Verrà espulso?

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    Victoria E. Burke | Preside

    Sabato 1 Febbraio - 11:00


    Un rapido colpo di bacchetta spostò le spesse tende poste sulle finestre, permettendo ai deboli raggi del sole di filtrare attraverso il vetro per illuminare la stanza. A risaltare più di ogni altra cosa era un'immensa tavolata posta al centro della stanza e tante sedie quanti erano i docenti poste intorno ad essa. Sulla superficie del tavolo solitamente erano sparsi registri, scartoffie e vari libri di testo, tuttavia quel giorno era particolarmente ordinata. Solo una pesante cartella era disposta di fronte alla preside, la stessa che riportava il nome Blake Barnes. Fragile, ecco com'è il tuo animo. Ricordava bene il dialogo avuto col ragazzino e la sua ira era tanto furente quanto fugace. Quel ragazzino aveva dei problemi, ciò le fu chiaro dal primo momento in cui lo aveva visto, possibile che i suoi docenti non se ne erano mai accorti?
    Da quando Blake fu ammesso all'Accademia di Magia e Stregoneria di Hidenstone non pochi furono gli episodi che costrinsero i vari professori a richiamarlo o punirlo, ma quanti di loro si sforzarono per capirlo? Certo, questo non era strettamente il dovere di un insegnante, ma Victoria durante la sua vita aveva assistito a mille ingiustizie e col senno di poi aveva appreso come gli unici provvedimenti utili al mondo erano quelli che ci miglioravano come presone, non che ci distruggevano.
    Purtroppo Blake si era spinto troppo oltre, forse vittima di un carattere troppo esplosivo e di un passato poco umile. Sospirò. Non aveva gli elementi adatti per giungere a tali conclusioni, anche se col suo lavoro aveva avuto modo di conoscere molti studenti e solitamente coloro che vivevano dinamiche simili avevano un simili attitudini. L'Opale aggiunse la fantomatica goccia che fece traboccare il vaso durante il ballo invernale, ignorando qualsivoglia regola morale ed i limiti del buon senso. Cos'era successo di preciso? Di raccontarlo non ce n'era bisogno, era certa che il discorso sarebbe uscito una volta che tutti gli invitati avrebbero raggiunto quella stanza.
    Quello di oggi sarà un lungo pomeriggio.
    Victoria inaugurò l'inizio del nuovo mese con un collegio docenti in cui ogni professore era tenuto a partecipare. Erano stati richiesti provvedimenti, ma prima ancora di procedere con una qualsiasi decisione aveva intenzione di consultarsi con i professori per aver in mente un quadro più completo dello studente di cui da lì a poco avrebbero parlato. L'ultima volta in cui la preside aveva avuto modo di parlare con lui risaliva a poche settimane fa, quando il giovane si sfogò riguardo a cosa era successo durante una lezione di Aritmanzia. Era palese già da allora che qualcosa non andasse. Ciò nonostante il ragazzo uscì dalla sua porta piuttosto soddisfatto, quindi non poté far a meno di chiedersi se i suoi comportamenti avventati dipendevano dall'esplosione di un insieme di cose che non riusciva a gestire o da una più semplice indole che facilmente si sottometteva all'ira. Qualunque fosse la situazione, lo scopo personale di Victoria era terminare quel collegio con la soluzione migliore per il ragazzo e per l'accademia. Sarà in balia del vento del cambiamento. Sì, perché lasciar le cose così com'era a suo avviso non sarebbe servito né per Blake che non avrebbe ottenuto nessun consiglio per migliorarsi, né per la scuola che avrebbe continuato a subito quello che poteva essere definito il comportamento di un ragazzo poco rispettoso ed arrogante.
    L'incontro con i docenti era stato prefissato per le undici in punto e perlomeno dalle persone che aveva assunto si aspettava una certa puntualità. Per allontanare il classico odore di chiuso la donna aveva precedentemente aperto la finestra - quindi all'interno dell'aula non faceva proprio caldo - per poi accendere qualche sporadica candela all'aroma di cannella nelle zone più buie della stanza. Ci teneva a rendere l'ambiente il più confortevole possibile, in fin dei conti non sapeva per certo quanto tempo avrebbe portato via la discussione.
    Victoria, quindi, era già presente all'interno della stanza. Era seduta sulla sedia posta al centro del lato opposto all'entrata e accanto a lei vi era una tazza di tè fumante con qualche goccia di latte. Di tanto in tanto faceva qualche sorso, riportando poi lo sguardo sulla cartella che aveva davanti. Con la rabbia il dilemma è controllare o essere controllati. Si disse crucciando un attimo la fronte per aggiustare poi la piega della lunga mantella che indossava. Fortunatamente, nonostante l'età, ancora non aveva bisogno degli occhiali da vista anche se forse perderla del tutto non sarebbe stato poi così male. Avrebbe potuto affinare gli altri sensi e magari assumere qualcuno che si occupasse della burocrazia magica che a confronto di quella babbana aveva solo da invidiare. No, non sono più quel tipo di persona. Questa scuola, questa isola ha bisogno di me.

    RevelioGDR


    Benvenuti al primo collegio docenti <3
    Affinché questa role non duri in eterno darò delle scadenze, al momento vi si chiede di far un semplice start. Siccome non si tratta di nulla di troppo impegnativo vi chiedo gentilmente di postare entro Lunedì 3 Febbrario alle 23:59
     
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    Eva Ivanova


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    «Davvero, dico. Hanno convocato tutti i docenti per parlare della sua situazione, ma non il fratello. L'unico tutore? Lui dovrebbe sapere! Tu non credi, Alba? E poi... perché Sam non è ancora qui fuori? Non se ne sarà mica scordato?»
    Accelerazione, così denominato è l'aumento di velocità. In fisica, è una grandezza vettoriale che esprime la variazione di velocità avvenuta in un intervallo di tempo, è denominata istantanea quando l'intervallo è infinitesimo.
    Ecco, accelerazione è il termine esatto per indicare lo stato emotivo della docente di Incantesimi, che arrivata a passo svelto davanti il quadro che ormai era quasi diventata una sua amica, attendeva il professore di Alchimia «Alba, per favore, mi faresti entrare? Vorrei solo capire se vale la pena aspettare o meno. Sono preoccupatissima per Blake.» tirò un respiro profondo, cercando di recuperare fiato, visto quanto veloce avesse parlato.
    La sublime figura de quadro era molto confusa ed imbarazzata, non sapendo bene cosa dire. O meglio, non aveva avuto nemmeno il tempo per poter pensare di aprire bocca, per quanto Eva aveva parlato velocemente. Le gote della docente erano rosse e gli occhi lucidi dal tanto parlare.
    Eva amava i suoi studenti, uno per uno. Erano la sua famiglia, come se lei fosse una specie di mamma chioccia e quando qualcuno di loro era in pericolo o poteva aver combinato qualcosa, cercava di aiutare quanto più poteva.
    Questa volta, inoltre, si trattava di Blake Barnes. Non aveva preferenze verso gli studenti, ma Blake Barnes era lo studente dove aveva deciso di impegnarsi di più, quasi come se fosse suo figlio naturale. Aveva una storia alle spalle che aveva formato delle lacune affettive e comportamentali a cui lui non riusciva ancora a far fronte, probabilmente non se ne accorgeva nemmeno di tutto quello che comportavano le sue azioni e della gravità di queste. Ma... no, un consiglio straordinario per l'espulsione, non era il caso.
    Se Alba avesse aperto, Eva sarebbe entrata a grosse falcate «Dimmi che sei vestito.» disse, appena messo un passo oltre il quadro «Non avrei mai pensato di poter dire questa frase, in quest'ultimo periodo, ma... oggi abbiamo qualcosa di importante da fare, ricordi, vero? Il consiglio straordinario. Barnes. E io sono agitatissima, nemmeno fosse mio figlio.» non la si fermava, quando partiva. Era agitata come se fosse invasa dal terremoto, un tumulto continuo. Sospirò appena, portando l'indice e il pollice della mano destra a massaggiare l'incavo degli occhi, vicino al naso, socchiudendo le iridi chiare.
    Sbuffò l'aria dal naso, come se questo potesse aiutarla a sistemare il suo stato d'animo «Davvero, Sam... capisco che il suo comportamento sia sbagliato, ma mi preoccupa che non si ragioni a mente lucida, sul da farsi.» incrociò le braccia sotto i seni, quindi e spostò il peso del corpo sulla gamba destra «Dai, vedremo... ora, dobbiamo sbrigarci, tra cinque minuti dobbiamo essere lì.»
    Disse, avvicinandosi a passo tranquillo verso l'uomo e sorridendogli dolcemente, mentre con le dita affusolate cercò di percorrere quella distanza che intercorreva, per poter afferrare il colletto della sua camicia e tirarlo fuori dall'interno, per aggiustarglielo, sempre se lui lo avesse permesso, notando per pochi attimi la chiave che aveva al collo e alzando un sopracciglio, incrociando il suo sguardo, ma senza dire nulla. Sorrise, poi «Direi che sei perfetto per questo incontro...»
    Attese, quindi, sistemò la sua giacca color vinaccio, in abbinato con il pantalone che arrivava sopra la caviglia, lasciando libera la visuale sul sandalo nero, arricchito di piccoli strass. Il top di raso, nero, era infilato dentro la cintola del pantalone, per uno stile elegante e formale, ma sempre di classe.

    Una volta arrivati nella Sala Insegnanti, si sarebbe guardata intorno, notando di essere i primi ad aver varcato quella soglia «Buongiorno, Preside Burke.» si sarebbe seduta accanto a Sam, sperando che quella sua vicinanza l'avrebbe calmata almeno un pochino, rispetto a com'era iniziata quella giornata.

    made by zachary

     
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
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    Da una vita tranquilla e spensierata che aveva, da quando era entrato ad Hidenstone, era diventata una vita infernale. Alunni che decidevano di fare cose assurde in ogni dove. Non capiva se fossero cambiati i tempi, oppure, semplicemente, lui alla loro età dormiva appassionatamente. Come si poteva riuscire a creare tanto caos, disagio e distruzione con una sola presenza? Lui non conosceva benissimo Blake Barnes, non aveva mai avuto modo di incontrarlo da solo, non sapeva esattamente che problema avesse quel ragazzino, ma, indirettamente, e soprattutto nella maniera più sbagliata che un professore poteva avere, lo conosceva bene grazie a Jessica. La sua migliore amica, la sua alunna... che si portava a letto?Cioè... lui poteva mai andare in un consiglio e decidere le sorti di un ragazzino che aveva fatto sicuramente qualcosa di tanto grave da meritarsi un consiglio straordinario, quando lui andava a letto con una sua alunna? Insomma... con quale faccia avrebbe dovuto guardare i suoi colleghi e sopratutto Blake Barnes, votando per una meritatissima espulsione? Ma facciamo un passo indietro. Daniele era un moderato, da sempre. Aveva sempre cercato di accontentare i suoi alunni in qualsiasi maniera possibile, non era uno che metteva i ragazzi in punizione, non era uno che toglieva i punti, non era uno severo che dava tremilioni di pergamene da fare. Era un giovane adulto che non faceva altro che sognare, che stare con la testa all'insù e guardare il cielo. Non avrebbe votato per una eventuale espulsione neanche se non avesse avuto quel dramma interiore della sua dannatissima alunna. Daniele era sempre per le soluzioni che comportavano un dialogo, un'apertura emotiva o comunque qualcosa che riuscisse davvero a fare la differenza nel ragazzo. Fatto si era, che era evidente, che Blake stesse veramente esagerando. Aveva davvero cercato di dare fuoco d un ragazzo solamente perchè aveva riso? Insomma, ok... era stato imbarazzante, ma dare fuoco ad una persona - e per fortuna non ci era riuscito - solamente per una reazione del tutto normale a quell'età non era solo esagerato, ma era anche molto pericoloso. Senza neanche contare tutte le volte che erastato in infermeria e che aveva mandato qualcuno in infermeria, per non commentare la sua irresponsabilità la notte incirminata... Fece un respiro profondo e piegò la maniglia della sala riunione degli insegnanti. Infondo era obbligato ad andare a quel consiglio non solo per Blake Banres, ma anche per Jessica e comunque e soprauttto, per la sua posizione. Buongionro a tutti, buongiono preside Burke! Salutò i presenti andandosi a sedere di fronte alla donna dai capelli terribilmente bianchi ed affascinanti. Infondo i suoi colleghi li conosceva poco, a parte Samuel, Eva e Kenna, e le ultime due le conosceva solamente perchè aveva fatto un casino con il fuoco al molo; Kenna perchè era la sua accompagnatrice al ballo. Maledetto ballo, tra le altre cose. Cominciò a tamburellare con le dita sul grande tavolo in attesa che gli altri colleghi arrivassero e che si cominciasse a parlare seriamente di quella situazione. Sospirò. Ci saranno anche i genitori di Barnes e sopratutto, quelli del ragazzo a cui voleva dare letteralmente fuoco? La domanda era lecita, no? Infondo lui non sapeva niente di tutte quelle cose e Daniele era anche una persona abbastanza fra le nuvole per capire che infondo non erano li solamente per quel minimo episodio, ma il ragazzino aveva accumulato così tanti disastri in quei soli due anni di permanenza in quella scuola da far quasi paura.
    the heart is deceitful above all things,
     
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    Samuel Black
    Docente di Alchimia

    - Ecco. Così dovrebbe andare -
    Sam indossava un paio di pantaloni di cotone scuro ed un maglione di lana grigio. La zip aperta lasciava spazio alla canottiera bianca ed allo sbatacchiare della chiave del suo laboratorio "intimo" che gli penzolava dal collo.
    Sulle sue ciabattine arancioni l'alchimista agitava con attenzione una fiala blu elettrico sopra il tavolino da lavoro. Il calderone ribolliva inodore ed incolore, in attesa che quel qualcosa che Sam aveva per le mani venisse gettato nelle sue interiora per saziarne la fame.
    Era il 1 Febbraio e la sua sveglia era suonata alle 3 del mattino. Si era fatto una doccia, vestito con poca attenzione e poi la sua figura era volata nella notte verso la guferia. Come programmato, gli era giunto un gufo da Praga. Il mittente? Petr Nòvak.
    Il manoscritto di "Psicoterapia Babbana; la Memoria ed il Mondo Magico" era stato ultimato poche ore prima da Petr ed altri loro ex compagni di ricerca più qualche esperto di Magitecnica che Sam non aveva mai sentito nominare prima di quel progetto. Il cecoslovacco voleva dei pareri dall'insegnante di arti Alchemico.Trasfigurative e lui da parte sua non vedeva l'ora di tuffarsi tra quelle pagina di studi sperimentali.
    La memoria era la protagonista assoluta di buona parte del manoscritto. Quello sguardo verso il passato che spesso ci tradisce, a volte mutando perfino gli eventi più importanti della nostra vita. Anche i ricordi che noi riteniamo cristallizzati nel cervello col tempo mutano.
    Degli psicoterapeuti americani si erano soffermati sulla questione.
    Premettendo che è impossibile per noi ricordare ogni singola cosa percepita dai nostri sensi, un pianista che si esibisce ad un saggio musicale molto importante per lui percepisce molti elementi: l'ansia da prestazione, il contatto con i tasti del pianoforte, lo sguardo di un amico e tante altre cose.
    Tutte queste esperienze singole vengono registrate in quelle che potremmo definire tessere mentali, perchè proprio ricordano le disordinate tessere di un puzzle. Tuttavia non siamo macchine e vengono ricordate solo le tessere che contengono le esperienze più importanti: le "tessere chiave"; non immagazziniamo tutto.
    Quando lo stesso pianista cerca di ricordare il suo saggio di cui lui reputa di averne un ricordo molto chiaro, il suo cervello prende tutte quelle tessere sparse e le riordina. Tuttavia dato che ha a disposizione soltanto le "tessere chiave" ci sarebbero per forza dei buchi nel ricordo che impediscono di avere un immagine definita di esso.
    Allora il cervello del pianista prende il suo puzzle di "tessere chiave" e si chiede cosa è più ovvio che ci fosse in quel buco di cui non ha memoria. Gioca con le probabilità e con tutte le altre "tessere" che nel corso della sua vita ha immagazzinato. Trovata la sua risposta infila le nuove tessere nel puzzle e lo completa.
    Questo procedimento rende la nostra memoria uno strumento non del tutto efficace e ben lontano dall'essere perfetto. In molti casi produce risultati molto problematici. Come nel caso del riconoscimento da parte di una vittima del suo stupratore ad anni di distanza.Molti uomini sono andati in carcere pur essendo innocenti a causa di questo processo imperfetto della memoria.
    Tuttavia questo metodo ad immagini mentali è ciò che ci rende umani e che ha permesso alla nostra razza, babbani o maghi che sia, di fare tutto ciò che ci ha portato a questo punto.
    Tutto ciò perché è stato provato che questo processo di scomposizione e ricomposizione delle esperienze è lo stesso che ci permette di progettare e prevedere i vari futuri possibili.
    La memoria è lo strumento che rende possibile la nostra esistenza in quanto uomini.... e se fosse possibile modificarla tramite dei composti alchemici, che succederebbe?
    Il quesito era grande come l'universo e dopo essersi letteralmente mangiato l'intero manoscritto in quelle poche ore, ancora prima di rispondere all'amico, aveva iniziato a scarabbocchiare sulla sua lavagna personale con una furia degna di una valkiria sul campo di battaglia contro le forze del caos.
    Un infinità di numeri e lettere e calcoli erano comparsi e ricomparsi, fra cancellature ed altri affondi del bianco gessetto sulla carne nera della lavagna.
    Infine un sorriso si pitturò su quelle labbra sottili e sul calderone posto su quel fuoco già acceso alle prime luci di quella notte di conoscenza. Gettò 15 litri d'acqua, 9 piume di Augurey, 4 pustole di Clabbert, quattro fialette di bava di Erumpent ed una di acqua del fiume lete.
    Ormai, in qualità d'insegnante era quasi disarmante la facilità con cui poteva recuperare i vari materiali. Rise pensando alle sue avventure per recuperare il necessario alla preparazione della pozione animagus.
    Completata l'operazione al calderone l'attenzione era calata su sale, zolfo, mercurio e sangue di demiguise; creature affascinanti capaci di prevedere il futuro più immediato giocando sulle probabilità.
    Aveva appena terminato il composto di prova, bastava solo che lo versasse nel calderone, lo lasciasse amalgamare con il resto e poi avrebbe potuto testarlo su uno degli animali rinchiusi nell'aula.
    - Aehm Samuel... Eva è qui. -
    Le sopracciglia assottigliate nella concentrazione si spalmarono confuse sul volto. Occhi prima sul calderone, poi sul piccolo quadro dietro la scrivania. Calderone, quadro. Quadro, calderone.
    - EH?! -
    Si accorse solo in quel momento che il sole era già molto alto ed illuminava completamente la stanza.
    - Ma che ca...Oh merda. - Illuminazione.
    Quel giorno aveva il suo primo collegio docenti.
    Appoggiò la fiala sul tavolino da lavoro e....corse in bagno.
    - Una lavatina alla faccia, ecco si. Il deodorante. DOV'È IL DEODORANTE?! Ah eccolo. -
    Dall'altra stanza la voce di Alba risuonò dolce, ma anche lievemente perentoria - Io la faccio entrare -
    -No aspetta! -
    Inutile. Con un piccolo schiocco la porta di quercia avvisò della sua apertura.
    - Ahhh eddai! - Aveva ancora il tempo che Eva avrebbe impiegato per salire le scale...pochissimo tempo.
    Rapidi movimenti lasciarono un uomo in mutande. Tolto il maglione prese i primi vestiti vagamente eleganti e piegati che avesse trovato. Corsa nello studio, vestiti appoggiati sulla scrivania. Un uomo ancora in mutande e....un Eva modalità shinkansen che irrompe dentro la stanza.
    «Dimmi che sei vestito.»
    Un sorriso titubante
    - Aehm...Sono vestito -
    Mentre il corpo iniziò a tuffarsi nei vari vestiti Eva parlava e Sam annuiva.
    I pantalononi di spesso cotone bordeaux erano stati infilati, la camicia bianca iniziava a chiudersi tra un bottone e l'altro, mentre un sorriso tranquillizzante fu lanciato verso l'amata.
    - Vedrai Eva, adesso andremo dalla Burke e valuteremo con calma anche se...-
    Le labbra si chiusero con forza. Non era necessario ribadire la sua posizione, almeno non in quel momento in cui la donna dimostrava una forte fragilità, sembrava un fiore estivo agitato dall'autunno.
    Blake Barnes era una bomba ad esplosioni concatenate ed imprevedibili e necessitava di una lavata di capo. L'espulsione? In istituto normale sarebbe stata una scelta obbligata e Sam l'aveva valutata più volte da quel non troppo lontano 23 dicembre.
    - Dio come è bella -
    La camicia sembrava a posto. Sam iniziò ad affondare le braccia nella giacca blu scuro.
    - Cinque minuti?! -
    Inutile nascondere che avesse perso la cognizione del tempo.
    Si sedette un attimo ed inforcò con furia le scarpe di pelle, poi prese la bacchetta e la inserì nell'apposito contenitore di pelle alla cinta.
    - Ecco. Sono pronto. -
    No, ed invece no. Aveva ancora metà dei pensieri sul composto alchemico e l'altra metà sull'imminente consiglio.
    - Che io sia pronto per que...Oh merda! -
    Con un colpo di bacchetta spense il fuoco sotto il calderone e corse verso di esso. Il composto aveva preso un colore diverso da quello prospettato.
    - È tutto da rifare... Al diavolo! Andiamo?! -
    Lo sguardo tradì un po' d'impazienza, impazienza che aveva influito anche sulla sua vestizione. Eva si avvicinò a lui e gli sistemò il colletto. - Si..scusa, ora sono pronto e tu sei bellissima...come sempre - Notò l'attenzione momentanea di Eva per la chiave, ma quello non era tempo per discuterne.
    Le porse un sorriso dolce come il miele. La donna dell'est aveva un effetto potente e tranquillizzante su di lui. Il collo dell'alchimista scattò scattò e fece per darle un bacio veloce, ma intenso, poi si mise al suo fianco e come il migliore dei cavalieri porse il braccio.
    Insieme si diressero al piano inferiore, verso la presidenza.

    - Preside - Un lieve inchino fu fatto a Victoria prima di prendere posizione su quel grande tavolo che sarebbe stato testimone di riflessioni e pareri, a volte favorevoli, a volte contrari. Erano i primi, ma non troppo tempo passò prima che si aggiungesse a loro il professore di Astronomia. Daniele Salvatore.
    - Buongiorno collega - Un sorriso sincero, ma anche lievemente affettato. Nel poco tempo passato insieme, infatti, Sam si era fatto un idea di quel docente. Impeccabile nella sua materia, ma anche molto e forse troppo generoso e sempliciotto. Probabilmente avrebbe puntato ad una mediazione estrema, come probabilmente avrebbe fatto la sua compagna. Ma quel giorno era tempo di dure punizioni. Forse l'espulsione era esagerata, ma ciò non toglie che qualcosa doveva essere fatto.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1" Scheda | Stat.
    by Lance
     
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    Lancelot OlwenDocente di Rune
    'Coraggio, Lance... oggi... è una giornata importante' lo era, lo sapeva, lo poteva capire anche solo fissando il suo riflesso allo specchio e vedere i suoi occhi azzurri tremolare per la tensione: aveva paura, una paura che lo attanagliava con una violenza che non provava da mesi se non anni, tale per cui si era costretto a cambiare look almeno cinque volte, alla ricerca di quello giusto, come se da quello potesse dipendere la vita di qualcuno.
    E forse, in una certa misura, era così 'Oggi si decide per Blake'
    Dovette deglutire, alla sola idea, e togliersi la cravatta da quanto sentiva caldo 'No, non ce la faccio con anche la cravatta!' troppo formale, troppo stretto: non riusciva ad essere così formale, non se si trattava di quel caso umano - che lui adorava - dal nome di Blake Barnes.
    Quasi con rabbia si tolse la camicia bianca, ora troppo anonima, restando con addosso solo una canotta in lana. Vi indossò sopra una camicia verde smeraldo, cui abbinò infine dei pantaloni beige, disegnando un dei suoi accostamenti più ricorrenti.
    Si sistemò i capelli e si guardò allo specchio, ancora una volta 'Ho lo sguardo di uno pronto a trattare Blake equamente e punirlo... o sono vestiti come l'avvocato del diavolo?' non ne aveva idea, in vero, e la cosa peggiore era che neanche lui sapeva quale delle due facce volesse assumere. Quando aveva visto lo sfogo di rabbia di Blake alla festa di natale un pezzo del suo cuore era morto dalla paura, salvo poi raggelarsi quando lo vide gettare addosso ad un ragazzo del liquido alcoolico, minacciando poi di dargli fuoco 'Come ti è saltato in mente Blake: cosa diamine ti passa per la testa?!'
    Aveva avuto ampiamente prova della follia urlante che regnava nel cuore del biondino e di come la rabbia lo accendesse. La sua vena autodistruttiva e distruttiva era sempre stata sotto gli occhi di tutti, ma Lancelot aveva avuto anche di vedere altro, come la sua lealtà e la sua incredibile (seppur talora malata) gentilezza. Si era sempre detto che Blake era un ragazzo da mettere sulla giusta strada, con sani principi da canalizzare nel modo corretto, ma dopo quella sera lo poteva ancora dire? 'Oh Blake,,,' in vero non ne era certo e guardandosi allo specchio vide il volto di un uomo sconfitto e per questo colpevole.
    Sospirò si diede un po' di profumo e si stampò sul viso il sorriso da copertina che usava agli eventi importanti, poi, senza ulteriori pensieri si recò direttamente in sala insegnanti "Buona mattinata a tutti..." disse lui, cercando di tenere il tono della voce alto, allegro, per non terminare con le prime parole qualsiasi sua possibilità di influenzare quel collegio nella direzione in cui lui avrebbe creduto.
    Osservò il lungo tavolo, valutando ove sedersi, salvo venir catturato dalle parole di Daniele "Non credo sia opportuno che delle persone così tanto coinvolte decidano riguardo il destino accademico di un ragazzo" propose lui "E comunque, il tutore legale di Blake Barnes era il fratello Aaron"
    Conosceva abbastanza bene le vicissitudini di casa Barnes, complice la fidanzata, ma ovviamente tacque le proprie osservazioni, andando invece a sedersi accanto a Daniele, osservando poi Samuel ed Eva, temendo molto il loro giudizio, anche se non quanto quello di un'altra persona 'Ensor è il suo capocasata... il suo voto, la sua opinione avrà un grosso peso...' pensò lui, trovandosi ancora a deglutire, finendo poi con l'incrociare le braccia e rivolgere lo sguardo alla preside.
     
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Un sorriso sarcastico nacque sul volto di Brian quando venne a sapere del collegio docenti. Victoria non era solita indirli e il fatto che avesse deciso di farlo stava a significare che aveva bisogno di un confronto di idea non poco importante. Ok, poteva starci, in fin dei conti il docente di Difesa nonostante vantasse una linea di pensiero molto dura era disposto a parlare di qualunque cosa. Era terribilmente serio - questo lo sapevano tutti - ma persino lui non riuscì a trattenere una sonora e sguaiata risata quando lesse quale sarebbe stato l'argomento del giorno: Blake Barnes. Cosa c'è? Vecchia decrepita, ti sei accorta che se non prendi provvedimenti ti fa esplodere la scuola? La risata assunse un connotato folle e delirante a seguito di quella domanda. Tranquilla, tanto manco un suo attacco kamikaze potrebbe scalfire la tua fottutissima barriera Aritmantica! Sfogò tutta l'ira represse in un unico pugno dato contro il manichino situato ad un angolo della propria camera. In un luogo pubblico non avrebbe parlato in quel modo a voce alta, tuttavia senza una valida valvola di sfogo sarebbe impazzito all'interno di quel circo che oramai tutti chiamavano scuola.
    Quel sabato indossò un outfit che rispecchiava quasi simmetricamente il suo stato d'animo: scarpe classiche nere, pantaloni neri, camicia nera, cravatta nera. Il tutto ovviamente era differenziato da diverse sfumature, ciò nonostante nessuno se ne sarebbe poi tanto sorpreso. Non era solito portar molti colori addosso.
    Avanzava a passo lesto in direzione della Sala Insegnanti con idee chiare e la sua visione di giustizia negli occhi. Varcò la porta e si trovò davanti alla preside e ad alcuni docenti arrivati prima di lui. Non si sorprese minimamente di veder già lì Olwen, paladino di ogni studente disadattato. Brian era certo che se avesse controllato i registri tutti quelli a cui aveva assegnato una T col collega di Rune avevano minimo una A. Pregiudizi? Certo che sì, ormai il mondo andava avanti con quelli.
    Rivolse un saluto gentile ad Eva, a Samuel e a Daniele, andandosi però poi a sedere vicino al collega di Rune e ad una sedia ancora vuota. Comodo, no? In questo modo tutti avrebbero potuto trovare diavolo e acqua santa l'uno accanto all'altro. Buongiorno. Finalmente si decise ad aprire parole, udendo poco dopo la domanda posta dall'insegnante di Astronomia e la risposta di Lance.
    Brian sospirò. Più che la presenza di terze persone, sono curioso di sapere il motivo per cui siamo qui. Insomma, ci sono alternative valide all'espulsione? La dipartita di Blake era una soluzione radicale ed efficacie, proprio come piaceva a lui. Ok, quello studente era quello per cui provava più simpatia, ma da quando era diventato direttore dei Black Opale era anche quello per cui doveva più volte scomodarsi. Gli sarebbe mancato una volta espulso? Assolutamente no, per quanto potesse preferirlo rispetto ad altri suoi coetanei, Brian continuava ad odiare ogni singolo studente che abitava all'interno di quelle quattro mura.

    RevelioGDR
     
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    AIRWËN
    O'NEILL
    Airwën stava correggendo i compiti di Pozioni quando le arrivò il gufo che avvisava dell'accaduto e della riunione straordinaria che era stata indetta per decidere come comportarsi al riguardo.
    Casualmente non si era stupita nel leggere il nome dello studente che aveva causato tutto quel casino, era stata messa in guardia non solo dagli altri insegnanti, ma dal fratello stesso quando lo incontrò in ospedale tempo addietro.
    Blake Barnes si era mostrato un alunno dal temperamento "esplosivo" in tutti i sensi, in parte le piaceva il suo carattere tanto esuberante, rendeva le sue lezioni per nulla noiose, ma a volte esagerava e rischiava di mettere in pericolo i suoi vicini di banco a lezione, soprattutto con la sua materia bisognava essere pazienti, precisi e attenti, cosa che risultava decisamente difficile a Blake.
    Quando lesse cos'aveva combinato, un'imprecazione in gaelico irlandese le uscì dalla bocca, ma per sua fortuna era sola in ufficio.
    Mise da parte i compiti e dandosi una veloce sistemata, prese la propria borsa a tracolla che usava anche a lezione e si diresse in Sala Insegnanti.

    Arrivata vi trovò già alcuni professori di cui ricordava il volto e la materia, meno i nomi, infondo era da poco stata assunta come docente di Pozioni, stava ancora memorizzando il corpo docente. Sicuro riconobbe subito la Preside, che saluto con educazione e Brian, il docente di DCAO che le dava sempre una sensazione d'inquietudine ogni volta che lo incrociava per i corridoi. Anche il professore di Astronomia non le passò inosservato, essendo arrivato da poco come lei e quello di Rune perchè interessata alla materia che insegnava.

    << Buongiorno, scusate il ritardo...>>

    Rimase ad ascoltare, cercando di comprendere le rispettive posizioni, chi a favore di un'esplusione, chi in cerca di un'alternativa, per poi parlare a sua volta:

    << Alla base di tutto ritengo sia necessario un intervento a livello Psicologico, nel senso affiancargli qualcuno che possa aiutarlo a capire il motivo del suo comportamento.
    Non credo lo faccia perchè "stupido", penso abbia dei conflitti personali interiori che lo portano o alla ricerca di attenzioni o allo sfogo verso gli altri.
    Se voleva dare veramente fuoco ad un suo compagno, dev'esser successo qualcosa di così grave per lui, da desiderare di ferire e infliggere dolore all'altro in modo decisamente estremo.>>


    Sicuramente Blake non era un ragazzo con un qualche ritardo mentale o altro, la testa ce l'aveva ma solo per quello che gli interessava, un po' come un qualsiasi ragazzo ribelle e un poco sfaticato, ma di certo era intelligente.
    Il suo problema maggiore era il temperamento e la mancanza di controllo, cosa che invece non mancava al fratello...
    Quando le venne in mente Aaron, un brivido la percorse, ben mascherato da un'espressione concentrata sulle parole dei colleghi.
    Chissà che come stava... Che fine aveva fatto dal loro primo incontro? Era stata così occupata con l'assunzione nel ruolo di docente di pozioni che non era riuscita a contattarlo per rivederlo, e forse era stato anche lui impegnato per cercarla... o almeno sperò fosse il motivo.

    << Penso che un'espulsione diretta sia esagerata. Non imparerebbe niente, anzi aumenterebbe il bisogno di ribellione.
    Propongo un ammonimento e una punizione esemplare.
    Naturalmente la famiglia dovrà esser contattata e informata dell'accaduto, del rischio di espulsione e della punizione assegnatagli, oltre alla necessità che lo studente venga seguito da un esperto in comportamenti problematici e distruttivi; così da aiutarlo e da evitare risuccedano casi del genere che porteranno sta volta alla sua espulsione vera e propria.>>


    Andava punito per ciò che aveva fatto, ma il problema di fondo sul carattere del giovane restava ed era su quello che bisognava intervenire in primis, anche per prevenire altri problemi futuri.

    25 anni _ MEZZAVEELA _ Irlandese
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    Edited by LadyShamy - 4/2/2020, 07:02
     
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    Andrè De Long-Prée
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    Il batuffolo di cotone pucciato nella cipria fissante svolazzava sul naso del docente, guidato dalla sua mano, mentre lui cercava di rendere il proprio incarnato estremamente più uniforme e compatto. Si spinzettava le sopracciglia, passava la propria mano tra i capelli più volte, si aggiustava allo specchio con lo scopo di apparire nel migliore dei modi davanti ai propri colleghi. Quella serie di azioni di continuo “rassettamento” della propria persona, in verità, erano dovute anche all’ansia che percepiva a causa dell’argomento di cui avrebbero trattato nel collegio docenti del giorno: la sua sfida più grande sarebbe stata quella di proteggere il ragazzo, spingendo eventualmente gli altri ad una decisione meno drastica e definitiva come l’espulsione. Perché eliminare qualcuno? Affinché possa rimanere in balia della vita, senza sapere dove sbattere la testa e, magari, diventare un vero pericolo umano? Questo Andrè non riusciva a spiegarselo, ed avrebbe cercato di mettere luce su questi aspetti davanti a tutti gli altri docenti.
    Si era anche preparato alla perfezione a livello di outfit! Aveva deciso di optare per un paio di jeans neri, attillatissimi come al suo solito, strappati in corrispondenza del ginocchio; il tutto abbinato ad una maglietta a collo alto nera, anch’essa attillata, coperta appena da un cardigan leggero dalle fantasie colorate e psichedeliche che ricordavano un po’ il motivo di un caleidoscopio; ai piedi, infine, portava dei semplicissimi stivaletti con un lieve tacco largo che slanciava la sua figura, andando a rendere il tutto più armonico. Prese la propria pochette nera di alta moda babbana, nella quale racchiudeva il proprio magifonino, alcuni documenti, penne varie ed altre cianfrusaglie che si possono trovare nella borsa di ogni uomo; successivamente afferrò la maniglia della porta del proprio alloggio, uscendo con il solito stile da quella stanza, spruzzandosi nel frattempo un po’ del proprio profumo preferito così da apparire perfetto come al suo solito davanti ai propri colleghi.
    Il momento della verità stava arrivando, ed il docente sembrava più in ansia di qualsiasi altra persona, tanto da ignorare gli sguardi di terzi che cercavano di intercettarlo e mantenere la propria attenzione su quanto avrebbe voluto dire per sostenere la propria tesi in merito a Blake. Era uno suo studente, forse non quello ‘perfetto’, forse non quello sempre preparato, ma il bene che provava nei suoi confronti era immenso, così come quello che sentiva per ogni singola persona alla quale doveva impartire una lezione. La mano si ritrovò a sbattere con eleganza sulla porta della sala insegnanti per un paio di volte, successivamente entrò con il solito passo leggiadro e posato all’interno della sala stessa e rivolse un sorriso a tutti i propri colleghi. Lievissimo colpo di tosse, giusto per schiarire la voce, seguito successivamente dai saluti soliti che precedevano una qualsiasi conversazione di tipologia formale. “Salve a tutti colleghi, un caro saluto a lei signora Preside!” Il tutto detto, chiaramente, con il tono di voce che più lo caratterizzava: scoppiettante come al suo solito, allegro, forse per stemperare un po’ anche gli animi degli altri. Prese posto attorno alla tavolata, andando ad accavallare le gambe con il modo di fare delicato che più lo contraddistingueva, ascoltando con attenzione tutto ciò che i propri colleghi stavano esponendo ed aggrottando appena la fronte.
    Forse per il fatto di essere particolarmente giovane, Andrè si sentiva molto vicino a tutti i propri studenti: era un po’ come un fratello maggiore, voleva assolutamente proteggerli ed aiutarli, motivo per il quale avrebbe preso immediatamente la parola non appena avrebbe potuto. “Colleghi, scusatemi tanto, ma il nostro dovere in quanto docenti non è quello di educare e di insegnare?” Piccola pausa retorica, giusto per enfatizzare il tutto, per poi riprendere a parlare esibendo una serie di gesti per accompagnare il proprio discorso. “Qui sembra che si voglia mandare un ragazzo in pasto ad una società crudele, meschina, che non aspetterà altro che mangiarlo vivo. Il nostro dovere è correggere un comportamento scorretto, insegnare il giusto mezzo, mettere sulla retta via; non dobbiamo abbandonare una persona al proprio destino, finendo per farla autodistruggere”. Ed in quel momento la pausa si fece più intensa, enfatica, piena di poesia. Stava pesando le proprie parole, ed in qualche modo voleva far comprendere ai propri colleghi quanto fosse importante aiutare gli altri, specie nel caso dei propri studenti. “Non possiamo permetterci di abbandonarlo. Dobbiamo aiutarlo per quanto possiamo, e gettarlo in pasto agli squali della vita senza fornirgli i giusti mezzi per affrontarli, a mio parere, non è una corretta decisione.” Si passò una mano tra i capelli, sfarfallando appena con le ciglia e facendo schioccare le labbra improvvisamente, per poi riprendere il proprio discorso. “Appoggio l’idea di fargli seguire un percorso con una persona che possa comprendere la sua psicologia, perché è evidente che stia affrontando un momento adolescenziale difficoltoso. In più, volevo proporvi di agire sul suo inconscio, permettendomi di sottoporlo ad un’analisi oniromantica. Potremmo indurgli un sonno propizio per mezzo di tecniche meditative, farci riportare ciò che ha sognato ed io stesso mi preoccuperò di interpretare i segnali che il suo inconscio ci sta mandando. Oppure potremmo fare altro, ma di certo l’espulsione non è il modo migliore di aiutare qualcuno.” Si bloccò improvvisamente, riprendendo poi a respirare e guardando gli altri docenti, uno per uno. “E’ chiaro che sia necessario prendere un provvedimento, ma questo può consistere in una punizione educativa che, a mio parere, deve essere seguita da un processo investigativo sulla sua persona e rieducativo in merito ai suoi spigoli caratteriali critici. Ditemi cosa ne pensate, se vi fa piacere.” Rapido sguardo che si posò sul docente di Difesa Contro le Arti Oscure, e non sembrava affatto essere uno sguardo dolce e disponibile. Era piuttosto tagliente, come se le parole che lui avesse pronunciato poco prima gli avessero generato un certo fastidio.

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    Victoria E. Burke | Preside
    Un cortese saluto fu dedicato ad ogni docente che pian piano entrò all'interno della Sala Insegnanti e lentamente ogni sedia che occupava la grande tavolata fu occupata. Prima di rispondere al quesito di Salvatore lasciò che altri docenti dicessero la loro, giusto per inquadrare quale fosse la loro posizione ancor prima di cominciare quella che sarebbe stata una discussione non poco articolata. Ensor e O'Neill si esposero ancor prima di cominciare il fantomatico collegio e ciò fece sorridere appena Victoria, la quale stava cominciando ad apprendere quanto fossero prevenute le opinioni di alcuni dei suoi colleghi. Black, Olwen e la Ivanova furono invece più pazienti.
    Si sentì chiamata in causa solo durante le parole di De Long-Prée, il quale sembrò che stesse già mettendo le mani avanti e in un certo senso interpretando quella che era la voce generale del corpo docenti. Il cuore più impavido è di colui che a paladino si erge, vero Andrè? Tono solenne e alquanto sibillino. Sorseggiò ancora una volta il suo tè e provò ad esprimere un semplice concetto. Sai quanto io apprezzi Divinazione, ma ancora nessuno ha detto di voler cacciare il signor Barnes. Poi, perdona la franchezza, ma non le sembra un tantino distopica la società magia che descrive? Usi le parole mandare un ragazzo in pasto ad una società crudele, curioso. Non è ciò che facciamo costantemente con i ragazzi dell'ultimo anno? Purtroppo Hidenstone poteva solo offrire gli strumenti alle nuove generazioni, poi come questi sarebbero stati utilizzati era a discrezione dei ragazzi. Questo era il motivo per cui era necessario correggere il loro comportamento, ma dopo quasi due anni cominciava a chiedersi se Blake fosse davvero in grado di poter migliorare la sua condotta. L’apprendimento è un tesoro che seguirà il suo proprietario ovunque. Forse non è questo il contesto adatto per permettere a Barnes di crescere.
    A seguito di un elegante movimento di bacchetta, la cartella che era di fronte a lei si aprì e lo stesso foglio stampato più volte raggiunse ogni docente. Era una sorta di fascicolo riassuntivo su Blake Barnes e le cifre lì presenti erano davvero disarmanti. Spiccavano il numero di punizioni ricevute e di provvedimenti disciplinari, ma non importava quanto potesse subire, nessun docente fece mai presente il più minimo miglioramento.
    In questo collegio vi chiedo oggettività, perciò vi ho messo di fronte ai numeri. Dalla scorso anno non c'è mai stato un mese in cui la condotta di Barnes sia conforme a quella richiesta dal regolamento scolastico. Quello era un dato di fatto, proprio come lo era la dura frase che stava per dire. Ciò vuol dire che i metodi di apprendimento di ognuno di noi all'interno di questa Sala non ha funzionato con lui.
    prendere coscienza di ciò voleva dire cercar soluzioni concrete, poiché sì, avrebbero dovuto prendere dei provvedimenti, ma dovevano pur far i modo che tali provvedimenti fossero efficaci sul ragazzino.
    Airwën, la tua proposta è potenzialmente valida, purtroppo però stiamo parlando di Blake Barnes. Io stessa sono una Magipsicologa e posso garantirti che il nostro aiuto è utile solo a chi è disposto a migliorare. Poi sono certa, come penso che lo siate anche voi, che non si aprirebbe mai ad un estraneo.
    Eliminata un'altra opzione le cose da fare rimanevano ben poche. Fu allora che a seguito dell'ennesimo movimento di bacchetta avanzò un secondo documento per i docenti. Nei giorni successivi al ballo, la madre del ragazzo spaventato da Barnes ha raccolto le firme di ben centotto genitori che chiedono il suo allontanamento immediato dalla struttura. Di fronte a quell'ultimo dato lo sguardo della preside si fece più duro, dopodiché un terzo ed ultimo foglio fu garantito ad ogni insegnante. Qui, invece, ci sono le soluzioni che ho pensato. Come Preside vi chiedo di far fronte comune anche qualora la decisione di maggioranza non vi soddisfi. Con una rapida lettura si evinceva che tali soluzioni erano due: la più che prevedibile espulsione, avvertire il suo tutore della situazione e far in modo che Blake potesse scusarsi pubblicamente col ragazzo del ballo e sperare che ciò potesse placare l'ira dei genitori. Qualora fosse stata scelta la seconda opzione, era chiaro come in futuro non ci sarebbe stata una seconda possibilità per Blake Barnes.
    I fantomatici seri provvedimenti? Ebbene non c'erano, se avesse chiesto scusa alla successiva malefatta sarebbe stato espulso. Victoria era convinta che la scuola aveva oramai troppo sopportato il comportamento di uno studente problematico e oltre agli strumenti che lei e il suo staff avevano a disposizione come preside e professori altro non avevano. Sarebbe stato Aaron in caso a trovare una valida soluzione al problema, certo era che dopo ciò che era accaduto al ballo Victoria non era più disposta a prendersi la responsabilità del suo comportamento. Se avete altre soluzioni valide sono aperta al confronto, ma sulle scuse pubbliche non posso negoziare, Ne va dell'immagine dell'Accademia.


    RevelioGDR


    Prossima scadenza: 9 Febbraio 23:59
     
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    AIRWËN
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    La giovane insegnante ascoltò sia i colleghi, ma soprattutto ciò che Victoria disse in seguito, con tanto di documenti informativi.

    << Ó Máthair bandia, cabhrú linn...>>

    =Oh Dea Madre, aiutaci...


    Un'affermazione nella sua lingua le sfuggì appena sussurrata, nel momento che diede un'occhiata più attenta ai numeri scritti.
    Rimase quasi sconvolta dai fogli che le volarono magicamente tra le mani, proprio perchè da poco assunta, non poteva certo sapere come negli anni Blake si fosse comportato e quante note di demerito avesse accumulato.
    Restò in silenzio, concentrata sulle parole della preside.
    Ciò che quei numeri le dicevano, era che il ragazzo doveva esser fermato prima di raggiungere il punto di non ritorno...
    Perchè non l'avevano fatto? Perchè quella riunione non era stata fatta prima che si arrivasse ad un ragazzo quasi bruciato e all'espulsione del colpevole??
    Si morse il labbro nervosa, per il fratello di Aaron non si stava mettendo bene per niente, ma se doveva esser sincera, in parte se l'era cercata, in parte era stato lasciato allo sbaraglio senza freni nell'accademia.

    << Forse il ragazzo andava fermato prima. Abbiamo peccato di ingenuità, credendo che la sua fosse solo ribellione adolescenziale invece si tratta di un vero e proprio problema comportamentale.>>

    Era più un suo pensiero detto ad alta voce piuttosto che un'affermazione da condividere con gli altri, anche perchè era sicuro che a quella conclusione ci fossero arrivati tutti.

    << Le scuse pubbliche sono d'obbligo. Su questo sono perfettamente d'accordo, ma temo non basteranno ad appagare la rabbia della famiglia del ragazzo.
    Potremmo parlare con loro per sentire quale punizione potrebbero accettare per evitargli l'espulsione, infondo è loro figlio quello ad esser quasi bruciato vivo, è giusto tenerli in considerazione.>>


    Attese un attimo prima di continuare:

    << Ciò non risolve il problema alla base: il comportamento esagerato e ingestibile del Signorino Barnes. - sfogliò rapida i fogli, leggendo con lo sguardo la lista di persone che avevano avuto a che fare nel bene e nel male con lui, per tornare a guardare l'elegante e distinta donna davanti a loro - A volte l'aiuto di un esterno alla famiglia o alla sua cerchia di conoscenze, può portare inaspettatamente a risultati positivi. Si relazionerebbe ad una persona che non ha ne pregiudizi ne favoritismi nei suoi confronti, che può ascoltare i suoi problemi col giusto distacco necessario per una valutazione oggettiva della sua situazione, e prendere visione delle sue parole da un punto di vista puramente esterno dai precedenti del ragazzo.>>

    Se la scelta più giusta per Blake fosse stata la sua espulsione, non si sarebbe fatta problemi a votare a favore, benchè l'interesse che aveva provato nei confronti del fratello maggiore tempo addietro, ma era sicura non fosse la scelta migliore. L'espulsione avrebbe solo appagato la rabbia della famiglia colpita, creando invece una situazione di conflitto in quella dei Barnes, e da quello che ricordava nella breve chiacchierata avuta con Aaron, se era anche la metà simile a quella degli O'Neill, il giovane sarebbe stato attaccato e gettato in pasto a psicologhi e psichiatri, maghi e non, credendo che il problema fosse a livello mentale e vagamente emotivo.

    << Il ragazzo è abbastanza intelligente da comprendere la situazione, ne sono sicura, ma ha bisogno di aiuto. - quello che disse dopo, le venne così di getto, dettata dalla preoccupazione che un ragazzo potesse cadere ancora più in basso di quanto fosse finito lasciandolo a se stesso... - Se per voi può essere una buona idea, mi propongo come "insegnante di sostegno" di Blake Barnes con l'intenzione di migliorare la sua situazione accademica, naturalmente in aggiunta al mio normale ruolo di docente di Pozioni.>>

    Non era nessuna per richiedere quel compito, non aveva titoli professionali di cui avvalersi, sicuramente non si rendeva conto in quale posizione si stava ficcando, oltre alle non poche difficoltà che avrebbe riscontrato, ma sentiva era la cosa giusta da fare, o almeno ci provava.

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    Edited by LadyShamy - 10/2/2020, 00:26
     
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
    «Le strade della lealtà son sempre rette. »
    Non disse altro ed ascoltò quello che dissero i suoi colleghi. Era palese come la Ivanova e Olwen fossero tesi, forse erano gli unici a conoscerlo veramente bene ed anche in maniera diretta. Daniele per contro non aveva una visione veramente chiara di quel ragazzo, perchè alla fine, alle sue lezioni, si era vivace, rispondeva, lo aveva richiamato delle volte per qualche commento fuori luogo ma non gli era sembrato veramente così pericoloso per la scuola. Le risse? Beh, chi li dentro poteva dire di non aver mai fatto una rissa a scuola? Ecco forse cercare di dare fuoco ad un ragazzo non era una reazione molto bella ne tanto meno da ignorare, ma il ragazzo in questione non aveva cercato di picchiarlo a sua volta? Come era giusto che fosse, tra le altre cose. Insomma, non era per l'espulsione ma perchè la pensava essenzialmente esattamente come Andrè. Ma i dati della preside non erano una cosa da sottovalutare. Il fatto era che lui sapeva delle cose ma non sapeva come giustificarle! Cosa doveva dire? Me le ha dette la sua migliore amica tra una cosa e l'altra? Stava pensando, guardava quei fogli e pensava. Non poteva rimanere impunito e non solo per l'immagine dell'accademia ma anche perchè, in quel modo, non avrebbe mai veramente imparato niente. Si morse il labbro internamente leggendo i nomi di quei genitori che cercavano una soluzione estrema. Blake era ignaro di tutto quello ed anche Aaron, suo fratello. Fece un respiro profondo leggendo le varie soluzioni e le scuse pubbliche. Aveva intenzione di dare fuoco a qualcuno solamente perchè era stato messo in ridicolo davanti a tutti, davvero la preside si aspettava che Blake Barnes prendesse un microfono e facesse delle scuse pubbliche? Non ci avrebbe creduto neanche morto, a meno che... beh, a meno che non fossero state delle persone che lui stesso rispettava a farglielo capire. Inoltre il fatto che i loro metodi di insegnamento stavano fallendo era evidente. Fece un altro respiro profondo e si ritrovò a guardare i docenti uno ad uno. Era palese che nessuno, a parte Ensor e forse Black, lo voleva cacciare dalla scuola... ma... Si sistemò sulla sedia, poi posò i fogli che aveva finito di leggere davanti a lui e guardò la preside. Io credo che il problema principale sia il fatto che Blake non riconosca in nessun modo la nostra autorità. Nella mia materia, devo ammettere, che va anche abbastanza bene, senza contare che non ha mai fatto colpi di testa eccessivi. Espellerlo vorrebbe dire, in qualche modo, abbandonarlo. Io mi associo alle parole dette dal collega di Divinazione. Fermo restando che una soluzione vada trovata. Dicendo quelle parole non stava dando nessun contributo alla causa, ma doveva ancora fare mente locale. Una punizione per una persona che non riconosceva nessuno alla sua altezza se non se stesso. Credo anche che Barnes sia stato uno dei ragazzi più toccati nella notte di Halloween, infondo la sua fidanzata è stata rapita, suo fratello stava per morire e lui stesso, in quanto con la foga di proteggere le persone che ama si è ritrovato ad essere completamente inutile. Penso che tutti siamo coscenti e consapevoli del fatto che quando una persona ha degli attacchi di rabbia eccessivi non si rende del tutto conto di quello che sta facendo. Non per giustificarlo, ma è un ragazzino. Chi non ha mai fatto una rissa a scuola? Sulle scuse pubbliche posso anche essere d'accordo, ma credo che bisognerebbe trovare una soluzione con suo fratello, è l'unico che lo conosce bene. Magari potrebbe essere una soluzione quella di convincerlo a parlare con una psicologa? Magari potrebbe essere la misura alternativa all'espulsione. Barnes non è stupido. E se lo si mettesse davanti ad un'alternativa così drastica allora, sono sicuro che accetterebbe senza fare storie. Ne era sicuro? no, certo che no, lui era nuovo di li e conosceva Blake solamente in via indiretta e sopratutto per vie di una persona che comunque gli voleva bene e non faceva altro che giustficarlo. Ascoltò anche quello che disse la collega di pozioni e scosse lievemente il capo. Credo che un ragazzo che ha problemi di gestione della rabbia evidenti, ma che nega fino a farsi male da solo i suoi stessi problemi, non si faccia aiutare da nessuno. Credo che preferirebbe la sua espulsione. Lo aveva osservato durante quella notte. Sarebbe morto pur di non farla avere vinta a quella strega. E non era una metafora. L'aveva sfidata solamente perchè gli era stata toccata una persona importante. Aveva forse pensato alle conseguenze? No. Lo aveva fatto in un momento di rabbia estrema? Si, certo che si! Fece un respiro profondo. é vero che i numeri parlano chiaramente ed è anche vero che Blake Barnes si deve ridimensionare, ma molti studenti lo vedono come un punto di riferimento ben saldo, Se solo trovassimo davvero un modo di incanalare la sua rabbia in qualcosa di costruttivo, Barnes potrebbe diventare quasi uno dei migliori studenti dell'accademia. Ha coraggio da vendere, è leale ai suoi amici, quando ci si mette fa anche dei bei compiti, è intuitivo. Allontanarlo dal'unica cosa che lo tiene con i piedi per terra sarebbe un errore. Magari una sospensione sarebbe lecita, magari rimandarlo o fargli ripetere l'anno... ma davvero siamo sicuri che questo sarebbe il metodo giusto? Blake Barnes ha trascinato con una semplice letterina più di 11 ragazzi fuori dalla scuola, solo per uno stupido giochino, stiamo parlando di persone che a scuola sono fantastiche ed anche il loro comportamento è impeccabile. Mia Freeman per prima. Se noi lo espelliamo non ci saranno comunque delle ripercussioni all'interno della scuola? Non stava dando delle misure alternative, perchè prima voleva avere dei pro e dei contro davanti a lui. Ma d'altro canto, siamo sicuri che Barnes accetterebbe una nostra qualsiasi punizione senza fiatare? Io non conosco la famiglia di Barnes, si è sempre palesato solamente suo fratello e l'unico momento in cui ho visto quel ragazzino ragionare per due secondi è quando il fratello stava morendo. Invece di chiamare la parte offesa, che sicuramente vorrebbe una soluzione come l'espulsione per il ragazzo, ribadisco che dovremmo chiamare qualcuno che possa dirci perchè Blake Barnes si comporta in questo modo e trovare veramente una soluzione. Continuo a pensare che bisognerebbe aiutarlo seriamente con una puzione esemplare ma posta in essere solamente per lui. Già se lo immagiava Blake che prendeva le sue cose, alzava il dito medio contro di loro e se ne andava sogghignando. Era una questione di carattere. Blake era orgoglioso e quello si vedeva, ma se aveva dei problemi che non sapeva risolvere e loro gli voltavano le spalle, era chiaro che avessero fallito prima di tutto loro. Io credo che Barnes dovrebbe cominciare a capire cosa vuol dire sottostare alle regole. Se lo mandassimo tre volte alla settimana a fare "tirocinio" nell'accademia degli Auror? Deve capire cosa vuol dire lavorare, impegnarsi per ottenere qualcosa e sopratutto farlo con le proprie forze. A scuola si sente comunque protetto, ma la maturità di agire è quello che gli serve. Io non credo che a Blake serva qualche sostegno, ma al contrario qualcuno che gli faccia levare dalla testa che è un Dio sceso in terra. Per lui quella era la soluzione alternativa. Far tornare Blake Barnes sulla terra. Era circondato da persone che o lo temevano perchè avevano paura delle sue reazioni, o che lo amavano e quindi giustificavano tutto quello che faceva, oppure che ne erano fottutamente affascinanti e che quindi lo seguivano ovunque lui andasse. A Blake serviva un ambiente che per essere notati, bisognava veramente spaccarsi il culo, niente sorrisetti sciocchi, niente giustificazioni, niente di niente, solo lui con se stesso. Infondo, anche se Daniele non poteva saperlo, il molliccio dentro quel diavolo di armadio aveva preso la sua stessa forma. Blake aveva paura di se stesso e della sua rabbia. Allora era con quello che doveva fare i conti.
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    Eva Ivanova


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    Era chiaro che le cose, da quando aveva lasciato entrare Sam nella sua vita, erano cambiate un pochino e, proprio in quella situazione si rese conto di quanto fosse soggetta alle sue attenzioni, che riuscivano a rimodulare, seppur momentaneamente il suo umore. Quel bacio che le aveva lasciato, seppur velocemente, aveva messo a tacere, per alcuni frangenti, la sua irrequietezza. Sorrise appena «Dai, andiamo... cerchiamo di risolvere presto questa situazione e poi tornerai a cercare di far esplodere tutto, ok?» il suo tono era dolciastro, mentre le dita, delicatamente si avvolsero attorno al suo braccio. Scrollò la testa al suo complimento, poi, colorandosi le gote di un rosato più insistente di quello della sua carnaggione.

    Al loro arrivo, seguirono gli altri, che Eva salutò con un cenno del capo e un mezzo sorriso, la sua preoccupazione non erano i convenevoli.
    Calò lo sguardo sulle sue dita, che continuava a torturare per l'agitazione, con la fronte corrucciata dalla preoccupazione. Il cristallo si sollevò solo alle parole di Ensor. Rimasero sgranati a guardarlo, per istanti brevi ma itensi, prima di tornare a guardare le sue dita. Si era ripromessa di non parlare fino a quando non aveva sentito almeno una buona parte di pareri, per evitare di condizionare gli altri, ma anche per cercare di avere ben fisso in mente quello che doveva essere il suo discorso.
    Senza puntare lo sguardo sugli altri, mentre parlavano, i suoi occhi si sgranavano e si rimpicciolivano ad ogni loro proposta. Ogni tanto la testa scrollava, in negazione, mentre qualche ciuffo dei suoi capelli biondi prendeva sfumature rosse, appena appena accennate.
    Con la coda dell'occhio, dedicò uno sguardo al professor De Long-Prée, sentendolo mandare avanti una posizione importante: non possiamo permetterci di abbandonarlo.
    Mai più frase, nella testa di Eva, fu veritiera nei confronti di quel ragazzino che era ormai diventato un caso di tutta la scuola.
    Sembrava stessero parlando di una pozione da provare, di una cavia a cui sottoporre nuove cure...
    Le labbra si strinsero, mentre con i denti torturava l'interno della sua guancia.
    Il nuovo intervento della Preside non fece che aumentare la sua preoccupazione, sembrava che tutto fosse a suo sfavore.
    No, non andava bene. Sollevò il capo, finalmente, trovando la luce di quel giorno che ancora non aveva visto fuori da quelle mura.
    Il successivo dire della docente di Pozioni la fece sussultare. Ma conoscevano un po' Blake? Avevano capito realmente qualcosa di lui?
    Lo sguardo si portò su Salvatore «Non serve. Non serve a niente. Non serve a niente.» la sua mente continuava a ripeterlo, mentre le parole del docente di Astronomia si accavallavano alla sua voce interiore.
    Posò i palmi delle mani sul tavolo davanti a lei, quindi guardò i presenti. Si soffermò su Olwen, poi si Samuel e ancora di più sulla Burke, senza trascurare - tuttavia - nessuno di loro.
    «Non serve a niente.» la voce le scivolò fuori lentamente, calda e bassa, come se fosse un soffio di Favonio. Deciso e secco.
    «Preside Burke, se mi permette, non serve a niente espellere Barnes, così come» lo sguardo toccava ogni docente, mentre parlava «nessuna psicologa sarebbe accettata, né entrare nella sua mente, o convincerlo di aver bisogno di un'insegnante di ... sostegno?»
    Davvero era stato usato quel termine?
    La sua formazione pregressa era conosciuta dalla Preside Burke, sapeva che aveva un master e formazione per questi disturbi e forse poteva riuscire a provare ad ottenere qualcosa per quello studente, facendo leva su qualche conoscenza che non credeva di dover mettere in pratica proprio su Blake «Blake ha dei modi sbagliat, su questo non posso negare. Tuttavia ritengo che affiancargli qualcuno che non conosca, sia solo deleterio e si sentirebbe controllato, pressato, lo farebbe innervosire di più. C'è bisogno di qualcuno che lo conosca, qualcuno dove lui andrebbe a bussare alla sua porta, se si trovasse in difficoltà o in fase di esplosione.» chinò lo sguardo per pochi frangenti «Le sue mancanze non possono essere colmate con una punizione come l'espulsione o una psicologa. Quel ragazzo va aiutato diversamente, la sua rabbia va smussata, lui lo sa che può farcela. Ci è riuscito davanti a me, quando doveva salvare le persone a cui tiene. E' un ragazzo che è cresciuto senza figure di riferimento, se non suo fratello, che è dovuto crescere più in fretta del dovuto, ma è pur sempre un ragazzo.» mandò giù, prendendo fiato, poi riprese «Frederick Lourain. Quinto anno.» guardò i suoi colleghi, quasi a voler vedere le loro facce «Un setto nasale spaccato ad un compagno degli Ametrin, solo perché aveva preso il suo posto a lezione, durante il primo anno. Ha rotto un braccio ad un altro compagno, lanciandolo giù dalla scopa, durante una partita, solo per il puro gusto di farlo. Potrei continuare ad elencare cinque anni di sopprusi che quel ragazzo ha fatto subire ai suoi compagni. Eppure non è mai stato espluso, non è mai stato mandato da una psicologa.» non gesticolava, parlava con una tranquillità che cercava di non tradire l'agitazione che aveva al suo interno.
    Fece una breve pausa, per cercare di mettere in ordine il seguito del suo discorso «Barnes non è solo un ragazzino che ha difficoltà a gestire la sua rabbia. Lui non conosce altri modi per esprimere i suoi sentimenti. Va educato a riconoscere le sue emozioni. Il rapimento della Clarke non ha sicuramente aiutato, e credetemi, questo ha fatto in modo di peggiorare Barnes. Il suo sentirsi perennemente in colpa per tutti, non è di aiuto. Espellerlo non farebbe altro che isolarlo. Non ha bisogno di questo. Qui ha degli amici che ci tengono a lui, la sua ragazza, la sua vita... Vedo in lui la possibilità di fare dei grandi miglioramenti.» credeva davvero in quello che diceva e i suoi occhi erano determinati, mentre guardavano tutti i presenti «Voglio assumermi la responsabilità di seguirlo. Non come psicologa, né come insegnante di sostegno. Più di una volta è venuto a bussare alla mia porta in cerca di aiuto, lui si rende conto di aver bisogno di qualcuno che lo accompagni a capire come poter gestire il suo dissidio interiore. Gli ho promesso che non lo avrei lasciato alla deriva, per questo, davanti a questo consiglio chiedo il permesso di prendere sotto la mia attenzione Blake Barnes, educandolo a gestire la sua rabbia, a canalizzare al meglio le sue emozioni.»
    La pausa che fece dopo, fu più lunga, dovette recuperare il battito e il fiato, mentre il respiro si faceva più pesante, prima di espellere l'aria che aveva accumulato «Il suo sentirsi un Dio, è una forma di difesa. Lui sa di non arrivare a tutto, lui sa che non è perfetto. Sa di avere debolezze, ma non saprebbe come gestirlo, se lo ammettesse. Permettetemi di lavorare con lui, ho iniziato da poco a seguirlo, da quando ha chiesto un aiuto per ritrovare la Clarke, permettetemi di continuare, lasciatemi provare, tanto sono quasi certa che verrebbe a bussare alla mia porta, qualunque sia la scelta di questo consiglio, qualsiasi sia la persona che decidete di affiancargli.» terminò il suo discorso, tirando un sospiro liberatorio e ritornando a guardare le sue dita, pronta a riprenderle a torturarle.

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    Samuel Black
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    Samuel continuava a cercare la posizione più comoda sulla sua sedia di legno, in quell'ufficio dal retrogusto d'inverno e cannella. Alla sua destra la stessa Preside, alla sinistra quella donna che in poco tempo gli aveva cambiato la vita, quella donna che in quel momento gli stava trasmettendo agitazione. Le sue dita si stavano scannando come avvoltoi in preda alla fame. Facevano rumore, un lievissimo rumore che s'infilava subdolo nel timpano dell'alchimista.
    Tic. Tic. Tic.
    Unghia sulle unghie, unghia sulla carne.
    - Insopportabile -
    La mano si appoggiò con la delicatezza di un soffio sul braccio di lei ed un sorriso pacifico fu donato agli occhi cristallini. Sperava che quel suo gesto fosse sufficiente a calmare la professoressa almeno un poco ed a far cessare quel ticchettio.
    Tuttavia anche se Eva non avesse smesso di comportarsi come una laurenda in piena fase ormonale, dei rumori più sopportabili avrebbero coperto quell'opera masochistica.
    Quattro posti vuoti furono occupati dalla lenta processione degli altri professori che salutò con un cenno del capo.
    Era palese che ci fosse agitazione nell'aria. Anche se nulla era ancora cominciato alcuni avevano già spinto la levetta del nos che nemmeno Vin Diesel in Fast and Furios quarantamila.
    André con la sua aureola da Giovanna D'arco, sembrava intenzionato a vincere una vera e propria crociata mentre Ensor affilava i suoi migliori coltelli e la bellissima Airwen si trasformava, nella testa del trentenne, nella perfetta psicologa personale in top nero ed occhiali del medesimo colore da cui tutti i maschietti di tutte le età avrebbero voluto farsi curare.
    - Contegno Samuel, contegno -
    Un sorriso veloce ad Eva e poi il malloppone.
    Quel fascicolo che fin da quando erano giunti li osservava truce dal centro del tavolo fu aperto e...nemmeno fosse stato il vaso di Pandora.
    Le mille peripezie di Blake Barnes presero a schiaffi ognuno dei presenti appesantendo ulteriormente l'aria con una viscosa certezza: la scuola e le famiglie non avrebbero tollerato altre esplosioni di Dinamitardo Blake.
    La Preside proponeva due alternative: cacciare a calci il giovane Opale e, anche se sottinteso, lasciare che il bilionario fratello lo iscrivesse in una scuola privata molto più severa, oppure tenersi la carta del matto nel mazzo e farlo pentire - Ah, Ah. Divertente - Il tutto ovviamente riscaldando bene la falce della morte che in vista di una qualsiasi cazzata sarebbe calata dall'alto portando inevitabilmente la prima alternativa a fare da Imperatrice.
    Lo sguardo bruno era puntato su un piccolo quadratino del tavolo, poco lontano dalla propria mano. Dietro il sopracciglio alzato e confuso miliardi di neuroni pulsavano nel tentativo di connettere tutte le informazioni che si stavano palesando e trovare una soluzione.
    Perso in questa fase riflessiva lasciò parlare diversi suoi colleghi, poi la testa si alzò.
    - Tralasciando che siamo qui per parlare di Blake Barnes e non di Frederick Lourain, io mi trovo in accordo e disaccordo con tutte le proposte fatte finora. -
    Le gambe accavallate sotto l'ampio tavolo, lo sguardo serio, pronto a fronteggiare i suoi colleghi.
    - Concordo con Airwën nel ritenere che l'influenza di qualcuno di meno familiare rispetto a quelli che possono essere i suoi amici od i professori che conosce meglio possano stimolare il ragazzo. Ma dati i trascorsi è vero che lui risulta molto spesso inavvicinabile. Per non parlare del suo orgoglio che edifica continuamente muri davanti ad ogni tentativo di aiuto diretto nei suoi confronti. Ah e quasi mi dimenticavo della sua capacità di stravolgere i consigli datigli in base alla sua stessa logica semplicistica e violenta-
    Gli occhi di castagno si riflessero in quelli chiari della preside.
    -Non nego che per qualche settimana io sia stato d'accordo con la linea di Brian. Blake Barnes mi risultava irrecuperabile, anzi un pericolo per tutti gli altri studenti. Una causa persa di cui anche il solo parlarne sarebbe stato una perdita di tempo. -
    Non guardò nemmeno Eva. Le aveva accennato questa sua posizione, ma mai con questi termini.
    - Però, superato il primo disgusto per gli eventi del 23 dicembre e la delusione accumulata dai ripetuti incidenti, ho riflettuto molto su di lui. Sui suoi legami d'amicizia qui a scuola, su alcune sue parole carpite durante l'anno e molto altro ancora. Tuttavia ad avermi colpito particolarmente è stato il suo comportamento all'ultima lezione che ho tenuto con entrambe le classi del biennio.-
    Tralasciò che entrò nell'aula con la mano tumefatta per i pugni dati. Non gli sembrava il caso, ecco.
    - A parte dimostrare una grande creatività ed una latente capacità di analisi teorica che se guidata ed articolata nel modo giusto potrebbe portare a degli ottimi risultati, è emersa anche una bozza di autocritica. -
    Le dita di entrambe le mani si incrociarono con professionalità sul tavolo.
    - Inutile negarvi che per me sia stata un enorme sorpresa. Blake Barnes sta cominciando a considerare di avere torto... Non lo ha ammesso direttamente, è chiaro, ma ciò è stato palese. Per questo ho fatto una vera e propria inversione ad u nei suoi riguardi e voterò contro una sua possibile espulsione. -
    Le mani slacciarono e ritrassero dal tavolo.
    - Io reputo Blake Barnes una persona, come tutti noi. Complicata, certo, ed anche molto, ma non senza speranze. Tuttavia- lo sguardo coinvolse tutti i professori, ma si soffermò giusto un secondo di più sulla propria compagna. - i suoi sbagli sono così numerosi e pesanti che non può cavarsela solo con l'affiancamento di una figura di riferimento. -
    Le rughe frontali s'inspessirono così tanto da ricordare il volto di Theoden, nel celeberrimo film del signore degli Anelli. - Come ha spiegato Daniele poco fa Blake Barnes si crede Dio in terra ed è nostro compito fargli comprendere che, come tutti noi, non è altro che uno sputo di una formica in questo enorme universo. Deve maturare e comprendere, finalmente, i propri limiti. Capire come si può sopravvivere nella società e non solo sbatterci contro a testa bassa e passarla liscia dopo qualche errore di troppo; perché se continua di questo passo là sì che sarà irrecuperabile e la sua natura di pilastro della conoscenza sprecata. -
    Non poteva credere di essere diventato così serio. Era quasi tentato dal farsi fare una foto per poi mandarla a Petr. Quello stupido orso polare cecoslovacco che non credeva che Sam fosse tagliato per quel ruolo.
    - Quindi in parole povere, Blake Barnes deve essere severamente punito e tenuto sotto stretta osservazione dall'intero corpo docente.-
    Puntò momentaneamente Daniele - Io terrei fuori il Ministero, per il momento. - Sorrise un attimo, ma poi la serietà scurì nuovamente il suo volto. - Invece propongo una turnazione mensile in cui Blake Barnes, fuori dalle ore di lezione, dovrà assistere in tutto per tutto un docente differente, oltre che svolgere il suo ruolo di studente studiando sodo . Ogni docente, nel mese in cui gli verrà assegnato come assistente, avrà piena libertà di azione sul Opale il quale sarà libero dai suoi impegni unicamente il sabato e la domenica. In tutto ciò - la mano fu spostata lateralmente ad indicare Eva - Io propongo che la suddetta Eva Ivanova rimanga come punto di riferimento dello studente per tutto l'anno. Difatti, a patto che non interferisca con i programmi del docente sotto cui lavorerà il signor Barnes, dovrà continuare ad essere per lui un punto di riferimento ed uno sfogo pacato. Una figura quasi materna.-
    Le mani tornarono ad intrecciarsi fra loro.
    - Il tutto ovviamente, anticipato dalle scuse formali dello studente previste dalla preside. - Indicò la donna alla sua destra. - Per le quali però, sarebbe saggio convocare il fratello. Da quel poco che so Blake ripone molta fiducia nel suo parente più prossimo e forse, sotto le sue...come posso dire...attenzioni- il volto fu colorato da un sorriso da mercante - Potrebbe accettare di rifarsi ai nostri miti consigli. -
    Battè piano le mani. -Se come idea non vi dispiace, io proporrei subito di discuterne i dettagli o le eventuali modifiche. -
    Continuò a guardare il resto dei professori con soddisfazione, senza soffermarsi su quella che ormai avrebbe potuto definire come il suo cuore.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1" Scheda | Stat.
    by Lance
     
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    Lancelot OlwenDocente di Rune
    'Mi sento ad un esame. IO e non Blake!' faceva caldo nell'aula, tanto che Lancelot dovette allentare il colletto, man mano che i colleghi prendevano posto e parlavano, iniziando ad anticipare la docente riguardo la loro posizione 'Ma la gente il galateo e le formalità dove le ha studiate, nel porcile?' oh, ciao Alexander, cosa ci fai nel corpo di Lance? 'Prima devono arrivare tutti e la preside deve esporre la situazione. Mica siamo nell'anarchia totale, per quanto Blake apprezzerebbe sicuramente!'
    Incapace di celare il proprio fastidio, il biondo scrutò i docenti esporre le proprie idee con uno sguardo piuttosto sottile ed adirato, rimanendo in stoico silenzio nonostante stesse sentendo diverse cose che lo infastidivano 'Quando sarà il momento, quando sarà il momento...' si ripeteva lui, al punto da accogliere la favella di Victoria con visibile sollievo, con tanto di sospiro.
    Sciolse le braccia ed ascoltò la donna, abbozzando una strana smorfia quando ella soppesò l'idea di André, il quale sembrava incapace col proprio parlare di non far incavolare le streghe potenti e millenarie (?). Gli dispiacque un po' per lui, ma dovette sgranare per un istante gli occhi al sentirle chieder loro di essere oggettivi col ragazzo 'Parla... di me?'
    In vero Victoria parlava di tutti, ma Lancelot rimase molto colpito da quelle parole, forse perché sapeva di non saper essere oggettivo col biondino. Un nodo allo stomaco si formò al suo stomaco, che si andò via via a stringere man mano che la donna enunciava i notevoli risultati di Blake '108 come le passioni... oh Blake, come ti sei trasformato in una cosa del genere?' si chiese lui, al punto da avere un sentore di nausea, quando prese in mano le proposte della preside, certo che le alternative fossero espellerlo e dargli un calcio in culo e poi espellerlo.
    E invece aveva centrato solo al 50%! 'C'è... c'è una possibilità!' la postura del runista si fece più ritta e lui tornò ad ascoltare con nuovo interesse i docenti, speranzoso che il loro punto di vista potesse rimandare l'espulsione del ragazzo alla sua prossima cazzata.
    Le parole di Ariwen, quelle nuove, furono per lui come un pugno in faccia, in quanto centrarono un suo stesso ragionamento 'Sì, abbiamo perso il controllo del ragazzo...' pensò lui, salvo poi accigliarsi quando la sentì offrirsi come insegnante di sostegno 'Che cazzo vuoi da Blake, tu?'
    Oh oh, qualcuno era forse geloso?
    In quel momento Lancelot era troppo coinvolto per dar un nome a quella ingiustificata rabbia, cogliendovi solo un istinto protettivo nei confronti del biondino più esplosivo della scuola, tuttavia la sua era certamente gelosia, che gli fece accogliere quasi con un ghigno Daniele 'Già, dare a Blake un istruttore sarebbe solo un ottimo modo per dagrli un'altra persona da manipolare... lui non ha proprio idea di cosa sia l'autorità!' rifletté lui sentendogli avanzare l'ipotesi di coinvolgere Aaron, cercando di prendere il buono in lui che affascinava tante giovani menti 'Giovani menti...' quelle parole risuonarono nella sua mente, accendendo qualcosa che però non colse immediatamente, forse anche perché ben presto fu avanzata l'ipotesi dell'accademia Auror, cosa che in effetti lo colse un po' in contropiede.
    Anche Eva pensava che Blake avrebbe manipolato un insegnante di sostegno, facendone la sua Harley Queen, ma quando fu tirato in mezzo Frederick qualcosa lampeggiò nei suoi occhi 'Blake non è assolutamente come quel disgraziato!' pensò lui, quasi ruggendo in cuor suo e dovendo serrare i pugni per non saltare al collo della metamorfomaga quando questa si propose poi come riferimento del ragazzo, ancora mosso da gelosia.
    Infine fu il turno di Samuel, il quale, da bravo alchimista, fu molto razionale, cercando per primo di essere ciò che aveva richiesto la preside: oggettivo. Raccontò il ragazzo come lo aveva percepito e visto cambiare, ne descrisse i pregi e i difetti, tracciando l'immagine di una ragazzo che riempì di orgoglio Lancelot, al punto di farlo sorridere 'Questo... è Blake' pensò lui, inclinando la testa poi alla proposta di rotazione mensile del ragazzo.
    "L'idea, Samuel, non mi dispiace affatto, anzi, penso sia una delle poche cose non ancora tentate e che potrebbe sortire qualche effetto" affermò lui di getto, rendendosi conto poi di essere entrato un po' a gamba tesa nella discussione.
    "Perdonatemi... qualcuno voleva parlare? " chiese educatamente, sospirando e portandosi una mano davanti alla faccia, toccandosi la tempia "Come sapete, conosco il fratello di Blake Barnes e mi riesce sempre difficile essere distaccato con lui, però è anche vero che proprio per questo lo conosco meglio, e da prospettive più articolate, rispetto a molti di voi" e questo, ovviamente, non fu detto perché geloso dei rapporti dimostrati nei confronti di Eva e Brian o per le avances educazionali di Airwen, no no! Lo stava dicendo unicamente per contribuire alla conversazione!
    "Come sapete, durante l'attentato degli Excalibur Blake si è dato fuoco nel tentativo di aiutarmi... quando lo salvammo e gli chiesi cosa diamine gli fosse passato per la testa mi rispose con un enorme sorriso fiero che mi aveva visto in pericolo e voleva aiutarmi, perché ci teneva a me" il solo ricordarlo lo costrinse a chiudere gli occhi e sospirare "Non voglio soffermarmi sul legame, anzi, penso sia la ragione per cui non sono riuscito ad aiutarlo in tutti questi mesi davvero. Voglio soffermarmi su altro. Blake ha pensato di potermi e dovermi aiutare, e questo penso sia già significativo: non mi ha considerato un adulto, non ha pensato che se una cosa era pericolosa per me, per lui lo era al quadro, e non ha neanche pensato che io avessi al mio arco frecce che lui si può solo sognare di notte. Mi ha visto fare una magia e ha pensato posso farlo anche io."
    Il fatto che fosse stato lui a suggerirgli come suicidarsi, per inciso, era qualcosa che ancora affollava i suoi incubi ed era palese da quanto fosse pallido, al punto da apparire verde.
    "L'altra cosa su cui vorrei soffermarmi, oltre al suo bisogno di protagonismo, di essere l'eroe di tutto e di tutti, è il fatto che mi abbia detto quelle parole dopo essere andato a fuoco, senza alcun pentimento, senza alcuna paura riguardo quanto successogli. Quello che voglio dire è che oltre al suo narcisismo e al carisma rilevato da Daniele, c'è ben altro: c'è un ragazzo che è cresciuto senza genitori e non sa manco cosa sia la gerarchia e l'autorità" perché, in fondo, biasimare Aaron era sempre cosa buona e giusta "Ma in qualche modo è anche cresciuto senza avere una reale percezione delle conseguenze delle sue azioni: Blake Barnes spesso e volentieri non capisce la gravità di quello che fa, e fondamentalmente è costantemente convinto che tutto possa essere risolto, che lui, in un modo o nell'altro se la caverà. E tutte queste cose devono finire, e io penso che è nostro compito di docenti provarci, almeno un'ultima volta."
    108 firme erano tante, tantissime e Lancelot sapeva che ormai si era arrivati ad un punto di non ritorno, che quella doveva essere l'ultima occasione di Blake, e che era suo compito provare a dargliela, sia perché gli voleva bene, sia perché lo reputava giusto.
    "Un insegnante di sostegno farebbe probabilmente la fine descritta da Eva e Samuel: frainteso se non in qualche modo raggirato dal ragazzo. Un percorso psicologico sarebbe importante, ma come ha detto la preside, non è pronto, probabilmente, anche se potremmo valutare di avviarlo comunque: negli USA leggo che ai babbani piace molto mandare VIP in riabilitazione psicologica per espiare le loro coplpe: potrebbe aiutare a placare i genitori. L'idea dell'accademia mi sembra buona sulla carta, invece, però immagino che sarebbe completamente fraintesa dal ragazzo: finirebbe per considerarla un premio" il che era un modo molto carino che la reputava una pessima idea.
    "Penso invece che l'idea di obbligarlo a passare del tempo con noi, ad aiutarci nel nostro lavoro, a ubbidirci, potrebbe servigli davvero per imparare una buona volta che ci sono dei posti dove lui deve ascoltare e ubbidire e c'è qualcun altro che invece comanda e decide. Penso inoltre che il lasciarlo libero nel weekend dovrebbe essere relativo: penso che debba sentire davvero sulla sua pelle il peso di quanto ha fatto. Deve imparare che se fa qualcosa, quel qualcosa avrà una ripercussione"
    Riprese fiato un istante, ma sollevò la mano per far intendere che avesse altro da dire "Sì, quindi per tutto quello che ho detto appoggio la posizione di Samuele. Anche io penso che delle scuse non siano sufficienti, penso persino che Blake, peperino com'è, rifiuterebbe di darle... comunque vorrei ricordare in tutto questo che stiamo scordando delle persone fondamentali, alle quali va demandato comunque il compito di gestire Barnes: parlo dello staff Black Opal, cominciando dal Professor Ensor, che potrebbe perfettamente fungere da insegnante di riferimento del ragazzo e che trovo scortese non sia stato neanche menzionato - essendo della sua casata - e poi i prefetti e i caposcuola."
    Una piccola pausa retorica, nella quale fissò il docente di difesa, immaginando quanto si sarebbe inferocito se qualcuno avesse proposto un insegnante di sostegno ad un alunno degli Ametrin senza manco interpellarlo, quindi riprese e si avviò a concludere "Blake ha creato intorno a sé un mito di invincibilità, cui i ragazzi si sono adeguati, prefetti inclusi, che appaiono spesso più propensi a contenere i danni che in effetti impedirgli di commetterli. L'anno scorso ero capocasata degli Opali e ricordo come fossero tutti ragazzi intelligenti e competenti e ho pochissimi dubbi anche su Lighthouse e Lynch: penso che dovremmo responsabilizzare anche loro, non tanto per incolpar loro di qualcosa che manco noi abbiamo saputo gestire, ma proprio per loro come persone, per farli crescere. Inoltre penso che se anche dei suoi coetanei iniziassero a sorvegliarlo, sarebbe tutto più efficace. Come credo che sia anche giusto coinvolgere Aaron in tutto questo: nonostante tutto, Blake ha stima del fratello e ha accettato nei mesi scorsi di farsi privare della bacchetta, affidandola proprio ai prefetti del suo stesso anno. Che io sappia, Blake non ha mai neanche tentato di rubarla o far presente che da mago maggiorenne poteva sottrarsi a quell'imposizione, quindi penso che sia fondamentale il suo contributo. Anche se non voglio sminuire il nostro ruolo: noi dobbiamo decidere cosa è giusto per lui. Aaron Barnes, dopo, potrà solo aiutarci, come poi i genitori potranno fornirci un feedback sulle misure che noi avremo reputato opportune, proprio in nome di quell'oggettività richiesta dalla Preside"
    E finalmente si zittì, con un ennesimo sospiro, posandosi alla sedia palesemente senza fiato, ansimando come un terranova a ferragosto.
    Aveva fatto il possibile: poteva solo sperare di essere ascolato, e di aver intuito le scelte giuste.
     
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    L'espressione di Brian era ben lontana dall'assumere sfumature di sorpresa al proprio volto quando Victoria avvicinò ad ogni docente dei fogli con all'interno il resoconto comportamentale di Blake Barnes espresso a numeri. Era uno studente problematico? Ma davvero? E quando lo dicevo io da un anno fa a questa parte dov'eravate tutti? Ma no, ovviamente era Brian ad essere un docente troppo severo.
    La verità venne a galle e, oltre alle scuse pubbliche su cui Victoria disse che non avrebbe sindacato, c'era bisogno di prendere una decisione e quello fu l'incipit che diede inizio alla fiera delle proposte qualunquiste e prive di una qualsivoglia fredda razionalità. Non pochi erano i termini che si sprecavano per descrivere la situazione che si stava creando, ma se qualcuno avesse voluto riassumerla con due semplici parole queste erano un'americanata.
    Stette in silenzio tutto il tempo, annuendo giusto quando il professor Olwen ricordò ai presenti - tra cui le crocerossine che marciavano in prima fila per occuparsi del giovane ragazzo - come fosse presente anche il direttore della sua casata. Ma guarda, per me va bene così, eh. Non voglio occuparmi di lui. Brian era in quella scuola per conto di una potente Organizzazione criminale, aver uno studente tra i piedi avrebbe solo ostacolato i suoi movimenti. Nonostante tutto l'opinione dell'insegnante di Difesa non era affatto cambiata. Ci tengo a cominciar con una premessa importante: non sempre gli interessi della scuola coincidono con quelli di un singolo studente. Per quanto molti dei suoi colleghi amassero quel lavoro perché li ergeva a guida delle nuove generazioni, ad esperti della materia che dovevano insegnare e a chissà quale sottocategoria di magipsicologo, un'accademia rimaneva una sorta di azienda e niente avrebbe cambiato questa realtà. Ricordo a tutti, specialmente ai nuovi colleghi, chi siamo. Hidenstone è un'istituzione. La Gazzetta del Profeta ci ha nominato come miglior Accademia Magica del Regno Unito l'anno dopo in cui fu fondata e nel successivo ci siamo affermati anche in Europa. Tutto questo discorso per arrivare dove? Tutta questa storia di dicembre ci porta ad un considerevole danno d'immagine. Forse per alcuni di voi risulterà spiacevole sentirlo, ma a mio avviso la reputazione di questa stessa Accademia in cui tutti noi mettiamo la faccia non vale Blake Barnes.
    Sapeva perfettamente di godere della simpatia di alcuni dei suoi colleghi, tuttavia dovevano guardare in faccia la realtà. Già solo se uno studente dovesse ritirarsi dalla scuola a causa di uno studente problematico per l'Accademia quella sarebbe stata una sconfitta. Parliamo di lui come se fosse un ragazzino - e non nego che lo sia - ma per la società lui è un adulto. È maggiorenne, ha conseguito i G.U.F.O. ad Hogwarts e nessuno lo costringe a frequentare un'Accademia di magia, in quanti non lo fanno? Cosa accade se viene espulso? Mi spiace dirlo, ma io mi preoccupo di più di cosa accade se non viene espulso.
    Purtroppo si sentiva come se fosse l'unico a dire le cose come stavano, nonostante la realtà in quel caso fosse estremamente crudele. Alla fine il vero problema di Blake era il non aver giustificazioni. Se un cittadino non rispettava le regole dello Stato ne pagava le conseguenze e forse il loro vero problema era che troppe volte avevano chiuso un occhio per salvaguardare Blake. Con questo ho finito.

    RevelioGDR
     
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