Votes given by Hades S. Lestrange

  1. .
    ☽ Nome PG: Kjell Halvorsen
    ☽ Miniquest: Una nuova lupa in città
  2. .
    ☽ Nome PG: Brianna Scott
    ☽ Miniquest: Una nuova lupa in città
  3. .
    Qualcuno ha detto vita da cagne?

    ☽ Nome PG: Morrigan Maverick
    ☽ Miniquest: Un importante csrico
  4. .
    Gli occhi color ghiaccio si posarono su Annie, pensosi, per dei lunghi secondi. Aveva intuito che la sua ricerca non fosse andata nel migliore dei modi, ma anche lui sentiva che fosse quel posto ad essere corrotto, a rovinare la loro magia ed ostacolarne le capacità... tuttavia, non potevano farci niente se non andare avanti, superare quell'ennesimo ostacolo.
    Quindi, perseveranti nella loro convinzione, iniziarono ad avviarsi verso l'acqua. Charles chiuse il gruppetto per poter intervenire in caso di eventuali pericoli provenienti dalle retrovie, anche se aveva la bacchetta ancora danneggiata, quindi non aveva idea di quanto sarebbe potuta essere utile. Ci avrebbe comunque provato, però. Sorrise alle parole di Annie. Ironico che quando decidiamo di fare qualcosa, ci ritroviamo sempre in situazioni come questa. E nella sua mente, rapidamente, scorsero i ricordi della notte di Halloween di qualche anno prima, dell'avventura con i lupi mannari sia la prima che la seconda volta e probabilmente molte altre che dovevano ancora arrivare.
    Proseguirono ancora in sostenuto silenzio, almeno finché un ruggito preoccupante, non ruppe quella quiete, quasi scuotendo la sala. Charles rabbrividì fin alla punta dei ricci, annuendo alla rossa.
    Impossibile non sentirlo replicò, la mano che correva alla bacchetta e la sollevava davanti al volto, pregando tutti gli Dei Licantropi, che funzionasse. Scosse la testa alla domanda muta della metamorfa, ma alzò ulteriormente la guardia, pronto a tutto per proteggere la donna che amava e la sua migliore amica.
    E poi, anche lui, vide l'ombra. Deglutì. Persino lui, come la compagna di (dis)avventure, sperò che fosse solamente un gioco di luce e che in realtà dietro la curva ci fosse un innocuo Kneazle e non... qualunque cosa avesse fatto quel ruggito.
    Cosa? Replicò il rosso, inarcando il sopracciglio, confuso. Cos'aveva detto? Stava per aggiungere qualcosa, anche se non sapeva cosa, era incapace a rincuorare le persone, quando anche lui decise di sporgersi appena. Oh, caz- si fermò in un soffio, sentendo i polmoni svuotarsi e gli occhi si spalancarono quasi al limite dell'umano. C'era effettivamente qualcosa che pareva essere Olwen, ma non fu su di lui che i suoi occhi si posarono.
    Morrigan sussurrò, la bocca improvvisamente asciutta. Che cosa ci faceva, là? Chi ce lo aveva portato? Che cosa gli avevano fatto? Il docente, ex auror, era stata la prima persona che aveva creduto in lui, fin da quando aveva dodici anni ed era entrato per la prima volta al Ministero per una sorta di lezione interattiva, ad Hogwarts. Era la prima persona che lo aveva spronato a seguire i propri sogni nonostante la sua famiglia fosse contraria a qualsiasi atto di ribellione. E lui, per un po', aveva seguito questa filosofia perché aveva una ragazzina da proteggere, non poteva permettersi colpi di testa che mettessero a rischio anche lei. Eppure, l'ex ministeriale gli aveva fatto capire quanto importasse fosse non farsi mai fermare da nessuno. Senza contare che era stato il primo a cui aveva svelato della sua vera natura. Il primo a non guardarlo come se fosse frutto di un terribile errore della genetica, un mostro.
    Eilidh sussurrò, quasi assente nel tono di voce. Si volse verso di lei, smarrito, per capire se provasse la stessa cosa ma alla vista di Olwen. Aveva visto bene le orbite vuote, aveva sentito quei suoni incomprensibili, ma aveva voluto sperare che non fosse nulla di vero, che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Mosse un passo in avanti perché voleva andare da lui, controllare che stesse bene, nonostante la sua preparazione avrebbe dovuto avvisarlo che c'era qualcosa che non andava, che quelli non erano le persone che conoscevano ed amavano.
    A fermarlo, fu solo il gemito di dolore di Annie. Si voltò verso di lei, mentre Eilidh cercava di rendere sicura l'area in modo che avessero tempo di ragionare su un piano e che non rischiassero di attirarsi addosso le ire di quelle due creature e del Grifone.
    Si avvicinò anche lui, abbassandosi alla sua altezza. Cosa succede? Le sussurrò, allarmato. Non poteva aveva idea che il dolore fosse dipeso dal collegamento con Aaron, anche perché non aveva idea che ci fosse anche lui in una di quelle gallerie infernali.
    Io... non so cosa fare ammise in risposta ad Eilidh, il cervello ancora troppo annebbiato dalla vista di Morrigan.
    Dobbiamo salvarli, è successo qualcosa aggiunse, risollevandosi in piedi e spazzolandosi distrattamente il ginocchio. Strinse gli occhi per pensare. Ma non era mai stato così difficile. Si avvicinò ad Eil, chinandosi di nuovo davanti a lei. Io ci posso provare. Ma non voglio fargli del male aggiunse, sfiorando la guancia di lei con le dita. Sapeva quanto fosse importante Morrigan per lui e quanto avesse potuto destabilizzarlo quella vista, ma sapeva anche che si sarebbe impegnato per salvare lei e la rossa.
    Io li distraggo, tu cerca una via di fuga. Forse dietro di loro c'è la galleria che ci porterà fuori, oppure conviene di più tornare indietro. Non lo so. Si rialzò, avvicinandosi alla curva e sporgendo appena la testa e la mano armata di bacchetta, puntandola verso un punto più in alto della testa dei due uomini, sopra il dorso del Grifone. Non era sicuro che sarebbe stata una mossa furba quanto più azzardata, ma non aveva alternativa. Magari, semplicemente, le macerie avrebbero distratto loro e creato una via di fuga per i tre, in caso non ce ne fossero state altre. Bombarda sibilò, stando attento a non colpire nessuno. Una volta eseguito, si sarebbe guardato attorno -cercando di restar nascosto-, alla ricerca di una via se si fosse andata a creare.
    Charles Freeman


    Auror
    Lycan
    Eterosessuale

    code by ©#fishbone




    Il post in breve: Interagisce con Eilidh ed Annie, dopodiché cerca di creare un varco e/o distrarre fake Lance e fake Morri
    Azione 1: Bombarda (Cor. 38 + Duello I + Ninjutsu)

    Azione 2: Cerca via di fuga
    Mezza-azione: Prova a rimanere nascosto alla vista
    Quirk Attivo: -
    Skill:
    • 15/08/2019: Magiecologo - Elementale I;
    • 15/08/2019: Resiliente - Resilienza I;
    • 30/10/2020: Duellante Nato - Duello I;
    • 12/01/2021: Magiatleta - Atleta I;
    • 10/05/21 Scudo Magico - Difesa I;
    • 06/04/2022 Ninjutsu - Elem/duello II;
    Figlio del vento (in attesa di approvazione)
    Inventario:
    1 Pozione Curativa di Alto livello: cura di 27 pv

    Coraggio: 38
    Empatia: 31
    Intelligenza: 40
    Resistenza: 34 + 1
    Tecnica: 22 + 1
    Intuito: 37
    Destrezza: 40
    Carisma: 32
  5. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Molte erano le cose cambiate nella sua vita da quando aveva terminato gli studi. A partire dal suo percorso al San Mungo che la vedeva ormai impegnata quasi ventiquattro ore al giorno e dove ci passava dal reparto allo studio, anche il suo vivere con i Barnes era stato un passo decisivo, che aveva fatto per non sentire la solitudine nel suo loft, dove - certo - ci tornava quando aveva bisogno di spazio, ma ormai era diventato solo un luogo dove passare del tempo con Lancelot. Tempo che ormai si era anche ridotto visti gli impegni di entrambi.
    Tutta la sua vita era soggetta a costanti cambiamenti, anche quelli non programmati. Lo aveva capito fin dall'adolescenza, quando i cugini Olwen erano partiti, quando aveva dovuto dividere il suo cuore e perderne una parte. Le certezze in quel percorso erano sempre state poche e quelle che l'erano rimaste erano ancora meno di quante pensasse, fosse si potevano ridurre a due: Eilidh ed Aaron.
    Erano le sole persone che erano sempre rimaste, seppur la prima aveva deciso di allontanarsi per un periodo forse troppo lungo, ma che aveva ritrovato ben preso al suo rientro, quando il tempo sembrava non essere mai passato per loro.
    Eppure, ricordava quei tempi in cui tutto quello era molto più facile, quando il solo problema era capire perché Lancelot non l'avesse ancora invitata al ballo e che vestito indossare per una festa di compleanno che avrebbe portato al disastro più totale.
    Quando erano tre.
    Il numero perfetto.
    Il trio che avrebbe retto a qualsiasi intemperia.
    Quella triade che aveva iniziato con esplosioni e calzini scomparsi, quaderni di appunti che venivano fatti sparire, ma che era comunque un modo per esserci. Quante volte si era fermata a pensare a quello che avevano perso? Forse troppo, forse abbastanza da sperare - un giorno - di riuscire a creare un portale temporale per poter tornare indietro e fermare gli eventi, gridare ad una Brianna che quello che avrebbe fatto da lì a breve l'avrebbe portata alla sua morte, così da evitare il danno irreparabile di quel funerale che aveva portato a quel viaggio in Scozia che sembrava durare troppo, prima di giungere su quella tomba - vuota - a piangere la morte di un pezzo di quel triangolo equilatero. Non erano riusciti a recuperare il suo cadavere, nemmeno quel corpo aveva avuto degna sepoltura eppure, tutti loro, avevano creduto a quella prematura ed ingiusta morte.
    Quella perdita che aveva fatto capire al gruppo che erano, che da quel momento non sarebbero più stati quelli di una volta, mai più, seppur stavano viaggiando insieme verso la Scozia, proprio come quel Natale...
    Tutto era cambiato e quel giorno, tali ricordi, tornarono a galla quando Eilidh le diede quell'appuntamento, Eleonor, la mamma di Bri, voleva vederle entrambe. Sapeva che Eilidh vi era rimasta in contatto, lei non ci era riuscita, lei aveva cercato di dimenticare quanto quella perdita avesse fatto male e quanto ora non sarebbe mai più stato lo stesso. Era come se fosse caduto il piedistallo che teneva in piedi tutt'e tre.
    Accetto, tuttavia, quell'incontro, non volendo far altro che rivedere in quella donna che era la signora Scott, in quel volto, ritrovare anche solo un briciolo di quei lineamenti che si mescolavano sul volto della figlia.
    Florian Fortebraccio, il luogo prescelto.
    Era lì, davanti ai suoi occhi e doveva solo avere il coraggio di muovere i passi per giungervi definitivamente, aveva indossato qualcosa di semplice, un vestito nero, sfiancato, che in lunghezza giungeva a fin poco sopra il ginocchio, tacco alto di un decoltè nero e un cappottino sabbia a coprire il suo outfit, con uno sciarpone panna ad attorcigliarsi attorno al proprio collo. Socchiuse le iridi celesti, prendendo un respirone ed entrando in quel locale, pronta a vedere la signora Scott dopo tutto quel tempo.
    Il campanello della porta trillò ancora, Annie non era consapevole che fosse la seconda volta che suonasse, in così poco tempo e che la persona che fosse entrata prima di lei, fosse proprio Brianna.
    Cercò con lo sguardo Eilidh, trovandola al solito tavolino che amava, legata anche lei a ricordi troppo forti da mandar via, ma non era sola. E non si riferiva di certo alla piccola Bri che giaceva sotto il suo cappotto. Davanti al suo tavolo c'era qualcun altro.
    Quei colori, quella corporatura.
    Le fiamme di quei capelli erano familiari e - per quanto potesse ricordare, non appartenevano alla signora Scott - eppure sembravano troppo familiari. Avrebbe potuto riconoscerli ovunque, ma continuava a ripetere dentro di sé che fosse impossibile che questo potesse succedere. Mise le mani nelle tasche del cappottino, stringendo fortemente il telefono e il catalizzatore da una parte e il portabanconote dall'altra. Sentiva il cuore palpitarle forte nel petto. Un tonfo che le annebbiava vista ed udito. Prese un respiro e, mentre la stretta allo stomaco si faceva più forte, mosse passi dietro quella figura, arrivando in tempo per ascoltarne la voce.
    Era lei?
    Non era possibile.
    Annie sgranò le iridi di ghiaccio, che piano divennero liquide come se si stessero sciogliendo, quindi sentì le mani diventarle sempre più calde e il volto cercare di divampare al massimo, quasi a raggiungere il rosso dei suoi capelli. Una mano si sarebbe allungata a tentare di afferrare un suo braccio per farla girare in sua direzione e se questo fosse avvenuto, Annie avrebbe sentito il cuore fermarsi per un momento troppo lungo.
    «Bri?»
    Sembrava strano anche proferire quella parola, per quanto la nipotina che Eilidh le aveva donato avesse lo stesso nome dell'altra.
    Se solo tutto questo fosse avvenuto, dopo una manciata di attimi incontabili, Annie avrebbe mollato di scatto il braccio della scozzese, facendo un rapido passo verso di lei e spingendola con entrambe le mani, mentre lacrime scesero sul suo volto e la voce le si rendeva isterica in gola.
    «Non è possibile! Non sei tu! E' un pessimo scherzo!»
    Avrebbe alternato ogni frase con una spinta, una spinta di rabbia ma che conteneva un desiderio di scaricare su di lei tutto il dolore che aveva provato davanti a quella tomba vuota. Il carattere della Welsh non era cambiato poi tanto, impulsiva ed esplosiva come sempre, anche nel momento in cui stava spingendo Brianna, mentre piangeva copiosamente, manco avesse visto un fantasma (?).
    «Non sei tu e se sei tu ti odio. Ti odio perché ci hai abbandonato, eri morta! Ora non lo sei più! Ci hai lasciato sole! E ora torni? E vuoi pure una cioccolata? Io la cioccolata te la getto in faccia, hai capito?! Dimmi che non sei tu, per favore. Dimmi che è solo uno scherzo di pessimo gusto... non sei tu... Bri non l'avrebbe mai fatto...»
    E quelle ultime parole furono un sussurro, mentre i pugni stretti si fermarono di spingerla, cadendo inermi lungo i fianchi, mentre il volto veniva abbassato a guardare la punta delle proprie scarpe.
    Annie-Macrae Welsh

    "
    Amor, ch'a nullo amato amar perdona.
    "
    Medimaga

    code by ©#fishbone

  6. .
    qpBZupi

    Annie-Macrae Welsh ~ MedimagaNon era mai stato così difficile leggere una scrittura su cui stava passando molte delle sue ore a dedicare allo studio, tuttavia, a quanto pareva, non aveva ancora fatto abbastanza. O probabilmente era quel posto che stava rendendo tutto molto complesso e confusionario. Anche la sua magia stava dando filo da torcere e Annie era molto preoccupata di non poter essere utile quanto bastasse, se avesse continuato ad avere la magia che faceva scherzi strani.
    Comunque, tornando alle rune, la rossa cercò di eliminare ogni preoccupazione e concentrarsi, fino a leggere quella parola di cui non era nemmeno certa.
    «Pericolo.»
    Mormorò appena, mentre cercava negli occhi di Eilidh una qualche rassicurazione a riguardo, per poi spostarsi verso Charles alla ricerca di una qualche sicurezza.
    Forse l'idea dell'acqua che lavava via ogni cosa, li stava spingendo nelle braccia della morte, ma lei doveva cercare in ogni modo di scacciare via quei pensieri negativi e di andare avanti, perché prima o poi, quell'incubo sarebbe finito.
    Il tragitto non sapeva quanto fosse lungo, tuttavia, quasi compulsivamente faceva muovere le dita sull'impugnatura della bacchetta.
    «Dev'essere stata la nostra reunion con Xander che ci ha portati a cadere in questo mondo alternativo.»
    Cercò di sdrammatizzare come meglio potesse, per quanto fosse difficile anche poter inclinare le labbra in un mezzo sorriso.
    Anche perché quel flettersi leggero sarebbe stato interrotto da un ruggito che gelò sul posto la medimaga, che strinse ancora più forte il catalizzatore.
    «L'avete sentito, vero?»
    Era più una domanda retorica, la sua, ma guardò gli altri due, stringendo i denti, prima di ritornare a guardare davanti a sé, scoprendo come un'ombra enorme si stagliava davanti a loro. Poteva essere solo un gioco di una luce che faceva sembrare troppo grande qualcosa che non era, dai. Non poteva esserci una creatura così enorme, vero?
    Prese un respiro e si affacciò oltre la curva, cercando di rimanere ancora un po' nascosta, per vedere chi si nascondesse oltre quella curva.
    Sgranò gli occhi, facendo passi indietro con il volto contrito da un'espressione terrorizzata, mentre la mano libera dalla bacchetta andò rapidamente a ricercare il braccio o un qualsiasi contatto con Eilidh.
    Gli occhi di Annie si fecero liquidi, ghiaccio che stava per sciogliersi alla vista del suo amato con le orbite completamente vuote.
    Un sussurro flebile, quasi come se la voce fosse stata rapita da un'Ursula disneyana.
    «Lance...»
    Forse avrebbe potuto sentirlo solo Eilidh, talmente il suo tono era più un soffio spaventato che altro. Era impossibile che fosse lì, era impossibile che fosse lui.
    Cercò di distogliere lo sguardo sull'ologramma cattivo dell'uomo della sua vita, spostandosi sul ... grifone?
    Alzò una mano verso i due compagni di quella terrificante avventura e fece segno di guardare verso le catene della creatura, per poi ritrovarsi di nuovo a guardare il volto di Lancelot.
    Ogni volta che lo osservava, il cuore le faceva un balzo, quasi come se ogni suo battito perso fosse un pensiero al suo reale compagno.
    Era al sicuro, vero? Come poteva accertarsene?
    Ed era mentre cercava di capire cosa fare per capire quanto Lancelot fosse in pericolo che una fitta lancinante alla coscia, piegò la figura di Annie che si ritrovò a sgranare gli occhi dal dolore, cercando di trattenere un gemito sofferente.
    «A-Aaron»
    Cercò di soffocare il dolore in quella parola ancora una volta aspirata dalla voce che mancava, mentre la mano stringeva la coscia su cui il ragazzo - da un'altra parte rispetto a lei - era stato ferito. Qualcosa lo aveva morso sulla coscia e lei non era ad aiutare.
    Il ginocchio si era poggiato a terra, sentendo la lancinante fitta, doveva riprendere fiato. Quindi cercò di ricacciare quel dolore fisico indietro e di rialzarsi.
    «Usciamo da qui al più presto, per favore.»
    Sussurrò solo ai compagni, mentre tentava di riprendere lucidità.
    «Protego.»
    Il movimento della bacchetta nel rianimare quella magia che aveva in sé, al fine di creare una barriera che potesse proteggere se stessa, ma allo stesso tempo chi avrebbe subito le conseguenze di eventuali attacchi su di sè.
    scheda pg | stat


    Il post in breve: Rimane come il cappero a vedere il doppelgager di Lancelot, prima di soffrire per Aaron. Poi tenta un Protego su se stessa.
    Azione 1: Protego [Empatia 42][Medimagia Preventiva [Il mago può erigere barriere su di sé o su altri con un potere sacro che, oltre a fungere da difesa, posseggono blandi poteri curativi, in grado di attivare sul mago o chi difende un debole regen, oppure lenire malus.]][+3 Empatia cocktail bevuto][Scudo Magico +4][Medimagia Generale +4]
    Azione 2: -
    Mezza-azione: -
    Quirk Attivo: -
    Skill:
    Medimagia I - Medimagia Generale
    Medimagia II - Magia Preventiva
    Arti Difensive I - Scudo Magico
    Arti Mentali I - Manipolazione Mentale
    Arti Mentali II - Magipsicologia
    Runistica I - Mago Runico
    Magia Nera I - Fattucchiere

    Inventario: x
    Coraggio: 26
    Empatia: 42
    Intelligenza: 25
    Resistenza: 28
    Tecnica: 32
    Intuito: 23
    Destrezza: 30
    Carisma: 35

    Parabatai: Aaron: Ogni volta che Aaron subisce un danno, Annie perde 1pv, ma comprende il tipo di danno subito.

  7. .
    original
    Lo shopping del Terrore


    “Olivander”



    Amelie, finalmente hai un attimo di tempo per concentrarti sulla pallina che ti ha donato Olivander, per cercare di capire cos'è.
    La calma ritrovata del gruppo, ti garantisce una certa concentrazione e noti che nella palla è insita una forza distruttiva, una forza nuova che non ti è mai parso di sentire nemmeno quando lanciavi gli incantesimi. Inoltre hai un'intuizione: come si usa, solitamente, una pallina? Qual è il suo scopo? Ragionando su questo, capirai anche il suo utilizzo.
    Passando al lato più curativo che offensivo, la tua propensione ad aiutare gli altri è sorprendente e questa tua generosità ti premia: l'anziano che hai aiutato, si rizza come se tutti i problemi dati dalla vecchiaia non fossero mai esistiti e se solo fosse stato consono in quel momento, si sarebbe messo a saltare per tutta la valle, mostrando quanto si fosse ringalluzzito. Ma non avete poi molto da festeggiare, perché siete ancora bloccati in quella valle dalle rocce candide come il sorriso di Chip Skylark.

    Comunque, stavolta il discorso di Vath -con voce perfettamente normale- ha quasi un effetto balsamico sui cuori dei presenti, che risollevano le teste e decidono di mettere da parte le loro rimostranze, dovendo convincersi che il funzionario avesse ragione: se fossero rimasti là, chi gli assicurava che sarebbero sopravvissuti?
    Io devo tornare da mia moglie... ci siamo sposati solo ieri. Era stato un uomo sulla trentina a parlare, nonché il primo ad alzarsi per seguire il gruppetto di improvvisati soccorritori. Quel gesto, ispirato dal buon Remar, fa decidere anche i più restii ed alla fine, là non resta più nessuno, perché tutti si mettono in marcia verso, si spera, la salvezza.
    Una volta che avete percorso il tunnel e siete spuntati in quell'enorme valle, non riesci a scorgere pericoli, a parte il vecchietto che vi ha segnalato Amelie, tuttavia... muovendo un passo avanti, rischi di scivolare per via della friabilità delle rocce. Ma persino quelle erose dall'acqua non possono essere così tanto fragili, perciò nel tuo esaminare, ti abbassi per osservarle meglio e... ti rendi conto che non sono affatto rocce. Ma ossa. Ossa umane, per la precisione.

    Anche il tuo voler sempre aiutare, soprattutto in quanto medimaga, è qualcosa di speciale e da i suoi frutti, Isond. Infatti anche la tua cura, su quel ragazzino, è miracolosa: sentiva una spossatezza fuori dal comune e che era al pari della disidratazione, infatti se avesse continuato a camminare, sarebbe svenuto. Invece, grazie al tuo intervento, può giungere alla valle assieme a tutti voi, dove avete finalmente un po' di respiro. Ma per sicurezza, casti un modesto Protego Venere, che per il momento rimane a vibrare nell'aria.
    Una volta esaurito il tentativo di mettervi in sicurezza, puoi concentrarti sull'analizzare cosa c'è all'orizzonte, oltre quella valle ora dall'aspetto molto più inquietante, ammesso e non concesso che Vath condivida con voi la scoperta.
    Insomma, come aveva visto Amelie in precedenza, anche tu vedi quella colonna, dal lato diametralmente opposto rispetto a quello in cui vi trovate voi, ma con una differenza: vedi qualcosa brillare di un rosa sgargiante sulla sommità. Un rosa sgargiante che tende al viola, in verità.

    Samuel, tu poco prima che entriate in quella valle bizzarra, ti fermi per analizzare delle pietre... ed in effetti, trovi fondamento nelle parole di Kether. Ti sembra quasi che ci sia un cuore pulsante a renderle vive, un cuore ricoperto di magia primordiale. Senti come se qualche essere volesse uscire da esse, tanto che al tuo orecchio giunge l'inconfondibile rumore di vetro che si incrina.
    Fortunatamente, nella lunga galleria nessuno vi attacca, né nella valle, per ora. Ma il vecchietto lontano, vi osserva e non sembra avere intenzioni pacifiche.

    Ed infine tu, Kether: arrivato nella valle, cerchi di analizzare le pareti bianche senza grande successo, non arrivi a conclusioni in più rispetto al Remar; se non altro, capisci che non possono essere rocce. E ciò è abbastanza preoccupante, infatti ti prepari saggiamente un Astra Congrego, che inizia a fluttuare violaceo sopra il tuo palmo, pronto per essere scagliato in caso di pericolo. Pericolo che per il momento non c'è, perciò puoi dedicarti all'analisi di quell'uomo.
    Capisci che, oltre ad emanare un'aurea strana.... non pare nemmeno vivo, è effettivamente qualcosa di molto simile ad un sacerdote. Uno oscuro, però. Infatti ogni cosa, in quel posto, ti sembra corrotta e sbagliata. Oltre a ciò, senti che un rituale, da qualche parte nelle vicinanze, sta effettivamente venendo eseguito. Non capisci di cosa si tratta ma capisci sicuramente che non porterà nulla di buono.

    Nel frattempo, la valle viene scossa da una risata alquanto maligna.

    Ci rivediamo, finalmente! Esclamò il vecchio e sembrava macabramente allegro, anche se non c'era veramente traccia di contentezza, nel suo tono.
    Siete venuti per godervi lo spettacolo? Spero di sì. Potrebbe essere l'ultimo che vedrete in tutta la vostra vita...
    E proprio sul finire di quelle parole, tutti potete scorgere un movimento per quant'è evidente: sembra che le ossa che finora erano rimaste innocue a terra, inizino a levitare fino a dare forma a temibili... guardie scheletro.

    “Sinister”



    Qui la situazione non è molto più semplice, dal momento che siete rimasti solamente in due, poiché Krasus è quello più colpito dai cristalli, tanto che lo rallentano così tanto con la loro crescita, da impedirgli la maggior parte dei movimenti elementari.
    Aaron e Selene, dunque, la salvezza di tutti voi è nelle vostre mani, che decidiate di usarle saggiamente oppure no.
    Aaron, il tuo Cumma Muratium fa esattamente l'effetto desiderato, evitando che la tua giugulare venisse presa di mira da un lupo che decisamente aveva dimenticato le sue medicine, quel giorno. Ma non ti limiti ad evitare una morte certa, il tuo scudo riesce a scagliare indietro il lupo talmente forte, che va a finire dritto per dritto contro un cristallo, infilzandocisi.
    L'orso, a quel gesto, si interrompe un secondo per osservare il suo compare. Il muso dell'animale si trasfigura in una maschera di rabbia e sembra gridare qualcosa come un "no" prolungato ed infinito. Sicuramente carico di rancore. Avevate quasi ucciso -forse?- il suo amico. Era ancor più incazzato di prima ed era pronto a balzarvi nuovamente addosso, ma quella piccola distrazione è stata sufficiente per mettere insieme un Avada Kedavra, per quanto sia un incantesimo difficile, che poi gli hai scagliato addosso.
    L'orso sì è un animale, ma in quanto tale è comunque un essere vivente. La magia oscura è potente. Potente e pericolosa. Ma hai fatto la tua scelta e sembra avere un buon effetto; ma appunto serve molta concentrazione e l'orso non è come un essere umano, è molto più grosso e massiccio... quindi il lampo verde sì lascia la tua bacchetta e sì colpisce il bersaglio, ma non ha l'effetto che forse volevi tu e lo lascia in vita, con tanta voglia di strapparvi gli arti uno per uno e banchettarvi.
    Un ruggito scuote tutta la grotta, facendo sgretolare alcuni cristalli, che rilasciano altra di quella polverina bianca che, avete capito, essere pericolosa.
    Il suo aguamenti, Aaron, non è sufficiente per salvare i due, poiché la polverina si è già tramutata in cristalli. Anche l'orso lo nota, riprendendosi e decidendo di scagliarsi contro la sua quasi assassina, con tutta la rabbia che ha. Purtroppo per lui, però, è ancora molto intontito dall'incantesimo oscuro, perciò non riesce ad atterrarti come aveva previsto, tuttavia riesce a colpirti con la spalla nella sua feroce carica e se non vi lascia squarci visibili, la botta è così forte e dolorosa da sbilanciarti e farti cadere a terra, mentre la polverina bianca continua ad alleggiare, temibile, in aria.
    Ma se avevate pensato che il lupo fosse morto, beh, vi sbagliavate. Mentre eravate occupati, è riuscito a liberarsi e, zoppicando, si è avvicinato ad un Aaron intento a ripulire i compagni. Purtroppo è gravemente ferito, perciò non riesce a far molto se non azzannarti una gamba. Però fa male. Le sue fauci affondano nella coscia di Aaron come un coltello nel burro, lasciando diversi buchi sanguinanti. Per fortuna, però, non sono abbastanza profondi da essere eccessivamente debilitanti. Ma fanno male. E sanguinano. Non è nulla da sottovalutare.

    “Paiolo”



    Ed infinite, voi.
    Eilidh sembri essere la meno sfortunata, per il momento.
    Il tuo tentativo di analizzare le rune, non è vano come i tentativi precedenti di incantesimi dei compagni. Ti rivelano una scritta sensata, quelle rune. O meglio, è una lingua che in una situazione normale non capiresti, ma in quell'attimo, sembra assumere un senso. "Odino" è quanto riesci a leggere, ma noti anche della terra molto strana per essere in quel posto, terra che troveresti durante una normale scampagnata. Sta a te, ora, mettere insieme i pezzi.
    Annie, a te va un poco peggio, ma non troppo... almeno, per quanto concerne il primo tentativo. Anche a te pare di riuscire a leggere in quelle rune, ma è tutto troppo confusionario perché riesca veramente ad afferrarne il senso, tuttavia le rune sono state disegnate con una certa fantasia, noti, e chi le ha tracciate, ha formato come delle piccole ondine alle estremità che, combinate con il colore azzurro che esse hanno, possono dare un chiaro significato. Pericolo ti dice la testa, anche se questo è tutto ciò che riesci a capire e per il momento, dovrai affidarti all'istinto.
    Alla fine, tutti insieme vi dirigete verso l'acqua... o almeno, dove sentite provenire quel suono apparentemente tanto rassicurante.
    Charles, nonostante i tuoi sforzi, non riesci ad individuare nessun pericolo. Perciò, pensate di poter andare tranquilli. Non vi proteste sbagliare più di così.
    Arrivate ad una curva e poco prima di svoltarla, un ruggito violento vi fa accapponare la pelle così violentemente che avrebbe potuto prendere vita propria.
    Vedete un'ombra. Un'ombra enorme, avrebbe potuto essere grande come una villetta bifamiliare, a giudicare dalle apparenze. Sporgendovi un po' oltre la suddetta curva, avreste potuto intravedere degli artigli che combaciavano perfettamente con i segni visti da Eilidh sul muro. Ma sporgendovi vedete anche un piumaggio rosso fuoco.
    Ma la cosa più strana è... chi vedete.
    Sono delle persone, amici, qualcuno che conoscete... o forse no. Sono abitanti di Denrise o, più semplicemente, chi a Denrise è costretto a viverci per un motivo o per l'altro.
    Sono due uomini girati di spalle, ma li riconoscereste tra mille: Eilidh ed Annie, quello sembra essere... sì, non c'è dubbio, è proprio Lancelot. O meglio, l'aspetto esteriore è il suo. Il vostro amato -Annie- ed a tratti odiato -Eilidh, quaggiù non discuterete sui popcorn, temo-, Olwen, è proprio lì, a pochi passi da voi. Ma quando si gira per parlare (una parvenza di quella che è la parola, visto che a voi arrivano suoni incomprensibili) con l'altro, notate che i suoi occhi sono due buchi completamente neri. Né pupilla, né sclera bianca... no. Due carboni ardenti. Tu, Charles invece, riconosci immediatamente l'altro: il tuo mentore di una vita, colui che ti ha ispirato, che ti ha fatto capire che diventare un auror fosse la tua strada. Ma anche lui sembra così poco umano, con quell'oblio liquido che ha incastonato nelle orbite. Stanno accarezzando quello che pare un... Grifone.
    Annie, tu noti che ha le zampe legate da robuste catene, come se fosse l'animaletto da compagnia di quei due.
    Non vi hanno ancora visti, ma non ci vorrà molto... Avete poco tempo per pensare, agite in fretta.
    Off

    ✧Eventi non previsti stravolgono i vostri piani: a voi decidere cosa fare. Tutte le vie sono possibili, a voi l’onere e l’onore di provare a tirarvi fuori dai pasticci e/o capire che diamine succede.

    ✧Avete ottenuto tutto ciò che avete acquistato.

    ✧Avete ottenuto dei bonus:

    -Tutti coloro partiti da Sinister hanno ottenuto un +1 a Coraggio, più un ulteriore +1 a Intuito se non sono stati fatti acquisti;

    -Tutti coloro partiti da Olivander hanno ottenuto un +1 a Empatia, più un ulteriore +1 a Intelligenza se non sono stati fatti acquisti;

    -Tutti coloro partiti dal Paiolo hanno ottenuto un +1 a Resistenza, più un ulteriore +1 Tecnica se non sono stati fatti acquisti;

    -Samuel, Amelie, il terrore della pianta vi è rimasto addosso… letteralmente: ottenete l’abilità Terrore occulto (utilizzabile una sola volta, ad attivazione per mezzo di azione gratuita. Per un turno otterrete un +3 ad un tiro a vostra scelta, ma il turno successivo il terrore vi attanaglierà il cuore: avrete a disposizione una sola azione);

    ✧Altri bonus!
    -Annie, hai bevuto il drink: ottieni +3 Empatia e -3 Intuito, come da descrizione;

    -Mayra, ti ho contato l’inveire come azione, e come contraccolpo allo shock hai un +1 res per il resto della role;

    -Isond, Samuel, il vostro altruismo vi premia: +1 a Empatia;

    -Selene, non sai bene cosa sia successo ma nel dubbio ottieni l’abilità Terrore gelido (utilizzabile una sola volta come azione gratuita, ti garantisce un +1 a tutti i tiri che effettuerai quel turno, ma al prossimo temerai vendetta: otterrai un -1 a tutti i tiri);

    Regole


    ✧Potete portare con voi un solo oggetto dal vostro inventario, oltre alla bacchetta e al magifonino (questi ultimi due non occupano slot); del resto siete in giro a fare shopping, mica state andando in guerra! Ricordatevi di specificarlo chiaramente sotto al post con relativa descrizione;

    ✧Chiunque ha acquistato qualcosa, può segnarsi l’acquisto nell’inventario, ed usarlo liberamente. Potete anche raccogliere oggetti, fino al limite massimo di carico concesso dalla vostra Resistenza;

    ✧Vi ricordiamo che è obbligatorio riportare sotto il post il riassunto delle proprie azioni e dei relativi pp, quirk e skill che si intendono attivare. Nel caso ve ne dimentichiate, sappiate che potrebbe succedere anche a noi!

    ✧Disponete di due azioni e mezza a post;

    ✧Gli acquisti verranno contabilizzati a fine quest;

    ✧Si richiedono post di almeno 300 parole;

    ✧Non sono previsti mini esiti;

    ✧Non sono garantite proroghe;

    Cercate di non morire.

    Scadenza: Sabato 17 Dicembre, ore 22:00

    Azioni e tiri


    Kether: 15+6=21 ok, palla sulla mano (Astra C.) // 3+10+4=17 ni (Analyze) // 13+10=23 ok (Analisi pt. 2)
    Isond: 16+6=25 ok (Salus A.) // 10+9=19 ok (Protego A.) // 16+6=22 ok (Percezione)
    Vath: 18+12+4 ok! (Ispirazione) // 6+9=15 ni (Analisi)
    Samuel: 16+11+4+4+3=38 ok! (Analisi)
    Amelie: 16+5=21 ok! (Salus A.) // 17+8=24 ok! (Analisi)

    Selene: 10+7-7=10 meh (Avada)
    Aaron: 19+12-7=24 ok! (Cumma) // 2+8=10 nop (Aguamenti)

    Annie: 12+5+4=21 sì dai (Analisi) // 2+8+4=14 meh (Araldium)
    Eilidh: 17+8=25 ok! (Specialis R.)
    Charles: 2 lol non sto manco a fa il calcolo ma nope

    Orso su Selene: 6+10-5=11
    Lupo su Aaron: 15+7-9=13

    PV:
    Aaron: 65/78
    Selene: 29/40
    Orso: -48
    Lupo: -24


    RevelioGDR
  8. .


    Cordelia Andrea Doorn
    ▪️ Data di nascita: 28/03/2001
    ▪️ Luogo di nascita: Los Angeles, CA
    ▪️ Sesso: F
    ▪️ Razza: Umana
    ▪️ Stato di sangue: Nata Babbana
    ▪️ Stato economico: Povera
    ▪️Allineamento: NP: l'Indeciso. Si comporta sempre secondo il suo istinto e le sue conoscenze, senza costrizioni o pregiudizi. Considera il bene migliore del male, ma non si sente obbligato a perseguire il bene in modo universale. Talvolta i personaggi che manifestano tale allineamento considerano gli estremi (legge/caos, bene/male) come dannosi e cercano di mantenere quello che percepiscono come un sano equilibrio. I druidi sono spesso Neutrali Puri e nella loro particolare ottica la neutralità viene interpretata come manifestazione dell'equilibrio presente in natura e/o del comportamento istintivo (il leone per sopravvivere deve uccidere la gazzella; non lo fa per sadismo, è la sua natura).
    ▪️ Lavoro: Spezzaincantesimi presso la Gringott
    ▪️ Bacchetta Magica: legno di Cipresso con nucleo di Scaglia di Serpente Marino, 11 pollici, rigida
    ▪️ Prestavolto: Lucy Boynton

    Aspetto fisico
    Stretta in un corpo incapace di contenere la sua ambizione ed il suo orgoglio, non supera il metro e sessanta. Ha gli occhi grigi, come il mare d'inverno, ed il viso esile che la fa sembrare sempre un po' bambina. I capelli sono biondi, della tonalità fredda del sole pallido, e sono un po' mossi per natura, ma ha l'abitudine di tenerli sempre legati perché la innervosisce che le finiscano nel campo visivo.
    Non veste mai attillato o aderente perché metterebbe in risalto i piccoli rotolini di grasso che ha sulla pancia e di cui si vergogna, ma non per questo non sa essere elegante se trova i giusti capi d'abbigliamento con cui sentirsi a proprio agio, se solo lo volesse.
    Le piacciono i capi morbidi, anche vestiti corti, ma è molto affezionata alle Converse e fatica ad indossare qualcosa di diverso. Il suo stile in realtà è migliorato intorno al sesto anno ad Hogwarts, quando il suo migliore amico ha preso possesso del suo baule e glielo ha stravolto.
    Le sue forme sono in generale ben definite anche se tende a non valorizzarle.
    Quando esce, da sola o in compagnia, indossa un marsupio al fianco invece della classica borsetta, oppure uno zaino sulle spalle nel caso in cui sappia di aver bisogno di altri strumenti.
    Ha deciso di tagliarsi i capelli dopo il diploma e dopo aver accettato di seguire il suo mentore in giro per il mondo. Ha preso maggiore consapevolezza del proprio corpo e sviluppato più sicurezza, al punto da non vergognarsi poi così tanto di un po' di pelle scoperta in più.

    Ha un tatuaggio sul fianco all'altezza della terzultima costola.
    Un secondo se lo è fatto mentre era nel mezzo del Pacifico con il suo mentore - storico della Magia e ricercatore - a caccia di reperti storici legati ai Maridi.
    Ha una piccola cicatrice sul polpaccio, appena sotto la piega del ginocchio, che ha chiamato Roy. Le altre che si è procurata in seguito hanno i nomi dei luoghi in cui si è ferita.

    Carattere
    Andrea non ha assolutamente filtri, di nessun tipo: dice esattamente quello che pensa, e la maggior parte delle volte questo la mette nei guai, unitamente al problema che lei vuole avere ragione la stragrande maggioranza delle volte e fatica ad ammettere di avere torto.
    Non è particolarmente coraggiosa, invero, e preferisce di gran lunga convincere altri a fare le cose per lei piuttosto che buttarsi nella mischia per prima, ma è capace di fare buon viso a cattivo gioco pur di tenere l’onore ben lustrato. Di fatto, quello è probabilmente ciò a cui tiene di più in assoluto: non è disposta a lasciare a chissà chi il potere di decidere di lei e del suo nome. L'ambizione, poi, è probabilmente il migliore dei suoi pregi, poiché nel momento in cui ha ben chiaro un obiettivo, uno scopo, cosa certa è che punterà a quello e perfino a superarlo. È sempre, o quasi, fiera dei propri risultati.
    La curiosità è sua croce e delizia, se intende scoprire qualcosa circa un fatto, una situazione o una persona, farà il possibile per scoprirlo.
    È una ragazzina tendenzialmente tranquilla, per quanto forse un po’ bizzarra con le sue abitudini e passioni, ed il fatto che di tanto in tanto si perda nella sua testa non la aiuta a dare un'eccellente prima impressione di sé.
    Le piace la natura, le lunghe passeggiate, ha imparato ad arrampicarsi, è relativamente sportiva ed ha fatto scherma per diversi anni (dai 7 fino ai 14) e vanta un ottimo equilibrio; le piace molto anche danzare, specialmente non vista, e sfrutta queste attività per distrarsi e sfogarsi.
    Le piace leggere, scrivere, giocare ai videogame, scattare fotografie e stendersi sul prato sotto al sole ad osservare le nuvole che passano sopra la sua testa. In estate o quando non ha impegni guarda serie tv, film, anime e drama di ogni genere andando a dormire anche tardissimo.
    Le piace molto la poesia, ma per qualche motivo se ne vergogna.
    È pigra, disperatamente pigra, ma porta sempre a termine i compiti che le vengono assegnati, anche se forse non nel migliore dei modi o con i massimi risultati, ed è anche molto ordinata nei suoi doveri ed incarichi (ma sfortunatamente solo in quelli).
    Ama avere i suoi spazi e la sua solitudine, ma anche circondarsi di persone con cui chiacchierare e divertirsi senza rinunciare ai suoi personali segreti.
    Non era particolarmente brava nelle faccende manuali (per quanto se la cavasse), anche se l'Erbologia sembra appassionarla abbastanza, mentre invece prediligeva materie come Rune Antiche, Storia ed Incantesimi, relativamente semplici da analizzare e che non le richiedevano poi così tanti sforzi come invece avrebbe fatto la preparazione di una pozione. Dopo il diploma si è abituata ad arrangiarsi, quindi anche la sua manualità è migliorata.
    Non è molto studiosa, ma tende ad eccellere in ciò che le piace.
    Ama mangiare, specialmente le cose salate.
    Ama la sensazione di libertà che le lascia l'acqua sulla pelle e che le fa desiderare di essere acqua lei stessa.
    Si irrita ed offende facilmente, e per ripicca si chiude in un mutismo isolato e tetro, e difficilmente rifiuterà una sfida. Per questo, a volte risulta essere machiavellica ed ama circondarsi di alleati.
    Ad un certo punto della sua vita si è chiesta se non dovesse diventare una druida.

    Storia
    Andrea è nata nella calda e assolata Los Angeles, esattamente a metà strada fra il deserto e l’oceano. I genitori sono assolutamente normali, i nonni sono assolutamente normali, ma la bisnonna materna, la madre della madre di sua madre, ecco, lei non era assolutamente normale: lei aveva studiato la magia.
    La bisnonna era olandese, l'unica ad esserlo, e poiché al tempo si assegnavano due cognomi ai figli, anche il suo è arrivato alla bambina, che tuttavia possiede solo quello avendo i genitori deciso di cambiare le tradizioni.
    In qualche modo, generazione dopo generazione, quella stilla di singolare capacità aveva raggiunto l’infante che ebbe la giusta idea, o così credeva, di spiegare al gatto che “non si sale sul divano”, e quale miglior modo per farlo se non versandogli addosso un intero vaso di fiori pieno d’acqua? Peccato la bambina avesse appena tre anni e che il vaso fosse decisamente troppo distante perché le sue braccine tozze potessero assisterla nel tentativo di recuperarlo, quindi aveva ben pensato di fare ricorso ad un metodo alternativo quanto singolare.
    Dopo un primo periodo di totale confusione e di panico, i genitori riuscirono a tornare in loro e a realizzare che la bambolina non era un mutante, né tantomeno un’aliena, solo un pochino diversa dai pargoli dei vicini, e probabilmente da quelli dell’intero quartiere.
    Per questioni lavorative la famiglia si trasferì in Inghilterra, più precisamente a Nottingham, nella contea del Nottinghamshire, in un appartamento all’interno di un antipatico condominio. Nel frattempo, Andrea aveva compreso che non poteva dire a nessuno dei suoi poteri magici perché nessuno avrebbe potuto capirla essendo, apparentemente, l'unica con quelle caratteristiche. I genitori non sapevano come aiutarla e la bisnonna era passata a miglior vita da tempo. Un giorno una buffa donna dal cappello a punta si presentò sull’uscio di casa annunciando che lei, nientepopòdimeno che lei, era iscritta ad una Scuola di Magia (ed il solo scoprire l’esistenza di un simile Istituto lasciò tutti frastornati) dove avrebbe imparato a sviluppare e dominare le sue capacità.
    Smistata orgogliosamente in Serpeverde, per potersi togliere qualche capriccio ha deciso di diventare aiutante nei negozi e locali di Hogsmeade.
    A scuola, al quinto anno, Andrea crea legami improbabili con un ragazzo di Tassorosso ed uno di Corvonero, che si sono rivelati amici preziosi e fondamentali. Questo ha rivelato quanto poco le interessasse l'appartenenza alle Case della scuola.
    Il quinto anno si è colorato di esplosioni di emozioni contrastanti ed altalenanti, come ad esempio quello con Vylandra Rosier. Sa per certo che andrebbe all'Inferno per esaudire un suo desiderio, ma sa anche che potrebbero farsi eternamente la guerra godendone a vicenda. Hanno avuto una mezza storia durante gli anni a scuola, poi Andrea l'ha rifiutata e la relazione si è spaccata, almeno fino a che il bisogno reciproco non le ha spinte a ritrovarsi. La ama incondizionatamente, la definirebbe "la sua persona", l'anima opposta alla propria e per questo l'incastro perfetto. La sua migliore amica, quella che sa prima ancora che le debba essere mormorato. La distanza fra di loro non è un paletto e difatti si sono perse di vista dopo il diploma, salvo ritrovarsi nella Foresta del Congo quattro anni dopo. Andrea ha realizzato in quel momento quanto le fosse mancata e ha deciso di tornare alla civiltà.

    Una volta preso il diploma infatti ha iniziato a girare il mondo imparando nuove lingue e tradizioni, si è convertita al buddismo ed è diventata Spezzaincantesimi facendosi assumere dalla Gringott.

    Curiosità
    - Sa fare i nodi da marinaio.
    - È sinestetica.
    - È particolarmente abile nel nuoto.
    - Ha fatto scherma per diversi anni prima di lasciare all'età di 14 anni.
    - Porta al collo un filo nero con un triangolo capovolto come ciondolo, semplice ed essenziale, e non lo toglie mai.
    - Ha le dita piene di anelli.
    - Indossa sempre un orologio da polso, sempre lo stesso da quando ha dieci anni.
    - Conosce e sa giocare molti giochi da tavolo, sia babbani che non.
    - Ha girato il mondo per quattro anni.
    - Ha imparato il francese ed il portoghese.
    - Ha il titolo riconosciuto di Storico della Magia e l'abilitazione alla Magiarcheologia.


    Edited by C. Andrea Doorn - 14/12/2022, 12:36
  9. .
    original
    Brianna C. Scott
    Auror | 29 anni
    Le erano mancate come l'aria.
    Le era mancato tutto della sua vita, prima di ricoprire il posto da protagonista in quella di qualcun altro. Qualcuno più sfortunato di lei, che tuttavia le aveva concesso un'unica, immensa fortuna: rivederle.
    Non si sentiva più Brianna Scott da molto tempo, e tornare ad esserlo, dopo averlo anelato per anni, non era stato come si era aspettata. Abbandonare il viso che per un lustro aveva imparato a conoscere nel dettaglio era stato a dir poco traumatico, trovando se stessa, la vera se stessa, invecchiata all'improvviso.
    Era ancora giovane, in fondo, con la medesima cascata di capelli ramati, gli stessi occhi del colore del ghiaccio sporco e quelle lentiggini che mai aveva imparato a tollerare. Claire era stata più bella, algida e fiera, una tigre in confronto all'animo più docile e al contempo più caldo della scozzese.
    Sua madre era stato il primo scoglio a consentirle, una volta superato, di tornare alla propria vita. Le lacrime della donna furono solo il seguito di un'incredulità che la rese nervosa, titubante, timorosa e infine sollevata da qualunque peso avesse reso quella sua vita degli ultimi anni un inferno in terra. Le era stato concesso un unico favore, quello di far sì che sua madre non morisse per la seconda volta; la perdita di John era stata per lei insopportabile, non poteva realmente credere di aver perso anche sua figlia.
    In quei primi giorni di dicembre, Brianna tornò a casa da Eleanor e le disse ciò che aveva in mente. Aveva trascorso giorni a pensare a come avrebbe dovuto dire a entrambe del suo ritorno, del fatto che la sua morte fosse stata una copertura, e a come avrebbe potuto farsi perdonare da loro.
    Aveva scoperto che sua madre era rimasta in contatto con Eilidh per tutti quegli anni e quella consapevolezza le fece trarre un sospiro di sollievo: si erano tenute compagnia a vicenda, quelle due donne meravigliosamente forti che tuttavia erano sole al mondo, o quasi. Eleanor non le disse proprio tutto, con la scusante che le cose migliori le avrebbe sentite proprio da lei.
    Decisero un giorno, poi la signora Scott contattò Eilidh e le disse di farsi trovare da Florian, lì dove tutto era iniziato per la metamorfomaga e sua figlia, e di dire ad Annie di raggiungerla. Aveva voglia di incontrarle, aveva detto loro, aveva bisogno di vederle.
    Nel pensare che sarebbe stata lei a incontrare le due amiche che per lei avevano rappresentato una vera e propria famiglia, Brianna non riuscì a smettere di piangere tra le braccia della madre, consapevole di quanto le fossero mancate.
    Il giorno che aveva atteso per anni era finalmente arrivato.

    Camminava avanti e indietro nel vicolo precedente la svolta che l'avrebbe condotta alla gelateria della sua adolescenza, non del tutto certa di cosa avrebbe dovuto dire loro. Iniziare decantando un ritorno dal mondo dell'aldilà non sembrava la cosa più giusta da fare, ma in qualche modo avrebbe dovuto far presente di non essere uno spirito intenzionato a tormentarle. Annie in effetti se lo sarebbe meritato, ma non aveva il cuore di fare una cosa simile.
    Forse.
    Avrebbe fatto meglio a far dire a sua madre qualcosa, dar loro un indizio o semplicemente sincerarle della salute della figlia, rediviva, che tornava nel mondo dei morti. Ma più ci rifletteva, più sapeva che la cosa giusta da fare era raccontare loro tutta la verità.
    E avrebbe dovuto farlo lei.
    Si sfregò le mani con fare nervoso, all'angolo di quella via, lasciando che lo sguardo vagasse sulla strada principale senza scorgere le due chiome che ricordava. Dalle labbra la condensa di un fiato spezzato per l'emozione.
    «Non sono morta, era solo una copertura...» ripeteva come un mantra, quasi fosse la cosa migliore da dire in simili circostanze. Non conosceva nessuno in grado di aiutarla a indorare la pillola con chi aveva pianto sulla sua bara cinque anni prima.
    Deglutì e si avviò verso la gelateria, da lontano l'insegna che sapeva di patibolo.
    «Mi dispiace non avervelo detto, non potevo. Era per la vostra sicurezza...» altra frase che avrebbe dovuto placare gli spiriti delle due donne - ormai tali - più focose che avesse mai conosciuto. Con ogni probabilità l'avrebbero odiata, ma quanto meno sarebbero state ben felici di incontrarla ancora una volta, prima di farla a pezzi.
    Si soffermò fuori dalla porta ancora per qualche attimo, il fuoco nelle sue vene pronto ad ardere non appena i suoi occhi si fossero posati su chi sedeva al tavolo che lei ed Eilidh avevano condiviso per anni.
    Spinse la porta d'ingresso e il campanellino annunciò il suo arrivo, le iridi di ghiaccio andarono alla ricerca di volti familiari segnati dal tempo trascorso, e quando quelle stesse iridi misero a fuoco il viso di Eilidh, Brianna seppe di essere nell'unico posto in cui era destinata a stare in quel frangente.
    Ma il fiato si spezzò solo quando lo sguardo cadde su un fagotto parzialmente nascosto dal cappotto dell'amica. Una bambina dai capelli scuri screziati di azzurro, un segno inconfondibile che chiariva l'unico indizio che sua madre le aveva concesso: "c'è una sorpresa. Forse due. Ma sono certa che Eilidh sarà ben felice di mostrartele."
    Con le mani che coprirono parte del viso, Brianna lasciò che solo gli occhi fossero ben visibili nel momento in cui Eilidh avesse sollevato i propri fino a riscontrare la sua figura. Le lacrime le appannarono la vista e tutti i buoni propositi di costruire un discorso sensato e ricolmo di scuse vennero meno.
    «Mae...» quel nome che aveva usato solo lei in passato. Quel diritto che si era arrogata tanto tempo prima e che avrebbe ripreso immediatamente a esercitare. Quel fiato sospeso tra le emozioni che la travolsero come un mare in tempesta sarebbe giunto alle orecchie della metamorfomaga e, solo laddove questa avesse ricambiato il suo guardo, Brianna avrebbe abbassato le mani mostrando un volto coperto di lacrime di gioia e nostalgia, di tristezza per tutto ciò che si era persa e di felicità per la consapevolezza di poter recuperare.
    «Sono ancora in tempo per quella cioccolata?»
    E quella volta sarebbe rimasta. Nonostante tutto e a qualunque costo.
    RevelioGDR
  10. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Stavano succedendo fin troppe cose e Lilith cercava di rimanerne fuori, sperando di avere ancora un po' di tregua in quello che per lei era il ballo più tranquillo - almeno all'apparenza - che stava vivendo.
    Nonostante quella strana sensazione le attanagliasse lo stomaco, la riccia stava tentando con tutta se stessa di non interessarsi a niente di quello che le accadeva intorno, seppur le iridi color del ghiaccio fossero alle prese col captare ogni più piccolo movimento degli attori di quella scena così complessa. Alex si era stancato, quindi lei aveva rallentato la loro giostra sul ghiaccio, passeggiando tranquillamente mano nella mano con il piccolo, tenendosi al bordo dell'arena. Le iridi cercarono ancora una volta l'orientale, notando come per qualche istante i suoi compagni di giochi (?) si fossero allontanati, per poi vederlo avanzare verso la ragazza che accompagnava. Cercò Jessica con lo sguardo, per vedere da quelle parti che cosa stesse succedendo, ritrovandosi a fare i conti con un Joshua spalleggiato malamente da un Miller.

    «Hey piccolo, aspetta un attimo.»

    La Caposcuola si fermò alla staccionata, mettendo il bambino davanti, così che non fosse bersaglio di pattinatori serial killer in preda a sciovolate croniche, quindi seguì il riccio con gli occhi fino a vederlo giungere lì dove anche la rossa di JH era giunta poco prima. Fu l'istante sbagliato per voltarsi in quella direzione; per un'istante che sembrava essere infinito, la dioptase si ritrovò a fare i conti con il fastidio crescente di vedere l'orientale che afferrava il braccio di quella ragazzina. Strinse le dita attorno alla staccionata, mentre cercava di ricacciare l'idea che fosse solo un emerito idiota se aveva preferito accompagnarsi con Erin al ballo, piuttosto che con lei. Le dita attorno al polso di Erin, fecero riaffiorare nella mente dell'ex Prefetta, quella sensazione di ancoraggio che aveva provato quella notte alla Torre, sentendo mescolarsi quella sensazione spiacevole, alla scossa elettrica e al desiderio di sentirsi ancora una volta in quel modo.
    Tuttavia, la scelta che aveva fatto l'altro, quella sera, pareva ben chiara alla riccia, seppur forse era solo frutto di mille fraintendimenti che aveva colto nei momenti sbagliati. Come si dice? Il Karma è una brutta bestia. Ma senza addossare troppo le colpe al karma, Lilith decise che ognuno era fautore del proprio destino e Kwon aveva deciso di morire di una morte lenta e feroce, sottovalutando chi avesse davanti.
    Ora, invece, la riccia doveva prendere una decisione. Fermare Joshua o far fuori quel teatrino che si era messo a recitare attorno alla Lynch.
    Ricordò - per qualche breve istante - lo sguardo di Elisabeth quando aveva deciso di ritornare a scuola e tutte le vicessitudini di quel suo arrivo, non molto simpatiche ai tempi. Si piegò sulle ginocchia, raggiungendo l'orecchio del piccolo.

    «Alex, ti va se andiamo a dare qualche caramella a zia Elisabeth?»

    Gli sussurrò, con un sorriso riservato e dolce, mentre incrociava lo sguardo di Jessica, facendole un occhiolino, cercando di rasserenarla che a loro andasse bene. Forse avrebbe dovuto seguire Joshua, ma la solidarietà femminile era molto più forte di quello che si potesse pensare. Scivolò, prendendo Alex in braccio, sul ghiaccio, leggera ed elegante, con il classico portamento di chi danzava da quando ancora non muoveva passi dritti sul terreno fermo, quindi arrivò lì dove tutto si stava svolgendo. Il primo sguardo venne posato su Kwon. Freddo e distaccato, mentre ne trafiggeva il volto - qualora lui avesse incrociato anche solo per un istante il suo tragitto - fino a penetrargli dentro, condannandolo silente all'inizio del suo inferno, mentre faceva scivolare per un breve istante le iridi su quella presa. Mise sulla terra ferma il bambino, al quale gli elfi avrebbero tolto i pattini, facendolo sedere sulla panchina più vicina, quindi avrebbe fatto lo stesso anche lei, per poi affiancare il teatrino. Gli occhi di Lilith squadrarono anche il volto di Erin, prima di ignorare completamente il tutto.

    «'ia Lily. Camarelle?»

    Sentì la vocina di Alex, seduto sulla panchina che muoveva i piedi, quindi gli sorrise, mormorando un semplice «Un attimino e gliele diamo.» prima di posare un dito, l'indice, sulla spalla di Julian.

    «Miller? Da quando abbiamo tutto questo coraggio di fronteggiare qualcuno?»

    Veleno che scivolava tra le labbra, complice anche la scena della presa di Joo-Hyuk sul braccio di Erin, vista poco prima. Il cristallo si spostò su Elisabeth, non le disse nulla, rimanendo ferma immobile a scrutarne le emozioni che le percorrevano il volto. Mosse passi ad affiancare Elisabeth, mentre il piccolo strisciava lungo la panca ad affiancarla dal lato opposto e guardò verso i presenti.
    Ad uno. Ad uno.
    Miller.
    Kwon.
    Murphy.
    Alternando su loro tre il suo sguardo freddo, algido come se l'inverno la stesse avvolgendo.

    «Stop. Lo spettacolo è finito. Avete già le vostre dame da tenere a bada.»

    Il suo era un sibilo simile a quello di un serpente a sonagli, stava rigettando in quel tono tutto il fastidio e il nervoso che aveva portato dentro. Si soffermò con gli occhi su JH, quindi di nuovo schiuse le labbra.

    «Sparite. Tutti.»

    Scandì perfettamente quell'ultima parola, mentre il gelido si soffermava sul volto orientale, quasi a lanciare un messaggio che si discostava da quello che stava succedendo ad Elisabeth fino ad ora. A lui intedere, se avesse voluto.

    «Quanto a te, Miller...»

    Mosse il capo ad intercettare il riccio americano. Non era per niente come Astrid, lui era ciò che Lilith aveva sempre odiato, trovandolo uno spocchioso ragazzino viziato.

    «Visto che hai trovato il coraggio di arrivare fin qui senza annusare sotto le gonne di tutte, se non ti spiace sono curiosa di sapere anche io cosa hai da dire ad Elisabeth, se lei vorrà parlarti.»

    Veleno.
    Puro veleno che scivolava tra le sue labbra, mentre la lingua arrotolava quel suo dire. Poi guardò con la coda dell'occhio Elisabeth. Non si sarebbe spostata da lì, se avesse avuto bisogno di una spalla per lanciare un pugno in faccia a qualcuno, lei le avrebbe donato esattamente quella.
    Beh, che dire follettini e follettine. Si è arrabbiata Lilith, ma è comunque un sacco tenerella, VERO?! Joo-hyuk Kwon trigger for you, con mucho affettato Giadì Erin Murphy, Lilith ti vuole bene. Elisabeth Lynch tanta solidarietà femminile ed un Alex che ti offre caMArelle.
    Lilith Clarke

    "
    La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati.
    "
    Dioptase, Caposcuola

    code by ©#fishbone

  11. .
    Se Eilidh avesse espresso quel pensiero ad alta voce, Charles avrebbe risposto che prima di un'altra proposta di matrimonio, avrebbe dovuto imparare a fare i migliori pomp... cioè, avrebbe dovuto mettersi in ginocchio. Beh insomma, comunque la si giri suona male.
    Tornando a noi, assolutamente nulla stava andando secondo i piani, proprio come succedeva ogni volta che si trovava in missione. Qualcosa andava così storto da costringerlo a trovare un piano di riserva ed uno di riserva della riserva e probabilmente uno di riserva della riserva della riserva.
    Evidentemente la donna aveva dimenticato che fosse un auror e che non si trattasse di voler fare l'eroe a tutti i costi ma semplicemente del suo ruolo e senso del dovere che gli imponevano di essere lui a buttarsi in pasto al pericolo per salvare degli innocenti, dei civili che non avevano nessuna competenza utile, se non quella di andare in panico per un nonnulla. E di certo era tutto tranne che utile.
    Si fermò, osservandola con il sopracciglio inarcato.
    Qualcuno deve pur andarci. Non penserai che lasci andare te, Annie o peggio, uno di quelli là replicò, indicando con il pollice tutte le persone che piano piano venivano liberate da sole da quelle nuvolette dove, probabilmente, erano più al sicuro che ora.
    E poi tutto iniziò ad andare inevitabilmente male, quando tentò di avvicinarsi alla grotta per entrarvi. Per esempio, il fatto che il suo Visibula non solo si trasformò in un nulla di fatto, ma iniziò a fargli sanguinare gli occhi. Si morse il labbro, annuendo alla frase di Eilidh. Se n'era accorto solamente per la sensazione di bagnato sul volto, sennò lo avrebbe completamente ignorato, dal momento che non gli faceva per nulla male.
    Vaffanculo anche a te replicò con un mezzo sorriso, senza propriamente rispondere a quel suo giochetto elementare ma, allo stesso tempo, certificando che ci vedesse senza alcun problema. Per fortuna, per il momento, il sangue non gli aveva creato qualche danno.
    Lasciò, in seguito, che magheggiasse, mentre il suo cervello era perso a pensare a come mai, effettivamente, stessero avendo tutti quei problemi. Forse la grotta conteneva un elevato potenziale magico che disturbava i loro catalizzatori.
    Nel frattempo, l'incantesimo di Eil pare funzionare e tutti quei preti smettono di ballargli davanti alla vista, cosa che non ha confidato per nulla alla medimaga. Che prima di allora quella caverna fosse una specie di luogo di preghiera? Si passò una mano tra i ricci, tentando di riflettere il quanto più lucidamente possibile.
    Ah, cazzo! Protestò quando un'apparente casuale scarica di dolore gli attraversò il braccio e, come per riflesso, mollò la presa sulla bacchetta, che cadde a terra, inerme. Attese per qualche secondo prima di raccoglierla ed in quel tempo, vide le rune formare dei disegni. Si avvicinò solo dopo aver raccolto la bacchetta ed aver notato come una sottile crepa si fosse formata alla sua base. Ma non poteva abbandonarlo, non in quel momento, con così tante magie da fare. La risollevò. Tracciò il contorno di quei disegni, ma non aveva la minima idea di che cosa potessero star a significare. Come te la cavi con l'interpretazione delle rune? Domandò ad Eilidh, riabbassando il braccio armato di bacchetta. Solamente in quel momento gli giunse all'orecchio il suono di acqua corrente. Aveva imparato che l'acqua doveva pur avere una fonte e, per questo motivo, non si potevano trovare così tanto in profondità. Sì perché se fosse stata stagna allora era un conto, ma stava scorrendo.
    Iniziò ad avviarsi proprio nella direzione da cui sentiva l'acqua scorrere.
    Charles Freeman


    Auror
    Lycan
    Eterosessuale

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    Il post in breve: //
    Azione 1: Si dirige verso l'acqua

    Azione 2: //
    Mezza-azione: Aguzza lo sguardo in caso di pericoli
    Quirk Attivo: -
    Skill:
    • 15/08/2019: Magiecologo - Elementale I;
    • 15/08/2019: Resiliente - Resilienza I;
    • 30/10/2020: Duellante Nato - Duello I;
    • 12/01/2021: Magiatleta - Atleta I;
    • 10/05/21 Scudo Magico - Difesa I;
    • 06/04/2022 Ninjutsu - Elem/duello II;
    Figlio del vento (in attesa di approvazione)
    Inventario:
    1 Pozione Curativa di Alto livello: cura di 27 pv

    Coraggio: 38
    Empatia: 31
    Intelligenza: 40
    Resistenza: 34 + 1
    Tecnica: 22 + 1
    Intuito: 37
    Destrezza: 40
    Carisma: 32
  12. .
    ballo
    Deva L. Lestrange
    Black Opal | 16 anni
    Tetro.
    Una parola in grado di esprimere il suo stato d'animo in quell'esatto momento. Aveva atteso il ballo scolastico con l'entusiasmo di un bradipo, ma aveva accettato di buon grado di prendervi parte perché questo si aspettava da lei la sua famiglia. Non certo perché le facesse piacere.
    Il confine tra dovere e piacere era tuttavia molto labile nella sua esistenza, ché aveva iniziato a confonderli senza neppure rendersene conto, non riuscendo a delineare dove finisse lei e iniziasse ciò che i suoi genitori pretendevano dal suo divenire, dal ritratto impeccabile che avevano di lei e a cui il mondo avrebbe dovuto imparare a guardare.
    Indossò quell'abito di raso rosso esibendo una generosa scollatura su entrambi i lati, pur restando ben lontana dalla volgarità che non poteva intaccarla neppure per sbaglio, al pari di una macchia indelebile che non poteva permettersi. Privo di spacchi, l'abito scendeva morbido sulle gambe sottili di Deva e sfiorava il pavimento poiché sollevata da tacchi considerevolmente alti che le permettevano di superare di poco la media femminile del castello.
    I capelli sciolti sulle spalle incorniciavano il pallore del viso, lo stesso accentuato da labbra purpuree, e un lieve contorno nero arricchiva lo sguardo glaciale.
    Si osservò con crudele attenzione, pronta a essere la peggior critica di se stessa. E quando si disse sufficientemente soddisfatta, indossò il profumo e si chiuse la porta alle spalle, sigillando in ogni modo possibile quel pre-serata.

    Giunta nella sala a tema, Deva si costrinse non tanto a sorridere, quanto per lo meno a non sbuffare. Non sarebbe stato elegante.
    Bruciò l'attesa sciogliendo il nodo che manteneva il mantello sulle spalle scoperte e lo lasciò scivolare sulla prima sedia disponibile incamminandosi verso il carretto della cioccolata calda, lì dove si estendeva una discreta pista di pattinaggio su cui non avrebbe messo piede neppure se l'avessero costretta. La bacchetta non era con lei, ma sapeva come tirar fuori le unghie.
    Solo dopo qualche attimo si rese conto di trovarsi in prossimità di uno dei Capiscuola di Hidenston, tale Lilith Clarke. Deva non la conosceva affatto, ma l'aveva sentita nominare a Elisabeth una volta o due, prima di imparare a memoria i connotati del suo volto per poterla riconoscere nei corridoi. Ne aveva sentite cose su di lei, e i segreti erano ciò che più la stuzzicava al mondo.
    Non si mosse né disse altro, afferrò un bicchiere di cioccolata calda naturalmente fondente, senza zucchero né panna ad addolcirne il forte sapore, e ascoltò.
    Non aveva idea di chi fosse il ragazzo che le si era avvicinato, ma per il momento non aveva nulla di meglio da fare che restare a scoprirlo senza concedere loro più attenzione del dovuto, almeno all'apparenza.

    Deva si prepara - look nell'immagine del code role - e si piazza vicino a Lilith e Josh ad ascoltare facendo finta di nulla.

    RevelioGDR
  13. .
    Zul presente!
  14. .
    No, Lucas. Non era quello che intendevo.
    Quella conversazione la stava spossando più di qualsiasi altra cosa avesse fatto in vita sua e non sapeva proprio come venirne fuori. Lui le aveva sempre lenito qualsiasi dolore, persino nel periodo in cui non si parlavano, il pensiero di lui la faceva star meglio. In quel momento, invece, il dolore si stava acuendo, troppo forte per essere reale. Bruciava dentro di lei come carboni ardenti ed avrebbe voluto fermarlo, che stesse zitto, che non la costringesse a tirar fuori ciò che stava provando a reprimere con tutta se stessa. Ma fu costretta. Glielo dovette dire, quelle parole taglienti come lame che le vennero estratte contro la sua volontà.
    Vide la sua reazione e, se possibile, le fece ancora più male. Si immobilizzò nel suo silenzio, temendo di aver compromesso definitivamente il loro rapporto. Pensava che stesse cercando il modo migliore per dirle che lui, al contrario, non avrebbe mai potuto innamorarsi di lei, che la vedeva solamente come un'amante, un'amica ed una sorella, che mai ci sarebbe potuto essere di più. Che nemmeno lui sarebbe mai stata in grado di amarla, proprio come chiunque altro avesse professato tali sentimenti, abbandonandola dopo poco tempo.
    Stava per dire che non era seria, che quelle parole le erano uscite di getto senza che potesse pensarci a fondo. Voleva limitare il più possibile i danni, preservare il suo cuore già fin troppo danneggiato.
    Dì qualcosa, ti prego. Qualsiasi cosa! Lo pregò mentalmente, ma dalle sue labbra non uscì che un flebile respiro, che non raggiunse nemmeno la pelle dell'altro. La mascella di Lucas era serrata e Jess pensò che fosse arrabbiato con lei per ciò che gli aveva confessato, come se l'amore potesse essere realmente uno sbaglio. I loro occhi erano ancora una volta incatenati tra loro ed il silenzio iniziava a farsi così pesante da schiacciarla al suolo come se la gravità fosse triplicata, invece era solo l'ansia di poter essere rifiutata l'ennesima volta. Non l'avrebbe sopportato, non quella volta, non da lui.

    Solo dopo un tempo che parve infinito, passato nel terrore di aver sbagliato, sentì le braccia di Lucas muoversi e cingerle il corpo. Un calore diverso e più profondo iniziò a penetrarle sottopelle, lento ma forte, palpabile. E poi finalmente, lui si decise a parlare.
    Parole che non avevano senso, per lei, in quel momento. Non sentiva lo scandire delle sillabe, sentiva un suono melodioso che le danzava attorno come la migliore delle sinfonie. E poi, poco a poco, ogni parola prese posto nel suo cervello e nel suo cuore, assumendo un preciso significato, nonostante lei stentasse a crederci.
    Lucas... sussurrò, non sapendo bene cos'altro dire. Quelle parole, che fossero sue o meno, erano state dette pensando a lei, non recitando semplicemente qualcosa che una volta aveva letto in un libro. Jess lo sapeva, lo sapeva che significavano molto. E tornò ad illuminare un po' di più il suo cielo, che riprese ad essere il suo posto sicuro, spazzando via le cattiverie di poco prima, rendendole prive anch'esse di senso e di una qualche utilità, vennero gettate al vento, dimenticate, il cuore invece fu risanato da tutto quello che disse.
    Lo ascoltò ma non rispose, non sapendo cosa dire per non rovinare il suo meraviglioso discorso, tuttavia si riempì di nuova speranza. C'era qualcuno che non la considerava uno sbaglio e che la metteva sempre al primo posto nonostante tutto, che la faceva sentire una regina e mai di troppo. Che la spingeva a dare il meglio di sé.

    Lasciò che le loro labbra si toccassero, che quel bacio sbocciasse come una rosa. Lento, caldo, morbido e soprattutto casto. Perché era un gesto così intimo che nessuno di loro l'avrebbe rovinato imprimendoci passione di troppo, trasformandolo in una questione di sesso. Era come se fosse nuda davanti a lei, si era spogliata, mettendo a nudo la sua anima più che il suo corpo ed ogni pensiero negativo sfumò come il vino sulla carne, riempiendola di lui.

    Quando il bacio si interruppe, infiniti secondi dopo, si staccò di pochi millimetri, riportando nuovamente le mani ad incorniciargli il volto, sentendo il suo calore attraversarle le dita.
    Non credo di essere abbastanza romantica per darti una risposta adeguata iniziò con una risatina per spezzare il silenzio che si era creato, anche se questa volta non c'era tensione né dolore ad aleggiare attorno a loro.
    Però... Ti prometto anche io che ci sarò, Lu. Che ogni giorno saremo l'una la forza dell'altro, che nonostante le incomprensioni, ritorneremo più forti di prima. Non ti posso promettere che sarò perfetta e che non ci faremo più soffrire a vicenda, siamo umani, le nostre parole ci feriranno ancora e ancora, ma non faranno mai sfumare l'amore che proviamo. Abbassò una mano ad intrecciare le dita con quelle di lui, sorridendogli. Un sorriso che specchiava quello dolce di lui. Chiuse gli occhi, prima di continuare a parlare. Tu sei l'unico che c'è sempre stato senza mai pretendere nulla in cambio, che ha sofferto ma ha continuato a restare. E sei l'unico al quale donerò la mia anima, non mi interessa cosa succederà in futuro. Sollevò il mignolo come a voler siglare una promessa con lui alla maniera dei bambini, quegli esseri che non sapevano mentire, così brutalmente onesti.
    Ogni giorno della mia vita, con te. Ogni giorno della mia vita, tu sarai parte di me. Ogni giorno della mia vita, sarai la mia ancora, il mio posto sicuro. Lo prometto.
    Jessica Whitemore


    Black Opal
    IV Anno
    Bisex

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  15. .
    Non ricordava di essersi fatto di qualche sostanza pericolosa oppure allucinogena, eppure dopo aver lanciato quell'incantesimo... gli parve di vedere cose assurde, talmente tanto che non riuscì nemmeno bene a muoversi per capire che cosa stesse succedendo. Prima delle rune iniziarono a fare il girotondo attorno a loro, poi davanti ai suoi occhi apparvero dei... sacerdoti? Non lo sapeva nemmeno lui, però dei tizi in abito candido iniziarono a volteggiare davanti alla sua vista, trasportando qualcosa di piumato che non seppe identificare.
    Gli occhi gli bruciavano così come la testa, che prese a pulsare così tanto da doverlo costringere in ginocchio, le mani posate con i palmi rivolti verso le tempie, come se bastasse quel movimento per alleviare il suo dolore. E poi tutto si fece nuovamente buio, normale, quasi. Se non fosse stato per lacrime di sangue che gli scendevano lungo le guance, non avrebbe trovato nulla di strano. La cosa bizzarra era che non gli facesse male, ma aveva comunque un certo timore del fatto che stesse succedendo qualcosa che non avesse nessuna spiegazione logica.
    Si portò, quasi senza accorgersene, una mano alle guance, sporcandosi le dita con quel sangue che nemmeno sembrava suo.
    Si sollevò completamente eretto e si guardò attorno, strizzando gli occhi per riuscire a vedere meglio. Sperava che Eilidh non se ne accorgesse, non voleva che si aggiungesse una preoccupazione al suo bagaglio già abbastanza consistente.
    Teneo sussurrò, rivolgendo la bacchetta contro se stesso. Non avrebbe cambiato il suo piano di entrare nella galleria che la sua bacchetta aveva indicato in precedenza, ma aveva bisogno di una protezione. Sperò solo che la sua bacchetta riprendesse a funzionare e che prima fosse stato solo un attimo di malfunzionamento. Deglutì, sperando di passare inosservato, mentre si buttava all'interno della galleria, aguzzando la vista per scorgere qualsiasi cosa potesse essere un potenziale pericolo.
    Charles Freeman


    Auror
    Lycan
    Eterosessuale

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    Il post in breve: //
    Azione 1: Teneo (31 + Difesa I)

    CITAZIONE
    Nome: Incantesimo dell’armatura
    Classe: Scudo
    Formula: Teneo
    Movimento: Linea da destra verso sinistra
    Effetto: circonda il bersaglio con un’aura protettiva, generalmente di colore argenteo
    Note: L’incanto assorbe danni da un solo attacco magico e poi si infrange: l’assorbimento massimo è pari alla metà di 1d20 al netto di bonus e malus.
    Con Car ≤ 35, la magia è di un colore brillante che fornisce malus in caso di azioni furtive o di elusione al protetto.
    Con EMP > 15 ha un effetto placante e rilassante; con EMP>25 può proteggere dalle intemperie, inclusi caldo e freddo.
    Con COR ≥ 35 eventuali creature oscure che tocchino il bersaglio subiranno danno.


    Azione 2: Si addentra di più nella galleria
    Mezza-azione: Aguzza lo sguardo in caso di pericoli
    Quirk Attivo: -
    Skill:
    • 15/08/2019: Magiecologo - Elementale I;
    • 15/08/2019: Resiliente - Resilienza I;
    • 30/10/2020: Duellante Nato - Duello I;
    • 12/01/2021: Magiatleta - Atleta I;
    • 10/05/21 Scudo Magico - Difesa I;
    • 06/04/2022 Ninjutsu - Elem/duello II;
    Figlio del vento (in attesa di approvazione)
    Inventario:
    1 Pozione Curativa di Alto livello: cura di 27 pv

    Coraggio: 38
    Empatia: 31
    Intelligenza: 40
    Resistenza: 34 + 1
    Tecnica: 22 + 1
    Intuito: 37
    Destrezza: 40
    Carisma: 32
279 replies since 22/8/2017
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