Votes taken by Adamas Vesper

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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 19 anni | III Anno

    Per quanto Blake fosse una bomba, Adamas sapeva che ci si poteva paradossalmente fidare di lui in più occasioni; due di queste erano quando c’era bisogno di distruggere qualcosa, e quando Jesse era in pericolo. (S)fortunatamente, la combinazione di quelle due eventualità comparve e fece sì che il suo ragazzo fosse liberato in poco tempo.
    “Snowflake, credo che sia più interessato alla nostra carne che alle nostre parole! Oh cavolo - speriamo non ne arrivino altri!”
    Dovevano prendere tempo, e non dare fuoco il generatore: forse era necessario raffreddare gli animi, dopotutto?
    “Nebula Iunctam!”
    Decise di mantenere fede ai suoi pensieri, ammassando il gas spaziale in una nube in collasso per rendere il movimento del mostro (quello che per lui era, a tutti gli effetti) più difficoltoso.
    “Petrificus Totalus! Glacius!”
    Sulla stessa linea di pensiero furono quindi i due incantesimi seguenti; il Glacius avrebbe anche tentato di raffreddare la temperatura della stanza, per diminuire il rischio di incendio.
    “Spero di aver scongiurato il pericolo di esplosione, ma meglio essere cauti! Astra Natura Giove!”
    Fece l’ultimo incantesimo sul generatore, per agevolarlo nel trasmettere la corrente elettrica nonostante l’intervento esterno di quella cosa.
    “OH CAZZO.”
    Guardare fuori dalla finestra non è mai una buona idea, vero Adamas? La visione di tutte le altre creature non era affatto rassicurante, anzi: l’Ametrino si trovò per un attimo spaesato, perdendo le forze negli arti inferiori.
    “Dobbiamo resistere… Impedimenta!”
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR
  2. .
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Quando aveva scelto il proprio percorso accademico per il Triennio, Adamas aveva accuratamente evitato di prendere Difesa Contro le Arti Oscure. Questo era successo non perché non la trovasse una materia stimolante, anzi: era esattamente il contrario, con un rischio di menomazione altissimo dovuto più al docente che alle creature studiate.
    Quando si era trovato di fronte ad una lezione con la combo fatale Ensor&Parton, quindi, aveva alzato gli occhi al Cielo implorando gli Dèi di dargli la forza e, se possibile, anche un briciolo di fortuna.
    Era rimasto colpito dall’inusuale mezzo di trasporto che avevano usato per arrivare sulla M.I.S.S., ma ancor più da quest’ultima: ne aveva sentito parlare poco (e male) dai genitori quando era la notizia. Ovviamente, i suoi disdegnavano assolutamente la commistione tra magia e scienza.
    ‘Quanta chiusura: pensano che la scienza sia una materia fin troppo Babbana… chissà quante cose mi sono perso finora, a causa di questa mentalità bigotta!’
    Aveva stretto la mano di Jesse durante il trasporto, lanciando talvolta occhiate a Blake; non si aspettava di certo delle scuse, ma conoscendo il suo frenemy era sempre bene tenerlo d’occhio.
    ‘È Blake, è fatto così - chissà cosa gli passa nella testa, a volte.’
    “Ehi, Snowflake - ma tu conoscevi l’esistenza della I.S.S. Babbana? È fantastico vedere che anche loro riescono, nel loro piccolo, a operare un po’ di magia - passami il termine. Chi se l’aspettava che potessero arrivare nello spazi-oh!”
    Si interruppe non appena il professor Ensor richiese l’assoluto silenzio, per indirizzare ancor di più l’attenzione verso il Dottor Kyen.
    Attese pazientemente il proprio turno per parlare, per poi rispondere: “Insomma, in Magia Verde abbiamo appreso che la vita terrestre si basa sul carbonio e pochi altri elementi - mi pare si usi la sigla CHNOPS, no? Mentre durante Magitecnica abbiamo visto che anche i materiali, per così dire, non vive abbiano una loro personalità. Forse almeno parte della vita sugli altri pianeti potrebbe non essere a base di carbonio, ma di qualche altro elemento… ma se così fosse, credo che avremmo difficoltà a capire davvero a fondo queste forme di vita, no?”
    Si fermò, poi, per rispondere alla seconda parte della domanda: “Ehm - devo ammettere che non ne conosco, ma avevo sentito parlare delle linee di Nazca, e di come alcuni credano che siano state disegnate dagli extaterrestri… anche se personalmente ritengo che siano solo baggianate infantili. Insomma, ci sono una marea di opere umane che sembrano sovrumane, ma è ben documentata la loro origine terrestre, no?”
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Parla con Jesse Lighthouse, scruta Blake Barnes.
  3. .
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    I soliloqui del suo fidanzato erano sempre adorabilmente graditi, e Adamas non poteva fare altro che ascoltarli con un ghigno tra il compiaciuto e l’incantato mentre accadevano. Jesse aveva l’abilità di trasformare il proprio disagio esistenziale in un’arma che sarebbe riuscita a sciogliere il cuore dell’Ametrino in ogni caso.
    “Sei meraviglioso quando hai quest’espressione… no, non è vero - lo sei sempre”: avrebbe accarezzato dolcemente il suo collo.
    Interfacciarsi con Jesse, però, era la parte semplice: era ben più arduo dover avere a che fare con la sua ombra perenne, Blake.
    ‘Ok - Skyler ha abbastanza ragione, ma che cavolo. Sono stufo di subire sempre le decisioni di Blake come se fossi io il terzo incomodo… e Markab (sì, aveva ricordato il nome… forse) alla fine è come una campana: vuota ma fa risuonare l’unico neurone che ha in testa. Dovrei darci il peso che ha’: forse la de-escalation con tregua avrebbe funzionato.
    O forse no.
    Certo, se era bastata solo una manciata di parole per distruggere il rispetto che Blake provava per lui, forse non ne aveva mai avuto davvero, e aveva confuso il rispetto con il “fatti andare bene qualunque cosa, perché io sono io e tu non sei un cazzo”. Insomma, i veri amici dovrebbero avere un minimo di empatia, comprensione e soprattutto tolleranza in più: com’era possibile che, al primo accenno di “insubordinazione” all’ordine mondiale blakiano, il Black Opal scattasse?
    I muscoli possono far molto, ma non difenderti da un tradimento emotivo - come un pugno in pieno stomaco a ciel sereno.
    Avrebbe tentato di schivare, ma probabilmente era davvero stato colto alla sprovvista e non ci sarebbe riuscito: limitare i danni era tutto ciò che avrebbe potuto fare.
    Una volta che si fosse ripreso, avrebbe guardato con astio l’altro: “Che cazzo di problemi hai, Blake?!”.
    ‘Per gli Déi, la tua stessa medicina non ti va bene?’
    Non avrebbe aggiunto molto, se non altro perché…
    Snowflake.
    Come avrebbe preso Snowflake un’eventuale scazzottata tra il fidanzato ed il migliore amico? Non avrebbe mai voluto coinvolgerlo in un simile conflitto d’interessi, per cui si limitò a incassare il colpo e serbare rancore. Chiunque non sapesse affidarsi alla logica e si lasciasse andare ad una villana scazzottata aveva già perso in partenza.
    “Senti, fa’ quel che cazzo vuoi con i tuoi amici - prendili a pugni, se ti fa stare meglio. Per quanto mi riguarda, ti abbia l'Averno in gloria.”
    ‘Con amici così, chi ha bisogno di nemici?’
    Si sarebbe allontanato, forse zoppicante forse no, data comunque la scarica di adrenalina in corpo, per andarsi a chiudere nella sua torre d’avorio in un angolo e mettere il broncio. Aveva gestito male quella situazione? Sicuramente sì. Aveva legittimato il comportamento di Blake con le sue parole? Certo che no: non puoi usare il cognome di una persona per apostrofarla e prendertela se quella usa il tuo a sua volta. Ok, era un discorso un po’ contorto, ma nella testa di Adamas filava candidamente.
    ‘Forse me la sono presa troppo, e in parte è colpa mia… ma quel “Porca puttana Vesper!Sei così sicuro che sia il tuo fidanzato...?” mi ha dato decisamente fastidio.’
    Poche cose avrebbero potuto distoglierlo dal rimuginare sullo scambio di opinioni, se così si poteva chiamare, precedente; un SMS in piena Denrise, uno dei pochi luoghi al completo riparo dal 5G (?), fu una di quelle.
    ‘Ero abbastanza sicuro che non prendesse… ma che -?!’
    Un messaggio di Cora Delaine non poteva passare inosservato neanche in quella circostanza.
    ‘Un seme?’
    Tirò fuori il sacchettino dalla tasca: non l’aveva calcolato minimamente, ma ora la faccenda si faceva interessante.
    “Catalogus…?”
    Sapeva già come fosse un oggetto magico, ma forse era utile valutarne la pericolosità.
    Con Blake Barnes non l’aveva fatto, e guarda com’erano finiti.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Interagisce con Jesse Lighthouse e Blake Barnes, incassa il pugn eventuale, si rintana nella sua torre d'avorio in un angolo, legge il messaggio di Cora e indaga il seme.

    Azione unica: Catalogus (Intuito 18).
    Effetto: La punta della bacchetta si illumina di un colore rosso tanto più intenso quanto è intensa la concentrazione magica all'interno del bersaglio.
    Note: con intuito <25 ti permette di capire se quell'oggetto sia magico e quanto sia potente;
    con >25 ti permette anche di avere sensazioni circa la pericolosità dell'oggetto stesso.
  4. .
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Se Jesse otteneva sempre un saluto caloroso dai suoi, Adamas non poteva che essere definito l’antitesi di quella tendenza: ormai che era finalmente maggiorenne anche per la comunità Babbana, i suoi genitori si limitavano ad un rapido saluto, non senza molto imbarazzo da parte di suo padre.
    "... ebbene, ci siamo. Studia."
    "... sì. Come sempre."
    "... e tagliati ‘sti capelli. Sembri uno zoticone."
    Durante l’anno precedente, e l’estate appena passata, Adamas aveva preso la decisione di farsi crescere i capelli, e finalmente stava iniziando ad assomigliare effettivamente ad Adam, la sua forma “adulta” apparsa in discoteca in quell’ormai lontana notte.
    "No, è una mia decisione. Arrivederci, padre. Madre…": sfiorò brevemente la guancia della madre, prima di correre da un Jesse in lacrime.
    "Arrivederci, signori Lighthouse - è un piacere come sempre": sorrise brevemente, un po’ in imbarazzo, per poi stringere la mano del ragazzo.
    "Bellino tu - li rivedrai presto. E poi ci sono le… videochiamate per vederli, no? Non saranno come stringerli, ma almeno puoi sentirli e vederli, no?"
    Si separarono di fronte alla cabina di Jesse, dove salutò anche Blake. Ormai aveva capito quanto fosse inutile tentare di far capire al Barnes che non era molto… adeguato, ma se neanche il fuoco era riuscito a fargli capire che forse era meglio starne lontano, che speranze poteva avere Adamas?
    "Ci vediamo dopo": baciò Jesse, prima di recarsi nella sua cabina, dove avrebbe letto Saint Seya per tutta la durata del viaggio, o quasi.
    'Facciamo qualcosa per i capelli…': passò una buona parte del tempo a tentare di farsi i rasta e, per quanto i capelli si fossero allungati, riuscì a farsi solo una treccina decente.
    Sceso dal galeone, ritrovò Jesse al primo sguardo, inaspettatamente alla bancarella delle armi. Sentì in tempo la parola manette.
    "Ehi, Snowflake… mi stai nascondendo qualcosa?": sfiorò con le dita la schiena di Jesse, arrossendo vagamente perché si trovavano in pubblico, ma comunque desideroso (leggasi voglioso) di stare con il suo ragazzo.
    Il vero dramma, però, scoppiò di fronte al banco del Canto della Sirena. Quando l’energumeno che aveva visto gravitare attorno a Skyler (forse Murtag?) apostrofò Jesse come il fidanzatino di Blake Barnes, una sorda ira gli esplose nel petto.
    "Lui è il mio ragazzo": guardò il barista con occhi furenti, ammettendo però che non era una brutta vista. Peccato che probabilmente fosse vuoto come una zucca ad Halloween.
    "Dammi una delle vostre bevande sicuramente analcoliche - va bene qualunque cosa": lo sguardo di sfida di Adamas si muoveva tra Markab e Blake, mentre la treccina rasta si muoveva come un pendolo, così come l’intenzione di Adamas di restare con Jesse e andarsene via per spaccare qualcosa.
    "C’è qualcosa che mi dovreste dire, voi due?"
    Avrebbe cercato di placare la sua ira gelosa, ma avrebbe comunque rimarcato il territorio mettendo una mano sul sedere di Jesse, mentre ponderava la decisione di bere.
    "Anzi, no, Markab - ho cambiato idea. Body painting, tribale, tricipite, ora"; avrebbe tolto la maglietta, per far vedere in un moto di superbia il suo fisico ormai statuario a tutti i presenti, mentre blaterava parole che aveva appreso a furia di stare su Instagram.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    Aggiunto postumo solo per le interazioni.

    Jesse Lighthouse Markab Castlewine Blake Barnes

    Adamas si fa fare un po' di body painting, per cui si spoglia.
  5. .
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Il tempo del giudizio si avvicinava e, nonostante la stanchezza ed il fatto che la prova di Difesa lo intimorisse, non vedeva l’ora di godersi il meritato riposo, ovviamente condito dall’ansia della votazione dei M.A.G.O. Ci avrebbe pensato Jesse a consolarlo e farlo distrarre.
    ‘Ma ora… l’ultima fatica - almeno spero!’
    Ciò che lo attendeva avrebbe fatto aumentare ulteriormente il desiderio che fosse l’ultima.
    Dopo l’incontro coi lupi, la camminata che lo portò nella radura dell’ultima prova fu quasi piacevole, nonostante il senso di claustrofobia determinato dalle vie di quel dedalo infernale. L’arrivo all’anticamera della prova fu talmente tanto privo di eventi: col senno di poi, Adamas avrebbe fortemente rimpianto quella calma.
    ‘Uh-oh… preoccupante’: la pergamena con le quattro rappresentazioni delle creature da sconfiggere doveva essere stata scritta da Ensor, da tanto era minacciosamente schietta. Quattro vie, quattro elementi ed un esorcismo; Adamas non si sentiva all’altezza di una prova simile, nonostante fosse ormai al secondo anno e avesse ormai una certa dimestichezza con le situazioni pericolose…
    ‘E poi, non sarà una prova mortale, no?’; certo, come no.
    Alla scoperta che gli sarebbe toccato l’elemento Aria, Adamas non fu così felice: quello era il suo elemento, quello per cui negli ultimi mesi aveva sentito una maggiore affinità, e usarlo contro una creatura fatta di quello probabilmente sarebbe stata un’idea pessima. Probabilmente gli avrebbe solo fatto il solletico.
    ‘Ok, iniziamo con la parte semplice - dobbiamo prima stanarlo, no?’
    Lasciò che la sua mano vagasse sopra alle pietre, mentre ad occhi chiusi si concentrava per percepire ciò che gli serviva: qualcosa legato all’Aria. La sua mente su invasa, dapprima, dallo scroscio dell’acqua corrente, quindi dalla sensazione di calore di un falò, fino ad arrivare all’odore di terra umida. Solo quando avvertì come un refolo di brezza sul viso si arrischiò a prendere in mano una delle pietre del mucchietto, e finalmente avvertì una vibrazione vera e propria che lo rese certo della scelta. Tuttavia, si concentrò ulteriormente ad occhi chiusi, tentando di consolidare la sua aura affinché puntasse la via giusta: quando fu abbastanza rilassato e sicuro che la sua aura si fosse manifestata, aprì gli occhi.
    ‘Oh, dunque è questo il mio colore…’: un sottile fascio di un turchese carico si dipanava dalla pietra che aveva in mano (uno smeraldo), dileguandosi dopo poco. Tuttavia, indicava in maniera palese una salita ripida e all’apparenza impervia.
    “E ti pareva… quando mai? Vabbè, immagino che mi aspetti qualcosa di peggio di una piccola scalata…”
    Procedette, modulando il respiro sia per sciogliere la tensione, sia per non arrivare con il fiatone alla prova vera e propria: tuttavia, la visione del luogo fu abbastanza mozzafiato.
    ‘Fortunatamente non soffro di vertigini… sarà un’illusione? In ogni caso meglio non rischiare di cadere di sotto.’
    Fu allora che sentì un fruscio nel punto cieco alla sua sinistra: fu solo grazie ai suoi riflessi dati dal Quidditch che riuscì a schivare, saltando verso destra e lontano dal precipizio, la prima folata offensiva del Djinni. Riuscì a vederlo: come anticipato da Ensor, non aveva ancora assunto la forma finale (‘Cavolo, quel DragonBall mi ha traviato, con questi modi di dire…’). Pareva infatti una massa scura di aria, quasi come se al suo interno ci fossero nubi temporalesche: talvolta, in quel turbinio minaccioso, appariva come un volto che ricordava quasi le guardie del film di Aladdin, e si formava una specie di scimitarra di vento dalla quale poteva aver lanciato il primo attacco.
    ‘Cavolo… che faccio ora? Sembra quasi impalpabile… chissà se i miei attacchi possono attaccarlo.’
    “Salus Templi”: essendo un demone minore, forse avrebbe avuto effetto. Il sale da esorcismo cadde alla base delle spire del Djinni, che non fu molto felice di toccarlo: sibilò e, per un istante, Adamas poté vedere gli occhi truci e arabeggianti dello spirito. Questi lanciò quindi un urlo, che ricordava il fischio greve di una bufera, per poi attaccarlo direttamente; mosse la scimitarra d’aria in un fendente orizzontale, che colpì in pieno l’Ametrino come un muro di vento. Il ciglio del precipizio si faceva più vicino, mentre Adamas prendeva una saggia decisione: usò il Carpe Retractum lateralmente, in modo da uscire fuori da quel muro di vento e non esserne più sferzato.
    Il nemico ridacchiò, con un piccolo rombo di tuono, soddisfatto.
    ‘Cosa posso fare…’; avvertì finalmente il bruciore all’avambraccio sinistro, dove una ferita da taglio era comparsa. Quelle lame di vento dunque avevano anche la capacità di ferirlo fisicamente, e non solo di lanciarlo via...
    “Epismendo”.
    ‘Fortuna che non è ancora un Djinni completo, altrimenti mi avrebbe tranciato il braccio…’
    Rabbrividendo al pensiero (e ringraziando il rush di adrenalina, che aveva attutito il suo dolore), decise di tentare un nuovo attacco diretto: tracciò una saetta con la bacchetta, mormorando “Electro”. Forse le creature di vento erano suscettibili all’elettricità…
    Effettivamente, parve avere almeno un minimo effetto: il Djinni perlomeno smise di ridere, e anzi sibilò infastidito contro Adamas, squadrandolo con quegli occhi tempestosi. Quindi, lo attaccò con due fendenti obliqui, alzando una bufera più forte della precedente.
    ‘Cavolo - qui volo davvero di sotto…’
    Non era saggio dare le spalle al nemico, dunque Adamas agì di istinto: lanciò un Defodio dietro di sè, scavando una piccola fossa che potesse fermarlo dalla caduta. Funzionò, ma nella foga del momento non calcolò bene la profondità e la velocità: riuscì a fermare la sua corsa, ma l’impatto contro le rocce dietro a lui mozzarono il suo respiro.
    “Innerva…”: sperò che la seconda cura potesse lenire almeno parzialmente il suo dolore, mentre ulteriori due attacchi del Djinni gli fecero ringraziare la sua buona stella della riuscita, anche se non ottimale, del Defodio.
    “Qui rischio la pelle davvero… Nebula Iunctam! Lux Bulla!”: avrebbe tentato dapprima di creare una piccola stella incandescente di neutroni, da lanciare contro il Djinni, e quindi di intrappolarlo dentro la sfera di luce.
    Se fosse riuscito nel suo intento senza svenire, sarebbe quindi corso verso la fine di quella prova infernale, approfittando dell'intrappolamento del Djinni.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Adamas entrò circospetto nella sala, forse fin troppo: fino a quel momento, in fondo, non era ancora accaduto niente di male, no? Certo, la prova di Ensor doveva ancora arrivare, e se mai ci sarebbe stato un momento in cui avrebbero rischiato di morire, sarebbe stato quello.
    Quando entrò nell’ennesima stanza, tuttavia, tirò un sospiro di sollievo; i pannelli disposti lungo il perimetro ed il tavolo da lavoro al centro sarebbero stati strani per un esame di DCAO, e di sicuro la pergamena verde aveva un tocco molto più pacifico e rassicurante.
    Lesse con cura le indicazioni lasciate dai professori di Magitecnica e Antiche Rune; come sempre, non era eccessivamente interessato alla mitologia norrena, ma ringraziava di averla ripassata. Heimdall era anche una delle divinità che conosceva meno, ma ammirando i pannelli attorno aveva visto il mito che ricordava meglio: il dio intento a suonare il corno del Ragnarok… forse uno strumento musicale avrebbe colpito i professori?
    ‘Ok, ma quale sarà il materiale migliore per un corno? E poi, non sono sicuro di saper creare un corno in metallo… forse l’osso è migliore? Sembra anche più adatto ai Vichinghi…’
    Cercò tra i materiali del tavolo di lavoro, finché non trovò un corno di toro, lungo circa 25 cm e leggermente incurvato.
    ‘Immagino che vada svuotato del midollo, prima… ma come?’
    Passò in rassegna gli incantesimi che conosceva: la cavità presente andava allargata per permettere un maggior passaggio d’aria.
    “Gratta e Netta”: sperava di essere abbastanza abile da poter ripulire l’interno del corno senza rovinarlo. Una volta finito, ne avrebbe saggiato la continenza riempiendolo d’acqua tramite un Aguamenti.
    ‘Posso anche lasciarlo ruvido, all’esterno… direi che ha un aspetto più da guerriero, così.’
    Ora si trattava di passare alla creazione dell’imboccatura: doveva tagliare la punta del corno, ma non sapeva precisamente di quanto. Forse 3 cm sarebbero stati sufficienti?
    “Però… forse è meglio andare di sega”: avrebbe tentato, con un seghetto preso nelle vicinanze, di resecare quanto necessario per creare un bocchino il più possibile adatto a lui stesso.
    ‘Ora si tratta di perforare ancora l’imboccatura per permettere un miglior passaggio dell’aria… meglio farlo a mano - con gli incantesimi rischio di fare casini.’
    Prese uno dei trapani, scegliendo quindi una delle punte più piccole, in modo da non creare danni strutturali;nel momento in cui fosse riuscito nel suo intento di perforare, avrebbe riutilizzato il Gratta e Netta per pulire lo strumento dalla polvere d’osso lasciata.
    ‘Ok - ora devo incastonare la pietra, ma non posso creare un incastro nel corno in sé, si rovinerebbe…’
    Avrebbe quindi tentato di creare un piccolo ornamento per il corno che avesse una doppia funzione: da un lato avrebbe permesso ad Adamas di inserire una piccola tracolla di pelle, in modo da poterlo trasportare comodamente, mentre dall’altro avrebbe permesse di incastonare comodamente la runa.
    ‘Che materiale è meglio usare, però? Forse un metallo nobile, per non disturbare la magia della runa?’
    Alla fine decise per costruire i finimenti in argento. prese un piccolo blocco, per poi tramutarlo in due anelli, uno dal diametro minore che posizionò vicino all’imboccatura ed uno maggiore che posizionò verso l’apertura finale. Usando un blocchetto più piccolo, dotò l’anello maggiore di un castone in cui avrebbe inserito la runa, una volta scelta. Unì il castone e l’anello maggiore tramite l’Elementa weldum. Avrebbe quindi cambiato il solo colore del solo corno tramite Colovària in un nero pece, per renderlo più… adatto alla battaglia? Quindi prese una cinghia di cuoio e, usando il medesimo incanto, la unì ai due anelli.
    ‘Bene, ora manca solo la runa e l’incantesimo… è il corno del Ragnarok, ci vuole qualche incantesimo adatto. Forse il Dismundo? E come runa, quale sarebbe la più appropriata? Hagalaz simboleggia la distruzione, ed il Ragnarok non era tipo la fine di Asgard? O ricordo male? Oppure, Tiwaz è lo scontro… potrebbe andare bene comunque.’
    Alla fine, decise di incastonare la runa Hagalaz, ritenendola più appropriata al suo volere; quindi, dopo averla posizionata nel castone ed aver usato per la terza volta l’Elementa weldum, disegnò un cerchio in senso antiorario, partendo dall’estremità inferiore, mormorando “Dismundo”. La sua intenzione finale era quella di ricreare uno strumento da guerra simile a quello di Heimdall.
    Chissà se il suo tentativo sarebbe riuscito.
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  7. .
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Era una buona idea festeggiare la fine dell’anno? Era ormai il secondo, e ormai Adamas sapeva bene cosa lo aspettasse: i M.A.G.O. erano dietro l’angolo, e fosse stato per lui probabilmente non avrebbe perso tempo e si sarebbe messo a ripassare.
    Ma… come poteva rinunciare ad una nuova occasione per stare con Jesse?
    “Ok… arrivo. L’ansia non mi avrà - troppo.”
    Aveva ovviamente già preparato le valigie, essendo troppo diligente per lasciarle all’ultimo momento; in più, ora che Lampone era finalmente più ubbidiente (forse anche perché stava crescendo e gli si era affezionato), non disfaceva più i bagagli lasciati incautamente aperti, per cui era molto più tranquillo. Non li aveva chiusi perché non aveva ancora deciso quale appunti avere a portata di mano durante il viaggio di ritorno: dopo aver perso quella serata di studio era meglio non perdere altre occasioni.
    La divisa dell’Accademia iniziava a diventare troppo pesante, per i suoi gusti, ma finalmente l’indomani avrebbe potuto vestirsi più casual; il caldo era anche esacerbato dai capelli, che iniziavano a diventare abbastanza lunghi. Forse a breve sarebbe riuscito a intrecciarli in treccine rasta come la notte fatidica in cui era scomparsa Valentina.
    ‘Non ci pensare ora’: i nervi erano già abbastanza a fior di pelle senza aggiungere pensieri tristi al paiolo mentale.
    “Ehi, Snowflake! La foto non ti rende onore - sei più bello dal vivo”: avrebbe dato un bacio rapido al fidanzato, per poi poggiare la testa sulla sua spalla in cerca di calore e conforto. La stanchezza mentale si faceva sentire.
    “Ciao, Blake - ciao, Erik. Ma come cazz… ehm, diamine avete fatto a resistere l’anno scorso alla pressione da esami?”
    Non era un tipo solitamente sboccato, ma aveva bisogno di uno sfogo (fisico o verbale) a causa dello stress.
    “Uh - le pistole sono fighe, ma forse ho più speranza di resistere ad una guerra se lancio le bolle colorate con Erik”: avrebbe comunque temporeggiato. L’evento era appena iniziato, e voleva capire se anche scegliendo l’altra arma sarebbe comunque riuscito a giocare con Jesse o no.
    ‘Ma non rientra anche questo nel discorso di Olwen di fare ciò che più si adatta a me senza guardare sempre cosa fa Jesse?’
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Adamas saluta Jesse Lighthouse Blake Barnes Erik Foster e temporeggia sul da farsi.
  8. .
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Adamas era sempre stato un ragazzo molto riservato, sia con i pochi amici che aveva avuto, sia (per ovvissime ragioni di incompatibilità emotiva) con i genitori; aveva cominciato ad aprirsi veramente al mondo da quando aveva iniziato a frequentare l’Accademia, ed il rapporto con Jesse aveva dato il colpo di grazia alle sue ultime remore.
    Tuttavia, per quanto il muro che si era costruito attorno potesse essere stato smantellato, il terreno dove sorgeva non era ancora pronto ad accogliere una schiacciasassi (aggeggio Babbano che, aveva scoperto, era usato per costruire edifici) di invadenza e gelosia quale si era dimostrato Blake Barnes.
    “Eh? Ma… Erik è il Prefetto, e fa un lavoro egregio; non credo proprio che sarà sostituito a breve”: il terzo membro del Trio delle Meraviglie era il più adorabile (escludendo ovviamente il suo Snowflake, che però era assolutamente incomparabile a chiunque altro), ed eseguiva il compito di Prefetto in maniera adorabilmente personale. Nessuno, neanche uno studente ambizioso come Adamas, avrebbe mai insediato quel ruolo.
    “Comunque, se mai mi lasciasse dei succhiotti - e non lo farà, perché nessuno dei due vuole finire nei guai - ho guardato su YouTube dei tutorial per nasconderli, sia con che senza magia”: rise brevemente, non pensando che forse Blake avrebbe potuto considerare quelle parole come un’ammissione di colpa. In ogni caso, anche se avesse perlustrato ogni millimetro del suo collo con la magia, il Black Opal non avrebbe trovato tracce.
    “Blakiano? Beh, non intendevo qualcosa di pessimo o cattivo - anche perché chi ti conosce un poco di più sa che quando fai così è perché tieni a qualcuno… almeno, spero!”; si stava forse sbilanciando troppo, con quelle parole? Se fosse stato così, l’avrebbe scoperto di lì a breve. La verità era che quell’alternanza tra complimenti e minacce più o meno velate era l’essenza della sua amicizia/inimicizia con Blake, e finché andava così probabilmente era tutto a posto.
    “Ehm… cosa sarebbe il Grande Fratello?”: ovviamente, da buon Purosangue senza alcun amore per la TV spazzatura non aveva la minima idea di ciò a cui Blake si riferisse. “Comunque non tradirei mai Jesse - a maggior ragione in un programma televisivo. E poi lo sai benissimo che non sei affatto il mio tipo… quindi potrai usare la visibilità - si dice così, no? - per trovare un’altra ragazza.”
    Ascoltò le parole del Black Opal con un leggero distacco divertito: era ovvio che Blake si sarebbe lodato da solo, avendo un ego grande come...
    ‘Non mi vengono in mente termini di paragone!’: ecco quanto era grande l’ego di Blake.
    “Ma... a che doti ti riferisci?”: non parlava forse di quel tentativo di seduzione ballerino che aveva messo in atto quell’ormai remota sera, vero?
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Aveva quasi dimenticato la lezione di Pozioni.
    Come era potuto accadere?
    Ormai Adamas faceva i conti con la primavera inoltrata, che si insinuava nei suoi pensieri ed esacerbava un solo desiderio ed un solo bisogno: Jesse.
    Forse era per quel motivo che la sua testa era tra le nuvole più del solito.
    Era arrivato a Pozioni bello trafelato, giusto poco prima che la lezione iniziasse; si sedette senza badare troppo a dove si stesse mettendo.
    “Buon… buongiorno, professoress… ah”: la voce era spezzata più dal cardiopalmo dovuto al fatto di aver quasi perso una lezione che alla corsa vera e propria.
    Si rese conto solo allora della catastrofe già avvenuta; non aveva portato il quaderno designato per Pozioni, e aveva perso la penna Babbana nera che usava solitamente.
    ‘Ma cazzo. No, dai - non posso essere così distratto, oggi. Chi sono, Blake?’; era abituato ad essere sempre molto diligente, e difficilmente si sarebbe perdonato una svista del genere.
    Mandò un messaggio a Jesse, scrivendogli l’accaduto e firmandolo con uno scherzosamente amorevole “Tutto per colpa tua - sei sempre nei miei pensieri”.
    Tuttavia, era necessario trovare una soluzione; a malincuore e maledicendosi per la disattenzione, strappò una pagina centrale dal quaderno di un’altra materia (ndr Astronomia), rabbrividendo all’idea di aver deturpato un oggetto di cartoleria per colpa sua.
    ‘Oh cavolo - Howie non è ancora arrivato… non posso chiedere a lui una penna…’
    Si guardò intorno, interrogandosi su quale dei suoi compagni di classe potesse averne una di riserva e, soprattutto, a quale avrebbe osato rivolgere parola; non c’era nessuno che potesse essere definito come appartenente alla sua rete di supporto.
    ‘Però…’
    In fondo, perché non chiedere a lui?
    “Psst, Thomas - come stai? Senti, scusa il disturbo ma… non è che avresti una penna che ti avanza? Io, ecco - ho perso la mia…”
    Sperò che averlo aiutato durante la lezione di Rune fosse abbastanza per farsi aiutare in quel frangente.
    Perché sì, Adamas era senz’altro un ragazzo di buon cuore, ma un po’ della mentalità aristocratica del do ut des che gli avevano inculcato era rimasta.
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    Si rivolge a T.J.C. chiedendogli una penna in prestito (?).

    A questo giro, Adamas è distratto dal pensiero del cu...ore di Jesse. #maledettaprimavera
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Ovviamente, l’esclamazione di Adamas era completamente innocua; avrebbe reagito così con chiunque altro (a meno che non fosse un professore). Ma ovviamente avrebbe potuto Blake perdonare di essere trattato come chiunque altro? Figuriamoci: ecco perché Adamas non si sorprese più di tanto del tono sgradevole del migliore amico del suo Snowflake.
    ‘Ma perché non si può seppellire l’ascia - cioè, no, il lanciafiamme - di guerra e vivere tranquilli? Che vuole, ora?’
    “Veramente, non mi aspettavo proprio nessuno - è ora di lezione, no?”
    Non ricordava perfettamente gli orari degli studenti del Triennio, per cui aveva scordato che dalle 10.30 alle 11.30 avessero un’ora libera; ciò dimostrava che, pur amando Jesse, gli lasciava abbastanza spazio per vivere senza un’ulteriore ombra nella sua vita.
    Quel ruolo era già preso da un altro.
    ‘Seh, vabbè Blake - per forza fate tardi assieme, vivete nello stesso dormitorio. Non è una cosa così eccezionale di cui vantarsi'; non aveva mai parlato a Jesse del modo in cui Blake gli parlava, spesso e volentieri, per non mettere in una posizione scomoda il suo ragazzo. Sapeva quanto tenesse al suo amico, e non era certo il tipo da porre ultimatum.
    “Ehm - ma, scusa, a te che importa se mi lascia dei succhiotti?”: pose la domanda, provando a metterla sul ridere, ma trovando troppo invadente quell’affermazione.
    ‘Oddio, per gli standard di Blake neanche troppo… e meno male che ho le clavicole coperte, oppure potrebbe davvero dare in escandescenze.’
    “Sono d’accordo con te - andrà meglio; ma nel frattempo te lo chiediamo perché ti vogliamo bene, no?”: nonostante quello strano incontro stesse diventando sempre più peculiare ogni minuto che passava, donò comunque un sorriso incoraggiante al suo frenemy di fiducia. Poi continuò: “Insomma, anche tu ci vuoi bene, anche se hai un modo… Blakiano di dimostrarlo”.
    Cosa avrà mai voluto dire Adamas con l’aggettivo Blakiano? Forse attivo-aggressivo (perché Blake era, da ogni punto di vista, attivissimo nel mostrare la sua aggressività)? Esplosivo? Non ci è dato saperlo, in quanto l’Ametrino non avrebbe mai elaborato una definizione di sua sponte.
    “Uh, grazie - beh, devo ammettere che è stato inaspettato per l’intero universo. Ad Hogwarts non mi hanno mai preso in squadra perché… sì.”
    La realtà era che ad Hogwarts era molto più timido ed impacciato, e l’idea di dover giocare di fronte all’intera scuola lo atterriva. Finalmente, Hidenstone l’aveva liberato di alcune paturnie, anche se la mole era troppo grande da essere completamente libero.
    ‘Beh, almeno ci sto lavorando su, no?’: le sessioni con Skyler continuavano, più diluite nel tempo, ma comunque sempre presenti.
    “Il provino? Ehm, sì, direi - ma devo chiedere il permesso a Jesse. Cioè, gliene avevo parlato ma è stato ormai mesi fa. Ma ti hanno contattato per dirti qualcosa?”: inclinò il viso, incuriosito. Ormai aveva solo un ricordo distante di quella proposta, per cui ricevere quella rinfrescata alla memoria non sarebbe stata male.
    “Pensavo seriamente che se ne fossero dimenticati tutti, di quel provino. Ma… che tipo di programma si trattava, più?”
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    “Uh! Noi, no - lui, cioè, io… vedrò cosa si possa fare…”
    Stava seriamente prendendo in considerazione quella proposta? Assolutamente no, ma dare una negazione forte e immantinente non era propriamente nelle corde di Adamas. Tuttavia, forse non avrebbe dovuto dare una risposta aperta ad un’interpretazione libera, poiché si ritrovò addosso più mani poco conosciute (ben due!) di quelle che potesse tollerare.
    Sembrava procedere tutto per il meglio, almeno finché Thomas non decise di appiccare un piccolo incendio: le vipere si arrabbiarono abbastanza, nel vedere deturpare il loro habitat, e una saltò al collo del Black Opal. Strinse l’uovo che aveva recuperato più saldamente nel braccio sinistro, a causa del nervosismo; puntò quindi la bacchetta verso il compagno.
    “Molliate!”: il primo istinto fu tentare di rallentare l’altrui caduta, sapendo bene come ci si sentisse a cadere nel vuoto. Mise poi meglio a fuoco la scena, notando il serpente attorno al collo di Thomas.
    ‘Diamine, no! Il soccorritore più vicino è Olwen, ed è comunque lontano… devo evitare che soffochi… potrei usare il Betlum Exumai, ma potrebbe farle irritare ulteriormente...’
    “Immobilus!”: mentre si lanciava in picchiata inseguendo la caduta pur rallentata del ragazzo, puntò quell’incanto verso la vipera. Avrebbe tentato di rallentarla, in modo che non stringesse ulteriormente le sue spire.
    Notò quindi come anche le altre vipere effettivamente non stessero battendo la fiacca: sembravano circa una decina, e se avessero azzannato il ragazzo una dose simile di veleno non avrebbe lasciato scampo a nessuno.
    “Ventus! Su, volate via - non vi faremo più del male! Prendilo tu sulla tua scopa, Clarissa - se puoi! Sei sicuramente più leggera di me.”
    Una volta che il compagno della prova gli sarebbe parso fuori pericolo, avrebbe finalmente notato il piccolo coniglietto volante che sembrava attratto dal suo uovo.
    “Uh - e tu chi sei? No, questo non posso dartelo, mi serve”: cercò di schivare l’animaletto che cercava di prendere il suo uovo, ma poi decise di provare una via più diplomatica.
    “Vedi quelle vipere? Sono uova anche loro, solo trasformate - se ci aiuti a catturarle, possiamo lasciartene qualcuna! Ci stai?”
    Avrebbe quindi dato l’uovo che aveva conquistato a Clarissa, in modo che lo mettesse al sicuro nella borsa, per poi dedicarsi nuovamente alla caccia alle vipere.
    “Ebublio!” esclamò, puntandone una.
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    Molliate per rallentare la caduta di Thomas.
    Immobilus per bloccare la vipera che ha al collo.
    Ventus per disperdere le altre.
    Ebublio per catturare un nuovo uovo.

    In più interagisce con Thomas, Clarissa ed un vorpal bunny (?).
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    “Ehi, ciao Howie!”: sorrise al Dioptase, notando solo di sfuggita il modo in cui l’amico aveva salutato Ciaran. Che ci fosse qualche tipo di sottinteso, tra i due? Forse nell’ultimo periodo stava trascurando la loro amicizia, ma non era abbastanza ficcanaso da voler indagare così, a freddo. Preferiva che l’altro si aprisse se e quando si fosse sentito a proprio agio.
    Il procedere della lezione (e dei pensieri su Jesse) portò altrove la sua attenzione.
    Adamas considerava Lancelot il professore più colto e degno di ammirazione di Hidenstone, per cui vedere come la sua citazione petrarchesca fosse stata colta lo ringalluzzì; certo, se avesse saputo i veri pensieri di Olwen, probabilmente avrebbe cambiato idea. Fortunatamente, però, non era un Legilimante, per cui il problema non si propose affatto; si limitò a seguirlo con occhi pieni di stima, ascoltando la spiegazione su Ostara e su ciò che avrebbero dovuto affrontare.
    ‘Riti ierogamici… ma noi studenti non possiamo partecipare, no? Cioè - non voglio che tutti vedano me nudo, e Jesse ancora meno… però è una buona scusa per usare la Stanza delle Necessità. Forse lo posso proporre a Jesse, come tradizione…’. A dire il vero, la coppia ormai aveva già una tradizione: fare l’amore in tutti i momenti possibili, il che includeva quasi ogni sera dopo le lezioni, i weekend e… beh, avete capito.
    Il rituale della caccia alle uova, invece, sembrava particolarmente divertente, nonostante il trovarsi a Denrise fosse un fattore di rischio per attacchi di creature mostruose e possibilmente dotate di zanne e artigli; Adamas temeva che anche sull’isola pure il coniglietto pasquale avrebbe mostrato la sua natura di predatore, sviluppando l’abilità di sputare acido et similia.
    Pescò la runa Kenaz e si mise alla ricerca dei suoi compagni di squadra, rendendosi presto conto di non conoscerli; certo, data la sua natura relativamente schiva e la testa tra le nuvole per l’amore che aveva avuto negli ultimi tempi, sarebbe stato abbastanza difficile conoscere davvero qualcuno. ‘Ok - nuovi incontri… aiuto, spero di non sbagliare il nome. Sarebbe estremamente imbarazzante.’
    “Uh, ciao, io sono Adamas Vesper, Ametrin… aaah!”: si girò di scatto al tocco estraneo, rendendosi conto che si trattava di un apparentemente innocua ragazza. Adamas si presentò, con lieve imbarazzo, mentre la denrisiana, di nome Clarissa, stringeva la sua mano mentre gli dava una pacca sulla spalla, consigliandogli con giusta ragione di rilassarsi. Forse avrebbe seguito più volentieri il consiglio della ragazza se non avesse notato il paletto di legno al suo fianco; che gli autoctoni sapessero qualcosa?
    ‘Sono diventato molto più sospettoso, a furia di frequentare Hidenstone…’
    “Ehm, ecco - se voi siete d’accordo, preferirei prendere i manici di scopa per perlustrare la zona di caccia, se così vogliamo chiamarla”: la verità era che grazie agli allenamenti di Quidditch era diventato molto più esperto nel manovrare una scopa, e quest’ultima aveva il bonus di non emettere odori animali, piume o chissà cos’altro.
    “Tu sei d’accordo?”: si sarebbe rimesso alla decisione del primino, per farlo sentire accolto. Non era passato troppo tempo da quando era entrato in Accademia, e ricordava ancora la sensazione di stordimento dovuta alla novità.
    Una volta ricevuta risposta, si sarebbe rivolto a Clarissa: “Dimmi un po’, com’è la situazione visibilità in questo punto dell’isola?”. Avrebbe indicato un punto tra la Foresta Eterea e la costa: “La mia intenzione - ditemi se voi siete d’accordo - sarebbe quella di cercare un punto in cui la boscaglia sia meno fitta, in modo da poter osservare meglio dall’alto la zona. Nascondendo le uova, anche con la magia, dovranno pur aver lasciato dei segni di riconoscimento, no?”
    Si fermò un attimo, inforcando la scopa, prima di rivolgere uno sguardo indagatore alla denrisiana: “Scusa se te lo chiedo, ma potrebbe esserci qualcosa di problematico sottolineò la parola con un’inflessione di apprensione, venata però da una certa eccitazione - stavano per entrare in azione “nella Foresta?”
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    Saluta brevemente Howard H. Van Leeuwen; interagisce con Thomas e Clarissa.

    Propone il manico di scopa come mezzo e la zona 2 (in un punto dove ci siano meno alberi) per la ricerca, a meno che la zona attorno al Tempio di Freyr e al Dito di Freya non possa accogliere altre persone.

    Chiede a Clarissa se sia probabile un incontro con qualche creatura problematica a.k.a. potenzialmente mortale/piena di zanne.
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Ma quanto è bello andare in giro e badare ai propri pensieri (da canticchiare sull’aria di 50 Special)? Era un periodo tranquillo e sereno, per Adamas: nonostante il casino imperasse nel mondo Babbano, ad Hidenstone la vita scorreva senza droghe, senza nemici sanguinari e senza nuove, improvvise sparizioni. Certo, ormai si era abituato a tutti gli eventi macabri dell’Accademia, e -anche se non l’avrebbe mai ammesso neanche a se stesso- un poco gli mancavano; rendevano l’esperienza scolastica più entusiasmante.
    “Come va la mattinata? Manchi di già!”: era uscito dalla classe, approfittando della breve pausa tra la conclusione della parte teorica e l’inizio quella pratica, per andare in bagno. Quello era l’unico momento in cui si sarebbe osato ad usare il cellulare per scrivere a Jesse, visto che durante le lezioni, nonostante lo silenziasse e spegnesse, aveva una paura irrazionale che squillasse con conseguente richiamo da parte del docente.
    Immerso nell’attesa della risposta del fidanzato, non si era accorto di essere seguito da Blake; nel momento in cui il Black Opal parlò, Adamas sussultò, lanciando quasi il magifonino in aria. Lo trattenne con la punta delle dita, mentre si voltava sorpreso e frustrato per lo spavento.
    “Uh! Sei tu!": nei mesi passati con Jesse, quell’intercalare era entrata nel suo lessico e lì era rimasta, a imperitura memoria del suo Snowflake. Essendo stato preso in contropiede, la sua voce fu un po' tentennante: "N-no, cioè, sì, ma a colazione - e poi, non è più probabile che lo veda tu?”.
    Squadrò con sconcerto celato la… sciatteria, non avrebbe potuto chiamarla altrimenti, con cui Blake si era vestito al mattino; forse invidiava un poco il suo essere sopra le regole, ma sapeva in cuor suo che non sarebbe mai riuscito ad andare in giro per l’Accademia con un abbigliamento così spiegazzato e scomposto durante le ore di lezione.
    Notò quindi il modo in cui Blake lo scrutava, iniziando a sentirsi a disagio: non è che aveva qualcosa sul collo? Non gli passò neanche per l’anticamera del cervello che il pretendente usurpatore al trono del suo fidanzato stesse cercando segni di intimità tra loro sul suo corpo.
    “Ehm, ho qualcosa sul collo?”: si toccò, come per togliere eventuali pelucchi o chissà cos’altro. La verità è che Blake avrebbe avuto più fortuna se avesse cercato segni di colluttazione amorosa sotto i vestiti suoi e di Jesse, perché avevano l’accordo esplicito di non colpirsi nei punti visibili al pubblico con succhiotti, morsi o graffi.
    Da quanto tempo non si trovava faccia a faccia con Blake? Non lo ricordava esattamente: da quando si era fidanzato con Jesse, Blake era diventato una figura incombente nella loro vita amorosa (era anche ovvio, visto che erano entrambi Black Opal e, giusto per aggiungere altri vincoli, pure migliori amici). Tuttavia doveva ammettere che si rivolgevano ormai qualche parola, senza propriamente intavolare un discorso produttivo.
    “Uh, ho saputo di, ecco - della tua rottura. Mi dispiace. Tu, ecco… beh, come stai?”: cercò un minimo di conversazione col suo frenemy per eccellenza, perché rimanere lì, in piedi nel corridoio, ad essere fissato come un pezzo da museo di dubbio valore era estenuante.
    “Comunque… dovrei andare alla toilette e tornare a lezione - ti va di accompagnarmi?”: non era una proposta indecente, o sì? La verità è che, per un aristocratico come Adamas, ammette di avere funzioni fisiologiche in pubblico era alquanto scandaloso - e quindi, forse, era davvero indecente.
    Nonostante ciò, non si trattava affatto di una proposta.
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Si era reso conto di aver usato - o meglio, per i suopi standard, abusato - del turpiloquio? Ovviamente; ma era una lezione di Ensor, e da quando era entrato ad Hidenstone la coprolalia faceva parte delle sue nuove abilità. Era stato Nikolai a sbloccare quel piccolo perverso piacere, e lo aveva coltivato nella lezione di Difesa in cui avevano combattuto i Mollicci (e i mutaforma o quel che erano).
    Mentre osservava il ragno che aveva attaccato precipitare di fronte a lui, per quel motivo una piccola parte della sua mente non pensò a Jesse, ma a Nikolai - il primo vero amico che aveva conosciuto in Accademia. Ovunque si trovasse, aveva sperato che fosse felice e al sicuro; tuttavia, mentre precipitava, non poté fare a meno di pensare egoisticamente che sarebbe stato bello averlo al suo fianco, a coprirgli le spalle.
    La sua vita non finì spalmata sul terreno di una foresta ignota. L’aiuto arrivò dalla mano da cui se lo sarebbe meno aspettato in assoluto: Cameron.
    Lo guardò con un misto di gratitudine e stupore: avrebbe rivisto la sua posizione (e forse, di rimbalzo, avrebbe aiutato anche Jesse a riconsiderarla) sul Dioptase?
    “Gr… grazie - ehm, Cameron.”
    In quell’occasione, se l’altro fosse stato beffardo come suo solito, l’avrebbe ignorato con un poco di simpatia.
    “Grazie anche a te, Howie - oh, per l’amor di Atena!”
    Forse non era una buona idea invocare la punitrice della Primogenita degli Aracnidi, però in quel momento era necessaria una vera e propria strategia di battaglia, e Atena forse avrebbe potuto aiutarli.
    ‘Come dicono i Babbani? Aiutati che il Ciel ti aiuta? Vedremo…’
    Non perse tempo per contare i nuovi ragni arrivati, più che altro per non farsi prendere ulteriormente dal panico; occorreva liberare la Passaporta, e se avessero cooperato avrebbero potuto avere una chance. Forse.
    ‘No, troppi forse e troppi condizionali - dobbiamo farcela!’
    “Ventus!”: dopo i tre giri di spirale, scoccò la bacchetta nella direzione della Passaporta imprigionata tra le ragnatele. Il suo intento non era tanto tagliare le ragnatele, ma smuovere la Passaporta dalla sua posizione in modo tale che ne assumesse un’altra più instabile.
    “Accio Passaporta!”: seguendo l’esempio di Howard, avrebbe Appellato quell’oggetto necessario a tutti loro non per afferrarlo, ma per avvicinarlo al suo gruppo. Avrebbe tentato di portare tutti al sicuro, anche perché non avrebbe lasciato neanche il suo peggior nemico (e no, non era Cameron) in balia delle Acromantule.
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    Azione 1: Ventus per smuovere la Passaporta dalla sua posizione in modo tale che ne trovi una più instabile.
    Azione 2: Accio Passaporta per recuperarla per il gruppo (attivo il quirk "Io so cosa voglio: Adamas ha le idee chiare per quanto riguarda i suoi accessori. +1 Intelligenza se Appella qualcosa; +2 se lo fa per procurare qualcosa a qualcun altro: è un bravo ragazzo, lui.")
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Un anno in Accademia aveva cambiato molto: Adamas aveva finalmente imparato a socializzare con i suoi coetanei in maniera, se non propriamente carismatica, almeno più scialla, come avrebbe detto Skyler. Era diventato anche più muscoloso; non che gli importasse, ma stare assieme a Jesse era un ottimo incentivo a migliorarsi. Era anche diventato più determinato e volitivo.
    Tuttavia, non abbastanza da essere così calmo nell’affrontare una nuova lezione con il professor Ensor.
    ‘Oh, avrà ancora quel metodo pericolosissimo di entrare in aula? Beh, almeno… almeno non rischiamo di essere incendiati da Blake!’
    “Farfallus Explodit”; come sempre, aveva usato quell’incantesimo perché riteneva fosse molto più sicuro rispetto all’appiccare una fiamma viva. E sicuramente non si sognava affatto di usare un Incendio.
    “Buongiorno, professore. Ciao a tutti.”
    Come sua abitudine durante le lezioni di Ensor, evitò di dilungarsi troppo sui convenevoli; se fosse stato un professore schivo ma socialmente tollerante, probabilmente sarebbe stato lieto di ciò. Essendo (almeno secondo il parere di Adamas) sociopaticamente borderline, probabilmente non l’avrebbe notato.
    Si sedette il più possibile nelle prime file, aspettando la prova teorica.
    ‘Ensor non delude mai, vero?’

    “L’ambiente circostante, in uno scontro, è un’arma a doppio taglio, potendo rappresentare in molti casi un vantaggio o uno svantaggio per ambo le parti interessate - se queste posseggono capacità di combattimento simili. Prendendo ad esempio un campo roccioso, entrambi gli sfidanti potranno usarlo a proprio vantaggio per tendere imboscate, o per usare le barriere naturali a fini difensivi.
    Tuttavia, se ci troviamo di fronte ad un avversario in palese vantaggio (per esempio, un avversario volante in un campo roccioso), dovremo a tutti i costi cercare di sfruttare i pochi punti a nostro favore. Per esempio, potremmo usare la magia per sollevare i macigni in modo da ostacolare gli attacchi dall’alto e ridurre la mobilità del nemico, così come organizzare un attacco di contraerea al fine di abbatterlo.
    In poche parole, il vantaggio proprio o del nemico dettato dall’ambiente è importante, ma non sempre determinante ai fini di uno scontro; anzi, ritenendo di avere un netto vantaggio, si può peccare di superbia e sottovalutare il nemico che, spronato dalle avversità, può anche in condizioni sfavorevoli trovare nuove strategie per volgere le sorti dello scontro a suo favore.”

    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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