Le vie en rouge - Inaugurazione: che le porte si aprano!

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    ALYCE COFFEY
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    10 Giugno 2020, ore 21.45

    Era finalmente giunta la sera in cui Le Vie en Rouge avrebbe preso definitivamente il via, aprendo i battenti a quella clientela che - non solo avrebbe portato incassi nella sacca di Alyce - ma sarebbe stata un crocevia e portatore di informazioni: si sa, le chiacchiere da bar sono piene di intrighi, scoperte, voci e segreti che aspettano solo di essere fatti passare di bocca in bocca, con particolari che spariscono e altri che vengono accentuati da sfumature sempre diverse.
    E il Rouge, sarebbe stato il ritrovo perfetto per chi voleva che quelle voci arrivassero oltre, ma anche per chi avesse voluto trovare un po' di pace e godersi un ottimo cocktail.
    Sì, il Rouge sarebbe stato questo e molto altro.
    Molto altro?
    Sì, ancora una volta. Alyce ci teneva particolarmente al benessere della sua clientela e a far bella figura con il suo capo. Le aveva dato un compito semplicissimo lasciare che chiunque entrasse lì, per i suoi affari, ne uscisse soddisfatto a tal punto di chiudere il proprio contratto e lei si era impegnata affinché questo potesse essere un incasso quasi fisso, con un divertimento quasi certo per chiunque sarebbe arrivato alla soglia di quel locale.
    Mancava ancora un pizzico di allegria, a dire il vero, ma per quello ci avrebbe pensato successivamente, con l'aiuto di un qualcuno che ne sapeva abbastanza.
    Insomma, si capiva, dai particolari di quel locale e dall'impegno che la psicopatica ci aveva messo nel tirarlo su, che lei ci tenesse maniacalmente a far in modo che nessuno dicesse in giro che il Rouge non soddisfacesse i gusti di tutti.
    Per mesi si era dedicata alla sistemazione di quel locale, con tanto di nottate passate a capirci qualcosa anche di economia e finanza, per non parlare della selezione del personale: non capirete mai quanto è stato difficile per lei, provare tutti quei barman e tutta la merce umana che vagava in quel posto. Tutti scelti rigorosamente con criteri e metodologie garantite, lei era come San Tommaso, se non vedo, non credo; quindi aveva toccato con mano tutto quello che avrebbe offerto ai suoi clienti, prima ancora di averne.
    «Fammi qualcosa di forte, Luke, mi aspetta una lunga nottata e non so quando toccherò di nuovo un bicchiere di alcol, fino alla fine della serata.» sbuffò, seduta sul bancone d'acciaio che faceva da piano d'appoggio per il barman, che la guardò con un ghigno divertito.
    Sì, anche Luke era stato tasta con mano da Alyce, prima di essere assunto lì, ma era stata una cosa totalmente inaspettata e fuori dagli schemi. Insomma, erano stanchi e stavano sistemando il bancone, una goccia tira l'altra ed erano finiti a visitare una delle stanze di giù, per assicurarsi che tutto fosse al proprio posto.
    Il bello era che, terminato il tutto, amici come prima e la cosa stava bene a tutti quanti.
    Balzò giù per dal ripiano e il ticchettio delle sue scarpe suonò appena sul pavimento.
    Si sgranchì le ossa del collo e si guardò allo specchio dietro le bottiglie «E quindi, siamo pronti ad aprire i battenti.» disse quasi a se stessa, come a volersene convincere.
    Si sistemò la gonna e passò una mano tra i capelli, che per l'occasione aveva lisciato totalmente, facendo risaltare il colore rosso acceso che le apparteneva. Lo smeraldo, successivamente si posò alle sue spalle, voltandosi completamente «15 minuti.» sussurrò tra le labbra, mentre vedeva tutti sistemarsi per l'occasione «Rick, Rock. Se siete pronti potete piazzarvi all'entrata. Ricordate, non voglio rogne con gli auror. Una serata spensierata e chi vuole alzare il gomito o rilassarsi con uno di noi, può farlo senza dover pensare alla legge.» un ghignò sul volto di porcellana, poco truccato se non per un filo di mascara che risaltava le ciglia lunghe e un filo di rossetto che richiamava il rosso che la caratterizzava così tanto.
    Il decoltè nerò ticchettava sul pavimento, mentre avanzava da quelle che erano le ragazze e i ragazzi che aveva assunto «E' chiaro che voi siete qui per il loro piacere e il loro relax, ma... sapete le regole. Se uno solo di loro dovesse esagerare... le guardie sono ovunque e hanno ordine di agire.» per quanto vendesse merce umana, Alyce sapeva bene che cosa significasse se qualcuno andava fuori dall'ordinario con le proprie mani e non voleva che succedesse ai suoi dipendenti, anche perché poi sarebbe stato un casino trovarne altri.
    Ancora un respiro e buttò giù l'intruglio fatto da Luke, senza nemmeno chiedergli cosa fosse. Si aggiustò appena la gonna a tubino nera di pelle e il corsetto che pareva più un reggiseno, di pizzo bordeaux.
    Tutto era pronto e la sala d'ingresso era stata allestita con un palcoscenico particolare: un arco decorato con delle fiamme che parevano non emanare calore, si stagliava all'entrata di una porta che si apriva su un corridoio, che sembrava il classico delle sfilate. Ai lati di questa pedana, erano stati sistemati i divanetti e i tavolini, così da lasciar liberi tutti di vagare per la zona ma anche di sedersi e consumare.
    Occultati, in giro per l'area del locale e anche fuori, vi erano degli spioscopi che si sarebbero occupati, per quella serata della sicurezza del locale, insieme a Rick e Rock che gestivano lo staff di sicurezza, contro cui sicuramente non sarebbe stato geniale mettersi.
    «Avete mandato gli inviti, come vi ho chiesto?» chiese, mordendosi l'interno della guancia. I ragazzi e le ragazze annuirono, sorridendo in maniera divertita.
    Alyce aveva dato loro disposizione, mesi addietro, di scegliere accuratamente le persone a cui recapitare l'invito, badando bene a prendere informazioni prima di inviare quella cartolina, visto che era stata chiara «Non voglio rotture di Ministero e Auror. Da quella porta entreranno solo se invitati e se nel giusto giro» e per giusto giro, era chiaro che il riferimento fosse all'Acromantula. Ma su quello non si era preoccupata più di tanto, ogni singolo membro dell'Associazione, aveva ricevuto invito ufficiale: Alyce si era preoccupata di contattare Robert e di consegnare nelle sue mani gli inviti, dicendogli che sapeva cosa ne avrebbe dovuto fare. Alla fine, chissà se sarebbe venuto il capo...
    Quello la preoccupava un sacco, ma alla fin dei conti, probabilmente nemmeno avrebbe avuto l'onore di sentirsi dire bel lavoro, Alyce, sapendo che fosse il suo boss a dirglielo, visto che a lei si era presentato con il volto di Brian.
    Ah, già... Brian. Quello era un altro pensiero costante di Alyce, ma la rendeva ancora più nervosa del capo. «Luke, se arriva, portagli da bere subito. Il miglior rhum che abbiamo.» quindi si spostò da dietro il bancone e andò da Rick e Rock, concedendo loro una pacca sulla spalla «Partiamo.»

    Ore 22.00 - Apertura porte

    Le porte si aprirono in automatico e petali rossi esplosero in aria, diventando piccole fiamme che bruciarono il petalo, donandogli una colorazione nera, mentre lentamente ondeggiavano verso il terreno, creando un tappeto di neri petali morbidi. Il profumo che ognuno che varcava quella soglia sentiva, era quello che più lo invitava ad entrare: ogni passione aveva un profumo e quella di ognuno di loro, li avrebbe richiamati verso l'interno.
    Rick e Rock si sarebbero preoccupati di recuperare gli inviti, che avrebbero chiesto all'ingresso lasciando passare solo chi veramente era stato invitato.
    All'ingresso non ci sarebbero stati molti convenevoli, per il momento. Il posto era completamente a disposizione dei visitatori e ragazze in corsetto e giarrettiere, avrebbero invitato tutti ad accomodarsi. Ovviamente, c'era la variante maschile: ragazzi in boxer con una cravatta al collo. Il barman si sarebbe messo a vostra disposizione, così come i suoi assistenti, chiamati per l'occasione ad aiutarlo.
    Della proprietaria non si vedeva l'ombra, probabilmente era dietro a sistemare le ultime cose.


    //Benvenutissimi all'inaugurazione che tutti aspettavate, lo so.
    Allora, come avete potuto vedere, questo è solo un post introduttivo e voglio semplicemente che voi vi facciate strada in questo favoloso inferno rilassante, come meglio preferite.

    Potete:
    - stando alle informazioni che vi ho dato - decidere come e dove e quando avete visto la cartolina dell'invito, voglio vedervi giocare questa parte e darvi alla pazza gioia a riguardo.

    - interagire con ogni png del posto e familiarizzare con loro, potete girare per il piano terra del locale, per questo turno.

    - prendere posto e ordinare o chiedere consiglio su cosa bere.

    Ci tengo solo a fare qualche piccolo appunto: al momento, non sono ammessi auror e studenti.
    Leggere la descrizione del locale per non uscire fuori ambientazione.
    Al momento gli acquisti non sono disponibili, se diventerà possibile acquistare - nel corso della role - ve lo comunicherò ♥
    Per dubbi, chiarimenti, perplessità e quant'altro, potete scrivere in questo topic o tramite mp, telegram, fax, segreteria... ehm... (:

    Scadenza: 14 Giugno 2020
     
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    Si era smaterializzato in una delle vie secondarie di Diagon Alley prima di dirigersi verso la palazzina che ospitava il Le vie en rouge, sistemando la bacchetta che stringeva nella mano destra all'interno della manica sinistra della giacca, lì dove aveva un doppio laccio nero in pelle di drago pronto a sorreggere l'arma magica in modo saldo, mantenendola pronta all'uso.
    Indossava un completo classico bordeaux, il quale scendeva con una piega impeccabile lungo il corpo alto ma smilzo, terminando su un paio di scarpe da uomo nere, sempre in pelle di lucertolone sputafuoco, lucidate a puntino.
    La giacca si apriva su una camicia nera con cravatta in tinta, la quale era chiusa fino al penultimo bottone, giacché era sceso a compromessi con l'eleganza ma di soffocare proprio non ne aveva voglia.
    I capelli biondi erano stati rasati di recente ai lati del capo, mentre le ciocche fini e folte della zona centrale delle testa, di media lunghezza, erano state semplicemente domate per l'occasione, così da rimanere pettinate all'indietro.
    Nella tasca laterale destra dei pantaloni custodiva la lettera con l'invito per quel evento e il come l'aveva mai ricevuta era facile da intuire: Robert aveva diversi inviti pronti per i membri dell'Acromantula, Hakon era un neo membro dell'organizzazione e assillava spesso il vampiro per scambi di nozioni alchemiche e potenziali quanto varie collaborazioni illecite. In poche parole: il vampiro gliel'aveva passata e il Denrisiano era appena arrivato di fronte alla facciata del locale perché era interessato a scoprire ogni novità del mondo magico.
    All'apertura della porta aveva ammirato i petali in fiamme, un'immagine che lo aveva colpito particolarmente. Per lui i fiori avevano un significato particolare che non avrebbe rivelato a nessuno.
    Alle narici non gli arrivò l'odore di rose rosse carbonizzate come si aspettava, bensì una fragranza che lo colpì in pieno stomaco, facendogli domandare quale dannato procedimento alchemico avessero utilizzato per fargli sentire quell'odore non fastidioso nel vero senso della parola, più che altro era emotivamente compromettente. Ciò che si poteva inspirare camminando in una caverna di Acromantule si era fuso all'odore di tutto ciò che un artista poteva utilizzare per dipingere: tempere, carboncino, tele e molto altro, un miscuglio che lo spinse a farsi avanti per consegnare l'invito a Rick, o a Rock, lui non aveva idea di chi fossero, chi prima lo fermava si prendeva uno degli inviti concessi a Robert.
    Si guardò attorno, studiando con aria curiosa le fiamme dell'arco, prima di far capitare il campo visivo sulle ragazze in corsetto e giarrettiere, chiedendosi che razza di posti visitasse Robert, anche se la risposta alla sua domanda già l'aveva. Doveva esserci molto altro se il Vampiro lo aveva invitato lì. Al loro primo incontro, o meglio, alla fine del loro primo incontro aveva capito che non doveva mai sottovalutare quella figura.
    Cosa bolliva in pentola forse lo avrebbe capito quella sera, in altre sere o mai, sulle prime si limitò a muoversi per la zona, finendo per puntare al bancone di marmo per cercare di rivolgere una richiesta a Luke, il barman.
    Buonasera, se possibile, vorrei ordinare un liquore dolce, mi affido a lei per la scelta.
    Il suo accento era quello tipico di Denrise, qualcosa di così marcato che più si sforzava di cancellare più appariva. Non sapendo se vi era qualcosa di gratuito, aveva portato con sé dei Galeoni, inseriti nella tasca interna destra della giacca.



     
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    Skyler Mave
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    ‘Dovrei esserci quasi… chissà se anche MC verrà. Insomma, non credo che un locale di questo tipo non giunga alle sue orecchie - ficcanaso com’è…’
    Aveva ricevuto la cartolina d’invito per l’inaugurazione de La vie en rouge tramite gufo. Ora, Skyler sapeva dell’esistenza della pubblicità mirata nel mondo dei Babbani: insomma, quante volte ormai aveva ricevuto suggerimenti Amazon riguardanti alberi tiragraffi o giochini erotici? Non ci faceva assolutamente più caso, cestinando (o, più spesso, comprando) le varie proposte. Tuttavia, mai si sarebbe aspettato che la pubblicità mirata conquistasse anche il mondo magico.
    ‘Finalmente i maghi si stanno adeguando al mondo moderno… aveva anche un po’ rotto le palle, questa avversione per il progresso.’
    Ovviamente, Skyler non si era curato poi troppo di come fossero riusciti a rintracciarlo pure via gufo; alla fin fine, era un Millennial che sapeva di aver regalato almeno il 50% dei suoi dati personali a Facebook, Instagram e via discorrendo. Ormai non poteva più tornare indietro: tanto valeva godersi i pochi benefici che ne venivano.
    Come l’invito per una serata di alcol, forse sesso, e probabile perdizione.
    ‘Dev’essere questo…’
    Era arrivato davanti alla palazzina che ospitava il locale, rimanendo comunque sorpreso dal fatto che fosse così vasto. La serata prometteva bene; per l’occasione si era anche vestito in maniera piuttosto elegante, almeno per i suoi standard. Giacca nera e camicia bianca: sia mai che si beccasse qualcuno di interessante e, soprattutto, disponibile.
    “Oh, ‘sera ragazzi - ah, sì, ecco l’invito.” disse, porgendo loro la cartolina e cercando di mantenere un tono affabile e cortese. Sapeva bene cosa poteva succedere, nel trattare con i bodyguard dei locali: se mostravi troppa freddezza ti prendevano di mira perché eri uno stronzo, mentre se facevi l’amicone da subito ti scoprivano per quel beone attaccabrighe che eri e finivi comunque nel loro mirino. Insomma, l’esperienza di essere stato cacciato, da adolescente, fuori da molte discoteche non era stata maturata invano.
    ‘C’è da dire che non reggevamo un cazzo, all’epoca, vero Markab?’
    Sperava che il suo socio si facesse vivo? Certamente - si erano promessi di partecipare a quel genere di serate insieme, no? O almeno, Skyler gliel’aveva promesso - ricordava ancora la sfuriata isterica di Markab ad Hyde Park.
    “Figo…”
    La cascata di petali di rosa ardenti non se l’aspettava di certo (anche se una parte del suo subconscio l’associò, per qualche motivo, a Milord). Chiunque l’avesse ideata doveva essere abbastanza megalomane, no? E poi, il profumo… sapeva di gattini, idromele e feromoni, sia maschili che femminili.
    ‘Passi il resto, ma com’è possibile che profumi di gattini?!’
    Per un po’ si aggirò piacevolmente sorpreso all’interno del locale, ammirando l’ambiente ma, soprattutto, i ragazzi e le ragazze immagine che lavoravano al suo interno.
    ‘Me la farei, me lo farei, me la farei, me lo farei… sì, direi che il materiale è ottimo - speriamo che si possa anche saggiare con… mano.’
    Era forse bisessuale? Neanche lui lo sapeva con certezza: sapeva soltanto che, se trovava una persona attraente, cercava di portarsela a letto. Anzi, forse non si era mai posto il problema sul suo orientamento semplicemente perché non ne trovava il motivo. La sua vita aveva sempre seguito il motto di Gurren Lagann: “Trapassa i Cieli con la tua trivella”.
    Finalmente approdò al suo porto sicuro in qualunque locale: il bar.
    “Ciao - appena sei libero, mi faresti un gin tonic? Sai, preferisco partire leggero e poi aumentare di grado con le specialità della casa…”. Rivolse un sorriso spensierato al barista: pur sembrando un tipo che stava sulle sue, Skyler dovette ammettere che era carino. Forse era proprio quel suo modo di fare che sembrava urlare “mi state tutti sul cazzo”, o forse i tatuaggi e l’aria da alternativo. Non disdegnava neanche l’idea di stargli letteralmente sul cazzo.
    ‘Sinceramente? Anche se gli sto sul culo, finché non mi sputa nel drink va tutto bene…’
    Si rese conto solo in quel momento di essersi seduto vicino ad un altro ragazzo - aveva un viso quasi familiare, anche se non sapeva dove prenderlo. Forse Hogwarts? C’erano passati più o meno tutti, no?
    “Ehi, ciao - iniziata bene la serata? Questo locale è davvero figo, non trovi?”
    ‘Bene bene, anche gli avventori sono carini - ma questo accento? Denrise? Ma sono ovunque, ‘sti vichinghi?’
    Beh, forse visto la bontà della materia prima dell’isola, Skyler doveva pensarci due volte prima di lamentarsi, no?
    “Scusa la sbadataggine, comunque - sono Skyler!”: si girò verso il suo interlocutore per donargli un sorriso contornato dal classico occhiolino, prima di perlustrare con lo sguardo la sala, alla ricerca di Markab o di altri volti amici.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Entra, ordina un gin tonic e attacca bottone con Hakon
     
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    L'inaugurazione di un nuovo locale per molti poteva essere considerato come l'avverarsi di un sogno, ma in realtà non era altro che l'inizio di un nuovo percorso: c'era l'ansia dettata dai regimi del capitalismo, prendersi cura dei clienti non sempre educati e disponibili, aver buoni contatti con i fornitori e far in modo che tutto sembrasse accogliente, sicuro e confortante.
    Ecco, Brian nonostante si fosse legato non poco ad Alyce quelli non erano aggettivi che le avrebbe affibbiato. Però è riuscita nel compito che le ha affibbiato Damien, rispettando per giunta la scadenza. Si disse mentre diede un'ultima occhiata alla propria immagine riflessa nello specchio. Il suo outfit era elegante come al solito. Avrebbe detto a chiunque che ciò fosse dovuto ai suoi classici canoni estetici, ma la verità era che voleva essere in tiro per Alyce. Lei di certo non era una ragazza che passava inosservata e per quanto possibile anche Brian a non essere un componente discriminatorio per lei. Anche perché ci scommetto che qualche cazzo di giornalista ci sarà comunque. Spostò lo sguardo verso l'orologio e notando che si era fatta una certa ora si smaterializzò di fronte al Le vie en rouge. Lì mostrò l'invito. Non fu difficile per lui ottenerlo, infatti gli fu consegnato direttamente da Alyce ed era certo che lei stessa desiderasse la sua presenza.
    Una volta dentro al locale cominciò a guardarsi intorno. Ancora non era arrivata moltissima gente, così con lo sguardo andò alla ricerca della proprietaria, ma subito venne bloccato da Rick e Rock che gli offrirono un bicchiere leggermente più grande dai classici da cicchetto con all'interno il loro miglior rum. Immagino questo sia da parte della proprietaria, vero? Dov'è? Non la vedo da nessuna parte. Affermò a uno dei due, dimenticandosi puntualmente chi fosse l'uno e chi l'altro. In attesa di una risposta con la coda dell'occhio notò un tizio di cui Damien in persona gli aveva parlato. Si trattava di un denrisiano, tuttavia pur insegnando a Denrise non aveva avuto modo di interagire con lui o di far ricerche sul suo conto. Però non lo invidio di certo, insomma avvicinato da uno stupido vampiro. Sbuffò, avvicinandosi all'uomo.
    Se Stinfield ti ha parlato di noi significa che gli hai fatto una buona impressione. Sì, insomma, non aveva idea di quale fosse il target del locale, ciò nonostante non era prudente esordire con oh, ma quindi fai parte dell'Acromantula Scarlatta anche tu? Solitamente ci propone solo succhia sangue del sangue. Allungò la mano in direzione dell'uomo. Brian Ensor. Non sapeva se Hakon fosse a conoscenza del ruolo che il biondo rivestiva come docente di Difesa Contro le Arti Oscure nell'isola di cui era originario, tuttavia non si premunì di ricordarglielo. Inutile dire che si aspettava una stretta dall'altro, in fin dei conti vestivano lo stesso colore, chissà se avevano anche altro in comune.


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    Morrigan Maverick
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    A Morrigan bastò tastare la carta dell'invito per capirne la qualità e leggere il contenuto lo rese felice come un bambino. Ex auror, predone e ora docente. Chissà quale, tra queste cariche, lo avesse fatto entrare nel giro giusto.
    Gonfio per il troppo ego, il magitecnico non si sforzò di trovare una risposta e, attendendo che la fila scorresse, si limitò a sistemarsi la giacca, la quale alternava diverse sfumature di melanzana al grigio siderale, percependo la bacchetta legata all'avambraccio sinistro tramite due elastici (Eh, si, Hakon, non sei l'unico fico che va in giro così). I suoi arti si erano abituati alla pressione esercitata dal catalizzatore: Per qualcuno che aveva svolto il ruolo di auror così tanto a lungo sarebbe stato impossibile il contrario. Ciononostante, proprio quella pressione riportò alla mente del mago i ricordi della festa di Aaron. E le sue labbra si curvarono in un sorriso "Speriamo che anche stasera succeda qualcosa di divertente. Se non altro mi sono portato qualcuno in gamba, aye."
    Quando Rick e Morty gli strapparono l'invito dalle mani, Morri rimase in silenzio attendendo che i due finissero di esaminare il pezzo di carta. Per qualcuno in grado di trasformarsi in un orso polare alto tre metri, i due fratelli sembravano dei ragazzini che avevano osato troppo con gli steroidi. Inoltre, nel mondo magico, tra i due spessori di cui contava veramente qualcosa non c'era sicuramente quello dei bicipiti.
    Mentre il mago penetrava nella penombra del locale venne avvolto da uno stormo di petali. In una questione di secondi quei fiori smembrati finirono per arricciarsi come plastica esposta al fuoco. Una vampata di gasolina e profumo di donne stordì il mago che non poté fare altro che alzare il capo ricercando la fonte dell'odore "Interessante."
    Lì dove le palpebre s'incontrano, una legione di figure si muoveva mestamente e Morrigan arricciò il naso. Gli bastò ruotare il capo per notare quella pletora di carne allegra e invitante. Uomini, donne, sembrava esserci di tutto e di più. Forse anche un orso polare intento a ballare la danza del ventre "Il gestore ha buon gusto e ciò denota una certa capacità di muoversi in questo settore. Però, per un cacciatore, non c'è gusto nel comprare la carne dal macellaio."
    Petto in fuori e passi svelti, il mago si accorse di una serie di figure famigliari raccolte attorno ad un balcone di marmo. Le mani del magitecnico si cinsero attorno alle spalle del suo collega «Tu guarda chi se ne è uscito da Hidenstone.»
    Intervenne, con il tono di voce di chi aveva poco da nascondere e ancora meno voglia di farlo. Ma gli occhi del magitecnico erano puntati verso il suo compaesano «Ragazzo, scusami il ritardo ma vedo che sei in buon compagnia. Conosci già Brian Ensor? È il miglior docente di Difesa contro le arti oscure di Hidenstone» Non che ce ne fosse un altro.
    Dunque, sorridendo, le mani di Morrigan lasciarono le spalle del collega per poi posarsi, una, sul fianco di Hakon e, l'altra, sulla spalla del medimago più simpatico che conoscesse «E anche Skyler. Ti do un consiglio. Se saltano le luci non staccarti dal suo culo. Lo dico per il tuo bene.»

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato
    Be the chaos you want to see in the world.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.


    Morrigan interagisce con Brian, Hakon e Skyler.
     
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    Damien Vanderwaal | Acromantula Scarlatta
    Un'organizzazione era un sistema composto da elementi che svolgevano efficientemente la loro funzione. Quando ogni suo membro gestiva i propri compiti in maniera ottimale l'Acromantula era inarrestabile e proprio per tale motivo dai suoi componenti non ammetteva fallimenti, ritardi, giustificazioni. Quando seppe che Alyce era riuscita a organizzare in tempo il suo locale Damien non ne fu orgoglioso, semplicemente ritenne che in fondo Brian ci aveva visto giusto con lei. Credevo fosse solo un bel corpo. Si disse, cercando poi sull'angolo della propria scrivania una boccetta di pozione Polisucco per assumere il volto di un noto uomo d'affari inglese. Le possibilità di essere riconosciuto erano così esigue da rendere il criminale estremamente sicuro di se stesso.
    Apparì di fronte all'entrata e senza troppi problemi varcò l'ingresso, mostrando il suo invito. Insomma, non fu difficile ottenerlo dato che in fin dei conti fu proprio lui a investire su Le vie en rouge.
    Una volta all'interno fu immediatamente colpito dalle ragazze in abiti estremamente succinti e dai camerieri in boxer. Forse riguardo a ciò Alyce aveva un po' esagerato, insomma era il luogo adatto da portar solo un determinati tipo di colleghi in affari, ciò nonostante dovette ammettere che il luogo avesse una sua personalità.
    Avanzò nella zona in cui si stavano concentrando i membri della sua organizzazione. Ho sentito bene? Difesa Contro le Arti Oscure? Disse senza preoccuparsi di modificare il suo tono di voce, in maniera tale che Brian potesse facilmente riconoscerlo. Certo, pure Morrigan essendo stato un ex auror avrebbe potuto trovare ricordare qualcosa, tuttavia il non aver interagito in altre occasioni rendeva l'impresa assai ardua. Quindi qui con noi abbiamo un esperto in difesa e... un alchimista? Ruotò il capo in direzione di Hakon, sapendo perfettamente chi fosse grazie a Robert. Per l'alchimista non doveva essere una sorpresa così grande, insomma, Damien immaginava che fosse stato avvertito del fatto che la proprietaria del locale fosse lei stessa un membro dell'organizzazione e che quindi al suo interno avrebbe potuto incontrare anche altri membri. Il quarto incomodo in un certo senso era Morrigan e per quanto informato Damien non era del tutto certo di sapere chi fosse. Logan Blackmoore, di rado aiuti il ministero grazie alle mie conoscenze runiche, ma tutto sommato preferisco dire che lavoro per conto mio. Le capacità del mago oscuro a dir il vero andavano ben oltre il mero utilizzo delle rune, tuttavia non era lì per parlare di sé. L'attenzione venne poi rivolta verso il magitecnologo. Lei, invece, è? Con ciò aveva palesato come non sapesse chi fosse.



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    Interagisco con Brian, Morrigan e Hakon
     
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    Markab Castlewine
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    Come ci si presentava ad un'inaugurazione?
    Makrab ne aveva fatte quasi quanto se si fosse parlato di donne, e sapeva bene come la regola fosse che ogni circostanza era unica e diversa, per quanto, in vero, ci fossero dei capisaldi 'Col tuo stracazzo di migliore amico, nonché segugio da fica!' che era in pratica l'equivalente del preservativo con le donne: indispensabile.
    Siccome il locale si chiamava "le vie en rouge" e si presentava come un evento glamour e un po' alternativo, il ragazzo aveva optato per uno stile classico formale, osando per col colore, scegliendo un color porpora per il completo, con sotto una camicia bianca ed un papillon in tinta a pallini bianchi.
    Si presentò a ridosso dell'orario, del resto era stato invitato da Alyce, che aveva visto anche il mese prima, quindi non ne era stato troppo sorpreso, quando si era trovato un gufo alla finestra, per la stessa ragione, tra l'altro si era presentato, accordandosi con Skyler circa la loro contemporanea presenza 'Se si scopa, lui deve esserci' disse lui, mandando comunque anche un sms ad Aaron Barnes, curioso di sapere se anche il bello ci sarebbe stato 'E' un po' che non ci vediamo... sarebbe bello rimediare stasera' lo pensò e lo scrisse anche nel suo messaggio all'altro, mandandolo infantilmente all'ultimo, forse perché non aveva il coraggio di farlo prima, di ammettere il suo interesse.
    Ghignò e mostrò l'invito ai buttafuori, entrando con un sopracciglio lievemente alzato 'Rose a terra? Fa molto bordello d'alta classe, roba che a Denrise ce le sognamo... e forse meno male' pensò lui, sentendo un'odore strano, che ricordò terribilmente al giovane gli umori femminili 'Minchia, la voglia di scopare si sente di qua?' pensò lui, completamente fuori strada, entrando al piano terra ed avvistando le due cose fondamentali: il suo migliore amico e il bar.
    Decise di affrontarli in ordine inverso di importanza.
    "Un bicchiere di sambuca, e se non sapete che cazzo è, qui abbiamo uno stracazzo di problema" propose lui, malizioso, pregando di afferrare il proprio bicchiere e potersi dunque recare da Skyler.
    "Eccomi: è qui la festa?" propose lui con un sorriso diabolico e posando un gomito sulla spalla del suo migliore amico.
    Squadrò i presenti, riconoscendoli al momento quasi tutti e quindi fissando l'unico che non conosceva "Markab Castlewine, piacere" fece lui, aggrottando progressivamente la fronte "Sai, ho l'impressione di averti già visto a qualche festa..." affermò lui, confuso, aggrottandosi sempre di più e fissando l'amico in cerca di conferma o smentita "O al canto della Sirena: è possibile?" propose infine, osservano a quel punto soprattutto Morrigan Maverick.
    RevelioGDR
     
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  8. Nick Ross
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    Nick Ross | 25 y.o
    Si rigirò tra le dita quella cartolina elegante, con quelle parole scritte finemente, in modo altrettanto elegante. Quella mattina, uscendo di casa per dirigersi alla sala giochi, aveva notato una busta diversa dal solito, nella cassetta della posta. Non era nulla di cui doversi preoccupare economicamente, non quella volta... questo era... un invito. Un invito all'inaugurazione di un locale, a Diagon Alley. Il Rouge. Molto interessante e, rifletté Nick, un po' di svago sarebbe stato ottimo, visto il periodo che stava passando. Non si era visto spesso con Evelyn, da quando ci era finito a letto, a Dubai... non che si fosse spezzato il loro legame speciale, solo che ognuno aveva diversi pensieri per la testa che lo tenevano costantemente distratto e distante dall'altro. E, a proposito di pensieri, il suo in quel momento volò su Thomas. Quel dannato ragazzino che per lui era come un fratello; non lo conosceva da molto ma ci aveva legato subito ed amava la sua compagnia, piacevole quanto quella della sorellastra... ma ora ci aveva litigato in modo pesante. Essendo il suo migliore amico e fratello di Evelyn, gli aveva detto subito cos'era successo tra loro a Dubai, ma non sembrava averla presa molto bene. Pensò di scrivergli, dopo essere tornato a casa, ma desistette più volte, scegliendo di concentrarsi principalmente sull'evento di quella sera, durante il quale doveva eliminare dalla mente tutto ciò che vi era di negativo, pensando solo a divertirsi.
    Posò l'invito sull'immenso bancone in marmo della cucina, osservandolo scivolare con grazia fino a fermarsi solo dopo parecchi centimetri. Si alzò dallo sgabello e si diresse in camera da letto per scegliere l'outfit adatto per la serata, elegante ma non troppo e, soprattutto, abbastanza comodo. Di sicuro non si sarebbe presentato in smoking e cravatta, per quanto quell'abbigliamento gli stesse divinamente, preferiva qualcosa di più casual. Aprì forse una decina di ante, prima di adocchiare ciò che faceva al caso suo, ovvero un paio di jeans neri ed una t-shirt dello stesso colore. Ehi, Nick sarebbe stato figo anche con un sacchetto dell'immondizia addosso, quindi non vedeva niente di male nell'indossare vestiti più confortevoli. Una volta pronto, scese nell'abnorme garage, guardando le sue macchine una ad una, con estrema attenzione. Ne sorpassò un paio con lo sguardo, in quanto le aveva già utilizzate la settimana scorsa e quindi per almeno un mese non poteva più utilizzarle, sennò che figura ci avrebbe fatto?
    Quindi, alla fine, i suoi occhi color cioccolato si soffermarono sulla sua scelta: una sobria lamborghini nera opaca e con i finestrini oscurati. Perfetto fu il suo commento, mentre la porta si sollevava, permettendogli di entrare. Si mise comodo e si chiese se dovesse portare un pensiero alla proprietaria, giusto con la speranza di portarsela a letto, se fosse stata abbastanza per i suoi gusti.
    Non ci mise molto a trovare ciò che gli interessava, optando per una cosa carina carina che era certo le sarebbe piaciuto. La conosceva? Certo che no, eppure... a quale donna non sarebbe piaciuta una cosa del genere? Tornò in macchina, mettendo in moto.
    Una volta arrivato davanti all'ingresso del locale, comunque, sfoderò il suo invito insieme ad un bianco sorriso, rivolto ai due tizi all'ingresso, poi glielo porse, quando fu il suo turno di entrare. Quindi stava per iniziare quella serata di lussuria e divertimento, senza pensieri. Si chiese se ci sarebbe stato qualche volto conosciuto, ma al momento non era importante. Un ultimo sorriso ai due uomini sulla porta, prima di varcare le soglie del locale ed essere invaso da un odore tutto particolare. No, non era l'odore dei soldi. Un odore più delicato, quasi vellutato che non avrebbe saputo descrivere, subito marcato dall'odore di legno laccato che ricopriva il pianoforte nel suo salone. Oh sì, il suo pianoforte era una delle più grandi passioni del giovane! Ci avrebbe passato le ore senza problemi e senza accorgersi dello scorrere del tempo. Ad ogni modo, avanzò tra i presenti fino a raggiungere il bar. Voleva qualcosa di forte per iniziare al meglio quella serata.
    Era un po' troppo affollato per i suoi gusti, doveva dire, ma c'erano faccini niente male. Si avvicinò quindi anche lui, riconoscendo una faccia meglio di tutte le altre -alcune ricordava di averle intraviste quell'unica volta alla festa di Aaron, ma non si ricordava assolutamente null'altro-. Ma Morrigan non lo avrebbe dimenticato tanto facilmente -e non solo perché era dannatamente figo- ma perché aveva vissuto dentro il suo stesso incubo, quella notte. Quindi, si avvicinò, rivolgendosi prima al barista. Quello che ti pare, basta che sia abbastanza forte domandò, scrutando i volti. Ci rincontriamo in circostanze più liete, vedo furono le prime semplici parole che rivolse al docente.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Un cazzo, va al bar v.v
     
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    ALYCE COFFEY
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    In sala

    Pian piano tutti fecero il loro ingresso nel luogo dove l'ignoto invitava a metter naso. Ognuno dei presenti aveva ricevuto l'invito e se era arrivato fino ad entrare in quel posto, voleva dire che avevano poco da perdere e tutto da sperimentare.
    Alyce non stava gestendo le entrate, aveva lasciato detto ai suoi cosa fare, compreso le ordinazioni per Brian.
    Luke aveva iniziato a far filare a bacchetta i suoi aiutanti, che sembravano dei soldatini sotto la dittatura del barman. Uno di loro si avvicinò per servire Hakon, concendendo lui del dolce whisky al miele, di pregiata qualità, per poi passare alle ordinazione dei clienti successivi.
    Luke, invece, prese ad occuparsi delle star della serata, coloro che probabilmente se non avessero avuto un lavoro dignitoso, Alyce avrebbe sicuramente arruolato nella schiera della sua merce umana: Skyler e Markab. Gli occhi di Luke si posarono sull'infermiere, dapprima, non concendendo altro che uno sguardo serio che poco si lasciò andare ad un mezzo ghignò per la proposta che aveva fatto.
    Luke era uno a cui piaceva far bere la gente, non solo per il lavoro che faceva, ma per il divertimento che ne scaturiva successivamente. Per tale motivo, prima di preparare quello che aveva richiesto, si appoggiò con le braccia al bancone e uno sguardo quasi di sfida «Un gin tonic? Sei forse uno di quelli che vuole anche tanto ghiaccio, come le signorine?» era evidente che lo stesse provocando, ma il motivo ancora non era ben chiaro. Arrivò anche Markab in quel momento, Luke sollevò un sopracciglio «Siete in due, favoloso. Vi propongo una sfida: sei shots ciascuno. Il grado lo decido io, il primo che si ferma perde e paga per entrambi. Chi vince beve gratis per il resto della serata. Allora? Avete voglia o... preferite il vostro gin tonic e la vostra sambuca?» il suo sguardo passava dall'uno all'altro, con aria divertita, aspettando una loro risposta. Si rimise dritto, quindi e attendendo i due, incrociò le braccia al petto.
    Questo era un altro dei motivi per cui Alyce lo aveva assunto: aveva delle idee malsane, improvvisamente.
    All'entrata, invece, Rick e Rock stavano facendo davvero un ottimo lavoro, a partire dal consegnare a Brian il rum, Rock annuì con la testa, alla sua domanda, mugugnando qualcosa da bravo scimmione, Rick, invece rimase di sasso, senza proferire parola. Una delle hostess ingagiate per la serata, che passava di lì, vestita con un tailleur rosso ed in mano un vassoio di stuzzichini, si fermò davanti al docente «E' dietro al palco, se non ha una crisi isterica oggi, credo che non l'avrà mai più.» e così evaporò tra la folla, mentre tutti i maschietti si concentrarono al bar, attorniando il povero Hakon.
    Ogni ordinazione che avete fatto, è stata portata a voi. Luke rimaneva attento ad ognuno di loro e quando Logan Blackmoore si avvicinò, il bartender aggrottò un po' la fronte. Un runista del ministero, chissà se Alyce lo sapeva. Sicuramente era giusto che il dipendente facesse il suo lavoro e riempì il bicchiere di Logan con dell'ottimo whisky, porgendolo all'uomo. Ma quel posto era pieno di star e l'ultima che fece il suo ingresso, fu Nick che venne bloccato da Rick e Rock «Sicuro che questo invito è vero?» scimmiottò Rock, girandosi tra le mani l'invito del ragazzo e passandolo a rassegna da capo a piedi «Mi dica, ha falsificato l'invito per caso? E' un auror?» i due non peccavano di intelligenza, ma quando sentivano puzza di qualcosa, sembrava quasi che volessero arrivare subito al punto, senza mezze misure.

    Ore 22.40 - Dietro le quinte

    La gente continuava ad entrare e il vocio diventava sempre più un rumore insopportabile nella testa di Alyce, che dietro le quinte di quel palco che era stato allestito per l'occasione, cercava di restare concentrata sul dovere, nonostante il casino nella sua testa si stava risvegliando sempre più, facendo una confusione straordinaria.
    «Andrà male, me lo sento.
    Oh certo, ma potrebbe andare anche un disastro. Male è pur sempre bene.
    Non riusciremo a parlare.
    Inciamperemo nei tacchi.
    Dovremmo ubriacarci, prima di salire su quella cosa, davanti a tutti.
    Rideranno di noi, è ovvio.»
    strinse gli occhi e arricciò il naso, scuotendo la testa, come se volesse far andar via quelle voci che sembravano voler rimanere bloccate nella sua mente. Guardò il bicchiere, mancava ancora qualche sorso di quel cocktail fortissimo. Lo fece ballare appena nel contenitore di vetro e poi ... lo rovesciò in uno dei bidoncini che era dietro le quinte. Per la prima volta decise che non era il caso di mandare giù l'intruglio alcolico, fino alla fine (Aaron sarebbe stato fiero di lei).
    Le ragazze erano pronte, lei no, ma se avessero dovuto aspettare che fosse pronta Alyce, probabilmente non si sarebbero mai avviati.
    Gli occhi smeraldo si rivolsero verso uno dello staff, a cui fece cenno di spegnere le luci e così fece. Il buio regnò per pochi attimi all'interno della sala, poi l'arco che apriva il palcoscenico prese fuoco, in una scenografia controllata ma pursempre eclatante. Quando le fiamme si spensero, rose rosse sbocciarono sulle colonne dell'arco, mentre un riflettore si accese seguendo i passi lenti della rossa che - agitata - si mordeva l'interno della guancia. Nella sala delle fluttuanti candele si accesero a creare dei giochi di luci e ombre attorno ai presenti. Avanzò fino a dov'era stato fissato un microfono che afferrò con le dita affusolate. La luce soffusa in sala metteva a fuoco pochi particolari dei volti dei presenti, ma lei - sostanzialmente - ne cercava uno solo, quello che metteva a tacere tutte quelle voci fastidiose e paperanti, dentro la sua testa.
    Socchiuse gli occhi e prese un respiro «Benvenuti, miei cari ospiti, Le Vie en Rouge è lieta di accogliervi tra le sue calde mura. A partire da oggi, le nostre porte sono aperte a voi e ai vostri amici, sperando di vedervi spesso.» prese un respiro leggero, prima di iniziare a parlare nuovamente «Adesso non vi ruberò molto tempo, vi illustro la serata e poi vi lascio al più totale relax. Per l'occasione, ospiteremo una sfilata dove potrete ammirare degli abiti fantastici, maschili e femminili. I nostri modelli, poi, rimarranno a vostra disposizione per qualche chiacchiera e loro - con anche il restante dello staff che trovate in giro - sarà lieto di mostrarvi ogni angolo di questo nuovo locale, che spero diventerà la vostra casa.» cercò ancora con gli occhi, il docente di Difesa, prima di tirare un respiro e guardare verso il bancone per accettarsi che il lavoro stesse andando come sperava «Ma, oltre a questo, Luke e i suoi collaboratori vi accoglieranno per dei drink che potrete trovare solo qui. Io, invece, vi aspetterò per una sfida che potrete fare oggi per la prima volta, mettendo in gioco il vostro coraggio: la roulette russa. Dopo la sfilata potete trovarmi al bancone e chi vorrà partecipare, dovrà solo presentarsi da me. Ma adesso, non vi rubo altro tempo e direi, che lo spettacolo abbia inizio!»
    Buio.
    Prima di sentire una musica live partire piano e le luci accendersi gradualmente.

    Video



    Quando la sfilata terminò, ogni modello e ogni modella scese dal palco, mescolandosi alla gente che li fermava per parlare.
    Ogni cosa era partita, mentre Alyce, prima di salire al piano di sopra, cercò Brian, tra la folla.
    Se e quando lo ebbe trovato, una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione, cercò di allungarsi. «Ti hanno portato quello che avevo ordinato di darti, appena sei arrivato?» domandò, ancora con il cuore a mille per l'ansia di aver parlato in pubblico.
    «Dimmi che non ho sbagliato a parlare, o sarò costretta a bere il triplo, per dimenticare quest'enorme figura di merda.» sbuffò, appena, spostando il peso del corpo sul tacco destro «Che te ne pare?» disse, poi, guardandosi intorno e facendogli cenno di avvicinarsi al bancone dove avrebbe atteso qualsiasi ospite.


    //Mi scuso per il ritardo, ma a causa del nuovo lavoro, ho avuto una settimana di doppi turni :/ ora eccomi qui, tutta per voi!

    Potete:
    - prima della sfilata - chiedere da bere e continuare a parlare con i png che trovate nella descrizione del locale;

    - dopo la sfilata - fermare una delle modelle o dei modelli e/o visitare il locale;

    - andare da Alyce e partecipare alla roulette russa speciale le regole verranno esplicate al post successivo, ora dovete solo avere coraggio e partecipare ;)

    Ci tengo solo a fare qualche piccolo appunto: al momento, non sono ammessi auror e studenti.
    Leggere la descrizione del locale per non uscire fuori ambientazione.
    Al momento gli acquisti non sono disponibili, se diventerà possibile acquistare - nel corso della role - ve lo comunicherò ♥
    Per dubbi, chiarimenti, perplessità e quant'altro, potete scrivere in questo topic o tramite mp, telegram, fax, segreteria... ehm... (:

    Scadenza: 24 Giugno 2020
     
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    PRESENTE 🕷️ NOTTE 🕷️ DIAGON ALLEY
    Lo sguardo dell'Alchimista vagava, guardacaso, su ciò che era a disposizione del barman, sul come quest'ultimo si muoveva per mischiare gli ingredienti e sugli odori che potevano aiutarlo a comprendere cosa veniva usato, oltre alle etichette. La sua mente veniva bombardata di dettagli dall'ingresso, così come capitava in una zona del tutto nuova e viva come quella. Portò distrattamente la mano al mento, per grattare la zone coperta da una barba sistemata probabilmente quella stessa mattina.
    Era difficile non notare uomini e donne più svestiti che vestiti ma l'adolescenza l'aveva superata da un pezzo e anche ai tempi del picco ormonale non era mai stato guidato dalle zone basse del suo corpo, seppur ai tempi non sapesse perché nessuno attirasse certe sue attenzioni e crescendo non si era più soffermato su certe consapevolezze.
    La voce di Skyler Mave, a lui prossimo, lo portò a voltarsi in sua direzione.
    Gli occhi si assottigliarono appena al termine "figo", mentre la fronte si stropicciò per dare via libera al sopracciglio destro, che si arcuò rovinosamente verso l'alto all'occhiolino altrui.
    "Buonasera a lei. La serata è ancora troppo giovane per delle considerazioni in merito, vedremo."
    Un cenno del capo verso il basso, in segno di congedo rispettoso ma pur sempre tale prima di tornare con l'attenzione a Luke, o meglio, al drink che gli aveva appena ordinato.
    Non si era presentato, no, non era un fan del dare il proprio nome in giro, non in posti come quello e non a chi non gli serviva.
    Il vampiro non gli aveva mai regalato troppi dettagli, ma l'uomo non ci mise poi un'eternità a capire che chi attirò il suo campo visivo poco dopo era qualcuno con cui aveva qualcosa in comune, qualcosa di scarlatto, non le vesti, già che sia lui sia brian ensor avevano deciso di non optare per una tinta così palese ma qualcosa di più "blando".
    La mano destra si allungò in automatico verso quella di Brian, in modo non frettoloso, calmo e calcolato: gli interessi e il benessere dei conoscenti di Robert erano i propri.
    "Hakon Gunnarson."
    Una presentazione breve, essenziale e un lasciar correre i discorsi sui non presenti, anche perché lui non considerava Robert come vampiro ma come un grandioso e promettente collega e se l'altro alchimista non aveva riferito certi dettagli sui perché della sua scelta nei propri confronti, di suo non li avrebbe nemmeno lontanamente azzardati.
    La sua non era una mano da lavoratore: non vi erano calli, era liscia come chi utilizzava prodotti per la cura del corpo ma aveva un piccolo particolare decisamente evidente: una cicatrice da ustione occupava l'incavo, deturpandolo con del tessuto cicatriziale identico a quello di una ferita guarita da anni, una ferita abbastanza rognosa o simbolica da non esser stata mai curata fino a quel giorno.
    Morrigan Maverick arrivò poco dopo, una figura che conosceva dai tempi di Hogwarts e che proprio non poteva esser passata inosservata tra la carica che ricopriva nella squadra di Quidditch della sua stessa casata e quella dei suoi genitori nel loro villaggio natale.
    "In realtà hai un tempismo perfetto."
    Confessò al Magitecnico prima di sistemarsi in modo da avere tutti i nuovi arrivati a portata di voce e sguardo, senza rischiare di incriccarsi il collo.
    Si muoveva in modo non proprio lento ma con quel fare abitudinario di chi non voleva impattare contro niente e nessuno nemmeno per sbaglio.
    "Ho appena avuto la possibilità di conoscerlo."
    Stava per aggiungere qualcosa ma il discorso sulle luci e sul proprio posteriore lo portarono ad aggrottare per qualche istante la fronte, prima che un'improvvisa quanto disagiante comprensione si palesò sul suo volto.
    "So badare al bene del mio posteriore, ma ti ringrazio per l'apprensione."
    Non era l'anima della festa il Denrisiano, non era nemmeno qualcuno che dava soddisfazioni, diceva esclusivamente quello che voleva dire nel modo esatto in cui lo voleva dire, in quel caso con una tranquillità che rivelava la sua mancanza di pregiudizi in merito a certe tendenze ma anche la mancanza di timori o desideri in merito. Era armato e non voleva nessuno troppo vicino a sé, da bravo Alchimista più cose e persone rimanevano sotto controllo meglio era.
    Come reso ancora più chiaro Logan Blackmoore (Damien Vanderwaal), fin troppi sapevano di lui e lui sapeva nulla sui presenti, la cosa lo infastidiva ma doveva farsela andare bene. Dopotutto si era messo in affari con una organizzazione criminale, era ovvio che le varie zampette dell'Acromantula si animassero quando una mosca finiva nelle sue tele.
    "Hakon Gunnarson, piacere di conoscerla."
    Mosse il capo verso il basso, in quella che era una presentazione con una piccola aggiunta rispetto alle precedenti, qualcosa che non stava lì messa a caso, ma non è tempo né momento di soffermarsi sulla sua psicologia e le sue bizzarrie. L'ex Black Opal si voltò verso Markab Castlewine, accogliendolo con un cenno di negazione del capo.
    "Non credo, non ho mai partecipato a delle... feste? E il canto della Sirena non è una delle mie mete preferite."
    Nella sua schiettezza non vi era traccia di aggressività, arroganza e nemmeno supponenza, diceva le cose come stavano, quando gli andava di farlo per l’appunto. Era un Denrisiano non proprio tipico seppur si notasse qualche influenza dei suoi compaesani, anche se quella sera le uniche cose che lo connetteva davvero alla tanto odiata patria erano l'accento e Morrigan. Non si ricordava del giovane Castlewine, forse perché ve ne erano molti di giovani, a lui non interessavano e tra studenti, abitanti, turisti e il suo essere sempre in spostamento o recluso nel proprio laboratorio alchemico, non aveva mai occasione di conoscere chiunque andava, veniva o vagava sull'isola.
    Nick Ross si aggiunse al gruppo che stava monopolizzando lentamente il bancone, in quel momento lo sconosciuto si stava rivolgendo solo a uno dei presenti, così lui ne approfittò per cercare di afferrare con la mano destra il dolce whisky al miele servitogli da uno degli aiutanti di Luke, pagandogli l’eventuale dovuto, prima di tentare di affiancarsi a Morrigan, già che con lui aveva deciso di recarsi in quel posto.
    "Protettore di posteriori, non vi vedo con un drink in mano o in preparazione. Devo iniziare a preoccuparmi?"
    Una vaga ironia aleggiava nell'aria, palesandosi non solo per l'uso esasperato del "voi", accompagnato da una riverenza a quel "titolo", ma anche nel proprio modo di esprimersi meno formale.
    La sua attenzione fu poi richiamata dagli effetti scenici che introdussero l'arrivo di Alyce Coffey, di cui seguì il fare come il modo di porsi prima ancora delle parole. Ne seguì gli spostamenti, studiandola brevemente con aria semplicemente attenta e pensierosa, prima di finire col campo visivo occupato da una sfilata che seguì brevemente.
    Abiti, modelli, musica carica e roulette non erano poi le sue sfere di interesse.
    Si limitò ad attendere una delle idee di Morrigan, l’uomo geniale era forse l’unico a dargli qualche speranza di una serata mentalmente più interessante, seppur il runista rientrasse spesso nel proprio campo visivo. Qualcuno nelle reti dell'Acromantula (così aveva intuito dal suo sapere la propria professione) e del Ministero allo stesso tempo non era poi qualcosa che si vedeva tutti i giorni.


     
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    Markab Castlewine
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    Era ad una festa alcoolica piena di gente nuda col suo migliore amico, cosa avrebbe mai potuto desiderare in più della vita?
    Certo, magari che Hakon lo riconoscesse, non tanto per la sua avvenenza (in quel caso sarebbe certamente andato a salvare Nick), quanto per la sua natura dernisiana: si stava davvero impegnando molto per farsi integrare in quella comunità e quei piccoli gesti lo avrebbero reso più felice di un pass per il privé di Kay Orsh, per dire (?).
    Ma così non era stato, del resto l'altro era anche un denrisiano atipico, quanto lo era Morrigan almeno, e ciò aveva inficiato anche su quel riconoscimento. Markab annuì alle parole del ministeriale e poi passò un braccio intorno alle spalle dell'amico di sempre "Ok. Beh, se passi dalle nostre parti vieni a trovarci: ti garantisco che ne varrà la pena" affermò lui, guardandosi intorno e notando fin troppe somiglianze col canto della sirena, se non per lo stile 'Beh, del resto è un locale che mi piace, e a me piace spaccarmi a bestia e scopare...' si disse lui con una smorfia.
    Fu a quel punto che la sfilata iniziò "Gnoccaaaaa, gnocca ovunque!" affermò lui senza mollare l'amico, ghignando e guardandosi soddisfatto in giro, salvo poi alzare un sopracciglio scoprendo chi fosse la proprietaria "Ehi, guarda chi c'è?" gli disse, indicando Alyce, ascoltando poi il suo discorso interessato fino ad un certo punto.
    Guardò bramoso le modelle, ma, alla fine, la sua mano era rimasta vuota da prima e voleva rimediare. Fu così che ricondusse Skyler al bancone da barista che li aveva sfidati "Prima non potevamo, ma ora siamo carichi per la tua sfida!" affermò lui, che prima si era congedato, troppo curioso di parlare con Morrigan e gli altri per darsi all'alcoolismo.
    Lo fissò gagliardo e quindi rimase lì ad osservarlo, pronto al primo giro.
    RevelioGDR


    Si guarda intorno e poi accetta la sfida lanciatagli dal barista, sempre che Skyler Maeve non se la faccia sotto u_u
     
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    Skyler Mave
    Infermiere | 23 anni

    ‘Oh santo cielo tesoro - levati il bastone dal culo, e ficcaci altro, che è più divertente…’
    A discolpa del Misterioso Avventore (‘Che scortese, almeno un nome poteva dirmelo’), Skyler non andava propriamente d’accordo coi tipi seriosi e freddi. Il suo animo canino aveva bisogno di gente che volesse giocherellare, o perlomeno che gli lanciasse un osso (passatemi il gioco di parole) per continuare la conversazione. Si richiuse un po’ contrariato nel suo silenzio: se l’altro non voleva attaccare bottone, chi era lui per rompere le palle oltre?
    Tanto più che la visuale era decisamente interessante.
    L’arrivo di Brian Ensor fu salutato con un cenno di saluto abbastanza freddo, almeno per gli standard del ragazzo. Certi sentimenti sono come il volto di Cher: mantengono la loro forma nonostante siano passati eoni.
    ‘Ah, chi si assomiglia si piglia, eh? Beh, lasciamoli alle loro chiacchiere da snob…’
    Se fosse stato solo con il nuovo tipo ed Ensor, probabilmente Skyler avrebbe fatto qualcosa per scusarsi e allontanarsi - tipo trasformarsi in Animagus e andarsene a giocare con una palla in un angolo.
    La presenza di Morrigan, tuttavia, lo fece restare, forse più per una simpatia istintiva che per un senso di cortesia.
    “Oh, se saltano le luci credo di fuggire, a questo giro - sai com’è, dopo la laurea avrei voglia di ubriacarmi, più che dover sventare di nuovo attacchi di qualche sorta…”
    ‘Certo, a meno che uno dei camerieri non voglia approfittarne…’
    “È bello vedersi fuori dal manicom… ehm, Hidenstone - che farai di bello in questi mesi di libertà da quelle piccole pesti?”
    ‘Non poi tanto piccole…’
    “E tu? Forse ci siamo visti alla laurea di Aaron, possibile?”: vista la simpatia generale della gente, quella sera, Nick si sarebbe sentito rivolgere solo queste parole. Era meglio essere più cauti.
    Essere ignorato dai membri dell’Acromantula sarebbe stato utile, in alcuni frangenti? Forse, ma Skyler non l’avrebbe mai saputo con precisione, visto che aveva la capacità di indagine di un pesciolino rosso, e conoscenze riguardo all’organizzazione simili a quelle che poteva avere un tamarro riguardo alla fisica quantistica. L’essere ignorato dal nuovo arrivato servì solo a contrariarlo ulteriormente.
    ‘Vabbé, buona-vaffanculo-sera anche a te.’
    Fortunatamente, la vista di Markab fece tornare il sorriso all’Infermiere, che come al solito si mise a scodinzolare pur non avendo una coda visibile (?).
    “Ohi, MC! Ce l’hai fatta…”
    Si rivolse quindi al barista.
    “Se fossi davvero una signorina, credo non ti dispiacerebbe affatto…”; la frase ambigua fu rivolta a Luke, con tanto di occhiolino. In verità, se il barista avesse voluto trattarlo come una ragazza, probabilmente ci sarebbe riuscito - dopo qualche drink.
    “Beh, devo dire che la tua sfida alcolica mi attizza… che ne dici, Markab? Accettiamo e gli facciamo vedere cosa possiamo fare?”; ovviamente, la coppia di neuroni (forse) che condividevano era incapace di agire da sola. Spesso, per avere un’idea quando erano insieme, i loro due neuroni dovevano scontrarsi tra loro.
    In ogni caso, se anche l’amico avesse accettato la sfida, non si sarebbe tirato indietro.
    Allo spegnimento delle luci, si girò verso il palco.
    ‘Cazzo, c’è da dire che il Moulin Rouge gli fa una pippa, a questi…’
    Si stava gasando. E, ovviamente, non per gli abiti dei modelli, ma per ciò che nascondevano sotto.
    Avrebbe parlato, in modo che solo Markab potesse sentire quello che aveva detto, nonostante la musica: “Minchia, possiamo farci un’orgia, secondo te? Non so se mi fido della roulette - cioè, la tipa” disse, parlando di Alyce "è figa, ma... non so, sembra pericoloso. Cioè, più pericoloso dei Troll, dico!"
    Sinceramente, non aveva voglia di ficcarsi da (probabilmente) ubriaco in una situazione non gestibile. E se avesse rischiato la vita o, peggio, fosse andato a letto con la sosia della Umbridge? Insomma, ci sono cose che non si possono rischiare (per tutto il resto, c'è MarkabCard).
    Se lo stato dell’eventuale sfida di bevute glielo avesse permesso, Skyler avrebbe cercato di parlare con uno dei modelli: aveva giusto avvistato qualche persona (una decina, quasi tutti i dipendenti di Alyce) che gli sarebbe interessato conoscere più a fondo.
    ‘Anche se, forse, potrei anche permettere a loro di conoscermi più a fondo...’ pensò, mentre un modello statuario di colore gli passò vicino.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Interagisce con tutte le persone taggate nel post, prima di aspettare la decisione del suo alfa Markab Castlewine riguardo la sfida alcolica di Luke. Poi ragiona un attimo se accettare o meno la roulette mentre ammira i modelli.
     
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Hakon strinse la mano di Brian con la calma e decisione tipica degli uomini d'affari e una persona formale come lui non poté far a meno di apprezzare quella che un comune estraneo poté considerare semplice rigidità. Quella poteva essere un'ottima occasione per conoscere meglio un uomo con cui potenzialmente avrebbe potuto collaborare per gli affari che si svolgevano sull'isola di Denrise, tuttavia l'intervento di Morrigan in un certo senso distrusse i suoi piani. Ci saranno altre occasioni per parlare di affari. Si disse, annuendo rapidamente e simulando un'allegra risata del tutto poco in linea col suo carattere. Spero che tu non dica così perché sono l'unico. Effettivamente non c'erano altri docenti che insegnavano quella disciplina a Hidenstone. Se non altro posso dir la stessa cosa di te per quanto riguarda la Magitecnica. C'era stata anche Alizée, verissimo, tuttavia se in una materia manuale come quella la teoria superava di gran lunga la pratica doveva esserci qualche problema.
    Ad aggiungersi al gruppetto fu un ministeriale, tale Logan Blackmoore, peccato che la sua voce gridasse Damien Vanderwaal da tutti i pori. Suvvia, ancora i giochetti con la Polisucco? Si disse, facendo finta di nulla e distaccandosi un attimo dal gruppo per chiedersi che fine avesse fatto Alyce. La risposta giunse da una ragazza che lavorava per lei. Oh, capisco. Immagino che effettivamente deve essere un fascio di nervi. Era indeciso sull'andar o meno da lei, tuttavia alla fine scelse di non farlo. Quello era il suo momento per brillare, la sua occasione per mostrarsi di fronte al loro boss con i frutti del suo lavoro e Brian non doveva far nulla per rubarle la scena. Rimase lì a godersi il suo ottimo drink fino a quando la serata non cominciò sul serio.
    Si godé lo spettacolino e con un pizzico di orgoglio sentì Alyce parlare sul palco fino a quando non si avvicinò a lui. Oh, sì, mi hanno offerto un rum decisamente buono. Ah, poi volevo congratularmi per questa serata, pare che stia andando bene anche se non mi intendo molto di queste cose. Sai, odio i luoghi pieni di persone, ma dato che la tua è un'attività credo che vada bene così.
    Ruotò un secondo gli occhi al cielo, pensando poi a cosa poter fare in quel momento. Ma al momento qui siamo un alchimista, un docente di difesa, un magitecnologo e un runista. Signori, cosa ne dite di provare la roulette russa? Alyce, ti spiace spiegarci come funziona?


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    Interagisco con Alyce, Hakon, Damien e Morrigan
     
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    "Io me le ricordo tutte le voci" Morrigan sorrise con fin troppo entusiasmo al nuovo arrivato. Quella voce gli suonò famigliare e una goccia di sudore finì per rigargli la fronte. L'ex auror ne era sicuro "Devo essere andato con sua moglie ed essere scappato giusto in tempo. Forse è per questo che non mi ricordo il suo volto."
    La mano avvolta da tatuaggi e tagli venne portata verso il runista che, se avesse ricambiato il gesto, avrebbe avuto modo di percepire dalla pressione la sicurezza che caratterizzava il denrisiano. Dall'espressione e dal tono del nuovo arrivato, Morri capì di non essere stato riconosciuto. Oppure, era stato riconosciuto e il tipo non voleva darlo a vedere. In ogni caso, evitare di presentarsi sarebbe stato scortese «Piacere Logan, mi chiami Morri, faccio tante cose e in genere risolvo problemi. Ma mi dica di lei, il mondo delle rune è vasto, ha un campo di interesse in particolare?»
    L'ex auror, in quanto tale, nei momenti di sospetto era solito domandare e dire poco. Damien aveva lo stesso background e, a quanto pare, lo stesso approccio. Ciò che catturò l'interesse di Morrigan non fu la sua voce, bensì la conoscenza che sembrava avere con Hakon "Sa che Hakon è un alchimista... Forse è un suo cliente."
    Ma il magitecnico ebbe poco modo di dedicarsi ai suoi dubbi perché le sue attenzioni furono catturate da un ragazzone difficile da non notare. Da come le graziose signorine del locale finirono per papparselo con gli occhi, fu chiaro che la prossima festa l'avrebbe organizzata con lui. Morrigan lo salutò con una pacca sulle spalle per poi concedersi ad un altro ragazzone.
    Nick Ross si presentò poco dopo e le donne del locale sembrarono più interessate a lui che alla "merce" del locale stesso. Il magitecnico gli sorrise con piacere prima di portare i pollici all'altezza delle sue labbra per poi esercitare una leggere pressione verso l'alto sui bordi «Molto più liete. Ma ragazzone, fammelo un sorriso, su.»
    Il docente ebbe poco da dire perché lo spettacolo che seguì fu, letteralmente, mozzafiato. Il mago cercò di non darlo a vedere. Quando era entrato in quel luogo lo aveva fatto con la mentalità del cacciatore e se pensate che basti una sfilata di gnocche per fargli cambiare idea lo conoscete benissimo. Dopo qualche minuto di tranquillità, si ritrovò ad applaudire senza contesto "Ma questo posto è il Mirabilandia della figa."
    Ma, ad ogni modo, c'erano ancora dei figoni con cui interagire. Voltandosi verso Hakon si limitò a dirgli «Sono felice che ti stia trovando bene, aye.» Tra tutti i presenti, Hakon era l'unico denrisiano al di là di Morrigan. Ciò lo rendeva più che capace di badare a sé stesso. Inoltre, la sua mente sembrava molto più affamata di quella di un semplice isolano. Se si trovava lì, doveva essere così. Per averne la certezza, il magitecnico avrebbe dovuto attendere di vedere come quest'ultimo avrebbe interagito con il resto dei presenti.
    «Deciderò sul momento. Sono una pietra che rotola e su di me non crescono ne programmi ne muschi» Avrebbe risposto al suo compagno di atti osceni da animagus in luogo pubblico. Quel ragazzo gli stava veramente simpatico «E te dove te ne scapperai?»
    Al calore del ragazzo si contrappose qualcuno che di caldo aveva altro «O forse lo dico perché sapresti farmi un doppio taglio con un incendio maxima a trenta metri di distanza. Mi hanno detto che sei stato un portento.» Finì per concludere, assicurandosi che i presenti potessero udirlo. Del fatto che avesse utilizzato un incanto che si adattava veramente poco un contesto del genere non ne fece parola. D'altronde, lui era un semplice magitecnico, cosa ne poteva sapere di duelli? «E ti ringrazio. Scommetto che nelle prossime settimane ci taglieremo una cifra.»
    Di Ensor aveva sentito parlare molto. Per questo motivo era estremamente curioso di vedere come avrebbe interagito con gli studenti durante i M.A.G.O. «Roulette russa assolutamente. Vieni con noi, Hakon» Avrebbe risposto al collega per poi avviarsi verso il balcone, lasciando un'ultima frase all'alchimista «Coraggio e intelligenza, tecnica e carisma. Tutte doti utili. Ma nessuna può battere la fortuna.»

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato
    Be the chaos you want to see in the world.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.


    Morrigan interagisce praticamente con TUTTI lel e poi giù di roulette russa
     
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  15. Nick Ross
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    f6b03b65f525340354e75deb41e1d294
    Nick Ross | 25 y.o
    Il giovane sbuffò, spazientito, rivolgendo un'occhiata scocciata a quei due uomini all'ingresso. Fornire una rispostaccia, tuttavia, non sarebbe servito proprio a niente, anche se Nick ultimamente non avesse tra le sue qualità, la pazienza. Questo invito mi è arrivato per posta spiegò, passandosi le dita tra i capelli scuri e sbattendo leggermente il piede per terra. Vi sembro un auror? Aggiunse, ben conscio che quei due non brillassero per intelligenza -almeno, così a lui sembrava- e non avrebbero saputo distinguere un auror da chi non lo era (come se fosse cosa facile). Confrontate pure l'invito con gli altri, se vi fa stare più sereni. Concluse, con la pazienza costantemente in calo. Ora, posso entrare? era una domanda retorica, in realtà, perché lui di certo non se ne sarebbe andato prima di essere riuscito a passare del tempo in quel posto, curioso. Non era mai stato in un locale del genere -non ne aveva mai visti di abbastanza buoni da soddisfare le sue aspettative, in realtà- quindi nutriva grandi speranze nei confronti del Rouge. Magari sarebbe potuto diventare un luogo da frequentare abitualmente, ogni cosa poteva essere possibile.
    Quindi, con un falsissimo sorriso rivolto ai due uomini, sarebbe entrato per dirigersi al bancone, dov'era già radunato un nutrito gruppo di persone. Era un posto elegante e ben curato, apprese guardandosi intorno, osservando i divanetti quasi di sfuggita, per poi concentrarsi su chi era al bar. Rammentò che molti li aveva già visti a Dubai, anche se con tutto ciò che era successo, non aveva di certo fatto in tempo a presentarsi e socializzare ma, sperava, quella sarebbe stata una serata tranquilla -senza attentati, per intenderci- e che avrebbe permesso quindi, di fare conoscenze interessanti e Nick aveva un gran bisogno di distrarre la mente ed evadere dai suoi pensieri che lo tenevano chiuso in una gabbia fatta da indistruttibili sensi di colpa che non lo abbandonavano mai, giorno e notte. Avrebbe voluto, quindi, lasciare essi fuori dalle porte del Rouge e godersi una serata in spensieratezza senza essere schiacciato dal risentimento nei propri confronti. Si apprestò quindi a studiare i volti di chi lo circondava, finché non riconobbe Morrigan -l'unico che aveva avuto tempo di conoscere meglio, anche se avesse preferito in altro modo- e quindi gli rivolse la parola. Alzò appena gli occhi al cielo, nell'udire la sua risposta, ma poi cercò di improvvisare un sorriso, scacciando ancora una volta tutti i pensieri negativi. Il suo sorriso, comunque, non raggiungeva gli occhi ma era il massimo che poteva fare. Era abituato, per lavoro, a dover sorridere a chiunque gli si parasse davanti, così come sulle foto per instagram, ma era davvero difficile apprendere come fingere un vero sorriso, di quelli che coinvolgono con sincerità ogni muscolo facciale. Spero ti basti replicò, stavolta con un sorrisetto un po' più sincero. Forse avrebbe dovuto dargli del Lei, ora che non si trovavano più in una condizione disperata? Probabilmente sì, ma Nick, oltre che ai pensieri, quella sera voleva lasciar fuori qualsivoglia formalità; alla fine, erano tutti là per lo stesso motivo, senza differenze di ruoli o quant'altro. Che si dice? gli chiese poi, continuando ad guardarsi attorno finché non gli giunse all'orecchio anche un'altra voce che, sulle prime, non riconobbe. Si voltò nella sua direzione, incrociando un viso familiare. Non riusciva a collegarlo, tuttavia, ad un nome. Oh sì, ero presente alla laurea di Aaron, perciò molto probabile. Fece una pausa, osservando il ragazzo. Purtroppo poche facce gli erano restate impresse, oltre a quelle che già conosceva prima di quel triste giorno. Nicholas Ross si presentò, distogliendo un attimo lo sguardo, riflessivo. Pensare alla laurea, le faceva pensare in automatico al dolore di Eve che aveva percepito quasi come se fosse stato il suo. Si riscosse, comunque, tornando a concentrarsi su chi era là presente in quel momento.
    Erano quasi le undici di sera, quando le luci si spensero. Ebbe un orribile deja-vu, ma aspettò che qualcosa accadesse. Infatti, il buio non durò che per qualche secondo, prima che una fiamma facesse la sua comparsa in maniera spettacolare, facendo sì che gli occhi scuri di Nick vi si incollassero, con stupore. Osservò poi quello stesso arco, popolarsi di magnifiche rose rosse, come un grande cespuglio. Sorrise. Ci sapevano fare, con gli effetti speciali. Delle candele si accesero e, contemporaneamente, una rossa uscì sul palco e Nick dedusse che fosse la proprietaria, dal momento che si stava dirigendo al microfono. Ascoltò con attenzione le sue parole, interessandosi immediatamente a quel gioco. Certo, non sarebbe certamente stato pericoloso come quello vero -o comunque lo credeva- ma sarebbe stato divertente ed intrigante e a Nick le sfide piacevano, ragion per cui decise che ci avrebbe fatto un pensierino.
    Guardò molto interessato quella fantastica sfilata e quei bellissimi abiti, mentre quel posto guadagnava -via via che la serata procedeva- punti nella sua personalissima classifica dei locali. Non si perse nemmeno un movimento delle modelle -e modelli- ed osservò con attenzione finché la sfilata non giunse al termine. Sorrise e si girò, deciso ad avvicinarsi al bancone dov'era la proprietaria che, dandole un'occhiata più attenta- capì di aver già visto anche lei, alla laurea... come la maggior parte dei presenti. Complimenti, magnifica sfilata. Si sarebbe poi rivolto ad Alyce, regalandole uno dei suoi più caldi sorrisi. Era davvero affascinante. Sono anch'io qui perché interessato alla roulette spiegò, posandosi appena al bancone.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Interagisce con Morrigan Maverick Skyler Mave Alyce Coffey ed è interessato anche lui alla roulette v.v
     
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