Astronomia & Magitecnica - ESAMI MAGO 2019/2020

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    M.A.G.O.
    Astronomia & Magitecnica


    La Prova



    Cari studenti, nel corso del biennio avete appreso come il mondo sia tanto grande e voi tanto piccoli. Gli eventi che si sono susseguiti nel corso degli ultimi mesi non solo vi hanno ricordato come il pericolo sia sempre dietro l'angolo ma lo stesso insegnamento è stato ripartito al corpo docenti. Persino noi insegnanti, tra i massimi esperti dei nostri campi di ricerca, ci siamo ricordati di come sia possibile sbagliare e come ancora, dopo anni di studio, le nostre abilità possano risultare insignificanti.

    La vita, delle volte, ci pone di fronte a situazioni troppo complesse per le nostre capacità. In questi casi, noi avremo pochi soggetti a cui rivolgersi e così anche voi. Ma una cosa è certa: per ogni domanda è possibile trovare una risposta tra le stelle. Questi corpi astrali, che esistono da eoni, sono stati sfruttati fin dagli albori della civiltà magica per potenziare i propri incanti. Negli ultimi anni, questa stessa influenza è stata reindirizzata nel neonato campo della magitecnica allo scopo di creare oggetti la cui potenza potesse superare quella del magitecnico dietro la sua creazione.

    Questa prova testerà le conoscenze che avrete appreso a lezione, rimarcando i precetti fondamentali della magitecnica e dell'astronomia. In questo biennio, avete compreso come ogni materiale abbia un carattere che potrete comprendere concentrandovi sull'oggetto per qualche per qualche minuto, dialogando con lui. Ma avete compreso anche come ogni singolo pianeta sia in grado di influenzare sia le persone che le creature magiche, nonché gli incantesimi, permettendovi superare i vostri stessi limiti.
    Ciò che vi chiederemo durante questa prova sarà di costruire uno scudo con uno dei sei materiali che vi metteremo a disposizione, convincendolo ad accettare l'influenza di un determinato pianeta. In questo modo, il vostro oggettà otterrà dei poteri connessi al pianeta stesso.
    - Il vostro PG saprà, ON GDR, di poter conversare con i materiali concentrandosi su questi per qualche minuto.
    - Il vostro PG conoscerà, ON GDR, i metodi di lavorazione e le influenze dei singoli pianeti da background.




    La Stanza



    Superata la porta d'ingresso, vi ritroverete all'interno di un laboratorio rettangolare in cui sarà presente ogni tipo di strumento e equipaggiamento per lavorare una grande vastità di materiali. Al centro della stanza si troverà un tavolo rotondo su cui saranno disposti in modo distinto Sei Materiali. Ne dovrete scegliere uno per poi lavorarlo (Avete mai giocato a pokémon? ecco).
    Nel lato parallelo a quello in cui si troverà l'entrata, si trova una parete in un materiale simile al vetro. Vi è già capitato di studiarlo durante le lezioni di Magitecnica e comprenderete facilmente che si tratta di uno "specchio spia". In poche parole, voi potrete vedere al di là di esso ma ciò che vi aspetterà dall'altra parte non potrà vedere voi. Per ora.
    Sul tavolo, troverete un biglietto su cui sarà scritto "Costruite uno scudo con uno di questi materiali donandogli i poteri di un pianeta. Dunque, attraversate la porta di vetro, sopravvivete all'automa e superate l'ultima porta. Attenti a non morire o sanguinare troppo perché il sangue è difficile da pulire, bacioni - M.M."
    Le due "stanze" comunicano attraverso una porta che sarete liberi di attraversare dopo aver costruito uno scudo - sempre che ne abbiate il coraggio - .
    - Non ci siamo soffermati sulla descrizione della stanza perché sarete liberi di scegliere la metodologia di lavorazione del materiale e la derivante attrezzatura che preferite utilizzare.
    - QUI troverete una mappa della stanza.
    - In seguito troverete delucidazioni sia sui materiali, sia su cosa vi aspetterà dall'altra parte.




    I Sei Materiali



    Abete rosso di Sitka


    I nativi americani raccontano di come, all'interno di ogni persona, dimorino due lupi. Il primo ha una natura benevola, il secondo una natura malvagia. L'abete rosso di Sitka è un albero sacro a queste tribù fin dagli arbori dei tempi. I migliori combattenti costruivano armi utilizzando questi arbusti giungendo alla gloria, seguendo la strada della luce o delle tenebre.
    Se tenterete di dialogare con l'abete rosso di Sitka noterete una particolarità rispetto agli altri tipi di materiali. A comunicare con voi saranno due voci che riconoscerete come famigliari. Dalle parole della prima voce potrete comprendere come il suo animo sia genuino, puro e benevole. Cercherà di spiegarvi, con amore, come l'abete rosso di Sitka sia un materiale perfetto per ogni tipo di difesa -Sempre che il vostro intento sia difendere-. Dalle parole della seconda, invece, comprenderete come il suo animo sia affamato, egoista e vile. Pretenderà che comprendiate come attraverso l'abete rosso di Sitka possiate raggiungere la migliore delle performance offensive -Sempre che il vostro intento sia divorare-.
    L'abete rosso di Sitka è un materiale instabile a causa della sua bipolarità. Chi vincerà nella lotta tra il lupo benevolo e il lupo malvagio? Il lupo che verrà alimentato di più dall'animo del suo utilizzatore. Come? Scegliendo un pianeta piuttosto che un altro.
    Questo materiale si adatta alle personalità dall'animo tormentato, in continua lotta con sé stesso.
    Sul tavolo, troverete un blocco di legno di colore rosso scuro. Si tratterà dell'abete rosso di Sitka, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Empatia & Coraggio

    Ferro di Atene


    Delle volte coloro che desiderano proteggere i propri cari esitano prima di agire. Ciò non rappresenta una mancanza di spirito ma forse proprio il contrario. Questo tipo di persone sono degli strateghi che cercano di sfruttare al meglio le proprie conoscenze per proteggere quante più persone possibile.
    Comunicando con il ferro ateniese vi sarà facile comprendere come il suo animo sia magnanimo ma anche assetato di conoscenza. Questo materiale è desideroso di proteggere i propri cari e ogni elemento di madre natura sembra adatto a questo compito. Se ce ne fosse la necessità, il ferro di Atene devierebbe fiumi o piegherebbe i raggi del sole per incendiare navi. Il ferro di Atene ama avere tutto sotto controllo e per questo è solito provare ansia quando qualcosa non va come programmato.
    Questo ferro ama gli utilizzatori dal cuore gentile che sappiano sfruttare l'ambiente che li circonda e le loro conoscenze per proteggere i propri cari, ad ogni costo e contro ogni male.
    Sul tavolo, troverete dei lingotti di ferro percorsi da venature di un nero corvino. Si tratterà del ferro di Atene, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Intelligenza & Empatia

    Ferro di Sparta


    Qualcuno sostiene che la forza del grande re spartano Leonida non derivasse dai suoi muscoli ma dall’ascendente che esercitava sugli uomini sotto il suo comando o dalla temerità con cui affrontava ogni avversario.
    Comunicando con il ferro spartano noterete la tenacia nei suoi discorsi e la fermezza con cui vi persuaderà, senza troppi problemi, di essere tra le migliori delle scelte. Saprebbe persino convincervi che un coltellino svizzero in ferro spartano possa essere più pericoloso di qualsiasi bacchetta appartenuta ai grandi maghi del passato (O di come un qualsiasi coltellino svizzero in ferro spartano non ci penserebbe due volte a sfidare uno dei sopraccitati maghi).
    Questo materiale impazzisce per gli utilizzatori privi di timori che sanno smuovere le folle.
    Sul tavolo, troverete dei lingotti di ferro percorsi da venature d'un azzurro intenso. Si tratterà del ferro di Sparta, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Carisma & Coraggio

    Paravibranium


    Il paravibranium è una lega inferiore del vibranio ma, hey, anche lui è un ottimo metallo e non lo dico perché la scuola non ha fondi sufficienti per comprare del vero vibranio per dei bimbi come voi. La sua origine viene fatta risalire agli esperimenti condotti dagli alchimisti americani durante la prima metà del '900. Il loro piano era creare un metallo simile al vibranio, seppur più economico, per le forze armate magiche del paese.
    Il paravibranium sa di essere una seconda scelta e ciò lo ha reso insicuro sotto diversi punti di vista. Se tenterete di dialogare con lui, noterete il suo esitare prima di rispondere -quasi a cercare le parole corrette da usare-. Tuttavia, se riuscirete a coinvolgerlo con le vostre parole, anche lui si farà più sciolto e le sue risposte saranno più istintive.
    Sebbene la sua determinazione sia fragile sotto diversi punti di vista, non lo sono i suoi ideali. Quando si tratta di proteggere qualcuno, la sua audacia non ha equali.
    Questo materiale ama gli utilizzatori dagli ideali genuini e sarebbe pronto a giurargli fedeltà senza esitare. Proprio la fedeltà è la caratteristica del paravibranium. Chissà, scegliendo il pianeta giusto, trasformandolo nel giusto tipo di scudo, e lanciandolo nel modo giusto potrebbe persino tornare a voi come un boomerang.
    Sul tavolo, troverete dei lingotti di paravibranium percorsi da venature di un verde scuro. Si tratterà del paravibranium, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Coraggio & Destrezza

    Vetro dell'inquisitore


    Un materiale che non ha né un colore né un aspetto definito. Il vetro dell'inquisitore è un materiale con una storia brutale alle spalle. Venne utilizzato da alcuni maghi spagnoli nell'alto medioevo per soffocare nel sangue i problemi politici prima che potessero sfociare in vere e proprie guerre.
    Dialogando con il vetro dell'inquisitore potrete comprenderne il carattere deciso e determinato. Se potesse guardarvi, lo farebbe dall'alto in basso, mantenendo un tono di sfida, continuando a schernirvi fino a quando non saprete mostrargli di essere alla sua altezza. Tra tutti i materiali, è probabilmente il più puntiglioso e orgoglioso.
    Anela alla conoscenza perché solo tramite questa è possibile superare i propri limiti. Pensa sempre prima di agire, specialmente se sono i suoi cari ad essere in gioco. La strategia lo eccita.
    Gli unici utilizzatori che accetta sono coloro che hanno una mente affilata, pronta a pensare prima di agire e assetata di perfezione. E che lo facciano divertire, sopratutto.
    Sul tavolo, troverete un blocco di vetro trasparente. Si tratterà del vetro dell'inquisitore, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Intelligenza & Tecnica

    Alloro del poeta


    L’alloro ha coronato i più grandi artisti del pianeta. Come loro, questo materiale ha una incredibile capacità di elaborare gli stimoli esterni, siano essi fisici o emotivi.
    Parlando con l’alloro del poeta, noterete del sospetto nel suo tono. Questo materiale si apre con pochi e raramente, ama la solitudine e preferisce la qualità della compagnia alla quantità. Sebbene possa sembrare schivo, si aprirà con voi se riuscirete a dargli gli stimoli giusti.
    È un materiale che ama la calma e la quiete, requisiti necessari per soffermarsi a godere l’arte - e per capirla -. È un inguaribile romantico e ciò ne determina anche la fedeltà.
    Come il poeta e la sua musa, Dante e la sua Beatrice, conquistate il cuore dell’alloro e lui farà in modo che il vostro nome rimanga nella storia.
    Sul tavolo, troverete un blocco di legno nero dalle sfumature celesti. Si tratterà dell'alloro del poeta, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Intuito e Empatia

    - Per cominciare a dialogare con il materiale vi basterà concentrarvi su quest'ultimo per qualche minuto. A voi scegliere come trattare questo dialogo, rimanendo però coerenti con il carattere del materiale (Potrete scegliere la voce... un eventuale aspetto preso dal materiale...).



    I Nove Pianeti



    Sole


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza del Sole, lo scudo produrrà dei potenti raggi di luce per difendervi. I raggi di luce potranno accecare il nemico in funzione di Coraggio.

    Luna


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza della Luna, lo scudo modificherà la gravità attorno a voi per difendervi. Se riceverete colpi da angolazione diverse, la gravità li attirerà sullo scudo in funzione di Empatia.

    Mercurio


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Mercurio, lo scudo modificherà la sua densità diventando molto più aerodinamico. Le meccaniche riguardanti lo scudo avranno dei bonus in Destrezza.

    Venere


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Venere, lo scudo cercherà di ammaliare chiunque vi attacchi. Se riceverete dei colpi, lo scudo produrrà profumi e melodie per incantare il vostro avversario in funzione di Carisma.

    Marte


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Marte, lo scudo produrrà delle fiammate se urtato dall'avversario. L'intensità delle fiamme crescerà in funzione di Intelligenza.

    Giove


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Giove, lo scudo produrrà delle scariche di elettricità se urtato dall'avversario. Le scariche paralizzeranno il nemico in funzione di Carisma.

    Saturno


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Saturno, lo scudo rilascerà del gas velenoso se urtato dall'avversario. L'efficacia del veleno dipenderà dalla sua qualità che crescerà in funzione di Tecnica.

    Urano


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Uranio, lo scudo rilascerà delle folate di vento se urtato dall'avversario. L'intensità delle folate di vento crescerà in funzione di Intelligenza.

    Nettuno


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Nettuno, lo scudo rilascerà una sostanza liquida che attutirà maggiormente i colpi. L'elasticità della sostanza liquida crescerà in funzione di Resistenza.

    Plutone


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Plutone, lo scudo rilascerà dei proiettili di ghiaccio che feriranno l'attaccante anche a diversi metri di distanza. La precisione dei proiettili crescerà in funzione di Intuito.

    - Potrete scegliere un singolo pianeta per influenzare il vostro materiale.
    - Per influenzare il materiale vi basterà convincerlo ad accettare le capacità o l'influenza del determinato pianeta.




    Le Sei Sfide



    Blake Burnes


    Attraverso la parete di vetro noterai una passerella di pietra sospesa sul nulla. Avvicinandoti noterai come questa strada, spessa meno d'un metro, si erga effettivamente sul vuoto, tema ripreso anche dal soffitto che sembra un cielo stellato distante anni luce.
    Su una strada del genere avresti veramente poco spazio per affrontare un nemico. Ma non tutti i nemici hanno gambe. Alcuni hanno ali.
    Un pipistrello grande quanto uno pterodattilo dall'apertura alare di sei metri volteggia nell'aria. I suoi muscoli sono lamine di ferro disposte l'una sopra l'altra. Il tuo occhio arguto nota come da queste la creatura stia perdendo un liquido nero e denso, come il vuoto sotto il pontile. Ti basterebbe annusarlo per averne la certezza, si tratta di petrolio. Che il professore Morrigan abbia fatto male i suoi calcoli?
    Beh, ciò non dovrebbe distrarti dagli artigli o dalle zanne dell'automa. Sebbene quest'ultimo sia privo di occhi, ha un enorme naso suino per fiutare le sue prede e due enormi orecchie per udirle. Sia il suo "olfatto" che il suo "udito" sono molto sviluppati. Ti basterà compiere un passo sulla passerella per essere notato.

    Erik Foster


    Quando i tuoi occhi si poseranno sulla parete di vetro, oltre il tuo riflesso, vedrai una figura grande quanto una tigre. Ma si tratta di altro. Un lupo dal manto di ferro arrugginito sta aspettando che il prossimo pasto varchi la porta. Ti senti osservato. Sul muso, sui fianchi, sulla schiena, sugli arti, ovunque sono disposti occhi famelici che stanno puntando su di te. Sarà difficile non essere notato e ne avrai la prova dopo pochi secondi.
    La stanza in cui si trova l'automa ha solo una piccola luce ad illuminarla, proprio sopra la porta da cui dovrai passare. Prima che tu possa fare un altro passo nel laboratorio, noterai come dalla torcia si sia staccata una lucciola. L'insetto disegna qualche spirale nella stanza prima che la pletora di occhi lo punti.
    I bulbi si aprono come bocche ululando uno dopo l'altro in un'orribile cacofonia. Dunque, una serie di esplosioni e una serie di proiettili di un materiale che sembra simile alla gomma iniziano a rimbalzare contro le pareti della stanza. In una questione di secondi la lucciola, colpita da più punti, si trasforma in polvere e dopo qualche minuto i proiettili si posano a terra, sciogliendosi e liberando un forte odore di alcool.
    Il lupo torna supino, con i suoi mille occhi puntati sulla porta da cui entrerai, in attesa.

    Jesse Aurelius Lighthouse


    Al di là della parete di vetro vedrai un pavimento di cemento e il nulla. Ma, hey, a nessuno piace vincere facile, giusto?
    Dal nulla apparirà una lucciola che compierà piroette a mezz’aria. Uno spettacolo che durerà poco perché dall’alto le volerà addosso una rete acida che la farà a pezzi in un battito di ciglia.
    Alzi gli occhi e noti un automa di ferro. Otto gambe, un busto peloso e almeno una decina di occhi. Si tratta di un ragno grande quanto una nutria.
    Le sue dimensioni sono ridicole ma a giudicare dalle condizioni della lucciola il suo acido no. Inoltre, a peggiorare il tutto, rientra il fatto che l’automa si trovi a ben 5 metri da terra.
    Ma c’è un lato positivo, o forse no, sul pavimento non c’è alcuna rete appiccicosa. Il che è strano, solitamente i ragni sono ciechi e percepiscono le prede attraverso le vibrazioni su quest’ultima. Che tutti quegli occhi funzionino veramente?

    Jessica Veronica Whitemore


    I tuoi occhi si concentrano sull'ombra al di là della parete di vetro. Il neon illumina le pareti della stanza rivelando un liquido denso e nero in uno degli angoli. Dei fili oscuri si alzano da questa melma per poi attorcigliarsi l'uno attorno all'altro. In una questione di secondi una spirale oscura si eregge alta almeno tre metri.
    Sembra priva di orecchie o occhi ma ti basterà attendere qualche secondo per comprendere come non sembri averne bisogno. Da uno dei neon si distaccherà una lucciola che comincerà a vorticare nell'aria. Grazie al tuo occhio arguto noterai due masse distaccarsi dalle estremità della colonna di melma. La prima tra le due masse scivolerà sul soffitto e l'altra sul pavimento. Quando si troveranno abbastanza vicine alla lucciola, le masse prenderanno la forma di aghi che faranno a pezzi l'insetto. Ne hai la certezza, non ti basterà difenderti da un solo lato contro una creatura del genere.
    Ma c'è dell'altro. Il tuo intuito, nonché le tue conoscenze derivanti dalle lezioni di magitecnica, ti permettono facilmente di comprendere come l'automa che dovrai affrontare è formato sicuramente da del petrolio.

    Lucas Jones


    Le dimensioni non contano (Pfh). Al di là della parete di vetro, noterai una piccola sfera bianca grande quanto una palla da basket. L'oggetto volerà in cerchio lentamente percorrendo, in modo costante, lo stesso tragitto. Sarebbe un bersaglio estremamente facile da sconfiggere... se non si trovasse ad una decina di metri da terra.
    Ma c'è dell'altro. Dopo qualche secondo, nel centro della stanza apparirà una piccola lucciola, proprio qualche metro sotto alla sfera. Dal globo partirà un piccolo razzo - delle dimensioni di una matita - verso l'animale. Quest'ultimo riuscirà a schivarlo più per fortuna che per altro. Solo allora l'automa inizierà a vibrare, anche solo per qualche secondo. Dunque, da ogni centimetro della sua superficie, cominceranno a piovere piccoli razzi.
    In un battito di ciglia, la pletora di missili colpirà la lucciola da ogni angola, esplodendo all'unisono. Della creatura rimarrà soltanto polvere.

    Lilith Clarke


    Cara Lilith, tra i sei studenti sei forse la più particolare e anche la tua sfida non è da meno. Al di là della parete di vetro, sul lato destro della stanza, si troverà un'enorme albero alto almeno cinque metri. L'arbusto, a sua volta, si dividerà in tanti diversi rami (Ne conti almeno 10). Sulla punta di questi "tentacoli" si troveranno dei fiori rossi, simili a bacche. Ma queste sfere perfette sono divise in due da un'enorme fila di denti affilati.
    Le radici dell'albero sono confinate nel terreno e quest'ultimo non potrà muoversi. Ti basterà attendere qualche secondo per comprendere la sua metodologia di attacco. Nel centro della stanza comparirà una lucciola che verrà immediatamente puntata dalle bacche dentate (Sebbene siano prive di occhi).
    Le bocche si apriranno per poi cominciare ad assorbire aria, ogni secondo con più ferocia. L'insetto avrà vita breve perché questo automa, simile ad un vero e proprio essere vivente, riuscirà a farlo finire tra le sue fauci in un battito di ciglio. Dopo aver masticato la creatura e averla deglutita per bene, l'albero comincia a vibrare diventando leggermente più alto. Ne hai la certezza, quel nutrimento era diventato parte dell'automa.


    - La fase della costruzione e della sfida con l'automa sono separate. In poche parole, avrete tempo a sufficienza per creare il vostro scudo incantato..




    Note



    Per riassumere, dovrete fare tre cose in questa prova:

    1 - Il vostro pg entrerà nel laboratorio e potrà osservare, attraverso la parete, un automa che rappresenterà la sfida da superare. Osservandolo, potrete capire qualche dettaglio.

    2.1 - Dunque, dovrete costruire uno scudo per proteggervi dall'automa. Nel farlo, dovrete scegliere tra uno dei sei materiali. Per conoscerne le proprietà, il vostro pg si dovrà concentrare sul materiale per qualche minuto (Per questioni di lunghezza, potete anche riportare solo la parte in cui il vostro pg si concentrerà sul materiale scelto).
    2.2 - Dopo esservi concentrati sul materiale, dovrete dialogare con quest'ultimo. Dunque, dovrete convincerlo ad assumere l'influenza di un pianeta. Nel farlo, il materiale acquisterà i poteri descritti nella sezione "I nove Pianeti".
    2.3 - Ora, potrete lavorare il materiale (Scegliete voi se usando incanti o processi fisici - da ambientazione vi troverete in un laboratorio magitecnico provvisto di tutto il necessario - ) per creare uno scudo.

    3 - Scudo in mano, potrete entrare nella stanza dell'automa. Il vostro obiettivo sarà raggiungere l'ultima porta. Siete liberi di decidere gli esiti dello scontro (Spetterà a noi decidere l'esito dell'esame).

    Vi incoraggiamo a divertirvi e ci terremo per noi i nostri segreti criteri di valutazione che saranno rivelati a fine prova.
    Ci limiteremo a ricordarvi come abbiate un ostacolo da superare e come motivare le vostre scelte sia molto importante ♥

    PER OGNI DOMANDA, CONTATTATE QUESTO ACCOUNT O CONTATTATEMI SU TELEGRAM, good luck!

    La scadenza sarà alle 22:00 di Giovedì 30 Luglio, non sono concesse proroghe



    M.A.G.O.
    Astronomia & Magitecnica


    La Prova



    Cari studenti, nel corso del biennio avete appreso come il mondo sia tanto grande e voi tanto piccoli. Gli eventi che si sono susseguiti nel corso degli ultimi mesi non solo vi hanno ricordato come il pericolo sia sempre dietro l'angolo ma lo stesso insegnamento è stato ripartito al corpo docenti. Persino noi insegnanti, tra i massimi esperti dei nostri campi di ricerca, ci siamo ricordati di come sia possibile sbagliare e come ancora, dopo anni di studio, le nostre abilità possano risultare insignificanti.

    La vita, delle volte, ci pone di fronte a situazioni troppo complesse per le nostre capacità. In questi casi, noi avremo pochi soggetti a cui rivolgersi e così anche voi. Ma una cosa è certa: per ogni domanda è possibile trovare una risposta tra le stelle. Questi corpi astrali, che esistono da eoni, sono stati sfruttati fin dagli albori della civiltà magica per potenziare i propri incanti. Negli ultimi anni, questa stessa influenza è stata reindirizzata nel neonato campo della magitecnica allo scopo di creare oggetti la cui potenza potesse superare quella del magitecnico dietro la sua creazione.

    Questa prova testerà le conoscenze che avrete appreso a lezione, rimarcando i precetti fondamentali della magitecnica e dell'astronomia. In questo biennio, avete compreso come ogni materiale abbia un carattere che potrete comprendere concentrandovi sull'oggetto per qualche per qualche minuto, dialogando con lui. Ma avete compreso anche come ogni singolo pianeta sia in grado di influenzare sia le persone che le creature magiche, nonché gli incantesimi, permettendovi superare i vostri stessi limiti.
    Ciò che vi chiederemo durante questa prova sarà di costruire uno scudo con uno dei sei materiali che vi metteremo a disposizione, convincendolo ad accettare l'influenza di un determinato pianeta. In questo modo, il vostro oggettà otterrà dei poteri connessi al pianeta stesso.
    - Il vostro PG saprà, ON GDR, di poter conversare con i materiali concentrandosi su questi per qualche minuto.
    - Il vostro PG conoscerà, ON GDR, i metodi di lavorazione e le influenze dei singoli pianeti da background.



    La Stanza



    Superata la porta d'ingresso, vi ritroverete all'interno di un laboratorio rettangolare in cui sarà presente ogni tipo di strumento e equipaggiamento per lavorare una grande vastità di materiali. Al centro della stanza si troverà un tavolo rotondo su cui saranno disposti in modo distinto Sei Materiali. Ne dovrete scegliere uno per poi lavorarlo (Avete mai giocato a pokémon? ecco).
    Nel lato parallelo a quello in cui si troverà l'entrata, si trova una parete in un materiale simile al vetro. Vi è già capitato di studiarlo durante le lezioni di Magitecnica e comprenderete facilmente che si tratta di uno "specchio spia". In poche parole, voi potrete vedere al di là di esso ma ciò che vi aspetterà dall'altra parte non potrà vedere voi. Per ora.
    Sul tavolo, troverete un biglietto su cui sarà scritto "Costruite uno scudo con uno di questi materiali donandogli i poteri di un pianeta. Dunque, attraversate la porta di vetro, sopravvivete all'automa e superate l'ultima porta. Attenti a non morire o sanguinare troppo perché il sangue è difficile da pulire, bacioni - M.M."
    Le due "stanze" comunicano attraverso una porta che sarete liberi di attraversare dopo aver costruito uno scudo - sempre che ne abbiate il coraggio - .
    - Non ci siamo soffermati sulla descrizione della stanza perché sarete liberi di scegliere la metodologia di lavorazione del materiale e la derivante attrezzatura che preferite utilizzare.
    - QUI troverete una mappa della stanza.
    - In seguito troverete delucidazioni sia sui materiali, sia su cosa vi aspetterà dall'altra parte.



    I Sei Materiali



    Abete rosso di Sitka


    I nativi americani raccontano di come, all'interno di ogni persona, dimorino due lupi. Il primo ha una natura benevola, il secondo una natura malvagia. L'abete rosso di Sitka è un albero sacro a queste tribù fin dagli arbori dei tempi. I migliori combattenti costruivano armi utilizzando questi arbusti giungendo alla gloria, seguendo la strada della luce o delle tenebre.
    Se tenterete di dialogare con l'abete rosso di Sitka noterete una particolarità rispetto agli altri tipi di materiali. A comunicare con voi saranno due voci che riconoscerete come famigliari. Dalle parole della prima voce potrete comprendere come il suo animo sia genuino, puro e benevole. Cercherà di spiegarvi, con amore, come l'abete rosso di Sitka sia un materiale perfetto per ogni tipo di difesa -Sempre che il vostro intento sia difendere-. Dalle parole della seconda, invece, comprenderete come il suo animo sia affamato, egoista e vile. Pretenderà che comprendiate come attraverso l'abete rosso di Sitka possiate raggiungere la migliore delle performance offensive -Sempre che il vostro intento sia divorare-.
    L'abete rosso di Sitka è un materiale instabile a causa della sua bipolarità. Chi vincerà nella lotta tra il lupo benevolo e il lupo malvagio? Il lupo che verrà alimentato di più dall'animo del suo utilizzatore. Come? Scegliendo un pianeta piuttosto che un altro.
    Questo materiale si adatta alle personalità dall'animo tormentato, in continua lotta con sé stesso.
    Sul tavolo, troverete un blocco di legno di colore rosso scuro. Si tratterà dell'abete rosso di Sitka, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Empatia & Coraggio

    Ferro di Atene


    Delle volte coloro che desiderano proteggere i propri cari esitano prima di agire. Ciò non rappresenta una mancanza di spirito ma forse proprio il contrario. Questo tipo di persone sono degli strateghi che cercano di sfruttare al meglio le proprie conoscenze per proteggere quante più persone possibile.
    Comunicando con il ferro ateniese vi sarà facile comprendere come il suo animo sia magnanimo ma anche assetato di conoscenza. Questo materiale è desideroso di proteggere i propri cari e ogni elemento di madre natura sembra adatto a questo compito. Se ce ne fosse la necessità, il ferro di Atene devierebbe fiumi o piegherebbe i raggi del sole per incendiare navi. Il ferro di Atene ama avere tutto sotto controllo e per questo è solito provare ansia quando qualcosa non va come programmato.
    Questo ferro ama gli utilizzatori dal cuore gentile che sappiano sfruttare l'ambiente che li circonda e le loro conoscenze per proteggere i propri cari, ad ogni costo e contro ogni male.
    Sul tavolo, troverete dei lingotti di ferro percorsi da venature di un nero corvino. Si tratterà del ferro di Atene, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Intelligenza & Empatia

    Ferro di Sparta


    Qualcuno sostiene che la forza del grande re spartano Leonida non derivasse dai suoi muscoli ma dall’ascendente che esercitava sugli uomini sotto il suo comando o dalla temerità con cui affrontava ogni avversario.
    Comunicando con il ferro spartano noterete la tenacia nei suoi discorsi e la fermezza con cui vi persuaderà, senza troppi problemi, di essere tra le migliori delle scelte. Saprebbe persino convincervi che un coltellino svizzero in ferro spartano possa essere più pericoloso di qualsiasi bacchetta appartenuta ai grandi maghi del passato (O di come un qualsiasi coltellino svizzero in ferro spartano non ci penserebbe due volte a sfidare uno dei sopraccitati maghi).
    Questo materiale impazzisce per gli utilizzatori privi di timori che sanno smuovere le folle.
    Sul tavolo, troverete dei lingotti di ferro percorsi da venature d'un azzurro intenso. Si tratterà del ferro di Sparta, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Carisma & Coraggio

    Paravibranium


    Il paravibranium è una lega inferiore del vibranio ma, hey, anche lui è un ottimo metallo e non lo dico perché la scuola non ha fondi sufficienti per comprare del vero vibranio per dei bimbi come voi. La sua origine viene fatta risalire agli esperimenti condotti dagli alchimisti americani durante la prima metà del '900. Il loro piano era creare un metallo simile al vibranio, seppur più economico, per le forze armate magiche del paese.
    Il paravibranium sa di essere una seconda scelta e ciò lo ha reso insicuro sotto diversi punti di vista. Se tenterete di dialogare con lui, noterete il suo esitare prima di rispondere -quasi a cercare le parole corrette da usare-. Tuttavia, se riuscirete a coinvolgerlo con le vostre parole, anche lui si farà più sciolto e le sue risposte saranno più istintive.
    Sebbene la sua determinazione sia fragile sotto diversi punti di vista, non lo sono i suoi ideali. Quando si tratta di proteggere qualcuno, la sua audacia non ha equali.
    Questo materiale ama gli utilizzatori dagli ideali genuini e sarebbe pronto a giurargli fedeltà senza esitare. Proprio la fedeltà è la caratteristica del paravibranium. Chissà, scegliendo il pianeta giusto, trasformandolo nel giusto tipo di scudo, e lanciandolo nel modo giusto potrebbe persino tornare a voi come un boomerang.
    Sul tavolo, troverete dei lingotti di paravibranium percorsi da venature di un verde scuro. Si tratterà del paravibranium, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Coraggio & Destrezza

    Vetro dell'inquisitore


    Un materiale che non ha né un colore né un aspetto definito. Il vetro dell'inquisitore è un materiale con una storia brutale alle spalle. Venne utilizzato da alcuni maghi spagnoli nell'alto medioevo per soffocare nel sangue i problemi politici prima che potessero sfociare in vere e proprie guerre.
    Dialogando con il vetro dell'inquisitore potrete comprenderne il carattere deciso e determinato. Se potesse guardarvi, lo farebbe dall'alto in basso, mantenendo un tono di sfida, continuando a schernirvi fino a quando non saprete mostrargli di essere alla sua altezza. Tra tutti i materiali, è probabilmente il più puntiglioso e orgoglioso.
    Anela alla conoscenza perché solo tramite questa è possibile superare i propri limiti. Pensa sempre prima di agire, specialmente se sono i suoi cari ad essere in gioco. La strategia lo eccita.
    Gli unici utilizzatori che accetta sono coloro che hanno una mente affilata, pronta a pensare prima di agire e assetata di perfezione. E che lo facciano divertire, sopratutto.
    Sul tavolo, troverete un blocco di vetro trasparente. Si tratterà del vetro dell'inquisitore, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Intelligenza & Tecnica

    Alloro del poeta


    L’alloro ha coronato i più grandi artisti del pianeta. Come loro, questo materiale ha una incredibile capacità di elaborare gli stimoli esterni, siano essi fisici o emotivi.
    Parlando con l’alloro del poeta, noterete del sospetto nel suo tono. Questo materiale si apre con pochi e raramente, ama la solitudine e preferisce la qualità della compagnia alla quantità. Sebbene possa sembrare schivo, si aprirà con voi se riuscirete a dargli gli stimoli giusti.
    È un materiale che ama la calma e la quiete, requisiti necessari per soffermarsi a godere l’arte - e per capirla -. È un inguaribile romantico e ciò ne determina anche la fedeltà.
    Come il poeta e la sua musa, Dante e la sua Beatrice, conquistate il cuore dell’alloro e lui farà in modo che il vostro nome rimanga nella storia.
    Sul tavolo, troverete un blocco di legno nero dalle sfumature celesti. Si tratterà dell'alloro del poeta, ne avrete a sufficienza per produrre il vostro scudo.
    PP in cui performa meglio: Intuito e Empatia

    - Per cominciare a dialogare con il materiale vi basterà concentrarvi su quest'ultimo per qualche minuto. A voi scegliere come trattare questo dialogo, rimanendo però coerenti con il carattere del materiale (Potrete scegliere la voce... un eventuale aspetto preso dal materiale...).


    I Nove Pianeti



    Sole


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza del Sole, lo scudo produrrà dei potenti raggi di luce per difendervi. I raggi di luce potranno accecare il nemico in funzione di Coraggio.

    Luna


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza della Luna, lo scudo modificherà la gravità attorno a voi per difendervi. Se riceverete colpi da angolazione diverse, la gravità li attirerà sullo scudo in funzione di Empatia.

    Mercurio


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Mercurio, lo scudo modificherà la sua densità diventando molto più aerodinamico. Le meccaniche riguardanti lo scudo avranno dei bonus in Destrezza.

    Venere


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Venere, lo scudo cercherà di ammaliare chiunque vi attacchi. Se riceverete dei colpi, lo scudo produrrà profumi e melodie per incantare il vostro avversario in funzione di Carisma.

    Marte


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Marte, lo scudo produrrà delle fiammate se urtato dall'avversario. L'intensità delle fiamme crescerà in funzione di Intelligenza.

    Giove


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Giove, lo scudo produrrà delle scariche di elettricità se urtato dall'avversario. Le scariche paralizzeranno il nemico in funzione di Carisma.

    Saturno


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Saturno, lo scudo rilascerà del gas velenoso se urtato dall'avversario. L'efficacia del veleno dipenderà dalla sua qualità che crescerà in funzione di Tecnica.

    Urano


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Uranio, lo scudo rilascerà delle folate di vento se urtato dall'avversario. L'intensità delle folate di vento crescerà in funzione di Intelligenza.

    Nettuno


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Nettuno, lo scudo rilascerà una sostanza liquida che attutirà maggiormente i colpi. L'elasticità della sostanza liquida crescerà in funzione di Resistenza.

    Plutone


    Convincendo il materiale ad accettare l'influenza di Plutone, lo scudo rilascerà dei proiettili di ghiaccio che feriranno l'attaccante anche a diversi metri di distanza. La precisione dei proiettili crescerà in funzione di Intuito.

    - Potrete scegliere un singolo pianeta per influenzare il vostro materiale.
    - Per influenzare il materiale vi basterà convincerlo ad accettare le capacità o l'influenza del determinato pianeta.



    Le Sei Sfide



    Blake Burnes


    Attraverso la parete di vetro noterai una passerella di pietra sospesa sul nulla. Avvicinandoti noterai come questa strada, spessa meno d'un metro, si erga effettivamente sul vuoto, tema ripreso anche dal soffitto che sembra un cielo stellato distante anni luce.
    Su una strada del genere avresti veramente poco spazio per affrontare un nemico. Ma non tutti i nemici hanno gambe. Alcuni hanno ali.
    Un pipistrello grande quanto uno pterodattilo dall'apertura alare di sei metri volteggia nell'aria. I suoi muscoli sono lamine di ferro disposte l'una sopra l'altra. Il tuo occhio arguto nota come da queste la creatura stia perdendo un liquido nero e denso, come il vuoto sotto il pontile. Ti basterebbe annusarlo per averne la certezza, si tratta di petrolio. Che il professore Morrigan abbia fatto male i suoi calcoli?
    Beh, ciò non dovrebbe distrarti dagli artigli o dalle zanne dell'automa. Sebbene quest'ultimo sia privo di occhi, ha un enorme naso suino per fiutare le sue prede e due enormi orecchie per udirle. Sia il suo "olfatto" che il suo "udito" sono molto sviluppati. Ti basterà compiere un passo sulla passerella per essere notato.

    Erik Foster


    Quando i tuoi occhi si poseranno sulla parete di vetro, oltre il tuo riflesso, vedrai una figura grande quanto una tigre. Ma si tratta di altro. Un lupo dal manto di ferro arrugginito sta aspettando che il prossimo pasto varchi la porta. Ti senti osservato. Sul muso, sui fianchi, sulla schiena, sugli arti, ovunque sono disposti occhi famelici che stanno puntando su di te. Sarà difficile non essere notato e ne avrai la prova dopo pochi secondi.
    La stanza in cui si trova l'automa ha solo una piccola luce ad illuminarla, proprio sopra la porta da cui dovrai passare. Prima che tu possa fare un altro passo nel laboratorio, noterai come dalla torcia si sia staccata una lucciola. L'insetto disegna qualche spirale nella stanza prima che la pletora di occhi lo punti.
    I bulbi si aprono come bocche ululando uno dopo l'altro in un'orribile cacofonia. Dunque, una serie di esplosioni e una serie di proiettili di un materiale che sembra simile alla gomma iniziano a rimbalzare contro le pareti della stanza. In una questione di secondi la lucciola, colpita da più punti, si trasforma in polvere e dopo qualche minuto i proiettili si posano a terra, sciogliendosi e liberando un forte odore di alcool.
    Il lupo torna supino, con i suoi mille occhi puntati sulla porta da cui entrerai, in attesa.

    Jesse Aurelius Lighthouse


    Al di là della parete di vetro vedrai un pavimento di cemento e il nulla. Ma, hey, a nessuno piace vincere facile, giusto?
    Dal nulla apparirà una lucciola che compierà piroette a mezz’aria. Uno spettacolo che durerà poco perché dall’alto le volerà addosso una rete acida che la farà a pezzi in un battito di ciglia.
    Alzi gli occhi e noti un automa di ferro. Otto gambe, un busto peloso e almeno una decina di occhi. Si tratta di un ragno grande quanto una nutria.
    Le sue dimensioni sono ridicole ma a giudicare dalle condizioni della lucciola il suo acido no. Inoltre, a peggiorare il tutto, rientra il fatto che l’automa si trovi a ben 5 metri da terra.
    Ma c’è un lato positivo, o forse no, sul pavimento non c’è alcuna rete appiccicosa. Il che è strano, solitamente i ragni sono ciechi e percepiscono le prede attraverso le vibrazioni su quest’ultima. Che tutti quegli occhi funzionino veramente?

    Jessica Veronica Whitemore


    I tuoi occhi si concentrano sull'ombra al di là della parete di vetro. Il neon illumina le pareti della stanza rivelando un liquido denso e nero in uno degli angoli. Dei fili oscuri si alzano da questa melma per poi attorcigliarsi l'uno attorno all'altro. In una questione di secondi una spirale oscura si eregge alta almeno tre metri.
    Sembra priva di orecchie o occhi ma ti basterà attendere qualche secondo per comprendere come non sembri averne bisogno. Da uno dei neon si distaccherà una lucciola che comincerà a vorticare nell'aria. Grazie al tuo occhio arguto noterai due masse distaccarsi dalle estremità della colonna di melma. La prima tra le due masse scivolerà sul soffitto e l'altra sul pavimento. Quando si troveranno abbastanza vicine alla lucciola, le masse prenderanno la forma di aghi che faranno a pezzi l'insetto. Ne hai la certezza, non ti basterà difenderti da un solo lato contro una creatura del genere.
    Ma c'è dell'altro. Il tuo intuito, nonché le tue conoscenze derivanti dalle lezioni di magitecnica, ti permettono facilmente di comprendere come l'automa che dovrai affrontare è formato sicuramente da del petrolio.

    Lucas Jones


    Le dimensioni non contano (Pfh). Al di là della parete di vetro, noterai una piccola sfera bianca grande quanto una palla da basket. L'oggetto volerà in cerchio lentamente percorrendo, in modo costante, lo stesso tragitto. Sarebbe un bersaglio estremamente facile da sconfiggere... se non si trovasse ad una decina di metri da terra.
    Ma c'è dell'altro. Dopo qualche secondo, nel centro della stanza apparirà una piccola lucciola, proprio qualche metro sotto alla sfera. Dal globo partirà un piccolo razzo - delle dimensioni di una matita - verso l'animale. Quest'ultimo riuscirà a schivarlo più per fortuna che per altro. Solo allora l'automa inizierà a vibrare, anche solo per qualche secondo. Dunque, da ogni centimetro della sua superficie, cominceranno a piovere piccoli razzi.
    In un battito di ciglia, la pletora di missili colpirà la lucciola da ogni angola, esplodendo all'unisono. Della creatura rimarrà soltanto polvere.

    Lilith Clarke


    Cara Lilith, tra i sei studenti sei forse la più particolare e anche la tua sfida non è da meno. Al di là della parete di vetro, sul lato destro della stanza, si troverà un'enorme albero alto almeno cinque metri. L'arbusto, a sua volta, si dividerà in tanti diversi rami (Ne conti almeno 10). Sulla punta di questi "tentacoli" si troveranno dei fiori rossi, simili a bacche. Ma queste sfere perfette sono divise in due da un'enorme fila di denti affilati.
    Le radici dell'albero sono confinate nel terreno e quest'ultimo non potrà muoversi. Ti basterà attendere qualche secondo per comprendere la sua metodologia di attacco. Nel centro della stanza comparirà una lucciola che verrà immediatamente puntata dalle bacche dentate (Sebbene siano prive di occhi).
    Le bocche si apriranno per poi cominciare ad assorbire aria, ogni secondo con più ferocia. L'insetto avrà vita breve perché questo automa, simile ad un vero e proprio essere vivente, riuscirà a farlo finire tra le sue fauci in un battito di ciglio. Dopo aver masticato la creatura e averla deglutita per bene, l'albero comincia a vibrare diventando leggermente più alto. Ne hai la certezza, quel nutrimento era diventato parte dell'automa.


    - La fase della costruzione e della sfida con l'automa sono separate. In poche parole, avrete tempo a sufficienza per creare il vostro scudo incantato..



    Note



    Per riassumere, dovrete fare tre cose in questa prova:

    1 - Il vostro pg entrerà nel laboratorio e potrà osservare, attraverso la parete, un automa che rappresenterà la sfida da superare. Osservandolo, potrete capire qualche dettaglio.

    2.1 - Dunque, dovrete costruire uno scudo per proteggervi dall'automa. Nel farlo, dovrete scegliere tra uno dei sei materiali. Per conoscerne le proprietà, il vostro pg si dovrà concentrare sul materiale per qualche minuto (Per questioni di lunghezza, potete anche riportare solo la parte in cui il vostro pg si concentrerà sul materiale scelto).
    2.2 - Dopo esservi concentrati sul materiale, dovrete dialogare con quest'ultimo. Dunque, dovrete convincerlo ad assumere l'influenza di un pianeta. Nel farlo, il materiale acquisterà i poteri descritti nella sezione "I nove Pianeti".
    2.3 - Ora, potrete lavorare il materiale (Scegliete voi se usando incanti o processi fisici - da ambientazione vi troverete in un laboratorio magitecnico provvisto di tutto il necessario - ) per creare uno scudo.

    3 - Scudo in mano, potrete entrare nella stanza dell'automa. Il vostro obiettivo sarà raggiungere l'ultima porta. Siete liberi di decidere gli esiti dello scontro (Spetterà a noi decidere l'esito dell'esame).

    Vi incoraggiamo a divertirvi e ci terremo per noi i nostri segreti criteri di valutazione che saranno rivelati a fine prova.
    Ci limiteremo a ricordarvi come abbiate un ostacolo da superare e come motivare le vostre scelte sia molto importante ♥

    PER OGNI DOMANDA, CONTATTATE QUESTO ACCOUNT O CONTATTATEMI SU TELEGRAM, good luck!

    La scadenza sarà alle 22:00 di Giovedì 30 Luglio, non sono concesse proroghe


    EDIT 22/07/20 19:27 CAMBIO COLORE DEL TESTO & AGGIUNTO IL TESTO IN SPOILER SENZA HTML

    Edited by Morrigan Maverick - 22/7/2020, 19:27
     
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    LILITH CLARKE
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    La prima prova era volata via, adesso era il turno della seconda. Lilith aveva l'ansia a fior di pelle, ma cercava di mantenere la calma e il sorriso, con il pensiero che tutto stesse per finire e potessero avere delle favolose vacanze.
    Era entrata nella seconda stanza adibita per i M.A.G.O. e si era trovata di fronte i due docenti più nuovi dell'istituto. Uno di questi era Salvatore. Su di lui lo sguardo indugiò un attimo di più, mandando un pensiero a Jessica; come avrebbe affrontato quella prova, con Daniele lì davanti? Loro due com'erano rimasti? Con la preparazione degli esami, non era riuscita a dedicare troppo tempo alla sua amica, ma si era ripromessa che questo non sarebbe bastato ad allontanarla e che terminato quel calvario sarebbe andata subito da lei.
    Ascolto quello che Maverick spiegò, quindi osservò il tavolo del laboratorio, cercando di racimolare le idee e le forze.
    Successivamente gettò lo sguardo oltre lo specchio spia, per capire cosa stesse accadendo dall'altra parte: un albero maestoso con delle bacche dentate. Favoloso, abbiamo un mangialucciole che cresce ogni volta che mangia qualcosa, attirandolo a sé.
    Lilith trattenne il respiro e cercò di ritornare ai materiali.
    Li esaminò ad uno ad uno, passando a rassegna tutti loro, con attenzione, più di una volta.
    Ancora qualche passo, prima di arrestarsi davanti ad uno dei materiali che aveva prescelto: il vetro dell'inquisitore. Si concentrò, quindi cercando di entrare in sintonia con il materiale prescelto.
    Si accovacciò davanti a lui e lo fissò, assottigliando gli occhi in due piccole fessure.
    «Sai, dicono che io abbia la puzza sotto il naso, a volte. Che sia una di quelle ragazzine che credono di essere chissà chi, ma che non sanno guardare oltre il loro naso.» - iniziò a parlare con pacatezza e tranquillità, come se stesse parlando con una sua amicizia vecchia. «Mi hanno sempre detto che non avevo le carte in regola per arrivare da nessuna parte.» - stava ripercorrendo un po' gli attimi in cui le amicizie scarseggiavano e di quando era sola, senza alcun modo per poter sfogare la sua tristezza. Per quel suo modo di fare, erano stati in tanti a voltarle le spalle, ad Hogwarts non aveva molti amici e tutti quelli che provavano ad esserle vicino, spesso finivano per diventare ancora più distanti. Lei doveva eccellere in tutto, solo così poteva sentirsi soddisfatta. Per lei era stato difficile anche innamorarsi, però ci era riuscita, perché aveva deciso che quello era un suo obiettivo «Eppure, ho dimostrato a tutti che si sbagliavano. Io, Lilith Clarke, ho mostrato quanto io sia migliore di tutti, come riesca ad ottenere sempre ciò che voglio e alla perfezione.» - sbuffò, riprendendo fiato e si sollevò dalla posizione accovacciata che aveva assunto. Guardò dall'alto quella lastra di vetro, con un leggero ghigno sul volto «Siamo molto simili, non credi?» - il tono che aveva assunto era un tono di sfida, un tono che voleva provare a provocare quel materiale ed una sua reazione.
    «Simili? Pfff... ma ti guardi? Sei una ragazzina che non conosce niente della vita e credi di poter essere alla mia altezza?» - eccolo, il materiale aveva reagito a quello che Lilith aveva detto. Il volto della ragazzina si fece soddisfatto e orgoglioso, peccato che quel vetro non potesse vederla. Ma lei aveva i suoi occhi di cristallo puntati sulla lastra che si muoveva in superficie come se fosse un fluido. Ogni parola che evaporava da quel materiale, creava dei cerchi concentrici, come quando qualcosa cade in un lago.
    La ragazzina sollevò un sopracciglio, quindi lasciò che la lastra parlasse ancora «Cosa vuoi da me, ragazzina?» - domandò con quel fare di superiorità che Lilith sembrò quasi riconoscere come proprio.
    «Voglio superare l'esame e voglio che tu mi dia una mano. Siamo chiari l'uno con l'altra: la sfida che è dall'altra parte è complicata e io esigo di superarla. Ma voglio il meglio per me, voglio poter uscire da qui soddisfatta di aver raggiunto la perfezione.» - il tono era deciso, determinato, come se dentro di lei si fosse accesa la fiamma della sfida. Voleva a tutti i costi eccellere in quel percorso e non ammetteva remore.
    «Credi davvero di poter superare la prova? Tu, una ragazzina che non sa nemmeno cosa le aspetta dalla vita? Tsk» - il suo tono sprezzante non faceva che indispettire la Dioptase, che non pareva arrendersi. Sbuffò, fingendosi annoiata dalle sue parole «Quindi mi stai dicendo che ti stai tirando indietro perché non ti senti all'altezza? Pensavo di aver trovato in te un alleato lodevole. Ma evidentemente mi sbagliavo...» - tentò di rigirare la partita con la stessa carta di sprezzo che aveva utilizzato lei. Un attimo di silenzio e un roco brontolo si sentì provenire dalla lastra animata «Sembri così sicura di riuscirci, ragazzina.» - Lilith sorrise ancora - «Così sarà. Ma solo se mi aiuterai: ho bisogno di qualcosa di perfetto, qualcosa di unico. Devo riuscire ad abbattere quello che mi aspetta dall'altro lato, meglio di chiunque altro studente che entri qui dentro. Devo essere la prima, devo essere la sola. E tu sei l'unico che mi può aiutare...» - un leggero sibilo come se fosse presa da quella sfida che stava lanciando, come se lo stesse convincendo a buttarsi nel vuoto con lei, ad occhi chiusi - «... se accetterai, avremo un asso nella manica e potremmo dire a tutti quanto siamo stati i migliori, porterò in alto il tuo nome e dirò a tutti quanto sei stato perfetto.»
    Il silenzio cadde di nuovo e Lilith sentiva lo stomaco stringersi per l'ansia «Quale sarebbe il tuo asso nella manica?» - la contrattazione sembrava avanzare, quindi Lilith tirò un respiro profondo e riprese a parlare - «Esatto. Abbiamo bisogno di essere pronti ad ogni eventualità. Ci attaccheranno e noi dobbiamo avere la difesa alta e, allo stesso tempo, la possibilità di contrattaccare. Plutone potrà aiutarci.» - tastò il terreno, quindi, lasciando il tempo al materiale di concepire quello che stava accadendo - «Plutone? E come potrebbe aiutarci?»
    Lilith sospirò «La sua influenza ci renderà imbattibili, ci darà quella forza che ci manca per poter abbattere il nemico e ci permetterà di raggiungere la perfezione. Fidati di me, ho studiato le sue proprietà per essere pronta a questo momento, da anni. Accettalo e vedrai che non avremo eguali.»
    Cercò di convincerlo come meglio potesse, credendo in tutto quello che lei stessa diceva, perché non c'era una sola volta che aveva mentito a quel materiale.
    «Accetto.» - decretò infine, con un grande sollievo di Lilith - «Non te ne pentirai. Grazie...»
    Quindi fece per avvicinarsi dedicando tutte le sue attenzioni al vetro che l'aveva appena accettata.
    Doveva lavorarlo in maniera tale che venisse fuori uno scudo di ottime fattezze e dimensioni, quindi con attenzione prese i guanti e la visiera, prima di azionare la fiamma ossidrica, quindi prese a scaldarlo e modellarlo fino a quando non ottenne un resistente scudo di Vetro dell'Inquisitore, rotondo.
    Lo sollevò verso l'alto e so guardò soddisfatta «Siamo perfetti.» - disse poi, mentre si posizionava l'equipaggiamento appeso al braccio destro.
    «Pronti, andiamo.» - quindi proseguì oltre lo specchio spia e lì avrebbe avuto il suo secondo ed ultimo step, per superare quella sfida.

    Quando oltrepassò lo specchiospia, aveva già idea di cosa sarebbe successo quando quell'automa si fosse accorto di lei. A passi cauti avanzò sul terreno che la divideva dall'automa, quindi cercò di vedere ai suoi lati se ci fossero ostacoli.
    Ecco che l'automa, dopo aver divorato la lucciola, immediatamente fissò il suo prossimo obiettivo: Lilith. Iniziò a sentire l'aria venir attirata verso le bocche, quindi strinse la bacchetta e lo scudo, cercando di ripararsi dietro di questo, stringendo gli occhi per riflesso dell'aria risucchiata «Merlino...» - imprecò appena, quindi, mentre cercava di stringere davanti a sé lo scudo.
    Quando la folata di aria risucchiata si fece più forte, tento di tenere i piedi ben fissi al terreno e in quel momento, dallo scudo che tentava di difenderla, vennero fuori dei proiettili di ghiaccio. Alcuni cercarono le bacche e tentarono di colpirle.
    I proiettili saettarono contro quei frutti assassini e alcune caddero in terra.
    Doveva fare qualcosa e aiutare il suo scudo e il pianeta da lei scelto, non potevano combattere da soli. Aveva una bacchetta e una determinazione giusta per poter escogitare qualcosa, quindi «Expulso!» - proferì, lanciando una stoccata in direzione dell'obiettivo.
    Doveva renderlo inoffensivo, innocuo e l'unico modo per passare dalla parte opposta era proprio quello. Le bocche continuavano ad attirarla a sé, mentre lo scudo continuava ad eliminarle come se non fosse mai stanco. Lei sembrava mettercela tutta per non venir risucchiata e diventare cibo per quell'automa.
    La bacchetta si mosse di nuovo, questa volta a tracciare il simbolo < e a proferire «Reducio!» - con quanta più energia potesse avere in corpo.
    Se tutto fosse andato per il meglio, l'automa probabilmente avrebbe diminuito le sue dimensioni. Ma questo non era di certo una sicurezza per Lilith, per passargli accanto.
    «Pensa Lilith, pensa.» - continuava a ripetersi mentre i proiettili di ghiaccio mandavano a terra altre bacche.
    Adesso che le dimensioni probabilmente si erano ridotte, forse poteva provare l'impossibile, puntò l'obiettivo e quasi in contemporanea agli altri proiettili di ghiaccio, proferì - «DEPULSO!» - mentre le bacche cadevano a terra, l'albero veniva spinto via, così da liberare il passaggio della porta che l'avrebbe portata alla terza prova di quegli esami.
    Nello spostarsi, però, non abbassò lo scudo, non voltò le spalle alla pianta e proseguì con cautela.

     
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    Il calvario era iniziato e lui si trovava a fare i conti con tutte quelle volte che aveva deciso di dormire, piuttosto che studiare.
    Sbuffò entrando nella stanza che era stata adibita per il MAGO di magitecnologia e astronomia - «Ho promesso ad Emma di impegnarmi...» - si ricordò avvicinandosi al tavolo del laboratorio.
    Guardò i due docenti e ascoltò con attenzione la spiegazione: in astronomia aveva ottimi voti, ma magitech non gli piaceva particolarmente.
    Sapeva che prima terminava quel percorso, prima sarebbe tornato da Emma. E poi, c'era Jessica ad aspettarlo fuori: doveva fargli la lista dei regali da portarle e non c'era poi così tanto tempo.
    Recuperò, quindi, le idee. Lo sguardo andò verso lo specchio-spia osservando l'automa che lo aspettava dalla parte opposta: quella piccola lucciola gli fece tornare alla mente la sua piccola Emma; doveva fare qualcosa per salvarla.
    Adesso non restava che preparare lo scudo: si avvicinò ai materiali e ne osservò le fattezze. Non stette tanto a decidere quale scegliere; si avvicinò a quel pezzo di Abete che tanto sembrava richiamarlo: Abete rosso di Sitka, quello era il materiale che aveva scelto Lucas.
    Ricordava, su di esso, il curioso dualismo della sua anima e forse era proprio per questa sua particolarità che lo aveva prediletto.
    Lucas sentiva molta affinità a quel leggero duello interno tra il bene e il male che aveva dentro di sé. Una continua lotta tra l'essere lo scudo o la spada.
    Probabilmente una chiacchierata con quel ciocco di legno avrebbe fatto capire anche a Lucas cosa realmente c'era dentro di sé.
    Fu così che si sedette sul bancone, accanto al ceppo - «Eccoci qua, allora» - dopo essersi concentrato ed essere entrato in contatto con il materiale scelto, prese il via alla sua opera di convincimento - «Abbiamo una prova ad affrontare e da vincere e possiamo farlo solo se lavoriamo insieme».
    Per un attimo il ceppo parve non volersi palesare, quindi Lucas incanlzò - «Lo so, è una situazione scomoda per tutti, ma è quello che ci tocca. A volte siamo messi davanti ad una scelta: agire o difendere. Una scelta difficile che...» - «...va fatta con il cuore.» - la voce roca del legno interruppe il parlare di Lucas, per completarlo, tanto che l'ametrinosussultò appena, sgranando le iridi di cristallo - «Basta ascoltare dentro di noi e avremo sempre la risposta per tutti i bivi che la vita ci pone davanti» - alcune delle venature del legno, parevano aver preso le sembianze di due labbra, la bocca di un uomo, dall'età avanzata; era pacato il suo parlare e a tratti rassicurante.
    Lucas sorrise e cacciò la mano in tasca per prendere una sigaretta e accenderla; fece un paio di boccate - quello era un modo per mettersi comodo e iniziare quella che sarebbe stata una delle più interessanti conversazioni che avrebbe mai avuto, quindi doveva mettersi comodo - sputò fuori una nuvola di fumo - «E' vero, ma il dubbio che ti assale è troppo grande: ho fatto la scelta giusta? E se imboccando l'altra stata fosse andata meglio?» - un respiro di nicotina fece da pausa a quel incedere - «soprattutto quando c'è di mezzo qualcuno che si ama» - concluse quel pensiero lasciando aleggiare le ultime parole nell'aria, mentre la sua testa volava nuovamente da Emma.
    «Dobbiamo difendere chi amiamo, ragazzino» - la voce da padre buono lo rimbeccò immediatamente, ma con garbo e gentilezza - «Se ci metti il cuore, non sbaglierai mai, ricordalo. E' importante che tu rimanga sempre lucido, pronto ad essere lo scudo dietro cui difendersi.» - «Stronzate!» - una voce più aspra e graffiante, come se fosse di qualche anno più giovane dell'altra, prese parola, probabilmente quel discorso aveva interessato anche l'altra parte di quel materiale che aveva deciso di mettere becco in quella questione - «Non serve a niente difendere chi si ama tanto resterai sempre solo! Sì l'arma, non lo scudo. Attacca, non proteggere. Serve essere in grado di farlo per non essere carne da macello.» - era un sibilo assetato di sangue - «Devi dimostrare la tua forza e la tua crudeltà o sarai cibo per i leoni!» - il suo dire era forte e crudele, per certi punti di vista anche egoista.
    Lucas era confuso, non poteva negare che sotto alcuni aspetti, quel lato di abete aveva piena ragione: Elisabeth Lynch ne era stato un esempio tangibile; a lei aveva dato tutto il suo affetto, si era mostrato vulnerabile e lei aveva fatto di lui un tappetino da salotto e ci si era pulita i piedi. Lucas calò lo sguardo osservando la sigaretta consumarsi così come Liz aveva consumato lui. Aggrottò la fronte e poi scosse la testa - «No.» - disse secco e d'improvviso, poi risollevando il capo sul ceppo - «Stai sbagliando. Chi ci ama davvero non ci ferisce. Chi ama davvero fa di tutto per difenderci...» - il sorriso di Emma e quello di Jessica si imposero sul ricordo amaro che Lynch gli aveva lasciato, cacciandolo e ricordando all'Ametrin quanto loro credessero in lui e quanto avrebbero fatto per difenderlo. A loro doveva molto: la riscoperta dell'amicizia, dell'amore...
    «Dobbiamo difendere ciò che amiamo, anche a costo della nostra stessa vita.» - riprese dando una nuova boccata alla sigaretta - «L'amore è la cosa più preziosa che possiamo avere in dono, non possiamo distruggerla. Dobbiamo difenderla.» - le sue parole si spensero, morendo in un tiro profondo di nicotina.
    Il ceppo di legno non parlò per un po', poi Lucas sentì un sospiro, la faccia della medaglia che gli rispose fu quella che condivideva il suo pensiero - «Ben detto, ragazzo, ben detto» - Lucas sorrise al ceppo, seppur consapevole di non essere visto - «Lucas, mi chiamo Lucas.» - confessò con tranquillità, aspirando le ultime due boccate - «Bel nome, Lucas. Mi hai convinto. Ti aiuterò a difendere chi ami. Hai un animo gentile e altruista, non lasciare che venga corrotto nel tempo. Mi raccomando!»
    Tuttavia Lucas sapeva che le richieste non erano terminate, nei confronti di quel ceppo - «Aspetta, c'è dell'altro: abbiamo bisogno di un aiuto in più, un aiuto che viene dall'alto, diciamo» - riprese l'ametrino cercando di trovare le parole giuste per spiegare il passo successivo - «Hai mai sentito parlare dell'influenza dei pianeti? Ci possono dare una spinta in più per riuscire a difendere chi amiamo. La Luna, per esempio.» - Lucas gettò l'amo attendendo che il ciocco gli rispondesse. E questo non mancò - «La Luna? E perché proprio lei?» - Jug sorrise dolcemente a quella domanda «La luna è un po' come me e te; c'è una faccia oscura, sempre oscurata dall'altra più chiara. E ha un potere immenso e benevolo.» - «T credo, fa quel che devi, accetterò la mia sorte.» - «Grazie, sarai il mio alleato migliore.»
    La lavorazione del legno non era mai stata il suo forte, tuttavia dopo averlo levigato alla perfezione, Lucas afferrò la bacchetta e tracciò una linea dall'alto verso il basso, per poi fare un lieve affondo «Forma Depso!» - concentrandosi sulla forma romboide che lo scudo avrebbe dovuto prendere.
    Tutto era pronto, adesso avrebbe potuto attraversare lo specchio spia, per superare la sua ultima prova di quell'esame.
    Non appena l'automa si accorse della loro presenza, riservò lo stesso trattamento che precedentemente aveva avuto la lucciola.
    Tuttavia gli effetti della Luna sullo scudo, ebbero i loro effetti già dal primo attacco: i missili si direzionarono sulla difesa e Lucas ebbe il tempo di indirizzare una stoccata verso la palla «Petrificus totalus!» - determinò deciso, prima di aspettare che la fattura avesse effetto.
    Effetto che non si palesò, tuttavia, da parte della Pastoia Total Body - «Merda!» - puntò nuovamente la bacchetta e - «Malum!» - tentò di trasfigurare l'automa in una mela con l'incantesimo di Eva.
    L'effetto voluto, questa volta, sembrò riuscire e Lucas saltò dalla gioia - «Siamo stati grandi! Emma sarà fiera d me!» - e corse verso la porta per la prova successiva.
    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    All'inizio sembrava quasi che i docenti si fossero divisi in coppia sulla base di mere simpatie, ma dopo aver superato il complicatissimo scritto di Storia della Magia e Aritmanzia, il moro si accorse di come dietro ci fosse molto altro. Magitecnica e Astronomia, infatti, condividevano ben più di qualche incantesimo in comune. L'enorme versatilità della prima le permetteva di collegarsi in più punti sulla seconda e dal matrimonio di queste due discipline venne alla luce una prova estremamente complessa, articolata e pericolosa. Mammina, e ora? Non sapeva cosa dire o fare non appena varcò l'ingresso della stanza. Manco a dirlo la prima cosa che notò non fu l'attrezzatura tecnica messa a disposizione o il tavolo ricco di materiali, bensì ciò che era al di là dello specchio spia. PER LA SOTTANA DI MORGANA, SORELLASTRA DI ARTU' E NEMICA GIURATA DI MERLINO, CAMELOT E TUTTI I CAVALIERI DELLA TAVOLA ROTONDA! Sconvolto com'era quelle parole uscirono come un fiume in piena dalla sua bocca, tanto che non respirò neanche mentre le pronunciò. Gli occhi osservavano intimoriti l'imponenza di un lupo dal manto ferroso che fiero portava le cicatrici del tempo segnate dalla ruggine. E cosa dovrei farci con quel coso? Incredibile, ma vero, persino una lucciola parve mostrar più coraggio di lui. Era estremamente vicina al lupo e fu allora che accadde l'impensabile: dal corpo dell'automa nacquero nuovi bulbi oculari che inquadrarono immediatamente il coleottero e nel giro di pochi istanti venne polverizzato di fronte ai suoi occhi. ACCIDERBOLINA, QUEL COSO E' PERICOLOSO! Si guardò intorno, trovando poi un biglietto sul tavolo. Si avvicinò per leggerlo e il rossore che fino a quel momento caratterizzava il suo viso divenne un bianco panno e per un secondo sentì la propria testa girare. Poggiò entrambe le mani sul tavolo per mantenere l'equilibrio e lentamente metabolizzò cosa i docenti gli stavano chiedendo: costruire uno scudo pregno dei poteri di un pianeta con cui poter sopravvivere all'automa e salvarsi la pellaccia. Sono morto.
    Sarebbe stata cosa buona e giusta cominciar a scrivere le proprie memorie, ma essendo povero come pochi passò direttamente all'osservazione dei materiali offerti. Per indole personale e vicinanza con la natura non si sentiva molto affine con i metalli, ragion per cui escluse immediatamente quelli che riconobbe come Ferro di Atene, Ferro di Sparta e il Paravibranium che faticava ancora a pronunciare bene. Rimangono solo l'Abete rosso di Sitka, il vetro dell'inquisitore e l'Alloro del poeta. Il secondo non riusciva a convincerlo fino in fondo, ma dopo qualche istante si sentì quasi paralizzato. S-sembra che questa prova sia stata fatta apposta per me. Insomma, lui era un licantropo, dall'altra parte c'era un lupo artificiale e la casualità del destino impose quel legno sacro a quelle tribù antichissime che credevano come all'interno di ogni essere umano esistessero due lupi. Batté le ciglia, percependo la tipica umidità che precedeva la presenza delle lacrime e strinse con forza i pugni. Non ho dubbi su quale materiale scegliere.
    Come segno di rispetto per gli altri materiali, il prefetto decise di non voler comunicare con l'Abete rosso di Sitka di fronte a quel tavolo, bensì lo spostò sul tipico piano di lavoro su cui i fabbri creavano le loro migliori opere d'arte. Osservò con cura quel blocco di legno rosso scuro. Ne analizzò le venature e ne percepì l'odore quasi terroso. Durante questo processo la sua volontà era chiara: instaurare un dialogo per chiedere l'aiuto di un materiale di cui era sicuro di poter essere capito. Lasciò che la propria influenza magica entrasse in contatto con il legno, poi chiuse gli occhi, riaprendoli solo quando provò quella strana sensazione di chi credeva di essere osservato.
    Non crucciarti, ragazzo, sulle tue paure. L'Abete rosso di Sitka è un porto sicuro per ogni anima pura che cerca difesa dal mondo esterno. Le austere parole provenivano da una figura con addosso una solida armatura caratterizzata da un gigantesco scudo dalle fattezze di un lupo. Accanto a questo v'era un'altra figura. Dall'aspetto sembrava trattarsi sempre si un cavaliere, ma dall'armatura più leggera, questa volta dettagli lupeschi erano presenti nell'elmo e insieme formavano un duo estremamente capace e promettente.
    Non lasciar che le parole di codesto scudo si frappongano tra te e la tua sopravvivenza. La miglior difesa è l'attacco e l'unico nemico buono è un nemico morto. Le parole della spada erano assai più taglienti rispetto a quelle dello scudo e l'ametrino rimase per qualche istante a bocca aperta. Io, beh, ecco. Sospirò. A me basterebbe riuscir a varcare quella porta senza essere disintegrato dal mecha lupo. Nessuno dei due interlocutori fece una piega. Non temere, l'Abete rosso di Sitka ha accompagnato intere costellazioni di eroi nelle più ardue delle imprese. Divorare è la parola chiave: nutriti della carne dei tuoi nemici, della loro forza, della loro anima. Se uccidi un lupo sarai in grado di controllare ogni lupo. Il moro tornò a bocca aperta. Lui stesso era un lupo, gli stessi cavalieri dovevano aver combattuto contro un lupo, questa storia aveva troppi lupi come protagonisti. Io non sono mai riuscito a controllare il lupo. Fu allora che lo scudo fece un passo in avanti. Controllare non è sinonimo di uccidere. Tu vuoi sopravvivere e sappi che nella difesa sta l'invicincibilità, la vulnerabilità sta nell'attacco. Se ti difendi sei più forte, solo i deboli di cuore attaccano.
    Quelle semplici parole riuscirono a conquistare il licantropo e non sapendo come accettare il loro aiuto si inginocchiò di fronte a loro. Sono riconoscente per l'aiuto da voi offerto, ma non sono mai stato un ragazzo violento. Fu allora che lo scudo fulminò con lo sguardo l'ametrino. Non mentire davanti a me. L'Abete rosso di Sitka si adatta alle personalità tormentate, se hai scelto noi sappi che dentro di te c'è una parte che brama il crudo potere di un attacco impetuoso. Non nascondere quella parte di te, abbracciala e impara da essa che esistono più modi per compiere grandi imprese. Uccidi quel lupo, divoralo, dimostra chi comanda. Il cuoricino del moro cominciò a battere all'impazzata e a seguito di queste ultime parole si ritrovò in crisi.
    Non voglio nascondermi, tanto meno intendo nascondere a voi la realtà dei fatti. Uno strumento realizzato con il vostro legno non basterà per permettermi di sopravvivere. Dovrete accettare l'aiuto degli astri, dei pianeti. Entrambi non parlarono, si limitarono ad alzare gli occhi al cielo. I due cavalieri avevano un carattere estremamente diverso, così immaginava che lo sarebbe stato anche il pianeta favorito. Ho intenzione di invocare l'aiuto abbagliante del sole. Nessuno dei due obiettò. Perfetto per attaccare. Perfetto per difendersi. Non aveva risolto assolutamente nulla, ma qualunque influenza esterna sarebbe stata inutile, alla fine dentro di sé Erik sapeva qual era la scelta migliore per superare quella sfida.
    Per tagliare il legno avrebbe potuto utilizzare un semplice incantesimo, ma per evitare possibili sbavature optò per gli strumenti manuali. Insomma, doveva svolgere un lavoro meticoloso e liberare la mente dalla concentrazione di cui necessitava la magia era sicuramente cosa buona e giusta. Come prima cosa si armò di metro e doveva essere certo di poter creare uno scudo che poi avrebbe potuto maneggiare con facilità. Con un pennarello nero fece un segno a 7 centimetri da un'estremità, dopodiché si armò di compasso con punta a scalpello e incise la linea guida da seguire successivamente per realizzare uno scudo dalla forma rotonda. L'attrezzo successivo fu un seghetto. Tagliò prima in senso perpendicolare rispetto all'intero blocco per ottenere la superficie dello scudo, in seguito rese il parallelepipedo un cubo che successivamente ridefinì in cilindro dall'altezza minima. Lo scudo allo strato grezzo era stato ottenuto. Doveva essere ancora levigato, ma non c'era tempo per quello. Dal blocco massiccio tagliò altre superfici rettangolari che sarebbero serviti come impugnatura. Le attaccò allo scudo con la colla a caldo e poi pochi istanti per farlo raffreddare provò ad alzare per verificare come se lo sentisse addosso. Può andar bene, spero solo che funzioni. A passo felpato avanzò in direzione della porta che conteneva l'automa. In quel momento una decina di bulbi oculari erano posti lungo le sue zampe anteriori, unite ai classici due sul viso. Ti prego, fa che funzioni, fa che funzioni!
    Aprì la porta e subito un proiettile fu sparato. Il moro si tirò sulla sinistra per proteggersi grazie allo specchio spia.ACCIDERBOLINA! In quel momento lo scudo si illuminò. Non devo avere paura. Posso farcela. Nell'aria si sparso un forte odore di alcol e per quanto non fosse proprio famigliare all'ametrino non fu disturbante.
    Tre. Due. Uno. IRRADIA! Lo scudo cominciò a brillare di luce propria e i numerosi bulbi oculari dovettero chiudersi per proteggersi dal bagliore, ciò nonostante dei nuovi occhi apparvero, ma questa volta dietro al capo, sul dorso e sulle gambe inferiori. AIUTO! IRRADIA, IRRADIA, IRRADIA! Era nel panico, ma per non saper né leggere né scrivere corse da una parte all'altra nella speranza di schivare possibili colpi.
    Quando la luce si ridusse Erik vide la porta che conduceva all'uscita. Devo raggiungerla. Lo scudo continuò ad abbagliare a oltranza, mentre l'ametrino passo dopo passo si avvicinava all'uscita. Poi, ecco, uno sparo sfiorò la sua gambe. Lo scudo per quanto utile non riusciva ad accecare la creatura a 360°. Capperini, so già che me ne pentirò. Allentò la presa sullo scudo. ORA! Mentre stava risplendendo lanciò lo scudo contro il lupo che fu costretto a chiudere gli occhi frontali e mentre gli altri erano distratti dall'oggetto che lo stava colpendo permise al moro di aprire la porta e salvarsi la pellaccia.





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    Jessica Whitemore
    La prima prova era andata e Jess sperava di averla superata nel modo che sperava e con un buon voto, ma ora non aveva tempo per pensarci, poiché ancora tre prove la stavano aspettando. Il labirinto continuava. Lasciò la stanza dove avevano appena svolto la prova di Rune e Incantesimi per dirigersi verso quella dove ad aspettarla vi sarebbero state Magitecnica e Astronomia. Finora non se l'era cavata male in nessuna delle due materie, ma il docente era nuovo. Era là a scuola da forse un paio di mesi, quello sì, e aveva avuto l'opportunità di farci qualche lezione con i suoi compagni, tuttavia non aveva la minima idea di che cosa aspettarsi per quella prova. Già di per sé era una materia difficile, figurarsi agli esami MAGO.
    Percorse il lungo corridoio cercando di zittire i suoi pensieri che non facevano altro che aumentare l'ansia crescente dentro di lei; per quanto non considerasse i voti tutto nella vita, era anche piuttosto ambiziosa e quindi avrebbe cercato di svolgerla al meglio delle sue capacità per poterne uscire bene. Si fermò davanti la porta, prendendo un grosso respiro. L'unica cosa che contribuiva a mitigare l'ansia, era il pensiero dell'estate imminente e del periodo che avrebbe passato su uno sdraio in una spiaggia spagnola o a Dubai -per quanto fosse una ragazza dinamica e sarebbe impazzita a stare ferma tutto il tempo.
    Ad ogni modo, entrò nella stanza, guardandosi attorno e muovendo alcuni passi, con cautela, al suo interno. All'apparenza le sembrava un normale laboratorio super accessoriato per ogni evenienza e con qualsiasi tipo di materiale potesse essere utile a chi vi entrava. Certo che vedere questi tavoli quasi ingombri di cose, era preoccupante. Quanto sarebbe stata difficile la prova che avrebbero dovuto affrontare? Per un secondo, ripensò al suo migliore amico d'infanzia, lì a Londra, e del suo racconto sugli esami. Erano così semplici! Non dovevano far altro che dare risposte su un foglio di carta o a voce, di sicuro niente di pericoloso -se non lo si considera un pericolo, la possibilità di tagliarsi con la carta.
    La sua attenzione, comunque, fu catturata poco dopo da un tavolo tondo piazzato al centro della stanza, con sopra posati sei diversi materiali. Deglutì e si avvicinò, osservandoli uno ad uno. Solo casualmente, guardandosi attorno ancora una volta, notò quello speciale vetro. Insomma, tipo quello che si vede nei film polizieschi nelle sale interrogatori (sì, guardava anche molte serie tv babbane) e si ricordava, appunto, di averlo già visto durante le lezioni. Noi possiamo vedere qualsiasi cosa si celi dall'altra parte, ma quella cosa non può vedere noi rifletté, avvicinandosi circospetta. Posò una mano sulla parete e scrutò dall'altro lato, scorgendo in poco tempo un'ombra. Ma di cosa si trattava? I neon -che lei, da sempre, trovava inquietanti e perfetti per un film horror- che illuminavano il cubicolo, le mostrarono un liquido nero posto in un angolo della stanza. Perché hanno messo del petrolio? Si domandò, prima che le venisse data la risposta. Infatti dei fili neri uscirono da quella sostanza non meglio identificata e si andarono ad intrecciare tra loro, creando una spirale piuttosto alta. Non ne era certa -non aveva un metro- ma ad occhio e croce, dovevano essere tre metri se non di più... e la cosa non era poi così rassicurante. Lo scrutò ancora per diverso tempo, costatando quanto non fosse umana nemmeno lontanamente; non aveva tratti distintivi, solo... un nero profondo e spaventoso. Era quasi magnetico, la corvina non riusciva a distogliere lo sguardo, preoccupata per ciò che sarebbe successo una volta varcata la soglia di quella stanza. Doveva costruire uno scudo proprio fatto bene. All'improvviso, una lucciola si staccò dal neon, iniziando a vorticare manco avesse bevuto uno shot di troppo, mentre quasi in contemporanea, due masse si staccarono dall'essere per andare ad aggredire con estrema cattiveria l'insettino. Indietreggiò, come se avesse paura che da un momento all'altro il mostro se la prendesse con lei, riservandole la stessa fine della lucciola, anche se ciò non sarebbe stato possibile... almeno, non finché era al sicuro dentro il laboratorio. Ma ciò complicava le cose. Avrebbe dovuto inventarsi qualcosa che la proteggesse da più lati. Nella sua mente, le sovvenne uno scudo tondeggiante che avrebbe potuto ripararla da tre lati, mentre avrebbe potuto rimanere con la schiena rasente il muro, per avere anche il quarto lato coperto. La domanda, però, era "come?". Scosse la testa, allontanandosi da quell'inquietante spettacolo, per tornare al tavolo dove c'erano i materiali e il bigliettino di Morrigan. Gli lanciò un'ultima occhiata, comprendendo che la sua percezione iniziale non era affatto errata, bensì era davvero petrolio. Cazzo.
    Si girò verso il tavolo, osservando tutti i materiali, decidendosi a procedere alla scelta. Passò delicatamente i polpastrelli su ognuno di loro, ma poi i suoi occhi si posarono definitivamente sul Ferro di Atene. Sembrò una scelta quasi automatica (e non perché questa pg ha come migliori stat empatia e intelligenza). I colori e la fattura la affascinavano, nonché quelle venature dello stesso colore dei suoi capelli. Ora non rimaneva che parlargli e convincerlo ad assumere l'influenza di un pianeta. Ripensando alle conoscenze pregresse di astronomia, la scelta fu immediatamente quella di fargli assumere l'influenza della Luna (anche se non è esattamente un pianeta) perché sembrava la più adatta per un combattimento su più fronti. Appoggiò la mano aperta sopra un lingotto, chiudendo gli occhi e concentrandosi il più possibile su di esso, liberando la mente e fingendo che nella stanza fossero presenti solo lei e il ferro.
    Le sue dita si mossero in una carezza gentile contro la sua superficie, mentre una voce prendeva forma nella sua mente. Le mostrò una donna dal volto roseo e dai lineamenti delicati, con addosso un lungo vestito azzurro e la superficie accanto a lei, colma di libri. Ciao esordì, pensierosa. Hai delle stupende venature corvine. Assomigliano molto ai miei capelli. Ehi, trovava giusto perdere qualche secondo con i convenevoli, rendendolo più disposto ad aiutarla. Attese che pochi secondi, poi la voce riverberò nella sua testa. Ti ringrazio furono due semplici parole che, però, iniziarono a farle intuire qualcosa. Il tono del ferro era dolce, melodioso ma aveva anche una nota orgogliosa che lo faceva apparire forte e fiero, oltre che gentile e benevolo. Perdonami se ti disturbo, ma mi servirebbe il tuo aiuto continuò, senza placare le carezze atte a sfiorare quella superficie così liscia. Là dentro e indicò la stanza, quasi nervosa. C'è una creatura oscura che a breve minaccerà le nostre vite. Mi serve aiuto per sconfiggerlo. Una pausa, lasciando il tempo all'oggetto di metabolizzare quanto appreso. Mi dispiace iniziò questi, in tono mite. Ma non posso aiutarti. Il mio scopo è unicamente quello di proteggere persone care, non certo aiutare una ragazzina che va incontro alla morte. Erano parole dure, per quanto pronunciate con una certa dolcezza. Jess si morse il labbro, riflettendo velocemente sul da farsi. Doveva convincere quel ferro ad aiutarla o non avrebbe mai passato quella prova. Aveva compreso il suo lato magnanimo e doveva usarlo a proprio vantaggio senza riserve. Ho un figlio iniziò, di punto in bianco, destando forse la curiosità della donna-ferro per quello strano esordio. Se morirò là dentro, lui non avrà più nessuno. Suo padre se n'è andato molto prima che lui nascesse. Decise che avrebbe aperto una parte del suo cuore per mostrargli la sua volontà di fare del bene non solo a se stessa, ma anche agli altri. Di solito non le piaceva parlare così a cuore aperto, ma ogni tanto era necessario mettere da parte l'orgoglio e mostrarsi completamente.
    Io non ho paura di morire. Ho rischiato la vita diverse volte quest'anno, tuttavia ho sempre resistito per proteggere gli altri -mio figlio- da un grande dolore. Non potevo permettere che crescesse senza madre. Capisci? Silenzio da parte del ferro, forse stava riflettendo sulle sue parole, forse semplicemente era convinto della sua decisione e non aveva nessuna intenzione di continuare quella conversazione. Ma poi, d'improvviso, parlò. Come si chiama? chiese semplicemente, quasi stesse conversando con un'amica. Alexander decise di replicare lei, scrollando appena le spalle. Domani compie un anno. È così piccolo. Ha un mondo da conoscere, tante nozioni da apprendere... non vorrai che subisca un trauma già in così tenera età. Non era un ricatto e, invero, non aveva nemmeno idea se il figlio subisse veramente un trauma o meno, ma era solo un ferro... che ne poteva sapere? Ti prego. Non lo faccio per me. Lo faccio davvero per i miei cari. Mio figlio, i miei migliori amici... sospirò, quasi rassegnata all'inevitabile. La pausa che seguì fu davvero lunghissima e forse non c'era più speranza, ma di sorpresa esso parlò di nuovo. Non posso permettere che un bambino perda una delle persone che più dovrebbe amare al mondo. Al contempo, non posso permettere a te di morire. Sei giovane e la tua mente non ha ancora appreso tutto ciò che c'è da conoscere. La conoscenza è un mare infinito, non si apprende mai abbastanza e la vita di voi esseri umani è fin troppo breve, mentre la nostra può durare millenni. Non dovete sprecare nemmeno un secondo del tempo che potreste usare per assorbire nozioni e imparare. Si fermò, forse a riprendere fiato -anche se non era certa che il ferro ne avesse bisogno- ma attese che proseguisse, se doveva. Ad una condizione. Non ci butteremo alla cieca. Devi elaborare una strategia. La ammonì, prima di proseguire. Che cosa avevi in mente? domandò, per assicurarsi che la sua richiesta venisse esaudita. Oh, pensavo che potessi assumere l'influenza della luna. Il mostro che ho visto attacca da più parti e questo satellite permettere di convolare i colpi in modo più concentrato, ma comunque di fare uno scudo tondeggiante che sia più protettivo. Spiegò Jessica, figurandosi come il ferro stesse annuendo. D'accordo allora. Accetto. Acconsentì finalmente, mentre assumeva completamente le fattezze di ciò che era prima, tornando ad essere un potente oggetto inanimato. Si guardò attorno, trovando ben presto un recipiente abbastanza largo da essere funzionale al suo scopo. Lo afferrò, posandolo sul tavolo dei materiali e mettendoci dentro i lingotti di Ferro di Atene, soffermandovici con lo sguardo solo per pochi secondi, prima di afferrare la bacchetta e puntarla contro il ferro. Aveva pensato che con dei lingotti così, non sarebbe mai riuscita a modellare uno scudo con metodi babbani, quindi prima di tutto decise che lo avrebbe fuso. Certo, se avesse cercato bene, in quel laboratorio avrebbe trovato ciò che le serviva per fondere i metalli, ma visto che esisteva un incantesimo apposito, perché non sfruttarlo? Sapeva esistesse, ma le ci vollero alcuni minuti per rimembrare la formula, dopodiché puntò la bacchetta. Metalia moldum pronunciò in modo lento e deciso, anche se non andò esattamente secondo i piani. Nei lingotti, si formarono piccoli crateri di ferro fuso, ma non era certo ciò che voleva ottenere. Sospirò, scacciando l'ansia e concentrandosi meglio. Metalia moldum! Ridisse, con ancora più decisione e con tono fermo. Finalmente la spirale che apparve in aria si colorò di un rosso acceso che, come fosse fuoco incandescente, fece lentamente sciogliere il metallo fino a che il contenitore non fu colmo di ferro fuso. Sorrise, felice di aver ottenuto il risultato sperato. Ora non aveva molto tempo prima che si solidificasse, perciò doveva dargli la forma che desiderava. Si concentrò prima di lanciare il secondo incantesimo che le sarebbe servito per dare la forma allo scudo. Forma depso! Esclamò, tracciando una linea con la bacchetta e eseguendo una leggera stoccata finale. Non aveva uno stampo per fare uno scudo tondeggiante -o almeno, non lo aveva visto nella stanza e non avrebbe perso tempo a cercarlo. Quindi con calma e precisione, cercò di modellare il metallo liquido. Senza nessunissima fretta, cercando di fargli prendere la forma che più desiderava. Ed ecco formarsi uno scudo con la forma perfetta che le serviva. Evvai esultò, anche se quello scudo, per essere utilizzato, andava ulteriormente perfezionato. L'incantesimo lo aveva reso sì tondeggiante come voleva, ma secondo lei non sarebbe stato abbastanza resistente né avrebbe perorato la causa, ora come ora. Perciò posò la bacchetta e prese tra le mani l'oggetto appena creato, posandolo sul tavolo. Poi andò alla ricerca di un martello, andando così a battere sui bordi per renderli uniformi -ovviamente prima si mise i guanti da lavoro e gli occhiali appositi. Batté finché non fu soddisfatta del risultato, ma restavano ancora dei bozzi che la infastidivano, lungo la sua superficie, ragion per cui prese la fiamma ossidrica per riuscire a modellare anche quello e non smise finché lo scudo non fu perfettamente liscio al tatto. Lo stesso procedimento, a partire dalla fusione, lo fece con un altro lingotto che poi modellò a mo' di manico e sempre con l'ausilio della fiamma ossidrica, lo saldò allo scudo in modo che potesse maneggiarlo facilmente. Ora era praticamente pronto, anche se mancava una cosa. Lo girò dal lato anteriore e vi puntò la bacchetta. Atramenta! E detto ciò, un quadrato di inchiostro magico apparve. Non fece altro che incidervi "Win", un po' come augurio, e la scritta apparve di un azzurro brillante, un azzurro zaffiro. Era davvero splendido e in perfetto contrasto con le venature corvine del metallo. Benissimo, ora era pronta al combattimento. Deglutì, raggiungendo la porta che l'avrebbe condotta contro quella spirale maledetta.
    Finalmente -si fa per dire- entrò... ma quasi manco il tempo di chiudere la porta che dall'essere si staccò una massa che, come in precedenza, si trasformò in letali aghi, puntando dritta dritta verso la ragazza, che alzò lo scudo, mentre nello stesso momento un'ennesima massa copiava la prima. Si addossò al muro che avere le spalle coperte e alzò lo scudo, sperando che l'influenza della luna facesse il suo dovere convogliando in un unico punto, tutti gli attacchi. Per fortuna, così avvenne, anche se fu un duro colpo. Un durissimo colpo. Sentì un dolore feroce risalirle il braccio fino alla spalla, strappandole un gemito frustrato. Prese la bacchetta. Non l'avrai vinta così facilmente. Fece una pausa, mentre il mostro preparava un nuovo attacco. Innerva! Esclamò, puntando la bacchetta al proprio braccio e sentendolo pervadersi di nuova energia. Così la rivolse al mostro. Impedimenta! Urlò, nella direzione della massa, riuscendo a rallentarlo quel tanto che bastava per scansarsi, sentendo poi crepitare il muro dove poco prima vi era stata lei, con gli aghi piantati dentro. Ma non poteva rilassarsi, l'essere non era ancora sconfitto. Anzi, quello era solo l'inizio. Ansimò comunque per il salto, poi tornò a guardare il mostro che stava per scagliare un altro attacco. Dai Jess, hai affrontato prove molto peggio di questa ed hai superato tutto... cosa potresti fare per fermarlo? In un lampo, si trincerò dietro il suo scudo -sempre spalle al muro- puntandogli ancora contro la bacchetta. Farfallus Explodit! Esclamò, guardando lo sciame di farfalle fuoriuscire dalla bacchetta per andare contro la spirale. Purtroppo, però, fu un attacco vano, in quanto le farfalle, ben presto, fecero la stessa fine della lucciola di prima. Merda! Sbuffò, ricevendo un altro attacco che le regalò lo stesso dolore subito in precedenza. Doveva pensare, ragionare di più e trovare un attacco realmente efficace contro quella schifosa massa nera. Se solo fosse esistito qualche incantesimo contro il petrolio... ma non le venivano in mente, nel caso esistessero. Forse erano troppo avanzati per il suo livello di conoscenza. Innerva ripeté verso il suo braccio, mentre si lanciava di lato per evitare di diventare una frittella umana. Si resse in piedi solo grazie allo scudo che usò come appoggio, poi vi si accucciò dietro, spalle al muro. Cumtello! Sparò un fascio di energia che, se tutto andava bene, avrebbe fatto comparire delle sabbie mobili sotto la creatura. (Ehi, nella descrizione non è specificato se fluttua o meno (?)) Ed ecco aprirsi, come sperato, la sabbia che, evidentemente, lo colse impreparato, perché non fu abbastanza svelto da scansarsi -complice la stazza- ma la corvina non era ancora fuori pericolo, poiché poteva ancora scagliargli contro gli affari appuntiti. Le venne, quindi, un'idea. Expulso! Esclamò, mentre un raggio di media potenza si sprigionò dalla punta della bacchetta per andare a colpire laddove la creatura avrebbe dovuto avere gli occhi. Fu abbastanza per distrarla e permetterle una nuova magia. Chorium Runae! Disse, andando quindi ad incidersi Hagalaz, lentamente e con estremo impegno. Ce la fece, miracolosamente, quindi una bolla turbinante a mo' di scudo la avvolse. Però tenne alzato anche quello che si era costruita, spiccando una corsa in direzione della porta, che varcò senza guardarsi indietro. Ce l'aveva fatta. Era viva! Ce l'abbiamo fatta sussurrò allo scudo, prima di dirigersi lungo l'immenso corridoio per prendere parte alla terza e penultima prova.
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    'Comincio a rimpiangere lo scritto di storia e aritmanzia' stava correndo da quelle che a lui sembravano ore, zigzagando nel labirinto e tentando di superare prove (fortunatamente non troppo mortali) per uscirne vivo e vegeto, nonché diplomato. Arrivato nella nuova prova, si fermò quasi all'ingresso 'No, ok, fermi tutti: nulla è peggio di quella merda di scritto' e ciò poneva uno zero nella vita del ragazzo, aiutandolo a valutare ciò che avrebbe dovuto affrontare.
    Si trattava di una stanza, e fin lì nulla di strano, anche se a trovarsi davanti a quella che appariva essere quasi più una fucina che un laboratorio di magitecnica, il ragazzo provò al contempo ansia e sollievo 'Oddio Blake mi prende fuoco' perché in fondo Jesse non poteva mai non preoccuparsi per chi amava e tentava così spesso il suicidio involontario 'Però almeno non sono i dannati circuiti' il che era un'ottima notizia, visto cheavevano mietuto vittime per tutto l'anno e cadere nel momento clou non piaceva a nessuno.
    Fu quindi con un sospiro che avvicinò il bancone, ove trovò delle istruzioni piuttosto chiare, nella loro vaghezza 'Uh, ok... devo convincere il met... materiale - c'è anche della roba non metallica! - ad aiutarmi e affrontare qualcosa di mortale... nulla di assurdo' per gli standard di Hidenstone, almeno, del resto quanta gente era morta in gita? Jesse a riguardo aveva perso il conto 'Sì, insomma, se non sei un coglione incapace di farsi seguire anche da un cane'
    Ora, questo narratore avrebbe potuto parlare di come Jesse fosse in realtà un ragazzo bello ed amato, con tanto di parabatai, migliore amico e fidanzato, ma perché farlo quando, in fondo, significava solo giustificare la prima delle infinite scuse che il ragazzo si sarebbe trovato da solo per insultarsi?
    Ben più utile sarebbe stato raccontare cosa fece dopo quegli infelici pensieri: osservò i metalli, li studiò e ne ripassò le caratteristiche, concentrandosi su di essi, quindi fece mente locale sui pianeti 'Quelli sono divertenti...' pensò lui affondando le mani nelle tasche, un po' a disagio per quelle riflessioni (e forse anche in maniera aprioristica) anche perché si divertiva parecchio ad associare cose - soddisfaceva un suo certo lato autistico - e quindi non voleva ammettere quanto in fondo gli spesse piacendo, quasi per paura che il cielo lo punisse con due D in una botta sola.
    Studiò alcuni abbinamenti, fece alcune riflessioni, poi si diresse, sempre mani in tasca, verso lo specchio monodirezionale, allo scopo di capire contro cosa sarebbe morto 'Non poteva dirci di fare una spada? Sono bravo a maneggiare le spade... credo' il che era probabilmente vero, ma togliendo lui ed Emma era probabile che nessuno sapesse impugnare efficacemente un'arma da taglio, specialmente in una scuola di magia, mentre per lo scudo la cosa era diversa.
    Sempre che non si fosse di origine spagnola e lo si volesse usare come arma su una spiaggia contro un denrisiano, ma ehi, quella era un'altra storia, no?
    La storia del ragazzo prevedeva la creazione di uno scudo per salvarsi da un automa, di cui doveva ancora scoprire tutto. Si appoggiò contro il vetro ed osservò, quasi col fiato sospeso 'Fa che non ci sia niente, fa' che non ci sia niente, fa' che non ci sia niente...' si ripeteva lui a mo' di mantra, ben sapendo che, se davvero non ci fosse stato niente, sarebbe stato probabilmente ancora peggio, ponendo davanti due alternative altrettanto spaventose: nemico invisibile o prova infattibile e quindi da ripetersi.
    Deglutì, accigliandosi alla vista di una lucciola 'Che?' quasi ebbe uno spiraglio di sollievo alla sua vista: era una creatura piccola, quasi insignificante, facilmente aggirabile con lo scudo, anche avesse avuto mirabolanti poteri 'Sì insomma meglio che un drago sputafuoco no?' si disse lui, vedendo poco dopo le sue speranze sciogliersi come neve al sole. O come lucciole sotto una rete corrosiva.
    'Cos'è?!' vedere la luce spegnersi - anzi, sciogliersi - gelò il sangue al ragazzo, che iniziò freneticamente a guardarsi attorno, placandosi solo quando sul soffitto notò finalmente il suo avversario.
    E si placò solo per una ragione: alla sua vista gemette 'Merda!' il ragni avevano tante zampe, tanti occhi e molto veleno; erano animali astuti, specializzati nelle trappole, tutte realtà che ovviamente non rassicuravano per nulla l'aspirante marine, che trovava sollievo solo nelle dimensioni - a spanne - dell'automa 'Sì, insomma, non è enorme almeno' il che poneva il grosso vantaggio già precedentemente osservato con la lucciola: lo scudo sarebbe potuto servire a qualcosa 'Schizzi permettendo...'
    Si grattò la testa, agitato, osservando con occhi da furetto la situazione: l'animale se ne stava beatamente sospeso a molti metri di altezza, pronto a sparare la sua rete acida su qualsiasi cosa fosse dai suo molteplici occhi avvistato 'Sempre non mi ammazzi con delle trappole' e fu così che osservò il pavimento e la porta di uscita, alla ricerca di ragnatele, che non trovò, non notando neanche segni di bruciatura o corrosione 'E' una torretta sparaveleno?' si chiese lui, quasi speranzoso, allontanandosi e riflettendo sul da farsi, incapace comunque di rassicurarsi: era certo stesse scordandosi qualcosa di fondamentale.
    Si rassegnò anche a quello, del resto era il vantaggio di credersi idiota: era ovvio dovesse sfuggirgli qualcosa. Dimenticò quindi quel tarlo e si concentrò su ciò che sapeva, tornando ad osservare i materiali a sua disposizione e riflettendo su quali tra di essi potesse essere il migliore.
    'Il ragno ha un pacco di occhi' con buona pace degli etologi, che insegnavano come i ragni percepissero soprattutto le vibrazioni 'Quindi potrei abbagliarlo...' si disse lui, carezzando la runa parabatai che aveva sull'addome, quasi istintivamente: lui aveva sempre avuto una forte affinità per l'elemento della luce, almeno dall'inizio di quell'anno accademico, quando si era scelto come runa la Sowilu, in risposta al suo soprannome di Soldato d'Estate.
    Pareva una buona proposta e tra tutti i metalli disponibili il ragazzo andò abbastanza a colpo sicuro verso il paravibranium 'Sono un aspirante Marine, non posso che scegliere lui' pensò lui con un piccolo accenno di sorriso, socchiudendo gli occhi e percorrendo con le dita le venature, cercando di entrare in sintonia con il suo futuro (si sperava) scudo.
    Dapprima vi fu solo il nero della meditazione, poi quel nero si fece quasi abbagliante portando lentamente alla comparsa di un ragazzo 'Un soldato' doveva avere la sua età, il che lo infastidì, anche se non quanto il suo aspetto: aveva i capelli rasati forse biondicci e due occhi verdi che risplendevano come il metallo. Indossava una giacca militare mimetica, aperta, su un fisico asciutto, ma definito, con sotto dei pantaloni mimetici e degli anfibi. Portava con una certa leggerezza la divisa, così come il fucile che aveva sulle spalle 'E' carino...' si trovò lui a pensare, arrossendo un poco e sentendosi soprattutto in colpa, essendo, teoricamente, un ragazzo fidanzato 'Fare pensieri su un metallo vale come tradimento?' si chiese lui, ricordando a tutti noi quanto vaste potessero essere le sue paranoie.
    Abbassò lo sguardo, poi lo alzò e salutò con la mano, non troppo convinto, ricevendo in cambio un sorriso sghembo da parte del metallo "Benvenuto ehm... nobile studente dell'Accademia di Hidenstone" propose lui, schiarendosi anche la voce a metà discorso per impostarla ancora maggiormente "Sono Paravibranium, uno dei sei materiali scelti dal professor Maverik per realizzare un solido scudo per permettervi... di superare questa ardua, complessa e strategica prova... sicuramente degna di voi... e sì, anche del nostro impiego"
    'Disagiooooooo' fu l'unica cosa che riuscì lui a pensare, tanto che si trovò a tendere un sorriso e salutare ancora, con lo stesso entusiasmo con cui Jojo aveva accolto la Gestapo "Ciao metallo per niente sexy" propose lui, giusto per ricordarci come il disagio fosse di casa e lui finisse sempre per dire ciò che non voleva dire "Sono Jesse Lighthouse, Prefetto degli Opali, anzi dei Black Opal... o come li chiama Blake - il mio migliore amico ndr - i Blake Opal. Ma credo sia l'unico ecco. Sì, comunque sono Jesse, Lighthouse, aspirante Marine e aspirante esaminando MAGO all'Accademia... piacere mio... ehm... come va?"
    Il paravibranium come prevedibile si mostrò un po' confuso dalle risposte di Jesse, abbozzò anche lui un sorriso, poi tossicchiò un poco, parendo riflettere non poco su cosa dire "Beh ecco, molto bene, specialmente visto che un nobile candidando ha scelto me tra tanti nobili e pregiati materiali: cosa dovrei poter fare per te? So di non essere il ben più nobile Vibranio, ma ti posso garantire di possedere risorse impensabili!"
    Vi erano state parecchie pause nel parlare del metallo, specialmente prima di quell'ultima captatio benevolentiae. Jesse, semplicemente, scrollò le spalle "Uh, no, figurati, sei perfetto tu! Ti usano i militari, a me stai già simpatico!" e non stava parlando dei suoi addominali, per inciso! "Stavo pensando che abbiamo un ragno che spara acido da abbattere e che mi serviva uno scudo abbagliante per stordirlo e scappare via senza che riesca a centrarmi con l'acido. E... contavo su di te ecco! Avevo in mente uno scudo non troppo grande: entriamo, lo abbagliamo e ciao ciao. Che ne dici, ti piace?"
    "Oh... il sole... un elemento splendente... il primo astro nel cielo" aveva riflettuto molto meno su cosa dire, ma il suo costante squittire suggeriva come non fosse necessariamente un buon segno "Un astro molto importante, molto in vista... sicuramente degno della tua eccellente tattica... ma... se sei in cerca di un metallo coraggioso e degno di un soldato, che risplenda letteralmente sul campo di battaglia... non dovresti scegliere il ferro di Sparta?"
    'Cazzo sei, Maverik travestito?' era un'osservazione legittima in fondo e Jesse rispose con una risata un po' isterica "Io con il Ferro di Sparta? Mi ci vedi?" ammise lui, allargando le braccia "Avanti, se il Ferro di Sparta mi vedesse mi prenderebbe a botte: non sono tagliato per metalli come quelli... o come il Vibranio... sì insomma... hai capito!"
    Il metallo aveva proteso il suo smeraldino sguardo sul ragazzo, con un barlume di speranza, che piano piano morì nel sentirlo parlare, virando lentamente allo sconforto "Oh, capisco... siccome sono una seconda scelta... hai pensato andassi bene..."
    "Che?! Ehi, no!" sobbalzò l'aspirante marine, protendendo in avanti le mani, forse per iniziare ad arrampicarsi sugli specchi (?) "Cioè sì, ma no... nel senso... non sto pensando a te come un metallo di serie B, non mi permetterei mai di pensare una cosa del genere - da che pulpito poi: sono uno sfigato cronico! - solo... sì insomma... lo sai come sono fatti quei metalli: sempre lì a scintillare e tirarsela e a chiederti se sei degno di brandirli... sì insomma, sono tutte cose che non fanno per me... io a malapena so se riesco a mettere insieme due frasi compiute - e, spoiler alert, penso proprio di no! - quindi non ho voglia di sentirmi giudicato non solo dai prof, ma anche dai materiali, se sono abbastanza figo... sì, insomma, la risposta tanto è già no, quindi chissene"
    "... Come prego?" la latenza di risposta dell'altro non-ragazzo fu particolarmente lunga, forse perché aveva subito un po' quello che Jesse aveva iniziato a chiamare effetto Dean 'Jesse usa parlare su metallo nemico: è superefficace. Metallo nemico è confuso, così confuso da colpirsi da solo' dinamica che col precedente professore di Cura delle Creature Magiche si era verificata fin troppo spesso.
    Si grattò la testa, imbarazzato e un po' confuso "Io voglio essere un Marine... sono un corpo militare americano ecco... come mio padre e mio nonno... e mio zio... e in un certo senso mia nonna... sì insomma, voglio essere un soldato, per questo ho pensato a te... nel senso... io... io non sono l'eroe della storia, sono quello che sta dietro e fa il suo lavoro... per questo non voglio parlare con il Ferro di Sparta... o il Vibranio... perché loro vogliono l'eroe, quello senza macchia e senza paura, quello che non sbaglia... io... boh è già un miracolo se non mi sbaglio ad allacciarmi male le scarpe: non sono un eroe... e non lo voglio neanche essere!" ammise lui, allargando le braccia e abbozzando un sorriso convinto "Non voglio essere Capitan America... o Capitan Hidenstone: io sono la spalla, sono il Soldato d'inverno... o d'estate... insomma, sono quello che salva l'eroe, non quello che salva il mondo... e quindi sì... pensavo tu fossi giusto per me ecco, perché... sì insomma, anche tu sei nato per questo no? Non per essere il migliore, ma per servire con onore e fare la tua indispensabile parte, no?"
    Il paravibranium tacque, ascoltando mestamente le parole del ragazzo, anche se lentamente si accese, quasi quel lumino di speranza stesse risorgendo; prova di ciò erano i suoi occhi, sempre più smeraldini.
    "Tu... tu non sei il metallo che usa l'eore, ma sei quello che usano tutti, perché è quello che si può comprare su larga scala, che tutti possono usare... sei quello che para il culo a tutti e lascia che siano gli altri a prendersi i meriti... insomma, sei come me... per questo... per questo sono venuto da te, perché pensavo che tu potessi capire la mia voglia di non mettermi in mostra, il mio voler far la differenza senza avere per forza il bisogno di essere famoso, ecco"
    Il metallo fece un passo indietro e si voltò. Jesse per un istante poté vederlo arrossire, poi vide solo le sue spalle 'Non guardargli il culo: è un metallo, non si fa Jesse!' si diceva lui, inchiodando lo sguardo alle sue spalle, resistendo alla tentazione di ammirare per intero quella strana visione, sobbalzando infine quando questi si voltò "Hai... tirato fuori un bel punto di vista, sai?" ammise lui, palesando da cosa derivasse il suo attuale imbarazzo: non dalle lusinghe, bensì dal fatto di non essersi mai davvero visto come Jesse lo aveva descritto, pur essendo tutto, in fondo, vero.
    Aveva romanzato la sua esistenza in un modo che lo aveva quasi commosso ed infatti il paravibranium finalmente avvicinò il ragazzo "E sarei felice... di essere il tuo scudo, ma... ce li vedi due come noi a risplendere sotto l'astro del Sole?" chiese lui, evocando un gemito da parte di Jesse "Ecco, appunto..."
    'Merda...' scostando la testa, Jesse si rese conto di essere stato un po' colto in fallo, forse cadendo su un errore fatale: l'associazione tra metallo, persona e pianeta 'Sì, mi sa che mi serve un piano B... che non può essere il piano A ma con più alcool'
    Nel mentre scivolava nel panico, grattandosi sempre più la nuca, il prefetto era osservato dal metallo, che arrivò ad incrociare le braccia. Tentò un paio di volte di parlare, ma non diede mai fiato alla bocca; alla fine, però lo fece "Perché non vai davvero dal Ferro di Sparta" esordì lui, con un tono strano, quasi sofferto "Sono sicuro che lui adorerà unirsi al Sole. Sarete un splendida e luminosa coppia" propose con una piccola e tirata risata, quasi graffiata "E... sono convinto ti troverà degno, Jesse: non ti servono... metalli di seconda scelta... o per persone ordinarie... davvero"
    L'aspirante marine sollevò lo sguardo e poi si morse un labbro "Sì, no beh... sai com'è... io... ero serio... nel senso... io volevo davvero te" pigolò lui "Insomma... forse hai ragione, io sarò anche il soldato d'estate, ma non sono fatto per la luce del sole... sì insomma, mi ci vedi a risplendere? Non sono mica Edward Cullen... e poi lo sanno tutti che chi più risplende prima viene... impallinato" e fu a quel punto, schiudendo la bocca in una O perfetta, che Jesse ebbe una visione di quanto aveva precedentemente visto 'Il ragno ha sparato ad una lucciola: è attratto dalla luce' quindi sì, abbagliandolo forse lo avrebbe reso cieco, ma se ciò lo avesse comunque motivato ad inseguirlo fino alla fine dei tempi?
    Suo obiettivo non era abbattere l'avversario, ma sfuggirgli, era davvero saggio - specialmente dopo tutto quel parlare di restar anonimi - attirar così tanto le venefiche attenzioni dell'avversario?
    Più ci pensava e più si rendeva conto di no, e più ci rifletteva più si rendeva conto di volere una tattica diametralmente opposta 'Voglio andare, evitare l'acido e scappare via'
    Il Sole evocava coraggio, controllo, luce, forza, ma lui più ci pensava più non ci teneva ad essere quelle cose: voleva essere veloce, invisibile, al sicuro.
    "Paravibranium... e se avessi proprio bisogno di te?" chiese lui, quasi retorico, vedendo il metallo smetterla di perdersi nei suoi pensieri e fissarlo quasi allucinato "Il mio avversario è piccolo e spara veleno: devo battermela prima che mi riempa la stanza di ragnatele e devo evitarmi i suoi schizzi acidi o mi sciolgo" ammise lui, indicandosi "Non mi serve uno scudo brillante: mi serve un enorme scudo che mi protegga dagli schizzi e che sia al contempo così leggero da farmi correre" avanzò, deciso, quasi invasato dalla sua idea, indicando il ragazzo davanti, arrivando al punto di posargli un dito - nella visione - sul suo petto glabro "Sto pensando ad uno scudo a torre enorme, grosso come un portone" ciao Yotobi (per chi ha seguito la run di Dark Soul!) "E ho bisogno che tu accolga il potere planetario di Mercurio, per diventare leggero e permettermi di correre: non sembra, ma sono forte come un toro e sono veloce come una lepre... oltre che scemo come una capra, ma quello è un altro paio di maniche!" e fu così che insieme risero delle sue disgrazie.
    Il paravibranium rise parecchio, poi scosse la testa, quasi rassegnato "Un enorme scudo leggero... sembra perfetto per un metallo che si compra a buon prezzo" fece notare, anche se Jesse (saggiamente!) non si permise di annuire.
    "E Mercurio non era tipo il dio messaggero? Non è tipo quello astuto che ha capito che l'importante è rendersi utili e mandare in prima fila altri al macello?" propose facendo spallucce e destando ancora una risata del paravibranium.
    "A me non sembri uno scemo come una capra... e mi sembra che il tuo piano abbia un senso"
    "Ti ho convinto?" chiese lui, scoprendosi felice di quella cosa, al punto da doverlo incalzare "No perché sennò insisto eh, nel senso... sono davvero convinto di volere te... sei... sì insomma, sei il metallo che voglio: non sei la mia seconda scelta, sei la mia unica scelta! Quindi sì insomma: ti convince il piano? Sennò penso ad un altro pianeta, con te!"
    Dolcemente, il metallo scosse la testa, segnando la fine di quella trattativa "Sarò il tuo scudo a torre, Soldato Lighthouse: conta su di me per portare a termine questa missione"
    Con uno strano orgoglio in petto, Jesse fece un saluto militare all'altro ragazzo e finalmente aprì i suoi reali occhi "Grazie... e lo giuro... ti avrei scelto anche ci fosse stato del vero Vibranio... e anche se nella visione non avessi avuto gli addominali" propose lui come una battuta, ignaro che per uscite del genere uno come Blake avrebbe potuto fondere il metallo con la sola rabbia.
    Si allontanò dal tavolo della scelta dei pokemon dei materiali e si diresse al laboratorio: del resto i lingotti non sarebbero diventati uno scudo con la sola forza di volontà, no?
    "Mi serve uno stampo" e fu così che trovò due lastre di pietra particolarmente grandi, ben sapendo cosa farsene "Muto" enunciò sul primo blocco di pietra, avendo ben in mente la forma che doveva avere il suo scudo 'Due metri, spesso un paio di centimetri, leggermente concavo... con la base inferiore affilata, così se finisco in mezzo ad una ragnatela ho modo di provare a tagliarla senza ustionarmi... e sì, due maniglie: una da afferrare e una dove mettere l'avambraccio... o come lo reggo?'
    Si ripeté più volte quelle caratteristiche, finendo coll'averle chiaramente in testa e poter dunque realizzare la prima forma del suo stampo.
    Lo osservò con attenzione, poi puntò la bacchetta sulla seconda lastra, allo scopo di creare un disegno speculare ma opposto, che permettesse al metallo liquido di entrare e poter assumere esattamente la forma dello scudo che lui immaginava.
    Eseguì la seconda trasfigurazione, poi pose sopra la seconda forma alla prima, servendosi del Wingardium Leviosa.
    'Ok... ci siamo' si disse lui asciugandosi la fronte e tornando dai lingotti. Ne prese tre e li mise da parte, poi posò ancora su di loro le mani 'Io e te non siamo grandi, né vogliamo esserlo... non vogliamo essere in prima fila, non vogliamo la fama e queste cazzate qua: vogliamo fare il nostro dovere. Vogliamo fare la differenza, senza dover dire grazie a nessuno... e senza doverci sentir dire grazie' si ricordò lui, iniziando a tracciare sul metallo il simbolo di Mercurio 'Noi entreremo là, veloci, e ne usciremo vivi' se un metallo poteva definirsi vivo... o sexy, ma non eravamo qui per codificare il confine tra vita o morte o se Jesse, essendo attratto da un metallo, dovesse essere definito pansessuale, un basta che respiri o in quale altro stravagante modo: eravamo lì per assistere al ragazzo che evocava col metallo il potere di Mercurio.
    Incantati i lingotti, li pose in un secchio rinvenuto in zona, quindi tracciò una spirale via via sempre più rossa "Metalia Moldum" quando il prefetto sentì odore di bruciato comprese con sollievo come la magia stesse facendo fatto il suo corso, realizzando la fusione a freddo del metallo, che così ottenuto (liquido) fu perfetto per essere versato tra gli stampi, nell'apposito foro tramite un imbuto, per andare a riempirlo completamente.
    "Reverto" una volta riempito lo spazio tra le due forme, il ragazzo Terminò la sua stessa magia e sollevò la base superiore per rivelare il suo scudo.
    'Dai dai dai!' affermò lui, afferrandolo e sollevandolo, scoprendolo esattamente come lo aveva desiderato, solo più opaco.
    Rimediò con della cartavetro (cosa di cui si scusò più volte), insistendo particolarmente sulla base, che appunto doveva essere tagliente, quindi pose attorno alle due maniglie del cuoio per render più dolce l'impugnatura e, afferrando lo scudo come previsto lo mise alla prova spostandosi.
    "Fantastico... è enorme... ed è leggero: è perfetto!" si emozionò lui, osservando l'immensità del suo protettore, sentendosi quanto mai al sicuro, soprattutto grazie al fatto che la sua aerodinamicità rendeva possibile all'aspirante marine muoversi comunque con agilità.
    "Andiamo... amico mio!" e fu così che il ragazzo superò la porta a vetri e si gettò contro il nemico.
    Aveva detto di voler essere veloce ed invisibile, ma non aveva mai detto di voler essere cretino (aveva scelto Mercurio in fondo), sicché entrò quasi in punta di piedi, sbirciando da dietro lo scudo, lateralmente, cercando di percepire come potesse reagire l'automa e quindi agire di conseguenza.
    'Magari... non mi nota...' si disse lui, quasi i docenti potessero essere così pirla da creare un automa che non notava gli studenti, ma in fondo la speranza era sempre l'ultima a morire no?
    Morì poco dopo comunque, visto che gli occhietti dell'insetto si voltarono verso di lui ed egli con un brivido dovette ritirare la testa nel mentre la tela acida gli veniva sparata contro.
    Si rannicchiò e lasciò fare l'avversario 'Ora, vai!' più per istinto che per reale percezione ad un certo punto iniziò a correre, sollevando un poco lo scudo e lanciandosi verso l'uscita, spostando sempre più in alto la sua difesa, fino a chinarsi e tenerla sulla testa come un guerriero messo al centro di una formazione a testuggine romana.
    'Forza, forza, forza!' stringeva i denti, non tanto per la fatica, dato il basso peso dello scudo e la sua aerodinamicità, quanto per la tensione, sentendo via via la pressione su di lui aumentare nel mentre l'acido corrosivo scivolava effettivamente dai lati del suo scudo. Fu in quel momento che si benedisse per averlo voluto bombato: fosse stato piatto forse del veleno lo avrebbe raggiunto, percorrendo la superficie interna della sua difesa.
    Si girò per dar le spalle alla porta e continuare a schermarsi dal ragno, che, esasperato dal suo non riuscire a bucare le sue difese, scese a terra con un sibilo "Cazzo!" piantò lo scudo a terra violentemente e posò il palmo della sua mano sinistra (quella che non reggeva tramite le maniglie lo scudo) sulla parte interna della protezione, per stabilizzarla ulteriormente, anche premendovi col suo peso, azione che gli permise di assorbire l'urto contro il ragno, con relativo agghiacciante tonfo, accompagnato da molesti sibili.
    'Merda merda merda' balzò all'indietro, vedendosi praticamente l'acido espandersi comunque sotto lo scudo, riprendendo la sua corsa all'indietro verso l'uscita, guardando dietro di sé lo stretto indispensabile e pregando tutto il tempo di non cadere.
    Arrivò alla porta, che aprì al volo, usando poi ancora lo scudo per ostacolare il ragno, che intanto sibilava e si dimenava, finché ad un certo punto Jesse sentì la strana tentazione dello scudo di ribaltarsi in avanti, realizzando cosa stesse accadendo 'Si sta arrampicando'
    La sola idea di vedersi la testa dell'artropode spuntargli da sopra la sua barriera insormontabile gli gelò il sangue nelle vene, sicché aiutandosi con entrambe le braccia sollevò la parete di metallo, sbattendola poi ripetutamente a terra, nel tentativo di staccare l'insetto 'Ora' quando sentì la sua barriera più leggera, la piantò a terra e con un urlo corse in avanti, per travolgere a mo' di spazzaneve l'avversario e sbalzarlo anche di poco all'indietro con tutta la forza che aveva, tornando poi con un balzo sui suoi passi, afferrando anche la maniglia per separare definitivamente lui e il suo avversario.
    'Vivo... vivo!' sospirò lui, posandosi una mano sul cuore ed osservando lo scudo 'Avrei potuto lasciarti con il ragno quando si è attaccato a te' ma qualcosa glielo aveva impedito.
    "Io e te... siamo uguali sai?" se il paravibranium si affezionava alla persona di cui rispettava gli ideali, lo stesso poteva dirsi per il prefetto: immaginava che lo scudo potesse essere al sicuro con il ragno, ma, per principio, mai avrebbe abbandonato un alleato nelle grinfie del nemico 'Siamo entrati insieme... potevamo solo uscirne insieme no?' e fu così che lo carezzò, posandolo a terra ed estraendo la propria bacchetta, puntandola sulle proprie scarpe "Aguamenti" esordì infatti, ricordandosi come comunque avesse in quell'ultimo assalto per forza di cose camminato sull'acido "Reparto" aggiunse poi, giusto per sicurezza, rimettendosi poi in piedi, pronto a continuare quelle dannate sfide e, perché no, vincerle tutte.
    RevelioGDR
     
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