Lezione Biennio 21/22

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Dar fastidio in giro alla gente era una delle sue specialità, per questo quando aveva individuato Giada se n'era visto bene di avvicinarla con il suo modo molto molesto. Rise alle sue parole, beandosi di quei complimenti e stringendo un po' la presa sulle sue spalle, nel camminare «Hai paura di essere rapita da un mostro marino?» - chiese lui con un mezzo sorriso «Se è così non posso tirarmi indietro dal mio dovere di principe, effettivamente.» - tuttavia, Giada non era la sola ragazza che attirò l'attenzione di Julian.
    Quando il riccio arrivò nel luogo d'incontro, si staccò dalla dioptase, per rimanerle vicino e al sentire la voce di Louise, si voltò in sua direzione, quasi stupito «Louise - mormorò appena, mentre una mano si allungava dietro la sua schiena, se avesse permesso, per avvicinarla un pochino e sussurrarle qualcosa all'orecchio «Ti ho detto che sarei stato ovunque tu mi abbia desiderato...» - disse lui, con un sorriso addolcito alla ragazza, per poi lasciarla libera di seguire la lezione.
    La risposta della francese portò di nuovo l'attenzione su di lei, ma non disse niente, ben comprendendo cosa volesse intendere la ragazzina e non trovandosi proprio in disaccordo con il docente.
    «Dal letame, nascono i fior...» - mormorò solo un attimo, quasi in maniera spensierata, vicino a Louise.
    Lo sguardo di lui si spostava su ogni studente che parlava, soffermandosi s pochi che trovava interessanti da studiare lui stesso, tra cui Edith, per esempio.
    Julian cercava di mantenere comunque una media costante e fu divertito dal vedere quanti dei suoi compagni fosse almeno in grado di metter su due frasi di senso compiuto «Quindi hanno anche imparato a parlare questi inglesi...» - pensò lui, mentre sorrideva divertito. Gli occhi di Julian si spostarono su Dermot, nascondendo un sorriso con la mano, che andò a toccare il proprio naso. Rimaneva sempre il più bizzarro di quelli che aveva addocchiato, e rimase colpito che fosse un giornalista. Forse avrebbe potuto dargli molti scoop quell'anno, visto com'era fatto lui. E la risposta del docente lo fece ridere.
    Il suo occhio tornò al docente, man mano che rispondeva ai tanti che erano intervenuti, trovandolo stravagante e perfetto per i suoi gusti. Anche qui si degnò di quei complimenti, con un sorriso soddisfatto sul volto, quindi annuì al docente. Sbalordito anche dall'evocazione della spada laser, Julian trovò in Morrigan un facile esempio da seguire: era intelligente, alla mano e figo. Insomma era lui tra qualche anno!
    La voce che subentrò nei loro discorsi, spostò l'attenzione dell'americano sulla donna che fece il suo ingresso a cavallo di un granchio «Interessante. Se sa cavalcare quello, quante altre cose saprà fare...» - pensò un po' divertito il ragazzo, trovando quella ragazza un toccasana per gli occhi. Quante altre cose interessanti avrebbe cacciato Morrigan da quella lezione?
    «Come si chiama quell'adorabile granchio?» - domandò lui, indicandolo con il mento, mentre gli occhi si posavano su Amalthea (n.d.a: madonna tra amelia, amalea e amalthea vi odio!), trovando soddisfacente il pensiero di avere a che fare con una druida: la parte più selvaggia di quella zona, i denrisiani. Erano stati divertenti già durante la cerimonia di inizio anno, ora voleva vedere se erano anche utili. Il docente aveva perso un po' del suo fascino, accanto ad Amalthea, infatti Julian riprese la sua attenzione proprio su di lei, quando spiegò le origini economiche del suo villaggio «Dovremmo conoscere il predatore di quelle creature. Per esempio, i predatori del mio Jackson, un camaleonte, sono principalmente aquile, sciacalli e falchi.» - prese una pausa, bagnandosi le labbra «Se conosciamo i loro predatori, possiamo costruire qualcosa di veramente utile. Di necessario, ecco. Non avrebbe senso costruire una trappola che tenga via predatori che non sono interessati alla creatura che proviamo a difendere. Importante è anche l'ambiente in cui ci troviamo, le sue condizioni climatiche e quanto più di favorevole e sfavorevole possa esserci» - certo era che con Amalthea che commentava non era facile concentrarsi. Sorrise, sollevando un angolo delle labbra «L'idea di un regalo per lei l'avrei eccome» - pensò lui, cercando però la risposta a quello che veramente il docente volesse sapere «Louise. vengo con te.» - avrebbe detto, piegando in avanti il busto e facendo qualche passo di corsa verso la francese «Come stai qui? Non siamo nella stessa casa...» - mormorò alla ragazza, prima di iniziare davvero a fare la sua ricerca di materiale.
    Girò a lungo e in largo fino a quando non trovò un pezzo di legno anche lui e lo prese: forse una vecchia assa di una drakkar, non importava. Sarebbe stato comunque un ottimo materiale. Poi avvicinò Louise «Che hai trovato?» - disse, aggrottando la fronte quando dietro di lei notò un pezzo d'acciaio.
    «Ma sì, prendiamo anche questo.» - quindi tornarono dal docente.
    «Legno ed acciao, professore. Due materiali che sono davvero un palo al culo ostici. Una trappola va fatta con qualcosa che non sia facilmente convincibile, a mio parere. Ecco, il legno e l'acciaio rientrano nelle categorie di materiali con cui parlare diventa complicato.»
    Materiali: legno e acciaio.
    Julian Miller

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    Studente, I anno - Dioptase

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    parlato - pensato- ascoltato
    Si era illuso che Emma non venisse a lezione? Forse. O magari si era solo dimenticato che ad Hidenstone si usasse fare lezioni combinate o, conoscendo il tipo, poteva anche essersi dimenticato che la sorella non era al terzo anno ma ancora al secondo. Insomma, non era sicuro nemmeno lui del perché non ci avesse ragionato prima ma nell’istante in cui la vide arrivare non potè proprio fare a meno di sentire lo stomaco chiudersi all’istante –un record, per uno che avrebbe mangiato qualsiasi cosa a qualsiasi ora- e i battiti accelerare, mentre la gola si faceva secca e lui cominciava a boccheggiare come un pesce idiota. “C-ciao!” l’avrebbe salutata con imbarazzo, niente a che vedere con quello che aveva provato poco prima, rivolgendo un cenno ad Amalea, così impacciato solo perché ricordava bene come si fossero presentati la prima volta. Emma era tutta un’altra storia, su tutti i fronti.
    Non potè fare a meno di osservarla senza perdersi nessuno dei suoi movimenti, guardandola mentre consegnava al professore quella che sembrava una scatola piena di biscotti al cioccolato. “Lo farebbe mai per me? Lo fa per tutti? Lo fa da sempre? Le piace cucinare? Magari le piace preparare solo dei dolci…dovrei chiederglielo” si ritrovò a pensare, le sue deduzioni che si accavallavano una sull’altra senza una logica, portando la sua mente ad essere ancora più confusa del solito.
    “Una macchina volante?! Figo! Niente che possa aiutarti a cucinare? Non che tu non sia già brava! Cioè, non lo so, non ho mai assaggiato nulla di cucinato da te ma beh insomma…immagino che tu sia bravissima, non ho alcun dubbio!” cominciò, incartandosi nella sua stessa lingua e finendo per abbassare piano piano la voce fino a zittirsi del tutto. Che diavolo gli prendesse in quei momenti non lo sapeva nemmeno lui, ma venne –per fortuna- distratto dalla presentazione di Siria, che lo portò a voltarsi verso di lei, con chiara curiosità negli occhi e senza cattiveria. “Oh cavolo… deve essere difficile. Voglio dire, lo sai già, non hai bisogno che te lo dica io, certo! E non volevo essere fastidioso solo… mi dispiace. Non c’è nulla che possa aiutarti?” avrebbe domandato, la sua mente che cominciava fantasiosi voli pindarici nell’elaborare chissà quale tipo di strana tuta che potesse limitare i danni causati dal sole.
    Ci pensò Morrigan a distrarlo, riuscendo a catturare la sua attenzione nel momento in cui rispose al suo intervento, portandolo a sgranare gli occhi aldilà dell’umanamente possibile, rischiando di saltellare sul posto e faticando a rimanere fermo. “WAAAAAAA!” riuscì solo a dire, in un primo momento, a voce fin troppo alta. Si sarebbe avvicinato a lui, sbirciando sulla sabbia quello che aveva disegnato e in quel momento avrebbe trovato qualsiasi cosa entusiasmante.
    “Tipo quella! Proprio quella! Ma cosa fa?! Qualsiasi cosa??” avrebbe cominciato a domandare a raffica, senza nemmeno respirare tra una parola e l’altra, mordendosi piano il labbro inferiore per obbligarsi a tacere. Ma Morrigan aveva forse progettato la giornata per far venire un infarto a Thomas, o quantomeno per travolgerlo con cose pronte a fargli perdere quel poco controllo che aveva: l’arrivo della cugina non potè farlo altro che esaltarlo, costringendolo a voltarsi del tutto verso di lei e la creatura che stava cavalcando.
    Si sarebbe portato le mani ai capelli, sgranando gli occhi e trattenendosi nel sussurrare solo –avrebbe potuto urlarlo, si apprezzi lo sforzo- un entusiasta “WOOOOOOOOOOW” avrebbe esalato, incapace di trovare le parole giuste per descrivere Amalthea e la sua cavalcatura. Di certo l’enorme granchio era stupendo, ma la ragazza non era da meno: era così fiera, così a suo agio, così tanto sicura di sé e affascinante e…il cervello di Tom cominciò ad andare in contro circuito, tanto che non riuscì ad elaborare subito una risposta alle domande di Morrigan, gli occhi puntati sulla nuova ospite della lezione.
    “Quindi…ha un nome? Siete cresciuti assieme? E’ il tuo famiglio per davvero?” avrebbe chiesto tutto d’un fiato, senza riuscire proprio a contenersi, per poi sforzarsi di dare corda anche a Morrigan e spiaccicare qualche parola inerente alla lezione. “Sono d’accordo con i miei compagni…il cibo funziona sempre! Sono piccoli, devono crescere, avranno un sacco fame… oltre alla trappola dobbiamo dargli una ragione per starci e non provare a scappare. E dovremmo capire quanto sono grandi i nemici prima di progettare la trappola…insomma, cose così.” borbottò, la sua attenzione proiettata chiaramente altrove.
    Avrebbe fatto a meno di allontanarsi, avrebbe voluto rimanere con Amalthea e riempirla di domande ma siccome non aveva molta scelta alla fine si sforzò di cercare qualcosa di utile: finì per raccogliere per lo più delle alghe, qualche bastone sbiancato dal mare e lisciato dalle onde –che scelse per l’influenza che le onde avevano avuto su di lui, anche a livello di umore con ogni probabilità-, qualche conchiglia che gli sembrava particolarmente bella e giusto qualche piccola asse, che poteva sempre tornare comoda.
    Ritornò sulla spiaggia quindi, mostrando molto brevemente quel che aveva trovato. “Non so se userei il legno per questa trappola, ma è stato plasmato dalle onde…potrebbe avere un carattere più favorevole. E poi c’è qualche algha, per attirare le Bolle dentro e farle stare bene.” spiegò velocemente, la mente altrove e appena avrebbe potuto si sarebbe allontanato, raggiungendo Amalthea. “Ehi!” l’avrebbe richiamata, a voce fin troppo alta “Io… hai detto anche dei regali per te… se volevamo! Voglio dire non per te, ma per il granchio…cioè anche per te ma non solo, mi piacerebbe ma non è il caso e non credo tu mangi alghe. Oddio. Mangi alghe? Non è un problema nel caso! Non giudizo, i-io… sono buone, credo, nel sushi mi piacciono e anche nel ramen.” cominciò a dire, facendosi un po’ preso dall’agitazione mentre le mostrava le conchiglie che aveva trovato, scelte perché proprio particolari, a delle alghe accuratamente selezionate, e qualche piccolo riccio di mare trovato poco distante dalla spiaggia.

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    Interagisce con Emma Lewis, lancia occhiate ad Amalea Davidson e parla a suo modo con Siria Healy. Parla poi con Morrigan e Amalthea.
     
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    Benjamin D' Angelo


    Se so cos’è l’amore, è grazie a te.

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    PARLATO - PENSATO - NARRATO
    La lezione proseguì e Benjamin sul suo volto gli spuntò un sorriso che si allargò su tutto il viso illuminandogli gli occhi alla risposta che aveva dato riguardo all'argomento Magitecnica secondo il professor Morgan. Non sapeva di essere in gamba in questa materia. Cosi ascoltò anche le altre considerazioni dei suoi compagni, anche se non erano come le sue però. Ascoltò ancora una Il professore ammirato. Stava per parlare quando fu interrotto da una voce calda di una donna e lo sguardo celeste fu costretto a posarsi su una giovane che era seduta su un granchio e notò subito che poteva essere poco più grande di lui.

    ‘ Chi sarà mai ? ‘

    Pensò il giovane Ametrin del secondo anno sgranando gli occhi celesti per la sorpresa che gli fece la figura che aveva davanti sé, ascoltando la presentazione del Professor Morgan. Scoprì che si trattava di sua cugina. Le sorrise con tanta gentilezza prima di salutarla educatamente.

    “Salve, piacere di conoscerti Amalthea”

    Aggiunse mentre la osservò con il suo sguardo celeste era stata una forte emozione. Non era abituato a vedere qualcun’ altro insieme al professor Morgan. La lezione lo aveva lasciato a bocca aperta: fin da bambino amava gli abitanti del mondo marino nonostante aveva letto libri e visto Super Quark. Così ascoltò con attenzione le parole del professor Morgan.

    ‘Wow! E’ un argomento davvero interessante! Sono bellissime queste Bolle Incantate credo che potrei domandare qualcosa prima di proseguire. ‘

    Benjamin aveva i occhi scintillanti mentre vedeva quei teneri cuccioli di famigli marini dentro a quelle bolle che a lui sembravano delle palle di vetro che aveva come soprammobile sul comodino del dormitorio. Essendo un ragazzo molto brillante secondo l’ insegnante, così fece un sorriso rivolto al professor Morgan.

    “ Di che specie sono i cuccioli di Famigli marini ? E di che materiale sono fatte le Bolle Incantate ? ”

    Domandò curioso Benjamin, l’ Ametrin mentre attese una risposta del professor Morgan. Mentre fece una pausa e poi rispose alle due domande che gli aveva chiesto il professor Morgan.

    “ Prima di poter iniziare a costruire l’oggetto magico che ha un determinato umore, non dovremmo conoscere bene le materie prime e i metalli che percepiscono i fenomeni esterni poter legarli insieme vero professor Morgan? Poi bisognerebbe comprendere anche se il Carattere e l’Umore dell’oggetto dipendono soprattutto se influisce su una delle due categorie come ad esempio: dialogo con l’oggetto stesso oppure con la rivelazione con l’oggetto che andremo a costruire. Ah! Dimenticavo che bisognerebbe anche comprendere come lo Stimolo Magico o lo Stimolo Fisico possono influire sul Carattere e l’ Umore dell’ oggetto. Riguardo alla prima risposta, ho pensato a queste considerazioni da fare: l’oggetto dovrebbe avere delle parti trasparenti come finestre per permettere al cucciolo marino di fargli vedere la luce del sole poi, dovrebbe avere delle aperture per prelevare il piccolo del famiglio marino per curarlo una volta ferito e infine dovrebbe avere una forma mimetica che è a prova di ladri, intrusi o persone. “

    Disse il giovane Benjamin con un ‘ espressione sul volto che apparve sorridente e soddisfatta aveva detto quello che pensava, anche se ancora non aveva finito le domande. Fece una pausa per poi riprendere alla seconda domanda che l’ insegnante gli aveva posto quel mattino a lezione così dopo aver fatto una breve pausa ricominciò a parlare rispondendo così.

    “L’ atteggiamento coretto per approcciarsi ai cuccioli dei famigli marini, potrebbe essere questo: non bisogna mostrarsi agitati, saper mantenere la calma, accarezzarli dolcemente facendogli sentire il nostro amore e poi dargli anche la giusta alimentazione se si vuole farlo crescere con tranquillità poi gli servirà anche tutto il nostro sostegno essendo un cucciolo di un famiglio marino appena nato.”

    Aggiunse il biondino del secondo anno provando a dire la sua. Dopo aver espresso il suo pensiero. Si alzò in piedi e cominciò a camminare lungo la spiaggia dove c’erano tantissimi materiali per costruire una buona trappola per le Bolle Incantate che aveva appena spiegato il professore.

    ‘Vediamo se trovo tra gli oggetti che abbiamo a disposizione due materiali che si legano tra loro possibilmente per poter formare una trappola che mi possa aiutare difendere queste piccole creature innocenti. Potrebbero essermi due materiali magici come Legno e Pelle ‘

    Pensò il coraggioso Benjamin mentre cercava i due materiali tra tutti gli oggetti che c’erano sulle coste dove aveva la lezione quella mattina. Ad un certo vide un pezzo di Legno abbastanza resistente per costruire una trappola poi non poco lontano trovò un pezzo di pelle che gli sarebbe tornato utile. Così tornò dal professore Morgan con un sorriso stampato sul volto e parlò.

    “ Io ho trovato questi due materiali: un pezzo di Legno che sembra essere il più difficile da convincere poi un pezzo Pelle che sembra molto energico e nello stesso tempo molto combattivo. Credi che mi possono essere utili per costruire una trappola per le nostre Bolle Incantate?”

    Domandò al professor Morgan ancora una volta sperando che lo aiutasse, mentre attese in silenzio il continuò della lezione per concentrarsi sulla fase finale.


    Scheda - Statistiche - Outfit

    @yuiccia



    Saluta la cugina del professor Morgan e poi fa le domande sulle Bolle Incantate ed poi risponde alle domande che l' insegnante gli chiede poi trova Legno e Pelle, infine domanda se sono adatti per una trappola.
     
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    Leah Branwen
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    Leah sorrise a Edith Arbell Brightstone , esclamando

    Certo, accomodati! Piacere, mi chiamo Leah! Ah, se Harry ti importuna dimmelo, che lo picchio

    Disse ridendo (e non era una vuota minaccia, ogni volta che Harry Wood Harry si fosse allungato in qualche modo sull'altra ragazza si sarebbe ricevuto una gomitata nelle costole). Leah non commentò ne parve in qualche modo turbata o incuriosita dal vestiario dell'altra ragazza, e quando questa espose i suoi perchè, Leah non commentò, si limitò a sorriderle e a stringerle una spalla, come ad incoraggiarla.

    Ognuno col proprio corpo fa ciò che vuole, e nessuno deve provare ad opporsi alle nostre scelte!

    Ehy! Lasciala in pace, ognuno ha i propri pensieri, e tu non sei nessuno per giudicarli!!

    Intimò ad Amelia; lei poteva non avere peli sulla lingua, ma quella di Leah era pronta a diventare una spada, se doveva proteggere qualcuno.
    Leah ascoltò ogni singola parole pronunciata dal docente e il player lesse tutto, sti gran ca, quindi sorrise al commento dell'insegnante sul suo intervento.

    Anche lei si unì al coro dei

    Ciaò Amalthea!

    e sorrise al battibecco tra cugini.

    Ascoltò la domanda di Harry, quindi, con aria pensierosa, si limitò a chiedere:

    Prof? Quale è l'area che deve essere coperta dalle difese?

    Cosa aveva in mente la ragazza? Mah...

    Uh, beh...

    riflettè un attimo sulla domanda dell'insegnate

    sicuramente dobbiamo far sì che le creature non si spaventino e non rimangano coinvolte nell'azione difensiva, penso proprio...

    La ragazza non aveva un'idea chiarissima sul cosa fare... tuttavia vedendo una grossa conchiglia nell'acqua, a circa un metro dalla riva (una di quelle con le quali si "sente il mare", per intenderci), si tuffò e la raccolse, prima di uscire, gocciolante e lucente, dall'acqua e tornare da Harry ed Edith

    Voi avete qualche idea?

    Chiese incuriosita dai materiali da loro raccolti.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda - Stats
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    Leah cerca di incoraggiare silenziosamente Edith, cerca di zittire Amelia, quindi segue la lezione. Pone una domanda vaga sull'area da proteggere, quini ipotizza che bisogna trovare un modo per non danneggiare bolla e creature e non spaventare queste ultime; raccoglie una grossa conchiglia (dimensioni mano).
     
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    Narrato - "parlato" - pensato


    Avevo sempre avuto difficoltà nel legare col prossimo. Ognuno tendeva a mostrare la parte migliore di se stesso, quindi era del tutto naturale che nessuno mostrò particolare fastidio nella richiesta del costume. Io provai a far notare il mio disagio riguardo quella situazione e come mia somma sorpresa trovai l'approvazione di Leah che mi permise di star vicino a lei e da Amalea che mostrò uno sguardo comprensivo, ma non avevo idea se lo facesse perché voleva starmi vicina o perché stavo combattendo anche una sua battaglia. Mantenni il suo sguardo, salvo poi portare la destra all'altezza della mia bocca quando sentii la risposta del professore. Non riuscii a comprendere se vi fosse del sarcasmo o meno, ciò nonostante annuivo.
    "Lieta che l'idea vi piaccia. Anzi, ti piace, non sono molto abituata a dar del tu a chi è più grande di me, ma ci proverò. Ti farò recapitare da un Gufo quanto richiesto e sarei lieta della tua collaborazione, magari realizzando tale artefatto potremo sfruttarlo in occasione come quella in cui ci troviamo"
    Mostrai un sorriso compiaciuto, poiché se il docente fosse stato di parola mi sarei sicuramente ricreduta della superficialità di cui l'avevo accusato.
    Una ragazza mi rivolse la parola e ciò mi fece piacere, ma il sorriso che avevo sul volto appassì come un profumato fiore in inverno. Reputava l'artefatto che avevo proposto prima privo di senso, inoltre mi ricordò che eravamo nel ventunesimo secolo, non nell'ottocento. Non riuscii a trattenere una risata, dopodiché alzai un sopracciglio e scossi la testa. Stavo per risponderle, ma Leah fu talmente deliziosa da difendermi. "Leah, sei molto dolce a difendermi, ma non ce n'è bisogno. So badare a me stessa, specialmente se ad attaccarmi è una ragazza con così poca apertura mentale. Ma non è colpa sua, si tratta di ignoranza, va compresa, poverina" Avanzai di un passo verso la ragazza che aveva osato denigrare la mia idea. "Non mi aspetto che chi è così presuntuoso da minimizzare i problemi di una persona abbia la sensibilità o quantomeno l'intelletto per comprendere cosa possa essere utile e cosa no. Poi, qualcuno ha chiesto forse la tua opinione? Non credo proprio, anche perché se cercassi l'opinione di chi indossa un costume come quello che porti l'avrei cercata nei libri di storia" Avvicinai l'indice sotto al mento, facendo chiaramente finta di pensare. "Facciamo inizio 900? Se non erro quello è il periodo d'oro del decadentismo."
    Per quanto fossi convinta che una competizione tra ragazze non giovava praticamente a nessuno, non avrei permesso a una persona priva di stile e saccente di giudicare l'idea che lo stesso docente trovò geniale.
    L'arrivo di Amalthea fu una boccata d'aria. Non sapevo quale fosse la condizione della donna denrisiano, ma vedendola rivolgersi con in quel modo al cugino mi faceva pensare a una certa indipendenza. Tutto ciò è fantastico, anche perché ero convinta che vivessero nel patriarcato più totale.
    Man mano che la discussione procedette la mia stima verso la druida sprofondò all'inverosimile, facendo sembrare Morrigan non poi così male. Il suo modo di parlare era grezzo, da incivili. Forse ciò che manca su quest isola è un corso di galateo e buone maniere.
    A distrarmi fu una domande del professore, ma non alzai la mano per prima, dando modo ai miei compagni di rispondere per primi. Quando ebbi un attimo di silenzio alzai la mano. "Io terrei conto delle caratteristiche di chi immaginiamo dovrebbe cadere in trappola. Sono convinta che una trappola per un animale sia molto diversa da una trappola per un denrisiano, specialmente se consideriamo la possibilità di usare esche"
    Quando arrivò il momento di cercare i materiali Edith optò per la semplicità: cercava conchiglie, alghe e qualche pesce di piccola taglia.

    Edith A. Brightstone

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    I libertini ravveduti sono soldati che han perso la voglia di combattere
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    Casata: I anno

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    Interagisco con Leah e Amalia.
    Ho cercato conchiglie, alghe e pesci di piccola taglia.


    Edited by Edith Arbell Brightstone - 19/9/2021, 21:49
     
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    Aibileen Beatrix
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    Aibileen, mentre ascoltava l'insegnante, cercò la figura di Siria Healy con gl'occhi, per capire se il suo essere ligia al dovere fino al midollo l'aveva veramente fatta venire nonostante il suo problema con il sole, alla fine. Sentì l'angoscia stringerle il cuore per qualche istante, quando la riconobbe, ma quando notò come si fosse (come sempre in quei casi– altrimenti, non sarebbe stata più lì tra loro per poterlo raccontare da un bel pezzo) ben attrezzata, riuscì a rilassarsi in un modo più o meno decente. Sapeva che era perfettamente in grado di cavarsela, era sempre stata una studentessa capace ed una persona intelligente, ma non poteva comunque fare a meno di preoccuparsi. Erano amiche dai tempi di Hogwarts, d'altronde.
    Siria aveva problemi con il sole... Ed Aibileen con la luna piena: un'accoppiata più che vincente! Per cercare di mettersi nei guai in modo semplice, veloce ed efficace.
    Scherzi (?) a parte, Aibileen fece, quindi, per fare cenno ad Aidan Hargraves di raggiungere la bionda concasata, ma poi, intercettò uno scambio di sguardi tra lei ed un ragazzo (Isaac Callahan) e, con un piccolo sorriso, decise di lasciar perdere.

    “... Ma appena ci dirigeremo verso la prossima lezione, dovrà raccontarmi un paio di cosette!”

    … Il fatto che lei avesse da raccontarle cose ben più serie e solide, le strinse nuovamente il cuore in una morsa. I suoi messaggi, quell'estate, erano stati rari e, ne era perfettamente consapevole, ben poco convincenti. Siria Healy era naturalmente al corrente della morte di Tyler, il suo cugino quindicenne, che aveva concluso da poco il suo quinto anno ad Hogwarts, essendo lei più che conosciuta dalla sua famiglia! Ma non del suo piccolo problema con la luna piena. L'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri si concentrò per infilarsi quanta aria possibile nei polmoni, prima di ributtarla tutta fuori. Doveva riuscire a restare con la testa in quella lezione, e non perdersi nella valle di lacrime ghiacciata nella quale aveva abitato per la maggior parte del tempo, durante quell'estate.
    Quando l'amica si presentò, presentando, insieme a lei, anche il suo problema con il sole, l'ammirò per il suo coraggio e, se fosse riuscita ad intercettare il suo sguardo, le avrebbe dedicato un occhiolino.
    Apprezzava molto i modi diretti e terra, terra del Professor Morrigan, e sapeva che, se aveva delle difficoltà nella sua materia, ciò non era minimamente dovuto a lui o al suo modo di spiegare: anzi, non aveva mai capito così tanto di tutta quella roba in vita sua! Ma non si sentiva decisamente, decisamente portata. Era una persona pratica? Nelle cose della vita di tutti i giorni, pure, pure... Sapeva piantare un chiodo in un muro alla babbana (e se pensate che, a fare questo, so' boni tutti... Avete in gran parte ragione, ma la player è l'eccezione, e quindi, se provasse a farlo lei, probabilmente lo distruggerebbe, il suddetto muro), per dire.
    Quando il docente di Magitecnica parlò ad Aidan a quel modo, lei rivolse all'amico Dioptase un piccolo sorriso, guardandolo fiera, ed accarezzandogli appena la spalla su cui si era appoggiata. Gli fece un occhiolino, prima di tornare a guardare il Professor Morrigan, sforzandosi di concentrarsi il più possibile su quanto stava dicendo e spiegando loro.
    Lei personalmente, trovava gli incanti trasfigurativi spesso particolari ed interessanti, per quanto decisamente complicati da realizzare! Non di rado le era capicato di sentire nascere in lei l'irrefrenabile voglia di mettersi a disegnare, in piena lezione, per cercare di rappresentare come un materiale potesse cambiare anche solo in parte gli elementi della sua composizione, per dire. E adorava, in particolar modo, il fatto che fosse possibile comunicare con gli oggetti! Si trattava di un qualcosa di decisamente fantastico.
    S'interessò ancora di più, però, alla domanda che pose Nathan Parker King, nonché alla risposta che ricevette dal docente.
    Si rese conto, però, di non essere risultata chiara nella risposta che aveva fornito lei, e cercò di sforzarsi il più possibile per mantenere la propria presenza mentale a lezione quel che bastava per risultare maggiormente chiara ed esauriente, nonostante tutto ed il fatto che, comunque, parlare davanti ad un numero particolarmente folto di persone continuava a non far parte delle sue attività preferite.

    “... Ma neanche un po'!”

    << G.. Grazie per il suo incoraggiamento... E mi scusi... Credo... Credo di non essere stata molto chiara. M.. Mi piacerebbe che il libro cambiasse anche nella forma... A.. A seconda del libro, della sua edizione... Della sua traduzione... Cambiano tante cose! Già solo per la fabbricazione della copertina, per esempio... Ed hanno delle storie da raccontare... >>

    Abbassò per un istante lo sguardo verso i propri piedi, per poi stringersi le mani l'una nell'altra per farsi nuovamente coraggio, e rialzarlo verso il Professor Morrigan.

    << … Tante storie. >>

    Concluse, con un sorriso timido, ed il volto accalorato. Aveva, per l'ennesima volta, sparato soltanto un mucchio di castronerie?
    Apprezzò, in ogni caso, oltre misura, il modo in cui venne in aiuto della sua amica Siria, facendo levitare magicamente il suo ombrello, e si aprì in un sorriso più dolce, più disteso:

    “... Grazie Prof.”

    Poi, una voce sconosciuta la fece sobbalzare, nonché voltare di scatto verso il punto da dove le sembrava provenire la suddetta. All'udire e al vedere le fronde degl'alberi che venivano scosse a quel modo, Aibileen sobbalzò.

    Cazzo! Ma che... ?!?”

    Al vedere una ragazza seduta a gambe incrociate su di un granchio gigante dirigersi verso di loro, però, la sua espressione cambiò radicalmente:

    “Wow! Ti prego, insegnami come si fa!”

    Il pensiero che quella scena avrebbe fatto impazzire di gioia e di curiosità Tyler, suo cugino, continuò a velarle gli occhi di tristezza, ma, se non altro, il suo sguardo si era fatto di gran lunga più presente alla situazione, ed i lineamenti del suo volto erano, in quel momento, più distesi.
    Quando scoprì, però, che i due erano cugini, non tardò a voltare lo sguardo da tutt'altra parte, per concentrarsi il più possibile sull'atto di non permettere ad una sola lacrima di fare capolino dai suoi occhi.

    “Non piangere, non piangere, non piangere...”

    … I due, tra l'altro, non sembravano andare granché d'accordo. Aibileen si aggrappò alle proprie braccia, stringendole con le proprie mani per fare leva su tutto l'autocontrollo di cui era diventata capace. Sopportava male i litigi e i conflitti. Da che aveva memoria, era sempre stato così!

    “Non riesci a piangere quando sei da sola, e ti senti a pezzi, con un pezzo di ghiaccio dentro... E dovresti farlo adesso, a lezione, davanti ai tuoi compagni, al Prof?? Ad Aidan, a Siria?? Non se ne parla neanche! Forza!”

    Si morse il labbro inferiore con decisione, rispondendo distrattamente, con un cenno del capo, al saluto della “cuginetta” del Professor Morrigan... Si concentrò con tutta se stessa sulla propria respirazione.

    “... C'è Aidan. Andrà tutto bene.”

    Quel pensiero e la respirazione nuovamente regolare riuscirono, finalmente, a calmarla quel che bastava da alzare lo sguardo, per andarlo a posare su Amalthea e sul suo magnifico granchio.

    “Mette anche un pochino di ansia, con quelle chele, ma... Ma quant'è carino mentre fa le fusa??”

    Allo scherzo di Amalthea, però, Aibileen si strinse nuovamente le braccia con le mani. Con gli occhi lucidi, respirò con tutte le proprie forze, trattenendosi a stento dal correre via da lì, verso il mare...
    Ma, per fortuna, quando la druida diede inizio alla sua spiegazione, l'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri rimase incantata dalle sue parole. Il suo cuore, tra tutte quelle emozioni e sensazioni, tra tutto quel passato e quel presente, che non facevano altro che chiamare a loro diverse possibilità di futuro, scaturite dai diversi modi che aveva di vivere e di prendere quelle presente (un consiglio, Aibileen: di petto!)... Stava impazzendo. Però qualcosa che continuava a tirarla verso la vita, quasi senza sosta, c'era. Era presente nella volontà di non far perdere il sorriso, a causa della sua preoccupazione verso di lei, ad Aidan, nel desiderio irrefrenabile di vedere dal vivo anche solo una delle Bolle Incantate delle quali stava parlando loro Amalthea.
    Adorava sia il mare che le creature, magiche e non. Non poteva che bersi le parole di quella parte della lezione, nonostante il dolore al petto, nonostante tutto. Poteva ancora meravigliarsi di qualcosa... Allora, il suo cuore non si era ghiacciato del tutto.
    Alla domanda che fece loro il Professor Morrigan, la ragazza rimase con un'espressione assorta ben marcata sul volto per un po', prima di decidersi ad alzare la mano, ed azzardarsi a prendere nuovamente la parola:

    << … Una... Una considerazione che potremmo fare.. >>

    Deglutì una volta, prima di decidersi a continuare. Non voleva che la propria voce uscisse come rotta dal pianto! Voleva evitarlo a tutti i costi.

    “Ormai sono maggiorenne da un po'... Devo farcela!”

    Si ammonì.

    << … Consiste nel... Nel pensare ai materiali, o al materiale, che possono far sentire... Al sicuro, ecco, il più possibile a casa, la creatura marina da... Da proteggere, insomma. Anche a seconda del carattere del materiale e di quello della creatura... Forse? >>

    Abbassò per un attimo lo sguardo, e si strinse ancora le braccia tra le mani, prima di rialzarlo e trovare la forza continuare:

    << I cuccioli, se approcciati... In generale... Con modi di fare, di comunicare e di avvicinarsi (eventualmente) calmi e pacati, di solito, arrivano a fidarsi... O a diffidare di meno. E se i gesti sono pochi, chiari e non troppo veloci, ancora meglio... Penso. >>

    Concluse, o credette di concludere, prima di schiaffarsi una mano sulla fronte.

    << Ah, e il cibo! Le... Le offerte del cibo adatto alla creatura possono... Aiutare parecchio... Ecco. Nella mia opinione. >>

    Concluse. Stavolta per davvero. Quando il docente li incoraggiò ad andare in avan scoperta, Aibileen fece per proporre ad Aidan di trascinare con loro Siria ma, quando vide il ragazzo che l'aveva guardata prima avvicinarsi a lei, nel suo sguardo si accese una sfumatura di tenerezza e, se l'altra avesse ricambiato il suo attuale, di sguardo, si sarebbe limitata a rivolgerle l'occhiolino più complice e incoraggiante possibile, ed avrebbe lasciato perdere quell'idea.
    Quando Nicholas Mc Callister, che aveva incontrato proprio il giorno prima della sua... Del.. Di... Dell'inizio del suo problemino con la luna piena, la salutò, Aibileen ignorò la propria stretta al cuore, e gli dedicò il sorriso più caloroso di cui fu capace:

    << Ciao, Nick! Vedere il mare è sempre bello... Tu come stai? Che tenera Mary Lou... Ma... Sì, organizziamoci presto! Sentiamoci via magifonino >>

    Non era sicura di niente, in quel periodo... Di nessuna delle decisioni che le sembravano, a giorni alterni, essere più giuste o più sbagliate. Di chi fosse diventata. Di chi stesse diventando. Ma Nick le stava sinceramente simpatico... Rivederlo con più calma le avrebbe fatto davvero piacere, anche se temeva di deluderlo, nel non potersi più dimostrare esattamente la stessa ragazza di prima. Oppure, era lei che esagerava, e si vedeva più diversa di quanto in realtà non fosse? Chissà... Ma forse, nell'indecisione, cercare di andare avanti nella scia della vita poteva aiutarla a chiarirsi le idee. Prima o poi. Anche solo un filino. In ogni caso: poteva anche solo, semplicemente, farle bene.
    Quando l'aitante e scattante (?) primino si presentò ad Aidan, Aibileen si sforzò di mantenere lo stesso sorriso mentre si voltava verso quest'ultimo, toccandogli un braccio con una mano.

    << Siete anche nella stessa casata.. >>

    Poi, salutò Nick con uno sventolamento di mano, e continuò a seguire Aidan nel suo percorso, prima di trovare una conchiglia grossa quasi quanto il palmo di una sua mano, ed abbastanza spessa, di colore ocra e bianco. Le sembrava veramente...

    “Resistente.”

    << Il legno potrebbe rassicurare facilmente, sulle prime, dei cuccioli... Ma non era quel materiale difficile da convincere a fare quello che gli viene chiesto? L'osso, invece, non è quello rabbioso? Potrebbe stimolare troppo l'ostilità di un ipotetico aggressore... Il legno, in realtà, mi sembra una buona idea, perché potrebbe mimetizzarsi facilmente con l'ambiente... Ma non da solo. La pelle è una materia valida, credo, ma... Di quale animale potremmo trovarla, qui in spiaggia? Ed io... >>

    Scosse forte la testa al solo pensiero.

    << No... Non me la sentirei proprio di scuoiare un animale... >>

    Tornò a guardare la conchiglia che aveva in mano:

    << Stavo pensando ad una trappola che eluderebbe, più che altro, l'attenzione di eventuali... “Esseri” dai loschi fini, insomma... Se tu sei d'accordo. Ma mi adatterò volentieri a qualsiasi tua idea! >>

    Aggiunse, con un piccolo sorriso, guardando il coetaneo Dioptase con riconoscenza, per il modo in cui le stava accanto come stava facendo in quel momento, e con piena fiducia. Gli scoccò un bacio sulla guancia. Poi proseguì:

    << In quel caso, però, al momento mi vengono in mente il legno... Ed un tipo di conchiglia solido, per “foderare l'interno” della trappola difensiva. >>

    Mentre parlava, si decise a mostrare la conchiglia che aveva trovato sulla sabbia all'amico.
    Si lasciò, infine, condurre interamente dalle considerazioni e dalle scoperte del coetaneo Dioptase, e tacque, annuendo semplicemente con un sorriso, di tanto intanto. Come aveva detto prima, si sarebbe adattata, per quanto, quella pelliccia che aveva trovato, non la volesse sfiorare nemmeno con un dito. Ed era più che intenzionata a guardarla il meno possibile. Raccolse qualche bastone in legno che le sembrò particolarmente solido, e continuò a tenere in mano la conchiglia che aveva trovato, anche solo per poterla conservare come ricordo di quella lezione così particolare.
    Quando tornarono dal Professor Morrigan, ed ascoltò le considerazioni finali di Aidan, sorrise appena.

    << … Ti ha stregato, eh? >>

    Gli fece un piccolo sorriso, poi mostrò anche lei ciò che aveva trovato al docente, ma mantenendosi ferma nella sua scelta di adeguarsi soprattutto all'istinto di Aidan, anche solo per poterlo vedere divertirsi come un matto e sorridere in quel modo sbarazzino e leggero.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda - Stat.
    RevelioGDR



    SPOILER (click to view)
    Aibileen trova una conchiglia che le sembra particolarmente spessa e solida, e dei bastoni di legno duro. Ha, inizialmente, l'idea di cercare di rendere realizzabile più una trappola che eluda l'attenzione di possibili predatori e altri rischi viventi, che una trappola “pronta all'attacco”, ma si adatta volentieri alle idee e al piano di Aidan Hargraves.

    Le risposte alle domande del Professor Morrigan sono, oltre che nel solito grassetto del dialogo, interamente in corsivo, nel tentativo di facilitarne l'individualizzazione.

    Interagisce con Aidan Hargraves , Nicholas Mc Callister, e (chi l'avrebbe mai detto) il magnifico, splendido Morrigan Maverick, o Professor Morrigan. Inoltre, tiene d'occhio e si preoccupa per Siria Healy. Nota lo scambio di sguardi e l'avvicinamento tra lei ed Isaac Callahan.
     
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    Dioptase
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    «Mmm». In realtà con quanto detto dal docente l'ex Corva concordava fino ad un certo punto, dato che il fatto che le bacchette nella storia magica erano rappresentate per lo più dall'utilizzo della più vasta scelta di legni a disposizione che tramite le loro anime in correlazione ai nuclei si allineavano all'animo del loro proprietario. Dopo tutto erano le bacchette a scegliere il mago e non il contrario. Da quel poco che stava comprendendo, in particolare per gli interventi degli studenti più grandi, c'era traccia di umori e caratteri nonché il dialogo con i materiali. E non era dopotutto quello che, in qualche modo, faceva un fabbricante di bacchette durante la loro creazione? Inoltre, a ben vedere, il catalizzatore proposto dall'uomo altro non era che una bacchetta cui differiva solo per la scelta dei materiali. Per cui, alla fine, anche non sapendolo le aveva dato ragione.
    Ad ogni modo la strega non se ne risentì, anzi si dimostrò decisamente attenta ed eccitata per quella materia dal sapore di innovazione e non di stantio. Ciò però non le impedì di incrociare lo sguardo con Thomas, il ragazzo che aveva baciato il giorno prima al villaggio, sentendo una sensazione di disagio iniziare a crescere. Deglutì, finendo quasi con lo strozzarsi alla vista di un enorme granchio cavalcato da una ragazza bellissima quanto selvaggia. Se una parte tendeva a voler raggiungere lei e la sua aurea, dall'altra sapeva che non sarebbe mai stata in grado di condividerne passione e lavoro. Era a dir poco scettica sul druidismo e non era esattamente un'amante delle creature magiche, senza dimenticare un, celatissimo, terrore per tutto ciò che riguardava gli spiriti e l'oltretomba. Eppure era affascinata dai due parenti e dalla loro dialettica, nonché da come lasciavano tranquillamente trasparire la passione per quello che facevano, nonostante alcuni termini, in primo momento, potevano far sembrare il contrario. «In realtà credo bisognerebbe comprendere verso chi vadano questi oggetti, non in difesa intendo, parlo più del lato offensivo? Nel senso sappiamo che sono a protezione di piccoli cucci ma da chi devono essere difesi? Uomo? Altre creature magiche? Babbani? Maghi? E sono tantissime le variabili». Intervenì di nuovo la dioptase, cercando di ottenere l'attenzione di uno dei due. Successivamente avrebbe iniziato la caccia al tesoro per il suo materiale da usare per una ipotetica difesa per cuccioli marini che erano davvero indifesi?
    «Uniti o ci dividiamo?» chiese in direzione di O'Connor e, ad ogni modo, attivandosi immediatamente. La scelta più ovvia fu di cercare tra i granelli di sabbia degli elementi della drakkar spiaggiata e diroccata. Da quel che aveva sentito -ma soprattutto visto il giorno prima- sui Denrisiani sapeva che erano una popolazione che non le mandava a dire, rude, schietta e decisamente sanguinaria. Nella sua ricerca finì nell'orbita di Thomas e, dopo un'occhiata in direzione di Brooks, decise di avvicinarsi. «Ehi...» anticipò la sua presenza con un saluto innocuo. «Non ho intenzione di attentare alla tua virtù», lo avvisò alzando entrambe le mani. «Non di nuovo almeno», un sorriso teso e poi le dita a congiungersi davanti, stritolandole con fare nervoso. «Ecco, mi chiedevo se... hmpf», si schiarì la voce, muovendo veloce le iridi per non soffermarsi troppo su quelle labbra di cui conosceva la consistenza e il sapore. «Non è che potremmo parlare di quello che è successo? Sì, insomma, probabilmente mi prenderai per pazza ma, ecco, sì... ti dispiacerebbe?»
    Una volta avuta risposta, sperando non in un palo grande quanto una casa, la per metà messicana iniziò davvero la sua ricerca, sempre verso la drakkar. Sperava di riuscire a mettere mano su qualche artefatto magari in ferro o in zinco. Si sarebbe accontenta persino di una piccola striscia, perché quello che le interessava era la contaminazione dell'oggetto con chi l'aveva posseduto o modellato. Poi se avesse avuto culo trovando anche qualche osso interessante o pelle di qualche creatura magica conciata e dimenticata.
    Amalea Davidson

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    Fill your paper with the breathings of your heart.
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    Dioptase
    Corvonero

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    Interagisce con Brooks Ryan O'Connor, Thomas S. Roberts. e Morrigan Maverick e/o la cuginetta.

    Spera di cercare almeno uno tra ferro, zinco, osso o pelle. Sicuro prende una delle eventuali assi di legno della drakkar abbandonata.
     
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    Ametrin
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    Si reputava un ragazzo fortunato. Decisamente tanto. Forse avrebbe fatto meglio ad accendere un cero a qualche divinità tanto cara ai denrisiani per mantenere il vento a suo favore così come facevano con le vele magiche delle loro drakkar. Quello che era riuscito a vedere grazie anche all'aiutino della sua ragazza fu capace di pompare il sangue così forte che dovette arrestare il passo per ricordarsi cosa bisognava fare per restare in piedi. «Ho già detto che penso che tu mi voglia morto?» La voce roca, lo sguardo incendiato. Non ci pensò due volte nell'afferrare la ragazza e tirarsela addosso, indietreggiando verso un anfratto del castello per baciarla con tutta la passione che possedeva.
    Però il fuoco che era capace di scatenare la Farley non si fermava solo ai suoi ormoni. La sua indole dura e cocciuta si riversò su una ragazzina animata dal più profondo dei femminismi che non fece altro che soffiare sui carboni ardenti di Amelia. «Ghiacciolina...» provò a calmarla, mantenendo il tono basso ed arpionandole i fianchi. «Rinfodera gli artigli», per il momento, perché li avrebbe voluti su di lui più tardi. Lui che riuscì a capitalizzare l'attenzione di Morrigan condividendo una delle sue passioni che non sventolava proprio ai quattro venti perché idiota. «Sì, è un aspetto della magitecnica che mi interessa davvero molto», un imbarazzo colorò le orecchie di rosso, frutto anche dell'interesse che davvero provava per quell'aspetto. «Ha qualcosa anche sulla magitecnica in supporto alla cura?» Mai si era aspettato di poter unire magia verde e magitecnica in quel modo, vedendola sempre più come supporto alle armi e meno a fin di bene. E poi il ragazzino perse un battito nel vedere una meravigliosa creatura all'orizzonte.
    Fiera, incantevole, affascinante, magnetica. «Urca!» Si lasciò sfuggire e, se qualcuno avesse seguito il suo sguardo, avrebbe visto come si fosse posato sulla creatura magica. «Per tutti i berretti rossi, che gnocca!»
    Forse doveva smetterla con il suo feticcio per gli animali. «Ehi, Amalthea, come si chiama questa splendida creatura?» urlò, cercando di sovrastare il vociare generale.
    La fame di sapere però non cessava, soprattutto quando sentì che si sarebbero dovuti occupare di piccoli marini indifesi. Un punto debole per un ametrino come lui che ancora una volta avrebbe preso parola.
    «Il miglior modo per approcciare con i cuccioli è tentare di creare un legame con loro. Di solito io sono per un approccio empatico, fatto con gesti lenti -sia mai sbagli e ti ritrovi senza un arto- e soprattutto con lo sguardo. Poi se non riesco con questo... cibo, tanto cibo!»
    Spiegò, concludendo con un occhiolino verso Morrigan, più che Amalthea. Quello però che non riusciva a capire era l'atteggiamento della Dioptase, soprattutto dopo che Emma si arrestò dalle sue parti e che, nonostante le svariate rassicurazioni, sembrava covare comunque una continua gelosia nei confronti della sua migliore amica. «Ehi, aspetta!» Cercò di richiamarla, rivolgendo poi uno sguardo sconsolato alla sua follettina. «Scusa Em, non so che le prende oggi», abbozzò a mo' di scusa, cercando di seguirla, seppur a distanza, per lasciare eventuale spazio. Dopotutto anche lui aveva una missione. Si mise alla ricerca di qualche oggetto utile. Sperava di trovare almeno qualche anello che componeva la catena di un'ancora appartenuta alla drakkar arenata. Queste erano lunghe, resistenti e potenziate sicuramente dalla magia. Avevano visto probabilmente tutti i sette Mari, partecipato alle più disparate scorribande dei Predoni, magari le stesse punte che arpionavano fondali e rocce avevano anche privato della vita qualche essere o anche salvato quella di qualcuno. Di solito erano oggetti fatti di ferro o acciaio rinforzato, chissà invece quelli dei carpentieri. E poi continuò a scandagliare tra la sabbia, servendosi di mani, piedi e vista, fino a vedere qualcosa spuntare da una piccola collinetta: un dente. Lo raccolse sperando che fosse di qualche megalodonte. La druida era stata chiara sull'importanza delle creature marine per questo popolo rozzo ed antico che se rimaneva e fioriva ancora nel ventunesimo secolo doveva pur avere qualche segreto.
    Nathan Parker
    King

    "
    The biggest misunderstanding about me is that I'm just a bratty, gobby idiot.
    "

    Ametrin
    Wampus
    Quidditch

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    Interagisce con Amelia Farley, Emma Lewis, Morrigan Maverick e Amalthea.

    Trova dei denti di megalodonte e spera, invece, di trovare pezzi dell'ancora. Ma lascio tutto nelle tue mani, aa. <3

    Oggetti: Anello in rame ᚢ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti di Guarigione.
     
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    Brooks O'Connor
    Era una battuta divertente, dai... comunque portalo il costume, che problemi ci sono le rispose, completamente ignaro dei problemi di autostima dell'altra, che per lui non sussistevano. Non perché avesse un ego smisurato, semplicemente perché lui si piaceva così e dell'altrui opinione non sapeva veramente che farsene, decidendo che avrebbe dedicato il suo tempo solo verso chi lo trovava simpatico senza che Brooks dovesse cambiare se stesso sia fisicamente che caratterialmente.
    Con quella consapevolezza, finì di vestirsi con qualcosa di decisamente poco adatto alla spiaggia, andando alla ricerca della sua migliore amica.
    Sarà un peccato non poter condividere il letto nemmeno qua soffiò sul suo orecchio con fare innocente, ancora inconsapevole di cosa girasse per la mente dell'altra. Il fatto era che durante l'estate, quando erano l'uno a casa dell'altra, capitava spessissimo che condividessero il letto. I suoi due padri adoravano Amalea - Fitz un po' meno- quindi capitava spessissimo che la invitassero da loro anche per una settimana intera, quindi condividevano praticamente tutto fin dalla tenera età di undici anni, quando si erano conosciuti per caso. Si staccò appena, trascinandola fuori fino al punto dove si sarebbe tenuta quell'insolita lezione dalle interessanti premesse.
    Sorrise quando il docente parve apprezzare la propria risposta, anche se non poteva essere sicuro che gli fosse davvero piaciuta, ma stando alle sue parole era così... quindi fu contento. Dopodiché ascoltò tutto ciò che dissero gli altri, finché una voce non lo fece voltare nell'esatto momento in cui un enorme crostaceo apparve dinanzi a loro. Sulle prime, credette trattarsi di un qualche boss kttv, ma poi vide che sulla sua groppa, vi era una ragazza molto bella e con vestiti che richiamavano subito l'attenzione, quindi Brooks si perse a fissarla, soprattutto le rune che aveva in una delle due gambe dei jeans. Ma se Morrigan è un cognome... qual è il suo vero nome? Domandò Brooks al suo docente, inclinando appena la testa. Non gli riusciva molto bene dargli del tu, no. E... pensate che anch'io un giorno potrò cavalcarlo? Domandò di nuovo, stavolta rivolgendosi sia a Maverik che a sua cugina, tutto emozionato, divenendolo ancora di più quando il docente spiegò cos'avrebbero fatto quel giorno, porgendo anche loro delle domande, alle quali Brooks non era sicuro di saper rispondere, ma ci avrebbe almeno provato. Non penso che proteggere animali marini ed uccelli sia la stessa cosa, forse perché questi ultimi volano? Tentò, nel mentre si levava sia la camicia che i jeans, restando nel suo costume giallo fluo che, in effetti, distoglieva l'attenzione dal suo corpo asciutto ma ben delineato.
    Dai, facciamo ognuno per sé! Le propose senza alcuna traccia di sfida nella voce, semplicemente sapeva quanto fosse geniale la sua amica e non aveva intenzione di rallentarla o farle prendere un brutto voto. Alla fine, andò in un pezzo di spiaggia un po' più distante dagli altri, puntando il catalizzatore verso il basso. Defodio mormorò, osservando una porzione di sabbia sollevarsi e mettersi di lato, sebbene non troppo estesa. Ma almeno così riuscì ad avere la visuale che cercava: raccolse una bellissima conchiglia a spirale blu ed un sasso perfettamente tondo e color cremisi. Li mise nella tasca del costume, adocchiando Amalea che stava parlando con il ragazzo che aveva baciato al porto. Digrignò i denti ma non disse nulla, dirigendosi al relitto di una drakkar, entrando per un imponente buco lungo la fiancata. Qui trovò un vecchio forziere di resistente legno, anche se vuoto e non troppo grande, coperto da una coperta in pelle di drago e trascinò fuori entrambi, tornando verso il punto d'incontro con il proprio bottino, allungando poi la conchiglia a spirale verso la cugina del prof. Questa è per lei... spero le piaccia! Esalò quasi d'un fiato, con un genuino sorriso che gli illuminava il viso. Oh ma secondo te... si offende se chiamo anche lei "Ama"? Domandò alla sua amica, dandole una leggera gomitata, sussurrando in modo che nessuno potesse sentire.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland


    Interagisce con Morrigan, Amalea, la cugina di Morrigan v.v e trova una conchiglia a spirale blu (che dona alla cug), una pietra tonda color cremisi, un vecchio forziere ed una coperta in pelle di drago
     
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    Ametrin
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    Emma Lewis
    Sorrise al docente non aggiungendo altro, anche perché fu agganciata ben presto da Thomas. Ciao Tommy! Lo salutò, tanto per cominciare, sorridendogli in modo piuttosto espansivo, non saltellando comunque sul posto come suo solito, dato dal fatto che aveva ancora un po' di tristezza in corpo per il fatto di essere stata separata dagli altri suoi compagni dell'ex secondo anno, come per esempio Adamas. La cosa positiva, però, era l'aver sempre vicino Nathan, il suo migliore amico, anche se ultimamente nella loro quotidianità, si era infiltrata Amelia. Oddio, non proprio ultimamente ma era una cosa che stava crescendo pian piano fin dall'anno precedente. Tornò a concentrarsi sul gemello che non sapeva fosse suo gemello. Ehm... se vuoi posso prepararti dei biscotti, così potrai giudicare tu! Lo disse con una certa dose di allegria, anche se il suo sorriso non riusciva ad estendersi fino agli occhi, sempre focalizzato sulla bocciatura.
    Si avvicinò al suo migliore amico, ricevendo da Amelia un'occhiata non male, rispetto a quelle le quali era abituata, anche se poi parve allontanarsi, con Nathan e scuse al seguito. Con un cenno del capo, lo lasciò andare. Non aveva molta voglia di mantenere la propria loquacità, infatti non mostrò particolare gioia nemmeno quando apparve un granchio gigante con a bordo una tipa, né quando Morrigan la presentò, né quando spiegò cosa avrebbero dovuto fare, limitandosi a zampettare in spiaggia senza aspettare nessuno né parlare con nessuno. Andò sul bagnasciuga, cercando di trovare qualcosa che potesse essere utile. Alla fine, tornò con quello che pareva essere un vecchio timone consumato nel tempo, anche se di legno massiccio, ed una catena di ferro che pareva il resto di una vecchia ancora. Certo, tutto ciò pareva pesare più di quanto pesasse lei stessa, ma non aveva importanza, riuscì a trascinarla fino al gruppo.
    17 y.oStudenteAmetrinII annoFrom Dublin


    Interagisce con Thomas S. Roberts e va a prendere un pezzo della catena che tiene l'ancora ed un timone
     
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    Morrigan Maverick

    "Be the chaos you want to see in the world"
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    « A MAN IS NOT DEAD WHILE HIS NAME IS STILL SPOKEN. LONG MAY HE REIGN. »
    [Scheda][Statistiche]


    «Ovvio, Aidan, so cosa fareste se avete assorbito anche un solo decimo della mia essenza» Insomma, le ragazzine non lo interessavano minimamente, preferendo più tigri vissute come Kenna McDonald, ma quando aveva l'età dei suoi studenti era vero l'esatto opposto. Oddio, anche a quell'età non avrebbe disdegnato una scappatina con una professoressa a dirla tutta, ma stiamo andando off topic.
    «In carne e ossa» Ribadì la strega quando il Dioptase ripeté il suo nome.
    «Ottima riflessione sui materiali, Aidan, dei materiali aggressivi sono perfetti per tenere alla larga gli intrusi ma c'è un ma...» Un occhiolino al suo allievo e poi il capo ciondolò in segno d'assenso per il resto della risposta su cui non ebbe nulla da ridire.
    «Il legno è materiale incredibile, Aidan. Quello delle drakkar, poi, ben si adatta alla convivenza con il mare. Di contro la pelliccia, se usata saggiamente, può creare un legame per la sua natura con le creature con cui andremo a "lavorare"» L'espressione si fece leggermente più amara quando l'altro disse che avrebbe usato il resto per Amalthea. Sfortunatamente non ci sarebbe stato abbastanza tempo per la trappola e il regalo alla druida.
    «Deduzione super ottima, Giada» Entrambi gli indici puntarono la giovane strega mentre un sorriso prese a illuminare il volto del magitecnico. «Il segreto per superare ogni sfida è comprenderne i punti deboli» Le mani vennero portate al petto e al posto degli indici si sollevarono i pollici in un chiaro segno di approvazione. «E si, il tuo esempio è perfetto. Dato il passato di un oggetto, è facile dedurne le proprietà per cui performerebbe meglio. Le pietre vulcaniche assorbono perfettamente le capacità del vulcano e un abile magitecnico sa farle risaltare» Un sorriso «Come per estrapolarne la resistenza al fuoco». Anche l'idea che presentò fu abbastanza geniale, però avrebbe richiesto un grande dispendio di energie. Quindi il docente annuì compiaciuto alla domanda dell'altra, per niente scoraggiato consapevole del potenziale della strega.
    Il sussurro di Isaac non venne udito ma, di contro, il resto della spiegazione si. «Quando la vita ti da limoni, facci una limonata» Un sorriso furbetto a illuminargli il volto. «Le tue conoscenze in ambito runico sono intriganti, è il linguaggio del mio popolo, e per il rispetto che mostri nei suoi confronti sono certo che saprai sfruttarlo a tuo vantaggio nei prossimi cinque anni in questa terra» L'indice, però, si alzò come a voler attrarre l'attenzione del ragazzo. «Codificato il trasporto con Raido, puoi passare alla meta in altri tre modi» Dopo l'indice anche pollice e medio si alzarono «Primo, puoi codificare le coordinate con l'aritmanzia. Secondo, puoi cercare in altri linguaggi magici. Terzo, puoi usare le rune esistenti a tuo favore sfruttando alcuni dei loro significati: Naudiz, il "bisogno", può indicare il luogo in cui hai bisogno... ciò l'oggetto potrebbe percepirlo appena la tua mente si sintonizza sul determinato bisogno... ti sei mai chiesto perché basta pensare alla stanza delle necessità per farla apparire?» Morrigan piantò il seme e il dubbio lasciando a Isaac il compito di coltivarlo.
    Per la sua seconda osservazione sulle bolle parlò la più esperta dei due, quella che lavorava alla riserva. «Posso dirti che le bolle riprendono l'incanto Ebublio che, per chi non lo sapesse, genera una bolla che impedisce alle creature al suo interno di uscire, ma non a quelle all'esterno di entrare». Le spalle si alzarono con fare sbarazzino «Generare una bolla gigante quanto un kraken è di per sé difficile, darle altre proprietà difensive anche. Lo stesso vale per quelle che vedrete oggi che contengono tanti cuccioli ma in una singola e grossa bolla» Poi fu l'ombra di un sorriso freddo come le correnti oceaniche a illuminare il volto della Druida «Il fatto è che le bolle sono nate anche per impedire ai famigli di uscire, non agli altri di entrare... le cose cambiano con i cuccioli... ma tu saresti disposto a entrare nella bolla che contiene il famiglio del capovillaggio? Un Kraken in carne, fame, e voglia di uccidere?». D'altronde i piccoli avevano bisogno di protezione. Forse. Ecco perché Morrigan aveva portato lì il resto dello studenti: incantare una bolla di quelle dimensioni sarebbe stato difficile, ma preparare delle trappole esterne non troppo.
    «Ottima osservazione anche quella di conoscerne la razza per approcciarli con del cibo» L'indice si alzò in segno di approvazione «Per quanto riguarda le trappole... sarebbe più prudente tenerle al di fuori della bolla in modo da impedire a priori che intrusi entrino al loro interno».
    La stessa approvazione si riversò sul ragazzo quando questo presentò le conchiglie «Ottima idea anche questa!» La loro natura tagliente avrebbe trovato più di un impiego.
    «Nop» La risposta enciclopedica di Louise aveva attirato l'attenzione di Amalthea. «Salvo che il genitore muoia in battaglia, è lui a fornire le cure essenziali fino a quando possono separarsi. I "grandi" vengono custoditi all'interno di bolle più grandi e più distanti» Il lungo arto della Druida indicò un punto indefinito all'orizzonte «Circa cinque chilometri di distanza, per intenderci».
    Dunque fu il turno di Morrigan, il classico sorriso a illuminargli il volto. Louise sembrava una ragazza che amava le sfide «Tutto ciò che hai detto ha perfettamente senso. Tuttavia, se si può definire materiale, le stesse bolle sono composte da acqua. Denrisiana al 100%. Che umore, o carattere, potrebbe avere?».
    Per la spiegazione sulla scelta dei materiali si sarebbe complimentato, ma non amava dare troppe soddisfazioni «Molto bene». Louise non poteva saperlo, ma quella risposta l'aveva appena fatta entrare nelle sue grazie.
    Semplice è meglio e le risposte di Nicholas arrivarono dritte al sodo. «Mi piace il tuo modo di "programmare"» Commentò lui, prima di alzare l'indice e il medio a formare una V. «Esistono almeno due modi per programmare un oggetto» Iniziò. «Il primo prevede grandi abilità nell'arte dei sigilli. È il modo più efficiente e preciso, ma forse è ancora presto per adottarlo. Di base a comporre i sigilli si trovano tre tipi di simboli: il primo rappresenta l'oggetto nella sua totalità, il secondo un fenomeno che porta all'attivazione degli effetti, il terzo gli effetti che vuoi attivare» Il discorso era più complesso, ma Nicholas sembrava abbastanza sveglio per comprendere «Se, a esempio, utilizzassi un simbolo connesso agli "intrusi" come fenomeno di attivazione, non avresti bisogno di schedare tutte le impronte magiche di coloro che lavorano alla riserva».
    Dunque arrivò al secondo metodo «Il secondo dipende interamente dalle vostre capacità tecniche. A breve parleremo di un rito che vi permetterà di entrare in contatto con l'oggetto, inteso come la somma dei suoi componenti. A quel punto vi basterà convincerlo di non dover "attaccare" i membri della riserva o i suoi abitanti».
    Siria, ancora una volta, si rivelò particolare e unica. Il fatto che non si mise ad aggiungere altro alle domande e considerazioni precedenti gli piacque particolarmente poi, ma fu altro a stupirla «Approccio interessante». Lui era un Iron man e preferiva le esplosioni, ma a ognuno il suo. «In particolare l'idea del suono è geniale. Una delle considerazioni da cui sarei partito è proprio questa: come far accettare la trappola dai cuccioli. Direi la tua idea si presta benissimo a risolvere questa problematica».
    «Ué» A Harry Amalthea riservò entrambi i pollici in segno di approvazione per ricambiare il saluto. L'opale era indubbiamente uno tra i ragazzi più affascinanti in quel momento, ma la druida si era svegliata da poco e sarebbe servito altro per attirare la sua attenzione.
    «Abbiamo già parlato del materiale della bolla, in effetti, però mi hai ricordato di dover specificare una cosa» L'indice si alzò «I Denrisiani sono come gli Spartani. Il forte vive, il debole muore, noi siamo qui per preservare la natura, ma vi sconsiglio di assumere che a questi predoni importi troppo dei loro famigli, e ancor peggio dei figli dei loro famigli. Delle volte non è così». Anche sulla trappola ebbe poco da ridire.
    Il commento di Amelia venne colto da Morrigan. I docenti avrebbero dovuto stimolare la pace tra gli studenti, ma lui era un denrisiano e trovava nel conflitto il mezzo migliore per risolvere ogni disputa. Cioè che l'altra avrebbe dovuto sapere era che l'opinione del docente nei suoi confronti era così alta che non si sarebbe accontentato di ricevere la luna e le stelle come risposta: solo l'intera galassia lo avrebbe soddisfatto. «Ottime osservazioni» Ora si che ragionavamo. Le creature del mare sono differenti da quelle del cielo ed era importante ricordarselo. Lo stesso poteva dirsi delle seguenti considerazioni sul materiale. «Acciaio per la resistenza all'acqua e osso per la brutalità, ora si che ci siamo» Un sorriso da padre orgoglioso a illuminargli il volto «Considerazioni geniali, ma alla densità della tua lega».
    Altro ragazzo che seppe attirare l'attenzione di Amalthea fu Julian. La strega arricciò le labbra ricambiando il sorriso, studiando dalla testa ai piedi il Dioptase «Lo chiamano Pdormustrang, il trancia-carne, ma io preferisco chiamarlo Bob». Come dargli torto, delle volte corto era meglio, ma la frazione di istante in cui l'occhio della strega si era soffermato sul costume del ragazzo lasciava intuire che non era sempre così.
    «Ottima osservazione, Julian» Il docente, avatar del caos per eccellenza, si frappose tra i due ignorando i possibili risvolti che si sarebbero potuti creare altrimenti. «Tuttavia così sarebbe anche un po' troppo facile. Una trappola con dei limiti è una trappola facile da superare, e a noi comunque non piacciono le limitazioni, vero?» Un sorriso come una scintilla a dar vita all'incendio «Ottimi anche i materiali, seppur va denotato come esistano diversi tipi di legno e ognuno abbia propensioni diverse».
    A gonfiare ancora di più l'ego del Docente fu Thomas «Si, caro, il miglior trasfiguratore su quest'isola resta Samuel Black, ma dal canto mio posso affermare che le mie abilità nell'alchimia trasfigurativa mi permettono di evocare qualsiasi oggetto» L'unico limite, che avrebbe comunque accettato a fatica, era la sua immaginazione.

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    Le osservazioni seguenti non furono oggetto di grande attenzione da parte di Morrigan quanto più fulcro di interesse per Amalthea «Bob e Io siamo come fratelli, in un certo senso. Il legame che ci unisce va al di là del semplice "uomo-padrone", insomma». Fu in quell'istante che la chela si piegò verso l'alto tranciando a metà una mosca che ronzava troppo vicina ad Amalthea.
    Non ci furono commenti sul crescere assieme, forse perché troppo intimi, ma poi passò altrove «Ti vedo un po' confuso. Si, mangio delle alghe, ma Bob non ha bisogno di regali. Se però ti fidi di me... scegli il megalodonte» Un sorriso «E se invece ti interesso io... forse un oggetto che migliori la mia sintonia con il mare potrebbe essere interessante.».
    A parlare poi fu Benjamin «Oh oh, domande che denotano un'interessante curiosità, ragazzo, ma se delle bolle abbiamo già parlato, sulle razze non ti faccio spoiler» Insomma, non voleva mica rovinargli la sorpresa. «E i materiali vanno benissimo. Sono curioso di scoprire come li lavorerai <3» Concluse lui, annuendo convinto.
    «Ottima domanda, Leah» Ci sarebbe tornato in un secondo momento ma introdurre il problema già da ora sarebbe stato ottimale poi. «Le bolle delimitano un periodo dentro cui riposano i cuccioli. Le trappole che dovrete creare rimarranno fuori» Accompagnò quelle parole a un cerchio disegnato sulla sabbia in cui, iscritto, si trovava un pesce sorridente.
    Ciò che il docente aveva servito a Edith non si trattava di superficialità. L'idea gli era effettivamente piaciuta e circondarsi di persone diverse da lui gli avrebbe permesso di superare i limiti imposti dalle sue convinzioni. Il conflitto con la collega lo divertì ma non lo diede a vedere perché doveva fare finta di essere maturo se voleva continuare a portare a casa lo stipendio.
    Trovare ciò che stava cercando fu relativamente facile «Comprendere le caratteristiche del nostro "nemico" sarebbe utile. Eppure resta un problema definirle a priori» Anche se l'intuito della Brightstone sembrava sopraffino «Ma trovo interessante anche l'idea dell'esca. "Distrarre" il nemico è sempre utile. La domanda è... non è che l'esca stessa potrebbe attirarlo nella zona delle bolle?».
    L'attenzione poi passò ad Aibileen «Buonissima considerazione! La trappola costituirà un corpo estraneo per i cuccioli e dunque sarà fondamentale farli sentire al sicuro» Lo stesso poteva dirsi delle considerazioni della ragazza sui materiali. In particolare utilizzare il legno per la sua capacità di mimetizzarsi era particolarmente ingegnoso: lo stesso Maverick avrebbe fatto lo stesso.
    Ad Amelea non aveva dato assolutamente ragione: le bacchette sono un sottogruppo dei catalizzatori magici. Non era solo una questione di materiale, ma anche di metodi di lavorazione. Ciò che stava pensando l'altra non venne esplicitato e ciò fu un bene, ma anche un male, perché Morrigan avrebbe risposto "Se cambia il materiale, anche i catalizzatori diventano bacchette, e se mio nonno avesse avuto 3 palle, sarebbe stato un flipper". Morrigan non spese troppe parole sul "da chi difendersi" perché molti avevano avanzato la stessa problematica, ma fu particolarmente curioso quando vide la strega tornarsene con due birilli: uno in ferro e uno in zinco. Li aveva estratti dalla drakkar, e avrebbe avuto modo di lavorarli come meglio avrebbe creduto, ma purtroppo nessuno dei due era in carne e lupus «Scelta interessante. Sono curioso di vedere come la svilupperai».
    L'attenzione poi tornò su Nathan «Certamente. Non ti nego che nel tempo libero creo protesi artificiali» Era seriamente uno dei suoi diletti: gli dava modo di coniugare una sua passione, la magitecnica, alla sua missione, lasciare cose o persone meglio di come le avesse create. Amalthea replicò il pippone sul nome della creatura ma concluse con «Bob» lasciandosi sfuggire un'occhiata al fisico di Nathan. «Bell'approccio» Commentò poi «Se riesci a non diventare cibo anche tu». Un sorriso malizioso, lo stesso tipico dei Maverick «Ho il weekend libero. Portami del cibo e ti insegno come approcciarti. Anche se non mi piace farlo lento» Non specificò il soggetto della frase.
    Alla domanda di Brooks Morrigan assottigliò le palpebre e passò avanti. «Se mi costruisci qualcosa di interessante, ti faccio cavalcare anche questo pomeriggio, se hai tempo» Rispose lei, pronta a dire altro, salvo che il docente si frappose tra i due «Beh, si, gli uccelli volano». Sicuramente usare un incanto per ricercare il materiale rese il tentativo di Brooks diverso da quello di molti altri «Grazie» La strega porse la mano verso l'opale e quando la conchiglia le venne donata, passò l'estremità di una collana all'interno di una sua microfattura in modo da usarla come pendalo.

    «Ma ora passiamo hai fatti. Prestate attenzione» L'uomo raggiunse i resti di una Drakkar. Esplorò il relitto per qualche minuto e se ne uscì con dei fogli logori, probabilmente rubati a qualche mercante: erano ancora sporchi di sangue.
    «Mettiamo che io viva sulla cima di una montagna spesso attaccata da creature volanti di ogni tipo: draghi, alieni, e persino dei gabbiani» Lo sguardo passò tra gli studenti «E voglia creare qualcosa per tenerli lontani».
    Il mago si chinò per raccogliere un pezzo di legno su cui poggiò la punta della bacchetta «Siccum Calor». A seguito dell'incanto l'oggetto liberò scie di vapore diventando secco come Kenna pre-Morrigan.
    «Forma depso» Questa volta il bersaglio fu la pila di fogli secchi che mutò forma, diventando una specie di lanterna di carta. Il mago dunque lavorò sugli estremi legando nella parte inferiore il legno rinsecchito.
    «Vorrei una trappola volante, con un materiale reso aggressivo dal suo background, come dei fogli probabilmente sottratti a dei poveri mercanti sgozzati da spietati predoni» Enfatizzò il tutto con qualche verso, prestando attenzione solo a ciò che aveva tra le mani «Scegliendo un legno particolarmente burbero...». Gli esperti in erbologia avrebbero notato che Morrigan avesse scelto proprio il prugnolo, perfetto per creare bacchette adatte ai grandi guerrieri.
    «Una accoppiata avvincente, ma a cui manca un sigillo magico che renda eterno, o per lo meno duraturo, il suo effetto magico» Il pollice venne portato tra le due arcate dentali e con un morso deciso il dito iniziò a sanguinare. Fu con quella stessa tintura che tracciò un simbolo «Potrei, a esempio, scegliere la Croce dei Troll come elemento grafico» Era ciò che aveva appena tracciato «Serviva per tenere lontani i troll... ma io voglio tenere lontano tutto il resto... Insomma, i troll non volano! E quindi la incido al contrario perché voglio che tenga lontano tutto il resto».
    E lo fece, con il suo stesso sangue «Ovviamente qualsiasi altro tipo di tintura vi venga in mente andrà bene... Purché di origine magica».
    Dunque la parte più affascinante, ciò che rendeva la magitecnica un tesoro che solo in pochi sapevano maneggiare «Ogni materiale ha un'anima che viene influenzata dalla stessa natura del materiale e dai suoi trascorsi. In base all'anima del materiale, questo sarà più propenso ad aiutarvi in un compito piuttosto che in un altro. Se io avessi intenzione di creare un artefatto in grado di potenziare questa macro categoria di incanti, potrebbe essere un'ottima scelta fondere il mio coltello di Jack lo squartatore, che ho vinto in un'asta su MagiBay. Oppure, se la tendenza alla distruzione del Predone è stata assorbita da un materiale, allora potrò usare quel materiale per creare un oggetto in grado di potenziare gli oggetti offensivi» Qualche secondo di silenzio «È per questo che le armi migliori sono costruite dalle ossa dei draghi o, comunque, da parti del corpo di creature con una potenza simile.»
    Il docente cominciò a la lanterna cinese da una mano all'altra «Per risvegliare questo potere, dovrete concentrarvi sull'oggetto stesso. Vi basterà ignorare tutti i rumori che vi circondano, liberando la mente da ogni pensiero superfluo. Dunque, puntando la mano verso l'oggetto, verrete catapultati in una visione che solo voi potrete vedere. In questa visione, simile ad un sogno o ad un incubo in base alla natura del materiale su cui vi state concentrando, vi ritroverete di fronte ad una figura il cui aspettò sarà influenzato da due varianti: l'umore del materiale e la vostra cultura» Un rapido cenno di capo a qualsiasi persona potesse interessare l'Oriente «Ad esempio, un materiale che apprezza l'onore potrebbe apparire a un giapponese come un Samurai. Per i fan di DnD, invece, lo stesso materiale amante dell'onore potrebbe apparire come un paladino di allineamento legale buono».
    Un cenno del capo a Smaug e il draghetto sputò fuoco verso l'oggetto. Le fiamme attecchirono al pezzo di legno e questo iniziò a premere verso l'alto. Poi le mani del magitecnico si aprirono e la "lanterna cinese" spiccò il volo.
    «Voi non avete potuto udire il mio dialogo perché non mi andava di descriverlo questo viene vissuto tra l'anima del magiartigiano e quella dell'oggetto, ma è in questa fase che potete spiegare all'oggetto l'effetto che vorreste generare» Una lanterna cinese che volava grazie al fuoco alla sua base.
    «Avis» Tre gabbiani di carta si generarono dalla bacchetta dell'insegnante grossi come albatri. Spiccarono il volo verso l'oggetto creato da poco e, poco prima del contatto, la lanterna si tinse di rosso come metallo in una fornace.
    Successe in un istante, ma per qualche manciata di secondi in cielo ci furono due Soli. Dalla lanterna si sprigionarono tentacoli di fuoco e luce che ridussero in cenere i gabbiani fantoccio. Poi, nel giro di qualche minuto, anche la trappola del docente si trasformò in carbone.
    D'altronde aveva scelto la carta proprio per quello. Un elemento instabile per giocare il "fuoco" affinché non rimanesse alcuna trappola mortale sospesa in cielo.

    «Molto belli i fuochi d'artificio, ora seguitemi» Uno schiocco di lingua e il granchio avanzò verso la sabbia. Prima che gli arti della creatura potessero toccare il mare, Amalthea tracciò dei ghirigori a mezz'aria, e l'acqua iniziò a crepitare.
    Come un foglio che si spezza, un passaggio si aprì nel blu; era largo almeno una decina di metri e al suo interno gli studenti avrebbero potuto notare alcuni ciottoli su cui erano incise rune. I più curiosi avrebbero persino avuto modo di sostare qualche secondo per tentare di decifrarne il significato, scoprendo come fossero legate all'idea di "passaggio", "segreto", e agli "elementi" ma dopo una manciata di secondi la druida si sarebbe voltata per dire «Vi faccio fare la fine del re egiziano contro Cosé o come si chiama se non vi muovete. Hop hop».
    Il tragitto durò qualche minuto e i più accorti avrebbero notato come il tempo sembrasse passare più velocemente, o forse come si stessero spostando per un motivo o per un altro in un modo più rapido. Al contrario, gli amanti della natura non avrebbero potuto evitare di notare i coralli e i pesci tropicali che li stavano circondando.
    La camminata terminò di fronte a un arco d'acqua che conduceva a una cupola dello stesso elemento, vuota all'interno, se non fosse stato per i diversi tavoli che qualcuno aveva disposto. Chiunque avrebbe notato come sopra questi si trovassero materiali di ogni tipo, dal legno ai metalli, ma anche tinture, accompagnati da oggetti rudimentali per la loro lavorazione.
    «Ti sei dato da fare» Sentenziò la strega, rendendo noto ai più come mai il mago fosse uscito dall'oceano sotto forma di orso.
    «Ho portato qua sotto tutti gli attrezzi che potrebbero tornarvi utili per creare la trappola» Le braccia disegnarono un cerchio «Ma sono loro i protagonisti».
    Disposte attorno alla bolla del laboratorio, si trovavano sei bolle minori. I loro abitanti erano il fulcro di quella lezione.
    La prima tra le bolle ospitava dei pesci dai denti affilati e gli occhi brillanti «Cuccioli di megalodonte» Amalthea si sgranchì per abbandonare saltare via dal granchio poco dopo. Un velato sorriso nei confronti di Thomas e poi riprese a parlare «Il megalodonte è una delle creature più coraggiose dei mari. Non esiste nave o predone che possa farlo indietreggiare. Da adulti raggiungono tranquillamente i venti metri di lunghezza...». Le dita si tesero verso la bolla, rivelando squali in miniatura poco più grossi di carpe grasse «Ma per ora hanno ancora bisogno di protezione».
    La mano si tese ancora una volta, quasi a voler disegnare la trama di una corrente marina. Questa volta la bolla era la culla di alcuni tetrapodi «Cuccioli di drago-tartaruga». Una scintilla si accese nello sguardo della strega «Il loro carapace è più resistente dei migliori metalli forgiati dall'uomo ed anche la loro mente è alla stregua di una fortezza. Vivono per millenni e sul loro carapace spesso si creano veri e propri ecosistemi». Eppure, per ora, sembravano delle tenere tartarughe delle galapados con un po' di muschio sulla corazza.
    Qualche secondo di silenzio per celebrare il terzo degli ospiti: dei molluschi dalle tinte variopinte «Non esiste marinaio o donna di mare che non abbia mai sentito parlare di loro». Lo sguardo scivolò sulla terza bolla «Cuccioli di calamari giganti, conosciuti anche come Kraken, sono il terrore dei sette mari e hanno un intuito sopraffino: quando il Kraken punta una preda, è impossibile scappare» Lo stesso pirata maledetto, Davy Jones, ne aveva addestrato uno per "raccimolare" anime e vite in giro per il mondo. «Parlato Amalthea» Da adulti potevano arrivare a 150 metri. Per ora i tentacoli erano così corti che avrebbero faticato a usarli per abbracciare gli studenti.
    «E poi ci sono gli Squirtle» L'indice indicò l'ennesima bolla, questa volta contenente creature bipedi simili a tartarughe dal colore celeste protetto da un resistente guscio marrone sulla schiena. Sia il carapace che la testa erano estremamente lisci, forse per garantire allo Squirtle maggiore aerodinamicità e velocità durante il noto «Gli Squirtle sono molto intelligenti e socievoli, ma allo stesso tempo sono dotati della freddezza e della conoscenza necessaria per manipolare gli elementi». Uno tra gli esemplari generò delle bolle d'acqua dalla bocca «In particolare sono estremamente portati a sfruttare l'acqua in combattimento».
    Amalthea avanzò verso la quinta delle sotto-bolle. La sfera di aria compressa ospitava degli esseri simili a dei cuccioli di ippocampo dal corpo formato di alghe e la criniera in giunchi di palude «I kelpie sono demoni acquatici e possiedono l'abilità di mutare forma». A ogni battito di ciglia, gli ospiti della bolla cambiavano forma e colori, prima lontre o pesci, poi di nuovo ippocampi. «In mare la loro destrezza è senza pari. Un famiglio perfetto per predoni o persone dedite al mare» Il che era vero. «Solitamente trascinano gli ingenui nei fondali marini per divorarne le viscere, ma sono stati già sfamati quindi potete andare tranquilli» Concluse lei.
    La sesta delle bolle conteneva l'ospite più particolare. I presenti avrebbero potuto notare ragazze o ragazzi simili per età agli stessi studenti di Hidenstone. Ragazze e ragazzi, intenti a nuotare nella bolla come sé stessero volando, completamente nudi, e chiunque avesse posato lo sguardo per un secondo di troppo si sarebbe sentito trascinare verso di loro. Era un richiamo che risuonava tra anima e carne: loro sorrisi sprigionavano luce e i loro occhi riflettevano i colori del mare, persone bellissime, simili a dei o angeli. «BUH» Amalthea saltò di fronte alla bolla e i suoi abitanti arretrarono mentre l'acqua che li stava cullando si tinse di nero rivelando degli esseri umanoidi metà scimpanzé, metà pesce. La loro pelle era squamata e il volto oblungo circondato da una spessa peluria. Questa volta la fatica non era distogliere lo sguardo, ma mantenerlo «Vodyanoy. Creature particolari dal carisma unico. Sono abilissimi a manipolare la mente dei più ingenui» Come gli studenti lì presenti, ma non lo disse «E padroneggiano perfettamente le disillusioni in ogni forma».
    La futura classe dirigente del mondo magico avrebbe potuto studiare le creature presenti nelle bolle notando come non ce ne fossero più di sei o sette. Le creature si muovevano nell'acqua, contenuta dalla bolla, e la stessa sembrava "addensarsi" per formare la superficie stessa della sfera. «E ora a lavoro! Tenete presente che la vostra trappola andrà posizionata al di fuori delle bolle per evitare che i cuccioli vengano a contatto con dei corpi estranei» Il braccio destro indicò il perimetro delineato, questa volta, dalla bolla in cui loro si trovavano «Potete entrare nelle bolle dei cuccioli, per giocare con loro, se vi andrà. Più in generale potete entrare e uscire dalle bolle senza problemi» Lo sguardo scivolò su Siria che, a quella profondità, non dovrebbe aver avuto alcun problema a causa del sole.
    «Ma se non volete bagnarvi» La bacchetta tracciò rune e sigilli a mezz'aria che lasciarono dietro di loro scie di energia e potenza. Il mago vi passò la sinistra sopra e questi acquistarono dimensioni considerevoli, tramutandosi in una trama di colori sgargianti che si depose sull'enorme bolla in cui si trovavano. «Ho incantato la bolla affinché, qualora usciate, l'acqua non vi bagnerà. Inoltre sarete in grado di nuotare per qualche minuto senza bisogno di ossigeno. Prestate comunque attenzione» Lo aveva detto in precedenza. Le bolle non erano incantate perché si contano sulla punta delle dita i maghi abbastanza capaci per averne le capacità. Ma lui era uno tra questi.



    «Parlato»
    "Pensato"
    "Scritto"
    «Parlato Amalthea»
    Narrato


    Riassunto & Info Utili:

    La lezione va avanti <3
    Il post è diviso in "due" macroparagrafi.
    Nel primo Morri risponde alle interazioni (In teoria dovreste legge' tutto, in pratica non lo farei manco io lel).
    Nel secondo l'ambientazione avanza e così le spiegazioni del docente.




    La lezione prosegue e arriviamo alla parte pratica: la costruzione della trappola.

    1 - Prima di tutto, il vostro pg potrà prendere i materiali di cui ha bisogno per poi iniziare a lavorarli.
    - Avete autonomia sugli oggetti che troverete nel laboratorio, basta che vi tornino utili per lavorare i materiali da voi scelti, e siano rudimentali (niente elettricità).

    La costruzione si divide in due fasi:

    1 - Costruzione dell'oggetto: La costruzione si divide in due fasi.
    Lavorazione fisica dell'Oggetto: la lavorazione materiale dell'oggetto (Trasformare il ferro grezzo in una spada, ad esempio). Potete utilizzare sia incantesimi che metodi babbani.
    Applicazione del Sigillo Magico: Per concludere, dovrete applicare un sigillo magico (Qualsiasi elemento grafico vi venga in mente e pensiate sia adatto) allo scopo del vostro oggetto. Per quanto riguarda i sigilli delle varie materie si rimanda ai singoli manuali.
    - In questa fase è fatto divieto di interagire con altri studenti.
    - Nel laboratorio potrete autoconcludere di trovare oggetti utili alla lavorazione del vostro materiale (Seghe, lime, stampi, etc...). Non vi chiedo di usare il condizionale ma sappiate che Morrigan verrà in vostro soccorso se il pg finirà per amputarsi un dito o cose simili lol.
    - Potete far autoconcludere al vostro pg di aver trovato su uno dei tanti tavoli dei manuali di altre materie che vi torneranno utili per l'applicazione del sigillo. In particolare, consiglio di buttare un occhio sul fantastico manuale di antiche rune per la scelta del sigillo da applicare.
    N.B. Potrete applicare anche altri tipi di sigilli ma dovrete giustificarne il significato in relazione alla classe di incantesimi.

    2 - Dialogo con l'oggetto lavorato:Un mago può concentrarsi su un oggetto per cominciare un dialogo con quest'ultimo. Vi basterà apporre le mani su questo.
    Se il rituale ha successo, il mago si troverà di fronte ad una rappresentazione fittizia del materiale. Quest'ultima muterà in base all'umore del materiale e alla cultura del suo interlocutore.
    Per effettuare questo rituale non è previsto alcun incantesimo o utilizzo di bacchetta. Tuttavia, puntare il catalizzatore verso l'oggetto può aiutare nella riuscita.
    Ricordo che:
    - L'aspetto che prenderà il materiale dipenderà dalla cultura del vostro personaggio (Es. Se l'umore del materiale lo spinge a perseguire l'onore, quel materiale potrebbe apparire a un giapponese come un samurai).
    - Attraverso questo dialogo dovrete convincere l'oggetto a eseguire lo scopo che avete in mente.
    - Solo e soltanto il vostro pg avrà modo di prendere parte alla visione.
    Potete autoconcludere di aver convinto il materiale a fornirvi il suo potere.


    In questa fase valuterò tante cose ma sappiate che ciò che mi interessa di più è la creatività. Morrigan vi lascia liberi di scegliere come sviluppare il dialogo, come lavorare i materiali e il tipo di sigillo magico da applicare. Tuttavia, vi chiederei di motivare gli elementi principali del vostro post, sta a voi scegliere se farlo nel post stesso o in uno spoiler riassuntivo.
    Perché l'oggetto si presenterà con quell'aspetto durante il dialogo? Perché avete scelto quel tipo di lavorazione? E perché avete applicato proprio quel determinato sigillo magico?

    - N.B. No, non vi servirà scrivere un papiro descrittivo per prendere il massimo v.v Siete liberi di farlo ma non sentitevi in obbligo che tanto me piace 'a sintesi.
    - P.S. Lo scopo di questa "lezione" è introdurvi al crafting, sia come player sia come pg. Quest'arte è, in verità, leggermente diversa. Se volete scoprirne di più, contattatemi in privato.

    Materiale facoltativo
    - Se avete bisogno di ispirazione, qua troverete una prova simile. In particolare, consiglio la lettura della prova di Jessica Whitemore.




    - Qui un link alla descrizione delle coste Coste
    - Ricordo che in QUESTA sezione troverete informazioni utili sia sul manuale e sul programma. Si consiglia la lettura per comprendere al meglio la questione "umori e caratteri".


    Scadenza 30 Settembre alle 22:00
    Giada, no, non te le do le proroghe
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    Applause @ Lady Gaga - @Artpop


    Edited by Morrigan Maverick - 24/9/2021, 09:45
     
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    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
    16 | I ANNO | Dioptase


    Nick sorrise felice delle parole di Morrigan, ringraziandolo brevemente per poi farsi attento ad ascoltare la successiva sua spiegazione, stringendo l’asta tra le mani.
    -Ok ho capito. Grande abilità nei sigilli e simboli oppure un rito. Ho capito…spero di riuscire a parlare con questo legno.
    Dopo aver ascoltato anche le spiegazioni che il professore aveva dato agli altri ragazzi, si ritrovarono tuti a guardare verso dei resti di nave, dalle quali Morrigan aveva tirato fuori dei fogli a quanto sembrava molto insanguinati. Il ragionamento non faceva una piega, almeno per Nick, che si ritrovò ad annuire piano man mano che la parlata del professore andava avanti.
    -Quindi il sigillo serve anche allo scopo, non solo alla durevolezza dell’oggetto…- si ritrovò a sussurrare, probabilmente udito solo da chi gli stava vicino.
    La magia dello spettacolo pirotecnico fu interrotta da Amalthea, facendo quai sobbalzare Nick, che non se lo aspettava. Seguendola, imboccarono un corridoio apertosi tra le onde che si era creato grazie alla bacchetta di lei. Nick si fermò leggermente a guardare i ciottoli che componevano il passaggio, ma il richiamo della dona lo fece muovere come se si fosse scottato.
    Il laboratorio in mezzo alle onde era molto fornito, e Nick si ritrovò ad ammirare i tavoli e le bolle che si trovavano dietro di questi. Particolarmente, si ritrovò attirato dalla bolla contenente i cuccioli di drago tartaruga, trovandoli talmente adorabili da far quasi piangere. Dopo aver ascoltato le parole finali di Morrigan e Amalthea, si avvicinò al tavolo dei materiali deciso a concludere la trappola per poter poi andare a giocare con quelle tartarughe. Si arrotolò le maniche della camicia, e incrociò le braccia, pensando a come poter lavorare il legno che aveva trovato. Di certo una sola punta non sarebbe bastata per il suo scopo, perciò decise che ne avrebbe create diverse, e sarebbe partito proprio con la lancia trovata sulla drakkar. Con un seghetto tagliò la punta di ferro sulla base, posandola per terra accanto al tavolo in modo che non desse fastidio, per poi prendere un coltello piuttosto affilato e cominciare a dare all’asta una punta. Arrivato ad una forma accettabile prese una raspa e limò gli angoli venuti male, fino ad ottenere una punta affilata perfetta. Poco dopo era entrato in modalità “crea”, e aveva trovato una routine di taglia e lima che gli permise di avere i paletti che gli servivano tutti ben costruiti. Riprese il primo e si fermò a leggere il manuale di rune, cercando quella che potesse fare al caso suo. Ci ragionò per un po’, decidendo poi per incidere sul paletto la runa Algiz. “Infondo” si disse “ha il significato che mi sembra più adatto…difesa, quindi sicuramente lo scopo, e autoconservazione, di sicuro non si rovinerà” scrollò le spalle “o almeno spero”. Pensando poi a come Morrigan aveva tracciato il simbolo si portò il pollice davanti agli occhi, decidendo di utilizzare anche lui il suo sangue.
    “Chissà, magari se utilizzo il mio sangue sarà più propenso a lavorare con me…”
    Sorridendo - felice della pensata - portò la lama del coltello a contatto con la punta del suo pollice, e si fece un piccolo taglio, sufficiente a dargli la quantità di sangue che gli serviva. Con un pennello, per non sbagliare qualche linea per sbaglio, tracciò attentamente la runa sul paletto per poi portarselo all’altezza degli occhi e sorridere del risultato. Lo lasciò sul tavolo, posando entrambe le mani sul bancone e guardò il risultato del suo lavoro. Facendosi coraggio portò le mani sopra l’oggetto e chiuse gli occhi, concentrandosi sul legno che aveva sotto le dita. Liberare la mente era la parte difficile, e Nick prima si concentrò solo sul rumore dell’acqua che aveva intorno, poi, lentamente, sul nulla assoluto.
    Si trovò davanti quello che sembrava essere un marinaio, che lo scrutava con la pipa in bocca e la barba bianca incolta sul viso.
    -Salve, signore. Mi chiamo-
    -Non me ne importa un’accidente di come ti chiami, ragazzino! Mi importano i fatti, perché mi stai disturbando e cosa diavolo sei venuto a fare qui.
    Nick alzò le mani davanti a se, preso un po’ in contropiede. Poi, cercando di mantenere un tono cauto, tornò a rivolgersi al vecchio.
    -Sono qui perché vorrei chiederle un favore. Stiamo costruendo delle trappole, e mi piacerebbe se lei potesse collaborare e-
    Il vecchio, evidentemente poco interessato a quello che stesse dicendo Nick, si era messo a fumare, ricordando al ragazzo i marinai che aveva visto al porto di Dublino.
    -E dimmi un po’, lisca di pesce. Perché mai dovrei aiutare te, eh? Per quale motivo una mezza calzetta come te pensa di avere possibilità di avere aiuto da me? No, ragazzino, non ti aiuterò, qualsiasi diavoleria tu stia combinando.
    Nick si ritrovò come paralizzato. Poi, d’un tratto, strinse i pugni.
    -Senta - si ritrovò a dirgli - a me non interessa se non vuole sapere il mio nome o se non vuole ascoltare quello che ho da dire. Ma mi chiamo Nicholas Mc Callister, e ho bisogno di lei per proteggere cuccioli di abitanti di quello che un tempo è stato il suo mare.
    Lo guardò negli occhi, mantenendo lo sguardo fermo, trovando il vecchio stranamente attento. Lo scrutò per un po’, per poi soffiare un po di fino in faccia a Nick, che si ritrovò a tossicchiare anche se il fumo in questione non era proprio verissimo.
    -Descrivi, ragazzino. E sei esaustivo.
    Nick si torse le mani, ma riprendendo il coraggio di poco prima tornò a rispondere.
    -Ho diversi paletti, compreso questo. Ho intenzione di posizionarli intorno una bolla, nascosti da un incantesimo o comunque invisibili agli occhi.- Guardò il vecchio negli occhi - ho bisogno che vi attiviate per proteggere le bolle solo quando un nemico si avvicina ad esse, e non quando lo fa un abitante della riserva, o un membro di essa.
    Lo sguardo del vecchio si fece incomprensibile per una manciata di secondi, poi si posò sul volto di Nick.
    -Va bene, mezzo mozzo. - Nick trattenne il fiato - Farò come dici perché mi sembra una richiesta ragionevole. E perché, come hai precisato, un tempo è stato il mio mare.
    Nick riaprì gli occhi di scatto, sorridendo soddisfatto: ce l’aveva fatta, e poteva finalmente utilizzare la sua trappola. Prese i diversi paletti e li posizionò intorno ad una delle bolle, dopo aver scavato una piccola trincea. Li ricoprì con la sabbia , e guardò il risultato. I paletti erano del tutto invisibili.


    Parlato - Narrato - "Pensato"- Ascoltato
    | Demons run, when a good man goes to war | code by ms. atelophobia


    Il legno assume quell'aspetto perché Nick sa che di solito l'umore di questo è volgare e schietto, e gli ricorda i marinai del porto di Dublino. La lavorazione è semplicemente tecnica, e così come il sigillo farlo con le sue stesse mani fa pensare a Nick di essere più vicino all'oggetto. Per la runa scelta, il significato è stata la cosa più importante.
     
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    Giada McCarthy ? Stundentessa

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    Tutti loro studenti e studentesse dissero la loro sulle possibili trappole, lei ci aveva provato, aveva detto la sua opinione e sperava assolutamente che il professore avesse apprezzato quella cosa. Non poteva però essere nella sua mente, ma almeno era riuscita a parlare nuovamente con quello che poteva ritenere il suo principe azzurro, Julian. Gli piaceva assolutamente quel ragazzo, sia a livello visivo che caratteriale. Il professore non fece molto di diverso da quello che avevano fatto loro, cercare materiali, però in più fece diventare un po' di fogli una sorta di lanterna, una bella visione. Seguì il docente nella nuova location, raggiunsero l'acqua insieme e lui a Amalthea. Quella zona era magnifica e la cupola che aveva come cornice l'acqua era unica nel suo genere. Era un luogo pieno di ogni materiale, potevano costruire qualsiasi trappola in quel luogo. Finalmente vide anche di persona le bolle dove c'erano quei cuccioli dei quali aveva sentito parlare. Megalodonte, drago-tartaruga, calamari giganti, Squirtle, i Kelpie, e infine c'erano dei ragazzi e ragazze che erano molto simili a loro ma completamente nudi, non che la cosa gli desse fastidio, anzi era anche piacevole come vista se non fosse stato per il fatto che avevano tipo delle squame. Per lei il problema di bagnarsi non esisteva, amava mettere in mostra il fisico che aveva, e in quel caso il costume sarebbe stato ancora più attillato sul suo corpo. Iniziò quindi la preparazione, prese i materiali che gli servivano sui tavoli, erano tavole di legno, delle liane, dei chiodi, un martello e del ferro. A quel punto iniziò a lavorare con essi, iniziò a unire le tavole una all'altra grazie ai chiodi, poi quando finiva ogni lato metteva una liana per dargli più resistenza. Fece tre file in alto per ogni lato, era come un quadrato perfetto. Il ferro lo mise all'esterno come una specie di protezione in più grazie a della colla che sembrava essere super potente almeno dal nome e resistente all'acqua. Gli ultimi chiodi vennero messi sempre all'esterno, era una gabbia protettiva a suo avviso perfetta. Era arrivato il momento di mettere il sigillo magico quindi prese una tintura del giusto colore, era azzurro come il mare e l’acqua che arrivava a bagnare quei luoghi dove crescevano quei cuccioli. Pensò al disegno che poteva fare e collegò il fatto delle Rune con la barriera magica, il libro di Rune che trovò sul tavolo gli aveva dato la giusta ispirazione, lei voleva proteggere i piccoli all’interno delle bolle, forse poteva essere la cosa migliore.

    La runa Algiz dovrebbe fare al caso mio. E’ quello che mi serve.

    A quel punto disegno una specie di forcone a tre punti sulla sua trappola con la vernice azzurra. Sperava che essa potesse proteggere i piccoli dai vari pericoli. Provò quindi a mettere le mani sul suo oggetto, puntando anche la bacchetta sull’oggetto poi cercò di immaginarsi come potesse proteggere le creature.

    Trappola, devi fare il tuo dovere, devi proteggere le creature dai pericoli per crescere sane e salve. Aiutami a far crescere questi piccoli senza che diventano dei pasti per i predatori. Usa il mare per proteggerle.

    Il materiale e la trappola capirono nella sua visione, vide tipo una sorta di guerriero del mate che usava delle liane magiche per catturare i predatori e i pericoli. Poteva usare quella trappola per la loro protezione.



    RevelioGDR


    Giada prepara la sua trappola, poi disegna su di essa la runa Algiz per aumentare il potere della barriera magia, poi infine si immagina un guerriero del mare nella sua visione che protegge le creature dai predatori.
     
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    Harry Wood
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    Gli piacque molto la risposta di quella ragazza, gli piaceva tanto anche a livello fisico, sembrava una vera amazzone della foresta e gli dava un vero senso di ragazza che se la sarebbe cavata in ogni situazione. Ci avrebbe provato? Certamente, ma aveva altro per la testa, una ragazza era maggiormente nella sua testa. Quella frase di Leah lo aveva fatto sorridere, poteva quasi vederla come un principio di gelosia, gli sarebbe piaciuto essere solo suo, era si carina Edith ma avere Leah accanto le faceva guardare solo lei, poi in costume ancora di più, un gran bel fisico oltre a essere molto bella.

    Puoi stare tranquilla, mi basta avere te accanto. Cosa posso chiedere più della ragazza più bella dell’accademia?

    Gli disse ciò all’orecchio. Rispose poi sempre a Leah Branwen sulla domanda relativa alle idee.

    Penso che userò cose che si possono trovare in natura in maniera abbondante, userei materiali provenienti dagli alberi, cose che ha portato il mare per la potenza che gli può aver fornito il potere delle onde, e soprattutto sfrutterei in ogni ambito la natura, forse farei una gabbia in ogni suo lato, te invece Leah hai delle idee?

    Seguì il professore e quella ragazza fino alla nuova location della lezione, vide una struttura che era decisamente interessante, e finalmente anche le bolle dove i cuccioli crescevano, era una bella vista, la vita che andava avanti per il bene anche di un villaggio. Prima di iniziare la sua costruzione rispose a Dopo aver ascoltato cosa avevano da fare in quella fase di lezione si diresse nella struttura dopo essere entrato in acqua a vedere le creature da vicino, almeno quelle più docili. Uscito dall’acqua iniziò la ricerca, prese legno, delle sbarre in ferro che taglio a misura a uno strumento babbano presente nella struttura, divennero delle specie di spade che potevano diventare di protezione uscendo e rientrando nella trappola. Poi chiodi per unire il tutto, un martello e tutto quello che serviva. Con una specie di fresa babbana fece dei piccoli fori nei legni per mettere poi i pezzi di ferro fatti a spada. Iniziò a costruire, una gabbia quadrata lignea, chiodi che univano i lati e i pezzi di ferro appuntiti messi nei fori fatti, grazie a un semplice meccanismo potevano entrare e riuscire in caso di dover difendere le creature. A quel punto controllò il suo lavoro, era soddisfatto. Guardò quel libro di rune, trovò quello che faceva al caso suo, era la runa Tiwaz. Disegnò sulla sua trappola con una vernice color grigia come una spada una specie di freccia come era quella lettera dell’alfabeto runico che vileva dire “Guerriero, coraggio e scontro”. Era quello che gli serviva. A quel punto mise una mano sul legno e puntò la bacchetta verso di esso. Entrò come in una sorta di visione con quella trappola.

    Guerriero, devi difendere questi piccoli da chi vuole il loro male. Usa le spade per difenderli.

    Vide un guerriero prendere forma nella sua visione.

    Difenderò questi piccoli, non devi preoccuparti, queste lame saranno difesa a costo della vita.

    Era certo che la difesa delle gabbie sarebbe stata di livello.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Harry risponde a Leah prima di spostarsi nella nuova location, poi costruisce la struttura protettiva e ci disegna il sigillo prima di parlare con la stessa e avere una visione della medesima.
     
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