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.Amelia Farley
DioptaseNon pensava di poterlo dire, ma ormai si era quasi abituata alla presenza di Nathan. Il ragazzo sembrava seguirla quasi ovunque, anche quando non erano assieme, e anche sei lei era un lupo solitario stava iniziando a tollerare quel suo modo di fare, anche se non lo avrebbe ammesso. Si sentiva strana, certo, ma si ripeteva comunque che lo accettava perché poteva rivelarsi un buon partito e un buon ponte per altre relazioni rilevanti all’interno dell’Accademia, visto il suo status e il suo essere purosangue, proprio come lei. Una compagnia accettabile, quindi, anche per una Farley.
Ecco, da lì a comprendere quello sprazzo di follia nell’ametrino però, il passo era decisamente molto più lungo delle sue gambe. Nathan era sempre un ragazzo entusiasta e molto più solare di Amelia, ma quel giorno era così frizzante che arrivò a chiedersi se non si fosse drogato. Si sarebbe limitata a guardarlo storto mentre raggiungevano l’aula, pronunciando un “Amelia Farley” con la solita seria freddezza, salvo poi tendersi rigida quando, entrando, Cameron salutò tutti con così tanto entusiasmo, urlando a squarciagola. “…Nath!” lo avrebbe quindi ripreso pizzicandogli un braccio per poi guardare il docente. “Lo perdoni… buongiorno, Professor Ensor.” avrebbe salutato con eleganza e si ritrovò trascinata verso Cameron e Mia. Se Cohen non le stava simpatico, e Mia le era indifferente, aveva comunque delle idee ben precise circa quello che considerava accettabile o meno e di certo non aveva intenzione di essere considerata meno “figa” della Freeman. Avrebbe quindi strattonato Nathan con forza e senza alcun mezzo termine. Stringendo la mascella e andandosi a sedere. “Ti sei drogato?!” avrebbe sussurrato per poi sospirare profondamente e appellandosi alla sua pochissima pazienza. “Perché le domande sono parte dello studio, Nat.” gli fece notare per poi cercare in qualche modo di limitare lo spettacolo che stava dando, fallendo con miseria. Non che non ci avesse provato ma in genere le sue occhiate gelide bastavano a zittire chiunque, non lui a quanto pareva.
Poco ma sicuro quando il ragazzo le avrebbe chiesto di copiare lo avrebbe fulminato con lo sguardo, rispondendo a mezza voce con un “Quando ti sarai calmato forse ti suggerirò una parola, King.” avrebbe replicato inamovibile per poi tornando sul suo lavoro. Infondo il ragazzo probabilmente aveva scelto le parole sbagliate: Amelia conosceva molto bene i sentimenti umani, quanto fossero labili soprattutto quando rivolti a persone ricche come le, che spesso rappresentavano qualcuno da usare o reputato senza sentimenti. Non si fidava di nessuno, non pensava che le persone fossero destinate a restare per sempre e quello che nasceva già come uno scherzo, su di lei non avrebbe provocato altro che ulteriore distacco.
Sarebbe andata sul sicuro nel scegliere la domanda che trovava più interessante da approfondire e si sarebbe quindi chinata sul foglio, cominciando a scrivere con calligrafia elegante e delicata, come se non avesse alcuna paura di impiegarci troppo, sicura di riuscire a dare del suo meglio anche in cinque minuti. “Ritengo che l’ambiente circostante rappresenti per noi un vantaggio. E’ vero, gli insetti sono dotati di sensi molto affinati, soprattutto l’udito –se così possiamo definirlo- e l’olfatto: molti di essi sono dotati di “sensori” di movimento, che gli permettono di orientarsi e individuare prede o nemici da cui difendersi, ma sono sprovvisti di una vista molto sviluppata, e il loro cervello è di certo meno sviluppato di quello umano. Possiamo quindi trarre vantaggio dall’ambiente circostante nel momento in cui lo utilizziamo come parte della nostra strategia d’attacco, senza sottovalutarlo e provando a sfruttarlo per svantaggiare il nemico.” cominciò per poi proseguire. <u> “Se immagino un insetto non fatico a pensare che potrebbe ritrovarsi svantaggiato se utilizzassi incantesimi che ricreano un ambiente a lui avverso, o creassi troppi stimoli luminosi o sonori: dopotutto una formica circondata da oggetti si ritrova disorientata e compia più facilmente qualche errore. Valuterei l’utilizzo di acqua, che spesso si rivela efficace contro molti insetti, ma sono dell’idea che con un’analisi accurata della situazione un essere umano possa riuscire facilmente a sfruttare ciò che lo circonda a suo vantaggio. E’ vero, si tratta comunque del loro habitat naturale, ma sono certa che non farsi prendere dal panico e usare il proprio cervello permetta a chiunque di non cadere trappola dell’ambiente e delle sue insidie. Basta usare attenzione e ingegno e penso non sia così difficile essere un passo avanti ad un insetto.” concluse quindi, e fiera del suo operato avrebbe appoggiato la sua penna con eleganza, drizzando di nuovo la schiena e aspettando la fase successiva.code made by ginSPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce per lo più con Nathan Parker King e con Brian. Risponde poi alla terza domanda.. -
.Emma LewisDCAO era una di quelle materie bellissime ma insegnate da un professore spaventosissimo. Forse fu per quello che Emma aveva sotto braccio -quello libero da King- una scatola con dei muffin ai mirtilli. L'idea le era venuta giocando con il suo cane che si chiamava, appunto, Mirtillo. La sua intenzione non era quella di corrompere Ensor, non avrebbe mai osato, altrimenti avrebbe seriamente rischiato ripercussioni, ma voleva solamente fare un gesto carino verso un prof che la intimoriva, sperando sarebbe stato gradito. Magari poi avrebbe potuto replicare il gesto anche con altri professori alle lezioni successive. Sì, magari poteva diventare una tradizione tutta sua.
Non è che andasse matta che dall'altro lato di Nathan ci fosse Amelia. Non aveva niente contro di lei, tuttavia aveva la netta sensazione che non fosse simpatica alla dioptase, sebbene non sapesse il motivo. Ed anche lei la intimoriva.
Arrivarono alla porta ed Emma sorrise. E con te non è da dare proprio per scontato disse, prendendo in giro il suo migliore amico. Poco dopo, il ragazzo estrasse l'accendino per dar fuoco alla Salamandra che fungeva da maniglia, così da far entrare tutti e tre.
Emma Lewis si annunciò, roteando gli occhi al cielo davanti alla stupidità del ragazzo, che esordì in maniera un po' troppo chiassosa. Emma lo tirò per la manica, ammonendolo con lo sguardo. Sei impazzito? Ensor ti fa fuori. Gli sussurrò, contrariata dal suo evidente entusiasmo o chiaro masochismo. Si sentì afferrare la mano da Nathan e non oppose resistenza, facendosi trascinare vicino a Cameron e Mia. Ehm... ciao sussurrò, senza osare incrociare lo sguardo con Cohen, mentre quando avesse incrociato quello blu di Mia, si sarebbe sciolta in un sorriso ben più aperto. Mimì! Ciao! La salutò, usando quel soprannome che aveva coniato appositamente per lei, senza però chiederle effettivamente il permesso di usarlo. Così come non lo aveva chiesto ad Adamas per chiamarlo "Addy". Mentre Nathan parlava prima con Cameron e poi con Amelia, la biondina si sarebbe assentata un attimo. Torno subito... si sarebbe quindi diretta al cospetto di Ensor con il cuore in gola, temendo che potesse tipo fulminarla con lo sguardo. Davanti a quegli occhi glaciali che, detto in tutta sincerità, avevano il potere di farla sudare freddo, la giovane allungò la scatola color cremisi, posandola quindi sulla cattedra del docente, indietreggiando di qualche passo per essere fuori portata di mano ma sempre sotto tiro di un eventuale schiantesimo. Buon po-pomeriggio... questi... ho fatto questi muffin per lei. Biascicò, la voce lievemente tremante, indietreggiando sempre di più, quasi andando a sbattere contro i primissimi banchi. Io... spero le piacciano. Furono le sue ultime parole prima che schizzasse via come un razzo per tornare affianco al suo best friend forever, sospirando di sollievo e prendendo il foglio. Non osò esternare gioia nemmeno per un secondo alla notizia che avrebbe potuto assentarsi, al contrario di ciò che fece Nathan che, quindi, si beccò una poderosa gomitata da parte della bionda. Non erano tanto i punti a preoccuparla, quanto più il rischio che lo prendesse a bombarda maxima in faccia. E non voleva che quel bel faccino venisse trasfigurato. Smettila NattyPie, altrimenti qui finisce male! Piagnucolò, senza però aggiungere altro e prendendo la penna che le avrebbe permesso di portare a compimento una delle domande. Scelse la terza.
3 - L'ambiente circostante rappresenta più un limite o un'opportunità? Perché?
Secondo me rappresenta un'opportunità poiché per poter sopravvivere e vincere, bisogna anche saper sfruttare tutto ciò che offre l'esterno. Se per esempio è un luogo chiuso e piccolo, si possono trovare nascondigli sicuri dove l'insetto non potrà mai arrivare a causa della sua stazza, oppure allo stesso modo si può cercare di incastrarla. Insomma, bisogna saper sfruttare ogni minimo possibile aiuto; qualsiasi cosa, anche nei modi in cui meno ce lo aspettiamo, potrebbe risultare vincente. Mise giù la penna proprio allo scoccare dei cinque minuti.CODICE ROLE © dominionpfSPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Nathan Parker King Mia Freeman Cameron, regala dei muffin ai mirtilli a brian ensor
Torna a sedersi e risponde alla domanda 3. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Ragazzuoli, la lezione va avanti!
Ciò che bisogna fare è semplice: prendere la passaporta, giungere nella foresta e attraversarla. Siete divise in squadre e l'obiettivo è avanzare verso nord per 4 chilometri finché non giungete a uno spiazzo. Vi chiedo di organizzarvi tra di voi (creerò dei gruppi per ogni squadra) per far dei post in cui interagite tra di voi. Per la valutazione terrò molto conto della parte introspettiva dei vostri personaggi, di come si sentono e si muovo in un ambiente come quello. Importante sarà anche ogni scelta che farete in termini di gruppo o squadra (per esempio col mio gruppo ci organizziamo per dire che dobbiamo attraversare un fiume/scalare una roccia e ci organizziamo per farlo insieme).
Per questo post potete usare e autoconcludere ogni incantesimo, potete dir di sentire qualunque tipo di rumori, ma vi chiedo solo di non far comparire nessuna creatura, per quello ci penserò io
Scadenza: martedì alle 23:59. -
.Mia Freeman
Prefetto AmetrinCameron aveva sempre il potere di calmare i suoi nervi e anche questa volta riuscì a strapparle un sorriso e farla sentire un po’ meglio. Annuì piano alle sue parole, sfiorandogli leggermente una spalla con affetto. “Sto bene e tu? Ci sto provando…” ammise piano, cercando di non fare troppo rumore a differenza di Nathan che per qualche ragione aveva appena deciso di dare spettacolo.
Gli sorrise timidamente, vedendolo dirigersi verso di loro, e lo avrebbe salutato impacciata, cercando di abbassare ancora di più la voce come se potesse compensare il suo tono così alto.
Sorrise ad Emma e alla sua allegria contagiosa, arrossendo leggermente di fronte a quel nomignolo ma ormai sempre più avvezza al suo modo di fare. “Ciao Em, ti trovo allegra oggi!” avrebbe commentato, seguendola poi lo sguardo, sorpresa, mentre l’altra ragazza andò a portare dei dolci al Docente. Una mossa singolare, soprattutto da fare con Ensor, ma sperò davvero che il docente apprezzasse.
Avrebbe anche riservato un cenno di saluto alla ragazza bionda che era con loro, Amelia, che però non l’avrebbe degnata di molte attenzioni salvo un vago cenno del capo.
Dopo aver terminato i saluti si sarebbe concentrata sul suo compito, consegnandolo appena in tempo, e poi focalizzandosi sulla spiegazione. Se non altro si trattava di un Incanto che in parte già conoscevano da Hogwarts, seppur ora esteso anche ad altri tipi di animali: sembrava utile, e se solo non avesse avuto lo stomaco chiuso dall’agitazione forse sarebbe stata ancora più entusiasta di impararlo. Corrucciò le sopracciglia quando il Docente annunciò l’uso della Passaporta. “E ora dove ha intenzione di mandarci?” avrebbe sussurrato all’orecchio di Cam, la voce così bassa che solo lui avrebbe potuto sentirla. Si sarebbe comunque avviata, rispettando la fila indiana che si stava andando a creare, e avrebbe cercando di non farsi prendere dalla tensione, stringendo rapidamente la mano del ragazzo un attimo prima di attraversare la passaporta.
Quando i rumori della foresta la circondarono per un attimo rimase spiazzata: si aspettava qualcosa di ben diverso da parte di Ensor e per un attimo si sentì quasi rincuorata all’idea di trovarsi in un posto che solamente la faceva sentire a suo agio come la foresta. Certo, non che conoscesse quella di FogMouth così bene ma era una foresta come altre… o forse no.
Non aveva mai visto il Docente di DCAO sorridere in quel modo e anche se era felice per lui, una parte di lei lo trovò inquietante. Si diede dell’idiota anche solo per averlo pensato, ma la verità era che quell’uomo le metteva i brividi, aveva sempre paura di indisporlo per quanto lo rispettasse –come faceva con ogni membro del corpo docenti, d’altronde, se non di più- e ogni volta che lo guardava non poteva fare a meno di pensare a quella Puffola davvero strana che si portava dietro: entrambi le incutevano timore allo stesso modo. Provò comunque a non farsi guidare dai pregiudizi e accennò un timido sorriso di fronte al suo entusiasmo, per poi ascoltare la sua spiegazione.
Le sue istruzioni sembravano semplici, proseguire a nord fino ad uno spiazzo non era troppo difficile, eppure aveva il sospetto che non sarebbe stato un percorso così lineare.
Quando si ritrovò tra le mani la bussola si ritrovò a sbattere un paio di volte le palpebre, confusa all’idea che il docente le avesse affidato un compito così particolare. Lanciò un’occhiata agli altri che avevano ricevuto lo stesso “dono” e non seppe che cosa pensare: non credeva di aver colpito Ensor abbastanza da considerarla responsabile e matura, tanto da guidare il proprio gruppo. Non era nemmeno sicura di esserne in grado sul serio, come poteva pensare che quel docente, proprio lui tra tutti, avesse tanta fiducia in lei?! Avrebbe voluto ringraziarlo ma temeva che non sarebbe stata una risposta troppo gradita e si limitò quindi a stringere la presa sull’oggetto, cercando di focalizzarsi sull’obiettivo della prova e su nient’altro. Si sentì immediatamente appesantita da quel senso di responsabilità ulteriore, e per quanto le piacesse la foresta si chiese quanti danni avrebbe fatto un suo possibile errore, che cosa avrebbe davvero causato se si fosse sbagliata. Impugnando la bussola con sicurezza cercò di darsi un tono, ricordandosi anche il suo ruolo di Prefetta e provando a farsi forza: avrebbe voluto Cameron al suo fianco ma sospettava che fosse chiedere troppo e cercò di accontentarsi di quel che aveva.
“Bene, il nord è da quella parte.” avrebbe quindi affermato con decisione, puntando il dito verso la direzione che indicava anche la bussola e dandosi poi dell’idiota da sola. “Brava, chiunque può leggere una bussola sai?! Non è poi così difficile.” Avrebbe atteso comunque il confronto con il gruppo ma considerato che la direzione era la stessa per tutti avrebbero avuto ben poco da contestare. Dopo essersi avviati quindi, ancora più preoccupata perché si trattava comunque della prima squadra, si sarebbe guardata intorno cercando qualche soluzione da suggerire ai suoi compagni e provando a pensare rapidamente a qualcosa che potesse aiutare tutti quanti.
Avrebbe utilizzato quindi un “Atramenta” per incidere delle piccole “x” sulla corteccia degli alberi: non stava cercando di aiutare le altre squadre ma piuttosto di creare dei punti di riferimento. Non si fidava di Ensor? Era sicura che fosse un ottimo docente, ma sapeva per esperienza che le sue prove erano sempre un po’ estreme e aveva paura che se fosse successo qualcosa alla bussola avrebbero finito per girare in tondo all’infinito senza riuscire a concludere nulla. Così facendo se non altro avrebbero avuto qualcosa a cui fare riferimento, non era male come ragionamento no?
Per il resto però non era sicura di poter dare delle istruzioni ben precise, era ovvio che non conoscesse quel posto e viveva nella paura che qualcosa spuntasse all’improvviso dal nulla. “Propongo una cosa, ditemi che cosa ne pensate! Abbiamo parlato di insetti prima, e anche di anfibi certo, ma stavo pensando: cosa ne dite di avvicinarci ad un corso d’acqua? Credo che ce ne sia uno, mi pare di sentire un vago rumore, e potrebbe tornarci utile nel caso fossero degli insetti ad attaccarci.” propose cercando di spiegare per bene le sue ragioni ma tutti quanti avrebbero visto, oltre al suo desiderio di dare un contributo a quella missione, anche la sua intenzione ad ascoltare chiunque fosse presente, pronta ad accordarsi con gli altri circa il da farsi.code made by ginSPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Cam, Emma, Nathan Parker King e Amelia. Dopo aver ascoltato la spiegazione del docente entra titubante nella passaporta.
Una volta ottenuta la bussola:
- indica a tutti la strada da seguire
- decide di utilizzare Atramenta, con un bell'inchiostro ocra che usa per incidere delle piccole X su alcuni degli alberi che superano, per capire se sono già passati di lì nel caso qualcosa nella bussola non funzioni.
- propone eventualmente di avvicinarsi ad un corso d'acqua e quantomeno rimanerci vicino.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con il suo gruppo (scusate se non taggo tutti, me pessimo).
Vestis per trasformare il maglioncino che indossa in una giacca da sci bianca per sopportare meglio il freddo.
Boreolum per disperdere le stalattiti di ghiaccio cadute dagli alberi a causa del vento.. -
.■ Data & Luogo di nascita27.01.03, Artide
■ RazzaHalf Giant
■ OccupazioneStudente
■ AllineamentoNeutrale Puro
■ Patronus//Che fosse finito tra le grazie di Ensor? Vedendo il docente ricambiare il saluto, uno strano sorriso comparve sulla bocca del mezzo-gigante. Ciarán non seppe se imputare tale reazione a una scarica di orgoglio o a una più banale comprensione di un "Ecco, tieni il mio saluto, significa che ti ucciderò per ultimo".
"Per lo meno ha ancora delle labbra" Gli occhi dorati si posarono su Nathan per giudicarlo, il ragazzo era uno dei pochi membri dell'accademia che non avrebbe considerato un nano. In compenso, di nanico aveva il cervello. Se non altro sul suo volto erano rimaste delle labbra: lusso che il professor Black non aveva concesso a Cameroon nell'ultima compresenza di Alchimia-Trasfigurativa.
Discorso diverso fu per la Moore. Ciarán la conosceva di vista perché avevano frequentato delle lezioni in compresenza: l'eterno desiderio di non vivere che si portava dietro, unito al pesante alone di trucco all'altezza degli occhi, le aveva donato di diritto il soprannome di "panda".
Fortuna volle che in mezzo a quella gente si trovasse anche Howard H. Van Leeuwen. All'olandese lanciò un occhiolino per ricambiare il saluto: la sua sola presenza confortò il mezzo-gigante.
Infine l'attenzione cadde sulle tre creature indicate da Ensor. L'idea di affrontare un basilisco fece rivalutare al giovane i suoi stessi piani "Non ci può lanciare contro una creatura del genere. Vero?". La mascella si serrò in attesa di altri dettagli e quando questi arrivarono fu come aggiungere legna sul fuoco "Si, può".
«Professore, la sua aura che colore ha?» Ciarán avrebbe atteso il permesso del professore per poi aggiungere un «E da questo colore, sarebbe possibile cogliere qualche dettaglio sull'indole del mago che ci troviamo davanti?» Se ciò fosse stato possibile, quell'incanto sarebbe stato particolarmente interessante da testare.
Il viaggio tramite passaporta fu sgradevole ma non quanto il freddo che gli graffiò la pelle. Le palpebre si socchiusero con l'intento di mettere a fuoco l'ambiente circostante e per quanto la sua Denrise fosse grande, quel luogo sembrava troppo oscuro per essere legato alla sua madre terra.
"Gli alberi coprono il cielo, e non so se sia un bene o un male" Ciò che divide l'uomo dal firmamento impedisce agli dei di fornire il loro aiuto ma, data la situazione di Ciarán, forse quello sarebbe stato un bene.
"Buchi e ragnatele" L'idea di affrontare le creature descritte dal docente ormai divenne una premonizione più che un'opinione e persino respirare si fece difficile. Le voci, al contrario, lo rassicuravano; le creature silenziose sono quelle che vanno temute.
«Ci muoveremo seguendo uno schema a falce» Ciarán si sarebbe rivolto a tutti i membri del gruppo. «Farley, Elisabeth, Beatrix: voi avanzerete per prime. Elisabeth ci guiderà verso il Nord e voi controllerete rispettivamente a destra e sinistra; spartitevi come meglio credete» Lo sguardo poi si spostò verso Benjamin, un sorriso e poi un «Noi due copriremo le spalle agli altri 3 membri del gruppo. Siamo più alti e avanzare per primi potrebbe mitigare la loro percezione. Controlleremo che nulla ci segua» Il possente braccio si tese indicando dei rami spezzati coperti di bacche e fogliame «Prendiamo uno di questi rami a testa. Trascinandocelo dietro copriremo le impronte e l'odore delle bacche coprirà il nostro».
Poi la bacchetta venne estratta dal fodero. Il cuore gli pompava in petto per l'eccitazione e ciò che andò a fare lo fece più per istinto che per altro
«Forma depso» Una scintilla grigio tortora si posò su uno dei tanti rami falciati dal vento. L'incanto trasfigurativo andò a piegarne il legno fino a renderlo secco e lungo. «Converto» Dunque, il legno divenne più morbido assumendo le proprietà del sartiame di cui le Drakkar denrisiane erano ricche «Ho creato una corda. Leghiamocela all'altezza dei fianchi così se qualcosa dovesse afferrare uno di noi, dovrà vedersela con un gruppo compatto» Qualche secondo d'attesa per lasciare che quegli stranieri potessero comprendere quanto detto «Saremo esposti ad attacchi ad area, è vero, ma allo stesso tempo sarà più facile difenderci su più fronti».
Non tirò in ballo le creature che avrebbero potuto incontrare perché per quei deboli di stomaco sarebbe stato solo peggiorare il tutto. E di certo non voleva finire a pulire del vomito dalla sua divisa.
«Controlliamo il muschio per assicurarsi di procedere nella direzione giusta. Seguiamo sentieri evitando che il vento riveli il nostro odore» Ogni tanto si scordava di avere a che fare con dei tipi di città «Per farlo, cercate i nidi di uccelli tra i rami: sono sempre costruiti controvento» Le dita andarono a indicare il sentiero un'ultima volta «Evitiamo flussi d'acqua. Non vogliamo fare incontri con creature che hanno sete perché a questa spesso si accosta la fame. E se possibile, camminiamo su rocce in modo che i nostri passi non facciano vibrare il terreno. C'è qualcosa che si muove sotto terra e non vogliamo diventare il suo spuntino, giusto?»
«Parlato»
"Pensato"
Narrato©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.SPOILER (clicca per visualizzare)Ciarán:
- Disporsi in 3 davanti (Amelia e Aib per controllare i lati, Liz in mezzo per guidare il gruppo con la bussola);
- Disporsi in 2 dietro (Ciarán e Ben che sono i più alti e non ostacolerebbero la vista, propone anche di trascinare dei rami spezzati per far scomparire le impronte);
- Usa un incanto trasfigurativo per generare dal legno di un ramo una corda. Legandosi assieme sarà più facile essere colpiti da attacchi ad area ma sarà anche più facile proteggersi da ogni lato;
- Cerca nel muschio della foresta indizi per comprendere se stanno realmente viaggiando nella direzione giusta
- Osserva i nidi degli uccelli (Che sono sempre creati controvento), per capire la direzione dei venti della zona in modo tale da lasciare meno tracce di odore possibile. -
.Prima che cominciasse la lezione vera e propria, il Dioptase si ritrovò circondato da ragazze con cui Aidan aveva avuto contatti e discussioni varie. La prima a sedersi accanto a lui fu la compagna Ametrin, Aibileen che con un balbettante 'posso?' chiese se poteva sedersi accanto ad Aidan. Lui non aveva alcun problema, anzi gli faceva piacere, quindi le fece un sorriso gentile e annuì “Aibileen! Ciao, certo che puoi! Come stai?”.
Qualche momento dopo arrivò un'altra ragazza e, beh, appena sentì la sua voce il suo sorriso si allargò di più e i suoi occhi quasi luccicarono “Gyll! Sei venuta, allora! Siediti qui. Ah! Lei è Aibileen.” Disse indicando la mora accanto a lui. “Aibileen. Lei è Gyll. La mia ragazza” Lo disse con un sorriso a trentadue denti e sembrava strano pure a lui. Ma era così.
Nemmeno il tempo delle presentazioni che sentì un'altra voce, avvicinarsi a loro tre. Aidan si voltò e guardò chi gli aveva rivolto la parola. 'Mi ha trattato di merda, non mi ha cagato per tutti sti mesi e d'un tratto si siede nel mio stesso banco? Che problemi ha, questa ragazza?' la guardò accigliato ma alla fine non aveva nulla con lei, a quanto pare era una ragazza piuttosto scontrosa. “Ti sei già seduta” Disse, accennando un sorriso.
E quindi Aidan seguì la lezione con tre ragazze belle e con tre caratteri completamente diversi tra loro. Se fosse stato un ragazzo più timido la scena sarebbe stata diversa (un po' come l'immagine di quel ragazzo che si sforzava dal non voltarsi a guardare la bella ragazza che gli stava accanto, al punto che le vene della tempia sembravano esplodere). Per fortuna non era affatto timido.
Dopo la spiegazione sull'incantesimo Betlum Exumai, di cui appuntò ogni cosa che disse, arrivò la parte pratica.
Aidan prese per mano Gyll e con lei si avviò verso la passaporta che aveva preparato il professore. Appena arrivò il suo turno, toccò la passaporta e con la solita fitta all'ombelico si ritrovò catapultato in una foresta. Faceva abbastanza freddo e una nebbia non faceva vedere assolutamente nulla. D'istinto chiamò Gyll e appena le vide si avvicinò nuovamente a lei e le strinse la mano.
“Il professor Ensor si diverte a vederci sofferenti ed infreddoliti” mormorò ascoltando le parole del professore.
Vennero divisi in gruppi. Vide Aibileen allontanarsi da loro ed avvicinarsi al gruppo a lei assegnato, sperando di sapersela cavare e che gli altri ragazzi la aiutassero. Era sicuro però che lei sarebbe stata in grado di cavarsela benissimo. Aidan e Gyll vennero assegnati al gruppo di Howard. Con loro Adamas Vesper, un ragazzo che conosceva solo di vista ma con cui non aveva mai avuto modo di interagire, la ragazza arrivata in ritardo che gli ricordava tantissimo una di quelle cantanti rock del mondo babbano. Lo stile dei vestiti e del trucco la facevano assomigliare proprio ad una cantante Punk. Ed infine arrivò la persona di cui non provava alcun tipo di simpatia: Cameron. Appena lo vide arrivare, si portò una mano sulla fronte e mormorò “Prepariamoci ad una sfilza di punti tolti ai Dioptase...”. Comunque, Aidan salutò tutti i ragazzi ascoltò la direttive del professore.
Quando tutti i ragazzi del gruppo furono arrivati, il professore ci fece segno che potevamo incamminarci. Dovevamo camminare per 4 chilometri verso nord, fino ad un piazzale. Aidan si incamminò assieme al gruppo, sempre tenendo per mano Gyll. Sapeva che lei non si sarebbe affatto divertita. Anzi, per farla sentire meglio, le mise sulle spalle la sua giacca. Lui rimase semplicemente con la sua divisa. Alla domanda di Adamas, Aidan non sapeva cosa dire. “Spero nulla di particolarmente pericoloso...anche se stiamo parlando del professor Ensor...”.
Aidan cercò di individuare qualunque rumore attorno a loro, ma ancora non sentiva nulla. Fino a quando Adamas urlò e lanciò un incantesimo. Aidan si fermò di scatto e con il braccio mise Gyll dietro di lui. Dalla tasca della divisa prese la sua bacchetta e d'istinto urlò “protego!”, pre proteggere lui e Gyll dall'eventuale caduta di altre stalattiti e dalle schegge che avrebbe creato l'esplosione delle stesse.
Non era in grado di usare l'incanto utilizzato da Adamas quindi si limitò a proteggere lui e Gyll.
Se tutto fosse andato liscio, Aidan avrebbe proseguito il cammino assieme ai compagni.
“Dite che il professore si voglia sbarazzare di noi?” chiese infine, pensieroso, mentre camminava.Aidan Hargraves".Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei"Dioptase, 16 anni"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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SPOILER (clicca per visualizzare)Nella prima parte interagisce con Aibileen Beatrix Gyll McKenzy e Elisabeth Lynch
nella foresta interagisce con tutto il gruppo Adamas Vesper Olive Moore Cameron Cohen (ahimè) Howard H. Van Leeuwen e Gyll
Protego per proteggere me e Gyll dalle stalattiti e dalle probabili schegge dovute a probabili incantesimi che probabilmente faranno esplodere le stalattiti. (ho ripretuto troppe volte la parola "probabile"). -
.Ma che diavolo ci faceva a lezione, ancora non l'era molto chiaro. Difesa, poi, era una delle materie che più non le venivano bene. Non sapeva s'era colpa dell'ansia che Ensor le trasmetteva o dal fatto che non era poi così propensa a maltrattare delle creature, anche se queste erano offensive.
La mezza-veela cercava di mettersi il meno in mostra possibile durante quella lezione, proprio per non fare la fine di Nathan o di Livs. Sì, se ve lo state chiedendo, Gyll era terrorizzata dall'emblematica figura di Brian Ensor e dalle sue punizioni.
Lo sguardo della piccola si spostò verso Livs, chissà se avesse necessitato di un aiuto per pulire le gabbie, forse dopo glielo avrebbe chiesto (non consapevole che questa narratrice sa già chi bullizzerà la povera ametrina!), ma adesso c'era una questione da risolvere: il completo disagio di quando Aidan aveva presentato Gyll ad Aibileen come la sua ragazza. Doveva ancora far l'abitudine alla parola e le sembrava così strano essere presentata così. Quel disagio aumentò, quando la mezza sorrise ad Aibileen.
Non sapeva cosa dire, in verità, per questo si limitò a sorridere. L'arrivo di Lynch, successivamente, non la scosse poi tanto rispetto a quell'imbarazzo precedente. Si limitò, anche lì, a sorridere alla concasata e farle spazio, azzeccandosi un po' di più verso il Dioptase.
Le lezioni per Gyll non erano mica una passeggiata e, in aggiunta, la sua svogliatezza aumentava la difficoltà, per questo la presenza di Aidan, forse sarebbe stata un toccasana per la sua media di voti quasi inesistente.
Ensor iniziò la spiegazione e Gyll lo guardava. No, meglio. Lo fissava. Non toglieva gli occhi di dosso al docente, come se guardandolo sarebbe potuta diventare invisibile ai suoi stessi occhi e quindi attirar meno l'attenzione.
Intervenire? Nemmeno un po'. Se avesse sbagliato si sarebbe trovata sicuramente a scavar tane per qualche insetto sfrattato.
E poi, a lei non facevano proprio schifo gli insetti.
Si alzò, prendendo la mano di Aidan e avviandosi verso quella che sarebbe stata la passaporta. Ne approfittò, nel tragitto, per tirare appena appena il braccio del ragazzo e avvicinarlo, giusto per dirgli due paroline nell'orecchio «Dovrebbero inventare un Riddikulus da fare su Ensor. Forse riuscirebbe a farmi meno paura con un cappello enorme e delle zampe da paparella.» - confessò la mezza, rabbrividendo appena all'idea che se avesse scoperto quel desiderio recondito, l'avrebbe impalata seduta stante.
Attese che Aidan toccasse la passaporta e poi lo fece anche lei, afferrando il trofeo di guerra. Si sentì tirare all'altezza dell'ombellico e quando i piedi tornarono di nuovo a terra, la sua testa prese a girare appena appena «Oh mamma. Ho mangiato troppe caramelle.» - disse, portandosi una mano sullo stomaco. Doveva cercare di non sboccare e concentrarsi su un punto fisso, così che non girasse più nulla. Si sentì chiamare «Ci sono. Più o meno.» - rispose, lasciando che il moro l'afferrasse per la mano, perché lei non è che aveva ben capito quante mani avesse.
Tuttavia, quando la testa iniziò a fermarsi, non è che la visuale fu delle migliori: la nebbia di quel posto era fittissima «Credo di aver visto un film horror che aveva lo stesso inizio, ieri sera con Pixie... e, spoiler, non finiva nel migliore dei modi.» - bofonchiò, rabbrividendo ancora e questa volta per il freddo. Annuì alle parole di Aidan «Fosse solo questo che lo diverte, sarebbe un gran passo avanti.» - disse, proprio appena prima che lo stesso Ensor facesse la sua apparizione. Ad ogni verso strano, Gyll stringeva un po' di più la mano di Aidan «E' quasi come ad Halloween.» - sussurrò appena appena al Dioptase «Questo posto è spaventoso...» - ed Ensor ancora di più, soprattuto quando ammise di essere felice. Lì, Gyll capì che erano fritti. La felicità di Ensor era sicuramente direttamente proporzionale alla sofferenza dell'umanità.
Gyll sgranò gli occhi «Bene, ci sarà da camminare.» - quando divise i gruppi, Gyll sorrise ad Aidan e si avvicinò agli altri ragazzi del suo team. Ma prima, cercò il braccio di Aibileen e «In bocca al lupo!» - disse con un sorriso.
«La cosa maggiore che mi conforta è che tra te, Howard e Cammy, mi sento un tantino più sicura.» - certo, come no. Sentendo la fine della spiegazione, stette attenta alle domande che vennero fatte e giunse ad una sola conclusione «Moriremo nella neve.» - oramai era rassegnata. Alle parole di Aidan, poi, volse lo guardo verso Cameron. Gyll storse un po' le labbruccia e diede una piccola spinta con il gomito ad Aidan «Dai...» -
Si sarebbe avvicinata al gruppo e avrebbe sorriso ad ognuno dei presenti, concordando con Adamas. «Quattro chilometri con questo tempaccio. Uffa.» - aveva freddo, non c'era che dire, tuttavia la premura di Aidan l'aiutò. Gyll lo guardò «Ma così ti prenderai un raffreddore!» - disse sgranando gli occhi. Ma Adamas ebbe un'idea favolosa che Gyll prese subito in esempio «Vestis!» - proferì, puntando Aidan con la bacchetta, per far apparire un maglioncino con i colori della casata del ragazzo molto caldo, così che potessero stare al caldo entrambi.
Si mise dietro Adamas, seguendo il gruppo e non lasciando la mano di Aidan «Secondo me ci butterà giù dal dirupo. Lui è già lì, ci starà aspettando e appena arrivati: BOOM! ci lancia giù!» - che strana idea aveva di Ensor, eh.
Non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di quello che aveva realmente detto, che l'urlo di Adamas la fece spaventare. La sua reazione? Stringere la bacchetta e attaccarsi al braccio di Aidan, proprio come ad Halloween.
Gyll e la paura, capitolo 3.
Per fortuna quei ragazzi erano sicuramente più pronti di lei e tra il boreolum di Adamas e il protego di Aidan, erano salvi «Bravissimi ragazzi!» - disse, tirando su un braccio quasi fosse una ragazza pon pon.
«Comunque con questa nebbia non vedremo mai bene dove andiamo.» - sbuffò appena, quindi, ma tempestive arrivarono le parole di Howard.
Gyll sbattè le palpebre un paio di volte e poi annuì sorridente e felice che qualcuno le avesse dato un compito così importante, a suo parere.
Si fermò, quindi, e disegnò la stilizzazione di una nuvola, per poi puntare la bacchetta al cielo e «Meteo Recanto!» - disse, mentre sperava di essere stata abbastanza brava da far spuntare il sole sulle loro testoline. Attese un attimino e ... i primi raggi spuntarono, rompendo la coltre di nebbia.
«Yeah! Ci sono riuscita!» - disse, gettando le braccia al collo di Aidan, e tirando su una gamba «Ora fa tutto meno paura, non c'è che dire!» - il sorriso si era illuminato, così come l'ambiente intorno a loro, che avrebbe potuto essere più facile da osservare con tutti i suoi pericoli.
La domanda di Aidan, però, le fece fermare il povero cuoricino terrorizzato dall'idea di Ensor «E se la prova fosse solo una scusa e lui si è già sbarazzato di noi, lasciandoci qua?» - ecco qual'era il vero piano!Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, II anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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SPOILER (clicca per visualizzare)Prima interagisce con se stessa e la sua Ensorfobia. Poi commenta un po' Ensor con Aidan.
Prende la passaporta e ascolta la spiegazione, dopo aver commentato Ensor con Aidan e aver cercato di non sboccare caramelle.
Saluta tutti e anche Aibileen, poi parte verso la morte.
Fa un vestis su Aidan per coprirlo dal freddo, poi fa congetture sui piani malefici di Ensor.
E' inutile come una pigna contro le freccione di ghiaccio, esegue Meteo Recanto sotto consiglio di Howard per diradare la nebbia ed è felice per la buona riuscita.
Poi... torna la ensorfobia e le strane congetture. Ma prosegue.
EDIT: AGGIUNTO SPOILER CHE AVEVO SCORDATO.. -
.I hate this sh*tMiracolo dei miracoli la porta si aprì, e dovette aggrapparsi ad essa rimanendoci attaccata per non cadere faccia avanti, andando quindi a cercare di mettersi sulle proprie gambe nell'ascoltare le parole del professore. «Mnhg...» ma non commenta, per quanto l'espressione afflitta parli da sé. «Si professore, scusi...» semplice almeno per non sembrare che lo stia ignorando. Va quindi a sistemarsi sul primo posto disponibile, per poter anche riposare le gambe. Riesce a camminare per un periodo ovviamente, ma ogni tot ha sempre bisogno di fermarsi, o finisce semplicemente a ruzzolare per terra perché le ginocchia si piegano e cedono al peso minimo. Le sopracciglia aggrottate mentre ascolta, andando a sollevare un sopracciglio. "Dovrei pulire questa roba?!" avrebbe preferito qualcosa di più diretto se tanto la voleva morta, la mano che andò a tenere la fronte per un momento, il quadernino aperto, ma più che prendere appunti stava già schizzando quegli esseri, segnando le cose particolari don delle freccine ed una scrittura incomprensibile. Forse non ci è ancora arrivata completamente che dovranno affrontarli, o probabilmente immagina qualcosa lì a lezione. "Chissà di che colore è la mia aura, se non è nera potrei offendermi." ironici perfino i pensieri, mentre i propri appunti assomigliano sempre più a dei rebus. Ed è solo la parola Passaporta che le fa alzare la testa aggrottando le sopracciglia. No, mai presa una, mai smaterializzata in vita sua, però da qualche parte ha letto a cosa servono. Quindi dove dovrebbero finire? E lo strappo all'altezza dell'ombelico lo sente, come la testa girare appena arrivano in quel posto. Qualche passetto in giro per tenere l'equilibrio, e parliamo sempre di qualcuno che ha una dieta di soli liquidi e quindi uno stomaco tremendamente sensibile. Spieghi professore, nel mentre l'ossigenata si butta da qualche parte a far uscire arcobaleni dalla bocca - il più lontano possibile da altri studenti.
E' quindi con un po' di ritardo che si accorge di dove sono, con la faccia di chi già vorrebbe andarsene semplicemente a letto. Si stringe nella giacca, stringendosi al tempo stesso lo stomaco dopo essersi pulita e riavvicinata di soppiatto - ha perso qualche informazione, ma non troppe almeno. Ma quel posto è sia orrendo che affascinante, motivo per cui si guarda intorno, andando a guardare anche quelle orme, sussultando ai primi suoni che raggiungono le orecchie. Insomma, è completamente distratta, non sa dove si trovino, fa freddo, non vuole starci, ed ha già rigettato. E la lezione è appena cominciata siniori e siniore!
«Quattro.. cosa?» un borbottio, le sopracciglia che si alzano. Difesa contro le arti Oscure o educazione fisica? Lo sguardo che si posa quindi sulle gambe - e scivola anche a sistemarsi la calza caduta, giusto per coprirsi un po' dal freddo. Ma la preoccupazione sul volto della bionda è abbastanza palese, sia per il posto, sia per il fatto che.. no, come dovrebbe esattamente reggerli quattro chilometri che già avvicinandosi ciondola? Ma allo stesso tempo non se la sente di dire qualcosa. Una cosa è già far perdere punti alla propria casata, ma far perdere voti ad un gruppo. Le labbra si stringono mentre il volto si fa appena più pallido. «Una morte lenta e dolorosa?» la risposta ironica ad Adamas, il tono strascicato e la voglia di stare ancora in quel posto sotto le scarpe. Ne aveva vissute di brutte in vita sua, ma era una nata babbana, semplicissima: di roba magica ancora non ci capiva quasi un H, se non quello imparato alla precedente scuola.. abbandonata pure prima del dovuto. Comunque, si tiene un po' indietro confronto agli altri: semplice motivo che è decisamente lenta. Ma almeno tiene stretta la bacchetta, e all'urlo alza di scatto la testa, la bacchetta che viene puntata subito sopra la testa. «Lumos Astralis!» perché questo? Non è dato sapere, ma comunque dovrebbe creare un fascio arancione capace di ustionare, quindi di sciogliere le frecce di ghiaccio che potrebbero caderle in testa. Rendendo in realtà una bellissima doccia di acqua gelida. Il trucco per fortuna è waterproof, ma non i capelli e i vestiti. Un lungo respiro, mentre cerca di spostarsi i capelli bagnati dal volto. «...» non commenta altro, semplicemente riprende a camminare - anche se rimane sempre indietro, bello ciondolare, insieme alla fatica ed il freddo. "Giuro che ammazzo qualcuno oggi, li uccido tutti in questa fottuta scuola, ma che cazzo di lezione è..." ed il respiro si fa mano mano più pesante, come le gambe. Insomma, resisterà ben poco prima di doversi sedere e non rialzarsi più. Ovviamente continuando ad ignorare qualsiasi persona non le parli direttamente, ricordiamo la pesante asocialità.|like wat?| code by ms athelophobiaSPOILER (clicca per visualizzare)Risponde giusto ad Adamas Vesper, per il resto as usual si fa i cavoli suoi.
Lumos Astralis - Per proteggersi dalle stalattiti pensa bene che sia il momento di una doccia fredda.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)- Vestis sul il suo maglione rosso a maniche lunghe che si tramuta in una giacca a vento.
- Ascolta le parole di Ciàran e accetta la proposta dei rami raccogliendone uno
- Espone la sua idea e comincia a osservare l' ambiente attorno notando che c'erano Pini e Abeti
- Infine percepisce una specie di ronzio. -
.Emma LewisSì, oggi sono piuttosto contenta! Anche se sarebbe meglio che qualcuno stesse zitto! E nel dirlo, pungolò il fianco di Nathan con il dito, sorridendo a quello che in breve tempo era diventato il suo migliore amico e che si era beccato una specie di silencio non verbale che aveva provocato uno sbuffo da parte di Emma, sebbene non commentò troppo poiché -dopo aver portato i muffin all'uomo- dovettero iniziare il test ed avendo pochissimi minuti, era certo il caso di iniziare.
Quindi scrisse ciò che le veniva in mente, prima che il docente ritirasse i fogli allo scoccare dei cinque minuti previsti.
Iniziò dunque a parlare, sicuramente per spiegare loro cosa avrebbero fatto quel giorno.
Rabbrividì alquanto nel vedere le lingue di fuoco trasformarsi in insetti giganti schifosi, piuttosto che altre specie animali che ad Emma facevano francamente schifo.
Betlum Exumai. Ripeté, cercando di imprimersi bene in testa un probabile incantesimo che avrebbe salvato loro la vita da qualsiasi cosa Ensor avesse in mente per loro, sebbene la ragazzina sperasse che non fosse troppo severo con loro, ragazzini inesperti del biennio.
Quando l'uomo mostrò loro quella passaporta, Emma alzò la mano timidamente. Ma... dobbiamo veramente toccare quella cosa SCHIFOSA? Ewww non potremmo, che so, usare la scatolina come passaporta? No, eh? Finita la sua inutile domanda, comunque, avrebbe aspettato il suo turno ed una volta là, avrebbe afferrato la zampa con non poco disgusto, stringendola appena. Poi tutto fu buio. Uno strappo all'altezza dell'ombelico la ghermì e non se l'aspettava, poiché non si ricordava di aver preso mai passaporte... e se lo aveva fatto, proprio non le veniva in mente. Una volta arrivata "dall'altra parte", si ritrovarono in una nebbiosa foresta che non prometteva niente di buono. Faceva freddissimo ed il solo maglione della divisa, non sarebbe bastato a proteggerli per tutto il tempo. Il sole nemmeno riusciva a penetrare attraverso le fitte chiome degli alberi, si sentivano versi stranissimi e paurosissimi e, cosa ancora peggiore, era pieno di ragnatele... ed Emma era un pochino aracnofobica. Pochissimo eh. Talmente poco che si attaccò ad un braccio di Nathan e così rimase per un tempo indefinito, almeno finché la classe al completo non si fu radunata.
Brian Ensor che sorride? Siamo forse finiti in un universo parallelo? Mormorò all'amico, osservando il docente, incuriosita.
L'uomo formò i gruppi. Si ritenne estremamente fortunata ad essere capitata con Mia e Nathan, due persone di cui si fidava davvero.
Iniziarono a camminare per primi verso una direzione, seguendo Mia che teneva la bussola.
Uh sì, dirigiamoci verso l'acqua ma... dovremmo stare attenti, si potrebbe scivolare. Commentò, dopo aver ascoltato ciò che l'altra bionda aveva da dire. Detto questo, il gruppo continuò a procedere tra tronchi caduti, punti dove il terreno era poco stabile e stretti cornicioni che davano su qualche strano precipizio. Solo dopo ciò che all'ametrina parvero secoli ma che forse erano solo pochi minuti, arrivarono ad un corso d'acqua. Era piuttosto impetuoso, invero, come se avesse piovuto fino a pochi minuti prima. Sembrava anche parecchio profondo. Ecco, Emma era un'abile nuotatrice ma di certo nemmeno lei se la sarebbe sentita di affrontare una cosa del genere, soprattutto con quelle temperature. Allora, dobbiamo superarlo ma senza bagnarci, eppure non vedo ponti nelle vicinanze... quindi ho un'idea. Le iridi splendenti si spostarono in direzione della loro capo squadra, sperando in un qualche assenso, segno che stesse andando bene. Là affianco adocchiò un tronco d'albero caduto. Nat, ragazzi, datemi una mano... aspettate. Forma Depso! Con la tua tecnica 19 -cioè, abilità- riuscì a trasformare il grande oggetto, in una piatta tavola di legno. Il fiume per fortuna aveva una larghezza ridotta, ragion per cui non avrebbero potuto saltarlo, ma sicuramente la neo tavola sarebbe riuscita a toccare l'altra sponda. Non la faceva proprio impazzire questa idea, ma se era riuscita a sconfiggere le sue vertigini salendo su una scopa e volando sul campo da Quidditch, sarebbe riuscita a fare tutto. Allora ragazzi... andate voi, io verrò per ultima. La paura la stava divorando, quello era certo, tuttavia doveva mostrarsi coraggiosa. Nathan le ripeteva sempre che lei era coraggiosa, quindi non poteva tirarsi indietro, per quanto avrebbe voluto rannicchiarsi su un angolino a piangere. Con le mani, tenne salda la tavola da quel lato ed aspettò che tutti -salvo Nathan- la attraversassero. Quando i suoi compagni fossero stati tutti al sicuro sull'altra sponda, lei avrebbe preso la mano del compagno, stringendola forte. Vai anche tu, Nat... io sarò coraggiosa per te. E nel dirlo, si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio sulla guancia, attendendo che anche lui andasse. Ma come poteva aspettarsi che Nathan Parker King lasciasse la sua migliore amica nonché futura parabatai, andare per ultima? Okay ma... fai attenzione... Beh, le ultime parole famose, dal momento che non appena mise piede sulla tavola, essa iniziò pericolosamente a traballare e la cosa peggiorava man mano che la ragazzina andava avanti. Fu un pericoloso colpo di vento, la sua fine. Fece tremare così tanto la bionda e la tavola, che quest'ultima si inclinò pericolosamente, tanto da far perdere l'equilibrio allo scricciolo biondo che, in un attimo, si ritrovò a precipitare nel vuoto, le urla di lei che si persero nell'etere, mentre il tutto finì con uno splash gigante. I vortici d'acqua risucchiarono la ragazzina, facendole ingollare acqua su acqua, mentre lei si sbracciava per tornare in superficie, cosa non facile per via delle correnti, ma che alla fine riuscì. Per sua fortuna -o sfortuna?- sbatté con forza contro una roccia che fuoriusciva dall'acqua ed alla quale poté aggrapparsi, gli occhi appannati ed i conati che non la abbandonavano. Con il terrore nello sguardo, cercava di individuare Nathan, provando anche ad urlare il suo nome, ma ciò che ne venne fuori fu simile al gorgoglio di un bambino che sta tentando di dire le sue prime parole. I capelli biondi completamente incollati al viso, così come la divisa che ormai, più che una protezione, era diventata una pesantissima zavorra. Le mani tentavano di puntellarsi sul terreno friabile dell'argine, il panico che cercava di combattere il raziocinio e, purtroppo, stava vincendo.CODICE ROLE © dominionpfSPOILER (clicca per visualizzare)Fa una domanda stupida a Brian, tanto per cominciare
Una volta partiti, incontrano un fiume impetuoso ed usa un Forma Depso per trasformare un tronco caduto, in una tavola di legno per attraversare. Lascia che tutti vadano tranne Nathan, che va per ultimo. Mentre lei attraversa, cade in acqua e fine.. -
.Lezione DCAONarrato - Parlato - Parlato Altrui - Pensato.
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.Amelia Farley
DioptaseAveva davvero cercato di evitare che Nathan desse spettacolo, ma si era resa conto di non avere speranza di riuscire a ottenere niente. Così come non aveva speranza nemmeno con Emma, l’ametrina che si rivelava ogni volta sempre più banale e fin troppo gentile: dei biscotti a Brian?! Che cosa le aveva suggerito il cervello??
Aveva riservato alla bionda un saluto spento e minimale, e l’aveva anche seguita mentre andava a portare i suoi dolci al prof, distogliendo lo sguardo giusto in tempo per incrociare quello di Cohen e poi sistemarsi al proprio posto.
Per distrarsi dall’iperattività di Nathan, avrebbe terminato la parte scritta con cura e poi si sarebbe focalizzata su Brian e la spiegazione. Sarebbe stata una delle prime a mettersi in fila per la passaporta, diligente e contenta di scoprire la seconda parte della lezione, abbastanza curiosa da ignorare la sensazione fastidiosa che quel metodo di spostamento le causava ogni volta.
Arrivati nella foresta si guardò intorno, come sempre attenta a ogni particolare, perché se c’era una cosa che detestava più di King esagitato era il farsi cogliere troppo di sorpresa da qualcuno. Si aspettava che Brian non li risparmiasse nemmeno questa volta, era certa che li avrebbe messi alla prova e anche se non era affatto abituata a sentirsi così, avrebbe finito per preoccuparsi per Nathan, soprattutto visto il suo umore di quel giorno. “Cerca di non farti uccidere da qualche insetto gigante, per favore.” lo avrebbe punzecchiato, forse più seria di quanto non avrebbe voluto, per poi allontanarsi da lui non appena il prof li avesse divisi in gruppi. Avrebbe voluto trovarsi con lui anche solo per tenerlo d’occhio, ma era chiaro che non potesse fare richieste di quel tipo, non era una ragazzina delle elementari.
Lei non avrebbe mai affidato una bussola ad Howard, così come non lo avrebbe fatto con Mia Freeman: entrambi non le sembravano abbastanza carismatici da poter davvero essere leader di qualcosa, ma forse era lei quella sbagliata visto che erano pure prefetti… o il mondo girava al contrario. Per lei era molto più probabile la seconda. Avrebbe voluto contestare ma sospettava che Brian non avrebbe preso tropo bene la sua idea così rimase zitta e si avvicinò al suo gruppo, tutto sommato considerando Liz più o meno all’altezza del compito: non le sembrava la migliore –quella era lei, la Farley- ma non era nemmeno troppo male. Non tanto quanto Aibileen, che aveva già avuto modo di conoscere e alla quale lanciò solo una distaccata occhiata prima di cercare di focalizzarsi sul loro compito.
Ciàran forse era nel suo giorno fortunato, o il tono che aveva usato aveva convinto la ragazza abbastanza da fargli guadagnare la sua attenzione: apprezzava chi sapeva prendere il controllo e il fatto che le avesse proposto di mettersi al comando l’aveva portata a drizzare la schiena e gonfiare leggermente il petto con orgoglio. “Ottimo, mettiamoci in cammino allora!” avrebbe affermato con sicurezza, avvicinandosi a Liz per poi legarsi la corda intorno ai fianchi. SI trattava di un’idea intelligente, anche se lei non credeva nel gioco di squadra voleva ancora fare buona impressione su Brian e portare a termine il compito, ma in un altro momento non avrebbe fatto a meno di pungolare Ciàran e fargli notare che si trattava di una scelta particolare. Ma quello era un momento per fare i seri.
Trasfigurare la corda le aveva dato l’idea per trasfigurare qualcosa di utile a sua volta: avrebbe quindi recuperato delle foglie e avrebbe pronunciato un delicato “Vestis” per creare un mantello di pelle di drago con la propria giacca dell’uniforme. Scelta particolare, vero? Ma, come avrebbe specificato Benjamin poco dopo, insetti e anfibi erano conosciuti per la loro capacità di rilasciare spesso veleno, una qualità che nessuno avrebbe dovuto sottovalutare e che di certo Amelia aveva ben chiara nella sua testa. Si sarebbe quindi avvolta nel suo mantello, abbastanza lungo da coprirla fino alle ginocchia e con un comodo cappuccio che si calò sulla testa. Ovviamente non pensò agli altri membri della squadra, avrebbero potuto benissimo cavarsela da soli se avevano intenzione di imitarla!
Non avrebbe vitato di alzare gli occhi al cielo alle parole di Benjamin, sbuffando. “Sono abbastanza sicura che tu te lo sei immaginato.” avrebbe replicato con sufficienza, anche solo per dargli torto e fargli notare che era da deboli fare gli spaventati in una foresta. Avrebbe quindi proseguito, sbirciando comunque dalla bussola che Liz aveva tra le mani, giusto per sicurezza.code made by ginSPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Nathan Parker King, poi arrivano alla foresta e ascolta i suoi compagni di gruppo -Ciàran più che altro. Parla anche con Benjamin D' Angelo più che altro perchè sicura che stia esagerando.
- si lega la corda come suggerito da Ciàran
- prende posto accanto a Liz guidando il gruppo
- usa un "vestis" per trasfigurare la propria giacca in un mantello di pelle di drago, lungo fin sotto alle ginocchia e con cappuccio per proteggersi dal veleno. -
.Le tremò il culo. Letteralmente. Ensor aveva risposto al suo saluto, ricambiandolo, il che fece scattare campanelli d'allarme nella mente della Lynch. Che avesse sbagliato qualcosa? La divisa fuori posto o la cravatta leggermente allentata? Gettò un'occhiata veloce e tutto le sembrò essere in perfetto ordine, quindi le motivazioni del gesto del docente erano da cercare in tutt'altro, anche perché si rifiutava di credere alla possibilità di un improvviso atto di stima nei confronti di Black Opal.
Comunque la strega decise di puntare verso uno dei banchi dell'anfiteatro posti più verso la cattedra del docente, accomodandosi accanto ad uno strano trio e ascoltando la presentazione della sua concasata come propria fidanzata per bocca di Aidan. «Chi si somiglia si piglia», si trovò a pensare soprattutto perché aveva ritenuto da sempre Gyll infantile oltre ogni misura, mentre Hargraves si era dimostrato fin troppo morto di fagiana quando si erano scontrati in una sua corsa. «Auguri e figlie femmine. I maschi son troppo sopravvalutati!» mascherò in un sorriso tirato, proprio quando il Dioptase diede prova dello stato di ubriachezza dello Snaso d'oro per la cerimonia dello smistamento quell'anno. Ad esempio la Farley sarebbe stata stupenda per lei tra gli Opal. Ma non tutto andava secondo le sue aspettative.
Evitò di risponder loro -aveva già vinto la lotteria con Ensor, non voleva abusarne altrimenti per quel dì- e si apprestò ad ascoltare dapprima informazioni su un suo prossimo e probabile allontanamento dalla scuola -che fosse qualche tumore cerebrale che gli aveva fritto l'aria stronza del cervello?- e poi la richiesta di un entusiasmante compito a sorpresa.
La Lynch per tutto il frangente, se non fosse stato per il movimento del braccio e del polso sulla pergamena, si era dimostrata una statua granitica che tornò a respirare normalmente quando in aula tornarono a prodursi suoni che andavano oltre il gracchiare della penna sulla carta o i sospiri degli studenti più affaticati.
E nel riprender parola e passare alla parte teorica la strada segnata dal docente non era tra le più rosee, soprattutto per chi aveva qualche problema con insetti, anfibi e rettili, al di là di essere tra le cinque cause di morte più diffuse. «Potevamo mai lasciarci sfuggire questa opportunità? Ora sì che lo riconosco». Si appuntò poi il nome della nuova formula dell'incantesimo oggetto della lezione di quel giorno, chiedendosi però di che colore sarebbe stato il fascio di luce visto che era lo stesso della sua aura. Sarebbe stato di un grigio fumoso e al tempo stesso brillante o, a seguito degli ultimi avvenimenti, qualcosa era cambiato? Di certo non le sarebbe dispiaciuto un bel rosso sangue intenso. A margine tratteggiò un riquadro intorno alla nota sull'incantesimo: vedi di colpì bene se no so' cazzi. E ritenne superfluo aggiungere il consiglio di mantenere sempre una distanza di sicurezza, in primis perché dipendeva dalla situazione in cui si trovava, in secundis non sarebbe di certo finita dritta nelle fauci di un coccodrillo amoroso dududadà.
«Qualche suggerimento sulla creatura che dovremmo affrontare?» Si chiese nel vederlo recuperare dall'armadio in fondo all'aula un forziere che conteneva una zampa pelosa dall'aspetto davvero ripugnante, che le disegnò un'espressione di disgusto nell'apprendere come fosse la passaporta per un luogo tanto caro al prof. Non si aspettava di certo una vecchia teiera rossa, ma sarebbe bastato anche un ramo o qualsiasi altro oggetto ai fini del gioco.
In fila per sei col resto di due, la Lynch attese il suo turno per provare la fastidiosa sensazione che tutto fosse sotto sopra, prima di atterrare su uno spiazzo erboso di una foresta che non aveva mai visto. Immediate le iridi cerulee andarono a cercare quelle del mezzogigante. Se da quando era iniziata qualsiasi cosa ci fosse tra di loro avevano preferito sedersi lontani a lezione e lavorare il meno possibile insieme nei lavori di gruppo, adesso fu piuttosto naturale per lei andare a cercare anche un minimo gesto da parte di lui.
Con il catalizzatore stretto nella destra la battitrice dei Black Opal attese l'arrivo di tutti, ascoltando le istruzioni di Ensor e sussultare quando lo sentì fare il suo nome. Era a capo del suo gruppo. Lei. Lei che non era sta considerata all'altezza dei suoi stessi compagni di squadra per essere capitano, ora veniva investita di quella responsabilità. Per carità, alla fine si trattava semplicemente di leggere le indicazioni di una bussola, no?
«Grazie», commentò ricevendo l'oggetto sacro degli scout e richiamare a sé il suo team, suggerendo loro di assumere una formazione a cerchio. «La divisione che ha suggerito Hinds è corretta. Chiederei ad Amelia di mettersi a sinistra e a te, Aibileen, alla mia destra», lo sguardo si posò poi velocemente su Ben e poi su Ciaràn, come a volergli suggerire di preoccuparsi per lui. «Questa non sarà un'allegra scampagnata. Conoscendo il professore diversi saranno gli ostacoli da superare, quindi cerchiamo tutti di cooperare e focalizzarci su un unico obiettivo: arrivare interi alla meta». Se li aveva divisi in tre gruppi lo scopo era chiaro, almeno per lei, ovvero di vedere come persone diverse riuscissero a trovare un modo per fare gruppo, le strategie che avrebbero adoperato e anche il tempo che ci avrebbero impiegato. «Direi di procedere sì veloci ma con accortezza, cercate di risparmiare energie per il rush finale». Poi indicò loro le grosse impronte nel terreno e delle fitte ragnatele tra i rami degli alberi, visibili nonostante la fitta nebbia. «Occhi bene aperti, mi raccomando. Hinds inizia a legare la corda intorno alla tua vita e quella di D'Angelo, poi aiuta la Beatrix». Per cui si scostò di poco, puntando il catalizzatore verso la sua divisa, disegnando un semicerchio seguito da un affondo -«Muto!»- con il chiaro intento di trasfigurare le fibre naturali in qualcosa di più solido e resistente come la pelle di drago. Qualche passo più in là e si fermò nei pressi del tronco di una imponente quercia verso cui puntò il catalizzatore per poi trascinarlo verso di sé, verso il suo petto. «Nasum Properem!» La combo del cambio dell'odore con la mutazione della stoffa dei vestiti rendendola resistente ai veleni sperava fosse di buona sorte, anche perché lei non avrebbe preso nessun ramo come i due maschietti, poiché da una parte aveva il catalizzatore e nell'altra -la mancina- avrebbe tenuto stretta la bussola. Già non le andava giù il fatto di essere legata in cordata con gli altri. E lo pensò ancora di più dopo che prese la corda da Amelia, lasciandola un po' molle tra loro, per poi legarsela per bene con nodi scorsoi stretti. La cordata avrebbe potuto rappresentare sì fonte di salvezza per chi inesperto o per un improvviso cedimento di terreno, ma altresì poteva rappresentare forma di ostacolo e rallentamento dei movimenti. In quel momento stava odiando profondamente Ciaràn, quasi quanto quella volta che le aveva dato appuntamento nella Foresta Eterea.
Ensor fece cenno loro di avvicinarsi, mancava davvero poco alla loro partenza, quindi avevano a disposizione gli ultimi scampoli di tempo per limare le ultime cose. «Se notate qualcosa lungo il tragitto non tenetela per voi, condividete anche l'informazione che può sembrarvi più stupida. D'accordo?» Ed infine si acquietò, aprendo la bussola ed aspettando che la lancetta rossa si fermasse su quello che era il nord e, ad un'accenno di Ensor sarebbe partita. E con lei tutti gli altri.
Il primo chilometro fu difficile, soprattutto per cercare di trovare un equilibrio tra di loro: chi aveva un passo lento, chi troppo veloce e più volte la Lynch si era voltata a guardare i suoi compagni per sincerarsi delle loro condizioni. Per quella prima parte di tragitto, tranne per nebbia e l'umidità della foresta capace di far aumentare ancor di più la sensazione di freddo, tutto sommato non avevano incontrato grosse difficoltà, se non qualche attimo di smarrimento dovuta alla bussola che ad un tratto sembrò dar di matto, girando freneticamente su se stessa prima di tornare a puntare verso nord seppur quella nera -che indicava la loro posizione- puntava verso nord est. Avrebbero dovuto portarsi sulla destra ma la presenza di un fiume impetuoso, il rumore sinistro che proveniva da quella parte avevano indotto la Lynch a mantenersi su quel lato e tentare di guadare la piena nel suo tratto più stretto, corrispondente ad una serie di massi lucidi che spuntava dalle acque. «RAGAZZI, OCCHIO A COME METTETE I PIEDI E SOPRATTUTTO DOVE!» Era costretta ad urlare per sovrastare il rumore dell'acqua che continuava a scorrere indisturbata. «OSSERVATE BENE DOVE METTO I PIEDI, SE AVETE SCARSO EQUILIBRIO APRITE LE BRACCIA E MANTENETE BASSO IL BARICENTRO!» Continuò ad abbaiare ordini, prima di posare la suola della scarpa destra sul masso e premere un po' per saggiarne la stabilità. Se non fosse stata il modello da copiare la Lynch avrebbe portato il sinistro sul masso davanti a lei ma avendo due ragazzi che non erano abituati al duro lavoro fisico del quidditch voleva che quel gioco del telefono senza fili rimanesse intatto e che non finisse col presentare tutt'altro alla fine del serpentello umano. Persero qualche minuto di troppo per quella dozzina -o poco più- di massi, tornando a respirare con tranquillità solo quando arrivarono a toccare terra, solida.
Lì la nebbia sembrava più rada ma al tempo stesso il cielo sembrava anche più scuro e non chiaro. In fondo era pomeriggio e in quella parte dell'anno le giornate erano tremendamente corte. «Muoviamoci, manca poco!» Cercò di spronare, riposando lo sguardo sui suoi compagni di squadra. «Avanti ragazzi, ce la possiamo fare». E avrebbe continuato a spronarli, guidandoli in quel luogo che non conoscevano, fino a quando non sarebbero raggiunti in quello spiazzo che secondo Ensor sarebbe stato magnifico ma che in lei metteva una certa dose di ansia.Elisabeth
Lynch"Sometimes you have to stand alone. Just to make sure you still can."
Black OpalSerpeverdeBattitricecode by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Liz cerca di gasare(?) i suoi compagni di squadra e prima di partire casta un muto sui suoi vestiti, per trasformarli in pelle di drago, ed un Nasum Properem, per dissimulare il suo odore con quello della pianta.
Ostacolo descritto fiume burrascoso che tentano di guadare nel punto più stretto. Amen.. -
.
RevelioGDRSPOILER (click to view)-Interagisce con Aidan Hargraves, Gyll Mckenzy, Elisabeth Lynch, e mezzo con Amelia Farley, Ciarán Hinds e Benjamin D'Angelo, e si dispiace per Olive Moor per via della sua punizione.
-Cerca di trovare un modo di essere concretamente utile al gruppo. Le viene in mente di camuffare il loro odore, e l'azione di Elisabeth Lynch le infonde il coraggio per cercare di usarlo su Amelia Farley, su Ciarán Hinds, su Benjamin D'Angelo e su di lei.
-Cerca di eseguire al meglio le istruzioni del visibilmente navigato Ciarán Hinds e del loro "Capo Bussola" Elisabeth Lynch, e di mantenere la calma, rassicurata dalla loro presenza; e di mantenere le orecchie aperte ed attente..