Lezione biennio - Ottobre 2020/2021

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    Amelia Farley
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    Si rendeva conto di non essere come tutti i suoi compagni, era abbastanza sicura che parte di loro fossero alquanto immaturi e poco sopportabili e non avrebbe quindi mancato di guardare Addison con un sopracciglio alzato, come se fosse impazzita. Comprendeva che il cinguettio degli uccelli poteva risultare fastidioso, lo era anche per lei dopotutto, ma non si sarebbe mai sognata di mostrarlo in modo così evidente e infantile. “E’ necessario?” avrebbe quindi domandato, seppur a voce non troppo alta perché lei aveva un certo rispetto per quel luogo e la lezione in corso. Ovviamente non graìd affatto l'uscita di Cameron e il fatto che avesse fatto perdere cinque punti alla sua Casata. "Potresti almeno tenere certe sciocchezze chiuse nel tuo cervello?!" gli avrebbe chiesto mantenendo un certo decoro ma di sicuro ben intenzionata a fargli capire che non era una che avrebbe chiuso un occhio su certe cose. Non era un prefetto forse, ma non significava che non lo avrebbe tormentato abbastanza da convincerlo a imparare a tacere.
    Ecco, forse anche Nathan non era proprio della stessa idea di Amelia e a quanto pare aveva deciso di tormentarla anche quel giorno. Lo avrebbe guardato decisamente infastidita, non solo dal suo arrivo ma dal fatto che avesse deciso di sua spontanea volontà di trascinare anche Emma con sé, come se fosse davvero necessario. “Io gradirei seguire.” gli avrebbe fatto notare con un certo cipiglio, squadrandola dall’alto al basso con sospetto. “Amelia Farley.” avrebbe quindi puntualizzato con orgoglio, spostandosi poi leggermente per mettere una certa distanza tra lei e Nathan, anche solo per ribadirlo.
    “La lezione non è il luogo adatto per certe cose.” gli avrebbe fatto notare ma aveva tutta l’aria di comunicargli che se proprio voleva scioglierla avrebbe dovuto impegnarsi ben di più. Povero Nathan, forse avrebbe perso la pazienza prima di averla vinta con Amelia e chissà…forse era proprio quello il suo obbiettivo!
    Dopo aver ascoltato le risposte dei suoi compagni, che avrebbe trovato –non c’era bisogno di dirlo- piuttosto noiose. Non avrebbe evitato di alzare gli occhi al cielo non appena Nathan diede ragione a Cameron. Una mossa decisamente prevedibile, non avrebbe nemmeno dovuto essere sorpresa giusto?! “ Non basta prendere un uovo per farne una frittata, ignoranti. Solo alcune possono essere mangiate. E uccidendo gli uccelli non si ottiene alcuna frittata.” avrebbe osservato per poi concentrarsi sulle parole del docente. Inutile specificare che Amelia avrebbe gongolato, seppur interiormente, per aver fatto guadagnare un punto alla sua casata: non era stata l’unica, il che rendeva quel traguardo vagamente meno soddisfacente, ma era comunque un’allieva del primo anno e una delle poche ad aver colpito il docente. Non avrebbe dato segno del suo entusiasmo, se non drizzando ulteriormente la schiena e passandosi rapidamente una mano tra i capelli, orgogliosa del suo successo.
    Non vedeva l’ora di passare alla pratica, ma non si tirò indietro di fronte alla prova teorica e lesse rapidamente le domande presenti sul foglio. “Non provare a copiare.” avrebbe detto a bassa voce, giusto per avvertire Nathan prima che gli venissero strane idee.
    La sua scelta sarebbe ricaduta con una certa sicurezza e pochi dubbi al riguardo su Marte. Era sempre stata affascinata dai pianeti, dalla loro simbologia e dal modo in cui venivano considerati artefici di parecchi cambiamenti anche sulla Terra. Bastava pensare a Mercurio retrogrado e a quante credenze portasse con sé quello che, di fatto, era solo un presunto cambiamento, visibile unicamente dalla Terra. Avrebbe quindi recuperato la penna e avrebbe cominciato a scrivere. “ L’alchimia è tradizionalmente interconnessa con l’astrologia, per quanto la prima sia una materia molto più pratica e manuale. L’uomo viene percepito dagli alchimisti come corpo, anima e spirito e nella trasmutazione dei metalli la Natura assume un ruolo fondamentale, di guida e maestra. In questa ottica diventa scontato, quindi, che anche i singoli pianeti abbiano un certo peso all’interno del processo di mutazione. Marte ricopre un ruolo fondamentale nel processo alchemico, sia nella fase Rubedo che, in generale, durante tutto il processo di trasmutazione in quanto considerato fuoco fatuo. Il pianeta di Marte, in astrologia, viene sempre ricollegato all’idea di energia, sia essa distruttrice che creatrice: è il pianeta della forza per eccellenza, e anche per questo assume un ruolo fondamentale nella creazione della Pietra Filosofale. avrebbe scritto, per poi prendersi una breve pausa per riordinare le idee prima di ricominciare. “ Oltre a questo, Marte è anche l’elemento maschile, oltre che il combattente e colui che rincarna l’idea della guerra. Esso è anche Spirito, domina l’Io, e anche per questo domina l’alchimia, con la sua natura di Fuoco. Marte ha un ruolo fondamentale nel superare l’Io illusorio ed elevare l’uomo a “qualcosa di più”, per questo diventa protagonista non solo della fase Rubedo ma anche di tutto il processo alchemico. Il fuoco infatti interviene sulla materia sia per mutarla, che per darle una nuova vita, e andava dosato con cura dall’alchimista, tenuto a bada per portare al risultato sperato. Nella fase Rubedo, lo spirito “Logos” di Marte viene unito ad un altro principio fondamentale, cioè quello di Venere, “Eros”, il femminile.” continuò quindi cercando di concentrarsi per spiegare al meglio le sue idee. “Come in ogni fase della mutazione, l’obbiettivo è quello dell’equilibrio e i due pianeti sono chiamati quindi a bilanciarsi, al fine di completare il processo di trasmutazione, che nella Rubedo vede la sua fase conclusiva. “ finì quindi, per poi posare la penna e alzare la mano per comunicarlo al docente.
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    Amelia interagisce con Emma Lewis , Nathan Parker King e lancia un'occhiataccia a haru90 .
    Risponde alla domanda 1.
     
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    Smaug Daingus | BLACK OPAL I anno
    Ricambia tutti i saluti ricevuti da chiunque gliene avesse riservato uno, un semplice sguardo sorridente rivolto agli altri è quanto vorrebbe fare come massimo per levarsi di dosso l’incombenza di una chiacchierata nel mezzo della lezione decisamente non voluta dato che la sua concentrazione deve essere totale e riservata solamente alla materia ed all’insegnante Black. Prima e dopo aver esposto la sua opinione non si sarebbe deconcentrato nemmeno per un istante e avrebbe cercato di fare una valutazione generale sui suoi rivali di classe come se ad essere il professore fosse stato lui in persona.
    Nel sentire togliere i 5 punti ai Dioptase un sorrisetto beffardo gli spunta facendogli scoprire i denti bianchi superiori “è il minimo” fosse stato per lui ne avrebbe tolti ancora di più “maledetti Dioptase” odio gratuito.
    Si limiterebbe ad ascoltare l’intervento di Black e sul concetto esposto di come nessuna risposta si riveli errata, il naso dell’ungherese si arriccia stranito, il viso storto ed acido, indignato. Non accetta questo genere di cose, la risposta corretta esiste ed è la sua! Gli viene istintivo di lanciare quella speciale smorfia assunta verso la figura con la bacchetta in mano che passeggia da un lato della cattedra mascherandola da uno finto sorriso solo alla fine.
    Sta ancora cercando di farsi un’idea sui professori in generale e quella lezione sarebbe servita a dargli un maggiore spunto per un giudizio complessivo, una cosa che è solito fare per ognuno e per ogni diversa personalità avrebbe cercato di identificarne i difetti per sfruttarli a suo vantaggio. Le dimostrazioni pratiche lo coinvolgono più di quelle semplici parlate o scritte e si riempie di meraviglia nell’osservare quelle trasfigurazioni perfette ed esaustive del concetto, dall’uovo al serpente; segue con estremo interesse ogni cambio forma ed ogni minimo movimento della bacchetta che oltre a trasfigurare hanno il merito di infiammargli l’animo.
    La parte pratica in quasi tutte le materie era la cosa che lo metteva più in difficoltà seppur per ora un’altra zona di comfort per lui dato che agguanta il foglio in arrivo e non perde tempo per elaborare risposte.
    La penna inizia a muoversi velocemente come chi non avesse bisogno neppure li leggere attentamente le domanda, un riflesso incondizionato che lo porta a macinare parole:

    L’uso di simboli che riconducono ad animali è una cosa frequente per tutti i generi di alchimisti e non è raro trovare proprio gli uccelli come apri fila di questo concetto. Gli viene attribuita dalla stragrande la mediazione tra il mondo fisico e quello spirituale, una sorta di comunione tra i due mondi che da sempre ha affascinato numerose persone: chi con approcci più scientifici chi più astratti. Gli uccelli rappresentano l’elemento dell’aria, la congiunzione tra il mondo terreno e quello dei cieli. Ne hanno studiato il volo per diverso tempo e l’hanno attribuito allo spirito dell’uomo che in un certo qual modo ha sempre basato la sua vita in un cammino spirituale post mortem dando con esso un concetto di libertà e spensieratezza. Se questo si rivela un concetto sulla totalità di gruppo per alcuni e specifici uccelli si è mutata la loro concezione. Se prendiamo come riferimento il corvo, tanto per fare un esempio, a questo gli è stato conferita una simbologia scura e tetra principalmente in riferimento al concetto di morte. Si basa tutto sul comportamento primitivo che questi animali hanno, questi hanno l’abitudine di fiondarsi su carcasse già morte, putride e verminose. Trovare uno stormo di corvi in cimiteri umani ed animali è cosa comune, attirati dalla puzza di tumefazione dei corpi andati; nelle pestilenze universali loro gioiscono per l’abbondanza di cibo e questo è il principale comportamento per il quale la simbologia gli è attribuita.

    Un rumore sordo della penna che si posa seguito dallo sventolare del pezzo di carta che ha in mano per far intendere che il suo dovere l’ha fatto.
    <parlato> - "Pensato" - 'Ascoltato' | Scheda PG - Stat


    -Ha ascoltato e osservato la lezione in silenzio
    -Ha risposto alla terza domanda facendo l'esempio del corvo
     
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    Si chiedeva sempre come facesse Cameron a cambiare così tanto quando si trovava con altre persone, anziché solo con lei. Sospettava che nessuno credesse esistesse un lato più tranquillo e gentile di quel ragazzo, e in effetti comprendeva la difficoltà nell’immaginarlo visto come si comportava ogni volta. Sospirò piano e scosse leggermente la testa di fronte alla punizione che si era appena guadagnato. “Ehi…so che puoi fare meglio di così.” gli ricordò con dolcezza, a bassa voce, giusto per supportarlo ma senza metterlo in imbarazzo. All’arrivo di Elisabeth avrebbe salutato la ragazza con un cenno, ancora incerta circa come comportarsi: non avevano mai parlato troppo l’anno precedente, era sparita per gran parte dell’anno scolastico, e non aveva proprio idea di come comportarsi con lei ma non era comunque il tipo che avrebbe allontanato qualcuno senza una buona ragione. Avrebbe quindi accennato un leggero sorriso nella sua direzione, annuendo brevemente quando chiese se poteva sedersi vicino a lei e Cameron. Non sapeva che i due si conoscessero così bene ma sospettava non dovessero essere affari suoi. “ A me il canto degli uccellini non dispiace così tanto.” avrebbe comunque affermato, giusto perché le sembrava che tutti quanti si stessero lamentando anche fin troppo.
    Avrebbe comunque lasciato Elisabeth e Cameron confabulare, sforzandosi di non prestare troppa attenzione e focalizzarsi sulla spiegazione del prof. Samuel Black aveva sempre spiegazioni interessanti e a Mia la sua materia prendeva abbastanza per cui non fece altro che annuire brevemente, segno che stava seguendo il suo discorso e stava comprendendo le sue parole.
    Le dispiacque non aver detto niente degno di nota, ma ultimamente era così felice per così tante cose che non la intristì nemmeno così tanto.
    Non ebbe dubbi sulla domanda a cui voleva rispondere, sembrava lì apposta perché lei la scegliesse. Aveva sempre trovato il simbolo dell’uroboro estremamente affascinante, tanto che aveva pensato –per un breve periodo, perché non era il suo genere di interessi- di tatuarselo da qualche parte. Infondo a lei piacevano i serpenti, prima o poi avrebbe cercato di andare a vederne qualcuno anche dal vivo magari –Cameron, idea per un appuntamento forse?! Avrebbe lanciato un’occhiata a Cohen prima di cominciare, e se solo ci fosse stato un modo per aiutarlo senza per questo andare contro le regole. Avrebbe poi preso in mano la penna e avrebbe riflettuto qualche istante prima di cominciare a scrivere. “ Il nome uroboro viene dal greco, e significa letteralmente οὐροβόρος, “coda” e βορός, boròs, sta per “mordace”, quindi “colui che si morde la coda”. Il simbolo appare fin dai primi scritti alchemici arrivati fino a noi, e appare evidente come sia tradizionalmente considerato la chiave di lettura dell’intero processo alchemico. La figura simbolica può essere oggetto di diverse interpretazioni, ma la più quotata è che la forma circolare rimandi all’idea di un continuo ritorno, la Materia che muta nel corso delle varie fasi perfezionandosi sempre di più.” terminò la sua introduzione e si ritrovò a leggere più e più volte quel che aveva scritto, seppur rileggere i suoi testi non le piacesse affatto. Provò quindi a rileggere solo qualche parte, un po’ per volta, ma alla fine si arrese a leggere tutto quanto, in ordine, sentendo di non aver dato il meglio di sé. Nella sua mente però sembrava tutto confuso in quel momento e si rese conto che anche provando a riscrivere tutto da capo probabilmente non sarebbe stata più soddisfatta. Si arrese quindi all’idea che forse quel giorno non era così ispirata e proseguì. “L’uroboro è simboleggiato da un serpente probabilmente per differenti ragioni. La prima è che l’animale si presa per comporre in maniera elegante e naturale un cerchio, icona del ritorno e della circolarità della vita, così come del processo alchemico. D’altra parte lo stesso serpente subisce ciclicamente la muta, un processo che lo porta a ringiovanire ogni volta, uno degli obbiettivi degli alchimisti. Non è un caso che, spesso, il simbolo sia composto da due serpenti, uno alato e uno senza ali: il primo rappresenterebbe la volatilità, l’altro espressione del fisso, della stabilità, che andrebbero quindi a racchiudere le fasi di aumento della temperatura, evaporazione, raffreddamento e condensazione di un liquido, alla base dell’alchimia.” la seconda parte le parve molto più precisa e comprensibile, e anche se non era ancora soddisfatta interamente se non altro le sembrò più accettabile. “Spesso l’immagine è seguita dalla dicitura “En to pan” (Uno è tutto) e permette al serpente di assumere il significato di evoluzione che si conclude su sé stessa –dal momento che si morde da solo la coda- e quindi armonia del tutto, unità cosmica.” avrebbe quindi concluso, assicurandosi di aver inserito tutto quello che ricordava in materia e non aver tralasciato nulla. Ancora convinta di non voler rileggere ancora una volta quel che aveva scritto avrebbe alzato quindi la mano, per avvisare il docente di aver terminato.

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    Mia interagisce con Cameron Cohen e Elisabeth Lynch . Per il resto ascolta il docente e risponde alla seconda domanda, sull'Uroboro.
     
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    La ragazza prese con attenzione una pergamena aprendola davanti a sè con accuratezza. Estrasse il calamaio dalla borsa, posizionandolo alla sua sinistra e prese con la mancina la piuma che teneva nei capelli a mo di piuma dei Nativi Americani.

    Pensò guardando l'aula piena di animali urlanti

    Per la barba di Merlino questi uccelli sono così rumorosi che dubito seriamente di riuscire a concentrarmi, meno male il professore pare avere una voce molto forte, almeno quello...ma perchè non li zittisce? Che cos...Cavolo! Il prof può davvero zittire gli studenti in questa maniera?

    Pensò notando che il professore aveva appena trasfigurato la bocca di un ragazzo, la ragazza divenne ancora più pallida del normale e gli occhioni grigi si posizionarono sul professore che intanto aveva cominciato a spiegare la lezione.
    Un sorriso apparve sulle sue labbra quando apparve un enorme uovo con un serpente che si mordeva la coda. Cominciò a prendere appunti velocemente e per poco la penna non le volò dalla mano quando l'uomo esplose e lei sussultò sul posto.


    Woow, questa proprio non me l'aspettavo! Questa lezione è una ficata!

    Pensò mentre apparivano le domande, le lesse con attenzione. Fece un bel respiro, dopo che la pergamena per il compito le fu arrivata fluttuando sul banco e cominciò a rispondere alla seconda domanda.

    " Questo simbolo è molto antico, già gli antichi egizi ne facevano uso. Di solito è rappresentato o da un serpente o da un drago, ma in entrambi i casi, le creature formano un cerchio completo mangiandosi la coda.
    Questo simbolo rappresenta la ciclicità del tempo,l'eterno ritorno. Un tempo che non ha inizio e non ha fine è appunto infinito.
    In alchimia rappresenta il ciclo alchemico di trasformazione della materia prima necessaria per praticare l'alchimia. Il più antico Uroboro in ambito alchemico si trova in uno scritto greco che narra la produzione dell'oro da parte di un' alchimista.
    Ma l'uroboro è presente anche nell'alchimia islamica dove rappresente "l'uno ed il tutto" allo stesso tempo, in questo caso rappresenta la creazione del mondo che non ha avuto inizio e mai avrà una fine"

    Posò la penna accanto al calamaio ancora aperto e guardando il professore posò le mani in grembo, per poi spostare lo sguardo per dare un'occhiata alla classe senza però voltarsi del tutto per non dare le spalle al professore, non voleva finire come il ragazzo che aveva avuto la bocca trasfigurata.

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Aidan avrebbe voluto essere altrove, quando ascoltò ciò che era successo in aula. Cameron Cohen che cominciò a dire cavolate e a rispondere in un modo che al professore non piacque affatto. Infatti gli tolse 5 punte alla sua casata. Si mise le mani sul viso, in un grosso facepalm “Ottimo” Mormorò “per una battuta squallida di un idiota dal cervello piccolo e la voglia di studiare pari a zero, 5 punti in meno ai Dioptase.” Scosse la testa e la alzò di nuovo verso il professore. 'che anno faticoso sarà...'
    Comunque, fu l'unica distrazione che si concedette. Quando aveva lezione preferiva concentrarsi su di essa, invece di comunicare con gli altri, a meno che non sia stato interpellato.
    Aidan ascoltò le spiegazioni del professore riguardo all'indovinello che aveva posto e rimase interessato dalla trasformazione del banco in un uomo con un serpente che si mangiava la coda. Non ricordava dove aveva già visto quella cosa, ma di sicuro l'aveva già notato da qualche parte.
    Poi quell'uovo esplose e tornò ad essere una cattedra. Aidan sorrise tornando ad osservare Black. “Adoro questo genere di lezioni.”
    Il professore continuò la sua spiegazione, premiando alcuni dei compagni con 5 punti e maledicendosi perché non c'era il suo tra quei nomi e quando finì, distribuì dei fogli con degli esercizi da fare. Doveva sceglierne uno e doveva rispondere.
    Aidan li lesse tutti e tre e fu davvero indeciso su quale scegliere. Si concentrò di più sull'uroboro, quel serpente che si mangiava la coda e cercava di ricordare dove aveva già visto quel simbolo. Ma alla fine ricordò. 'Aaah ma era un tatuaggio che vidi sul braccio di un tizio! Proviamo a dare un significato a questo...'.
    Fissò a lungo quel testo e si immaginò il simbolo nella sua mente. Prese la penna ed un foglio e cercò di buttare giù qualcosa:
    L'uroboro è un simbolo che sta a significare il ciclo infinito. Il simbolo sembra fermo, immobile. Ma in realtà è sempre in movimento. Può anche significare qualcosa che si consuma e si rinnova automaticamente. L'inizio, la fine e di nuovo l'inizio. Parlando più 'spiritualmente' diciamo, può anche significare anche la vita: Nascita, morte e reincarnazione. Ho già visto questo simbolo tatuato sul braccio di un ragazzo e, quando chiesi il significato di quel tatuaggio mi disse più o meno quello che ho scritto ma anche che deriva dal greco e che vorrebbe dire 'serpente che si morde la coda'.
    Mi ha anche spiegato che quel tatuaggio significava anche 'immortalità'.
    Il perché è simboleggiato da un serpente, me lo disse lo stesso ragazzo, ma non so se è vero o meno. Disse che l'uroboro nacque dall'esigenza degli alchimisti greci che avevano la necessità di animare una figura geometrica troppo squallida (chiedo scusa, non ricordo la parola esatta) e quindi, in questo cerchio hanno voluto vedere un serpente che si morde la coda. Pare che venga anche rappresentato metà bianco e metà nero, a significare lo Yin e lo Yang, ma non so quanto possa essere utile per la lezione.

    'Doveva essere più lungo? Spero di no...'
    Aidan Hargraves

    "
    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

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    Aidan si lamenta dell'idiozia di Cameron Cohen. Poi torna a concentrarsi sulla lezione e infine scrive una breve spiegazione sul significato dell'uroboro.
     
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    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Le labbra si arricciarono in un sorriso quando la bocca di Camern divenne liscia come un'unghia. Le mani del mezzo gigante cominciarono a formicolare mentre il petto si fece pesante. "Però un po' mi dispiace" Se da un lato le doti alchemiche del professor Black avevano ispirato il ragazzone, dall'altro una morsa di risentimento gli aveva stretto il cuore. Nella mente del mezzo gigante era vivido il ricordo di Cohen con gli occhi colmi di lacrime. Ciarán non aveva mai avuto modo di comprendere cosa lo avesse portato in quello stato, e non gli sarebbe mai interessato, però era bastato quel poco per cominciare a provare pietà nei suoi confronti.
    Quella pesantezza che gli era caduta addosso si sgretolò in seguito al sorriso del docente «Lo farò» Agli occhi inesperti del denrisiano, l'astrologia sembrava un mondo troppo vasto per essere pienamente compreso. La sua memoria era un filo sottile in grado di reggere a stento delle piume, figuriamoci la gravità dei corpi celesti.
    Quando le piccole mani di Rubin rubarono la biglia, Ciarán si concesse un sorriso soddisfatto. Lentamente avrebbe conquistato il suo affetto. "Sento il bisogno di farmi perdonare qualcosa, ma non ricordo cosa" Un dubbio che si era insinuato nella sua mente provocandogli lo stesso fastidio che si prova nell'avere una parola sulla punta della lingua senza poterla pronunciare.
    Nel prendere posto, non diede chissà quale importanza ad Elisabeth. Sentì che non ce ne sarebbe stato bisogno. Inoltre, il canto degli uccelli unito alla curiosità nata attorno a quella nube sarebbero state distrazioni più che sufficienti. "Già, il cinguettare. Le gambe di Elisabeth. Il tacito sguardo dei Fwooper. Il profumo di Elisabeth. La nebbia alle mie spalle" Se alla base degli incanti trasfigurativi si trovava il massimo impiego della concentrazione, quel giorno trasfigurare sarebbe risultato impossibile.
    Il mezzo gigante curvò il capo per avere una visuale piena sul docente, annotandosi poi le parole di maggior rilievo "La parola chiave è mutamento..." Ad ogni sentenza, il filo conduttore di quella lezione si faceva sempre più evidente "Ciclicità..." Quell'Amelia era veramente in gamba per essere una straniera "Perfezione? Schiudersi... mutare" Il ragazzone si trovò d'accordo su tutto, seppur rimanendo scettico sulla possibilità di perfezionarsi. Un'esplosione d'orgoglio gli cinse il petto nel comprendere come Elisabeth fosse riuscita a catturare l'interesse di Black "Lo sapevo. Bene... spazio, tempo, materia. Distribuzione e movimento della materia..."
    Quando il foglio si materializzò di fronte al denrisiano, il ragazzo era così ispirato da saper già cosa scrivere. Inzuppare quella piccola piuma nel calamaio riposto nell'incavo del banco fu la parte più ardua "Per esigenze di chiarezza, organizzerò la risposta su due livelli. Nel primo, analizzerò il simbolo dell'uroboro in sé. Dunque, compreso il fine del simbolo, spiegherò perché è proprio un serpente a simboleggiarlo.
    Come lei mi ha fatto notare, nulla è scollegato dalla scienza delle stelle. Nella storia dell'umanità, diverse civiltà hanno adottato simboli simili a quello dell'uroboro. Dietro a questa scelta, si può presupporre che le diverse popolazioni siano entrate in contatto tra loro in un modo o nell'altro. A mio parere, la risposta dietro a questa coincidenza è da ricercarsi tra le stelle.
    "
    Lo stesso docente ne aveva rimarcato l'importanza, no? "Quella che gli studiosi chiamano "via lattea" è visibile, sotto determinate circostanze, in ogni angolo del globo e - di conseguenza - può aver influenzato allo stesso modo diverse popolazioni. Mentre i Greci né rintracciano il nome nel mitologico episodio dell'allattamento di Eracle, altri antichi testi descrivono la Via Lattea come un enorme serpente di luce. Degli studi basilari sull'astronomia, privi di bias esterni, dimostrano come il nostro pianeta faccia parte di questa "Via". Dunque, di come il nostro mondo sia contenuto all'interno di questo serpente di luce. Un qualcosa di simile si può trovare anche nella tradizione del mio popolo; il serpente mitologico Jörmungandr è così lungo da poter avvolgere il mondo, finendo per toccarsi la punta della coda con il proprio muso.
    La figura dell'uroboro, dunque, può ricordare un cerchio. L'efficienza del cerchio permette a questa figura geometrica, a parità di lunghezza, di circondare la maggior superficie possibile. Nel caso da noi preso in considerazione, questa circonferenza che ingloba il mondo può andare a simboleggiare un principio universale che pervade la realtà nella sua interezza.
    A mio parere, la legge insolubile a cui stiamo facendo riferimento è quella dello scambio equivalente. Progresso, maturità o, più in generale, mutamento. Come simboleggiato dal paradosso che ha aperto questa lezione, tra i soggetti di maggiore interesse in campo alchemico si trova proprio il cambiamento. Analizzando questo concetto, dobbiamo tenerci alla larga dalla tentazione di definirlo come un qualcosa positivo o negativo perché questa visione è stata influenzata da diverse dottrine culturali.
    "
    La mano si bloccò come trattenuta da una forza invisibile. Sapeva cosa avrebbe dovuto scrivere ma perché era così difficile farlo?
    "Per ottenere qualcosa, è necessario sacrificare qualcos'altro. Nella sua universalità, la legge dello scambio equivalente afferma come "senza sacrificio l'uomo non possa ottenere nulla, per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos'altro che abbia il medesimo valore." Di conseguenza, alla base del mutamento si trova l'equilibrio, uno ying e uno yang. Bisogna sacrificare il passato, per arrivare al futuro. Nella resilienza di questa legge eterna, dunque ciclica, non vi sono spigoli.
    L'esempio chiave di questo mutamento è il serpente. La sostanza di cui è fatto lo strato superficiale dell'epidermide di questo animale non è elastica e non si rigenera; quando i serpenti crescono diventa come un vestito stretto che devono lasciare indietro per muoversi liberamente. Il sacrificare qualcosa per ottenere qualcos'altro ricalca il principio dello scambio equivalente. Un principio simbolo dello stesso equilibrio alla base del concetto della perfezione molecolare e delle leggi di Gamp e di Lavosier.
    Dietro alla scelta del serpente, si trova anche un secondo motivo. Gli incanti alchemico trasfigurativi permettono il mutamento della materia ma non la creazione dal nulla. Il maestro trasfiguratore può ridisporre nello spazio e nel tempo la materia già esistente. Proprio per questo, la coda della serpe acquista la funzione di simbolo fallico atto a fecondare un grembo che può espandersi per contenerlo: la bocca del serpente. Per permettere l'eventuale nascita di un nuovo elemento, non serve un fattore esterno: basta riorganizzare il tutto. Ancora una volta, tutto è uno e uno è tutto
    "
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    «Parlato»
    "Scritto"
    "Pensato"
    Narrato

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.


    Si dispiace per Camern
    Risponde al docente affermando che si informerà sulle leggi dei cieli
    Risponde al quesito sull'uroboro v.v
     
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    Emma Lewis

    Era contenta di essersi fatta da subito un nuovo amico tenerello come Nate e con cui andare a lezione ogni tanto, adesso che era sola soletta. Insomma Natty, mi annodi i capelli così, uffa! Protestò, ricordandosi di come avesse ammonito allo stesso modo Lucas circa un mese prima. Ma nell'effettivo, non faceva mai niente perché smettessero di toccarle i capelli perché, sotto sotto, era quasi rilassante. E poi nessuno lo avrebbe fatto, se non avesse avuto amici... e ciò significava che ne aveva! Sì era un ragionamente molto tirato, eppure Emma si accontentava di quello.
    Però per il resto bene, mi sono alzata un sacco presto stamattina, sono uscita con Spider ed ho fatto un sacco di centri! Mi piace così tanto tirare con l'arco. Spiegò, anche se non glielo aveva chiesto nessuno. Tu come staiii? Ti stanno piacendo le lezioni? domandò, curiosa e con molta premura di sapere se il ragazzo si stesse trovando bene in quella scuola nuova per lui, per quanto anagraficamente fosse più grande di lei di un anno.
    Alla fine, gli offrì il muffin e ridacchiò alla sua frase. Ehi, mettiti in fila! scherzò, facendo una piroetta quasi a mostrare completamente se stessa a dire: "chi non amerebbe una come me?" anche se non la pensava esattamente così, però scherzare in spensieratezza era proprio ciò che le serviva per essere felice. Non aveva bisogno di molto.
    Professori guardoni? Domandò, chiedendosi il significato di quella frase, mentre si dirigevano in aula, arrossendo anche in riferimento alla prima parte. Comunque... credo di sì. Cioè... i professori non hanno una vita fuori da scuola, no? Quindi... beh non possono di certo essere tipo sposati o qualcosa del genere! Commentò con tutta la sincerità e l'ingenuità di una bambina. Non era esattamente così che andava il mondo, ma la biondina ne era fermamente convinta.
    Una volta entrati in aula, si separarono per breve tempo, giusto il tempo dei rispettivi saluti e... di lasciare Nathan ad imitare gli uccellini che erano presenti in aula. Le parole del docente la colsero di sorpresa ed andò in panico, boccheggiando. Oh... io? Lo so che... insomma, non è mica cannibale... credo? Fatta la sua figura di merda quotidiana e rossa in viso, zampettò via. Ma, se credeva che sarebbe rimasta isolata da sola in un banco, Nate sembrava del parere opposto, infatti la prese per il braccio. Emma arrossì ancora. Hai ragione, allora sarò super felice di stare seduta vicina a te! Assicurò, spostandosi quindi di banco e mettendosi affianco a lui nel banco occupato anche da un'altra ragazza. Piacere! Sono molto felice di conoscerti, Amelia! Non le porse la mano semplicemente perché Emma non era tipa, lei si presentava in modo nettamente diverso. Poi tornò a rivolgersi a Nathan. Non è molto carino dare questi soprannomi alle persone, Natty u.u Lo rimproverò con la sua solita dolcezza, prima di dover prestare davvero attenzione alla lezione. Sorrise quando le fece l'occhiolino ed ascoltò la sua risposta, dopo aver dato la propria. Non era sicura di essersi spiegata molto bene, ma sperava che il docente avrebbe capito, sebbene le facesse ancora abbastanza paura. Quindi, rise alla battuta di Nathan, scuotendo leggermente la testa.
    Non aveva mancato di sussultare quando il professore lanciò quell'incanto verso Cameron, zittendolo definitivamente. Ohi Nath, stai attento se non vuoi fare quella fine pure tu... gli sussurrò, impressionata e desiderosa che Black non arrivasse a tanto anche con il compagno Ametrin.
    Ma a quel punto, la vera lezione cominciò e la biondina si fece attenta, decisa ad ottenere almeno una A a quella lezione, sebbene non le sarebbe dispiaciuta una O. Aveva deciso di assimilare i gentili consigli che Black le aveva dato come valutazione al compito per non ripetere gli stessi errori e provare a mostrare quanto in realtà valesse.
    Sussultò quando la cattedra iniziò a vorticare, stringendosi quasi istintivamente a Nathan, come se potesse uscirne un mostro da un momento all'altro ed aggredire chiunque fosse presente in quell'aula.
    Se doveva essere sincera, non ci stava capendo molto quindi pregò i suoi neuroni di impegnarsi un po' di più, anche se al momento stavano sicuramente ballando la samba nella sua testa, infischiandosene dell'impegno che Emma ci stava mettendo. Ma si animò un poco a quel susseguirsi di immagini molto particolari quanto inquietanti, ma per qualche motivo non riusciva a staccare gli occhi da quella visione. Purtroppo non poté trattenere un sospiro di sollievo quando essa tornò ad essere una semplice cattedra, quasi che l'avrebbe abbracciata.
    Wiiii animali! Commentò a bassa voce, in modo che potessero sentirla solo i suoi compagni di banco. Era eccitata, adorava gli animali di qualsiasi genere e sicuramente sarebbe stato interessante.
    Alla fine della spiegazione, apparvero dei fogli sui banchi e dovette scegliere una tra tre domande. Prese la piuma e le lesse una per una. Uffi ma che domande difficili... sussurrò a Nathan. Io non ci capisco niente.. penso che opterò per l'urologo... no... Uro...Uroboro... ma che nome è. Sbuffò, riscrivendo sotto la domanda a caratteri cubitali, giusto per sottolineare la propria scelta.
    Innanzitutto, l'Uroboro, rappresentato come un serpente, indica un cerchio senza inizio né fine. È come un potere che divora e rigenera sé stesso, che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Rappresenta l'immortalità, la perfezione, l'eternità... ed è associato all'immagine di un serpente perché da sempre cambia pelle, quindi sia muta che ringiovanisce, a simboleggiare ogni nuovo inizio, presente dopo ogni fine. Mise giù la piuma, chiedendosi se ci fosse altro che poteva aggiungere, scavando a fondo nel suo cervello, magari i neuroni avevano finito di ballare. In poche parole, rappresenta la rinascita... e non è forse vero che un serpente, cambiando pelle, è come se rinascesse? Concluse definitivamente con una specie di domanda retorica, posando la penna vicino al foglio e rivolgendo un sorriso smagliante a Nathan. Se vuoi, puoi sbirciare... sussurrò.
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    Emma interagisce con Nathan Parker King, Amelia Farley Samuel e poi risponde alla domanda 2
     
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    Howard H. Van Leeuwen
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    Ricevere i complimenti di un professore era sempre ciò che faceva emozionare Howard come non mai: l’unico ambito nel quale si sentiva un minimo compreso era quello scolastico, e forse era così perché in qualche modo riusciva a dare sempre il meglio, o comunque metteva molto impegno in ogni singola opera da portare a termine. Aveva ricambiato i vari saluti che aveva ricevuto dai compagni con un bel sorrisino sulle labbra, come al suo solito, e successivamente aveva esposto la propria teoria, annotando sul quaderno anche le risposte degli altri così da possedere una pluralità di opinioni sul proprio quaderno, anche per fornire varie visioni in occasione di un’eventuale interrogazione o compito in classe.
    Il ragazzo sembrò appena abbassare il capo quando sentì la voce di Ciaran, come se fosse estremamente in imbarazzo, perché in qualche modo aveva paura che gli altri avessero potuto notare qualcosa tra i due, un qualcosa che era una semplice amicizia per il momento ma che aveva lasciato spazio a pensieri e parole più pesanti. Respirò profondamente, continuando ad ascoltare il professore ed annuendo a quanto lui stesse dicendo, senza mai fermarsi dallo scrivere quelle parole quasi come se fossero gocce dorate estremamente preziose: era lì che si vedeva realmente l’interesse di Howard nella conoscenza, come se avesse davvero paura che la perdita di qualche informazione potesse costargli cara la pelle.
    L’aria nebbiosa sembrò quasi non essere un problema per lui, se non fosse che accennò ad un lieve colpetto di tosse, avvertendo della secchezza in gola. Sembrò quasi fare una domanda, ma proprio prima di alzare la mano si sentì frenare da dentro, come se non dovesse. Lo stava facendo per se stesso o per mettersi in mostra agli occhi di qualcuno? Ed era questo dilemma che, assieme al contenuto relativo alla ciclicità della vita, sembrò per qualche istante renderlo piuttosto sbigottito. La sua testa semplicemente si mosse da un lato all’altro più volte, a scuotersi come uno strofinaccio bagnato, lasciando alle spalle quei pensieri negativi che, comunque, lo portavano unicamente a pensare ad un unico ragazzo.
    La svolta si ebbe nel momento in cui i ragazzi ricevettero un foglio con degli esercizi elencati, e l’espressiva richiesta di svolgerne solamente uno dei tre. Immediatamente notò la domanda relativa al pianeta Marte, ed una volta letta si lasciò sfuggire un breve sorrisetto vispo: era un ragazzo che adorava l’astronomia e l’aritmanzia, adorava la logica che muoveva il mondo, ed era per quella motivazione che avrebbe optato per quella domanda: avrebbe sicuramente messo insieme due discipline da lui amate, coniugandole assieme all’alchimia-trasfigurativa che tanto lo appassionava.
    “Il pianeta Marte ha un’influenza molto importante a livello alchemico-trasfigurativo, e questo avviene secondo me per via delle sue caratteristiche. Il cosiddetto ‘pianeta rosso’ ha una connotazione piuttosto rabbiosa, istintiva, diretta, bellicosa, che si riscontra perfettamente già dal suo stesso nome: Marte, difatti, era la divinità della guerra presso gli antichi romani, ma rappresentava anche l’impulsività e la forza virile in tutte le sue manifestazioni. Questi concetti si riflettono perfettamente anche sul campo dell’alchimia e della trasfigurazione, e li ritroviamo principalmente in tre parti di queste discipline: storicamente, Marte è associabile al processo alchemico della Rubedo (che già dal nome riporta al colore rossiccio del pianeta), secondo il quale si terminano le trasformazioni chimiche avviate con la Nigredo e con l’Albedo, dando vita al prodotto fulcro di tutta la scienza alchemica: la pietra filosofale.” Avrebbe fatto una brevissima pausa prima di continuare con la scrittura di quella risposta al quesito, giusto per evitare di avere un crampo alle mani. “Nell’ambito prettamente trasfigurativo, invece, la simbologia di Marte si riscontra principalmente negli incantesimi “-Figuro” e nelle evocazioni animali. Nel primo caso, è noto come quella famiglia di incantesimi sia strettamente connessa all’irruenza ferina e ai cambiamenti improvvisi, e quindi si sposi alla perfezione con il concetto di impulsività del pianeta, rivelandosi anche come la categoria di magia trasfigurativa più difficile da controllare e selvaggia. Nel secondo caso, invece, i processi di comprensione e di ricomposizione evocativa che danno origine ad un prodotto animale sono legati al pianeta Marte poiché, per poterli realizzare, è necessario fare affidamento alla potenza di questo astro. Per concludere, dunque, possiamo affermare con certezza quanto il pianeta Marte sia strettamente connesso ai concetti alla base delle trasfigurazioni e dei processi alchemici più connessi al mondo dell’imprevedibile, dell’animale e dell’irruenza.” E così terminò la propria risposta, cercando di realizzarla nel modo più lineare possibile, dando al tutto una corretta introduzione e conclusione, intervallandole dal corpo centrale molto più corposo e dettagliato.
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    Ricambia i saluti ricevuti e risponde alla domanda su Marte.
     
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    Grazie all'idiozia del suo nuovo amico Cohen la richiesta di sedersi accanto a lui e alla Freeman alla fine ebbe solo la risposta di un sorriso imbarazzato della biondina. Per quanto affini l'Opale e il Dioptase potessero dimostrarsi alla fin fine c'era sempre e comunque qualcosa a differenziarli, in quel caso il rigido formalismo che l'ex Serpeverde mostrava per il corpo docente, anche se con qualche eccezione che Cam avrebbe senza dubbio apprezzato. «A quanto pare te la sei proprio cercata, eh?» Sussurrò all'orecchio del moro, senza però pensare minimamente di porre fine all'incanto di Black anche perché dubitava che potesse riuscirci e poi non era proprio dell'umore per far perdere punti ai rosso neri, soprattutto in una materia in cui non era solita brillare. Beh, almeno fino a quel momento. Infatti, il docente di Alchimia sembrò apprezzare -a differenza di qualche suo collega- il suo intervento, che credeva davvero fortemente campato per aria, tanto da far guadagnare ben cinque punti ai Black Opal. Immediato lo sguardo della Lynch si sarebbe posato dapprima su Smaug, giusto per alimentare ancor di più il fuoco della sfida tra loro due, e poi su Ciaràn che però sembrava così intento e serio nell'evitare di farle incrociare quelle iridi dorate. «Forse avrà il ciclo anche lui.» Mica era una legilimante che riusciva ad ascoltare quell'ode alle sue gambe -e non solo- che il mezzogigante stava pensando. Non ebbe neanche il tempo di crucciarsi più di tanto che un foglio si materializzò proprio sulla sua postazione con ben tre esercizi tra cui scegliere. «Mmm... no.» La piuma, ancora asciutta, simulò uno sbarramento sul primo quesito, seguito subito dal secondo. Sul terzo c'era un po' di dubbio, ma la passione per gli uccelli dimostrata dal docente fece propendere la Lynch proprio sul terzo esercizio. Intinse la piuma nel calamaio, eliminandone sul bordo l'eccesso ed iniziò a scrivere quanto sapeva circa la simbologia alchemica animale, ovviamente con la preferenza sugli uccelli.

    In alchimia è frequente trovare l'uso degli animali come simboli tra cui gli uccelli, i dominatori dell'elemento aria, visti come l'anello di congiunzione tra la realtà terrena e il regno dei cieli. Osservandone il volo, gli alchimisti credono di riconoscere un legame tra il volo e l'anima umana, la cui vocazione è tendere alla spiritualità, e, pertanto il simbolismo degli uccelli ha acquisito la funzione di mediazione tra il mondo fisico e quello spirituale, riflettendo ciò che l'anima umana tende a fare per raggiungere la sua perfezione.
    La sequenza dell'uso simbolico degli animali corrisponde alla sequenza delle operazioni svolte dall'alchimista come, ad esempio, la successione di Corvo, simbolo con cui si indica l'inizio del percorso di trasmutazione; Cigno, il cambiamento; Pavone, la dominazione degli aspetti negativi per la purificazione dell'anima; Pellicano, simbolo che identifica la ricerca della perfezione da parte dell'alchimista; e Fenice, lo stadio finale del processo alchemico e la perfezione raggiunta.
    I processi fisici degli alchimisti si sono rivelati un ciclo che ha preso vita da uno stato di decomposizione della materia in putrefazione o nigredo, ad uno stato di albedo o calcinazione, proseguendo attraverso una rapida iridescenza, una distillazione a riflusso o circolazione e una sublimazione finale o rubedo.
    Il volatile che vorrei prendere in esame è il cigno. Nel candore e nella forma del cigno, gli alchimisti hanno trovato sia la luce del sole, sinonimo di natura maschile, sia la luce della luna, l'immagine della femminilità. Il lungo collo divenne il significato del simbolo fallico e il corpo arrotondato a rappresentazione del corpo femminile. Il simbolismo del cigno è anche quello del corpo androgino, risultato dell'unione degli opposti. La concezione che il cigno fosse connesso all'adempimento dei desideri, facilitava l'avvicinamento alla fase del processo di calcinazione che, per la sua peculiare caratteristica, ovvero la materia assumeva un colore bianco latte, induce gli sperimentatori a credere di aver raggiunto la purezza assoluta. L'associazione con il cigno, della fase temporale, è una conseguenza di ciò che gli alchimisti osservano nello svolgere il loro lavoro seguendo l'umidità. Infatti, una volta inumidita la materia, a volte si forma una crosta che si spezza quando riscaldata, rilasciando cristalli bianchi che sembrano cigni galleggianti sulle acque di un lago. Se invece di umido ci si ritrovava il secco questo era segnalato dal simbolo dell'aquila bianca.
    Concludo affermando come l'utilizzo degli animali come simboli alchemici si dimostri fortemente funzionale per le annotazioni, le ricette e gli sperimenti fatti dagli alchimisti, risultando tra l'altro un linguaggio franco che abbatte eventuali barriere linguistiche, divenendo di fatto comprensibile a chiunque studi o si approccia all'alchimia.

    Non ne era propriamente soddisfatta, soprattutto per il mancato approfondimento su alcuni punti che avrebbe potuto fare se solo si fosse applicata un po' di più nelle ricerche nei momenti di studio, ma tutto sommato credeva che potesse risultare quantomeno sufficiente per il professore. Riposizionò, quindi, la piuma all'interno del foro vicino al calamaio pieno di inchiostro ed incrociò le braccia sotto al seno in attesa del prossimo passo che sarebbe stata chiamata a fare.
    Elisabeth
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    "

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    Liz risponde al quesito tre, ovvero: Descrivi la simbologia alchemica che sta dietro agli uccelli e fai un esempio.
     
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    Emma era un vero e proprio raggio di sole e Parker lo pensava più per la sua indole che per il colore di quei capelli con cui stava giocherellando. «Cosa? Se mi piacciono le lezioni?! Non mi avrai mica preso per uno dei Dioptase. Follettina, non farmi mai più una domanda del genere... così mi offendi!» Quanta teatralità in una persona sfansafatiche come lui che incarnava alla perfezione -e solo perché si voleva esser generosi- il classico "è intelligente ma non si applica". Lui non si sentiva affatto intelligente, anzi ancora non capiva perché si trovava lì visto che lui lo studio proprio non lo sopportava. Ah, sì, i soldi. «E poi non riesco mai a farmi un sonnellino pomeridiano decente! Come vuoi che stia?» E quella tristezza venne mitigata solo dal grande morso dato al muffin che le era stato offerto dalla giovane amica, lasciandosi andare poi ad una osservazione circa la sfera privata sessuale dei docenti. Un dubbio più che legittimo secondo l'ametrino. «Oh, scricciolino... una relazione duratura ce l'hanno eccome.» E sollevò una mano simbolo di tanti lavoretti fai da te accumulati nel tempo, sperava solo che la ragazzina riuscisse a comprenderne il senso in prima battuta e soprattutto che non sprofondasse nell'imbarazzo.
    E poi entrarono finalmente in aula, dove la Lewis si attardò nei pressi del prof mentre l'attenzione di King era stata attirata tutta dagli uccelli con cui cercò di comunicare. Chissà, magari Black avrebbe trovato simpatica la sua uscita. Occhieggiata Amelia e recuperata Emma, alla fine Nathan si sedette nel bel mezzo delle due bionde preferite. «Io gradirei seguire. Gne, gne, gne.» La scimmiottò scivolando accanto alla ghiacciolina e ridendo apertamente al rimprovero di Em circa il soprannome dato alla verde-blu. «Lo sai perfettamente che non do a tutti un soprannome. Dovrebbe esserne felice, piuttosto.» E con un ginocchio avrebbe cercato di toccare quello della ragazza argentea che arrivò persino ad ignorare la sua domanda cercando di spegnere un incendio con un bicchiere da shot. «Ghiacciolina, così mi fai solo avvicinare di più.» Prima di volgere l'attenzione all'angioletto alla sua destra che lo avvertiva di comportarsi bene se non voleva fare la stessa fine di Cohen che era stato silenziato -ahimè, addio frittata party- da un per nulla largo di vedute Black. Black che ascoltò anche il suo intervento inutile prima di distribuire loro un bellissimo foglio con ben tre odiosissime tracce. «Ma che fine hanno fatto i test a crocette?» Si lamentò a bassa voce con le compagne di banco memore dei migliori esami passati facendo la conta dell'ambarabà ciccì cocò. «Coff, urologo?! Emma! Non dovresti conoscere neanche quella bruttissima parola!» Ovviamente quel commento fu fatto a bassissima voce, occultato persino dalla mano con cui coprì la bocca mentre Amelia ci tenne a mettere subito le cose in chiaro: qui non puoi passare si copia. «Ricordati di dire che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere.» La stuzzicò allungando lo sguardo sul suo foglio per vedere la sua scelta definitiva. Maledizione non sapeva proprio cosa fare e vedere Em al suo fianco scribacchiare comunque qualcosa anche Nathan decise di optare per l'uroboro, forse la più indolore delle tre domande.

    Uroboro, dal greco "chi mangia la coda" è un simbolo dalla forma di un serpente, un drago o un rettile allungato che si mangia la coda dando l'immagine finale di un cerchio. Come simbolo rappresenta l'infinito, il ciclico, l'ordine, il tutto, l'universo e il tempo, ovvero della manifestazione dell'eterno ritorno, della ciclicità dei fenomeni naturali, come il susseguirsi di giorni, stagioni, venti e maree. Per gli alchimisti rappresenta l'unità spirituale e materiale delle cose che sono né distrutte né create ma che semplicemente mutano la forma, richiamando quindi il principio eracliteo e racchiusa nella massima di Lavoisier "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". Inoltre, sta ad indicare anche la natura circolare del lavoro dell'alchimista che non solo è solitario ma che unisce gli opposti: il conscio e l'inconscio, sinonimo di purificazione che rappresenta i cicli eterni di vita e morte. Nell'alchimia il serpente mercuriale si divora nell'acqua del fuoco, così come l'emozione distruttiva deve bruciare se stessa.
    Però, per rispondere alla sua domanda diretta credo che la scelta del serpente -quella di fatto più diffusa come immagine- ricada proprio per i significati associati comunemente alle creatura come la ciclicità, la rinascita, la fertilità, l'eternità, l'equilibrio, la protezione, la solitudine, ma anche perché, ad esempio per i celti, rappresentava il sapere nascosto, l'astuzia, la trasformazione probabilmente legata alla capacità dell'animale di cambiare pelle visto come simbolo di nuova vita ed auto-reinnovazione, principi alla base del mondo alchemico.

    Sarebbe andato bene? Sarebbe andato male? Chi lo sapeva -di certo aveva rispettato la tradizione Ametrin (commento player)- ma soprattutto che gliene importava, non era un voto a far la felicità. Non la sua almeno.
    Nathan Parker
    King

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    The biggest misunderstanding about me is that I'm just a bratty, gobby idiot.
    "

    Ametrin
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    Interagisce con Amelia Farley, Emma Lewis.
    Risponde alla domanda: 2) Descrivi il perché l'uroboro è simboleggiato da un serpente.
     
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    HELL IS THE PARADISE OF THE BAD GUYS

    Cameron Cohen

    Sorrise a Mia. Era strano che fosse la sua ragazza, dopo tutto ciò che era successo l'anno precedente, accentuandosi nel periodo di marzo. Non che non si sentisse ancora in colpa, ma il castano si sentiva in colpa per parecchie cose -bugia- quindi decise solo di non pensarci e di concentrarsi, si fa per dire, sulla lezione che avrebbero dovuto affrontare di lì a poco, anche se non ne aveva proprio voglia. Uh ciao Fatina! Cam salutò il nuovo famiglio di Mia di cui non si ricordava il nome, tornando poi a sorridere alla biondina seduta là vicino. Ma non avevano abbastanza tempo per poterlo perdere, ragion per cui decise di avviarsi con lei verso l'aula di alchimia, al terzo piano. Avrebbe voluto scappare da quella lezione, qualsiasi cosa sarebbe stata sicuramente meglio, ma non era proprio sicuro che Mia avrebbe approvato, anche se in tutta sincerità, che andasse o meno a lezione, poco cambiava.
    Una volta arrivati e dopo aver preso posto, lasciò che Axe uscisse con la testina pelosa dallo zaino, esplorando il mondo attorno a lui con i piccoli occhietti neri. Annusò l'aria, spostando poi lo sguardo su Mia, zampettando fuori dallo zaino per andare a farsi accarezzare dall'ametrina, anche se guardò con parecchia diffidenza la fatina che gli stava svolazzando attorno, non troppo abituato al contatto con strane creature.
    Invitò poi la Lynch a sedersi con loro, ridendo alla sua domanda. Non sai quanto... ma probabilmente farebbero cagare un po' come questa materia. Fu la sua risposta, facendole spazio sulla panca.
    Ad ogni modo, Cam iniziò a farsi riconoscere già da subito, esprimendo al docente diverse perplessità. Cosa che gli assicurò un pugno sulla spalla da parte della bionda. La guardò con un mezzo sorriso, scuotendo la testa. Che dolore! Dovresti andare a fare pugilato! Scherzò, prima che qualcosa di non troppo simpatico avvenisse. Non fece nemmeno in tempo a pronunciare la sua straordinaria battuta in merito al quesito scritto alla lavagna, che venne colpito da un incantesimo che parve sigillargli le labbra, ma non solo. Non riuscì neanche a replicare alle frasi del prof che ora si trovava una... lastra di ghiaccio al posto di esse. Cohen rimase immobile per diversi secondi, preso in contropiede da quel fulmine che lo aveva colpito, spiazzato e senza i riflessi abbastanza pronti da poter contrattaccare. Maledetto bastardo... fu però il suo pensiero che avrebbe volentieri potuto tradurre in parole, ne fosse stato capace. Passato lo shock iniziale, sfoderò il suo catalizzatore. Ma cosa poteva farci...? Non riusciva a muovere le labbra per formulare una frase di senso compiuto, non sarebbe di certo riuscito in un incantesimo. E non sarebbe nemmeno riuscito a rispondere al dito in culo.
    Stava comunque per tentare con una formula non verbale, per quanto difficile avrebbe potuto essere, quando le parole di Mia lo fecero voltare, gli occhi nocciola carichi d'ira. Iridi che poco dopo si spostarono anche su Elisabeth, chiedendosi da che parte stesse. Ma, ovviamente, non poté dire niente. Ovviamente tolse i piedi dal tavolo, ma non perché glielo avesse detto il docente, bensì solo per alzarsi. Era indeciso se fare una scenata isterica -non verbale- e andarsene, se andarsene e basta o se provare ad arrangiare qualcosa per il compito. Di sicuro sia Mia che Arya, fosse stata viva, avrebbero voluto che provasse ad impegnarsi almeno un po' e non era certo di volere che la sua casata perdesse altri punti per colpa sua. O forse sì? Ma poi, che cazzo gliene fregava? Guardò un'altra volta Mia e quel suo faccino da angelo, poi strinse i pugni e tornò a sedersi pesantemente sulla dura panca di legno. Allungò le mani verso il foglio e le strinse, stropicciandolo. Sono tre domande difficili, che cazzo scelgo? Quella sul serpente del cazzo sicuro la usano tutti, ma a me cosa fotte? Sto coglione può pure mettermi T, se gli piace. Rifletté, decidendo però di optare per la domanda su Marte. Era pur sempre un corvonero e dioptase, no? E di certo Mia sarebbe rimasta delusa, se avesse fatto qualche scenata e preso un voto troppo basso.
    Gli alchimisti associano Marte, il pianeta rosso -oltre che Dio della guerra romano-, nelle analogie metalliche, è associato al ferro che c'ha i sali rossi. Infatti, questo metallo è quello utilizzato per creare la maggior parte delle armi e quindi simbolo di attività violente. E con quello, posò la sua piuma. Aveva già scritto abbastanza per ciò che il docente gli aveva fatto. Avrebbe pure sbuffato se avesse potuto, ma si limitò ad incrociare le braccia al petto e ad appoggiarsi contro Mia con la spalla.
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    Tanto love per Samuel, in realtà qui non fa molto visto che viene zittito... Però risponde alla domanda su Marte
     
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    -Sono lieto della tua decisione di venir a più miti consigli Cameron e fare il tuo dovere- un sorriso fu rivolto al Dioptase dopo aver constatato un eseguire gli ordini ricevuti, l'evitare di scagliare incanti contro lo stesso professore e il mettersi d'impegno, almeno un pochino, per completare il compito assegnatogli. -L'auto-controllo è ciò che distingue un uomo da un bambino brufoloso.- si avvicinò al banco del ragazzino problematico -e questo è un buon inizio- lo sguardo si voltò con gratitudine verso Mia -ringraziamo il cielo che ha te-
    Allungò la bacchetta verso il ragazzino. -In base a tutto ciò, mi fiderò di te Cameron e scioglierò l'incanto.- Lo sguardo si fece serio. -Ma non mi ci vorrà nulla a lanciarne un altro o a far ben di peggio.-, che si riferisse ad un eventuale espulsione? Chi può dirlo. Ad ogni modo, terminate le parole, fu il turno della magia. Una piccola sfera di luce uscì dal catalizzatore per poi galleggiare nell'aria fino alla bocca del Dioptase. In un attimo Cameron Cohen aveva di nuovo una bocca.
    Una volta che anche tutti gli altri ebbero terminato di scrivere, Samuel agitò la bacchetta e tutti i fogli volarono dai banchi fino alla cattedra, poi batté la mano lubera sulla propria coscia. -Bene! E ora un po' di pratica!-
    Con un colpo di reni scese a terra e le sue falcate lo portarono attraverso l'aula fino alla nebbia misteriosa. -Bene-
    I vari animali continuavano ad esprimere i loro versi nelle loro mille lingue e il professore, con un ampio gesto li indicò tutti.
    -Ora dovrete scegliere uno solo fra questi mille suoni animali e la bestia a cui appartiene. Osservatela, avvicinatevi pure se lo desiderate; studiatela. Fatto questo dovrete entrare nella nebbia.- La indicò con un mezzo inchino molto teatrale. -All'interno vi troverete in un luogo di assoluto silenzio e calma, dal quale però, non potrete uscire fino ad esercizio concluso.- un sorriso maligno gli tinse lo sguardo, ma subito dopo una risata cristallina cercò di rincuorare gli animi -Ma non temete, sono certo che ce la farete. Voi siete i futuri pilastri della Conoscenza, la futura classe dirigente del nostro mondo. Voi potete farcela!.-
    Detto ciò tornò ad indicare la nebbia. -Ad ogni modo, qui dentro dovrete chiudere gli occhi e sfruttare la vostra capacità di immaginazione.- chiuse gli occhi anche lui, dando l'esempio -Dovrete creare un immagine mentale del muso dell'animale da voi scelto. Siate minuziosi, perché dalla vostra concentrazione dipenderà l'esito della trasfigurazione. Una volta fatto eseguite, con la bacchetta, un rapido cerchio in senso orario vicino al vostro volto e poi un affondo verso la tempia.- mimò più volte quel movimento. -Imparatelo bene e siate decisi, la minima esitazione potrebbe generare effetti... particolari.- si inumidì le labbra. -Nel momento in cui fate l'affondo dovrete esclamare Animalia Figuro.- Scandì bene quelle parole e le ripeté tre volte. -Nel farlo dovrete cercare di riversare nella bacchetta l'immagine mentale che vi eravate costruiti in precedenza in modo tale che capiti questo.-
    La bacchetta si mosse, fece un giro circolare in senso orario, un affondo alla tempia e -Animalia Figuro!-
    In un istante la testa del professore fu colpita da un fulmine arancione per poi iniziare a scomporsi in un vortice trasfigurativo. Scaglie verdi e brillanti presero il posto dei capelli e della pelle morbida mentre gli occhi si erano ingranditi e le pupille allungate. Una lingua biforcuta uscì dalla bocca larga e sottile con un sibilo.
    La testa del professor Black non era più quella di un essere umano, ma era in tutto e per tutto quella di un serpente.
    Poi la bacchetta fu puntata di nuovo alla tempia e una sfera di luce riportò alla normalità il professore.
    -La nebbia scomparirà solo quando userete a pieni polmoni il verso dell'animale in cui avrete trasfigurato la vostra testa. Non dovrete preoccuparvi della detrasfigurazione perché la nebbia, dissolvendosi, dissolverà anche la magia.-
    Si sfregò le mani. -L'esercizio lo farete uno alla volta, dato che la nebbia si ricomporrà dopo qualche secondo dall'ultimo tentativo.- Batté le mani -Emma! Vuoi farci l'onore di essere la prima?- le sorrise -anche se in realtà non è una richiesta, ma un ordine.-
    Quella ragazzina aveva bisogno di uno sprone, doveva iniziare ad affrontare con caparbietà le sfide della vita.


    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1" Scheda | Stat.
    by Lance



    Ho amato le vostre risposte agli esercizi! Continuate così!
    A proposito alcune risposte mi sono piaciute così tanto da meritarsi dei punti casata.
    Adamas: 4 punti. Apprezzati i numerosi riferimenti anche extraeuropei, che portano ad un punto di vista ampio e interessante, da sempre apprezzato e ricercato dal professor Black, e la chiarezza dell'esposizione nonché una punta di originalità.
    Amelia: 4 punti. Apprezzatissima la vasta conoscenza alchemica e la fluidità ed efficacia con cui è stata esposta
    Ciaran: 5 punti. Le elevate conoscenze olistiche, comprese quelle riportate sul manuale di alchimia, esposte, per altro, in maniera estremamente fluida ed efficace hanno reso questa risposta eccellente.
    Howard: 5 punti. Sono stati molto apprezzati i diversi punti di vista nonché i riferimenti pratici e diretti alla branca trasfigurativa legata agli animali; punto focale di questa lezione. Eccellente lavoro.
    Elizabeth: 5 punti. Una spiegazione completa e immersiva che merita un encomio particolare


    -Vi consiglio caldamente di leggervi la descrizione completa dell'aula.
    -Ricordo che qui è possibile trovare il manuale di alchimia.

    Siamo arrivati alla parte pratica. Dovrete cimentarvi nell'esecuzione di questo incantesimo
    CITAZIONE
    Nome: Incantesimo di Semi Animalizzazione Umana.[Trasfigurazione]
    Classe: Trasfigurazione
    Formula: Animalia Figuro
    Movimento: eseguire velocemente con la bacchetta un cerchio in senso orario e poi compiere una stoccata al’interno di questo.
    Effetto: viene lanciato un fulmine arancione che trasfigura una parte del corpo di un bersaglio umano, anche se stessi, rendendola quella di un qualsiasi animale.
    Esempi: testa--->testa di pollo | braccio---> arto di un gorilla
    Note: L'incanto ha un raggio massimo di 2 m.
    Se sarà trasfigurata la testa, il trasfigurato avrà un minore controllo delle proprie azioni.
    In questo caso, sarà infatti più soggetto agli istinti animali della creatura in cui è stato trasformato. Ci si potrà liberare soltanto utilizzando o subendo l'incanto di detrasfigurazione o quello dell'homosembiante.
    Il bersaglio avra un Malus di – 4 Carisma ed un ulteriore Malus di –2 a questa caratteristica ogni turno.
    Altri Bonus e/o Malus verranno decretati dal Master, soprattutto in base alla descrizione scritta dal utilizzatore.
    Più è alto il livello di Tecnica del PG più alti possono essere i valori da applicare a Bonus e Malus.

    La parte del corpo da trasfigurare sarà la testa e dovrete eseguire l'incanto dentro la nebbia.
    -L'interno della nebbia è come un mondo a parte. Silenzio e pace assoluta.
    -Valuterò principalmente la concentrazione e la focalizzazione sull'animale scelto, nonché la creazione dell'immagine mentale necessaria per la riuscita dell'incanto.


    Ogni mio post sarà seguito da uno specchietto riassuntivo come questo in cui sarà anche segnata la data di scadenza.
    Vi richiedo, come se fosse una quest, di fare un piccolo spoiler riassuntivo alla fine di ogni vostro post. Basta che contenga, in modo molto schematico, le principali azioni fatte dai vostri pg.

    Criteri di valutazione:
    1) lunghezza minima dei post: Come da regolamento del forum riterrò validi unicamente i post da 300 parole in su. Cioè, potete farli benissimo, ma saranno valutati con zero punti.
    2) coerenza: Con il vostro pg, con l'ambientazione e soprattutto con i miei post. (LEGGETELI BENE E SE CI SONO DUBBI SCRIVETEMI)
    3) correttezza: soprattutto grammaticale ma anche nei confronti della divinità tempo. Si devono seguire i limiti temporali che porrò.
    4) originalità: stupite me e Sam e sarete premiati. ( anche con qualche abbraccione, solo da parte mia però)

    Scadenza 26 Ottobre alle 22:00
    Detto ciò divertitevi e per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi qui per mp oppure su telegram
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    La discussione che si stava verificando tra il professore e Cameron forse sarebbe finita in quel momento, quando Black decise di fargli riapparire la bocca. Aidan non riuscì a trattenere un commento “Se gli avesse lasciato l'incantesimo per il resto della lezione sarebbe stato meglio, professore. Almeno l'avrebbe finita di fare il pagliaccio.”
    Diede un'occhiata al compagno di casata “E l'avrebbe finita di farci perdere punti per le sue cavolate...ma capisco che deve partecipare anche lui alla lezione”.
    Finito quel commento, che poteva tranquillamente tenere per se ma non ci era riuscito, tornò alla lezione.
    Il professor Black cominciò a spiegare come doveva svolgersi la parte pratica e l'incantesimo che si doveva utilizzare.
    Vedendo la sua testa trasformarsi in quella di un serpente, Aidan lo guardò ammirato. “Wow! Figo, questo incantesimo, prof!”.
    Quando arrivò il suo turno, Aidan si avvicinò all'animale che aveva scelto, lo osservò attentamente. I dettagli, i colori... poi decise di entrare in quella nebbia e tutto quel baccano sparì di colpo. Ora era solo dentro quella nebbia, e avrebbe preferito rimanerci per sempre, in assoluto relax. Ma purtroppo non era lì per non fare nulla. Aveva provato diverse volte il movimento della bacchetta e la formula da pronunciare, quindi si sentiva sicuro di poterci riuscire.
    Chiuse gli occhi respirando lentamente e profondamente e prese la sua bacchetta dalle tasche della divisa, la strinse nella mano destra e, immaginandosi la testa dell'animale scelto, fece il movimento che ormai aveva imparato e pronunciò la formula “Animalia...”.
    'Cazzo, qual era la formula?'
    Riaprì gli occhi, anche se non c'era nulla fa vedere, e cercò di ricordare la formula 'ma che diamine...l'avevo ripetuta milioni di volte!'
    [color=blue]“Animalia...animalia...animalia figuro! Ecco, era questa!”
    .
    Con un'espressione soddisfatta riprese a concentrarsi, Chiuse di nuovo gli occhi e si immaginò la testa dell'animale che aveva scelto.
    Ne immaginò ogni dettaglio, nella speranza che venisse perfetto.
    Fece nuovamente il movimento della bacchetta che aveva provato molte volte, prima dell'arrivo del suo turno, e pronunciò la formula che adesso ricordava bene “Animalia Figurio!”.
    Dalla sua bacchetta non uscì nulla. Forse qualche debole scintilla che lo fece sbuffare infastidito portandosi la mano a massaggiarsi la tempia.
    “Che cazzo.”
    Ovviamente il Dioptase non si arrendeva. Riprovò il movimento della bacchetta senza pronunciare l'incantesimo e capì che sbagliava in una piccola parte del movimento “Ecco dove sbagliavo, idiota! E la formula è 'figuro', non 'figurio'”.
    Scosse la testa, sbuffando ma subito dopo tornò a concentrarsi, per la terza volta. Solito movimento, stavolta corretto, della bacchetta e solita formula. “Animalia Figuro!”.
    Questa volta aveva capito che l'incantesimo era riuscito bene perché con la coda dell'occhio vide un bagliore arancione che lo colpiva alla testa. Subito dopo sentì la sua testa che cominciava a cambiare forma, allungandosi e ricoprendosi di piume bianchissime e un forte becco giallo. Non poteva vedersi, ma tastandosi la testa con le mani riuscì a capire che la trasformazione in aquila reale sembrava essere andata a buon fine. Quindi, come aveva detto il professore cacciò via un urlo, ma al posto della sua voce si sentì il richiamo dell'acquila.
    Poco dopo la nebbia svanì e la sua testa tornò come prima.
    “Bellissima lezione, prof! Figata, questa trasfigurazione!”.
    Disse infine, tornando al suo posto e sistemandosi i capelli.
    Aidan Hargraves

    "
    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

    Dioptase, 16 anni

    code by ©#fishbone





    Dice al prof che se avesse lasciato l'incantesimo addosso a Cameron la lezione sarebbe andata meglio.
    Poi niente, prova l'incantesimo, riuscendoci al terzo tentativo.
     
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    parlato - pensato- ascoltato
    Aveva ovviamente gongolato per la meritata punizione di Cameron, trovando che farlo tacere in quel modo fosse l’unica maniera per evitare che combinasse così tante stronzate. Insomma, lei aveva riguadagnato senza troppa fatica qualche punto, ma lui non avrebbe potuto semplicemente impegnarsi per non farne perdere nessuno!? Era così difficile?
    Ecco, diciamo che la verve di Emma portava meno problemi alla sua casata, anche perché la ragazza non ne faceva parte, ma portò Amelia a stranirsi comunque, di fronte a quell’entusiasmo un po’ inspiegabile e parecchio infantile. “Sì…gli animali fanno parte di questa materia.” avrebbe osservato con un certo distacco e l’aria di chi stava seriamente valutando quando l’altra persona ci stesse o ci facesse. Ecco, quando parlò di urologo anziché di uroboro stava davvero per mettersi una mano nei capelli e in effetti lo fece, scuotendo leggermente la testa per poi ignorarla, non voleva perdere la sua compostezza per una che probabilmente non sapeva come si stesse al mondo!
    Non che Nathan stesse facendo molto per migliorare la situazione, lui e Emma era un’accoppiata davvero fastidiosa. Avrebbe di nuovo alzato gli occhi al cielo, questa volta spostandosi leggermente perché non potesse raggiungerla con tanta facilità. “Te l’ho detto, non sono una tipa facile e intendo seguire.” avrebbe ribadito con decisione, rendendo quella loro intesa ancora più una sfida perché le cose scontate e semplici non erano proprio da lei.
    Alla sua domanda sulle crocette però non avrebbe esitato a rispondere, decisa e giocosa questa volta, con un mezzo sorriso “Alle elementari.” avrebbe quindi replicato, prima di tornare a occuparsi della sua risposta. Terminato la parte scritta, ben attenta che nessuno copiasse dal suo compito, si sarebbe focalizzata sulla spiegazione della parte pratica, salvo poi regalare qualche istante della sua attenzione a Nathan, ancora una volta, solo per metterlo in guardia. Si sarebbe avvicinata a lui questa volta, tendendosi verso il suo orecchio. “Serve concentrazione adesso. Vediamo se riesci a starmi lontano per un po’” lo avrebbe quindi sfidato per poi tornare con non chalance a pensare al resto. Si sarebbe poi alzata dal suo banco, camminando con passo sinuoso e sicuro verso la zona dedicata agli animali, pensando al da farsi.
    Non avrebbe potuto davvero trasformarsi in un lupo, sospettava che volesse dire barare e in ogni caso a lei le cose troppo semplici non piacevano mai. Era quella che riusciva sempre a scegliere la strada più complicata, fosse anche solo per uscirne a testa alta, vittoriosa come sempre, solo leggermente più spettinata. Non si rivedeva nemmeno così tanto nel lupo, se doveva essere onesta, per quanto potesse individuare in esso alcuni tratti comuni: anche lei era un tipo solitario, non apprezzava troppo il lavoro in squadra, ma aldilà di quello c’era poco altro che sentiva come proprio. No, Amelia aveva uno spirito ancora più fiero e forte di quello di un lupo, lei voleva essere qualcosa di più piccolo, all’apparenza poco temibile ma letale.
    Avrebbe quindi girato intorno alla gabbia, lasciando correre il suo sguardo tra i vari animali presenti, con già qualche idea che le frullava per la testa. La scelta era sicuramente varia, avrebbe potuto prendere un falco per esempio, letale con la sua vista e con la sua capacità di individuare la preda da metri di distanza, ma la trovava una scelta banale e poco degna di nota, cosa che di certo lei non voleva. Come animali fieri c’erano sicuramente i felini, in genere, ed era attratta da loro per il loro portamento e per il modo in cui si atteggiavano, così autonomi, così individualisti, ma ancora una volta le parve che si potesse trattare solo di una scelta prevedibile. No, lei voleva lasciare il segno, lei era una Farley, il suo compito era quello di essere la migliore non solo qualcuno tra i più bravi.
    Per certo sapeva che, ora che aveva visto Samuel Black svolgere quell’incantesimo con così tanta semplicità e tramutarsi in parte in un serpente, voleva imparare anche lei a manovrarlo con la stessa naturalezza e la stessa sicurezza e non vedeva l’ora di provare. Camminò lentamente, per darsi in tempo di trovare la giusta ispirazione, e alla fine quando individuò l’animale perfetto si chinò, in uno degli angoli più bui, studiandolo attenta, senza fare rumore. I capelli le ricaddero delicati sulle spalle mentre inclinava leggermente la testa, trovandosi a specchiarsi negli occhi del piccolo animale che aveva scelto. Nessuno forse lo avrebbe pensato, ma Amelia scelse senza alcun ripensamento un tasso del miele. Il piccolo mammifero, originario dell’Africa, aveva l’aspetto simile a quello di una puzzola, ma molto più elegante e dall’andamento fiero, a suo modo. Ora, chiunque guardandolo da fuori avrebbe pensato che fosse un semplice piccolo predatore, di certo non appariva come il più mansueto o il più adorabile, ma nonostante già il suo aspetto non fosse così tanto temibile, il tasso del miele rientrava nella lista di uno dei mammiferi più pericolosi al mondo, in uno dei primi posti per giunta. La sua pelle era estremamente dura e resistente, tanto che riusciva a cavarsela senza troppi problemi anche contro mammiferi ben più grandi, come leoni o lupi, e sapeva essere anche piuttosto infimo uccidendo i piccoli di alcuni altri mammiferi solo per nutrirsene. Ecco, quello era il genere di animale che faceva per lei: insospettabile ma terribile quando voleva esserlo.
    Amelia, da brava studentessa diligente e attenta, lo osservò mentre si muoveva per la gabbia, incuriosito apparentemente dalla sua presenza e dal fatto che lo stesse guardando con così tanta intensità. Con ogni probabilità l’avrebbe vista come una minaccia se avesse osato avvicinarsi troppo, ma tutto quello che lei voleva fare era capire il suo comportamento e, soprattutto, avere un’idea più chiara possibile di quello che avrebbe dovuto fare. Il suo verso era simile al soffio di un gatto, un suono sordo e piuttosto basso, un ronzio leggero visto che al momento non sembrava sentirsi troppo minacciato da lei. Il tasso continuò a camminare, piuttosto incerto e silenzioso, sulle sue, fino a che Amelia non si rialzò di scatto –portandolo a saltellare sul posto e mettersi in difesa- e si avvicinò alla nebbia.
    Avrebbe voluto essere la prima a tentare, non pensava che Emma, così scialba, potesse davvero meritarsi la possibilità di essere la prima e avrebbe cercato di andare poco dopo di lei. Se anche fosse stata particolarmente agitata –e un po’ lo era- non lo avrebbe mai ammesso e si avvicinò con passo sicuro, per poi lasciarsi avvolgere e concentrarsi ancora di più. Avrebbe chiuso gli occhi, focalizzandosi sulla possibilità che i suoi capelli diventassero peli più ruvidi ma anche più resistenti, la sua pelle che si tendeva sul viso prendendo una forma più appuntita, gli occhi che si facevano più vitrei e scuri, più piccoli e ravvicinati, mentre i suoi denti si facevano più appuntiti, letali. Si concentrò anche sulla pelliccia, che avrebbe dovuto essere nera e bianca sulla parte della fronte e della calotta cranica, le orecchie che dovevano diventare più piccole, attaccate al muso. Quando fu sicura di avere una visione completa e precisa del muso del tasso del miele, strinse la bacchetta e cominciò a disegnare l’incantesimo in aria, così come aveva provato a fare anche prima –ovviamente solo per esercitare il movimento, in modo molto sobrio e poco evidente in modo che nessuno potesse notarlo: avrebbe eseguito quindi un rapido cerchio in senso orario vicino al suo volto, i capelli che si mossero appena per la velocità del movimento, e poi avrebbe affondato verso la tempia con decisione, evitando però di farsi male. Nel momento in cui la bacchetta si fosse mosse verso la tempia avrebbe pronunciato un deciso “Animalia Figuro!” riversando nella bacchetta e nei propri movimenti l’immagine che si era minuziosamente dipinta nella testa.
    Una volta fatto questo, se tutto fosse andato per il verso giusto, sarebbe passata a focalizzarsi sul verso del tasso, che aveva ascoltato con così tanta attenzione poco prima, provando a replicarlo fino a raggiungere la perfezione e far dissolvere la nebbia.
    code made by gin



    Amelia interagisce con Emma Lewis , Nathan Parker King.
    Sceglie come animale il tasso del miele e dopo averlo studiato con attenzione entra nella nebbia e, dopo essersi concentrata parecchio, svolge l'incantesimo "Animalia Figuro" con precisione.
     
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    holà!
    Una precisazione che mi era sfuggita nello spoiler.
    Gli aninali nella stanza sono piccoli rettili, piccoli mammiferi, il tasso va bene, e uccelli di medio-piccola taglia.
    l'acquila va bene ma sarà un esemplare più piccolo e mansueto del normale.
    Continuate così <3

     
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40 replies since 9/10/2020, 14:49   961 views
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