Sussurri voraci

secondo atto

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    Gli Snasi
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    Sussurri voraci | Quest
    Molti scrittori, musicisti e artisti decantavano la celebre quiete dopo la tempesta, ma dal modo in cui la rappresentavano era evidente come al massimo fossero stati in balia di un semplice venticello estivo. A seguito di una devastante tempesta non ci si riposava, l'ottimismo moriva e si viveva nella disperazione fino a che i vividi ricordi non sarebbero divenuti sfocati.
    Erano trascorsi tre lunghi mesi da quando l'equipaggio della Fortezza tornò da Papua Nuova Guinea. La missione fu un successo, in fin dei conti sbarcarono sull'isola con il capitan Ludwig, qualche superstite e la Poseidon, tuttavia nessuno gridò vittoria. Le perdite furono ingenti: Denrise aveva perso buona parte dei suoi migliori predoni, era stato annientato lo spirito bellico che spingeva le nuove generazioni a seguire le orme dei genitori e la vita delle forti donne veniva stravolta radicalmente, passando da padrone della casa a punto di riferimento per l'intero nucleo famigliare anche qualora non si era in possesso di un lavoro.
    Ogni membro del villaggio aveva cercato di aiutare come poteva le famiglie che avevano subito una perdita. C'era chi offriva loro parte del proprio bottino di caccia, chi insegnava ai pargoli l'arte della pesca e chi spesso li andava a trovare con una buona bottiglia di rum per mantenere vivo il ricordo dei caduti. Tornare alla normalità era difficile - se non impossibile - specialmente quando avvenimenti straordinari e della rara imprevedibilità giungevano come un lampo a ciel sereno. Grazie alle cure meticolose dei druidi Ludwig si risvegliò dal suo lungo e pesante sonno, generando non solo scalpore e gioia, ma soprattutto speranza in un popolo che non vedeva la luce ormai da troppo tempo.
    Il giorno successivo nelle bacheche delle locande più frequentate venne affissa una nuova missione. Il sangue si paga con il sangue recitava il suo titolo. Era evidente quanto la scrittura fosse stata frettolosa, ma continuando a leggere in piccolo erano state aggiunte le seguenti parole.
    I nostri antenati dal Valhalla hanno pregato gli dei affinché potessimo ottenere la nostra vendetta e finalmente quel giorno è arrivato. Domani la Poseidon salperà di nuovo. La meta da raggiungere è Papua Nuova Guinea, l'obiettivo è la testa della Caria. So che non avete molto tempo per prepararvi, ma non possiamo ignorare il barlume di speranza che avvolge la nostra isola. Coloro che vorranno far parte del mio equipaggio si presentino domani all'alba nella zona del porto. Siguard avrebbe lasciato il suo ruolo di protettore dell'isola? Ebbene sì, ciò solitamente accadeva solo per quelle spedizioni in cui si metteva a repentaglio la sicurezza di Denrise, ma per quella volta avrebbe fatto un'eccezione. La vicenda ora oramai diventata una questione personale.
    Note: invito chi ha partecipato alla precedente missione di soccorso a recarsi presso Bjorn il veggente per realizzare una carta nautica di quelle zone.
    La preparazione per un'avventura forse era importante tanto quanto le azioni sul campo. Molte erano le cose da fare, troppe le informazioni da scoprire, imprevedibile il miglior equipaggiamento da portarsi con sé. In fin dei conti i predoni erano abituati a partire allo sbando e chiunque non era in possesso della capacità di adattarsi a circostanze impreviste sicuramente non partiva col piede giusto.
    Le ore trascorsero, il cielo si schiariva e un pallido rossastro veniva filtrato da poche nuvole sparse. La brezza marina era particolarmente rinfrescante e spargeva per le vie l'aroma squisito e invogliante del pane appena uscito dal forno. I nostri avventurieri avrebbero potuto approfittare di un'ultima colazione abbondante prima di recarsi al porto o, perché non abbandonarsi alla follia ed evitare quello che gli inglesi consideravano il pasto più importante della giornata? Chi voleva sarebbe stato libero di saltare il pasto e recarsi in anticipo nella zona del porto, magari lungo quello stesso pontile su cui Sigurd era seduto ad ammirare l'orizzonto. L’alba è di tutti, ma non è per tutti. Solo chi aspettava il sole spuntare dal mare ed attende che questo iniziasse ad illuminare il cielo, avrebbe potuto godere dell’emozione che l’alba riusciva a donare.
    Grazie per esservi presentati. Allungò il braccio destro in avanti e con un rapido gesto invitò i presenti a salire a bordo. Dopodiché il Capovillaggio agitò la bacchetta più volte: sciolse le vele, levò l'ancora e senza troppe cerimonie si mise al timone. Non ho idea di quanto duri il viaggio, ma se avete qualcosa da condividere con il gruppo questo è il momento giusto per farlo. Sì, insomma, se qualcuno aveva una domanda da fare o informazioni sulla missione quella senz'ombra di dubbio era il momento migliore per parlare. Oramai grazie all'esperienza accumulata Sigurd era in grado di riuscire a immettersi nell'Oceano Atlantico senza nessuna difficoltà, quindi almeno per un po' l'equipaggio era libero di rilassarsi o conversare senza troppi problemi.

    RevelioGDR



    BENVENUTI MIEI CARI CUCCIOLI DI SNASO!
    Sono felicissimo di rivedere tutti partecipanti della prima quest e qualche nuova aggiunta. Ora, però, lascio un attimo da parte i convenevoli per parlarvi di questo primo, ma molto importante, post.
    Come vi ho lasciato intuire ognuno di voi può prepararsi per il viaggio, ciò vuol dire che ogni pg può fare solo un'azione. Molte danno informazioni utili nel corso della quest, altre bonus di carattere prettamente tecnico o narrativo e, infine, potrebbero riservare sorprese.
    Molte azioni necessitano di requisiti per essere svolte, ve li elenco immediatamente:

    Azioni che riguardano la nave

    Realizzare una mappa nautica presso Bjorn > Almeno 2 membri dell'ex missione di soccorso devono scegliere questa azione

    Parlare con Ludwig per rimettere insieme i pezzi delle visioni avute nella scorsa quest > 1 membro dell'ex missione si soccorso

    Occuparsi delle provviste per il viaggio > Chi lavora presso una locanda

    Chek up della nave e possibili migliorie (nel caso dovete specificare quali migliorie) > 2 membri tra Carpentieri e Magitecnologi

    Azioni di ricerca > specificate dove fate le vostre ricerche

    Ricerca sui Gaunt della Notte > Almeno 28 Coraggio
    Ricerca sulla Caria > Almeno 28 Intelligenza
    Ricerca sulla meta e i suoi meccanismi di difesa > Almeno Intuito 28
    Ricerca su Edward Rocket* > Avere almeno un contatto fuori Denrise

    * E' il mittente della sospetta missione che ha spinto Ludwig e i suoi uomini a Papua Nuova Guinea. Lì si è spacciato per un celebre topografo, ma è l'autore di un libro di leggende sui Gaunt della Notte.

    Azioni extra
    Andare a trovare i membri dell'equipaggio che non si sono risvegliati -> basta specificare perché andate lì
    Rassicurare il villaggio sul buon fine della missione -> Almeno Carisma 28
    Recarsi presso il tempio di Freyr per pregare le anime del valhalla -> Emp 28 e Intu 28 o essere un Druido


    Oltre alla vostra azione ogni Pg può portare con sé un sacco o una borsa con dentro fino a 4 oggetti (possono anche essere oggetti narrativi come corde, bussole e simili)


    SCADENZA: VENERDI' 7 ALLE 23:59 > Dato che si tratta di uno start rapido vi chiedo gentilmente di non chiedermi proroghe che potrebbero servire più avanti quando la situazione sarà più critica.
     
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    Denrise
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    JASON KRATOS BYRNE
    Druido
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    Tre mesi. Ecco quanto tempo era passato dopo quella spedizione dove avevano quasi rischiato la vita. Aveva ancora l'amaro in bocca per non essere arrivato al nocciolo della situazione, ma alla fine erano giunti a compiere la missione assegnata, ovvero riportare il capitano e la sua Poseidon indietro, con quel che rimaneva della ciurma che con loro era partita. E quando erano scesi dalle krakken non erano scesi trionfanti ed esultanti. Erano tornati a terra con il terrore negli occhi, con i segni di chi non era pronto a quello che era successo, con il ricordo che qualcosa aveva reso ognuno di loro il nemico dell'altro.
    E lui era stato per mesi, a chiedersi come potesse cambiare la vita di ogni persona che aveva ricevuto la triste notizia che i propri cari non c'erano più. Non riusciva a guardare in faccia molti del villaggio, sentendosi colpevole di non essere arrivato in tempo per salvare altre vite.
    Tuttavia, il risveglio di Ludwig aveva acceso una speranza in ogni cuore più abbattuto e quando lesse quell'avviso che riportava un titolo così cruento, il cuore gli palpitò per un attimo su per la gola.
    Mandò giù e lesse il testo e quel che riportava il messaggio che il Capo Villaggio stava dando.
    La Poseidon sarebbe salpata di nuovo...
    Quella frase rindondava nella sua mente quasi come se fosse il verso di un rito maledetto. Tornare in mare sulla Poseidon, forse era il modo giusto per chiedere scusa a quelle famiglie e dar loro la possibilità di vendicare i propri cari per mano sua. Sigurd sarebbe andato con loro? Il messaggio lasciava intendere questo, a tal proposito, forse era proprio il caso di prendere tutto e partire di nuovo, in quanto significava che la situazione era davvero critica e se servivano due braccia in più, le sue le avrebbe messe volentieri a disposizione.
    Ma prima di partire, tuttavia aveva necessità di fare qualcosa di importante: era ormai risaputo il nome del mittente della missione, Edward Rocket. Era chiaro che in villaggio non ci fossero le notizie necessarie di cui necessitavano per avere informazioni a riguardo. Jason si era chiesto quanto potesse essere giusto approfittare di un aiutino dell'Accademia. Insomma, vantavano di avere i migliori docenti, una biblioteca fornitissima e tante altre cose di cui andavano fieri, che al momento gli passavano di mente. Per tale motivo si era incamminato verso l'Accademia, pochi attimi dopo aver letto il messaggio della missione. Strada facendo gli tornarono in mente le visioni che sulla barca aveva avuto, l'effetto di quelle creature strane, quegli uccelli che sembravano far impazzire tutti coloro che prendevano di mira, c'era qualcosa di oscuro in quelle creature e in quell'uomo che sembrava non essere chi diceva di essere. E se avesse mandato l'equipaggio nella tana dell'orso, consapevole della presenza di quelle creature? Forse ad Hidenstone c'era davvero chi poteva aiutarlo; il suo pensiero corse ad un assiduo frequentatore della Locanda di Jonathan e ottimo combattente della truppa di Naga, gli studenti - aveva compreso quando aveva coperto qualche turno in infermeria - non ne parlavano con grande entusiasmo e quasi lo temevano, o meglio, temevano le sue punizioni. Difesa Contro le Arti Oscure era uno di quegli insegnamenti che probabilmente avrebbe avuto una risposta per quel che stava cercando. Insomma, almeno ci avrebbe provato.
    Appena arrivato in Accademia, avrebbe cercato l'ufficio del docente, quindi avrebbe bussato alla sua porta con educazione e avrebbe aspettato il via libera per entrare.
    «Professor Ensor, non so se si ricorda di me, sono Jason Byrne, druido del villaggio di Denrise, ci siamo trovati in campo il 31 Ottobre contro Naga, oltre che diverse volte davanti al bancone del caro vecchio Jon.» - si presentò, con quella sua voce cavernosa e quei capelli lunghi, lasciati selvaggi sulle spalle, coperte da una canotta semplice, di colore verde smeraldo e un paio di calzoni marroni, con diverse tasche, da una di esse, posizionata lungo la coscia, cacciò una buona fiaschetta del rum del Canto e la mosse davanti a sé. «Mi spiace disturbarla in un momento libero della giornata, ma avrei necessità di sapere se lei conosce un certo Edward Rocket e ho pensato che potesse aiutarmi lei, e per ringraziarla le ho portato una delle sue bevande preferite da parte del Canto della Sirena.» - sorrise con leggerezza. Se Ensor lo avesse accolto, si sarebbe accomodato ovunque avrebbe potuto, mettendosi comodo e non proprio seduto come il galateo avrebbe voluto, ma poco importava «Stiamo per tornare per mari, per cercare una nuova risposta a quel che è accaduto ad una nostra ciurma e l'equipaggio che n'è rimasto è tornato in condizioni davvero pessime: alcuni di loro non si sono ancora svegliati da un sonno che pare infinito, sembrano quasi in un limbo tra la vita e la morte. I nostri migliori druidi li seguono da mesi, ormai. Sappiamo poco su quello che è successo realmente lì...» - prese respiro, cercando di sintetizzare al meglio le informazioni che gli servivano «Edward Rocket è il solo nome che abbiamo: è stato il mittente dela missione che ha spinto la Poseidon nell'inferno dalla quale l'abbiamo cacciata. Si è presentato come un topografo, ma l'unica cosa che sappiamo di lui è che abbia scritto un libro su delle creature di cui non so niente: i Gaunt della Notte.» - arrestò il suo dire, cercando di lasciar assimilare le informazioni al docente «Devo conoscere qualsiasi cosa su questo Rocket. Dimmi che hai qualcosa su di lui.» - puntò gli occhi nocciola sul professore e attese.
    Recepite le informazioni necessarie, sarebbe passato in bottega e avrebbe preso le boccette di pozioni necessarie: una soporifera, due esplosive e un veritaserum. Poi avrebbe preso una corda da quindici metri, arrotolata e allacciata per bene, un acciarino.
    Era quasi l'alba e lui non aveva intenzione di perdere tempo, si sarebbe avviato al punto di incontro con Sigurd e sarebbe arrivato con largo anticipo.
    Il silenzio era qualcosa di cui poteva goderne ora, forse per l'ultima volta, se la sorte non fosse andata con loro.
    Avrebbe guardato l'alba, il sole sorgere, fino a quando il parlare di Sigurd non avrebbe rotto quel momento così silenzioso. Si sarebbe voltato in sua direzione, quindi ascoltando le sue parole e annuendo a quel ringraziamento. Salì a bordo della nave.
    Guardò i presenti e fece dei cenni con il capo ad ognuno di loro, notando come non era stato il solo a pensare di tornare in mare. Avrebbe dato - qualora fosse stata produttiva la ricerca - le informazioni necessarie racimolate.

    Azione: Ricerca su Edward Rocket da Brian Ensor (Hidenstone)

    Oggetti: 2 pozioni esplosive, 1 veritaserum, 1 filtro soporifero, 1 corda da 15 metri, 1 acciarino.

    Statistiche:

    Coraggio: 25
    Empatia: 30
    Intelligenza: 23
    Resistenza: 32
    Tecnica: 26
    Intuito: 21
    Destrezza: 22
    Carisma: 28


     
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    UzIa
    Calypso O'Queen Carpentiere

    Parlato - Pensato - Ascoltato


    Calypso non era stata convinta di prendere parte a quella missione fino all'ultimo istante.
    Ricordava bene la sua prima esperienza in nave, che fu proprio la ricerca della Poseidon, e quell'esperienza aveva rischiato di essere anche l'ultima. Calypso aveva dato anima e corpo per tenere su la loro nave il più possibile quella volta, ma aveva rischiato di venire uccisa da una palla di cannone ed era stata fortunata ad uscirne solo con qualche ferita.
    Una volta tornata a casa, aveva trovato suo padre ad attenderla. Calypso si aspettava un duro rimprovero, ma lui era rimasto in silenzio fino al loro arrivo a casa, e lì l'aveva stretta forte mormorandole quanto fosse fiero di lei.
    Fu suo padre ad avvertirla della nuova missione, e che erano stati specificatamente richiesti gli stessi membri del primo equipaggio.
    Calypso non era sicura di voler andare, si era spaventata molto durante il primo viaggio anche se si era sentita più viva vicino alla morte che in qualunque altro momento fino ad allora.
    Ne aveva parlato con suo padre fino a notte fonda, ma aveva preso la sua decisione solo la stessa mattina della partenza, uscendo di corsa di casa quando il padre ancora dormiva.
    Non sarebbero partiti nuovamente con la Fortezza, anche se a Calypso sarebbe piaciuto riutilizzare la stessa Drakkar, ma con la Poseidon, che lei non aveva ancora avuto modo di conoscere molto bene.
    Passò diverso tempo sulla Drakkar, studiandola e cercando di entrare in confidenza con essa il più possibile prima della partenza. Non trovò grandissimi problemi per quanto riguardava la struttura della nave ma solo piccole riparazioni da fare, come assi sul ponte che rischiavano di cedere al minimo passo e fare del male a qualcuno o qualche piccola riparazione da fare al parapetto per evitare che chi vi si appoggiasse potesse finire in mare.
    La stiva sembrava essere a posto, Calypso tastò bene le pareti e controllò che non vi fossero infiltrazioni d’acqua.
    Per ultimo controllò gli alberi.
    L’albero maestro era leggermente danneggiato, nulla di grave ma se si fossero trovati ad affrontare altre cannonate la nave avrebbe dovuto reggere il più possibile. Cercò di riparare rapidamente con un incantesimo anche l’albero, irrobustendolo, e quindi scese soddisfatta dalla Drakkar per salutare il padre, che nel mentre l’aveva raggiunta. Lui le sorrise fiero e la abbracciò, stringendola forte, augurandole buona fortuna.
    Quando Sigurd li invitò a salire sulla nave, Calypso seguì tutti gli altri per poi annunciare, quando venne data loro la parola: Ho controllato la Poseidon. Non ho trovato gravi danni, giusto qualche miglioria da fare e ho cercato di sistemare tutto al meglio. Sono sicura non mi sia sfuggito nulla.

    RevelioGDR



    Calypso controlla la nave per assicurarsi che sia pronta alla partenza e cerca di riparare ciò che trova da sistemare.
    Statistiche:
    Coraggio: 27
    Empatia: 20
    Intelligenza: 25
    Resistenza: 30
    Tecnica: 30
    Intuito: 26
    Destrezza: 25
    Carisma: 20

    Skill: Magitecnologo; Incantesimi Avanzati
    Quirk: Riparatrice d'emergenza: Cal ha scelto la via della carpenteria e mettere a rischio la sua vita per adempiere il suo compito non la spaventa.
    +2 a Destrezza se impiega l'intero turno a riparare qualcosa.

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    Denrise
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    ource
    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Aveva ripreso la stessa vita di sempre, ossia una non vita che gli stava seriamente costanto la sanità mentale. Doveva trovare il modo per evadere da tutto quello e trovarsi un serio lavoro. Aveva perso i contatti con Emma ed anche con Evelyn e non aveva neanche più visto quello stronzo biondino che tanto gli era rimasto impresso nella mente. Come si chiamava? A si, James. Era nel villaggio quando aveva sentito di quella seconda missione e non ci aveva più visto. Doveva assolutamente fare qualcosa che la portasse ad un cambiamento, che sia la morte o altro, comunque un cambiamento quindi decise, anche se i suoi genitori non erano per niente d'accordo con quella sua decisione e glielo fecero pesare e neanche poco, di informarsi seriamente su cosa fare per partecipare a quella che doveva essere una bella avventura. Aveva sentito della missione di 3 mesi prima e gli era sembrata veramente una follia non riuscire a parteciparvi, ma alla fine adesso aveva una seconda occasione, occasione che non avrebbe sprecato per nulla al mondo. Era pronta per combattere per la sua terra, infondo non era mai andata al di fuori di quell'isola e non sapeva neanche cosa aspettarsi, sapeva solamente che prima di andare in qualsiasi posto bisognava prendere delle informazioni. Joanne era una ragazza curiosa e con una sete di conoscenza mai vista prima, infondo non era raro che ad una ragazza che le si negava l'istruzione fin da bambina, divenisse il suo tarlo principale. Si sa che più si proibisce qualcosa e più la si desidera. In quel caso Joanne, dopo aver espresso la sua volontà nel partecipare a quella missione, si era messa a fare delle ricerche specifiche su dove dovessero andare e sopratutto se quell'isola avesse dei meccanismi di difesa specifici e nel caso come agirarli o comunque come eluderli. Strano ma vero aveva scoperto che a Denrise c'era davvero una biblioteca e con sua grandissima sorpresa c'era tutto quello che riguardava la loro isola. Ovviamente c'era solamente quello ed anche se passò una giornata intera a perdersi nelle leggende ed in tutto quello che riguardava la sua patria, alla fine decise che doveva, per forza, andare a Londra e cercare di capire un pò di più su quello che avrebbe affrontato. Magari anche per fare amicizia e rendersi utile con gli altri predoni e magari anche perchè, in questo modo, si sarebbe sentita sicuramente più apprezzata ed integrata all'interno della sua stessa gente. E così andò a Londra in una grande biblioteca con le sue fantastiche scarpe bucate ai lati, jeans ed una maglietta bianca. Era strano stare li in mezzo con tutte quelle persone ma era gratificante. Passò una giornata a cercare tutto quello che riguardava la conformazione dell'isola, i confini, dove fosse situata esattamente, insomma tutte le informazioni geografiche del caso. Adesso però doveva avere informazioni più importanti: le trappole e le difese di quei bastardi. Potevano semplicemente appiccare fuoco a tutta l'isola? (A no, Jaonne era amica degli animali e della natura, scusate, Blake si è impossessato di me) Per quell'informazione decise di andare da un anziano del villaggio, lo conosceva bene e fin da piccola si era sempre seduta davanti al fuoco con lui per ascoltare le sue storie. Storie che venivano sempre raccontate con una certa emozione e sopratutto con un certo trasporto, storie vere, avventure che le facevano veramente sognare quanto fosse bello il mondo al di fuori di quell'isola. Bussò alla porta di legno del vecchio ed attese che qualcuno rispondesse. Sono Joanne! Lo disse prima ancora che qualcuno si palessasse ma funzionò, in quanto un signore anziano con una certa stazza anche se con i muscoli consumati dal tempo andò ad aprirle e se da prima il suo viso rimase completamente fermo, dopo aver osservato la ragazzina si sciolse in un piccolo sorriso. Ovviamente stiamo parlando di un Densiriano, quindi i sorrisi non possono che essere piccoli ed anche abbastanza corti. Mi servirebbero delle informazioni, ossia quali pericoli, trappole o qualsiasi informazione tu sappi sulla zona dove sono andati in missione tre mesi fa!Non era fatta per i convenevoli e non era neanche fatta per le buone maniere, infondo era una densiriana di nascita ed anche abbastanza ignorante, quindi non si poteva prendere neanche troppo, infondo. Più cose saprò più potrò aiutare l'equipaggio. Infondo è ora che io mi renda davvero utile alla mia Terra! L'orgoglio di essere una Densieriana nessuno glielo avrebbe mai tolto. Non sapeva esattamente cosa avrebbe potuto ottenere dall'uomo, ma comunque ci provò e dopo aver avuto più informazioni possibile, lasciò la casa modesta dell'uomo e si recò al punto dove avevano appuntamento. Era chiaro che Joanne non dormisse molto e si stancasse molto poco nonostante avesse una corporatura molto piccola, ma era agila e senza neanche il minimo sforzo riusciva a diventare seriamente invisibile. Si guardò intorno e quando vide il capovillaggio decise di farsi coraggio ed andare da lui. Infondo lui sicuramente aveva parlato con Ludwig. Abbassò leggermente lo sguardo e poi fece un respiro profondo. Che Freya sia con la mia anima! Pensò rivolgendo sempre una preghiera alla sua dea protettrice. Si morse il labbro. L'alba cominciava a spuntare, uno spettacolo veramente bellissimo. Quante possibilità abbiamo?La positivià di Joanne era qualcosa di raro e bellissimo! Guardò intensamente gli occhi del capo villaggio. E lei sa a cosa andiamo seriamente in contro? Insomma... se hanno capito qualcosa di noi, si aspetteranno una qualche spedizione e magari avranno anche già preparato tutto. Davvero sappiamo a cosa stiamo andando incontro? Di strategia non ci capiva molto, ma infondo era un'abitante dell'isola e come tale, certe cose, le aveva nel sangue. Attese semplicemente la risposta e quando fu l'ora di partire si mise in un piccolo angoletto della nave, in maniera tale fa riuscire a guardare l'orizzonte e senza dire una parola si godè quel vento fresco e profumato del mare che gli accarezzava la pelle!
    RevelioGDR



    Ricerca sulla meta e i suoi meccanismi di difesa > va prima nella biblioteca di denrise, poi in una a Londra, per lo più per capire se trova qualche informazione sulla conformazione geografica di quell'isola, chiede ad un anzione del paese informazioni più specifiche su quello che si potrebbe trovare nei dintorni della zona e poi si rivolge direttamente al capovillaggio per capire quanto male moriranno!
     
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    Denrise
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    Jonathan Baker | Predone
    Molti predoni solcavano le acque con sogni di fama, gloria e ricchezza, ma c'era qualcosa che fin troppo spesso tutti dimenticavano: il mare non perdonava. L'equipaggio della Poseidon ancora ora, dopo tre mesi dalla missione di soccorso, ne stava pagando le conseguenze.
    Nonostante Jonathan fosse conosciuto per essere l'oste più avaro di tutta Denrise, non poté far a meno di mettere la ricompensa ottenuta in secondo piano, dispiaciuto per le innumerevoli famiglie che abitavano il suo villaggio. Per aiutarle consegnava a turno parte della sua legna quando andava a raccoglierla per la sua locanda o se c'erano lavori di manutenzione da fare presso le loro abitazioni spesso e volentieri mandava un Markab selvatico o qualcuno che gli dovesse un favore. Certo, avrebbe potuto anche offrir loro pasti gratis presso la locanda, ma per quanto fosse dispiaciuto non avrebbe messo a rischio la propria attività e di certo non avrebbe perso la sua reputazione di avaro.
    Erano trascorse due settimane da quando aveva ucciso un cucciolo di kraken nei pressi del Mar dei Caraibi e dopo il giusto riposo riecco l'oste fermo a osservare la bacheca missioni. Tra tutte una spiccava per grafia frettolosa e parole forti. Il sangue si paga cor sangue. Si inumidì le labbra. La Poseidon. Sono pazzi? Sigurd deve aver preso 'na bella botta. Davvero quella non era una missione riservata per i predoni? Durante la missione di soccorso lui stesso aveva visto persone mai salite su una drakkar rischiare la vita. Era saggio chiedere ad altri cittadini di mettere in gioco così tanto? Storse il naso, non era lui il capovillaggio e chissà, forse Sigurd sapeva cosa stesse facendo.
    Senza esitare si diresse verso l'abitazione di Bjorn il veggente. Era un tipo alquanto eccentrico, ma sapeva che se mai avesse avuto bisogno di una mappa nautica estremamente dettagliata non esisteva uomo più esperto in tutto il villaggio.
    Brutto figlio di puttana! Jonathan quando si esprimeva era sempre un signore. Son qui per la carta nautica, penso che Sigurd t'abbia avvertito, no?
    Quello fu solo l'inizio di una lunga conversazione, alla quale solo successivamente si sarebbe aggiunto anche Morrigan. Il predone avrebbe offerto al veggente tutte le informazioni che gli sarebbero servite, se avesse avuto bisogno di entrargli nella mente non avrebbe opposto resistenza alcuna e non avrebbe badato al fattore tempo. Le mappe dovevano essere il più preciso possibile e anche la minima sbavatura avrebbe potuto compromettere il viaggio.
    Ok, non badò a tempo, ma non immaginava di metterci l'intero pomeriggio. Poiché l'equipaggio sarebbe partito all'alba, Jonathan andò a dormire presto quella notte, augurandosi di poter tornare nuovamente sano e salvo. Vaffanculo Odino, io c'ho la pellaccia più dura della tua.
    Si svegliò all'alba grazie al canto del gallo. Passò alla locanda per un'abbondante colazione a base di carne di cervo, birra e uova strapazzate al peperoncino. Un po' troppo? Forse sì, ma oramai sapeva bene che in mare il mangiare era quel che era.
    Mentre il cielo a tratti rossastro illuminava i tetti del villaggio, Jonathan preparò il suo zaino. Conteneva il suo classico equipaggiamento quando andava per mare e con un'aria ancora vagamente assonnata arrancava verso il porto. Lì la brezza piacevole accarezzava il porto e riuscì a inquadrare la massiccia figura di Sigurd, Jason, Calypso e una ragazza dall'aria vagamente spaesata. Squadra che vince non si cambia, eh? Disse più ai membri del suo ex equipaggio, avvicinandosi poi alla nuova arrivata. Non si vedono molte donne nei miei equipaggi, spero che tu sappia badare a te stessa. Sempre così simpatico al primo approccio? Evidentemente sì. Quando salirono sulla Poseidon il discorso andò avanti. Calypso aveva fatto il check up della nave e a detta sua aveva sistemato quelle cose storte che aveva trovato.
    Di certo andrà molto meglio della bagnarola dell'ultima volta, ve la ricordate la Fortezza? Lo sguardo poi si voltò in direzione del capo villaggio. Chi t'ha offerto quella nave voleva farce affondà, te lo dico io. Sospirò, gettando a terra il proprio zaino vicino al ponte di poppa, nei pressi del timone. Probabilmente sarà un viaggio più tranquillo dell'ultima volta, ma per quanto possibile farò da navigatore. Io e Morrigan ci siamo occupati della carta nautica. Spiegò, rivolgendo poi lo sguardo verso Joanne. Non so se conosci Becca, ma da qualche parte dovrebbe esserci anche lei e credo abbia portato qualche provvista. Se non sapete cosa fare potete occuparvi del cibo. Oppure vuoi pensarci tu, Calì? Certo, vorrai mica che Jonathan proponesse tale ruolo a un uomo. Per lui i compiti di una donna si contavano sulle dita di una mano.


    RevelioGDR


    Coraggio: 40
    Empatia: 24
    Intelligenza: 20
    Resistenza: 32
    Tecnica: 20
    Intuito: 33
    Destrezza: 20
    Carisma: 32

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    Duellante Magico, Magia Verde, Resiliente, Magipredatore

    Oggetti
    Ascia barbuta, lanterna a olio, dadi truccati, bottiglia di rum


    Edited by Alexander Olwen - 7/8/2020, 20:20
     
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    Long may I reign!

    «Non sapevo che fosse tua moglie» Fu l'ultima frase che urlò prima di essere steso da un destro contro la mascella.
    Al suo risveglio le palpebre erano pesanti come i lunedì mattina e il cielo sembrava una teca di vetro. Qualcuno gli strattonò i pantaloni e gli occhi del magitecnico esplorarono il vicolo alla ricerca di una risposta.
    Un bambino dai ricci dorati stava palesemente cercando di rubargli i risparmi e il mago lo lasciò fare. A giudicare dallo stato dei suoi vestiti gli avrebbero fatto più che comodo «Smettila di toccarmi le tasche o potrei bloccarti la crescita. Toglimi lo stivale destro, è lì che nascondo i galeoni.»
    Le manine del senza tetto andarono a districare i lacci mentre Morrigan finì per fissare la parete alla sua destra. Il braccio si allungò come un tentacolo e la mano portò a sé uno dei tanti fogli "Un'altra missione? Se crepo non dovrò pensare ai corsi di recupero per quei tonti di Hidenstone. Ci sto."

    Una torre di pietre, legno e sputo svettava tra le tante case diroccate della periferia di Denrise. Dalla cupola, una serie di telescopi e oggetti strani sfidava il cielo, rendendo il tetto simile al dorso di un porcospino. Dall'interno provenivano strani rumori e strani odori "Eh si, è proprio l'osservatorio di Bjorn."
    Il braccio sinistro di Morrigan era teso e un pacco di cartone di una certa dimensione era sospeso tra il gomito e il fianco. Un Toc Toc e prima di ricevere ogni risposta il mago entrò.
    «Buon-»«-Giorno»
    "Oddio, come faceva a sapere che una volta entrato avrei detto buongiorno?"
    All'ombra di un uomo grosso quanto un orso (Ciao, JON), si trovava un ometto con più peluria che atomi. La lunga barba bianca strusciava sul pavimento ed era intrecciata in più punti utilizzando stili, righelli e altri oggetti di scopo topografica. Uno dei due occhi, azzurro come uno zaffiro, era puntato sul nuovo arrivato.
    Morrigan salutò Jonathan come solo un denrisiano che era sopravvissuto ad una spedizione mortale poteva fare. Il magitecnico afferrò la scatola che aveva portato con sé e la poggiò su uno dei tanti tavoli, trovando un pizzico di spazio tra una sfera di vetro e dei chicchi di caffé.
    L'indice artigliò il nastro adesivo e lo tirò via. Dunque la mano del mago affondò nella scatola risalendo in superficie con un giornalino di plastica. Qualche passo verso l'avaro oste e un gesto lento per lanciargli il periodico contro (Che un predone come Jon avrebbe potuto acchiappare al volo senza problemi) «Playboy 1996, una delle loro migliori annate. Bjorn, per te ho portato un intero decennio di giornali hot. Un tempo si sacrificavano le vergini ma ora mi sembra un po' troppo retrò e decisamente troppo difficile sopratutto in questo GDR
    «Aye...aye...» L'ometto zoppicò verso Morrigan pizzicandosi la lunga barba. Inclinò il capo mentre l'occhio ispezionava il pacco e poi tornò in un angolo della torre dove le sue piccoli mani callose cominciarono a smuovere pile e pile di cianfrusaglie. Fu una questione di minuti e si voltò verso i due colleghi predoni.
    Tra le braccia teneva un'enorme barattolo di vetro che ospitava una pletora di biglie di vetro di tutti colori. Le gambe del veggente si piegarono con la stessa velocità con cui una lumaca percorre un miglio di distanza e il vaso fu a terra. La mano sinistra sollevò una biglia smeraldo e Bjorn la esaminò «Nah.»
    La goccia di vetro cadde di nuovo in quel mare di sfere. Qualche secondo di ricerca e tra l'indice e il medio comparve una biglia color arancio essiccato «Oh, ci siamo. PUHH!»
    Un proiettile di catarro ripulì la sfera e la palpebra chiusa di Bjorn si aprì. Con un gesto secco, il veggente si infilò la biglia nella fessura dell'occhio. Qualche di secondo di silenzio e poi una forte risata risuonò all'interno della torre «Gwahah, accetto la tua offerta Morrigan Dragomir Maverick.»
    L'ometto chiuse la mano per poi darsi un colpo sul dietro della nuca e la biglia ricadde nel barattolo. Poi entrambe le mani iniziarono ad esplorare il vaso. Fu la sinistra a tornare in superficie con un occhio di vetro color ceruleo. Al centro, si trovava una piccola concavità.
    L'uomo zoppicò fino a Jon. L'indice e il pollice si chiusero attorno ad una ciocca dei capelli che venne strappata senza fatica. La stessa sorte toccò a Morrigan. Il veggente dunque infilò la peluria dei due denrisiani all'interno della concavità della biglia. Uno sputo ed eccolo lì, Bjorn aveva di nuovo i due occhi.
    La mano destra affondò nell'ispida barba tornando in superficie con una bacchetta color avorio. Due colpi sul fianco, uno sulla nuca e l'occhio di vetro cominciò a brillare «Mirifica vistas haustus...»
    I lumi delle candele iniziarono a danzare e strane ombre furono proiettate al centro della stanza «Oh, oh, ci siamo. Hugin, Mughinn! Portatemi un lenzuolo.»
    Parte della parete si distaccò rivelando un metro quadro di tessuto bianco sorretto agli angoli superiori da due piccoli volatili con una buffa cresta e un colorito bruno.
    «Bei esemplari di upupa» Decretò Morrigan, portandosi le mani sui fianchi.
    «Non affezionarti. Domani gli leggerò le viscere. Spuh!» La bacchetta del mago cominciò a disegnare strane spirali e rune nell'aria conquistando l'interesse del magitecnico.
    Un rapido gesto e un urlo «Firmaementus! Panthalassam! Pangeum!» Una serie di simboli comparve sulla mappa nautica e i due uccellini persero quota.
    Con un rapido saltello, il veggente afferrò la mappa e la lanciò verso Jonathan. Se il denrisiano avesse passato qualche secondo a tastarla ne avrebbe potuto notare la qualità e l'elasticità. Bjorn doveva essere il Brugnir delle mappe nautiche «IL PROSSIMOOOOO!»

    Morrigan arrivò al porto con calma, dopo aver fatto colazione. Aveva affidato la mappa a Jon e ai suoi due metri di stazza ed era riuscito a fare sogni tranquilli.
    Calzini e stivali color testa di moro per non finire con i piedi bagnati dopo le prime due gocce d'acqua. Pantaloni ampi, quasi alla zuava, ma più lunghi - almeno fino allo scarponcino -. Una cintura in cuoio e una camicia in cotone senza colletto e particolarmente larga, in modo da poter legare al suo interno la sua bacchetta all'avambraccio con qualche elastico che aveva rubato a delle amanti anni addietro. Dunque una pozione fumogena legata in petto con una serie di lacci all'interno della camicia stessa e una caramella gommosa nella tasca destra dei pantaloni.
    Oh, e per finire un pacchetto di gessi colorati nella sinistra.
    E non dimentichiamoci della giacca a tre quarti viola, l'impermeabile verde oliva e il mantello porpora.
    Quando arrivò il porto trovò il resto del gruppo senza troppe difficoltà (Sopratutto grazie a quei due armadi di Jon e Jason). C'era anche Calypso e quel piccolo diavolo di Joanne - Morrigan faticò a trattenere un sorriso d'orgoglio - «Bene, bene, giorno a tutti. Loro si aspettano un contrattacco da parte dei predoni. Ma questa volta avranno a che fare con l'intera Denrise: Locandieri, predoni, carpentieri e druidi. Loro avranno i Gaunt. Ma noi abbiamo un Jonathan Baker.»

    CITAZIONE
    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato
    «Parlato Bjorn»

    Coraggio: 23
    Empatia: 28
    Intelligenza: 32
    Resistenza: 29
    Tecnica: 33
    Intuito: 30
    Destrezza: 20
    Carisma: 21

    Skill: Magitecnologo, Scudo Magico, Alchimia Fondamentale & Magia Elementale (SALVO FALLIMENTO DEL PROVINO U.U)

    Generalità: Calzini e stivali color testa di moro per non finire con i piedi bagnati dopo le prime due gocce d'acqua. Pantaloni ampi, quasi alla zuava, ma più lunghi - almeno fino allo scarponcino -. Una cintura in cuoio e una camicia in cotone senza colletto e particolarmente larga, in modo da poter legare al suo interno la sua bacchetta all'avambraccio con qualche elastico che aveva rubato a delle amanti anni addietro. Dunque una pozione fumogena legata in petto con una serie di lacci all'interno della camicia stessa e una caramella gommosa nella tasca destra dei pantaloni.
    Oh, e per finire un pacchetto di gessi colorati nella sinistra.
    E non dimentichiamoci della giacca a tre quarti viola, l'impermeabile verde oliva e il mantello porpora
    .

    4 Oggetti:
    1 - Calzini propulsori
    2 - Gessi
    3 - 1 Pozione Fumogena
    4 - Una caramella gommosa a forma di pesce


    RECAP: Morrigan si dirige assieme a Jonathan per occuparsi della mappa nautica (azione). Il giorno dopo, dopo aver fatto colazione, arriva al porto e interagisce con TUTTI.

    ✕ schema role by psiche
     
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    Rebecca Wagner | 35 y.o
    Aveva sentito della spedizione di tre mesi prima e del suo esito, del fatto che molti non fossero tornati a casa. Una specie di vittoria di Pirro, come direbbero i babbani. Lei non vi aveva partecipato, in quel periodo non credeva che ne avrebbe avuta la possibilità, ma sapeva che il suo capo, il tenerissimo e adorabile Jonny, vi aveva partecipato. Ad ogni modo, aveva anche appreso di come il capitano Ludwing si fosse risvegliato e vedere, al Canto della Sirena, affisso quel foglio che presentava una nuova missione, le era sembrato alquanto strano. Si era appena risvegliato e già voleva rischiare la morte -di nuovo? Non era affar suo, in fin dei conti. Si sarebbe limitata a proseguire il suo lavoro e, probabilmente, pure a fare più turni dato che Jon avrebbe partecipato anche a quella seconda spedizione.
    Il sangue si paga con il sangue recitava il titolo, mentre in piccolo era scritto dell'altro. Qualcuno dovrebbe imparare a porgere l'altra guancia pensò, posandosi sul bancone con le braccia e chiedendosi quali pazzi si sarebbero avventurati in quel secondo viaggio mortale.
    Tuttavia... più guardava quella locandina, più un'idea le si formava in testa. Lei sin da piccola ammirava i predoni e avrebbe voluto seguire le loro orme, persino il suo capo lo era... E se quella spedizione le avesse dato, poi, la possibilità di fare un po' di esperienza e, magari, perseguire i suoi sogni? Non poteva certo fare la cameriera per sempre, per quanto adorasse Jon. Non c'era troppa gente a quell'ora, perciò poteva fermarsi a meditare sulle opportunità che unirsi all'equipaggio, le avrebbe dato. Beh, non ci mise poi molto a cambiare idea e, siccome lavorava in una locanda, avrebbe benissimo potuto pensare all'approvvigionamento, tanto di cibo ne avevano in abbondanza, anche se non era proprio sicuro che Jonathan avrebbe apprezzato molto l'idea che attingesse alle scorte del Canto per darle ad altre persone non paganti, ma era una situazione di emergenza, no? Assolutamente sì. Prima della chiusura (sempre ammesso che quell'avarone chiudesse, ad una certa) andò in un emporio lì vicino con l'intenzione di comprare uno zaino, tuttavia i suoi occhi si fermarono su una miriade di oggetti che trascendevano dallo zaino. Si controllò le tasche e scoprì di aver abbastanza soldi per fare qualche spesuccia in più. Prese quindi uno zaino piuttosto capiente e uno un po' più piccolino. In quello grande avrebbe messo il cibo per tutti, invece nel secondo avrebbe portato qualcosa per sé. Acquistò, anche, una lanterna ad olio -altamente infiammabile, con tutta probabilità-, un coltellino, una bibbia -ehi, non guardatemi così, la caria non è tipo una sacerdotessa o una cagata simile? Ecco. Infine, un kit di pronto soccorso con tutto l'occorrente; garze, disinfettante, fasce e altre cose che avrebbero potuto essere super utile. Forse sembrava stupido, visto che avevano a disposizione la magia, ma nessuno sapeva se magari si sarebbero trovati un qualche campo di forza che rendeva inutili le bacchette, lasciando che fossero semplicemente dei bastoncini con l'unica utilità, scaccolarsi. Pagò e mise tutto nello zainetto, tornando poi al Canto della Sirena, dove avrebbe preso il resto. Entrò nella dispensa e si guardò attorno, chiedendosi cosa potesse essere utile. Sicuramente nulla che richiedesse la cottura, meglio non rischiare. Fosse mai che qualcuno facesse prendere fuoco a tutta la nave. Ma anche perché con scatolame ed altri cibi veloci, non avrebbero dovuto perdere tempo prezioso a cucinare. Vide un sacco di cibo in scatola che non esitò a buttare nello zaino, come carne in scatola, tonno, olive e tutto quello che riuscisse a rientrare in una minuscola scatola (?), carne secca, del pane, prosciutto e chi più ne ha più ne metta. Poi, ovviamente, il rum non poteva mancare, altrimenti l'avrebbero buttata fuori bordo prima che la nave avesse modo di salpare. Prese anche dell'acqua. Sì proprio dell'acqua. Non potevano certo campare solo di rum -anche se, forse, molti denrisiani avrebbero sostenuto il contrario- quindi infilò anche quelle nello zaino. Non poteva certo portare i barili di Rum, quindi cercò dei contenitori più piccoli ed era pronta, doveva solo aspettare l'alba del giorno dopo. Applicò un incantesimo estensibile irriconoscibile allo zaino così che potesse contenere probabilmente mezza dispensa del Canto (?) e che quindi sarebbe bastato, Becca si augurava veramente, per tutto il tempo del viaggio.
    Tornò a casa e mise tutto il necessario vicino all'ingresso, prontissima per l'avventura che l'avrebbe attesa l'indomani assieme a chissà chi.
    Purtroppo la notte passa sempre fin troppo velocemente, quindi prima che se ne rendesse conto, fu ora di alzarsi. Non ci mise molto a prepararsi, mettendosi dei vestiti quanto più comodi possibile, di certo non stavano andando ad una sfilata di moda, quindi non poteva mica mettersi in gonna. Completò il tutto con un paio di scarpe sportive e andò alla dispensa di casa a procacciarsi la colazione (?)
    Una volta consumato un pasto abbondante che le sarebbe bastato per un bel po', decise di prendere in spalla entrambi gli zaini e dirigersi al porto, dove trovò già qualcuno.
    Vennero accolti dal capo villaggio, dopodiché salì a bordo come da invito, trovandosi già svariati di quelli che sarebbero stati i suoi compagni di viaggio. Era in assoluto il suo primo viaggio per mare, soprattutto per una spedizione pericolosa ed era eccitata. Ho portato un bel po' di provviste, tutte offerte dalla locanda. Annunciò, ammiccando e mandando un bacio a Jon , con un sorrisetto ironico. Probabilmente di lì a poco avrebbe perso la sua voglia di vivere, ma quel momento non era ancora giunto. È il tuo primo viaggio? Domandò, avvicinandosi ad una ragazza apparentemente giovanissima e con dei lunghi capelli scuri.
    RevelioGDR


    Stat.

    Coraggio: 25
    Empatia: 30
    Intelligenza: 25
    Resistenza: 20
    Tecnica: 20
    Intuito: 25
    Destrezza: 25
    Carisma: 30

    Skill:
    Resilienza & Magia verde

    Oggetti:
    Bacchetta obv, lanterna ad olio, bibbia (SI. PROBLEMI?), un coltellino ed un kit di pronto soccorso

    Azione:
    Provviste per tutti in uno zaino con incantesimo estensibile irriconoscibile, quindi mlmlml
     
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    Brusie Dunk
    Druido 45 anni
    I tamburi da guerra risuonavano dentro la testa di Brusie.
    Appena saputa la notizia dell'imbarco verso il sangue e l'onore, aveva cominciato il digiuno per fortificare il proprio spirito. Mai come allora aveva desiderato essere più vicino agli dei.
    -Auga! Finalmente quegli stronzi la pagheranno!- ad ogni passo deciso la conchiglia della lumaca marina morta dondolava nel taschino pettorale di una camicia che una volta doveva essere bianca.
    Brusie si era vestito "bene" per l'occasione, anche perché, giusto poco prima di uscire dalla caverna, una folgore di lucidità lo aveva colpito. Presentarsi nudo nelle case delle 9 famiglie Denrisiani più facoltose per richiedere una pecora da ciascuna forse non era il modo migliore per convincerli.
    Si era fatto un bagno nella spuma marina, aveva nascosto i sassi appena incantati nei recessi della sua caverna, aveva indossato i suoi cenci e poi si era recato a richiedere i sacrifici necessari a compiere una preghiera tradizionale.
    La sua camicia e le sue braghe di tela ingiallite dalle croste di sporco erano pregne di un odore che avrebbe ucciso anche un ghoul della peggior catapecchia sulla faccia della terra, ma alcuni Denrisiani accettavano il suo modo di essere, scartando l'idea dominante che Brusie fosse un semplice folle. Spiegavano i suoi comportamenti come lo scotto di un legame a doppio filo con il regno ultraterreno e insomma; lo rispettavano a debita distanza.
    Il druido ottenne le 9 pecore, ma oltre al bestiame sarebbero serviti anche 9 schiavi da impiccare e trafiggere con una lancia di frassino. Tuttavia, però, su queste abitudini sacre gli inglesi erano intervenuti a gamba tesa stracciando sia la schiavitù che i sacrifici umani.
    -PTUUU!- Al solo pensare agli inglesi seguì un proiettile di saliva gialla e dalla puzza di pesce. -Senza palle del cazzo! Che Hela possa divorare i loro cuori privi di onore!- La pecora in prima fila belò come contrariata e solo allora Brusie si era accorto di aver accelerato troppo.
    Un sorriso da bambino gli riempì il volto di benevolenza -Oh perdonami. Ecco, ecco qui!- Aveva legato i 9 animali al collo affinché si potessero muovere per la foresta in fila indiana, con ordine. Per scusarsi con la bestia, per aver tirato troppo la corda, le regalò un buffetto ed una carota estratta da un borsello macilento.
    -Dovete essere perfette per la cerimonia. Perfette.-

    In poco tempo gli alberi si fecero radi ed una sensazione di quiete cresceva sempre più forte nelle pecore che smisero del tutto di belare mentre il passo si faceva più disteso e tranquillo. Dal sorriso ampio quanto una fetta d'anguria chiunque fosse passato in zona avrebbe potuto intuire che anche il druido stava subendo l'influenza del Dito di Freya. Tuttavia nessuna presenza umana pareva disturbare l'equilibrio mistico di quell'area ed il luogo di culto verso cui Brusie si stava dirigendo era un altro.
    Non ci volle molto perché la piccola processione raggiunse la radura nella quale svettava il tempio di Freyr. Molti abituati all'idea dei templi greco-romani rimarrebbero insoddisfatti dalle fogge di quelli della tradizione vichinga. Luoghi di culto all'aperto in cui la divinità respira la stessa aria delle bestie, piante e uomini che con il suo esercizio provvede a proteggere e far proliferare.
    -La tua puzza ti ha preceduto Brusie Dunk. Ti stavamo aspettando- Un uomo alto, dalla folta barba bruna lo attendeva seduto su una roccia.
    Il petto nudo era ampio come 3 teste d'uomo ed i peli si intrecciavano sui pettorali sudati come pelliccia d'orso. La sua voce era calda e fragorosa come il rombo di una cascata.
    -Si Fjellbjorn, sono giunto e sono pronto.- Mentre Brusie si avvicinava con le pecore l'uomo si alzò dalla roccia e sorrise in risposta al volto del druido folle, piegato da un'improvvisa serietà. -Anche noi- Con un movimento quasi sussurrato del braccio più simile ad un tronco d'albero che ad un pezzo di carne, Fjellbjorn indicò la zona davanti all'enorme statua fallica rappresentante Freyr, il dio della bellezza e della fertilità.
    Altri otto drudi erano seduti a pregare in cerchio attorno ad un altare grigio costruito a pochi centimetri dalla pietra sacra. Alle loro spalle un gran calderone borbottava colmo d'acqua gialla e bollente.
    -Come stabilito farai tu da goði, sta a te officiare- Brusie annuì con la stessa serietà con cui aveva salutato il collega e gli passò la corda a cui erano legate le nove pecore. Mentre Fjellbjorn conduceva gli animali ad un recinto di fortuna, Brusie si tolse la camicia sporca ed il borsello, facendo attenzione a non far cadere la conchiglia di Auga, posò tutto su una zolla di terra, auga in cima. -A dopo vecchia amica mia- Da qualcuno si levò un colpo di tosse, ma quando gli occhi pallati di Brusie si girarono di scatto tutto tacque. Vi era solo qualche belato.

    Il druido folle era stato preparato mentre Fjelbjorn batteva sul grande tamburo sciamanico e gli altri intonavano canti nelle antiche lingue.
    Con inchiostro derivato dal sangue e dal nero delle seppie del mare era stato dipinto sulla sua schiena il Valknut, simbolo di Odino e dei guerrieri che nella sua casa attendono in armi l'arrivo del Ragnarock.
    -Freyr, figlio di Njǫrðr e signore di tutti i Vanir, nostro Folkvaldi, signore del popolo!- Le braccia erano alzate al cielo, gli occhi fissi sul glande dell'enorme statua quasi come se volesse diventare tutt'uno con esso. - Noi oggi annoiamo la tua beltà con preghiere e lacrime di vendetta!- la voce si era fatta un tuono colmo di rabbia e potenza -I nostri fratelli sono morti col coraggio nel cuore e le armi in pugno ed oggi ti chiediamo di accertarti che in questi giorni banchettino con più foga e piacere di tutti gli altri. Perché partiamo per rendere loro giustizia!- nel mentre che le parole di Brusie si riversavano contro la statua di Freyr gli altri otto druidi seduti dietro di lui si passavano un corno ricoperto di iscrizioni runiche ed un coltello. Si tagliavano il palmo versando gocce di sangue nel contenitore e poi lo passavano al vicino. -Noi 9, o misericordioso e saggio re-sacerdote, col nostro sangue ci facciamo voce di un intero popolo e ti chiediamo di intercedere con Odino Padre affinché permetta ai nostri caduti di illuminare a noi tutti la strada della vendetta con la luce dei loro scudi dorati.- Il corno arrivò a lui e come gli altri Brusie si recise il palmo destro e unì il proprio sangue a quello degli altri druidi. Il tamburo di Fjellbjorn aumentò d'intensità ed il folle druido-predone, con una frustata del polso, scagliò con più gesti il rosso liquido contro la pietra tingendola di 4 sferzate vermiglie.
    Poi la musica e le voci dei druidi calarono di intensità come se i loro suoni fossero diventatati il ronzare lontano di un calabrone gigante.
    In tutta risposta la foresta sembrò tremare per un attimo, come se dalle profondità della terra qualcosa avesse ruggito di disappunto.
    Brusie crollò a terra in ginocchio affianco all'altare, toccando il fallo di pietra e riversando fiumi di lacrime sul viso segnato. -Perdonaci o possente Fróði! Il sangue di 9 uomini non è pari alla vita di 9 uomini, lo sappiamo bene, ma servirti come di dovere ci è impossibile e ti preghiamo di comprendere.- Uno degli otto druidi si alzò e recuperò le pecore dal recinto, portandole affianco all'altare. -A te offriamo 9 bestie degli uomini nonché portatrici di latte e vita. 9 come le 9 estensioni di Yggdrasil su cui sorgono i 9 mondi!- la prima pecora fu slegata ed altri due druidi si alzarono per posarla sull'altare dove aspettava un coltello lungo ed affilato. Brusie vi prese posizione immergendosi negli occhi pacifici del ovino, poi scavò con due dita nel corno usato poco prima e col poco sangue che estrasse tracciò una triskele sulla fronte dell'animale. -Freyr! Affinché le tue voglie siano appagate e le nostre richieste prese in considerazione, accetta questo sacrificio!-
    Il coltello fischiò nell'aria fino a che il tonfo della gola pelosa non ne arrestò la corsa. Poi un colpo di polso ed uno schizzo di sangue bagno la pietra sacra a freyr, mentre il resto del liquido correva per piccoli canaletti. I torrenti di linfa vitale conclusero la loro corsa in una bacinella.
    Brusie era stato così veloce che prima che gli occhi acquosi della bestia si spensero che l'animale aveva esalato un unico belato quasi inconsistente.
    Il tamburo ed i canti dei druidi ormai sopprimevano qualsiasi altro suono e Brusie ripeté lo stesso procedimento altre 8 volte, con ciascuna delle vittime sacrificali.
    All'ultimo fendente lanciò un poderoso grido che spense tamburi e canti!
    -Freyr! Appaga la tua sete e porta speranza nelle nostre vite! Fa sì che i nostri fratelli caduti ci benedicano e se puoi guidaci tu stesso in battaglia!-
    Brusie prese la bacinella colma di sangue caldo -Fa sì che le nostre spade siano la tua e che il vento che guiderà la nostra nave sia lo stesso che guida la tua!-
    Poi un colpo delle braccia bagnò di nuovo la pietra sacra di linfa vitale, ma ne lasciò abbastanza per l'ultimo passaggio. -Ascolta i tuoi umili servitori ed aiuta il tuo popolo! Io stesso dedico a te la mia vita ed il mio corpo! Che tu possa usarli come strumento di vendetta e giustizia! Che tu possa servirtene come meglio credi! Che tu possa portare fertilità a questa terra col sangue dei nostri nemici!- Il ronzare del tamburo aveva raggiunto la velocità di Sleipnir, il cavallo a sei zampe di Odino. Brusie si versò addosso il restante quantitativo di sangue e poi fu questione di un attimo.
    Un grido silenzioso ed una violenta convulsione lo fece collassare a terra, gli occhi capovolti e bava che gorgheggiava dalla bocca spalancata, ma muta.
    Nella sua testa Brusie poteva vedere un film di guerra e sangue. Che fosse una visione o solo suggestione nessuno avrebbe potuto dirlo con certezza, ma ciò che fu certo per lui, alla fine delle immagini veloci e confuse, fu la sensazione di un abbraccio. Una sensazione di calore simile a quella che si prova quando si è avvolti dall'affetto di un padre pronto ad ascoltare.
    Questa danza scomposta durò 20 minuti. Tempo in cui Fjellbjorn continuò a battere sul tamburo sciamanico e che gli altri adoperarono per spellare le nove pecore morte e farne pezzi da brodo. Poi il corpo si fermò e con lui le mani di Fjellbjorn, mentre gli altri bollivano la carne cantando la Voluspa.
    Il corpo secco di Brisie era fermo come un filo d'erba in una giornata senza vento, pareva morto, poi un urlo e si sveglio.

    Il giorno della partenza era giunto e Brusie fremeva. Si era svegliato quando le stelle erano ancora alte nel cielo ed aveva iniziato a rompere il proprio digiuno. Aveva divorato 6 grassi molluschi, ed arrostito qualche pesce catturato con la propria lancia dalla lama seghettata. Quando ebbe finito questa colazione abbondante si fece un bagno nella spuma marina, si infilò degli stivali che avevano visto tempi migliori, le sue braghe di tela con più buchi che tela e poi strinse i lacci della fodero della bacchetta a mo di cintura. Uscì con la decisione di uno gnu, ma dopo poco tornò indietro. Sia mai che si dimenticasse i frutti del proprio duro lavoro. Prese la sua sacca e lì avvolse nella propria camicia puzzolente le 6 rune che aveva incantato, dopodiché si caricò con molta cautela la borsa sulle spalle. Non ci teneva ad esplodere ancor prima di aver inferto un colpo ai nemici del suo popolo.
    Il tatuaggio naturale della Valknut era ancora presente, ma mezzo cancellato dall'acqua salata. Molto più visibli, invece i soliti tatuaggi.
    Sulla lingua la lancia di Tyr, la giustizia divina che ordina e sorveglia le azioni degli uomini, in mezzo alla fronte il triplo corno di Odino, simbolo di fedeltà agli dei e su ognuno dei palmi la runa perth, le rune delle Norne, dee del fato. Quella della mano destra era attraversata da un leggero taglio orizzontale.
    La luce polare che brillava negli occhi di Brisie non poteva nascondere la sua eccitazione. Quella missione era molto importante per lui, ma non solo perché aveva l'occasione di vendicare i propri fratelli Denrisiani e di finire nelle sale del Valhalla dove lo aspettava la gloria eterna.
    Lui era stato già fermato due volte. Voleva imbarcarsi prima con Ludwig ed i suoi e poi nella missione del suo salvataggio, ma prima di ogni alba dei giorni concordati era stato trafitto da lancinanti dolori e visioni di morte che lo avevano costretto in uno stato catatonico finché le drakkar non furono già al largo.
    Malattia o messaggio divino? Brusie aveva scelto il secondo significato.
    Odino lo aveva fermato e forse salvato da un destino incerto.
    Ora, però, non c'era nessuno spasimo, nessun dolore, ma solo un energia straripante.
    -Questa volta gli dei sono con me, Freyr è con me, e chissà quanta gloria hanno disperso sul mio cammino- Lui era fermamente convinto di avere il loro favore, mentre il suo player lo sperava tanto.

    Raggiunse la poseidon poco prima dell'alba e dopo esser salito a bordo i suoi occhi iniziarono ad analizzare i presenti, la mano accarezzava piano la tasca destra dove la conchiglia d Auga era stata posta. -Vediamo un po' chi c'è amica mia.-
    Il villaggio è un posto piccolo ed anche se Brusie amava la sua caverna ci passava spesso per imbarcarsi come predone. Conosceva di vista o per sentito dire tutti i presenti. D'altro canto i salvatori di Ludwig erano diventati abbastanza famosi. Ignorando i possibili e soliti commenti riguardanti i propri capelli e la propria puzza da cadavere, salutò i Denrisiani di sangue con un colpo di pugno sul proprio petto ritto.
    Tuttavia lo sguardo concesso a Morrigan, Calipso e Rebecca fu ben diverso; di un freddo tale da ghiacciare il cervello.
    -Sigurd! Sigurd!.-
    A passo spedito il druido raggiunse il capo villagio. -Un'inglesina e quel traditore del cazzo?!- Dall'incredulità pareva che le sopracciglia volessero prendere il volo. -Ancora?! Non sono nemmeno predoni ed hanno sfidato la loro fortuna e la volontà degli dei già una volta!- La voce era un gorgheggiare di rabbia come se fosse un tifone marino che investiva i suoi bersagli di rabbia. Poi squadrò la cameriera del canto della sirena. -E lei chi è?!-
    Era furente. Odiava gli inglesi, non sopportava la loro presenza.
    Per loro erano distruttori, tiranni e per di più uomini dal sangue debole e facile al pianto.
    -Voi tre non dovreste stare qui!-
    Se ci fosse stata una discussione vi avrebbe partecipato animosamente. Ogni tanto gli occhi avrebbero pure girato su se stessi mostrando a tutti la sclera bianca, ma prima o poi li avrebbe ignorati concentrandosi su una cosa molto più importante, la sopravvivenza dei Denrisiani di sangue puro.
    Appoggiò la sacca sul ponte, sciolse piano la camicia, rilevando i sassi incantati. -Queste sono bombe runiche. Chi è un vero Denrisiano ne prenda pure una.- Uno sguardo furente fu di nuovo lanciato a Calipso, Morrigan e Rebecca.
    -State solo attenti fratelli e sorelle miei, sono instabili. Al primo colpo molto brusco esplodono. Per attivarle, sbattetele in faccia ai nemici e BOOOM!.- con gli occhi spiritati ed un sorriso che Joker levati, le braccia si allargarono mimando un esplosione.
    RevelioGDR


    Coraggio: 25
    Empatia: 30
    Intelligenza: 30
    Resistenza: 20
    Tecnica: 25
    Intuito: 30
    Destrezza: 20
    Carisma: 30

    Skill: Mago Runico(Rune I) | Scudo Magico(Arti Difensive I)

    Oggetti portati: 6 bombe runiche

    Azioni: - Compie il sacrificio rituale(il sangue di 9 druidi + 9 pecore sacrificate) per chiedere a Freyr di mediare con Odino e gli spiriti dei caduti della poseidon, per onorarli ed ottenere i favori loro e del dio Freyr per la missione in corso.
    In particolare offre al dio il proprio corpo e la propria vita, chiedendogli di usarli come vuole(= è pronto a fare qualsiasi cosa) pur di avere i suoi favori.
    - litiga un po' con Morrigan(traditore delle tradizioni) e Calipso e Rebecca(inglesi)
    - Apre la sacca e spiega le bombe runiche, dando, solo a coloro che considera veri Denrisiani, la possibilità di prenderle.
     
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    Denrise
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    'Il sangue si paga col sangue'
    Vi era qualcosa di primordiale in quella frase, con cui Sigurd aveva inaugurato il suo annuncio. Non aveva mai letto un annuncio del Capovillaggio, non pensava neanche lo avrebbe mai letto e ciò dava un senso di urgenza, di importanza, che lo aveva scosso nelle ossa: ciò che era successo, ciò che lui aveva visto, non riguardava la Poseidon, un pugno di marinai e i suoi crucci, non riguardava neanche la fama di Ludwig e il suo triste destino. Riguardava tutti.
    Il sangue si pagava col sangue e se Sigurd sarebbe stato in prima fila, poteva davvero lui tirarsi indietro?
    In vero no: quando la sera prima si trattenne fino a tardi alla forgia per sistemare la sua arma, in vero, neassuno se ne stupì, tantomeno Brugnir che infatti per l'occasione fu meno noioso del solito, quasi non volesse far perdere tempo al ragazzo con i loro teatrini: doveva agire e poi riposarsi, per essere al meglio il mattino dopo 'Del resto già altri hanno fatto la loro parte' e con ciò intendeva anche definire la mappa 'Dunque io dovrò impegnarmi domani, essere al mio meglio.'
    Riposò, piuttosto bene e si alzò comunque ben prima dell'alba. Fece una colazione modesta, frugale, e asciutta, poi si diresse di buona lena alla nave, ove trovò Sigurd e, man mano, vide arrivare anche gli altri.
    "Vengo come rappresentante dei Garlic, ma anche come fabbro dell'isola" salutò formalmente il suo Capovillaggio, con sguardo fiero, nella sua divisa nera da Caccia, lucida e fresca di bucato, cui aveva aggiunto al fianco destro un paletto di frassino e la bacchetta, sulla schiena la sua alabarda, nel fodero, appena ridefinita, nonché un borsone nero con dentro quanto pensava gli sarebbe potuto servire quel giorno.
    Non disturbò oltre il ragionevole Sigurd, dedicandosi in particolar modo a chi aveva già solcato con lui i mari "Jon" disse lui avvicinando il predone "Ricordati che se la tua arma affonda è solo colpa tua" lo sfidò con un ghigno, salutando poi Jason K. Byrne, cui diede un pugnetto sulla spalla "Ho portato con me un kit di primo soccorso: se devi rianimarmi usa quello e non la necromanzia, grazie" lo stuzzicò un poco con un occhiolino, udendo poi le parole di Morrigan Maverick "Direi che siamo capitanati da Sigurd, e questo terrorizzerà qualsiasi nemico più di chiunque altro di noi" gli fece presente 'Lecchino' chiarì lui, non sapendo in che casa stesse l'ironia, avvicinandolo poi e tentando di afferrarlo per un avambraccio "Stammi tra i piedi come l'altra volta e ti sventro come un pesce" dirigendosi poi sulla nave, col permesso del Capovillaggio, per ispezionarla, date le sue competenze.
    'Almeno non è quel cesso della Fortezza' mettere piede sulla Poseidon gli diede dei brividi, scotenti quasi, lungo la schiena, profondi, fino a fargli tremare quasi anche le ossa, avendo una sensazione di orrore quasi invasiva 'Maledetta nave...' gli ricordava in un certo senso quando ancora andava a salutare William: era sempre bello come una volta, ma ormai la magia era rotta e di lui restava solo il fantasma.
    'Non sarà mai più la Poseidon' non era più la nave con cui Ludwig tornava vittorioso, era solo la nave ove egli era impazzito e lui lo aveva combattuto mentre l'aria era intrisa di sangue, follia e carne in putrefazione.
    'Rendiamola al suo meglio' pensò lui, osservando Calypso scendere di sotto. Annuì "Controlla bene, questa volta" disse alla ragazza, aggirandosi per il ponte, riflettendo sul da farsi 'La carpentiera è lei:io dovrei fare il fabbro'
    Fu per questo che ancora una volta avvicinò le palle di cannone e piegandosi su di esse, vi incise sopra la Runa Raido, incantandole tramite di essa affinché inseguissero il bersaglio designato da chi sparava 'L'altra volta hanno fermato il sigillo oscuro nonostante le cazzate di Morrigan: ok che questa volta lo sgozzo, ma meglio essere previdenti' al bisogno, del resto, avrebbe potuto agilmente spararne due no? Usa su Morrigan e una sul bersaglio (?).
    Sistemate le palle, come in genere facevano tutti gli uomini scaramantici (?), il ragazzo rifletté su cosa potesse fare nel tempo concessogli e la sua attenzione cadde sulle scialuppe 'Dobbiamo attraccare in territorio nemico: dovranno essere veloci e salde' e fu per questo che le esaminò e le riparò, assicurandosi che fossero leggere, maneggevoli e robuste, non scordandosi ovviamente neanche dei remi, altrettanto importanti.
    Visionati gli oggetti per la discesa, all'uomo non restò che provvedere a ciò che poteva occorrere per la navigazione, ma forse anche dopo. Si recò nella cabina e revisionò il timone senza neanche passare dal via: osservò i meccanismi, li oliò verificò fosse tutto in ordine, quindi, per sicurezza, riparò comunque quella cruciale parte della nave "Reparo"
    Terminato ciò, si dedicò come promessosi alla strumentazione: cercò goniometri, binocoli, cannocchiali e bussole, evocandoli al bisogno, poi provvide alla loro riparazione e preparazione afferrando infine il cannocchiale ed incandandovi lateralmente la runa Wunjo, per agevolare la vista, e andando quindi a trasfigurare le lenti, affinché diventassero più potenti e trasparenti, per rendere ancora migliore il lavoro della loro vedetta 'Col cazzo che mando su uno cieco come ero io l'altra volta: questa volta se qualcuno si avvicina lo voglio vedere dall'altra parte dell'oceano!' si disse lui, determinato a non ripetere gli errori del passato, aprendosi certamente a nuovi e peggiori (?).
    Terminato quanto di competenza, l'uomo discese tornando al gruppo via via formatosi, levando un sopracciglio alle parole di Sigurd "Lascerò la mia borsa sul ponte: dentro c'è un cavo d'acciaio con rampino e un kit di prontosoccorso" chiarì lui incrociando le braccia "Se qualcuno ha delle armi dietro non revisionate, portatemele che ci do un'occhiata: evitiamo di scoprirlo in battaglia che facevano schifo al cazzo" precisò infine, avviandosi poi, dopo il Capitano, sulla nave.
    RevelioGDR


    Philipp provvede a visionare la nave, nello specifico:
    - incanta le palle di cannone con un incanto tracciante l'obiettivo
    - revisiona le scialuppe per attraccare
    - revisiona la strumentazione di bordo, in particolar modo gli oggetti per navitare e il cannocchiale


    al netto dei provini, riepilogo philipp
    Coraggio: 35
    Empatia: 34
    Intelligenza: 20
    Resistenza: 34
    Tecnica: 40
    Intuito: 27
    Destrezza: 20
    Carisma: 20

    Skill: Alchimia 1, Duello 1, Resilienza 1, Magitec 1; Oggettista Magico (2°liv)

    Equipaggiamento:
    - Jeger [d20]: alabarda con scure, lancia e uncino in argento di heimdallr e lama posteriore in argento di Thor
    - 1 paletto in frassino (narrativo)
    - 2m di cavo in metallo con da un lato un rampino
    - Kit del pronto soccorso: cerotti, fasce, disinfettante, 1 pozione di cura ferite (+7pv), 1 antidoto ai veleni comuni, 1 pozione peperita (cura il raffreddore), 1 pomata antiscottature.
     
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    AIRWËN
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    Erano passati 3 mesi da quella missione quasi suicida.
    3 mesi in cui l'atmosfera a Denrise non era stata certo delle migliori visto le perdite erano state tante, predoni valorosi erano morti e la Poseidon ridotta ad uno scola pasta che Jonathan era riuscito a riportare al porto per miracolo.
    Quando vide il manifesto di Siguard in cui richiamava la gente a partecipare ad un altra missione verso Papua Nuova Guinea per uccidere Caria, colpevole di ciò che era successo a Ludwing e al suo equipaggio, si era girata e se n'era tornata a casa con un'espressione crucciata sul volto, mentre si ripeteva più e più volte [Col cavolo che mi unisco sta volta! Non avrete Airwen a salvarvi le chiappe e a rimediare ai vostri istinti suicidi.]
    Eppure da quando aveva letto la "richiesta di aiuto" del capo villaggio non aveva fatto che pensarci e rimuginare sulla sua decisione. Era un'ex-Grifondoro, ma aveva veramente rischiato di morirci quella volta, per di più l'avevano fatta sentire un'estranea per tutto il viaggio e ancora la guardavano con diffidenza, benchè si fosse messa in pericolo per loro... Ma chi glielo faceva fare a rimettere di nuovo in pericolo la vita per persone che ancora non l'avevano accettata solo perchè Irlandese e non originaria di lì?
    Più cercava di convincersi della sua decisione, più le sembrava una reazione non solo da codarda, ma sbagliata a prescindere.
    Abitava a Denrise da più di un anno e infondo le cose erano migliorate dal suo arrivo, inoltre si stava tanto impegnando per far diventare quella la sua nuova casa, per sentirsi parte di quella comunità che anche se ancora parecchio retrograda e di mentalità chiusa, aveva pur sempre i suoi lati positivo come l'attaccamento alle tradizioni, a sani principi morali e giusti, l'attaccamento alla Natura e alle credenze, per non parlare della quantità di magia che si percepiva, quasi respirava in quel villaggio.
    Forse non fu una casualità che, ripassando davanti al manifesto e leggendo il nome di Caria, le venne in mente il tempio di Freyr in cui sua zia la portava sempre, ad ogni estate che passava da lei, ad aiutarla con la bottega, con le visite ai suoi pazienti... era una tappa fissa e importante.
    Quel luogo era pieno di ricordi meravigliosi, legati alla zia e al suo legame con la natura e alla magia elementale.
    Si mordicchiò il labbro, indecisa su quelle che fino a poco prima erano state decisioni ferree, ora tanto deboli da instaurare dubbi e una sensazione di disagio ogni volta che cercava di tornare su quella determinazione nel tenersi alla larga dalla nuova missione suicida.
    Alla fine non riuscì più a sopportare i sensi di colpa, cedette e con un sonoro sbuffo lasciò perdere tutti i suoi impegni per tornare a casa e prepararsi per il viaggio.
    Prima passò dal tempio dei duidi per parlare con l'anziano capo druido del villaggio e chiedergli quante più informazioni avesse sulla sacerdotessa Caria, munita di blocknote e penna si segnò ogni cosa, così da non dimenticarsi niente su quella che sarebbe stata la loro nemica più pericolosa.
    Il giorno dopo andò ad Hidenstone, a lasciare i compiti corretti e il materiale delle lezioni di pozioni che il docente sui sostituto avrebbe seguito, e come la volta precedente avvisò la preside della sua assenza per quel pericoloso e inevitabile impegno "cittadino". Il resto della giornata lo trascorse chiusa nell'enorme biblioteca della scuola a far ricerche sulla strega di Papua, Nuova Guinea, cercò in ogni sorta di libro, dagli storici ai mitologici, segnandosi sia leggende e racconti tramandati, sia prove concrete sulla sua esistenza.
    Quando a Denrise, si mise subito a creare le Pozioni che sarebbero potute risultare utili, ritrovando anche quelle che non aveva usato nella precedente "avventura"
    Giunto il giorno della partenza, era vestita come la volta precedente ( Qui ), infondo era la tenuta perfetta per unire comodità e praticità, senza perdere il sex appeal da #avventurierasuicidamegafiga... almeno sarebbe morta vestita con stile.
    Non faceva che bofonchiare e ripetersi mentalmente [Quanto sei masochista Airwen? Ti sei salvata per miracolo la scorsa volte e ora ti ributti nel pericolo? Forse ti stai integrando più di quanto credi: stessa mania suicida e voglia di sfidare la buona sorte. Sono pazza... pazza come loro.]
    Aveva pregato le sue divinità celtiche che non l'abbandonassero, aveva eseguito tutti i riti propiziatori che conosceva, ringraziando la Dea Madre per tutto ciò che le aveva donato nella sua "breve" vita e chiedendole di perdonarla se stava andando a rimettere in pericolo la vita che le aveva donato, ma infondo, per quanto si lamentasse della sua decisione, era la prima a dire che era una missione necessaria, non solo per dar pace alle anime cadute per mano di quella donna, ma anche per ridare protezione e sicurezza al villaggio e alle loro navigazioni.
    Ancora una volta avrebbe dovuto far il possibile per evitare che il padre lo scoprisse...
    Era meglio subire la sua ira per quel suo ripetersi di un gesto azzardato o rischiare la vita in mare contro una sacerdotessa malvagia?
    L'idea di morire combattendo su una nave puzzolente era appena diventata molto più allettante.
    Arrivata al porto attese anche lei l'arrivo di tutta la ciurma, per poi seguire sulla Poisedon, rimessa in sesto in quel tempo di tensione, Siguard che si sarebbe unito a loro per quella importante missione... Ciò lasciava ben intendere quanto pericolosa sarebbe stata se addirittura il capo villaggio si univa a loro.
    Fu però felice di rivedere facce conosciute tra cui Jason, l'altro druido del villaggio, la carpentiera Calypso, quel maledetto predone-suicida di Jonathan - ebbe una brutta sensazione vedendolo, già si chiedeva cosa avrebbe combinato sta volta e come si sarebbe messo nei casini - ma soprattutto corse incontro a Morrigan appena scorse il suo visetto da playboy e senza farlo apposta lo raggiunse mentre stava mettendo a disposizione dell'amico Bjorn la sua ricca collezione di giornalini hot dispiacendosi che non fosse più usanza sacrificare vergini.
    Un sorriso divertito le comparve sul volto, per poi inserirsi nel discorso con una battuta:
    << Se anche ci fossero ancora vergini al villaggio, scommetto che con voi Denrisiani arrapati non arriverebbero pure e immacolate al sacrificio.>>

    25 anni _ MEZZAVEELA _ Irlandese _ Outfit
    codice role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT

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    - Bacchetta
    - 2 Pozione Cura Ferite (ripristina 7 PV)
    - 1 Antidoto Mentale: Cura stati mentali alterati
    - 1 Pozione per prevenire stati mentali alterati (dura per due turni dopo il post in cui la si beve) [Rimasta dalla precedente Quest]
    - 1 Pozione Extimulo Potente: nei due post successivi dopo l'utilizzo il mago che la assume avrà +5 al dado per colpire e +5 al danno.
     
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    Gli Snasi
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    Sussurri voraci | Quest
    Perché aderire a una missione così pericolosa? Tra i nostri avventurieri spiccavano le motivazioni più disparate: vendetta e rinascita erano le più popolari, tuttavia vi era anche chi era rimasto fermo per troppo tempo e aveva finalmente compreso che fosse giunto il momento di far qualcosa per una terra sicuramente non romantica, ma ben conscia di cosa volesse dire coesione.
    Calypso aveva sicuramente visto la Poseidon in uno stato ben peggiore rispetto a quello attuale. Sicuramente qualche carpentiere ci aveva messo la mano dopo la vostra missione di soccorso. Non si trattava di un lavoro meticoloso, ma dalla tua esperienza eri certa che non avrebbe avuto nessun problema in mare.
    Bjorn svolse un lavoro eccellente e ciò fu tutto merito di Morrigan e Jonathan. L'indomani i due uomini avrebbero potuto consegnare a Sigurd una mappa nautica coi fiocchi, riuscita talmente bene da animare le correnti favorevoli alla navigazione e ciò rese evidente una piccola curiosità: se avessero utilizzato la stessa rotta della scorsa volta probabilmente un impetuoso vento del tutto estraneo alla normalità avrebbe ostacolato l'avanzamento della nave. Navigando, invece, tra le due Americhe non avrebbero avuto grandi difficoltà a raggiungere Papua Nuova Guinea.
    C'era chi si preparava all'avventura facendo ricerche, chi aiutando il gruppo e chi come Rebecca faceva shopping. Se solo i suoi compagni d'avventura lo avessero saputo probabilmente l'avrebbero lasciata sulla terra ferma, ma se non altro lo aveva fatto per una buona ragione: far provviste di cibo e bevande per l'intera durata del viaggio. Jonathan, trovandosi da Bjorn non poté accorgersi del furto finché non fu la stessa ragazza ad annunciarlo l'indomani.
    Chi si era dato alle ricerche aveva scoperto informazioni più o meno utili. Jason decise di chiedere informazioni a Brian, il quale lo accolse con entusiasmo pari a quello del tuo vicino di casa quando per viaggiare gli lasciavi quattro cani, due gatti, sette canarini e un serpente. Era palese come l'insegnante non volesse far conversazione, ma sapeva anche che l'unico modo di togliersi il druido di torno era rispondere alle sue domande. Con tutta l'improbabilità del caso Jason venne a sapere che Brian [D20: 20!] aveva avuto modo di conoscere dal vivo Edward Rocket. Venne a sapere che il tizio era un noto estimatore della materia che il biondo insegnava e uno scrittore molto amato dal gran pubblico, poiché trattava storie realmente accadute. Brian gli raccontò anche di come l'uomo avesse rischiato di morire per mano sua. Quando il docente era solo un ricercatore Rocket si era fatto passare per un suo collega affinché il gruppo indagasse su un antico chateau infestato da un Lethifold e, ancora, in passato aveva spinto un gruppo di turisti a esplorare una piramide in Egitto in cui si era rifugiato un crudele necromante. Ebbene sì, la disgrazia di Denrise non era altro che la trama di un futuro libro di Edward Rocket.
    Meno fruttuose [D20:4] furono le ricerche di Joanne. Purtroppo le biblioteche consultate non diedero nessuna informazione riguardante l'arcipelago e l'isola in cui viveva la Caria. Sembrava come se nei libri quei luoghi non esistessero e l'anziano a cui ti eri rivolta non pareva molto sveglio. A causa di un problema di udito ti chiese di ripeterti più e più volte e alle tue domande rispondeva con gentilezza, ma in maniera molto generale. Ti disse che in missione erano andati in un mare vicino Papua Nuova Guinea e riguardo alle possibili difese del posto lui ipotizzava trappole per orsi, fossati molto profondi e temibili creature marine. Certo, quella era l'opinione di un anziano non particolarmente sveglio e certamente andava presa come tale.
    Airwen reperì le sue informazioni presso il druido più saggio del villaggio e per sua fortuna D20:11 era a conoscenza delle religioni praticate nelle diverse aree geografiche. La Caria era una figura che esisteva unicamente nelle isole esotiche nei pressi dell'Oceania e dell'Indonesia. Ogni cinque anni, cinque sacerdotesse di cinque isole diverse si riunivano in unico luogo per pregare antichi dei. Le ragazze che desiderano diventare sacerdotesse sono costrette a percorrere un sentiero estremamente arduo, caratterizzato da vari dogmi: digiuno regolare per permettere ai campi all'arcipelago di crescere rigogliosi, castità affinché le donne portassero a buon fine i loro parti ed esilio affinché il suo popolo potesse essere libero fisicamente e spiritualmente. Continuando col suo discorso, Airwen apprese come alla Caria appartenesse il compito di difendere l'isola a qualunque costo e che per secoli e secoli queste isole avevano mantenuto rapporti estremamente pacifici con chiunque sbarcasse nelle loro terre. Riguardo ai poteri della Caria purtroppo neanche il druido non poté aiutarti colpa del dado.
    Brusie eseguì il suo sacrificio in maniera eccellente. Durante la funzione c'era silenzio assoluto, eppure tutti i presenti avevano quella strana sensazione di essere osservati. Erano gli occhi del dio? Chissà. Tutto parve procedere senza intoppi, eppure quando il rito pareva oramai terminato Brusie svenne e nelle orecchie riecheggiarono le seguenti parole: Gli uomini di più ampio intelletto sanno che non c'è netta distinzione tra l'icastico e il chimerico. Nell'altro mondo anche la morte può morire. Erano le stesse parole che il capitano Ludwig aveva scritto nel suo diario di bordo, era la stessa frase che l'equipaggio della spedizione di soccorso aveva sentito nelle loro visioni, senza però giungerne a capo. Fuori contesto era un'informazione troppo criptica per essere compresa. Quando sarà ora capirai. E se non l'avesse fatto? Beh, gli umani in fin dei conti erano creature estremamente imperfette.

    Una volta saliti a bordo Sigurd osservava il suo equipaggio senza dar troppi ordini, aspettandosi di non aver a bordo tutte prime esperienze e chi, in un modo o nell'altro, trovava il modo di rendersi utile. Un sorriso genuino si mostrò di fronte a Joanne. L'artimanzia è una scienza che non ho mai capito. Specialmente il calcolo delle probabilità. Sappi però che un equipaggio privo di ottimismo è un equipaggio morto. Ruotò appena gli occhi verso l'orizzonte, mentre Jonathan segnava la rotta. Non sappiamo assolutamente cosa ci aspetta, ma stai pur sicura che ci saranno i fottutissimi Gaunt della Notte.
    Morrigan sembrava piuttosto ottimista, mentre non commentò troppo l'arrivo di Rebecca. Davvero, cosa ci faceva lì? Era donna, bionda e non aveva proprio la faccia di chi sapeva cavarsela nel caso di un assalto. Beh, l'importante era non ostacolare gli sforzi del gruppo. Brusie aveva con sé bombe runiche. Fratello, non posso assicurarti che non faremo manovre brusche, specialmente quando arriveremo alle cascate. Ti consiglio di metterle in un luogo sicuro.
    Un semplice saluto cortese fu invece riservato a Calypso, Philipp e Airwen.
    Philipp, a differenza di Calypso che il giorno prima si era recata lì per esaminare e aggiustare la nave, ragion per cui si ritrovò di fronte a una nave senza troppe imperfezioni. Il suo tentativo di incantare le palle di cannone non andò a buon fine [D20:7+10= 17:2=8], mentre sulle scialuppe fece un lavoro [D20:18+10=28:2=14] discretamente buono. Tra le varie messe a disposizione due sicuramente non avrebbero avuto problemi a solcare i mare.

    L'attenzione dell'equipaggio si spostò indirettamente su Jason, il quale fece parola delle sue ricerche: raccontò chi fosse Edward Rocket e che la sua missione di cui era il mittente non era altro che un'esca per ottenere una trama avvincente per il suo prossimo libro e di come fosse recidivo in tale comportamento. Sorgevano delle domande spontanee: come faceva il tizio a essere al corrente di come finissero queste infauste avventure? Quello era un mistero, ma difficilmente il nostro equipaggio se lo sarebbe chiesto scoprendo come le ingenti perdite del loro villaggio fossero dovute a un infame che necessitava di una nuova e originale trama.
    Sigurd in un primo momento non commentò, avanzando in direzione di Papua Nuova Guinea in tutta velocità. Stando alle stime Jonathan avrebbe potuto facilmente prevedere l'arrivo tra una ventina di minuti. Il legno delle drakkar era davvero magico.

    RevelioGDR


    Ragazzuoli, benvenuti nel vostro secondo e ultimo post di circostanza. Dal prossimo entriamo nel vivo della quest, quindi utilizzate pure questa occasione per condividere dell'altro se potete/volete, reagire alla scoperta appena fatta, se lo desiderate chi è in possesso di più informazioni può tentar di ricostruire i fatti accaduti o semplicemente far festa con le provviste del canto della sirena.

    Unica informazione tecnica: i lanci di Philipp hanno avuto un diviso due perché avevo specificato che le azioni andavano svolte il giorno prima. Facendole sul momento quel malus ha rappresentato il poco tempo a disposizione per far tutto ù.ù

    Siccome si tratta di un altro post di circostanza anche la prossima scadenza sarà breve: Lunedì 10 alle 23:59
     
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    Denrise
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    Jonathan Baker | Predone
    Jonathan difficilmente prendeva in simpatia qualcuno. Si lasciava molto coinvolgere dalle prime impressioni e a causa di una mentalità retrograda e tradizionalista era abituato a vedere come strambo chiunque facesse un eccessivo uso della tecnologia o della magitecnica. In poche parole tra i presenti Morrigan di certo non era il suo preferito, anche se udendolo vantarsi di aver lo stesso Jonathan nel gruppo gli fece cambiare idea. Probabilmente aveva trovato il tasto giusto per compiacere il proprio ego, spingendolo a darsi un leggero pugnetto sulla spalla. Se qualcuno t'attacca gli stacco la testa a morsi e macello il suo cadavere come ho fatto cor cucciolo de kraken la settimana scorsa. Effettivamente un uomo grande e grosso come Jonathan era sempre meglio averlo dalla sua parte, mentre Philipp lo aiutava con le nozioni di scienza: diceva che se la sua ascia fosse affondata in mare la colpa sarebbe stata solo del predone. In tutta risposta Jon sventolò un elegantissimo dito medio. Se non sapete fabbricà le asce non è colpa mia. Spostò gli occhi in direzione del magitecnologo. Ahò, te fai le cose tecnicolontologiche - sì, aveva detto tecnicolontologiche - Dije che se possono fà le asce che n'affondano, non me crede. Te giuro, nessuna delle loro armi galleggia! Beh, essendo costruite in ferro o chissà quale lega era una cosa del tutto normale, tuttavia Jonathan si rifiutava di crederlo.
    Il locandiere era piuttosto rilassato, ma qualcosa cambiò non appena Rebecca salì sulla drakkar, annunciando come le provviste fossero state offerte dalla locanda. IL CANTO NON OFFRE NIENTE! Urlò con uno sguardo che via via si fece sempre più minaccioso, fino a quando non estrasse la bacchetta dai pantaloni e la puntò contro la ragazza. Ovviante voleva solo intimorirla, no? Stupeficium! Assolutamente no, in fin dei conti era o non era l'oste più avaro di tutta Denrise? Ora il cibo lo hai portato, sappi che lo detrarrò dal tuo stipendio e se ciò non bastasse giuro che mi indebito per trovà qualcuno che te trasfiguri nella carta igienica del Canto. Era arrabbiato? Eccome, infatti col suo incantesimo non si era fatto nessuno scrupolo.
    Beh, che c'avete da guardare? Ciò lo disse a chi stava rivolgendo lo sguardo verso di lui.
    Ritrovò parte della calma quando Airwen si unì alla conversazione. Lei era la donna che lo aveva salvato durante la scorsa spedizione e se non altro doveva imporsi di mantenere un decoro quanto meno spiccio di fronte a lei. Devo ammettere che le cose stanno cambiando, me pare che oggi pure le donne non vojono rimané vergini. Voi druidi come la vedete questa situazione? Insomma, predoni e druidi a Denrise erano distanti come il giorno e la notte, tuttavia combattendo dalla stessa parte riuscivano spesso a trovare una finestra di dialogo.
    Precluso era il dialogo destinato a Edward Rocket. A detta di Jason aveva mandato a morire molti dei più abili predoni e i volontari della squadra di soccorso per cosa? Per uno stupido libro. Ma Odino sventrato dal suo corvo, sei serio? CIOE' NOI PURE OGGI STEMO A RISCHIA' LA VITA PER COLPA DI QUEL ROTTINCULO? Ma se lo vedo lo sbrano! Sospirò molto rumorosamente, avanzando verso Sigurd per indirizzarlo sulla direzione da procedere. Stavo a pensà, ma se cambiamo rotta? Vedi, se famo er viaggio come l'artra vorta saremo ostacolati da un vento che non me pare normale. Passamo pe' le Americhe, dovremo arrivà prima.



    RevelioGDR


    Azione: stupeficium su Rebecca.
    Attivo le skill Duellante Magico e Magipredatore (ho il bonus su creature marine, creature oscure e umanoidi)

    Coraggio: 40
    Empatia: 24
    Intelligenza: 20
    Resistenza: 32
    Tecnica: 20
    Intuito: 33
    Destrezza: 20
    Carisma: 32

    Skill
    Duellante Magico, Magia Verde, Resiliente, Magipredatore

    Oggetti
    Ascia barbuta, lanterna a olio, dadi truccati, bottiglia di rum
     
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    Denrise
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    JASON KRATOS BYRNE
    Druido
    Code ©#fishbone

    L'equipaggio ormai si era riunito e per Jason, rivedere volti che aveva già incontrato nella scorsa missione, non potè che essere un sospiro di sollievo. Alla fin dei conti, era importante che almeno quella ciurma fosse completa e che potessero portare a termine quello che avevano iniziato. E poi, di molti di loro si fidava, e avrebbe affidato loro anche la sua stessa vita. Ma questo non lo avrebbe mai detto, soprattutto ad uno di loro in particolare: Philipp Garlic.
    Il ghigno di Jason si allargò già sul volto, quando vide arrivare il predone con cui c'era uno rispetto reciproco basato su uno strano altalenarsi di odi et amo. Rise appena alle sue parole e battè un paio di volte la mano sulla spalla «Non preoccuparti, mi occuperò io del tuo bel culetto, Garlic. Solo... se hai intenzione di abbracciarmi, cerca di non farlo con la tua alabarda in mano.» - rise sommessamente e roco, alla fine era un ottimo compagno di avventura, anche perché era molto facile farlo alterare.
    C'erano alcuni volti nuovi e alcuni ben conosciuti, tuttavia Jason non era molto caloroso nei saluti, quindi fece un cenno con il capo a tutti e poi ascoltò il restante della ciurma esporre quello che aveva trovato, fatto o pensato.
    Gli tornavano in mente le visioni della missione precedente e aggrottò appena la fronte.
    Quando la dipendente del Canto fece la sua entrata in scena, Jason portò rapidamente gli occhi su Jonathan e --- si coprì la bocca con la mano, tossendo per mascherare una risata, per quello stupeficium che lanciò - «Dai, Jon. Mi offro di ripagare io tutto quello che consumiamo.» - disse tra una risata e l'altra, cercando di salvare la povera ragazza.
    Ah, Baker e i soldi.

    Quando fu il suo turno di parlare, spiegò tutto quello che aveva trovato su Edward Rocket, poi sollevò le spalle e «Questo è quanto... Ricordatemi, quando saremo tornati da questo viaggio, di acchiappare questo Rocket.» - confessò con un sorriso pieno. Per lui non c'era pessimismo, loro sarebbero tornati, tutti e sani e salvi, con la missione in tasca, come sempre d'altronde. Erano Denrisiani e sapevano cavarsela in ogni situazione. Si voltò verso Jonathan quando lo sentì imprecare di nuovo, quindi scrollò le spalle - «Peggio, Jon. Siamo i protagonisti di un altro suo libro di merda.» - ringhiò con del risentimento denrisiano che sembrava provenire dal profondo del suo sangue natio - «Spera almeno che mi descrivi come il miglior druido di Denrise, o glielo metto a supposta quel libro.» - sbuffò, un misto di risata e noia. Poi guardò ancora Jonathan «E dovrebbe darci dei soldi dagli incassi delle sue vendite, quel tirchio!» - terminò così, per non sembrare troppo risentito da quel personaggio strano che aveva scoperto essere uno scrittore da quattro soldi.

    Durante il viaggio, cercava di rimanere lucido e pronto a tutto, molto all'erta per non farsi trovare impreparato ad eventuali attacchi improvvisi, come la volta scorsa.
    Giochicchiava con la bacchetta, passandosela tra le dita, seduto su una delle casse che aveva portato Rebecca. Se ci fosse stato del rum da bere, ne avrebbe preso un bicchiere molto volentieri, condividendolo poi con Jon e Phil.
    Non parlò molto, pensieroso e concentrato com'era.
    Lo sguardo, quasi involontariamente, cadde su Calypso. Per brevi istanti aveva ricordato cosa era successo alla carpientera mesi addietro, sulla nave che li aveva portati dalla Poseidon.
    Sbuffò, buttando giù l'ultimo sorso di rum (se lo aveva trovato precedentemente) e andò da Calypso - «Ehi. Come stai?» - domandò con un sorriso educato, mentre si portava indietro una ciocca di capelli lunghi che il vento di brezza gli aveva lanciato in avanti. Si guardò attorno, appena, per vedere se gli altri fossero occupati a fare altro - «Mi dedichi un'attimo, per favore? Vieni con me.» - provò ad afferrarle il braccio, delicatamente, dal polso, quindi cercò di portarla in una delle parti più tranquille della Poseidon, per cercare un attimo di serenità, rispetto al ponte su cui tutti stavano facendo la propria parte - «Non so cosa ci aspetterà quando arriveremo, quindi preferirei sapere che tu stia bene, perché non so se riuscirò ad aiutarti questa volta. Però...» - le sorrise appena e le provò a far girare il braccio stendendolo verso di lui, per avere il dorso interno verso l'alto - «Questo mi farà stare più tranquillo...» - disse, prima di puntare la bacchetta appena sopra la pelle di Calypso, di qualche centimetro, liberò la mente, socchiudendo gli occhi e facendo qualche respiro profondo, così da regolare il battito del cuore, fino quasi a non sentirne più nemmeno il pompare rapido. La mano sinistra, libera dalla bacchetta, reggeva, dal polso, il braccio della carpentiera, così da non far muovere nemmeno lei in fase di incisione e «Chorium Runae» - mormorò mentre concentrato sull'immagine della runa, iniziò a tracciare le linee di Naudiz sulla pelle della ragazza. Tentò di mantenere l'attenzione sulla runa, cercando di tenere il polso fermo e di tracciare dritte quelle linee, in maniera tale da donarle più fortuna.
    Una volta terminata l'incisione, lasciò il braccio della ragazza e ritornò a guardare il suo volto - «Non sarà come avermi dietro, lo so, ma è sempre qualcosa in più.» - le fece un occhiolino e si voltò di spalle, come se non avesse fatto nulla di così importante. Tornò dov'erano tutti, quindi, ritagliandosi di nuovo uno spazietto per sé, seduto su una cassa, quindi allungò il suo braccio e lo poggiò sulla coscia, così da tenerlo fermo. Anche questa volta tentò di liberare la mente, cercò di regolarizzare il respiro, non pensando che sarebbe andato di nuovo incontro alla morte, quindi per l'ennesima volta proferì la formula «Chorium Runae» e cercando di far scorrere il polso in maniera fluida e delicata, tentò di disegnare sul suo braccio - stesso punto dove lo aveva disegnato a Calypso - la runa di Perth, tracciando le tre linee unite tra loro a formare una C più squadrata, così da tentare di avere una possibilità in più su quello che avrebbe potuto fare in quella missione.
    Serviva l'aiuto degli déi, serviva l'aiuto delle rune. Serviva qualsiasi forza superiore per poter venire a capo di quello che stava accadendo «Che Freyr ci aiuti...» - mormorò tra sé, socchiudendo gli occhi, con una specie di sospiro. Quindi si alzò e cercò di capire cosa succedeva sul pontile.
    Azione 1: Chorium Runae su Calypso (Naudiz Dritta)
    Azione 2: Chorium Runae su Jason (Perth Dritta)

    Skill:
    Magia Verde I
    Arti Elementali I

    Quirk:
    Frangibarriere: le grosse competenze runiche di Jason lo rendono un eccellente distruttore di barriere. +1 a Coraggio se tenta di spezzare una barriera; +2 se impiega una runa

    Oggetti: 2 pozioni esplosive, 1 veritaserum, 1 filtro soporifero, 1 corda da 15 metri, 1 acciarino.

    Statistiche:

    Coraggio: 25
    Empatia: 30
    Intelligenza: 23
    Resistenza: 32
    Tecnica: 26
    Intuito: 21
    Destrezza: 22
    Carisma: 28


     
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    Scheda 32 y.o. Morrigan Denrise. Stats
    Always leave a place better than you found it
    Morrigan Maverick
    Long may I reign!

    Nell'udire le parole di Brusie Capra Dunk, Morrigan voltò il capo prima a destra e poi a sinistra assottigliando le palpebre. Dunque, i suoi occhi mirarono il druido «Ah, ma stai parlando di me. Si, sono proprio io quel traditore del cazzo.»
    Trovarsi di fronte un denrisiano così denrisiano gli ricordò la sua infanzia e le labbra si curvarono in un sorriso in una questione di secondi "È un peccato che non voglia darmele. Potrei usare Avis ed evocare uccelli che facciano cadere queste bombe in testa ai nostri avversari. La fattura di queste Rune è eccezionale, per quel poco che io possa capirci."
    Poi fu il turno di un biondo tanto gonfio quanto edgy. La mano dell'artigiano strinse l'avambraccio del magitecnico provocandogli un certo bruciore. Le parole attraversarono l'orecchio sinistro di Morrigan per poi uscire dal destro mentre le sopracciglia si arcuarono quanto bastava per far comprendere ai presenti quanto fosse sorpreso "E questo chi è? Non sapevo che essere Emo fosse ancora una cosa nel 2020. Forse gli dovrei consigliare di navigare su Tumblr e non verso la Papua Nuova Guinea."
    Dunque toccò alla pozionista più affascinante di Hidenstone . Le pupille del mago si dilatarono mentre le braccia si distanziarono per cingere Airwen in un caldo abbraccio «A Dubai non sono riuscito a proteggerti. Vedrò di rimediare questa volta.»
    Ma la sua attenzione venne catturata da Jason. Le sue parole sembravano seguire un filo logico che Morrigan ritenne valido. In tutto il mondo vi erano speculatori e nessuna spedizione punitiva avrebbe cambiato questo fatto.
    Quando poi Jonathan si rivolse nuovamente al magitecnico quest'ultimo ascoltò con attenzione le sue parole «Ah, a saperlo avrei invitato qualche mio collega alla tua locanda. Non c'è nulla di meglio di un cucciolo di kraken allo spiedo per conquistare nuovi clienti. Altro che McDonald.» Al mago venne un certo languorino e spiccati sensi di colpa nel pensare a come quella ragazza che aveva osato rubare del cibo a Jon gli avrebbbe - nel migliore dei casi - dato l'opportunità di assaggiare di nuovo della carne di Kraken. Comprendendo la reazione di Jon, a Morrigan parve di voler rubare le offerte in chiesa "Se riesce a sopravvivere a quello schiantesimo allora non sarà zavorra ma vento nelle nostre vele, aye."
    La fetta più interessante venne tagliata dal dialogo tra il locandiere e l'artigiano. Il pugno di Morrigan batté contro il palmo della mano libera mentre la bocca si spalancò più del dovuto «Ma certo, sei l'allievo di Brugnir. Stai tranquillo, ti lascerò via libera con gli affari dell'isola. Però ti consiglio di aggiornarti perché è possibile produrre armi come questa che galleggino. Fai un salto ad Hidenstone, saprò darti qualche dritta» Qualche passo per avvicinarsi a Jon (Che il player del docente temesse di uscirsene con un altro 1! verso il player dell'ammazzavampiri e per questo stesse cercando protezione dietro al suo amico Hulk? Nah) «Concordo con Jon sul tragitto da seguire.»

    Morrigan attese gli ultimi convenevoli prima di cercare di avvicinarsi alla polena della Poseidon. Quella drakkar ne aveva viste tante e tra le tante c'erano anche quelle che le aveva fatto passare Morrigan. I carpentieri di Denrise aveva svolto un lavoro eccelso nel rimetterla a nuovo e Calypso e il biondo edgy non sembravano essere stati da meno.
    La mano destra del magitecnico si tese verso il legno della nave per poi bloccarsi a mezz'aria "Il legno è un materiale schietto, a cui piace eludere i discorsi. E ne ha subite parecchie, sarà difficile convincerlo ad aprirsi con me. Devo mostrargli quanto più rispetto possibile."
    L'indice e il pollice scivolarono nella manica sinistra per liberare la bacchetta di Morrigan. Il magitecnico stabilì la presa e socchiuse gli occhi dimenticandosi del mare e di quei caciaroni dei suoi compagni. Il braccio si tese verso il legno della polena, sfiorandolo « Favellio objectum... favellio objectum... favellio objectum...»
    I denti di Morrigan scivolarono l'uno contro l'altro mentre il mago prese a deglutire in attese di vedere l'esito del suo incanto. In caso di riuscita, avrebbe sorriso mentre il corpo sarebbe tornato morbido. Chinando leggermente il capo, Morrigan avrebbe portato le braccia sui fianchi per poi cominciare a parlare «So che questi in Papua Nuova Guinea ti stanno sul cazzo. Stanno sul cazzo anche noi. Se te la senti di aiutarci, riusciremo a vendicarci. Quando sei entrata nel loro territorio qual è stato il pericolo più difficile da affrontare che hai avuto modo di osservare? Quando Capitan Ludwig e la sua ciurma sono tornati da te, chi è stato ad accompagnarli? Dunque, se sopravvivremo, ci sarà qualcosa che vorresti farmi fare?» Qualsiasi informazione sarebbe riuscito a raccogliere sarebbe stata condivisa con il resto del gruppo della spedizione.

    CITAZIONE
    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    Coraggio: 23
    Empatia: 28
    Intelligenza: 32
    Resistenza: 29
    Tecnica: 33
    Intuito: 30
    Destrezza: 20
    Carisma: 21

    Skill: Magitecnologo, Scudo Magico, Alchimia Fondamentale & Magia Elementale (SALVO FALLIMENTO DEL PROVINO U.U)

    Generalità: Calzini e stivali color testa di moro per non finire con i piedi bagnati dopo le prime due gocce d'acqua. Pantaloni ampi, quasi alla zuava, ma più lunghi - almeno fino allo scarponcino -. Una cintura in cuoio e una camicia in cotone senza colletto e particolarmente larga, in modo da poter legare al suo interno la sua bacchetta all'avambraccio con qualche elastico che aveva rubato a delle amanti anni addietro. Dunque una pozione fumogena legata in petto con una serie di lacci all'interno della camicia stessa e una caramella gommosa nella tasca destra dei pantaloni.
    Oh, e per finire un pacchetto di gessi colorati nella sinistra.
    E non dimentichiamoci della giacca a tre quarti viola, l'impermeabile verde oliva e il mantello porpora
    .

    4 Oggetti:
    1 - Calzini propulsori
    2 - Gessi
    3 - 1 Pozione Fumogena
    4 - Una caramella gommosa a forma di pesce


    RECAP: Morrigan interagisce con BRUSIE, PHILIPP, AIRWEN, JONATHAN.
    Dunque si sposta verso la polena.

    Azione 1: Favelio Objectum
    Azione 2: Pone le sue domande (Non sapendo esattamente quante sono le domande a cui la polena risponderà - o la riuscita dell'incanto - ne fa tre. Se la polena non vuole rispondere anche alle ultime, è libera di rimanere in silenzio u.u)

    ✕ schema role by psiche
     
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    UzIa
    Calypso O'Queen Carpentiere

    Parlato - Pensato - Ascoltato


    Calypso a volte non riusciva davvero a capire Jonathan.
    Sapeva bene che mentalità avessero i Denrisiani, sapeva bene che lei come molte altre ragazze venivano spesso guardate in modo strano perché facevano lavori che di solito toccavano agli uomini, aveva imparato ad ignorare quelle strane occhiate che ogni tanto le rivolgevano, come aveva imparato ad ignorare i commenti riguardanti il suo essere per metà inglese come quello che le rivolse Brusie, che prontamente Calypso ignorò, lanciandogli anche un’occhiata abbastanza snob solo per la soddisfazione di farlo irritare un po’ di più.
    Ma Cal credeva che, visto il molto tempo che lei e Jonathan avevano passato insieme, lui avesse imparato a conoscerla. Davvero si aspettava che lei avrebbe cucinato per tutta la nave solo perché era una donna?! No che non le piacesse cucinare, anzi, ma non era solita farlo spesso. Più che altro perché suo padre glie lo impediva sempre quando erano a casa, e lei non capiva il motivo... e quando suo padre non c’era, Calypso cercava sempre di mangiare fuori o farsi sempre un panino, perché non amava molto stare seduta a tavola da sola.
    Davvero, Baker, pensi che abbia intenzione di cucinare per tutta questa gente? Perché non ci provi tu? La domanda era ovviamente retorica.
    E forse sarebbe stato meglio per la salute e la sopravvivenza della ciurma che qualcun altro si offrisse di occuparsi del cibo
    Poi, come se non fosse abbastanza, arrivò Philipp Garlic, probabilmente l’unico che era in grado di far perdere davvero la pazienza a Calypso.
    Controllati Cal, controllati... Gli rivolse il sorriso più falso che potesse mai esistere quando lui le disse di controllare bene la nave ma non perse neanche tempo a cercare di fargli capire che la scelta della Fortezza, nell’ultimo viaggio, era la migliore che potessero fare altrimenti in quel momento non si sarebbero trovati neanche lì. Aveva imparato a tenere la bocca chiusa con gli ignoranti, non valeva neanche la pena sprecare fiato con loro.
    Calypso non rivolse particolari parole o saluti al resto dell’equipaggio, rimase per lo più in disparte, finché Jason non la prese di lato. Calypso lo guardò confusa, non capendo il perché di quel gesto, e ci mise un po’ a capire ciò che stava dicendo e ciò che aveva intenzione di fare. Lo osservò inciderle una runa sul braccio, nella speranza che potesse rendersi utile durante la missione e proteggerla nel caso lui non avesse potuto. Non sapeva se sentirsi offesa o grata per quel gesto.
    Non... non credo che ne avrò bisogno però... grazie.


    RevelioGDR



    Calypso controlla la nave per assicurarsi che sia pronta alla partenza e cerca di riparare ciò che trova da sistemare.
    Statistiche:
    Coraggio: 27
    Empatia: 20
    Intelligenza: 25
    Resistenza: 30
    Tecnica: 30
    Intuito: 26
    Destrezza: 25
    Carisma: 20

    Skill: Magitecnologo; Incantesimi Avanzati
    Quirk: Riparatrice d'emergenza: Cal ha scelto la via della carpenteria e mettere a rischio la sua vita per adempiere il suo compito non la spaventa.
    +2 a Destrezza se impiega l'intero turno a riparare qualcosa.


    Oggetti: bacchetta; cassetta attrezzi
    [/QUOTE]
     
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102 replies since 5/8/2020, 15:03   2051 views
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