Louise De Maris

Era una torrida estate quella dell'agosto 2004, nonostante il villaggio fosse collocato su una collina. Issigeac era un piccolo paesino all'apparenza medievale, che constava di pochissimi abitanti, all'incirca 1000. Le finestre delle case dai tetti di tegola, brillanti, riflettevano la pallida luce del sole in aurora, riverberando nell'aria un tenace calore. Ma l'atmosfera gioiosa, una di quelle che fa ridere i bambini consapevoli di non dover andare a scuola, non fu d'aiuto per una povera donna, le cui urla fenderono la calma, abituale ormai tra quelle viuzze di pietra, come anche i passi scoppiettanti in corsa di un uomo innervosito e spaventato che gridava "Aiuto!", in cerca di un buon uomo o di una buona donna che potesse correre dalla giovane madre. Gli abitanti di Issigeac erano tutti babbani e, come tali, vivevano in quelle caratteristiche case totalmente estranei al concetto di magia. Neanche la casa di Pacôme De Maris, un purosangue diseredato dalla famiglia per aver sposato una babbana, era provvista di metropolvere. Così, l'uomo, quella mattina, corse alla ricerca di un medico che potesse aiutare la giovane moglie e fu sorpreso dalla presenza di un uomo che diceva di saper chi fosse e di indicargli la strada. Ambre Simon stava per dare alla luce una bambina, ma questo non era sinonimo di grande gioia, in quanto stava per nascere prematuramente. Ma la tempestiva assistenza del guaritore fece sì che la piccola settimina, ormai nata, vivesse equilibrata fino al nono mese. Furono, però, diversi gli intoppi che costrinsero il guaritore tra quelle mura: la bambina combatté strenuamente per la sua vita e grazie all'uomo le sue battaglie non furono vane. Fu solo al raggiungimento del nono mese che i genitori non dovettero più temere per la loro figliola e, con molta convinzione, decisero di chiamare la piccola "Louise", il cui significato è "Gloriosa Combattente".
L'infanzia della fanciulla trascorse abbastanza serena: i primi anni di vita furono costellati da visite mediche e accertamenti per verificarne il corretto sviluppo e, per buona sorte, così fu. Tra i suoi primi ricordi vi era la figura di Claudine Martin, chiamata da tutti Maman, l'unico panettiere del villaggio. La sua panetteria si affacciava sulla sola piazza esistente di Issigeac, vissuta non solo dagli adulti, ma, soprattutto, dai bambini, quei pochi di lì che ogni giorno si riunivano vicino alla grande chiesa per giocare e che Maman Claudine viziava perennemente con i suoi biscotti al cioccolato, il cui profumo spiava dalle persiane delle case, invogliando piccini e adulti a correre al locale per comprarne una manciata per merenda. Louise, una bambina di 5 anni, si riteneva molto fortunata perché l'anziana signora le aveva svelato il segreto della sua ricetta. - Ma, mi raccomando,- le disse, con voce dolce e seria, tipica di una vecchina - nessuno deve saperlo. -. E poi le accarezzava i capelli e le diceva che un giorno la sua panetteria sarebbe stata "della piccola Loulou", come era solita chiamarla con fare affettuoso. Maman Claudine, in effetti, era sola e non aveva figli. Quello fu il primo approccio lontano, seppur ravvicinato, a un qualcosa di simile a ciò che in seguito avrebbe amato: le Pozioni.
Pacôme De Maris era un pozionista che, scoperto ad avere relazioni con una babbana, fu diseredato dalla famiglia e, assieme al titolo, perse anche l’opportunità di far carriera nel mondo magico. Ma a lui non importava: essendo in giovane età, circa 21 anni, decise di iscriversi alla facoltà di medicina e di lavorare per pagarsi gli studi. Nel frattempo, mise diversi soldi da parte per garantire ad Ambre, orfana di padre e madre dall’età di 18 anni, una casa, una volta sposati. Era un uomo d’onore che amava la sua futura moglie. E, poi, amò tanto anche sua figlia. Louise ricordava le gite con suo padre per raccogliere ingredienti freschi per le pozioni: Pacôme le vendeva a poco prezzo a quei maghi che vivevano quasi in povertà e, non avessero avuto soldi, li regalava. Aveva sempre raccontato alla sua Lou quanto fosse importante la dignità di un uomo o di una donna ogni qual volta Louise chiedesse al padre perché li donasse anche alle persone scorbutiche, che, nella sua mente infantile, non li meritavano. E lui le diceva che tutte le mattine, guardandosi allo specchio, osservava quanta dignità e onore avesse e avesse sollevato nell’animo della povera gente. Ben presto, fece comunque gran fama nel mondo babbano e magico, era soprannominato “il dottore dei poveri”. Non erano molte le entrate monetarie in casa, sicché Ambre decise di lavorare come domestica e donna delle pulizie per alcuni studi privati, nelle grandi città lì vicino. Perciò, Maman Claudine fu come una nonna per Louise e la seguì in ogni suo passo e fu l’unica babbana, oltre ad Ambre, a sapere dell’esistenza della magia. All’età di 11 anni, Louise andò a Beauxbatons, come conveniva a tutti i maghetti e le piccole streghe francesi, eccellendo in diverse materie, in particolare in “Philtres et Distillats”, il corrispondente francese di Pozioni, il cui amore le era stato trasmesso dal padre.
Monsieur e Lady De Maris, scoperta l’esistenza della bambina, desiderosi di avere una ragazza da maritare per mantenere il buon nome della famiglia, cercarono in tutti i modi di strappare la piccola alla famiglia. Non riuscendoci misero in atto un piano crudele.
Era la fine del 3° anno e gli studenti si accingevano a raggiungere le carrozze per tornare a casa: Louise era una tra i tanti bambini e ragazzi, che era però sul retro dell’enorme massa. Non riusciva a districarsi dalla folla, quando, all’improvviso, il suo avambraccio fu afferrato da una mano e fu tirata indietro, fuori da quella ciurmaglia. Era un ragazzo più grande della sua età, che le chiese se stesse bene e si presentò come Aubry De Maris, fratello minore di Pacôme, dicendole che suo padre lo aveva avvertito di mandarla a prenderla. Louise, ignara del complotto familiare e dei fatti accaduti nel passato, si fidò e seguì il ragazzo fino alla carrozza. Si rese conto troppo tardi che stessero percorrendo la strada sbagliata. Da quel giorno non rivide più la sua famiglia, suo padre e sua madre morirono qualche tempo dopo “misteriosamente”, questo le dissero, ma lei sapeva che li avevano uccisi in qualche modo. Costretta ad imparare il codice Purosangue, anche con la violenza, visto il suo carattere testardo, si costrinse ad abbassare il capo per seguire gli ordini dei suoi nonni e zii. Ora, all'età di 17 anni, costretta a trasferirsi in Inghilterra con i suoi rapitori e a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hidestone, ha abbandonato tutto quello che le è più familiare, obbligata a seguire la pretesa dell'eccellenza nella sua educazione, di voti ottimi in ogni materia e dell'essere una degna portatrice del cognome De Maris