Il Passaggio

Howard H. Van Leeuwen

Lo sguardo per un primo momento si posò sul volto di Jessica, sfiorandolo con quelle iridi color cielo che caratterizzavano il suo viso dalle forme particolarmente gentili e piacevoli. Howard ascoltò tutte le parole che la ragazza pronunciò, andando successivamente a sorriderle in maniera molto sincera ed onesta, rispondendo anche con il suo tono di voce molto delicato e flebile. “Sarà fatto, Jess! Cercherò di non morire, allora! Farò del mio meglio per rimanere in vita e per aiutare anche i miei compagni!” E, dette quelle parole, il ragazzo poté iniziare ad osservare tutta la situazione che si stava verificando: la propria spilla da prefetto, improvvisamente, si illuminò con un colore molto particolare e che ricordava chiaramente la propria casata, spingendolo a girarsi così da poter osservare al meglio quella situazione che si stava venendo a generare.
Un tripudio di luci, una sensazione indubbiamente strana in cui i ragazzi stavano conoscendo due figure fatte di luce che sembravano avergli affidato una specie di missione, ed in quel momento il ragazzo si sentiva davvero tutto il peso del salvataggio dell’accademia e dell’isola sulle proprie spalle. Il buio più totale, per un momento, sembrò quasi disorientarlo: non sapeva minimamente cosa fosse quell’oscurità più totale, e comunque non riusciva comunque a rendersi conto di come mai fosse stata ottenuta, ma quelle due figure lucenti in qualche modo sembravano averlo sorpreso a sufficienza. “Quindi… noi dobbiamo davvero salvare la scuola. Recuperiamo le forze antiche, ragazzi.” Disse, con voce piuttosto sicura e decisa, sperando che gli altri potessero sentirlo ed iniziando a guardare in maniera più intensa nella direzione in cui si era diretta la sfera di luce colorata dei colori della propria casata. Lo sguardo si puntò immediatamente su quel luogo che era delimitato da un’entrata arcata con degli zaffiri, sinonimo dei colori di quella casata, e quando poté entrarvi all’interno, il ragazzo immediatamente sembrò stupito da quella situazione particolarmente eterea, a tratti anche inquietantemente ignota.
Lo sguardo si portò immediatamente verso la fontana delle idee e verso l’acqua che sgorgava, la quale pian piano raggiungeva livelli a quanto pare più elevati. Howard si mosse verso quella pozza d’acqua, rimanendo comunque a debita distanza di sicurezza, andando successivamente a puntare uno dei foglietti con la propria bacchetta, allungandosi appena solo nel caso in cui l’incantesimo non fosse riuscito. Disegnò con la propria bacchetta una freccia che partiva dall’alto e che terminava nella sua direzione, andando successivamente a pronunciare l’incantesimo desiderato. “Accio foglietto rosa.” E, nel caso in cui l’incantesimo NON fosse riuscito, avrebbe allungato la mano verso il foglietto così da afferrarlo meccanicamente.

Che Rick Ryordan potesse averci messo lo zampino in questa quest era improbabile, ma essendo questo snaso un suo grande fan, perché non sperarci in fondo?
Le due presenze misteriose avevano qualcosa di familiare, ma solo alcuni ebbero il tempo di analizzarle, tra le quali certamente non c'era Jesse, che pensò bene di aggredirne la maschile, scoprendola incredibilmente veloce, tanto che il suo incarceramus si vissò al suo braccio sinistro, per poi venir sciolta dopo pochi istanti, rivelando una abilità magitecnica fuori dal comune, il che, probabilmente, non avrebbe stupito chi avesse teso bene le orecchie ed aguzzato la vista come Elisabeth ed Adamas, che con un filo di ansia si resero contro che quelle due presenze non erano altro che due ombre luminose distorte dei professori Ivanova e Maverick. Anche Jessica si era concentrata su di loro, ma probabilmente, essendo loro vestiti (?) non aveva avuto modo di farsi un'idea precisa: in ogni caso aveva la fortissima sensazione fossero parte dello staff scolastico.
"Andate! Qua ci pensiamo noi!" l'eterna lumina di Blake rischiarò la stanza disperdendo l'oscurità e garantendo un viaggio sicuro a tutti, anche chi era stato scelto con meno forza, e Ryan, nell'osservare Jesse, annuì per rassicurarlo: avevano missioni diverse, ma lui pareva certo si sarebbero ritrovati, vincitori entrambi.

Ametrin

La casata dei coccolosi dovette mettersi in gioco con una coperta impanicata.
Mia cercò di riportarla al pericolo più concreto, ovvero quello che stava correndo il luogo ove ella risiedeva con tutti loro, mentre Benjamin fece coming out ammettendo la propria di paura, sperando che ciò lo facesse entrare in empatia con lei e permetterle di maturare, con lui coraggio.
Tutti cercarono di coccolare e consolare la coperta, anche servendosi della magia, come il Coeli Passio di Adamas, e alla fine parvero aver successo: la stretta su di loro si allentò e la coperta tornò alla sua prima forma, lasciando nella mano sinistra di ciascuno di loro un gomitolo.
Gli ametrini non sono mai soli
Disse una voce gentile nel mentre un muro si apriva, mostrando un nuovo tunnel, che, percorrendolo, li avrebbe condotti in una seconda caverna circolare della dimensione di circa 60 metri quadri.
Qui, al centro, avrebbero trovato ad attenderli quello che pareva proprio un ippogrifo con le iridi violacee come la pietra che aveva conficcata nella fronte.
Al suo fianco, ben presto, apparve una figura luminosa dorata simile alle due che avevano già incontrato nei sotterranei. Adamas nel vederlo posare una luminosa bacchetta su uno scintillante violino non avrebbe avuto dubbi: era l'ombra di Lancelot Olwen.
Il violino iniziò ad intonare una melodia di guerra, nel mentre l'ippogrifo sollevava fieramente il capo, puntandoli ferocemente e dispiegando le ali, senza però spiccare il volo.

Black Opal

Ai Black Opal era stato richiesto di essere come lo specchio: onesti e sinceri.
Non fu un'esperienza piacevole, specialmente per i loro timpani, sommersi da critiche e commenti (decisamente non erano un gruppo accettante... sempre che non s'intendesse con l'accetta), tuttavia fu in un certo senso anche liberatorio.
Si sentivano più sicuri di sé dopo aver mostrato le loro paure e l'aver parlato di terzi (e non sempre di sé stessi) li aveva anche connessi, al punto che si scoprirono, stranamente, a ricercare lo sguardo della persona che li aveva descritti o che avevano descritto.
Gli Opali abbracciano le ombre per farne braci per le loro fiamme
La scritta comparve su tutti gli specchi tranne che su uno, che invece divenne completamente nero, rivelando un nuovo passaggio squadrato, lungo il quale sarebbero dovuti passare uno alla volta fino a raggiungere un corridoio più ampio, lungo una trentina di metri e largo cinque.
Il corridoio era illuminato da fiaccole alle pareti, nere e liscie, e in centro alla stanza vi era un opale nero sospeso in aria; chi avesse assistito alla morte di una persona, avrebbe visto come questo fosse incastonato nella fronte di un threstral.
Ben presto, accanto alla pietra, si generò una vampata di luce rossa, dalla quale si andò a delineare una figura maschile. Laddove Jesse avrebbe visto solo un pericolosissimo avversario e Jessica avesse fiutato odore di punti casata perduti, Elisabeth avrebbe con orrore realizzato trattarsi di una sorta di ombra del professor Ensor.
C'era solo da sperare che avesse meno voglia dell'originale di ucciderli tutti, anche se il fatto che avesse fatto detonare un Bombarda così violento da far tremare le pareti e spezzare il pavimento che aveva colpito, giusto davanti al primo di loro, non era certo un bel biglietto da visita.

Diptase

L'acqua si stava alzando, che Cameron ci stesse urinando dentro o meno.
I Dioptasi presero rapidamente, con la magia e le mani, i bigliettini, scegliendo ciascuno un colore e ricevendo in cambio un aforisma, manfo fossero biscotti della fortuna.
Forse erano di persone famose, forse di ex studenti, forse entrambe le cose, tuttavia essi non erano semplici pensieri, ma riflessioni che in qualche modo penetrarono la mente dei giovani, obbligandoli a rifletterci su, fino ad ottenere (forse) una risposta, ma certamente un'illuminazione: non erano ben coscienti di come fosse potuto succedere, ma ora conoscevano un incantesimo avanzato ed erano certamente in grado di dominarlo alla perfezione.
Cameron non ebbe modo di comprendere quanto tempo avessero, o se l'acqua avesse caratteristiche particolari, ma il fondo lo vedeva perfettamente, essendo l'acqua alta al momento fino alle loro caviglie, destina a crescere, comunque, anche se non forse come si erano loro attesi, visto che d'improvviso il pavimento svanì e loro rovinarono per diversi metri, cadendo in una seconda stanza.
Per un dioptasio, non c'è nulla che non valga la pena di essere saputo
Siccome anche questa era allagata, non si fecero troppo male, ma rialzandosi si trovarono dinnanzi ad un Occamy lungo un paio di metri con al centro della fronte una pietra verde come i suoi occhi.
Dalle acque si elevò una luce che assunse la forma di un uomo, che immediatamente posò i palmi sull'acqua, andandola a rendere gelatinosa, quanto bastava per complicare i loro movimenti e rallentarli.
La stanza era piccola e angusta con tutte quelle persone dentro, circa una decina di metri quadri. Il foro sopra di essa da cui i ragazzi erano caduti si era richiuso, mentre attorno a loro vi erano pareti scavate nella roccia. L'unica fonte di luce era l'azzurro della figura maschile avanti a loro.

Harry Wood

Sembrava che per le compagne di casata non avessero preso al meglio la sua sincerità nelle parole legate ad Elizabeth, forse non aveva detto troppo, ma aveva detto ciò che pensava nei suoi confronti, cioè che era una bellissima ragazza ma non poteva dire che l'avrebbe anche portata a letto dato che aveva un solo pensiero per la sua testa in quel piano, Leah. Come aveva confessato allo specchio era lei che voleva. In uno degli specchi apparì come una sorta di passaggio, finalmente sapeva come proseguire quel percorso, entrarono uno alla volta e piano piano lo spazio a loro disposizione aumentava, era un buon segno tutto sommato. Nella stanza nella quale arrivarono vide una sorta di opale che era come se fosse sospeso al centro della stessa, prima che prendesse un'altra forma con le fiamme intorno. Quel rumore che aveva sentito di rimbombi non era un buon segno, doveva stare attento a non finire nelle grinfie degli attacchi della figura. Forse quella figura che avevano di fronte era da sconfiggere, forse dovevano buttare a terra l'opale per farlo sparire, due erano le strade a suo avviso. Doveva provare almeno a calmare quella figura, poteva essere rischiosa come cosa, ma forse poteva essere la mossa vincente.

Siamo dei Black Opal, la casata legata a quel minerale che hai dietro di te. Non devi farci del male o attaccarci, noi non vogliamo farti del male. Vogliamo solo sapere come andare avanti da qui, forse puoi aiutarci.

Era un mero tentativo di semplice convinzione, ma poteva funzionare dal suo punto di vista, non sarebbe stato semplice.

"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.

Howard H. Van Leeuwen

Howard recuperò il bigliettino e lo lesse con un lieve sorriso sulle labbra, visibilmente compiaciuto da ciò che leggeva, sentendo immediatamente scorrere in lui un nuovo potere, qualcosa che sembrava essersi aggiunto alle sue conoscenze e capacità usuali: sentiva la forza del Vulnera Sanetur percorrergli le vene e donargli nuova vita, conscio del fatto che, se avesse voluto utilizzarlo per salvare qualche compagno, presumibilmente ci sarebbe riuscito. Lo sguardo del ragazzo si poggiò subito dopo verso il terreno, notando come effettivamente il pavimento sembrò immediatamente mancare, lasciando che loro facessero un volo di qualche metro prima di ricadere in una stanza in cui c’era una figura maschile ed un Occamy.
Howard atterrò al suolo a quattro zampe, rialzandosi solo successivamente ma in maniera piuttosto scattante così da trovarsi faccia a faccia con quelle due entità e cercando di essere il più veloce possibile così da non avere nessun effetto sorpresa o attacco indesiderato da parte loro. L’unica azione che sembrò fare l’uomo fu quella di trasformare l’acqua che avevano fino alle caviglie in una sostanza gelatinosa, motivo che fece immediatamente pensare ad Howard una soluzione per tentare di uscire da una situazione di quel tipo. In quel momento, tuttavia, le sue conoscenze in merito all’Occamy sembravano averlo particolarmente allarmato, visto e considerato che l’abilità di quella creatura poteva essere potenzialmente letale per tutti coloro che erano in quella stanza. “Ragazzi, questo coso può ingrandirsi e rimpicciolirsi a piacimento. Se si ingrandisce, ci schiaccia.” Disse, guardando gli altri presenti nella stanza e riferendosi all’Occamy, cercando banalmente di rimanere a distanza da lui e dalla figura lucente.
Decise tuttavia di tentare un incantesimo che gli permettesse di limitare gli spostamenti dell’Occamy, così magari da comprometterne anche l’abilità di ingrandimento e di rimpicciolimento, andando quindi a disegnare con la propria bacchetta il simbolo della runa Raido rovesciato, respirando lentamente e cercando di convogliare le proprie energie magiche in quell’azione che stava facendo, andando solo successivamente ad esprimere la formula dell’incantesimo con voce sicura. “Chorium Runae!” E, dopo aver pronunciato quell’incantesimo, Howard sentiva la necessità di mettersi al riparo e di proteggersi dall’eventuale attacco proveniente da una delle due creature, andando quindi a mantenere la propria bacchetta sufficientemente pronta, disegnando un quadrato con al centro il simbolo del sole, esclamando anche in questo caso la formula magica con voce sicura e decisa. “Protego Astralis!”