilità, ma non si era mai impegnato in tutte le altre, motivo per cui non trovava corretto ergersi come studente diligente che non desiderava affatto una distrazione.
    «Come va, Gyll?»
    Le chiese dando totalmente le spalle a ciò che aveva dietro di sé, ascoltando poi le parole della professoressa e utilizzandole come balsamo riparatore a quello strano stato d'animo che lo assillava da qualche minuto.
    La prima domanda ebbe numerose risposte e Josh si ritrovò seriamente a riflettere su cosa avrebbe potuto desiderare lui. Sapeva bene ciò che avrebbe voluto essere, ciò di cui invece non era sicuro era l'esito che quelle piante avrebbero potuto avere su uno come lui.
    «Professoressa, mi scusi, mi domandavo se una delle due piante -forse la Folium Species- potesse avere effetto anche sulle condizioni di salute del fisico.»
    Non intendeva certo utilizzarle come rimedio alla sua malattia, ma non poté evitare di frenare quella curiosità. Avere un rimedio simile di tanto in tanto poteva rivelarsi particolarmente utile.
    Poi, la risposta di Gyll fece sì che il ragazzo spostasse l'attenzione su di lei, mentre si lasciava scivolare lungo lo schienale della sedia e iniziava a pizzicare l'angolo superiore destro del quaderno con le dita.
    «Sei decisamente agitata! Ma perché dovresti cambiare? Insomma, sai che noia se diventassi come chiunque altra.»
    Le fece l'occhiolino e si lasciò andare a una risata, mentre rifletteva su quali altri metodi potevano esserci per cambiare qualcosa di se stessi a livello caratteriale o fisico. L'unica cosa che rientrò nelle ipotesi secondo lui più corrette e non ancora citate fu la seguente:
    «L'Animagia?»
    Accorgendosi solo in quel momento che anche Lilith aveva risposto proponendo quell'alternativa.

    «Parlato» - Pensato - Ascoltato | Scheda PG - Stat.

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    Howard H. Van Leeuwen
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    Vide Adamas, un ragazzo a lui sconosciuto dai lineamenti molto particolari, avvicinarsi a lui con un modo particolarmente amichevole, chiedendo successivamente se potesse occupare il posto adiacente ad esso. Ecco dunque che Howard osserva la sedia accanto a sé, chiaramente vuota, e successivamente accenna un sorrisetto in direzione del ragazzo con cui si stava rapportando, andando immediatamente a percepire le proprie gote diventare particolarmente rosse, oltre che costellate come al solito da lentiggini delicate che, dopotutto, addolcivano il suo sguardo e la sua figura. Diede due pacche sulla sedia, andando a sorridere e rispondendo alla sua domanda. “Siediti pure, io sono Howard, piacere di conoscerti!”, il tutto detto con il suo tono di voce stucchevole, delicato, dolce e quasi infatile, un’infantilità che si perdeva immensamente in quegli occhi azzurro cielo che lo caratterizzavano. L’argomento sembrava essere particolarmente interessante, quella mattina, e la frase scritta sulla lavagna lo stava spingendo al ragionamento: un processo logico, inizialmente, dal quale però non riusciva minimamente ad uscire, e fu in quel momento che dovette entrare in ambito emotivo. E’ vero che la volontà è una magia che può vincere molte altre? La teoria magica sarebbe contraria a ciò, probabilmente, ma Howard immaginava sinceramente che si potesse in qualche modo alterare il corso degli eventi magici attraverso una reale presa di posizione.
    Questo sì, ma lui ne sarebbe mai stato capace?
    Quella frase lo faceva particolarmente riflettere sul suo coraggio, una caratteristica che non sentiva per niente affine a se stesso, ed il fatto che il suo nome fosse facilmente assimilabile a “coward”, codardo, di certo non lo aiutava a livello psicologico a risollevarsi dai momenti di panico più totali. Gli anni di Hogwarts passati a lottare per dimostrare di poter riuscire ad affrontare la realtà… tentativi futili: nessuno smise mai di prenderlo in giro, di raggirarlo o di approfittarsi di lui. Nonostante tutto, lui continuava a credere nel genere umano. Lui ci credeva. Era fiducioso, non aveva paura, o forse non voleva ammettere di averne.
    Alla domanda della docente riguardante un tratto, fisico o caratteriale, che avrebbe voluto cambiare di sé, il ragazzo alzò la mano e, dopo aver ottenuto il consenso di parlare dalla docente, iniziò ad esporre il proprio desiderio. “A me piacerebbe cambiare le mie lentiggini, non le amo moltissimo… e vorrei diventare un po’ più fiducioso, ma ammetto che su quello ci sto già lavorando.”.
    La lezione iniziò immediatamente con la spiegazione di alcune piante che catturarono immediatamente l’attenzione di Howard, particolarmente affascinato dalla natura e dal mondo vegetale. La penna scorreva in maniera particolarmente veloce sulle pagine del quadernetto che si era portato lì a Hidenstone, ed ogni singola parola della docente veniva appuntata in maniera tale da non avere lacune sulle pagine, anche perché il suo intento era quello di ottenere un’ottima media con la quale avrebbe decisamente avuto un futuro più radioso, considerata anche la sua natura da “secchioncello” speranzoso. Lo sguardo cadeva sulle specie di piante osservate, un po’ adocchiando le immagini di cui disponeva sul libro di testo, un po’ dando uno sguardo alla pianta con la quale la professoressa interagiva ed osservando le capacità tattili della stessa. Tuttavia, un dubbio gli sorse spontaneo in merito alla prima pianta: un dubbio molto inerente ai suoi interessi gastronomici, che gli balenò improvvisamente. “Professoressa, mi chiedevo quale gusto avesse la prima pianta, la Folium Species. Inoltre, se si dovessero mischiare le foglie della pianta all’interno dell’impasto di un prodotto dolciario, ad esempio, si potrebbe ottenere sempre l’effetto trasformante della pianta nel caso in cui si ingerisse suddetto prodotto? O l’eventuale processo di cottura, miscela e reazione con gli altri ingredienti potrebbe alterarne l’effetto?”. Piccoli intelligentoni crescono, ed effettivamente a lui interessava particolarmente quell’argomento: chissà quale marchio importantissimo avrebbe potuto lanciare creando i “Cupcakes dei desideri”! Roba da sballo, per lui, considerate le sue ambizioni e la sua fantasia.
    In merito alle domanda della docente riguardo la magia in grado di trasformare qualcosa, il ragazzo iniziò a riflettere nel tentativo di compiere un’osservazione acuta, o comunque, intelligente. Iniziò lentamente a macchinare un qualcosa all’interno del proprio cervello, arrivando ad un’ultimissima conclusione secondo la quale avrebbe tentato di collegare la frase scritta sulla lavagna con quanto aveva da esprimere. Fu così che, dopo aver alzato la mano, iniziò a parlare con tono delicato e lieve, sempre molto educato nell’esporre, non scomponendosi mai dalla sua posa da studentello perfetto. “Professoressa, io avrei due esempi correlati tra loro, ma che mi hanno fatto sorgere un dubbio in merito alla frase sulla lavagna…” e si schiarisce la voce, sfarfallando con le proprie ciglia un paio di volte, per poi riprendere a parlare con tono lieve: “Un esempio di modo in cui la magia può trasformare è la metamorphmagia, l’abilità innata che per mezzo della volontà ci permette di cambiare uno o più connotati del nostro corpo, permettendo una vera e propria trasformazione a tutti gli effetti. Notiamo come qui la volontà abbia un notevolissimo impatto sulla magia, ed è qui che probabilmente, a mio parere, si può affermare che la volontà sia la più forte di tutte le magie.” Altra breve pausa di qualche istante, giusto per superare la barriera linguistica ed articolare un discorso sensato, o che comunque seguisse la sua logica. “Ma nel caso della licantropia, anch’essa di origine magica, trattandosi comunque di una ‘condizione’ contratta in seguito al morso di un lupo mannaro, possiamo invece notare come qui la volontà possa contare ben poco, ad esempio durante le notti di luna piena! In quel caso, anche se la persona tentasse con tutta la propria forza di volontà di sfuggire alla magia trasformante della licantropia, non ci riuscirebbe, decretando dunque la vittoria della magia sulla volontà. Dunque non è scorretto dire che, se si vuole realmente qualcosa, non c’è magia più forte della volontà? Mi perdoni il quesito, ma mi è balenato in testa ora che ci ha proposto di cercare un esempio in merito alla trasformazione.” E rimase a guardare la docente con uno sguardo dolce ed un sorriso amichevole sulle labbra, tirando su con il naso a causa della sinusite che lo attanagliava da ormai una vita intera.



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  14. Claire J. Murray
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    Claire Johanne Murray
    Docente di Erbologia | 32 anni
    La lezione aveva avuto ufficialmente inizio e Claire non potè non notare l’eterogeneità delle risposte e delle reazioni degli studenti; era evidente come ad alcuni di loro la materia affascinasse, mentre altri ne risultavano totalmente indifferenti o addirittura annoiati. Inutile dire a chi andava la solidarietà della strega.
    Il fratello minore di Aaron pareva aver proprio voglia di stuzzicarla, al punto tale da spingere la focosa strega a rispondergli di contro.
    «Intendevo dire darti fuoco, ma dubito che tuo fratello ne sarebbe entusiasta.»
    Concluse con un sorriso tutt'altro che sincero.
    Jawaad rispose alla sua battuta con un’espressione che alla donna fece pensare solo una cosa: “e fallo un cazzo di sorriso”.
    Poi, quando finalmente venne posta la prima domanda, ecco arrivare le conseguenti risposte. Il primo a tentare fu Altair e Claire si limitò ad annuire, seppur la risposta del ragazzo non la soddisfacesse in pieno; tuttavia le preferenze non potevano essere discusse.
    «Pozione Polisucco, bene signor Sherwood. Credo che molti di voi la conoscano, per lo meno di nome, e sappiano che essa agisce unicamente sul lato fisico: nulla, ripeto, nulla del carattere o delle attitudini dell’individuo verrá modificato. »
    Le venne quasi da sorridere ma si trattenne: sapeva bene di cosa stava parlando.
    La seconda a fare un tentativo fu Mia e la docente rimase entusiasta della sua risposta. Non poteva che concordare con quanto da detto, seppur il sangue freddo a lei non fosse mai mancato.
    «Ottima osservazione, signorina Freeman. Modificare le proprie emozioni può essere vincente in taluni casi, acquisire maggiormente sicurezza potrebbe facilitarci in uno scontro, basti pensare a quanto accaduto nella foresta pochi mesi fa. Ottimi gli incantesimi da lei indicati, per quanto utilizzerei il Confundus su un nemico, non certo su me stessa per trarne un qualche tipo di vantaggio. Molto bene, brava: 5 punti agli Ametrin.»
    Le rivolse un caldo sorriso, sempre limitatamente ai suoi standard, per poi dare attenzione ad un altro Ametrin che Claire aveva da sempre notato per la tranquillità d’animo, almeno apparente, che lo caratterizzava.
    «La timidezza, come la bontà d’animo, è sottovalutata, Adamas... ma comprendo il tuo punto di vista.»
    Ricordava l’ottima esecuzione che il giovane aveva eseguito al cimitero il mese prima ed era rimasta colpita dalla sua reazione al ricordo che il fiore gli aveva mostrato, dalla genuinità di quelle lacrime. Ad ogni modo, la risposta del ragazzo le fece battere le mani, soddisfatta delle sue parole.
    «L’Algabranchia, eccellente! Un ottimo esempio di trasformazione fisica, bravo! Dunque abbiamo compreso come le branche della pozionistica, della magia trasfigurativa e dell’erbologia possano condurre ad effetti molto simili.»
    Fu poi il turno di Erik e Claire sapeva di non potersi attendere nulla di meno da uno degli studenti migliori del suo corso. Annuì convinta alle parole dell’altro, storcendo le labbra solo per un momento.
    «Nessun segno di presunzione, signor Foster, al contrario mi complimento con te. Tuttavia, modificare alcuni aspetti del proprio essere può risultare necessario, delle volte persino vitale. Ma buono il riferimento alla pozionistica e, bravo, neppure io avevo riflettuto bene sull’Alchimia.»
    Ammise con estrema sincerità, mentre gli rivolgeva un’espressione soddisfatta e riprendeva a camminare tra i banchi.
    E poi eccolo lì, il bulletto di turno che credeva di intimorirla con quell’espressione e la conseguente sfacciataggine. Di tutta risposta, Claire gli sorrise gentile, per poi rivolgersi a un altro dei suoi studenti.
    «Vedi, Erik, questa è presunzione. A te, signor Cohen, penso che neppure una Pianta dei Desideri potrebbe porre rimedio ma, arroganza immotivata a parte, una risposta relativamente buona.»
    Nessuno avrebbe fatto il bulletto durante la sua lezione. Nessuno. Per lo stesso motivo il commento di Blake non poteva passare inosservato, tanto meno essere da lei tollerato, tuttavia non riuscì proprio a fare a meno di rivolgergli un mezzo sorriso.
    «Sono perfettamente in grado di tenere a bada da sola i miei studenti, ma grazie dell'intervento, signor Barnes.
    Ottimo il riferimento alla Metamorfomagia, Jones; nel vostro anno di corso dovreste averne almeno uno o due esempi, se non erro. E sai, signorina McKenzie, una delle persone più importanti della mia vita è un vero e proprio uragano... non devi cambiare solo perché gli altri ti definiscono un terremoto: io personalmente la trovo un’incredibile qualità.»

    Ammise rivolgendo uno sguardo carico di nostalgia alla ragazza, poiché sia lei che Lucas le avevano riportato alla mente due incredibili doti che solo Eilidh aveva entrambe in sė.
    «Quanto alla durata, direi poche ore. E, signorina Clarke e signor Evans, la vostra risposta può andare, ma cerchiamo di non allontanarci troppo dal nostro punto focale: l’Animagia non modifica solo qualche tratto fisico, ma l’intero essere trasformandolo in qualcosa di totalmente diverso.»
    Dulcis in fundo, Blake Barnes.
    «Cambiare esteticamente può risultare particolarmente utile in caso di pericolo: non farsi riconoscere e confondersi con ciò che ci sta attorno è un’ottima strategia: gli Auror, per esempio, la utilizzano piuttosto spesso. Quanto a ciò che compone la sfera emotiva e caratteriale, riuscire a controllare maggiormente le nostre emozioni in particolari circostanze può aiutarci a risultare più lucidi e a non farci commettere errori pericolosi, come ha sottolineato poco prima Mia.
    Ho sempre pensato che in una situazione di grave pericolo avrei salvato prima le persone che amo rispetto a me stessa, ma mi rendo conto che senza salvare se stessi a volte è piuttosto difficile pensare a qualcun altro, per quanto ciò possa sembrare davvero poco altruista ed io personalmente non sono certa che riuscirei a farlo.
    Tu, Blake, puoi dire sinceramente di non aver mai desiderato un pizzico di lucidità in più in determinate circostanze? Magari col senno di poi?»

    Lei stessa non avrebbe mai potuto rispondere negativamente a quel quesito, sarebbe stato da sciocchi farlo. Eppure sapeva che avrebbe continuato a fare esattamente di testa sua.
    Quanto alla domanda del ragazzo su cosa lei avrebbe cambiato di se stessa, Claire si costrinse a non ridere: non era cambiata già abbastanza sotto entrambi i punti di vista? Ma se dal lato fisico aveva ottenuto un cambiamento completo, caratterialmente non era riuscita un granché nell’intento, restando tutto sommato la Brianna di un tempo, solo lievemente più contenuta.
    «Cosa cambierei di me stessa? A livello caratteriale ammetto di essere troppo impulsiva, di conseguenza forse dovrei esserlo meno; dal punto di vista fisico invece direi i capelli: adorerei avere una chioma ramata.»
    Ammise con un sorriso.
    Poi fu il turno di uno studente che si rivelò particolarmente brillante, costringendo la bruna a rivolgergli lo sguardo e la sua più completa attenzione.
    «Domanda interessante, Howard. Il sapore delle singole foglie della Folium Species non è ben definito: esse ne assumono uno diverso in base alla persona che le ingerisce -un po' come l'Amortentia, se avete già avuto modo di studiarla- accordandosi al desiderio dell'individuo in questione. Quella che ingerii io una volta, ad esempio, aveva il retrogusto di cioccolato.»
    Disse perdendosi quasi nei ricordi: lei amava la cioccolata in qualunque sua forma e non si era sorpresa quando quella foglia ne aveva assunto il sapore.
    «Sono curiosa di sapere cosa sentirete voi. Ad ogni modo, la cottura, la miscela o l'integrazione con altri ingredienti potrebbero far perdere le qualità di questa pianta o per lo meno ridurle notevolmente; ecco perché si preferisce utilizzarle in forma "grezza", per così dire. Quanto alla seconda domanda, che definirei piuttosto sagace, risponderei così: quella frase non ha un unico significato, al contrario essa può essere interpretata in differenti modi. Personalmente ritengo che la magia possa essere d'aiuto in qualunque circostanza o quasi, addirittura c'è chi ritiene che debba essere utilizzata persino in ambito medico in circostanze estreme a rischio di svelare la nostra natura, ma qui apriremmo un discorso troppo ampio su un filone di pensiero che non dovrebbe riguardare la mia materia, dunque non proseguirò oltre. Ad ogni modo, purtroppo, la magia non può e non deve sostituire ciò che l'uomo è in grado di fare con le proprie forze, questo è qualcosa che dovete tenere tutti bene a mente.
    Detto ciò non voglio illudervi: la volontà è un'arma potente e senza di essa anche l'incantesimo più efficiente al mondo sarebbe privo di scopo, tuttavia a volte né l'una né l'altra bastano a risolvere i problemi che ci affliggono. Un individuo affetto da licantropia, Howard, ha tramite la magia la possibilità di assumere la Pozione Antilupo, che riduce il dolore relativo alle trasformazioni durante le notti di luna piena e soprattutto fa sì che venga mantenuto un egregio controllo una volta raggiunta la forma animale. Tuttavia, e qui sta la differenza, è la volontà di quell'uomo a decretare il suo destino: deve essere lui a scegliere di contenere la creatura, è lui a scegliere di non voler fare del male a nessuno ed è sempre lui a scegliere di non voler infliggere quella maledizione a nessun altro.
    Queste conseguenze, mio caro, non si ottengono con la magia, ma con la semplice forza di volontà. Forse essa non può risolvere qualunque cosa, ma di certo può fare la differenza, per quanto poco rilevante essa possa essere.»

    Sperò di essere stata chiara e, prima di continuare con la lezione, strizzò l'occhio al ragazzo.
    «Quasi dimenticavo: dieci punti ai Dioptase.»

    «Parlato» - Pensato - Ascoltato | Scheda PG - Stat.

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    Ho deciso di suddividere il post in due parti date le numerose interazioni (me felice!).
    La scadenza resta comunque posticipata alle ore 23.59 di questa sera (15/01).


    Edited by Claire J. Murray - 16/1/2020, 21:16
     
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  15. panda_2019
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    Altair aveva provato a dire la sua .. ma non sapendo molto ha solo dato un opinione ma a quanto pare non era sufficiente anche se la sua compagna aveva preso solo cinque punti per la casata ma andava comunque bene penso altair che continuava ad ascoltare la lezione in silenzio e prendeva appunti. Alzo la mano per chiedere una cosa e sperava che la prof lo facesse parlare ma se la pianta dei desideri la mangiamo strappando una foglia cosa succede alla pianta muore oppure si rigenera . Mi affascinava quella pianta e volevo capire piu cose su questa specie.

    altair primo anno
    ametrin interagisce con la prof
     
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43 replies since 3/1/2020, 00:24   1064 views
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