Lezione Bienno - Gennaio 2021

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    Kàra Onfroy
    Docente Magia Verde

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Kàra non aveva ancora smesso di sentirsi come se fosse il suo primo giorno. Era arrivata ad Hidenstone ormai da qualche mese eppure l’agitazione appena prima di una lezione le sembrava sempre la stessa: lo stomaco le si chiudeva, sentiva i palmi delle mani leggermente più sudati del solito e la sua mente si riempiva di domande. Aveva scelto di diventare insegnante perché sperava di poter trasmettere le sue conoscenze e la sua passione a qualcuno, perché credeva nel potenziale dei giovani ragazzi che frequentavano Hidenstone ed era certa che, se opportunamente guidati, avrebbero saputo costruire un futuro ben migliore di quello che si prospettava, eppure non aveva mai pensato che insegnare fosse semplice.
    Sapeva che per riuscire ad attirare l’attenzione dei ragazzi era necessario sapere dove puntare, conquistare la loro fiducia e il loro rispetto prima ancora di sperare di potergli fare entrare qualcosa in testa e augurarsi che potesse rimanerci. Per questo chiunque avesse già seguito una delle sue lezioni si sarebbe accorto che la docente era metodica, seppur comprensiva, e ripagava con sorrisi e ottimi voti chiunque dimostrasse di essere pronto a impegnarsi, a prescindere dai risultati raggiunti. Soprattutto con i ragazzi del biennio si augurava di poter cominciare a stendere delle basi solide per i loro studi futuri, nella speranza che potessero fare scelte mirate sui loro percorsi di studi futuri, portandoli al terzo anno pronti a fare una scelta consapevole, che comprendesse o meno studi in Magia Verde.
    Quella mattina, come molto spesso accadeva, Kàra aveva raggiunto l’aula ben prima dell’inizio della lezione, cominciando ad occuparsi delle piante che la popolavano, tenendosi impegnata così da annullare tutte le sue preoccupazioni. Quel giorno gli studenti avrebbero potuto notare, con un po’ di spirito di osservazione, come le piante che spesso occupavano –seppur solo in parte- i grandi tavoli centrali erano state spostate, lasciando i grandi “banchi” comuni vuoti: la ragione l’avrebbero scoperta di certo più tardi, ma quel giorno avrebbero avuto qualche ospite che necessitava di un po’ di posto.
    L’aula di Magia Verde era sempre disposta in modo da permettere agli studenti di seguire la lezione per lo più in piedi –si trattava di una materia troppo dinamica per potersi sedere e ascoltare-, divisi in gruppi radunati attorno agli spaziosi tavoli di legno. In particolare quel giorno i ragazzi avrebbero trovato tre tavoli al loro ingresso e avrebbero potuto scegliere dove sistemarsi, con l’accortezza di creare il più possibile gruppi ben bilanciati: a Kàra non era mai importato molto delle ragioni per cui i ragazzi si sedevano vicini, che fosse per caso o perché non volevano separarsi dai loro amici, ma aveva sempre preteso che il numero di studenti fosse equo e che ci si approcciasse alla lezione con più serietà possibile.
    “Penso che quella Centinodia finirà per non sopportarti più se non la smetti di ronzarle intorno.” le ricordò Madama DooW, parlando da sopra la sua testa e costringendo la docente a togliere finalmente gli occhi dal suo lavoro, portandoli sulla ninfa che abitava l’edera che percorreva la stanza. Le due erano legate da un rapporto profondo, difficile da comprendere del tutto dall’esterno, ma avevano costruito una complicità così solida che anche qualcuno che le vedeva per la prima volta avrebbe potuto notare.
    La ninfa non l’aveva distratta certo per nulla: a Kàra bastò lanciare un’occhiata all’orologio che portava al polso per accorgersi che mancava davvero poco all’inizio della lezione. Si sarebbe quindi tolta i guanti da giardinaggio, riponendo tutto quanto al suo posto, si sarebbe data una sistemata rapida e poi avrebbe raggiunto la cattedra, sistemandosi di fronte ad essa: era raro vederla seduta dietro alla scrivania, se non durante i compiti in classe, quando veniva permesso a tutti di prendere posto, anche se bisognava ammettere che Kàra prediligesse le interrogazioni e le domande durante le lezioni ai compiti scritti.
    Quella mattina chiunque avesse partecipato alla lezione di Magia Verde avrebbe trovato Madama DooW all’ingresso, come ogni volta pronta a fare dispetti a qualche studente ritardatario o poco diligente, e l’immancabile Metcalfe –che raramente si allontanava dalla “padrona”- appollaiato sulla scrivania, attento ad ogni ingresso.
    Kàra si sarebbe dimostrata come sempre posata e gentile, salutando ogni alunno singolarmente e chiamandolo per nome, facendo cenno poi di prendere posto ad un dei tavoli. Quando tutti avessero raggiunto la loro postazione avrebbe fatto un passo avanti, guardando gli studenti, e dando quindi inizio alla lezione. “Buongiorno a tutti, spero che stiate tutti bene. Vorrei cominciare la lezione di oggi con una domanda e, Robert, non fare quella faccia ti prego.” avrebbe iniziato, facendo ridacchiare sommessamente Madama DooW. “Oggi vorrei che mi diceste, a parole vostre, che cosa pensate che sia un famiglio e che cosa, secondo voi, lo distingue da un comune animale domestico.” spiegò, lasciando poi la possibilità ai ragazzi di prendere parola.
    code made by gin






    Ed eccoci qui, benvenuti alla nostra prima lezione di Magia Verde!
    Come ogni lezione sarà divisa in tre parti, e in questa prima parte iniziale vi chiedo di descrivere la vostra entrata in Aula e di rispondere alla domanda di Kàra. On game è Martedi 05 gennaio.

    Per quanto riguarda la parte descrittiva potete trovare QUI tutto quello che vi serve sapere sull’aula di Magia Verde: potete interagire con i personaggi menzionati, parlare dell’aula come preferite, ma vi chiedo di prestare attenzione anche alle modifiche descritte in questo mio post (inutile dire che premierò le persone che dimostreranno di aver letto e di rispettare l’ambientazione). Quando prendete posto specificate in quale dei tre tavoli decidete di prendere posizione (A,B,C per capirci meglio e non creare confusione).

    Una volta che vi sarete sistemate Kàra vi darà il benvenuto e inizierà la lezione con una domanda riguardante i Famigli: potete descrivere un famiglio come meglio credete, trovate QUI informazioni utili, ma non ci sono risposte giuste o sbagliate, è solo un modo per “rompere il ghiaccio” quindi siate fedeli ai vostri personaggi e divertitevi.
    Oltre alle informazioni già disponibili, ci tengo a lasciarvi qualche indicazione extra su cose si intende per Famiglio: si tratta più che altro di linee guida che verranno molto a breve aggiunte anche nella discussione , ma che potete comunque utilizzare –come no- per rispondere alla domanda.

    CITAZIONE
    ” Durante il corso della vita di un mago egli può decidere di farsi affiancare da particolari creature, con cui instaura un legame solido e profondo che entrambi portano con sé fino alla tomba. Non si tratta banalmente di creature addomesticate o addestrate con cura, il famiglio è il fedele compagno di uno stregone, con cui condivide un rapporto di assoluta simbiosi e fiducia.
    I famigli diventano tali seguendo differenti criteri, e una volta che si legano ad una persona sono portati a non separarsene mai più, finendo il più delle volte a morire con il proprio padrone, o per la stessa morte o di stenti sulla sua tomba. Non è mai stato chiarito come nasca di preciso questo legame, perché scatti con alcune creature piuttosto che con altre, ma di certo aiuta aver condiviso esperienze simili o essersi aiutati a vicenda: quando una creatura viene salvata da un mago o lo salva lei stessa, tra i due può legame difficile da spezzare.
    Di certo è importante che la creatura e il mago condividano qualche tratto del loro carattere, sia esso positivo o negativo, per riuscire a costruire un’intesa efficace.
    Per questo è bene ricordare che ogni Classe di creature può instaurare un legame con un mago che condivide la sua caratteristica principale, secondo questi criteri:


    ❇Volatili: elemento aria. - PP Intuito
    ❇ Rettili: elemento fuoco. - PP Coraggio
    ❇Insetti: elemento aria. - PP Tecnica
    ❇ Piante: elemento terra - PP Empatia
    ❇Cavalcature: elemento terra. - PP Destrezza
    ❇ Creature Marine: elemento acqua. - PP Resistenza
    ❇Felini: elemento elettricità. - PP Carisma
    ❇Mammiferi: elemento fuoco. - PP Intelligenza

    In alcuni casi alcune creature possono fare parte di due categorie contemporaneamente (l'ippogrifo avrà ha una classe primaria, cavalcatura-Destrezza e una secondaria, volatile-Intuito.) In questo caso è bene ricordare che avere un’affinità con almeno la Classe Primaria permettere di garantire l’avvicinamento e l’instaurazione di un clima di fiducia: la creature si farà addestrare e permetterà al Mago di avvicinarla e occuparsene, ma è bene raggiungere un’affinità anche con la Classe Secondaria per ottenere da parte della Creatura per costruire un rapporto più complesso.
    Quando si raggiunge una totale affinità con la creatura essa diventerà un tutt’uno con il padrone: sarà sempre disposta a proteggerlo, anche a discapito della sua incolumità, e i due condivideranno in qualche modo anche le loro emozioni.
    Il legame completo con il proprio famiglio non è infatti solamente piacevole: una volta che ci si è legati al proprio famiglio esso è in grado di avvertire il dolore, la sofferenza e in generale le emozioni del padrone, e viceversa. Nel momento in cui qualcosa dovesse accadere ad uno dei due, l’altro riuscirà a percepirne dolore e sofferenza, e sarà anche sempre più facile per i due vivere assieme che separati. Questo legame così particolare permette anche ai due di arrivare a percepirsi a vicenda, sapendo sempre dove si trova l’altro e come raggiungerlo.

    Vi chiedo di taggare i personaggi con cui decidete di interagire, e di fare un piccolo riassunto in spoiler delle azioni principali: leggerò sempre i vostri post per intero ma i riassunti sono d’aiuto sia per me che per voi.

    Nel caso sia necessario modificare qualsiasi cosa nel post vi chiedo di avvertirmi in privato circa le modifiche che volete, onde evitare incongruenze, ma previa comunicazione rimane comunque possibile!

    Per qualunque domanda rimango ovviamente disponibile, sia qui per mp che su Telegram (Julsiji). Essendo la mia prima lezione feedback, osservazioni e critiche costruttive sono ben accetti <3

    Scadenza 11 gennaio ore 22:00
     
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    Aibileen Beatrix
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    Aibileen arrivò in aula con un sorriso a trentadue denti, al settimo cielo: trovava la Magia Verde così interessante! Concreta, e al tempo stesso piena di misteri; i misteri della natura, della vita. Non vedeva davvero l’ora di cominciare la lezione!

    << Buongiorno, Madama DooW! >>

    Riuscì ad esordire, senza neanche balbettare, sorridendo con allegria sia alla ninfa che, subito dopo, alla loro insegnante.

    << Buongiorno anche a lei, Professoressa Onfroy! >>

    Andò a posizionarsi, guidata dal cenno del capo della docente, di fronte ai tre tavoli, optando, dopo qualche secondo di riflessione, per il primo. Salutò, nel mentre e subito dopo, con gioia evidente anche i compagni che incrociò.
    I mossi capelli castani le ricadevano morbidi sulla schiena e sulle spalle, non riuscendo però a coprire l’enorme sorriso che aveva stampato il volto: era stata così bene, durante le vacanze di Natale con la sua famiglia, che si sentiva più energica del solito, quasi pronta a scalare una montagna!
    Ed era, anche, sinceramente contenta di essere tornata in accademia; di ritrovarvi i compagni con i quali aveva legato di più.
    Come se non bastasse, quell’aula le piaceva veramente tanto: non era sempre facile accontentarsi dei piccoli disegni con i quali riempiva i suoi appunti, per via della presenza di tutte quelle piante (per non parlare della ninfa! Merlino, avevano una ninfa in classe!) che, invece, avrebbe tanto voluto avere l’occasione di riprodurre in più fogli A4, e nel dettaglio! La classe di Magia Verde le ricordava un pochino, tra l’altro, la “sua” Sala Comune di Tassorosso, nella quale aveva bazzicato per sette lunghi anni! Si trattava, insomma, di un’aula capace di rilassarla e di metterla subito di buonumore.
    Per questo suo entusiasmo per quel posto, quando notò l’assenza di piante sui tavoli centrali, inclinò la testa di lato, confusa, chiedendosi che cosa la Prof Onfroy avesse in serbo per loro, quella volta.
    Alla domanda che pose loro la Professoressa Onfroy, alzò di scatto la mano (stupendosi lei stessa del proprio spirito d’iniziativa!), tentando di rispondere con tutta l’accuratezza e la sincerità possibili, sentendo immediatamente il cuore cominciare a batterle come un tamburo nel petto, senza riuscire, durante il tempo che durò la verbalizzazione del suo pensiero sull’argomento, ad udire null’altro:

    << Un famiglio… U.. Un famiglio è un animale d.. Domestico… Con il quale si è riusciti ad instaurare un rapporto di fiducia e di rispetto reciproco. Sì. Un po’ come fece il Piccolo Principe con la Volpe nella Favola Babbana del “Piccolo Principe”, appunto. La Volpe ha avuto una parte molto attiva, nell'addomesticamento. È stata una scelta voluta da entrambi. C.. Credo che un famiglio, P.. Professoressa, sia un animale domestico c.. Con il quale si è tessuto, e si continua a tessere fino alla fine, un legame. >>

    Aveva gl’occhi lucidi dall’emozione, anche per via della risposta arzigolata (venendo da lei!) che aveva appena dato di sua totale sponte, ma soprattutto per via del fatto che, le sue parole, l’avevano appena fatta pensare al rapporto che aveva, da quando l’aveva ricevuto in dono dal fratellastro alla fine di agosto, prima di partire alla volta di Hidenstone, tessuto con il suo adorato gattino nero Nuvola.
    Sperava davvero di non aver appena sparato una grossa castroneria ma, ad ogni modo, ci aveva provato, alzando non solo la mano, ma alzandola pure per prima!
    Trattandosi di lei, quello era già un risultato di per sé considerevole.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Le vacanze erano finite. Aidan aveva passato diversi giorni senza fare assolutamente nulla se non cazzeggiare allegramente al cellulare o a leggere qualche buon libro. I compiti, beh...potevano andare a farsi benedire, fino a che non fosse finito il periodo delle vacanze. Era periodo di feste, no? E allora perché doveva fare i compiti? Quindi aveva tranquillamente posato i libri nel suo zaino e non li aveva toccati fino a quando non arrivò il primo giorno di lezioni, dopo le vacanze. Ed ecco quindi che la prima lezione riguardava Magia verde, con il viso dolcissimo della professoressa Onfroy. Si sa, Aidan è uno che adora le donne, le venera, quasi. Non riesce mai a trattare in malo modo una ragazza, anche se quella ragazza si rivolge a lui in modo sgarbato. Le trova tutte belle, ognuna a modo suo. Tra i professori, la professoressa Ivanova e La professoressa Onfroy non riusciva a decidere chi fosse la più bella. Una sensuale e provocante anche se indossava un semplice vestito senza scollature varie. L'altra dolce ed apparentemente delicata, come un calice di cristallo. Entrambe erano di una bellezza disarmante. Nulla da togliere alla preside, ovviamente, che non scherzava in quanto a bellezza. Ma si sta parlando di professoresse.
    Era ovvio che, fosse molto contento di avere Magia Verde, quel giorno. Quindi, dopo essersi svegliato ed aver fatto colazione, raggiunse l'aula di magia verde in perfetto orario. Salutò con un sorriso la ninfa “Buongiorno Madame. Vede? Sono sempre puntuale alla lezione della professoressa Onfroy!” Disse guardandola “Cosa ci aspetta, oltrepassando questa porta?”
    Dopo l'eventuale risposta della ninfa, il Dioptase, entrò in aula e si rivolse alla professoressa. “Buongiorno anche a lei Prof! Sempre bella come il sole!” disse rivolgendole anche a lei uno dei suoi sorrisi cordiali.
    Quando dovette scegliere il banco dove mettersi, fu un po' difficile. Solitamente, durante le lezioni, Aidan era solito rimanere in silenzio e non discutere praticamente con nessuno, se non quando salutava e doveva per forza interagire con i compagni. Anche perché non era giusto disturbare la lezione. Ma in quell'aula i banchi erano solamente tre grossi tavoli dove i ragazzi dovevano essere in gruppo. Prima di lui, a quanto pareva, era arrivata solo Aibileen, che conosceva, dato che aveva avuto il piacere di chiacchierare con lei. La trovava carina e soprattutto simpatica e quindi perché non doveva mettersi nel suo stesso tavolo?
    Alla fine decise, si incamminò verso il tavolo dove c'era già appostata Aibileen e si mise accanto a lei. “Buongiorno Aibileen! Tutto bene? Anche tu, come la prof, sempre bella!”.
    Dopo i vari convenevoli cominciò la lezione e la professoressa iniziò con una domanda. Aidan alzò la mano e, arrivato il suo turno, disse la sua.
    “Beh...il famiglio è un animale che potrebbe essere definito come un angelo custode...una creatura che ti sta sempre accanto in ogni istante della tua vita. Però non credo ci siano differenze tra animale domestico e famiglio. L'unica differenza è che un animale domestico, sì, potrebbe stare accanto al padrone per tutta la vita, ma il famiglio ha anche un legame magico con lo stregone, oltre che affettivo. L'animale domestico ha solamente un legame affettivo col padrone...ecco. Spero di essermi spiegato, Professoressa”.
    Dette queste parole, il moro abbassò la mano e continuò a seguire la lezione, ascoltando anche le parole dei compagni.
    Aidan Hargraves

    "
    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

    Dioptase, 16 anni

    code by ©#fishbone




    Aidan entra in aula, saluta la ninfa, saluta la professoressa e poi si dirige al banco dove si trova Aibileen Beatrix (immagino sia la A?) con cui interagisce.
    Infine risponde alla domanda.
     
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    Benjamin D' Angelo
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    Era il cinque gennaio 2021, martedì mattina, Benjamin, era ancora nel suo letto del dormitorio ed era molto assonnato. All’improvviso si girò verso l’orologio che aveva sul comodino che segnò le ore 9.00 e lui aprì gli occhi mentre il sole inondò la sua stanza da letto, costringendolo ad alzarsi e mettersi le ciabatte bianche e poi si avviò verso il bagno. Aprì la porta senza toccarla, con semplice gesto della mano; entrò e, nello stesso tempo il vetro della doccia si apriva lentamente, si spogliò, lanciò i panni sporchi nel cesto della biancheria da lavare e infine entrò chiudendosi l’anta dietro di sé. Prima s’insaponò il corpo con la schiuma e poi infine si mise lo shampoo sui capelli bagnati, poi si sciacquò accuratamente. Dopo qualche minuto uscì dalla doccia indossando un asciugamano bianco per coprire il suo magnifico corpo scolpito; aveva i capelli bagnati, ai profumati di papaia. Si cambiò con biancheria pulita e, dopo essersi cambiato, prese dal mobiletto per asciugarsi i capelli corti. Dopo averli asciugati, li pettinò ordinatamente con il pettine per la lezione che aveva in programma quella tarda mattinata. Appena finì di prepararsi, indossò la divisa che portava sempre ogni volta che serviva. Scese dal dormitorio maschile per mangiare qualcosa al volo, ma prima controllò che ci fosse tutto quello anche la sua bacchetta. Dopo aver messo qualcosa sotto i denti, uscì dalla sala grande e raggiunse il piano terra, dove si trovava l’aula di magia verde. Benjamin per entrare aveva dovuto percorrere un corridoio rialzato e subito dopo varcò l’ingresso trovandosi davanti alla scalinata che oltrepassò e rimase un attimo senza parole.

    ‘ Oh che magnifica! Non pensavo fosse cosi bella ….’

    L’Ametrin aveva ancora gli occhi fissi sull'aula e notò che era molto luminosa spaziosa poi nello stesso tempo ariosa. C’erano moltissime piante di esemplari differenti. Poi osservò che aveva anche enormi vetrate che davano sul giardino che permettevano alla luce del sole di filtrare per dare la temperatura ambiente alle piante che si trovavano nella stanza quella mattina. Alzando lo sguardo verso il soffitto vide che c’erano altre piantine che scendevano come rampicanti e al centro un piccolo stagno che manteneva l’ umidità. Annusò la stanza e capì che odorava di selvatico. Sul lato destro invece c’era una nicchia abbastanza spaziosa. Notò che c’era anche una figura che sembrava amichevole secondo lui, era una ninfa molto bella. Così cominciò a parlarle con un sorriso.

    Salve, Madame DooW come sta ?

    Chiese Benjamin amichevolmente alla ragazza aggraziata che aveva davanti a sé. All'improvviso la ninfa lo guardò con uno sguardo dispettoso poi capì che in fondo era un ragazzo che s’impegnava e arrivava in orario.

    Oh!Sto bene, grazie e tu?

    Domandò la ninfa a Benjamin mentre attese la risposta del ragazzo che non si fece attendere non in quel momento, cosi sorrise per un attimo a Madame DooW, la ninfa della professoressa Onfroy.

    La ringrazio anche io sto bene.


    Rispose alla domanda che fece la giovane ninfa prima dell’inizio della lezione. Benjamin notò che l’insegnante aveva cambiato la disposizione della classe in questo modo quella tarda mattinata; vide che le piante che erano state spostate poi osservò che c’erano anche dei banchi centrali comuni vuoti e non sapeva a che servano, ma lo avrebbe scoperto più tardi nel corso dell’ insegnamento della materia.

    ‘ Chissà che cosa imparerò oggi? Spero solo di cavarmela. Sicuramente sarà una lezione molto interessante e poi adoro questa bellissima materia.‘

    Benjamin salutò cordialmente la professoressa Onfroy facendole un sorriso educatamente.


    “Buongiorno, Professoressa.”

    Pronunciò la frase mentre guardò i tre tavoli un attimo prima di posizionarsi al tavolo centrale salutò Aibileen con un sorriso.

    “ Ciao, Aibileen, come stai ?

    Chiese lui mentre attese una risposta di Aibileen e, poi con lo sguardo si rivolse ad Aidan cercando di salutarlo gentilmente

    “ Oh! Ciao anche a te “

    Dopo essersi messo al banco centrale, prese la penna e rispose alla domanda della professoressa chiedeva. Così lui, mise in funzione il cervello e finalmente scrisse qualcosa al riguardo ai famigli.

    “ I famigli o Famillar possono essere chiamati da maghi, streghe e Sciamani, sia come compagni di avventura sia consiglieri e possono assumere anche forme animali come ad esempio: cani o gatti. Possono aiutare anche nei riti magici. Ah, dimenticavo, si distingue dall’animale domestico come un guardiano che protegge la propria strega come Sabrina nelle Terrificanti avventure dove Salem, nel caso di pericolo la avverte. Se invece parliamo invece, di addomesticare qualcuno come in una piccola fiaba che sicuramente conoscerete tutti benissimo: “ Il Piccolo Principe in un punto della sua avventura lui incontrerà una volpe con cui cercherà di legare con lei, anche se, poi ringrazierà la volpe per aver fatto capire cosa significa quella parola: essere responsabili con tutte le proprie cose come la sua amata rosa che aveva lasciato incustodita nel suo pianeta. “

    Appena finì di scrivere il testo, sorrise soddisfatto della risposta che aveva appena dato e ripose lo scritto sopra al tavolo dove si era andato a mettersi e aspettò che la professoressa Onfroy cominciasse a parlare.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Arriva nella classe di Magia Verde e si guarda attorno poi saluta la ninfa con gentilezza e poi saluta la professoressa e interagisce con Aibileen Beatrix e Numero cinque infine si posiziona sul tavolo centrale e scrisse la risposta alla domanda della professoressa Onfroy.
     
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    Alexandra A. V. Kenway
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    Prima lezione dell’anno nuovo: Magia Verde.
    Come ogni mattina Alex si è alzata di buon’ora, si è lavata e vestita e ha preparato la borsa e senza fretta si avvia verso la Sala Grande, le piace iniziare le giornate al meglio, e cosa c’è di meglio di una buona colazione?
    Le colazioni all’accademia non hanno nulla da invidiare a quelle di Hogwarts che, in entrambi i casi, sono sempre impeccabili. Così, dopo che ha gustato un toast con marmellata di fragole e un piatto con uova e pancetta si dirige con calma verso la lezione e percorre il corridoio dopo aver salito una piccola scalinata.
    Apre la porta dopo aver bussato e saluta la ninfa che dimora nell’edera che adorna l’uscio, passa schivando un ramo di edera che, come un tenacolo di un polpo, cerca di afferrarle la folta chioma lasciata libera sulle spalle. Alex ridacchia allegra prima di salutare l’insegnante: "Buongiorno, Professoressa."
    Saluta anche i compagni di corso che ha già incontrato nella precedente lezione con un rapido cenno della mano e un sorriso allegro, dopo di che pende posto dietro il banco che è rimasto vuoto. Eccola, che come al solito ha evitato il gruppo più folto di persone, è una questione di istinto, anche se le piace stare in compagnia tende a isolarsi da sola. Non sa ancora di chi fidarsi e finché non troverà il “punto di riferimento” che la trascinerà nel gruppo continuerà a mantenere quel minimo di distanza che in apparenza le dona serenità.
    Posata la borsa inizia a guardarsi intorno, è la prima volta che mette piede in quell’ambiente e l’aula è stupenda. Le enormi finestre inondano la stanza di luce naturale e tantissime piante adornano l’ambiente, e le enormi vasche di terra attirano la sua attenzione, sicuramente lì vengono messi gli animali di media grandezza, pensa osservandoli. Tutto perde di significato alla vista del laghetto con tanto di pietre con rune incise sopra, bellissimo.
    La sua attenzione torna alla professoressa che avanza una domanda, senza esitazione Alex alza la mano e appena le viene data la parola risponde con voce sicura: "Un famiglio è un animale con il quale si instaura un profondo legame, si tratta di un rapporto alla pari nel quale ci si intende anche solo con uno sguardo. Spesso il famiglio anticipa il volere del mago e difficilmente questo legame può essere reciso. "
    Attese poi il proseguo della lezione poggiando le mani sul banco e guardando la professoressa in trepidante attesa.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Dioptase
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    Cameron Cohen
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    La settimana era iniziata da poco e già lui non ne poteva proprio più; era martedì ed avevano appena affrontato Magitecnologia e Divinazione, due materie non proprio leggere ma con dei docenti sicuramente competenti -anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente e a voce alta- ed ora sarebbe toccato a Magia Verde, una materia che era nuova, dal momento che l'anno prima era diviso in Erbologia e Cura delle Creature, materie che non aveva mai trovato poi così interessanti, ma quell'anno c'era una nuova docente e voleva proprio vedere come si approcciava a loro e come spiegava, curioso di capire se sarebbe riuscita a fargli piacere la materia, cosa parecchio difficile per uno che difficilmente si smuoveva dalle sue posizioni.
    Pochi minuti dopo Divinazione, aveva mandato degli uccellini incantati a Mia con inciso un semplice messaggio: Ci vediamo a lezione, sì? Ti tengo il posto. Una volta fatto ciò, si sarebbe allontanato dall'aula per dirigersi verso quella della nuova lezione. Aveva già frequentato mesi di quella materia, invero, ma non era mai stato molto costante, però quel giorno aveva deciso di provare a seguire davvero, senza farsi i fatti suoi come al solito.
    Arrivò in aula addirittura in orario, strano ma vero visto che non era in compagnia di quella perfettina della sua bella. Superò la porta coperta di edera di quella insolita aula situata al primo piano del castello. Presentava enormi vetrate che davano sull'esterno ed una cosa che il ragazzo aveva sempre trovato insolita, era quello stagno posto all'interno che lo aveva sempre incuriosito. Si fermò davanti ad uno di quei tre tavoloni e pose lo zaino alla sua destra, segno che stava tenendo il posto per qualcuno e quel qualcuno, precisamente, era la Freeman. Di solito quei tavoli erano pieni di piante ma quel giorno, evidentemente, la donna aveva in mente qualcosa di diverso per loro, quindi Cameron si strinse tra le spalle e decise di attendere ciò che avrebbe detto loro. Buongiorno, professoressa! Ignorò Madame-qualcosa e si spaparanzò sul banco con le braccia, posandoci sopra la testa e guardando la stanza con aria annoiata, senza parlare a nessuno dei suoi altrettanto noiosi compagni. Non vedeva nemmeno Vesper, quindi non avrebbe nemmeno insultarlo un po' per ammazzare il tempo, che stress. Sperava che almeno la sua ragazza lo raggiungesse al più presto.
    Sorrise alla domanda posta dalla donna ed attese che gli altri dessero una risposta, prima di dire la propria. Molto semplice: i famigli sono pur sempre animali, però sono senza dubbio più fedeli e più legati al proprio padrone, pronti a tutto per difenderlo e proteggerlo. Sono anche più forti e più difficili da addestrare, ma ne varrà sicuramente la pena. Oltre che animali, però, possono essere anche creature magiche, certamente più intriganti e speciali, hanno qualcosa in più che li distingue da banali animaletti. Quella fu la sua semplice risposta, non aggiunse altro, ancora in attesa della ragazza e magari anche di Elisabeth, la sua amica preferita in quella noiosa scuola.
    Stat scheda Dioptase
    CODICE ROLE © dominionpf


    Non caga nessuno a parte la prof u.u Risponde la domanda e si siede al posto C, tenendo il posto a Mia Freeman (Leggi il post bene ùù)
     
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    parlato - pensato- ascoltato
    Pochi si sorprenderanno nel sapere che Magia Verde rientrava nelle sue materie preferite. Quale non lo era, qualcuno avrebbe potuto chiedere? E Mia avrebbe cominciato a poterne elencare già qualcuna in più rispetto agli anni precedenti, contro ogni aspettativa, forse perché stava crescendo o perché aveva una vita sociale e quindi meno tempo per fare la secchiona e starsene tutto il giorno sui libri.
    Più che la parte legata alle erbe, che comunque riteneva utile e interessante, le piaceva l’idea di poter imparare ad avere a che fare con altre creature, sapere come agire quando si trovava di fronte qualche animale sconosciuto senza fare troppi danni. Ed ecco che la sua sindrome da crocerossina tornava a farsi vedere! Mia viveva per quella sensazione di utilità che provava ogni volta che aiutava qualcuno, e avrebbe voluto poter possedere tutte le conoscenze necessarie per aiutare chiunque, animale o persona che fosse.
    Certo, quella mattina si era svegliata stanca e trascinarsi a lezione non era stato poi così piacevole: non era una che si lamentava, ma ultimamente andava spesso a letto piena di pensieri e dormire non era facile come al solito. Non che ci fosse qualcosa nello specifico a preoccuparla, fortunatamente la sua vita sembrava filare liscia, ma forse era tutta quella calma apparente, il fatto che ogni cosa sembrasse andare per il meglio, a metterle ansia. O magari era la situazione tra Eilidh e suo fratello, tutte quelle novità… avrebbe voluto dire che le bastava concentrarsi sullo studio, come un tempo, ma cominciava a preferire altre attività. Forse il suo ragazzo la stava cambiando fin troppo, ma di certo le portò una ventata di buon umore spedendole quegli uccellini incantati.
    Per quanto potesse essere stanca o piena di pensieri, Mia si sentiva felice ogni volta che stava con Cameron, e ancora di più quando vedeva nel ragazzo la scintilla di buona volontà: non pretendeva che diventasse improvvisamente il migliore della classe, ma innegabile quanto si stesse impegnando di più quell’anno, andando più spesso a lezione, presentandosi addirittura in orario senza avere bisogno che lei lo spronasse!
    Dopo aver terminato le precedenti lezioni si era concessa un muffin, nel tragitto verso l’aula di Magia Verde, e ne trangugiò l’ultimo boccone proprio prima di entrare. “Niefte brifole!” promise solennemente, mentre ancora stava masticando, a Madama DooW, che non aveva mancato di guardarla con sospetto, pronta a riprenderla se necessario.
    Mia si sarebbe passata il dorso della mano sulle labbra per eliminare ogni briciola, si sarebbe rimasta sistemata la borsa sulla spalla e poi avrebbe fatto il suo ingresso. “Buongiorno Professoressa!” avrebbe quindi annunciato, senza più la bocca piena, aprendosi in un sorriso solare nel vedere Cameron e dirigendosi verso la sua postazione. La paura di arrivare in ritardo aveva portato i suoi passi a muoversi rapidi per i corridoi, il cuore in gola, ma una volta realizzato di essere ancora in tempo rallentò, concedendosi di guardarsi intorno e prendere un respiro. Si sarebbe fermata vicino alla cattedra, tirando fuori dalla borsa una mela e tendendola alla docente. “So che i Demiguise ne vanno matti… e mi è avanzata dalla colazione.” ammise imbarazzata, riservando un sorriso gentile a Metcalfe per poi raggiungere Cameron. Avrebbe rivolto un cenno di saluto e un sorriso caloroso a Aibileen, durante il tragitto, incapace di nascondere l'affetto che provava per lei.
    L’aula, come sempre luminosa e arieggiata, quel giorno sembrava un po’ più spaziosa, forse anche perché i tavoli erano sgombri dalle piante e sembrava tutto più spazioso. Avrebbe quindi preso posto vicino a Cameron, lasciandogli un fugace bacio sulla guancia e guardandolo contenta. “Wow, addirittura sei arrivato prima di me…cominci a spaventarmi Cohen!” osservò scherzosa per poi voltarsi verso la docente, ragionando sulla domanda.
    Le bastò pensare al suo rapporto con Zeus, a quanto tenesse a lui, per riuscire a formulare una risposta. “Io penso che i famigli siano diversi dagli animali domestici perché il rapporto che si insatura con loro è più profondo, unico, inimitabile. Una persona potrebbe avere decine di animali domestici, che possono essere fedeli certo ma che potrebbero anche stancarsi, o fuggire per qualche altra ragione: un famiglio invece è legato al suo Mago a doppio filo, è come se ci si scegliesse a vicenda e si decidesse di stare assieme, per la vita. Una volta che si ha stretto un legame col proprio famiglio non si può tornare indietro, niente può spezzarlo.” concluse quindi, con un leggero sorriso e gli occhi luminosi, come ogni volta che pensava a lei e a Zeus e al loro rapporto: certo, lei era fortunata ad avere anche Athena, e teneva alla fatina profondamente, ma come aveva spiegato ogni legame era unico, diverso a modo suo, e Zeus rimaneva il primo.


    code made by gin


    Mia interagisce con la docente, Metcalfe e Madama DooW, saluta Aibileen Beatrix con calore. Si siede poi con Cameron Cohen (tavolo C) e risponde alla domanda.
     
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    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Tra le diverse aule di Hidenstone, quella di Magia Verde era tra le sue preferite. Superata la scalinata, Ciarán aspettò qualche secondo sul limitare della porta. Il sole invernale che entrava timidamente dalle vetrate lo accarezzò come un abbraccio.
    "Mmmh?" Gli occhi dorati si posarono sui tavoli al centro della stanza e un sopracciglio schizzò in alto percependo qualcosa di diverso. "Dove sono le piante?" La sensazione che provò fu sgradevole. La presenza delle piante riusciva a tranquillizarlo perché il suo sangue, a differenza degli altri, era originario di Denrise: lo stesso villaggio in cui viveva la professoressa e tante altre figure che vedevano nella natura la loro ragione di esistere. Questo, unito al timore per un eventuale compito scritto, portarono il mezzo gigante a esitare "Peggio di un compito c'è solo un compito a sorpresa".
    Il passo del ragazzo, sicuro e costante, lo portò a qualche metro di distanza dalla ninfa che custodiva l'aula. Solo allora il mezzo gigante si voltò verso questa alzando l'enorme mano a mo' di saluto «Buongiorno» Avrebbe commentato eseguendo un leggero inchino verso la guardiana. A differenza di Rubin, la signora DooW inquietava il ragazzo; sebbene questa condividesse con lui un sangue ad alto potenziale magico, Ciarán percepiva il costrutto del professor Black come qualcosa di più umano, sia nel male che nel bene. Più volte si era chiesto se avesse potuto offrire qualcosa alla ninfa per mostrarle rispetto o catturarne le grazie, ma ogni singola idea era stata bocciata con estrema facilità. Non sapeva di cosa le ninfe si nutrissero e un mazzo di fiori sarebbe stato certamente un regalo di pessimo gusto.
    Vedere quel cucciolo di Demiguise appollaiato sull'ingresso gli strappò un sorriso ma subito dopo tornò serio. Preso posto al banco centrale, Ciarán salutò i compagni lasciando alla professoressa il tempo di introdurre l'argomento e agli altri studenti il compito di suggerire le prime risposte. "Interessante" Quel pensiero si fece sempre più intenso. Degnò di poche attenzioni le risposte degli altri perché i suoi sensi erano completamente dediti a comprendere quale sarebbe stata la parte successiva della prova.
    Il forte odore di resina continuava a distrarlo ma sarebbe servito altro per distorcerlo dai suoi ragionamenti. «Buongiorno, professoressa Onfroy» Cominciò il ragazzo, chinando leggermente il capo in segno di saluto, o forse di rispetto. «Si definisce domestico l'animale che cresce in un contesto di economia domestica. Questa può spaziare dalla casa di un mago all'allevamento di un contadino. Per il primo caso, possiamo fare riferimento ai gatti; per il secondo, possiamo pensare ai buoi. Gli animali domestici possono sia fare compagnia ai loro proprietari che svolgere una funzione di una qualche altra utilità. Ad esempio, a Denrise usiamo i gatti per impedire che topi o roditori simili possano danneggiare i nostri magazzini o i buoi per trainare i carri» Non a caso i gatti erano rappresentati nell'iconografia sacra norrena: due tra questi esemplari trainavano persino il carro di Freya «In sinstesi, un animale domestico è una creatura che viene asservita al nostro volere per uno scopo o per un altro».
    Un secondo di attese, giusto per riprendere fiato. «Con i famigli la questione è diversa. Un famiglio è una creatura che non può essere asservita in modo unilaterale. Un mago non può decidere di trasformare un Demiguise in un suo famiglio, ad esempio, perché è lo stesso Demiguise che deve offrirsi a diventare tale» Un'occhiata venne lanciata a Metcalfe «In modo similare alle bacchette, sono i famigli a scegliere il mago. Non so perché un famiglio scelga un mago piuttosto che un altro però, se il meccanismo è simile a quello delle bacchette, credo che a guidarne le scelte sia la consapevolezza di condividere un qualcosa» Il mezzo gigante annuì «Si, credo che ciò che distingua l'animale domestico da un famiglio è il collegamento che lega quest'ultimo al suo possessore: non si tratta di una simbiosi ma di un qualcosa di molto più intimo, simile al rapporto che c'è tra fratelli e sorelle. È per questo che possiamo portare i famigli con noi durante missioni pericolosi sapendo che questi non ci abbandoneranno fino all'ultimo».
    Erano poche le volte in cui Ciarán parlava dal cuore ma, in quel caso, lo percepì come necessario. Il mezzo gigante aveva come famiglio un corvo albino e nessuno dei due avrebbe potuto dire di aver scelto l'altro. Tuttavia, proprio come un corvo albino si distingue dai simili, lo stesso poteva dirsi del mezzo gigante. Questo era il motivo per cui il ragazzone si era affezionato all'animale e, alla luce della precedente riflessione, doveva essere anche il motivo per cui il corvo si era affezionato a lui.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.


    Prende posto nel banco centrale (B)
    Saluta in modo generale tutti i compagni v.v
    Interagisce con la signora WooD e la professoressa Onfroy
     
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    ‘Ma… è normale desiderare di nuovo le vacanze?’
    Adamas non aveva mai provato un desiderio simile: solitamente, il ritorno alla vita accademica dopo le pause didattiche era estremamente ben accetto. Aveva sempre avuto voglia di imparare nuove nozioni e lo studio, pur se era il pesante mezzo attraverso il quale poteva e doveva acquisirle, era accolto quasi con piacere.
    Tuttavia, il 2021 era il primo anno in cui tornava a scuola con i ricordi quasi magici delle vacanze di Natale con Jesse.
    Tirando le somme dell’anno passato, si era reso conto che non era stato poi malaccio, per lui: l’unico evento davvero nefasto era stato la scomparsa di Valentina in estate, e il conseguente carico di tensioni che aveva comportato. Quasi come meccanismo per affrontare la sparizione, Adamas aveva però iniziato a credere che fosse entrata in un programma di protezione testimoni messo a punto dagli Auror; che avesse scoperto qualcosa di estremamente serio, come un giro internazionale di traffico d’organi pietrificati messo su da vampiri senza scrupoli?
    Complottismi a parte, ad Adamas mancavano i teneri momenti con il suo ragazzo; quei ricordi scaldavano la sua anima, mentre procedeva a passo celere verso l’Aula di Magia Verde.
    “Buongiorno, professoressa! Buongiorno, Madama Doow…”; l’Ametrino veniva facilmente messo in soggezione dall’autorità, tuttavia quella ninfa gli trasmetteva una sensazione ben più complessa. Insomma, nella sua concezione neopagana era più una divinità che una creatura magica. La salutò con riverenza: “Se e quando avrà tempo e voglia per un mortale, potrei farle delle domande, ecco… sulle sue sorelle, sa - insomma, Amaridi e Naiadi in particolare. E, beh - anche sul Dio Pan…”
    Si insultò mentalmente per non aver portato un dono alla ninfa.
    “Ciao, compagni Ametrini…”: salutò Aibileen e Benjamin con un leggero disagio, dovuto a due fattori. Il primo: non si era ancora presentato propriamente a tutti gli Ametrini che erano appena entrati in Accademia. Il secondo: essendo diventato Capitano della squadra, sentiva che era suo dovere essere affabile con tutti. Rivolse quindi un sorriso a Mia e Alexandra, un cenno imbarazzato a Aidan e uno, il più da duro possibile, a Cameron. Inutile dire che quest’ultimo cenno uscì più come una caricatura che altro.
    “Ciao… è libero?”: alla eventuale risposta positiva di Ciaràn, si sarebbe seduto vicino al mezzogigante.
    ‘Uff, essere socievoli è difficile come sempre… mi manca Jesse a lezione: sapevo dove sedermi, e Blake rendeva socializzare paradossalmente facile. Insomma, bastava rispondere a lui!’
    All’arrivo del suo turno, rispose alla domanda della prof.
    “Ehm… ecco, direi che un famiglio è un animale, tendenzialmente di natura non magica, con la quale tuttavia il mago o lo stregone instaura un legame che perdura per l’intera vita di entrambi. Non credo si tratti di un semplice addestramento o addomesticamento, ma di un legame ben più profondo, basato su una indissolubile lealtà.”
    Prese un respiro, sperando di non essere nel mezzo di un vaneggiamento: “Si potrebbe dire che i due instaurino una simbiosi inseparabile, tanto che alla dipartita dello stregone spesso anche il famiglio langue e muore, o per la medesima fatalità, visto che tendono a combattere assieme, o perché la sua voglia di vivere si spegne.”
    Pur odiando parlare in pubblico, ormai si era lanciato: insomma, essendo diventato Capitano era necessario imparasse a non balbettare ed arrossire, no? “Non è ancora noto con certezza il meccanismo secondo il quale un animale addomesticato possa divenire un famiglio: se volessi lanciarmi in una supposizione, potrebbe essere dovuto all'approfondimento del rapporto di fiducia tra l’animale ed il padrone, finché in qualche modo la magia del mago non forgia tale connessione anche a livello spirituale. Tendenzialmente, la natura di tale rapporto mi ricorda quella di un’amicizia inscindibile e basata sull’empatia di entrambe le parti, nella quale occorre che tra i due ci sia almeno qualche affinità già di base…”
    Si ammutolì, pregando di aver detto qualcosa di buono durante quel vaneggiamento eterno. Da quando era così logorroico?
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Saluta la docente e interagisce con Madama Doow.
    Saluta Aibileen Beatrix eBenjamin D' Angelo come compagni Ametrini. Sorride alle ragazze, fa un cenno ad Aidan e a Cameron. Si siede quindi, se può, vicino a Ciaràn.
    Risponde quindi alla domanda.
     
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    Un altro anno -solare- era iniziato portando con sé però anche una Liz diversa. O almeno così le piaceva credere. Certo, non è che da un momento all'altro sarebbe passata dal fare la concorrenza alla bambina di The Ring a una sotto perenne effetto di oppiacei come Giselle in Enchanted, il cambiamento più grande al momento sarebbe stato quello di cercar di rimuovere il manico di scopa lì dove non batte il sole, levigare gli angoli della sua gioia di vivere e, soprattutto, aprirsi a nuove persone. Fu così che la Lynch superò la ninfa con un sorriso cordiale, un «buongiorno» tutt'altro che cavernicolo e niente naso all'insù come se stesse entrando in un letamaio. D'accordo l'odore pungente della resina lì dentro era pesante ma, alla luce delle ultime scampagnate nelle foreste, doveva iniziare ad ammettere come alla fine fosse confortante sul suo spirito, anche se ancora ben lontano da quello della legna bruciata per cui stravedeva.
    Varcata la soglia non fu sorpresa nel vedere la Onfroy davanti la cattedra, segno che fosse anche lei ben disposta verso i suoi discenti, in perfetto ordine e con un piccolo demiguise appollaiato sul tavolo da lavoro che la guardava con sguardo innamorato.
    «Buongiorno, professoressa!» Un sorriso anche a lei -sembrava quasi che la gallese avesse una paralisi facciale- e poi la superò salutando anche i suoi compagni chi con un cenno del capo chi della mano, persino un piccolo schiaffetto sulla nuca di Cohen -«l'inferno in questo momento starà gelando, visto che sei arrivato prima di me a lezione»- fino ad arrestarsi al tavolo vuoto accanto a quello di Hinds. No, non si sarebbe seduta vicino a lui o avrebbe finito con il perdersi in lande sconosciute a causa del suo odore, piuttosto avrebbe lasciato ad altri studenti la possibilità di sedersi accanto a lei qualora avessero voluto. Questo non significava non tenere al mezzogigante quanto più di evitare che divenisse il centro del suo mondo come aveva fatto con altri in passato. La lezione l'aveva imparata e di certo non avrebbe ripetuto gli stessi errori. Ciò però non le impedì di sostare con lo sguardo su di lui, quasi a voler calamitarne l'attenzione, prima che la titolare della cattedra nata dalle ceneri di Erbologia e Cura diede il via ufficiale alla lezione. Il pensiero dell'Opale era volato immediatamente a Mushu, il suo gatto nero dal pelo corto e lucido, con cui aveva un rapporto di odi et amo ma dove sapeva che il felino ci sarebbe sempre stato per lei, in qualsiasi momento; successivamente si spostò su Rain, il tenero cricetino che la Ivanova le aveva affidato ad una lezione l'anno precedente dopo il mese di prigionia. L'aveva curato, l'aveva nutrito e quello sguardo dolce l'aveva conquistata giorno dopo giorno, così come il felino sebbene ogni giorno, ancora oggi, si divertiva a fargli qualche agguato solo per vederlo tremare e rifugiarsi dietro un elemento decorativo all'interno della sua gabbietta. Era divertente vedere il sederino del roditore emergere "twerkando" da un sasso che non riusciva a nascondere del tutto la sua ciccia. Ma lì, in quel momento, i discorsi erano più generali e non limitati solo ai suoi animaletti.
    <b>«Come già detto dai miei compagni il famiglio è quella creatura con cui il mago o la strega sviluppano un rapporto di fiducia e fedeltà, dove, secondo me, non è per forza detto che sia l'animale a scegliere il suo padrone. Alcuni hanno come famigli animali ereditati dai propri familiari, con un legame che si è instaurato nel tempo e non di certo un colpo di fulmine. In realtà anche sulle bacchette diversa letteratura narra di come esse finiscano con il perdere la fiducia in chi avevano inizialmente scelto e porre il loro potere nelle mani di un altro soggetto. Potere, ovvero la magia, che alla fine è l'elemento che caratterizza anche la differenza tra famigli e animali -mi sentirei di dire non solo domestici- ovvero che questi ultimi sono privi di capacità magiche. Basti pensare a come i più diffusi famigli tra i maghi siano gatti e gufi, animali che vengono facilmente confusi dai babbani.»
    Dopo lo sproloquio avrebbe finito col rilassare le spalle e ampliare il raggio dell'olfatto, o meglio si lasciò attraversare dai vari odori presenti nella stanza, riuscendo a captare perfettamente le fragranze che ormai conosceva del mezzogigante, finendo con il distendere le labbra in un sorriso caldo, con lo sguardo che -senza muovere un millimetro il viso- cercò la figura ben possente del denrisiano. Quanto alla lezione sarebbe stata curiosa di capire cosa avrebbe voluto fare la delicata -almeno all'apparenza- professoressa in quell'ora di un giorno di scuola qualunque.
    Elisabeth
    Lynch

    "
    Sometimes you have to stand alone. Just to make sure you still can.
    "

    Black Opal
    Serpeverde
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    Elisabeth saluta prima la ninfa e poi la prof, successivamente saluta i suoi compagni, con particolare interesse Ciaran Hinds e Cam, per poi sedersi da sola ad un tavolo. Successivamente risponde al quesito della docente.
     
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    La giovane dai capelli di fuoco arrivò correndo dirigendosi verso l'aula destinata alle lezioni sulla magia verde.
    Era raro vedere la sedicenne arrivare per il rotto della cuffia poco prima dell'inizio delle lezioni, di solito non amava la calca quindi prediligeva entrare tra i primi, se non primissimi studenti per scegliere il posto migliore.
    Stavolta invece non solo non si era svegliata in tempo,ma aveva anche dovuto saltare la colazione.

    CAVOLOCAVOLOCAVOLOCAVOLO!!!!!!!!!

    Pensò la ragazza frenando poco prima della porta d'ingresso dell'aula, ansante cominciò a rassettare la divisa scolastica consistente in giacca viola con bordature gialle, un gilet viola con stesse bordature, una cravatta lasciata mezza sciolta dello stesso colore, giallo acceso ed una gonna a pieghe viola.
    Ai piedi indossava un paio di anfibi neri lucidi dai quali spuntavano dei calzini bianchi alti fino a poco sotto il ginocchio.
    I capelli della ragazza erano lasciati sciolti sulle spalle e la giovane tentò di sistemarseli come meglio poteva, cercò con entrambe le mani di dare un senso all'ammasso informe che aveva preso la sua frangetta e sospirando si diresse alla porta dell'aula.
    Guardò sorridendo la ninfa e facendo un piccolo cenno con la testa disse ancora un po' affaticata dalla corsa e con il fiato corto.

    Salve Madame Doow, è bello vederla così in salute. Chiedo scusa per il ritardo, sono davvero desolata, non accadrà più,

    Dette queste parole passò oltre la porta e cercò un posto libero con lo sguardo colore del cielo d'inverno.
    Sorrise raggiante raggiungendo il secondo tavolo e cercò di prendere fiato mentre rivolgeva un enorme sorriso verso la professoressa dicendole con un tono allegro anche se ancora un po' affannoso.

    Buongiorno professoressa, chiedo scusa per il ritardo. Non succederà più.

    Chiuse gli occhi ed annusò l'aria con il sorriso ancora sulle labbra, le mani si posarono sul tavolo davanti a lei e pensò

    Adoro l'odore della resina, è così buono! Ah! Cavolo, devo concentrarmi!

    Quando toccò a lei rispondere disse con tono sicuro, mentre gli occhi le brillavano di una luce piena di curiosità e desiderio.

    Un famiglio è un animale che viene addomesticato dai maghi e dalle streghe e con il quale lui o lei creerà un forte legame di lealtà, fiducia, stima e a volte di amicizia. Il famiglio aiuterà la strega o il mago nelle sue mansioni e lo metterà in guardia dai pericoli che lo circondano, donandogli anche aiuto quando sarà in pericolo.

    Posò lo sguardo sulla professoressa con un piccolo sorriso stampato in volto.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda Stat.
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    La mia pg si rivolge a Doow, alla professoressa e si sistema al secondo tavolo il B
     
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    "Ho visto un fiocco di neve nel fondo del caffè e ho pensato a te" In aggiunta a quelle parole allegò una prova fotografica di quanto diceva, mentre dall'aula di divinazione veleggiava verso quella di magia verde con una calma a lui estranea. Ciondolava praticamente, scambiandosi messaggini con Amelia Farley, la rigida Dioptase che in qualche modo gli stuzzicava un interesse anche nei piani alti. La ragazzina l'aveva avvisato che per quel giorno avrebbe saltato tutte le lezioni complice uno strano malessere che lui aveva subito attribuito al periodo no delle ragazze, inconsapevole di quanto la realtà poteva essere tutt'altra la motivazione per cui non stava infastidendo la biondina di persona ma attraverso lo schermo del suo magifonino. L'aveva avvisata di come Maverick sembrasse sempre più a Tony Stark in missione segreta ad Hiddenstone; le aveva rivelato di aver visto atteggiamenti sospetti tra Griffin e Jameson durante l'intera ora di divinazione, soprattutto quando pensavano di non essere visti né dal docente ma neanche dagli altri studenti; ed infine le aveva appena mandato un altro sms solo per dire -a modo suo- che un po' le mancava.
    «Mi sa che sono spacciato, Madama DooW! La frittata è fatta, salvami tuuuuuuuuuuu!» Era ormai giunto davanti l'aula di Magia Verde, finendo ai piedi della ninfa alla ricerca di chissà quale miracolo -o maledizione- essa avrebbe potuto compiere. Risollevandosi avrebbe scosso un po' i pantaloni per togliere la polvere accumulatasi per quel gesto un po' infantile, entrando nell'aula e salutando la prof. «'Giorno, prof. Lei è sempre così un bellissimo raggio di sole nel pieno della più brutta delle tempeste...» Pronunciò con solennità, con tanto di mezzo inchino, prima di volgersi verso l'aula ed iniziare la sua personalissima conta. «Ambarabà ciccì cocò, tre snasini sul comò, che facevano terrore alla figlia del ladrone, il ladrone si ritirò, ambarabà, ciccì, cocò!» Ad ogni parola il dito aveva vagato verso ogni posto ancora vuoto, finendo proprio su Alexandra. «A sto giro tocca a te!» E veloce come un fulmine -giusto per rimanere sul meteorologico- andò a sedersi accanto alla dioptase. «Suvvia, Kenway, fammelo un sorriso!» La salutò a modo suo, digitando frenetico un messaggio per la Farley. "Sono seduto accanto a una tua compagna di stanza, la divisa mi ha confuso. Non sei te. Tanto triste ):"
    Rimesso a posto il telefono magico, il bostoniano rivolse piena attenzione alla docente, annuendo di tanto in tanto alle parole dei suoi compagni, finendo poi con il levare anche lui la mano, sebbene forte fosse la volontà di uscirsene con qualcosa come "ctrl+c e ctrl+v" poiché gli altri avevano avuto la capacità di rispondere più velocemente di lui. «Il famiglio è un animale comune con un pizzico di intelligenza e coscienza di sé -quindi questo è ciò che li differenzia dal comune animale domestico, ma non parlo di intelligenza canonica come la intendiamo comunemente che divide gli esseri dalle bestie- in più che gli permette di scegliere la persona più affine che non per forza significa speculare. Il padrone che andrà a scegliere può essere anche l'esatto contrario della sua personalità, creando quindi una completezza, un essere solo ed unico. Il famiglio non è solo una creatura da coccolare, viziare o a cui impartire ordini per il solo gusto di farlo, non è neanche un animale da mandare al macello al proprio posto. É un legame particolare, acuto, che si costruisce insieme partendo da una scintilla per poi tessere tanti fili che si intrecciano tra lui e il padrone, un legame resistente e doloroso da sciogliere. Noi abbiamo tanti animali domestici, ma trovare il proprio famiglio, quello vero, è una grande benedizione.» E lì si sarebbe potuto comprendere come il ragazzino amasse da morire gli animali, le creature magiche e non solo, ma che non avesse ancora trovato il suo famiglio e che per questo non avesse ancora un suo animaletto come gli altri compagni.
    Nathan Parker
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    The biggest misunderstanding about me is that I'm just a bratty, gobby idiot.
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    Ametrin
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    Nathan manda messaggini ad Amelia Farley, si mette in ginocchio davanti a Madame ninfa, saluta la prof, fa la conta e si siede accanto ad Alexandra, risponde alla domanda.
     
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    Amava ogni singola materia insegnata in quella scuola fatta eccezione forse per Pozioni che seppur fosse molto curiosa dell'argomento, non ci capiva poi molto e tendeva a fare molti errori, rischiando più e più volte di far esplodere il suo calderone com'era appunto successo quella stessa mattina alla lezione appena conclusa. Emma era uscita con la faccia tutta sporca di una strana sostanza bluastra ed appiccicosa. Per carità, il blu era il suo colore preferito ma forse quello non era il modo giusto per dimostrarlo, quindi prima di andare alla lezione successiva -Magia Verde- la giovane dovette fare un pit stop in bagno. Si fermò davanti allo specchio ed aprì il rubinetto sbuffando, lasciando che l'acqua diventasse calda, prima di mettere le mani sotto di essa. La lasciò scorrere su di esse chiuse a coppa finché non si riempì, solo allora si portò le mani al viso, lanciandosela addosso e strofinando dopo aver aggiunto del sapone, tra uno sbuffo e l'altro. Non sopportava di essere così maldestra ma dopo sedici anni, difficilmente qualcosa sarebbe potuto cambiare, perciò ormai si doveva accontentare di ciò che era. Una volta finito, cercò della carta per asciugarsi tutta la faccia e lo fece con talmente tanta foga che divenne tutta rossa, ma sarebbe passato entro poco. Buttò la carta e partì quasi volando per l'aula di Magia Verde, situata al primo piano di quell'immenso castello. Le sembrava quasi di non toccare il suolo, talmente tanto era la sua velocità, però era l'unico modo per non arrivare in ritardo a quella che, con tutta probabilità, era una delle sue materie preferite se non quella che lo era di più in assoluto. Adorava piante ed animali, quindi era proprio la materia perfetta per la giovane.
    Ormai era praticamente arrivata e dalla fretta, non era riuscita a mandare un messaggio a Nathan. Okay, avevano fatto le due lezioni precedenti insieme, ma la giovane gli mandava sempre un messaggio del buongiorno ed uno della buonanotte, conditi da tanti intermezzi carini e coccolosi tra un'ora e l'altra sebbene si fossero visti in classe.
    Quando entrò per quella porta contornata di edera, si bloccò ad osservarla con gli occhioni azzurri, scintillanti. Apprezzava davvero tanto quando la natura si fondeva con ciò che aveva apportato l'uomo, un po' come se sapesse che il pianeta in realtà è suo e che loro erano solo ospiti nemmeno troppo desiderati. Allungò una mano per sfiorarne una foglia, affascinata, prima di dirigersi definitivamente dentro.
    Dentro l'aula, oltre al solito stagno, c'erano enormi banchi vuoti che dall'alto del suo essere così sveglia, ricollegò a quelli pieni di piante che c'erano fino al giorno prima e che quel giorno erano stati svuotati.
    Madama Doow! Salve! Come sta? Bellissima come al solito *^* Commentò, realmente curiosa e molto più sincera di ciò che si potrebbe pensare. Non era una lecchina ed ogni cosa che diceva, la diceva perché la pensava davvero.
    Ehi piccolino! Emma sorrise all'animaletto tanto carino e poi sollevò il mento in direzione della docente Onfroy, indossando uno dei suoi sorrisi più belli e dolci.
    Buongiorno professoressa! Ha dormito bene? Le prime due ore sono filate lisce? In seguito a questa sua sfilza di domande, le gote le si arrossarono lievemente ed imbarazzata giro sui tacchi e si diresse... da Elisabeth Lynch. Era la seconda volta che lo faceva e non riusciva proprio a capire cosa la spingesse a ciò, ma stavolta aveva qualcosa da darle, qualcosa di estremamente prezioso -non necessariamente inteso come valore economico- e che sperava che le piacesse e che un po' mitigasse l'odio nei propri confronti che ad Emma pareva di scorgere negli occhi dell'opalina. Che fosse vero o meno, Emma non lo sapeva.
    Posso... ehm... è libero? Sentiva la gola secca e percepì l'impellente bisogno di bere un po' di acqua. Non aveva salutato nessuno degli altri, presa com'era da quel suo progetto atto a tendere un ramoscello d'olivo verso la compagna che volente o nolente, l'avrebbe vista per i successivi tre anni e mezzo. Se l'altra avesse accettato, l'ametrina avrebbe sollevato la borsa, buttandola leggera sul tavolo, poi aprendola e tirando fuori una scatolina avvolta in una carta da regalo color panna che stonava molto con le sue esuberanti carte arcobaleno. Glielo porse evitando il suo sguardo ceruleo, intimidita. Ecco se... se... se vuoi... buttarlo via io... insomma io ti capisco... non ti... potrei biasimare! MASEVUOITENERLOL'HOPENSATOPERTESPEROTIPIACCIA! Disse tutto d'un fiato ed urlacchiando, gettando poi uno sguardo a Nathan che diceva "S.O.S Adesso mi uccide", ma poi non si esimò dal mandargli un bacino volante con tanto di cuoricino a metà fatto con la mano libera. Se, poi, la ragazza avesse accettato e lo avesse aperto, dentro vi avrebbe trovato un braccialetto con scritto "Believe in yourself", quindi avrebbe ripreso a parlare. Io... ho visto come ti guardano e ti trattano certe persone a scuola ed io... ho pensato a questo per dirti di... non abbatterti mai, di credere in te stessa perché... beh, ti ho ammirata fin dal primo giorno. Mi dispiace tantissimo averti pietrificata, il primo giorno. Sono andata in panico e non volevo che la situazione peggiorasse... scusa davvero... non volevo. Chiese scusa con umiltà e sincerità, sperando apprezzasse almeno un pochettino il suo regalo. Io lo so che... se non ti abbatterai mai, potrai far vedere a tutti... il tuo valore. Alla fine del suo discorso, era rossa come un peperone e pensò che fosse meglio concentrarsi sulla domanda della docente, magari si sarebbe evitata una morte lenta e dolorosa.
    Allora... i famigli secondo me sono più intelligenti degli animali "normali" e ci capiscono molto di più, riuscendo ad empatizzare maggiormente con noi, capirci ed esserci di supporto in un certo senso, oltre che starci vicini sempre, pronti a difenderci a spada tratta contro tutti e tutto. Io ho un cagnolino fedelissimo, Mirtillo, che adoro e sono certa che lui mi adori... ma non so quanto potermi fidare di lui in un'eventuale situazione di pericolo. Ridacchiò appena, cercando di scacciare la tensione che la stava opprimendo. Penso sia un po' fifone, anche se è socievole e fa amicizia con praticamente tutti. Non è adatto nemmeno contro dei banali ladri, figurarsi per qualche pericolo! Arrossì per l'ennesima volta, iniziando a balbettare. Ehm io.. io... ho divagato e... non lo so, stavo dicendo... che sono molto più fedeli e tendono di più a restare con te qualsiasi cosa succeda, a differenza degli altri. Concluse con un'alzatina di spalle ed incassando la testa tra esse -se una testa ce l'aveva ancora.
    Stat scheda Ametrin
    CODICE ROLE © dominionpf


    Interagisce con Elisabeth Lynch e lancia uno sguardo ed un bacino a Nathan Parker King
    Saluta il coso peloso, la ninfa e la docente v.v si va a sedere accanto a Liz-la-sfigatella e niente, risponde alla domanda
     
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    Kàra Onfroy
    Docente Magia Verde

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    parlato - pensato- ascoltato
    Avrebbe riservato un cenno di saluto e un sorriso gentile ad ogni singolo studente, rispondendo al suo buongiorno con fare pacato e accomodante, aggiungendo se possibile qualche osservazione più personale. “Buongiorno Aibileen Beatrix, sei raggiante oggi! E Numero cinque , io e Madama DooW speriamo di non essere solo belle quest’oggi.” avrebbe risposto ai primi due arrivati, riservando poco dopo un saluto cordiale anche a Benjamin D&#39; Angelo, che fece il suo ingresso dirigendosi allo stesso tavolo degli altri.
    Avrebbe rivolto un cenno di saluto garbato anche ad Alex_AV_Kenway , lanciando un’occhiata a Madama DooW perché evitasse di intrappolare la chioma della giovane in uno dei suoi rami. “Benvenuta Alexandra, perdona Madama ma oggi non ha ancora avuto modo di fare un dispetto a nessuno.” scherzò, lanciando un’occhiata di ironica complicità alla ninfa, che sbuffò teatralmente tornando ad appostarsi all’entrata, dove sarebbe riuscita per tutta risposta a sollevare lo zaino di uno degli alunni in entrata, segno che lei riusciva più che bene a fare tutti i dispetti che voleva.
    Non poté fare a meno di accennare un sorriso vagamente sorpreso, ma comunque colpito in modo positivo all’arrivo di Cameron Cohen : il ragazzo non era stato molto costante fino a quel momento, e tutte le volte in cui si era presentato a lezione aveva dimostrato di avere la testa altrove e un indice di attenzione e interesse non troppo alto. Kàra non era tipo da ramanzine pubbliche, preferiva di gran lunga passare ai fatti e aspettare un po’ prima di allarmarsi troppo: aveva in programma di avvicinare il ragazzo privatamente nel caso avesse continuato su quella strada, ma era felice di vederlo lì, addirittura in orario, quella mattina. “Buongiorno Cameron, sono felice che tu oggi abbia deciso di unirti alla classe.” gli avrebbe detto, con un tono così gentile e sincero che sarebbe stato impossibile leggere in quelle parole altro che non fosse onestà e un pizzico di orgoglio nei confronti del ragazzo e della sua decisione di impegnarsi.
    Non si sorprese troppo nel vedere Mia Freeman entrare poco dopo Cameron: per come era fatta Kàra non era grande amante delle effusioni in pubblico, mentre quei due stavano più che evidentemente assieme, per quanto fino a quel momento non avessero dato particolare fastidio a lei o alla classe in generale. Avrebbe rivolto anche a lei un tiepido sorriso, allungando poi una mano verso la mela che aveva portato. “Ti ringrazio, così come ringrazio in anticipo chi voglia portare cibo a Metcalfe ma è più che ben nutrito… non è necessario che vi priviate di nulla.” la informò, e avrebbe anche restituito la mela se solo Metcalfe non l’avesse afferrata, diventando invisibile all’istante per poterla andare a nascondere da qualche parte. Di certo Mia aveva guadagnato la simpatia del Demiguise ma forse non del tutto l’approvazione di Kàra, che cercava sempre di non darsi lasciarsi muovere dal pregiudizio ma che preferiva di gran lunga chi non azzardava gesti troppo plateali. Certo, la ragazza aveva dimostrato il suo impegno e forse lo aveva fatto con le migliori intenzioni, ma mai dire mai.
    Avrebbe lanciato un’occhiata verso Ciaran Hinds al suo arrivo, sorridendo appena nel guardarlo mentre salutava Madama DooW con un inchino, e il ragazzo probabilmente non poteva immaginare quanto la ninfa gradisse certi saluti così altolocati e originali. E Adamas Vesper , poco dopo, avrebbe avuto modo di notare ancora di più quanto le attenzioni facessero piacere alla ninfa: se fosse stato abbastanza tento avrebbe visto l’edera rizzare le foglie, come se si sente “gonfiando”, di orgoglio con ogni probabilità, mentre Madama DooW gli rivolse un sorriso anche fin troppo ruffiano. “Con molto piacere, quando desiderate signorino Vesper” gli avrebbe fatto sapere, ignorando l’occhiata sorpresa che Kàra le lanciò.
    Salutò con gentilezza Elisabeth Lynch , e poi rivolse un sorriso caloroso anche ad Addison , cercando di confortarla. “Non preoccuparti, sei arrivata giusto in tempo, stiamo per iniziare.” avrebbe quindi cercato di rincuorarla, per poi voltarsi di nuovo verso la porta, incuriosita da una scena peculiare: si stava davvero sforzando per essere professionale e si impose di non ridere, ma vedere Nathan Parker King inginocchiato davanti a DooW era sicuramente uno spettacolo. “Non posso aiutare il ragazzo se il disastro è già stato fatto!” avrebbe canticchiato di tutta risposta Madama DooW, regalando però a Nathan qualche pacchetta affettuosa sulla spalla, spinta probabilmente dall’assurdità del momento e fin troppo di buon umore, quel giorno.
    L’ultima a varcare la soglia dell’aula sarebbe stata Emma Lewis , che la docente aveva imparato a conoscere come una ragazza dolce anche se un po’ con la testa tra le nuvole. Le avrebbe riservato quindi un altro sorriso, sorpresa in realtà dalla sua domanda. “Direi di sì… e tu Emma?” avrebbe domandato, sforzandosi di pensare a che cosa fosse cordiale dire in quei casi: per colpa di suo padre non era solita essere poi così tanto socievole, in genere.
    Aspettò che anche Emma di sistemasse e poi la lezione ebbe inizio. Ascoltò attenta tutte le risposte degli alunni, annuendo di tanto in tanto ma lasciando che fossero loro a parlare liberamente prima di intervenire di nuovo. Si sarebbe allontanata leggermente dalla scrivania, quindi, camminando lentamente per l’aula mentre parlava, come era solita fare anche per nascondere meglio la sua tensione. “Esattamente, ottime riflessioni, sono molto colpita.” cominciò, per poi schiarirsi la voce e andare nel dettaglio. “In molti di voi hanno c’entrato il punto focale: la fiducia. Come Aibileen e Benjamin ci hanno ricordato, uno degli elementi fondamentali di un rapporto tra mago e famiglio è l’addomesticamento, ma c’è molto di più oltre a questo: se si trattasse solo di creature addomesticate potremmo dire, come sostiene Aidan, che l’unica differenza sta nel fatto che i famigli sono creature magiche, ma non è tutto qui. Un famiglio è ben diverso da un animale domestico, e non solo per la sua classe di appartenenza.” osservò, rivolgendo un sorriso tiepido ai presenti per poi continuare. “In effetti non è da escludere che un mago possa avere come famiglio anche un animale comune, certo non accade di frequente ma può succedere, come hai detto anche tu Cameron.” -nominandolo gli lanciò un’occhiata, un silenzioso “ti sei impegnato questa volta, continua così” “Mia, Alexandra, avete sottolineato qualcosa di importante: il rapporto con il proprio famiglio è qualcosa di più, alle volte va anche oltre la nostra comprensione se non lo viviamo sulla nostra pelle. Non è solo fiducia, è un legame molto più profondo, più intenso, unico. E sì, Addison, ci può anche aiutare e mettere in guardia dai pericoli” disse, lanciando poi un’occhiata complice a Metcalfe, che ritornò a farsi visibile anche agli studenti, sistemato sulla spalla della sua padrona col petto gonfio di orgoglio per essere sempre lì a proteggerla –anche se alle volte era lui quello ad avere più paura.
    Si sarebbe quindi voltata verso Ciàran, guardandolo con orgoglio “La tua analisi, Ciàran, è lodevole: spesso tendiamo a pensare che un animale domestico sia un compagno alla pari, ma storicamente –e spesso anche oggi- in realtà si tratta di una creatura addestrata dall’uomo per seguire i suoi bisogni, che siano di affetto o di utilità concreta. I famigli, al contrario, diventano qualcosa di diverso, al pari di una sorella, di un fratello o di un amore platonico, potremmo dire. Non è sbagliato pensare che la magia abbia il suo peso, Elizabeth: a conti fatti rimane una delle caratteristiche di distingue creature magiche e non, per quanto non sia l’unica a definire i famigli, ma di certo è rilevante.”
    “Nathan ha ragione, potremmo definire quella dei famigli un’intelligenza diversa, mi piace chiamarla ”sensibilità”: una sorta di attrazione verso chi gli è più simile o può in qualche modo condividere la loro natura. Un po’ come ci succede quando troviamo un amico no?” avrebbe chiesto, sorridendo appena a Elizabeth e Emma, dopo lo scambio che avevano appena avuto e che non era sfuggito alla docente. “Allo stesso modo le creature magiche percepiscono le nostre intenzioni e sì, come ci ha fatto notare Emma, anche la quantità di empatia fa la differenza e, quando il legame con un famiglio è abbastanza solido, essi sono disposti anche a sacrificarsi per noi.” concluse, mentre Metcalfe –che di certo era un Demiguise molto sveglio- diede una dimostrazione pratica della cosa, afferrando un rametto recuperato chissà da dove e brandendolo come se fosse una spada, con fierezza.
    Si sarebbe infine rivolta ad Adamas, rivolgendogli un sorriso pregno di rispetto e orgoglio. “Adamas ha posto l’attenzione su un altro punto fondamentale, quello che in realtà vorrei trattare con voi oggi: il modo in cui nasce il legame con un famiglio. La supposizione che hai avanzato è corretta, ed è vero che non ci sono ancora dati certi al riguardo, ma possiamo partire da una delle nostre deduzioni: la fiducia è importante, abbiamo detto, alla base di questo tipo di rapporto. Ed è quella che vorrei cominciassimo a coltivare oggi.” spiegò, per poi allontanarsi dai tavoli e avvicinarsi al laghetto, che troneggiava nell’aula. “Visto che oggi ci occupiamo di creature magiche e del rapporto che abbiamo con loro vi chiedo di seguirmi nella Riserva: la raggiungeremo passando direttamente all’interno del laghetto. Vi chiedo di dividervi in tre gruppi, composti dalle persone che condividono il tavolo con voi oggi, e avvicinarvi ordinati al laghetto. Vi basterà scendere i gradini e vi ritroverete nella Riserva, e non preoccupatevi per i vestiti: saremo tutti asciutti!” cercò di scherzare alla fine, per poi agitare la bacchetta e attivare il passaggio, aspettando che gli studenti si avvicinassero e si immergessero nel laghetto.
    Una volta dall’altra parte, i ragazzi si sarebbero trovati in un ambiente di certo differente da quello dell’aula di poco prima: la riserva era uno spazio esterno, che poteva sembrare addirittura sterminato ad un primo sguardo, posto in una ampia radura. Quel giorno il sole batteva abbastanza forte da rendere l’erba di un vedere quasi accecante e i ragazzi si sarebbero trovati avvolti da un intenso profumo di erba appena tagliata, terra e fiori freschi. Come era ovvio non avrebbero potuto utilizzare tutta la radura per fare lezione, per tanto si trovarono in una zona delimitata e ben fornita, provvista di libri, pozioni e qualunque oggetto utile per continuare la lezione, tutto riposto su un tavolo di legno grezzo o all’interno di scatole ben catalogate e organizzate. Non c’erano più tavoli intorno a cui sistemarsi, ma davanti a loro erano poste tre aree distinte, simile ad aiuole ma delimitate solo dalla magia: quando Kàra avrebbe dato il via, anche i ragazzi sarebbero potuti entrare nell’area, al momento occupata solo da una creatura.
    I ragazzi si sarebbero trovati davanti un animale diverso in base al tavolo intorno al quale si erano sistemati: un Asticello, un Mooncalf e un piccolo Moke, tutti e tre spaventati, con piccole lesioni e non di certo a loro agio. Kàra, per quanto dispiaciuta da quello spettacolo, avrebbe cercato di mantenere la calma, guardando gli studenti con attenzione. “Vi chiedo adesso di non toccare queste creature, di limitare i movimenti e di fare attenzione. Nella parte pratica cercheremo di farli sentire meglio, ma prima vorrei che tutti ci fermassimo ad analizzare la situazione: quando ci troviamo di fronte ad una creatura è importante pensare a ogni nostra azione, capire con chi abbiamo a che fare e poi agire di conseguenza. Un po’ come facciamo con gli umani, non credete? Ora siete divisi in gruppi perché, come sapete bene, penso che l’unione faccia la forza: non sarà sempre così, potreste trovarvi ad affrontare creature da soli, ma per ora approfittatene. Siamo qui per imparare però, non dimenticatelo, e la discussione è fondamentale per evitare errori. Ora vi chiedo di fare osservazioni sulla vostra creatura, vorrei che analizzaste il suo comportamento, cercando di capire perché non si sente a suo agio e come potreste aiutarla a stare meglio. Ricordatevi, ogni creatura ha caratteristiche precise e definite, sia legate al suo carattere ma anche alla specie a cui appartiene. E ora avanti, spiegatemi le vostre idee.” le avrebbe quindi esortati alla fine, aspettando le loro risposte con curiosità.


    code made by gin






    Eccoci qui con la seconda parte della nostra lezione *^*
    Prima di tutto vi ringrazio tutti quanti per la partecipazione e per l’impegno che ci avete messo, ho apprezzato ogni risposta, ogni interazione e ogni spunto narrativo e anche per questo il mio post è stato lunghissimo ma non potevo non rispondere a tutti. Continuate così, perché terrò conto del vostro impegno e troverete dei regalini nelle valutazioni <3

    In questa seconda parte, come avrete notato, abbiamo un cambio di location, ora ci troviamo tutti nella Riserva (di cui trovare una bellissima descrizione QUI).
    Siamo nella parte teorica, quindi ancora un po’ di informazioni prima di passare alla terza e ultima parte, che vi vedrà più attivi. Prima di tutto partiamo con la divisione in gruppi: l’ho basata banalmente sulla scelta dei tavoli, chi non ha specificato è stato inserito o nel tavolo di chi ha interagito con lui o per bilanciare i vari gruppi. Siete quindi così divisi:

    GRUPPO A – Asticello (insetto), sembra avere uno dei suoi piccoli arti lussato
    Aibileen
    Aidan
    Alexandra
    Nathan


    GRUPPO B – Mooncalf (mammifero), sembra aver preso una contusione, probabilmente alla testa: pare un po’ instabile e non molto lucido
    Benjamin
    Ciàran
    Adamas
    Addison

    GRUPPO C – Moke (rettile), è solamente spaventato ma attenti alle specifiche di questa creatura!
    Cameron
    Mia
    Liz
    Emma


    Quello che vi chiede Kàra per il momento è analizzare la situazione e fornire le vostre supposizioni, sia relative quello che potrebbero avere, sia il loro comportamento, come poterli approcciare, perché potrebbero sentirsi così, a cosa bisognerebbe stare attenti. Insomma, qualsiasi informazione vi sembri rivelante da condividere col gruppo, anche perché nella prossima fase dovrete agire di conseguenza quindi è un bene sapere cosa fare no?!
    Trovate QUI una descrizione delle varie creature ma non solo: per riuscire a capire come agire vi allego delle informazioni –che verranno presto implementate anche nei manuali del GDR- che potrebbero tornarvi utili.
    CITAZIONE
    L’interazione con le creature deve tenere in considerazione anche le specifiche della loro categoria di appartenenza, così come del tipo a cui appartengono: l’elemento a cui sono legati aiuta a decidere quali tipi di incantesimi possono contrastarli e quali invece rafforzarli.


    RETTILI (tipo fuoco). Sono animali che si nutrono, dai più piccoli ai più grandi, per lo più di altri animali, ed è per tanto necessario tenerne conto quando si decide di avvicinarne uno. Si sentono più a loro agio in un ambiente caldo e umido, di fatto sono creature legate all'elemento fuoco e per questo il calore li aiuta a sentirsi protetti e al sicuro.
    In quanto predatori è bene evitare movimenti bruschi e affrettati, è preferibile avvicinarsi con calma: se si ha tra le mani un'arma, anche una bacchetta, è possibile che l'animale percepisca il mago come un rivale e che decida quindi di attaccarlo. Sarebbe meglio in questi casi utilizzare incantesimi che permettano di trasfigurare la bacchetta in qualcosa di meno offensivo oppure di non usarla affatto.
    Si tratta di creature diurne, per lo più, e sono molto più attivi e svegli nelle ore diurne: avvicinare un rettile di notte potrebbe rivelarsi una mossa valida, sempre con le dovute accortezze.
    Dal momento che diversi esemplari possono secernere sostanze velenose è bene munirsi di guanti e protezioni adeguate. Se si è di fronte ad un drago si suggerisce l'utilizzo di indumenti ignifughi.
    Inoltre, è importante neutralizzare l’odore delle proprie mani con della polvere adatta perché potrebbero percepirvi come prede e mordervi.

    MAMMIFERI (tipo fuoco). È una categoria piuttosto ampia, che comprende una lista nutrita di esemplari. Si tratta di creature portate ad essere protettive con i loro simili e facili al panico. In questi animali l'istinto genitoriale è più attivo che in altre categorie, e per tanto è sconsigliabile mostrare un atteggiamento irrispettoso o di sfida di fronte a dei piccoli.
    Dal momento che olfatto e udito sono i sensi più sviluppati in questo tipo di creature, è bene evitare di produrre rumori troppo forti ed è buona cosa cercare di nascondere il proprio odore il più possibile, meglio ancora se con una profumazione che riconoscono come famigliare e piacevole (muschio, erba o corteccia potrebbero essere fragranze adatte allo scopo, o in generale odori provenienti dal loro habitat naturale.)

    INSETTI (tipo aria). Si tratta di creature all’apparenza più tranquille e indifese, ma non bisogna sottovalutarne la pericolosità. Gli insetti sono esseri viventi che spesso per la loro natura sono portati a stare in disparte, si fidano poco della presenza dell’uomo e necessitano per questo di particolari attenzioni.
    E’ importante ricordare che spesso queste creature utilizzano veleni come difesa, che si rivelano spesso urticanti, soporiferi o accecanti: attenzione quindi ad avvicinarsi con estrema cautela e con le dovute preocauzioni.
    Per riuscire a conquistare queste creature è necessario compiere sempre movimenti lenti e misurati, evitando di spaventarli e di innescare la loro reazione. Trattandosi di creature spesso piccole è probabile che possano sfuggire facilmente: per quanto le gabbie siano una buona soluzione, è bene non rinchiuderli in posti troppo piccoli. Il vetro li indispone e li mette di cattivo umore. Apprezzano il calore e la presenza umana una volta che si fidano abbastanza.

    Detto ciò vi rinnovo lo stesso invito fatto in precedenza: attenti alla grammatica –anche quella è parte della valutazione-, alla coerenza con l’ambiente e con il vostro personaggio, così come all'originalità delle vostre riflessioni e come e quanto decidete di approfondirle. Spero di avervi fornito tutte le informazioni necessarie ma per qualsiasi cosa contattatemi pure qui per MP o direttamente su Telgeram (Julsiji).
    Mi raccomando, divertitevi!

    Scadenza: 19 gennaio 2021 alle ore 22.00
     
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    Quando Aidan si mise al tavolo vicino a lei, gli sorrise allegramente, molto contenta della sua venuta, e con l'istinto di comunicare quanto adorasse quel posto e quella materia a 360° gradi. S'imbarazzò al suo complimento e, dopo aver scosso la testa con un sorriso, gli scoccò un bacio sulla guancia.

    << M.. Magari fossi bella come la Prof! Ma... Grazie, Aidan. >>

    Gli dedicò un sorriso a trentadue denti, prima di rispondere alla sua domanda:

    << Tutto benissimo! E tu? >>

    Di solito, non osava "scegliere" qualcuno accanto al quale sedersi, per timore di disturbare, o di mettersi al posto di una persona attesa dall'altra, ragion per cui, l'iniziativa del ragazzo l'aveva resa ancora più allegra e di buon umore.
    All’arrivo di Benjamin, ricambiò con gioia il suo sorriso e saluto.

    << Sto molto bene, grazie! Q.. Quest’aula ha il dono di mettere di buonumore, non trovi? Tu come stai, invece? >>

    Domandò al concasata, salvo poi alzare di scatto un braccio e sventolare la mano in direzione di Mia quando la vide entrare, ricambiando con calore il saluto che le rivolse: le era sinceramente affezionata, e non cercava in alcun modo di dissimularlo.

    << Abbiamo proprio dei Prefetti Doc! Tu che ne dici, Benjamin? >>

    Snocciolò, rispondendo in seguito con entusiasmo ed ammirazione mal celata al saluto che Adamas Vesper rivolse loro, anche se il suo leggero disagio la colpì: non era decisamente paragonabile a quello che aveva potuto notare nella simpatica ma introversa Lilith Walker (che, a proposito, sperava quel giorno non si fosse sentita male o altro, vista la sua assenza a lezione), ma non era per nulla avvezza a sentirsi come una persona capace di generare negl’altri disagio o qualsiasi tipo di timore! Si zittì, però, non appena la Professoressa Onfroy cominciò a dare cenno che la lezione stava per avere inizio. Al vedere Addison fare il suo ingresso in aula appena in tempo, le scappò un sospiro di sollievo per lei: non era nel suo stile non arrivare perfettamente in orario, sicuramente anche l’insegnante l’aveva notato, in quei mesi!
    Nathan inginocchiato davanti alla ninfa, invece, fu sicuramente un momento degno di nota. Sorrise rincuorata, ad ogni modo, sia dal vederlo sedersi vicino ad Alexandra (che, come gl’altri compagni, aveva salutato educatamente e con un sorriso quando li aveva incrociati e visti), che dal veder arrivare Emma poco prima della domanda che pose la docente, e della spiegazione di quest’ultima.
    Non tardò a cominciare a prendere appunti, limitandosi ad abbozzare sul foglio, di sfuggita e per puro automatismo, soltanto qualche fogliolina e petalo di passaggio, oltre a quanto disse loro la Onfroy.
    Quando le parole ”la raggiungeremo passando direttamente all’interno del laghetto” arrivarono alle sue orecchie, andò in brodo di giuggiole, rivolgendo ai suoi vicini di tavolo un sorriso elettrizzato.
    Con l’intenzione di avvicinarsi seguendo attentamente le istruzioni della loro insegnante, cercò di restare vicina ai compagni del suo gruppo (se ciò le riuscì o meno, dipende naturalmente dalle intenzioni degli stessi) mentre attraversava il passaggio attivato dall’insegnante, immergendosi nel laghetto.
    Appena arrivata nella radura, cominciò subito a guardarsi intorno, abbagliata ed incantata dal verde lì presente. Chiuse gl’occhi per inebriarsi dell’odore che le stava invadendo le narici.

    << Che buon profumo! >>

    Esclamò estasiata, salvo poi tacere quando la Professoressa Onfroy fece loro cenno di sistemarsi ad uno dei tavoli che si trovavano lì.
    Quando si ritrovò davanti l’Asticello sofferente, guardò uno ad uno Aidan, Nathan ed Alexandra, come a volerli consultare con lo sguardo su come loro volessero agire per aiutare quella povera creatura.
    Trattandosi di una lezione con una docente sensibile alla natura come la Onfroy, si sentì, però, abbastanza sicura che quelle creature sarebbero presto state meglio, e riuscì così ad evitare di perdere il controllo della propria sensibilità.
    Tornò a guardare l’insegnante non appena quest’ultima cominciò a spiegar loro in cosa consistesse quella parte della lezione, ascoltandola con tutta l’attenzione che le era possibile: voleva davvero riuscire a rendersi utile per aiutare quell’ Asticello!

    “… Sentito, Aibileen? Devi mantenere la calma ed il controllo: è la sua sofferenza quella che conta, adesso, tu devi essere forte! Coraggio! Bisogna capire che cosa potrebbe essere la causa del suo disagio.”

    Avendo l’insegnante sconsigliato loro di attuare comportamenti bruschi, evitò di rivolgere la parola alla creatura, ma non volendo comportarsi come se essa non esistesse, ci tenne a dedicare comunque all’Asticello uno sguardo ed un sorriso dolci e rassicuranti, oltre ad un cenno del capo lieve ma pieno di rispetto in segno di saluto, cercando per qualche lungo istante d’incontrare i suoi occhi, nel tentativo di trasmettergli il messaggio “Ciao, scusa il disturbo: siamo qui per aiutarti, desideriamo solo il tuo bene”. Era una creatura piccola, piccola, e all’apparenza molto fragile, ma bellissima.

    << … S.. Se non ricordo male, l’Asticello è, nonostante assomigli ad un piccolo alberello, un insetto Innocuo, dal carattere timido e conciliante. Non trovandosi nella sua casa… Insomma, nell’albero nel quale risiede, questo guardiano degl’alberi potrebbe essere spaventato… E siamo davvero molto grandi, rispetto a lui. S.. Se è stato fatto del male al suo albero, potrebbe anche essere triste ed arrabbiato, q.. Quindi, secondo me, d.. Dobbiamo rassicurarlo sul fatto che veniamo in pace, per evitare di fargli tentare un attacco: ha delle unghie assai appuntite, ma, soprattutto, m.. Mi sembra muoversi in maniera incerta… >>

    “… Per la timidezza, non mi ricorda proprio nessuno. Degl’artigli più lunghi ed appuntiti, invece, ti farebbero decisamente comodo, ragazza mia.”

    … Manco poco.
    Aibileen si fermò per osservare ulteriormente, con il maggior tatto e rispetto possibili, i movimenti dell’Asticello, provando una notevole pena per lui: sperava davvero che non fosse rimasto senza casa, povera creatura!
    Senza contare che, dopo la visione avuta durante la lezione d’Incantesimi avvenuta prima delle vacanze di Natale, la giovane Ametrin si sentiva ancora più vicina e sensibile agl’alberi, ed a tutte le piante in generale, di prima. Dopo il suo breve sguardo, tornò a rivolgersi ai suoi compagni e all’insegnante:

    << T.. Temo che l’Asticello potrebbe farsi male, nel caso arrivasse a vedere in noi una potenziale minaccia, cercando di saltare addosso ad uno di noi, in un istinto di autodifesa, nel tentativo di cavarci gl’occhi... >>

    Aibileen si stava sforzando al massimo per parlare con un tono di voce non troppo alto e piuttosto pacato, ma al contempo abbastanza sicuro, nel desiderio di evitare di rischiare non solo di spaventare la creatura che si trovava sul tavolo del suo gruppo, ma anche d’intimorire o infastidire quelle dei tavoli degl’altri due.
    Abbassò per un attimo i suoi occhi scuri verso il terreno, sperando di non aver appena detto soltanto una serie di sciocchezze più o meno fantasiose, come a volte le succedeva.
    Certo era che, se non si fosse trattata di una situazione in cui una minuscola creatura poteva potenzialmente aver vissuto una bruttissima esperienza, il pensiero di poter essere vista come una minaccia da chicchessia l’avrebbe fatta ridere non poco. Era lei, quella Innocua che non serviva a niente, in quel posto!

    “… Nessunissima mancanza di autostima può aiutare un povero Asticello ferito. Sicuramente le tue lacune in materia di cure, di elementi e di creature ti faranno dire più di qualche sciocchezza, ma tanto verrai prontamente corretta dalla Professoressa e dai tuoi compagni. Avanti, forza!”

    << S.. Sembra essersi ferito ad un arto, la sua fatica a spostarsi pare essere dettata da un problema fisico. L’Asticello è legato all’aria, essendo una creatura magica insetto, ma anche alla terra, vista la sua natura di custode degl’alberi: p.. Potremmo arrischiarci a tentare un Herbivicus? O un Innerva? Oppure a proporgli una Pozione Cura Ferite, sperando che la sua ferita non sia troppo grave, e che essa basti a curarlo? >>

    Sperando, per l’ennesima volta, di non aver appena sparato soltanto una lunga serie di castronerie, riuscì a mantenere abbastanza il controllo di se stessa per non abbassare lo sguardo, decidendo di lasciare (finalmente, aggiungerei, visto quanto aveva appena parlato, con le gote decisamente accalorate, ed il cuore che, nonostante l’autocontrollo che era riuscita a mantenere abbastanza bene, le batteva fortissimo nel petto!) la parola alla Professoressa Onfroy ed ai propri compagni, lanciando di tanto intanto qualche occhiata discreta, ma intenerita e sinceramente preoccupata al povero Asticello, desiderosa di poter venire in suo aiuto il prima possibile.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda - Stat.
    RevelioGDR



    SPOILER (click to view)
    -Si rallegra dell'arrivo di tutti, interagisce con Aidan Hargraves, Benjamin D'Angelo e Asticello, mezzo anche con Mia Freeman ed Adamas Vesper.

    -Cerca lo sguardo di Aidan Hargraves, Nathan Parker Kings ed Alexandra A. V. Kenway per tentare di consultarli su cosa potrebbero fare per aiutare Asticello.

    -Si fa pippe mentali e parla, parla, parla, parla rivolgendosi alla Professoressa Kàra Onfroy ed ai compagni. Poveri voi.

    P.S.: il Potere del Dono della Sintesi non è venuto a me, questa volta (o meglio: neanche questa volta), si nota molto?
     
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40 replies since 3/1/2021, 21:58   1215 views
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