Lezione di Erbologia - biennio

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    this may be the night that my dreams might let me know. All the stars approach you ♪

    C'era da dire che Jess non era una grande fan del contatto fisico. O meglio, non era fan del contatto fisico non richiesto da lei e non proveniente da persone che conosceva abbastanza bene. Tuttavia, si limitò ad un mezzo sorriso e lasciò che le labbra dell'Ametrino sfiorassero la sua guancia, per poi scostarsi. Ehm buongiorno a te replicò, cercando di mantenere il sorriso con cui era entrata nella stanza. Ridacchiò alla risposta di Jawaard ed annuì. Sì, hai perfettamente ragione. Si limitò a dire, per poi sorridere dell'inchino di Jesse. Mio cavaliere... replicò, prima di tornare a concentrarsi al ragazzo vicino cui era andata a sedersi e che aveva destato il suo interesse quel giorno: Jugghy. Lucas. Ancora non riusciva a capacitarsi di ciò che c'era stato tra loro appena un mese prima, ma certo non era il caso di evitarlo... anche perché... si erano visti anche il giorno dopo la festa di Jess, proprio a casa di lui. Con un sospiro ricacciò questi pensieri in un angolo della mente o non sarebbe più riuscita a concentrarsi. Ricambiò anche il cenno di Mia, sorridendole. Le piaceva davvero, quella ragazza. In quei mesi che avevano preceduto il natale, avevano avuto modo di fare amicizia e ne era felice.
    Comunque, si sedette pesantemente vicino a Lucas e lo guardò, attendendo che rispondesse al suo saluto. Il moro aveva spostato la tracolla permettendo quindi alla corvina di sedersi e lei ne fu felice, forse significava che la sua presente non gli creava fastidi. Non che le importasse, insomma, era abituata a fare ciò che voleva quando voleva. Quindi si sarebbe seduta indipendentemente dal volere del ragazzo, ma sapere che lui non fosse contro il suo avvicinamento, sicuramente facilitava le cose. Rilassò quindi i muscoli della schiena appoggiandosi allo schienale della scomoda sedia. Avrebbe volentieri preferito rimanere a riposare nel dormitorio o fare qualsiasi altra cosa non concernesse studiare, ma non sarebbe stato il modo migliore per cominciare il nuovo anno. Un sorriso si espanse sulle labbra della giovane, mentre Lucas le rispondeva. Oh non dirlo a me. Riprendere le lezioni non è stato esattamente un party, quest'anno. Scrollò le spalle, sbuffando. Il pensiero vagò a quella notte in quel bar londinese, ai loro discorsi, agli innumerevoli bicchierini di vodka, le loro gambe che si sfioravano... beh, era stata una serata interessante. Così come lo era stata quella il giorno dopo la festa. Ma proprio a fare quei pensieri si sentì enormemente in colpa nei confronti di una persona, una persona che aveva baciato nemmeno un'ora dopo la fine del ballo. Sbuffò. Che casino. Doveva provare a concentrarsi su altro, per esempio sulle facce dei presenti. Non tutti sembravano troppo felici di essere lì.
    Stava per dire qualcosa, Lucas, le stava chiedendo se dopo la lezione avesse da fare. Ma fu interrotto proprio da Altair che venne a darle quel bacio. Si morse il labbro mentre il ragazzino si allontanava, voltandosi poi di nuovo verso Jones. Non chiamarmi così sibilò, senza essere però realmente offesa. E il bacino te lo puoi tenere concluse, alzando gli occhi al cielo e lasciandosi sfuggire un sorrisetto. Comunque riprese, marcando quella parola come a dire di non riprendere il discorso o le avrebbe prese No, non ho da fare dopo la lezione, se era quello che volevi chiedermi rispose, ripensando mentalmente ai suoi impegni del pomeriggio. No, non le pareva di avere alcunché.
    Stava per aggiungere altro, quando Blake fece il suo ingresso trionfale in aula, andando a sedersi proprio là davanti. Lasciò però che lui e Lucas si... salutassero? facendo vagare ancora una volta la mente altrove, non di certo in quella serra afosa. Fu solo quando il ragazzo si rivolse direttamente a lei, che Jessica si decise a tornare con la testa in quel luogo. Ciao anche a te, Blake... non ti calza nemmeno un po' la parte del perfettino ridacchiò. No, decisamente quel ruolo non faceva per lui.
    Meglio non ti dica dove te le infilerei, le stelle bofonchiò, ripensando -grazie ad una parola in particolare pronunciata da Blake- quindi a quella fottuta notte del ventiquattro dicembre. Beh, Jessica doveva ancora aggiornarlo... prima o poi lo avrebbe fatto, quello era certo. Ma di sicuro, non era quello né il momento né il luogo. Si limitò quindi ad ignorare il biondo, per poi tornare a rivolgersi a Lucas Senti, ma... si bloccò a metà frase perché non sembrava che lui la stesse veramente ascoltando. Jessica seguì lo sguardo del moro e vide che aveva le iridi di ghiaccio puntate contro una figura entrata in quel momento: Elisabeth, la sua concastata e prefetta. Osservò la ragazza che si sedeva davanti a loro e, dopo poco, lasciava cadere un bigliettino sul banco di Lucas. A quel punto la corvina decise che non erano affari suoi ed era piuttosto certa che lui non l'avrebbe nemmeno ascoltata, in quel momento, perciò ne approfittò per tirare fuori un quaderno degli appunti ed una piuma, anche se non sapeva se l'avrebbe utilizzata, quel giorno. Non poté non notare, comunque, il braccio di Lucas proteso verso il suo banco, per chissà quale scopo. Erano tutti impazziti quel giorno? Lasciò perdere anche quello ed inclinò la testa, posandola sul palmo della mano e limitandosi a guardare i due distrattamente, mentre tendeva un orecchio per controllare quando fosse iniziata la lezione.
    Essa non tardò ad iniziare, quindi, con tanto di due domande da parte della docente, dopo avergli fatto vedere un paio di piante.
    Piante dei Desideri. Quanto sarebbero state utili, in certi momenti? A volte Jessica voleva così tanto cambiare qualcosa di sé, da star male... insomma, a chi non era mai capitato?
    Quindi... qual è l'utilità, se rischia di agire sempre sullo stesso carattere? A quanto ho capito, non posso cambiare oggi una cosa di me e, la prossima volta che la assumo, un'altra... chiese, guardando la docente. Quelle piante, in quei mesi, le sarebbero state decisamente utili, ma non lo disse. Si limitò quindi a rispondere alle domande, dopo aver ascoltato gli interventi dei suoi compagni.
    Come Mia... anch'io credo che sia decisamente utile cambiare qualcosa del proprio carattere. Per esempio, anche a me sarebbe stato molto utile recentemente... non che mi sia mancato il coraggio, forse ne ho avuto anche troppo, tanto da sfociare in stupidità. Ecco, mi sarebbe stata utile una piccola modifica, magari che mi rendesse più riflessiva e che non mi facesse andare direttamente alla morte confessò, senza alcuna paura di eventuali giudizi. Voleva tornare la Jessica di anni prima, quella che se ne fregava di ciò che pensavano gli altri, ma certo non era facile. Lasciò comunque cadere il discorso, passando alla seconda domanda. Non so se c'entri, ma nelle categorie delle pozioni, potrebbe rientrare l'Amortentia? Insomma, essendo un filtro d'amore cambia i sentimenti di una persona, indirizzandoli forzatamente verso qualcuno. Oppure il Veritaserum. Obbliga qualcuno a dire la verità, no? Quindi agirebbe sempre su un carattere di una persona che di base non è sincera o vuole nascondere qualcosa, costringendolo invece alla sincerità. Fece una piccola pausa, ripensando a tutte le pozioni e incantesimi di cui le avevano sempre parlato i suoi genitori, fin da quando era piccola. Anche la pozione restringente, in quanto rimpicciolisce il fisico di chi la beve... passando agli incantesimi invece, i miei genitori mi hanno parlato di molti di questi. Tipo Engorgio e Redactmu Skullus che ingrandiscono o rimpiccioliscono la testa a qualcuno, Anteoculatia che fa apparire delle corna, Calvorio che fa perdere i capelli, Colovaria cambia il colore dei capelli, Entomorphis trasforma una persona in scarafaggio... insomma, potrei elencarne molti altri ma non vorrei dilungarmi ed annoiare qualcuno. Concluse, con un'alzata di spalle. I miei genitori ci tenevano che imparassi tutti gli incantesimi a loro conosciuti, quando andavo ad Hogwarts... non come farli, certo, ma a sapere come si chiamano e a cosa servono. Finì, guardando la professoressa, sperando di non aver detto cazzate e non essersi dilungata troppo.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Erbologia era una materia pratica, che richiedeva una certa dose di destrezza e manualità, aspetti molto congeniali al piccolo Jesse, decisamente più a disagio nel pensare che nell'agire.
    Quel giorno non fu diverso ed infatti i momenti di inattività divennero per lui ottime occasioni per pensar troppo e combinar danni, di fatto, come succedeva più o meno sempre.
    La prima vittima fu Adamas, il quale fu assalito in greco "Uh, sì, sai, sono molto influenzabile dalle lingue straniere: mio padre è di stanza in Grecia e ho passato là le vacanze" le quali, ricordiamolo, potevano essere riassunte in una settimana, giusto per ricordare quanto stesse esagerando il prefetto "E... fico! Nel senso, ci sta un botto: quando vuoi!"
    Con un ampio sorriso si allontanò da lui ed avvicinò invece le sue persone, le quali si erano messe intorno al ragazzo fattone, lasciandolo confuso e non troppo felice. Salutò entrambi, ma fu Blake a ricambiarlo più calorosamente, mentre Erik parve quasi non vederlo, tanto da ignorare, addirittura, il suo eloquio 'Oh, Erik...'
    Un po' depresso il ragazzo si sedette dietro Blake, salutando Jessica e notando dopo poco, tendendosi come una corda di violino, Joshua 'JOSH!' quando il ragazzo incrociò il suo sguardo, egli lo sgranò, poi gli dedicò un sorriso, osservando l'attenzione del lupico scivolare verso Elisabeth, ove si soffermò maggiormente 'Come sempre... del resto...'
    Quanto era che non parlava davvero con Joshua? 'Settimane, mesi?' sì, Blake lo stava decisamente rendendo permaloso, a sua immagine e somiglianza tanto da ingigantire i fatti e le situazioni, oltre a fraintenderle. Sospirò e distolse lo sguardo, complice sia la rassegnazione che lo stava ormai pervadendo, sia il fatto che qualcuno si fosse seduto accanto a lui, qualcuno che lo colse in contropiede: Lilith Clarke.
    'PER TUTTI I SANTI NUMI, PARLA?!' in vero lo sapeva e una parte di lui aveva anche una certa percezione di come ella avesse spiccicato sempre parole, ma nella sua testa bacata la prefetta dei dioptase era muta da mesi ed appiccicata al suo fidanzato, sicché tutto in quel momento gli appariva fuori posto, al punto da scordarsi persino la sua scarsa simpatia nei confronti della bella.
    Nel senso, neanche verificò che avesse a portata di mano bicchieri d'acqua, per dire!
    "Uh, scusa!" tanto per cambiare si era perso nei suoi pensieri. Scosse la testa e poi indicò il banco "Certo, siediti pure, anzi, vuoi scambiarti con me e stare più vicina a Blake? Sei la ragazza del mio migliore amico, per te farei di tutto!" soprattutto se si trattava di dire cose e non farle, ovviamente, specialmente se Blake poteva sentirlo e compiacersene: da sempre Blake aveva desiderato che loro andassero d'accordo, sicché cosa costava al prefetto essere gentile con lei?
    "Andate bene le vacanze di natale?" chiese prudentemente lui, dimostrandosi molto intenzionato a mantenere attiva la conversazione e godere ancora della voce della bella ragazza, che così a lungo l'aveva privato di quel lusso, del resto, poteva anche non trovarla simpatica, ma provava sincera empatia per quello che le era accaduto 'Sono contento stia meglio' pensava infatti, dovendo poi spostare la propria attenzione alla docente, che iniziò a spiegare, forse per non dar fuoco a Blake. O a Cameron. O a mezza classe.
    La donna ricordò loro l'antichità di ciò che stavano studiando, poi spiegò un'inattesa opportunità offerta da quella branca, cui invitò loro a riflettere più che seriamente 'Il naso? La zona T troppo secca, come dice mamma?' Claire aveva chiesto loro di trovare un difetto da cambiare e manco a dirlo, la mente del giovane andò letteralmente in tilt, sommersa da troppe idee 'Gli occhi enormi e da pesce lesso? I capelli da cactus? Il pisello non bello come quello di Josh?'
    Cosa c'entrava in tutto quello Josh? Niente, ma in fondo l'ametrino era sempre un po' a mezzo come il prezzemolo, specialmente se la mente di Jesse si faceva caotica (cioè sempre).
    'Uh, però anche caratteriale! La stupidità! No, dai, non sono proprio stupido, magari potrei correggere il mio fissarmi sulle cose... la follia sarà classificabile come caratteristica?'
    Quella domanda, tutt'altro che retorica, serviva per introdurre il tema del giorno, ovvero le Piante dei desideri: si trattava di una classe di piante molto interessante che sembrava offrire facili scappatoie ai maghi insicuri come Jesse, che sicuramente l'avrebbe adorata 'Ma... se facessimo che cambiamo direttamente me e tipo teniamo solo i miei addominali? Si può fare?' non avesse ascoltato la prima parte della spiegazione solo con un orecchio, troppo intento a cercare la vera risposta alla domanda della docente, disperso nell'oceano di difetti che vedeva in sé, quasi affogandovi dentro.
    Quando la polisuccata spostò l'attenzione sulla sua frase alla lavagna, egli virò lievemente il capo, aggrottando la fronte e sospendendo il proprio meditare, per leggerla ancora una volta 'Oh... beh... sì... ci sta, in effetti... sì forse non vorrei cambiare qualcosa... solo per magia... è tipo barare... e barare è sbagliato, no?'
    Ironico che una donna che aveva risolto parte dei propri problemi con una pozione che cambiava l'aspetto e l'altra parte tendesse a risolverla con Incendio (e quella parte, per inciso, includeva Blake Barnes (?)) insegnasse ai ragazzi come fosse importante farcela da soli, no? In effetti si tendeva a dire fate come dico, non fate come faccio e in quel preciso caso quella strategia stava non poco funzionando sul prefetto, che placò il proprio animo con un sospiro.
    Ridacchiò alla battuta dell'ex auror sul dono del ciclo perenne, quindi armandosi di carta e penna prese appunti relativamente alla Folium Species, dalla Transilvania, e quindi sulla Genie, ivi inclusi i climi di riferimento e le tecniche di difesa.
    Claire fu molto dettagliata sul metterli in guardia e raccomandarsi che usassero opportuni Dispositivi di Protezione Individuale, tanto da ricordare a questo narratore un terrificante libro che stava recentemente studiando, tanto che lui non ebbe domande riguardo quanto spiegato, forse perché non aveva un animo pasticcere come Howard, o forse perché, più banalmente, era ancora preda della prima domanda della ex-rossa: cosa avrebbe voluto cambiare in sé?
    Non fu tra i primi a porre domande o rispondere, perso nelle proprie tormentate riflessioni, con tanto di peso su cuore, combattuto tra la sua sete di sincerità e la paura di minare la propria carica insultandosi troppo o, peggio ancora, attirarsi le ire di Erik, Josh e Blake 'Che faccio?'
    Per la sorpresa di quasi nessuno, né Blake né Erik sentirono il bisogno di cambiare qualcosa in sé, non seriamente, mentre la docente rimpiangeva la sua impulsività, oltre ai capelli fiammanti 'Uh, ciao Poison Ivy: entri nel nostro club di super-eroi scolastici?' pensò lui con leggerezza alle parole di lei, spostando poi gli occhi su Joshua per via della sua domanda.
    Lo osservò un poco, intensamente, poi sospirò e tornò ad ascoltare il giro di domande e risposte, rassegnandosi ad un certo punto ad alzare la mano.
    "Forse... sì, ecco, uh! Vorrei cambiare la mia voce: è troppo acuta e la gente non mi prende sul serio con questa voce, ecco" pigolò lui, facendo poi spallucce, chiedendosi se avesse trovato una risposta che conciliasse quanto richiesto dalla docente colla sua sincerità e il bisogno dei suoi cari di non sentirlo, ancora, insultarsi.
    Calò la mano, poi inclinò la testa "Per quanto riguarda i modi per cambiare le caratteristiche... si ecco, a Cura abbiamo parlato dell'Imposium: rende un animale feroce docile, quindi... può rientrare in questa categoria?" manco a dirlo, il cuore dell'aspirante marine era volato al suo docente preferito: Dean, il suo istruttore "Sennò, sì, ecco, il Chorium Runae in base alla runa che disegni ha effetti diversi: alcune ti rendono più coraggioso o più empatico... infine... sì, ecco, lo so che non è una magia, ma... beh, stavo pensando ai filtri di Instagram: mia mamma ne fa un uso pazzesco e alcune volte quasi non la riconosco... e funzionano anche mentre parla e si muove ecco, non solo sulle immagini ferme!"
    Aveva divagato?
    Ovviamente, ma quando mai Jesse rimaneva in tema per più di cinque secondi? La fuga di idee era il suo cavallo di battaglia ed in fondo era quasi un miracolo che non stesse parlando del suo camaleonte Roger e del fatto che festeggiasse il suo compleanno col furetto di Erik!
    RevelioGDR
     
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  3. Claire J. Murray
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    Claire Johanne Murray
    Docente di Erbologia | 32 anni

    «Purtroppo no, Josh, non può nulla sulle condizioni di salute di un individuo.»
    Ammise con amarezza, pensando esattamente a dove avrebbe voluto andare a parare il ragazzo.
    Quanto al resto delle domande, la docente si ritrovò a trattenere un sospiro: alcune le sembravano a dir poco fuori luogo e a tratti persino banali, ma parte di quel lavoro che non le apparteneva era tentare di avere maggiore comprensione.
    Meno impulsività... poteva farcela.
    «Certo che le componenti estratte si rigenerano, occorre solo un po’ di tempo, ma naturalmente conviene non esagerare o, come in qualunque altro eccesso, se ne rischierebbe l’estinzione. Se tenete conto del fatto che non se ne può fare uso di frequente, concorderete con me che sarebbe inutile esagerare nella raccolta. Quanto alla tua domanda, signorina Whitemore, mi sfugge il nesso: per quale motivo dovrebbe essere meno utile solo perché andrebbe ad agire sempre sullo stesso carattere? Al contrario dovrebbe essere maggiormente conveniente: la prima volta sarebbe un salto nel vuoto, la seconda sapremmo già cosa modificherebbe.»
    Inarcò un sopracciglio ed attese eventuali altre richieste di delucidazioni, per poi procedere.
    «Amortentia e Veritaserum? Assolutamente no, mia cara, stiamo divagando dal fulcro della lezione: esse agiscono sullo stato mentale dell’individuo, non vanno a modificarne carattere o fisico. Vorrei che ti concentrassi su questo dettaglio: l’Amortentia non rende più amorevoli, è una sorta di manipolazione che di certo non va a favorirci; il Veritaserum non ci rende più sinceri, ci obbliga a dire il vero rispetto a ciò che ci viene domandato. Ciò che intendo io è invece un cambiamento desiderato e relativo unicamente a un aspetto del nostro carattere, andando ad agire in modo tale da acquisire un vantaggio. Stesso discorso per gli incantesimi da te elencati: non sono da considerare gli incantesimi che ingrandiscono o riducono le parti del corpo -chiaro, maschietti?- ancor meno quelli che trasfigurano in animali, come già detto in precedenza. Meglio invece quello atto a modificare il colore dei capelli.»
    Infine, fu il turno di Jesse.
    «Camuffare la voce può essere una buona idea, ma per l’Imposium... lo useresti su di te? Ne dubito. Tralasciamo Instagram, te ne prego, Jesse, ma ottimo il riferimento ad Antiche Rune, davvero bravo! Noto con piacere che il professor Olwen svolge brillantemente il suo lavoro. Non credi anche tu, Blake?»
    E, con un sorriso malandrino, guardò il piccolo dei Barnes.
    Poi procedette con la lezione.

    «Direi tutti molto, molto bravi. Mi pare di capire che la maggior parte dei presenti preferisca puntare a un’eventuale modifica sul piano emozionale, non è così? Intrigante... io avrei scelto l’altra opzione.
    Ma torniamo a noi: non mi sembra abbiate domande sull’argomento, di conseguenze vi inviterei a scambiarvi di posto in base alle vostre preferenze, laddove ce ne fosse bisogno: a destra coloro che desiderano lavorare sulla Folium Species, a sinistra chi invece preferisce la Genie.
    Come già specificato, lavorerete in gruppo: coloro che si ritengono particolarmente dotati dal punto di vista emotivo, diciamo i più “empatici” tra di voi, cercheranno di assoggettare la pianta sfiorandola con delicatezza, attirando la sua attenzione con un tono di voce pacato... dovete far sì che la pianta senta di potersi fidare di voi, che non le farete alcun male; il concetto non è molto diverso da quello che affrontate regolarmente quando avete a che fare con le creature. Ricordate che, in fondo, queste sono piante senzienti, hanno meccanismi di difesa e, nello specifico caso della Folium Species, si tratta di una specie molto diffidente e vi concederà qualcosa solo quando sarà sicura di voi.»

    Puntò la bacchetta sul vaso contenente la pianta appena citata e, tramite l’incanto di librazione, la fece giungere su uno dei banchi nella zona indicata; fece lo stesso con la Genie. Indicò poi con un cenno del capo il baule e l’armadio in cui era contenuto l’occorrente.
    «Chi, invece, risulta più pratico dal punto di vista manuale, si occuperà di recidere, -con appositi incantesimi o con le cesoie che troverete nel baule degli attrezzi- foglie e fiori. Mi raccomando: non più di una componente a testa, sono stata chiara? Nell’armadio in fondo potrete recuperare le tute da lavoro e le maschere per gli occhi, mentre ognuno di voi dovrebbe possedere i guanti di protezione, altrimenti ne troverete di spaiati.»
    Lei, d’altro canto, indossò le protezioni e recupero da un armadio dalle ante in cristallo i due antidoti, nel caso in cui ve ne fosse stato bisogno.
    «Vi consiglio di lavorare con calma e attenzione, poiché coloro che riusciranno a terminare il lavoro in maniera discreta otterranno un premio.
    Buon lavoro.»


    «Parlato» - Pensato - Ascoltato | Scheda PG - Stat.

    RevelioGDR


    Siamo alla prova pratica? Ebbene sì.
    Dunque, la suddivisione è del tutto indifferente per quanto mi riguarda, solo chiedo coerenza con quanto stabilito dalle vostre risposte precedenti: tutti coloro che hanno dichiarato di preferire un cambiamento fisico lavoreranno con la Folium Species, mentre gli altri con la Genie, a meno che non giustifichino il cambio di direzione.
    Se non fosse chiaro, sceglierete se distrarre la pianta o praticare l’incisione in base alle vostre statistiche: coloro che hanno un parametro di Empatia particolarmente elevato punteranno alla prima fase dell’esercizio, chi invece eccelle in Tecnica si occuperà della seconda parte. Questo è naturalmente solo un consiglio, siete liberi di procedere come meglio credete e soprattutto converrebbe lavorare di squadra.
    Suggerisco di controllare il Libro degli Incantesimi per assicurarvi se esiste qualcosa che potete usare per raggiungere i vostri obiettivi.
    Altra cosa: se vi chiedete il perché sono stati attribuiti punti ad alcuni e non ad altri, nonostante le risposte corrette, sappiate che ho preferito darne unicamente a chi ha risposto per primo con una certa cura e inerenza (Mia) e a chi ha posto una domanda estremamente interessante e pertinente che ha permesso di ragionare su quanto si stesse facendo (Howard). Li ho ritenuti entrambi interventi brillanti.

    Il premio finale verrà attribuito in base all’impegno da voi profuso e ciò che determinerà la riuscita delle azioni sarà:
    -correttezza grammaticale;
    -coerenza con l’ambientazione e con il vostro personaggio;
    -una buona dose di c***, poiché ahimè vi sarà anche il lancio dei dadi per determinare l’elemento fortuna.

    Se avete dubbi non esitate a contattarmi per MP o su Telegram.
    Scadenza: ore 23.59 del 25 gennaio.
    Buon divertimento!
     
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    Come on skinny love what happened here

    Era ufficiale, Mia Freeman non riusciva a comprendere che cosa passasse per la testa di Cameron Cohen. Prima si presentava da lei offrendole una scommessa perfetta per potersi liberare di lui, poi faceva il galante al ballo salvo andare a parlare con Gyll e fare lo splendido, come se di lei non gli importasse nulla, poi ancora si preoccupava di farla tornare in camera sana e salva e adesso si sedeva accanto a lei a lezione. Le aveva anche dato un biglietto con gli auguri di Natale, il che sembrava dirla piuttosto lunga sul fatto che a quanto pareva in qualche modo aveva pensato a lei. Ma allora perché comportarsi così? Perché cercare di farle saltare costantemente i nervi? Che cosa pensava di guadagnarci?!
    Era vero, Mia non era per niente brava ad ignorarlo come invece avrebbe dovuto fare, non riusciva proprio a fare finta che non esistesse mentre forse, se ci avesse provato seriamente, lui si sarebbe stancato ben prima di quel gioco. E invece no, Mia non smetteva di sfidarlo e stuzzicarlo, di cercare di averla vinta in qualche modo e così non faceva altro che alimentare quella sfida continua. In quel preciso momento non poteva evitarsi di sentirsi confusa dalla scelta del ragazzo, dal fatto che avesse deciso di sedersi proprio accanto a lei quando avrebbe potuto benissimo andare altrove, c’erano altri banchi disponibili, quello non era certo l’ultimo rimasto.
    E invece no, Cam si era seduto accanto a lei e aveva anche avuto la faccia tosta di risponderle a torno, come se fosse stata lei quella sciocca che aveva addirittura osato fargli una domanda. Non poté evitare di guardarlo con disappunto, alzando il mento con fare sostenuto e cercando di mantenere la calma. Avrebbe potuto prenderlo a pugni in classe? Dubitava che la Murray avrebbe apprezzato quello spettacolo, non voleva far perdere punti alla sua casata e purtroppo rimaneva pacifista, anche quando si trattava di Cohen. Certo, c’era anche da chiedersi cosa mai avrebbe potuto sperare di ottenere una ragazzina così minuta e all’apparenza fragile, ma infondo quello era tutto da vedere.
    “Ti ricordo la scommessa.” commentò soltanto, ma era così presa dalla lezione e ad impegnarsi per rispondere correttamente che non ebbe modo di ribattere oltre. Se anche avesse voluto c’era poco che potesse fare, e per quanto le desse fastidio il fatto che il ragazzo sembrasse intenzione a continuare quella continua sfida all’infinito, non aveva idea di che cosa avrebbe potuto dirgli. Si sentì ancora una volta in difetto, troppo gentile per spingersi davvero oltre e allontanarlo definitivamente. Sapeva essere affettata, diretta, sapeva farsi valere, certo, ma poi c’era sempre un limite, un punto oltre al quale non riusciva a spingersi perché una parte di lei cominciava ad essere terrorizzata dalle conseguenze. Cameron era pur sempre amico di Mark…
    Lo guardò sorpresa quando il ragazzo borbottò un commento riferito ad Altair, l’altro Ametrino che lei non conosceva. Si indispettì per il tono di Cohen, quell’aria da superiore e saputello come se potesse davvero giudicare chiunque gli stesse intorno, e Mia non era il tipo che riusciva davvero ad essere così critica. La guardava in modo decisamente strano, questo era vero, e non era molto sicura di aver compreso il suo intervento, ma non ci aveva mai parlato…poteva davvero giudicarlo? “Un po’…magari è solo timido.” cercò di osservare, ben più conciliante e pacata. Dopo aver parlato si chiese che diavolo le fosse preso e perché stesse davvero dando retta a Cameron, invece di ignorarlo e ripagarlo con un silenzio indispettito.
    Sospirò profondamente e si concentrò sul resto. Inutile dire che le si gonfiò il petto di orgoglio quando la Professoressa dimostrò di aver apprezzato il suo intervento e nemmeno sapere che i Dioptase avevano guadagnato più punti scalfì il suo entusiasmo: trovò molto interessante e puntuale la domanda di Howard e ascoltò attenta la risposta che ne seguì, sentendosi comunque realizzata all’idea di aver ottenuto effettivamente qualcosa. “La ringrazio, Prof.” rispose in seguito ai suoi complimenti, e quel ringraziamento era sentito, tanto che arrossì leggermente: Mia era una studiosa convinta ma non lo faceva per attirare l’attenzione o per stare al centro della scena, a dire il vero quelli erano forse i lati peggiori dell’essere brava e portata per certe cose. Era felice che il suo impegno fosse stato riconosciuto, ma non moriva dalla voglia di avere gli occhi di tutti puntati addosso.
    Purtroppo trovò le parole di Cohen azzeccate e trovò puntuale l’appunto di Erik: non ricordava dell’esistenza di quelle Pozioni, in quel momento, e si appuntò di approfondirne la conoscenza il prima possibile. Non poté evitare di sbirciare verso Gyll, provava un sentimento strano verso la ragazza ma non era ancora pronta ad ammettere per quale ragione e per colpa di chi.
    Alzò gli occhi al cielo alla domanda di Blake, che trovò fuori luogo ma infondo era Blake Barnes e avrebbe dovuto aspettarselo. “Puoi cambiare qualcosa di te ma rimanere te stesso, in realtà. Si tratta solo di smussare qualche lato, magari in un momento di necessità.” gli fece notare pacata e tranquilla, lei e Blake ormai avevano il loro modo di interagire e lei sapeva che il ragazzo non era affatto stupido, se avessero voluto avrebbero potuto davvero cominciare una discussione in merito.
    Cominciò comunque a prendere appunti, cercando di segnarsi tutto quello che non aveva già studiato, e si soffermò a pensare a qualche istante a tutti le implicazioni di un cambiamento fisico che lei non aveva valutato. La sua risposta era stata istintiva e sincera, non aveva riflettuto su quanto potesse essere davvero efficace cambiare parti di sé, forse anche perché lei non era abituata ad immaginarsi diversa da quella che era. Non aveva la sicurezza di Blake, non si considerava affatto perfetta, ma fino a quel momento si era sempre impegnata a lavorare più sul suo lato emotivo che fisico, forse perché considerava quest’ultimo qualcosa impossibile da cambiare più di tanto.
    Mentre si stava impegnando a prendere appunti, sentì di nuovo la voce di Cam rivolgersi a lei e si ritrovò un origami sotto il naso. Si bloccò all’istante, sorpresa e presa in contropiede, e prese delicatamente in mano la creazione di carta, rigirandosela tra le dita. Non riuscì a trattenersi dal lanciare un’occhiata a Cam, e avrebbe davvero voluto continuare a guardarlo come il solito ragazzo che le faceva saltare i nervi ma quella frase e quel gesto immancabilmente la ammorbidirono. “Grazie…” sussurrò decisamente spiazzata, non aveva nemmeno idea di che cosa avesse fatto per meritarselo, l’origami era a dir poco perfetto e a lei sembrava comunque rilevante che avesse sprecato tempo per farglielo. Riuscì addirittura ad ignorare il suo sorriso beffardo e ricambiò con uno più gentile. Fortunatamente la Murray diede istruzioni per la prova pratica, altrimenti Mia si sarebbe trovata costretta in una situazione alquanto imbarazzante, senza sapere che cosa dire. Depose la ranocchia con cura in un posto sicuro, dove non si sarebbe schiacciata e poi si alzò dal banco rapidamente per recuperare l’attrezzatura necessaria per svolgere il compito. Lei e Cameron avevano entrambi scelto di modificare il loro carattere, inoltre era un compito che ben si adattava ad un lavoro di coppia e in quel momento, dopo la ranocchia, le parve quasi sensato lavorare assieme. Era solo un compito di Erbologia, non significava niente, e poi lei non era una bambina, poteva sopportarlo per un po’, far funzionare le cose e poi tutto sarebbe tornato come prima. Si infilò i guanti protettivi, una volta tornata al banco, e si sedette con calma di fronte alla Genie. Le sorrise dolcemente, per poi lanciare un’occhiata a Cameron: il suo gesto poteva anche averla ammorbidita, ma rimaneva comunque Mia Freeman, quella che spesso diceva quel che pensava. “Direi che mi occupo io di interagire con lei, perdonami ma direi che la delicatezza non è il tuo forte.” osservò abbozzando anche un leggero sorriso di sfida per poi avvicinarsi alla pianta e allungare lentamente una mano verso di lei. “Ehi…ciao… sei proprio una bella pianta sai? Hai delle foglie davvero lucide, oh guarda qui c’è anche un germoglio…” cominciò a dire, accarezzandola con estrema delicatezza, attenta a non spaventarla.

    Mia Freeman-SHEET-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Mia ha Empatia 7.
    Si impegna per cercare di calmare la pianta, non mi pare ci sia un incantesimo calmante disponibile, per cui lo fa senza magia cercando di tranquilizzarla e distrarla.


    Edited by Freckles‚ - 24/1/2020, 19:37
     
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  5. panda_2019
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    Altair non sapeva esattamente cosa fare per lui era tutto nuovo quei ragazzi sembrano gia a loro agio con magia e piante e sospiro andando a prendere il materiale e si avvicino alla pianta dove era la sua concasata non sapeva perche ma il suo istinto gli diceva di studiare quella pianta si avvicino con cautela e la osservava attentamente e lentamente inizio ad accarezzarle le foglie che erano rosse miste a marrone come le foglie autunnali e continuava lentamente a fare lo stesso con tutte le foglie . Erano morbide e lisce erano perfette la natura era grandiosa in quello che creava poi lentamente scese a toccare il terreno non era bagnato aveva bisogno di acqua penso solamente ma non ne vide intorno a lui e decise di continuare ad accarezzare le sue foglie in modo circolare e circoscritto. Si stava meravigliando anche lui da quello che stava facendo i tutti i suoi 15 anni non ha mai curato una pianta.

    altair ha empatia 6
     
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    Se doveva dare, come suo solito, un parere su quella professoressa, Blake si sarebbe trovato per la prima volta in difficioltà. C'erano molte cose che lo avevano seriamente intrigato di lei, ed altre che invece non riusciva seriamente a comprendere. Inoltre non capiva se gli stesse antipatico o meno. Sicuramente non gli era indifferente, lui non poteva essere indifferente a nessuno, quello era ovvio! Comunque la lezione gli stava piacendo e si stava interessando particolarmente e quando anche Lilith arrivò fu ancora più contento. La vedeva meglio, le cose andavano meglio, adesso doveva solamente capire come farla sbloccare sotto quel punto di vista. Ma la professoressa lo riportò alla realtà dai suoi pensieri interpellandolo. Sogghignò appena. A quanto pare il professor Olwen ha fatto colpo! Il fatto era che Blake diceva cose senza neanche pensare seriamente, non voleva prendere in giro la professoressa ne tanto meno offenderla, ma insomma, non poteva e non riusciva neanche a non dire niente di quella situazione, lui possessivo com'era con le persone a cui voleva veramente bene. Come poteva non essere gli occhi e le orecchie di Annie? Non che Annie avesse chiesto niente al piccolo Barnes, anzi... il fatto era proprio il contrario, gli era stato chiesto di farsi ampiamente i fattacci propri... ma Blake ascoltava veramente qualcuno? Beh, no... effettivamente, forse solamente Aaron, ma neanche sempre!!! Poi pensò seriamente da che parte andare. Lui cosa voleva cambiare seriamente di se stesso, la parte emotiva? Ma aveva una parte davvero emotiva? Oppure una caratteristica fisica? Ma non aveva sempre detto che era un figo da paura? Si morse il labbro e non si alzò immeditamente. Il fatto era che la sfera emotiva, la sua sfera emotiva non era una cosa semplice per lui, voleva cambiare tutto e non voleva cambiare niente, forse voleva diventare meno impulsivo per non far del male alle persone che aveva intorno? Ma aveva davvero la capacità di fare una cosa del genere? Avrebbe avuto la pazienza di far capire alla pianta che si doveva idare di lui oppure gli avrebbe dato fuoco e fanculo a tutti? Ma una caratteristica del suo fisico? Quale esattamente? Non sapeva bene neanche lui cosa fare e quindi ci mise davvero molto per alzarsi e decidere. Era una cosa che doveva fare lui, da solo, era una cosa che doveva sicuramente intraprendere senza troppe aspettative e quindi si fidò, ancora una volta della sua impulsività e del suo essere sempre una persona di istinto e non di ragione, di pancia e non di cervello. Purtroppo era esattamente quello il suo più grande difetto. Una cosa curiosa era che Blake non si era mai definito perfetto, ma sempre definito migliore. Sapeva di non essere una persona perfetta e sapeva anche di avere più difetti che pregi, ma le sue gambe andarono verso la pianta che avrebbe modificato il suo aspetto. Forse perchè voleva cambiare aspetto per non essere sempre costantemente oggetto di punizioni? No, il problema non era quello. Era che la sua sfera emotiva gli faceva paura. Sapeva benissimo che in quel momento, dopo tutto il dramma successo nelle feste di Natale, dopo che Aaron si era arrabbiato così tanto con lui, dopo che aveva visto la sua unica famiglia perdere per una sola volta nella sua vita il controllo, non era il momento di mettersi alla prova. Entrare in contatto con una pianta diffidente, con una pianta completamente autonoma ed indipendete, voleva dire fare un passo verso quella che doveva diventare la sua crescita, fare un passo verso quella che doveva essere la sua crescita emotiva. Non era pronto, non davanti a tutti, non come era successo con rune, non come era successo davanti a quel molliccio. Blake aveva un'unica paura e quella era di se stesso. Sapeva che avrebbe perso il controllo e non se lo poteva più permettere. Non andesso che Aaron era stato non chiaro, ma cattivo. Non adesso che non solo aveva perso la sua bacchetta ma anche la sua indipendenza economica e sopratutto di scelta. Se c'era una cosa che doveva sopportare in quel periodo era la costrizione. Si morse il labbro ed andò verso l'armadio per prendere le varie protezioni. Guardò la sua bacchetta. Devi usarla solo se è veramente necessario, anche a lezione e questa volta, non ci saranno i tuoi prefetti a pararti il culo, questa volta a costo di mettere una brandina nel tuo dormitorio, saprò ogni tuo movimento. Un passo falso e ti giuro che ti faccio finire un mese in un riformatorio babbano. Parole dure e coincise. Quindi decise di prendere l'attrezzo da usare manualmente per prendere foglie e pezzetti di pianta all'occorrenza. Non avrebbe utilizzato la bacchetta se non quando necessario, o meglio, strettamente necessario. Guardò Lilith. Praticamente oramai vivevano quasi in simbiosi anche se nel mese di gennaio le cose erano leggermente cambiate e sopratutto migliorate. Lei sapeva la sua situazione famigliare, quindi si limitò ad alzare gli occhi al cielo e poi andare verso la Folium Species. Peccato che come al solito, era stato distratto e si era avventurato in quella che era la sua opzione di scarto. Era proprio vero che il suo unico nemico era se stesso. Per fare la cosa che a lui sembrava più facile, si era inoltrato in quella che sarebbe stata più complicata. Con le cesoie in mano guardò la pianta. Poi si fermò e guardò di nuovo la professoressa. E se la pianta decidesse di non concederci fiducia? Insomma, come diavolo si fa a convincere ua pianta a farsi staccare una minima foglia? La domanda era lecita? Forse, o forse no, ma Blake, la professoressa aveva dato un tempo per fare le domande, tempo che hai sprecato a pensare alla fuffa, quindi, adesso... beh, un modo dovrai trovarlo da solo!Ok, tu non piaci a me io non piaccio a te.... ma a quanto pare, sembra che la collaborazione sia tutto... quindi...io stacco una foglia a te, tu non rompi a me... potrebbe essere una soluzione? Stava parlando davvero con la pianta? Si, effettivamente si. Sentì l'istinto irrevrenabile di prendere la bacchetta e magari innaffiarla... oppure reciderla direttamente. Infondo il diffindo poteva essere la soluzione no? Pratica ed in dolore... ed invece si morse la lingua, facendosi anche male e trattenendo un'imprecazione e poi decise di provarci realmente. Una fogliolina... poi puoi cambiare un mio tratto genetico... non sarebbe un onore per te, piantina? Chiese poi avvicinandosi con la cesoia verso la pianta... si ritrasse, no, forse non era il caso e forse era troppo presto, il fatto era che effettivamente, doveva avvicinarsi alla pianta ma il problema principale che Blake era anche lui diffidente e delle piante non si fidava molto visto quello che era successo qualche mese prima. Insomma le spore che non aveva riconosciuto ed altre cose legate a Naga, lui non le aveva dimenticate e quella pianta gli faceva quasi schifo. Guardò un pò il suo gruppetto che cercava seriamente di fare qualcosa di utile e poi alzò gli occhi al cielo. Dai, forza e coraggio ragazzino! Ok, proviamo a fare qualcosa di sensato...borbottò tra se e se prima di guardare la pianta dove secondo lui aveva gli occhi. Maledetto Malboro e quella cazzo di bocca e tentacoli infernali che lo avevano quasi ammazzato a lui e il fratello. Professoressa... siamo sicuri che non escano cose strane da questa pianta?Infondo ci stava che avesse un traoma no? Per quanto volesse fare lo spavaldo, aveva visto la morte in faccia per ben due volte, la prima era incappucciata la seconda lo stava stritolando. Prese il manuale - davvero aveva il manuale dietro?- e cercò seriamente quel dannatissimo fioreVa bene, pericolosità nulla, quindi... piantina... per favore... per quanto mi riguarda preferirei un fiorellino rosso, così senza troppe pretese. e così dicendo fece semplicemente il suo piccolo tentativo di recidere quella minima foglionia rossa. Era il suo colore dopotutto!
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    Un ghigno si dipinse sul suo volto quando la professoressa, sebbene sembrasse restia, aveva dovuto ammettere che, almeno in parte, la sua risposta fosse buona. Insomma, non era stato un corvonero per nulla no? Semplicemente, non aveva più voglia di applicarsi davvero dopo la morte della sorella, quasi come se tutta la sua energia vitale fosse stata risucchiata assieme a lei in quel laghetto. Era da anni, quindi, che aveva perso il suo interesse nello studio, sebbene quell'anno avesse cercato di tirarsi su il più possibile.
    Ad ogni modo, ignorò completamente le risposte che la professoressa dava agli altri alunni per girarsi nuovamente verso Mia e riprendere il discorso lasciato cadere qualche minuto prima, antecedente all'inizio della lezione.
    Oh sì, chica, ti ho promesso che ti avrei lasciata in pace ma... fece una pausa teatrale, ammiccando alla ragazzina ...le promesse sono fatte per essere infrante no? continuò, solenne, senza perdere quel sorrisetto da schiaffi che lo contraddistingueva ovunque andasse. Stuzzicare Mia era veramente fin troppo divertente e avrebbe continuato all'infinito, se solo non si fossero trovati in una serra durante una lezione di erbologia. C'erano tante cose che gli piacevano nel prendere in giro la Freeman, come per esempio il fatto che non si lasciasse prendere in giro senza ribattere, insomma, dimostrava carattere ed era assai raro, di quei tempi.
    Timido? Non credo, secondo me è solo scemo replicò con un'alzata di spalle, tornando a girarsi un momento verso l'insegnante. Non l'aveva ancora inquadrata bene come persona, non si era ancora fatto una vera e propria opinione di lei, non sembrava male come insegnante ma Cam non l'avrebbe detto con certezza fino alla fine della lezione, perché sarebbero potute succedere molte cose da lì alla fine che potevano fargliela valutare in negativo o in positivo, anche se fino ad allora anche lei sembrava aver dimostrato un po' di carattere.
    Secchiona mormorò poi, mascherando la parola con un colpo di tosse, per quanto fosse ben conscio che non avrebbe mai dissimulato la sua osservazione. Mia sì che era una che si dedicava allo studio; probabilmente non usciva mai durante i weekend pur di studiare e stare al passo o addirittura studiare argomenti successivi che ancora non avevano trattato. Oh, se solo fossero stati amici, avrebbe saputo lui come farla divertire.
    Si riscosse dal suo torpore solo quando sentì la voce della biondina replicare a Barnes e sbuffò, non commentando ulteriormente i suoi toni e le sue frasi da saputella; probabilmente il biondo nemmeno ci arrivava a certi concetti.
    Poi, per un qualche strano motivo, il castano decise di regalare alla ragazza una sua creazione di carta, frutto di ore e ore di insegnamento da parte della sorella; insomma, il fare origami lo teneva legato ad Arya, nonostante lei fosse morta e, non se ne rese conto subito e sicuramente nemmeno Mia se ne rese conto, ma regalarglielo era stato un gesto profondo che nessuno dei due sarebbe riuscito sicuramente a definire nel modo corretto. Ma non aveva tempo per perdersi in questi pensieri, avevano una prova pratica da portare avanti e si vide costretto a tornare a prestare attenzione alla Murray, ascoltando cos'avrebbero dovuto fare. Beh, molto semplicemente avrebbero dovuto lavorare con una delle due piante e lui avrebbe dovuto lavorare proprio con la Freeman. Il suo solito ghigno tornò a dipingerglisi sul volto, prima che entrambi si dirigessero verso la Genie per lavorarci. Cameron la guardò per un secondo, studiandola. Avrebbe dovuto prendere gli arnesi che aveva consigliato la professoressa, quindi andò a prendere la tuta, i guanti, gli occhiali e le cesoie -in caso non vi fossero stati incantesimi utili al loro scopo. Si voltò verso Mia quando parlò e non poteva che essere d'accordo visto che sì, effettivamente la delicatezza era tutto tranne che il suo forte. Probabilmente nel suo essere di delicatezza non ne era presente nemmeno un po', quindi sarebbe stato lui a fare il "lavoro sporco" e a recidere le foglie e i fiori. Sì, non posso darti torto bambola le rispose, quasi sovrappensiero. Stava scavando nella sua mente per trovare un incantesimo utile al suo scopo, se ve ne fosse stato uno. No, al primo anno non c'era un cazzo di niente, perlomeno che lui ricordasse, che permettesse di recidere la pianta come avrebbe voluto, ragion per cui afferrò con decisione le cesoie, avvicinandole alla foglia, e se si fosse fidata dopo le parole di Mia avrebbe tentato di reciderla, sperando che bastasse a raggiungere il proprio scopo e che non gli spruzzasse in faccia chissà che schifezza. Le piante non gli piacevano eccessivamente, quindi avrebbe aspettato a vedere se era riuscito nel suo intento. Oh, insomma, perché non mettevano qualche incantesimo decente al primo anno?!
    Cameron Cohen -Scheda- -Stat.-
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    Tra tutte le caratteristiche di Jessica, spiccava certamente l'orgoglio e per questo odiava quando non riusciva a dare risposte soddisfacenti, quando si impegnava ma falliva. Insomma, si sentiva ferita nell'orgoglio. E odiava quando le persone non capivano cosa volesse dire, ragion per cui non sapeva se la docente le stesse simpatica oppure no. Però ci aveva provato, si era impegnata per quella risposta e sperava vivamente che avesse un metodo di valutazione meritocratico, che premiasse anche l'impegno. Solitamente era Blake il re dei casini e delle scenate, ma non se ne sarebbe certo stata zitta nemmeno lei. Voleva che la sua media rimanesse perfetta, o quasi, e ancora le bruciava quella O in Aritmanzia, voleva continuare sull'onda delle E prese sia in Difesa che in Rune (e poi non chiedetevi perché Lance è il suo prof preferito), invece si era dovuta accontentare di un misero Oltre ogni previsione. Beh, comunque ad Erbologia sperava di rimettersi in senso con la prova pratica. Non poté, tuttavia, trattenersi dal replicare alle parole della professoressa. Il nesso c'è, anche se magari non lo vede commentò, quasi annoiata. Insomma, sì okay dalla seconda volta saresti più sicuro, ma se volessi cambiare un'altra parte del corpo? Forse non ho afferrato qualche passaggio della sua spiegazione e, in caso, mi scuso concluse, senza l'intenzione di scusarsi per davvero. Come detto, il suo orgoglio le impediva di scusarsi a meno che non fosse stato estremamente indispensabile. Dopo questa risposta, decise però di lasciar perdere e di concentrarsi sul suo vicino di banco che sembrava ancora morire dietro alla propria compagna di casata, nonostante tutto. Beh, in qualche modo doveva risvegliarlo dal suo trance nel quale era caduto da quando l'Opale si era seduta davanti a loro. Lucas mormorò, allungandosi verso l'ametrino e mettendo le sue mani ai lati del viso del ragazzo, costringendolo a girare la testa verso di lei. Ottima risposta a lezione, Jones gli concesse con un sorriso Ma ora dobbiamo sbrigarci e andare a fare la prova pratica, spero non ti dispiaccia farla con me gli comunicò, togliendo le mani dalle sue guance, sperando ora di avere la sua attenzione. A fine lezione avrebbe avuto tutto il tempo per leggersi il bigliettino o per vedere Elisabeth, ma in quel momento doveva stare concentrato. Avevano avuto dei momenti troppo intimi un mese prima a Londra e la notte del compleanno della corvina a casa di lui, perché non le importasse di farlo tornare con la mente sulla terra. Insomma, le aveva addirittura preparato la cena. Lucas, ad ogni modo, non si era pronunciato su che cosa volesse cambiare di se stesso, ragion per cui glielo avrebbe chiesto, sebbene era piuttosto convinta che avrebbe puntato ad un qualche suo tratto caratteriale, un po' come aveva fatto lei. Prima ti stavo chiedendo se avessi voglia di fare un giro a Denrise questo weekend, giusto per non stare confinati tra le mura di quest'Accademia, sebbene siamo appena tornati ridacchiò, tornando poi ad ascoltare le parole della professoressa che stava dando indicazioni agli studenti su cosa fare dopo. Beh, lei avrebbe sicuramente puntato sulla Genie, vista la sua decisione di agire sul proprio carattere piuttosto che sul proprio fisico; quindi lo propose anche a lui. Non mi pare tu abbia detto cosa ti piacerebbe cambiare di te, quindi, secondo le mie supposizioni... ti andrebbe di lavorare sulla Genie? Se lui avesse risposto affermativamente, gli avrebbe preso la mano e lo avrebbe trascinato davanti alla pianta. Posso provare io a parlarci, che dici? chiese, qualora si fosse fatto trascinare fino ad essa. Aspettami un attimo qui riprese la parola, prima di andare a prendere il necessario per entrambi, come gli occhiali protettivi e i guanti, quindi glieli porse. È meglio averceli, non sia mai che questa pianta impazzisca. Detto questo, se lui avesse accettato di occuparsi della parte tecnica, la ragazza si sarebbe chinata leggermente sulla pianta, sempre al riparo degli occhiali e di tutto il resto ed avrebbe cercato di formulare un discorso sensato per convincere la piantina. Accanto alla pianta, comunque, erano presenti anche Cameron, Blake e Mia, anche loro evidentemente avevano scelto di cambiare qualcosa del carattere. Onestamente, non si ricordava nemmeno mezza delle loro risposte, nonostante avesse persino concordato con Mia. Ciao, piantina cominciò, maledicendosi per non avere in mente nessun incantesimo che l'avrebbe certamente aiutata a persuadere la pianta. Mi chiamo Jessica e mi piacerebbe poter lavorare insieme. Si sentiva estremamente stupida a parlare con una pianta, eppure era un qualcosa di diverso a ciò a cui era abituata e, quindi, molto interessante. Con un dito guantato sfiorò con estrema delicatezza una foglia, quasi a volerle fare una carezza. Sei proprio bella commentò, osservandola in ogni singolo dettaglio. Mosse un po' il dito a sfiorare quella foglia, sempre con delicatezza, sperando che si fidasse di lei e che ci potesse lavorare con tranquillità. Sarebbe stato utile avere una pianta dei Desideri nel proprio giardino, tuttavia non credeva fosse troppo possibile. Non ti vogliamo fare del male, siamo tuoi amici proseguì, facendo comunque cenno a Lucas di avvicinarsi per reciderne foglie o germogli. Là sul banco gli aveva posato delle cesoie, stava poi a Lucas vedere se utilizzare un incantesimo o meno.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Jess ha di empatia 8 se non erro (?)
    Ah, ci tengo a precisare che per scrivere le mosse per quanto riguarda Lucas, ho prima chiesto ad Ale se andasse bene uwu
     
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    Adamas Vesper
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    “Oh, figo Jesse - immagino che essere facilmente influenzabili possa essere utile, talvolta...” (forse, ma non quando si è amici di Blake Barnes) “ti sei divertito?”. Piccole domande innocue, o almeno così pensava: in fondo, chi mai sospetterebbe che una curiosità così vaga potesse celare una cotta?
    Non essere riuscito a ricevere punti per la sua Casata grazie alla sua risposta lo faceva sentire insicuro: che avesse perso il suo tocco da secchione? Tuttavia, non era certo quello il momento per perdersi d’animo, visto che la professoressa Murray gli aveva dato una mansione ben precisa: ora, c’è da dire che Adamas non si sentiva esattamente né ferrato con la propria manualità, né capace di persuadere una pianta.
    ‘Beh, forse forse sono meglio a parlare che a lavorare, in questo caso…’
    Si diresse verso la Genie, dopo aver riletto velocemente il paragrafo a lei dedicato sul Manuale: non era pericolosa, fortunatamente, eppure si sentiva stranamente a disagio, forse perché non sapeva se sarebbe effettivamente riuscito a fare lavoro di squadra. Capitò vicino a Blake, sorridendogli con indecisione, ma non riuscendo a rivolgergli la parola per l’imbarazzo del silenzio che gravava tra loro: tuttavia, cercò di non farglielo notare. Avrebbe cercato di parlare con lo stesso fiore con cui parlava Blake - o sarebbe stato un passo falso?
    ‘Ok - che si fa?’
    Aveva letto su qualche sito Babbano che parlare alle piante poteva essere un ottimo espediente per farle crescere bene e felici, quindi forse avrebbe dovuto fare quello? Sperando di non passare per uno squilibrato totale, si avvicinò ad uno dei fiori; non si sentiva affatto rincuorato dal fatto che altri stessero dialogando allegramente con la Genie, anzi - forse semplicemente erano tutti usciti di testa, dopo aver visto un Malboro ed un Ochu senzienti e assetati di sangue.
    “Ehm… ciao, Genie - bel nome, tra parentesi. Io sono Adamas… sei molto bella, lo sai?" (chissà se la captatio benevolentiae funzionasse, con i vegetali) "Avrei - cioè, no, avremmo - bisogno di una mano da te… o per meglio dire, un petalo… potresti aiutarci, per favore? Ci faresti dono di due tuoi petali?”
    Certo, avrebbe potuto essere soltanto fiato sprecato, ma almeno la Genie avrebbe ricevuto un po’ di anidride carbonica in più per la sua fotosintesi.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Adamas si avvicina a Blake Barnes per parlare con la Genie e convincerla ad aiutarli.
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Erik dopo aver fatto i suoi interventi a lezione era solito distrarsi, giusto il tempo necessario per prendere fiato affinché potesse affrontare il seguito della lezione con maggiore freschezza. In quell'occasione, invece, non si comportò proprio così. Ascoltò educatamente il commento della docente alle proprie parole e poi prestò attenzione ai commenti di tutti i suoi compagni di classe, sorprendendosi nello scoprire di non essere il solo ad aver pensato almeno una volta nella vita di voler cambiare qualcosa di se stesso. Certo, a dir il vero il senso di tale epifania poteva sembrare alquanto banale, ma non per gli occhi di un adolescente che trascorreva la maggior parte del suo tempo a fantasticare sulla parte migliore di tutto ciò che lo circondava.
    Chiarite le posizioni e le risposte di coloro che presero parola, l'intera classe fu messa di fronte ad una scelta: decidere se lavorare con la Folium Species o con la Genes. L'ago della bilancia per Erik fu il suo istinto, solitamente quando ragionava si perdeva anche nelle questioni più semplici, ragion per cui il fato scelse per lui la pianta che permetteva di modificare caratteristiche fisiche.
    Colui che solitamente veniva chiamato Capitan Hidenstone dai suoi migliori amici aveva appena decretato il suo obiettivo, ora doveva cercare quale eroe lo avrebbe accompagnato in quella missione emozionante. Psssst! Sussurrò in direzione di Jesse. Forse il suono prodotto era troppo debole da poter essere udito. Allungò la mano verso di lui e la scosse cercando di attirare la sua attenzione. Ehi, Soldato d'Estate, ti va di accompagnarmi in trincea? Se lavoreremo insieme saremo preparati. Sì, insomma, nel caso dovesse attaccarci Poison Ivy. Razionalità, questa sconosciuta.
    Ad ogni modo Jesse era il compagno che avrebbe preferito per affrontare quella prova ed avrebbe capito se avesse preferito magari aiutare chi aveva già qualche problema in Erbologia. Se non accetta dovrò chiedere a qualcun altro. Si disse con meno entusiasmo, prima di dar ulteriori dettagli. Se ti va di collaborare avevo intenzione di lavorare con la Folium Species. Capisci no? Una sorta di lavoro di coppia, io mi occuperò di attirare la sua attenzione e tu penserai alla raccolta delle foglie. Poteva funzionare? Perché no? Era molto sicuro delle proprie capacità in quella disciplina e Jesse era il suo parabatai, se c'era qualcuno di cui poteva fidarsi era proprio lui.

    [...]


    Erik era faccia a faccia con la Pianta dei Desideri che aveva scelto personalmente. La Specii de frunze proveniva dalla Romania e ciò lo incuriosiva non poco. Chissà se crescendo in Transilvania ha mai conosciuto Dracula. Un sorriso gentile si dipinse sul volto e gli occhi si posarono sulle foglie dai colori tipicamente autunnali. Adorava quelle sfumatura di giallo e arancio che lentamente si avvicinavano al rossastro senza però riuscir a raggiungerlo. Era affascinante pensar a come quelle piccole parti che la componevano potevano far cambiar aspetto alle persona, tuttavia immediatamente dopo la meraviglia giunse la paura. Temi che possa farti male? Non sentirai niente, fidati di me. Ti farò compagnia. Stava davvero parlando ad una pianta? Ebbene sì, si fidava di quella filosofia animista secondo cui piante ed elementi fossero in grado di sentirci. Era stupido? Forse, ma ciò lo aiutava ad essere puro negli intenti, nelle parole, nei fatti.
    La sua mano destra tanto lenta quanto delicata si avvicinò alla base della pianta, cercando con lei un primo dolce contatto. Se hai paura ti capisco. Non ci conosciamo, ma per me tu sei già un'amica. Oggi mi hanno parlato di te, sai? Qualora il primo contatto fosse riuscito, la mano avrebbe cercato di accarezzarla lungo il suo legno più spesso, quello che in un certo senso poteva essere definito come lo scheletro della pianta. Permetti di cambiare aspetto alle persone, fantastico. Io? No, non sono interessato. Tu, invece? Tutti usano le tue foglie per diventar una versione migliore di se stessi, a te hanno mai chiesto se volessi cambiare? Il tono di voce era sempre pacato e gentile, si sentiva una sorta di fratello maggiore che sussurrava di notte col piccolo per sperare che la mamma non li sentisse e non potesse separarli affinché potessero dormire.
    Stette ben attento di non avvicinarsi in alcun modo alle foglie. Non voleva né essere d'intralcio al suo compagno in quella prova, tanto meno voleva far allarmare la pianta, toccandola laddove magari si sarebbe indispettiva. Guarda cosa sto per fare. Si morse il labbro inferiore e la mano che fino a quel momento la stava toccando si avvicinò alla propria testa e si strappò un capello. AHI! Lo adagiò sul palmo della propria mano e proseguì ad accarezzare la pianta. Anche io ti faccio dono di qualcosa di me. Ti prego, abbi fiducia e per qualunque cosa non dimenticarti mai che io sono qui. A quel punto terminò di parlare, sperando che tutto stesse procedendo per il verso giusto.


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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Lo sguardo di Howard mentre parlava con la docente era fisso sul volto di lei, come se non volesse per nulla al mondo perdere alcuna parola di quelle che lei stava esponendo: rispondeva alle domande degli studenti con estrema professionalità, rapportandosi a loro con garbo e con un modo di fare che al giovane Dioptase piaceva particolarmente. Aveva apprezzato decisamente l’abilità della professoressa nello sciogliere quel dubbio che lo attanagliava e che gli era sorto, e chiaramente continuava a seguire la lezione con la nota da ‘secchione’ che lo contraddistingueva, tentando di non perdere nemmeno per un momento il filo del discorso. Il momento della parte pratica era quasi giunto, e la cosa continuava a fomentare lentamente l’animo di Howard che non aspettava altro momento se non quello di poter interagire con una di quelle piante; poterlo fare in maniera empatica, visto che avrebbe scelto la Folium Species, sarebbe stato per lui decisamente più semplice che farlo per via manuale, considerando le proprie attitudini caratteriali.
    Dopo aver terminato di segnare con fare certosino gli appunti, il ragazzo si alzò dal proprio posto proprio come avevano fatto anche gli altri compagni, richiudendo il proprio quaderno ed avvicinandosi alla pianta desiderata, che era appunto la Folium Species. Erano un gruppo, avrebbero dovuto collaborare nel tentativo di entrare in contatto con la pianta, ed il modo in cui Howard aveva pensato di agire era quello di mettersi quanto più a nudo possibile con la pianta, aprirsi totalmente a lei. Dopotutto, come aveva spiegato la professoressa alla classe, si trattava di una specie in grado di entrare in contatto con gli esseri umani, motivo per il quale l’olandese avrebbe deciso con determinazione di dare il meglio di sé per far sì che quella pianta potesse fidarsi di lui.
    “Ciao…”, disse con il suo tono di voce particolarmente pacato e delicato, andando dolcemente a sorridere a tutti i suoi compagni di gruppo. Doveva solamente immaginare un modo per potersi aprire alla pianta, per poter instaurare un legame personale ed intimo. Semplicemente dialogarci del più e del meno, come tutti stavano più o meno facendo, andando anche a raccontare qualcosa di loro ed instaurando un contatto psicologico con la specie vegetale, secondo lui, non era ancora abbastanza. Forse la paura, forse la voglia di eseguire un lavoro ottimo, lo spinsero immediatamente a ragionare e a prendere in mano con fare volenteroso il susseguirsi degli eventi, portandolo ad un’ultimissima conclusione: interagire con la pianta nella propria lingua nativa, l’olandese, affinché potesse realmente instaurare un contatto personale ed intimo con la pianta stessa. Nessun altro probabilmente avrebbe compreso quel che gli stava dicendo, e forse era proprio questo motivo che rendeva la conversazione tra i due ancora più personale e seriamente circoscritto. Il modo migliore per approcciare alla pianta, secondo lui, era inoltre quello di rapportarsi con lei come se lei stessa potesse rispondergli, generando un vero confronto e dialogo, che il ragazzo avrebbe condotto con il suo classico tono di voce pacato, delicato e disponibile, focalizzando tutte le proprie energie empatiche in maniera tale da connettersi con la pianta.
    Si avvicinò a lei lentamente, scostandosi un ciuffo di capelli lentamente, per permettere alla pianta di visualizzarlo meglio. Le rimase vicino, sfoggiando un bel sorriso disponibile, per poi iniziare a relazionarsi con lei in olandese, nel tentativo – come già spiegato – di dare il via ad una specie di connessione più intima tra la specie vegetale e lui stesso. “Ciao, piantina… sei davvero molto bella, le tue foglie sono davvero molto particolari! La professoressa ci ha parlato di te, ed io vorrei riuscire a diventare tuo amico, perché…” E qui si fermò per qualche istante, abbassando lo sguardo, come se stesse per iniziare un discorso più toccante del solito. “…Beh, io non ne ho molti qui. Venire da un’altra realtà, avere un accento particolare, avere anche un retaggio culturale differente dagli altri, purtroppo non aiuta. E forse anche tu, che sei così silenziosa, vuoi un amico?” Si fermò, andando ad asciugarsi una piccola lacrima che gli usciva dall’occhio destro. Lui voleva fare amicizia, voleva a tutti i costi conoscere qualcuno di nuovo, ma sentiva che lui non ne era in grado, come se non fosse sufficientemente estroverso da potersi aprire agli altri con agevolazione. Lui voleva, sì, lui cercava di vincere il proprio buio interiore per uscire allo scoperto e crearsi una comitiva, ma semplicemente non si sentiva ‘degno’ di avere degli amici. “Non è che, per caso, ti andrebbe di stringere amicizia? O quantomeno di stringerci la mano? Sento che tu puoi capirmi, puoi sentirmi, come difficilmente qualcuno è in grado di fare, forse perché anche tu in fondo vorresti un amico… Allora, che ne dici?” Ed il tutto lo disse con pacatezza, concludendo quella specie di sfogo interiore con un avvicinamento della propria mano alle foglie della pianta, tutto fatto con estrema delicatezza, continuando a sorriderle in maniera disponibile e rassicurante.

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Era un vantaggio essere influenzabili? Jesse non ne era proprio certo ed infatti aggrottò la fronte alle parole di Adamas anche se ciò non lo fermò dal rispondere "Uh, si, fico, è una cosa stranissima andare in giro e non capire una fava di quello che leggi e senti" propose lui, anche se da come la stava descrivendo non sembrava molto appassionante, anche se, trattandosi di uno col miglior amico dinamitardo, si poteva quasi dire che tutto ciò avesse una sua logica "Avrei voluto vedere di più Atene però, ma immagino mi rifarò"
    Il giovane fece spallucce al nero, quindi si recò nel proprio tormento personale, vicino ad una ragazza muta e lontano dai tre uomini della sua vita: Blake, Erik e Joshua, in rigoroso elenco alfabetico, perché, al momento, il porello non sapeva in che altra maniera elencarli, e forse, sotto sotto, manco voleva, potendo, alla bisogna, mentire o essere vago.
    Non vi pensò molto, soffermandosi invece sul cosa volesse cambiare in sé e su cosa conoscesse sulle magie che cambiavano il comportamento, arrivando ad avanzare teorie alquanto interessanti ed originali, che sulla povera Brianna ebbero l'effetto di uno Stupeficium, destando una risposta intermedia, che comunque finì col non insultare il giovane (o dargli fuoco) "Uh, sì, Olwen è un mito, tipo Loki... no esempio sbagliato... tipo Thor... no, neanche... uh, sì, tipo Freyr... e... ecco, no, ehm, mai pensato di usare Imposium su di me..." mentì lui, visto che una parte del suo cervello trovava che il suo impiego su gente come Dean e Brian non fosse poi così assurdo, senza poi parlare di sé stesso, che si reputava spesso meno intelligente di certe creature magiche "Stavo... ehm allargando il discorso... come con Instagram ecco..."
    A difesa del ragazzo, i suoi compagni si erano fiondati sulla domanda sommergendo di risposte la docente e lasciando davvero le briciole a chi non avesse scalpitato per rispondere, sicché gli argomenti ancora validi risultavano essere davvero scarni, ma Jesse non vi fece troppo caso, e anzi nel sentire le risposte alle domande poste egli ne ebbe una di riflesso "Scusi prof... ma... se io usassi due foglie di due piante diverse... in momenti diversi, ovviamente... ecco, otterrei lo stesso cambiamento o due diversi?" domandò lui, alzando come solito la mano, andando poi a porgere l'occhio ancora su Blake, giusto per esser certo che non desse fuoco a tutto, anche solo per noi.
    Ascoltò la donna proporre una prova pratica in coppia: i ragazzi si sarebbero dovuti dividere in due gruppi in base a cosa volessero modificare di sé e a quel punto dividersi in coppie per tentare di ottenere ciò che loro occorreva senza fare una brutta fine.
    'Uh, fico: posso mettermi in coda da tutte le parti?' si chiese lui a tempo perso, ben sapendo come il suo gruppo fosse quello della pianta della Transilvania, quella priva di fiori e con le foglie d'autunno. Quello che non sapeva era con chi svolgere la prova, anche perché, pur avendo ben tre persone del cuore, era piuttosto certo che nessuno lo avrebbe scelto 'Sì, Blake sembra che voglia stare con Jawaard, come anche Erik, e comunque ha Lilith... e Josh... beh, lui sceglierà sempre quella stronza di Elisabeth' si disse lui, rivolgendo un crescendo di odio nei confronti dell'altra prefetta, vittima sacrificale di tutta la tristezza che lui provava nell'aver perso qualcosa con Joshua e non aver davvero capito perché, dovendosi disegnare la propria verità, la propria risposta, e finendo, di fatto, per darle tutta la colpa.
    Preso dall'autocommiserazione, levando lo sguardo per cercare magari un primino spaurito, volse di colpo lo sguardo quando si sentì evocare col suo nome da eroe "Uh, ciao, Erik... ehm, Capitan Hidenstone" affermò lui, salutandolo perché in effetti a quell'ora non si erano ancora davvero parlati. Lo osservò un po' accigliato, non capendo bene, ma poi, quando lo sentì parlare di trincea si addolcì con un sorriso "Uh, come potrei dire di no al mio parabatai, se mi chiede di andare in trincea?" propose lui, affondando le mani nelle tasche, e quindi seguendo l'amico nonostante il suo citare Poison Ivy lo confuse un poco 'MI LEGGE NEL PENSIERO? O HO PARLATO AD ALTA VOCE?' in effetti quando la donna aveva parlato di una chioma ramata lui aveva fatto quell'associazione mentale, ma in quel momento non sapeva bene cosa pensare. Per un istante restò senza fiato, poi, lentamente, comprese come probabilmente avessero solo fatto un'associazione mentale simile legata alle piante, sicché si placò e rispose "E allenamento insieme sia: sia mai che una terrorista di un altro universo fumettistico ci invadesse e noi non sapessimo cosa fare!"
    Jesse parlò col suo solito tono leggere, poco decifrabile, tuttavia raddrizzò le spalle e si mise accanto all'amico tutto baldanzoso; non stava scodinzolando solo perché non aveva la coda, del resto poco importava sul cosa si dovesse fare e perché: era con Erik e a lui bastava questo.
    "Ok... tu seduci e io raccolgo.. ci sta... anche perché se ci parlo io come minimo mi schizza in faccia anche l'anima!" fece notare lui, rallentando man mano che avvicinavano il vegetale, lasciando poi agire Erik, il quale cercò ogni modo per ingraziarsi la creatura erbacea, non ultima citare le sue origini transilvane, e quindi vampiriche "Uh, bravo, chiedile se vuole essere la nostra informatrice contro i cattivi dell'est come Dracula... io ehm intanto vado a prendere tuta, occhiali e anche i guanti... tu... sì lo sai..."
    Quindi svanì e camminando molto velocemente avvicinò il grosso armadio, prendendo quanto necessario, che indossò alla bene e meglio, avendo solo cura di mettersi bene gli occhiali e prendendone un paio anche per Erik.
    Tornò al suo posto e prese i guanti da lavoro, che soppesò 'Questa era quella che sparava acido no? Quindi forse...' con una certa fermezza prese il proprio catalizzatore, puntandolo su un guanto "Impervius!" disse lui, tentando la medesima magia anche sull'altro, e quindi indossandoli ritornando dall'amico.
    Lo trovò ancora intento a mormorare alla creatura con quella sua innata dolcezza e allegria che aveva sempre stregato il Lighthouse. Si tolse un guanto e afferrò il catalizzatore, tenendosi dietro al ragazzo, pronto a difenderlo, al bisogno, con un Protego, ma poi quando lo vide strapparsi un capello sobbalzò.
    "Erik, ma che fai?! Non farti male per una prova! Non sopporto quando ti fai male, lo sai!" esclamò lui, posando una mano sulla spalla dell'altro e sgranando poco dopo gli occhi "Scusa... non volevo alzare la voce... solo... lo sai..."
    Non aveva propriamente gridato, ma era possibile che il suo modo di fare avesse un poco innervosito la pianta. Un po' colpevole osservò il moretto, quindi gli offrì gli occhiali "Mettili... e insisti..." propose lui, deglutendo e tentando quindi di avvicinare la pianta.
    'Due foglie... non mi servono altro che due foglie... una per me, una per Erik...' la pianta aveva splendide foglie purpuree, tuttavia aveva visto come essa reagisse a chi voleva bene e non osava immaginare cosa potesse fare a chi odiava 'O-ok... che faccio?'
    Deglutendo, mise via la bacchetta, ma non prese subito le piccole cesoie per il taglio, quanto si portò una mano ai capelli e, in un attimo di coerenza profonda, si strappò uno o due capelli anche lui "Ahio!" protestò lui, depositandolo sul vaso come aveva fatto l'altro, cui lanciò uno sguardo "Il tuo dolore... è il mio dolore, no?" chiese lui, non sapendo manco lui di cosa davvero stesse parlando, avendo quasi il mal di mare da quanto la situazione fosse complicata e multidimensionale.
    Sospirò e tornò ad osservare la pianta con rinnovato entusiasmo 'E' sempre meno complicata di una persona' gemette nella sua mente. Indossò il guanto mancante e prese la cesoietta, quindi avvicinò in maniera esplorativa ad un ramo più lungo e laterale la mano priva di cesoia, per saggiarne la reazione e vedere come agisse la sua memoria tattile.
    Si sarebbe lasciato avvolgere ma sarebbe balzato indietro solo se avesse intuito che stava per schizzare acido. Se non vi fossero state reazioni strane o improvvise, egli si sarebbe arrischiato ad avvicinare le lame aperte alle due foglie più distali, pronte a tagliarle senza danneggiarne il rametto, infliggendo il minimo danno possibile.
    'Ti prego... porta pazienza... ti prego!' pigolò lui nella sua mente, con le mani tremanti per la tensione, stringendo così forte i denti da sentire quasi male ed avere le labbra pallide dalla tensione.
    Poteva solo confidare nella dolcezza di Erik, nonché sulla propria precisione, per tranciare le foglioline rapidamente e soprattutto gestendo i possibili atti della creatura erbologica. E forse ciò spiegava quel timore: da quando Jesse si fidava di sé stesso?
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  13. Claire J. Murray
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    Claire Johanne Murray
    Docente di Erbologia | 32 anni
    La lezione stava ormai volgendo al termine e Claire si limitò a passare tra i banchi mentre i ragazzi si dividevano nei due gruppi, portandosi a lavorare con ciò che avevano scelto. Con le braccia incrociate e le iridi nocciola che scrutavano attentamente il lavoro degli studenti, la docente si sentì richiamare da Blake.
    «Ci si comporta come si fa con chiunque altro a cui desideriamo piacere: mostriamo il meglio di noi, ciò che di buono ci contraddistingue.»
    Si rendeva conto che non fosse affatto facile relazionarsi ad una pianta, persino lei aveva difficoltà nonostante invece con le creature se la cavasse piuttosto egregiamente. Alla successiva domanda del ragazzo, però, la bruna sollevò gli occhi al cielo e sospirò.
    «Barnes, ti ho appena detto che rischi di farti lanciare addosso delle spore che ti provocheranno allucinazioni. Va' a mettere le protezioni.»
    Aveva notato che alcuni degli studenti si erano limitati ai guanti, altri ancora avevano avuto l'accortezza di indossare gli occhiali protettivi e i più sciocchi nulla di nulla. A quel punto la donna si strinse nelle spalle: Skyler avrebbe avuto l'infermeria affollata quel pomeriggio, in fondo anche se le due piante non rappresentavano un pericolo mortale, avevano meccanismi di difesa piuttosto fastidiosi.
    Quando la voce di una Black Opal le giunse alle orecchie, il cipiglio di Claire si accentuò, rivolgendo alla studentessa un'occhiata in tralice.
    «Whitemore, impara a scusarti solo quando ne senti effettivamente il bisogno. Il nesso non c'è e te ne ho appena spiegato il motivo: se non vuoi cambiare la parte a te "destinata", allora non usare queste piante. 5 punti in meno ai Black Opal per la tua risposta fin troppo polemica per i miei gusti.»
    I ragazzini non le piacevano, quelli che si ritenevano in grado di potersi rivolgere in quel modo a lei anche meno.
    Fu un altro Black Opal a rivolgerle la parola e, dati i suoi modi, i lineamenti del viso di Claire si distesero all'istante.
    «Si tratta sempre della stessa specie, Jesse, motivo per cui la sua reazione al tuo corpo non muterà al variare dell'esemplare.»
    Gli accennò un sorriso e continuò ad andare avanti. Cercò di trattenere un sorriso quando notò che alcuni studenti non sapevano davvero da dove cominciare, ma ammise a se stessa che da alcuni si aspettava di più e da altri decisamente meno.
    «Altair, decisamente non ci siamo. Mia, avresti dovuto convincerla con i gesti più che con le parole, essere più paziente e determinata: so che può sembrare un paradosso, ma la delicatezza e la dolcezza sono deleterie se mostrate con incertezza, ci fanno apparire come individui che non hanno idea di ciò che stanno facendo e un essere spaventato e diffidente non lo accetterà di buon grado. Mentre Blake... beh, bravo, in realtà non è stata colpa tua, ti sei comportato bene ma lavorando in squadra queste sono cose che capitano.»
    Gli rivolse un mezzo sorriso, senza però esagerare.
    Una volta conclusa l'esercitazione, Claire batté le mani un paio di volte per attirare l'attenzione dei ragazzi.
    «Molto bene, lezione conclusa.
    Se non erro, coloro che sono riusciti nell'esercizio sono Cameron, Jessica, Erik, Howard e Jesse, dico bene? Ottimo ragazzi, davvero un buon lavoro, dunque sono felice di lasciare che teniate con voi ciò che siete riusciti a recuperare dalle piante.»

    Rivolse un occhiolino nella loro direzione e indicò l'uscita per tutti i presenti, mentre sulla lavagna apparivano i compiti per la volta successiva.
    «Non scordate di farli. Ci vediamo alla prossima lezione.»

    «Parlato» - Pensato - Ascoltato | Scheda PG - Stat.

    RevelioGDR


    Lezione ufficialmente conclusa, spero vi sia piaciuta!
    Di seguito le valutazioni:

    AMETRIN (5 studenti)
    Altair Alexander Sherwood, I anno: 1+0+0 = 1 Punto Casa (valutazione non sufficiente) = 11 Punti Casa - Non Classificato (1 Exp)
    Lucas Jughead Jones, II anno: 2+4+0 = 6 Punti Casa (valutazione non sufficiente) 11 Punti Casa - Desolante (9 EXP)
    Mia Freeman, I anno: 2+6+9 = 17 Punti Casa (+ 5 attribuiti a lezione) 22 Punti Casa - Oltre Ogni Previsione: 2PP (1 Empatia, 1 Destrezza, 1 EXP)
    Adamas Vesper, I anno: 2+6+9 = 17 Punti Casa - Oltre Ogni Previsione: 2PP (1 Empatia, 1 Destrezza, 1 EXP)
    Erik Foster, II anno: 2+5+12 = 19 Punti Casa - Eccellente: 2PP (1 Empatia, 1 Destrezza + 4 EXP)

    Tot: 80 Punti Casa

    DIOPTASE (4 studenti + 11 Punti Casa)
    Jawaad Aron Bàs, I anno: 2+2+0 = 4 Punti Casa (valutazione non sufficiente) 11 Punti Casa - Troll (4 EXP)
    Howard H. Van Leeuwen, I anno: 2+6+11 = 19 Punti Casa (+10 attribuiti a lezione) 29 Punti Casa - Eccezionale: 2PP (1 Empatia, 1 Destrezza + 4 EXP)
    Cameron Cohen, I anno: 2+4+7 = 13 Punti Casa - Accettabile: 1PP (1 Empatia + 6 EXP)
    Lilith Clarke, II anno: 0+4+0 = 4 Punti Casa (valutazione non sufficiente) 11 Punti Casa - Troll (4 EXP)

    Tot: 75 Punti Casa

    BLACK OPAL (5 studenti)
    Jessica Veronica Whitemore, II anno: 2+3+9 = 14 Punti Casa (-5 persi a lezione) 9 Punti Casa - Oltre Ogni Previsione: 1PP (1 Empatia + 9 EXP)
    Blake Barnes, II anno: 2+4+10 = 16 Punti Casa - Oltre Ogni Previsione: 2PP (1 Empatia, 1 Destrezza)
    Jesse A. Lighthouse, II anno: 2+5+12 = 19 Punti Casa - Eccezionale 2PP (1 Destrezza, 1 Empatia + 4 EXP)
    Elisabeth Lynch, II anno: 2+0+0 = 2 Punti Casa (valutazione non sufficiente) 11 Punti Casa - Troll (2 EXP)
    Gyll McKenzy, I anno: 0+3+0 = 3 Punti Casa (valutazione non sufficiente) 11 Punti Casa - Troll (3 EXP)

    Tot: 66 Punti Casa

    N.B. Come specificato in precedenza, ho classificato i vostri post relativi alla prova pratica in base alla qualità di quanto scritto, coerenza e correttezza:
    -buono
    -nella media
    -scarno
    La componente “fortuna”/dado inciderà in questo modo:
    -primo caso: 1 riceve attacco dalla pianta, da 2 a 6 riesce
    -secondo caso: da 1 a 3 riceve attacco, da 4 a 6 riesce
    -terzo caso: da 1 a 5 riceve attacco, 6 riesce

    Mia: buono, dado: 1 - riceve un'ondata di spore che le procureranno allucinazioni uditive fino al giorno 31 gennaio (a meno che non si rechi in infermeria).
    Altair: scarno, dado: 3 - riceve un'ondata di spore che gli procureranno allucinazioni uditive fino al giorno 31 gennaio (a meno che non si rechi in infermeria).
    Blake: buono, dado: 1 - riceve un'ondata di spore che gli procureranno allucinazioni uditive fino al giorno 31 gennaio (a meno che non si rechi in infermeria).
    Cameron: nella media, dado: 6 - riesce.
    Jessica: buono, dado: 4 - riesce.
    Erik: buono, dado: 3 - riesce.
    Howard: buono, dado: 3 - riesce.
    Jesse A. Lighthouse buono, dado: 4 - riesce.

    Essendo riusciti nella prova pratica (ved. sopra) Cameron e Jessica ottengono rispettivamente un fiore della Genie, mentre Erik, Howard e Jesse una foglia della Folium Species. Il loro utilizzo è limitato alle free role, a meno che i Master non diano differenti indicazioni.
    Ci tengo a specificare che la prova pratica era quella che dava il maggior numero di punti, di conseguenza non ho dato il massimo con facilità, attribuendolo invece solo a chi ha effettivamente speso tempo (e righe) nel descrivere minuziosamente l'operato nei confronti della pianta, concentrandosi sull'aspetto emotivo (per chi ha usato Empatia) e manuale e pratico (per chi ha scelto Tecnica).
    Se notate errori od omissioni nei punteggi, contattatemi pure (su Telegram, non per MP), ci sta che abbia saltato qualcosa.
    Grazie a tutti!


    Edited by Claire J. Murray - 31/1/2020, 16:55
     
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  14. Claire J. Murray
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    Modificato il punteggio dei Black Opal (+8 punti) per errata valutazione di Jessica e Jesse da parte mia.
    Scusate ragazzi, vi ho risposto nella lezione ma non vi avevo segnato i punti delle risposte alla parte teorica.
    Jessica passa alla valutazione di O, Jesse a E.
     
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43 replies since 3/1/2020, 00:24   1064 views
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