Lezione Biennio 20/21

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    Lancelot OlwenDocente di Rune
    La scuola aveva un sacco di difetti, ma anche dei pregi, per esempio il sabato e la domenica non c'era.
    Giusto?
    ... oh, beh...
    Lancelot Olwen era spesso stato tacciato dal ben più gnocco cugino di essere un guastafeste, sempre pronto a trasformare momenti di svago in occasioni di lavoro e quel 20 marzo non si era smentito. A sua difesa, andava detto che si era abbastanza ben organizzato e difeso: la settimana precedente aveva annunciato la soppressione delle lezioni di giovedì e venerdì, e, diciamocelo, rune al venerdì dopo pranzo era abbastanza la morte, ma poi aveva esteso all'intero biennio un invito a partecipare alla ragione per cui non poteva essere, ovvero i festeggiamenti per Ostara, ovvero l'equinozio di primavera.
    Chi in fondo avrebbe rifiutato un invito ad una festa? Nessuno, non fosse appunto caduto di sabato mattina, ma quando i ragazzi lo avevano realizzato era ormai troppo tardi: Lance li aveva incastrati!
    In vero neanche aveva davvero offerto loro alternative, aveva sorriso e si era atteso di vedere l'intero biennio comparire all'appuntamento fissato nei pressi della foresta eterea alle 9 del mattino.
    "Benvenuti ragazzi!" li avrebbe dunque accolti, indossando degli abiti stranamente informali per lui, che pareva vivere di camicie e giacche dai colori improbabili: indossava infatti una maglietta verde, che metteva in risalto il suo fisico slanciato, sopra dei pantaloni bianchi "So che il sabato mattino amate dormire, anche io lo facevo alla vostra età, ma oggi è un giorno speciale, per noi, per voi, per i denrisiani e i neopagani in generale: è Ostara, l'equinozio di primavera!" spiegò lui, chiaramente allegro, nel mentre puntava il catalizzatore contro un albero fino a farvi apparire una bacheca in legno, al momento vuota, ma dalla forma ovoidale, con in cima scritto appunto quel misterioso termine.
    "L'equinozio è il giorno di perfetto equilibrio tra luce e ombra e quest'anno cade il 20 di marzo alle 9.36, ragion per cui ci siamo visti qui un po' prima, per parlarne e poterci poi unire ai festeggiamenti... almeno alla parte non vietata ai minori" ridacchiò a quel punto.
    "Però, prima di andare ad incontrare i nostri fratelli denrisiani e parlare dei riti di Ostara, facciamo un passo indietro: cosa significano per voi la primavera e l'equinozio di primavera?" chiese lui, indicando poi l'immacolata bacheca "Scegliete due termini e scriveteli sulla bacheca servendovi di Atramenta... ma se poi volete aggiungere una piccola spiegazione verbale, non è un problema!" concluse lui, facendosi da parte ed incrociando le braccia tutto felice, più o meno quanto un bambino il giorno di natale.

    Entrata

    Benvenuti alla lezione di rune ragazzi, anche se in realtà come vedere è più una gita!
    Vi trovate al limitare della Foresta Eterea come richiestovi da Lancelot in bacheca. Lunedì, infatti, vi siete trovati in tutte le bacheche scritta la soppressione delle due lezioni di giovedì e venerdì, ma che le avreste recuperare il sabato mattina, ragion per cui vi era richiesto di presentarvi senza divisa e senza libri al punto indicato sulla mappa, al limite con la foresta.
    Vi era suggerito di portarvi la bacchetta, il magifonino e abiti comodi. Vi era anche detto che non era nel caso vietato portarvi dietro uno (e uno solo) Famiglio.
    Non c'erano precise indicazioni invece su cosa avreste fatto e anche a domanda posta, Lancelot si sarebbe dimostrato nei giorni seguenti molto evasivo: non ci voleva comunque un genio a sapere che sabato era l'equinozio di primavera e che i Denrisiani lo festeggiavano. Ergo fate vobis se e quanto essere sopresi!

    Venendo al presente, Lance vi attende al limitare della foresta, vi accoglie e vi introduce l'argomento, poi vi chiede di servirvi di Atramenta (formula che tutti padroneggiate, anche se siete al primo anno: sono mesi che vi ci martella sopra, vi obbliga a fare i compiti scritti in classe servendovi di questa magia!) per definire la primavera con due parole/concetti.
    Vi chiedo solo di rispecchiare la psicologia del vostro PG e il suo background culturale senza ripetervi. Se volete aggiungere col parlato una spiegazione del perché avete scelto quei termini, liberi di farlo, ma che sia una cosa concisa: il tempo, in on, è poco!u_u

    L'incantesimo ha ricevuto qualche precisazione extra, che vi posto di seguito sotto spoiler
    Nome: Incantesimo di Scrittura
    Classe: Grafico
    Formula: Atramenta
    Movimento: tracciare un quadrato
    Effetto: la punta della bacchetta compare una bolla di inchiostro magico, che viene sparato contro il bersaglio, ove si organizza in un testo in una lingua nota al mago. Le scritte non hanno proprietà magiche simbolistiche.
    Note: l'inchiostro ha un colore personale, ma i maghi possono variarlo desiderandolo (Tecnica>15). Con Tecnica>25 consente di usare colorazioni multiple.
    Con Rune1 consente di realizzare anche disegni. Con Alchimia1 consente di impiegare inchiostri speciali (fluorescenza, luminosità, inchiostro simpatico). Con Magitecnica1, consente di produrre dalla punta della bacchetta dell'inchiostro da disporre in boccettini o macchinari. Con Duello1 è possibile sparare l'inchiostro contro un bersaglio come un proiettile colorato, che infliggerà danni pari alla metà del d20 con bonus e malus.

    Siete nel caso liberi di scegliere il colore che preferite!

    Per facilitare i compagni, vi chiedo di postare sotto il vostro post uno spoiler con un breve riassunto di cosa fate, inoltre vi raccomando di taggare ed avvertire in privato eventuali PG con cui interagite.

    Scadenza domenica 7 marzo alle ore 23.59
    Per qualsiasi cosa contattatemi su questo account per MP o scrivetemi su Telegram. Vi ricordo inoltre che qui trovate qualche notizia in più su Lance e l'aula.
    Divertitevi e divertitemi!
     
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    Harry Wood
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    Una nuova lezione era sempre un qualcosa di interessante, amava la conoscenza e imparare cose nuove, tale cosa era al suo secondo posto di gradimento nel suo percorso accademico, la prima era chiara a tutti, adorava semplicemente la compagnia femminile in ogni modo, quello era poco ma sicuro. Alle nove del mattino non era il massimo andare nella foresta, bastava un po' di vento che gli scompigliasse la sua amata capigliatura a cui dava tanta attenzione. Aveva indossato abiti comodi come chiesto dal professore, aveva con se il magifonino e la bacchetta magica. Non essendo vietato portare con se il famiglio decise di far fare un giro al suo Albus, ogni tanto non era male per lui andare nella natura libera e scorrazzare nel cielo. Arrivò al punto di ritrovo con qualche minuto di anticipo e salutò il professore.

    Salve professor Olwen.

    Le piccole folate della mattina erano già un problema per lui, non amava doversi sistemare ogni attimo. Ascoltò quindi le parole del docente, sinceramente che fosse o meno l'Equinozio di primavera gliene importava ben poco, era il sabato e quel giorno doveva essere di riposo per gli studenti, non bastavano cinque giorni continui tra aule e banchi. Una cosa interessante poteva essere il fatto dei riti di Ostara, non ne aveva mai sentito parlare e ciò poteva anche svegliarlo dal sonno della mattina. Alla domanda del docente volle pensare un attimo prima di portarsi alla bacheca in cui scrivere.

    Per me la primavera vuol dire ritrovare un clima mite e piacevole dopo un duro inverno. Invece l'equinozio di primavera è quel punto che nella nostra testa ci porta a temperature più calde, poter usare vestiti più comodi e l'entrata ufficiale nella primavera.

    Doveva trovare due parole che la rappresentavano totalmente quella stagione. Quindi si avvicinò alla bacheca ancora vuota, poi prese la bacchetta e la puntò davanti a se. Tracciò un quadrato con la stessa e poi disse la formula magica.

    Atramenta!

    A quel punto dalla punta della bacchetta uscì una bolla di inchiostro magico che si diresse verso la bacheca. Apparirono due nomi, le scritte erano di colore rosso.

    "Piena di fiori, bella"

    Concluse così la sua parte lasciando spazio agli altri studenti e studentesse.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Harry usa l'incantesimo alla bacheca per scrivere le sue due parole sulla primavera
     
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    Addison Dannel
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    'Pazzesco! Prima annulla le lezioni in settimana e poi ci fa alzare come le galline di sabato, allucinante! Meno male ho avuto il tempo di prendere del caffè, sennò non mi reggerei in piedi... Ok, devo solo aspettare che il caffè entri in circolo così da tornare una persona decente e non una che si mangia le persone appena le parlano la mattina...ecco cerca di sorridere ed andrà tutto bene

    Pensò la giovane sedicenne dai capelli di fuoco raccolti in una treccia dall'attaccatura alta, mentre la frangetta, ben curata sobbalzava ad ogni suo passo.
    Visto che il professore aveva specificato abiti pratici e comodi, la ragazza quel giorno indossava la sua tuta del liceo dai colori giallo canarino e nero.
    I piedi erano calzati da comodissime scarpe da ginnastica degli stessi colori.
    Al polso destro portava il suo solito orologio con il bracciale rigido formato da piccoli fiori ed accanto vi era un braccialetto di perline verde scuro dal quale penzolava un piccolo riccio.
    Nella mano sinistra stringeva la bacchetta.
    Si avvicinò al gruppetto e salutò il professore cercando di sembrare sveglia ed allegra.


    Buongiorno Professore

    Ascoltò la spiegazione del motivo di quell'alzataccia e finalmente sorrise.
    Quando toccò a lei si posizionò davanti alla bacheca, con la bacchetta disegnò un quadrato e disse a voce alta e dal tono sicuro

    Atramenta!

    Sul pannello vi si impressero due parole:

    Picnic
    Boccioli

    Si voltò verso il professore e tentò di spiegare le sue scelte

    Ho scelto Picnic, perchè con l'equinozio inizia formalmente la primavera quindi le giornate si fanno più belle ed inizia il periodo in cui si può stare all'aperto con i propri amici a godersi il sole e creare dei magnifici ricordi.
    Mentre la seconda l'ho scelta perchè è il periodo in cui la natura si risveglia dal lungo sonno invernale, coprendo gli alberi di boccioli e fiori da poter ammirare. Il bosco ed i prati si tingono di mille colori accesi e di verde brillante.



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    Benjamin D' Angelo
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    ‘Tutta colpa del Professor Olwen ... doveva proprio farmi questo … ha cancellato le due lezioni che avevo in settimana per svegliarmi, ma che modi sono … ora mi tocca fare uno sforzo pure di sabato mattina. Per fortuna che avevo già fatto un’ abbondante colazione e una rapida doccia ’

    Pensò Benjamin il ragazzo dai capelli biondo cenere un po’ innervosito mentre osservava la bacheca dove diceva che avrebbe dovuto vestirsi con abiti comodi portandosi dietro anche la sua bacchetta e il suo fidato magifonino. Così si avviò a cambiarsi per essere almeno presentabile all'appuntamento nella foresta Eterea. Indossò una bellissima tuta con scarpe da ginnastica nere e quando fu pronto con tutto quello che serviva, raggiunse il punto d’incontro alle nove precise. Sentì il rumore del vento mattutino fresco che spostava le foglie degli enormi alberi e poi la luce provenire dall'alto per vedere meglio il panorama attorno a sé.

    ‘Wow! E’ davvero un luogo magnifico …. Mhm! Mi chiedo che cosa ci farà ?’

    Si chiese Benjamin mentre vide che non era stato, il primo ad arrivare. Era arrivato un nuovo studente a Hidestone e lo guardò accennando un sorriso. Forse lo avrebbe cambiato, ma non si può mai sapere.

    “ Ciao! ”

    Disse lui mentre poi con lo sguardo celeste si voltò verso il professore per mostrarsi sempre educato nei suoi confronti e lo salutò come sempre doveva fare a ogni insegnate.


    “ Buongiorno, Professor Olwen ”

    Aggiunse mentre ascoltò le parole del professor Olwen con molta attenzione come aveva sempre seguito ogni sua parola.

    ‘ Sarà una lezione magnifica ’

    Pensò Benjamin mentre era talmente interessato a saperne di più che tirò fuori la sua brachetta per scrivere la risposta che il professor Olwen volesse che lui scrivesse sulla bacheca.

    “ Atramenta ”

    Mentre pronunciò l' incantesimo disegnando un quadrato di colore viola, dove poi scrisse sopra i due termini per descrivere la domanda che il professor Olwen gli aveva chiesto e poi cominciò a scrivere in corsivo:

    "Luce "

    " Risveglio "

    Dopo aver scritto, ci aggiunse una breve spiegazione:

    “ Dunque la primavera è una delle quattro stagioni. Le parole che ho scelto sono: la prima si chiama Risveglio ed è il periodo del risveglio dal lungo sonno invernale che dura tutto l’ inverno. La primavera secondo me anche la natura che si apre di nuovo alla vita e si rinnova e festeggia la sua rinascita. Può portare felicità speranza, gioia e amore verso la natura. L’ equinozio di primavera che potremmo chiamare con semplice parola Luce ed è il periodo che in cui abbiamo più ore di luce rispetto alle ore di buio.”

    Mentre si avvicinò in silenzio al gruppo poi, attese l’arrivo degli altri compagni mettendosi vicino ad Addison salutandola con un tenero bacio sulla guancia. Benjamin dopo averla salutata si voltò verso il professor Olwen attese che cominciasse a parlare.


    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Si sveglia stranito dopo aver fatto un' abbondante colazione raggiunse il gruppetto e saluta il professore e scrive sulla bacheca e poi spiega come mai ha scelto quei termini per descrivere la domanda sulla primavera che il professor gli aveva chiesto.
     
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    Amelia Farley
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    parlato - pensato- ascoltato
    Amelia, da brava studentessa abbastanza spocchiosa e viziata, non aveva preso di buon grado l’idea di dover andare a lezione anche di sabato e per una volta avrebbe voluto davvero attuare uno dei comportamento infantili “alla Nathan”, lamentarsi e magari starsene a letto. Non che fosse un comportamento da lei, non a caso l’idea le aveva sfiorato la mente solo per qualche istante per poi essere abbandonata con la stessa velocità con cui era nata.
    Non aveva dato l soddisfazione al ragazzo di intuire i suoi pensieri e anzi, ancora abbastanza risentita per quel che era successo nell’ultima lezione di Ensor alla quale avevano partecipato –glielo avrebbe mai perdonato?! Forse, a giorni alterni- lo aveva spronato a presentarsi a lezione e fare poche storie, come faceva sempre da quel giorno.
    Di certo non era poi così tanto interessata a quel genere di celebrazioni, lei non vedeva così tanto di buon occhio di Denrisiani e i loro rituali, ma aveva provato a mordersi la lingua e non dare occasione a Nathan di farle notare che anche lei, alle volte, non era proprio l’alunna modello che si spacciava di essere. Non significava che avrebbe mancato la lezione, ma di certo voleva dire che non era così allegra di parteciparvi e aveva un po’ storto il naso quando, quella mattina, si era obbligata a lasciare a casa anche la propria divisa, come se fosse normale.
    Considerava Lancelot un insegnante fuori dalle righe, non sempre in senso buono: era di certo permissivo e gentile con tutti –non a caso gestiva la casata Ametrin…!- ma questo contribuiva a farglielo percepire come poco professionale e di certo meno affidabile del Professor Ensor, che continuava ad essere in cima alla sua personale classifica dei migliori docenti di Hidenstone. Per una come lei presentarsi a lezione senza la divisa era quasi illegale, dal momento che vedeva in quegli abiti formali un segno di impegno e di serietà oltre che di ordine e rigore.
    Aveva anche pensato di indossare lo stesso la sua divisa, ma aveva optato alla fine per una gonna non troppo corta e un maglioncino, sempre nei colori Dioptase ma senza per questo essere parte della sua divisa, e dopo aver intrecciato i suoi lunghi capelli si era impegnata per essere puntuale e anche per trascinare Nathan a fare lo stesso.
    Avrebbe aspettato il ragazzo fuori dalla sua sala comune, giusto per essere sicura che intendesse presentarsi davvero, e questa volta avrebbe addirittura –King avrebbe anche potuto mostrare un po’ di commozione per questo gesto più unico che raro- qualche dolcetto da mangiare nel mentre andavano a lezione perché quella mattina non sarebbe riuscita a sopravvivere senza una buona dose di zuccheri. “Non ti abituare, non lo farò sempre, è solo un’eccezione” lo avrebbe anticipato, allungandogli comunque un sacchetto con diversi TopiGhiaccio e alcuni Rospi alla menta.
    Arrivati al limitare della foresta, i dolcetti ormai scomparsi, avrebbe raggiunti i suoi compagni lanciando un’occhiata ai presenti e non rivolgendogli più di un rapido cenno di saluto. Avrebbe riservato anche ad Olwen un elegante “Buongiorno” seppur ancora contraria alla sua scelta e poi si sarebbe impegnata nell’ascoltare la sua spiegazione. La sua richieste le sarebbe sembrata un po’ singolare ma non avrebbe esitato a pronunciare un convinto “Atramenta” per poi avvicinarsi alla bacheca.
    ”Giorni lunghi, sole” avrebbe quindi scritto in grafia svolazzante e ordinata, riservando un’occhiata a D’Angelo e scuotendo piano la testa.
    “Quanta poesia sprecata…! Sì, certo, la primavera è rinascita ma è una come me che ama profondamente l’inverno significa che le giornate sono sempre più lunghe e il sole comincia a farsi sempre più caldo e io detesto l’estate, che è sempre più vicina.” avrebbe replicato sinteticamente, senza sbilanciarsi poi troppo –perché andiamo, aveva intenzione di impegnarsi ma era comunque sabato mattina e pure presto per i suoi standard altolocati!
    code made by gin



    Amelia interagisce per lo più con Nathan Parker King e lancia un cenno di saluto ai preenti e un buongiorno a Lancelot.
    Scrive le parole "giornate lunghe, sole" sulla bacheca e poi argomenta la sua risposta agganciandosi alla spiegazione data da Benjamin D' Angelo1
     
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    Cameron Cohen
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    Ma secondo te... uno sbadiglio bloccò la frase del dioptase a metà. Si portò una mano al volto. ...Perché quello ci deve far alzare così presto anche di sabato? Concluse, guardando la biondina di sottecchi mentre si dirigevano al limitare della foresta, teatro di tante sventure da quando frequentava Hidenstone. Perlomeno non lo aveva fatto all'ultimo, dandogli diversi giorni per metabolizzare il fatto che il venerdì sarebbero dovuti andare a letto presto per potersi svegliare di buon'ora. L'equinozio di primavera lo festeggiava anche ad Olso con la sua famiglia, prima della morte di sua sorella e di tutte le conseguenze che ebbe. Doversi svegliare alle 8 per aver tempo di cambiarsi, fare colazione e soprattutto rendersi conto di essere al mondo, non era stato facile per un ragazzo soggetto ad incubi quasi ogni notte che, quindi, lo tenevano inesorabilmente sveglio, facendogli chiudere occhio solo quando le ombre della notte si ritiravano, dando spazio ad una timida alba che ben presto avrebbe irradiato con i suoi raggi l'intera scuola.
    Ashura, il suo chocobo, quello vinto alla lezione dell'anno prima di Astronomia e Cura, ovviamente era con lui e stava scorrazzando tra i loro piedi, rischiando più volte di far inciampare i due ragazzi, ma Cameron lo trovava così tenero che rimproverarlo era davvero difficile. A bloccarlo, era anche il significato che aveva il suo nome: amicizia. Molto inusuale per uno come Cam, però si era dato quasi da sé, come se quell'animaletto bordeaux fosse nato per avere quel nome.
    Quella mattina aveva prelevato Mia dopo colazione, piazzandosi direttamente dietro di lei al tavolo degli Ametrini, in compagnia del suo famiglio. Aveva lasciato Axe nel dormitorio, ancora pesantemente addormentato, al contrario di Ashura che aveva continuato a becchettagli le mani finché non si era deciso a dargli qualcosa da mangiare.
    Insomma, stavano percorrendo il percorso che avrebbe portato i due verso la foresta, dove incontrarono Lancelot Olwen, l'uomo che aveva buttato giù dal letto così presto dei ragazzini che tutta la settimana si spaccavano di studio.
    Si è vestito al buio? Fu la prima cosa che il castano rivolse ad Olwen, non approvando l'abbinamento tra verde e bianco, sebbene non fosse poi questo grande esperto di moda. Il suo guardaroba, infondo, si componeva di vestiti prevalentemente neri, proprio come quelli che indossava quel giorno. T-shirt, pantaloni, scarpe ed una giacca leggera tutto rigorosamente nero, nettamente in contrasto con il bordeaux di Ashura. E lei mi ha svegliato a quest'ora per una cosa che, al nostro quarto anno, capiterà di lunedì? Non poteva aspettare? Domandò, sbuffando sonoramente ed osservando la bacheca ovale che apparve su un albero, col sopracciglio inarcato.
    Aspetti aspetti... "non vietata ai minori"? Mi sta dicendo che lei a quella parteciperà? Nel dirlo, si avvicinò a Nathan, il suo nuovo compagno di merende con il quale aveva lanciato un Periculum in faccia ad Ensor -che per fortuna era riuscito a deviarlo o sarebbe stato peggio. Gli diede una gomitata, indicando il docente con il mento. Hai sentito? Secondo te cosa intende? Fece una pausa, passandosi una mano tra i capelli, sistemandosi il ciuffo, tornando poi a posare gli occhi nocciola ora sul docente, ora sul ragazzo. Ti sei mai chiesto cosa facessero i prof fuori da scuola? Cioè secondo te hanno una vita? Di sicuro chi alle 9 sta qui a blaterare di foreste invece di starsene a letto con qualcuna, non ce l'ha. Era evidente di come si fosse svegliato con il ciclo, quel giorno... o aveva sviluppato del bipolarismo (?)
    Va bene... proviamoci. Sollevò il proprio catalizzatore, tracciando un quadrato in aria. Atramenta. Davanti alla punta della bacchetta, si formò una bolla di inchiostro verde smeraldo, che schizzò poco dopo nella direzione della bacheca. Cameron disegnò una foglia, anche se il prof aveva parlato di parole, e successivamente, un albero. Si sta come di primavera sugli alberi le foglie. Annunciò, solennemente, prima di inclinare la testa a lato. Oh, forse non era così? Si chiese, sapendo bene che in realtà era "autunno". Cameron era un mezzosangue, cresciuto poi con il padre babbano e la matrigna, anch'essa babbana, oltre che la sorella, quindi non era estraneo alle poesie dei poeti, soprattutto dopo che Arya lo aveva martellato per settimane e settimane con questa o quella poesia. Se le era addirittura studiate per farlo contento. Oh immagino si ricordi di Ashura. Aggiunse alla fine, senza un vero filo logico, indicando il cucciolo di Chocobo.
    Stat scheda Dioptase
    CODICE ROLE © dominionpf


    Cameron, al solito simpatico quanto un clistere, interagisce con Lance, Mia Freeman Nathan Parker King e disegna, con Atramenta, un albero ed una foglia
     
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    “Noo...” La sveglia del magifonino suonò. Erano le otto e mezza di sabato 20 marzo, e senza la minima voglia si mise a sedere sul letto, stropicciandosi gli occhi con le mani “Volevo dormire...”.
    Intanto la sveglia del cellulare continuava a suonare, dato che Aidan non aveva ancora staccato la sveglia. Finalmente decise di prendere il magifonino e disattivare la sveglia, scrisse un messaggio a Gyll dicendole che si sarebbero incontrati in sala grande, sbagliando a scrivere la parola 'grande' sostituendo la R con un'altra lettera, e si alzò per dirigersi in bagno e lavarsi abbondantemente la faccia, sperando che così si sarebbe dato una svegliata.
    Poi si vestì, indossando un paio di jeans ed una felpa, e uscì dalla sua sala comune.
    Arrivò in sala grande e se Gyll avesse letto il messaggio (e capito quello che aveva scritto), l'avrebbe trovata in sala grande ad aspettarlo. Le diede un bacio sulle labbra, sorridendole entusiasta, solo perché c'era lei che gli avrebbe fatto compagnia. Non aveva voglia di fare lezione di sabato. E probabilmente nessuno dei compagni era contento. comunque Aidan non voleva perdersi nessuna lezione quindi si era sforzato di alzarsi presto il sabato.
    Sia lui che Gyll, dopo aver fatto colazione, si incamminarono verso il luogo indicato dal professore.
    Lì avrebbe salutato il professore e avrebbe ascoltato le sue parole. 'ah ecco perché ci ha fatto svegliare a quest'ora...e di sabato. La primavera...'.
    Sospirò continuando ad ascoltare il professore.
    Olwen disse loro di scrivere alla lavagna, tramite l'incantesimo Atramenta, due termini che facevano pensare alla primavera ed all'equinozio. Quindi, dopo aver aspettato il suo turno, Aidan si mise di fronte alla lavagnetta e ci puntò contro la bacchetta. "Atramenta".
    Una bolla di inchiostro blu si andò a posare sulla superficie, formando le parole "Vivaldi" e "Colori".
    Guardò il professore e decise di spiegare il motivo di quelle parole. "Allora... primavera mi ha ricordato Vivaldi...ha presente? Il compositore italiano che scrisse le 4 stagioni...tra cui la primavera...quella che fa..." E a quel punto canticchiò il famoso motivetto di quella musica classica. E poi spiegò il secondo termine "mentre...Colori, penso sia ovvio...i fiori spuntano e sono di tutti i colori possibili."
    Dopo le spiegazioni si mise da parte e lasciò spazio anche agli altri compagni.
    Aidan Hargraves

    "
    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

    Dioptase, 16 anni

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    Interagisce con Gyll McKenzy e alla lavagna scrive le parole "Vivaldi" e "Colori"
     
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    Mia Freeman
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    parlato - pensato- ascoltato
    Mia era entusiasta all’idea di festeggiare l’equinozio: non appena Olwen aveva dato quella notizia Mia aveva cominciato a fremere, aspettando che il sabato arrivasse. Era dell’idea che non fosse una cosa da tutti poter partecipare ad un evento simile a Denrise, sapeva infondo che la tradizione degli isolani era piuttosto rigida e sacra e che non tutti avrebbero visto di buon occhio qualcuno che si univa a loro e che non faceva parte del loro “mondo”.
    Era così felice che riusciva a incanalare anche tutto l’entusiasmo che mancava a Cameron, camminando a passo spedito al suo fianco e guardandolo con un sorriso a trentadue denti. “Sì, sì lo so che il sabato è bello dormire… ma è un’esperienza imperdibile!” gli avrebbe ricordato con un’allegria difficile da ignorare o frenare, quasi contagiosa.
    Per quell’occasione si era comunque vestita comoda e in modo decoroso: per quanto fosse entusiasta all’idea di partecipare all’evento e volesse risultare carina, voleva comunque rimanere seria e prendere le cose in modo professionale perché, infondo, si trattava pur sempre di una lezione. Anche se la presenza di Ashura la faceva sembrare un po’ meno “lezione” del solito: Mia adorava il Chocobo di Cameron, anche se alle volte provava a istruirlo un po’ e insegnarli a non camminare tra i loro piedi, lo trovava un esemplare bellissimo e ne era innamorata, quasi quanto del suo padrone.
    Arrivati al punto concordato avrebbe assestato una gomitata a Cameron, seppur non troppo forte, cercando di riprenderlo per la sua battutina pur senza infierire troppo: niente avrebbe potuto rovinare il suo umore. Avrebbe quindi salutato i suoi compagni con allegria e un sorriso gioviale, che forse un po’ cozzava con il sonno che serpeggiava tra loro e, in generale, il cattivo umore di alcuni dei presenti.
    “Buongiorno Professor Olwen.” avrebbe poi trillato con allegria, salutando con gentilezza anche il docente, ascoltando poi la sua spiegazione.
    Quando si ritrovò di fronte la bacheca dovette comunque pensare qualche istante prima di decidere per che parole optare: diverse erano già state scritte e non voleva ripetere sempre gli stessi concetti, voleva dare il suo contribuito ed essere in qualche modo comunque utile. Aveva sorriso orogogliosa a Cameron poco prima per il suo contribuito, che aveva trovato originale e davvero azzeccato: era così che lo avrebbe sempre voluto, pronto a collaborare e non a lanciare qualche incantesimo contro al professore.
    Nel momento in cui toccava a lei avrebbe preso la bacchetta, pronunciato un “Atramenta” e fatto comparire una bolla di inchiostro lilla sulla punta della propria bacchetta per poi mettersi all’opera. “Energia. Rinnovo” per poi allontanarsi dalla bacheca per lasciare spazio agli altri compagni, sorridendo appena, pronta a spiegare le sue ragioni.
    “In realtà penso che queste parole siano legate una all’altra. La primavera, come dicevano i miei compagni, significa risveglio, è il momento in cui la Natura è pronta a rinascere e si può percepire una sorta di energia brulicante di sottofondo, siamo tutti più frizzanti e pieni di voglia di fare dopo l’inverno, che col freddo e le giornate grigie ci porta a voler riposare di più e rimanere al chiuso. E poi rinnovo, che è diverso dal risveglio: la natura è pronta a modificarsi, a rinnovarsi e ricominciare una nuova stagione dopo il letargo.” spiegò con allegria, e sarebbe stato evidente anche a tutti gli altri che le fosse difficile trattenere l’entusiasmo quel giorno.



    code made by gin



    Arriva a lezione con Cameron e il chocobo e saluta tutti i presenti con parecchia allegria. Scrive le parole "energia" e "rinnovo" sulla bacheca con inchiostro lilla.
     
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  9. T.J.C.
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    Uno dei problemi che affligge la gioventù di qualsiasi generazione è la sveglia mattutina. Alzarsi presto, qualunque sia il motivo per cui lo si faccia, non è mai una buona idea e farlo per raggiungere il folto di una gelida foresta alle prime ore di un sabato mattina è probabilmente un incubo.
    Ma per Thomas quello non era certo un problema, anzi, in un certo senso rappresentava quasi una benedizione, perché in fondo trascorrere parte della propria giornata a dormire significava privarsi di tempo prezioso da dedicare ad attività nettamente più interessanti.
    Non aveva quasi chiuso occhio la notte precedente e quel mattino un lieve dolore alle tempie rese chiaro che seguire attentamente la lezione di uno dei professori che forse più apprezzava di Hidenstone non sarebbe stato propriamente facile, ma il pensiero che gli saltò alla mente nel momento esatto in cui la sveglia di Kjell risuonò all'interno della stanza degli Opali del primo anno non fu propriamente così delicato.
    «Spegni quella cosa.»
    La bocca impastata dal sonno si aprì in un poderoso sbadiglio subito dopo aver ruggito quelle poche parole, la mano sinistra volò a stropicciargli gli occhi gonfi e le dita salirono ulteriormente a scombinargli la capigliatura già di per sé sufficientemente disordinata. Un lamento di frustrazione venne esalato dal respiro rassegnato del giovane che, buttando le gambe al di là del materasso, si preparò a mandare all'aria quel sabato mattina.
    «Leviamoci 'sta merda dalle palle.»
    E una cosa dovrebbe ormai essere chiara: la raffinatezza non rientrava tra le sue priorità mattutine. Arrivare a destinazione fu più complicato del previsto, cosa alquanto prevedibile per altro se ci si attarda a fumare in un antro ben celato alla vista dei più curiosi nei pressi del lago che bagnava parte del perimetro del castello. Thomas spense la sigaretta marchiando la pietra della fortezza, tra una risata e l'altra che riempiva la mattinata di quel 20 marzo, la quale sembrava promettere sorprese indescrivibili. L'idea di saltare le lezioni nei giorni precedenti lo aveva stuzzicato, ma mai quanto quella di scoprire cosa il professor Olwen avesse in serbo per lui.
    Fece cenno a Kjell e Haydar e con passo svelto si diresse con loro nei pressi della Foresta Eterea, dove un gruppo di studenti aveva già preso parte alla lezione apparentemente iniziata. Uno sguardo di sbieco raggiunse i due amici e il braccio sinistro si sollevò fino a poggiare il gomito contro il tronco di uno degli alberi che facevano da contorno alla bislacca scena che prendeva forma davanti a lui.
    Colse al volo la domanda del professore e direzionò a lui lo sguardo scuro.
    «Ciclo ed equilibrio. La primavera segna il risveglio della natura e in un certo senso anche quello emotivo, è infatti definita la "stagione degli amori", no? Ma rappresenta anche la fine dell'inverno: è l'inizio e al contempo la fine di un qualcosa, si potrebbe dire non del tutto positiva. L'equinozio di primavera invece è il giorno in cui le ore di luce eguagliano quelle di buio, ricercando l'equilibrio su cui la natura - e la stessa magia - si fonda.»
    Le iridi si spostarono su chi aveva asserito qualcosa di diverso, lasciando scivolare la lingua tra le labbra rese secche dal fumo. Le dita della mancina andarono a tamburellare contro la superficie del tronco, mentre quelle della mano destra sfilavano la bacchetta dalla tasca interna della giacca.
    «Scusi per il ritardo, professore, siamo stati...» lo sguardo cercò rapido il volto di Kjell e le labbra compirono uno sforzo sovrumano per non cedere a un sorriso, mantenendo invece un'espressione seria e rispettosa. «trattenuti.»
    Se nessuno avesse avuto di che rimproverarlo, avrebbe mosso la bacchetta realizzando la sagoma di un quadrato a mezz'aria, pronunciando la formula dell'incantesimo su cui l'insegnante li aveva fatti esercitare per una vita e mezza. Almeno aveva finalmente capito cosa ci fosse di sbagliato nell'uomo e nelle sue tendenze assai discutibili.
    «Atramenta»
    Thomas J.
    Carter

    I REBEL; THEREFORE I EXIST.

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    Se c'era un qualcosa di più sacro del salmone per il norvegese, quello era senza ombra di dubbio il weekend. Studiava per il gusto di farsi una cultura su ciò che più gli interessava: cercare di fare colpo sul corpo docente o professarsi il più bravo del corso non era tra i suoi interessi; dover prendere parte ad una lezione di sabato era dunque un'eresia che ne avrebbe macchiato l'umore per il resto della giornata.
    Con questa consapevolezza e con la morte nel cuore, aveva abbandonato le coperte ad un orario improponibile dopo aver lanciato una manata al proprio magifonino nel tentativo di interrompere le note della fantastica sveglia che ogni mattina buttava giù dal letto sia lui che Thomas.
    Porca troia che palle.
    Biascicò il suo solito buongiorno alla volta dell'amico, con la voce soffocata dalla morbidezza del cuscino, prima di trascinarsi giù dalla branda.
    Quasi come a voler portare avanti una ribellione silente, quel giorno aveva deciso di non pettinare i capelli. Come se il dettaglio avrebbe in qualche modo potuto ferire intimamente Olwen che, con tutta probabilità, aveva di meglio a cui pensare se non al suo nido inconcludente di ciuffi biondicci.
    Ti giuro, spero che abbia un buon motivo per fare lezione di sabato sennò oggi finisce male.
    Scegliere cosa indossare quel giorno fu abbastanza semplice: una banale t-shirt bianca giaceva abbandonata sulla sedia di fianco al suo letto, dunque gli parve cosa buona e giusta affidarsi al cotone di quella dopo aver calzato un jeans chiaro, sdrucito ad altezza ginocchia. Un paio di dr martens nere alte ed una giacca anch'essa in tessuto jeans conclusero l'opera d'arte del giorno, conferendogli l'aria di chi era pronto per andare in gita.
    L'espressione sul suo viso suggeriva tutt'altro che prontezza, sembrava più che altro in procinto di schiantarsi di faccia contro il pavimento e riprendere a dormire. Ma per lo meno stava cercando di sforzarsi.
    Recuperata la bacchetta in legno di acero ed intascato il magifonino, non gli restò che dirigersi assieme a Thomas e Haydar verso il limitare della Foresta Eterea. O almeno quella sarebbe stata la loro meta ultima.

    Le mani affossate nelle tasche del jeans e la camminata blanda indicavano fin troppa tranquillità e disinteresse. Il fatto che fossero in ritardo non rappresentava una novità né un grave problema nella sua mente. Avrebbero subito eventuali conseguenze come facevano sempre: con facce da culo.
    Quando riuscirono a raggiungere il gruppo già radunato e intento ad ascoltare le parole del professore, rivolse un cenno del capo ad Harry Wood per puro spirito di cameratismo, dunque sospirò prima di rivolgere le sue assonnate attenzioni a Lancelot che prese a spiegare il motivo per il quale erano lì quel giorno. Di sabato. A quell'ora.
    Andò a scaricare l'intero peso del corpo sullo stesso tronco contro il quale era puntellato il gomito di Thomas, allacciando le braccia al petto ed incrociando le gambe all'altezza delle caviglie.
    Ascoltò i commenti dei compagni di corso con in volto l'espressione scettica di chi sembrava starsene lì in attesa che qualcuno riuscisse a soddisfarlo con una teoria abbastanza convincente e lui, dal canto suo, non si risparmio dall'allungare un ghigno sornione sulle labbra nel momento in cui l'amico si scusò per il loro malaugurato ritardo.
    Deformazione professionale da sabato mattina.
    Soggiunse criptico, senza soffermarsi su chi o che cosa li avesse effettivamente trattenuti. Le interpretazioni varie ed eventuali le avrebbe lasciate a tutti gli altri.
    Giunto il suo turno, sfoderò la bacchetta con la mano destra, mentre mantenne la gemella nascosta nella tasca del pantalone. Rilassò le spalle, scollandole dal tronco dell'albero e andando a tracciare un quadrato nella maniera più decisa e precisa possibile, accompagnando il movimento alla formula magica con la quale Olwen si era premurato di martellarli per giorni e giorni senza sosta.
    Atramenta.
    "Infame" e "Rabarbaro" furono le parole frutto del suo incanto. Lanciò un'occhiata alla bacheca prima di nascondere nuovamente la bacchetta sotto la giacca e tornare ad assumere la precedente posa rilassata.
    Infame perché in Norvegia ogni tanto la primavera pare una farsa: il clima migliora un po', ma poi ti trovi la neve ad aprile. Rabarbaro perché questo è il periodo in cui fiorisce e ci facciamo un sacco di torte.
    Concluse, spicciolo e sbrigativo, umettando le labbra ed accennando in ultimo ad Amelia con un blando movimento del capo che portò i ciuffi scompigliati di capelli a solleticargli la fronte.
    Ad ogni modo, concordo con Fawley. L'estate fa schifo.

    Kjell
    Halvorsen

    CAN YOU TELL THAT I'M FULL OF MISCHIEF?

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    Adamas Vesper
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    Era bastato l’annullamento -o, meglio, il rinvio- delle lezioni di Antiche Rune del giovedì e del venerdì per mandare fuori fase un abitudinario come Adamas; era per quel motivo che quel sabato mattina era più sonnolento del solito. Non gli dispiaceva l’idea di una lezione pratica a Denrise, ma il fatto che non potesse fare la sua attività preferita con Jesse lo amareggiava un po’, soprattutto visto che il tempo che potevano passare assieme iniziava a scarseggiare con l'appropinquarsi dei M.A.G.O. di Adamas.
    Inoltre, c’era il problema che fino alla fine della lezione non avrebbe potuto guardare il magifonino, più per zelo personale che per una vera richiesta di Olwen; aveva ovviato al problema inviando un messaggio tramite Chartanimus al suo fidanzato, in cui gli prometteva che avrebbero passato insieme la serata.
    ‘Equinozio di primavera…’: non era una delle festività neopagane che Adamas osservasse maggiormente. Solitamente si era limitato a ringraziare gli Dèi della luce primaverile e del ritorno di Persefone sulla terra; Ostara era stata a lungo sconosciuta, e quando l’aveva scoperta si era reso conto che avesse più similarità con Estia/Vesta.
    ‘Forse è il caso di includere anche lei, nelle ritualità? Non vorrei che si offendesse… beh, almeno non è puntigliosa come E...’: quel pensiero quasi sacrilego fu bloccato fortunatamente sul nascere. Adamas non voleva certamente diventare il nuovo bersaglio di Era, dopotutto: la regina dell’Olimpo non era propriamente famosa per il senso dell’umorismo.
    La conoscenza di altri pantheon di divinità stava comunque diventando un’occasione di crescita spirituale, per l’Ametrino: forse non avrebbe mai iniziato a pregarli seriamente, ma lo aiutavano ad accrescere i simboli associati agli Dèi in cui credeva, in un’ondata di sincretismo religioso quasi folle di cui non faceva parola a molti.
    ‘Probabilmente Jesse scapperebbe via atterrito…’ pensò, ignorando come Jesse non si fosse mai fermato di fronte ad una persona folle e non avesse mai tentato di farsela migliore amico, parabatai o fidanzato.
    “Ehm, buongiorno prof!”: notando l’abbigliamento eccezionalmente casual di Olwen, capì di aver fatto la mossa azzeccata scegliendo la tuta che aveva indossato all’allenamento con Jesse durante il quale si era dichiarato. Certo, avendo messo su massa muscolare ora gli stava ancora più attillata, ma senza il suo fidanzato non avrebbe avuto effetti collaterali, giusto?
    ‘E poi, è un modo di averlo vicino, credo…’
    “Ciao a tutti. Ehm - salve, Cohen.”: non approvava i discorsi semi-origliati, ma siccome il Dioptase l’aveva salvato dalla caduta vertiginosa decise di farsi gli affari suoi, e per una volta non roteò gli occhi al cielo. Ascoltò quindi le consegne, con le mani nelle tasche della felpa; si sentiva bene, e il profumo di primavera lo metteva di buonumore nonostante la mancanza di Jesse.
    ‘Due termini in bacheca… mmm…’
    “Atramenta!”: arrossì un poco alla scelta di una delle due parole, soprattutto quando ricordò che avrebbe dovuto aggiungere una piccola spiegazione.
    “Ho scelto Vigore per l’equinozio di primavera, perché si tratta del momento in cui la Natura riprende forza dopo gli stenti dell’inverno, e perché penso sia un momento propizio per rafforzare i rapporti con essa, così come i rapporti personali. Invece, ecco... Amore per la primavera perché, uh! È l’inizio della stagione degli amori, e bene o male anche noi esseri umani sentiamo il risveglio dei sensi… insomma, come direbbe Petrarca "Ogni animal d'amar si riconsiglia", no?”
    ‘Non pensarci, non pensarci!’: anche solo quel breve discorso era bastato per ricordare ad Adamas come aveva intenzione di passare la serata con Jesse.
    Forse aveva fatto male i conti, e mettere una tuta aderente quando la Natura riprendeva vigore e richiamava all’amore non era stata una buona idea. Per il momento, tuttavia, riuscì ad evitare l’imbarazzo.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR
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    Saluta tutti, ma soprattutto Cameron Cohen in maniera estremamente impacciata.
     
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    Ciarán Hinds

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    « If you worship gold, avarice is your religion. »
    [Scheda][Statistiche]

    Le falcate del mezzo-gigante erano ampie e lente. Un montone che aveva rubato a qualche londinese scemo gli cingeva il busto, a sua volta coperto da una semplice canottiera nera. Le lunghe gambe, il vero segreto della sua altezza, erano fasciate da jeans dal fit morbido. Un paio di stivali, visibilmente usurati, completavano il look.
    "Almeno siamo nella foresta" Cercò di guardare al bicchiere come mezzo pieno. Lui, per quanto denrisiano, avrebbe preferito passare quel sabato mattina tra le gambe di Elisabeth e non tra studenti stranieri sudaticci e ignoranti; eppure, gli eventi recenti lo spinsero a considerare la Foresta come un luogo adatto per riprendere fiato.
    "Mmmh" Gli occhi dorati scivolarono dagli alberi al sentiero. La presenza di orme fresche gli fece intuire come non sarebbe stato il primo ad arrivare. Non che gli interessasse qualcosa. Il ragazzo aveva una spiccata passione per rune e simboli simili ma, a differenza di molti altri, il grosso di ciò che apprendeva durante le lezioni aveva avuto già modo di impararlo altrove. Ciò che gli interessava veramente della materia era l'essenza pratica DAMME STO CHORIUM RUNAE E NESSUNO SI FARA' MALE e nel notare come Olwen avesse richiesto l'assenza di libri e divisa gli fece intuire che il momento era ora giunto.
    «Buongiorno» Il capo si chinò in segno di saluto ma le sue parole vennero smorzate da un battito d'ali. Un grosso corvo planò tra i presenti.
    «Cra! Cra!» L'uccello cercò di intimidire i primini per posarsi poi sulla spalla destra di Ciarán. Knut, il suo famiglio albino, era abituato ad accompagnare il ragazzo dall'alto. Entrambi erano un unicum, qualcosa di estraneo alle "società" in cui il destino aveva deciso di piazzarli.
    Il mezzo-gigante difendeva il corvo dai simili e questo, volando a qualche metro di distanza, fungeva da vedetta contro eventuali pericoli.
    Le dita affondarono nella tasca sinistra del montone e un chicco di grano venne portato al becco della creatura «Daje».
    Ciarán nascose le mani in tasca subito dopo attendendo che gli altri finissero di parlare. Quando arrivò il classico silenzio imbarazzante che segnava il connubio tra mancanza di fantasia da parte degli studenti e curiosità del docente, il biondo alzò il braccio per richiedere un tacito consenso ad avanzare.
    Ricevuto, poche falcate lo avrebbero portato alla lavagna e il catalizzatore, estratto dal fodero all'altezza della cintura, sarebbe stato puntato verso la superficie «Altramenta» La mano disegnò un quadrato perfetto. Per quanto si potesse migliorare, a discapito di qualcun altro, questo player e i suoi pg erano molto portati per gli incanti grafici Haters gonna hate e dedicavano ore del proprio tempo libero a perfezionarli.
    «Cibo» Benché l'Inverno durasse fino a Thrimilci, Ostara - e l'avvento della Primavera - si celebrava prima. Ciarán non si era mai chiesto perché, proprio come gli stranieri probabilmente non si erano mai chiesti perché si celebrasse la festa dei morti in quella precisa data dell'anno o tant'altro. Dove molti avrebbero avanzato metafore profonde, lui sarebbe rimasto sul concreto.
    Da piccolo, durante questa festa, ne approfittava per mangiare fino a scoppiare; da grandicello ne approfittava per reperire cibo più facilmente - procacciarsi bacche e selvaggina diventava più piacevole se gli stivali erano privi di neve «La Primavera rende più semplice lo sfamarsi» Cercò di rendere il concetto quanto più semplice possibile. Olwen insegnava una materia interessante, ma era pur sempre uno straniero, quindi per fargli comprendere concetti complessi avrebbe dovuto usare parole semplici. Poi era un Ametrin fino al midollo, dai razzismo tra case.
    «Profumo» Cresciuto nella natura, Ciarán aveva sviluppato una maggiore sensibilità alle sue manifestazioni. Sul limitare della foresta percepiva l'invitante odore del muschio e l'antico profumo del terriccio, ma nel cuore di Primavera era l'intenso profumo dei fiori a farla da padrone. «I fiori sbocciano a Primavera e il loro profumo si fa sentire» Qualcuno avrebbe potuto obiettare come anche l'Inverno avesse i suoi profumi, ma ciò che distingue un odore tra aroma o puzza è il gusto soggettivo di chi lo percepisce. Forse per la spensieratezza della primavera, o semplicemente perché gli piacevano le piante, l'olfatto del mezzo-gigante era orientato a questa stagione piuttosto che alle altre.
    Detta la sua, tra i Cra Cra del corvo, Ciarán fece un passo indietro per lasciare agli altri modo di intervenire.

    «Parlato»
    "Parlato"
    «Gracchiato Knut»
    Narrato

    Da il buongiorno a Olwen e non interagisce non nessuno in particolare.

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    Ain't No Rest For The Wicked @ Cage The Elephant - @ CTF
     
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    I go crazy cause here isn't where I wanna be

    «Mushu, su, andiamo!» Il gatto, dal lucido pelo nero e penetranti occhi verdi screziati dall'oro più puro, sollevò la coda piena allo stesso modo con cui lei sollevava il mento quando si trovava tra poveri plebei. E lei si chiedeva pure da chi avesse preso quegli odiosi modi di fare, come cercare attenzioni con presunzioni, rifuggire da coccole indesiderate, graffiando o soffiando. Almeno quella mattina non sembrò aver nulla da ridire sull'accompagnarla fuori non solo dal dormitorio ma persino dal castello. Indossava un paio di jeans, un maglioncino azzurro cielo e gli immancabili anfibi neri. I capelli erano tirati indietro, con dei ciuffi ribelli a cadere ai lati del viso, mantenuti da un piccolo elastico che si confondeva tra le ciocche castane.
    «Non mi guardare così, prenditela con Olwen», comunicò al famiglio quando quest'ultimo, zampettando accanto a lei, soffiò richiamando la sua attenzione e alternando lo sguardo tra lei e la direzione che stavano puntando. Il micio, insieme alle due felpe, era stato testimone dei suoi incubi dopo le settimane di prigionia, finendo con il dividere il fardello anche con Rain, il cricetino che era rimasto nella sua camera per quel giorno.
    Quante cose erano cambiate da quell'ottobre nefasto del suo primo secondo anno. Aveva perso sua madre, smarrito la via, cercato di gettare via la sua vita dandola in pasto all'alcol per poi provare a rimettersi in piedi. Lezione dopo lezione aveva ricordato -o fatto scoprire- ai docenti quali fossero le sue qualità e conoscenze; mese dopo mese aveva iniziato ad affrontare i demoni e qualcuno era riuscito persino a sconfiggerlo, come il suo rapporto con la Foresta Eterea che si stagliava di fronte a lei. Per quello doveva ringraziare Hinds che con i suoi modi burberi, molto denrisiani, l'aveva messa di fronte ad una scelta da cui non potersi tirare indietro. In qualche modo aveva finito con il ringraziarlo.
    «Ecco gli altri, tu non fare il solito spocchioso e non provare a seminare il panico con Ashura», lo redarguì, avendo visto il chocobo di Cohen che salutò con un'alzata di occhi al cielo e sistemarsi in una parte più tranquilla della zona, fino a quando non venne invitata dal runista, insieme agli altri, a scrivere sulla bacheca due termini legati alla Primavera. "Fertilità e "germoglio" furono scritti con un «atramenta», dopo aver tracciato un quadrato, con un rosso cupo, come quello della sua aura. «Germoglio non solo inteso come lo sviluppo della pianta, ma come origine di qualcosa, una nascita e, talvolta, una rinascita». La Primavera era la celebrazione della vita e del ritorno alla stessa, forse più calzante rispetto al capodanno che segnava l'inizio di un nuovo anno solare o del primo di settembre, come nuovo anno accademico. Insomma, in trecentosessantacinque giorni -talvolta trecentosessantasei- c'erano diverse opportunità per iniziare qualcosa o reinventarsi, il tutto stava nel cogliere la palla al balzo, in un'allineamento di stelle e di pianeti. Quanto a fertilità quella era una parola che si commentava da sola e che ben incarnava l'Ostara, la festa pagana che celebrava l'inizio della primavera.
    Tornata a "posto", Mushu tornò subito a infilarsi tra i suoi piedi leggermente divaricati, con la coda a stringerle il polpaccio destro e il musetto sollevato in direzione di Carter, ruotato leggermente a sinistra, per mettersi comodo nell'osservarlo meglio. E lei con lui.

    and satisfaction feels like a distant memory




    Le parole scritte sono germoglio e fertilità. Spiega ad alta voce solo la prima. Interazioni -o presunte tali- sono taggate nel post.
     
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    Ametrin
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    jolly del quidditch



    The biggest misunderstanding about me
    is that I'm just a bratty, gobby idiot

    Il suo rapporto con Lancelot Olwen non era nato proprio sotto una buona stella. Beccato coi pantaloni calati -e per poco con le mani nel vasetto di miele della Prefetta Opale- aveva poi accusato il docente di essere un uomo vile in grado di abbandonare figlio ed amante, a seguito di un tiromancino orchestrato dalla Whitemore. Con tutta quella storia, verificatasi in poco più di settantadue ore, aveva rimediato un nuovo lavoro: facchino personale del runista. «E che culo!» si era detto più volte, eppure di tenerselo nei pantaloni quello mai.
    Comunque nonostante il suo essere un Elfo Domestico alle sue dipendenze, con il grande sogno di ricevere almeno un calzino che lo liberasse, il rapporto tra i due continuava ad essere ondoso, con Olwen che lo fissava con odio e lui che comunque assumeva con lui un atteggiamento di strafottenza o di non curanza durante le sue lezioni. A differenza dei suoi compagni, il venerdì della settimana precedente, non aveva subito esultato alla notizia della sospensione delle lezioni ben sapendo che la fregatura era proprio dietro l'angolo e zac, eccolo quel sabato mattina a chiudere la zip che gli aveva rafforzato lo strano Elia la notte di Halloween e posarsi sulla spalla destra lo spallaccio dello zaino, mentre sulla sinistra Sparkler, il suo petauro dello zucchero. Il nome non era un caso visto che era letteralmente "stella filante", visto che essendo un maschietto aveva l'inconfondibile macchia a forma di stella sulla testolina e, siccome aveva una apertura alare notevole, aveva l'hobby di svolazzare a destra e sinistra. «Su, muoviamoci, prima che mandi tutto alle ortiche e decida di tornarmene a letto». E per fortuna che lo fece visto che ad attenderlo fuori dalla Sala Comune c'era la Farley. Una nota di colore -sebbene avesse mantenuto le tonalità dei Dioptase- che ben contrastava con il suo essere total black, ad eccezione dell'anello in rame infilato nel medio della mancina. «Potrei amarti. Potrei, eh». Sorriso sghembo si avvicinò per lasciarle un bacio sulla guancia, sfiorandole però la fine delle labbra. «Il più bel buongiorno che potesse esserci», comunicò staccando la testa ad uno dei rospi alla menta con gli incisivi, lasciando una zampetta per Sparkly. «Comunque secondo te che cosa ha intenzione di fare Olwen con i nostri famigli? Manco fosse la Onfroy!»
    L'arrivo al limitare della Foresta Eterea, in un perfetto orario grazie alla Farley, salutando Olwen con un «buongiorno» comunque funesto. Ovviamente lui si fermò nei pressi di Cohen con cui si scambiò un pugno fraterno a mo di saluto. Ciò che lo snaso divide, Ensor unisce. O forse era la noia? Fatto era che i due sembrarono aver stretto una tacita alleanza con la voglia di dimostrarsi per quello che realmente erano: due idioti scansafatiche. Se la Freeman sembrò aver accettato la croce, per la Farley beh, era tutto da scoprire (o forse no?). «Che culo!» Commentò le parole del runologo, sogghignando alle diverse frecciatine di Cameron. «Orgia, senza alcun dubbio! Vediamo di imbucarci», lo informò, salvo poi scoppiare a ridere nell'immaginarsi Olwen in quegli atti così lontani dal suo ruolo ma così vicino alle sue vesti figlie dei fiori. «Lui è un guardone. Fidati di me se te lo dico», continuò a voce non troppo bassa ma neanche in grado di raggiungere il docente. «Lui dice di avere una ragazza ma secondo me questa non gliela dà manco per sbaglio», pronunciò, giusto per continuare sul filo della prima impressione che aveva avuto vedendolo al molo. «Mpfh, due parole, eh? Ghiacciolina, a sto giro potrò non richiedere il tuo aiuto, strano eh?» Comunicò ad Amelia e, con uno Sparkly che nel vederlo muoversi verso la bacheca pensò bene di volare sui capelli della Lewis, si apprestò a tracciare un quadrato seguito da un secco «Atramenta». Un getto verde acqua fortemente saturato tracciò una frase seguita da una parola: "fine del letargo" e "cervo". Sulla prima non disse nulla ma sulla seconda guardò dritto negli occhi di Olwen. «Come un cervo a Primavera» Qualche secondo di pausa, prima di continuare. «Lei ne dovrebbe saper qualcosa, giusto prof?»

    It's not like I'm falling in love I just want you to do me no good
    and you look like you could




    Cameron Cohen, Amelia Farley principali interazioni. Scrive fine del letargo e cervo, dà del cornuto a Lancelot Olwen.

    Sparkler è un petauro dello zucchero, che quando Nathan si avvicina alla bacheca vola sui capelli di Emma Lewis.

    Oggetti:
    - magifonino,
    - bacchetta,
    - Felpa con cappuccio:
    Felpa trasfigurata da Nathan che non è svanita col tempo e che per influsso di Elisa si è fuso con la sua corda, che ora costituisce inquietantemente il laccio che tende il cappuccio.
    Chi la indossa difficilmente risente delle temperature esterne, visto che fornisce -1 danni da fuoco e ghiaccio.
    - Anello in rame ᚢ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti di Guarigione.
     
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    Dark Side of Super Sayan

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    »Ryu Okami [X]
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    Beh... il prof Olwen ci ha incastrati ben bene, mi ritrovai a pensare mentre, al limitar della foresta eterea, raggiungevo il gruppo di studenti che circondavano il professore di Antiche Rune, accompagnato da Loki che, bello scattante, zampettava felice al mio fianco. Se il mio micio era pieno di energie... di me non si poteva esattamente dir lo stesso: come avevo pensato, il professore ci aveva incastrato, sopprimendo le lezioni settimanali in favore di quell'uscita di sabato mattina, un sabato mattina in cui ero ancor mezzo addormentato, come si poté evincere da un lieve sbadiglio che mi scappò dalla bocca, tamponato da una mano portata dinnanzi ad essa e poi mossa a toglier velocemente di mezzo le lacrime che mi si eran formate in viso a seguito di quello stesso sbadiglio. Preso da quel... rincoglionimento mattutino, diciamo, avevo giusto avuto il tempo di lavarmi e sistemarmi alla svelta, ritrovandomi così vestito in modo alquanto scialbo: portavo una maglia di almeno una taglia più grande di quanto mi servisse, candida e lunga, vista la taglia superiore, di almeno una decina di centimetri sotto la mia vita, oltre che ben visibilmente usata più come un pigiama da me; nel centro di quella t-shirt oversize, in nero, vi era il simbolo di un grosso panda stilizzato, sovrastato dalla scritta che ne indicava la marca, "Doskoi Panda"... una marca proveniente dal manga One Piece, e di cui, a suo tempo, ero riuscito ad accaparrarmi qualche capo in edizione limitata, come lo era quella maglia per l'appunto. A far seguito nel mio vestiario, vi erano dei semplici pantaloni neri da kimono, con entrambe le gambe abbastanza large, terminanti alla caviglia e che, successivamente, lasciavan spazio ad un paio di geta, i tipici sandali giapponesi in legno, sovrastanti delle lunghe calze nere che non lasciavan alla vista neppure un lembo di pelle.
    Ed eccomi lì, giungendo sul posto con un ennesimo lieve sbadiglio, mentre il professore ci accoglieva, Konnichiwa, Olwen-sensei, salutai in rimando al suo benvenuto, facendo poi passar lo sguardo sui vari compagni di quella mattinata: vi erano tanto le personalità quanto i famigli più disparati, ed in particolare, ammetto, mi colpì veder chi si era portato dietro un corvo; tra Gyll con la sua Pixie, e il biondo col corvo, di certo l'originalità ad Hidenstone non mancava... non che ciò mi facesse rivalutare positivamente la scuola, in ogni caso.
    In ogni caso, ci venne spiegato dal professore il motivo di quell'escursione mattutina, e, una dopo l'altro, ecco che i miei compagni di corso si misero a scrivere sulla bacheca come richiesto, dando le risposte più svariate, chi più originali, e chi invece, come il tipo col corvo, più banali e scontate; lasciai far altri prima di me, e, quando venne il mio turno, non persi tempo.
    Atramenta, sentenziai, tracciando quindi con il mio catalizzatore un quadrato in aria, ed ecco che le due parole da me scelte si materializzarono sulla bacheca: Hanami e Polline, queste sono le parole che ho scelto, esordii, L'Hanami, in Giappone, è la tradizionale contemplazione della fioritura dei ciliegi, che nel 1500, sotto l'Imperatore Nara, si utilizzava per determinare se il frutto del raccolto annuale sarebbe stato positivo o meno; a questa celebrazione si sono poi aggiunti numerosi festival e festeggiamenti, che perdurano sino ad oggi, spiegai, In quanto al Polline, con la primavera giunge anche la stagione delle allergie ai pollini, e non è raro che nel Paese del Sol Levante questa sia estremamente prepotente... si può ben dire che non è esattamente facile da ignorare, non, almeno, nel momento in cui ci si trova circondati da gente in mascherina a causa di queste allergie, conclusi quindi, allontanandomi poi dalla bacheca, ed avvicinandomi al possessore del corvo.
    Famiglio interessante, devo dire, non si vedono poi troppi corvi addestrati nella comunità magica, dissi al biondo, commentando in merito al suo animale, Ironico, vero? Almeno pensando a come i Babbani associno spesso i corvi alla magia, anche se oscura soprattutto, continuai quindi. In tutto ciò, accanto a me Loki si era steso sull'erba, godendosi i caldi raggi del sole sul proprio pelo... stava di certo apprezzando quella gita più di quanto non lo stessi facendo io.

    Statistiche
    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: //
    Casata: Black Opal
    Razza: Metamorfomagus
    Abilità:
    CITAZIONE
    Urlo nero:
    Certe volte, nella vita, si può solo fare una cosa: urlare.
    +1 agli incanti Sonici; +2 se si è castato Sonorus.

    Skill://
    Incantesimi Utilizzati:
    CITAZIONE
    Nome: Incantesimo di Scrittura
    Classe: Grafico
    Formula: Atramenta
    Movimento: tracciare un quadrato
    Effetto: la punta della bacchetta compare una bolla di inchiostro magico, che viene sparato contro il bersaglio, ove si organizza in un testo in una lingua nota al mago. Le scritte non hanno proprietà magiche simbolistiche.
    Note: l'inchiostro ha un colore personale, ma i maghi possono variarlo desiderandolo (Tecnica>15). Con Tecnica>25 consente di usare colorazioni multiple.
    Con Rune1 consente di realizzare anche disegni. Con Alchimia1 consente di impiegare inchiostri speciali (fluorescenza, luminosità, inchiostro simpatico). Con Magitecnica1, consente di produrre dalla punta della bacchetta dell'inchiostro da disporre in boccettini o macchinari. Con Duello1 è possibile sparare l'inchiostro contro un bersaglio come un proiettile colorato, che infliggerà danni pari alla metà del d20 con bonus e malus.

    «The Dragon God Rises!»
    codice role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Arrivato mezzo addormentato, Ryu saluta il professore e, al suo turno, scrive ed espone le parole da lui scelte per la bacheca; si avvicina quindi a Ciarán ed inizia a discutere in merito al suo corvo.
     
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76 replies since 3/3/2021, 00:58   2263 views
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