La maledizione di Lykos

Charles Freeman

Non gli rispose. Non ne ebbe il tempo. Una moltitudine di incantesimi, lo colpirono fino a farlo diventare semplicemente una statua di pietra con il culo in fiamme, cosa che non andava per niente bene, non doveva morire. Doveva arrivare al Ministero, vivo. Fortunatamente, ci fu chi pensò a provare a spegnerlo, ma non ci badò troppo: ora i suoi occhi di ghiaccio erano puntati verso il luogo di un'esplosione di calcinacci e di luce verde. Samuel. Ormai il peggio era passato, dovevano solamente portare il Pastore al Ministero ed interrogarlo, ma il suo pensiero era fisso sul fatto che Sam potesse essere morto; non aveva sentito pronunciare l'incantesimo poiché era troppo occupato, ma quello sprazzo di luce verde era stato più che eloquente. Voi... pensate al Pastore, io vado da Samuel. Era preoccupatissimo anche per Eilidh, ma per quanto l'amasse, non poteva abbandonare un compagno che aveva decisamente bisogno di aiuto. Per quel che ne sapeva, la donna stava benissimo, mentre l'ex tirocinante... con poche falcate, si avvicinò al ragazzo sia che l'innerva di Skyler avesse attecchito, sia che non lo avesse fatto ed infilò una mano sotto le sue ginocchia e l'altra sotto la sua schiena, facendo forza sulle gambe e sollevandolo, tanto non pesava nemmeno così tanto. Resisti, adesso ti portiamo via avrebbe quindi detto, dirigendosi verso l'uscita, venendo colpito con forza agli occhi dalla luce solare, cosa alla quale non era più abituato, visto il buio interno. Lo appoggiò con la schiena contro il muro esterno, poco lontano da Anthony e Wyatt, ai quale rivolse un cenno di ringraziamento, poi si rituffò nella semi oscurità, alla ricerca della sua donna. Il cuore gli martellava contro le costole ed ora che si faceva più vicino, il timore che le fosse successo qualcosa, divenne prorompente. Non ci mise molto, come se fosse guidato da un sesto senso che gli diceva dove si trovasse. Eilidh stava bene. Non aveva bisogno di una runa parabatai per esserne certo. E fu così. Entrò in una stanza e finalmente la vide. Vide lei, il resto dei suoi compagni ed un licantropo mostruoso a terra. Non guardò nessuno, corse dalla medimaga. Non gli importava molto di ciò che chiunque avrebbe potuto dire, anche perché parevano tutti impegnati a fare altro. La baciò. Un bacio sicuramente casto ma che trasmetteva tutta la sua preoccupazione. Solo quando si staccò, poté riprendere fiato tolto soprattutto dalla corsa e poté guardarsi attorno. Stai... bene? Si rivolse a Krasus che, effettivamente, non pareva proprio avere una bella cera, tuttavia non aveva idea del fatto che gli scorresse in corpo un potente veleno. L'unica cosa che poteva fare, era affidarsi alla sua medimaga. Ascolta, io devo tornare dagli altri, Samuel è ridotto male ed è meglio portarlo via, ora che so che stai bene, che state tutti bene... fece una pausa, carezzandole fugacemente una guancia. Occupati di lui, noi ci vediamo dopo. Indicò Krasus, dopodichè le rivolse un sorriso e si dileguò, tornando da dov'era venuto. In un baleno, si ritrovò all'uscita, avvicinandosi nuovamente a Samuel e sollevandolo una seconda volta. Sì, pure se l'innerva era andato bene tsk.
Andò dal resto della squadra e quando vi fossero stati tutti, si sarebbe smaterializzato con il ragazzo -concentrandosi al massimo- per portarlo via di lì.

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