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Claire J. Murray.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Passiamo dunque alla parte teorica: date le vostre risposte e ponete le eventuali domande!
Da questo momento in avanti tutti gli studenti del I e del II anno che intendono presenziare alla lezione sono in aula; nel caso in cui arrivaste solo ora, potrete partecipare ma specificate di essere già all'interno della serra per non perdere punti.
Ricordo che Claire ha posto due domande: cosa i vostri pg vorrebbero cambiare di loro stessi (quindi punterebbero al fisico o al carattere?) e cosa nel mondo della magia può donare tale abilità. Risponda solo chi lo desidera, naturalmente.
Per qualunque dubbio non esitate a contattarmi per MP.
Piccolo appunto: attenzione a descrivere bene come vi muovete nella serra, in alcuni post siete stati contraddittori dando indicazioni su destra e sinistra e andando a sedervi vicino a compagni che si trovavano dall'altra parte dell'aula. Per comprendere meglio la disposizione, in base a quanto da voi scritto, qui un'immagine. Se qualcuno dovesse aggiungersi, inserirò altri banchi.
Prossima scadenza: ore 23.59 del giorno 14 gennaio.
Edited by Claire J. Murray - 16/1/2020, 21:13. -
panda_2019.
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.“Come on skinny love what happened hereMia salutò Adamas con un sorriso, e replicò tranquillamente che stava bene, chiedendo poi al ragazzo come stava lui. Trovava il suo compagno di casata davvero adorabile, si ripromise di passare più tempo con lui, in quell’ultimo periodo erano success così tante cose che aveva finito per non fare parecchie delle cose che avrebbe voluto fare.
Lasciò che il ragazzo prendesse posto poco distante, scuotendo piano la testa. “Non mi disturbi, figurati” replicò con dolcezza, per poi focalizzare sulla frase che la Murray aveva scritto alla lavagna.
“Se si desidera realmente qualcosa, non c’è magia più forte della volontà.”
Inizialmente quella frase le era sfuggita, troppo presa a guardare l’aula e perdersi nei suoi pensieri. Era troppo lontana da Jessica per sentire la sua risposta, ma in effetti avrebbe concordato: certo, la volontà poteva aiutare ed era sicuramente qualcosa che dava uno slancio in più, ma una botta di fortuna non guastava mai e di certo la sola voglia di fare qualcosa non poteva bastare. Aveva voluto, per anni interi, avere la possibilità di trovare il suo posto nella famiglia Nott, eppure la sua volontà non era stata sufficiente, aveva dovuto aspettare che Charles prendesse la decisione di andarsene e la portasse con sé. D’altra parte sì, quando avevano deciso di andarsene, la loro volontà era stata sufficiente ma non si sentiva per niente rappresentata da quella frase, anche se la spiegazione della Murray poteva avere senso: non intendeva pensare che la magia risolvesse ogni cosa, ma per il resto non riusciva ad essere concorde.
Ecco, per esempio, in quel momento la sua volontà era quella di passare una lezione tranquilla, concentrarsi il più possibile, ed ecco che Cameron fece la sua entrata nella stanza. Le sembrò quasi di percepire l’aria nella stanza cambiare, una sorta di formicolio che correva lungo la sua schiena e che lei cercò di ignorare, con scarsi risultati. Si diede della paranoica, pensò di avere davvero qualcosa che non andava e di essersi sognata ogni cosa, e non mancò di sussultare quando Cameron comparve nel suo campo visivo. Avevano fatto un patto, lui le aveva promesso che non l’avrebbe più disturbata e poi si sedeva accanto a lei?!
Avrebbe voluto essere molto più irritata di così, in realtà aveva visto anche una parte di Cam non così tanto spiacevole –o almeno per quel poco che aveva visto- eppure in quel momento si impose di pensare solo al peggio. “Che cosa ci fai qui?!” domandò senza mezzi termini, cercando istintivamente di prendersi il proprio spazio e farsi vagamente da parte. Non voleva comunque dargli troppa importanza, si convinse che se lo avesse ignorato forse l’avrebbe avuta comunque vinta e dopotutto la professoressa cominciò poco dopo a spiegare. Seguì attenta i suoi movimenti e la sua spiegazione, tendendosi quando la pinta rispose istintivamente al contatto con la docente, affascinata dalla reattività della pianta.
Mia lanciò un’occhiata al suo concasato, che non le era parso poi così tanto preparato: per quel che la riguardava il cambiamento del proprio carattere era ben più importante e rilevante del cambiamento del proprio aspetto fisico. Certo, c’era da dire che Mia percepiva sempre un filo di rivalità con chiunque intervenisse a lezione, non che ce l’avesse con qualcuno ma le piaceva –era innegabile- dire la cosa giusta e mal vedeva coloro che non sembravano impegnarsi totalmente nelle lezioni. Ecco, Cameron per esempio era esattamente il tipo di persona che lei non tollerava, anche se fino a quel momento aveva avuto la fortuna di prenderci anche fin troppe volte, cosa che la irritava ancora di più. Spendeva un sacco di tempo sui libri, come poteva lui riuscire sempre, in qualche modo, a dire la cosa giusta anche se era evidente che non fosse pronto?!
Alzò diligentemente la mano e intervenne accennando un leggero sorriso, drizzando la schiena e guardando la professoressa, con aria ordinata. Certo, per qualcuno che non la conosceva poteva apparire estremamente perfetta e diligente in quel momento, la classica secchiona, ma diverse persone anche tra i presenti avevano cominciato a vedere ben oltre la superficie. “Personalmente credo che modificare le proprie emozioni possa rivelarsi, in realtà, molto efficace, soprattutto in momenti di pericolo: se per esempio si potesse trasformare la paura in fermezza, o il terrore in lucidità, di certo si otterrebbero parecchi vantaggi. ” spiegò con attenzione. Non era così semplice però dire che cosa avrebbe cambiato di sé stessa, non aveva intenzione di entrare troppo nel personale così decise di concentrarsi su qualcosa che chiunque avesse partecipato ad uno dei recenti scontri con lei aveva sicuramente notato. “Mi sarebbe sicuramente tornato utile, in uno dei recenti scontri, poter cambiare la mia paura di fallire trasformandola in sicurezza, avrei ottenuto risultati migliori”. continuò, e chi la conosceva bene avrebbe potuto scorgere anche una nota di delusione e rabbia verso sé stessa, per non essere stata sufficientemente brava o attenta o utile. Si schiarì poi la voce, prima di continuare. “ A dire il vero conosco parecchi incantesimi che possono modificare l’aspetto esteriore, basti pensare a Vestis, se vogliamo anche Mutatio Caput, dal momento che cambia la testa di una persona in quella di un animale, e credo di aver letto qualcosa su un incantesimo chiamato Colovaria, per cambiare il colore dei capelli di qualcuno per esempio, o cose del genere. Ora mi sfuggono però incantesimi che possano direttamente cambiare le proprie emozioni, eccezione fatta per Confundus, ma non saprei se possa definirsi tale: dopotutto agisce sull’aspetto emotivo e psicologico del soggetto, causandogli confusione, ma non ho idea se possa considerarsi appropriato.” terminò quindi, incrociando le mani tra loro dal momento che era impaziente di toccare le piante e provare a interagirci, si augurava solo che la Murray non avesse in mente un lavoro di coppia, non era certa che una collaborazione con Cohen potesse portare da qualche parte.Mia Freeman-SHEET-
"Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"[code by psiche]
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.jawaad aron bàs // dioptase
Ricominciare con le lezioni era sempre stressante per lui, ma fortunatamente non lo diede troppo a vedere. Fu uno dei primi ad entrare nell'aula e dopo aver salutato la professoressa si andò a sedere a metà dell'aula. «Non c'è nessuna candelina lì davanti a lei, signor Bàs, non sprechi il fiato sbuffando.» Quando sentì il suo cognome, alzò le sopracciglia formando due archi perfetti, in direzione della professoressa. Sapeva che non lo stava ribeccando, ma comunque la guardò in modo abbastanza stranito. Non si può neanche più sbuffare, che palle! Ma lei che diavolo ne poteva sapere di quello che stava passando e soprattutto, di quanto gli sembrasse ridicola quella frase. Pian piano guardò entrare i compagni tra cui Altair che lo salutò per poi mettersi al suo posto. Rispose con un gesto della capoccia, poi tornò a fare ghirigori sulla sua pergamena, aspettando l'inizio della lezione. Entrò anche Jess, che lo salutò ma si fermò a parlargli di più. Sorrise sotto i baffi, poi annuì. Ciao Jess. Tornare a lezione è sempre un dramma per me. Ammise con un sorriso e guardandola dolcemente. La seguì con lo sguardo finché non si sedette vicino ad un suo amico. Quando si fu seduta, tornò dritto con la schiena. Volente o non volente la controllò; Non sapeva perché ma aveva preso quella ragazza con dolcezza, quindi si sentiva in dovere di proteggerla. Salutò con un gesto della testa un ragazzo che gli sorrise. Non lo conosceva ma il saluto non si toglieva a nessuno. Scrutò il compagno di Jess, cercando di capire chissà cosa, poi tornò a guardare la professoressa nello stesso momento che arrivò Blake. Lo fissò avviarsi verso di lui, con occhi seri seri, finché non si sedette al suo fianco cosa che lo fece ridacchiare. Non sapeva quale buon dio aveva messo la mano sulla testa di Jawaad, ma quel ragazzo l'aveva preso in simpatia. Alla sua frase, alzò un sopracciglio: Credo che dovremmo collaborare e penso anche che tu possa essere alla mia altezza! Strinse le labbra, serio. Qualche centimetro ci divide, ma ci sto. La demenza doveva arrivare da qualche parte. Eccola. Lo guardò ammonire una ragazza, quasi ridendo. Dai, lui che ammoniva qualcuno. Se ne stette principalmente in silenzio a guardare gli altri salutarsi e cose così, finché non senti un: Ehi, io e te ancora non siamo amici, ti va di rimediare subitissimo? Si girò a guardare chi avesse detto una frase del genere e stupidamente capì che era rivolto proprio a lui. Fissò il ragazzo, alzando un sopracciglio. Non sapeva se ridere o piangere. Hai proprio la faccia di qualcuno che non vede l'ora di coltivare dei fiorellini. Ho indovinato, vero? Queste cose le capisco proprio a pelle. Strinse le labbra, impedendo alla risata che sentiva in gola di venire fuori. Come no... Disse, fissandolo sedersi di fianco a lui. Di male in peggio. Poi se fanno tanto profumo, vado in estasi. Esclamò, con tono super sarcastico. Di certo non parlava di fiorellino normali, ma di marijuana. Lui aveva anche il dito nero, nerissimo.
Finalmente la lezione iniziò e subito la professoressa cominciò a parlare mezza sentita da Jawaad che, ammettiamolo, non dava troppa importanza alla donna. Ma non perché era erbologia. Ma perché si annoiava particolarmente alle lezioni. La donna chiese quale parte fisico o caratteriale avrebbero cambiato di se stessi. Nessuno. Lui era perfetto così.
Ascoltò senza dar voce ai suoi pensieri. Jawaad era una persona poco loquace. Non gli piaceva mettersi in mostra alle lezioni. Era quello che se ne stava in disparte ad ascoltare gli altri fare i grassocci di fronte ai professori. Forse sbagliava, ma non era interessato a rimanere nei pensieri della gente. Si girò a guardare Blake, alzando sopracciglia a non finire. Sapeva che le lezioni servissero principalmente a fare emergere i ragazzi dal loro essere ma a lui, ripeto, non interessava.narrato - pensato - parlato
"ahhh.. esticazzi..?"
© codice role by me, se prelevate vi stacco la giugulare.
Per visualizzare bene il code bisogna avere il font: "bebas" installato nel pc.. -
.18 YO ✕ Dioptase ✕ Big bro“NEVER TRUST ANYONE TOO MUCH, REMEMBER THE DEVIL WAS ONCE AN ANGELErbologia. Non era il lizza per diventare la sua materia preferita, ma era comunque passabile. Sempre meglio di Aritmanzia, della quale non capiva nulla, o Storia della magia che lo aveva sempre fatto addormentare sul banco. Almeno avrebbero potuto starsene più o meno all'aperto, osservare piante, sporcarsi... rabbrividì al solo pensiero. Fortuna che non aveva messo i suoi vestiti preferiti, o avrebbe di certo imprecato. Si passò una mano fra i capelli, sospirando mentre cadeva pesantemente sul banco vicino a Mia. Sì, ecco, la Freeman era un altro di quei misteri cosmici che proprio non riusciva a capire. O forse era lui il mistero per lei, dal momento che, seppur avessero un patto, lui era andato a sedersi esattamente a fianco della ragazza che più lo detestava in quella scuola. E lo dimostrò anche nella sua risposta brusca, irritata e decisamente petulante. Calmati si limitò a dire, scrollando le spalle. Non mi pare che su questi banchi ci sia scritto "Proprietà di Mia Freeman", tu che dici? sbuffò, con il solito ghigno beffardo. Quindi ora, se mi vuoi scusare, vorrei ascoltare la lezione. Concluse, dimostrando una grande faccia tosta. Chiuse un momento gli occhi, quando una voce dietro di lui, lo fece voltare lentamente. Era un ragazzo che non aveva mai visto neanche per sbaglio, un Ametrino, che sembrava voler parlare con lui. Il dioptase roteò gli occhi e si limitò a mostrare il pollice in su al ragazzo, per poi tornare a girarsi verso la professoressa. Ella porse una domanda ai ragazzi. Ecco, una delle domande che più i giovani avrebbero voluto realizzare, ovvero cosa avrebbero cambiato di se stessi. Cam sapeva benissimo cosa avrebbe voluto cambiare. Il suo passato. Certo, non era esattamente un qualcosa che centrava con il suo corpo o la sua mente, ma certamente se il suo passato fosse stato diverso, forse anche il suo carattere ed i suoi atteggiamenti sarebbero stati diversi. E soprattutto avrebbe odiato meno gente, come appunto i professori.
Mh fu il suo commento quando, per primo, un ametrino prese la parola. Quello è strano continuò, senza preoccuparsi di moderare il tono di voce. Ma, così a pelle, non gli stava troppo simpatico. E Cam non si faceva troppi problemi a dire ciò che pensava, anche a costo di ferire delle persone. Non trovi? chiese poi alla bionda seduta accanto a sé, prima di prendere un foglio di carta ed iniziare a piegarlo. Perché lo stava facendo? Beh, quelle domande lo innervosivano. Voleva evitare di rispondere, ma voleva anche prendere un buon voto per una volta; non pretendeva molto, gli bastava una A.
Comunque, lasciò quindi che fossero altri a parlare, per il momento. Ascoltò quindi con vera attenzione, cosa che non si sarebbe mai aspettato, la risposta di Mia, trovandosi mentalmente concorde su ogni sillaba pronunciata dalla bionda, anche se mai lo avrebbe ammesso ad alta voce. Io non cambierei niente di me pronunciò quelle parole con spavalderia, sfidando con gli occhi la Murray a contraddirlo. Comunque, mettiamo caso che io non fossi così dannatamente perfetto, lavorerei molto più sul carattere che sull'aspetto fisico. Essere abili nell'arte oratoria, saper imprimere molto carisma nelle proprie parole... è molto più utile che diventare qualcun altro. Insomma, la polisucco quanto dura? Un'ora? Due? Una giornata? Non è una cosa definitiva, mentre avere ascendente su chi ci circonda, quello sì che permane per molto più tempo. Concluse, tornando poi a concentrarsi sul foglio che, ormai era evidente, stava prendendo la forma di un origami.
E per ciò che può permetterci di cambiare qualcosa in noi, sì c'è la polisucco ma vari altri incantesimi. Per esempio Furunculus ridacchiò il ragazzo Insomma, difficile riconoscere qualcuno con delle bolle su tutto il corpo. Non era troppo serio... più o meno. Oppure Densaugeo. Sarebbe divertente vedere qualcuno con dei denti spropositatamente grandi. Potrei citare anche Corpus Duro concluse, prima di tornare definitivamente a concentrarsi sul suo origami... salvo avere un'illuminazione su un incantesimo che, probabilmente, non c'entrava nulla ma che aveva un effetto che comunque un minimo incideva sulla persona. Imperio. Pronunciò quella parola lentamente, mentre un masso si posava sul suo cuore. Il ricordo vivido di sua sorella era come un marchio di fuoco su di lui che non se ne sarebbe mai andato. Per un attimo non seppe proseguire, troppo perso in quei dolorosi ricordi. Le urla della sorella non le avrebbe mai dimenticate. Si sforzò quindi di continuare. Forse non è esattamente un incantesimo che serve per cambiare una parte di noi, che sia il fisico o il carattere, ma sicuramente è un qualcosa che in qualche modo influisce. Influisce sulla nostra volontà, cambiandoci e piegandoci al volere di chi ha lanciato l'incantesimo. Probabilmente non c'entrava un emerito cazzo con la lezione, ma a lui andava di dirlo e quindi lo disse... o, più propriamente, gli uscì di getto.
Per te. Stavolta si stava rivolgendo alla ragazza accanto a lui, Mia, e gli stava porgendo un origami a forma di ranocchia. Il suo sorriso beffardo era ricomparso, quasi come se poco prima non avesse rivissuto nitidamente la morte della sorella.[code by psiche]
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.₪ Lucas Jughead Jones« IN UN MONDO QUALUNQUE »Era chiaro a tutti che a lui non interessava minimamente avere un compagno di banco, durante quella lezione. E nemmeno durante le successive o quelle che sarebbero venute da lì alla fine dell'anno.
Voleva solo che quell'interminabile secondo anno, avesse fine il prima possibile, cercando di non fare ulteriori danni, più di quello che non era già stato fatto.
Tornare a scuola era stato un azzardo, ne era certo, tuttavia non poteva continuare a rimanere in depandence dove ogni scusa era buona, per il nonno, di dire quanto aveva ragione e quanto avrebbe dovuto seguire il suo consiglio di lasciare l'Accademia per occuparsi degli affari di famiglia.
Salutò chi gli rivolse parola, con un cenno del capo, senza smuoversi più di tanto.
C'erano volti, a quella lezione, che non ricordava nemmeno di aver mai visto. Probabilmente perché non aveva mai prestato attenzione a nessuno, all'infuori di...
Una voce interruppe quell'osservazione annoiata che faceva di tutti gli esemplari lì presenti. Sollevò il capo, trovandosi davanti Jessica Whitemore.
Con lei c'era stato qualcosa di strano, che probabilmente avrebbe dovuto chiarire con calma, tuttavia sapeva bene che quello non sarebbe stato il posto giusto, né aveva poi tanta voglia di dirle qualcosa adesso. Non sapeva nemmeno che cosa avrebbe dovuto dirle, sinceramente, quindi optò per abbozzare un sorriso al suo saluto, spostando la tracolla che si era appropriata anche dello spazio che aveva accanto a sé.
Alla fin dei conti, avere Jessica accanto, avrebbe sicuramente attirato l'attenzione sul fatto che fossero seduti vicini, piuttosto che sul fatto che lui fosse tornato a lezione.
Con la coda dell'occhio la guardò, dopo quel sussurro che avrebbe sentito solo lui, quindi sollevò un angolo delle labbra in quel sorriso abbozzato e sguincio che gli veniva sempre male, ogni volta che provava ad avere un'espressione diversa da quella seria e imbronciata.
Corrugò la fronte alla sua esclamazione, quindi buttò un altro gelido sguardo alla lavagna.
Rise appena alle sue parole. Jessica era esattamente quello che Lucas avrebbe definito una matriosca di esplosivi. Partiva dal botto più lieve, fino ad arrivare all'esplosione nucleare.
«Non sai quanto desidererei essere da tutt'altra parte, adesso... eppure, voglio o non voglio, mi tocca seguire.» un sussurro lieve, quello di Jug, mentre incrociò le braccia sul legno del banco, poggiandovi sopra il mento, ritornando nel momento di stasi che si era costruito prima dell'arrivo di Jessica. Fece dondolare la testa, per poi poggiarla con la guancia sulle braccia e gli occhi rivolti verso Jessica «Pss... senti, dopo lezione hai da f---» si interruppe, vedendo un ragazzino del primo anno della sua casata avvicinarsi al loro banco e... fu costretto a nascondere il volto tra le braccia.
Quando questo si allontanò abbastanza da lasciare di nuovo il silenzio al banco strano che si era formato, Lucas fece per scivolare verso Jessica, senza staccare le braccia dal tavolo «Sai, la prossima volta devo venirti anche io a salutare col bacino... Jessy.» disse in un sussurro talmente flebile e nascosto che avrebbero potuto sentirlo solo loro due, quindi si ricompose, senza sollevare la testa dal banco.
A quanto parve, però, oggi era proprio giornata di rapporti sociali. Entro Blake, in quell'aula che sembrava fin troppo tranquilla. Il tifone si stava abbattendo da quelle parti e lui non ne sarebbe uscito sano. Sollevò le iridi al cielo «Se vuoi ti do un pugno così lo capisci meglio, Barnes.» il suo tono non era cattivo, era canzonatorio, seguito da un mezzo sorrisetto, ma non si sforzò nemmeno di sollevare il capo. Alla fine, Blake era andato fin da lui per portarlo di nuovo lì. Quel ragazzo ne aveva di fegato da vendere... lo reputava quasi... quasi...
La porta si spalancò di nuovo e quei passi che calpestarono il terriccio della serra avevano un suono familiare.
Era come una lontana eco di un ricordo che aveva cercato di seppellire, nei mesi precedenti.
Rizzò la schiena, come quando ti si accappona la pelle per la paura, mentre la Prefetta degli Opal faceva il suo ingresso in serra, passando accanto al suo banco.
Sentì il cuore fermarsi, ingoiò a vuoto. Sentì i piedi gelarsi improvvisamente, così come tutto il resto del corpo, per poi sciogliersi inaspettatamente alla vista di quelle sfumature di iridi che non vedeva da fin troppo tempo.
I loro sguardi si incrociarono «Liz...» e fu quasi come un incontro di boxe improvvisato che non sapeva dove colpire, se pancia, stomaco, petto o volto.
«Merda.»
Aveva sempre sperato che il lontano dagli occhi, lontano dal cuore che aveva vissuto, fosse bastato a perdere l'interesse per quella ragazzina, a riuscire a voltare lo sguardo come se non gli importasse più nulla di lei e di come stesse.
Sul letto della sua stanza aveva trovato quel pacco di Natale, che ancora non aveva aperto, vedendo di chi fosse. E lei? Aveva ricevuto quel regalo che le aveva fatto?
Lo sguardo corse un attimo verso Blake, poi quasi come se richiamato tornò sulla ragazzina.
«Chissà come sta... chissà se ha passato un buon Natale... chissà se...» troppe domande a cui non avrebbe avuto risposte, miste ad un senso di inadeguatezza che lo premette di nuovo verso il basso, calando lo sguardo tra le braccia, rifugiandosi in quel semi-buio che si era creato, ma senza chiudere le iridi di ghiaccio. Rimase a guardare il nero che c'era in quell'abbraccio. Forse doveva salutarla? Forse doveva sorriderle? Si era seduta? Poteva alzare di nuovo lo sguardo?
Com'era successo che fossero tornati indietro? Sembrava di rubare quegli sguardi, come gli anni passati, come ad Hogwarts.
L'odore del suo balsamo sembrò spingere verso quel recinto che aveva fatto con le sue stesse braccia, gli occhi si sgranarono, mentre i battiti accelerarono appena. Era vicina? Perché sentiva quel massacrante odore? Fece per sollevare lo sguardo, quindi, cercando di sbirciare e davanti a sé riconobbe quei capelli. Celò alle sue spalle un sorriso, proprio come qualche mese prima, lei era avanti e lui dietro, a rubarle anche solo per brevi istanti, qualche sguardo.
Quando risalì con lo sguardò ancora le sue iridi erano lì a schiaffeggiarlo. Poi, quella frase... era una domanda? Un'affermazione?
Ingoiò a vuoto, quindi fece strinse le labbra tra loro, facendo un breve cenno con la testa, senza proferire una sola parola, bloccato dal suono di quella voce che lo aveva confuso.
Voleva sprofondare all'interno del suo cappellino...
Doveva distogliere l'attenzione dalla Prefetta. Con la coda dell'occhio cercò Jessica e tentò di allungare una mano in sua direzione, provando a rubarle la penna con cui la ragazza probabilmente avrebbe preso i suoi appunti, così, giusto per cercare qualcosa da tenere tra le mani, mentre dava fastidio alla Whitemore.
Mentre il braccio era ancora in direzione di Jessica, Elisabeth si voltò di nuovo, attirando la sua attenzione, anche solo in quel breve frangente con la coda dell'occhio.
Lucas rimase di ghiaccio, con il braccio rigido verso il banco della compagna.
Guardò il pezzettino di pergamena. La gola gli bruciava, era troppo secca.
Lasciò perdere l'idea di rubare la penna a Jessica e afferrò il bigliettino.
Cercò di tenere occhio sulla docente, sperando di non esser visto e lesse quello che aveva dentro.
Quelle parole.
Quella firma.
Un orario e un luogo.
Voleva vederlo? Perché?
Strinse il fogliettino tra le dita, quindi lo ricacciò in tasca in fretta e furia, guardando l'asse di legno del banco.
La lezione iniziò, ma ogni due parole della docente, ne sentiva una. La sua mente vagava sui possibili argomenti che doveva ancora avanzare Elisabeth, sul motivo per cui aveva deciso di incontrarlo. Sollevò lo sguardo sulle sue spalle e per un attimo il flash di quando le vide per l'ultima volta quella sera nella sua depandence fu talmente forte che quasi gli venne da vomitare. Scosse il capo, quidni, cercando di focalizzare l'attenzione sulla lezione.
La domanda della Murray sembrò cascare a pennello. Cosa avrebbe scelto, lui? Sicuramente il modo di legarsi ad una persona, odiava follemente dover sentirsi così legato a qualcuno, odiava il suo modo di non riuscire a dimostrare il lato positivo delle cose, odiava i suoi capelli. O forse il suo naso? Oh, beh, doveva solo decidere, insomma. Gettò uno sguardo a Jessica, cercando di abbozzare ancora un sorriso.
Piante dei Desideri.
Questo attirò la sua attenzione, quindi cercò di concentrarsi, buttando di tanto in tanto lo sguardo verso Elisabeth.
No, non era proprio il caso di prendere quelle piante più del dovuto, per quanto fosse interessante il loro effetto.
Alzò la mano, alla sua domanda, cercando di rispondere in maniera abbastanza sintetica su quel poco che sapeva «Se non ricordo male, esiste la pozione Polisucco che permette di cambiare l'aspetto fisico di un individuo. Poi, ci sono delle linee di dna che concedono delle abilità specifiche a chi le possiede, che permette loro di cambiare il proprio aspetto, non so, i metamorfomaghi, per esempio.» e con la coda dell'occhio si spostò verso Blake, lui sicuramente ne conosceva una in particolare. Per non parlare della docente di Incantesimi.
Quindi scrollò le spalle e fissò la pianta Genie... il fiore che donava energia, sarebbe stato veramente un toccasana adesso.
Uno sguardo fugace a Elisabeth, per poi tornare alla docente.code © psiche. -
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Erano passati mesi ormai, Dicembre era arrivato e aveva fatto in modo che Lilith prendesse un bel respiro da quelle mura che erano una gabbia dorata.
Aveva passato le vacanze con Blake, dal primo all'ultimo giorno, spostandosi a turno prima a casa sua, poi a casa dei Barnes, con Aaron compreso nel prezzo. Non era stato poi male, aveva aiutato tanto a sbloccarsi. Il suo parlare si era fatto via via più frequente e qualche sorriso di più era uscito.
Inoltre, dormire con Blake la faceva sentire al sicuro, anche se le volte in cui il loro rapporto fisico aveva cercato di diventare qualcosa di più, si erano rivelate davvero un disastro.
Eppure, adesso che era tornata a scuola, stava riacquisendo i giusti spazi, cercando di riprendere la vita che aveva lasciato indietro ad Ottobre.
Uno di questi, era il continuo e frenetico ritmo scolastico. Ora riusciva sicuramente a starne al passo, rispetto ai mesi precedenti, gli incubi erano terminati e riusciva anche a dormire molto di più, senza svegliare Ayla o mandare un messaggio a Blake.
Quando era arrivata nella Serra 1, aveva fatto qualche minuto di ritardo rispetto a Blake, al quale aveva intimato di entrare senza aspettarla, perchè doveva sistemare delle carte che non aveva ancora terminato di ordinare.
Quindi non se la prese se quella lezione erano lontani, soprattutto perché i loro sguardi cercavano l'altro in continuazione.
Prese posto accanto a Jesse, avvicinandosi a lui «Ehi Jesse, posso sedermi qui?» domandò prima che la lezione iniziasse, così da non essere comunque troppo lontana da Blake. Ormai non era un problema essere all'ultimo banco, per lei, in quanto ogni giorno aveva imparato quanto fosse comunque capace di intervenire anche da lì.
Infatti non si perse d'animo e, la riccia, tornata finalmente del suo colore naturale, aveva alzato immediatamente la mano alla domanda della docente «So che esiste anche un'altra pozione. Mio padre me ne parlava, in quanto il nonno l'aveva tentata... la pozione Animagus, se non vado errata. Dovrebbe poter permettere a qualcuno di assumere le sembianze di un animale. So che è molto complicata, come intruglio.» si vedeva che aveva ripreso la giusta marcia, con questo anno nuovo che aveva sfondato le porte.
Riguardo la prima domanda, non riusciva a trovare qualcosa che voleva cambiare, probabilmente perché di cambiamenti, al momento ne aveva subiti fin troppi.. -
.“Se devo avere poco scelgo di avere nienteBlake
BarnesGuardò Lucas e sogghignò. Per fortuna era tornato e aveva smesso di rompere le scatole per quella situazione assurda. Ma quando chiamò Jessica Jessy, alzò un sopracciglio, e prima ancora di rispondere alla sua "minaccia" scosse il capo. Non sapeva se vedeva del sesso in tutto perchè lui non ne praticava più, oppure aveva semplicemente un lanternito per quelle porcate. Prese un pezzo di carta lo appallottolò e lo buttò sulla testa di Lucas. Ma finiscila! Chi oserebbe mai rovinare un bel faccino come il mio? Ovviamente era ironico perchè di cazzotti in faccia ne aveva ricevuti abbastanza nella sua vita e ne aveva dati, certo... ma non sempre gli era andata bene come aveva sperato! Uh.... e Jessy... le stelle ti sorridono! Prendere in giro i suoi amici era quasi il suo passatempo preferito, riflettendoci! Poi si voltò i nuovo verso il suo compagno di banco rise per le sue parole ed annuì. Mi duole ammetterlo, ma hai ragione, nessuno è davvero alla mia altezza! Ovviamente, non gli era venuto per niente in mente che il ragazzo stesse parlando di se stesso e non di lui. Oh l'egocentrismo dilagante e folle! Quando anche Erik si andò a mettere vicino al ragazzo ridacchiò.Effettivamente... annuì alle parole di entrambi. potevano pensare davvero di coltivare erba in quella serra? Cioè... a Blake non era mai venuto in mente perchè c'era chi gliela passava fuori dalla scuola ed aveva trovato il modo per farla entrare dentro la scuola, ovviamente a scopo personale, sia mai che Blake Barnes convida le sue gioie con qualcono, senza contare che gli serviva per non esplodere ogni due per tre ed inoltre, non ne faceva un uoso eccessivo. Capitava, qualche volte, che riccorreva al'uso di tranquillanti naturali e il risultato era che andava nel letto del suo migliore amico a toccarlo. Guardò Jesse e sogghignò. Cazzo si, era il suo dannato migliore amico. E perchè Lilith ancora non entrava in classe? Sospirò. Sperava che stesse bene e che non stava cercando di ammazzarsi, ma quel periodo era passato no? Insomma... doveva passare per forza. Sorrise alla professoressa Mi fa piacere professoressa! Con sempre le solite cose, cosa intende esattamente! Si è messa a seguirmi su instagram? Ed era un modo tutto di Blake per dire alla docente che lei non lo conosceva, come poteva fare un'affermazione del genenre? Ma Blak era sempre stato un ragazzo intelligenente e cercò comunque di mantenere il rispetto che doveva alla professoressa. Ma il problema era che neanche lui la conosceva, ma comunque gli stava antipatica per il gesto fatto al ballo, che poi non c'era nessun gesto, ma Blake vedeva del marcio ovunque, specialmente quando si trattava di qualcosa/qualcuno che gli interessava particolarmente, ed in quel caso la professoressa di erbologia aveva preso due piccioni con una sola fava: si era avvicinata troppo a Lance e di conseguenza ad Annie. Insomma, come poteva stargli simpatica? Non sapendo che, effettivamente, quella donna era importantissima sia per Lance che per Annie, nonchè la primissima cotta del suo fratellone. Blake ignorava tutto quello che c'era dietro a quella donna così bella e si limitava a comporarsi con lei come con qualcuno che avesse toccato qualcosa che gli apparteneva personalmente e che per lui era molto importante. Insomma da adolescente coglione quale era. Si mise ad ascoltare la lezione a modo suo, ossia prendendo un foglio e cominciando a scarabbocchiarlo, facendo dei piccoli cerchi e poi dei triangoli che colorava all'interno oppure dei rettangoli e così via. Non stava distratto anzi, era ben concentrato sulle parole della donna. Si distrasse solamente quando sentì la porta aprirsi e vedere Lilith entrare. Si mise seduta vicino a Jesse. Blake voleva morire in quello stesso momento. Jesse non amava particolarmente Lilith, ma Lilith non era proprio una fan di Jesse specialmente dopo quello che gli aveva detto, ossia che comunque avevano dormito proprio insieme. Le sorrise e le fece un occhiolino, ma poi la risposta di Cameron, quello che aveva accompagnato Mia e baciato Mia al ballo disse quella cosa e lui alzò semplicemente lo sguardo dal suo foglio. Lo guardò e sgranò gli occhi. Tu lo sai che quando ti dici da solo che sei perfetto, sembri più un imbecille che altro? La professoressa doveva scusarlo, ma lui non ce la faceva a tenersi le cose dentro. Insomma, quando c'era qualcosa che pensava doveva per forza anche dirlo. Adesso, quella sua affermazione poteva essere nettamente una cavolo di contraddizione da parte sua visto e considerato che lui pensava di essere davvero perfetto, ma poi cambiò completamente pensiero. Ho sempre sostenuto di essere il migliore non perfetto...! Pensiero che si tenne tranquillamente per se. Poi però pensò seriamente alla domanda che fece la professoressa. Lui voleva cambiare qualcosa del suo aspetto fisico? No, sicuramente no, ma forse del suo carattere... si voltò di nuovo a guardare Lilith, ma poi guardò anche Jesse e lo sguardo gli cadde anche su Jessica e Lucas che aveva trattato malissimo nei giorni precedenti. Forse Jessica era quella con cui si era comportato peggio ed infatti alla fine ci aveva guadagnato un bellissimo schiaffo in faccia. Cambiare significherebbe quasi tradirsi. Perchè dovremmo cambiare qualcosa di noi stessi? Non sarebbe come diventare qualcun altro? Non era un ragazzo stupido, era un ragazzo che non si impegnava, oppure si impegnava solamente quando si interessava veramente a qualcosa. Si mise seduto meglio sulla sedia ed indicò la professoressa con la matita. Insomma è risaputo che io sia una persona molto impulsiva, se io volessi cambiare la mia impulsività... beh... allora diventerei come Mr abbraccio, una persona che fa la cosa giusta e pensa prima di farla. A quel punto non sarei più Blake ma Erik! Insomma a che pro? Era un suo personalissimo ragionamento, ma se doveva proprio essere partecipe alla lezione, allora doveva farlo a modo suo. Sorrise alla risposta di Lilith. Lei cosa vorrebbe cambiare di se stessa? Ovviamente la domanda era rivolta alla professoressa. Forse voleva essere più somigliante ad Annie così si poteva fare Lance? Si, forse questo pensiero era meglio tenerselo per se stessi. Non rispose alla domanda che fece, perchè gli sembrava essere un pappagallo, oramai le pozioni e gli incantesimi erano stati belli che elencati, e Blake aveva ripreso a scarabbocchiare la sua pergamena, ma solo dopo aver sorriso di nuovo alla sua riccia. Oddio, quella ragazza era un magnete e specialmente in quel momento della sua vita dove la sua situazione mentale ma sopratutto sessuale era molto precaria!✕ schema role by psiche. -
Joshua B. Evans.
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Claire J. Murray.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Ho deciso di suddividere il post in due parti date le numerose interazioni (me felice!).
La scadenza resta comunque posticipata alle ore 23.59 di questa sera (15/01).
Edited by Claire J. Murray - 16/1/2020, 21:16. -
panda_2019.
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Altair aveva provato a dire la sua .. ma non sapendo molto ha solo dato un opinione ma a quanto pare non era sufficiente anche se la sua compagna aveva preso solo cinque punti per la casata ma andava comunque bene penso altair che continuava ad ascoltare la lezione in silenzio e prendeva appunti. Alzo la mano per chiedere una cosa e sperava che la prof lo facesse parlare ma se la pianta dei desideri la mangiamo strappando una foglia cosa succede alla pianta muore oppure si rigenera . Mi affascinava quella pianta e volevo capire piu cose su questa specie. SPOILER (clicca per visualizzare)altair primo anno
ametrin interagisce con la prof.